QUELLI DELLA VIA
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SETTIMANA DI PREGHIERA
PER L'UNITA' DEI CRISTIANI 
18-25 gennaio 2013
Quel che il Signore esige da noi
(cfr. Michea 6, 6-8)


LETTURE BIBLICHE E COMMENTO
PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA
Nota:
I testi biblici riportati sono tratti da:
‘Parola del Signore’ – La Bibbia, Traduzione interconfessionale in lingua corrente Leumann / Roma, Elledici / Alleanza Biblica Universale, 2000


SETTIMO GIORNO: Camminare nella solidarietà

Numeri 27,1-11 Figlie con diritto di eredità

Macla, Noa, Cogla, Milca e Tirsa erano figlie di Selofcad, un uomo della tribù di Manasse, figlio di Chefer e discendente da Giuseppe attraverso Manasse, Machir e Galaad. Le cinque donne vennero a presentarsi a Mosè e al sacerdote Eleazaro alla presenza dei capi e di tutta la comunità, all'ingresso della tenda dell’incontro. Esse dichiararono: «Nostro padre è morto nel deserto, anche se non fece parte della banda degli uomini di Core, quando si ribellarono contro il Signore. Nostro padre è morto a causa delle proprie colpe. Ebbene, egli non aveva nessun figlio maschio. Ora vi sembra giusto che il nome di nostro padre sia cancellato dalla parentela, soltanto perché egli non ha avuto figli maschi? Siano date a noi alcune terre come nostra parte di eredità, in mezzo a quelle dei fratelli di nostro padre!». Mosè presentò la loro richiesta al Signore. Il Signore rispose: «Le figlie di Selofcad hanno ragione. Da’ loro una parte di eredità in mezzo ai fratelli del loro padre; così, la parte che spettava al padre passerà a esse. Poi dirai agli Israeliti: se un uomo muore senza lasciare figli maschi, trasmetterete le proprietà e i beni alle sue figlie. Se non ha nemmeno figlie, trasmetterete i beni ai suoi fratelli. E se non ha fratelli, trasmetterete i beni ai suoi zii paterni. E se il padre del defunto non aveva fratelli, trasmetterete i beni al parente più prossimo: sarà egli l’erede.Gli Israeliti osserveranno le norme ora stabilite secondo l’ordine che io, il Signore, vi trasmetto».

Salmo 15 (14),1-5 Chi è degno, Signore, di stare nella tua casa?

Salmo di Davide.
Chi è degno, Signore,
di stare nella tua Δtenda,
di abitare sulla tua Δsanta montagna?
Chi si comporta onestamente,
pratica la giustizia,
parla con sincerità.
Non usa la lingua per calunniare,
non fa torto al suo prossimo,
non parla male del proprio vicino.
Disprezza chi è riprovevole,
ma stima chi teme il Signore
mantiene la parola data
anche a proprio danno.
Non presta denaro a usura,
non accetta doni contro l'innocente.
Chi agisce in questo modo
vive sicuro, per sempre.

Atti 2,43-47 I discepoli mettevano in comune tutto

Dio faceva molti miracoli e prodigi per mezzo degli apostoli: per questo ognuno era preso da timore. Tutti i credenti vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano. Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuivano i soldi fra tutti, secondo le necessità di ciascuno. Ogni giorno, tutti insieme, frequentavano il Tempio. Spezzavano il pane nelle loro case e mangiavano con gioia e semplicità di cuore. Lodavano Dio ed erano benvisti da tutta la gente. Di giorno in giorno il Signore aggiungeva alla comunità quelli che egli salvava.

Luca 10,25-37 Il buon samaritano

Un maestro della Legge voleva tendere un tranello a Gesù. Si alzò e disse: – Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna? Gesù gli disse: – Che cosa c’è scritto nella •*legge di Mosè? Che cosa vi leggi?
Quell’uomo rispose: – C’è scritto: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e con tutta la tua mente, e ama il prossimo tuo come te stesso. Gesù gli disse: – Hai risposto bene! Fa’ questo e vivrai! Ma quel maestro della Legge per giustificare la sua domanda chiese ancora a Gesù: – Ma chi è il mio prossimo? Gesù rispose: “Un uomo scendeva da Gerusalemme verso Gèrico, quando incontrò i briganti. Gli portarono via tutto, lo presero a bastonate e poi se ne andarono lasciandolo mezzo morto. Per caso passò di là un sacerdote; vide l’uomo ferito, passò dall’altra parte della strada e proseguì. Anche un levita del Tempio passò per quella strada; lo vide, lo scansò e proseguì. Invece un uomo della Samaria, che era in viaggio, gli passò accanto, lo vide e ne ebbe compassione. Gli andò vicino, versò olio e vino sulle sue ferite e gliele fasciò. Poi lo caricò sul suo asino e lo portò a una locanda e fece tutto il possibile per aiutarlo. Il giorno dopo tirò fuori due monete d’argento, le diede al padrone dell’albergo e gli disse: “Abbi cura di lui e se spenderai di più pagherò io quando ritorno””. A questo punto Gesù domandò: – Secondo te, chi di questi tre si è comportato come prossimo per quell’uomo che aveva incontrato i briganti? Il maestro della Legge rispose: – Quello che ha avuto compassione di lui. Gesù allora gli disse: – Va’ e comportati allo stesso modo.

Commento

Camminare in umiltà con Dio significa camminare in solidarietà con tutti coloro che combattono per la pace e la giustizia. Ciò pone una domanda per quanti pregano per l’unità dei cristiani questa Settimana: “qual è l’unità che cerchiamo?”. La Commissione Fede e Costituzione, che include membri del Consiglio Ecumenico delle Chiese e della Chiesa Cattolica, intende l’unità come “unità visibile in un’unica fede e in una celebrazione eucaristica comune”. Il Movimento ecumenico si prodiga per superare le barriere antiche e nuove che dividono i cristiani, ma può farlo grazie ad un concetto di unità visibile che lega la natura e la missione della Chiesa nel servizio all’unità del genere umano e al superamento di tutto ciò che nuoce alla dignità degli esseri umani e ci mantiene lontani. Come si è espressa Fede e Costituzione: “La Chiesa è chiamata e investita del compito di condividere le sofferenze di tutti attraverso l’impegno per la difesa e l’attenzione verso il povero, il bisognoso e l’emarginato. Questo comporta l’analisi critica e la denuncia delle strutture ingiuste e operare per la loro trasformazione. [...] Questa testimonianza fedele può anche coinvolgere gli stessi cristiani nella sofferenza per amore del Vangelo. La Chiesa è chiamata così a sanare e a riconciliare le relazioni umane infrante e a essere lo strumento di Dio per la riconciliazione delle divisioni e delle ostilità fra gli uomini” (La Natura e la Missione della Chiesa, n.40).
Ci sono molti esempi di questi atti di guarigione e riconciliazione nelle chiese indiane. I cristiani Dalit ci ricordano altri tipi di ingiustizie e altri modi in cui possono essere superate. Fino a poco tempo fa le leggi cristiane indiane sull’eredità diseredavano le figlie femmine. Le chiese hanno sostenuto la richiesta per un’abrogazione di questa legge arcaica. La storia dell’eredità di Selofcad in cui Mosè si rivolge a Dio per ottenere giustizia in favore delle figlie, è stata d’ispirazione per ottenere giustizia per le donne. Perciò i cristiani Dalit, nella loro battaglia per la giustizia, sono stati spinti da questa testimonianza biblica. Essi si sono impegnati con Dalits di altre fedi e con circuiti secolari e movimenti sociali in India e in tutto il mondo, nella loro resistenza contro l’ingiustizia. I Dalits sono stati ispirati, nella loro lotta contro l’ingiustizia, dall’esempio di altri movimenti di riforma sociale.
La parabola del buon samaritano è un’immagine biblica della Chiesa unita nella solidarietà con gli oppressi. Come i Dalits, il buon samaritano viene da una comunità disprezzata e ai margini, ma è lui che, nella storia, si prende cura dell’uomo abbandonato sulla strada e che proclama con la sua azione solidale, la speranza e la consolazione del vangelo. Il cammino verso l’unità dei cristiani è inseparabile dal camminare umilmente con Dio nella solidarietà con tutti coloro, e ciascuno di coloro, che hanno bisogno di giustizia e di benevolenza.

Preghiera

O Dio Trino, nella tua vita ci offri un modello unico di interdipendenza, di relazione amorevole e di
solidarietà. Rendici uno affinché possiamo vivere la nostra vita in questo modo. Insegnaci a
condividere la speranza che troviamo nelle persone che lottano per la vita, in ogni parte del mondo.
Fa’ che la loro perseveranza possa essere per noi ispirazione a superare le nostre divisioni, per
vivere in santo accordo gli uni con gli altri e per camminare insieme nella solidarietà. Dio della vita,
guidaci verso la giustizia e la pace. Amen.

Domande per la riflessione personale

1. Chi, nella tua comunità, ha bisogno della solidarietà della comunità cristiana?
2. Quali chiese sono, o sono state, in solidarietà con te?
3. In quale modo, nel tuo contesto, una maggiore unità fra i cristiani potrebbe accrescere la solidarietà della Chiesa verso coloro che sono bisognosi di giustizia e di bontà?



(fonte: Sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2013)



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