Scheda sulla differenza tra il potere e l'autorità
AUTORITÀ E POTERE
di Alberto Maggi
Dai due diversi concetti della divinità, quella del Padre della fede e quella del Dio della religione, nascono l’autorità e il potere.
AUTORITÀ
Laddove Dio viene concepito come il Padre, che potenzia l'uomo comunicandogli la propria vita fino a che l'uomo abbia la stessa condizione divina, un Padre che mette se stesso a servizio degli uomini, nasce l’autorità, servizio basato sulla competenza.
Il dono naturale che ogni individuo ha, quando viene messo a servizio degli altri viene potenziato e sviluppato dallo Spirito (carisma, 1 Cor 12,4). Nel vangelo di Marco si trova l'espressione “Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più” (Mc 4,24). Il Padre regala vita a chi produce vita, conducendolo di volta in volta verso una possibilità sempre più grande di dono di sé. Il servizio conduce a maturazione gli individui e tende a far diminuire la disuguaglianza.
Le caratteristiche dell'autorità sono quella di
- non imporre i propri valori, ma di proporli;
- non dirigere la vita altrui, ma di mettersi a servizio degli altri;
- non prendere decisioni per gli altri, ma aiutarli a maturare.
Infine, non esiste una sola autorità nella comunità, ma tutti sono chiamati a esercitare autorità, un particolare servizio alla comunità.
POTERE
Laddove Dio viene concepito lontano dagli uomini, insensibile ai loro bisogni e sofferenze, pronto a minacciare, castigare e incutere paura, nasce il potere, sistema che tende a mantenere o ad aumentare la disuguaglianza tra chi comanda e chi obbedisce.
Il potere è un dominio sulle persone basato sulla
- paura, sull’uso della violenza e la minaccia del castigo.
Paura che rende l'uomo vile e timoroso.
- ambizione: promettendo una ricompensa a chi si sottomette, sfruttando desideri di ricchezza e di successo.
Ambizione che rende l'uomo spregevole.
-credulità: inculcando un'ideologia che esalta il potere e presenta l'obbedienza e la sottomissione come un bene desiderabile, rendendo l'uomo infantile.Alberto Maggi
(fonte: diario facebook di Alberto Maggi)