QUELLI DELLA VIA
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Bolle di sapone
di Mirella Camera


Una buona notizia: lo sfacciato collateralismo del centrodestra berlusconiano con la precedente gestione del Vaticano (non dirò con la Chiesa, perché per fortuna essa è ben altra cosa) è finito per sempre. Lo ha decretato lo stesso araldo del cavaliere, Fabrizio Cicchitto, prendendo nettamente le distanze dal papa dopo la visita a Lampedusa:Un conto è predicare, un conto governare. Naturalmente con botta e risposta annessi (1). Ben venga un po’ di chiarezza.
Papa Bergoglio, venuto dall’altra parte del mondo, non conosce il potente Berlusconi e la sua corte rinascimentale, se non per sentito dire; non conosce la sua gerarchia di potere, i suoi cantori e i suoi araldi, i suoi servitori per convinzione e i suoi asserviti per interesse. Non legge Ferrara sul Foglio, che sbrodolando grandi lodi per Francesco lo accusa nel contempo di non aver capito un’acca dell’economia mondiale. Non sente La zanzara suRadio24 , ospite d’onore nientemeno che Alì Acgà, dove vien detto fra le risate che si potrebbe tranquillamente sparare a questo papa, ma tanto a nessuno importerebbe un cazzo perché è come un parroco di campagna. Non ha nemmeno colto probabilmente il mellifluo invito di Messori a Porta a Porta a fermarsi in tempo sulla strada della demagogia…

Ha fretta, papa Bergoglio, (1) di rimettere al suo posto quel vangelo che negli ultimi anni è stato sostituito con documenti, prolusioni, encicliche e dottrina; è venuto per scrostare e ripulire quel  cristianesimo borghese e addomesticato dallo spirito mondano che ha precipitato molti e la Chiesa stessa dentro a scandalosi compromessi di potere, di denaro, di peccato. A denunciare con forza tutta la vanitas vanitatis che ha alitato così tanto fra i cattolici al posto dello Spirito.

Lo spirito mondano alimentato dal proprio interesse egoistico non è altro che “una bolla di sapone”, ha detto il papa a Lampedusa: fuori bellissima, leggera e lucente. Dentro, il vuoto totale.

Possiamo immaginare il Grande Fabbricante di Bolle di Sapone come si sentirà. Se va a ramengo la sua specialità, se tutti smettono di soffiare e cominciano a respirare, che fine farà il suo impero? E i suoi sudditi? 

E infatti, secondo il più classico dei capovolgimenti in cui consiste la storia umana da duemila anni a questa parte, i fabbricanti di bolle (sarà un caso che si chiamino così anche quelle speculative?) pretendono che queste siano la vera realtà, e accusano Francesco, che è venuto a svegliarci e a dire che la verità è ben altra, di raccontare favolette. 

Da che parte si schiereranno i cattolici? Perché una cosa è certa: questa è la fine della confusione e dell’ambiguità con cui la Chiesa italiana, almeno a livello di gerarchie, si è barcamenata in tutti questi anni: le due posizioni si sanno polarizzando e distanziando, ciò che dice papa Bergoglio è netto e inequivocabile, non si accorda per nulla con la filosofia delle bolle. Gli intellettuali cultori della dialettica teologica, abituati a intrattenersi con un buon bicchiere di cultura cattolica piacevolmente gasata, dovranno misurarsi con la comunicazione dei gesti e dei fatti a cui Francesco sta chiamando la Chiesa.

Bisognerà scegliere.

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(1) “Lo scopo è annunciare il Regno di Dio, e questo è urgente! Anche oggi è urgente! Non c’è tempo da perdere in chiacchiere, non bisogna aspettare il consenso di tutti, bisogna andare e annunciare”, Angelus 7/7/2013

(2) Chi vuole la testa di papa Francesco di Marco Politi 
     Il vergognoso silenzio dei cattolici di don Antonio Sciortino

Mirella Camera
(Fonte: a latere...)




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