Francesco,
il Papa/papà che non osavamo attendere…
di Mimì Caruso
È passato un mese da quando l’abbiamo visto per la prima volta affacciarsi dalla Loggia esterna di San Pietro.
Ha sorpreso tutti ancor prima di vederlo con la scelta di un nome assolutamente inedito, un nome che era già promessa di un programma, e poi, vedendolo, con la semplice talare bianca senza mozzetta, rocchetto, con una modesta croce di ferro e con uno sguardo quasi incredulo, ma lo stupore ancora più grande è stato nel sentire il candore di un saluto talmente comune da divenire straordinario sulle labbra di un Papa neoeletto: “Fratelli e sorelle, buonasera!”… ed ha continuato a sbalordire noi a casa davanti alla TV e le 100mila persone radunate nella piazza con la richiesta di recitare il Padre nostro, l’Ave Maria e il Gloria al Padre insieme a lui per Benedetto XVI e, in un silenzio surreale, una preghiera di benedizione per lui, Vescovo di Roma, che si china davanti al popolo…
Un inizio che, oltre che commuovere, ha creato grandi aspettative che in questo mese non sono certo andate deluse, anzi, Papa Francesco con i suoi gesti e le sue scelte continua ad alimentare.
Senza grandi dichiarazioni, ma con gesti e parole semplici ci mostra una nuova strada da percorrere insieme nella quotidianità della vita…
Lui, che è Papa, appena eletto ci informa che si recherà subito a pregare la Madonna e lo fa l’indomani portandole personalmente dei fiori…
poi celebra Messa e, al termine alla porta della Chiesa, saluta personalmente tutti i fedeli, come nemmeno un buon parroco ormai fa più…
incontrando i giornalisti non impartisce la benedizione tradizionale, ma lo fa in silenzio nel suo cuore per rispetto di coloro che hanno una diversa fede religiosa…
quando incontra i rappresentanti delle Chiese e delle comunità ecclesiali e delle altre religioni chiama il patriarca Bartolomeo “il mio fratello Andrea”…
sceglie di restare a Santa Marta e lì consuma i suoi pasti con gli altri ospiti ed ogni mattina celebra Messa e commenta le letture del giorno con molta semplicità e immediatezza…
recandosi alle cerimonie ufficiali con una jeep gira più volte intorno alla piazza quasi per abbracciare con lo sguardo tutti e non si limita a vedere la folla che applaude, ma riesce a scorgere le persone, non esita a fermarsi per scendere ad abbracciare portatori di handicap, firma persino il gesso ad una bambina, bacia ed abbraccia bambini e, con la massima disinvoltura, mette il ciuccio in bocca ad uno che piange…
Gesti semplici e quotidiani, ma per questo non meno significativi, che rivelano il modo di essere di una persona dolce, ma anche forte e decisa che sceglie ad esempio di celebrare la Messa in Coena Domini nel Carcere minorile romano di Casal del Marmo durante la quale inginocchiato ha lavato, versato l'acqua, asciugato e poi baciato i piedi a dodici giovani detenuti, tra cui due ragazze di cui una musulmana…
Infine proprio al compimento del primo mese del suo pontificato, un altro atto inedito di Papa Francesco che, riprendendo un suggerimento emerso nel corso delle Congregazioni Generali precedenti il Conclave, costituisce un gruppo di cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana…
30 giorni sono passati, di lui non sapevamo quasi nulla, ora tutti ne parliamo, in qualunque ambiente c’è sempre qualcuno che ha qualcosa da raccontare su Papa Francesco, su quello che ha fatto, su quello che ha detto, su quello che è riuscito a suscitare… è proprio entrato nel nostro cuore…
“Francesco è amato da tutti perché è un Papa-papà!” così ha subito commentato la mia mamma ed io condivido questa definizione, frutto della saggezza dei suoi novant’anni, e che penso piacerebbe molto anche al nostro amato Papa Francesco che continua in ogni occasione a chiedere le nostre preghiere, proprio come farebbe un papà ai suoi figli dovendo affrontare un compito impegnativo…