Oggi la Chiesa ricorda il dogma della Immacolata Concezione di Maria (proclamato l’8 dicembre 1854) ed invita tutti i credenti a meditare sulla “Piena di Grazia” e quindi anch’io sento il dovere di farlo…
Le mie non sono autorevoli riflessioni di una teologa o biblista, ma solo semplici parole in libertà di una donna qualunque, con tanti dubbi, lacune ed incertezze, parole che mi piace condividere con chi vorrà leggerle, parole su una Donna veramente libera.
Proprio così io sento Maria: Donna libera!
Durante la celebrazione eucaristica nella prima lettura è stata proclamata la pagina del libro della Genesi in cui viene narrato “il peccato originale”, anzi per meglio dire la reazione, dinanzi alla sua scoperta, di Adamo, di Eva e di Dio… e, nel Vangelo, l’annunciazione dell’Angelo a Maria e la Sua reazione.
Il Creatore e tre creature, fatte a Sua immagine, libere… sì assolutamente libere di scegliere, infatti diverse sono le loro risposte…
Alla presenza di Dio i primi hanno paura, non sanno assumersi la responsabilità delle proprie azioni e cercano di addossare la colpa ad altri (Adamo ad Eva, Eva al serpente…)
Invece Maria, poco più di una ragazzina, turbata sì, ma non impaurita, non esita a dire il suo sì alla volontà di Dio, certamente inattesa e sconvolgente per lei. Risposta non fatta solo di semplici parole, ma concretizzata subito in scelte di vita umile (Ecco la serva del Signore) e vissuta nel servizio per gli altri.
La risposta di Dio è in ogni caso una risposta d’amore: per Adamo ed Eva, nonostante tutto, una promessa di redenzione e per Maria, a cui non era stato promesso nulla per se stessa se non un futuro di incertezza, la possibilità di collaborare alla realizzazione del progetto di Dio di redenzione dell’umanità.
La festa dell’Immacolata è collocata a metà dell’Avvento, ma a me personalmente, e credo un po’ a tutti, fa entrare veramente nel clima del Natale.
Maria ci introduce al mistero dell’Incarnazione, la Parola di Dio in Lei trova una tale accoglienza che si fa carne e questo mi fa riflettere sul legame indissolubile tra Maria e suo Figlio, non si può pensare a Lei senza accostarla a Gesù, del resto le sue uniche parole citate nei Vangeli, oltre a quelle ricordate nell’episodio dell’Annunciazione, sono: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2.5) ossia sposta subito l’attenzione su di Lui mettendo in chiaro che Lei non può essere che un tramite, non è e non vuole essere la destinazione finale, ma solo un passaggio, uno strumento… e proprio questo la rende grande!
La sua umiltà ce la fa sentire vicina, non irraggiungibile, in Lei, creatura come noi, nelle varie circostanze non vediamo solo la mamma, ma anche la sorella, l’amica, il modello… Lei è sempre lì, disponibile, pronta ad accogliere, a comprendere ogni nostro dolore, ogni preoccupazione, ogni gioia, ogni speranza.. tutto sappiamo che può essere da Lei condiviso e questa consapevolezza ci fa sentire meno soli e può infonderci il coraggio di lottare, di andare avanti anche nei momenti più bui…
Con lo sguardo rivolto a Lei, Donna libera da ogni pregiudizio, da ogni paura, da ogni condizionamento, possiamo sentirci più forti e fiduciosi di poter realizzare, seguendo il suo esempio e accompagnati dal suo amorevole sguardo, il progetto che anche per noi il Signore ha da sempre pensato.
Mimì Caruso