QUELLI DELLA VIA
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Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore

(cfr. 1 Corinzi 15, 51-58)

"SETTIMANA DI PREGHIERA  
PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI"
18-25 gennaio

LETTURE BIBLICHE E COMMENTO 
PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA

Nota:
I testi biblici riportati sono tratti da:
‘Parola del Signore’ – La Bibbia, Traduzione interconfessionale in lingua corrente
Leumann / Roma, Elledici / Alleanza Biblica Universale, 2000


 

TERZO GIORNO:  
Trasformati dal Servo sofferente
“Cristo [...] morì per voi” (1 Pt 2, 21)

Isaia 53, 3-11 
Un uomo pieno di sofferenze e di dolore
Noi l'abbiamo rifiutato e disprezzato; come un uomo pieno di sofferenze e di dolore. Come uno che fa ribrezzo a guardarlo, che non vale niente, e non lo abbiamo tenuto in considerazione. Eppure egli ha preso su di sé le nostre malattie, si è caricato delle nostre sofferenze, e noi pensavamo che Dio lo avesse castigato, percosso e umiliato. Invece egli è stato ferito per le nostre colpe, è stato schiacciato per i nostri peccati. Egli è stato punito, e noi siamo stati salvati. Egli è stato percosso, e noi siamo guariti. Noi tutti eravamo come pecore smarrite, ognuno seguiva la sua strada. Ma il Signore ha fatto pesare su di lui le colpe di tutti noi. Egli si è lasciato maltrattare, senza opporsi e senza aprir bocca, docile come un agnello condotto al macello, muto come una pecora davanti ai tosatori. È stato arrestato, giudicato e condannato, ma chi si è preoccupato per lui? È stato eliminato dal mondo dei vivi, colpito a morte per i peccati del suo popolo. È stato sepolto con i criminali, si è trovato con i ricchi nella tomba. Eppure non aveva commesso alcun delitto, non aveva ingannato nessuno. Ma il Signore ha voluto castigarlo e lo ha fatto soffrire. Lui, suo servo, ha dato la vita come un sacrificio per gli altri; avrà discendenza e vivrà a lungo. Realizzerà il progetto del Signore. Il Signore dichiara: «Dopo tante sofferenze, egli, il mio servo, vedrà la luce e sarà soddisfatto di quel che ha compiuto. Infatti renderà giusti davanti a me un gran numero di uomini, perché si è addossato i loro peccati.


Salmo 22(21), 12-25
Il Signore non mi ha respinto e non si è vergognato della mia miseria

Non stare lontano da me, sono in pericolo e non c'è chi mi aiuta.
I nemici mi circondano come mandrie di tori,
mi accerchiano come bufali enormi,
ruggiscono come leoni feroci, contro di me spalancano la bocca.
Le mie forze se ne vanno come acqua che scorre,
le mie ossa sono tutte slogate,
il mio cuore si scioglie come cera.
Sono inaridito come terra secca e la lingua mi si attacca al palato:
mi hai portato a un passo dalla morte.
Una banda di malvagi mi circonda,
mi accerchiano come un branco di cani,
mi hanno legato mani e piedi.
Sono ridotto a pelle e ossa:
mi stanno a guardare soddisfatti.
Già si dividono i miei vestiti e la mia tunica tirano a sorte.
Signore, non stare lontano da me:
sei tu la mia forza, corri in mio aiuto.
Difendi la mia vita dalla spada,
strappala dalle unghie di quei cani.
Salvami dalla bocca dei leoni,
liberami dalle corna dei bufali.
Signore, mi hai ascoltato.
Parlerò di te ai miei fratelli,
canterò le tue lodi in mezzo all'assemblea.
Lodate il Signore, voi che credete in lui;
glorificatelo, figli di Giacobbe;
adoratelo, gente d’Israele.
Il Signore non mi ha respinto,
non si è vergognato della mia miseria,
non mi ha voltato le spalle:
egli ha raccolto il mio grido di aiuto.

1 Pietro 2, 21-25 
Cristo morì per voi

Dio vi ha scelti perché vi comportiate come Cristo quando morì per voi. Egli vi ha lasciato un esempio da seguire. Egli non ha mai fatto un peccato, con le sue parole non ha mai imbrogliato nessuno. Quando lo offendevano, non restituiva le offese; quando lo facevano soffrire, non parlava di vendetta, ma aveva fiducia in Dio che giudica con giustizia. Egli ha preso su di sé i nostri peccati, e li ha portati con sé sulla croce, perché finiamo di vivere per il peccato e viviamo invece per il bene una vita giusta. Le sue ferite sono state la vostra guarigione. Eravate come pecore disperse, ma ora siete tornati al vostro pastore, al guardiano delle vostre anime.

Luca 24, 25-27 
Il Messia non doveva forse soffrire queste cose?

Allora Gesù disse: Voi capite poco davvero; come siete lenti a credere quel che i profeti hanno scritto! Il Messia non doveva forse soffrire queste cose prima di entrare nella sua gloria? Quindi Gesù spiegò ai due discepoli i passi della Bibbia che lo riguardavano. Cominciò dai libri di Mosè fino agli scritti di tutti i profeti.

Commento

  Il paradosso divino è che Dio può trasformare la tragedia e il disastro in una vittoria. Egli trasforma tutte le nostre sofferenze e traversie, e l’enorme dolore della storia in una resurrezione che abbraccia il mondo intero.
Mentre sembra essere sconfitto Egli è invece la vera vittoria che nessuno e nulla può superare.
La toccante profezia d’Isaia sul Servo sofferente del Signore fu pienamente realizzata in Cristo. Dopo aver patito una straziante agonia, l’Uomo dei dolori “avrà discendenza” (Is 53, 10). Siamo noi quella discendenza, nata dalle sofferenze del Salvatore. In questo modo noi siamo resi in Lui una sola famiglia. Si potrebbe dire che il Salmo 22 non sia solo su Gesù, ma anche per Gesù. Il Salvatore stesso pregò questo salmo sulla croce, quando ne pronunciò le desolate parole d’apertura. “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Sal 22, 2). Eppure nella seconda parte del salmo il lamento, l’implorazione piena di dolore si muta in lode di Dio per le sue opere.
L’apostolo Pietro è un “testimone della sofferenza di Cristo” (1 Pt 5, 1), e ce la presenta quale esempio: è a questa sofferenza per amore che siamo chiamati. Gesù non maledisse Dio, ma si sottomise a colui che tutto giudica con giustizia. Le sue ferite ci hanno guariti e ci hanno riportati all’unico Pastore.
Solo alla luce della presenza del Signore e della sua parola si svela il piano divino delle sofferenze del Messia. Proprio come per i discepoli sulla strada di Emmaus, Gesù è sempre il nostro compagno di viaggio sulla strada della vita, che ci infiamma i cuori e ci apre gli occhi sul misterioso piano della salvezza.
I cristiani sperimentano la sofferenza come risultato della fragile condizione umana; riconosciamo questa sofferenza nelle ingiustizie sociali e nelle situazioni di persecuzione. Il potere della croce ci conduce all’unità, la sofferenza di Cristo è fonte di compassione e di solidarietà con l’intera famiglia umana. Come afferma un teologo contemporaneo: “Più ci avviciniamo alla croce di Cristo, più ci avviciniamo gli uni agli altri”. La testimonianza dei cristiani uniti in situazioni di sofferenza assume grande credibilità. Nella nostra solidarietà con tutti coloro che soffrono, impariamo dal Servo sofferente crocefisso la lezione dello svuotamento di sé, dell’abbandono e del sacrificio. Questi sono i doni dati dal suo Spirito, sono ciò di cui abbiamo bisogno nella strada verso l’unità in lui.


Preghiera

O Dio di consolazione, Tu hai trasformato la vergogna della croce in un segno di vittoria. Donaci di essere uniti attorno alla croce del tuo Figlio per adorarlo per la misericordia offerta mediante il suo sacrificio.
Possa lo Spirito Santo aprire i nostri occhi e i nostri cuori, affinché possiamo aiutare chi soffre a sentire la tua vicinanza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.


Domande per la riflessione personale

1. Come può aiutarci la fede a rispondere a sofferenze lunghe nel tempo?
2. Quali ambiti dell’umana sofferenza sono oggi negletti o sottovalutati?
3. Come possono i cristiani testimoniare insieme la potenza della croce?



 

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