QUELLI DELLA VIA
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Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore

(cfr. 1 Corinzi 15, 51-58)

"SETTIMANA DI PREGHIERA  
PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI"
18-25 gennaio

LETTURE BIBLICHE E COMMENTO 
PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA

Nota:
I testi biblici riportati sono tratti da:
‘Parola del Signore’ – La Bibbia, Traduzione interconfessionale in lingua corrente
Leumann / Roma, Elledici / Alleanza Biblica Universale, 2000


 

SECONDO GIORNO:  
Trasformati dalla paziente attesa del Signore
     “Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo 
     così la volontà di Dio sino in fondo” (Mt 3, 15)

1 Samuele 1, 1-20 
L’attesa fiduciosa e paziente di Anna

A Rama, una città della regione montuosa di Efraim, viveva un uomo che si chiamava Elkana. Apparteneva alla tribù di Efraim e al gruppo di famiglie di Zuf; era discendente di Ierocam, Eliu, Tocu e Zuf. Aveva due mogli: Anna e Peninna. Peninna aveva figli, Anna invece non ne aveva. Ogni anno Elkana partiva dalla sua
città e andava al santuario di Silo per adorare il Signore degli eserciti d'Israele, e offrirgli sacrifici. In quel santuario erano sacerdoti i due figli di Eli: Ofni e Finees. Un giorno Elkana andò a offrire il sacrificio. Egli aveva l'abitudine di dare a Peninna e a ciascuno dei suoi figli un pezzo dell'animale sacrificato. Ad Anna, però, dava un pezzo speciale, perché l'amava molto, anche se il Signore non le aveva concesso di avere figli. Peninna, invece, sua rivale, tormentava continuamente Anna e la umiliava proprio perché era sterile. Così, ogni anno, quando Anna si recava al santuario del Signore si ripeteva la stessa scena. Quel giorno Anna si mise a piangere e non voleva mangiare. Suo marito le disse: «Anna, perché piangi e non vuoi mangiare? Perché sei così triste? Io, per te, non conto più di dieci figli?». Alla fine del banchetto sacro nel santuario del Signore a Silo, Anna si alzò. In quel momento il sacerdote Eli era seduto sulla sua seggiola all'ingresso del santuario. Anna era molto triste: mentre pregava, piangeva amaramente. Fece al Signore questa solenne promessa: «Signore degli eserciti d'Israele, guarda la mia miseria! Ricordati di me che sono la tua serva, non abbandonarmi! Se mi darai un figlio, ti prometto di consacrarlo per sempre al tuo servizio: i suoi capelli non verranno mai tagliati». Anna continuò a pregare il Signore per molto tempo, mentre Eli la guardava. Anna pregava in silenzio: muoveva le labbra ma la sua voce non si sentiva. Per questo Eli la prese per ubriaca e le disse: - Per quanto tempo ancora sarai ubriaca? Vai a smaltire il tuo vino!  - Non ho bevuto né vino né bevande forti, - rispose Anna; - sono soltanto una donna infelice che ha aperto il cuore al Signore. Non considerarmi una donna da poco: ho pregato così a lungo per la tristezza e l'umiliazione. Allora Eli le disse: - Va’ in pace! Che il Dio d'Israele ti conceda quel che gli hai domandato. - E tu, - rispose Anna, - conserva un buon ricordo di me. Poi se ne andò, e, finalmente, prese un po’ di cibo: la tristezza era scomparsa dal suo volto.
Nascita e infanzia di Samuele
Il giorno dopo Elkana e la sua famiglia si alzarono di buon mattino, si inchinarono davanti al Signore e fecero ritorno alla loro casa, a Rama. Elkana si unì a sua moglie Anna, e il Signore esaudì la preghiera che la donna aveva fatto. Anna restò incinta e, a suo tempo, diede alla luce  un figlio. Lo chiamò Samuele, «perché, diceva, l'ho domandato al Signore». 

Salmo 40(39), 1-18
L’attesa paziente del Signore

Per il direttore del coro. Salmo di Davide.
Ho continuato a sperare nel Signore:
si è chinato verso di me e ha ascoltato il mio lamento.
Mi ha tratto dalla fossa, dalla fangosa palude della morte.
Ha posto i miei piedi al sicuro su una roccia, ha reso sicuri i miei passi.
Mi ha messo sulle labbra un canto nuovo, un canto di lode per il nostro Dio.
Molti vedranno e, pieni di rispetto, avranno fiducia nel Signore.
Felice l’uomo che ha fede nel Signore e non si rivolge agli idoli,
a dèi falsi e bugiardi.
Quante cose hai fatto, Signore, quanti miracoli e progetti per noi;
nessuno è come te, mio Dio!
Vorrei parlarne, raccontarli, ma sono troppo numerosi.
Tu non hai voluto sacrifici e offerte,
non hai chiesto di bruciare animali sull’altare,
o di offrire sacrifici per togliere i peccati.
Mi hai dato orecchie per ascoltarti! Allora ho detto:
«Ecco, io vengo: Nel libro è scritta per me la tua volontà».
Sono contento di compiere il tuo volere, la tua legge è nel mio cuore.
Nella grande assemblea ho annunziato la salvezza,
non ho chiuso la bocca, Signore, lo sai!
Non ho tenuto per me la tua salvezza; ho detto che sei fedele e aiuti.
Nella grande assemblea non ho taciuto la tua verità e il tuo amore.
Signore, non privarmi della tua misericordia;
il tuo amore e la tua verità mi proteggano sempre.
Mi sommergono molti mali, non li posso neppure contare.
Le mie colpe mi opprimono, e non vedo più nulla.
Sono più numerose dei miei capelli: ho perso ogni coraggio.
Corri, Signore, in mio aiuto, vieni presto a salvarmi.
Siano tutti umiliati e coperti di infamia quelli che attentano alla mia vita;
si diano alla fuga pieni di vergogna quelli che godono della mia rovina.
Siano sconvolti e confusi  quelli che mi dicono: «Ti sta bene».
Gioiscano e si rallegrino tutti quelli che ti cercano.
Dicano sempre: «Grande è il Signore!»  quelli che amano la tua salvezza.
Io sono povero e misero, ma il Signore pensa a me.
Tu sei il mio aiuto e il mio liberatore;  mio Dio, non tardare!


Ebrei 11, 32-34
Per fede essi conquistarono paesi, praticarono la giustizia 

E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi parlare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti. Per fede essi conquistarono paesi, praticarono la giustizia, ottennero ciò che Dio aveva loro promesso. Chiusero le fauci dei leoni, riuscirono a spegnere fuochi violenti, evitarono di essere uccisi con la spada. Essi erano deboli e diventarono forti, furono potenti in battaglia e cacciarono indietro invasori stranieri.

Matteo 3, 13-15
Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà di Dio sino in fondo.

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne fino al fiume Giordano e si avvicinò a Giovanni per farsi battezzare da lui. Ma Giovanni non voleva e cercava di convincerlo dicendo: Sono io che avrei bisogno di essere
battezzato da te; e tu invece vieni da me? Ma Gesù rispose: Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà di Dio sino in fondo. Allora Giovanni accettò.


Commento

 La vittoria è spesso associata con il trionfo immediato. Tutti conoscono il sapore del successo quando, dopo una battaglia difficile, ricevono congratulazioni, riconoscimenti e persino ricompense. In momenti così felici, è difficile rendersi conto che la vittoria, nell’ottica cristiana, è un lungo processo di trasformazione. La comprensione di tale vittoria trasformante ci insegna che essa avviene secondo i tempi di Dio, non i nostri, e richiede da noi paziente fiducia e profonda fede in Dio. 
 Anna ha testimoniato questa fede paziente e questa speranza. Dopo molti anni in attesa di una gravidanza, pregò Dio di avere un bambino, anche a costo che le lacrime della sua preghiera venissero prese per ubriachezza dal sacerdote alla porta del tempio. Quando Eli la assicurò che Dio avrebbe esaudito la sua
preghiera, lei ebbe fiducia, attese e non fu più triste. Anna concepì e diede alla luce un bambino che chiamò Samuele. La grande vittoria in questa storia non è legata a nazioni o armi, ma ad un travaglio privato e personale. Alla fine, la fiducia e la speranza di Anna non conducono soltanto ad una trasformazione di lei, ma anche del suo popolo, in favore del quale il Dio di Israele interverrà, attraverso suo figlio Samuele.
 Il salmista richiama la paziente attesa del Signore da parte di Anna nel contesto di un’altra battaglia: anche il salmista cercava la liberazione da una situazione che rimane a noi sconosciuta, ma a cui allude la frase: “mi ha tratto dalla fossa, dalla fangosa palude della morte” (Sal 40, 3). Egli rende grazie a Dio che ha trasformato la sua vergogna e la sua confusione, e continua a credere nell’amore misericordioso di Dio.
 L’autore della Lettera agli Ebrei richiama la pazienza di persone come Abramo (cfr. Eb 6, 15) e altri che furono vittoriosi mediante la loro fede e la loro fiducia in Dio. Rendersi conto che Dio interviene ed entra nella trama della storia umana elimina la tentazione di essere trionfalisti in senso umano.
 Nel vangelo, la voce dal cielo al momento del battesimo di Gesù che annuncia “Questo è il mio Figlio che io amo” (Mt 3, 17), sembra garantire l’immediato successo della sua missione messianica. Nel resistere al maligno, tuttavia, Gesù non soccombe alla tentazione di introdurre al Regno di Dio senza indugi, ma rivela pazientemente che cosa significhi la vita nel Regno attraverso la sua vita e il suo ministero, che conduce alla morte in croce. Sebbene il Regno di Dio irrompa decisamente con la resurrezione, tuttavia non è ancora pienamente realizzato. La vittoria finale verrà solo con la seconda venuta del Signore, che noi attendiamo in paziente speranza e con fiducia invochiamo: “Vieni, Signore Gesù!”.
 Anche la nostra attesa per l’unità visibile della Chiesa deve essere paziente e fiduciosa. La nostra preghiera per l’unità dei cristiani è come la preghiera di Anna e del salmista. Il nostro lavoro per l’unità dei cristiani è come gli eventi ricordati nella Lettera agli Ebrei. Il nostro atteggiamento di attesa paziente non significa passività o rassegnazione, ma profonda fede nell’unità della Chiesa non come un nostro traguardo, ma come dono del Signore. Questa paziente attesa, preghiera e fiducia ci trasformano e ci preparano all’unità visibile della Chiesa, non come noi la programmiamo, ma come Dio ce la dona.


Preghiera

O Dio fedele, Tu sei veritiero nella tua parola in ogni tempo. Fa’ che noi, come Gesù possiamo avere pazienza e fiducia nel tuo amore eterno. Illuminaci con il tuo Santo Spirito, affinché non ostacoliamo mai, con i nostri giudizi severi, la tua piena giustizia, e affinché possiamo riconoscere la tua saggezza e il tuo amore in tutte le cose. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Domande per la riflessione personale

1. In quali situazioni della nostra vita dovremmo avere maggior fiducia nelle promesse di Dio?
 2. Quali settori della vita della Chiesa sono particolarmente esposti al pericolo di azioni affrettate?
 3. In quali situazioni i cristiani dovrebbero attendere, in quali agire insieme?



 

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