"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
SPECIALE QUARESIMA - PASQUA 2012 |
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Pagina in continuo aggiornamento | ||
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V2 QUARESIMA... è tempo di AMARE!
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La Quaresima è uno dei tempi forti che la Chiesa cattolica celebra lungo
l'anno liturgico. È il periodo che precede la celebrazione della Pasqua
e che, secondo il rito Romano, dura quarantaquattro giorni (partendo dal
mercoledì delle
Ceneri) mentre, secondo il rito Ambrosiano,
ne dura quaranta, a partire dalla
domenica successiva
al Martedì
Grasso. Tale periodo è
caratterizzato dall'invito insistente alla conversione a Dio. È
un cammino di preparazione a celebrare la Pasqua che è il culmine delle
festività cristiane
Le opere della penitenza quaresimale sono:
La chiesa insegna che queste
opere
devono essere compiute nella consapevolezza del loro valore di segno in
vista della conversione, e non fine a se stesse.
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Le
pratiche penitenziali
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Concluderò un'alleanza nuova e non ricorderò più il peccato (Geremia31,31-33) «Questo è il mio sangue
dell’alleanza, che è versato per molti» (Mc 14,24):
così Gesù, nell’ora decisiva della sua Passione, rivela il senso di ciò
che sta per accadere. Nel tradimento, nel rifiuto, nella morte violenta
a cui va incontro con libertà e adesione, si consuma in realtà la
stipulazione di quella Alleanza nuova ed eterna in cui trovano
adempimento le attese dei profeti. Il perdono di Dio vince il peccato e
attua il proposito di instaurare l’Alleanza piena e definitiva con il
suo popolo.
Le Chiese che sono in Italia, impegnate nella riscoperta della dimensione educativa, si dispongono ad accogliere il messaggio dei testi liturgici della Quaresima. Soprattutto quest’anno, i brani biblici ripercorrono le vicende dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo, e annunciano che essa viene rinnovata e instaurata definitivamente in Cristo. S.E. Mons.
Mariano Crociata
Segretario Generale della CEI |
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CENERE ED ACQUA Riflessione di don Tonino Bello |
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Suggerimenti, stimoli e materiali per catechisti, educatori, animatori, impegnati in una efficace comunicazione della fede. |
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La Quaresima è ormai alle porte. Per
prepararci al meglio a questo tempo di grazia la commissione nazionale per la liturgia della Gi.Fra. (Giuventù Francescana
d'Italia) ha preparato un sussidio per la preghiera
giornaliera che ci accompagnerà fino alla Pasqua.
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La storia di una
pratica che si ripete fin dai primissimi tempi del Cristianesimo
In preparazione alla S. Pasqua,
fin dai primissimi tempi del Cristianesimo, cominciò a praticarsi dai
fedeli un periodo di preparazione per disporsi sempre meglio a quello
che è il mistero centrale della Redenzione del Cristo.Dapprima si iniziò con un periodo di un solo giorno; poi questo periodo si andò sempre più allungando, comprendendo 6 settimane, e così si ebbe la Quaresima (dal latino “Quadragesimae”) cioè 40 giorni di preparazione al Mistero Pasquale. La Quaresima comporta per i fedeli due distinte pratiche religiose: il digiuno e la penitenza... |
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RIFLESSIONI | ||
Alla
ricerca
della verità del proprio essere di Enzo Bianchi
Ogni anno
ritorna la quaresima, un tempo pieno di quaranta giorni da vivere da
parte dei cristiani tutti insieme come tempo di conversione, di ritorno
a Dio. Sempre i cristiani devono vivere lottando contro gli idoli
seducenti, sempre è il tempo favorevole ad accogliere la grazia e la
misericordia del Signore, tuttavia la Chiesa – che nella sua
intelligenza conosce l’incapacità della nostra umanità a vivere con
forte tensione il cammino quotidiano verso il Regno – chiede che ci sia
un tempo preciso che si stacchi dal quotidiano, un tempo “altro”, un
tempo forte in cui far convergere nello sforzo di conversione la
maggior parte delle energie che ciascuno possiede. E la Chiesa chiede
che questo sia vissuto simultaneamente da parte di tutti i cristiani,
sia cioè uno sforzo compiuto tutti insieme, in comunione e solidarietà.
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La Pasqua secondo Martini (pdf) Dialogo
tra mons. Gianfranco Ravasi e mons. Carlo Maria
Martini (allora Arcivescovo di Milano): |
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"Il
senso
della Pasqua per chi non crede" di Carlo Maria
Martini Mentre
il Natale suscita istintivamente l’immagine di chi si slancia con gioia
(e anche pieno di salute) nella vita, la Pasqua è collegata a
rappresentazioni più complesse. È la vicenda di una vita passata
attraverso la sofferenza e la morte, di un’esistenza ridonata a chi
l’aveva perduta. Perciò, se il Natale suscita un po’ in tutte le
latitudini (anche presso i non cristiani e i non credenti) un’atmosfera
di letizia e quasi di spensierata gaiezza, la Pasqua rimane un mistero
più nascosto e difficile...
La domanda che mi
faccio è: che cosa dice oggi a me, anziano, un po’ debilitato nelle
forze, ormai in lista di chiamata per un passaggio inevitabile, la
Pasqua? E che cosa potrebbe dire anche a chi non condivide la mia fede
e la mia speranza?...
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"Quaresima primavera dello spirito" (audio) intervista a S.E. Rev.ma Mons. Domenico Sigalini Vescovo di Palestrina Il
cammino della Quaresima per un cristiano è importante come la primavera
per la natura, perché è la primavera dello spirito. E’ il momento in
cui rinasce, riprende il cammino verso la santità. Noi siamo convinti
che come cristiani non possiamo ridurre la nostra risposta ai doni di
Dio soltanto a qualche gesto di cortesia o a qualche elemento
funzionale alla buona educazione. Noi siamo coinvolti da Dio nel suo
grande disegno di salvezza per l’umanità: dare all’uomo la speranza che
tante volte tradisce, ridare alla gente un’apertura verso il
trascendente, verso di Lui, e allo stesso tempo riscoprire il Vangelo
come percorso che ci aiuta ad incontrare Dio nelle persone e le persone
dentro le loro fatiche, le loro gioie, le loro speranze.
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P. Alberto Maggi
Con
il mercoledì delle ceneri inizia la quaresima. Per comprendere il
significato di questo periodo occorre esaminare la diversa liturgia pre
e post-conciliare.
Prima della riforma liturgica, l’imposizione delle ceneri era accompagnata dalle parole “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”, secondo la maledizione del Signore all'uomo peccatore contenuta nel Libro della Genesi (Gen 3,19). E con questo lugubre monito iniziava un periodo caratterizzato dalle penitenze, dai sacrifici e dalle mortificazioni. Oggi l’imposizione delle ceneri è accompagnata dall'invito evangelico “Convertiti e credi al vangelo”, secondo le prime parole pronunciate da Gesù nel Vangelo di Marco (Mc 1,15). Un invito al cambiamento di vita, orientando la propria esistenza al bene dell’altro e a dare adesione alla buona notizia di Gesù. L’uomo non è polvere e non tornerà polvere, ma è figlio di Dio, e per questo ha una vita di una qualità tale che è eterna, cioè indistruttibile, e per questo capace di superare la morte. In queste due diverse impostazioni teologiche sta il significato della quaresima. |
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Agostino Clerici
... C’è chi nemmeno se ne accorge più. Invece la Quaresima è “tempo favorevole” anche in un’ottica mondana. Tutto scorre così vorticosamente che non riusciamo più ad accorgerci di esistere. Ci sfugge la faticosa bellezza del vivere. Siamo presi dalle cose, irretiti dai pensieri, ingolfati dalle immagini. Quando decidiamo di fermarci nel godimento dell’essere?... |
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Ritorno all’essenziale. Che sia spirituale o attento alle esigenze dei meno fortunati, è un cammino quaresimale all’insegna della sobrietà quello che diocesi, parrocchie, associazioni e gruppi giovanili hanno intrapreso in vista della Pasqua. Un percorso fatto di ascolto, di riflessione, ma soprattutto di gesti concreti di solidarietà verso chi – nel Sud del mondo o nella comunità locale – si trova a fare i conti con la crisi e la povertà... |
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L’amministratore apostolico dei cattolici di Tbilisi, monsignor Giuseppe Pasotto, ha spiegato di recente al sitoMissiOnLine.org come vivono la quaresima i 50 mila cattolici del Caucaso: «Mercoledì delle Ceneri e venerdì santo a "pane e acqua"; ogni mercoledì e venerdì solo il pranzo, niente cena; chi può, non mangia mai carne per tutta la Quaresima». La "straordinarietà" (percepita da più parti) di tali scelte fa sorgere una domanda, non scontata bensì attuale: ma oggi i credenti digiunano ancora nella preparazione alla Pasqua? È ancora osservato il precetto dell’«astinenza dalle carni»? E, più in generale, il senso cristiano della penitenza rimane vivo o viene scalzato da un certo buonismo "pastorale"? Esperti e teologi interpellati sulla questione variano le loro considerazioni al riguardo. |
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Nel
prefazio del Mercoledì delle Ceneri il digiuno è descritto come la via
che aiuta a «vincere le passioni, elevare lo spirito e infondere la
forza». Benedetto XVI lo ha definito «un’arma spirituale» e lo ha
indicato come «terapia» che «contribuisce a conferire unità fra corpo e
anima». Insieme con la preghiera e la carità, l’astinenza dal cibo è
una delle pratiche penitenziali che la Quaresima propone per
«sconfiggere il male», come verrà annunciato nella Veglia pasquale.
«Certo, l’osservanza del digiuno non è un atto masochistico. Non è
mortificazione, ma "vivificazione" perché è opera positiva personale e
comunitaria», spiega l’eremita camaldolese don Paolo Giannoni. |
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Per il cristiano la Quaresima – di cui siamo prossimi al culmine – è (anche) tempo di digiuno, di astinenza e di rinunce. Ma se oggi si comprende abbastanza facilmente il senso del digiuno come forma di protesta, per attirare l’attenzione nei confronti di una certa causa, è sul piano religioso che risulta non di rado smarrito il senso di queste pratiche impegnative... | ||
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... Chi aiuta oggi Cristo a
portare la croce? Forse gli uomini gaudenti, in spasmodica ricerca di
un piacere chiuso dentro gli angusti limiti sensoriali, talora tanto
smodato da condurre alla dissoluzione della personalità? Forse una
chiesa ancora legata alle suggestioni temporalistiche, alleata del
trono, incapace di liberarsi di tutte quelle sovrastrutture che
rischiano di soffocare la Buona novella del Regno, pronta a predicare
la rassegnazione di fronte alle ingiustizie? O non forse chi si fa
carico delle sofferenze delle vittime di un sistema che non conosce
misericordia, brutale, che misura tutto con la legge del nudo
profitto?... |
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Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Sal 22,1). Questo grido che raccoglie le ultime forze del Cristo ormai esausto sulla Croce attraversa il cosmo e penetra nei cieli, ma sembra lasciare insensibile il cuore di Dio. | ||
Il
Mediterraneo ci obbliga a riflettere
Don Virginio Colmegna "72 persone sono state lasciate alla deriva nel Mediterraneo senza che nessuno le soccorresse fino a che 62 di loro, tra cui donne e bambini, sono morte di fame e sete. L’ho letto sulle pagine del blog della portavoce dell’Unhcr in Italia, Laura Boldrini. È un fatto che deve scuotere le nostre coscienze: non possiamo abituarci ad archiviare episodi come questo come incidenti di percorso necessari nella via verso lo sviluppo o costi da pagare per la nostra sicurezza... Ripensavo a tutto ciò mentre ero in ginocchio ai piedi del Crocifisso nella cappella della Casa della carità. E, cercando una preghiera di intercessione adeguata, ho capito che questo dramma era ormai entrato nel mio modo di vivere ilTriduo Pasquale che sta per cominciare. |
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Il
giorno della vittoria dell'amore di Enzo Bianchi
Che cosa rivivono i cristiani? |
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MESSAGGI
DALLE DIOCESI |
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S.E. Rev.ma
Mons.
Cesare Nosiglia Arcivescovo di Torino
Carissimi, con
l’austero rito delle Ceneri inizia il periodo più santo dell’anno: la
Quaresima, che, alla sequela di Gesù, ci invita a rinnovare
l’itinerario battesimale di morte e di risurrezione, per predisporci a
vivere la Pasqua del Signore con cuore rinnovato dalla penitenza e
dalla carità.Si tratta di un tempo caratterizzato da tre aspetti che la Chiesa non si stanca di ricordarci: un rinnovato ascolto della Parola, per convertirci al Signore e purificare il cuore dal peccato; un tempo prolungato per la preghiera, personale, familiare e comunitaria; la pratica del digiuno che sostiene gesti di solidarietà e di distacco dai beni materiali allo scopo di renderci disponibili ad una vita fraterna e di attenzione ai poveri. Dentro la crisi Quest’anno la Quaresima coincide con un momento di particolare difficoltà per molti nostri fratelli e sorelle. La pesante crisi internazionale che ha colpito l’economia sta facendo sentire le sue ripercussioni... |
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Maria di Nazaret
vergine, madre e sposa (pdf)
Carissimi,
per prepararci all’Anno della Fede indetto da Papa Benedetto XVI a
partire dall’11 Ottobre prossimo, ho scelto di riprendere in questa
Quaresima 2012 la riflessione su Maria, vergine, madre, sposa. Il Suo
esempio di credente, la Sua unicità di Madre del Figlio di Dio venuto
nella carne, la Sua intercessione presso il Signore, aiutino tutti noi
a ravvivare la nostra fede, a crescere in essa e a testimoniarla agli
altri, specialmente a chi non ha il dono di credere. Maria, poi,
realizza perfettamente ciò che l’Autore della Lettera agli Ebrei ci
esorta a vivere e su cui il Santo Padre ci ha invitato a riflettere in
questa Quaresima: “Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per
stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone” (Ebrei 10,24).
L’intercessione di Maria ci ottenga di vivere una carità sempre più
grande! Accompagnandovi con la preghiera fedele, auguro a tutti un
cammino quaresimale ricco di frutti di conversione e di grazia! S.E. Rev.ma Mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto |
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"Messaggio per l'inizio della Quaresima"
S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Fiorini Morosini Vescovo di Locri Gerace Carissimi fratelli,La quaresima
del corrente anno ci trova già in una situazione di difficoltà, di
precarietà e di sacrifici per la grave congiuntura economica che stiamo
vivendo. Quali altre mortificazioni e sacrifici possiamo proporre e
imporci dinanzi a bilanci familiari drammatici, alla perdita del posto
di lavoro, alla riduzione dei servizi anche essenziali, alla perdita di
speranza soprattutto da parte dei giovani e all’emigrazione dalla
nostra terra delle forze migliori, preparate con gravi sacrifici da
parte dei genitori?Nonostante questa situazione di sacrifici per nulla
scelti ma imposti dalla situazione, la quaresima si presenta a noi con
il suo messaggio di forte richiamo all’austerità. Quest’anno potrebbe
essere l’occasione propizia, sotto questa forte pressione di austerità
non voluta ma subita, per riflettere su ciò che è importante per dare
senso alla vita e creare le condizioni della nostra felicità.
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Riscoprire il senso
del sacrificio
S.E. Rev.ma Mons. Antonio Mattiazzo Vescovo di Padova Con il mercoledì delle Ceneri,
il 22 febbraio, entriamo nel Tempo della
Quaresima, il cui scopo è un ripensamento della nostra vita per
prepararci a celebrare degnamente la Pasqua. È fortemente avvertito il
bisogno di un cambiamento. Nella luce della fede si comprende che Dio
stesso ci offre la grazia di un rinnovamento profondo e salutare della
nostra vita.In
questo tempo di grave crisi economica sono risuonati frequentemente
appelli ed esortazioni ad affrontare dei sacrifici, come necessari per
una ripresa. In antecedenza, nell’era del benessere e del consumismo,
si poteva ascoltare chi lamentava: “Si è perso il senso del
sacrificio”. È un tema che vale la pena di meditare in questo tempo di
Quaresima.
La parola ‘sacrificio’ è tipica del linguaggio religioso. Ma che cosa significa esattamente in tale contesto? E come si rapporta alla sfera profana? |
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Messaggio per la
Quaresima
S.E. Rev.ma Mons. Guglielmo Borghetti Vescovo di Pitigliano Sovana Orbetello “Tessere del grande mosaico di santità che Dio va creando nella storia, perché il volto di Cristo splenda nella pienezza del suo fulgore” (Benedetto XVI). La troviamo, questa espressione, nel testo della catechesi tenuta all’Udienza generale del Santo Padre del 13 aprile 2011, riportata come pagina introduttiva del nostro Programma Pastorale diocesano 2011-2012: mi piace riproporla in bella evidenza come espressione guida di questa Quaresima 2012. Il Santo Padre invita tutti ad aprirsi all’azione dello Spirito Santo, l’iconografo divino, che disegna in noi i lineamenti di Cristo e, dopo aver ripetutamente sottolineato come la strada per la santità è aperta a tutti, nessuno escluso, ribadisce che il segreto della santità è la carità pienamente vissuta. |
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S.E. Rev.ma Mons. Beniamino
Depalma Arcivescovo
di Nola
Carissimi amici, la riflessione che vorrei proporvi per il tempo quaresimale parte dal mio dialogo personale con molti laici, credenti e non credenti, che con la medesima intensità reclamano dalla Chiesa una presenza forte e autentica nella quotidianità di ogni uomo... Mi tormenta in particolare, un “j’accuse” ben preciso, di fronte al quale non riesco mai a restare indifferente: “La gente soffre, e voi parlate di amore, sacrificio, speranza, salvezza, aldilà, resurrezione, mentre qui è pianto e stridore di denti, metre qui mali dalle radici solidissime ci soffocano e ci tolgono tutto”. Di fronte a tali osservazioni non voglio arroccarmi né pormi sulla difensiva, né mettere ai margini chi nutre dubbi sulla consistenza e veridicità del messaggio cristiano. Anzi, sono proprio queste provocazioni che fanno rinascere in me il desiderio di ridire la specificità della testimonianza cristiana nel mondo. Può mai un credente, un uomo o una donna alla sequela di Gesù, unirsi al coro dei profeti di sventura, delle Cassandre, dei pessimisti a prescindere, degli scettici e dei disillusi?
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S.E. Rev.ma Mons. Francesco
Montenegro Arcivescovo
di Agrigento
Ritorna ancora una volta la Pasqua “Il giorno del Signore, il giorno della risurrezione, il giorno dei Cristiani, il nostro giorno" (S. Girolamo). Il giorno che, come il sole che spunta ogni mattina, riporta luce, risveglia i colori, riscalda i cuori, ridà lena per riprendere e continuare la fatica quotidiana, non appesantita dal buio della notte, ma rischiarata dalla luce che ritempra. Con la Pasqua, il Signore Risorto trasforma in festa la via dell’uomo. Se non fosse così tutto sarebbe inutile e sarebbe impossibile parlare di speranza. Nel nostro vocabolario la parola “buio” è scritta a grandi caratteri, nel linguaggio di Dio invece si distingue la parola “luce”... |
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Mercoledì
delle Ceneri Gl 2,12-18 Sal 50,3-6.12-14.17 2Cor 5,20-6,2 Mt 6,1-6.16-18 |
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Tempo
prezioso Piera Cori Iniziamo
il tempo prezioso della Quaresima. Un tempo “forte” per diventare forti
nella fede, un tempo “favorevole”, cioè di grazia, di misericordia, di
amore che Dio dona a tutti.
Il versetto del canto al vangelo dice così: “Non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore”. (Mt. 4,17) Queste poche parole delineano tutto il nostro cammino quaresimale. Non indurire il cuore, cioè non sclerotizzarlo!. Sappiamo tutti come ogni sclerosi porta a paralisi. Qui in particolare si parla di paralisi del cuore che è la più grave di tutte, perché porta la morte. Un cristiano che ha il cuore indurito non è cristiano. |
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Omelia
(audio) P. Alberto Neglia Nel
mercoledì delle Ceneri diamo inizio al periodo liturgico quaresimale
che ci porterà alla Santa Pasqua ... Nel periodo quaresimale dobbiamo
lasciarci guardare da Dio e guardarlo, è il periodo in cui in
sostanza ci dobbiamo innamorare, attraverso l'incrocio degli
sguardi ci si innamora...
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Il segno tradizionale con cui inizia la
quaresima è la cenere.
Segno austero, ci ricorda che “siamo polvere e in polvere torneremo”.
Per questo è anche un segno funereo perché parla del nostro limite,
della nostra fine, in una parola della nostra morte. Già questo è
sufficiente per renderci tristi. Se poi pensiamo che la quaresima ci
prepara al più grande funerale della storia, la passione di Gesù, il
senso di grigiore e mestizia non può che aumentare. Molti dei nostri contemporanei, sia
‘praticanti che ex’, la
vedono così e cercano di tenersi il più lontano possibile da questo
periodo dell’anno e dalla sua conclusione. É noto che la notte di Natale le chiese
sono comunque piene,
mentre il triduo pasquale è normalmente ignorato. Il primo suona come
un mistero che ha che fare con la vita, mentre il secondo con la morte
che nessuno vuole vedere in faccia: da qui la fuga dalla quaresima.
C’è però un altro segno, il
profumo, spesso ignorato, che ci può aiutare a vedere le cose in un
modo diverso. |
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I
Domenica di Quaresima Gen 9,8-15 Sal 24,4-9 1Pt 3,18-22 Mc 1,12-15 |
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Inizia il
tempo di Quaresima, tempo di grazia per la nostra conversione e per il
rinnovamento pasquale della nostra vita. Se in questo tempo ci
dedichiamo con più decisione all'ascolto della Parola del
Signore e alla sequela del Signore Crocifisso Risorto, comprenderemo
ciò che è essenziale e ciò che è superfluo. Già il “Mercoledì delle
Ceneri”, inizio dei quaranta giorni della Quaresima, ci veniva
detto l’essenziale per la vita cristiana: curare senza
apparenze e ipocrisie la relazione filiale con Dio (la preghiera, in
tutte le sue forme), la relazione con gli altri e in particolare
l’attenzione solidale verso i poveri (l’elemosina), il rapporto
equilibrato con le cose (il digiuno). Ora, con le Domeniche che
verranno, l’itinerario quaresimale di quest’anno (ciclo B) concentrerà
il nostro sguardo di fede su Cristo Gesù, l’Uomo Nuovo....
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Abbiamo
iniziato il periodo liturgico quaresimale... è un periodo di grazia, un
periodo in cui il Signore ancora ci ricorda che ci viene a visitare,
che ci viene a guardare e viene a stare in mezzo a noi, anche i brani
biblici che abbiamo ascoltato mettono in evidenza quest'aspetto...
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II
Domenica di Quaresima Gen 22,1-2a.10-13.15.18 Sal 115,10.15-19 Rm 8,31b-34 Mc 9,2-1 0 |
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La seconda tappa
dell’itinerario quaresimale concentra l’attenzione sul
Cristo Trasfigurato (Mc 9,2-10): il Cristo tentato nel deserto è il
Cristo trasfigurato sul monte, che apre a noi la luce trasformante
della sua Pasqua di passione, morte e risurrezione. E così l’itinerario
quaresimale si presenta, sin dall'inizio. già orientato verso la
Pasqua
del Signore, verso il nostro morire con Lui per risorgere e vivere con
Lui già in questa vita, già nel nostro oggi. Per questo la pagina del vangelo narra dell’esperienza della Trasfigurazione che Gesù visse non in solitudine ma con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, discepoli che sono considerati le “colonne della Chiesa” (Gal 2,9) e che rappresentano, rispettivamente, la Chiesa di Roma, la Chiesa di Gerusalemme, le Chiese dell’oriente, ovvero tutte le Chiese, e «fu trasfigurato davanti a loro» (Mc 9,2). Questo vuol dire che anche noi e tutte le nostre comunità ecclesiali siamo “presi da Gesù”, convocati da Lui, per partecipare alla sua trasfigurazione, affinché in Lui e con Lui veniamo trasfigurati anche noi... |
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... Il clima che si respira in questa domenica è un clima di seduzione. Quando Gesù prende Pietro, Giacomo e Giovanni e li porta su un altro monte e davanti a loro e davanti a loro si prospetta questo scenario così interessante, una luce enorme, una luce che li avvolge, tanto che Pietro dice "Rabbì, è bello per noi essere qui". Questa domenica insiste proprio su questa bellezza che ci seduce; in effetti tutta la vita cristiana o è frutto di questa seduzione o, in caso contrario... |
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Domenica scorsa la liturgia ci ha fatto contemplare Gesù quale uomo provato, uomo sottoposto alla tentazione come ogni uomo che vive sulla terra, in questa domenica ancora ci invita a guardare Gesù, questa volta Gesù il trasfigurato, l'uomo luminoso, abitato dalla luce di Dio a motivo della sua obbedienza al progetto di Dio, alla missione che Dio gli ha affidato... |
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III
Domenica di Quaresima Es 20,1-17 Sal 18/19,8-11 Cor 1,22-25 Gv 2,13-25 |
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Nel tempo le
istituzioni, immancabilmente, diventano fine a se stesse, oggetto del
potere dei re e dei sacerdoti che ci campano su, tutti e due, a spese
del popolo. Queste istituzioni – rappresentate da chi governa
politicamente, il re, e da chi rappresenta il mondo dei valori, i sommi
sacerdoti, oggi diremmo la Chiesa – ci sono sempre state in tutte le
culture.
Nell’antico
Israele c’era, però, qualcosa di più, e di diverso. Da un lato, re e
sacerdoti che difendono le istituzioni: è il loro
mestiere. Dall'altro, c’è sempre il profeta, che è un
anti-istituzionalista e che richiama re e sacerdoti. Il profeta è il
grillo parlante alla loro coscienza. Se manca il profeta, sia il
sacerdote sia il re decadono perché nessuno dice la verità e ognuno fa
i propri interessi. Allora ci si calpesta a vicenda, tutto diventa un
mercato, un’oppressione. E quella che dovrebbe essere la casa di Dio,
un mondo giustamente governato con leggi oneste, diventa invece tutto
un luogo di avallo dell’ingiustizia e dell’oppressione.
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... Nelle prime due domeniche di Quaresima la liturgia ci ha invitato a guardare la persona di Gesù... Lui, il segno di quest'umanità nuova... Nella prima domenica ci veniva detto, attraverso il Vangelo di Marco, che la vita di Gesù è una vita tentata... sperimentata... esperta... La nostra esistenza, in quanto chiamata alla libertà è sempre messa alla prova, cosa scegliere?... Gesù è colui che resta ben fedele, in ascolto della Parola, in obbedienza al Padre, la Sua vita tentata è una vita esperta, capace di attraversare la storia umana e mantenere fedele l'impegno ad amare... Domenica scorsa venivamo portati su un monte alto dove Gesù ci permetteva di contemplare la bellezza di questa vita... Adesso tocca a noi... è come se venissimo coinvolti... è come se il Signore ci dicesse: dai, forza, anche tu sei chiamato a diventare questa luce riflessa di Dio... |
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IV
Domenica di Quaresima
2Cr 36,14-16; 19-23 Sal 136/1-6 Ef 2,4-10 Gv 3,14-21 |
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La quarta tappa dell’itinerario
quaresimale concentra la nostra
attenzione su Cristo dono dell’amore di Dio per il mondo. La pagina
evangelica (Gv 3,14-21) fa parte del dialogo, avvenuto di notte, tra
Gesù e Nicodemo (Gv 3,1-21), il quale viene esortato a rinascere
dall’alto, dallo Spirito, per vedere il Regno di Dio, cioè per fare
esperienza del Senso vero e ultimo della vita (ciò che nel prosieguo
dell’evangelo di Giovanni equivarrà a “vita eterna”). Nicodemo sembra fraintendere le parole di Gesù («come può nascere un uomo quando è vecchio… »: Gv 3,4), o forse poi le capisce molto bene («come può accadere questo?»: Gv 3,9), ma avrà bisogno di tempo per interiorizzarle, perché sia fatta un po’ di luce nella sua “notte oscura”; e infatti Nicodemo lo ritroveremo quasi alla fine del vangelo, al momento della sepoltura di Gesù con gli aromi profumati offerti per ungere il corpo di Gesù (Gv 19,39). Ma intanto Nicodemo continua ad ascoltare il discorso di Gesù che gli sta parlando non delle cose del “cielo”, cioè di Dio in sé, ma delle cose della “terra”, cioè di Dio in relazione alla nostra umanità inserita nelle complesse e difficili vicende della storia e del mondo, di Dio che ha inviato il Figlio dell’uomo, il quale prima di salire al cielo (la risurrezione) è disceso dal cielo, ovvero ha assunto la nostra umanità e ha vissuto fino in fondo – senza schifarsi di noi – le vicende liete e tristi, belle e drammatiche di questo nostro mondo. Ma, in particolare, come ha vissuto Gesù la sua esistenza umana di Figlio dell’uomo? Parte da qui la pagina evangelica di questa domenica... |
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V
Domenica di Quaresima
Ger 31,31-34 Sal 50,3-4.12-15 Eb 5,7-9 Gv 12,20-33 |
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La quinta tappa
dell’itinerario quaresimale concentra la nostra attenzione su Gesù,
chicco di grano che, caduto in terra, marcisce, muore e porta molto
frutto. La pagina evangelica (Gv 12,20-33) segue l’ingresso solenne di
Gesù a Gerusalemme (del quale faremo memoria domenica prossima),
acclamato dalla folla, che gli dava testimonianza riguardo alla
risurrezione di Lazzaro, ma visto con preoccupazione dai farisei, che
constatano, con una certa amarezza e impotenza, come il mondo va dietro
a lui (Gv 12,12-19). Tutto sembra un grande trionfo per Gesù. Ma
trionfo in che senso?
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Qual è la gloria del
chicco di frumento? Un chicco di frumento è poco glorioso, è solo un
chicco di frumento. Se te lo mangi, hai mangiato un chicco di frumento.
Se invece il chicco di frumento cade nella terra e muore, porta molto
frutto. La gloria del seme è morire per portare vita e frutto. |
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Siamo giunti alla quinta
domenica di Quaresima ed è chiaro che la stessa liturgia ci
immette nel clima della grande settimana, la settimana santa; le ultime
parole che abbiamo ascoltato dalla pagina del Vangelo già aprono
questa prospettiva: "Diceva questo per indicare di quale morte doveva
morire" Credo che sia opportuno un bilancio, ma anche una decisione da prendere, il percorso quaresimale deve comunque condurci non solo ad una presa di coscienza, una consapevolezza ancora più matura di quello che siamo, della nostra vocazione, ma allo stesso tempo anche al poter dire ancora di sì al Signore... |
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SETTIMANA
SANTA
Domenica delle Palme Commemorazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme: Mc 11,1-10 Is 50,4-7 Sal 21 Fil 2,6-11 Mc 14,1-15,47 |
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Abbiamo
ascoltato il racconto della passione del Signore Gesù secondo il
Vangelo di Marco, così come ce l'ha trasmesso la fede della comunità
cristiana della quale Marco faceva parte.
Racconto della passione con questo termine prima ancora della sofferenza vorrei sottolineare la passione d'amore... |
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Domenica delle Palme / Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore | ||
La Domenica
della Passione del Signore facciamo memoria del suo ingresso solenne a
Gerusalemme. La pagina di Mc 11,1-11 ci rende contemporanei a
quell’evento, dove
Gesù entra come il Messia Re e Pastore che visita Gerusalemme, che
visita la nostra esistenza, i nostri luoghi di culto, le nostre case e
le nostre città. Egli viene non nel segno del Potere arrogante e
violento, bensì nel segno della piccolezza, della mitezza e della pace:
infatti non sceglie di cavalcare un cavallo, come farebbe l’imperatore
romano e qualunque re di questo mondo, poiché il cavallo era
considerato animale da guerra, da combattimento, ma sceglie un asino,
animale umile, pacifico, usato per il trasporto di carichi pesanti. La
motivazione di questa scelta si rifà alla pagina del profeta Zaccaria
9,9-10, dove viene annunciata la venuta del Messia Re umile e
pacifico... |
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Giovedì
Santo
Is 61,1-3.6.8-9 Sal 88 Ap 1,5-8 Lc 4,16-21 |
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Abbiamo ascoltato il capitolo
13 di Giovanni che si apre in modo solenne... Pasqua per il popolo ebraico è sempre memoria, come abbiamo letto nel libro dell'Esodo, dell'amore appassionato di Dio che libera... |
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Con il tramonto del giovedì santo ha inizio il triduo pasquale, quei giorni “santi”, distinti dagli altri, in cui noi cristiani meditiamo, celebriamo, riviviamo il mistero centrale della nostra fede: Gesù entra nella sua passione, conosce la morte e la sepoltura e il terzo giorno è risuscitato dal Padre nella forza di vita che è lo Spirito santo. Ma questo evento della passione di Gesù era dovuto al caso o a un destino che incombeva su Gesù? Perché Gesù ha conosciuto una condanna, la tortura e la morte violenta? | ||
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Venerdì
Santo
Is 52,13-53.12 Sal 30 Eb 4,14-16; 5,7-9 Gv 18,1-19,42 |
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Ieri nella Cena del Signore
nella preghiera iniziale, la Colletta, si parlava del dono che il
Signore fa alla Chiesa il dono della Cena come "convito
nuziale"... Noi siamo debitori ad una tradizione che ci ha consegnato una particolare sensibilità per la Passione del Signore... ma allo stesso tempo ci ha consegnato un eccesso di dolorismo; è come se questa parola "convito nuziale" non scalfisse per nulla la nostra mente, il nostro cuore. "Convito nuziale", non giorno di lutto, c'è un abisso... |
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Cari fratelli e sorelle, care sorelle di Cumiana, amici e ospiti, abbiamo ascoltato il racconto della passione di Gesù, una passione gloriosa secondo il vangelo di Giovanni (Gv 18,1-19,37), perché in essa, a differenza di quella narrata dai sinottici, riusciamo a vedere al di là di ciò che è avvenuto mondanamente, riusciamo a vedere ciò che Dio ha operato, la sua gloria quale kavod, peso, splendore, potenza che si impone. È una gloria non analogica a quella che noi uomini immaginiamo, progettiamo o proiettiamo su Dio e su Gesù Cristo. | ||
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Veglia
Pasquale della Notte Santa
RISURREZIONE DEL SIGNORE Gen 1,1-2,2 Sal 103 Gen 22,1-18 Sal 15 Es 14,15-15,1 Sal 15,1-7a.17-18 Is 54,5-14 Sal 29 Is 55,1-11 Is 12,2-6 Bar 3,9-15.32-4,4 Sal 18 Ez 36,16-17a.18-28 Sal 41 Rm 6,3-11 Sal 117 Mc 16,1-7 |
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Questa è una notte davvero
diversa da tutte le altre, è una notte speciale. è notte Santa. Questa è la notte in cui il Signore veglia, e anche noi stiamo vegliando riuniti insieme alla Sua presenza. Questa è la notte in cui il Signore squarcia le tenebre più fitte e crea cose nuove, crea la vittoria della vita sulla morte, crea la vittoria dell'amore sull'odio. Questa è la notte in cui Dio fa risorgere Gesù di Nazareth e lo costituisce Signore della storia... |
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Domenica
di Pasqua
RISURREZIONE DEL SIGNORE At 10,34a-37-43 Sal 117 Col 3,1-4 Gv 4,1-9 |
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Nel Vangelo di Giovanni è
riportata un espressione di Gesù... "Quando sarò innalzato attirerò
tutti a me". Con quell'essere innalzato Gesù annunciava il mistero della Sua morte in croce, segno di una passione d'amore che attira tutti quanti, che coinvolge, che seduce; è l'amore di Dio appassionato che si dona, si consegna all'umanità sino a versare sangue, a perdere la faccia per ognuno di noi... |
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Si può andare ancora oggi al
Santo sepolcro, e cosa vediamo? Niente!
Siamo di fronte al problema di un’assenza, l’unica assenza indebita:
sappiamo che si nasce per caso, si vive non si sa come e non si sa
quanto, si è sicuri che si torna al sepolcro e lì si rimane. E Lui non
è lì. Il sepolcro vuoto infrange l’unica certezza che ha l’uomo, l’unico ricordo. In greco, la lingua dei Vangeli, la parola ‘ricordo’ e ‘sepolcro’ sono la stessa parola; anche ‘morte’ ha la stessa radice. Praticamente è infranta la memoria di morte che ha l’uomo. Ma non basta che il sepolcro sia vuoto, come faccio a incontrare il Risorto? |
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II
Domenica di Pasqua
At 4,32-35 Sal 117 1Gv 5,1-6 Gv 20,19-31 |
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Con
la domenica di Risurrezione ha inizio il tempo pasquale di cinquanta
giorni, che ha termine con l’evento della Pentecoste, con il dono dello
Spirito a tutta la Chiesa, preceduto dall’evento dell’Ascensione di
Gesù. La liturgia vive questi cinquanta giorni come se fossero un
Giorno solo. Così uno degli Inni della Liturgia delle Ore (Ufficio
delle Letture) di questo tempo liturgico: «Ecco il gran giorno di Dio, splendente di santa luce: nasce nel sangue di Cristo l'aurora di un mondo nuovo. / Torna alla casa il prodigo, splende la luce al cieco; il buon ladrone graziato dissolve l'antica paura. / Gli angeli guardano attoniti il supplizio della croce, da cui l'innocente e il reo salgono uniti al trionfo. / O mistero insondabile dell'umana redenzione: morendo sopra il patibolo Cristo sconfigge la morte. / Giorno di grandi prodigi! La colpa cerca il perdono, l'amore vince il timore, la morte dona la vita. / Irradia sulla tua Chiesa la gioia pasquale, o Signore, unisci alla tua vittoria i rinati nel battesimo. / Sia lode e onore a Cristo, vincitore della morte, al Padre e al Santo Spirito ora e nei secoli eterni. Amen». In questo unico e grande Giorno la Chiesa compie un itinerario mistagogico, al fine di approfondire sempre di più, con l’intelligenza e con il cuore, con il vangelo e con la vita, la fede nel Signore Gesù morto e risorto, e la centralità del mistero pasquale per la vita cristiana. |
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Anche per noi nella notte di
Pasqua è risuonato l'annuncio forte, gioioso "Il Signore è davvero
risorto!". Il Signore è il Vivente, Colui che ci precede, Colui che illumina la nostra strada, ma è anche vero che quest'annunzio ha bisogno di tempo, ha bisogno quasi di un percorso che ci permette di poter sperimentare la presenza del Risorto in mezzo a noi... |
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III
Domenica di Pasqua
At 3,13-15.17-19 Sal 4 1Gv 2,1-5 Lc 24,35-48 |
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Proseguiamo l’itinerario
mistagogico del tempo pasquale, sostando
ancora nel luogo dove si trovano riuniti gli Undici e gli altri che
erano con loro. La pagina del vangelo di questa domenica (Lc 24,35-48),
infatti, ci parla dell’incontro del Crocifisso Risorto con gli Undici e
con gli altri, incontro che avviene mentre i discepoli di Emmaus
narrano loro di «ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano
riconosciuto nello spezzare il pane» (Lc 24,35)... |
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Nell'ascoltare questa pagina del Vangelo di Luca di questa III Domenica di Pasqua, ricorrevano delle parole che avevamo già sentito nella II Domenica di Pasqua... sappiamo bene che la nostra fede parte da Gesù crocifisso e risorto, altrimenti come ci dice Paolo, vana sarebbe la nostra fede, ...ma noi non celebriamo una "sconfitta" ma celebriamo la potenza dell'Amore che ci ha preceduto... | ||
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IV
Domenica di Pasqua
At 4,8-12 Sal 117 1Gv 3,1-2 Gv 10,11-18 |
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Lectio
Fr. Egidio Palumbo L’itinerario mistagogico di questa
domenica di pasqua si sofferma sulla
Bellezza/Bontà di Cristo contemplato come Pastore della sua Chiesa e di
ogni cristiano (Gv 10,11-18). A Cristo viene attribuita la qualità di
Pastore che nell’AT era attribuita solo a Dio; perciò egli dice «Io
sono il Pastore Bello/Buono» (Gv 10,11.14), dove l’«Io sono» è
espressione che evoca la presenza di Dio, che si fa compagno di viaggio
di ogni credente, di ogni uomo (Es 3,14); è come se dicesse: «Io sono
con te, il tuo Pastore» (cf. Gs 1,5.9.17).
Inoltre, qui Gesù è qualificato come il Pastore Bello/Buono... |
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Omelia
P. Alberto Neglia I brani
biblici che abbiamo ascoltato in questa celebrazione ci danno tanta
speranza e tanta gioia.
E' davvero molto bello quello che ci diceva l'apostolo Giovanni nella sua prima lettera: "Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!"...Siete amati, perché siete figli e lo siete realmente, perché in Gesù, morto e risorto, siamo tutti figli di Dio. Noi a volte lo dimentichiamo e ci comportiamo da estranei, non solo con Dio, perché se siamo figli siamo anche fratelli tra noi, ci comportiamo da estranei nei riguardi di Dio, e poi ci comportiamo con arroganza e non da figli con i fratelli che il Signore ci ha donato... |
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V
Domenica di Pasqua
At 9,26-31 Sal 21/22 1Gv 3,18-24 Gv 15,1-8 |
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Viviamo nella supposizione che nulla valga
la pena d’essere ripetuto,
continuato per dopo. E invece le cose fondamentali si ripetono, mentre
quelle ‘uniche’ non sono importanti per la vita.
Noi oggi siamo per il tutto e subito, per bruciare sensazioni nella supposizione che ci sia nulla che valga la pena d’essere ripetuto, continuato per dopo. Invece, aver la capacità di sostare, di ripetere... gli atti vitali fondamentali avvengono tutti nella ripetizione, dal battito del cuore al respiro. |
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VI
Domenica di Pasqua
At 10,25-26.34-35.44-48 Sal 97/98 1Gv 4,7-10 Gv 15,9-17 |
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L’itinerario
mistagogico di questa domenica di Pasqua si sofferma ancora a meditare
sulla relazione di comunione interpersonale tra Cristo Risorto (la Vite
vera e fedele) e noi suo popolo, sua Chiesa (i tralci), e sulle
relazioni dei cristiani tra loro (i tralci) all’interno del popolo di
Dio, qualificando queste relazioni come relazioni di amore e di
amicizia (Gv 15,9-17). Ma di quale amore e di quale amicizia si tratta?
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Nella prima lettera che
Giovanni scrive alle comunità a cui è legato
diceva così: "Amiamoci gli uni gli altri perché l'amore è da
Dio..." è
Lui che ha fatto il primo passo verso di noi; è Dio che si prende a
cuore la nostra situazione, perché noi siamo creature
incapaci di
aprirci all'esperienza vera della vita e non c'è esperienza più bella
di quella di poter amare, perché lì si fa esperienza della
gioia, della
felicità... |
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ASCENSIONE
DEL SIGNORE
At 1,1-11 Sal 46/47 Ef 4,1-13 Mc 16,15-20 |
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L’itinerario mistagogico del
tempo pasquale si conclude con la
celebrazione di due eventi: l’Ascensione del Signore e la Pentecoste.
Sono due eventi che scaturiscono dalla Pasqua del Signore e ce la fanno
comprendere da altre angolazioni.
Oggi è la domenica dell’Ascensione: celebriamo e annunciamo Gesù Risorto intronizzato «alla destra del Padre», ovvero costituito da Dio Signore del creato e di tutta la storia... |
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Credo che sia davvero un grande paradosso per noi oggi, settima domenica di Pasqua in cui celebriamo la festa dell'Ascensione del Signore, avere a che fare invece con una realtà che sembra smentire questa festa del Signore. Perché la festa dell'Ascensione è la festa di Colui che sale in alto... è un'umanità che sale e noi siamo abituati ad avere quest'immagine cosiddetta spaziale, quando una persona si comporta malissimo, noi diciamo che è scesa in basso e i fatti di ieri ci dicono dove siamo capaci di scendere.. | ||
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PENTECOSTE
At 2,1-11 Sal 103 1Cor 12,3-7 Gv 20,19-23 |
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L’iL’evento della Pentecoste porta a compimento il mistero pasquale. Così canta il Prefazio: «Oggi hai portato a compimento il mistero pasquale e su coloro che hai reso figli di adozione in Cristo tuo Figlio hai effuso lo Spirito Santo, che agli albori della Chiesa nascente ha rivelato a tutti i popoli il mistero nascosto nei secoli, e ha riunito i linguaggi della famiglia umana nella professione dell’unica fede». Lo Spirito Santo è il dono di vita che riceviamo da Gesù Risorto e Signore della storia: egli, Terza Persona della Trinità, ci rende conformi al Figlio Gesù, ci aiuta ad ascoltare, comprendere, vivere e annunciare il Vangelo, ci ricolma di carismi e ministeri per l’edificazione della comunità ecclesiale e la crescita del Regno di Dio nel mondo, Regno di pace, di amore e di giustizia... |
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Il
tono di questa celebrazione è chiaramente invocativo, abbiamo con
insistenza invocato la venuta dello Spirito Santo anche su di noi, come
allora al sorgere della Chiesa lo Spirito è disceso lì nel cenacolo e
ha investito i discepoli insieme a Maria, li ha rinnovati, li ha
ricreati, li ha riplasmati, li ha spinti fuori ad annunziare a tutti le
meraviglie del Signore, la grazia di Dio, la bontà di Dio, questo amore
grande. Questo è il senso di questa domenica che è la domenica dello Spirito Santo... |
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Oggi è festa solenne della Pentecoste, è la festa della Chiesa che scaturisce dal dono dello Spirito... La Chiesa ci ha fatto ascoltare un brano del Vangelo di Giovanni... questi capitoli 15 e 16 sono molto belli perché ci riportano le ultime parole affettuose, attente del Signore Gesù prima di affrontare il mistero drammatico terribile della sua passione e della sua morte... |
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