SPECIALE QUARESIMA - PASQUA 2019 | ||||
Pagina in continuo aggiornamento | ||||
La Quaresima è il «tempo forte» che prepara alla Pasqua, culmine dell’Anno liturgico e della vita di ogni cristiano. La Quaresima inizia il Mercoledì delle Ceneri e si conclude
il Giovedì Santo
con la Messa in Coena Domini (in cui si fa memoria dell’istituzione
dell’Eucaristia e in cui si svolge il rito della lavanda dei piedi) che
apre il Triduo Pasquale.
Nella liturgia si parla di “Quadragesima”, cioè di un tempo di quaranta giorni. Quaranta è il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti salienti dell’esperienza della fede del popolo di Dio. È una cifra che esprime il tempo dell’attesa, della purificazione, del ritorno al Signore, della consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse. Le pratiche del periodo quaresimale sono:
La
chiesa insegna che queste
opere
devono essere compiute nella consapevolezza del loro valore di segno in
vista della conversione, e non fine a se stesse.
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“Gioisca la terra inondata da così grande splendore: la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo”. (dall’Exsultet) ... In linea con le domande poste ai
Padri sinodali dai giovani – che in realtà sono quelle di tutto il
popolo di Dio – auspico che il sussidio possa aiutare a riscoprire una
liturgia autentica, fresca, gioiosa, valorizzandone la
bellezza e la nobiltà dei segni e dei gesti, per vivere, nella
celebrazione e nella vita, la speranza, la gioia della vita nuova in
Cristo e la capacità di testimoniarla agli altri, così come invita il
diacono congedando l’assemblea nel Tempo Pasquale: Andate e
portate a tutti la gioia del Signore risorto!
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Stefano Russo
Segretario Generale della CEI | ||||
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ICONE
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RIFLESSIONI | ||||
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La Pasqua secondo Martini (pdf) Dialogo
tra mons. Gianfranco Ravasi e mons. Carlo Maria
Martini (allora Arcivescovo di Milano): ... Se si vuol dire questo
evento con il linguaggio d’oggi, bisogna partire da un’esperienza
vissuta, di novità, di perdono, di speranza, di apertura di orizzonti,
di chiarimento di senso, di vittoria della vita sulla morte, dell’amore
sull’odio, del perdono sulla vendetta. E tutto questo centrato sulla
figura di Gesù, sul fatto della sua vittoria non solo sulla morte, ma
anche sul senso della morte...
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"Il
senso
della Pasqua per chi non crede" di Carlo
Maria
Martini Mentre
il Natale suscita istintivamente l’immagine di chi si slancia con gioia
(e anche pieno di salute) nella vita, la Pasqua è collegata a
rappresentazioni più complesse. È la vicenda di una vita passata
attraverso la sofferenza e la morte, di un’esistenza ridonata a chi
l’aveva perduta. Perciò, se il Natale suscita un po’ in tutte le
latitudini (anche presso i non cristiani e i non credenti) un’atmosfera
di letizia e quasi di spensierata gaiezza, la Pasqua rimane un mistero
più nascosto e difficile...
La
domanda che mi
faccio è: che cosa dice oggi a me, anziano, un po’ debilitato nelle
forze, ormai in lista di chiamata per un passaggio inevitabile, la
Pasqua? E che cosa potrebbe dire anche a chi non condivide la mia fede
e la mia speranza?...
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P. Alberto Maggi
Con
il mercoledì delle ceneri inizia la quaresima. Per comprendere il
significato di questo periodo occorre esaminare la diversa liturgia pre
e post-conciliare.
Prima della riforma liturgica, l’imposizione delle ceneri era accompagnata dalle parole “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”, secondo la maledizione del Signore all'uomo peccatore contenuta nel Libro della Genesi (Gen 3,19). E con questo lugubre monito iniziava un periodo caratterizzato dalle penitenze, dai sacrifici e dalle mortificazioni. Oggi l’imposizione delle ceneri è accompagnata dall'invito evangelico “Convertiti e credi al vangelo”, secondo le prime parole pronunciate da Gesù nel Vangelo di Marco (Mc 1,15). Un invito al cambiamento di vita, orientando la propria esistenza al bene dell’altro e a dare adesione alla buona notizia di Gesù. L’uomo non è polvere e non tornerà polvere, ma è figlio di Dio, e per questo ha una vita di una qualità tale che è eterna, cioè indistruttibile, e per questo capace di superare la morte. In queste due diverse impostazioni teologiche sta il significato della quaresima. | ||||
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Che
cos'è la Quaresima? Come si conteggia? Quali le letture? Perché fare
digiuno ed elemosina? Alla scoperta del tempo forte che inizia con il
Mercoledì delle Ceneri e che prepara alla Pasqua
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MESSAGGI ALLE DIOCESI | ||||
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La Quaresima è come il fiume che scorre veloce verso il mare... è come un viaggio verso una meta sicura e luminosa... è una straordinaria storia d’amore a lieto fine... | ||||
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Diocesi di Palermo mons. Corrado Lorefice |
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Quel corpo in croce è il punto luce inestinguibile in ogni notte della storia, nella notte della nostra storia... Spendiamoci con generosità nella e per la vita del mondo... che narra e introduce all’amore di Dio... | ||||
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Lectio - Omelie - Commenti | ||||
Mercoledì
delle Ceneri Gl 2,12-18 Sal 50,3-6.12-14.17 2Cor 5,20-6,2 Mt 6,1-6.16-18 | ||||
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Omelia (testo e video) Papa Francesco ...
Quaresima è il tempo di grazia per liberare il cuore dalle vanità. È
tempo di guarigione dalle dipendenze che ci seducono. È tempo per
fissare lo sguardo su ciò che resta.
Dove fissare allora lo sguardo lungo il cammino della Quaresima? È semplice: sul Crocifisso. Gesù in croce è la bussola della vita, che ci orienta al Cielo. La povertà del legno, il silenzio del Signore, la sua spogliazione per amore ci mostrano la necessità di una vita più semplice, libera dai troppi affanni per le cose. Gesù dalla croce ci insegna il coraggio forte della rinuncia. Perché carichi di pesi ingombranti non andremo mai avanti. Abbiamo bisogno di liberarci dai tentacoli del consumismo e dai lacci dell’egoismo, dal voler sempre di più, dal non accontentarci mai, dal cuore chiuso ai bisogni del povero. Gesù, che sul legno della croce arde di amore, ci chiama a una vita infuocata di Lui, che non si perde tra le ceneri del mondo; una vita che brucia di carità e non si spegne nella mediocrità. È difficile vivere come Lui chiede? Sì, è difficile, ma conduce alla meta. Ce lo mostra la Quaresima. Essa inizia con la cenere, ma alla fine ci porta al fuoco della notte di Pasqua; a scoprire che, nel sepolcro, la carne di Gesù non diventa cenere, ma risorge gloriosa. Vale anche per noi, che siamo polvere: se con le nostre fragilità ritorniamo al Signore, se prendiamo la via dell’amore, abbracceremo la vita che non tramonta. E certamente saremo nella gioia. <><><><><><><><><><><> | ||||
Alla
ricerca
della verità del proprio essere di Enzo Bianchi
Ogni anno
ritorna la quaresima, un tempo pieno di quaranta giorni da vivere da
parte dei cristiani tutti insieme come tempo di conversione, di ritorno
a Dio. Sempre i cristiani devono vivere lottando contro gli idoli
seducenti, sempre è il tempo favorevole ad accogliere la grazia e la
misericordia del Signore, tuttavia la Chiesa – che nella sua
intelligenza conosce l’incapacità della nostra umanità a vivere con
forte tensione il cammino quotidiano verso il Regno – chiede che ci sia
un tempo preciso che si stacchi dal quotidiano, un tempo “altro”, un
tempo forte in cui far convergere nello sforzo di conversione la
maggior parte delle energie che ciascuno possiede. E la Chiesa chiede
che questo sia vissuto simultaneamente da parte di tutti i cristiani,
sia cioè uno sforzo compiuto tutti insieme, in comunione e solidarietà
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di Arturo Paoli
Fratel
Arturo aveva quasi 98 anni, ma vi invito ad ascoltare con attenzione
l'omelia di quel primo giorno di Quaresima, perché sembra pronunciata
per i nostri giorni.
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In
Quaresima partiamo da noi. Il mondo cambia se io cambio; il mondo
migliora se io combatto il male ad iniziare dal mio cuore... Noi non
siamo padroni, siamo fatti per essere amici e fratelli, siamo amati che
amano, poveri che diventano per questo padroni di tutto.
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I
Domenica di Quaresima Dt 26,4-10 Sal 90 Rm 10,8-13 Lc 4,1-13 | ||||
Contempliamo Gesù messo alla prova dal Divisore Lectio di Fr. Egidio Palumbo ...Contemplando
Gesù che lotta contro il Divisore e ne esce vincitore, impariamo anche
noi a lottare come Lui con le armi delle fede e della Parola (seconda
lettura: Rm 10,8-13). Impariamo che in Gesù siamo anche noi figli di
Dio, e in Gesù siamo anche noi fratelli dell’umanità. Perciò la terra
dove ci è dato di abitare e di vivere non è di nostra proprietà, non
possiamo fare tutto quello che vogliamo per coltivare, in modo
autoreferenziale, i nostri interessi (cristiani o umani, pastorali o
politici o economici), perché la terra è dono di Dio. Di essa noi non
siamo i padroni, i “padri-eterni”, ma i custodi e i gli umili
collaboratori di Dio, alla maniera del “servo inutile” (Lc 17,7-10), di
colui che non cerca l’utile proprio....
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Dal deserto al giardino, cammino verso la vita commento di p. Ermes Ronchi
Dal
deserto al giardino: dal deserto di pietre e tentazioni al giardino del
sepolcro vuoto, fresco e risplendente nell'alba, mentre fuori è
primavera: è questo il percorso della Quaresima. Non penitenziale,
quindi, ma vitale. Dalle ceneri sul capo, alla luce che «fa
risplendere la vita» (2Tm
1,10). Deserto e giardino sono immagini bibliche che accompagnano la
storia e i sogni di Israele, che contengono un progetto di salvezza
integrale che avvolgerà e trasfigurerà ogni cosa esistente, umanità e
creature tutte, che insieme compongono l'arazzo della
creazione. Con
la Quaresima non ci avviamo lungo un percorso di penitenza, ma di
immensa comunione; non di sacrifici ma di germogli. L'uomo non è
polvere o cenere, ma figlio di Dio e simile a un angelo (Eb 2,7) e la
cenere posta sul capo non è segno di tristezza ma di nuovo inizio: la
ripartenza della creazione e della fecondità, sempre e comunque, anche
partendo dal quasi niente che rimane fra le mani. ...
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di Santino Coppolino
Dopo
il battesimo al Giordano, Gesù - come Israele - ripercorre il cammino
nel deserto; ma mentre il popolo cadde nella prova e morì, Gesù la
supera definitivamente. <<Se Adamo, dopo la prova e la
caduta, perse il paradiso e finì nel deserto, Gesù, il nuovo Adamo,
proprio partendo dal deserto, supera la prova e apre l'ingresso
alla terra promessa introducendoci nel Regno>>(cit.).
Nella pericope delle tentazioni, che altro non sono se non il tessuto della vita di tutti i giorni dei cristiani, la continua lotta contro il male e i costi del bene, l'evangelista fa chiarezza circa il messianismo di Gesù e il suo rifiuto categorico di viverlo all'insegna del potere, sia esso economico (il pane), politico (i regni) e religioso (il tempio). ...
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commento di Enzo Bianchi
È
la prima domenica del tempo di Quaresima, tempo severo ma “favorevole”
(2Cor 6,2) per il cristiano: soprattutto, tempo di lotta contro le
tentazioni. Per questo la chiesa all’inizio di questo tempo ci offre
sempre il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto, tentazioni che
secondo Luca saranno sempre presenti nella sua vita, fino alla fine
(cf. Lc 23,35-39). Anche Gesù sapeva che sta scritto: “Figlio, se vuoi
servire il Signore, preparati alla tentazione” (Sir 2,1). ...
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di Alberto Maggi
La
prima domenica di Quaresima la liturgia ci presenta le tentazioni nel
deserto secondo l'interpretazione che ne dà Luca nel suo Vangelo al
capitolo 4. Leggiamo ...
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«Approfittiamo
dunque della Quaresima, come di un tempo privilegiato per purificarci,
per sperimentare la consolante presenza di Dio nella nostra vita.»
Il Vangelo di
questa prima domenica di Quaresima (cfr Lc 4,1-13) narra l’esperienza
delle tentazioni di Gesù nel deserto. ... Le tre tentazioni indicano
tre strade che il mondo sempre propone promettendo grandi successi, tre
strade per ingannarci: l’avidità di possesso – avere, avere, avere –,
la gloria umana e la strumentalizzazione di Dio. Sono tre strade che ci
porteranno alla rovina. ... Ma c’è una cosa, su cui vorrei attirare l’attenzione, una cosa interessante. Gesù nel rispondere al tentatore non entra in dialogo, ma risponde alle tre sfide soltanto con la Parola di Dio. Questo ci insegna che con il diavolo non si dialoga, non si deve dialogare, soltanto gli si risponde con la Parola di Dio. Approfittiamo dunque della Quaresima, come di un tempo privilegiato per purificarci, per sperimentare la consolante presenza di Dio nella nostra vita. La materna intercessione della Vergine Maria, icona di fedeltà a Dio, ci sostenga nel nostro cammino, aiutandoci a rigettare sempre il male e ad accogliere il bene. ... <><><><><><><><><><><> |
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II
Domenica di Quaresima Es 3,1-8.13-15 Sal 102 1Cor 10,1-6.10-12 Lc 13,1-9 | ||||
Nella
seconda tappa del cammino quaresimale siamo invitati a sostare sul
Monte della Trasfigurazione per contemplare nell’umanità di Gesù
la presenza della Luce irradiante di Dio (Lc
9,28-36). Colui che abbiamo contemplato nella lotta contro il divisore,
vincendolo con le armi della Parola di Dio e della fede incondizionata
in Dio suo Padre, ora lo contempliamo trasfigurato nella sua
umanità dalla Luce del Padre. La trasfigurazione è la meta del cammino
della Quaresima: la Pasqua del Signore, la sua Risurrezione. Ma è anche
la meta del cammino della nostra vita: la trasfigurazione della nostra
fragile persona che il Signore, alla sua venuta, renderà conforme alla
sua persona risorta e vivente (seconda lettura: Fil 3,17- 4,1).
Ecco perché noi, come ospiti e pellegrini sulla terra – e non come
padroni di essa: «la nostra cittadinanza infatti è nei cieli», scrive
l’apostolo Paolo –, attendiamo la sua Venuta nella Gloria. ....
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Pregare trasforma in ciò che si contempla commento di p. Ermes Ronchi
Salì
con loro sopra un monte a pregare. La
montagna è la terra che si fa verticale, la più vicina al cielo, dove
posano i piedi di Dio, dice Amos. I monti sono indici puntati verso il
mistero e la profondità del cosmo, verso l'infinito, sono la terra che
penetra nel cielo. Gesù vi sale per pregare. La preghiera è
appunto penetrare nel cuore di luce di Dio. E scoprire che siamo tutti
mendicanti di luce. Secondo
una parabola ebraica, Adamo in principio era rivestito da una pelle di
luce, era il suo confine di cielo. Poi, dopo il peccato, la tunica di
luce fu ricoperta da una tunica di pelle. Quando verrà il Messia la
tunica di luce affiorerà di nuovo da dentro l'uomo finalmente nato,
“dato alla luce”. ...
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di Santino Coppolino
L'episodio
della Trasfigurazione viene situato dall'evangelista
circa <<otto giorni dopo>> il primo
annuncio della passione, morte e resurrezione di Gesù e ad esso è
strettamente collegato.
La
pericope ci mostra quale è il senso autentico della croce, non come
termine ultimo della vita, ma come mistero d'amore di Dio per l'uomo.
E' l'Ottavo Giorno, il giorno della Resurrezione, il giorno in cui
facciamo esperienza del Risorto, il "Dies Dominica", il giorno del
Signore, l'Alfa e l'Omega, principio e
fine, Fons et Culmen della vita della Chiesa. ...
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commento di Enzo Bianchi
Nella
prima domenica di Quaresima abbiamo contemplato Gesù nella sua
condizione umana, tentato dal demonio nel deserto e durante la sua vita
(cf. Lc 4,1-13). In questa seconda domenica il vangelo che ci viene
donato, quello della trasfigurazione di Gesù, ci porta a confessare che
in quella sua carne mortale spogliata delle sue prerogative divine,
perché volontariamente e liberamente egli “aveva svuotato se stesso
assumendo la condizione di uomo e di schiavo” (Fil 2,7), la sua
identità profonda restava quella di Figlio di Dio e il suo destino era
la gloria divina (cf. Fil 2,9-11). ...
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di Alberto Maggi
Ogniqualvolta Gesù tenta di liberare le persone subito appaiono coloro che sono contro questo processo
di liberazione. È quanto emerge nel capitolo 13 di Luca - è un episodio che ha soltanto questo evangelista
– i primi 9 versetti.
Scrive l’evangelista: “In quello stesso tempo”. Quale tempo? Gesù aveva detto alla folla: “Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?” Gesù cerca di emancipare il popolo dall’influsso e dalla dottrina degli scribi, dei farisei. Sono le autorità religiose che determinano quello che la gente deve credere e come deve credere, cosa deve praticare. ...
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Il
Vangelo di questa terza domenica di Quaresima (cfr Lc 13,1-9) ci parla
della misericordia di Dio e della nostra conversione. Gesù racconta la
parabola del fico sterile. Un uomo ha piantato un fico nella
propria vigna, e con tanta fiducia ogni estate va a cercare i suoi
frutti ma non ne trova, perché quell’albero è sterile. Spinto da quella
delusione ripetutasi per ben tre anni, pensa dunque di tagliare il
fico, per piantarne un altro. Chiama allora il contadino che sta nella
vigna e gli esprime la sua insoddisfazione, intimandogli di tagliare
l’albero, così che non sfrutti inutilmente il terreno. Ma il vignaiolo
chiede al padrone di avere pazienza e gli domanda una proroga di un
anno, durante il quale egli stesso si preoccuperà di riservare una cura
più attenta e delicata al fico, per stimolare la sua produttività.
Questa è la parabola. Che cosa rappresenta questa parabola? Cosa
rappresentano i personaggi di questa parabola?
Il padrone raffigura Dio Padre e il vignaiolo è immagine di Gesù, mentre il fico è simbolo dell’umanità indifferente e arida. ... <><><><><><><><><><><> |
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III
Domenica di Quaresima Es 3,1-8a.13-15 Sal 102 1Cor 10,1-6.10-12 Lc 13,1-9 |
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Dopo
aver contemplato il Cristo provato e trasfigurato, la liturgia con il
vangelo di questa domenica ci pone davanti alla nostra responsabilità
di credenti: o intraprendere un cammino serio di conversione o
cadere in uno stato di “morte esistenziale”, di sterilità e
aridità (Lc 13,1-9). Dopo aver contemplato Cristo, colui che non
si è lasciato sedurre dal male e colui che comunica nella sua umanità
la Luce irradiante del Padre, non possiamo rimanere gli stessi di prima.
Ma dove ascoltare l’appello alla conversione? <><><><><><><><><><><> |
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Lascia il fico per un altro anno commento di Enzo Bianchi
Dopo
le prime due domeniche di Quaresima, che fanno sempre memoria delle
tentazioni di Gesù nel deserto e della sua trasfigurazione sul monte,
la chiesa ci fa percorrere un itinerario diverso in ogni ciclo.
Quest’anno (ciclo C), seguendo il vangelo secondo Luca, il tema
dominante nei brani evangelici è quello della misericordia-conversione,
cammino da rinnovarsi soprattutto nel tempo di preparazione alla Pasqua.
Questa pagina contiene due messaggi: il primo sulla conversione, il secondo sulla misericordia di Dio. ...
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Quell'invito a cambiare rotta su ogni fronte commento di p. Ermes Ronchi
Che
colpa avevano i diciotto morti sotto il crollo della torre di Siloe? E
quelli colpiti da un terremoto, da un atto di terrorismo, da una
malattia sono forse castigati da Dio? La risposta di Gesù è netta: non
è Dio che fa cadere torri o aerei, non è la mano di Dio che architetta
sventure. Ricordiamo l'episodio del "cieco nato": chi ha peccato, lui o
i suoi genitori, perché nascesse così? Gesù allontana subito,
immediatamente, questa visione: né lui, né i suoi genitori. Non è
il
peccato il perno della storia, l'asse attorno al quale ruota il mondo.
Dio non spreca la sua eternità e potenza in castighi, lotta con noi
contro ogni male, lui è mano viva che fa ripartire la vita. Infatti
aggiunge: Se non vi convertirete, perirete tutti. Conversione è
l'inversione di rotta della nave che, se continua così, va diritta
sugli scogli.
Non
serve fare la conta dei buoni e dei cattivi, bisogna riconoscere che è
tutto un mondo che deve cambiare direzione: nelle relazioni, nella
politica, nella economia, nella ecologia. Mai come oggi sentiamo
attuale questo appello accorato di Gesù. Mai come oggi capiamo che
tutto nel Creato è in stretta connessione ...
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di Santino Coppolino
Il cap.13 del
Vangelo di Luca è costituito dalle Parabole del Regno che hanno come
inclusione due episodi aventi come tema comune la
morte (13,1-5.31-35).
I due fatti di cronaca descritti nel nostro brano richiamano con forza
ciò che maggiormente scuote la fede dei cristiani: la morte provocata
dalla violenza dell'uomo e quella prodotta dai disastri
naturali: <<Quale fiducia possiamo avere in Dio, se anche
gli innocenti patiscono sofferenza?>>(cit.).
Gesù non ci offre una spiegazione, ma ci invita a leggere questi
avvenimenti ad un livello differente, più profondo, in termini di
perdizione e di salvezza. Il Signore ci esorta ad andare alla radice
del nostro cuore, a saper discernere qual è la mentalità che
sovraintende la nostra vita: è quella del Regno oppure quella del
divisore? ...
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di Alberto Maggi
Gesù ha annunziato ai suoi discepoli che a Gerusalemme sarà messo a morte. Naturalmente questo
provoca le rimostranze, provoca delusione.
Ecco allora questo brano, è il capitolo 9 dell’evangelista Luca dal versetto 28. E’ importante la localizzazione,
l’indicazione temporale. Infatti scrive l’evangelista “Circa otto giorni dopo questi discorsi”, cioè dopo che Gesù
ha annunziato la sua morte.
Perché il numero otto? E’ tipico degli evangelisti mai accennare alla morte di Gesù senza dare un’indicazione
anche della sua risurrezione. L’ottavo giorno è il giorno della risurrezione di Gesù. Allora Gesù ora mostra quali
sono gli effetti della persona che passa attraverso la morte. Non sono di distruzione, di annientamento, ma di
potenziamento. ...
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«La Trasfigurazione è uno squarcio di cielo sulla terra. In questa Quaresima, saliamo anche noi sul monte con Gesù! »
In
questa seconda domenica di Quaresima, la liturgia ci fa contemplare
l’evento della Trasfigurazione, nel quale Gesù concede ai discepoli
Pietro, Giacomo e Giovanni di pregustare la gloria della Risurrezione:
uno squarcio di cielo sulla terra.L’evangelista Luca (cfr 9,28-36) ci
mostra Gesù trasfigurato sul monte, che è il luogo della luce, simbolo
affascinante della singolare esperienza riservata ai tre discepoli.
Essi salgono col Maestro sulla montagna, lo vedono immergersi in
preghiera, e a un certo punto «il suo volto cambiò d’aspetto» (v. 29).
Abituati a vederlo quotidianamente nella semplice sembianza della sua
umanità, di fronte a quel nuovo splendore, che avvolge anche tutta la
sua persona, rimangono stupiti. E accanto a Gesù appaiono Mosè ed Elia,
che parlano con Lui del suo prossimo “esodo”, cioè della sua Pasqua di
morte e risurrezione. È un anticipo della Pasqua. ...
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IV
Domenica di Quaresima
Gs 5,9a.10-12 Sal 33 2Cor 5,17-21 Lc 15,1-3.11-32 |
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Dopo
l’invito pressante alla conversione del vangelo di domenica scorsa,
comprendiamo, con il vangelo di questa domenica, verso dove ci conduce
la conversione, qual è l’approdo del cambiamento del nostro stile di
vita: volgere lo sguardo verso il Padre per diventare, come Lui,
compassionevoli e misericordiosi (Lc 15, 1-3.11-32).
Già altrove nel vangelo di Luca, e precisamente nel contesto delle Beatitudini, Gesù ci ricorda l’impegno di vita a diventare «misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36): qui misericordia esprime la capacità di mostrare gratuità e benevolenza verso chi si trova nel bisogno. E narrando la parabola del Samaritano, Gesù, in Lc 10,33.37, invita ad imitare l’atteggiamento compassionevole di costui che, gratuitamente, si è preso cura dell’uomo lasciato mezzo morto sulla strada. La compassione e la misericordia sono due atteggiamenti paterni e materni che declinano l’amore ed esprimono gratuità e accoglienza. .... <><><><><><><><><><><> |
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commento di Enzo Bianchi
L’itinerario
quaresimale che in questo anno liturgico C compiamo attraverso
l’ascolto del vangelo secondo Luca è tutto teso all’annuncio della
nostra conversione e della misericordia di Dio, che suscita in noi la
conversione attraendoci verso “Dio” stesso, che “è amore” (1Gv 4,8.16).
Di questa misericordia infinita si fa interprete Gesù con azioni,
comportamenti, parole e parabole suscitate alcune volte da quanti non
sono giunti a tale conoscenza di Dio, preferendo fermarsi al culto, ai
sacrifici, alla liturgia come mezzi per avvicinarsi a lui (cf. Os 6,6).
Eccoci così all’inizio del capitolo 15, dove Luca racconta che i pubblicani, cioè coloro che erano manifestamente peccatori, gente perduta, venivano ad ascoltare Gesù. Perché costoro erano attirati da Gesù, mentre fuggivano dai sacerdoti e dai fedeli zelanti? ...
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Non importa perché torni. A Dio basta il primo passo commento di p. Ermes Ronchi
La parabola più bella, in quattro sequenze narrative. Prima scena. Un padre aveva due figli. ... Secondo quadro. Quello che il giovane inizia è il viaggio della libertà, ma le sue scelte si rivelano come scelte senza salvezza («sperperò le sue sostanze vivendo in modo dissoluto»). ... Terza sequenza. Ora l'azione diventa incalzante. Il padre, che è attesa eternamente aperta, «lo vede che era ancora lontano», e mentre il figlio cammina, lui corre. ... Ultima scena. Lo sguardo ora lascia la casa in festa e si posa su di un terzo personaggio che si avvicina, di ritorno dal lavoro. ...E il padre, che cerca figli e non servi, fratelli e non rivali, lo prega con dolcezza di entrare: è in tavola la vita. Il finale è aperto: capirà? Aperto sull'offerta mai revocata di Dio.
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di Santino Coppolino
Gesù
ha appena posto tre condizioni molto dure per la sequela: libertà da
ogni vincolo anche da quelli familiari, libertà da se stessi fino a
perdere la reputazione e la vita (la croce); libertà dall'idolatria del
denaro e dai beni (14, 25-35). Nonostante la durezza e le
evidenti difficoltà di queste condizioni, pubblicani e peccatori si
accostano a Gesù, lo ascoltano volentieri e sono da lui accolti, mentre
scribi e farisei, i pii e zelanti custodi della dottrina ebraica
educati alla logica delle virtù e del merito, mormorano. Proprio per
stigmatizzare il loro comportamento, Gesù narra le tre parabole della
misericordia: la pecora perduta, la dracma smarrita e la parabola
del figlio prodigo o del padre misericordioso. Si tratta di un trittico
di parabole, ma in realtà la parabola è una sola. ...
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di Alberto Maggi
Mentre scribi e farisei avevano l’ambizione di portare il popolo verso Dio, e quindi portarlo attraverso
l’osservanza di regole, precetti religiosi, Gesù sceglie una strada diversa. Lui non vuole portare gli uomini
verso Dio, perché sa che se si vuole portare gli uomini verso Dio inevitabilmente qualcuno rimane indietro
e qualcuno rimane escluso, ma Gesù porta Dio verso gli uomini e Dio verso gli uomini si porta attraverso
una sola maniera: la comunicazione della sua misericordia e della sua compassione.
Ma proprio scribi e farisei, queste persone tanto pie e tanto devote, anziché essere contenti e collaborare
con Gesù nella sua azione, gli sono contrari. ...
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V
Domenica di Quaresima
Is 43,16-21 Sal 125 Fil 3,8-14 Gv 8,1-11 |
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Con
il vangelo di questa domenica (Gv 8,1-11) l’itinerario della quaresima
ci offre ancora una volta l’opportunità di confrontarci con
la Misericordia di Dio e la conseguente gratuità del suo perdono,
affinché anche noi impariamo ad essere misericordiosi e a perdonare
gratuitamente. Il
contesto che precede la pagina evangelica (cf. Gv 7) riguarda la festa
ebraica delle capanne (cf. Lv 2334-43), una delle grandi feste di
pellegrinaggio al Tempio, dove si fa memoria del cammino del popolo di
Dio nel deserto e del dono della Legge, della Torah, che è Acqua viva
che disseta e Luce che illumina il cammino (cf. Gv 8,12). È nel
contesto di questa festa che sorgono discussioni sull’origine e
l’identità di Gesù, e la pagina dell’incontro con l’adultera mostra
che in Gesù si manifesta la Misericordia e il perdono gratuito di
Dio, poiché Lui è la Luce che illumina le nostre tenebre, i
“lati più oscuri” della nostra esistenza; in Gv 7,37-39 si era già
affermato che Lui è l’Acqua della Parola di Dio che disseta e
nel contempo – senza nessuna opposizione e contraddizione – è l’Acqua
dello Spirito di Dio che comunica la sua Sapienza e dona la
capacità di discernere la volontà di Dio.
....
<><><><><><><><><><><> Nessuna condanna, solo misericordia commento di Enzo Bianchi
L’itinerario
quaresimale all’insegna dell’annuncio della misericordia di Dio narrata
da Gesù conosce un vero e proprio vertice nel brano evangelico di
questa domenica: il testo dell’incontro tra Gesù e la donna sorpresa in
adulterio. Questa pagina ha conosciuto una sorte particolarissima, che
attesta il suo carattere “scandaloso”: è assente nei manoscritti più
antichi, è ignorato dai padri latini fino al IV secolo e non è
commentato dai padri greci del primo millennio. Al termine di un lungo
e travagliato migrare questo testo è stato inserito nel vangelo secondo
Giovanni, prima del v. 15 del capitolo 8, in cui è riportata una parola
di Gesù che sembra giustificare tale collocazione: “Voi giudicate
secondo la carne, io non giudico nessuno”. Va detto che il nostro brano
presenta somiglianze con il vangelo secondo Luca, quello più attento
all’insegnamento di Gesù sulla misericordia, e potrebbe essere
agevolmente collocato dopo Lc 21,37-38: “Durante il giorno Gesù
insegnava nel tempio; la notte, usciva e pernottava all’aperto sul
monte detto degli Ulivi. E tutto il popolo, al mattino, andava da lui
nel tempio per ascoltarlo”. Noi però, in obbedienza al canone delle
Scritture, lo leggiamo dove la redazione finale lo ha posto, nel
contesto di una discussione sul rapporto tra Legge e peccato. ...
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Il Signore apre le porte delle nostre prigioni commento di p. Ermes Ronchi
Una
trappola ben congegnata: «che si schieri, il maestro, o contro Dio o
contro l'uomo». Gli condussero una donna... e la posero in
mezzo. Donna senza nome, che per scribi e farisei non è una
persona, è il suo peccato; anzi è una cosa, che si prende, si porta, si
mette di qua o di là, dove a loro va bene. Si può anche mettere a
morte. Sono funzionari del sacro, diventati fondamentalisti di un
Dio terribilmente sbagliato. «Maestro,
secondo te, è giusto uccidere...?». Quella donna ha sbagliato, ma la
sua uccisione sarebbe ben più grave del peccato che vogliono punire.
...
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di Santino Coppolino
Brano
controverso, rifiutato o addirittura tolto dai codici più antichi,
almeno fino al terzo secolo, ha trovato ospitalità solo nel V secolo nel
Vangelo di Giovanni. In realtà il brano è di Luca, per grammatica,
stile e tematica. Ignorato dai Padri greci, è il testo evangelico più
commentato dai Padri latini. Sono undici pericolosi versetti che
mettono in crisi le prime comunità cristiane che non comprendono e non
accettano il comportamento di Gesù. Il vero imputato di questo brano
non è la donna, bensì Gesù; l'adultera è soltanto l'esca per trovare un
motivo per condannarlo.
Il perdono concesso alla donna senza nemmeno pretenderne il pentimento è assolutamente intollerabile poiché mette a rischio l'assoluto dominio dell'uomo sulla donna (non vi è infatti traccia dell'adultero che avrebbe dovuto subire la stessa sorte della donna) e la sempre fragile stabilità coniugale. Il tema della misericordia, fondamentale e già presente nella Torah, in Gesù raggiunge la sua più alta espressione e questa pagina di Vangelo ci permette di entrare, in modo semplice e profondo, nel grande mistero della misericordia di Dio. ...
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di Alberto Maggi Nel vangelo di Luca ci sono undici versetti che, per molto tempo, nessuna comunità cristiana voleva al suo
interno. Ai primi tempi i vangeli non erano riuniti. Ogni comunità aveva il suo vangelo e lo trasmetteva
alle altre comunità. Ebbene, quando in una comunità arrivava il vangelo di Luca venivano tolti questi
undici versetti.
Sono i versetti che poi hanno trovato alloggio e ospitalità nel vangelo di Giovanni, al capitolo otto, dal
primo versetto all’undicesimo. In realtà se togliessimo questo brano dal vangelo di Giovanni e lo
inserissimo al suo posto originario, nel capitolo 21 dopo il versetto 38 del vangelo di Luca, vedremmo che
era quello il suo contesto.
Ma come mai nessuna comunità ha voluto questo brano, addirittura per un secolo, e per cinque secoli
questo brano di vangelo non è apparso nella liturgia e fino al 900, quindi sono passati tanti anni, non è
stato commentato dai padri di lingua greca? Ebbene, abbiamo la testimonianza preziosa di S. Agostino ...
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La
preghiera di Colletta della Messa della Domenica di Passione (o delle
Palme) così si rivolge a Dio: «Dio onnipotente ed eterno, che hai dato
come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto
uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre
presente il grande insegnamento della sua passione, per partecipare
alla gloria della risurrezione». E la seconda lettura (Fil 2,6-11) – un
inno della chiesa primitiva al Cristo umile – così canta nei primi due
versetti: «Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non
ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo
una condizione di servo, diventando simile agli uomini».
È significativo che la Grande Settimana o Settimana Santa – la Settimana che ci fa rivivere il Mistero Pasquale, mistero centrale della vita cristiana – si apre con la contemplazione del Cristo umile e povero, ingiustamente condannato, ma che Dio ha innalzato come Risorto. Gesù appartiene a quella grande schiera di umili e di poveri della storia che sono perseguitati e patiscono l’ingiustizia. Dalla Domenica di Passione fino alla Domenica di Resurrezione, tutta la Grande Settimana è attraversata dal filo d’oro (non certo l’unico) della povertà di Cristo e, di riflesso, della povertà della sua Chiesa. Seguiamone l’intreccio. ....
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Verso la Pasqua guidati dal Cardinale Martini |
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Che cos’è la Pasqua? ...
Giustamente la Pasqua è il contenuto stesso della fede cristiana, è il cuore della vita della Chiesa, perché ci dice chi è Dio, chi è Gesù Cristo, chi siamo noi. È la gloriosa manifestazione di un Dio amante della vita, che vuole la vita e non la morte, di un Dio che anche dalla morte fa scaturire la vita. La Pasqua rivela chi è Gesù di Nazaret, il Cristo Figlio unico del Padre; proclama che in lui, morto e risorto, converge la storia di Israele e la storia dell’umanità. La Pasqua fa scoprire chi è l’uomo, chi siamo noi, chiamati a risorgere con Gesù, a superare con lui il dramma della morte, per essere con lui nella vita per sempre. La Pasqua è il nodo risolutivo, il perno attorno a cui gira tutto il piano di Dio riguardante l’uomo e il cosmo; è il centro a cui tutto guarda e da cui tutto riparte. La liturgia della Chiesa vive la Pasqua nell’arco di un’intera settimana: essa inizia con la Domenica cosiddetta delle Palme, quando si acclama Cristo quale vincitore e re e ha il suo momento forte nel Triduo del giovedì, venerdì, sabato e domenica di risurrezione.
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È molto importante osservare che Gesù entra in Gerusalemme come un uomo
libero, disteso, sciolto, sereno. Libero perché non ha condizionamenti
umani, non teme nessuno, nemmeno la morte; la sua è quella sovrana
libertà che tutti vorremmo avere. Essere liberi di essere davvero ciò
che siamo, nella verità di noi stessi: non avere paura per ciò che
altri possono dire o fare di noi. Soltanto un’esistenza libera è capace
di amare, di dedicarsi e di donarsi. Il mistero di Gesù che si va
svelando, mistero di umiltà, di sofferenza e poi di gloria, è anche il
mistero della nostra vita, se lo accogliamo e quindi lo sperimentiamo a
poco a poco. ...
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... La
Passione del Signore ci insegna non solo ad accorgerci anche di chi
soffre, non solo a soccorrerlo, ma anche ad uscire dalla logica della
violenza che sembra perpetuarsi nel cuore dell’uomo e della storia
dell’umanità.
Un gesto di perdono e di preghiera come quello di Cristo morente e che altri ai nostri giorni cercano di rendere vivo ed operante, è una buona novella che ci aiuta a credere che il mistero del Venerdì Santo conosce ancora e sempre l’alba del giorno di Pasqua e che il Cristo non vuole aver oggi altre mani che le nostre per avere cura dei nostri fratelli.
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... Nei
giorni che ci avvicinano alla Pasqua, la Chiesa compie certamente un
grande lavoro di formazione della coscienza, in quanto invita ciascuno
a guardare la coscienza di Cristo, che è la più alta realizzazione
dell’interiorità, della coerenza di una morte, della chiarezza dei
fini, dell’ampiezza di visione umana e divina dei destini dell’uomo. La
coscienza di Gesù è la più limpida, la più leale, fino al sacrificio
della vita; è quella nella quale il mistero di Dio, dell’amore di Dio
si traduce in linguaggio umano in maniera inequivocabile.
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... Dopo
il brano del Libro di Tobia, è interessante vedere un brano del vangelo
secondo Giovanni che, di fatto, precede quello dell’entrata di Gesù in
Gerusalemme, acclamato dalla folla. La liturgia però lo fa leggere nei
giorni successivi alla Domenica delle Palme, perché esprime la forte
decisione di uccidere Gesù...
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...
Per
noi cristiani è fondamentale capire che il “sì” totale e fedele di Gesù
al Padre e agli uomini, che celebriamo nell’Eucaristia, significa il
nostro “sì” al Padre e il nostro “sì” a tutti i fratelli e le sorelle,
compresi coloro che ci criticano, non ci accettano, ci disprezzano, si
oppongono a noi. L’Eucaristia sarebbe un segno vuoto se in noi non
si trasformasse in forza di amore per gli altri, perché le
parole: «Fate questo in memoria di me», non sono magiche.
Pronunciandole, Gesù ci chiede di donare corpo e sangue, di
offrire la nostra vita per tutti, di consegnarci. E consegnarsi
vuol dire avere una mentalità nuova, che prende il posto della
vecchia mentalità propria di chi pensa soltanto a se stesso senza
occuparsi degli altri.
Per
questo la «cena del Signore» che la Chiesa celebra ogni giorno, non
tollera di essere messa a servizio di interessi mondani, ma esige un
cuore indiviso dal momento che è destinata a formare nel tempo un unico
corpo di Cristo. Essa deve accettare e assecondare l’agire
misericordioso di Dio. Spesso, troppo spesso, ci avviciniamo
all’Eucaristia senza la seria volontà di interrogarci lealmente sul
senso della nostra vita...
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... Il messaggio di Gesù crocifisso è molto chiaro. Dio,
che avrebbe potuto annientare il male annientando tutti i malvagi,
preferisce entrare in esso con la carne del suo Figlio, in Gesù,
proclamando il perdono e il ritorno e subendo su di sé le conseguenze
del male per redimerlo nella propria carne crocifissa. E' la legge
della croce, il principio secondo cui il male non viene eliminato, ma
trasformato in bene sull’esempio e per la forza della morte di Cristo.
In questo modo la croce diviene la suprema legge dell’amore e chi vuol far parte del cammino di rigenerazione inaugurato da Gesù deve entrare nel male del mondo per trame il bene della fede, della speranza, della carità, dell’amore per i nemici. La legge della croce è formidabile, ha un’efficacia sovrana nel regno dello spirito ed è applicabile a tutte le vicende umane; è il mistero del regno di Dio, è il mistero del Vangelo. Non è una legge accettabile dalla semplice intelligenza umana naturale, non la si può dimostrare prescindendo da Cristo. L’intelligenza umana naturale la rifiuta, non riesce a coglierla fino a quando non si è decisa per la fede. Tuttavia il Signore crocifisso è centro di attrazione per ogni uomo e donna che viene in questo mondo, centro di attrazione per la storia, centro di attrazione per tutte le religioni del mondo. ...
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La Risurrezione di Gesù "Lanuova azione di Gesù nel mondo"
Meditazione del card. Carlo Maria Martini Allo
straziante grido di derelizione risuonato sulla bocca di Gesù in croce
– «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?» -, grido che riassume
tutte le situazioni di afflizione dell’umanità, risponde nella notte
del sabato santo e nel giorno di Pasqua, un gioioso grido di fede e di
speranza: Cristo è risorto! Di fede perché annuncia ciò che per sempre
è accaduto in Cristo; di speranza perché annuncia ciò che attende tutti
gli uomini e le donne della terra quando lo vedranno risorto nella
pienezza della sua sfolgorante gloria. ...
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Domenica
delle Palme
Commemorazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme Lc 19,28-40 Is 50,40-7 Sal 21 Fil 2,6-11 Lc 22,14-23,56 |
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commento di Enzo Bianchi
I
vangeli ci consegnano quattro racconti della passione di Gesù,
narrazioni che si accordano sullo svolgimento dei fatti ma ci appaiono
anche differenti tra loro. Nel racconto di Luca, proclamato quest’anno
nella liturgia, vi sono episodi assenti dagli altri vangeli e vengono
registrati particolari eloquenti, che contribuiscono a presentarci
un Christus patiens con caratteristiche che il terzo
evangelista vuole mettere in evidenza per i lettori della sua opera. ...
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Fattosi carne il Verbo ora entra anche nella morte commento di p. Ermes Ronchi
Inizia
con la Domenica delle Palme la settimana suprema della storia e della
fede. In quei giorni che diciamo «santi» è nato il cristianesimo, è
nato dallo scandalo e dalla follia della croce.
...
Gesù entra nella morte, come è entrato nella carne, perché nella morte entra ogni carne: per amore, per essere con noi e come noi. E la attraversa, raccogliendoci tutti dalle lontananze più perdute, e a Pasqua ci prende dentro il vortice del suo risorgere, ci trascina con sé in alto, nella potenza della risurrezione.
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di Santino Coppolino
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Da sempre e per sempre Gesù è il Veniente, colui che mostra se stesso
al mondo in povertà, mitezza e umiltà. Per questo subisce il rifiuto
degli uomini. In un mondo dominato dal potere del denaro e dalla
violenza delle armi, un Messia che manifesta la sua gloria nella
piccolezza spezzando la sua vita nel servizio agli ultimi, agli scarti
dell'umanità, genera solo rigetto, l'espulsione, come un organismo
rifiuta ed espelle da sé un corpo estraneo.
La nostra salvezza starà nell'accogliere nella vita 'colui che viene', la nostra fede nell'accettarlo così come egli è: umile, povero e indifeso, perché solo così, e non in altro modo, egli stabilisce il Regno. ...
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di Alberto Maggi
Nella domenica delle Palme la chiesa ci presenta nella liturgia l’ingresso di Gesù a Gerusalemme secondo
il vangelo di Luca capitolo 19, dai versetti 28 al 40. Per comprendere quello che l’evangelista ci scrive
dobbiamo tener presente la profezia nel libro del profeta Zaccaria, capitolo 9 versetto 9.
Leggiamo questa profezia che ci fa comprendere quanto poi l’evangelista svilupperà. Esulta
grandemente figlia di Sion, cioè Gerusalemme, ma indica anche tutto il popolo, giubila figlia di
Gerusalemme. Ecco a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso.
E fino a qui era l’attesa del re, del messia, del liberatore di Israele, ma poi Zaccaria presenta una novità,
un’immagine clamorosa. Umile cavalca un asino, un puledro figlio d’asina. ...
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riflessione di Alberto Maggi
...
Eppure Gesù fu accolto da entusiastiche grida di giubilo al suo
ingresso a Gerusalemme. È vero, ma solo perché la folla aveva sbagliato
persona. Per
il suo trionfale ingresso nella Città Santa, Gesù non ha scelto una
cavalcatura regale come era la mula, adoperata dai re, o un destriero,
ma un asinello, il normale mezzo di locomozione della gente comune. Ma
agli occhi attenti delle autorità religiose non è sfuggita la portata
profetica del gesto di Gesù, che con la sua scelta attualizzava la
profezia di Zaccaria secondo la quale l’atteso Messia sarebbe giunto a
Gerusalemme cavalcando un asinello, in segno di non bellicosità
(“L’arco di guerra sarà spezzato, annunzierà la pace alle genti”, Zc
9,10). Ma la folla non capisce, attende un Messia potente, per questo
stende i propri mantelli sulla strada, come segno di sottomissione al
re, e grida “Osanna al figlio di Davide!” (Mt 21,9). Ecco chi
attendono: il figlio di Davide, ovvero un Messia che assomigli al re
che con la violenza riuscì a riunire le tribù d’Israele e inaugurare il
suo grande e potente regno. Questo regno era costato un bagno di
sangue, al punto che quando Davide volle costruire un Tempio al suo
Signore, questi lo rifiutò con le parole: “Non costruirai il Tempio al
mio nome, perché hai versato troppo sangue sulla terra davanti a me”, 1
Cr 22,8). ...
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di p. Alberto Neglia
Abbiamo ascoltato il racconto che fa Luca della passione e della morte del Signore Gesù ... Gesù
non ha amato la croce ... però vuole portare a compimento un progetto
d'amore, Gesù non si tira indietro e resta fedele, vive nell'amore
tutto perché vuole indicare a noi che possiamo stare in questo mondo e
continuare a perseverare e vivere nell'amore suo, animati da Lui,
accompagnati da Lui, perché da soli non ce la facciamo ... nell'amore
si vince la morte, qualsiasi tipo di odio ... Lasciamoci
coinvolgere, non facciamo che sia solo una liturgia, una devozione
quello che facciamo in questi giorni, ma siano giorni in cui ci
lasciamo prendere il cuore da Dio che si fa presente in Cristo Gesù e
che ci vuole coinvolgere pur nella nostra fragilità ... Lasciamoci
guardare da Gesù, lasciamoci abbracciare e chiediamo a Lui che ci dia
la gioia, a noi, oggi, di essere fedeli nell'amore a Dio ed ai fratelli
anche quando ci costa, perché l'amore vero, nella pura gratuità a volte
costa, è faticoso, però non siamo soli ... Se
animati da Lui riusciamo anche noi a fare dono di un gesto d'amore
anche a chi non ci comprende, a chi ci tratta male, piano piano
apriremo varchi nuovi, una storia nuova, una risurrezione per noi
stessi e per i fratelli che ci stanno accanto ...
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di don Renato Sacco
...
Guarda caro asino, non ti nascondo la tentazione che vorrei anch’io
fare come te: andarmene lontano. Non sopporto più certe parole di odio
e di morte. La violenza nelle parole che si trasforma in gesti. Il
razzismo che diventa quasi accettato. La leggerezza e serenità
nell’augurare la morte a chiunque. Anche oggi sarebbe il caso di fare i
nomi di tanti potenti che giocano sulla pelle dei più poveri, dei
poveri cristi. Ci costruiscono il loro potere, ci fanno la campagna
elettorale. E vai con armi, pistole, bombe, aerei da guerra. Tutto in
nome della sicurezza. Rischiamo di non saper più piangere davanti ad
una tragedia dove le persone, in carne ed ossa, muoiono davvero. ...
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Giovedì
Santo
Is 61,1-3.6.8-9 Sal 88 Ap 1,5-8 Lc 4,16-21 |
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di p. Heinrich Pfeiffer
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Guarda caro asino, non ti nascondo la tentazione che vorrei anch’io
fare come te: andarmene lontano. Non sopporto più certe parole di odio
e di morte. La violenza nelle parole che si trasforma in gesti. Il
razzismo che diventa quasi accettato. La leggerezza e serenità
nell’augurare la morte a chiunque. Anche oggi sarebbe il caso di fare i
nomi di tanti potenti che giocano sulla pelle dei più poveri, dei
poveri cristi. Ci costruiscono il loro potere, ci fanno la campagna
elettorale. E vai con armi, pistole, bombe, aerei da guerra. Tutto in
nome della sicurezza. Rischiamo di non saper più piangere davanti ad
una tragedia dove le persone, in carne ed ossa, muoiono davvero. ...
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Papa Francesco
Il
Vangelo di Luca che abbiamo appena ascoltato ci fa rivivere l’emozione
di quel momento in cui il Signore fa sua la profezia di Isaia,
leggendola solennemente in mezzo alla sua gente. La sinagoga di Nazaret
era piena di parenti, vicini, conoscenti, amici... e non troppo amici.
E tutti tenevano gli occhi fissi su di Lui. La Chiesa tiene sempre gli
occhi fissi su Gesù, l’Unto che lo Spirito invia per ungere il popolo di Dio. ...
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... Abbiamo
sentito cosa ha fatto Gesù. È interessante. Dice il Vangelo: “Sapendo
Gesù che il Padre aveva dato tutto nelle sue mani”, ossia Gesù aveva
tutto il potere, tutto. E poi, incomincia a fare questo gesto di lavare
i piedi. È un gesto che facevano gli schiavi in quel tempo, perché non
c’era l’asfalto nelle strade e la gente, quando arrivava, aveva la
polvere sui piedi; quando arrivava in una casa per una visita o per
pranzo, c’erano gli schiavi che lavavano i piedi. E Gesù fa questo
gesto: lava i piedi. Fa un gesto da schiavo: Lui, che aveva tutto il
potere, Lui, che era il Signore, fa il gesto da schiavo. E poi
consiglia a tutti: “Fate questo gesto anche tra di voi”. Cioè servitevi
l’uno l’altro, siate fratelli nel servizio, non nell’ambizione, come di
chi domina l’altro o di chi calpesta l’altro no, siate fratelli nel
servizio. Tu hai bisogno di qualcosa, di un servizio? Io te lo faccio.
Questa è la fraternità. La fraternità è umile, sempre: è al servizio. E
io farò questo gesto – la Chiesa vuole che il Vescovo lo faccia tutti
gli anni, una volta l’anno, almeno il Giovedì Santo – per imitare il
gesto di Gesù e anche per fare bene con l’esempio anche a se stesso,
perché il Vescovo non è il più importante, ma deve essere il più
servitore. E ognuno di noi deve essere servitore degli altri. ...
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Venerdì
Santo
Is 52,13-53,12 Sal 30 Eb 4,14-16; 5,7-9 Gv 18,1-19,42 |
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Presieduta da Papa Francesco al Colosseo Testi delle meditazioni di suor Eugenia Bonetti
Sono
ormai trascorsi quaranta giorni da quando, con l’imposizione delle
ceneri, abbiamo iniziato il cammino quaresimale. Oggi abbiamo rivissuto
le ultime ore della vita terrena del Signore Gesù fino a quando,
sospeso sulla croce, gridò il suo ”consummatum est”, ”tutto è
compiuto”. Raccolti in questo luogo, nel quale migliaia di persone
hanno subito in passato il martirio per essere rimasti fedeli a Cristo,
vogliamo ora percorrere questa “via dolorosa” insieme a tutti i poveri,
agli esclusi dalla società e ai nuovi crocifissi della storia di oggi,
vittime delle nostre chiusure, dei poteri e delle legislazioni, della
cecità e dell’egoismo, ma soprattutto del nostro cuore indurito
dall’indifferenza. Una malattia quest’ultima di cui anche noi cristiani
soffriamo. Possa la Croce di Cristo, strumento di morte ma anche di
vita nuova, che tiene uniti in un abbraccio terra e cielo, nord e sud,
est e ovest, illuminare le coscienze dei cittadini, della Chiesa, dei
legislatori e di tutti coloro che si professano seguaci di Cristo,
affinché giunga a tutti la Buona Notizia della redenzione. ...
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di p. Gregorio Battaglia
...
Questa è l'ora di Gesù, questa è l'ora della sua gloria, è l'ora in cui
ci viene svelato pienamente non solo il suo mistero, ma è la nostra
storia che riceve questa illuminazione, la nostra storia che comunque è
una storia tenebrosa ...
Oggi penso al cuore che si va chiudendo sia nel nostro Paese,ma dappertutto, l'Europa è percorsa da fremiti di paura, di odio, di chiusura in una specie di isolamento... che umanità è? Davvero le tenebre stanno conquistando spazio dentro di noi ... L'abbiamo sentito nella prima lettura:
Lui porta su di sé tutta la nostra incapacità di impostare la vita
su binari che costruiscono la vita, che amano la vita, noi preferiamo
la scorciatoia: chi mi impedisce di costruire qualcosa di buono va
eliminato, ma questo non è il disegno di Dio. Il disegno del Padre per
Gesù è un altro, è quello di raccogliere ogni caduto, ogni sviato, ogni
criminale, nessuno è escluso dallo sguardo di Dio e per questo ne paga
il prezzo portando su di sé la violenza degli uomini, di ogni uomo ...
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di Enzo Bianchi
Il
sabato santo, o grande sabato, è il giorno “frammezzo”, perché sta tra
il giorno della morte di Gesù e quello della sua resurrezione. È un
giorno unico nel ritmo liturgico, un giorno di silenzio e di attesa,
che non sta solo nella settimana santa ma diventa un’ora, un tempo, a
volte una stagione nella vita del cristiano. ...
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di Don Tonino Bello
Ci
sono, a volte, degli attimi così densi di mistero, che si ha
1’impressione di averli già sperimentati in altre stagioni della vita.
E ci sono degli attimi così gonfi di presentimenti, che vengono vissuti
come anticipazioni di beatitudini future.
Nel giorno del Sabato santo, di questi attimi, ce n’è più di qualcuno. E come se cadessero all’improvviso gli argini che comprimono il presente. L’anima, allora, si dilata negli spazi retrostanti delle memorie. Oppure, allungandosi in avanti, giunge a lambire le sponde dell’eterno rubandone i segreti, in rapidi acconti di felicità. ...
<><><><><><><><><><><>
di Alessandro D'Avenia Il
Sabato Santo è il giorno più femminile dell’anno, perché è il giorno
dell’attesa. Solo la donna sa cosa vuol dire attendere, perché porta in
grembo la vita per nove mesi e la si dice per questo in dolce attesa.
Attesa e attenzione hanno la stessa radice, per questo le donne sono
attente ai dettagli sino a rischiare di perdersi in essi, perché ogni
talento ha la sua ombra. Solo la donna sa cosa vuol dire tessere la
vita, prendersene cura e donarla al mondo. Solo la donna conosce questo
accadere in lei e ne stupisce nel corpo e nell’anima. Il Sabato Santo è
infatti il giorno delle donne. ...
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Veglia
Pasquale della Notte Santa
RISURREZIONE DEL SIGNORE Lc 24,1-12 |
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Papa Francesco
...
Dio ci chiede di guardare la vita come la guarda Lui, che vede sempre
in ciascuno di noi un nucleo insopprimibile di bellezza. Nel
peccato, vede figli da rialzare; nella morte, fratelli da risuscitare;
nella desolazione, cuori da consolare. Non temere, dunque: il Signore
ama questa tua vita, anche quando hai paura di guardarla e prenderla in
mano. A Pasqua ti mostra quanto la ama: al punto da attraversarla
tutta, da provare l’angoscia, l’abbandono, la morte e gli inferi per
uscirne vittorioso e dirti: “Non sei solo, confida in me!”. Gesù è
specialista nel trasformare le nostre morti in vita, i nostri lamenti
in danza (cfr Sal 30,12): con
Lui possiamo compiere anche noi la Pasqua, cioè il passaggio: passaggio
dalla chiusura alla comunione, dalla desolazione alla consolazione,
dalla paura alla fiducia. Non rimaniamo a guardare per terra impauriti,
guardiamo a Gesù risorto: il suo sguardo ci infonde speranza, perché ci
dice che siamo sempre amati e che nonostante tutto quello che possiamo
combinare il suo amore non cambia. Questa è la certezza non negoziabile
della vita: il suo amore non cambia. Chiediamoci: nella vita dove
guardo? Contemplo ambienti sepolcrali o cerco il Vivente? ...
<><><><><><><><><><><>
di p. Alberto Neglia
Stiamo celebrando questa notte di Pasqua, notte di luce ...
Gesù con la sua vita terrena ha messo in crisi, in discussione ogni legge, ogni ordinamento sia di ordine giuridico sia di ordine religioso che calpestasse l'uomo, che stritolasse l'uomo ... Gesù si è impegnato a ridare respiro e dignità, ha cercato tutti: i peccatori, i lontani e ha ridato dignità ad ognuno ... ogni legge, ogni ordinamento deve essere al servizio della dignità dell'uomo e non l'uomo per la legge ... Gesù non si è consegnato ad una logica di morte, ma ha proposto in tutti i modi la vita per gli uomini, la dignità di ogni uomo. Allora Dio lo ha risuscitato: è il Vivente . Quando è in croce, Lui lo aveva detto già: quando sarò innalzato attirerò tutti a me; sedurrò ogni uomo, non con la forza, ma con il mio amore ... Gesù ci vuole coinvolgere a partecipare a questa vita nuova. L'augurio che ci facciamo è buona Pasqua, buona risurrezione ... Gesù ci vuole vivi! ... Questa è una notte di luce... lasciandoci illuminare dalla Parola di Gesù, poi, illuminati dalla Parola di Gesù, che illumina il nostro cuore, ma illumina anche la vita, i fatti, la storia, cominciamo a scegliere, a decidere, a fare discernimento ... allora piano piano anche noi staremo in questa storia avendo nel cuore lo Spirito di Gesù Risorto, Vivente e così anche noi daremo una direzione nuova a questa nostra storia umana ...
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Domenica
di Pasqua
RISURREZIONE DEL SIGNORE At 10,34.37-43 Sal 117 Col 3,1-4 Gv 20,1-9 |
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Non cercate tra i morti Colui che è vivo commento di p. Ermes Ronchi
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Lui è, ma non qui; lui è, ma va cercato fuori, altrove; è in giro per
le strade, è in mezzo ai viventi, è “colui che vive”, un Dio da
sorprendere nella vita. È dovunque, eccetto che fra le cose morte. Si è
svegliato, si è alzato, è vivo: è dentro i sogni di bellezza, in ogni
scelta per un più grande amore, è nei gesti di pace, nel pane spezzato,
negli abbracci degli amanti, nella fame di giustizia, nel grido
vittorioso del bambino che nasce, nell'ultimo respiro del morente. E
chi vive una vita come la sua avrà in dono la sua stessa vita
indistruttibile. Ma non bastano angeli. Il segno che le farà credere è
un altro: «Ricordatevi come parlò quando era in Galilea». Ed esse, con
lui dalla prima ora (Lc 8,1-2), “si ricordarono delle sue parole”
(v.8). E tutto esplode: le donne credono, perché ricordano.
Credono per la parola di Gesù, non per quella degli angeli. Credono
prima di vedere, come ogni discepolo. Hanno custodito le sue parole,
perché le amano: in noi vive solo ciò che ci sta a cuore, vive a lungo
ciò che è molto amato, vive per sempre ciò che vale più della vita. ...
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di Santino Coppolino
Perché cercate tra i morti il Vivente ? Non è qui, ma è risuscitato ! "( Lc 24, 5-6)
Il Signore aveva promesso che non ci avrebbe lasciati orfani (Gv 14,18), che sarebbe tornato per donarci la sua vita in pienezza - il suo Shalom - e la sua gioia per renderci suoi testimoni in forza dello Spirito. Adesso la promessa è stata mantenuta. La tomba vuota è il sigillo della nostra fede, e il dubbio e l'incredulità sono il luogo dove le nostre paure della morte si scontrano con l'annunzio della resurrezione. Il sepolcro vuoto azzera, per tutti e per sempre, ogni sicurezza di morte ponendoci di fronte a quel mistero che solo l'annuncio può rivelare: "Veramente il Signore è risorto e fu visto da Simone !". ...
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di Alberto Maggi
Il capitolo 24 è il capitolo dove l’evangelista ci descrive la risurrezione di Gesù e il suo impatto con la fede
dei discepoli, la loro difficoltà nel comprendere questo. Ma il capitolo 23 terminava con questa
annotazione: Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento. Sono le donne che erano
andata al sepolcro a vedere dove Gesù era stato seppellito, ma non procedono all’unzione,
all’imbalsamazione di Gesù perché è già sabato. E di sabato non si può fare alcun lavoro.
L’evangelista denuncia come la comunità faccia difficoltà ad abbandonare l’antico, ancora osservano il
comandamento del riposo del sabato, per aprirsi alla novità portata da Gesù. L’osservanza della legge
impedisce di fare l’esperienza del Cristo risorto. Scrive l’evangelista al capitolo 24: Il primo giorno della
settimana. Questo primo giorno richiama il primo giorno della creazione. È una creazione nuova, dove
l’uomo ha una vita che è capace di superare la morte ...
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Messaggio Urbi et Orbi Papa Francesco
Oggi
la Chiesa rinnova l’annuncio dei primi discepoli: “Gesù è risorto!”. E
di bocca in bocca, da cuore a cuore riecheggia l’invito alla lode:
“Alleluia! ... Alleluia!”. In questo mattino di Pasqua, giovinezza
perenne della Chiesa e dell’intera umanità, vorrei far giungere ad
ognuno di voi le parole iniziali della recente Esortazione apostolica dedicata in particolare ai giovani:
«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane [e a ciascun] cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza» (Christus vivit, 1-2). Cari fratelli e sorelle, questo messaggio è rivolto nello stesso tempo ad ogni persona e al mondo. La Risurrezione di Cristo è principio di vita nuova per ogni uomo e ogni donna, perché il vero rinnovamento parte sempre dal cuore, dalla coscienza. Ma la Pasqua è anche l’inizio del mondo nuovo, liberato dalla schiavitù del peccato e della morte: il mondo finalmente aperto al Regno di Dio, Regno di amore, di pace e di fraternità. Cristo vive e rimane con noi. Egli mostra la luce del suo volto di Risorto e non abbandona quanti sono nella prova, nel dolore e nel lutto. ...
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di Enzo Bianchi
“Perché
questa notte è diversa da tutte le altre notti?”. Così l’altra sera il
più piccolo di ogni famiglia ebraica ha aperto la serie di domande al
cuore del seder pasquale, la liturgia domestica che fa memoria
dell’uscita del popolo d’Israele dall’Egitto e dalla condizione di
schiavitù. Diversa, radicalmente diversa perché notte dell’inaudito,
del sogno sempre vivo del prevalere della libertà sulla schiavitù,
della luce sulle tenebre, della vita sulla morte. ...
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di p. Aurelio Antista
Il Signore è veramente Risorto, Alleluia! ...
Chi è il Risorto? Il Risorto è Colui che cammina con noi, Colui che ci ascolta, Colui che rimane con noi. Questo verbo nella Bibbia è pregnante, rimanere significa vivere un'esperienza di intimità, di conoscenza profonda ... Il Signore si è manifestato, nella Parola, nello spezzare il pane e il cuore dei discepoli si riscalda e non hanno più paura, e infatti si rimettono in cammino ... sono stati convertiti da questa presenza misteriosa ... L'Evangelista Luca ci descrive questa esperienza di questi due con l'intento di rispondere ad una domanda inespressa, ma che è chiara nel racconto: come incontrare il Signore Risorto? come noi oggi, che viviamo in questo tempo possiamo incontrare Lui? ... nell'ascolto della Parola, nel far memoria della Parola di Gesù, del suo Vangelo, chi ascolta la Parola, chi si confronta con essa, chi è capace di leggere gli avvenimenti della vita, della storia, illuminati dalla Parola del Signore, perché anche attraverso gli avvenimenti il Signore ci parla, costui sperimenta l'incontro con il Risorto. L'altro elemento dove incontrare il Signore è celebrare l'Eucaristia ... fare della nostra vita un pane per gli altri ... Ma c'è anche un terzo elemento nel quale noi sperimentiamo l'incontro con il Signore ed è quello dell'essere ospitali ...
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II
Domenica di Pasqua
At 5,12-16 Sal 117 Ap 1,9-11.12-13.17-19 Gv 20,19-31 |
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III
Domenica di Pasqua
At 5,27b-32.40b-41 Sal 29/30 Ap 5,11-14 Gv 21,1-14 |
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IV
Domenica di Pasqua
At 13,14.43-52 Sal 99 Ap 7,9.14b-17 Gv 10,27-30 |
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V
Domenica di Pasqua
At 14,21b-27 Sal 144 Ap 21,1-5b Gv 13,31-33a.34-35 |
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VI
Domenica di Pasqua
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ASCENSIONE
DEL SIGNORE
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PENTECOSTE
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