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“UN PERCORSO QUARESIMALE”

Verso la passione e la risurrezione di Gesù

di Carlo Maria Martini


Che cos’è la Pasqua?  
La Pasqua, come tutti sappiamo, è una festa ebraica, la cui origine si  perde nella notte dei tempi; dapprima è stata semplicemente una  festa di pastori per l’inizio della nuova stagione, e si celebrava quando  si scorgeva la luna piena per la prima volta dopo il solstizio di primavera. In quella occasione si soleva sacrificare qualche animale  del gregge e in questo senso la festa ci ricorda le origini nomadiche  del popolo ebraico. Ciò che la rende però la festa caratteristica degli  Ebrei è la celebrazione della liberazione del popolo dall’Egitto, della  liberazione dalla schiavitù del faraone, avvenuta verso il 1800-1700  a.c. Proprio nel plenilunio che segue il solstizio primaverile, si faceva memoria dell’evento sacrificando un agnello. Così la Pasqua diviene il  grande momento che ricorda la nascita del nuovo popolo per l’azione
potente di Dio che lo libera.
Come tale, questa festa fino a oggi  rimane il grande riferimento religioso e nazionale degli ebrei; non la si  celebra più con i riti antichi, dal momento che il tempio è stato definitivamente distrutto nel I e poi nel II secolo d.C.; la si celebra  con un pasto, con una cena.
Assume la sua natura di principale festa cristiana perché nella giornata precedente il plenilunio che segue il solstizio di primavera, Gesù Cristo, a Gerusalemme, viene ucciso sulla  croce e, dopo tre giorni, nel primo giorno della settimana dopo il  sabato, risorge. Quella stessa data che era e rimane la data della  liberazione degli Ebrei dal popolo egiziano, diviene, per il popolo cristiano, la storia della liberazione dalla morte, quindi della  redenzione. E il mistero cristiano per eccellenza, il nucleo della fede  cristiana.
1600-1700 anni dopo l’esodo, la Pasqua è vissuta dai  cristiani prima nella tragedia della croce e poi nella proclamazione del  Risorto: il Cristo è veramente risorto ed è apparso a Pietro, ai Dodici, è apparso alle donne. La Pasqua cristiana è la festa delle feste, e  cristiano è colui che afferma: il Signore è veramente risorto.
Il cristianesimo non è, come talora si pensa, una dottrina morale, per  esempio sul primato dell’amore; non è nemmeno una dottrina su Dio.  Esso nasce e si sviluppa da questa fondamentale proclamazione: Gesù Cristo crocifisso è davvero risorto. Se studiamo i testi del Nuovo  Testamento, i testi più antichi scritti nel I secolo della nostra era,  ritroviamo tale certezza: il Cristo crocifisso è risorto, noi l’abbiamo visto, noi l’abbiamo incontrato. Ma se Gesù è risorto, è perché Dio Padre l’ha risuscitato; se è risorto, è lui che dona lo Spirito Santo  all’uomo; dunque Dio è Padre Figlio e Spirito Santo. Se Cristo è risorto, l’uomo è liberato dai propri peccati, e il cristianesimo è redenzione, liberazione dal peccato. Se Cristo è risorto, lo è per tutti gli uomini.  Dalla risurrezione di Cristo deriva perciò tutto il resto del messaggio  cristiano; senza la risurrezione, il messaggio sarebbe semplicemente  una dottrina religiosa, non sarebbe ciò che è, un evento, un fatto che  comporta una concezione di Dio e dell’uomo, di Dio Trinità e dell’uomo  amato e redento e chiamato alla vita per sempre.
Il Natale, che nel  mondo occidentale è celebrato tradizionalmente con grande solennità per motivi storici e folkloristici, segna l’inizio della vita di Gesù sulla  terra, vita che ha il suo culmine nella croce e nella risurrezione. La  festa della Pentecoste fa memoria del dono dello Spirito Santo che  viene effuso dal Crocifisso risorto. E anche le feste della Madonna e  dei Santi non sono che riflessi di questo grande mistero centrale.
Giustamente la Pasqua è il contenuto stesso della fede cristiana, è il cuore della vita della Chiesa, perché ci dice chi è Dio, chi è Gesù Cristo, chi siamo noi. È la gloriosa manifestazione di un Dio amante  della vita, che vuole la vita e non la morte, di un Dio che anche dalla  morte fa scaturire la vita. La Pasqua rivela chi è Gesù di Nazaret, il  Cristo Figlio unico del Padre; proclama che in lui, morto e risorto,  converge la storia di Israele e la storia dell’umanità.
La Pasqua fa scoprire chi è l’uomo, chi siamo noi, chiamati a risorgere  con Gesù, a superare con lui il dramma della morte, per essere con lui  nella vita per sempre. La Pasqua è il nodo risolutivo, il perno attorno a  cui gira tutto il piano di Dio riguardante l’uomo e il cosmo; è il centro  a cui tutto guarda e da cui tutto riparte.
La liturgia della Chiesa vive la Pasqua nell’arco di un’intera settimana: essa inizia con la Domenica cosiddetta delle Palme, quando si acclama Cristo quale vincitore e re e ha il suo momento forte nel Triduo del giovedì, venerdì, sabato e domenica di risurrezione. Nel  giovedì santo contempliamo Gesù nell’ultima cena, dove presenta il  pane e il vino come segno della sua decisione di dare la vita per  l’uomo; il venerdì santo è il giorno della morte di Gesù; nel sabato  santo si fa memoria del sepolcro in cui Gesù si lascia rinchiudere per  sigillare il suo amore per il mondo. Finalmente, nel giorno di Pasqua  risuona il grido dell’alleluia, della vittoria definitiva del bene sul male,  un grido già nascosto e implicito nei riti delle giornate precedenti.

Carlo Maria Martini
Tratto da : RITROVARE SE STESSI  – “UN PERCORSO QUARESIMALE”



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