"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"

20 MAGGIO 2012    -   ASCENSIONE DEL SIGNORE   - Anno B -

                                                                                                 

"LECTIO" DEL VANGELO DELLA DOMENICA a cura di fr. Egidio Palumbo 


Prima lettura: At 1,1-11      Salmo: 46/47,2-3.6-9      Seconda lettura: Ef 4,1-13



VANGELO secondo Marco 16,15-20


In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.






Ascensione del Signore / B


1. L’itinerario mistagogico del tempo pasquale si conclude con la celebrazione di due eventi: l’Ascensione del Signore e la Pentecoste. Sono due eventi che scaturiscono dalla Pasqua del Signore e ce la fanno comprendere da altre angolazioni.

 

2. Oggi è la domenica dell’Ascensione: celebriamo e annunciamo Gesù Risorto intronizzato «alla destra del Padre», ovvero costituito da Dio Signore del creato e di tutta la storia (vangelo: Mc 16,15-20, in particolare il v. 19; prima lettura: At 1,1-11, in particolare il v. 9; salmo responsoriale: Sal 47; seconda lettura: Ef 4,1-13, in particolare i vv. 7-10).

Le pagine bibliche, proposte dalla liturgia, ci tengono a sottolineare che colui che si è fatto uomo, che ha vissuto come noi, e che è stato emarginato, scartato e condannato ingiustamente dagli uomini, non solo Dio l’ha risuscitato, ma, risuscitandolo, lo ha costituito Signore di tutto il creato e della storia. Lo scartato ingiustamente Dio l’ha elevato come Signore. Non si tratta di una signoria mondana, come i re e i signori della terra, bensì di una signoria spirituale, ovvero, non astratta, ma che si pone al servizio dei credenti, accompagnandoli sempre con la sua presenza e il suo agire (Mc 16,20).

 

3. Se Gesù Risorto è il Signore, ai credenti è chiesto di credere in Lui, cioè di affidarsi a Lui, così come Lui si affida a noi, consegnandoci il mandato di predicare il vangelo con le parole (Mc 16,15.20) e con la testimonianza della vita (At 1,8). Sì, è abbastanza paradossale il fatto che prima il Risorto rimprovera la comunità per la sua incredulità e durezza di cuore (Mc 16,14), per la sua riluttanza ad affidarsi a Lui e ad ascoltare Lui; e poi a questa stessa comunità affida il mandato della predicazione (Mc 16,15).

È un paradosso che esprime quella forte consapevolezza che dovrebbe avere la Chiesa e ogni comunità cristiana, sempre, in ogni tempo e luogo, vale a dire: il primo protagonista della missione e dell’evangelizzazione è Lui, il Signore, non noi. Noi siamo i suoi collaboratori, perché se Lui non agisce insieme con noi, la missione si mondanizza e fallisce. Se, invece, lasciamo che sia Lui ad agire insieme a noi, allora la missione e l’evangelizzazione diventano evento di liberazione e di salvezza per tutti coloro che imparano ad affidarsi al Signore e a radicare la loro esistenza nel vangelo.

Infatti, la pagina evangelica parla di segni che seguono, che accompagnano i credenti. Sono segni profetici di liberazione e salvezza che manifestano cosa accade quando un uomo si affida al Signore e fonda la sua esistenza nell’evangelo:

— «nel mio nome scacceranno demòni»: è il coraggio di voler scacciare tutte le forme di potere e di dominio che schiavizzano la persona;

— «parleranno lingue nuove»: è il linguaggio nuovo dell’amore, della fraternità, della solidarietà, dell’attenzione al povero, all’emarginato, allo scartato;

— «prenderanno in mano serpenti»: è la capacità di dominare tutte le situazioni tortuose e ambigue, tutte le menzogne e le astuzie ingannevoli;

— «se berranno qualche veleno, non recherà loro danno»: l’evangelo ascoltato e vissuto è l’antidoto contro ogni alienazione, stordimento e annientamento della coscienza;

— «imporranno le mani ai malati e questi guariranno»: è la presenza creatrice e creativa dello Spirito del Risorto che risana le ferite della vita.

Nell’insieme, questi sono gli stessi segni compiuti da Gesù nella sua esistenza terrena, così come ce li narrano i vangeli. È questa l’ulteriore conferma che il primo protagonista della missione è Lui, ieri, oggi e sempre. Questo ci deresponsabilizza? No, ci responsabilizza ancora di più, perché dovremo ogni giorno imparare a “temere il Signore” (cf. Mc 16,8), ovvero a non dire parole vuote e senza senso, a non banalizzare la Parola di Dio, a non strumentalizzarla per imporre le nostre idee o per fare i nostri interessi, a non separare il vangelo dalla vita concreta delle persone e delle comunità, a non sentirci dei piccoli “padreterni” o dei piccoli “cristi-in-terra” per dominare e schiavizzare le coscienze.

 

Che il Signore Risorto cammini sempre al nostro fianco, affinché sia Lui ad agire insieme con noi. A condizione che ci affidiamo a Lui e gli facciamo spazio.

 

                                                                                        Egidio Palumbo
Barcellona PG (ME)