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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
*La Lectio di fr. Egidio Palumbo è temporaneamente sospesa per motivi di famiglia
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
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NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
|
Questo il nostro augurio per il nuovo anno:
"Diventate vela del mondo che trascina il genere umano dalle secche al largo" (don Tonino Bello)
Buon 2012!
(in continuo aggiornamento)
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Durante
queste festività ho ricevuto meno messaggi augurali, rispetto agli
ultimi anni. Quasi metà, in confronto all'anno scorso. Alla ricerca di
spiegazioni accettabili, ho escluso subito che possa trattarsi di
ragioni che mi riguardano direttamente. La mia rete di relazioni
- pubbliche e private - è la stessa degli ultimi anni.
Ho pensato, allora, che si stia consumando, rapidamente, la "fine degli
auguri". Coerente con la nostra era secolarizzata, senza santi e senza
sacro. Ma si tratta di una tendenza in atto da tempo. Perché mai
dovrebbe produrre questi effetti proprio ora? ...
Ilvo Diamanti: Tanti auguri da un "tardivo digitale"
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Disarmo vuol dire futuro. Per un’economia di giustizia e di pace"
Convegno nazionale di Pax Christi Brescia - 29-31 dicembre 2011
I temi hanno sfidato il movimento su disarmo ed economia, banche e finanza. Già dallo slogan il sentiero si fa impervio…
INTERVENTI CONVEGNO (audio)
introduzione del Vescovo presidente Mons. Giovanni Giudici
“Una finanza da disarmare”, relazione di Don Silvio Piccoli con Antonio De Lellis
“Quale riconversione possibile?”, relazione di Gianni Alioti in dialogo con Giorgio Beretta
Tavola rotonda con Damiano Carrara e Sabina Siniscalchi
44ª MARCIA NAZIONALE PER LA PACE
Il corteo dei pacifisti attraversa il centro storico di Brescia. Sono le ore 20,30 del 31 dicembre 2011.
video
Il lungo corteo
dei pacifisti si ferma in preghiera nei pressi delle carceri bresciane
di Canton Mombello. All´arrivo sulla salita del carcere, la marcia è
stata salutata dalle urla dei detenuti, che dalle loro celle gridavano
«Buon anno!» e «Grazie!», ricambiati dallo sventolio delle bandiere
arcobaleno e dalla luce calda sprigionata dalle fiaccole.
video
Servizio trasmesso nel TG di Teletutto di sabato 31 dicembre 2011
video
31
Dicembre 2011 - Chiesa dei Santi Nazaro e Celso - Brescia - S.
Messa di chiusura della 44a Marcia nazionale per la Pace
il testo integrale dell'omelia del Vescovo mons. Luciano Monari
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1° Gennaio 2012
45ª Giornata Mondiale della Pace.
Come
da tradizione si sono svolte in varie città italiane molte
manifestazioni, patrocinate da associazioni e movimenti cattolici ma
non solo, per celebrare la 45ª Giornata Mondiale della Pace.
Tra le varie iniziative messe in campo ricordiamo quelle della Comunità di Sant’Egidio,
che ha invitato ad unirsi al messaggio del Papa Benedetto XVI “Educare
i giovani alla Giustizia e alla Pace”, “nella convinzione che ripartire
dal mondo giovanile e dalla responsabilità nei confronti delle nuove
generazioni è una della grandi vie per umanizzare le società
contemporanee, per la realizzazione del bene comune e l’affermazione
della pace nel mondo”...
Il movimento Pax Christiha
invece salutato l’anno con una tre giorni di incontri a Brescia, al
termine dei quali si è svolta la 44ª Marcia nazionale della pace...
Pax Christi: disarmare il mondo (a cominciare dal 2012)
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Cinque condizioni per educare promuovendo pace e giustizia.
Chi
vede quanto sia insostenibile e iniqua la società che abbiamo costruito
sinora non può che guardare all'educazione come alla via cruciale per
il cambiamento. Un'educazione finalizzata a generare pace e giustizia.
Ma nella riflessione su questo compito bisogna evitare di essere
generici.
Non
è molto utile evocare questo o quel significato dell'educare, senza
precisare a quale contesto si fa riferimento, a chi ci si rivolge, con
quale metodo, con quali energie. Insomma, si tratta di specificare le
condizioni concrete di un'azione simile e di rendersi disponibili ad
attuarle.
Desiderare la conversione di Roberto Mancini
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Alex
Zanotelli è il secondo ospite delle iniziative promosse dal Centro
Studi "G. Donati" di Bologna per discutere del rapporto tra il mondo
della cultura e il Sud del Mondo ed il ruolo che studenti e docenti
universitari possono assumersi nella risolvere le disparita' sempre
piu' forti tra la parte più ricca e quella più povera del mondo.
Dopo
la lezione di Monsignor Bregantini, si passa all'appuntamento con "Le
strade di Paolo tra le genti", per il quale padre Zanotelli,
missionario comboniano, parla al pubblico di migrazioni e
dell'importanza dell'incontro, con studenti fuori sede, immigrati,
rifugiati, con i poveri e gli sfruttati del nostro tempo, prendendo
spunto dall'esperienza di Paolo di Tarso, migrante e apostolo delle
genti.
Introduce: Santino Prosperi, preside della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Alma Mater Studiorum -- Universita' di Bologna
Modera: p. Giovanni Munari, direttore EMI Editore - Bologna
Alex Zanotelli. Le strade di Paolo tra le genti. Parte 1/2/3/4/5/6
Guarda anche il nostro precedente post:
Sulle
strade dell'Utopia con il Centro Studi Donati. Il mondo del sapere
incontra il disagio del Sud del Mondo - 22 novembre: 2° incontro con
Alex Zanotelli: “Le strade di Paolo tra le genti”
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Un'inchiesta
di Altreconomia smentisce il ministro della Difesa Di Paola. Dalla
documentazione ufficiale del programma militare Joint Strike Fighter
F-35, guidato dagli Usa, si evince che l'uscita del nostro Paese
dall'accordo con altri 8 Stati non comporta oneri aggiuntivi. E sui
social media si riaccende la discussione
Laura Bonasera: Caccia F35, la protesta anche sul web Lo studio: "In caso di rinuncia niente multe"
L'F-35
Jsf (Joint Strike Fighter), l'aereo finito nel mirino delle polemiche
per gli elevati costi del progetto, è un caccia multiruolo di nuova
generazione, adatto all attacco aria-suolo, prodotto da un consorzio
d'imprese anglo-americano. L'Italia ne ha ordinati 131 esemplari
REPUBBLICA: Ecco l'F-35 Jsf, il caccia delle polemiche (video)
Ed è boom. Non siamo più
soli.... finalmente. Politici e grandi media stanno appoggiando
la campagna NO F35. Con Il
messaggero, Repubblica e La 7 di Enrico
Mentana abbiamo avuto la visibilità insperata. Senza nulla
togliere agli amici di Famiglia Cristiana che da sempre ci
seguono ed accompagnano.
Fabio Pipinato: Politici, media. Non siamo più soli. NO F 35
Un
rapporto che presenta gravi mancanze e diverse anomalie che sollevano
più di un interrogativo sull’attendibilità dei dati forniti dai governi
e sul sistema dei controlli da parte dei Parlamenti: è quello che si
ricava da un’attenta analisi della “XIII Relazione annuale sul
controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature
militari” (qui in .pdf) pubblicata a fine anno sulla Gazzetta
Ufficiale dell’Unione Europea che Unimondo presenta in anteprima.
Giorgio Beretta: Rapporto UE sull'export di armi: l'Italia trucca i dati, Germania e UK li nascondono
Qui di seguito pubblichiamo il
documento che abbiamo preparato e letto alla Marcia della Pace di
Brescia il 31/12/2011. Il documento è stato letto all’interno della
Chiesa di San Faustino, che ha un significato particolare per Brescia,
perché è la chiesa che sta sotto alla famosa gru dove alcuni immigrati
sono saliti in segno di protesta fra il 30 ottobre e il 15 novembre
2010 per rivendicare i loro diritti e affermare la loro dignità di
persone. In quell’occasione la chiesa di San Faustino è stata vicina ai
manifestanti e i sacerdoti hanno aperto le porte della chiesa
accogliendo quanti avevano bisogno. Ecco il testo del documento:
PAX CHRISTI: Il Collettivo dei giovani di Pax Christi alla marcia della pace di Brescia (31/12/2011)
... Vado a casa contento a
braccetto di VINCENZA, mia moglie. Ma anche con la sensazione di avere
fatto esperienza di una chiesa che mi piace, perchè finalmente cammina
in mezzo alla gente.
Carlo Castellini: Tra cronaca, commento, storia e ricordi
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La conciliazione tra lavoro e famiglia - un equilibrio instabile
Casa-lavoro, un equilibrio instabile
Conciliazione
tra le famiglie e il mondo dell'occupazione: da un'indagine Istat
emerge l'esigenza di una maggiore elasticità del mercato. Per dare più
flessibilità alle lavoratrici.
- Quasi 4 italiani su 10 hanno compiti di cura in Italia
- E' sempre ancora soprattutto al femminile la cura dei familiari
- Per una una maggiore flessibilità del lavoro
Il
rapporto su "La conciliazione tra lavoro e famiglia" ribadisce come in
Italia le attenzioni per la prole in tenerissima età resti un compito
femminile, con conseguenti aggiustamenti nella vita lavorativa. Le
occupate a tempo pieno vorrebbero più spazio per la famiglia nelle loro
vite, soddisfatte le impiegate part-time
Lavoro e figli ancora incompatibili Il 37% delle donne lascia l'impiego
Per approfondire:
La conciliazione tra lavoro e famiglia: i dati ISTAT
Testo integrale pdf (666 KB)
Tavole xls (110 KB)
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Stretti
tra una crisi che non dà segni di remissione e la moltiplicazione dei
centri commerciali, i negozi chiudono i battenti al ritmo di decine di
migliaia all'anno. Un problema economico e sociale, visto che entro il
2011 ci saranno per questo 150mila nuovi disoccupati.
Ecco come i negozianti che perdono l'attività tentano di riconvertirsi nelle vendite a domicilio e nell'ambulantato
I
consumi, secondo i dati della Confesercenti, vanno peggio delle
previsioni e la ripresa tarda. Il risultato è un forte restringimento
del numero di esercizi in attività. Il negoziante che fallisce, se può,
si ricicla nelle vendite a domicilio o nel commercio ambulante,
entrambi fenomeni in crescita
La grande morìa dei negozi sottocasa E i commercianti fanno il porta a porta
La
fiducia dei consumatori è a livelli bassissimi. Le vendite al dettaglio
sono in calo. Fallimenti in forte aumento. Un salasso di 150 mila posti
di lavoro e rischio di "desertificazione" nei centri urbani
Ogni giorno muoiono 180 botteghe Poche aperture, saldo negativo
Schiacciati
dalle grandi distribuzioni i piccoli negozi cercano nuove strategie per
restare in vita e vincere la crisi. Chi può tenta di mantenere
l'attività in famiglia: "Nei momenti di difficoltà possiamo permetterci
di guadagnare meno soldi". E i municipi provano a correre ai ripari
offrendo condizioni agevolate a chi acquista al dettaglio (di Rosaria
Amato, video di Fanuel Morelli)
''Sopravviviamo solo grazie alla conduzione familiare'' (video)
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
... L’immagine incancellabile
della tragedia di via Giovannoli è quella consegnata alle cronache dal
testimone che ha descritto la scena osservata pochi minuti dopo il
delitto: la giovane mamma ferita e seduta in terra, che accarezza
inebetita la sua piccola ormai priva di vita. Tutto intorno i bassi
condomini di un quartiere popolare, nelle cui case tanti presepi
ospitano le piccole effigi di un’altra Madre che contempla un altro
Bambino. In questi pochi giorni in cui ancora le luci del Natale
resteranno accese, sarà bene che tutti, a Roma e non solo, sappiamo
dedicare qualche momento a riflettere sull’unico vero antidoto che, da
quella grotta, può davvero aiutarci a combattere e a sconfiggere il
veleno dell’odio.
Il dovere di resistere
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L'assassinio del commerciante
cinese e della sua figlioletta di 6 mesi chiude una stagione in cui la
cattiva politica ha speculato sulla parola "sicurezza".
Fulvio Scaglione: Roma, la stagione del sangue
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Un concessionario di moto
s’impicca perché non riesce più a pagare i suoi dipendenti. Un
pensionato si lancia dal balcone dopo aver ricevuto una lettera in cui
l’Inps gli chiede indietro 5000 euro. E’ la Spoon River quotidiana di
una crisi che più ancora dei poveri colpisce gli impoveriti, gettando
nel panico coloro che si ritrovano sbalzati all’improvviso in una
condizione di incertezza e non reggono all’onta di perdere il posto,
l’azienda, la casa, la faccia.
Non lasciamoci mangiare
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Il
lato più tragico della recessione certificato dall'indagine di Eures
sulla prima ondata di licenziamenti e chiusure nel 2009. Tra chi ha
perso il lavoro il fenomeno è cresciuto del 40% in un anno, colpendo
soprattutto la popolazione maschile
REPUBBLICA: Suicidi, il boom legato alla crisi ogni giorno un caso fra i disoccupati
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In cento lungo le coste salentine. Nuovo sbarco nella mattinata
„Inizia
l'anno nuovo con un appello disperato che il Gruppo EveryOne trasmette
alle Nazioni Unite, alle Istituzioni dell'Unione europea, alle autorità
di Egitto e Territori Palestinesi (dove hanno residenza i capi del
traffico di esseri umani e organi).
EVERYONE: Traffico di esseri umani: appello disperato dal Sinai
“
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Bisogna smettere, e pure in fretta, di pensare l'italiano tipo come un
individuo dotato di nonni nati in Italia. Questo è un messaggio chiave
che trasmette il rapporto dell'Istat sul futuro della popolazione del
nostro Paese. Infatti, a vivere in Italia nel prossimo mezzo secolo
saranno sempre di più persone e famiglie che hanno origini straniere,
più o meno lontane nel tempo.
Il nostro futuro multietnico
...
Insomma, piaccia o non piaccia saranno gli immigrati e i loro figli a
pagare in modo determinante le nostre pensioni. Andassero via tutti,
saremmo nei guai fino al collo...
C'è
chi pensa sul serio che possiamo «prendere in affitto» milioni di
persone tenendoli qui «appesi» per decenni? «Se io fossi uno xenofobo
me lo chiederei», dice il demografo Massimo Livi Bacci: «Se il saldo
positivo sarà davvero di 11 milioni di persone mi spaventerebbe meno
avere 11 milioni di immigrati emarginati, senza casa, senza diritti,
ignari della lingua, senza una famiglia che come in tutte le
emigrazioni è quella che aiuta l'inserimento? Non credo proprio.
L'inserimento non è solo un interesse loro: è anche interesse nostro»...
I numeri e il futuro, immigrati o clandestini?
Guarda anche il nostro precedente post:
Sono quasi un
milione i minori, figli dell’immigrazione, che vivono in Italia; oltre
570.000 nati nel nostro Paese e in più di 700.000 frequentano le nostre
scuole... perché non possono essere riconosciuti come CITTADINI
ITALIANI?
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Immigrazione/integrazione in Italia: realtà duplice...
Nel 2065 gli immigrati saranno il 25% - così ci dice lo studio
demografico dell’Istat. Ogni lettore che ha incamerato questa notizia,
sembra si debba chiedere: È una notizia buona? È una notizia cattiva?
Sembra che in sintonia con il suo grado di civiltà, ognuno sappia darsi
una risposta. E invece sono le domande che non funzionano, a
prescindere dalla risposta. Siamo - dovremmo essere - più avanti. Anzi:
siamo più avanti, senza saperlo ancora bene (o averlo accettato). Non
sto parlando della politica dell’immigrazione: in quella siamo indietro
anni luce - ma non c’è da scandalizzarsi troppo: la politica
dell’immigrazione è immobile e vetusta come la quasi totalità delle
scelte politiche italiane.
Ma
guardiamo un po’ alla realtà: le nostre scuole sono il luogo giusto per
guardare al futuro che è già presente, per comprendere che ciò che
costituisce una delle grandi questioni in Europa negli ultimi decenni,
in realtà è già un dato di fatto. Basta mettersi
davanti all'uscita, e si assiste all’integrazione già
avvenuta.
Un giorno davanti alla scuola
Guarda anche i nostri precedenti post:
- Cordoglio per Samb Modou e Diop Mor vittime della follia razzista
- Ricordando Mor Diop e Modou Samb Firenze con un corteo affollato e pacifico dice NO AL RAZZISMO
- Secondo l'Istat il nostro futuro: italiani sempre più vecchi e triplicato il numero degli stranieri
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Il 2012 si apre con una
stangata per le tasche degli stranieri che vivono in Italia. Infatti è
in arrivo, a partire dal 30 gennaio, una nuova tassa tra gli 80 e i 200
euro. La tassa - già prevista dalla legge sulla sicurezza del 2009, ma
finora rimasta sulla carta - è ora realtà, grazie a un decreto firmato
a ottobre dagli allora ministri dell'Interno e dell'Economia Roberto
Maroni e Giulio Tremonti, pubblicato il 31 dicembre in Gazzetta
Ufficiale.
Immigrati, stangata fiscale anche per loro Costi da 80 a 200 euro per restare in Italia - Repubblica
Il governo ci ripensa e
la tassa sul permesso di soggiorno potrebbe finire in
archivio. O almeno venire modificata in base al reddito.
Tassa di soggiorno, il governo ci ripensa Maroni: non provino a cambiare il mio decreto
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Ingiusto, secondo la Conferenza
episcopale italiana, l'aumento della tassa sui soggiorni. Immediato
intervento dei ministri Cancellieri e Riccardi.
Annachiara Valli: Cei, Governo e tassa sugli immigrati
Se il mezzo milione di immigrati
irregolari che lavorano nell’agricoltura, nell’edilizia, nei servizi,
venissero regolarizzati, produrrebbero entrate per lo Stato di oltre
cinque miliardi. Perché non regolarizzarli? La domanda se l’è posta il
segretario confederale della Cgil Vera Lamonica, che – nemmeno troppo
provocatoriamente – ha lanciato la proposta come risposta alla norma
che prevedeva un’ulteriore tassa sui permessi di soggiorno. Norma che
l’altro ieri i ministri dell’Interno, Annamaria Cancellieri, e della
Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi,hanno
annunciato di “voler rivedere”.
Luca Galassi: Italia, tutti regolari
... Per quasi un anno ho scritto nella rubrica Con questa faccia da straniero.
Cercavo di raccontare l’Italia, la mia vita, il quotidiano con l’occhio
dello straniero che pensavo di essere. Che pensavo di essere. Ma già
dal primo testo mi sono ricordato che non scrivo da straniero. Scrivo
da Cleo. Un ragazzo nato in Burkina, in una città che si chiama
Ouagadougou che adesso vive qui, a Parma. Ho vissuto anche in altre
città. In altri paesi. La mia è una storia piena di incontri.
Di conoscenza. Di alti e di bassi. Di affetti lasciati ovunque dove
sono passato. Adesso sono qui e scrivo
Cleophas Adrien Dioma: Scrivere per Domani non mi fa sentire straniero
Sebbene sia un reato punibile
con il carcere, il Caporalato in Calabria continua a governare il
mercato del lavoro agricolo. A due anni dalla rivolta degli immigrati
di Rosarno, la pratica di uno schiavismo neanche tanto camuffato sono
ancora lì sotto gli occhi (distratti) di tutti. Dodici ore di lavoro
per 25 euro, con il trasporto da pagare. La xenofobia dilaga, ma copre
situazioni di altra natura
Raffaella Cosentino: Metà delle "clementine" raccolte da sfruttati tra tendopoli e minacce dei "caporali"
L'accoglienza dei rifugiati, in
Italia, è tema assai spinoso. In giorni in cui, a Roma, si parla di
sgomberare definitivamente l'insediamento di afghani nei pressi della
stazione Ostiense, raccontare un'esperienza positiva può risultare
utile. E la provincia di Potenza, da questo punto di vista, sta
svolgendo un lavoro eccellente.
ITALIA-RAZZISMO: Potenza, città modello in accoglienza e lungimiranza
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Trenitalia saluta il 2012
introducendo la quarta classe sui treni Frecciarossa e lo fa con
un’eleganza che, come sempre, contraddistingue l’azienda italiana dei
trasporti ferroviari, cioè discriminando gli stranieri.
In realtà, la pubblicità di Trenitalia lo definisce eufemisticamente
“diversificare il servizio al fine di andare incontro alle esigenze di
tutti gli utenti”. Però, il significato di questa illuminata operazione
di marketing, pare avere ben altro scopo. Vediamo nel dettaglio di cosa
si tratta
Silvia Olivetti: Faccetta Nera 2012: Quando il razzismo si chiama Frecciarossa e viaggia in Standard
Le immagini e la replica «Non
solo extracomunitari nella Standard: In altre foto si vedono bambini,
famiglie, professionisti. E in Premium un'araba»
Gianni Santucci e Giacomo Valtolina: Immigrati in quarta classe Lo spot di Trenitalia fa discutere i blogger
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Ancora Facebook sotto accusa, stavolta come fattore scatenante dello scoppio di coppia.
Marco Sanavio: Caro, scusa ma preferisco Facebook (testo+video)
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Non si ferma la spirale di
violenza che scuote la Nigeria e sconvolge la comunità cristiana. Dopo
le stragi di Natale, l'ultimatum ai cristiani perchè lascino il nord
del Paese e le bombe di ieri, questa sera c'è stato un nuovo attacco
contro una chiesa.
AVVENIRE: Nigeria, assaltata una chiesa sei morti e decine di feriti
Almeno 25 morti in Nigeria per mano dei terroristi islamisti. Gli attacchi sullo sfondo della crisi economica e del petrolio
Fulvio Scaglione: Boko Haram, ancora strage di cristiani
Un
quadro desolante di uno dei paesi più ricchi di risorse naturali del
mondo, dove metà della popolazione risulta denutrita o malnutrita. Le
testimonianze di una funzionaria di polizia che guadagna 50 dollari al
mese e che non riesce a dare da mangiare ai figli tutti i giorni.
Stesso destino ad un impiegato del ministero dell'istruzione, con 60
dollari al mese e 120 d'affitto da pagare
REPUBBLICA: Congo, dove "délestage" vuol dire "Oggi posso mangiare, domani no"
“Non sarà l’Iran a distruggere
Israele, ma forse saranno gli Haredim”. Con queste nette parole
Giuseppe Franchetti, figura molto nota dell’ebraismo italiano ed
esponente della sinistra laica sionista che anima la rivista
Keshet, nel dicembre 2010 avvertiva del pericolo che queste
frange estremiste – ma niente affatto marginali – della composita
realtà israeliana possano minare i fondamenti di una società
democratica e pluralista. Franchetti è stato profetico.
Nei giorni scorsi infatti gli haredim sono stati
protagonisti, nella cittadina di Beit Shemesh situata tra Gerusalemme e
Tel Aviv, di un’ondata di azioni oscurantiste e violente, in perfetta
assonanza con i talebani e gli altri fondamentalisti di matrice
islamica.
Piergiorgio Catttani: I talebani di Israele, quando il fondamentalismo minaccia la convivenza
«Muslim missihi id wahda».
L’anno nuovo in piazza Tahrir è cominciato al grido di «cristiani
musulmani uniti», come una sola cosa. Un auspicio o forse una
scaramanzia. Per qualcuno una realtà. Lo gridano i giovani della
rivoluzione, chiedendo al contempo alla giunta militare di andarsene.
«Yaskoy, yaskot, hokom elaskar!» Militari a casa. Il 2011 è stato
l’anno della caduta di Mubarak. Il 2012 sarà quello della fine del
potere dell’esercito.
Anna Pozzi: Giovani cristiani e islamici uniti per un "nuovo Egitto"
Ammonterebbe a
circa 162mila il numero dei morti in Iraq dall’inizio della
guerra a fine del 2011, secondo i dati raccolti dall’ Iraq Body Count,
gruppo pacifista che compila statistiche sulle vittime delle violenze
in Iraq. La cifra comprende militari statunitensi e altri stranieri,
forze di sicurezza irachene, membri di milizie locali e civili. Secondo
l’indagine, almeno 114.212 sarebbero i civili uccisi ad oggi.
E-IL MENSILE: Iraq, 162mila morti dall'inizio della guerra
Una nuova ondata di
violenza a livello comunitario è scoppiata nello Stato del Jonglei, in
Sud Sudan, costringendo migliaia di famiglie a fuggire e nascondersi
nella vegetazione. Due strutture di Medici Senza Frontiere sono
state prese di mira e l’organizzazione medico-umanitaria indipendente
ha dovuto temporaneamente sospendere, nella regione di Pibor, le sue
attività mediche di cui c’è estremo bisogno.
MEDICI SENZA FRONTIERE: Sud Sudan, decine di migliaia di civili in fuga e senza assistenza sanitaria
“Le operazioni condotte nel
2011 sui cieli libici hanno rappresentato per l’Aeronautica Militare
italiana l’impegno più imponente dopo il 2° Conflitto Mondiale”. È
orgogliosissimo il Capo di Stato maggiore delle forze aeree, generale
Giuseppe Bernardis. L’Italia repubblicana ha conosciuto i teatri di
guerra dell’Iraq, della Somalia, del Libano, dei Balcani,
dell’Afghanistan e del Pakistan, ma mai avevamo sganciato tante bombe e
tanti missili aria-terra come abbiamo fatto in Libia per spodestare e
consegnare alla morte l’ex alleato e socio d’affari Muammar Gheddafi.
Antonio Mazzeo: Guerra alla Libia con settecento super bombe italiane
Alle
associazioni dei genitori e degli studenti piace l'idea di tenere le
scuole aperte durante le vacanze natalizie, affidando gli alunni che lo
vorranno ad educatori esperti facenti capo a cooperative: alcuni
rappresentanti delle categorie direttamente coinvolte nell'esperimento
riferiscono di apprezzare l'iniziativa perché rappresenta finalmente la
volontà di aprire le istituzioni scolastiche al territorio ed alle
esigenze di chi vi risiede.
TISCALI: A Milano scuole aperte anche a Natale: d'accordo anche le associazioni di genitori e studenti
Il
ministro dell'istruzione ha annunciato numerosi provvedimenti,
dall'utilizzo delle tecnologie nelle classi fino all'inserimento di
nuovi docenti universitari. E poi settimana corta e iscrizioni online.
Ecco le misure che si preparano nei prossimi mesi
Salvo Intravaia: Tablet, concorsi, Sud e meno tagli la scuola del 2012 targata Profumo
Il
figlio di un mio amico
non vuole più andare a scuola. Cosa gli puoi dire? Bel
problema. Il figlio di questo mio amico dice: “So leggere e
scrivere, non voglio fare né il medico né l’ingegnere, voglio fare
il webmaster. Mi spiegate cosa mi serve andare
a scuola?”
Jacopo Fo: La scuola uccide di noia!
Ho
chiesto alle reti provinciali degli studenti di descrivermi lo stato
delle loro scuole. Se ci sono disservizi o edifici non a norma. Almeno
quelli più evidenti o degni di segnalazione. Il primo report che mi
arriva è da Mazara del Vallo, Trapani. E dunque inizio da loro.
Mila Spicola: Scuole sgarrupate: iniziare da dove?
Il Sud come area per un
progetto pilota per la scuola italiana. «Il Mezzogiorno può diventare
il vero elemento di traino per lo sviluppo del Paese», dice il ministro
dell’Istruzione Francesco Profumo. Prolungamento dell’obbligo
scolastico fino a 17 anni attraverso un più stretto rapportocon gli
istituti professionali regionali; formazione degli studenti più
innovativa; concorsi per giovani docenti e scuole come centri di
aggregazione: è anche da qui - spiega Profumo - che passa una scuola
più «visionaria», perché capace di intuire il futuro.
Maria Paola Milanesio: Profumo al Mattino: «Scuola fino a 17 anni, dal Sud un progetto pilota Istituti aperti tutto il giorno»
I
giorni di chiusura delle scuole per le vacanze natalizie non sono privi
di notizie di rilievo per la scuola. Forse non è il momento più adatto
per accorgersi di alcuni segnali interessanti, ma sarebbe un peccato
non coglierli. Fra le occasioni di riflessione: si sono svolti a metà
dicembre i due compiti scritti per gli aspiranti presidi, le scuole
stanno ricevendo il pacchetto dei dati Invalsi relativi alle loro
classi, con armamentario di percentuali e grafici, sta per partire il
progetto “Scuole in chiaro”. Quale filo rosso unisce queste tre notizie?
Daniela Notarbartolo: Presidi, Invalsi, trasparenza: qual è il fili rosso che li unisce?
L’iscrizione
scolastica on line nella versione 2012 costituisce certamente una
novità e un’occasione per semplificare e migliorare le procedure che
ogni anno impegnano oltre due milioni di famiglie alla ricerca della
scuola più adatta per i propri figli.
TUTTOSCUOLA: Iscrizioni on line. Necessaria una buona partenza
Circolare n. 108 MIURAOODGSSSI prot. 6756
MIUR: "Scuola in chiaro" - Diffusione on-line dei dati delle singole istituzioni scolastiche.
Ragionare sui dati per ripartire e gradualmente ricostruire. Un’analisi de “La scuola in cifre” dal 2008 a oggi.
Osvaldo Roman: Il servizio nella primaria dopo la "cura Gelmini"
Quali sono le prospettive delle politiche dell’istruzione nell’era del “governo tecnico”?
Giovanni Cominelli: Le due non-riforme della Gelmini boicottano il concorso di Profumo
Il Rapporto della
Fondazione Agnelli sulla scuola in Italia, appena pubblicato,
conferma dati noti: ad alimentare la dispersione scolastica è
la media. Da sempre anello debole del sistema di istruzione, la
secondaria di primo grado registra e spesso rende definitiva la
correlazione tra condizioni socio-culturali ed esiti, ancora
contenuta nella primaria: gli studenti con genitori con la licenza
media rischiano un ritardo scolastico infatti quattro volte più dei
figli di laureati.
È tradito il mandato che la Costituzione affida alla scuola
Marina Boscaino: Poco media, molto inferiore
Appuntamento con il ministro
Profumo per Fish, Fand e le altre associazioni che fanno parte
dell'Osservatorio. Nocera: "Sarà la riunione inaugurale che segnerà il
riavvio delle attività. Sottoporremo al ministro la richiesta formale
di annullare il bando per il corso di abilitazione al sostegno
destinato ai soprannumerari"
SUPERABILE: Il 10 gennaio riparte l'Osservatorio permanente per l'integrazione
Saltati i pavimenti e divelte
le porte nella sede del Gruppo cooperativo Goel a Caulonia (Reggio
Calabria), che si contrappone del 2003 allo strapotere economico delle
cosche. L'esplosione in un laboratorio sociale per l'inserimento
lavorativo dei profughi coinvolti. Un altro ordigno a Lamezia Terme a
Natale
Luca Kocci: Rifugiati, la 'ndrangheta colpisce Bomba nel centro calabrese
... il Gruppo Cooperativo Goel
si sente comunque ancor più motivato a continuare nel proprio percorso
di legalità, giustizia sociale e sviluppo sostenibile: continuerà con
forza le attività di accoglienza degli immigrati, per sottrarli al
controllo della malavita e guadagnarli all’integrazione e allo
sviluppo; incrementerà le attività di Goel Biò, per creare un mercato
locale degli agrumi che premi gli agricoltori che si oppongono alla
‘ndrangheta e ai torbidi mercati di sfruttamento; diffonderà nelle
regioni settentrionali le iniziative di contrasto all’infiltrazione
criminale che da alcuni anni vengono portate avanti attraverso
l’Alleanza con la Locride e la Calabria contro la ‘ndrangheta e le
massonerie deviate; persisterà a ignorare e disprezzare le regole non
scritte che la ‘ndrangheta impone a livello sociale ed economico...
Leonardo Cavaliere: altra bomba contro i minori stranieri non accompagnati
Ma
esistono anche imnprese che rispettano le regole. Intanto però dilagano
forme di sfruttamento che rasentano la schiavitù. I datori di lavoro
sono spesso anche proprietari delle poche case messe a disposizione dei
migranti. Se si perde il lavoro, si perde anche la casa. Vietato
ammalarsi: chi non si presenta un giorno perché ha la febbre, viene
lasciato a piedi dal furgone del padrone
Raffaella Cosentino: La 'ndrangheta allunga la filiera e nascono Cooperative senza terra
Oggi Peppino Impastato avrebbe compiuto 64 anni nello stesso giorno in cui 28 anni fa veniva ucciso a Catania, Pippo Fava
Umberto Di Maggio: Noi li ricordiamo vivi
Nel giorno del compleanno del giornalista ucciso dalla mafia a Cinisi il debutto di Centopassi tv
Norma Ferrara: Una maratona nel nome di Peppino Impastato
Peppino Impastato, una vita contro la mafia!
video di Stefano Marchesotti
32 anni fa Cosa nostra uccideva Piersanti Mattarella governatore della Regione Siciliana
LIBERAINFORMAZIONE: Un presidente contro la mafia
La pace: incontro con l'altro
HOREB n. 60 - 3/2011
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Quando
si parla di pace, oggi, facilmente si fa riferimento ad alleanze
strategiche, equilibrio di forze e di armi; si ritiene quindi che la
pace sia frutto di alchimie politiche e del buon senso dei “grandi” di
questo mondo.
Nella
riflessione biblica, la pace è, prima di tutto, dono che procede da Dio
e non dagli uomini, essa è costitutiva della natura di Dio, infatti,
Pace è il suo nome, «Jhwh-Shalom» (Gdc 6,24).
Gesù
viene sulla terra per annunciare agli uomini che Dio è Signore di tutti
e quindi per portare a tutte le genti la nuova novella della pace (At
10,36). Egli non è solo colui che evangelizza la pace, ricorda Paolo,
ma anche colui che, mediante il sangue della sua croce, riconcilia
tutte le cose, facendo la pace (Col 1,20).
Con
la sua morte in croce, sottolinea ancora l’Apostolo, Gesù distrugge in
sé l’inimicizia, abbatte il muro di separazione che tiene lontani
giudei e pagani, e crea un uomo nuovo, per cui, conclude Paolo, “Gesù è
la nostra pace” (Ef 2,14).
Proprio
perché Gesù è la nostra pace, per chi accoglie il suo spirito e si
lascia coinvolgere nel suo vissuto, la pace non si pone come esigenza
etica o sociale, ma essa è intrinseca al dono globale, definitivo e
supremo fatto da Dio all'uomo per mezzo di Gesù Cristo,
allora la pace è costitutiva della vita del credente, in quanto vita
coinvolta nel dinamismo trinitario e animata dallo spirito del Padre e
del Figlio, che è Spirito di comunione e di pace.
Questo
l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e
formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma
e valorizzi il quotidiano. Editoriale
SommarioE' possibile richiedere copie-saggio gratuite: CONVENTO DEL CARMINE 98051 BARCELLONA P.G. (ME) E-mail: horeb.tracce@alice.it
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La Bibbia in un frammento
"In principio era il Logos e il Logos era presso Dio e il Logos era Dio... E il Logos carne divenne e pose la sua tenda in mezzo a noi".
(Giovanni 1, 1.14)
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Uomini e profeti
Fedi e Mondo
slcontent
Sciamani con Martino Nicoletti e Edmundo Pacheco Blanco sabato 31 dicembre 2011
Chiudiamo
l’anno 2011 con uno sguardo su mondi altri e su modalità lontane di
relazione tra le cose della terra e le cose dello spirito. L’etnologo Martino Nicoletti ci porterà tra gli sciamani che ancora sopravvivono nelle regioni più segrete dell’Asia, mentre, Edmundo Pacheco Blanco boliviano,
ci racconta personalmente le sue esperienze di disintegrazione e
reintegrazione del corpo. Sono, certamente, esperienze residuali, ma
nello stesso tempo tenaci e resistenti, anche perché la funzione vera
dello sciamano, “colui che sa”, è una funzione sociale, di
intermediario fra l’umano e il divino.
Leggere la Bibbia
slcontent
Terzo Isaia. Una casa di preghiera per tutti i popoli con Paolo Ricca domenica 1 gennaio 2012
Con
il Trito (o Terzo) Isaia ci si avvicina cronologicamente all’ultimo
atto della Bibbia ebraica, che si chiude con l’Editto di Ciro del 538
(a. e. v.), con cui il re di Persia pone fine all’esilio di Babilonia,
favorisce il ritorno in Gerusalemme dei deportati, e sostiene la
ricostruzione del tempio. Ma spiritualmente ci si avvicina al clima in
cui nacque poi il Nuovo Testamento. Nei capitoli dal 56 al 66 si
accentua l’elemento universalistico che abbiamo già incontrato, e si
precisa il problema in cui si trovano immersi i reduci, che avevano
preservato il senso e la fedeltà alla Torà, mentre i rimasti in patria
si erano in parte contaminati con gli stranieri presenti sul suolo
ebraico. La soluzione però è di grande apertura. Ancora una volta,
conta la conversione del cuore. Di questi capitoli parliamo con Paolo Ricca, teologo valdese.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
...
Come nell'antichità anche oggi la sincera adesione al Vangelo può
richiedere il sacrificio della vita e molti cristiani in varie parti
del mondo sono esposti a persecuzione e talvolta al martirio. Ma, ci
ricorda il Signore, «chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato»
(Mt 10,22)...
il testo integrale dell'Angelus del 26/12/2011
Sono 26 i missionari
uccisi nel corso dell'anno. E perdono la vita soprattutto nella regione
più cattolica del mondo, il Sud America
Il conto dei "martiri" del 2011 "Il
sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani": la celebre affermazione
di Tertulliano risuona ancora più forte nel giorno in cui la Chiesa
ricorda la figura di Santo Stefano primo martire. Il martirio, del
resto, è una dimensione che appartiene alla natura stessa della
testimonianza cristiana. Sulle persecuzioni dei cristiani nel nostro
tempo, Alessandro Gisotti ha intervistato Massimo Introvigne,
rappresentante Osce per le discriminazioni verso i cristiani
Ascolta: Perseguitati perché cristiani: la riflessione di Massimo Introvigne (audio)
Nel 2011 sono stati 26 i missionari
uccisi nel mondo, uno in più rispetto all'anno precedente: 18
sacerdoti, 4 religiose, 4 laici. Sono i dati resi noti dall'agenzia
Fides. Per il terzo anno consecutivo, con un numero estremamente
elevato di operatori pastorali uccisi, figura al primo posto l'America,
con 13 sacerdoti e 2 laici. Segue l'Africa, dove sono stati uccisi 6
operatori pastorali: 2 sacerdoti, 3 religiose, 1 laico. Quindi l'Asia,
dove hanno trovato la morte 2 sacerdoti, 1 religiosa, 1 laico. Infine
in Europa è stato ucciso un sacerdote.
Il
testo completo del dossier dell'agenzia Fides: ELENCO DEGLI
OPERATORI PASTORALI VESCOVI, SACERDOTI, RELIGIOSI, RELIGIOSE E LAICI,
UCCISI NELL’ANNO 2011
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Domenica
1 gennaio 2012 alle 8.50, su Canale 5, "Le Frontiere
dello Spirito", celebra l'inizio dell'anno con una puntata
speciale, condotta - insieme - dal cardinale Gianfranco
Ravasi e Maria Cecilia Sangiorgi.
La
puntata è dedicata alla quarantacinquesima "Giornata Mondiale per la
pace", che si celebra oggi e ha per tema: "Educare i giovani alla
giustizia e alla pace".
Nel 2011,
Papa Benedetto XVI aveva così concluso il suo messaggio: "Il mondo ha
bisogno di Dio. Ha bisogno di valori etici e spirituali, universali e
condivisi e la religione può offrire un contributo prezioso della loro
ricerca per la costruzione di un ordine sociale giusto e pacifico a
livello nazionale e internazionale".
Per
questa importante Giornata, la redazione di Frontiere ha
pensato di raccontare l'impegno per la pace di alcune donne. La crisi
mondiale che si è scatenata dopo l'11 settembre ha, infatti, visto le
donne pronunciarsi come singole, come gruppi, associazioni e
organizzazioni contro la guerra. Pace e non vendetta è stato il motto
ripetuto per frenare l'attacco all'Afghanistan. Uno degli slogan che
dominava durante la campagna contro la guerra in Iraq era "Le donne
dicono 'NO' alla guerra".
il video della puntata intera sul sito Mediaset
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COSTRUIRE LA PACE OGGI di Giovanni Mazzillo
Articolo scritto per HOREB n. 60 - 3/ 2011
Data
per scontata l’urgenza di una pace per buona parte da costruire nel
nostro mondo di oggi e per quello di domani, le domande sulle quali
proponiamo una riflessione potrebbero essere così formulate: 1) In che
senso l’agire cristiano è – e non può non essere - un agire di pace? 2)
Che cosa dobbiamo fare in quanto cristiani e cittadini? 3) Quali nostre
scelte e quale tipologia di prassi quotidiana sono in questa direzione
e quali no?
Tali
domande diventano più chiare, diremmo ineludibili, se si accoglie una
provocazione nascosta in una preghiera: «Noi siamo buoni cristiani, tu
sai che siamo buoni cristiani. Come avviene allora che tanti buoni
cristiani non facciano una buona cristianità? Ci dev'essere qualche
cosa che non va... Santi ce ne sono, santità ce n'è, e mai il regno
della perdizione aveva tanto dominato sulla faccia della terra.
Bisognerebbe fare qualche altra cosa, mio Dio; tu lo sai, tu sai tutto,
sai quel che ci manca. Ci vorrebbe qualcosa di nuovo» (Ch. Péguy - Il
mistero della carità).
Il
“qualcosa di nuovo” è evidentemente nucleo e cuore del Vangelo e di
conseguenza punto di riferimento determinante per il nostro agire
cristiano. Ed è da esso che bisogna ripartire e ad esso bisogna fare
continuo riferimento, con semplicità e verità, aprendo un varco
autentico alla Grazia e alla conseguente conversione alla pace, su un
piano esistenziale e interpersonale
COSTRUIRE LA PACE OGGI di Giovanni Mazzillo (pdf)
Vedi il nostro post:
La pace: incontro con l'altro - HOREB n. 60 - 3/2011
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I
primi due capitoli dei vangeli di Matteo e di Luca sono chiamati i
“vangeli dell’infanzia”, denominazione che molti intendono come vangeli
per l’infanzia. Infatti, trattando della nascita e dei primi anni di
vita di Gesù, sembrano una raccolta di fatti fantastici, scritti per
meravigliare i piccoli: Gesù bambino, i magi, i pastori, gli angeli, la
stella, Erode nel ruolo dell’orco cattivo… personaggi adatti più per un
presepio che per la fede.
In
realtà questi vangeli non sono il ricordo dei primi passi di Gesù, ma
un compendio teologico col quale gli evangelisti anticipano al lettore
l’intera esistenza di Gesù, con particolare riferimento alla sua morte
e risurrezione.
È
questa l’ottica con la quale va letto il secondo capitolo del vangelo
di Matteo, che si apre con la nascita di Gesù e l’improvvisa comparsa
di “alcuni maghi”.
La
sorpresa di quest’apparizione è sottolineata dall'evangelista con
l’interiezione ecco: “Nato Gesù a Betlemme di Giudea, ai tempi del re
Erode, ecco giunsero alcuni maghi dall'Oriente” (Mt 2,1).
Che c’entrano i maghi con il Figlio di Dio?...
Aspettando "alcuni maghi dall'Oriente..." di Alberto Maggi
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"Il Natale dei Magi"
Perché il racconto commuove ancora il mondo
Nei
Vangeli, l'apparizione dei Magi è timidissima. Ignoriamo chi siano i
Magi che, nel Vangelo di Matteo (l'unico che li ricorda), giungono da
Oriente: sappiamo soltanto che seguono una stella, giungono a Betlemme,
entrano nella casa di Giuseppe e Maria, vedono il bambino, si
prostrano, gli rendono omaggio e gli offrono i doni: oro, argento e
mirra.
Tutto
il resto del racconto della Natività, che trionfa nel Vangelo di Luca,
viene abolito da Matteo. Non ci sono i pastori e le greggi, l'angelo
del Signore, la grande gioia di tutto il popolo, la nascita del
Salvatore, la moltitudine dell'esercito celeste che loda Dio: «Gloria a
Dio nelle sublimità e sulla terra pace agli uomini della divina
benevolenza»; e sopratutto il segno singolarissimo, il paradosso dei
paradossi: «Il Cristo, avvolto in fasce che giace in una mangiatoia».
Nel Vangelo di Matteo, abbiamo soltanto questi Magi sconosciuti: saggi
pagani, che anticipano la conversione dei popoli stranieri al
Signore, mentre Israele lo rifiuta.
Il mito globale dei Re Magi
La scheda del libro "Il Natale dei Magi"
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video
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L’Epifania è la prima manifestazione
di Cristo all’umanità e viene ricordata attraverso la visita dei Magi
alla mangiatoia. A guidare i "Sapienti" da Oriente a Gerusalemme, verso
la grotta per adorare il Bambino appena nato, come raccontato dal
Vangelo di Matteo, è la stella cometa, meglio conosciuta come la Stella
di Betlemme. Un fenomeno astronomico che accompagna nel racconto
evangelico la nascita di Gesù ed è ricco di significati storici,
scientifici e spirituali.
Anche quest’anno, avvicinandosi
il Natale, abbiamo atteso il manifestarsi simbolico di un segno, di una
stella in cielo, che annunciasse a tutti (all’attuale popolo eletto e
ai nuovi magi d’oriente) il rinnovarsi di quella venuta che ha
cambiato, duemila anni fa come ora e sempre, la storia dell’Uomo.
Quest’anno però i nuovi "magi" hanno visto dei segni, alcuni del tutto
inattesi, che se da un lato non possono essere ignorati da chi si sente
partecipe del cammino umano verso la conoscenza, dall’altro potrebbero
distrarci dall’attesa della stella dell’Epifania.
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Mentre
giovani di tutt'Europa si sono raccolti in questi giorni a Berlino per
il 34° incontro europeo proviamo a chiederci cosa insegna lo stile di
Taizé che ogni anno attira anche 3 mila italiani. O meglio, perché ci
tornano con gusto, trovando spesso lì quello che da altre parti non
hanno mai assaporato.
Frere Leandro, l'argentino che tiene i contatti con loro e in novembre
ha ricambiato la visita ad una trentina di parrocchie italiane, indica
tre motivi principali - la preghiera meditativa, l'amicizia con i
giovani di tutto il mondo e la semplicità della vita quotidiana - e
aggiunge l'augurio che valga per loro quello che Taizé è stato per lui
ventenne: "il posto ideale per pormi delle domande profonde".
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La mia
attenzione, nell’affrontare il tema che mi avete proposto, è
polarizzata in prima battuta da due immagini: la presenza francescana e
la terra di Sicilia...
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
“In piedi allora, costruttori di pace”
gridava all'Arena di
Verona nel 1989 il vescovo di Molfetta, don Tonino Bello, allora
presidente di Pax Christi Italia e fondatore di Mosaico di Pace. “Sono
interni alla nostra fede i discorsi sul disarmo, sulla
smilitarizzazione del territorio, sulla lotta per il cambiamento dei
modelli di sviluppo che provocano dipendenza, fame e miseria nel Sud
del mondo, e distruzione dell’ambiente naturale!”. E concludeva:
“Coraggio! Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si
devono vendere, ma neppure costruire, che la logica del disarmo
unilaterale non è poi così disomogenea con quella del Vangelo, che la
nonviolenza attiva è un criterio di prassi cristiana e che certe forme
di obiezione sono segno di un amore più grande per la città terrena… se
non abbiamo la forza di dire tutto questo, rimarremmo lucignoli
fumiganti invece di essere ceri pasquali”.
Coraggio,
giovani! Riprendete in mano l’antico binomio biblico: pace e giustizia.
è lo stesso papa Benedetto XVI nel suo messaggio per la Giornata
Mondiale della Pace (1 gennaio 2012) che vi invita a educarvi
vicendevolmente alla pace e alla giustizia. “La pace oggi – amava dire
don Tonino Bello – si declina inesorabilmente con la giustizia e con la
salvaguardia del creato”.
Giovani, vorrei chiedervi perdono perché noi adulti vi consegniamo un mondo gravemente malato.
Pace giovane di Alex Zanotelli
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...
Come nell'antichità anche oggi la sincera adesione al Vangelo può
richiedere il sacrificio della vita e molti cristiani in varie parti
del mondo sono esposti a persecuzione e talvolta al martirio. Ma, ci
ricorda il Signore, «chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato»
(Mt 10,22)...
il testo integrale dell'Angelus del 26/12/2011
Sono
26 i missionari uccisi nel corso dell'anno. E perdono la vita
soprattutto nella regione più cattolica del mondo, il Sud America
Il conto dei "martiri" del 2011
"Il
sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani": la celebre affermazione
di Tertulliano risuona ancora più forte nel giorno in cui la Chiesa
ricorda la figura di Santo Stefano primo martire. Il martirio, del
resto, è una dimensione che appartiene alla natura stessa della
testimonianza cristiana. Sulle persecuzioni dei cristiani nel nostro
tempo, Alessandro Gisotti ha intervistato Massimo Introvigne,
rappresentante Osce per le discriminazioni verso i cristiani
Perseguitati perché cristiani: la riflessione di Massimo Introvigne
Nel
2011 sono stati 26 i missionari uccisi nel mondo, uno in più rispetto
all'anno precedente: 18 sacerdoti, 4 religiose, 4 laici. Sono i dati
resi noti dall'agenzia Fides. Per il terzo anno consecutivo, con un
numero estremamente elevato di operatori pastorali uccisi, figura al
primo posto l'America, con 13 sacerdoti e 2 laici. Segue l'Africa, dove
sono stati uccisi 6 operatori pastorali: 2 sacerdoti, 3 religiose, 1
laico. Quindi l'Asia, dove hanno trovato la morte 2 sacerdoti, 1
religiosa, 1 laico. Infine in Europa è stato ucciso un sacerdote.
Il
testo completo del dossier dell'agenzia Fides: ELENCO DEGLI
OPERATORI PASTORALI VESCOVI, SACERDOTI, RELIGIOSI, RELIGIOSE E LAICI,
UCCISI NELL’ANNO 2011
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COSTRUIRE LA PACE OGGI di Giovanni Mazzillo
Articolo scritto per HOREB n. 60 - 3/ 2011
Data
per scontata l’urgenza di una pace per buona parte da costruire nel
nostro mondo di oggi e per quello di domani, le domande sulle quali
proponiamo una riflessione potrebbero essere così formulate: 1) In che
senso l’agire cristiano è – e non può non essere - un agire di pace? 2)
Che cosa dobbiamo fare in quanto cristiani e cittadini? 3) Quali nostre
scelte e quale tipologia di prassi quotidiana sono in questa direzione
e quali no?
Tali
domande diventano più chiare, diremmo ineludibili, se si accoglie una
provocazione nascosta in una preghiera: «Noi siamo buoni cristiani, tu
sai che siamo buoni cristiani. Come avviene allora che tanti buoni
cristiani non facciano una buona cristianità? Ci dev'essere qualche
cosa che non va... Santi ce ne sono, santità ce n'è, e mai il regno
della perdizione aveva tanto dominato sulla faccia della terra.
Bisognerebbe fare qualche altra cosa, mio Dio; tu lo sai, tu sai tutto,
sai quel che ci manca. Ci vorrebbe qualcosa di nuovo» (Ch. Péguy - Il
mistero della carità).
Il
“qualcosa di nuovo” è evidentemente nucleo e cuore del Vangelo e di
conseguenza punto di riferimento determinante per il nostro agire
cristiano. Ed è da esso che bisogna ripartire e ad esso bisogna fare
continuo riferimento, con semplicità e verità, aprendo un varco
autentico alla Grazia e alla conseguente conversione alla pace, su un
piano esistenziale e interpersonale
COSTRUIRE LA PACE OGGI di Giovanni Mazzillo (pdf)
Vedi il nostro post:
La pace: incontro con l'altro - HOREB n. 60 - 3/2011
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Altro
che 450 milioni di Ici non pagata dalla Chiesa. Altro che 500 milioni,
1 miliardo o persino 2 miliardi di euro di imposta non versata dalle
istituzioni cattoliche, come si è detto e scritto un po’ a caso in
questi mesi.
Finalmente, dopo tante cifre in libertà, ecco un numero ufficiale e
ponderato, in tema di immobili esenti dal pagamento dell’Ici: 100
milioni di euro. A tanto ammonterebbe il mancato introito per lo Stato
se venisse fatta pagare l’imposta in tutti gli edifici degli enti non
commerciali italiani nei quali si svolgono le attività socialmente
rilevanti che la legge esenta. Attenzione: abbiamo detto "tutte" le
attività di "tutti" gli enti non profit, dunque nella cifra sono
comprese "anche" quelle riconducibili in vari modi alla Chiesa
cattolica. Ed è questo che sorprende. Perché se tutte le attività
sociali "erodono" – si fa per dire – un gettito pari a 100 milioni di
euro, è evidente che il dato riconducibile ai soli enti della Chiesa
cattolica dovrà essere molto inferiore.
La cifra dei 100 milioni è contenuta nella relazione finale del Gruppo
di lavoro sull’erosione fiscale, guidato dal sottosegretario
all’Economia Vieri Ceriani, che l’ex ministro del Tesoro Giulio
Tremonti aveva voluto per censire le varie voci che in un modo o
nell’altro riducono il gettito fiscale.
Massimo Calvi: Esenzioni Ici al sociale? Nessuna cifra miiardaria
Avvenire
analizza una relazione del ministero del Tesoro e scopre che... Dopo
tante bugie su "Chiesa e Ici", i dati ci offrono la verità dei fatti.
Massimo Calvi: Chiesa e Ici, finalmente le cifre
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POLITICA
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Il coraggio della verità" - L'attuale situazione politica in una lucida analisi di Barbara Spinelli
Dire
il vero: sulla gravità della crisi italiana, sulla nostra seconda cosa
pubblica che è l'Europa, sui sacrifici, sul guastarsi dei partiti.
Sembra essere una delle principali ambizioni di Monti, da quando è
Presidente del Consiglio.
Basta
questo, per smentire chi decreta - con l'aria di saperla lunga - che il
Premier non è che un tecnico, ammesso a sostituire fugacemente il
politico detronizzato. La deturpazione funesta delle parole, lo
stratagemma d'illudere il popolo imbellendo la realtà e inventandosi,
per decerebrarci, un'attualità del tutto sfasata rispetto a ciò che
davvero è attuale, cioè urgente, emergente: per decenni ci eravamo
assuefatti a questo, e abbiamo finito col chiamarlo "politica". È ora
di restituire, a quest'ultima, il severo verbo vero che le si addice.
Ogni
volta che Monti viene descritto come un tecnico, entrato per effrazione
in un teatro non suo, c'è da avere i brividi. Vuol dire che i politici
di ieri ritengono il Premier un impolitico, e il suo sapere scientifico
qualcosa di superfluo, se non dannoso, nell'arte di governo. Che
giudicano impolitica anche la vocazione a non nascondere quel che è
doloroso, dunque profondamente attuale, nell'oggi che viviamo. Da poche
settimane sentiamo parlare di Italia e Europa con accenti inediti (un
primo assaggio, ma breve, si ebbe nell'ultimo governo Prodi). I
cittadini per ora approvano, conoscono una sorta di sollievo.
Si
sentono anche confortati, nel loro rigetto cupo della politica? Può
darsi, ma c'è un che di nefasto in questa visione duale: da una parte i
politici, dall'altra un Premier che ha tutte le doti dello statista,
che interiorizza al massimo la rappresentanza democratica, e tuttavia è
percepito come tecnico, estraneo ai giochi nazionali. Essere impolitici
in una democrazia smagliata ha le sue virtù: impolitico è chi non
possiede le furbizie del professionista politico. Ma prima o poi le due
figure vanno congiunte (già si congiungono nel Premier) per depurare la
politica ed evitare che senza soluzione di continuità, senza memoria di
quest'intermezzo, ci venga restituita domani la politica di ieri...
"Il coraggio della verità" di Barbara Spinelli
Per completezza di informazione:
...
Siamo in recessione e sarà dura «quasi» per tutti. Le ragioni sono
state spiegate e rispiegate, ma quel «quasi» fa la differenza e chi
governa un Paese non può non sapere che, quando la maggior parte dei
cittadini è allo stremo, prima di chiedere «ancora uno sforzo», occorre
dare almeno l'impressione che i primi a «sforzarsi» siano proprio
coloro decidono per tutti...
Caro ministro, sia davvero super partes di Milena Gabanelli e Giovanna Boursier
Caro Direttore, rispondo all'articolo di sabato 31 dicembre sulla prima pagina del Corriere . (testo+video)
Vorrei
prima di tutto sgombrare il campo dai presunti conflitti di interesse.
Pur non avendo alcun obbligo di farlo, nei giorni scorsi ho vendute
tutte le mie azioni Intesa Sanpaolo, come avevo preannunciato in una
recente intervista televisiva (il richiamo «le venda invece di
continuare a dire le venderà» potrebbe far pensare che la questione sia
aperta da lunghissimo tempo, mentre sono ministro da poco più di un
mese).
Passera: «Conflitto d'interessi? No, ho già venduto le azioni di Intesa» di Corrado Passera
Guarda anche il nostro precedente post:
Dopo il "Salva Italia" ora il "Cresci Italia"
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A Milena Gabanelli e a Giovanna Boursier che
lo invitavano a vendere in fretta le sue azioni Intesa Sanpaolo e
alcune partecipazioni minori in piccole imprese, Corrado Passera ha
risposto: già fatto. Il ministro dello Sviluppo economico è stato di
parola. Bene. Il gesto non era strettamente necessario: la modestia dei
pacchetti li privava di ogni influenza. Sarebbe bastato affidarli a un
gestore fiduciario che, senza nulla comunicare al fiduciante, li
tenesse o li vendesse restituendo il valore al fiduciante, una volta
chiuso il mandato ministeriale.
Pare
che il governo preferisca la formula degli incontri separati e
bilaterali con le forze sociali per avviare il confronto sul lavoro e
lo sviluppo. Il metodo potrebbe avere in sè buone ragioni. Il ministro
del Welfare, Elsa Fornero, intende incontrare in momenti diversi le
organizzazioni degli imprenditori e i sindacati confederali. Fin qui
non ci sarebbe niente di strano.
Poi, però, il governo si spinge un po’ più in là e decide di parlare
separatamente con i sindacati. Cgil, Cisl e Uil sarebbero così ricevute
una per una prima dal ministro Fornero e poi dal suo collega Corrado
Passera. È a questo punto che la novità di metodo potrebbe introdurre
qualche importante novità di merito in una fase molto delicata del
rapporto tra esecutivo e forze sociali, dopo lo strappo non ancora
ricomposto sulle pensioni...
... In
realtà, la centralità della questione 'costi della politicà nasce
da motivi che trascendono il suo rilievo economico, pur notevole; ed ha
soprattutto un valore simbolico.
Si compendia in essa un giudizio di inutilità e di inefficienza del
sistema politico, insieme alla percezione che chi ne fa parte goda di
privilegi offensivi del sentimento di uguaglianza che è l'essenza della
democrazia. Un sentimento che può anche essere un risentimento, una
manifestazione di invidia o di rivalsa, ma che è giustificato sia dai
sacrifici cui sono sottoposti tutti i cittadini sia dalla apparente
intoccabilità della Casta sia dal discredito in cui la politica è
caduta presso l'opinione pubblica...
Il
premier vede il presidente della commissione che ha studiato i costi
della politica. Molti parlamentari contestano. L'Idv invece chiede al
governo di "abbattere i privilegi della casta". Tagli anche per il
sindaco di Firenze, Renzi. Presidente Istat: "Non mi aspetto decisioni
a partire dai nostri dati, ma risposte politiche"
Il vice di Manganelli: "Le
camere di sicurezza sono troppo poche e non garantiscono la dignità di
chi vi dovrebbe essere rinchiuso". La replica del Guardasigilli: "Sono
norme concordate totalmente con il ministro dell'Interno, alla presenza
dei vertici di Polizia"
IL FATTO QUOTIDIANO: Decreto svuota-carceri: è scontro tra polizia e il ministro della Giustizia Severino
C’è un Paese intero che attende
le prossime mosse del governo. È un’Italia dove tanti non si consegnano
allo smarrimento e alla logica del declino, ma dove si infittiscono i
disagi e cresce l’allarme per lo scoramento, persino mortale, di
imprenditori, disoccupati e pensionati stremati dalla crisi. È
un’Italia che conta su segnali e scelte chiare di Mario Monti e dei
suoi ministri.
Arturo Celletti e Eugenio Fatigante: Tre segnali da dare
Si
può dire che il 2011 sia stato l' anno (anche) dei beni comuni.
Espressione, questa, fino a poco tempo fa assente nella discussione
pubblica, del tutto priva d' interesse per la politica, anche se il
premio Nobel per l' economia era stato assegnato nel 2009 a Elinor
Ostrom proprio peri suoi studi in questa materia.
Stefano Rodotà: Il valore dei beni comuni
È dal giorno in cui ha ottenuto la fiducia del Parlamento che il
governo Monti si muove su due piani: il fronte interno e il fronte
esterno, l'Italia e l'Europa. Due livelli destinati a intrecciarsi
sempre più, anche se pongono problemi diversi e sollecitano risposte
specifiche.
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Angelus - 1° gennaio 2012, Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio
Angelus - 6 gennaio 2012, Solennità dell'Epifania del Signore
Udienza - 4 gennaio 2012, Il Natale del Signore: Mistero di gioia e di luce
Omelia - 31 dicembre 2011: Celebrazione dei Vespri e Te Deum di ringraziamento per l'anno trascorso
Omelia - 1° gennaio 2012: Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio
Omelia - 6 gennaio 2012: Solennità dell'Epifania del Signore
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO - OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
CELEBRAZIONE DEI PRIMI VESPRI DELLA SOLENNITÀ DI MARIA SS.MA MADRE DI DIO
TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Basilica Vaticana Sabato, 31 dicembre 2011
Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Presbiterato,
distinte Autorità,
cari fratelli e sorelle!
Siamo
raccolti nella Basilica Vaticana per celebrare i Primi Vespri della
solennità di Maria Santissima Madre di Dio e per rendere grazie al
Signore al termine dell’anno, cantando insieme il Te Deum. Ringrazio
voi tutti che avete voluto unirvi a me in questa circostanza sempre
densa di sentimenti e di significato...
Un altro anno si avvia a conclusione mentre ne attendiamo uno nuovo: con la trepidazione, i desideri e le attese di sempre...
«Te Deum
laudamus!» Noi ti lodiamo, Dio! La Chiesa ci suggerisce di non
terminare l’anno senza rivolgere al Signore il nostro ringraziamento
per tutti i suoi benefici. È in Dio che deve terminare l’ultima nostra
ora, l’ultima ora del tempo e della storia. Dimenticare questo fine
della nostra vita significherebbe cadere nel vuoto, vivere senza
senso...
«Te Deum
laudamus!». Così canta anche la Chiesa che è in Roma, per le meraviglie
che Dio ha operato e opera in essa. Con l’animo colmo di gratitudine ci
disponiamo a varcare la soglia del 2012, ricordando che il Signore
veglia su di noi e ci custodisce. A Lui questa sera vogliamo affidare
il mondo intero. Mettiamo nelle sue mani le tragedie di questo nostro
mondo e gli offriamo anche le speranze per un futuro migliore.
Deponiamo questi voti nelle mani di Maria, Madre di Dio, Salus Populi
Romani. Amen.
il testo integrale dell'omelia di Benedetto XVI
video
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OPINIONI E COMMENTI
Il
riassunto dell'anno di Ratzinger nel bilancio tracciato dal vaticanista
dell'agenzia di informazione dei vescovi degli Stati Uniti
Nominati
i consultori del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali. Tra
i nomi figurano Vian, Tarquinio, Preziosi e padre Spadaro
Nel concistoro del prossimo 18
febbraio, annunciato da Benedetto XVI il giorno dell’Epifania,
riceveranno la porpora 22 nuovi cardinali, quattro dei quali
ultraottantenni.
Verrà pubblicata sabato 7
gennaio una Nota della Congregazione per la Dottrina della fede con
indicazioni pastorali per l’Anno della Fede, voluto dal Papa, che
prenderà il via l’11 ottobre prossimo per concludersi il 24 novembre
del 2013. Oggi, intanto, è stato diffuso un comunicato che anticipa gli
aspetti principali del documento. Viene ribadito come questo Anno,
indetto con la Lettera Apostolica “Porta fidei” rappresenti una grande
occasione di rinnovato incontro con Gesù Cristo.
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2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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