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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
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NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
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alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Segnaliamo il palinsesto tv e radio Rai del 27 gennaio dedicato alla ricorrenza de Il giorno della Memoria.
Nel "prezioso"( per l'ampia documentazione fornita) sito LAGER si può vedere la mappa delle iniziative in Italia (cliccando sulla regione si possono visionare le manifestazioni)
On line dal 27 gennaio 2012: "I NOMI DELLA SHOAH ITALIANA. Memoriale delle vittime della persecuzione antiebraica 1943-1945."
Un nuovo sito web della Fondazione Cdec:www.nomidellashoah.it. Il
sito ha la funzione di monumento/memoriale delle vittime, di strumento
per la ricerca dei loro nomi, di conoscenza e memoria della Shoah.
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27 gennaio 2012: la Giornata della memoria per non dimenticare...
Il 27 gennaio 2012, nel sessantasettesimo anniversario dall'apertura
dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, celebriamo per la
dodicesima volta in Italia il Giorno della Memoria.
Una
data che viene ricordata contemporaneamente in molti Paesi europei, e
che è divenuta, in questi anni, importante e molto sentita dalla
popolazione e dalle istituzioni.
La memoria e la nostra identità
In
quale modo la consapevolezza della Shoah e il rifiuto delle ideologie
nazista e fascista hanno influito, nel dopoguerra, sulla formazione
dell’identità collettiva delle società europee?
È
stato questo il tema della tavola rotonda dal titolo “La Shoah e
l’identità europea”, tenutasi ieri a Roma, 24 gennaio, nell’ambito
delle iniziative per la ‘Giornata della memoria’ del 27 gennaio.
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27 gennaio 2012: la Giornata della memoria per non dimenticare... Porrajmos: l'olocausto degli zingari
Il
27 gennaio, come ogni anno, si celebra la Giornata della memoria. E’ la
memoria dello sterminio di un popolo, di una minoranza, i rom, voluto
da un regime razzista e persecutorio. E’ la memoria di una guerra che è
stata accompagnata anche dalla volontà di uno sterminio di popoli
‘differenti’. E’ la memoria di come l’irrazionalità unita all’odio
genera mostri. E’ una Giornata per non dimenticare, ma anche per
educare.
27 gennaio: Una Giornata per educare al rispetto delle minoranze rom
Tutti conoscono la parola Shoah, nessuno Porrajmos, il divoramento. Lo
sterminio degli zingari non ha ancora avuto il giusto riconoscimento
nell’Europa che lo ha prodotto. Nel Rapporto conclusivo dell’indagine
sulla condizione di rom, sinti e caminanti in Italia, elaborato nel
febbraio 2011 dalla commissione straordinaria del Senato per la tutela
e la promozione dei diritti umani si dice «Abbiamo il dovere di
compiere un atto di riparazione inserendo il genocidio dei Rom tra
quelli che vengono ricordati ogni anno il 27 gennaio nel Giorno della
Memoria». Il Porrajmos fu uno sterminio «che al pari – dice il Rapporto
– di quello degli ebrei fu condotto con scientificità e meticolosità in
tutti i paesi occupati dai nazisti. Alla base vi era la considerazione
che i Rom fossero una razza inferiore.
"Porrajmos", l'olocausto degli zingari
Breve
video realizzato a scopo didattico sul Porrajmos, la soluzione finale
voluta dal nazifascimo per Rom e Sinti. Il video, dopo le immagini
shoccanti dello sterminio, conclude con una panoramica sulla situazione
di Rom e Sinti in Italia lanciando un messaggio di speranza e
condivisione contro ogni discriminazione.
Porrajmos (video)
Per approfondire:
- PORRAJMOS: L'OLOCAUSTO ZINGARO
- Un caso dimenticato: "I bastardi della Renania";
- Le prime persecuzioni in Europa
- L'ascesa di Hitler, le premesse del "Porrajmos";
- La soluzione finale per gli zingari
- Testimonianze
- Bibliografia
- In rete
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27 gennaio: la Giornata della memoria per non dimenticare... MAI...
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertold Brecht)
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27 gennaio: la Giornata della memoria per non dimenticare... riflessioni
... I
negazionisti dell'Olocausto, a cominciare dal presidente iraniano
Mahmoud Ahmadinejad, sono sempre in agguato, e il pericolo più grande è
che, dopo la scomparsa degli ultimi sopravvissuti-testimoni, si faccia
strada un oblio generalizzato, magari lasciando spazio a teorie
infamanti, alimentate da una diffusa (e da alcuni voluta) ignoranza.
Con l'obiettivo di cancellare una delle pagine più terribili della
storia dell'umanità: l'annientamento di sei milioni di ebrei. Colpevoli
di un solo crimine: appunto, di essere ebrei. Per aiutare i giovani a
conoscere, e quelli meno giovani a non dimenticare quanto accadde meno
di 70 anni fa in un grande Paese europeo, anche noi abbiamo deciso di
offrire un contributo, ripercorrendo il sentiero della sofferenza e
della morte, con il fondamentale aiuto di un gruppo di sopravvissuti (Guarda il docu-web).
Per dare un titolo al nostro lavoro, abbiamo preso a prestito da Goti
Bauer, una eroica e generosa donna uscita viva dal campo di sterminio
di Auschwitz, una frase laconica e tragicamente vera: «Salvi per caso».
È proprio così. I pochissimi che sono tornati alla vita, dopo aver
attraversato l'intero tunnel dell'orrore e della bestialità umana, ce
l'hanno fatta soltanto grazie ad alcune fortuite circostanze...
I rischi del cinismo e dell'indifferenza: perché è importante ricordare
...
Invece, la moltiplicazione del ricordo, l’inevitabile ritualismo che si
porta con sé la puntuale commemorazione, hanno portato a quella memoria
una pubblicità a doppio senso. Da una parte, certo, il rispetto.
Dall’altra la banalizzazione e, senza soluzione di continuità, l’abuso.
I simboli si sono svuotati, il ricordo è diventato cerimonia, la parola
non può mancare e così, ogni anno, gli editori si sentono
irresponsabili se non pescano l’ultimo sopravvissuto, le lettere
rimaste nel cassetto, la storia ancora da raccontare. Un po’ come le
strenne per Natale. Il cinema, idem. Scuole ed enti pubblici
s’ingegnano per non ripetersi con i loro «eventi». L’evento, comunque,
è indispensabile. È inevitabile, tutto questo?...
Auschwitz l'antidoto è il silenzio
Sacralizzazione
dello sterminio, abusi e sfruttamento della memoria: così sono andate
moltiplicandosi negli ultimi anni le critiche alla celebrazione del 27
gennaio...
Non
è un caso che i negazionisti traggano profitto da una politica
nazionalistica che parla di «espulsioni» e «rimpatri», che ha il gusto
per il marchio e lo statuto speciale, che punta l’indice contro
l’immigrato, il clandestino, lo straniero. Come ha detto più volte
Emmanuel Lévinas, l’antisemitismo è l’archetipo di ogni internamento.
La memoria è vita
Celebrazione al Palazzo del Quirinale del "Giorno della Memoria"
...
fare della nostra scuola ancor più compiutamente "una scuola di
memoria". Questo impegno rappresenta il miglior antidoto a quei
rigurgiti di negazionismo e antisemitismo, di intolleranza e di
violenza che il ministro ha denunciato come fenomeni, per quanto
marginali, da stroncare sul nascere... Quando ho giurato da Presidente,
l'ho fatto sapendo che il mio dovere e il mio sentimento mi conducevano
a riflessioni, prese di posizione e sollecitazioni motivate e
inequivoche contro l'antisemitismo in ogni suo travestimento, contro il
razzismo, contro ogni violazione del principio di pari dignità ed
eguaglianza davanti alla legge.
il testo integrale dell'intervento del Presidente Napolitano
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Shoah, i volti della memoria
Alla
vigilia della Giornata della memoria, storie e testimonianze di uomini
e donne travolte dalla Shoah. Per mettere a tacere ogni forma di
negazionismo.
Se Sissel avesse potuto vivere - Gurême: «L'Olocausto di noi nomadi» -
Chi vuole continuare il lavoro di Hitler? - Un bambino racconta la vita
nel lager - Art Spiegelman: gatti e topi, oggi come allora -
Shoah, i volti della memoria
Immagini (terribili) e parole (toccanti) per riflettere e non dimenticare...
Se questo è un uomo... di Primo Levi
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Si potrebbe cominciare con un
sondaggio: quanti sono i nostri lettori (e parlIamo quindi di un
campione qualificato) che conoscono il termine Porrajmos?
Probabilmente non ci sbagliamo supponendo che solo una piccola
minoranza sappia che è l'equivalente, in lingua romanès, di Shoah.
Significa annientamento, distruzione, divoramento e si riferisce a
quella particolare forma di martirio che subirono Rom e Sinti deportati
dai nazifascisti nei campi di sterminio.
Susanna Ripamonti: Porrajmos
Eccidi dimenticati.
Sperimentazioni a lungo negate, per lo più su bambini. Accanto agli
ebrei, sono centinaia di migliaia le persone morte nei campi di
sterminio nazisti. Alcune associazioni stanno provando a dar loro un
volto e una voce
Marco Pasqua: Omosessuali, rom, disabili le vittime senza nome dell'Olocausto (testo+video)
Oggi si celebra la
Giornata della Memoria della Shoah, lo sterminio sistematico degli
ebrei perpetrato dai nazisti. C’è sempre il rischio, in queste
circostanze, di scadere nella ripetività, nel trasformare in cerimonia
la memoria.
Andrea Tornielli: In memoriam
Sono tanti i casi in cui il titolo di “Giusto tra le nazioni” giunge in anticipo rispetto ai tempi dei processi canonici
Giorgio Bernardelli: Beatificazioni, quando Israele arriva prima della Chiesa
Dobbiamo ricordarci che il fatto di essere stati vittime non è sufficiente a conferirci uno status morale
Abraham B. Yehoshua: Ma l'Olocausto non è misura di tutte le cose
Il presidente della Repubblica:
"Ricordare, miglior antidoto contro negazionismo, intolleranza e
violenza". La cerimonia istituzionale aperta dal messaggio di Monti:
"Momento molto delicato per Italia ed Europa, xenofobia e intolleranza
non intacchino i nostri valori fondanti"
REPUBBLICA: Shoah, la giornata della memoria "Stroncare rigurgiti di antisemitismo"
... Tante le iniziative, in
tutto il Paese. L’Italia deve continuare a fare i conti con le leggi
razziali del 1938 e con la deportazione degli ebrei, ma anche di rom e
sinti, di comunisti e omosessuali.
L’Italia, però, deve anche fare i conti con il futuro, non solo con il passato...
Christian Elia: Italia, giornata di memoria
“La vostra storia è
complessa e, in alcuni periodi, dolorosa. Purtroppo lungo i secoli
avete conosciuto il sapore amaro della non accoglienza e, talvolta,
della persecuzione, come è avvenuto nella Seconda guerra mondiale;
migliaia di donne, uomini e bambini sono stati barbaramente uccisi nei
campi di sterminio. È stato – come voi dite – il Porrajmos, il ‘grande
divoramento’, un dramma ancora poco conosciuto e di cui si misurano a
fatica le proporzioni, ma che le vostre famiglie portano impresso nel
cuore”. Queste le parole che Benedetto XVI ha pronunciato nella prima
udienza in Vaticano riservata alle diverse etnie di rom e zingari, l’11
giugno 2011. Parole che denunciano l’esistenza di una ferita storica e
umana ancora aperta.
Silvio Mengotto: Porrajmos: il "grande divoramento" del popolo zingaro
“Un
giorno ci hanno dato l’invito per presentarci alla Questura, a febbraio
2010. Sono venuti gli autobus dell’Atac a prenderci e ci hanno portato
all’Ufficio Immigrazione nello sportello per gli zingari. Sono entrato
dentro, mi hanno fatto le fotografie, mi hanno preso le impronte
digitali. Dovevo farlo per forza, sennò non entravo nel campo”.
A
parlare è M. T. 15 anni, rom con cittadinanza bosniaca residente nel
campo nomadi formale di Camping River, Roma. La sua è una delle
testimonianze che aprono il Memorandum per il Comitato per
l’eliminazione della discriminazione razziale dell’Onu, redatto
dall’associazione 21 Luglio, onlus impegnata nella difesa dei diritti
dell’infanzia. Il Memorandum denuncia un fatto fino a poco tempo fa
sconosciuto alla cittadinanza: la schedatura, tra il 2009 e il 2010, di
circa 5000 persone di etnia rom e sinti, tutti residenti nei sette
campi “attrezzati” della Capitale.
Anna Toro: A Roma 5000 rom "schedati su base etnica"
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
“Il
cristianesimo è trasformare la tragedia della vita in una festa”,
diceva negli anni ’70 Suor Maria Romero, beata salesiana
nicaraguense.
Ma cos'è la festa e dov’è la festa in una civiltà così “musona”, cupa e guerrafondaia come la nostra?
La
festa è il banchetto del Regno di Dio, il regno di giustizia e di pace,
pardon le repubbliche di giustizia e di pace, quelle in cui c’è
finalmente la felicità per tutti, quella del Discorso della
Montagna: la felicità dei poveri e degli afflitti, di quei
milioni, pardon miliardi ormai di impoveriti e di afflitti che non
possono dire: “Ma com’è bello vivere... che festa è la vita...!”.
La festa è il banchetto dell’umanità: risorse per tutti, in benefica e pacifica condivisione fraterna.
Innanzitutto
le risorse del creato, i manufatti di Dio, quelli dei primi sei giorni
del creato che con la sua parole fece e disse “è cosa buona”,
ottimo ingrediente per il banchetto della vita, la festa della
vita.
Beni comuni per tutti!
La Festa e la danza dei beni comuni di Giuliana Martirani
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I primi 50 anni del Movimento Nonviolento in Italia
Il
movimento che si richiama all'esperienza di Gandhi e fondato
in Italia cinquant’anni fa da Aldo Capitini ha ancora qualcosa da dire
alla riflessione politica contemporanea. l rapporti con le religioni
La
nonviolenza ha perso oppure, nel lungo periodo storico, attraverso
nuovi interpreti potrebbe insegnare ancora prospettive di convivenza
civile agli uomini della società post-moderna e ipertecnologica. A
cinquant’anni dalla nascita del movimento italiano a che punto è la
sensibilità su un concetto di vita che appassionò migliaia di giovani
tra gli anni Sessanta e Settanta e che oggi segna il passo...
In
questi giorni, i “reduci” di quello che ancora oggi è l’arcipelago
nonviolento si riuniscono a Verona per rilanciare un movimento afasico
che ha attira sempre meno adesioni tra le nuove generazioni...
Dove è finita la nonviolenza?
FESTA per i 50 anni del Movimento Nonviolento (Verona 20-21-22 gennaio 2012): IL PROGRAMMA
Riportiamo
di seguito i testi di saluto di alcuni movimenti con i quali, in questi
50 anni, abbiamo lavorato assieme per/con/verso la nonviolenza.
Il saluto di alcuni compagni di viaggio
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Il Movimento Nonviolento,
fondato da Aldo Capitininel 1962, compie in questi giorni 50 anni.
La festa di compleanno in corso a Verona al Teatro Camploy (zona Porta
Vescovo) con un ricco e pacifista programma (.pdf) terminerà domani, 22
gennaio 2012, tra ospiti, iniziative, mostre, cibo, musica, letture,
film, riflessioni e proposte “per fare memoria dei 50 anni passati e
per iniziare insieme una nuova stagione”. “Celebreremo il passato e
organizzeremo il futuro” assicurano gli organizzatori che aspettano “le
persone, le associazioni, i gruppi, i movimenti dei più diversi
ambienti culturali, politici, artistici, religiosi, intellettuali, tesi
versol'orizzonte nonviolento, che in questi cinque decenni hanno
conosciuto, collaborato, condiviso, sostenuto il nostro Movimento e gli
vogliono bene”.
Alessandro Graziadei: Il Movimento Nonviolento festeggia i suoi primi 50 anni
La cronaca ogni giorno ci
racconta come sia in aumento la violenza: tra le mura domestiche, nelle
relazioni sociali familiari e professionali, nei rapporti occasionali
di semplice convivenza civile. Forse le guerre sono in diminuzione,
molto meno le spese per gli armamenti e la sicurezza, ma ciò che
preoccupa in questo tempo di crisi economica - finanziaria ma
soprattutto ideale - è l'aumento dell'aggressività,
dell'individualismo, del senso di impotenza e di rassegnazione che ci
fa diventare sempre più cattivi nei pensieri e nelle azioni. Affermo
ciò proprio in concomitanza di un evento importante: il congresso che
celebra i cinquant'anni del movimento non violento in Italia.
Luca Rolandi: Nonviolenza e religione, speranza da ritrovare
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
OPG possibile la chiusura?
Giovedì
26 gennaio 2012, riunione del Comitato Promotore di "StopOPG" dalle ore
10 alle 16, presso In Centro Congressi Frentani di via Frentani 4, a
ROMA per: - presentare (in conferenza stampa) la campagna “ UN VOLTO UN NOME”, con i referenti di "stopOpg" delle singole regioni. -
una discussione seminariale sulla questione dell' "imputabilità" e in
generale sugli aspetti normativi (compresa la questione del DdL "Marino
e altri senatori") La riunione è " aperta a quanti vogliono dare il loro contributo".
StopOPG annuncia la campagna "un volto un nome" L’annuncio
è di quelli che fanno ben sperare. Gli ospedali psichiatrici giudiziari
potrebbero chiudere entro il 31 marzo 2013. Questo stabilisce un
emendamento, approvato all'unanimità in Commissione Giustizia
al Senato, al disegno di legge del governo sulle carceri. Potrebbe
divenire più concreta, quindi, se in aula si confermerà il testo, la
possibilità di chiudere e superare quelli che una volta si chiamavano
manicomi giudiziari.
Ultimi manicomi, una chiusura possibile
Slitta
di un anno la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Il
termine inizialmente previsto dalla prima versione dell’emendamento era
il 31 marzo 2012 ma la data definitiva è stata fissata per il 31 marzo
2013. È quanto previsto nel testo finale dell’emendamento sugli Opg,
contenuto nel Disegno di legge «Svuota-carceri»...
Tre
semplici parole: «Ospedali psichiatrici giudiziari». Un termine
asettico, che nasconde la realtà (infernale) degli ultimi manicomi
d’Italia, sopravvissuti tenacemente alla riforma Basaglia...
Ospedali giudiziari psichiatrici, lo spettro della chiusura
E’
ufficiale. Entro, e non oltre, il 31 marzo 2013 tutti gli Ospedali
Psichiatrici Giudiziari in Italia saranno chiusi. I detenuti verranno
trasferiti in centri, finalmente, adeguati alla cura delle patologie
che affliggono queste persone. Una vittoria, seppur tardiva, della
minima dignità che ogni Paese civile dovrebbe riservare ai suoi
cittadini più preziosi: quelli a cui ha tolto la libertà.
Fuori dal diritto
Il
ministro della Giustizia Paola Severino nella sua corposa relazione
sull'Amministrazione della Giustizia nell'anno 2011 ha dedicato appena
due righe alla questione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, un
“inciso” insomma. Ora che il
ministro Severino provi angoscia, come ha detto, per la situazione
esistente che si protrae da anni, e che ci pone in una situazione di
evidente illegalità, è cosa che le fa onore. Ma il sentimento
d’angoscia, per quanto nobile, non è sufficiente; soprattutto non
costituisce una soluzione, né in premessa né in fatto; sono invece le
possibili, praticabili soluzioni quelle che ci si attende dal ministro
e dal Governo.
Relazione sulla giustizia ministro Severino: sugli OPG appena un inciso e che prova angoscia
Vedi il nostro precedente post:
Viaggio nell'orrore degli ospedali psichiatrici giudiziari
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Una risposta al
sovraffollamento e al degrado. Questo vuole essere il decreto
svuotacarceri, che ieri ha ottenuto il primo sì dal Senato. E una delle
novità riguarda gli ospedali giudiziari. Ufficialmente, dal 31 marzo,
verranno chiusi. Spariranno definitivamente i manicomi criminali
TG3: Spariranno definitivamente i manicomi criminali (video)
Rinchiuse in ospizi,
spesso costrette alla prostituzione per sopravvivere, comunque
condannate all'isolamento. Il destino delle vedove è ancora una pagina
nera dell'India.
Marta Franceschini: India, la maledizione delle vedove
A Damasco regna la calma. Una
calma che é solo apparente. Abu Samer, proprietario di un piccolo
chiosco, che vende menaish (focacce) nel quartiere centrale
di Babtuma, é da mesi ormai che alle sei del pomeriggio torna a
casa. ”Le strade di sera sono vuote e ritornare tardi
diventa sempre più pericoloso”, racconta pensando a come
farà a pagare i debiti che gli restano, visto che le vendite si sono
più che dimezzate da quando é iniziata la rivoluzione.
Naomi Deledda: Siria. Dove sono finite le rose di Damasco?
Nell'anniversario della rivoluzione
gli egiziani sono tornati a manifestare. E ora quale futuro attende
l'Egitto? A rispondere è Imma Vitelli, giornalista e autrice del libro
"Tahrir".
Giulio Cerqueti: Egitto: piazza Tahir, un anno dopo
Piazza
Tahrir, un anno dopo. Domani, 25 gennaio 2012, ricorre il primo
anniversario della rivolta che, dopo trenta anni, ha rovesciato il
governo di Hosni Mubarak, detto il Faraone. L’Egitto intero, con
coraggio e ostinazione, ha posto fine a un regime liberticida e
corrotto.
Christian Elia: Egitto: buon compleanno, rivoluzione
Proprio in questi giorni, un
anno fa, la piazza del Cairo ribolliva. Erano gli ultimi
fotogrammi di un regime trentennale, quello di Mubarak, destinato a
cadere in poco più di un mese. L’Egitto voltava pagina. E, si sa,
tutto quello che succede nella terra dei faraoni, di ieri e di oggi,
finisce per avere un’influenza decisiva su tutti gli equilibri del
mondo arabo; le svolte culturali e politiche dell’Egitto segnano poi
inevitabilmente la traiettoria su cui si muoveranno gli altri
paesi medio orientali.
A un anno di distanza molte cose sono cambiate anche se gran parte dei problemi restano sul campo...
Piergiorgio Cattani: Egitto anno 1: passi avanti e sfide aperte
Scontro sempre più duro tra
Khartoum e Juba sulla gestione dei proventi petroliferi. Dopo la tassa
di 32,2 dollari a barile imposta dal Nord, il Sud ha bloccato il flusso
dell’oro nero verso Port Sudan e nel frattempo ha chiuso un accordo con
il Kenya per costruire un oleodotto fino a Lamu. Si cerca una
mediazione. In campo l’Ua.
NIGRIZIA: Sudan La guerra del petrolio
Il terrorismo di Boko Haram
continua ad imperversare negli stati nord-orientali della Nigeria. Il
20 gennaio, una serie coordinata di attentati a Kano, la seconda città
del paese, ha causato oltre 200 morti. Nigrizia di febbraio dedicherà
il dossier alle “zone calde” del gigante d’Africa, con un reportage dal
nord-est, dove agisce questo gruppo terroristico. Un’anticipazione del
dossier.
NIGRIZIA: Vulcano Nigeria
Era settembre, quando la Ong
‘Klimaka’ ha reso pubbliche stime per le quali si era registrato un
aumento, pari al 25 per cento circa, nel numero di senza casa in tutta la Grecia.
L’autunno è passato e il freddo dell’inverno che lo ha seguito ha fatto morire un clochard a Creta e uno ad Atene.
Margherita Dean: Morire di freddo all'ombra dell'Acropoli
Il presidente afgano Hamid
Karzai è a Roma per firmare un accordo bilaterale di cooperazione a
lungo termine tra Italia e Afghanistan.
Enrico Piovesana: Afganistan, per l'Italia un impegno di lungo termine
Scuola
e ricerca per il governo Monti sono delle priorità assolute. Ce ne
parla Marco Rossi Doria, sottosegretario all’Istruzione ed ex “maestro
di strada” a Napoli
Marco
Rossi Doria ha una storia che parla per lui, una biografia singolare e
importante, ricca di movimenti, mutamenti, consapevolezze maturate
nell’ambito dell’insegnamento nella scuola di base, svolto in Italia e
altrove, oltreoceano, in Africa, in Francia.
Paola Milli: Si riparte dal Sud
Il ritorno al Sud, il rapporto
con i colleghi, gli allievi troppo vivaci. Sono tanti i motivi che
spingono un docente ad andarsene. A Torino capita in media al 6% degli
insegnanti. Poi ci sono i precari, che in alcuni istituti rappresentano
il 20% del personale. E la continuità didattica diventa una chimera
Stefano Parola: Elementari, maestre in fuga Ecco da dove si scappa di più
... La mia
tesi è nel titolo. L’esperienza più interessante dal punto di vista
pedagogico del nostro paese, l’integrazione scolastica, sta scivolando
pian piano verso un nuovo fenomeno negativo che chiamo “isolazione”.
Raffaele Iosa: Dall'integrazione all'isolazione
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Gli
è bastato alzare un dito per bloccare la processione proprio sotto casa
sua. Pochi istanti, il tempo di lanciare un bacio a San Catello,
patrono di Castellammare di Stabia. Con la stessa mano, poi, ha
ordinato al corteo di muoversi ringraziando con un cenno chi gli aveva
tributato quell’omaggio. Eccolo lì, malfermo ma in piedi sul balcone.
Renato Raffone, 78 anni, consuocero del defunto padrino Michele
D’Alessandro, guarda quel fiume di persone proseguire e nota, con la
coda dell’occhio, il sindaco della città, l’ex pm dell’Antimafia Luigi
Bobbio, sfilarsi la fascia tricolore, ammainare il gonfalone e
abbandonare la processione. Esattamente come un anno fa.
Castellammare di Stabia, i portatori ribelli portano il santo a omaggiare il boss
video
...
A voi che mandate baci “devoti” dai balconi ai Santi, a voi che
continuate a farvi la comunione in chiesa, a voi che ci tenete alle
benedizioni e state uccidendo una città, una generazione di speranze e
volontà, a voi che vi chiamate STABIESI, mi chiamo Nicola Corrado ed ho
38 anni, sono un consigliere comunale di Castellammare di
Stabia...
Attraverso
quel bacio, rivolto non solo ad un simbolo religioso ma ad un tratto
identitario dell’intera città, voi volete affermare la vostra
appartenenza alla nostra comunità, il vostro essere “uomini d’onore” a
cui bisogna portare rispetto; ebbene io e tutta la città sana non vi
portiamo rispetto, quei baci ci indignano perché voi siete camorristi e
siete nostri nemici...
Castellammare, San Catello: le reazioni post processione
video
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San Catello non si
fermerà più a "quelli che si illudono di onorare Dio disonorando
l'uomo: ostentano devozione ai santi proteggono i loro affari e le loro
imprese criminali". Per l'arcivescovo Cece si è trattato di
un'iniziativa arbitraria dei portatori della statua: "Faremo
chiarezza". Ma il sindaco non doveva abbandonare la processione "senza
avvertire di quello che stava succedendo"
REPUBBLICA: La curia: mai più inchino davanti alla casa del boss
Poche ore prima che
si apponesse la firma che ieri, mercoledì, ha di fatto affidato al
consorzio “Sviluppo e Legalità” il bene confiscato di Verbumcaudo, nel
comune di Polizzi Generosa in provincia di Palermo, Cosa nostra ha
alzato la voce, facendosi sentire attraverso due lettere intimidatorie.
Chiara Pracchi: Verbumcaudo, questa assegnazione non s'ha da fare
Assegnato per il riutilizzo a fini sociali il bene di Verbumcaudo
Giuseppe Caprisi: Nell'ex feudo di Michele Greco nascerà la quinta cooperativa antimafia
Quarantanove ordinanze di custodia cautelare, ma i capi riescono a sfuggire
Nicola Pezzuto: Salento, duro colpo alla Sacra Corona Unita
Vent’anni dopo sembra che
Tangentopoli non sia mai esistita. Secondo le valutazioni dei più
accreditati osservatori internazionali, trasfuse nel rapporto di
Transparency International presentato nel dicembre scorso, nella
classifica del livello di corruzione percepito l’Italia si trova al
sessantanovesimo posto, dopo il Ghana e prima della Macedonia. Tra i
Paesi della zona euro solo la Grecia si colloca più in basso di noi,
mentre siamo anni luce distanti non solo da , Finlandia e Svezia ma
anche da Singapore. Nel 2011 siamo scesi di due gradini rispetto
all’anno precedente e addirittura di 29 rispetto al 2005.
Inevitabile concludere che la stagione di Mani pulite è passata invano.
Livio Pepino: I vent'anni di Tangentopoli, come se nulla fosse
La pace: incontro con l'altro
HOREB n. 60 - 3/2011
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Quando
si parla di pace, oggi, facilmente si fa riferimento ad alleanze
strategiche, equilibrio di forze e di armi; si ritiene quindi che la
pace sia frutto di alchimie politiche e del buon senso dei “grandi” di
questo mondo.
Nella
riflessione biblica, la pace è, prima di tutto, dono che procede da Dio
e non dagli uomini, essa è costitutiva della natura di Dio, infatti,
Pace è il suo nome, «Jhwh-Shalom» (Gdc 6,24).
Gesù
viene sulla terra per annunciare agli uomini che Dio è Signore di tutti
e quindi per portare a tutte le genti la nuova novella della pace (At
10,36). Egli non è solo colui che evangelizza la pace, ricorda Paolo,
ma anche colui che, mediante il sangue della sua croce, riconcilia
tutte le cose, facendo la pace (Col 1,20).
Con
la sua morte in croce, sottolinea ancora l’Apostolo, Gesù distrugge in
sé l’inimicizia, abbatte il muro di separazione che tiene lontani
giudei e pagani, e crea un uomo nuovo, per cui, conclude Paolo, “Gesù è
la nostra pace” (Ef 2,14).
Proprio
perché Gesù è la nostra pace, per chi accoglie il suo spirito e si
lascia coinvolgere nel suo vissuto, la pace non si pone come esigenza
etica o sociale, ma essa è intrinseca al dono globale, definitivo e
supremo fatto da Dio all'uomo per mezzo di Gesù Cristo,
allora la pace è costitutiva della vita del credente, in quanto vita
coinvolta nel dinamismo trinitario e animata dallo spirito del Padre e
del Figlio, che è Spirito di comunione e di pace.
Questo
l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e
formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma
e valorizzi il quotidiano. Editoriale
SommarioE' possibile richiedere copie-saggio gratuite: CONVENTO DEL CARMINE 98051 BARCELLONA P.G. (ME) E-mail: horeb.tracce@alice.it
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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA – 2012 CAMMINANDO NELLA VIA DI GESÙ Lettura del Vangelo di Marco Dal 25 Gennaio al 28 Marzo presso la sala del convento dalle h. 20.00 alle h. 21.00 |
Calendario degli incontri
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Scuola di Formazione per la Vita Cristiana "SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale del Vicariato di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
Scuola di Formazione per la Vita Cristiana
"SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale
Vicariato di Barcellona P. G. (ME)
III ANNO
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
TRENT'ANNI DI CAMMINO - LETTERA AGLI AMICI
Cari amici e amiche,
sono
passati ben trent'anni da quando abbiamo dato vita alla
fraternità carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto. La gioia di questo
anniversario è come soffocata da quanto è successo il 22 novembre nella
città di Barcellona PG, che ha conosciuto il dramma dell’alluvione con
tutto il suo seguito di distruzione e di paura. Nonostante le forti
piogge, il convento dove ci troviamo non ha subito alcun danno, mentre
tante persone, che conosciamo, sono state costrette a fare i conti con
la perdita di mobilia o di altre cose necessarie, con attività
commerciali o artigianali messe in ginocchio e con i disagi del dopo
alluvione.
Questo
evento così inatteso ci costringe a ripensare il nostro modo di abitare
e di usare un territorio, che non abbiamo saputo custodire. Per noi
della fraternità è una provocazione ancora più forte a non sentirsi un
corpo estraneo dal tessuto sociale, ma a vivere e sostenere percorsi di
maggiore umanizzazione della convivenza civile.
Una breve storia della fraternità di Pozzo di Gotto...
Finalità e punti ispirativi...
Dentro un mondo che cambia...
Il nostro rendimento di grazie...
Maria,
nostra madre e sorella nella fede, assieme ad Elia Profeta
e all'Apostolo Paolo, restino sempre i nostri modelli di
riferimento esemplari che abbiamo ricevuto dalla tradizione spirituale
del Carmelo, al fine di camminare in obsequio Jesu Christi, come
scrive la Regola del Carmelo, ovvero nel vero discepolato di Cristo
Gesù, per essere nel mondo segno credibile di quella vita che non muore
più, piccola epifania del Figlio, venuto ad amare il mondo perché tutti
abbiano la vita in abbondanza.
Fraterni saluti nel Signore
fr. Aurelio, fr. Alberto, fr. Gregorio, fr. Egidio
6 Gennaio 2012 - Epifania del Signore
il testo integrale della Lettera agli amici TRENT'ANNI DI CAMMINO
Per saperne di più sulla Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
- Leggi: "Cristo
nel canestro" di Vittoria Prisciandaro dal dossier "Se la
teologia è scalza" - JESUS - dicembre 2001
- Guarda la pagina della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
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La Bibbia in un frammento
"Andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perchè si adempisse il detto dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno»".
(Matteo 2,23)
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Il ricco si crede saggio, ma il povero intelligente lo valuta per quello che è (Pr 28,11)
Tanti, troppi
"E' l'amore che da valore e prezzo a tutte le nostre azioni..." (San Francesco di Sales)
San Francesco di Sales - Un santo al giorno - 24 gennaio (video)
Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo, chi le confessa e le abbandona troverà misericordia. (Pr 28,13)
Oltre la finta festa
Beato l'uomo che sempre teme, ma chi indurisce il cuore cadrà nel male (Pr 28,14)
Con giusta andatura
Oggi (25 gennaio) la Chiesa
ricorda la Conversione di San Paolo, la cui importanza è rilevabile dai
tre racconti riportati nel libro degli Atti degli Apostoli, dove si
apprende ciò che avvenne sulla via di Damasco. Qui San Paolo, compie
una svolta radicale, trasformandosi da persecutore dei cristiani, in
eroico e instancabile annunciatore del Vangelo, fino a pagare col
martirio questa sua scelta di vita
Conversione di San Paolo - Un santo al giorno - 25 gennaio (video)
San Paolo - La più bella descrizione dell'Amore (video)
Leone ruggente e orso affamato, tale è un cattivo governatore su un popolo povero (Pr 28,15).
Poco resta
Un principe privo di senno moltiplica le angherie, ma chi odia il lucro prolungherà i suoi giorni. (Pr 28,16)
Il vero nome
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Uomini e profeti
Fedi e Mondo
slcontent
Casablanca,Sicilia con Graziella Proto e Nadia Furnari Ricordo di don Luisito Bianco con Meo Gnocchi sabato 21 gennaio 2012
Mentre
il mondo ufficiale delle religioni sembra seguire dei suoi percorsi
piuttosto codificati, esiste un fervore di singoli o piccole comunità
autenticamente ispirate alle parole delle diverse tradizioni che si
esprime in gesti concreti di intervento nel mondo con dispendio di sé e
autentico senso dell’accoglienza. Oggi ne diamo due esempi. Andando in
Sicilia e raccogliendo le voci di due esponenti di un diffuso movimento
antimafia: Graziella Proto e Nadia Furnari. E ricordando con Meo Gnocchi, presidente del SAE (Segretariato delle Attività Ecumeniche) don Luisito Bianchi: il prete della gratuità e della povertà.
Leggere la Bibbia
slcontent
Profeti Abdia e Giona con Elena Lea Bartolini De Angeli domenica 22 gennaio 2012
Abdia
e Giona: due profeti dell’epoca post-esilica, accostati per il diverso
atteggiamento dei due libri nei confronti dello straniero. Mentre in
Abdia si condannano con durezza estrema le malefatte di Edom (Esaù) e
dei suoi discendenti nei confronti di Israele, nel libro di Giona si
mostra che anche gli abitanti di Ninive sono capaci di
conversione, e si prende un po’ in giro il profeta Giona, troppo severo
nei suoi giudizi. In ogni caso il problema dell’atteggiamento verso lo
straniero percorre tutta la Bibbia e arriva a entrare nel cuore dei
problemi del nostro tempo. Elena Lea Bartolini De Angeli ci darà una lettura “ebraica” di questi testi, collocandoli anche nelle rispettive liturgie.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Contrariamente
a quel che si dice spesso, la fede non è un salto nel buio. Forse non è
neanche un salto ma un cammino. C’è da sottolineare la gradualità.
Cammino significa proprio un lento cadenzato approssimarsi a. O un
lento, cadenzato lasciarsi approssimare da chi ti cerca, più che da
colui che tu cerchi...
"E subito, lasciate le reti seguirono lui."
C’è stato una specie di fascino, un
plagio? No, hanno sentito qualche cosa, hanno sentito confusamente,
ancora in modo imperfetto, però hanno sentito che lì c’era qualcosa che
valeva. È la scoperta del tesoro. Un uomo scopre un tesoro, va, vende
tutto quello che ha, compra il campo dove c’è il tesoro e ne prende
possesso. Non lo fanno allora perché sono affascinati, sedotti,
plagiati, ma perché sentono che c’è qualcosa, per una esperienza
interiore che li convince che lì è la direzione, lì è giusto, lì è
l’affare della loro vita.
Le reti sono il loro capitale, e anche se è poco è la loro identità:
sono pescatori, è la loro professione. Lasciano tutto. Uno si può
chiedere: allora di cosa vivranno adesso, bisogna proprio lasciar
tutto? ....No! È la grande gioia di aver scoperto il tesoro, per cui
non lasciano niente. Hanno scoperto qualcosa che vale infinitamente di
più di tutto quello a cui prima tenevano. Hanno scoperto che senso ha
la vita. Poi in realtà continueranno anche a pescare, anche dopo la
resurrezione. Quindi, non è che uno lasci il suo lavoro, la sua vita.
Ma vuol dire che ormai il fine della sua vita non è più il suo lavoro,
la sua rete, il suo pesce, il fine della vita è più
interessante... Ecco qual è davvero la “buona notizia” di Gesù di Silvano Fausti
Il testo è una sintesi redazionale della lectio divina tenuta nella Chiesa di San Fedele in Milano nel corso di vari anni.
L’audio originale
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A
5 anni dalla morte, un testo inedito dell’abbé Pierre. In cui risalta
in maniera decisiva il carattere teologico e cristiano della sua
indignazione e il suo impegno per gli ultimi
Il
22 gennaio 2007 moriva, alla veneranda età di 95 anni, Henri Antoine
Grouès, meglio conosciuto come l’abbé Pierre, fondatore del movimento
internazionale Emmaus per la condivisione e il riscatto sociale degli
ultimi, una realtà ormai diffusa anche in diversi contesti di missione
come l’Africa centrale e l’America latina.
...
L’Amore significa: «Quando tu soffri, tu, l’altro, chiunque tu sia,
dove tu sia, io soffro e tutte le mie energie si sollevano per guarirci
insieme del tuo male diventato il mio, per mettere la mia gioia nella
tua e la tua nella mia». Non
esiste una sorgente di pace, ovvero di salvaguardia dei «diritti», se
non qui. E qui, ne sono certo, si trova l’Incontro con l’Infinito della
Tenerezza divina, verso la quale il cuore dell’uomo ha una fame e sete
fortissima.
«Amore, nome moderno dei diritti umani» di Abbé Pierre
Leggi anche il nostro precedente post:
Un ricordo dell'Abbè Pierre
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Quando
fu eletto Papa il cardinale Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia,
alcuni, per la sua età avanzata, sentenziarono che il suo sarebbe stato
un pontificato di transizione. Non conosciamo il pensiero degli
elettori, possiamo però dire che diverso era il disegno di Dio.
All'inizio del nuovo pontificato, mentre molti cercavano di scorgerne
la nota caratteristica, la svelò il Papa stesso. Tre mesi dopo
l'elezione, Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959 ai cardinali, riuniti
nella sala capitolare del monastero benedettino di S. Paolo, annunziò
la sua decisione di celebrare un concilio ecumenico. La risoluzione era
scaturita dalla costatazione della crisi, causata nella società moderna
dal decadimento dei valori spirituali e morali.
IL CONCILIO VATICANO II: LUCE PER LA CHIESA E PER IL MONDO MODERNO
La
Chiesa del Concilio avrebbe i mezzi per affrontare una crisi la cui
radicalità anche Benedetto XVI ha perfettamente recepito, fino al punto
da immaginare un futuro di piccole comunità cristiane disseminate, in
diaspora, nel mondo. Avrebbe questa capacità di risposta; il problema è
che il papa e la Chiesa di oggi non vi fanno ricorso. Una lunga,
appassionata, messa a fuoco sulla Chiesa di oggi, di Raniero La
Valle.
50 anni dal CONCILIO: quale chiesa oggi?
“Il
Concilio Vaticano II è, e deve rimanere per la Chiesa cattolica
espressione del magistero solenne e supremo della nostra epoca”. È
quanto affermato questa mattina dal Rev. Prof. Johannes Grohe,
ordinario di Storia della Chiesa, nel corso della sua lezione
magistrale su Il Concilio Vaticano II nell'insieme dei
concili ecumenici tenuta in occasione della festa accademica di San
Tommaso d’Aquino, patrono della Facoltà di Teologia della Pontificia
Università della Santa Croce. Al
tempo stesso, deve assumere “la corrispondente importanza nel dialogo
ecumenico, vale a dire, in qualsiasi unione con altre Chiese o comunità
cristiane separate dalla Chiesa cattolica”, ha proseguito il Prof.
Grohe. Resta inteso, “che non si può rinunciare alla necessità di una
ricezione di questi testi fondamentali, come non si può rinunciare ad
una ricezione degli altri concili ecumenici della Chiesa del passato”. Non
vi è dubbio, ha aggiunto lo studioso, che nell'insieme dei
Concili ecumenici dei due millenni, il Concilio Vaticano II rappresenti
un evento di “importanza epocale”, “fondamentale per la vita della
Chiesa di oggi”, in cui ha lasciato “le maggiori tracce”.
"IL CONCILIO VATICANO II VINCOLANTE PER LA CHIESA DI OGGI"
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CONCILIO
VATICANO II 53 anni fa l'annuncio di Giovanni XXIII - documenti: il
ricordo di mons. Loris Capovilla, segretario di Giovanni XXIII e video
da "La Grande Storia" di RAI3
Il segretario di Giovanni XXIII mons. Loris Capovilla ricorda il giorno in cui il Papa annunciò il concilio Vaticano II
Lo strano paradosso del vecchio che ringiovanì la Chiesa
Un
programma di Rai Tre decisamente impegnativo: "La Grande Storia" 50
anni dopo esamina e documenta il Concilio Vaticano II. A partire dalla
sua convocazione ripercorre le tappe fondamentali e prova a capire e
spiegare cosa è successo e quali sono stati gli effetti. Ne riproponiamo la parte iniziale per ricordare l'anniversario che ricorre oggi
video I parte
video II parte
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Sul
“Corriere della Sera” (22 gennaio 2012) in anteprima un estratto del
libro di Martini. Sono le pagine che riguardano i contatti con i non
credenti e un paragrafo di quelle dedicate ai poveri.
I
vangeli non parlano a lungo della non credenza, perché non era a quel
tempo di moda. Oggi ci si definisce volentieri come atei o
agnostici, o persone indifferenti al problema di Dio. Non
bisogna illudersi che, anche nelle diocesi più tradizionali, siano
numericamente pochi coloro che appartengono a queste categorie,
come pure quelli che vivono di fatto lontani da ogni
attività pastorale. Costoro ricevono informazioni sulla Chiesa
sempre filtrate dai giornali o dalla televisione, dove è trendy,
cioè di moda, parlare con freddezza o supponenza di cose religiose...
Occorre distinguere tra deriva delle mode e attenzione ai valori di Carlo Maria Martini
Vado
a salutare il cardinale Martini. Tra pochi giorni farò l'ingresso come
nuovo vescovo della diocesi di Novara. È stato il vescovo della
mia maturità di prete. Parliamo lungamente con lo
sguardo sul momento presente della Chiesa e del mondo...
Fa portare dal segretario un libretto, fresco di stampa: Il vescovo. Mi dice: l'ho voluto
scrivere di mia mano con fatica. Uscirà a giorni. A casa lo leggo tutto d'un fiato...
Infine, sul
margine del libro, le caratteristiche attuali di un vescovo:
l'integrità, la lealtà, la pazienza e la misericordia. Scolpite
con lo stilo di un sapiente biblico e consegnate idealmente a un
giovane vescovo. Come la chiusa finale del libro: «Un uomo umile,
che vince le durezze con la propria dolcezza, che sa essere
discreto, che sa ridere di sé e delle proprie fragilità. Che sa
riconoscere i propri errori senza troppe autogiustificazioni.
Dunque anzitutto un uomo vero».
Un Martini d'annata!
Vengono prima i poveri, carcerati, malati, stranieri di Franco Giulio Brambilla
Vorrei
parlare del vescovo così come concretamente vive. Desidero descrivere
il suo rapporto con le categorie di persone con cui viene a contatto,
come passa i diversi momenti della sua giornata, quali sono i suoi
primi impegni, che cosa avviene nell'incontro con la gente…
Ricordo che nella mia fanciullezza consideravo il vescovo qualcuno che
stava come in una nicchia nella chiesa per ricevere l’omaggio dei
fedeli. In questo scritto vorrei tirarlo giù da quella nicchia e
vederlo a contatto con la gente, così come realmente avviene. Intendo
esprimere qualcosa che dia una immagine di lui meno vaporosa e
ieratica, più viva e senza false pretese.
Il
cardinale Carlo Maria Martini propone una riflessione inedita, frutto
della sua esperienza personale, su una figura istituzionale molto
nominata nei mezzi di informazione ma forse non sempre davvero
conosciuta. Dalla domanda «come si diventa vescovi?» al racconto delle
relazioni amichevoli, critiche o polemiche con credenti e non credenti
si arriva alle caratteristiche che rendono il vescovo capace di vivere
e di annunciare il Vangelo nel mondo postmoderno.
la scheda del libro "Il Vescovo" di Carlo Maria Martini
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Monsignor Luciano Monari, vescovo di Brescia, invita a impegno, responsabilità e credibilità
In
tempi di penuria di guide, di maestri di vita, di autorità morali,
in tanti — non solo cattolici — guardano a lui. All'inquilino del primo
piano di piazzetta Vescovado. Al biblista di scuola martiniana giunto a
Brescia il 14 ottobre del 2007 e impostosi per la cultura vasta,
l'intelligenza acuta, la misura e la nettezza delle prese di posizione
su temi spinosi. Monsignor Luciano Monari, che compirà 70 anni il
prossimo 28 marzo, non si sottrae a questo ruolo. Senza protagonismo.
Senza rinunciare a uno sguardo paterno ma critico sulla "sua" Chiesa. E
sulla terra che l'ha adottato, e che lui ha adottato, da quasi cinque
anni.
Brescia: questo è il tempo della responsabilità
La
fede cristiana ai tempi della crisi implica un forte senso di
responsabilità individuale e comunitaria. Responsabilità significa
«tenere conto degli effetti che le nostre azioni hanno su tutti e sul
bene degli altri: non essere individualisti, non essere narcisisti,
camminare verso un rapporto di fraternità, costruire legami di fedeltà».
Così
il vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari, in una intervista
pubblicata ieri sulle pagine bresciane del Corriere. Quasi un manifesto
tracciato dal vescovo di origini modenesi (è nato a Sassuolo 69 anni
fa), biblista allievo del cardinal Martini, che da quattro anni guida
la diocesi che ha dato i natali a Paolo VI: un vivaio del cattolicesimo
liberale e democratico, un possibile snodo del nuovo protagonismo dei
cattolici nella vita pubblica italiana.
Il manifesto del vescovo di Brescia Impegno nel sociale senza scomuniche
Intelligenza,
autocritica e responsabilità. Per il vescovo monsignor Luciano Monari,
che ieri ha incontrato i giornalisti nella ricorrenza del patrono San
Francesco di Sales dopo aver celebrato la tradizionale messa nella
chiesa del centro pastorale Paolo VI, sono questi gli ingredienti di
una comunicazione credibile e fondata sulla verità.
Il vescovo ai media: «Siate autocritici e responsabili»
video
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"Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore" (cfr. 1 Cor 15, 51-58) 18-25 gennaio 2012
LETTURE BIBLICHE E COMMENTO PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA
- Letture
- Commento
- Preghiera
- Domande per la riflessione personale
Leggi tutto:
Trasformati dalla vittoria del Signore sul male “Vinci il male con il bene” (Rm 12, 21)
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Trasformati dalla Pace del Cristo Risorto “Gesù [...] si fermò in mezzo a loro e li salutò dicendo: 'La pace sia con voi'” (Gv 20, 19)
*******
Trasformati dall'amore misericordioso di Dio “E' la nostra fede che ci dà la vittoria” (1 Gv 5, 4)
*******
Trasformati dal Buon Pastore “Abbi cura dei miei agnelli” (Gv 21, 17)
*******
Uniti nel Regno di Cristo “I vincitori li farò sedere insieme a me sul mio trono ” (Ap 3, 21)
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Unità
dei cristiani - Benedetto XVI: "deve apparire con tutta la sua
chiarezza nella storia" - cardinale Koch: "la preghiera per l’unità è
il fondamento dell’ecumenismo"
L'unità dei cristiani deve apparire con tutta la sua chiarezza nella
storia perché il mondo creda: è quanto ha affermato il Papa oggi
durante l'udienza generale nell'Aula Paolo VI in Vaticano. Benedetto
XVI ha svolto la sua catechesi sulla preghiera che Gesù rivolge al
Padre nell'Ora della sua glorificazione "perché tutti siano
una cosa sola".
il testo integrale dell'udienza generale
video
La
Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani viene conclusa
solennemente oggi pomeriggio: alle 17.30, nella Basilica di San Paolo
fuori le Mura, Benedetto XVI presiederà la celebrazione dei secondi
Vespri della solennità della Conversione di San Paolo. Un appuntamento
tradizionale di grande rilevanza ecumenica, che vedrà la partecipazione
di delegazioni di numerose Chiese ortodosse e comunità protestanti.
Sulla
settimana di preghiera e sullo stato dei rapporti ecumenici, il collega
della redazione tedesca della nostra emittente (ndr. Radio Vaticana),
Mario Galgano, ha chiesto una riflessione al cardinale Kurt Koch,
presidente del dicastero vaticano per l’Unità dei Cristiani
Unità dei cristiani. Il cardinale Koch: l'ecumenismo ha bisogno della preghiera per non perdere la sua anima
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Chiesa
e mondo in dialogo Fondamenti teologici e indicazioni pastorali nella
“Gaudium et Spes” - di Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto
Chiesa
e mondo in dialogo - Fondamenti teologici e indicazioni pastorali nella
“Gaudium et Spes” di Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto
(Incontro del Clero, Chieti, 10 Gennaio 2012)
Introduzione: dalla riscoperta della storia nella coscienza della fede al dialogo Chiesa - mondo
Generata dall'alto,
dall’iniziativa trinitaria dell’amore, la Chiesa vive il suo
pellegrinaggio nel lungo intervallo che sta tra la Pasqua di Cristo e
il tempo della gloria, quando il Risorto tornerà circondato dagli
angeli e dai santi. Nel sabato del tempo, che prepara la domenica senza
tramonto del ritorno glorioso del Figlio dell’uomo, la Chiesa avanza
frammista alle opere e ai giorni degli uomini: il suo impegno non
potrà essere quello di una fuga mundi, né di una ricerca di Dio
in extremis, ma dovrà costruirsi nell'obbedienza alla
Parola della vita sempre e totalmente nella storia, in dialogo con
gli uomini, nel mezzo del villaggio, dove ci sono il silenzio
delle lacrime, il chiasso del mercato, la festa della lode e la
durezza della bestemmia. Discepolo di Gesù è colui che ha tempo
per gli altri, come il suo Dio ha avuto tempo per lui: vive, cioè,
la carità nel sabato del tempo, nella sequela dell’Amato di fronte
alle possibilità sempre nuove della storia, nel dialogo con
la comunità degli uomini in tutte le sue sfide e le sue promesse.
Chiesa e mondo in dialogo (pdf)
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Scrittrice
brillante e di successo, Michela Murgia proviene dal mondo dell'Azione
cattolica ed è socia del Coordinamento teologhe italiane. Con il suo
recente Ave Mary si interroga sul ruolo delle donne nella Chiesa e
sull'influenza di una certa visione mariana nel ruolo "ancillare" che
l'universo femminile ha avuto nella comunità ecclesiale.
Il
titolo dell'ultimo libro di Michela Murgia, Ave Mary, è stato
ampiamente frainteso. Non si tratta, infatti, di un libro su Maria, la
Madonna, la madre di Gesù. Dunque quel «Mary» non è stato messo lì con
un intento dissacrante. «Mary», ci spiega la scrittrice, «è
un'ipotetica donna dei nostri giorni. Perché il mio libro vuole
interrogarsi su quanto c'è della narrazione mariana, tradizionalmente
promossa dalla Chiesa cattolica, nelle donne di oggi».
Maria oltre l'archetipo di Roberto Carnero
Vedi anche il nostro precedente post:
"Ave Mary. E la chiesa inventò la donna" di Michela Murgia
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Non
proprio una ‘benedizione’ a Twitter & co. ma un nuovo segno
dell’attenzione di papa Benedetto XVI alle nuove forme di comunicazione
online, a cominciare dai social network e dai micromessaggi “non più
lunghi di un versetto biblico”. Nuove tecnologie che il pontefice
guarda non con sospetto ma con curiosità e apertura, nella
consapevolezza che, per la Chiesa, ogni ‘mezzo’ è ‘buono’ se buono è il
messaggio.
Il
Vaticano ha diffuso oggi – festa di San Francesco di Sales, patrono dei
giornalisti – il messaggio di papa Ratzinger per la Giornata Mondiale
delle Comunicazioni Sociali che si celebrerà il prossimo 20
maggio.
Il
tema scelto quest’anno dal pontefice è “Silenzio e parola: cammino di
evangelizzazione”. Silenzio e parola, scrive il papa, sono due aspetti
essenziali di ogni comunicazione – senza l’uno, l’altro viene privato
di senso: “Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza
di esso non esistono parole dense di contenuto”
Papa: "Silenzio e ascolto, fondamenti della comunicazione" nell'era di twitter
Nel messaggio per la Giornata
mondiale delle Comunicazioni sociali, Benedetto XVI sottolinea come
"silenzio" e "parola" sono due momenti che devono equilibrarsi
soprattutto in Internet.
Silenzio e parola sono «due
momenti della comunicazione che devono equilibrarsi, succedersi e
integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza
tra le persone». Lo ha scritto Benedetto XVI nel messaggio per la 46a
Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che quest’anno si
celebrerà domenica 20 maggio proprio sul tema «Silenzio e parola:
cammino di evangelizzazione».
La Rete è sempre di più il luogo delle domande e delle risposte
Non
passa inosservata la festa di San Francesco di Sales, patrono dei
giornalisti. Nelle diocesi si moltiplicano iniziative e incontri. Quasi
ovunque è il momento in cui il vescovo dialoga con i giornalisti della
sua diocesi: cattolici e laici impegnati nel campo dell’informazione.
Un momento di riflessione e di approfondimento per capire le risorse,
le ricchezze e i limiti di un mestiere tanto vituperato e tanto
bello.
Festa di san Francesco di Sales: i vescovi e i giornalisti
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2500 città di tutto il mondo pregheranno per la pace nella Terra di
Gesù il prossimo 29 gennaio. Si terrà infatti in questa data la IV
Giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa,
una iniziativa di preghiera nata dalla volontà di alcune associazioni
cattoliche giovanili, che già da alcuni anni anche il Santo Padre e la
Chiesa tutta celebrano in comunione con il Patriarcato latino di
Gerusalemme e con la Custodia di Terra Santa.
2500 città pregano per la pace
Lo spot di presentazione della IV Giornata Internazionale di intercessione per la pace in terra santa
video
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Di fronte alle difficoltà del Paese, un forte appello alla coesione da parte del presidente Napolitano e di Benedetto XVI.
Nella prolusione ai lavori del
Consiglio episcopale permanente riflessioni sulla crisi, sull'Anno
della fede e sull'impegno dei cattolici. Rassicurazioni anche sul
pagamento dell'Imu.
È inevitabile, e in qualche
misura anche comprensibile, che della prolusione del cardinal Bagnasco
alla sessione invernale del Consiglio permanente della Cei si sarà
tentati di dare una lettura "politica". Da parte mia vorrei invece
darne una lettura "ecclesiale": questa infatti è l’unica lettura
davvero corretta dell’intervento di un vescovo, che si china a
riflettere sui segni dei tempi e più in generale sulla situazione
spirituale (e di conseguenza sociale) del Paese.
«Considero l’appello del
cardinale Bagnasco agli intellettuali non solo pienamente condivisibile
ma anche importante per riscrivere taluni linguaggi della Chiesa e
degli stessi intellettuali, forse un po’ datati. Io sono pronto a
sedermi a un tavolo di confronto collaborativo». Lo sostiene il
filosofo Massimo Cacciari, già sindaco di Venezia, convinto – oggi
ancor più di ieri – che per rispondere alle evoluzioni della società, e
quindi non solo dell’economia, sia importante anche usare nuovi
approcci linguistici e interpretativi.
Per uscire dalla crisi occorre
tornare alla politica, per curare meglio i poveri serve la
sussidiarietà circolare, che non esclude nessuno. L’economista Stefano
Zamagni, padre degli studi sul terzo settore, esordisce con una
premessa: è un documento di «straordinaria chiarezza e coraggiosa
apertura».
Crisi, Sud e divario tra
finanza e lavoro, ma anche "riconoscimento della cittadinanza per i
figli di immigrati nati in Italia" e difesa della domenica. Queste le
sottolineature che il Consiglio permanente della Cei ha fatto
riflettendo sulla prolusione di ieri del presidente Angelo
Bagnasco, della quale "è stato apprezzato lo stile realistico e
insieme fiducioso".
All’indomani della prolusione
del Presidente della CEI, i membri del Consiglio permanente hanno
valorizzato i passaggi centrali della riflessione del Card. Bagnasco,
del quale è stato apprezzato lo stile realistico e insieme fiducioso
Non si sono uniti al coro di
chi recrimina. Non si sono accontentati di fare il verso alla crisi.
Non hanno nemmeno distolto lo sguardo da problemi che premono e mettono
angoscia. Hanno, piuttosto, raccolto l’invito del Cardinale Presidente
ad “andare in profondità”, a cercare di “allungare il passo”,
mettendosi “in ascolto” e aiutandosi reciprocamente a “cogliere il
soffio della voce di Dio” per “discernere la strada giusta”.
Il tema principale della
prossima Assemblea generale dei Vescovi è stato individuato nella
formazione de “Adulti nella comunità: maturi nella fede e testimoni di
umanità”.
Si svolgerà a Firenze nel 2015
il prossimo Convegno nazionale della Chiesa italiana. La decisione
è stata presa dai vescovi del Consiglio episcopale permanente, in
riunione fino a oggi a Roma. Il portavoce della Cei, monsignor Domenico
Pompili, ha sottolineato che «si tratta di un appuntamento che ha il
compito di fare sintesi del cammino degli Orientamenti pastorali e di
declinare in termini sempre aderenti al vissuto la testimonianza
ecclesiale dentro il tessuto storico e sociale del nostro Paese».
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Faccia a faccia con il volto di Cristo
Va in scena dal 24 gennaio a Milano la contestata piéce teatrale di
Romeo Castellucci intitolata "Sul concetto di volto nel figlio di Dio".
Il mondo cattolico è diviso.
Un vecchio, malato, avvilito. E
il figlio che con dedizione prova a riparare, a pulire, a tenere in
ordine un salotto borghese bianco. La corporale malora in cui viene
esibito e sì, offeso lui, l’uomo poiché ridotto a sola deiezione e
tremito, sarebbero infine mimesi banale e parziale se su questo palco
non ci fosse anche Quel volto.
La sua presenza muta e pur eloquentissima d’opera d’arte dedicata al Dio incarnato rende interessante la pièce...
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POLITICA
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il
Forum Italiano dei movimenti per l'acqua si è mobilitato temendo che
nel decreto sulle liberalizzazione, approvato dal governo Monti,
venissero inserite norme riguardanti l'acqua. Di questo e delle
proteste che si estendono dal nord al sud del nostro paese Elena
Scotoni ne ha parlato con padre Alex Zanotelli, tra i più attivi nella
battaglia sul referendum per l'acqua pubblica
Intervista a padre Alex Zanotelli (video)
Era
il 13 giugno, esattamente 7 mesi fa, quando 26 milioni di italiani/e
sancivano l’acqua bene comune: ”Ubriachi eravamo di gioia… le spalle
cariche dei propri covoni!" (Salmo, 126).
E oggi, 13 gennaio ritorniamo a “seminare nel pianto...” (Salmo, 126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre...
In piedi, popolo dell’acqua!
Ce l’abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso!
"E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia" (Salmo,126)
Alex Zanotelli
Tradimento Monti - Salviamo il referendum dell'acqua
Comunicato stampa
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
La
mobilitazione paga: il popolo dell'acqua ha costretto il Governo a
ritirare il provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico
attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali.
È
una vittoria dei cittadini e dei comitati che in tutto il paese hanno
fatto sentire forte la loro voce in difesa del voto referendario.
Acqua, Monti fa marcia indietro
Guarda anche il nostro precedente post:
Napoli:
Hasta la victoria, siempre! di Alex Zanotelli - Napoli diventa così la
prima grande città italiana che decide di ‘obbedire’ al Referendum
sull’acqua
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L’Infedele
fa i conti con l’Italia che si ribella alla cura del governo Monti,
frazionandosi in mille proteste separate per categoria e territorio:
Forconi & Corporazioni? Nello studio di Milano il presidente
dell’Associazione Imprese Autotrasportatori Siciliani, Giuseppe
Richichi, all’origine della protesta dei Tir che sta paralizzando la
rete autostradale in varie parti della penisola. Dove ci porta la loro
“Forza d’urto”?
Come
si rilancia lo sviluppo in Italia? Il ministro dello Sviluppo economico
delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera si confronta a
Ballarò, martedì 24 gennaio alle 21.05 su RaiTre, con l’ex ministro
Roberto Maroni della Lega Nord, il leader dell’Api Francesco Rutelli,
l’imprenditrice Luisa Todini, il segretario generale della Uil Luigi
Angeletti, la sociologa Chiara Saraceno, e l’editorialista del Corriere
della sera Antonio Polito.
In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)
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Non
illudiamoci. Prima che le liberalizzazioni varate dal governo
producano effetti tangibili sui bilanci familiari dovranno passare
diversi mesi, in qualche caso anni. E ad oggi – siamo sinceri – non è
neppure scontato che ciò avvenga del tutto, nonostante l’entusiasmo di
parecchie associazioni dei consumatori. Ma la portata del decreto
varato venerdì sera non può essere sottovalutata.
La Sicilia ha appena vissuto uno dei periodi più pregnanti degli ultimi anni. Cinque giornate di rivolta capeggiate
dal movimento agricolo dei Forconi e dalla cordata Forza d’urto,
trainata dai camionisti, con la partecipazione di pescatori, artigiani,
e lavoratori di altri settori strozzati dalla crisi. Ora non resta che
cercare di tirare le fila di quanto accaduto, senza però distogliere lo
sguardo dall’isola. Lo facciamo con Francesco Forgione, giornalista,
scrittore e professore di storia, ex deputato di Rifondazione Comunista
all’Assemblea regionale siciliana e ora esponente dell’Assemblea
nazionale di Ecologia e Libertà. Forgione è stato anche presidente
della Commissione parlamentare antimafia
Per Bossi, Berlusconi sarebbe «una
mezza cartuccia» se non staccasse la spina al governo Monti. È vero il
contrario. Bossi si sta dimezzando come leader politico, prigioniero
dei suoi stessi ricatti e lazzi, insulti e gestacci. Invece Berlusconi,
confermando il suo appoggio al governo sta dimostrando, pur nel momento
peggiore di una parabola politica ventennale, di avere forza, carattere
e senso della responsabilità.
Neppure
il tradizionale caos che regna a sinistra, con la perenne lite tra le
sue dieci o venti componenti, può mettere in ombra l'orrendo spettacolo
offerto del centrodestra. Con una clamorosa aggravante: che a destra
gli attori sono solamente due, Pdl e Lega, Berlusconi e Bossi.
Michele Serra: L'amaca
Una cosa è chiara: Silvio
Berlusconi oggi non ha voglia o convenienza a 'staccare la spina' al
governo Monti. Il Berlusconi di dieci anni fa forse l'avrebbe fatto, ma
oggi l'uomo è stanco. Misura i passi, vola basso e ha rinunciato alle
iniziative dirompenti di un tempo. Vuole ancora contare sulla scena, ma
per riuscirci sa di dover interpretare un ruolo costruttivo.
Oggi Berlusconi conta perché lascia a Monti tempo e spazio per
governare il paese. Non è generosità, ma un calcolo d'interesse: se i
'tecnici' devono cadere, che sia per le contraddizioni della sinistra e
non per le convulsioni della destra. Nel frattempo, quello che preme a
Berlusconi è di tenere unito per quanto è possibile
Ci sono buone ragioni per
essere ottimisti, altre per essere pessimisti: le une e le altre si
possono cavalcare a piacimento a seconda dei punti di vista. Nel mezzo
c'è un sentiero stretto e scomodo da percorrere con spirito pragmatico
e realista. In Italia e in Europa, nella consapevolezza che schiarite e
rovesci continueranno ad alternarsi e che, se anche non siamo padroni
per intero del nostro destino, dobbiamo fare per intero la nostra
parte, a Roma e a Bruxelles, per uscire da questa crisi.
Ebbene
sì. Il premier Mario Monti sembra piacere a una parte considerevole
degli italiani. Piace il suo governo senza fronzoli, con gente che
finalmente pare sappia fare il proprio mestiere, pare capirci un po’
più degli altri delle materie di cui si occupa e non ha bisogno di
veline (in tutti i sensi...) per imbastire un discorso pertinente sui
problemi da affrontare. Piace anche la figura di Monti, la sua
competenza ed il suo understatement.
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Angelus - 22 gennaio 2012
Udienza - 25 gennaio 2012
Discorso - Alla Comunità dell’Almo Collegio Capranica di Roma (20 gennaio 2012)
Discorso - Alla Comunità del Cammino Neocatecumenale (20 gennaio 2012)
Discorso - Inaugurazione dell'Anno Giudiziario del Tribunale della Rota Romana (21 gennaio 2012)
Discorso - Ai
Superiori e Seminaristi dei Pontifici Seminari Campano, Calabro e Umbro
in occasione del centenario di fondazione (26 gennaio 2012)
Messaggio - XLVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 2012 - Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Benedetto XVI Angelus, 22 gennaio 2012
BENEDETTO XVI
ANGELUS Piazza San Pietro Domenica, 22 gennaio 2012
Cari fratelli e sorelle!
L’odierna
domenica cade nel mezzo della Settimana di preghiera per l’unità dei
cristiani, che si celebra dal 18 al 25 gennaio. Invito cordialmente
tutti ad unirsi alla preghiera che Gesù ha rivolto al Padre alla
vigilia della sua passione: “Che siano una sola cosa, perché il mondo
creda” (Gv 17,21). Quest’anno, in particolare, la nostra meditazione
nella Settimana di preghiera per l’unità fa riferimento ad un brano
della Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi, dal quale si è formulato
il motto:Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo nostro
Signore (cfr 1 Cor 15,51-58). Siamo chiamati a contemplare la vittoria
di Cristo sul peccato e sulla morte, cioè la sua risurrezione, come un
evento che trasforma radicalmente quanti credono in Lui e apre loro
l’accesso ad una vita incorruttibile e immortale. Riconoscere e
accogliere la forza trasformante della fede in Gesù Cristo sostiene i
cristiani anche nella ricerca della piena unità tra di loro...
il testo integrale dell'Angelus del 22 Gennaio 2012
video
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OPINIONI E COMMENTI
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Oltre il frastuono "informativo"
Un
mese fa in un monastero benedettino, nel gran silenzio della clausura,
avevamo chiesto alla madre badessa cosa arriva, lì dentro, delle voci e
delle paure di noi che stiamo fuori. Ho l’impressione, aveva risposto
la monaca, che arrivi tutto, perfino ciò che non viene detto: «In
questo silenzio si sente anche ciò che non è pronunciato».
Viene in mente questa risposta nel leggere Benedetto XVI nel Messaggio
per la Giornata delle comunicazioni sociali. Il Papa dice che per
comunicare occorre «imparare ad ascoltare, a contemplare, oltre che a
parlare». E usa, e ripete la parola "silenzio". Senza il silenzio,
dice, «non esistono parole dense di contenuto». Nel silenzio si
approfondisce il pensiero, tacendo si permette all'altro di
parlare. Nel silenzio si colgono «il gesto, l’espressione del volto, il
corpo, come segni che manifestano la persona»...
Ciò che più ci manca di Marina Corradi
il
testo integrale del Messaggio di Benedetto XVI per la 46a Giornata
delle comunicazioni sociali "Silenzio e Parola: cammino di
evangelizzazione"
Vedi il nostro precedente post:
San
Francesco di Sales, patrono dei giornalisti - Chiesa e media -
“Silenzio e parola: cammino di evangelizzazione”: messaggio per la 46a
Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali -
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Silenzio e Parola: cammino di
evangelizzazione -- è il tema del messaggio del Papa per la Giornata
Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il 20 maggio 2012. Il Messaggio è
stato presentato stamattina in Vaticano in una conferenza stampa a cui
ha preso parte mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio
Consiglio per le Comunicazioni Sociali.
La fede e la missione dei cristiani
Lo si intuiva che c’era filo da tessere. Parlando alle comunità della
sua lingua materna, in occasione del viaggio in Germania, Benedetto XVI
aveva fatto risuonare un accento nuovo, sul tema fede e Chiesa nella
contemporaneità.
È la passione sincera della fede che farà la differenza: senza questa
conversione, i discorsi e gli apparati religiosi stanno a zero.
È il rinnovamento della fede la
priorità di tutta la Chiesa. Ne è convinto Benedetto XVI, che
incontrando i partecipanti alla plenaria della Congregazione per la
Dottrina della Fede ha fatto appello all’intera comunità ecclesiale
perché si impegni «a rendere Dio nuovamente presente in questo mondo e
ad aprire agli uomini l’accesso alla fede».
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La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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