"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°5 del 2012

Aggiornamento della settimana

- dal 28 gennaio al 3 febbraio 2012 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 10 febbraio 2012          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

di P. Gregorio Battaglia
    di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)


Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

che viene aggiornato quotidianamente
 e mette così a disposizione in modo facile e veloce
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NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








I NOSTRI TEMPI



  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Cittadinanza ai figli di immigrati?


Nella prolusione pronunciata in apertura dei lavori al Consiglio permanente della Cei il cardinale Angelo Bagnasco, parlando della necessità di politiche in favore della famiglia, ha accennato allo status dei bambini, figli di immigrati, che sono nati nel nostro Paese... «A proposito di solitudine – ha aggiunto – non possiamo pensare solo alla compagnia che deriva dal nucleo familiare, ma anche a quella espressa da un popolo. Emerge così il problema anche dello status dei bambini di immigrati che vedono la luce nel nostro Paese, e che frequentano la scuola fianco a fianco dei nostri bambini, avviati insieme nell’unico sentiero della vita»...

  Bagnasco: risolvere il problema della cittadinanza dei bambini immigrati

La necessità di riconoscere il diritto di cittadinanza a persone che da anni vivono e lavorano regolarmente nel nostro Paese - per non parlare dei loro figli, che in Italia sono nati e cresciuti, proprio come noi - dovrebbe essere scontata. Non è scontato però che nel nostro Paese la questione torni a porsi proprio nel pieno della crisi economica, mentre più forte si fa sentire tra i cittadini il peso della convivenza comune e delle comuni responsabilità. Non era scontato, ma è indicativo, che sia stato Beppe Grillo a risollevare in questo momento la questione, naturalmente per stroncare la proposta, avanzata da un comitato composto da una larga rete di organizzazioni sociali (dalla Cgil alla Caritas, dalle Acli all’Arci) e presieduto dal sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio.

  Subito cittadini italiani i figli degli immigrati

Attestato ai 4.536 bambini nati negli ultimi dieci anni in provincia. In regalo una bandiera tricolore, una copia della Costituzione e una maglia della Nazionale. Napolitano: "Un esempio da imitare"

  Immigrati, Pesaro anticipa la legge "I loro figli saranno cittadini onorari"

  Diritto di Cittadinanza a stranieri, Torino favorevole

  Il Pd a Pisapia: i figli degli immigrati diventino cittadini onorari di Milano

  Intervento del Presidente Napolitano all'incontro dedicato ai "Nuovi Cittadini italiani"

Lo spot della campagna di cittadinanza "L'Italia sono anch'io"

  video

Guarda anche i nostri post precedenti:

  Sono quasi un milione i minori, figli dell’immigrazione, che vivono in Italia; oltre 570.000 nati nel nostro Paese e in più di 700.000 frequentano le nostre scuole... perché non possono essere riconosciuti come CITTADINI ITALIANI?

  Secondo l'Istat il nostro futuro: italiani sempre più vecchi e triplicato il numero degli stranieri


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L'intervento del presidente della Repubblica riaccende la discussione sul diritto dei figli di immigrati nati nel nostro paese a non essere discriminati per le loro origini. L'età globale ormai implica la coesistenza in dosi massicce di culture lingue etnie e religioni diverse su un medesimo territorio

  Carlo Galli: Ius soli: quei cittadini di serie B che l'Italia dovrebbe riconoscere

Un'indagine della Fondazione Leone Moressa delinea l'identikit del giovane straniero, fra i 15 e i 30 anni. A confronto con i loro coetanei italiani, risultano più attivi sul mercato del lavoro, hanno contratti più stabili, ma con uno stipendio più basso e con mansioni non adeguate al loro titolo di studio. Inoltre si trovano a lavorare in orari più disagiati

  Vladimiro Polchi: Immigrati, lavorani più ma guadagnano di meno

Monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, presidente emerito del Consiglio per gli Affari giuridici della Cei. "Riconoscere la cittadinanza ai figli degli immigrati è una scelta di civiltà. Rinunciarci vorrebbe dire abdicare al ruolo di avanguardia nel Mediterraneo del nostro Paese"

  Vladimiro Polchi: I "vescovi rossi" per lo Ius Soli "E' solo una questione di civiltà"



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‎"Bauman: io disabile in un mondo che esclude" dal libro "Conversazioni sull'educazione" di Zygmunt Bauman in collaborazione con Riccardo Mazzeo


Normalità è il nome elaborato ideologicamente per significare maggioranza. Cos’altro può significare, «normale», se non il fatto di ricadere in una maggioranza statistica? E cos’altro significa «anormalità» se non l’appartenenza a una minoranza statistica? Parlo di maggioranze e minoranze perché l’idea di normalità presuppone che alcune unità di un totale complessivo non siano conformi alla «norma»; se il 100 per cento delle unità recassero gli stessi tratti distintivi, sarebbe difficile che emergesse l’idea di una «norma». Quindi l’idea di «norma» e «normalità» implica una dissimiglianza, una difformità: la suddivisione di un totale complessivo in una maggioranza e in una minoranza, in un «la maggior parte» e «alcuni».

  Bauman: io disabile in un mondo che esclude

Conversazioni sull'educazione (ed. Erickson, 2012) è un libro scritto a quattro mani dal grande sociologo Zygmunt Bauman e dall'intellettuale Riccardo Mazzeo, tra l’altro traduttore dal francese della filosofa Michela Marzano e dall’inglese dello stesso Bauman. L’opera – incentrata sul ruolo dell’educazione “nello scenario della realtà inquietante in cui si trovano calati i nostri figli” – è divisa in venti brevi capitoli che spaziano dalle problematiche del consumo a quelle della disoccupazione, dalle difficoltà dei giovani a quelle dei disabili, passando per le odierne rivolte inglesi e nordafricane e per le riflessioni di autori come Lacan, Zizek, Bateson, Morin.

  la recensione di Paolo Calabrò (testo+audio)

  scheda del libro Conversazioni sull'educazione



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I giovani, la crisi e il lavoro... che non c'è


La vera emergenza europea non è lo spread, ma il lavoro. Nel vecchio continente sono oltre cinque milioni i giovani disoccupati sotto i venticinque anni. A darne notizia è l’Eurostat, che sottolinea come il tasso di disoccupazione in Europa a novembre 2011 abbia toccato il 22,3 per cento. Cifre record, sotto le quali si legge in filigrana la realtà di una generazione al palo.

  La vera emergenza non è lo spread

Radiografia dei ragazzi alle prese con percorsi di formazione lunghi e difficoltà di trovare lavoro in una società che sembra non volerli lasciar crescere. 
Non il calciatore, né il medico o l’astronauta. In tempo di crisi anche i sogni fanno i conti con la dura realtà. E così nei desiderata dei giovani italiani il lavoro – generico, anche a tempo determinato – è il primo oggetto del desiderio. Non potrebbe essere altrimenti, in un Paese dove, secondo l’Istat, un giovane su tre (29,2 per cento) è disoccupato. 

  l'interessante dossier del "Messaggero di Sant'Antonio":  Giovani in tempo di crisi di Vittoria Prisciandaro


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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"

La disoccupazione è un vero e proprio terremoto sociale a cui abbiamo voluto dare una rappresentazione rifacendoci alle mappe sismiche. 
Quali sono le zone d'Italia più a rischio? 
Quanto è aumentata la disoccupazione dal 2007 a oggi? 
Quanti lavoratori hanno perso il lavoro per colpa della crisi? 
E come se la stanno cavando le grandi citta?
Yahoo! e Linkiesta hanno sintetizzato i dati rilevati dall'Istat in questa infografica

    Le mappe sismiche del terremoto disoccupazione [Infografica]

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Cresce il favore nei confronti di una tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf, impropriamente chiamata anche Tobin Tax), sia nell’opinione pubblica sia tra gli economisti. Del resto, nel mondo dei mercati finanziari internazionali viviamo come nel Far West prima dell’arrivo della legge: c’è un bisogno fondamentale di mettere regole alla finanza, perché è stata sprecata una quantità immensa di denaro nella necessità di salvare le banche, soldi che sarebbero teoricamente bastati per risolvere i problemi dell’istruzione obbligatoria o della malnutrizione nel mondo. 

    Leonardo Becchetti:  Tassare la finanza, questione di giustizia

«Il capitalismo non è in crisi, il capitalismo è in una crisi, come spesso gli accade» dice a Linkiesta Carlo D’Ippoliti, ricercatore e insegnante di Economia Politica all’Università La Sapienza proseguendo il dibattito de Linkiesta sulla crisi del capitalismo e delle idee. Per un riorientamento del capitalismo ci sono delle precondizioni la prima delle quali è «la redistribuzione del potere, in senso economico e non solo». Chi pensa a percorsi di uscita dal capitalismo deve pensare a quanto successo in passato. John Stuart Mill vedeva le cooperative «come lʼinevitabile forma organizzativa futura della maggior parte delle imprese, perché si aspettava che cittadini sempre più istruiti si sarebbero crescentemente rifiutati di lavorare per il profitto di qualcun altro, e avrebbero iniziato a organizzarsi da sé. Questo però non è successo». 

    Nicolò Cavalli:  “Redistribuire il potere, così il capitalismo può uscire dalla crisi”

 “Il messaggio cristiano ha molto senso e spero che rimanga in piedi”. Lo ha affermato l’economista belga Geert Noels in un’intervista alla rivista di cultura, economia e politica Tertio. Per uscire dall’attuale crisi - spiega Noels, cofondatore e capo economista di Econopolis - serve un ritorno alla “solidarietà”.

    Andrea Tornielli:  La solidarietà è la via maestra per sconfiggere la crisi

“Il posto fisso è monotono”. La frase di Mario Monti ha fatto il giro d’Italia, ieri. È strano, scrive il direttore di Eutekne.info Enrico Zanetti, che le rinuncie siano chieste sempre ai giovani, che già sanno che certe sicurezze se le possono scordare. Mentre per chi è venuto prima, persno i vitalizi o pensioni pari al doppio di quanto versato sono considerati “diritti”. 

    Enrico Zanetti:  La generazione dei diritti acquisiti dice: “Giovani, rinunciare è bello”

Stia Milano, si sposti a Roma. Ma l’Agenzia per il terzo settore non deve chiudere. E se deve morire, finalmente si dia vita a un’Authority con pieni poteri. Raramente il non profit italiano ha mostrato tanta forza e compattezza. È bastato che il ministro Fornero annunciasse l’intenzione di calare la scure sull’Agenzia istituita nel 2000, che tutte le anime hanno alzato la voce per protestare, sollecitando una riflessione nel governo. Per il presidente uscente, l’economista Stefano Zamagni, alla guida da 5 anni, nulla è deciso. Pare che la proposta di chiudere l’ente per portarne le competenze ispettive e di supporto all’interno del ministero del Welfare non sia stata inserita nel prossimo Consiglio dei ministri.

    Paolo Lambruschi:  Il Terzo settore: "L'agenzia non si tocca"

Consigliere dell’Agenzia per il Terzo settore, in prorogatio fino al 28 febbraio, Adriano Propersi insegna economia degli enti non profit alla Cattolica di Milano. E proprio non riesce a capire le motivazioni della chiusura dell’Agenzia, annunciata informalmente nei giorni scorsi dal ministro del Welfare Elsa Fornero: «Il lavoro svolto finora – dice – è stato unanimemente apprezzato, dal mondo del non profit come dall’Agenzia delle entrate. Chiuderla ora significa perdere grandi occasioni di occupazione giovanile che arriverebbero sostenendo le imprese sociali».

    Luca Liverani:  "Noi, garanzia contro gli illeciti"

Ma non si può dire che cercare di riformare un mercato del lavoro e del welfare squilibrato come il nostro sia sbagliato. Perché l’obiettivo, almeno per come è stato presentato fino ad oggi da Monti e da Fornero, non è smantellare un sistema di tutele, ma ridisegnarle per fare in modo che milioni di persone che oggi hanno poco lavoro e zero protezioni, possano finalmente ritrovare un po’ di speranza.

    Irene Tinagli:  Nuove regole per vivere senza il posto fisso

 La video inchiesta  Come stanno andando le attività degli imprenditori stranieri? La voce dei commercianti di Veronetta, quartiere storico, nel centro di Verona. Dalle risposte di questa prima tappa emergono aspetti meno conosciuti del business “etnico” africano e delle difficoltà che incontrano questi piccoli imprenditori in tempi di crisi.

    NIGRIZIA:  La crisi e le imprese straniere (testo+video)

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  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Per ricordare il Mahatma Gandhi...


Nuova Delhi, 30 gennaio 1948, presso la Birla House, mentre si recava nel giardino per la tradizionale preghiera ecumenica, Mohandas Karamchand Gandhi, detto il Mahatma veniva assassinato da Nathuram Godse, un fanatico indù radicale. L’assassino riteneva Gandhi responsabile delle concessioni al nuovo governo del Pakistan e alle fazioni musulmane.
Fondamentale guida spirituale per il suo paese, è conosciuto principalmente col nome di mahatma (grande anima), appellativo conferitogli dal poeta Rabindranath Tagore, anche se molti in India lo chiamavano Bapu, che in hindi significa “padre”. 

  Mahatma Gandhi e la non violenza. Vita, battaglie e parole della “grande anima”

Sessantaquattro anni dopo la sua morte, il Mahatma Gandhi vince il Guinness dei primati: quasi 500 bambini poveri si sono infatti radunati a Calcutta travestiti con tunica, baffetti e occhialini per imitare la loro guida spirituale. 

  India/ Cinquecento piccoli Gandhi per l'anniversario della morte

  le foto del corteo dei piccoli Gandhi

Un esempio della saggezza del Mahatma Gandhi... leggete e ascoltate

  video


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Ponte no, ponte sì... ma in ogni caso quanto ci costerà?



Governo nuovo, vita nuova. Sembra infatti che il governo Monti abbia per il momento deciso di accantonare il progetto Ponte sullo stretto, fiore all’occhiello del precedente governo, decidendo di destinare le risorse ad altre attività e privilegiando quindi l’esecuzione di opere da sempre considerate di preminente interesse dalle popolazioni del luogo. 

  Dalla Sicilia con furore: il ponte sullo stretto “non s’ha da fare”

Dal 2009 è aperto il cantiere preliminare del Ponte sullo Stretto, sulla sponda calabrese. Lo scopo era “eliminare le interferenze” per il futuro pilone. Oggi i soldi sono finiti e lo Stato chiede alle banche un mutuo da 12 milioni che pagheremo in 11 anni. Le condizioni di sicurezza all’interno sono pessime (come dimostra un nostro video) e alla fine dei lavori sarà spostato un chilometro di binario e innalzato un mostro di cemento armato.

  Il Ponte sullo Stretto non si farà ma continueremo a pagarlo

Alla fine abbiamo vinto noi. Non era difficile immaginarselo. Il Ponte sullo Stretto non si reggeva in piedi da un punto di vista strutturale ed era basato su un meccanismo finanziario assolutamente improbabile. La domanda era soltanto capire quanti soldi avrebbero sperperato prima di dichiarare default.

  PONTE SULLO STRETTO. NON E’ ANCORA FINITA: “QUE SE VAYAN TODOS!”

  video

Da un’intervista di Fusiorari ad Antonio Mazzeo:
Ad aprile del 2010 ha pubblicato “I padrini del ponte”, in cui parlava del coinvolgimento delle cosche mafiose nel progetto di costruzione del ponte sullo Stretto di Messina e in particolare di quello dei Rizzuto, una delle più potenti famiglie mafiose del Nord America. A più di un anno di distanza dalla pubblicazione del suo lavoro (per cui ha già rilasciato un’intervista a Fusiorari) a che punto è il progetto?
Innanzitutto ritengo opportuno parlare, per il ponte di Messina, di non-progetto. Esiste un progetto definitivo, una montagna di cartacce, che dovrebbe andare in discussione al CIPE, il quale appunto dovrebbe prendere la decisione definitiva. Questo non-progetto il mese scorso è stato distrutto a 360 gradi dalle organizzazioni ambientaliste che hanno presentato migliaia di motivazioni circa l’insostenibilità del ponte dal punto di vista tecnico-ingegneristico, ambientale, economico, sociale. Il governo dovrebbe mettere una pietra tombale su questo progetto, che già è costato tra i 400 e i 500 milioni di euro solo per tenere in vita la società Stretto di Messina. Non nutro però grandi speranze nel governo...

  Le mafie del mondo...

  Il Ponte di Messina catastrofe idrogeologica di Antonio Mazzeo

Tra consulenze, progetti e personale, fino a ora è costato quasi 400 milioni. Ma l'Ue, a giugno, ne ha bocciato la realizzazione perché non la ritiene strategica per la viabilità. Eppure la Regione Calabria ha appena stanziato 454 mila euro per finanziare i primi corsi di formazione professionale

  lo Speciale di Repubblica: IL PONTE DI CARTA

Guarda anche il nostro precedente post:

  Il Ponte è Cosa nostra


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‎"Il prezzo di una notizia" di Renato Sacco


Che strano il mondo dell’informazione. Che strana questa RAI. Ieri sera, 31 gennaio (ultimo giorno per pagare il canone), mentre sono in treno cerco sui vari siti qualche notizia sui funerali di Scalfaro a Novara. Faccio fatica a trovare qualcosa. In compenso leggo che “Adriano Celentano darà in beneficenza il compenso per il festival di Sanremo fino all'ultimo euro… coinvolgerà i sindaci di altrettante città italiane (Verona, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Cagliari) come ‘segnalatori’ di famiglie particolarmente povere alle quali verrà destinato parte del suo compenso sanremese. Il resto sarà devoluto a Emergency”. Che dire? Bella notizia! Si parla di circa 300.000 € a serata. Quante cose buone possono fare i Sindaci e, ovviamente, anche Emergency. 
Ma proprio in questi giorni c’è un appello alla RAI “Non chiudete quelle sedi!...

  Il prezzo di una notizia di Renato Sacco


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La grande strage nel Mediterraneo - tragedia ignorata



Cinque vittime al giorno. Risucchiate nell'abisso di un sogno mancato. Per loro il 2011 è stato il peggiore degli anni: oltre 1.500 persone annegate o disperse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e raggiungere l’Europa.
Le stime dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Acnur) sono le più nere da quando, nel 2006, l’agenzia delle Nazioni Unite ha cominciato a elaborare le statistiche delle vite a perdere. Fino ad ora il periodo più allarmante era stato il 2007, quando tra morti e dispersi si contarono 630 nomi.
«Non ci aspettavamo che si potesse andare anche oltre quei numeri – commenta Laura Boldrini, portavoce dell’Acnur –. Sempre più spesso riceviamo telefonate con richieste d’aiuto addirittura dai barconi in avaria». Sono le voci disperate di chi si vede il mare addosso.

  Un cimitero in fondo al mare

L’ECRE-Consiglio Europeo per i Rifugiati e gli Esuli (rete di cui fa parte il CIR) ha intervistato Tineke Strik, rapporteur per l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che sta investigando sulla morte nel Mare Mediterraneo di 61 persone nel loro viaggio dalla Libia verso Lampedusa. Da gennaio 2011, oltre 2.000 persone sono morte in mare nel tentativo di raggiungere la salvezza in Europa.
Tineke Strik è membro del Senato Olandese e della Commissione su Migrazioni, Rifugiati e Sfollati e Presidente della Sub-Commissione sui Rifugiati di PACE. E’ anche affiliata del Centro per il Diritto dell’Immigrazione (come professore assistente in Diritto dell’Immigrazione) all'Università Radboud a Nijmegen.
Riportiamo l’intervista realizzata dall’ECRE lo scorso 9 dicembre 2011 con Tineke Strik, Rapporteur per l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.

  Morti nel Mediterraneo

Dopo Come un uomo sulla terra, il nuovo film di Andrea Segre, questa volta in coppia con Stefano Liberti. Il tema e' lo stesso. I respingimenti in alto mare verso la Libia effettuati nel 2009 dal governo italiano. Due anni dopo, la guerra in Libia ha sospeso le operazioni della Marina militare italiana e allo stesso tempo ha spinto decine di migliaia di lavoratori africani a lasciare la Libia cercando rifugio nei paesi vicini. Andrea e Stefano hanno cominciato da li'. Dai campi profughi allestiti dall'Unhcr in Tunisia. E sono andati a cercare i respinti. Per raccontare come la politica italiana abbia segnato la loro vita. Tra carcere, violenze, fughe, ma anche tenacia e speranza. Quella di chi ce l'ha fatta nonostante tutto. E quella di tutti noi che attendiamo con ansia la pronuncia della Corte europea dei diritti umani proprio sui respingimenti del 2009. La sentenza e' attesa per meta' marzo. Il film uscira' subito dopo. La prima e' annunciata per il 20 marzo. Questo e' il trailer. Iniziamo a farlo girare. Per prenotare una proiezione, scrivete a distribuzione@zalab.org (fonte: Fortess Europe)

  Video MARE CHIUSO

Guarda anche i nostri precedenti post:

  1510 morti nel Mediterraneo in cinque mesi

  Giornata di lutto e di silenzio per la tragedia al largo di Lampedusa

  NON POSSO TACERE. Migranti in mare. La lettera di Alex Zanotelli


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MEDITERRANEO - «DUEMILA VITTIME. ANNUNCIATE AD UN'EUROPA INDIFFERENTE». LA DENUNCIA DEL CIR CHE CORREGGE LE CIFRE DELL'UNHCR

   Eleonora Martini:  Nel 2011 fu strage di migranti in mare

Ci sono ferite che non guariscono mai.. Come perdere un figlio in mare o nel deserto durante una traversata della speranza o una fuga senza fiato da una guerra. Subire o assistere a stupri di gruppo, nei quali la vittima è tua sorella, tua madre o tua moglie. Oppure venire picchiati e torturati per giorni a causa delle proprie idee politiche e delle proprie convinzioni religiose.

   Paolo Lambruschi:  Ecco l’Italia che cura le ferite della tortura



Notizie dal mondo


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GUERRE "PREVENTIVE" ATTACCO ALL'IRAN ENTRO IL 2012?



Entro il 2012 si "dovrà" attaccare l'Iran? Si tratterebbe dell'ennesima guerra preventiva.
Sembra, infatti, che all'Iran manchi poco per arricchire abbastanza uranio da creare un'arma nucleare quindi... Quali saranno le conseguenze di questa guerra?

Man mano che i tamburi che chiamano alla guerra all’Iran si fanno sempre più forti, l’esercito statunitense non ha perso alcun tempo per riposizionare il proprio dispositivo bellico nel Golfo Persico. I preparativi per un confronto militare diretto proseguono dunque a grandi passi.
Stando a quanto riferito dal Washington Post in data 27 gennaio, “Il Pentagono sta stringendo i tempi per l’invio in Medio Oriente di una vasta base operativa galleggiante per squadre di commando specializzati ....”

  Iran, i tamburi di guerra rullano sempre più forte: gli Stati Uniti preparano un’ulteriore escalation militare nel Golfo Persico

  Saranno gli Usa ad attaccare l'Iran? di Giacomo Colonna

Perfino il presidente dello Stato d'Israele Shimon Peres, noto moderato e Premio Nobel per la Pace nel 1994, segnala questo rischio di Attacco all'Iran.

  Ma davvero Israele sta per attaccare l'Iran di Ahmadinhejad?

"Attaccare l’Iran. Ma non per sempre, per carità: non farlo “questa primavera o questa estate”. Cioè non farlo prima che Barack Obama venga rieletto trionfalmente presidente degli Stati Uniti d’America. Poi l’attacco lo faremo insieme, oppure lo promuoverà direttamente il Premio Nobel per la pace, e Bibi, contento, non avrà che da associarsi all’impresa. Insomma, Bibi (Benjamin Netanyahu), abbi pazienza! ..."

  “Non farlo, Bibi” di Giulietto Chiesa

"Col tono da imbonitore, il ministro israeliano della difesa Ehud Barak ha annunciato che, se «il paese fosse costretto a una guerra» contro l’Iran, non gli costerebbe «100mila morti, né 10mila e neppure 1.000, ma appena 500 e anche meno se tutti stessero al riparo in casa». Non sono compresi, nel macabro calcolo, tutti gli altri morti. .."

  SE ISRAELE ATTACCA L’IRAN SCENARI DA INCUBO

Israele e i piani (poco segreti) per attaccare l'Iran Le notizie riservate di Tel Aviv fanno capolino: attacco vicino o guerra più lontana? di Antonio Ferrari - CorriereTV

  video

La tesi del Washington Post che ha raccolto una previsione del ministro della Difesa Usa
Gli Usa temono che Israele possa attaccare i siti nucleari iraniani in «aprile, maggio o giugno», prima che i mullah trasferiscano il materiale sensibile in bunker più protetti e fuori della portata delle bombe speciali israeliane. 
La previsione è del segretario alla Difesa americano Leon Panetta ed è stata raccolta da David Ignatius, famoso giornalista del «Washington Post», che era in viaggio con il rappresentante Usa...


  Israele attaccherà l'Iran in primavera

  Israele si addestrerà alla guerra con i caccia italiani di Antonio Mazzeo


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Mentre l’esercito israeliano si autoproclama “l’esercito più morale del mondo”, sono in molti a considerare l’Idf tra i maggiori responsabili di crimini di guerra e addirittura di crimini contro l’umanità. Ma quali sono i valori etici fondamentali e i principi legali internazionali che guidano l’esercito israeliano? Secondo Asa Kasher, filosofo, tra i redattori del codice morale dell’esercito di Israele, sono due i valori fondamentali: la priorità della vita umana e l’etica degli armamenti. Secondo la Croce Rossa però questo codice etico è troppo generico ed astratto. Ma, è la risposta dei militari, accade spesso che l’esercito applichi regole e limitazioni più rigide di quelle imposte dal diritto internazionale.

   Bianca Ambrosio:  "Siamo l'esercito più morale del mondo” e la democrazia israeliana si interroga

Il Libano è una missione, diceva Giovanni Paolo II. E nel profondo Sud, a Ain Ebel, a qualche chilometro dal confine con Israele, una religiosa dell'ordine dei Sacri Cuori di Jesu' e Maria, suor Josephine Nasr, combatte la sua "battaglia" per dare serenità e sicurezza ai giovani alunni della sua scuola, insegnando loro il rispetto per il prossimo e per la diversita'. Diversita' innanzitutto religiosa, perche' tra gli 800 studenti del Collegio Saint Joseph, ci sono studenti sciiti e cristiani, prevalentemente di rito greco-cattolico.

   Cristiana Missori:  Libano: Ain Ebel, la scuola della pace per banbini ogni fede


La carestia sta arrivando anche in Sahel. Sono a rischio-fame 10 milioni di persone, di cui un milione di bambini. I lettori ci chiedono indicazioni per dare un contributo. Eccole.

   Luciano Scalettari:  Africa, come aiutare il Sahel


Il Senegal è destinato a diventare una nuova Costa d’Avorio? È ancora presto per dirlo. Ma la crisi istituzionale in corso rischia di trasformarsi in uno scontro aperto tra il presidente Abdoulaye Wade e l’opposizione. E gli scontri che si sono registrati sabato 28 gennaio hanno già fatto un morto (un poliziotto) e hanno causato la distruzione di alcune sedi del partito del presidente (Partito democratico senegalese).

   Enrico Casale:  Senegal, si rischia la guerra civile?

Un anno fa a Porto Said Mustafa Ragab fu il primo a morire sotto le fucilate dei poliziotti di Mubarak. Il primo martire della Primavera egiziana. Ieri altri morti, settanta, forse più, ma allo stadio, dopo una partita di calcio. Il tempo fa e il tempo disfa, anche le rivoluzioni.

   Domenico Quirico:  Gli inganni della rivoluzione

I Fratelli musulmani accusano: violenze scatenate dai sostenitori di Mubarak

   Marco Bresolin:  Egitto: scontri allo stadio: oltre 70 morti

In una lettera aperta al presidente Michel Joseph Martelly, la società civile haitiana chiede giustizia. Cacciato nel 1986 e rientrato in patria lo scorso anno, l’ex dittatore Jean-Claude Duvalier non è ancora stato giudicato per crimini contro l’umanità. 

   NIGRIZIA:  Haiti: no all'impunità per Duvalier


La crisi si fa sentire anche a tavola e i primi a patirne le conseguenze sono i bambini che, senza forze, svengono durante la lezione.
I BUONI PASTO DEL MINISTERO – Il governo greco ha deciso di distribuire nelle scuole dei buoni per latte, frutta e biscotti che però “sono sono destinati esclusivamente a chi è colpito più duramente dalla crisi” dice Evi Christofilopoulou, ministro dell’istruzione greco. Questo è il piano del governo per aiutare le famiglie in difficoltà.

   Giulia D'Amato:  Grecia - I bambini affamati dalla crisi. A scuola





SCUOLA

oggi la mia è stata una domenica diversa dalle altre. A scuola di mio figlio ( ed in verità anche in quella di mia figlia e di mio marito) c’è stato l’Open Day. Per chi non ha figli in età scolare voglio dire che l’Open Day è una sorta di “campagna promozionale” della scuola, in cui si mostrano i locali, si illustrano le attività ed i progetti e si conosce parte del corpo docente della scuola presso la quale si vorrebbe iscrivere il proprio figlio..

   Marinella Simioli:  Le scuole che si fanno pubblicità, una novità che non mi piace

Una lettera sfogo alla Fornero da un'insegnante di un paesino del Canavese: "Ripensi alla manovra sulle pensioni mettendosi nei panni di chi non è più giovane". Il ministro risponde e lei replica: "Avrei tanto altro da dirle"

   Vera Schiavazzi:  "Caro ministro, una maestra d'asilo non può insegnare oltre i 60 anni"

Nell'ultimo decennio l'insegnante è diventato il bersaglio di una operazione di demolizione del riconoscimento sociale che lo ha invece accompagnato per lungo tempo nel secolo scorso. Accusato di fare un pat-time di fatto, di esercitare un doppio lavoro e di evadere le tasse attraverso le lezioni private. La figura e il ruolo del docente è sempre più "sotto esame". Con il risultato di una sempre maggiore disaffezione, stress, percezione della perdita del proprio prestigio sociale, disorientamento, da parte del corpo docente che continua comunque a svolgere, nella gran parte dei casi, con "passione" la propria professione.

   LA STAMPA:  Gli insegnanti italiani tra stress e passione

Il Carroccio vuole portare il federalismo in classe. All’esame della Camera una proposta di legge per introdurre nelle scuole il dialetto e la storia locale. «Il Risorgimento - si legge - deve essere ristudiato anche su basi regionali». Per la democrat Melandri è a rischio la memoria condivisa. I leghisti respingono le accuse: «Perché i nostri giovani devono studiare i nomi dei sette re di Roma e non quelli dei dogi veneziani?».

   Marco Sarti:  Ma quale Risorgimento? Al Nord studino i Savoia, al Sud i Borboni

A che punto è la scuola italiana? Sembra scampata a un naufragio dantesco, sopravvissuta alla fase più pericolosa e travagliata della storia del nostro Paese dal dopoguerra a oggi. Una fase caratterizzata non da gambizzazioni o omicidi dei nemici di classe, ma dalla sospensione di tratti fondamentali della democrazia. La scuola è stata bersaglio di invettive e di disinvestimento.
La tempesta Berlusconi è passata; ma la successiva prolungata quiete soporifera non promette nulla di buono. Il senso di sollievo provato per lo scongiurato pericolo rischia di impantanarci in un’acquiescenza acritica e artificiale, che all’impegno e alla passione sui temi dei diritti collettivi antepone il compiacimento per una sorte scampata che avrebbe potuto essere ben più drammatica.

   Marina Boscaino:  Scuola, il nulla dopo la tempesta


Lotta alla mafia



... “È una grave anomalia che in Italia ci siano persone oneste che devono vivere scortate solo perché si ostinano a fare quel che ritengono giusto”, scrive Caselli, “Ma ancor più anomalo è il fatto che mentre lo Stato con una mano protegge tali persone, con l’altra (anche i dirigenti scolastici sono pezzi dello Stato, o no?) le ricusa. Non dico che chi rischia la pelle per servire interessi generali (vuol dire di tutti, cari Presidi, anche vostri) debba essere pensato come perennemente avvolto nel tricolore. Sarebbe ridicolo. Ma rispettato, sì”...

   Davide Ghiglione:  Veto del preside di una scuola genovese Don Ciotti non può incontrare i ragazzi

Reggio Calabria, mentre si attende l'arrivo del nuovo procuratore la Commissione d'accesso indaga sul Comune

   Gianluca Ursini:  Finanzieri, giudici, professionisti e politici nella rete della 'ndrangheta

L'esecutivo ha votato l'azzeramento del parlamentino della cittadina ligure. Il sindaco: «sono arrabbiato e deluso»

   Alfio Sciacca:  Sciolto per mafia il Consiglio di Ventimiglia (testo+video)


Decisione del Consiglio dei Ministri. E’ il secondo caso in Liguria, il terzo al nord. L'allarme di Libera

   Gaetano Liardo:  Sciolto per mafia il Consiglio comunale di Ventimiglia

Sosteniamo con forza ogni iniziativa che riguardi il territorio e la gente di Scampia. Apprezziamo l’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto alla camorra e valorizziamo e ci riconosciamo nelle mille iniziative positive di solidarietà e di cultura che tante associazioni mettono in campo, nella positiva testimonianza concreta di tanti parroci. 

   Tonino Palmese e Geppino Fiorenza:  Per Scampia

La rete che ha garantito gli affari dell'imprenditore Mazzara coinvolto nell'operazione

   Rino Giacalone:  I "cannoli" di Cosa nostra




FEDE E
SPIRITUALITA'



La pace: incontro con l'altro

HOREB n. 60 - 3/2011


TRACCE DI SPIRITUALITA'

A CURA DEI CARMELITANI

Quando si parla di pace, oggi, facilmente si fa riferimento ad alleanze strategiche, equilibrio di forze e di armi; si ritiene quindi che la pace sia frutto di alchimie politiche e del buon senso dei “grandi” di questo mondo. 
Nella riflessione biblica, la pace è, prima di tutto, dono che procede da Dio e non dagli uomini, essa è costitutiva della natura di Dio, infatti, Pace è il suo nome, «Jhwh-Shalom» (Gdc 6,24). 
Gesù viene sulla terra per annunciare agli uomini che Dio è Signore di tutti e quindi per portare a tutte le genti la nuova novella della pace (At 10,36). Egli non è solo colui che evangelizza la pace, ricorda Paolo, ma anche colui che, mediante il sangue della sua croce, riconcilia tutte le cose, facendo la pace (Col 1,20). 
Con la sua morte in croce, sottolinea ancora l’Apostolo, Gesù distrugge in sé l’inimicizia, abbatte il muro di separazione che tiene lontani giudei e pagani, e crea un uomo nuovo, per cui, conclude Paolo, “Gesù è la nostra pace” (Ef 2,14). 
Proprio perché Gesù è la nostra pace, per chi accoglie il suo spirito e si lascia coinvolgere nel suo vissuto, la pace non si pone come esigenza etica o sociale, ma essa è intrinseca al dono globale, definitivo e supremo fatto da Dio all'uomo per mezzo di Gesù Cristo, allora la pace è costitutiva della vita del credente, in quanto vita coinvolta nel dinamismo trinitario e animata dallo spirito del Padre e del Figlio, che è Spirito di comunione e di pace.

Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.


   Editoriale

   Sommario



E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it


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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)

I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA – 2012

CAMMINANDO NELLA VIA DI GESÙ

Lettura del Vangelo di Marco

Dal 25 Gennaio al 28 Marzo

presso la sala del convento dalle h. 20.00 alle h. 21.00

 

   Calendario degli incontri


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Scuola di Formazione per la Vita Cristiana "SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale del Vicariato di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

Scuola di Formazione per la Vita Cristiana
"SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale
Vicariato di Barcellona P. G. (ME)

III ANNO




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  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2012
- L'ascolto della Parola come rapporto con Dio - Estratto della relazione di Alberto Neglia - “Introduzione alla lectio divina” - (video)



IL VERO CAMMINO SPIRITUALE
- L'ascolto della Parola come rapporto con Dio - di Alberto Neglia

- Frammenti di Spiritualità - n. 14

Estratto della relazione “Introduzione alla lectio divina” di Alberto Neglia tenuta il 25 gennaio 2012 nell'ambito dei MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2012 - “CAMMINANDO NELLA VIA DI GESÙ - Lettura del Vangelo di Marco” promossi dalla Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)

Anticipazione in attesa del video integrale.

   IL VIDEO


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  La Bibbia in un frammento

"Gesù fu condotto nel deserto dallo
Spirito per essere tentato dal diavolo".
(Matteo 4,1)

  Gianfranco Ravasi: La prima tentazione di Gesù


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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


L'uomo leale sarà colmo di benedizioni, chi ha fretta di arricchirsi non sarà esente da colpa (Pr 28,20).

   Cocente passione

‎"E' l'amore che da valore e prezzo a tutte le nostre azioni..." (San Francesco di Sales)

   San Giovanni Bosco - Un santo al giorno - 31 gennaio (video)

Per chi dona al povero non c'è indigenza (Pr 28,27)

   Cosa mi sono perso

O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra (Sal 8,2a)

   Segno è la bellezza


   Presentazione di Gesù al tempio - 2 febbraio (video)

Sopra i cieli si innalza la tua magnificenza (Sal 8,2b)

   Comunque alla soglia

Signore, tu benedici il giusto: come scudo lo copre la tua benevolenza (Sal 5,13).

   In tempo di menzogna


   San Biagio - 3 febbraio (video)


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  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)

‎"Le Frontiere dello Spirito" puntata del 29 gennaio 2012


Domenica 29 gennaio 2012, "Le Frontiere dello Spirito", il programma di cultura e attualità religiosa, curato e condotto dal Cardinale Gianfranco Ravasi, insigne biblista, e dalla giornalista Maria Cecilia Sangiorgi.

Nella prima parte della trasmissione, il cardinale Ravasi commenta con la consueta competenza e autorevolezza la prima lettura (Dt 18,15-20) e il brano del salmo (94/95) proclamati nella celebrazione della domenica. Tratteggia la figura del profeta precisandone i molteplici significati e definendolo come colui che comprendendo bene il presente e vivendolo in profondità riesce a mostrare quale sarà la strada che conduce al futuro. Nel salmo Dio è presentato come "Roccia della nostra salvezza", indicando nella roccia la sicurezza data da Dio di fronte ai nemici.

La seconda parte del programma "I volti e le storie", curata da Maria Cecilia Sangiorgi, è dedicata alla difficile e complessa situazione delle carceri italiane. Nel servizio "Emergenza carcere: una malattia cronica" ne parla, in un'intervista, don Luigi Balducchi, un sacerdote che - da sempre - si occupa di disagio sociale, e che, quest'anno, ha assunto l'incarico di Ispettore Generale dei cappellani delle carceri italiane. "Il sovraffollamento nelle carceri - denuncia don Luigi - sta provocando gravi violazioni dei diritti fondamentali delle persone e della loro dignità".


   il video della puntata intera sul sito Mediaset


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Uomini e profeti

Fedi e Mondo

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Memoria rom 
con  Moni Ovadia
sabato 28 gennaio 2012

 

Il “giorno dopo” la giornata della memoria. Perché come dice un poeta del nostro tempo e un poeta dell’ebraismo, Piero Nissim, la memoria deve durare 365 giorni. E deve essere memoria della Shoà per non dimenticare di che cosa è capace l’umanità e per ricordare che abbiamo, ora, un compito di umanità da svolgere, e una dignità da preservare per tutti. Per questo dobbiamo vigilare sul pregiudizio, sulla diffidenza, sulla grande e sulla piccola discriminazione. Perché è da lì che possono nascere le stragi. Ce lo ricorda Moni Ovadia, che in questi anni si sta facendo sempre più difensore dei diritti degli emarginati e degli esclusi. Per questo dedichiamo la puntata al “porrajmos”, lo sterminio di rom e sinti perpetrato nei lager nazisti.

 

    Ascolta


Leggere la Bibbia

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Profeti Gioele e Malachia
con Sabino Chialà
domenica 29 gennaio 2012


Con oggi raggiungiamo una tappa importante nella nostra lettura del testo biblico. Chiudiamo il capitolo dei libri profetici – profeti anteriori e profeti posteriori –, seconda parte della Bibbia ebraica. Nell’ambito dei cosiddetti “profeti scrittori” abbiamo operato una suddivisione tra quelli pre-esilici, esilici, post-esilici. Ma il senso della nostra lettura è stato anche quello di verificare l’urgenza di uno “spirito di profezia” nel nostro tempo. Nella puntata di oggi, con Sabino Chialà, monaco di Bose, affronteremo gli ultimi due: Gioele e Malachia. Gioele, il profeta che auspica uno spirito di profezia diffuso in tutto il popolo. E Malachia, che sembra prefigurare l’avvento di un messia che salverà il mondo.

 

    Ascolta


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Presentazione di Gesù al Tempio


‎2 Febbraio Presentazione di Gesù al Tempio
2 anni fa nasceva PIETRE VIVE il blog di TEMPO PERSO per ricordare e rinnovare l'impegno assunto ripubblichiamo il nostro primo post


Il 2 febbraio tutte le chiese cristiane celebrano la Presentazione di Gesù al Tempio; la festa odierna ci ricorda che 40 giorni dopo la nascita del suo primogenito, Maria portò il bambino al Tempio per riscattarlo con il sacrificio di due tortore o due colombe, secondo la Legge di Mosè.Questo adempimento della Legge ( anche il primo incontro ufficiale di Gesù con il suo popolo, nella persona dell'anziano Simeone. Per questo le chiese ortodosse chiamano la festa di oggi il Santo Incontro (hypapanté) del Signore. E' un incontro e una manifestazione, poiché Maria entra nel Tempio «per manifestare al mondo colui che ha dato la Legge e la compie», e per accompagnare il Figlio nella sua prima offerta al Padre.La festa della Presentazione sorse a Gerusalemme, dove è attestata già nel IV secolo. Dalla liturgia gerosolimitana le liturgie occidentali hanno attinto la processione delle candele, che hanno conservato fino ai nostri giorni; essa trae origine dal cantico del vecchio Simeone, il quale prendendo tra le braccia il piccolo Gesù ringrazia Dio e riconosce in quel bambino la «luce per la rivelazione alle genti e la gloria del popolo d'Israele».Celebrando questa festa i cristiani sono così condotti a ricordare che per riconoscere il Signore e la sua missione di salvezza universale sono necessarie la povertà e l'attesa che furono proprie di Simeone, della profetessa Anna e di tutti i poveri di Israele, che l'evangelista Luca presenta nel vangelo dell'infanzia.

Enzo Bianch
   Dal sito della Comunità di Bose: Presentazione di Gesù al tempio



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La Presentazione di Gesù al Tempio


Nelle Chiese orientali la festa del 2 febbraio è una delle dodici grandi feste dell’anno liturgico. Testimoniata già nella seconda metà del IV secolo, sottolinea l’incontro tra l’umanità, rappresentata dai vegliardi Simeone e Anna, e la divinità, lo stesso Cristo Signore...

   Oggi l’Antico di giorni diventa bambino

I valori teologici che caratterizzano questa festa sono molto forti, pertanto lo schema iconografico si è fin dall'inizio mantenuto abbastanza stabile. Da un lato la Beata Vergine che porge il bambino a Simeone, dall'altro il Santo vegliardo che lo riceve. Fanno contorno le figure di San Giuseppe e della profetessa Anna. L’unico elemento importante che può differenziare le icone sta nella rappresentazione di Simeone con il bambino in braccio, in altre la tensione del gesto di Simeone per prendere in braccio Gesù. In secondo piano, ma sempre al centro della scena, si intravedono gli elementi che schematizzano il concetto del Tempio: un baldacchino (ciborium), una rappresentazione del presbiterio (vima), o frequentemente una chiesa bizantina.
Non è raro vedere sullo sfondo anche degli elementi architettonici esterni; si tratta di un richiamo visivo al pinnacolo su cui il diavolo portò Gesù per tentarlo. « Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio. »(Matteo 4,5)
Il centro della scena è comunque sempre dominato dalla Vergine, ella simboleggia il Tempio vivente. 

   Icona della Presentazione di Gesù al Tempio

   lettura del dipinto di Rembrandt che mostra la "Presentazione al tempio" in cui sono accanto al Bambino quattro personaggi: Maria, Giuseppe, l'anziano Simeone e Anna.



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‎"Educarsi alla vita santa di Gesù" Messaggio della Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata per la 16a Giornata Mondiale della vita consacrata (2 febbraio 2012)



Messaggio della Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata per la 16a Giornata Mondiale della vita consacrata 
Educarsi alla vita santa di Gesù 

La celebrazione annuale della Giornata mondiale della vita consacrata ci invita anzitutto a esprimere un sentito ringraziamento per la testimonianza evangelica e il servizio alla Chiesa e al mondo offerto da voi, che vi siete consacrati totalmente nella sequela di Gesù Cristo. La vostra presenza carismatica e la vostra dedizione, in tempi non facili, sono una grazia del Signore, un segno profetico ed escatologico mai abbastanza apprezzato. 
Proprio la stima e la riconoscenza che nutriamo per voi ci spinge a sollecitarvi ad accogliere cordialmente gli orientamenti pastorali che la Chiesa in Italia si è data per questo decennio. 
“Educare alla vita buona del Vangelo” implica certamente l’educare alla vita santa di Gesù. È questo il dono e l’impegno di ogni persona che voglia farsi discepola di Gesù, specialmente di chi è chiamato alla vita consacrata...

   Educarsi alla vita santa di Gesù (pdf)

Il 2 febbraio, festa liturgica della Presentazione del Signore al Tempio, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della Vita Consacrata istituita da Giovanni Paolo II nel 1997.
Riportiamo il testo nel quale il Beato Papa Giovanni Paolo II spiegava il significato della Giornata della Vita Consacrata e il perché della sua collocazione proprio in questo giorno.

   MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II PER LA I GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA



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Francesco e Chiara d'Assisi sono personaggi capaci di affascinare ancora oggi e ricondurre alle esigenze radicali del Vangelo


Che Francesco e Chiara d'Assisi siano stati personaggi capaci di affascinare tantissimi loro contemporanei e di ricondurli alle esigenze radicali del Vangelo è un dato storico innegabile. Che questo fascino si sia dilatato nel corso dei secoli al di là di ogni barriera confessionale, magari smarrendo a volte il significato più profondo del messaggio di quei due giovani cristiani assisani, è altrettanto certo. Che anche in tempi recenti alcuni elementi della loro vita e predicazione abbiano ispirato - più o meno debitamente - movimenti ecologisti e pacifisti di ogni colore è difficilmente negabile. Quello che può sorprendere è che questo fascino evangelico non cessi di fluire genuino ogniqualvolta si ritorna alla vita concreta di Chiara e Francesco, al loro modo di guardare il mondo e di operare perché cambi sulle tracce di Cristo...

   "Fratel Francesco sorella Chiara" di Enzo Bianchi (pdf)

Quella di Chiara e Francesco è la storia di due giovani che, volgendo lo sguardo al mondo che li circondava, decisero di cambiarlo. Lo fecero dedicandosi agli ultimi: perché nel volto degli ultimi videro il volto di Dio.

   la scheda del libro "Storia di Chiara e Francesco" di Chiara Frugoni

   un estratto (capitolo I: Francesco e Chiara in famiglia) (pdf)


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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni



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Lettere al cardinal Martini: "L'uomo è più grande dei suoi peccati" di Carlo Maria Martini



... Non sono mai stato personalmente in un ospedale psichiatrico giudiziario, perché nella diocesi di Milano c'erano 
solo i penitenziari. La descrizione che Lei ne fa nella sua lettera mi ha colpito molto. Mi sembrano scene viste nei lager della Seconda guerra mondiale e mi sembra impossibile che esistano ancora oggi luoghi tanto terribili. Ma se ci sono è evidente che esistono ancora uomini e donne che non sono considerati tali. I cui delitti sono considerati più grandi della loro stessa dignità umana...

   L'uomo è più grande dei suoi peccati (pdf) di Carlo Maria Martini

Guarda anche il nostro precedente post:

   OPG possibile la chiusura?


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‎"Il decalogo del giornalista" di Bruno Forte



Cari Giornalisti e Operatori dei “media”,
la memoria liturgica di san Francesco di Sales – Vostro celeste patrono – è l’occasione per rivolgermi a Voi con rispetto e amicizia, esprimendoVi la vicinanza della mia preghiera e del mio cuore, e proponendoVi questo decalogo essenziale:

1. Abbi consapevolezza della dignità del compito che Ti è affidato e delle responsabilità etiche connesse al servizio dell’informazione.
2. Segui sempre la voce della coscienza, cercando di piacere a Dio in ogni situazione.
3. Abbi fiducia nella forza della verità, cui obbedire anche quando dovessi pagare di persona.
4. Costruisci il Tuo servizio sull’ascolto dei fatti, informandoTi e informando rigorosamente su come stanno le cose. 
5. Promuovi la partecipazione consapevole di tutti alla vita civile, culturale e politica.
6. Alimenta in Te e nel prossimo il desiderio di contribuire al bene comune.
7. Non dimenticare mai i poveri e i deboli, prestando loro prioritaria attenzione e dando voce a chi non ha voce.
8. Sii ponte di dialogo, testimone e operatore di giustizia e libertà nel rapporto con la classe politica e le istituzioni, stimolandole a servire la gente e non a servirsene.
9. Guarda alla Chiesa come a una comunità amica, anche quando richiama il mondo dell’informazione 
a rifuggire dalla superficialità e dal cedimento ai gusti delle mode.
10. Considera vera ricompensa la consapevolezza di aver svolto un servizio per cui valga la pena di giocare la vita e non lasciarTi mai sedurre dal carrierismo, dalle lusinghe e dai compromessi morali.
Il Signore che scruta i cuori Ti ricompensi per il bene che potrai fare agendo così!
+ Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto
24 Gennaio 2012, Memoria di San Francesco di Sales



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18° Congresso nazionale dell’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) - Caserta 26/29 gennaio



Giornalisti cattolici, "cronisti fedeli"
I cattolici impegnati nella comunicazione sono a convegno a Caserta. Don Sciortino: «Dobbiamo usare bene la libertà che abbiamo a servizio dei lettori e non di altri interessi».
  • La credibilità dell'informazione in Italia
  • Don Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, premiato dalla stampa cattolica
  • Il gesuita Salvini: il nostro ruolo in una società pluralista

A fronte di “una crisi di credibilità nei confronti dei professionisti dell’informazione”, che riflette “una più grave crisi della democrazia rappresentativa”, “il giornalismo non cessi «di assolvere al suo ruolo sociale»”. È uno degli impegni presi dal Congresso nazionale dell’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana), che si è chiuso ieri a Caserta. 

   Il giornalismo non rinunci al suo ruolo sociale

Fare informazione senza nascondere nulla, raccontan­do i fatti nella loro semplicità. È questo il tipo di giornalismo che immagina per l’Italia l’Unione cattolica della stampa italiana (Uc­si). Il messaggio è stato lanciato il 28 gennaio nella Cappella palatina della Reggia di Caserta, durante il confronto pubblico promosso all'interno del 18° Congresso nazio­nale dell'Ucsi concluso domenica 29 nella città campana, che per quattro giorni è diventata la « capitale italiana» dell’informazione. 

   Informazione, il coraggio della verità


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«È la speranza la chiave per uscire dalla crisi» - Incontro del Cardinale Angelo Scola con i giornalisti in occasione della festa del patrono San Francesco di Sales.

Responsabilità e verità. Crisi e speranza. Sono state queste le parole chiave del dialogo tra il cardinal Angelo Scola e il direttore de “Il Sole 24 ore” Roberto Napoletano, che si è tenuto stamattina presso l’Istituto dei ciechi di Milano in occasione della tradizionale festa del patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales.

   Scola: «È la speranza la chiave per uscire dalla crisi»

Rispondendo al direttore de "il Sole 24ore" il cardinale Scola indica in "speranza" e "fiducia" il volano per mettere l'io in relazione con il sociale

   video Quali priorità in tempo di crisi? (prima  e seconda parte)


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Cari amici, ieri ho partecipato all'incontro del cardinale Angelo Scola con i giornalisti per la festa del nostro patrono, san Francesco di Sales, vescovo di Ginevra e dottore della Chiesa, vissuto tra il 1567 e il 1622. L’arcivescovo ha iniziato il suo intervento leggendo alcune bellissime citazioni tratte da «Filotea», l’introduzione alla vita devota scritta dal santo. Sono parole che mantengono intatta la loro attualità e potrebbero rappresentare una sorta di piccolo vademecum per chi fa informazione... 

  Andrea Tornielli: Giornalismo, lezione di 400 anni fa

"Dobbiamo intervenire sul sistema delle regole se vogliamo che i media facciano un salto di qualità e si adeguino alle esigenze della società contemporanea, condizionata da tecnologie che inducono alla immersione totale nella comunicazione in rete". Così Andrea Melodia, presidente dell'Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI) riunita nel XVIII Congresso, ha aperto la tavola rotonda nella Reggia di Caserta, presso la Cappella palatina, alla quale hanno preso parte Enrico Mentana, Lucia Annunziata, Antonio Preziosi, Franco Siddi, Marco Tarquinio, Francesco Zanotti e il Segretario Generale della CEI, mons. Mariano Crociata. Tema del dibattito "La credibilità dell'informazione in Italia: verso un giornalismo di servizio pubblico".

  CAMPANIA NOTIZIE: Caserta, congresso Ucsi: giornalisti siano credibili



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"Equità e convivenza" di Enzo Bianchi



Dopo un ventennio in cui è stata bandita quasi fosse un’istanza utopica se non un intralcio all'opulenza oggi, sopraggiunta la crisi con un significativo aumento delle sue vittime, si invoca l’equità e se ne afferma la necessità, ci si appella alla giustizia e all'uguaglianza, salvo ribellarvisi quando queste chiedono sacrifici a tutti e non solo “agli altri”. Ci rendiamo conto della barbarie che abbiamo voluto accogliere, dello scadimento cui abbiamo abbandonato tanti valori necessari alla semplice convivenza civile?
Nel leggere che in Italia il 10% delle famiglie più ricche possiede il 45,9% della ricchezza e che i poveri costituiscono ormai il 14,4% della popolazione mi viene spontaneo riandare alla descrizione della prima comunità cristiana di Gerusalemme: “Nessuno tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l’importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno”. Descrizione ormai vecchia di duemila anni, tesa a tratteggiare a posteriori un ideale non sempre collimante con la realtà: solo pochi versetti dopo, lo stesso libro degli Atti degli apostoli ci narra infatti della prima dichiarazione mendace dei redditi, con tragiche conseguenze per i due coniugi “contribuenti” disonesti...

   Equità e convivenza di Enzo Bianchi


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Ma ora che il Governo Monti ha sdoganato il concetto che “chi non paga le tasse mette le mani nelle tasche degli altri italiani”, ora che in tv si vedono persino gli spot contro gli evasori e che le famiglie italiane vivono un impoverimento ormai incompatibile con l’allegra baldanza dei furbi, insomma, adesso che tutti hanno finalmente capito che non pagare, in una collettività, significa di fatto rubare e quindi trasgredire il settimo comandamento, ecco che anche il Magistero della Chiesa può unirsi al coro. A traino, come  sempre.

  Mirella Camera: A traino

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Il silenzio? Non è una «fuga dalla parola» ma è anzi una «piazza» che apre all’ascolto, al dialogo all’espressione di una parola «più densa di significato». Secondo padre Antonio Spadaro, direttore de «La civiltà cattolica», è in questa prospettiva l’autentico valore profetico del messaggio di Benedetto XVI per la Giorna­ta della comunicazioni sociali.

  Spadaro: "Anche nella Rete è possibile dialogare, pregare, meditare"

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POLITICA


L’Infedele racconta la sinistra italiana “costretta” a fare il tifo per una destra classica quale appare il governo tecnico presieduto da Monti (paragonato da Paul Ginsborg niente meno che a Cavour), in perfetta sintonia con Napolitano e la nomenclatura europea.

  Gad Lerner: L'Infedele: la sinistra e il governo dei tecnici

  L'INFEDELE: Il professionista della politica  (video puntata integrale)


Le prime pensioni dopo la riforma, il primo pieno di benzina dopo le liberalizzazioni. Mentre Bruxelles stabilisce le regole per salvare l’Europa, l’Italia fa i conti e scopre cosa un accordo internazionale puo richiedere in termini di tasse, bollette, sviluppo. Ne parlano a Ballarò, ospiti di Giovanni Floris,il Presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua, Giampaolo D’Andrea, sottosegretario del Dipartimento per i Rapporti con il Parlamento, Enrico Letta del Pd, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, Serena Sorrentino segretaria confederale della CGIL, Francesco Pugliese direttore generale Conad, l’economista Jean-Paul Fitoussi, il presidente IPSOS Nando Pagnoncelli.

In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)

  BALLARO': Pensioni, costo della vita e patto europeo a Ballarò (video puntata integrale)

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In due giorni Mario Monti ha intaccato un "tesoretto" di credibilità accumulato in tre mesi. La battuta sulla "monotonia del posto fisso", pronunciata sulla pelle di centinaia di migliaia di giovani che non hanno neanche quello variabile, è il primo, serio infortunio mediatico per il premier. La pessima gestione del voto sulla responsabilità civile dei magistrati, lasciata alle geometrie variabili di una maggioranza erratica e riluttante, è il primo, grave incidente politico per il governo.

  Massimo Giannini: L'alibi dell'impolitico

Ormai è come una caccia all’uomo. Casa per casa, ufficio per ufficio, segretaria per segretaria, vitalizio per vitalizio. Non siamo ancora al clima dei mesi terribili di Tangentopoli, quando politici, ministri e amministratori di qualunque livello non potevano nemmeno mostrarsi in pubblico - pena insulti e lanci di monetine - ma non è detto che non ci si arrivi.
E non sarebbe un bene, se è vero (come è vero) quel che ha lamentato ieri Bruno Tabacci, uno che Tangentopoli l’ha vista da vicino: «Siamo passati da Severino Citaristi a Luigi Lusi... La questione morale non è stata affatto risolta. Anzi: negli ultimi venti anni si è andata appesantendo».

  Federico Geremicca: Anime morte il veleno della politica

Sul finanziamento ai partiti, siamo di fronte a uno scandalo devastante. Un partito che ambisce a guidare lo Stato non può fare quello che vuole e deve dimostrare di saper usare i fondi pubblici. Sopratutto serve una legge che regoli i funzionamenti dei partiti, subito. Insomma, se il Parlamento vuole far recuperare alla politica il rispetto dei cittadini deve fare una legge nel giro di settimane.

  Peppino Caldarola: Salviamo la nostra democrazia: subito una legge sui soldi ai partiti

Quando il boss chiederà i danni
L'emendamento approvato alla Camera sulla responsabilità civile diretta dei magistrati fa discutere. Adriano Sansa: si rischia una giustizia forte con i deboli e debole con i forti.

  Elisa Chiari: Responsabilità civile dei giudici, infuria il dibattito

  Adriano Sansa: Così il più forte avrà sempre ragione

  Alberto Chiara: Caselli: un sistema che non si vuole far funzionare

Liberalizzazioni, l'Italia che cambia
Dal decreto "Salva-Italia" agli interventi annunciati per il lavoro. Secondo il Governo Monti, in un mercato più libero e trasparente si potrebbe guadagnare un 2% di crescita l'anno.

  Alessandro Micci: Salva, cresci, semplifica e lavora: le quattro parole d'ordine del Governo Monti

  Alessandro Micci: Un toccasana per raddrizzare il Paese

  Alessandro Micci: Carlo Stagnaro: "Al distributore di benzina anche gornali e tabacchi"

  Alessandro Micci: Agganciare le tariffe del gas alla media europea

  Alessandro Micci: Energie rinnovabili, incentivate ma non liberalizzate



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 BENEDETTO XVI
 





 
    Angelus - 29 gennaio 2012

      Udienza - 1° febbraio 2012

      DiscorsoAi partecipanti alla Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede (27 gennaio 2012)



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  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


La preghiera di Gesù al Getsemani al centro della catechesi di Benedetto XVI nell'udienza del 1° febbraio


Non sempre davanti al male che ci angoscia è facile affidarsi alla volontà di Dio

Come Cristo nel Giardino degli Ulivi «anche noi, dobbiamo essere capaci di portare davanti a Dio le nostre fatiche, la sofferenza di certe situazioni, di certe giornate, l’impegno quotidiano di seguirlo e anche il peso del male che vediamo in noi e attorno a noi». È questo per Benedetto XVI l’insegnamento sempre attuale della preghiera di Gesù nel Getsemani.
Proponendo questo insegnamento ai fedeli presenti nell'Aula Paolo VI mercoledì 1° febbraio, per l’appuntamento settimanale dell’udienza generale, il Papa ha sottolineato che «la volontà umana trova la sua piena realizzazione nell'abbandono totale» a Dio.

  Quel sì che libera

  il testo integrale della catechesi di Benedetto XVI nell'udienza del 1° febbraio



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OPINIONI E COMMENTI



In un’epoca in cui si fa sempre più affidamento sull’autosufficienza e sulla capacità dell’uomo di essere artefice del suo destino, quello della “Divina Provvidenza” può sembrare un concetto anacronistico. Eppure, secondo papa Benedetto XVI, anche oggi è necessario “imparare” ad affidarsi sempre di più, “chiedere a Dio la forza di uscire da noi stessi per rinnovargli il nostro Sì’”.
In una Roma gelida e piovosa, erano circa 2.500 i pellegrini riuniti nell’aula Paolo VI in Vaticano per la tradizionale udienza del mercoledì. Tra loro, anche un centinaio di vescovi amici della Comunità di Sant’Egidio, arrivati a Roma per festeggiare il 44.esimo anniversario della fondazione dell’’Onu di Trastevere’.

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