"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°11 del 2012

Aggiornamento della settimana

- dal 10 al 16 marzo 2012 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 23 marzo 2012          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

di P. Gregorio Battaglia
    di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia


 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)


Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

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NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








Pagina in continuo aggiornamento





I NOSTRI TEMPI



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Desaparecidos del Mediterraneo. Le madri: “Dove sono i nostri figli?” - Da una sponda all'altra: vite che contano



Un “viaggio della speranza” che si è trasformato in un buco nero. Da un anno non si sa più nulla degli oltre 800 i ragazzi tunisini che, per il loro primo assaggio di libertà dopo la fine del regime di Ben Alì, hanno deciso nel marzo 2011 di imbarcarsi dal loro Paese verso l’Italia. “Che ne è stato di loro? Perché non hanno più dato notizie di sé? Sono vivi o sono morti?” Il grido di dolore partito ben presto dalle loro madri e dai loro padri ha fatto molto rumore in Tunisia, mentre qui in Italia è passato un po’ in sordina. In ogni caso, finora nulla si è mosso. Così, stanchi di aspettare inutilmente una risposta istituzionale, all'inizio di febbraio una delegazione di questi genitori tunisini è venuta in Italia per provare a cercare i loro ragazzi di persona. Perché almeno di una cosa sono sicuri: le barche con i loro figli, in Italia ci sono arrivate.

  Desaparecidos del Mediterraneo. Le madri: “Dove sono i nostri figli?”

"Immagini, tu?" chiede il testo di un appello delle famiglie dei migranti tunisini partiti subito dopo la rivoluzione verso l'Europa e che non hanno dato notizia del loro arrivo, "tuo fratello o tuo figlio parte e non dà più notizie di sé dopo la sua partenza. Non è arrivato? Non lo sai (...) potrebbe essere in una cella di isolamento, potrebbe essere stato arrestato come passeur, potrebbe essersi rivoltato nel centro di detenzione, potrebbe... 

 
Da una sponda all'altra: vite che contano
(video)


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La primavera araba dei CIE: 580 evasioni nel 2011



Scioperi della fame, autolesionismo, incendi, evasioni e vere e proprie rivolte. Il 2011 sarà ricordato come l'anno più caldo nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) italiani. I giovani ribelli sono i ragazzi tunisini sbarcati a Lampedusa e finiti a migliaia nei Cie, dopo l'accordo tra Roma e Tunisi del 5 aprile 2011. All'impossibilità di vedere riconosciuto per le vie legali il proprio diritto a viaggiare, hanno deciso di riconquistarselo con l'unica cosa che gli è rimasta a disposizione: i propri corpi. Gli stessi corpi che hanno esposto alle pallottole della polizia del regime di Ben Ali durante la rivoluzione di gennaio in Tunisia. I corpi con cui hanno attraversato il mare, e con i quali adesso tentano di scavalcare le gabbie dove sono stati rinchiusi, al rischio di finire in ospedale con le ossa rotte dalle manganellate, oppure in prigione con l'accusa di aggressione a pubblico ufficiale.
L'analogia con le rivolte popolari d'oltremare non è affatto forzata. Chi ha avuto modo di conoscere di persona i giovani tunisini sbarcati in Italia l'anno scorso avrà visto che, a parte un'esigua minoranza di ex detenuti fuggiti dalle carceri tunisine, perlopiù si trattava di ragazzi che avevano partecipato alle manifestazioni di protesta.

  La primavera araba dei CIE: 580 evasioni nel 2011

Vedi anche i nostri precedenti post:
  • Le loro prigioni: inchiesta sui Cie, le "discariche" dell'immigrazione - POPOLI, Novembre 2011
  • Desaparecidos del Mediterraneo. Le madri: “Dove sono i nostri figli?” - Da una sponda all'altra: vite che contano


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Nadia e gli altri, nati in Italia e portati nei Cie a 18 anni



Nadia ha 19 anni. Il padre non le ha rinnovato il permesso di soggiorno. La ragazza è stata rinchiusa per due mesi nel Cie romano di Ponte Galeria. Ha rischiato di finire in un paese dove non conosce nessuno. Sono ancora dentro a Modena Andrea e Sebat, due ragazzi figli di bosniaci che nessun ufficio ha mai registrato. Dovrebbero essere riportati in un paese che non c’è. In estate è stato espulso Karim, tunisino, dall’89 in Italia e pure lui senza contratto di lavoro. Paradossi della legge italiana sull'immigrazione.

  Nadia e gli altri, nati in Italia e portati nei Cie a 18 anni

  Visita il sito L'Italia sono anch'io

Guarda anche i nostri post precedenti:
  • Cittadinanza ai figli di immigrati?
  • La primavera araba dei CIE: 580 evasioni nel 2011


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Per il nostro Paese le forme contemporanee di razzismo sono problemi di attualità. Le considerazioni del Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione razziale.

   Carola Corazzone:  Cie e respingimenti, la brutta Italia

L'analisi dell'European Migration Network. Indipendentemente dai provvedimenti del governo per il contenimento dei flussi, resta aperto il problema dei permessi d'ingresso a breve termine, che non vengono quasi mai rispettati. Nel 2010, 1.543.408 visti d'entrata, ma di transito; quelli validi per soggiorni superiori ai 3 mesi solo 218.318

   Vladimiro Polchi:  Immigrati, un esercito di irregolari Ma meno numeroso di 10 anni fa


Da sabato 10 marzo è in vigore un nuovo sistema per il rilascio del permesso di soggiorno per stranieri e per un’eventuale procedura di espulsione: come per la patente ogni migrante residente in Italia accumulerà o perderà crediti (o punti) a seconda dell’adempimento di alcuni requisiti. Fin dall’annuncio che il governo Berlusconi si sarebbe mosso in questa direzione, si parla di permesso di soggiorno a punti almeno dal febbraio 2010, il mondo del volontariato e dell’associazionismo si era detto allarmato, in quanto, secondo l’impostazione leghista allora in auge, allo straniero venivano assegnati nuovi pesi e ulteriori scadenze.
Purtroppo neppure il cambio di quadro politico è servito a cambiare rotta.

   Piergiorgio Cattani:  Permesso a punti: gli stranieri obbligati ad essere migliori degli italiani

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Sempre più donne migrano da sole alla ricerca di una vita migliore, ma secondo la Caritas Internationalis non esistono strumenti per evitare che vengano sfruttate e maltrattate. In un rapporto pubblicato nei giorni scorsi dal titolo: The female face of migration: advocacy and best pratctice for women who migrate and the families they leave behind, Caritas sostiene che i Governi e i servizi sociali dovrebbero rispondere alle esigenze e ai bisogni delle donne migranti.

   OSSERVATORE ROMANO:  Contro lo sfruttamento delle migranti


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Sono tantissimi nel mondo i “bimbi soldato” arruolati dalle milizie dei signori della guerra, oppure da forze armate para-militari in tutti i fronti nel mondo. Oggi per la prima volta l’arruolamento di minori viene giudicato un crimine di guerra da un organismo internazionale.
A farne le spese Thomas Lubanga, leader di una milizia armata della Repubblica democratica del Congo, colpevole di crimini di guerra, per aver arruolato bambini soldato. Ad emettere la sentenza, la prima della sua storia, è la Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi): «Siamo giunti  all’unanimità alla conclusione, – ha dichiarato il giudice britannico Adrian Fulford – che l’accusa ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che Thomas Lubanga è colpevole dei crimini di coscrizione e arruolamento di bambini di meno di quindici anni e li ha fatti partecipare a un conflitto armato».

   LA STAMPA:  Bambini soldato, condannato il signore della guerra Lubanga


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Crisi economica: I suicidi di chi non vede futuro, "La Repubblica fondata sull'insicurezza" di Ilvo Diamanti e le "Due strade per uscire dalla crisi" di Christian Albini


... C’è un altro bollettino di guerra, oltre a quello già “tristemente noto” dei morti sul lavoro, che ultimamente sta interessando l’opinione pubblica: mi riferisco ai suicidi a causa del lavoro.
Vien male anche a scriverlo, spiegarlo è quasi impossibile.

  I suicidi di chi non vede futuro 

Sempre più italiani si dichiarano preoccupati per il rischio di perdere il lavoro. E quasi 9 persone su 10 pensano che i giovani occuperanno una posizione sociale peggiore dei genitori. La crisi del lavoro costringe ad abituarsi all'incertezza. Ipotecando il futuro

  La Repubblica fondata sull'insicurezza di Ilvo Diamanti

Non ci sono soluzioni e ricette a portate di mano, ma due vie sono abbastanza chiare.
Una strada conduce all'estremizzazione dell’egoismo e dell’ingiustizia: ognuno per sé, per cui chi ha garanzie e privilegi, anche solo una fetta, se li tiene stretti e li difende contro tutto e tutti. Ci si rinserra nel proprio clan, nel proprio territorio, nella propria categoria sociale, come in una cittadella assediata. In mancanza d’altro, ci si rinserra nella propria identità, individuando dei nemici da odiare e combattere, come nei razzismi di vecchio e nuovo segno. In una tale giungla all'insegna dell’homo homini lupus, secondo un darwinismo spietato, chi ha finisce con l’avere ancora di più e a tutti gli altri non resta che scannarsi in una guerra tra poveri.
C’è però anche un’altra strada. È quella solidale e fraterna di coloro che pensano che dalla crisi si esca insieme e che trova il suo paradigma nella prossimità evangelica, con il suo carattere eversivo, paradossale e universale.

  "Due strade per uscire dalla crisi" di Christian Albini


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Crisi e gioco d’azzardo - nuove regole per contrastare la ludopatia



Lo si può considerare un termometro della crisi. In tempi di ristrettezze economiche, la propensione al consumo degli italiani diminuisce (il calo è dello 0,1% nel terzo trimestre 2011, stando agli ultimi dati Istat) e aumenta invece il fatturato delle aziende attive nel settore del gaming. Vale a dire, delle lotterie e dei giochi d’azzardo tradizionali e online. 

  C'è crisi: crescono lotterie e gioco d'azzardo

L’Organizzazione mondiale della sanità da decenni li definisce «ludopatici», ovvero affetti da gioco-dipendenza. Ma in Italia si parla ancora di vizio. Eppure i maniaci della slot machine, dei videopoker, dei gratta e vinci a raffica raccontano di una patologia ossessiva che di "giocoso" ha ben poco. Ora il loro grido dal fondo del tunnel, raccolto finora solo dal volontariato, trova un’eco nelle istituzioni.

  Gioco d’azzardo, arrivano tanti sì a nuove regole

La dipendenza dal gioco d’azzardo non va più presa sottogamba. E’ ora di considerare finalmente la ludopatia per quello che è: una malattia. A sostenerlo è il ministro della Salute Balduzzi, che ha intenzione di inserire la cura di questa patologia nei Lea, i livelli essenziali di assistenza. “Cambierà tutto”, assicura il Ministro, “ci saranno prevenzione e assistenza, verranno rafforzati i servizi nelle Asl; insomma una svolta concreta”. A dover cambiare saranno anche le pubblicità: “Non vogliamo più vedere uno spot dove si dice che chi non gioca è un bacchettone. Proibire non è la soluzione, ma nemmeno spingere al gioco in questo modo”. 

  Guarire dal gioco d’azzardo: una malattia che colpisce un milione di italiani

​Bisogna cominciare a chiamare il problema con il suo nome: l’azzardo è una malattia, non un gioco. «E come tutte le malattie è democratica. Non fa differenze di sesso, condizione, credo e posizione sociale. Ai nostri incontri – spiega Gabriele, portavoce dell’associazione “Giocatori Anonimi” – si presentano idraulici e chirurghi, benzinai e calciatori, uomini e donne, cattolici e musulmani».

  «Noi malati di gioco, mai guariti definitivamente»

La proposta del ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi: chi gioca per rifarsi dalle perdite entra in un circuito da cui non è facile uscire.

  Di gioco si muore, limitiamo gli spot


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Il futuro fa paura. L'insicurezza economica è la più grave delle minacce: colpisce sette italiani su dieci. Spaventano disoccupazione, crisi dei mercati e inflazione. Anche la criminalità torna a preoccupare. E ancora: otto italiani su dieci vedono ormai la società spaccata in due, tra chi ha poco e chi ha molto. L'85% pensa che i figli staranno peggio dei padri. E la tv?

   Vladimiro Polchi:  "Crisi, disoccupazione, criminalità per 3 italiani su 4 il futuro è nero"

Il quadro è davvero fosco. Tutti gli indicatori, documentati ieri nell'ultimo rapporto Almalaurea che esamina la posizione occupazionale di oltre 400 mila laureati italiani di 57 Atenei, stanno lì a dimostrare come la situazione lavorativa sia peggiorata.
Con la sola eccezione dei laureati specialistici a ciclo unico, a un anno dall'acquisizione del titolo diminuisce, tra i laureati occupati, il lavoro stabile. Contemporaneamente si dilata la consistenza delle forme contrattuali atipiche e del lavoro nero.

   Antonio Golini:  Quanti laureati senza lavoro

Trovare lavoro dopo la laurea? A Torino si può. Almeno, si può fare più facilmente che in gran parte del resto d’Italia. Politecnico e Università sono ben al di sopra della media italiana per il tasso di occupati ad un anno dalla laurea specialistica. Tra gli studenti che finiscono il loro percorso di studi nelle facoltà d’Ingegneria e Architettura, trovano lavoro entro dodici mesi più di sette ragazzi su dieci (il 74 per cento); minore la quota all’Università, dove trova impiego il 58 per cento dei laureati specialistici, contro una media nazionale del 56.

   Andrea Ciattaglia:  Torino modello italiano Chi si laurea trova lavoro

 La crisi non è di natura congiunturale: basta attendere che passi e tutto si riaggiusterà, anche sul versante del lavoro. Non è così. I mutamenti negli assetti produttivi a livello internazionale dureranno ancora a lungo, prima di trovare un nuovo equilibrio. E, nel frattempo, i sistemi produttivi, e con essi il lavoro, devono trovare nuove modalità organizzative e di relazioni industriali, nuove regolazioni del mercato del lavoro e sistemi di tutele, nuovi profili professionali e di formazione. Sarà banale sottolinearlo, ma la sensazione è che tale consapevolezza non sempre sia così diffusa.

   Daniele Marini:  Tre strade per creare occupazione


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La città è più abitabile e accogliente se l’amministrazione comunale dà spazio alle iniziative “dal basso”, quelle realizzate dai corpi intermedi, il volontariato e il non profit. A dirlo sono gli stessi cittadini, quelli del campione intervistato per l’edizione 2012 del Rapporto sulla Sussidiarietà, prodotto dalla Fondazione omonima in collaborazione con il Politecnico di Milano.

   AVVENIRE:  Non profit? Città migliori

In un articolo di pochi giorni fa avevamo cercato di decifrare le scelte governative nell’ambito di quello che in generale chiamiamo mondo del volontariato. Ne emergeva un problema di fondo, di impostazione generale, di una visione economica caratterizzata da un liberismo tradizionale che non concepisce realtà intermedie tra lo Stato e il mercato, privilegiando ovviamente quest’ultimo. Se questo modello è utile per riportare la calma nel mare burrascoso della finanza internazionale, rischia di non essere capace di affrontare le sfide del futuro.È un modello vecchio, superato in partenza.

   Piergiorgio Cattani:  Zamagni: il governo ignora la società civile



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Giovani e adolescenti cresciuti con la presenza costante di Internet sono capaci di dedicare la propria attenzione a molte cose contemporaneamente. La rete è per loro una protesi cognitiva e la consuetudine al suo utilizzo fa in modo che imparino ad affrontare il mondo e i suoi problemi in maniera diversa dai genitori e dagli adulti.

   Arturo Di Corinto:  Iperconnessi ma anche fragili Chi vince nel nuovo mondo?





Notizie dal mondo

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A dodici mesi dal disastro nucleare di Fukushima, conseguente al terremoto del Giappone, molte domande attendono risposta. Centomila persone ancora senza adeguato sostegno.

   11 marzo 2011, Fukushima l'anno dopo


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Messaggio dell’arcivescovo Leo Jun Ikenaga
«L’immane tragedia ci ha fatto riscoprire il valore dell’amore reciproco e ci ha spinto a dare un aiuto solidale». Questo, in estrema sintesi, il contenuto del messaggio che monsignor Leo Jun Ikenaga, arcivescovo di Osaka e presidente della Conferenza episcopale nipponica, ha inviato ai fedeli giapponesi in occasione del primo anniversario del terremoto e maremoto che, l’11 marzo del 2011, colpirono le regioni Nord-Occidentali del Paese.

  OSSERVATORE ROMANO:  A un anno dal terremoto in Giappone la solidarietà dei cattolici è più forte



Secondo l'organizzazione per i diritti umani l'ampiezza delle violenze ha raggiunto livelli che non si vedevano da anni. "Volevo morire" racconta 31 metodi di sevizie subite dai siriani durante le repressioni di massa contro il governo del presidente Bashar al-Assad

   Alesia Perreca:  Amnesty: aumentano le torture e i maltrattamenti ai detenuti

Ottomila morti: a tanto assomma, secondo stime delle agenzie dell’Onu, ufficiali e inverificabili, il numero delle vittime della repressione del regime di Bashar al-Assad. Quattro volte tanto quello che determinò l’intervento militare in Libia, ma probabilmente il numero delle vittime di quella che è ormai una vera guerra civile è molto più alto. 

   Vittorio E. Parsi:  Siria: sangue, paure e quell’inutile «pistola»

Un nuovo rapporto diffuso oggi da Amnesty International denuncia l'incubo delle torture sistematiche vissuto dalle persone vittime degli arresti di massa nel corso della rivolta siriana. L'ampiezza delle torture e dei maltrattamenti ha raggiunto, secondo l'organizzazione per i diritti umani, un livello che non si vedeva da anni e che ricorda il periodo nero degli anni Settanta e Ottanta.

   AMNESTY INTERNATIONAL:  Siria: torture e maltrattamenti in detenzione, fenomeno sistematico e massiccio

A un anno dall’inizio della sollevazione popolare in Siria, il regime di Bashar al-Assad rimane in carica. La sollevazione e’ stata contrastata con estrema violenza dal regime, che non e’ rimasto scosso dalla pressione economica e diplomatica. Le leggi internazionali sono state sistematicamente e brutalmente violate. Non c’e’ una soluzione semplice per arrestare le violazioni delle leggi internazionali e proteggere i civili.

   PAX CHRISTI INTERNATIONAL:  Un anno di sollevazione popolare in Siria

... La durissima consolidazione imposta su Atene, sebbene necessaria, si sta rivelando un micidiale boomerang. Come l’abbattimento dei salari, l’inasprimento dell’aliquote fiscale di fianco all’introduzione di nuovi e fantasiosi balzelli, i tagli selvaggi al welfare, deprimono la domanda uccidendo le (poche) speranze di risollevare un’economia allo sfascio. Allo stesso tempo, una miriade di effetti collaterali come quelli sovradescritti comportano nuove spese per servizi pubblici, come quello sanitario, già in grande affanno...

   Francesco Molica:  Grecia, catastrofe sociale

La Fao lancia un appello per un ulteriore finanziamento di almeno 69,8 milioni di dollari per fornire assistenza a circa 790.000 famiglie contadine vittime della prolungata siccità.

   Gabriele Salari:  Sahel, lotta contro il tempo


i sit-in per chiedere un intervento a protezione dei civili in Sud Kordofan, Nilo Azzurro e in Darfur. Le testimonianze raccolte dai profughi. Decine di migliaia di nubiani sono riusciti a fuggire a piedi per rifugiarsi ad Yda.

  REPUBBLICA:  Sudan, cortei in tutto il mondo per fermare i bombardamenti

...«Sono atterrato poche ore fa a New York - esordisce l’attore-regista - vengo dal Sudan dove le forze del dittatore Omar Bashir massacrano i civili, ne sono stato testimone diretto». Su due grandi schermi digitali scorrono le immagini girate sulle Montagne Nuba nel Sud Kordofan. Si vede Clooney fra bambini coperti di schegge, bombe inesplose lanciate dagli aerei di Khartum e gruppi di civili con gli occhi terrorizzati rifugiati fra grandi massi di pietra...
 
  Maurizio Molinari:  Clooney: in Sudan ho visto le bombe cadere sui bambini

Missionario comboniano e giornalista, attivo in Kenya e nell’area dei Monti Nuba (Sudan), Renato Kizito Sesana fornisce una lettura di come viene percepita e trattata l’Africa nel Nord del mondo. Critica semplificazioni, catastrofismi e interventismi (compreso quello propugnato dal video Kony 2012). Spiega che l’Africa c’è, anche in economia. E indica un percorso che ciascuno può intraprendere.

   Renato Kizito Sesana:  Costruire giustizia in un'Africa che cambia

Adham, di dodici anni, era quasi arrivato a scuola e quando il drone lo ha colpito a morte teneva lo zainetto nella mano destra e la mano del fratellino di sette anni nella sinistra. Non si ferma il massacro di civili. Da ieri Israele ha cominciato a bombardare le case.

   Nandino Capovilla:  Gaza: continua la carneficina. Chiammatela col suo nome



Lotta alla mafia


Quel ramo del Lago di Como che volge a Mezzogiorno, quello di Lecco, conosce da tempo la ‘ndrangheta. Dai primi anni ‘80, quando comandava Franco Coco Trovato. Così tra intimidazioni, pizzo, estorsioni e corruzione, “O calabrese”, è stato un vero e proprio imprenditore di ’ndrangheta. Una volta arrestato, è arrivata la seconda generazione di ’ndrangheta a Lecco, che ormai si veste bene ed entra nelle imprese, specialmente del movimento terra.

   Luca Rinaldi:  La ‘ndrangheta di casa su quel ramo del lago di Como

Alla vigilia della Giornata della Memoria in ricordo delle vittime di mafia organizzata da Libera e Avviso Pubblico, la Commissione Europea presenta una direttiva per allargare a livello europeo la confisca di beni criminali. Un passo fondamentale e senza precedenti, ma c'è ancora molto da fare per arrivare al riutilizzo sociale. 

   LIBERA:  Confisca in Europa ora si può

A Genova, a porte chiuse, l'incontro fra i familiari delle vittime, con i racconti di una vita quotidiana spezzata dalla mafia. "Il 21 marzo per l'impegno e per la memoria"
..."Qualcuno  -  continua don Ciotti  -  vorrebbe spostare al 21 maggio la data della nostra giornata per l'impegno e la memoria, perché la lotta alla mafia, secondo alcuni, comincerebbe in quella data. Non è così. La lotta alla mafia comincia nel giorno in cui la mafia ha spezzato le vite dei vostri cari. Sentite questa giornata come un atto di grande amore". 

   Anna Maria De Luca:  "Figli, padri, fratelli nostri" Don Ciotti: una giornata per loro

I mafiosi "sono fuori dalla comunità della Chiesa" e quindi "sostanzialmente scomunicati". Lo ha detto il leader di Libera, don Luigi Ciotti, parlando a margine della cerimonia di intitolazione di una piazza di Genova alle vittime della mafia, nell'ambito della giornata della memoria organizzata a Genova da Libera. "I mafiosi sono fuori dalla Chiesa - ha concluso don Ciotti - ma voglio aggiungere che fuori dalla Chiesa sono anche i loro complici"

   Don Ciotti:  "I mafiosi sono fuori dalla Chiesa" (video)

Clamorose dichiarazioni del collaboratore di giustizia messinese Gaetano Costa in quello che viene denominato il processo “Borsellino bis”: «L’esplosivo lo chiedemmo a Salvatore Buccarella». Dichiarazioni che squarciano il velo sul presunto ruolo che avrebbe avuto la mafia salentina nella strage in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.

   Antonio Nicola Pezzuto:  L'ombra della Scu sulla strage di Via D'Amelio




FEDE E
SPIRITUALITA'



La pace: incontro con l'altro

HOREB n. 60 - 3/2011


TRACCE DI SPIRITUALITA'

A CURA DEI CARMELITANI

Quando si parla di pace, oggi, facilmente si fa riferimento ad alleanze strategiche, equilibrio di forze e di armi; si ritiene quindi che la pace sia frutto di alchimie politiche e del buon senso dei “grandi” di questo mondo. 
Nella riflessione biblica, la pace è, prima di tutto, dono che procede da Dio e non dagli uomini, essa è costitutiva della natura di Dio, infatti, Pace è il suo nome, «Jhwh-Shalom» (Gdc 6,24). 
Gesù viene sulla terra per annunciare agli uomini che Dio è Signore di tutti e quindi per portare a tutte le genti la nuova novella della pace (At 10,36). Egli non è solo colui che evangelizza la pace, ricorda Paolo, ma anche colui che, mediante il sangue della sua croce, riconcilia tutte le cose, facendo la pace (Col 1,20). 
Con la sua morte in croce, sottolinea ancora l’Apostolo, Gesù distrugge in sé l’inimicizia, abbatte il muro di separazione che tiene lontani giudei e pagani, e crea un uomo nuovo, per cui, conclude Paolo, “Gesù è la nostra pace” (Ef 2,14). 
Proprio perché Gesù è la nostra pace, per chi accoglie il suo spirito e si lascia coinvolgere nel suo vissuto, la pace non si pone come esigenza etica o sociale, ma essa è intrinseca al dono globale, definitivo e supremo fatto da Dio all'uomo per mezzo di Gesù Cristo, allora la pace è costitutiva della vita del credente, in quanto vita coinvolta nel dinamismo trinitario e animata dallo spirito del Padre e del Figlio, che è Spirito di comunione e di pace.

Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.


   Editoriale

   Sommario


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it


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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)

I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA – 2012

CAMMINANDO NELLA VIA DI GESÙ

Lettura del Vangelo di Marco

Dal 25 Gennaio al 28 Marzo

presso la sala del convento dalle h. 20.00 alle h. 21.00

Calendario degli incontri


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Scuola di Formazione per la Vita Cristiana "SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale del Vicariato di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

Scuola di Formazione per la Vita Cristiana
"SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale
Vicariato di Barcellona P. G. (ME)

III ANNO




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  La Bibbia in un frammento


"Gesù ordinò
 ai Dodici:
 non andate
 tra i pagani
 e non entrate
 nelle città
 dei Samaritani.
 Rivolgetevi alle
 pecore perdute
 della casa
 d'Israele."
(Matteo 10,5-6)

  Gianfranco Ravasi: La casa d'Israele



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‎"Le Frontiere dello Spirito" puntata dell'11 marzo 2012



Domenica 11 marzo 2012, "Le Frontiere dello Spirito", il programma di cultura e attualità religiosa, curato e condotto dal Cardinale Gianfranco Ravasi, insigne biblista, e dalla giornalista Maria Cecilia Sangiorgi.

Nella prima parte della trasmissione, il cardinale Ravasi commenta con la consueta competenza e autorevolezza la prima lettura (Es 20,1-17) e il brano del salmo (18/19,8-11) proclamati nella celebrazione della domenica. 
Nella seconda parte del programma "I volti e le storie", curata da Maria Cecilia Sangiorgi, il servizio "Misericordia dall'India storie di compassione".
"Quello che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo fate a me ... e quando un giorno moriremo e andremo alla casa di Dio di nuovo sentiremo la stessa cosa... venite benedetti del Padre mio..." queste parole pronunciate da Madre Teresa danno l'avvio alla puntata dedicata ancora alla misericordia come movimento del cuore che porta verso i sofferenti, gli umili.
Immagini dalla Casa dei morenti, la prima opera di Madre Teresa nel cuore di Calcutta, in cui si entra con tremore, quasi paura, ma si viene sopraffatti da un'atmosfera di pietà amorosa, dall'operosità serena e dalla presenza di tanti giovani di ogni parte del mondo...

   il video della puntata intera sul sito Mediaset



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Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche (Sap. 8,7).


   Oggi è gia domani

La sua compagnia non dà amarezza, né dolore la sua convivenza, ma contentezza e gioia (Sap 8,16).

   Oltre il dolore

Un corpo corruttibile appesantisce l'anima e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri. (Sap. 9,15)


   Nella consistenza

Non abbandonò il giusto venduto, ma lo preservò dal peccato (Sap. 10,13).

   Per chi sa aspettare

Li guidò per una strada meravigliosa, divenne loro riparo di giorno e luce di stelle nella notte (Sap10,17).

   Compagno di viaggio

La Sapienza aveva aperto la bocca dei muti e aveva sciolto la lingua degli infanti.(Sap 10,21)

   Parole di verità



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"Una volta il tempio era il luogo di mercato, ora si fa del mercato il tempio" di Silvano Fausti


Nel tempo le istituzioni, immancabilmente, diventano fine a se stesse, oggetto del potere dei re e dei sacerdoti che ci campano su, tutti e due, a spese del popolo. Queste istituzioni – rappresentate da chi governa politicamente, il re, e da chi rappresenta il mondo dei valori, i sommi sacerdoti, oggi diremmo la Chiesa – ci sono sempre state in tutte le culture.
Nell’antico Israele c’era, però, qualcosa di più, e di diverso. Da un lato, re e sacerdoti che difendono le istituzioni: è il loro mestiere. Dall'altro, c’è sempre il profeta, che è un anti-istituzionalista e che richiama re e sacerdoti. Il profeta è il grillo parlante alla loro coscienza. Se manca il profeta, sia il sacerdote sia il re decadono perché nessuno dice la verità e ognuno fa i propri interessi. Allora ci si calpesta a vicenda, tutto diventa un mercato, un’oppressione. E quella che dovrebbe essere la casa di Dio, un mondo giustamente governato con leggi oneste, diventa invece tutto un luogo di avallo dell’ingiustizia e dell’oppressione. 
Nel brano che segue, Gesù si mette sulla linea dei profeti, di fatti non è né re, né sacerdote, è profeta, annuncia la Parola: il suo potere è quello della parola di verità.
   "Una volta il tempio era il luogo di mercato, ora si fa del mercato il tempio" di Silvano Fausti

Il testo è la sintesi redazionale della lectio divina tenuta dall'autore nella Chiesa di San Fedele in Milano.

  
L’audio originale può essere ascoltato qui.



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TRA LUPI E ZIZZANIA di Alberto Maggi


Gli scricchiolii che provengono dai sacri palazzi non possono non far pensare al monito di Gesù: “Se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi” (Mc 3,25). Deve essere veramente seria la situazione, se persino l’Osservatore Romano, abbandonando il felpato linguaggio curiale, descrive Ratzinger come un “pastore che non indietreggia davanti ai lupi”, e parla di un “pontificato che passerà alla storia, dissolvendo come fumo stereotipi duri a morire e contrastando comportamenti irresponsabili e indegni”. Per l’Osservatore, l’azione del Papa “è stata caratterizzata da un'opera d'innovazione e purificazione perseguita con coraggio, tenacia e pazienza, nella consapevolezza che nottetempo nel campo il nemico semina zizzania. Per questo il Papa indica senza stancarsi la necessità del rinnovamento continuo…”. È evidente l’allusione alle tensioni interne, “che bisogna saper cogliere come occasione di purificazione della Chiesa”. (L’Osservatore Romano, 15 febbraio 2012).
“Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato?” (At 7,52). La risposta al grido di Stefano può essere la base di partenza per quel processo di purificazione e rinnovamento necessario alla Chiesa...

   TRA LUPI E ZIZZANIA di Alberto Maggi (pdf)


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‎"Mi formavi nel silenzio" di Arturo Paoli e Dino Biggio



Riceviamo da Dino Biggio e con piacere pubblichiamo la lettera di presentazione del nuovo libro di Arturo Paoli e Dino Biggio "Mi formavi nel silenzio"

Carissima/o, 
ti segnalo l’uscita del libro Mi formavi nel silenzio, con cui ho voluto raccogliere, in forma d’intervista, una serie di meditazioni di Arturo Paoli registrate nell’arco di diversi anni. 
Il tema di fondo di queste meditazioni è la gioia: un tema caro a fratello Arturo, sempre presente nella sua riflessione e nella sua vita. Naturalmente, quella che lui chiama “gioia”, è qualcosa di ben diverso dalla felicità o dall'allegria, condizioni passeggere: “Per trovare la gioia – scrive fratello Arturo - bisogna essere sempre disposti a lasciare che vengano distrutte la felicità e l’allegria, che sono nostre produzioni. Deve essere chiaro che noi abbiamo diritto alla gioia, in quanto esseri umani. Però, spesso, spinti dalla ricerca di soddisfare questo diritto, creiamo la felicità, che è un’immagine della gioia”. 
La gioia è una conquista, spesso faticosa: si raggiunge con grandi sacrifici, attraverso diversi percorsi che corrispondono ad altrettante tappe della nostra esperienza umana.

   Lettera agli amici di Dino Biggio

Leggi anche:
  • comunicato stampa di marzo delle Paoline
  • scheda del libro  "Mi formavi nel silenzio"


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‎"Il Cantico, faccia terrena dell'amore" di Enzo Bianchi


Questa sera alle 21 nella Chiesa di San Filippo Neri a Torino Enzo Bianchi commenta Il Cantico dei Cantici, con la regia di Francesco Lagi e le letture di Silvia D’Amico e Leonardo Maddalena. L’appuntamento con il priore del monastero di Bose, a cura del Circolo dei Lettori e degli Amici di Torino Spiritualità, inaugura la rassegna di spettacoli teatrali e incontri "Elogio a... La costruzione di un amore" (14-31 marzo), ideata dalla compagnia Tangram Teatro di Torino.

Anticipiamo alcuni brani dal commento di Enzo Bianchi.

   Il Cantico, faccia terrena dell'amore di Enzo Bianchi.



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‎"Quel primato degli umili che rovesciò il mondo" di Pietro Citati


Il paradosso del Vangelo: la verità negata ai sapienti

In quel tempo Gesù rispondendo disse: «Io ti glorifico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così piacque al tuo cospetto. Ogni cosa mi è stata rivelata dal Padre mio. E nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete affaticati e gravati, e io vi ristorerò. Prendete su voi il mio giogo, e imparate da me, poiché io sono mite e umile di cuore. E troverete ristoro per le vostre anime. Poiché il mio giogo è soave e il mio peso è leggero». (Vangelo di Matteo 11,25-30; i primi versetti sono, quasi nella stessa forma, nel Vangelo di Luca, 10, 21-22)
Il frammento del Vangelo di Matteo, che vorrei commentare, comincia con una nota solenne. «Io ti glorifico, Padre, Signore del cielo e della terra»: vale a dire, io confesso il mio peccato, e insieme ti lodo, ti ringrazio, ti esalto, invoco il tuo nome, professo la mia fede in te, ti prometto solennemente come tu mi prometti.

   Quel primato degli umili che rovesciò il mondo di Pietro Citati


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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


   Il perdono è...

   Chi sono, poi, quelli che nel tempio vendono i buoi...

   E' impossibile interpretare Gesù come violento...

   Ogni azione, anche la più semplice...

   Speranza è credere...

   Il nostro libero arbitrio...

   Solo ascoltando l'altro...

   Il benessere è necessario, ma...


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‎"Chiesa in fibrillazione" di Vittorio Cristelli



Negli ultimi tempi sono state rese pubbliche parecchie lettere scritte dalla cosiddetta base ai vertici della Chiesa nelle quali si segnalano resistenze, ritardi, e tematiche ridotte al silenzio.
Già l'anno scorso ci siamo occupati della “Chiesa del disagio” che è emersa a Firenze. Cattolici che rifiutano di essere definiti contestatori, ma intendono additare pubblicamente problemi che covano sotto la cenere e tormentano i fedeli, i quali vorrebbero prese di posizione chiare e comunitarie sugli stessi. Non siamo i soli ad avvertire un disagio, basti accennare al folto gruppo di parroci che in Austria sono usciti allo scoperto chiedendo che siano messi sul tavolo, discussi e trovino risposte chiare, ispirate al Vangelo, problemi come quello del celibato dei preti, della comunione ai divorziati e risposati, del sacerdozio anche alle donne, ecc.. Sono stati bollati come “disobbedienti”, ma lo stesso card. Schönborn, arcivescovo di Vienna, ha dichiarato pubblicamente che ogni voce deve essere ascoltata perché può dare un contributo positivo. Ha peraltro anche distinto tra problematiche che possono essere affrontate e risolte dentro la Chiesa locale e tematiche che riguardano la Chiesa universale.
Per restringere l'obiettivo sull'Italia, negli ultimi tempi sono state rese pubbliche parecchie lettere scritte dalla cosiddetta base ai vertici della Chiesa nelle quali si segnalano resistenze, ritardi, e tematiche ridotte al silenzio...

   Chiesa in fibrillazione di Vittorio Cristelli

Guarda anche il nostro precedente post:
  • Lettera aperta alla Chiesa italiana


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Calo delle vocazioni sacerdotali e religiose e conseguente aumento dell'età media dei preti - Due studi in Italia (del sociologo Garelli) e negli Stati Uniti (del CARA di Washington DC, Georgetown University)


Quali sono le ragioni del calo delle vocazioni? Quali oggi i principali ostacoli alla scelta di una vita sacerdotale o religiosa? Nell'ultima ricerca del professor Garelli la gente non individua un fattore prevalente, ma chiama in causa una serie di ragioni concomitanti.

La maggioranza della popolazione si sente lontana dalla figura che nella nostra società più rappresenta un ponte tra uomo e Dio, tra chiesa e territorio. La caduta di popolarità del clero è un evidente indizio della crisi di riconoscimento sociale che coinvolge il ruolo del prete nella modernità avanzata, come emerge anche dall'andamento delle vocazioni religiose negli ultimi decenni.
I dati dell'Annuarium Statisticum Ecclesiae fotografano infatti una forte curva discendente...
Per ampie quote di popolazione il prete è più un operatore di servizi religiosi che una figura di riferimento spirituale o morale. Di qui i contatti essenziali o la scarsa propensione a instaurare con un sacerdote o con un religioso/religiosa un rapporto di confronto e di arricchimento sui temi personali e spirituali.
Diverso invece è ciò che accade per quote limitate di italiani, che frequentano con maggior assiduità gli ambienti ecclesiali e hanno maggior familiarità con gli operatori del sacro. È il caso, ad esempio, dei cattolici «convinti e attivi», il 55,5% dei quali dichiara di aver parlato nell'ultimo anno con un sacerdote dei propri problemi personali. Del resto, l’84% di questo insieme di cattolici più impegnati considera il clero come una categoria ecclesiale vicina alla propria condizione di vita, segno questo di assonanza sui valori e di condivisione di esperienze...

  I molti perché del calo delle vocazioni

Aumenta l’età media dei preti: lo sapevamo tutti, ma ogni volta che escono dei dati, si corre a cercare una qualche notizia che mostri un’inversione di tendenza, che non c’è.

... In ideale continuità è uscito ieri negli Stati Uniti l’ultimo numero di National Catholic Reporter, con la presentazione dell’ultimo studio sulla condizione dei preti americani e alcune interviste in occasione del 50° anniversario del Vaticano II...
A commento dei dati, in particolare riguardo alla loro percezione del Concilio, di quello “spirito del Vaticano II” come viene comunemente chiamato, prendono la parola alcuni preti americani ordinati in quegli anni. Il comune sentire è una preoccupazione per quelle troppe porte e finestre che il Concilio aveva spalancate, ma che successivamente sono state accostate, socchiuse o sprangate. Nello specifico vengono citati il ruolo della leadership della Chiesa, lo stallo nel dialogo ecumenico, il tramonto della collegialità episcopale, il ruolo delle donne di là da venire, l’attuazione della riforma liturgica e molto ancora...
Rispetto ai loro “colleghi” più giovani ciò che emerge è la loro disponibilità ad aprire ai laici affidando anche ruoli di responsabilità. “Siamo i preti della Gaudium et spes”...

  Così diversi quei preti del Concilio


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Presso l'Università Pontificia Salesiana si è tenuto uno stuzzicante seminario dal titolo: "Preti sul lettino: agio e disagio del servizio pastorale del clero. Imparare riconoscere e gestire i problemi psico-affettivi nella vita dei preti", promosso dall'Istituto di Psicologia UPS. Gli interventi hanno offerto spunti interessanti per riflettere sul tema della formazione permanente del clero. Il seminario ha messo in luce l'importanza di riconoscere gli stati di disagio e stress che subentrano nell'esercizio delle professioni di aiuto e che sono inevitabilmente collegati ai vissuti delle persone, al fine di garantire una sana prevenzione dei fenomeni disfunzionali.  Riconoscere e gestire la difficoltà è un modo per rimanere in contatto con se stessi e approdare a condizioni personali di maggiore benessere, ma anche e soprattutto un atto di responsabilità verso coloro che richiedono aiuto…
Ci sembra interessante riproporre l'intervista di M. Michela Nicolais, per il Sir, a padre Giuseppe Crea, missionario comboniano e psicoterapeuta, intervenuto al seminario.
Il “disagio” dei sacerdoti è una realtà?

  RIVISTA PEDAGOGIA RELIGIOSA: Riflessioni su..."Preti sul lettino: agio e disagio del servizio pastorale del clero"


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Uomini e profeti

Fedi e Mondo

Afghanistan: da Kabul a Tor Marancia
con  Alidad Shiri, Emanuele Giordana, 
Alberto Barbieri
Ricordo di Gherardo Gnoli
sabato 10 marzo 2012

 

Centinaia di giovani afgani transitano dall’Italia, in fuga dal loro paese in guerra. Adolescenti, a volte bambini, a volte ora con le loro famiglie, mandati in Occidente con i risparmi dei parenti e degli amici, spesso vittime di contrabbandieri e di sfruttatori, talvolta con il desiderio di emigrare in altri paesi, a volte con l’intenzione di restare. Aspirano allo status di “rifugiati politici” in Italia, sperano di poter studiare e poi trovare un lavoro. O forse, chissà, di tornare un giorno nel loro paese. Ma accade anche che non ce la facciano a sopravvivere, prima che le lentezze burocratiche siano sciolte, e che il mondo si accorga di loro. L’associazione “Medu” – medici per i diritti umani – è attiva per aiutarli, come ci racconta il coordinatore Alberto Barbieri. Ma come ci racconta Alidad Shiri – ricordate il ragazzino che fu nostro ospite qualche anno fa, ancora incerto nella lingua, ma forte nelle sue intenzioni di aiutare il popolo afgano – il nostro è un paese sovente distratto, che non si accorge del disastro umanitario che si sta svolgendo in Afghanistan, come in altri paesi devastati dalla guerra. Emanuele Giordana, conduttore di Radio 3 mondo e profondo conoscitore del mondo afgano, ci racconta la sua esperienza di quel paese e le prospettive aperte sul futuro.
In questa puntata in cui guardiamo a Oriente ricordiamo anche Gherardo Gnoli, morto l’altro giorno a Roma, uno dei nostri massimi orientalisti e studioso del mondo delle religioni. In particolare ha compiuto studi fondamentali nel campo della religiosità iranica, del mazdeismo e dello zoroastrismo. Con “Uomini e Profeti” ha realizzato un ciclo, nel 2005  dal titolo "Mani. L'apostolo della luce" che vi riproporremo in podcast

    Ascolta o scarica


Leggere la Bibbia

“Ester. Il libro della diaspora” 
con Benedetto Carucci Viterbi
domenica 11 marzo 2012


Il libro di Ester, dal cui racconto deriva la festa di purim, è uno degli ultimi della Bibbia ebraica.  “Se anche tutte le feste dovessero essere cancellate dal nostro ricordo,  la festa di purim sarà sempre ricordata”. Questo dice la tradizione. Perché è data questa importanza a un libro ambientato nella Persia di Serse I, tra ebrei assimilati, dove la fede è in secondo piano rispetto al colorito racconto di intrighi di palazzo? Perché l’eroina, Ester, rischia non solo il proprio prestigio, ma la propria vita per difendere il suo popolo nel momento in cui viene ingiustamente perseguitato. E perché è un libro che mostra una strada di coraggio e di speranza là dove tutto sembra perduto. A svelarci  segreti del libro di Ester ravBenedetto Carucci Viterbi.

    Ascolta o scarica


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Il ricordo di Chiara Lubich


«Eravamo alla fine degli anni Sessanta: i giovani esprimevano nuove mode, stili di vita, il desiderio di cambiare tutto e subito. Anche Chiara ci parlò di rivoluzione, ma quella dell’amore. E convinse me, come tanti altri giovani». Uno dei primi gen, Diego Goller, trentino come lei, racconta così il fascino spirituale esercitato via via da Chiara Lubich sulle giovani generazioni, alle quali volle consegnare il suo sogno di unità. Quest’impatto sempre personale, tradotto poi nella fraternità, è il filo conduttore degli incontri che in tutto il mondo accompagnano la giornata di oggi, quarto anniversario della morte della fondatrice del Movimento dei Focolari. 
«Più che celebrare, vogliamo lasciarsi coinvolgere dalla grazia del suo carisma» è il tam tam focolarino che riecheggerà oggi nelle Messe in tante diocesi del mondo...

   Il sogno giovane di Chiara Lubich

Quest'anno le celebrazioni sono dedicate in modo particolare all’impatto del suo carisma sulle nuove generazioni. E non solo. Molti gli appuntamenti in tutto il mondo durante il mese di marzo. 

   Grazie Chiara, da tutto il mondo

A quattro anni dalla morte della fondatrice del Movimento dei focolari
Il carisma di comunione e di unità caratteristico di Chiara Lubich, visto dal Brasile in occasione del quarto anniversario della sua morte avvenuta il 14 marzo 2008.

   Sviluppo sociale e unità nel Brasile di Chiara Lubich


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‎"Hans Küng, l'occasione persa della chiesa" di Enzo Bianchi - "Essere cristiani" di Hans Küng


C’è da rallegrarsi a ritrovare nelle librerie un’opera come Essere cristiani di Hans Küng, a quasi quarant’anni dalla prima pubblicazione: “un’introduzione all'essere cristiani ... una piccola ‘summa’ della fede cristiana” secondo le parole stesse dell’autore, volta a presentare “non un Vangelo diverso, ma lo stesso Vangelo di sempre, riscoperto per il nostro tempo”. Un’analisi densa e articolata del cristianesimo a partire dal Gesù storico e dal suo annuncio della “buona notizia”, una ricerca condotta con competenza e grande sensibilità ecumenica da un allora giovane teologo cattolico che aveva partecipato al concilio Vaticano II come esperto.
Küng era e rimane un appassionato di Cristo, un credente convinto che il Vangelo possa parlare al cuore e alla mente di uomini e donne di ogni tempo e di ogni cultura, un pensatore che non teme di affrontare le sfide del dialogo con la ragione e con le altre religioni. E l’impatto profondo che questa sua opera ha avuto presso tanti cristiani e anche presso chi era estraneo alla chiesa o si era ritirato ai margini di essa ne sono una prova inequivocabile. 

   Hans Küng, l'occasione persa della chiesa di Enzo Bianchi

   La scheda del libro "Essere cristiani" di Hans Küng


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Il ricordo di Giulio Girardi


... A lui interessava la verità, nel cristianesimo, nel marxismo, nella storia; era la verità che lo metteva in relazione, in dialogo con gli altri. Ma può la verità meritare che si paghi per essa un prezzo così alto, di sofferenze morali e fisiche? No, se la verità è l’oggetto inerte di una speculazione intellettuale. Ma se la verità è la vita, se è cercata per amore del mondo e del prossimo, se è uno dei fondamenti della pace, se è coetanea della libertà, se consiste nel proclamare la dignità e l’eguaglianza per natura degli uomini e dei popoli, come è scritto nel magistero del Concilio e dei Papi conciliari, allora vale la pena che per essa si perda la vita...

   Girardi e l’età del dialogo di Raniero La Valle

È con gratitudine, affetto, nostalgia, ammirazione che è risuonato un po’ ovunque nel mondo il saluto finale: “Hasta la victoria siempre, Giulio!”. Sono davvero tanti, infatti, i messaggi giunti per la scomparsa di Giulio Girardi, il 26 febbraio scorso (diversi dei quali già riportati su Adista notizie del 10 marzo 2012), a dimostrazione di quanto sia profondo il segno da lui lasciato nella teologia e nella prassi liberatrici...
Di seguito pubblichiamo, in una nostra traduzione dal portoghese, il ricordo di Giulio Girardi che ci ha inviato Marcelo Barros: GRAZIE, GIULIO

   Ricordando Giulio Girardi, «vero internazionalista», «coscienza critica del cattolicesimo»

Tra le numerosissime testimonianze presentate dopo la liturgia della parola ha avuto una particolare risonanza quella inviata dal Guatemala, dove si trova attualmente, da Gérard Lutte, che fu anch'egli docente di psicologia all'Università salesiana e nel 1969 lasciò la congregazione per andare a vivere tra i baraccati. La sua dichiarazione di aver avuto «il privilegio di una storia di amicizia con Giulio, durata 55 anni» è risultata molto commovente, così come il richiamo che Giulio «era un uomo libero e non si identificava con nessuna istituzione. Non gli importava se la comunità era cristiana o di altra religione, cattolica o evangelica, credente in Dio o atea. Lui non dava importanza ai dogmi e alle mitologie, ma solo al comportamento delle persone, se erano dalla parte dei poveri o contro di loro».

   Giulio Girardi, teologo degli ultimi di Eugenio Fizzotti (pdf)

Giulio Girardi è stato filosofo, teologo, teorico tra i fondatori di Teologia della Liberazione e ci ha lasciato a 86 anni appena compiuti. Promotore del movimento Cristiani per il Socialismo, ex sacerdote salesiano, perito del Concilio Vaticano II in qualità di esperto del marxismo e delle problematiche dell'ateismo contemporaneo, viene successivamente espulso dall'Università' Salesiana di Roma, da altri atenei cattolici, dalla congregazione salesiana e, successivamente, sospeso a divinis, tutto per "divergenze ideologiche".
Il suo è stato un pensiero lucido e onesto, la sua vita è stata caratterizzata dall'amore e dalla dedizione per gli esclusi, gli oppressi e per tutte le minoranze. Bucanero ha dedicato l’intera puntata (4 marzo 2012) a questo uomo che ha attraversato il XX secolo senza mai rinunciare all'utopia liberatrice. Il racconto di coloro che lo hanno conosciuto a livello personale e umano. 
Ai microfoni Gianni Minà, Alex Zanotelli, Giovanni Franzoni, il teologo della liberazione brasiliano Marcelo Barros, Vittorio Bellavite di Noi chiesa, Bruno Bellerate,Raniero La Valle.

   Scarica il file audio

Una preghiera per Giulio Girardi, educatore alla fatica del pensare e del credere nelle contraddizioni della società e della politica contemporanea. 

   Una preghiera per Giulio Girardi


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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni





POLITICA


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Corruzione ed evasione, due facce della stessa medaglia



Allarmi e casi di cronaca, l’ultimo in Lombardia, si susseguono sul problema della sempre più dilagante corruzione nella politica e nel settore pubblico, ma le iniziative legislative continuano a latitare. Eppure evasione fiscale nel settore privato e corruzione nel settore pubblico sono due facce della stessa medaglia: entrambi sono comportamenti che impoveriscono la collettività, piegando la ragione comune all'interesse individuale.
Anzi, se proprio si dovesse fare una invero sciocca classifica di chi è più parassita tra l’evasore e il corrotto (sciocca perché parassiti lo sono entrambi e tanto basta), non vi è dubbio alcuno che il corrotto lo è più dell’evasore, posto che quest’ultimo si prende quanto meno la briga di creare la ricchezza su cui omette poi di adempiere il proprio obbligo contributivo.
Perché, allora, la politica, le alte cariche istituzionali del Paese e i super-tecnici con super-stipendi che presidiano pubbliche amministrazioni, agenzie e authority varie sostengono a spada tratta qualsiasi misura draconiana contro l’evasione fiscale, ma al tempo stesso condividono la necessità di procedere con i piedi di piombo sul fronte della corruzione?

   Corruzione ed evasione, due facce della stessa medaglia


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Nei giorni della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro tra governo e parti sociali, Ballarò ospita il ministro del lavoro della Germania Ursula von der Leyen. Nella puntata di martedì 13 marzo, alle 21.05 su Raitre ci sarà anche un’intervista allo sfidante di Sarkozy Francois Hollande e gli inviati del programma saranno in Francia, per scoprire quali temi scaldano la campagna elettorale d’oltralpe. E poi in Italia per parlare dell’IMU in arrivo. Tra gli altri ospiti di Giovanni Floris Paolo Romani del PdL, il sindaco di Verona Flavio Tosi, il presidente dell’Istituto Bruno Trentin Guglielmo Epifani, Camilla Fabbri della CNA, il presidente dell’associazione “Comunità nuova” don Gino Rigoldi, il responsabile per l’Italia della banca d’investimento Citigroup Leonardo Arduini, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli. 

In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)

  BALLARO': Puntata del 13 marzo (video puntata integrale)

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 Sono mutati non solo gli stili di governo ma lo sguardo sulla crisi: non più occultata ai cittadini ma limpidamente spiegata, coi vincoli che essa impone.
Troppo presto si è parlato tuttavia di fine della seconda Repubblica, di nuovo inizio. La legge ferrea dell'oligarchia permane, e in alcuni momenti sembra perfino consolidarsi. Lo si nota soprattutto in due campi d'azione: la costruzione dell'Europa, e la cultura della legalità ovvero la lotta alla corruzione.

  Barbara Spinelli: La legge ferrea dell'oligarchia

Questo testo di Giorgio Napolitano è un estratto dall'intervento pronunciato dal Presidente della Repubblica in occasione del conferimento della Laurea Honoris Causa all'Università di Bologna.

  Giorgio Napolitano: Monti, la politica e l'interesse comune

"La legge sulla corruzione è fondamentale, si è atteso fin troppo: questo governo deve farla". Dal palco della manifestazione di Libertà e giustizia, Roberto Saviano rinnova il suo appello.

  Roberto Saviano: "Subito la legge anticorruzione" (video)

La deriva etica che sporca l'immagine della classe politica nella più ricca regione d'Italia non si può liquidare come una sommatoria di casi personali. Quello che accade in Lombardia in questi giorni segnala un allarme ben più grave: la corruzione è tornata ad essere sistema. Nove consiglieri sotto inchiesta e una catena di appalti sui quali spartirsi il bottino infangano il ruolo di chi è stato eletto con un preciso dovere: dedicarsi al bene comune a vantaggio dei cittadini.

  Giangiacomo Schiavi: La deriva etica della classe politica e l'esame di coscienza che non c'è

Una raffica di casi che coinvolgono la politica ai massimi livelli locali. E il caso Lusi-Rutelli. Quasi l'inizio di una nuova Tangentopoli. E la difficile mediazione del governo per varare la legge sulla quale il Pdl ancora alza la posta

  REPUBBLICA: Milano, Bari, Bologna, Firenze. La corruzione emergenza nazionale

Non ci sono stati accordi espliciti, al momento della formazione del governo Monti, sui problemi che dovevano essere esclusi dal suo raggio d’azione. I partiti che lo sostengono avevano riconosciuto che il compito prioritario del governo era ed è quello di rimediare alla disastrosa situazione in cui eravamo precipitati, sia di natura economica, sia di credito internazionale. Ma da ciò consegue che, sulle misure più idonee a raggiungere quell’obiettivo, la discrezionalità del governo dev’essere molto ampia.

  Michele Salvati: Legalità e crescita le scelte urgenti

Dal punto di vista di Mario Monti, la promessa di un accordo sul mercato del lavoro ha costituito il miglior viatico al vertice di ieri sera. Ci sarà poi tempo per verificare quanto valga nel merito l'intesa con i sindacati, una volta definita, e quali saranno i suoi costi e la sua portata.
Ma sotto il profilo politico la sola impressione che la trattativa stia per concludersi si traduce in un fattore di stabilità. Per essere precisi, maggiore stabilità sul piano interno e un messaggio positivo rivolto agli investitori esteri.

  Stefano Folli: La strategia dei piccoli passi


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 BENEDETTO XVI
 





      Angelus - 11 marzo 2012

     Udienza -  14 marzo 2012

 

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Benedetto XVI Angelus, 11 marzo 2012



BENEDETTO XVI ANGELUS Piazza San Pietro Domenica, 11 marzo 2012

Cari fratelli e sorelle!
Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima riferisce – nella redazione di san Giovanni – il celebre episodio di Gesù che scaccia dal tempio di Gerusalemme i venditori di animali e i cambiamonete (cfr Gv 2,13-25). Il fatto, riportato da tutti gli Evangelisti, avvenne in prossimità della festa di Pasqua e destò grande impressione sia nella folla, sia nei discepoli. Come dobbiamo interpretare questo gesto di Gesù? Anzitutto va notato che esso non provocò alcuna repressione dei tutori dell’ordine pubblico, perché fu visto come una tipica azione profetica: i profeti infatti, a nome di Dio, denunciavano spesso abusi, e lo facevano a volte con gesti simbolici. Il problema, semmai, era la loro autorità. Ecco perché i Giudei chiesero a Gesù: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?” (Gv 2,18), dimostraci che agisci veramente a nome di Dio.
La cacciata dei venditori dal tempio è stata anche interpretata in senso politico-rivoluzionario, collocando Gesù nella linea del movimento degli zeloti. Questi erano, appunto, “zelanti” per la legge di Dio e pronti ad usare la violenza per farla rispettare. Ai tempi di Gesù attendevano un Messia che liberasse Israele dal dominio dei Romani. Ma Gesù deluse questa attesa, tanto che alcuni discepoli lo abbandonarono e Giuda Iscariota addirittura lo tradì. In realtà, è impossibile interpretare Gesù come violento: la violenza è contraria al Regno di Dio, è uno strumento dell’anticristo. La violenza non serve mai all’umanità, ma la disumanizza.

   il testo integrale dell'Angelus

   video


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OPINIONI E COMMENTI


A colloquio con il sostituto della Segreteria di Stato arcivescovo Angelo Becciu
L’immagine della Curia romana troppe volte trasmessa nell’opinione pubblica non corrisponde alla realtà, che certo è nettamente migliore, offuscata tuttavia dalla grave slealtà di alcuni. E proprio la slealtà è alla base delle fughe di documenti che hanno avuto risonanza mediatica soprattutto in Italia.

  Giovanni Maria Vian:  Bisogna guardare avanti

Visita in Messico e a Cuba alla vigilia degli 85 anni: in occasione del suo compleanno, i lettori potranno inviare messaggi di affetto con la nostra iniziativa "Fai gli auguri al Papa".

  FAMIIGLIA CRISTIANA:  Benedetto XVI, la gioia della fede




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  2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:

      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm