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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
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NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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Pagina in continuo aggiornamento
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Un
“viaggio della speranza” che si è trasformato in un buco nero. Da un
anno non si sa più nulla degli oltre 800 i ragazzi tunisini che, per il
loro primo assaggio di libertà dopo la fine del regime di Ben Alì,
hanno deciso nel marzo 2011 di imbarcarsi dal loro Paese verso
l’Italia. “Che ne è stato di loro? Perché non hanno più dato
notizie di sé? Sono vivi o sono morti?” Il grido di dolore partito ben
presto dalle loro madri e dai loro padri ha fatto molto rumore in
Tunisia, mentre qui in Italia è passato un po’ in sordina. In ogni
caso, finora nulla si è mosso. Così, stanchi di aspettare inutilmente
una risposta istituzionale, all'inizio di febbraio una
delegazione di questi genitori tunisini è venuta in Italia per provare
a cercare i loro ragazzi di persona. Perché almeno di una
cosa sono sicuri: le barche con i loro figli, in Italia ci sono
arrivate.
Desaparecidos del Mediterraneo. Le madri: “Dove sono i nostri figli?”
"Immagini,
tu?" chiede il testo di un appello delle famiglie dei migranti tunisini
partiti subito dopo la rivoluzione verso l'Europa e che non hanno dato
notizia del loro arrivo, "tuo fratello o tuo figlio parte e non dà più
notizie di sé dopo la sua partenza. Non è arrivato? Non lo sai (...)
potrebbe essere in una cella di isolamento, potrebbe essere stato
arrestato come passeur, potrebbe essersi rivoltato nel centro di
detenzione, potrebbe...
Da una sponda all'altra: vite che contano (video)
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Scioperi
della fame, autolesionismo, incendi, evasioni e vere e proprie rivolte.
Il 2011 sarà ricordato come l'anno più caldo nei centri di
identificazione ed espulsione (CIE) italiani. I giovani ribelli sono i
ragazzi tunisini sbarcati a Lampedusa e finiti a migliaia nei Cie, dopo
l'accordo tra Roma e Tunisi del 5 aprile 2011. All'impossibilità di
vedere riconosciuto per le vie legali il proprio diritto a viaggiare,
hanno deciso di riconquistarselo con l'unica cosa che gli è rimasta a
disposizione: i propri corpi. Gli stessi corpi che hanno esposto alle
pallottole della polizia del regime di Ben Ali durante la rivoluzione
di gennaio in Tunisia. I corpi con cui hanno attraversato il mare, e
con i quali adesso tentano di scavalcare le gabbie dove sono stati
rinchiusi, al rischio di finire in ospedale con le ossa rotte dalle
manganellate, oppure in prigione con l'accusa di aggressione a pubblico
ufficiale.
L'analogia
con le rivolte popolari d'oltremare non è affatto forzata. Chi ha avuto
modo di conoscere di persona i giovani tunisini sbarcati in Italia
l'anno scorso avrà visto che, a parte un'esigua minoranza di ex
detenuti fuggiti dalle carceri tunisine, perlopiù si trattava di
ragazzi che avevano partecipato alle manifestazioni di protesta.
La primavera araba dei CIE: 580 evasioni nel 2011
Vedi anche i nostri precedenti post:
- Le loro prigioni: inchiesta sui Cie, le "discariche" dell'immigrazione - POPOLI, Novembre 2011
- Desaparecidos del Mediterraneo. Le madri: “Dove sono i nostri figli?” - Da una sponda all'altra: vite che contano
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Nadia
ha 19 anni. Il padre non le ha rinnovato il permesso di soggiorno. La
ragazza è stata rinchiusa per due mesi nel Cie romano di Ponte Galeria.
Ha rischiato di finire in un paese dove non conosce nessuno. Sono
ancora dentro a Modena Andrea e Sebat, due ragazzi figli di bosniaci
che nessun ufficio ha mai registrato. Dovrebbero essere riportati in un
paese che non c’è. In estate è stato espulso Karim, tunisino, dall’89
in Italia e pure lui senza contratto di lavoro. Paradossi della legge
italiana sull'immigrazione.
Nadia e gli altri, nati in Italia e portati nei Cie a 18 anni
Visita il sito L'Italia sono anch'io
Guarda anche i nostri post precedenti:
- Cittadinanza ai figli di immigrati?
- La primavera araba dei CIE: 580 evasioni nel 2011
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Per il nostro Paese le forme
contemporanee di razzismo sono problemi di attualità. Le considerazioni
del Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della
discriminazione razziale.
Carola Corazzone: Cie e respingimenti, la brutta Italia
L'analisi
dell'European Migration Network. Indipendentemente dai provvedimenti
del governo per il contenimento dei flussi, resta aperto il problema
dei permessi d'ingresso a breve termine, che non vengono quasi mai
rispettati. Nel 2010, 1.543.408 visti d'entrata, ma di transito; quelli
validi per soggiorni superiori ai 3 mesi solo 218.318
Vladimiro Polchi: Immigrati, un esercito di irregolari Ma meno numeroso di 10 anni fa
Da sabato 10 marzo è in vigore
un nuovo sistema per il rilascio del permesso di soggiorno per
stranieri e per un’eventuale procedura di espulsione: come per la patente ogni migrante residente in Italia accumulerà o perderà crediti (o
punti) a seconda dell’adempimento di alcuni requisiti. Fin
dall’annuncio che il governo Berlusconi si sarebbe mosso in questa
direzione, si parla di permesso di soggiorno a punti almeno dal
febbraio 2010, il mondo del volontariato e dell’associazionismo si era detto allarmato, in quanto, secondo l’impostazione leghista allora in auge, allo straniero venivano assegnati nuovi pesi e ulteriori scadenze.
Purtroppo neppure il cambio di quadro politico è servito a cambiare rotta.
Piergiorgio Cattani: Permesso a punti: gli stranieri obbligati ad essere migliori degli italiani
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Sempre più donne migrano da sole alla
ricerca di una vita migliore, ma secondo la Caritas Internationalis non
esistono strumenti per evitare che vengano sfruttate e maltrattate. In
un rapporto pubblicato nei giorni scorsi dal titolo: The female face of
migration: advocacy and best pratctice for women who migrate and the
families they leave behind, Caritas sostiene che i Governi e i servizi
sociali dovrebbero rispondere alle esigenze e ai bisogni delle donne
migranti.
OSSERVATORE ROMANO: Contro lo sfruttamento delle migranti
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Sono
tantissimi nel mondo i “bimbi soldato” arruolati dalle milizie dei
signori della guerra, oppure da forze armate para-militari in tutti i
fronti nel mondo. Oggi per la prima volta l’arruolamento di minori
viene giudicato un crimine di guerra da un organismo internazionale.
A farne le spese Thomas Lubanga, leader di una milizia armata della
Repubblica democratica del Congo, colpevole di crimini di guerra, per
aver arruolato bambini soldato. Ad emettere la sentenza, la prima
della sua storia, è la Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi):
«Siamo giunti all’unanimità alla conclusione, – ha dichiarato il
giudice britannico Adrian Fulford – che l’accusa ha dimostrato oltre
ogni ragionevole dubbio che Thomas Lubanga è colpevole dei crimini di
coscrizione e arruolamento di bambini di meno di quindici anni e li ha
fatti partecipare a un conflitto armato».
LA STAMPA: Bambini soldato, condannato il signore della guerra Lubanga
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
...
C’è un altro bollettino di guerra, oltre a quello già “tristemente
noto” dei morti sul lavoro, che ultimamente sta interessando l’opinione
pubblica: mi riferisco ai suicidi a causa del lavoro. Vien male anche a scriverlo, spiegarlo è quasi impossibile.
I suicidi di chi non vede futuro
Sempre più italiani
si dichiarano preoccupati per il rischio di perdere il lavoro. E quasi
9 persone su 10 pensano che i giovani occuperanno una posizione sociale
peggiore dei genitori. La crisi del lavoro costringe ad abituarsi
all'incertezza. Ipotecando il futuro
La Repubblica fondata sull'insicurezza di Ilvo DiamantiNon ci sono soluzioni e ricette a portate di mano, ma due vie sono abbastanza chiare.
Una strada conduce all'estremizzazione dell’egoismo e dell’ingiustizia:
ognuno per sé, per cui chi ha garanzie e privilegi, anche solo una
fetta, se li tiene stretti e li difende contro tutto e tutti. Ci si
rinserra nel proprio clan, nel proprio territorio, nella propria
categoria sociale, come in una cittadella assediata. In mancanza
d’altro, ci si rinserra nella propria identità, individuando dei nemici
da odiare e combattere, come nei razzismi di vecchio e nuovo segno. In
una tale giungla all'insegna dell’homo homini lupus, secondo un
darwinismo spietato, chi ha finisce con l’avere ancora di più e a tutti
gli altri non resta che scannarsi in una guerra tra poveri.
C’è
però anche un’altra strada. È quella solidale e fraterna di coloro che
pensano che dalla crisi si esca insieme e che trova il suo paradigma
nella prossimità evangelica, con il suo carattere eversivo, paradossale
e universale.
"Due strade per uscire dalla crisi" di Christian Albini
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Crisi e gioco d’azzardo - nuove regole per contrastare la ludopatia
Lo
si può considerare un termometro della crisi. In tempi di ristrettezze
economiche, la propensione al consumo degli italiani diminuisce (il
calo è dello 0,1% nel terzo trimestre 2011, stando agli ultimi dati
Istat) e aumenta invece il fatturato delle aziende attive nel settore
del gaming. Vale a dire, delle lotterie e dei giochi d’azzardo
tradizionali e online.
C'è crisi: crescono lotterie e gioco d'azzardo
L’Organizzazione
mondiale della sanità da decenni li definisce «ludopatici», ovvero
affetti da gioco-dipendenza. Ma in Italia si parla ancora di vizio.
Eppure i maniaci della slot machine, dei videopoker, dei gratta e vinci
a raffica raccontano di una patologia ossessiva che di "giocoso" ha ben
poco. Ora il loro grido dal fondo del tunnel, raccolto finora solo dal
volontariato, trova un’eco nelle istituzioni.
Gioco d’azzardo, arrivano tanti sì a nuove regole
La
dipendenza dal gioco d’azzardo non va più presa sottogamba. E’ ora di
considerare finalmente la ludopatia per quello che è: una malattia. A
sostenerlo è il ministro della Salute Balduzzi, che ha intenzione di
inserire la cura di questa patologia nei Lea, i livelli essenziali di
assistenza. “Cambierà tutto”, assicura il Ministro, “ci saranno
prevenzione e assistenza, verranno rafforzati i servizi nelle Asl;
insomma una svolta concreta”. A dover cambiare saranno anche le
pubblicità: “Non vogliamo più vedere uno spot dove si dice che chi non
gioca è un bacchettone. Proibire non è la soluzione, ma nemmeno
spingere al gioco in questo modo”.
Guarire dal gioco d’azzardo: una malattia che colpisce un milione di italiani
Bisogna
cominciare a chiamare il problema con il suo nome: l’azzardo è una
malattia, non un gioco. «E come tutte le malattie è democratica. Non fa
differenze di sesso, condizione, credo e posizione sociale. Ai nostri
incontri – spiega Gabriele, portavoce dell’associazione “Giocatori
Anonimi” – si presentano idraulici e chirurghi, benzinai e calciatori,
uomini e donne, cattolici e musulmani».
«Noi malati di gioco, mai guariti definitivamente»
La
proposta del ministro per la Cooperazione internazionale Andrea
Riccardi: chi gioca per rifarsi dalle perdite entra in un circuito da
cui non è facile uscire.
Di gioco si muore, limitiamo gli spot
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Il futuro fa paura.
L'insicurezza economica è la più grave delle minacce: colpisce sette
italiani su dieci. Spaventano disoccupazione, crisi dei mercati e
inflazione. Anche la criminalità torna a preoccupare. E ancora: otto
italiani su dieci vedono ormai la società spaccata in due, tra chi ha
poco e chi ha molto. L'85% pensa che i figli staranno peggio dei padri.
E la tv?
Vladimiro Polchi: "Crisi, disoccupazione, criminalità per 3 italiani su 4 il futuro è nero"
Il quadro è davvero fosco.
Tutti gli indicatori, documentati ieri nell'ultimo rapporto Almalaurea
che esamina la posizione occupazionale di oltre 400 mila laureati
italiani di 57 Atenei, stanno lì a dimostrare come la situazione
lavorativa sia peggiorata.
Con la sola eccezione dei laureati specialistici a ciclo unico, a un
anno dall'acquisizione del titolo diminuisce, tra i laureati occupati,
il lavoro stabile. Contemporaneamente si dilata la consistenza delle
forme contrattuali atipiche e del lavoro nero.
Antonio Golini: Quanti laureati senza lavoro
Trovare lavoro dopo la laurea? A
Torino si può. Almeno, si può fare più facilmente che in gran parte del
resto d’Italia. Politecnico e Università sono ben al di sopra della
media italiana per il tasso di occupati ad un anno dalla laurea
specialistica. Tra gli studenti che finiscono il loro percorso di studi
nelle facoltà d’Ingegneria e Architettura, trovano lavoro entro dodici
mesi più di sette ragazzi su dieci (il 74 per cento); minore la quota
all’Università, dove trova impiego il 58 per cento dei laureati
specialistici, contro una media nazionale del 56.
Andrea Ciattaglia: Torino modello italiano Chi si laurea trova lavoro
La
crisi non è di natura congiunturale: basta attendere che passi e tutto
si riaggiusterà, anche sul versante del lavoro. Non è così. I mutamenti
negli assetti produttivi a livello internazionale dureranno ancora a
lungo, prima di trovare un nuovo equilibrio. E, nel frattempo, i
sistemi produttivi, e con essi il lavoro, devono trovare nuove modalità
organizzative e di relazioni industriali, nuove regolazioni del mercato
del lavoro e sistemi di tutele, nuovi profili professionali e di
formazione. Sarà banale sottolinearlo, ma la sensazione è che tale
consapevolezza non sempre sia così diffusa.
Daniele Marini: Tre strade per creare occupazione
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La
città è più abitabile e accogliente se l’amministrazione comunale dà
spazio alle iniziative “dal basso”, quelle realizzate dai corpi
intermedi, il volontariato e il non profit. A dirlo sono gli stessi
cittadini, quelli del campione intervistato per l’edizione 2012 del
Rapporto sulla Sussidiarietà, prodotto dalla Fondazione omonima in
collaborazione con il Politecnico di Milano.
AVVENIRE: Non profit? Città migliori
In un articolo di pochi giorni
fa avevamo cercato di decifrare le scelte governative
nell’ambito di quello che in generale chiamiamo mondo del volontariato.
Ne emergeva un problema di fondo, di impostazione generale, di una
visione economica caratterizzata da un liberismo
tradizionale che non concepisce realtà intermedie tra lo Stato e
il mercato, privilegiando ovviamente quest’ultimo. Se questo modello è
utile per riportare la calma nel mare burrascoso della finanza
internazionale, rischia di non essere capace di affrontare le sfide del
futuro.È un modello vecchio, superato in partenza.
Piergiorgio Cattani: Zamagni: il governo ignora la società civile
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Giovani e adolescenti
cresciuti con la presenza costante di Internet sono capaci di dedicare
la propria attenzione a molte cose contemporaneamente. La rete è per
loro una protesi cognitiva e la consuetudine al suo utilizzo fa in modo
che imparino ad affrontare il mondo e i suoi problemi in maniera
diversa dai genitori e dagli adulti.
Arturo Di Corinto: Iperconnessi ma anche fragili Chi vince nel nuovo mondo?
(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
A dodici mesi dal disastro
nucleare di Fukushima, conseguente al terremoto del Giappone, molte
domande attendono risposta. Centomila persone ancora senza adeguato
sostegno.
11 marzo 2011, Fukushima l'anno dopo
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Messaggio dell’arcivescovo Leo Jun Ikenaga
«L’immane tragedia ci ha fatto
riscoprire il valore dell’amore reciproco e ci ha spinto a dare un
aiuto solidale». Questo, in estrema sintesi, il contenuto del messaggio
che monsignor Leo Jun Ikenaga, arcivescovo di Osaka e presidente della
Conferenza episcopale nipponica, ha inviato ai fedeli giapponesi in
occasione del primo anniversario del terremoto e maremoto che, l’11
marzo del 2011, colpirono le regioni Nord-Occidentali del Paese.
OSSERVATORE ROMANO: A un anno dal terremoto in Giappone la solidarietà dei cattolici è più forte
Secondo
l'organizzazione per i diritti umani l'ampiezza delle violenze ha
raggiunto livelli che non si vedevano da anni. "Volevo morire" racconta
31 metodi di sevizie subite dai siriani durante le repressioni di massa
contro il governo del presidente Bashar al-Assad
Alesia Perreca: Amnesty: aumentano le torture e i maltrattamenti ai detenuti
Ottomila morti: a tanto
assomma, secondo stime delle agenzie dell’Onu, ufficiali e
inverificabili, il numero delle vittime della repressione del regime di
Bashar al-Assad. Quattro volte tanto quello che determinò l’intervento
militare in Libia, ma probabilmente il numero delle vittime di quella
che è ormai una vera guerra civile è molto più alto.
Vittorio E. Parsi: Siria: sangue, paure e quell’inutile «pistola»
Un nuovo rapporto diffuso oggi
da Amnesty International denuncia l'incubo delle torture sistematiche
vissuto dalle persone vittime degli arresti di massa nel corso della
rivolta siriana. L'ampiezza delle torture e dei maltrattamenti ha
raggiunto, secondo l'organizzazione per i diritti umani, un livello che
non si vedeva da anni e che ricorda il periodo nero degli anni Settanta
e Ottanta.
AMNESTY INTERNATIONAL: Siria: torture e maltrattamenti in detenzione, fenomeno sistematico e massiccio
A un anno dall’inizio della
sollevazione popolare in Siria, il regime di Bashar al-Assad rimane in
carica. La sollevazione e’ stata contrastata con estrema violenza dal
regime, che non e’ rimasto scosso dalla pressione economica e
diplomatica. Le leggi internazionali sono state sistematicamente e
brutalmente violate. Non c’e’ una soluzione semplice per arrestare le
violazioni delle leggi internazionali e proteggere i civili.
PAX CHRISTI INTERNATIONAL: Un anno di sollevazione popolare in Siria
... La durissima consolidazione
imposta su Atene, sebbene necessaria, si sta rivelando un micidiale
boomerang. Come l’abbattimento dei salari, l’inasprimento dell’aliquote
fiscale di fianco all’introduzione di nuovi e fantasiosi balzelli, i
tagli selvaggi al welfare, deprimono la domanda uccidendo le (poche)
speranze di risollevare un’economia allo sfascio. Allo stesso tempo,
una miriade di effetti collaterali come quelli sovradescritti
comportano nuove spese per servizi pubblici, come quello sanitario, già
in grande affanno...
Francesco Molica: Grecia, catastrofe sociale
La Fao lancia un appello per un
ulteriore finanziamento di almeno 69,8 milioni di dollari per fornire
assistenza a circa 790.000 famiglie contadine vittime della prolungata
siccità.
Gabriele Salari: Sahel, lotta contro il tempo
i sit-in per chiedere un
intervento a protezione dei civili in Sud Kordofan, Nilo Azzurro e in
Darfur. Le testimonianze raccolte dai profughi. Decine di migliaia di
nubiani sono riusciti a fuggire a piedi per rifugiarsi ad Yda.
REPUBBLICA: Sudan, cortei in tutto il mondo per fermare i bombardamenti
...«Sono atterrato poche ore fa
a New York - esordisce l’attore-regista - vengo dal Sudan dove le forze
del dittatore Omar Bashir massacrano i civili, ne sono stato testimone
diretto». Su due grandi schermi digitali scorrono le immagini girate
sulle Montagne Nuba nel Sud Kordofan. Si vede Clooney fra bambini
coperti di schegge, bombe inesplose lanciate dagli aerei di Khartum e
gruppi di civili con gli occhi terrorizzati rifugiati fra grandi massi
di pietra...
Maurizio Molinari: Clooney: in Sudan ho visto le bombe cadere sui bambini
Missionario comboniano e
giornalista, attivo in Kenya e nell’area dei Monti Nuba (Sudan), Renato
Kizito Sesana fornisce una lettura di come viene percepita e trattata
l’Africa nel Nord del mondo. Critica semplificazioni, catastrofismi e
interventismi (compreso quello propugnato dal video Kony 2012). Spiega
che l’Africa c’è, anche in economia. E indica un percorso che ciascuno
può intraprendere.
Renato Kizito Sesana: Costruire giustizia in un'Africa che cambia
Adham, di dodici anni, era
quasi arrivato a scuola e quando il drone lo ha colpito a morte teneva
lo zainetto nella mano destra e la mano del fratellino di sette anni
nella sinistra. Non si ferma il massacro di civili. Da ieri Israele ha
cominciato a bombardare le case.
Nandino Capovilla: Gaza: continua la carneficina. Chiammatela col suo nome
Quel
ramo del Lago di Como che volge a Mezzogiorno, quello di Lecco, conosce
da tempo la ‘ndrangheta. Dai primi anni ‘80, quando comandava Franco
Coco Trovato. Così tra intimidazioni, pizzo, estorsioni e corruzione,
“O calabrese”, è stato un vero e proprio imprenditore di ’ndrangheta.
Una volta arrestato, è arrivata la seconda generazione di ’ndrangheta a
Lecco, che ormai si veste bene ed entra nelle imprese,
specialmente del movimento terra.
Luca Rinaldi: La ‘ndrangheta di casa su quel ramo del lago di Como
Alla vigilia della Giornata
della Memoria in ricordo delle vittime di mafia organizzata da Libera e
Avviso Pubblico, la Commissione Europea presenta una direttiva per
allargare a livello europeo la confisca di beni criminali. Un passo
fondamentale e senza precedenti, ma c'è ancora molto da fare per
arrivare al riutilizzo sociale.
LIBERA: Confisca in Europa ora si può
A
Genova, a porte chiuse, l'incontro fra i familiari delle vittime, con i
racconti di una vita quotidiana spezzata dalla mafia. "Il 21 marzo per
l'impegno e per la memoria"
..."Qualcuno - continua don Ciotti - vorrebbe
spostare al 21 maggio la data della nostra giornata per l'impegno e la
memoria, perché la lotta alla mafia, secondo alcuni, comincerebbe in
quella data. Non è così. La lotta alla mafia comincia nel giorno in cui
la mafia ha spezzato le vite dei vostri cari. Sentite questa giornata
come un atto di grande amore".
Anna Maria De Luca: "Figli, padri, fratelli nostri" Don Ciotti: una giornata per loro
I
mafiosi "sono fuori dalla comunità della Chiesa" e quindi
"sostanzialmente scomunicati". Lo ha detto il leader di Libera, don
Luigi Ciotti, parlando a margine della cerimonia di intitolazione di
una piazza di Genova alle vittime della mafia, nell'ambito della
giornata della memoria organizzata a Genova da Libera. "I mafiosi sono
fuori dalla Chiesa - ha concluso don Ciotti - ma voglio aggiungere che
fuori dalla Chiesa sono anche i loro complici"
Don Ciotti: "I mafiosi sono fuori dalla Chiesa" (video)
Clamorose
dichiarazioni del collaboratore di giustizia messinese Gaetano Costa in
quello che viene denominato il processo “Borsellino bis”: «L’esplosivo
lo chiedemmo a Salvatore Buccarella». Dichiarazioni che squarciano il
velo sul presunto ruolo che avrebbe avuto la mafia salentina nella
strage in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque
agenti della sua scorta.
Antonio Nicola Pezzuto: L'ombra della Scu sulla strage di Via D'Amelio
La pace: incontro con l'altro
HOREB n. 60 - 3/2011
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Quando
si parla di pace, oggi, facilmente si fa riferimento ad alleanze
strategiche, equilibrio di forze e di armi; si ritiene quindi che la
pace sia frutto di alchimie politiche e del buon senso dei “grandi” di
questo mondo.
Nella
riflessione biblica, la pace è, prima di tutto, dono che procede da Dio
e non dagli uomini, essa è costitutiva della natura di Dio, infatti,
Pace è il suo nome, «Jhwh-Shalom» (Gdc 6,24).
Gesù
viene sulla terra per annunciare agli uomini che Dio è Signore di tutti
e quindi per portare a tutte le genti la nuova novella della pace (At
10,36). Egli non è solo colui che evangelizza la pace, ricorda Paolo,
ma anche colui che, mediante il sangue della sua croce, riconcilia
tutte le cose, facendo la pace (Col 1,20).
Con
la sua morte in croce, sottolinea ancora l’Apostolo, Gesù distrugge in
sé l’inimicizia, abbatte il muro di separazione che tiene lontani
giudei e pagani, e crea un uomo nuovo, per cui, conclude Paolo, “Gesù è
la nostra pace” (Ef 2,14).
Proprio
perché Gesù è la nostra pace, per chi accoglie il suo spirito e si
lascia coinvolgere nel suo vissuto, la pace non si pone come esigenza
etica o sociale, ma essa è intrinseca al dono globale, definitivo e
supremo fatto da Dio all'uomo per mezzo di Gesù Cristo,
allora la pace è costitutiva della vita del credente, in quanto vita
coinvolta nel dinamismo trinitario e animata dallo spirito del Padre e
del Figlio, che è Spirito di comunione e di pace.
Questo
l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e
formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma
e valorizzi il quotidiano. Editoriale
SommarioE' possibile richiedere copie-saggio gratuite: CONVENTO DEL CARMINE 98051 BARCELLONA P.G. (ME) E-mail: horeb.tracce@alice.it
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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA – 2012 CAMMINANDO NELLA VIA DI GESÙ
Lettura del Vangelo di Marco
Dal 25 Gennaio al 28 Marzo
presso la sala del convento dalle h. 20.00 alle h. 21.00
Calendario degli incontri
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Scuola di Formazione per la Vita Cristiana "SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale del Vicariato di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
Scuola di Formazione per la Vita Cristiana
"SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale
Vicariato di Barcellona P. G. (ME)
III ANNO
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La Bibbia in un frammento
"Gesù ordinò
ai Dodici:
non andate
tra i pagani
e non entrate
nelle città
dei Samaritani.
Rivolgetevi alle
pecore perdute
della casa
d'Israele."
(Matteo 10,5-6)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Le Frontiere dello Spirito" puntata dell'11 marzo 2012
Domenica
11 marzo 2012, "Le Frontiere dello Spirito", il programma di cultura e
attualità religiosa, curato e condotto dal Cardinale Gianfranco Ravasi,
insigne biblista, e dalla giornalista Maria Cecilia Sangiorgi.
Nella
prima parte della trasmissione, il cardinale Ravasi commenta con la
consueta competenza e autorevolezza la prima lettura (Es 20,1-17) e il
brano del salmo (18/19,8-11) proclamati nella celebrazione della
domenica.
Nella
seconda parte del programma "I volti e le storie", curata da Maria
Cecilia Sangiorgi, il servizio "Misericordia dall'India storie di
compassione".
"Quello
che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo fate a me ... e
quando un giorno moriremo e andremo alla casa di Dio di nuovo sentiremo
la stessa cosa... venite benedetti del Padre mio..." queste parole
pronunciate da Madre Teresa danno l'avvio alla puntata dedicata ancora
alla misericordia come movimento del cuore che porta verso i
sofferenti, gli umili.
Immagini
dalla Casa dei morenti, la prima opera di Madre Teresa nel cuore di
Calcutta, in cui si entra con tremore, quasi paura, ma si viene
sopraffatti da un'atmosfera di pietà amorosa, dall'operosità serena e
dalla presenza di tanti giovani di ogni parte del mondo...
il video della puntata intera sul sito Mediaset
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche (Sap. 8,7).
La sua compagnia non dà amarezza, né dolore la sua convivenza, ma contentezza e gioia (Sap 8,16).
Un corpo corruttibile appesantisce l'anima e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri. (Sap. 9,15)
Non abbandonò il giusto venduto, ma lo preservò dal peccato (Sap. 10,13).
Li guidò per una strada meravigliosa, divenne loro riparo di giorno e luce di stelle nella notte (Sap10,17).
La Sapienza aveva aperto la bocca dei muti e aveva sciolto la lingua degli infanti.(Sap 10,21)
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Una volta il tempio era il luogo di mercato, ora si fa del mercato il tempio" di Silvano Fausti
Nel
tempo le istituzioni, immancabilmente, diventano fine a se stesse,
oggetto del potere dei re e dei sacerdoti che ci campano su, tutti e
due, a spese del popolo. Queste istituzioni – rappresentate da chi
governa politicamente, il re, e da chi rappresenta il mondo dei valori,
i sommi sacerdoti, oggi diremmo la Chiesa – ci sono sempre state in
tutte le culture.
Nell’antico
Israele c’era, però, qualcosa di più, e di diverso. Da un lato, re e
sacerdoti che difendono le istituzioni: è il loro
mestiere. Dall'altro, c’è sempre il profeta, che è un
anti-istituzionalista e che richiama re e sacerdoti. Il profeta è il
grillo parlante alla loro coscienza. Se manca il profeta, sia il
sacerdote sia il re decadono perché nessuno dice la verità e ognuno fa
i propri interessi. Allora ci si calpesta a vicenda, tutto diventa un
mercato, un’oppressione. E quella che dovrebbe essere la casa di Dio,
un mondo giustamente governato con leggi oneste, diventa invece tutto
un luogo di avallo dell’ingiustizia e dell’oppressione.
Nel
brano che segue, Gesù si mette sulla linea dei profeti, di fatti non è
né re, né sacerdote, è profeta, annuncia la Parola: il suo potere è
quello della parola di verità.
"Una volta il tempio era il luogo di mercato, ora si fa del mercato il tempio" di Silvano Fausti
Il testo è la sintesi redazionale della lectio divina tenuta dall'autore nella Chiesa di San Fedele in Milano.
L’audio originale può essere ascoltato qui.
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Gli
scricchiolii che provengono dai sacri palazzi non possono non far
pensare al monito di Gesù: “Se una casa è divisa in se stessa,
quella casa non potrà restare in piedi” (Mc 3,25). Deve
essere veramente seria la situazione, se persino l’Osservatore
Romano, abbandonando il felpato linguaggio curiale, descrive
Ratzinger come un “pastore che non indietreggia davanti ai lupi”, e
parla di un “pontificato che passerà alla storia, dissolvendo come
fumo stereotipi duri a morire e contrastando comportamenti
irresponsabili e indegni”. Per l’Osservatore, l’azione del Papa “è
stata caratterizzata da un'opera d'innovazione e purificazione
perseguita con coraggio, tenacia e pazienza, nella consapevolezza
che nottetempo nel campo il nemico semina zizzania. Per questo il Papa
indica senza stancarsi la necessità del rinnovamento continuo…”. È
evidente l’allusione alle tensioni interne, “che bisogna saper
cogliere come occasione di purificazione della Chiesa”.
(L’Osservatore Romano, 15 febbraio 2012).
“Quale
dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato?” (At 7,52). La
risposta al grido di Stefano può essere la base di partenza per
quel processo di purificazione e rinnovamento necessario
alla Chiesa...
TRA LUPI E ZIZZANIA di Alberto Maggi (pdf)
Riceviamo
da Dino Biggio e con piacere pubblichiamo la lettera di presentazione
del nuovo libro di Arturo Paoli e Dino Biggio "Mi formavi nel
silenzio"
Carissima/o,
ti
segnalo l’uscita del libro Mi formavi nel silenzio, con cui ho voluto
raccogliere, in forma d’intervista, una serie di meditazioni di Arturo
Paoli registrate nell’arco di diversi anni.
Il
tema di fondo di queste meditazioni è la gioia: un tema caro a fratello
Arturo, sempre presente nella sua riflessione e nella sua vita.
Naturalmente, quella che lui chiama “gioia”, è qualcosa di ben diverso
dalla felicità o dall'allegria, condizioni passeggere: “Per
trovare la gioia – scrive fratello Arturo - bisogna essere sempre
disposti a lasciare che vengano distrutte la felicità e l’allegria, che
sono nostre produzioni. Deve essere chiaro che noi abbiamo diritto alla
gioia, in quanto esseri umani. Però, spesso, spinti dalla ricerca di
soddisfare questo diritto, creiamo la felicità, che è un’immagine della
gioia”.
La
gioia è una conquista, spesso faticosa: si raggiunge con grandi
sacrifici, attraverso diversi percorsi che corrispondono ad altrettante
tappe della nostra esperienza umana.
Lettera agli amici di Dino Biggio
Leggi anche:
- comunicato stampa di marzo delle Paoline
- scheda del libro "Mi formavi nel silenzio"
Questa
sera alle 21 nella Chiesa di San Filippo Neri a Torino Enzo Bianchi
commenta Il Cantico dei Cantici, con la regia di Francesco Lagi e le
letture di Silvia D’Amico e Leonardo Maddalena. L’appuntamento con il
priore del monastero di Bose, a cura del Circolo dei Lettori e degli
Amici di Torino Spiritualità, inaugura la rassegna di spettacoli
teatrali e incontri "Elogio a... La costruzione di un amore" (14-31
marzo), ideata dalla compagnia Tangram Teatro di Torino.
Anticipiamo alcuni brani dal commento di Enzo Bianchi.
Il Cantico, faccia terrena dell'amore di Enzo Bianchi.
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"Quel primato degli umili che rovesciò il mondo" di Pietro Citati
Il paradosso del Vangelo: la verità negata ai sapienti
In
quel tempo Gesù rispondendo disse: «Io
ti glorifico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate
ai piccoli. Sì, Padre, perché così piacque al tuo cospetto. Ogni cosa
mi è stata rivelata dal Padre mio. E nessuno conosce il Figlio se non
il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e colui al quale
il Figlio voglia rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete affaticati
e gravati, e io vi ristorerò. Prendete su voi il mio giogo, e imparate
da me, poiché io sono mite e umile di cuore. E troverete ristoro per le
vostre anime. Poiché il mio giogo è soave e il mio peso è
leggero». (Vangelo di Matteo 11,25-30; i primi versetti sono,
quasi nella stessa forma, nel Vangelo di Luca, 10, 21-22)
Il
frammento del Vangelo di Matteo, che vorrei commentare, comincia con
una nota solenne. «Io ti glorifico, Padre, Signore del cielo e della
terra»: vale a dire, io confesso il mio peccato, e insieme ti lodo, ti
ringrazio, ti esalto, invoco il tuo nome, professo la mia fede in te,
ti prometto solennemente come tu mi prometti.
Quel primato degli umili che rovesciò il mondo di Pietro Citati
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)"Chiesa in fibrillazione" di Vittorio Cristelli
Negli
ultimi tempi sono state rese pubbliche parecchie lettere scritte dalla
cosiddetta base ai vertici della Chiesa nelle quali si segnalano
resistenze, ritardi, e tematiche ridotte al silenzio.
Già
l'anno scorso ci siamo occupati della “Chiesa del disagio” che è emersa
a Firenze. Cattolici che rifiutano di essere definiti contestatori, ma
intendono additare pubblicamente problemi che covano sotto la cenere e
tormentano i fedeli, i quali vorrebbero prese di posizione chiare e
comunitarie sugli stessi. Non siamo i soli ad avvertire un disagio,
basti accennare al folto gruppo di parroci che in Austria sono usciti
allo scoperto chiedendo che siano messi sul tavolo, discussi e trovino
risposte chiare, ispirate al Vangelo, problemi come quello del celibato
dei preti, della comunione ai divorziati e risposati, del sacerdozio
anche alle donne, ecc.. Sono stati bollati come “disobbedienti”, ma lo
stesso card. Schönborn, arcivescovo di Vienna, ha dichiarato
pubblicamente che ogni voce deve essere ascoltata perché può dare un
contributo positivo. Ha peraltro anche distinto tra problematiche che
possono essere affrontate e risolte dentro la Chiesa locale e tematiche
che riguardano la Chiesa universale.
Per
restringere l'obiettivo sull'Italia, negli ultimi tempi sono state rese
pubbliche parecchie lettere scritte dalla cosiddetta base ai vertici
della Chiesa nelle quali si segnalano resistenze, ritardi, e tematiche
ridotte al silenzio...
Chiesa in fibrillazione di Vittorio Cristelli
Guarda anche il nostro precedente post:
- Lettera aperta alla Chiesa italiana
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Calo
delle vocazioni sacerdotali e religiose e conseguente aumento dell'età
media dei preti - Due studi in Italia (del sociologo Garelli) e negli
Stati Uniti (del CARA di Washington DC, Georgetown University)
Quali
sono le ragioni del calo delle vocazioni? Quali oggi i principali
ostacoli alla scelta di una vita sacerdotale o religiosa? Nell'ultima
ricerca del professor Garelli la gente non individua un fattore
prevalente, ma chiama in causa una serie di ragioni concomitanti.
La
maggioranza della popolazione si sente lontana dalla figura che nella
nostra società più rappresenta un ponte tra uomo e Dio, tra chiesa e
territorio. La caduta di popolarità del clero è un evidente indizio
della crisi di riconoscimento sociale che coinvolge il ruolo del prete
nella modernità avanzata, come emerge
anche dall'andamento delle vocazioni religiose negli ultimi
decenni. I dati dell'Annuarium Statisticum Ecclesiae fotografano infatti una forte curva discendente...
Per
ampie quote di popolazione il prete è più un operatore di servizi
religiosi che una figura di riferimento spirituale o morale. Di qui i
contatti essenziali o la scarsa propensione a instaurare con un
sacerdote o con un religioso/religiosa un rapporto di confronto e di
arricchimento sui temi personali e spirituali. Diverso
invece è ciò che accade per quote limitate di italiani, che frequentano
con maggior assiduità gli ambienti ecclesiali e hanno maggior
familiarità con gli operatori del sacro. È il caso, ad esempio, dei
cattolici «convinti e attivi», il 55,5% dei quali dichiara di aver
parlato nell'ultimo anno con un sacerdote dei propri problemi
personali. Del resto, l’84% di questo insieme di cattolici più
impegnati considera il clero come una categoria ecclesiale vicina alla
propria condizione di vita, segno questo di assonanza sui valori e di
condivisione di esperienze...
I molti perché del calo delle vocazioni
Aumenta
l’età media dei preti: lo sapevamo tutti, ma ogni volta che escono dei
dati, si corre a cercare una qualche notizia che mostri un’inversione
di tendenza, che non c’è.
...
In ideale continuità è uscito ieri negli Stati Uniti l’ultimo numero di
National Catholic Reporter, con la presentazione dell’ultimo studio
sulla condizione dei preti americani e alcune interviste in occasione
del 50° anniversario del Vaticano II... A
commento dei dati, in particolare riguardo alla loro percezione del
Concilio, di quello “spirito del Vaticano II” come viene comunemente
chiamato, prendono la parola alcuni preti americani ordinati in quegli
anni. Il comune sentire è una preoccupazione per quelle troppe porte e
finestre che il Concilio aveva spalancate, ma che successivamente sono
state accostate, socchiuse o sprangate. Nello specifico vengono citati
il ruolo della leadership della Chiesa, lo stallo nel dialogo
ecumenico, il tramonto della collegialità episcopale, il ruolo delle
donne di là da venire, l’attuazione della riforma liturgica e molto
ancora... Rispetto ai
loro “colleghi” più giovani ciò che emerge è la loro disponibilità ad
aprire ai laici affidando anche ruoli di responsabilità. “Siamo i preti
della Gaudium et spes”... Così diversi quei preti del Concilio
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Presso l'Università Pontificia Salesiana si
è tenuto uno stuzzicante seminario dal titolo: "Preti
sul lettino: agio e disagio del servizio pastorale del clero. Imparare
riconoscere e gestire i problemi psico-affettivi nella vita dei preti", promosso
dall'Istituto di Psicologia UPS. Gli interventi hanno offerto
spunti interessanti per riflettere sul tema della formazione permanente del
clero. Il seminario ha messo in luce l'importanza di riconoscere gli stati di
disagio e stress che subentrano nell'esercizio delle professioni di aiuto e che
sono inevitabilmente collegati ai vissuti delle persone, al fine di garantire
una sana prevenzione dei fenomeni disfunzionali. Riconoscere e gestire la
difficoltà è un modo per rimanere in contatto con se stessi e approdare a
condizioni personali di maggiore benessere, ma anche e soprattutto un atto di
responsabilità verso coloro che richiedono aiuto…
Ci sembra interessante riproporre l'intervista di M. Michela
Nicolais, per il Sir, a padre Giuseppe Crea, missionario
comboniano e psicoterapeuta, intervenuto al seminario.
Il “disagio” dei sacerdoti è
una realtà?
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Uomini e profeti
Fedi e Mondo
Afghanistan: da Kabul a Tor Marancia
con Alidad Shiri, Emanuele Giordana, Alberto Barbieri
Ricordo di Gherardo Gnoli
sabato 10 marzo 2012
Centinaia di giovani afgani transitano dall’Italia, in
fuga dal loro paese in guerra. Adolescenti, a volte bambini, a volte ora con le
loro famiglie, mandati in Occidente con i risparmi dei parenti e degli amici,
spesso vittime di contrabbandieri e di sfruttatori, talvolta con il desiderio
di emigrare in altri paesi, a volte con l’intenzione di restare. Aspirano allo
status di “rifugiati politici” in Italia, sperano di poter studiare e poi
trovare un lavoro. O forse, chissà, di tornare un giorno nel loro paese. Ma
accade anche che non ce la facciano
a sopravvivere, prima che le lentezze burocratiche siano sciolte, e che il
mondo si accorga di loro. L’associazione “Medu” – medici per i diritti umani –
è attiva per aiutarli, come ci racconta il coordinatore Alberto
Barbieri. Ma come ci racconta Alidad
Shiri – ricordate il ragazzino che fu nostro ospite qualche
anno fa, ancora incerto nella lingua, ma forte nelle sue intenzioni di
aiutare il popolo afgano – il nostro è un paese sovente distratto, che non si
accorge del disastro umanitario che si sta svolgendo in Afghanistan, come in
altri paesi devastati dalla guerra. Emanuele Giordana, conduttore di Radio 3 mondo e profondo conoscitore
del mondo afgano, ci racconta la sua esperienza di quel paese e le prospettive
aperte sul futuro.
In questa puntata in cui
guardiamo a Oriente ricordiamo anche Gherardo Gnoli, morto l’altro giorno a Roma,
uno dei nostri massimi orientalisti e studioso del mondo delle religioni. In
particolare ha compiuto studi fondamentali nel campo della religiosità iranica,
del mazdeismo e dello zoroastrismo. Con “Uomini e Profeti” ha realizzato un
ciclo, nel 2005 dal titolo "Mani. L'apostolo della
luce" che vi riproporremo in podcast
Leggere la Bibbia
“Ester. Il libro della diaspora”
con Benedetto Carucci Viterbi
domenica 11 marzo 2012
Il
libro di Ester, dal cui racconto deriva la festa di purim, è uno degli
ultimi della Bibbia ebraica. “Se anche tutte le feste dovessero
essere cancellate dal nostro ricordo, la festa di purim sarà
sempre ricordata”. Questo dice la tradizione. Perché è data questa
importanza a un libro ambientato nella Persia di Serse I, tra ebrei
assimilati, dove la fede è in secondo piano rispetto al colorito
racconto di intrighi di palazzo? Perché l’eroina, Ester, rischia non
solo il proprio prestigio, ma la propria vita per difendere il suo
popolo nel momento in cui viene ingiustamente perseguitato. E perché è
un libro che mostra una strada di coraggio e di speranza là dove tutto
sembra perduto. A svelarci segreti del libro di Ester ravBenedetto Carucci Viterbi.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
«Eravamo
alla fine degli anni Sessanta: i giovani esprimevano nuove mode, stili
di vita, il desiderio di cambiare tutto e subito. Anche Chiara ci parlò
di rivoluzione, ma quella dell’amore. E convinse me, come tanti altri
giovani». Uno dei primi gen, Diego Goller, trentino come lei, racconta
così il fascino spirituale esercitato via via da Chiara Lubich sulle
giovani generazioni, alle quali volle consegnare il suo sogno di unità.
Quest’impatto sempre personale, tradotto poi nella fraternità, è il
filo conduttore degli incontri che in tutto il mondo accompagnano la
giornata di oggi, quarto anniversario della morte della fondatrice del
Movimento dei Focolari.
«Più
che celebrare, vogliamo lasciarsi coinvolgere dalla grazia del suo
carisma» è il tam tam focolarino che riecheggerà oggi nelle Messe in
tante diocesi del mondo...
Il sogno giovane di Chiara Lubich
Quest'anno
le celebrazioni sono dedicate in modo particolare all’impatto del suo
carisma sulle nuove generazioni. E non solo. Molti gli appuntamenti in
tutto il mondo durante il mese di marzo.
Grazie Chiara, da tutto il mondo
A quattro anni dalla morte della fondatrice del Movimento dei focolari
Il
carisma di comunione e di unità caratteristico di Chiara Lubich, visto
dal Brasile in occasione del quarto anniversario della sua morte
avvenuta il 14 marzo 2008.
Sviluppo sociale e unità nel Brasile di Chiara Lubich
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C’è
da rallegrarsi a ritrovare nelle librerie un’opera come Essere
cristiani di Hans Küng, a quasi quarant’anni dalla prima pubblicazione:
“un’introduzione all'essere cristiani ... una piccola ‘summa’
della fede cristiana” secondo le parole stesse dell’autore, volta a
presentare “non un Vangelo diverso, ma lo stesso Vangelo di sempre,
riscoperto per il nostro tempo”. Un’analisi densa e articolata del
cristianesimo a partire dal Gesù storico e dal suo annuncio della
“buona notizia”, una ricerca condotta con competenza e grande
sensibilità ecumenica da un allora giovane teologo cattolico che aveva
partecipato al concilio Vaticano II come esperto.
Küng
era e rimane un appassionato di Cristo, un credente convinto che il
Vangelo possa parlare al cuore e alla mente di uomini e donne di ogni
tempo e di ogni cultura, un pensatore che non teme di affrontare le
sfide del dialogo con la ragione e con le altre religioni. E l’impatto
profondo che questa sua opera ha avuto presso tanti cristiani e anche
presso chi era estraneo alla chiesa o si era ritirato ai margini di
essa ne sono una prova inequivocabile.
Hans Küng, l'occasione persa della chiesa di Enzo Bianchi
La scheda del libro "Essere cristiani" di Hans Küng
... A lui interessava la verità, nel cristianesimo, nel marxismo, nella
storia; era la verità che lo metteva in relazione, in dialogo con gli
altri. Ma può la verità meritare che si paghi per essa un prezzo così
alto, di sofferenze morali e fisiche? No, se la verità è l’oggetto
inerte di una speculazione intellettuale. Ma se la verità è la vita, se
è cercata per amore del mondo e del prossimo, se è uno dei fondamenti
della pace, se è coetanea della libertà, se consiste nel proclamare la
dignità e l’eguaglianza per natura degli uomini e dei popoli, come è
scritto nel magistero del Concilio e dei Papi conciliari, allora vale
la pena che per essa si perda la vita...
Girardi e l’età del dialogo di Raniero La Valle
È
con gratitudine, affetto, nostalgia, ammirazione che è risuonato un po’
ovunque nel mondo il saluto finale: “Hasta la victoria siempre,
Giulio!”. Sono davvero tanti, infatti, i messaggi giunti per la
scomparsa di Giulio Girardi, il 26 febbraio scorso (diversi dei quali
già riportati su Adista notizie del 10 marzo 2012), a dimostrazione di
quanto sia profondo il segno da lui lasciato nella teologia e nella
prassi liberatrici...
Di
seguito pubblichiamo, in una nostra traduzione dal portoghese, il
ricordo di Giulio Girardi che ci ha inviato Marcelo
Barros: GRAZIE, GIULIO
Ricordando Giulio Girardi, «vero internazionalista», «coscienza critica del cattolicesimo»
Tra
le numerosissime testimonianze presentate dopo la liturgia della parola
ha avuto una particolare risonanza quella inviata dal Guatemala,
dove si trova attualmente, da Gérard Lutte, che fu
anch'egli docente di psicologia all'Università salesiana e nel
1969 lasciò la congregazione per andare a vivere tra i baraccati.
La sua dichiarazione di aver avuto «il privilegio di una storia di
amicizia con Giulio, durata 55 anni» è risultata molto commovente,
così come il richiamo che Giulio «era un uomo libero e non si
identificava con nessuna istituzione. Non gli importava se la comunità
era cristiana o di altra religione, cattolica o evangelica,
credente in Dio o atea. Lui non dava importanza ai dogmi e alle
mitologie, ma solo al comportamento delle persone, se erano dalla parte
dei poveri o contro di loro».
Giulio Girardi, teologo degli ultimi di Eugenio Fizzotti (pdf)
Giulio
Girardi è stato filosofo, teologo, teorico tra i fondatori di Teologia
della Liberazione e ci ha lasciato a 86 anni appena compiuti. Promotore
del movimento Cristiani per il Socialismo, ex sacerdote salesiano,
perito del Concilio Vaticano II in qualità di esperto del marxismo e
delle problematiche dell'ateismo contemporaneo, viene successivamente
espulso dall'Università' Salesiana di Roma, da altri atenei cattolici,
dalla congregazione salesiana e, successivamente, sospeso a divinis,
tutto per "divergenze ideologiche".
Il
suo è stato un pensiero lucido e onesto, la sua vita è stata
caratterizzata dall'amore e dalla dedizione per gli esclusi,
gli oppressi e per tutte le minoranze. Bucanero ha dedicato l’intera
puntata (4 marzo 2012) a questo uomo che ha attraversato il XX secolo
senza mai rinunciare all'utopia liberatrice. Il racconto di
coloro che lo hanno conosciuto a livello personale e umano.
Ai
microfoni Gianni Minà, Alex Zanotelli, Giovanni
Franzoni, il teologo della liberazione brasiliano Marcelo
Barros, Vittorio Bellavite di Noi chiesa, Bruno
Bellerate,Raniero La Valle.
Scarica il file audio
Una preghiera per Giulio Girardi, educatore alla fatica del pensare e
del credere nelle contraddizioni della società e della politica
contemporanea.
Una preghiera per Giulio Girardi
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
POLITICA
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Allarmi
e casi di cronaca, l’ultimo in Lombardia, si susseguono sul problema
della sempre più dilagante corruzione nella politica e nel settore
pubblico, ma le iniziative legislative continuano a latitare. Eppure
evasione fiscale nel settore privato e corruzione nel settore pubblico
sono due facce della stessa medaglia: entrambi sono comportamenti che
impoveriscono la collettività, piegando la ragione comune all'interesse
individuale.
Anzi,
se proprio si dovesse fare una invero sciocca classifica di chi è più
parassita tra l’evasore e il corrotto (sciocca perché parassiti lo sono
entrambi e tanto basta), non vi è dubbio alcuno che il corrotto lo è
più dell’evasore, posto che quest’ultimo si prende quanto meno la briga
di creare la ricchezza su cui omette poi di adempiere il proprio
obbligo contributivo.
Perché,
allora, la politica, le alte cariche istituzionali del Paese e i
super-tecnici con super-stipendi che presidiano pubbliche
amministrazioni, agenzie e authority varie sostengono a spada tratta
qualsiasi misura draconiana contro l’evasione fiscale, ma al tempo
stesso condividono la necessità di procedere con i piedi di piombo sul
fronte della corruzione?
Corruzione ed evasione, due facce della stessa medaglia
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Nei
giorni della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro tra
governo e parti sociali, Ballarò ospita il ministro del lavoro della
Germania Ursula von der Leyen. Nella puntata di martedì 13 marzo, alle
21.05 su Raitre ci sarà anche un’intervista allo sfidante di Sarkozy
Francois Hollande e gli inviati del programma saranno in Francia, per
scoprire quali temi scaldano la campagna elettorale d’oltralpe. E poi
in Italia per parlare dell’IMU in arrivo. Tra gli altri ospiti di
Giovanni Floris Paolo Romani del PdL, il sindaco di Verona Flavio Tosi,
il presidente dell’Istituto Bruno Trentin Guglielmo Epifani, Camilla
Fabbri della CNA, il presidente dell’associazione “Comunità nuova” don
Gino Rigoldi, il responsabile per l’Italia della banca d’investimento
Citigroup Leonardo Arduini, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli.
In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)
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Sono
mutati non solo gli stili di governo ma lo sguardo sulla crisi: non più
occultata ai cittadini ma limpidamente spiegata, coi vincoli che essa
impone.
Troppo presto si è parlato tuttavia di fine della seconda Repubblica,
di nuovo inizio. La legge ferrea dell'oligarchia permane, e in alcuni
momenti sembra perfino consolidarsi. Lo si nota soprattutto in due
campi d'azione: la costruzione dell'Europa, e la cultura della legalità
ovvero la lotta alla corruzione.
Questo
testo di Giorgio Napolitano è un estratto dall'intervento pronunciato
dal Presidente della Repubblica in occasione del conferimento della
Laurea Honoris Causa all'Università di Bologna.
"La
legge sulla corruzione è fondamentale, si è atteso fin troppo: questo
governo deve farla". Dal palco della manifestazione di Libertà e
giustizia, Roberto Saviano rinnova il suo appello.
La deriva etica che sporca
l'immagine della classe politica nella più ricca regione d'Italia
non si può liquidare come una sommatoria di casi personali. Quello che
accade in Lombardia in questi giorni segnala un allarme ben più grave:
la corruzione è tornata ad essere sistema. Nove consiglieri sotto
inchiesta e una catena di appalti sui quali spartirsi il bottino
infangano il ruolo di chi è stato eletto con un preciso dovere:
dedicarsi al bene comune a vantaggio dei cittadini.
Una raffica di casi che coinvolgono
la politica ai massimi livelli locali. E il caso Lusi-Rutelli. Quasi
l'inizio di una nuova Tangentopoli. E la difficile mediazione del
governo per varare la legge sulla quale il Pdl ancora alza la posta
Non
ci sono stati accordi espliciti, al momento della formazione del
governo Monti, sui problemi che dovevano essere esclusi dal suo raggio
d’azione. I partiti che lo sostengono avevano riconosciuto che il
compito prioritario del governo era ed è quello di rimediare alla
disastrosa situazione in cui eravamo precipitati, sia di natura
economica, sia di credito internazionale. Ma da ciò consegue che, sulle
misure più idonee a raggiungere quell’obiettivo, la discrezionalità del
governo dev’essere molto ampia.
Dal
punto di vista di Mario Monti, la promessa di un accordo sul mercato
del lavoro ha costituito il miglior viatico al vertice di ieri sera. Ci
sarà poi tempo per verificare quanto valga nel merito l'intesa con i
sindacati, una volta definita, e quali saranno i suoi costi e la sua
portata.
Ma sotto il profilo politico la sola impressione che la trattativa stia
per concludersi si traduce in un fattore di stabilità. Per essere
precisi, maggiore stabilità sul piano interno e un messaggio positivo
rivolto agli investitori esteri.
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Angelus - 11 marzo 2012
Udienza - 14 marzo 2012
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Benedetto XVI Angelus, 11 marzo 2012
BENEDETTO XVI ANGELUS Piazza San Pietro Domenica, 11 marzo 2012
Cari fratelli e sorelle!
Il
Vangelo di questa terza domenica di Quaresima riferisce – nella
redazione di san Giovanni – il celebre episodio di Gesù che scaccia dal
tempio di Gerusalemme i venditori di animali e i cambiamonete
(cfr Gv 2,13-25). Il fatto, riportato da tutti gli
Evangelisti, avvenne in prossimità della festa di Pasqua e destò grande
impressione sia nella folla, sia nei discepoli. Come dobbiamo
interpretare questo gesto di Gesù? Anzitutto va notato che esso non
provocò alcuna repressione dei tutori dell’ordine pubblico, perché fu
visto come una tipica azione profetica: i profeti infatti, a nome di
Dio, denunciavano spesso abusi, e lo facevano a volte con gesti
simbolici. Il problema, semmai, era la loro autorità. Ecco perché i
Giudei chiesero a Gesù: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?”
(Gv 2,18), dimostraci che agisci veramente a nome di Dio.
La
cacciata dei venditori dal tempio è stata anche interpretata in senso
politico-rivoluzionario, collocando Gesù nella linea del movimento
degli zeloti. Questi erano, appunto, “zelanti” per la legge di Dio e
pronti ad usare la violenza per farla rispettare. Ai tempi di Gesù
attendevano un Messia che liberasse Israele dal dominio dei Romani. Ma
Gesù deluse questa attesa, tanto che alcuni discepoli lo abbandonarono
e Giuda Iscariota addirittura lo tradì. In realtà, è impossibile
interpretare Gesù come violento: la violenza è contraria al Regno di
Dio, è uno strumento dell’anticristo. La violenza non serve mai
all’umanità, ma la disumanizza.
il testo integrale dell'Angelus
video
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OPINIONI E COMMENTI
A colloquio con il sostituto della Segreteria di Stato arcivescovo Angelo Becciu
L’immagine della Curia romana
troppe volte trasmessa nell’opinione pubblica non corrisponde alla
realtà, che certo è nettamente migliore, offuscata tuttavia dalla grave
slealtà di alcuni. E proprio la slealtà è alla base delle fughe di
documenti che hanno avuto risonanza mediatica soprattutto in Italia.
Visita in Messico e a Cuba alla
vigilia degli 85 anni: in occasione del suo compleanno, i lettori
potranno inviare messaggi di affetto con la nostra iniziativa "Fai gli
auguri al Papa".
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1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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