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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
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NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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Pagina in continuo aggiornamento
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Quali
valori sono stati alla base del lungo percorso di sviluppo della realtà
socio-economica italiana e quali invece caratterizzeranno il nostro
futuro: è questo il filo rosso che attraversa la ricerca realizzata
dalCensis nell'ambito delle attività per le celebrazioni del
150° anniversario dell’Unità d’Italia
Video degli interventi di:
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La
Fondazione Censis ha promosso la ricerca “I valori degli italiani.
Dall’individualismo alla riscoperta delle relazioni” nell'ambito delle
attività per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Al
centro della ricerca troviamo i valori degli italiani: quelli che sono
stati alla base del lungo percorso di sviluppo della realtà
socio-economica italiana e quali invece caratterizzeranno il nostro
futuro. Anche grazie al confronto con i risultati di un’analoga ricerca
sui valori degli italiani condotta venti anni fa è stato possibile
ricostruire come ‒ dalla famiglia al lavoro, al rapporto con la
spiritualità ‒ siamo cambiati. E capire se le scintille di speranza che
vanno emergendo, fatte di responsabilità e attenzione alla
relazione, riusciranno a essere un nuovo motore per il nostro
futuro.
I valori degli italiani: l'82% degli italiani si definisce spirituale
In cosa crediamo, cosa desideriamo? Il Censis assicura: non si pensa più a "sé", ora vince il "noi"
Ci
si scherzerebbe sopra: Dio - Patria - Famiglia. E se ne trarrebbero le
conseguenze: che cosa siamo diventati, che cosa andiamo cercando, dove
si va a ricascare, infine. Ma forse la questione è meno suggestiva a
più rispondente alle curiose dinamiche dell’alternanza sociale: c’è un
tempo per pensare a sé e un tempo per pensare a noi.
Non è (più) un Paese per individualisti
Segnali
incoraggianti: dalla ricerca emerge che si è passati da un forte
soggettivismo alla ricerca di relazioni. Intervista a Paola Ricci
Sindoni, docente di filosofia morale
Sui “valori degli italiani” qualcosa sta cambiando
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21-28 Marzo: VIII Settimana di Azione Contro il razzismo Una Catena Umana in tutta Italia per dire “No a tutti i razzismi”
Mercoledì 21 marzo 2012, alle stessa ora in 35 città italiane, l'UNAR
– Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, con il patrocinio di UNHCR (Agenzia Onu
per i Rifugiati) organizza la prima “Catena Umana” nazionale per dire
No a tutti i razzismi.
L'occasione è fornita dalla Giornata Mondiale Contro il Razzismo,
anniversario della strage di Sharpeville in Sud Africa, dove il 21
marzo 1960 la polizia sparò sui manifestanti uccidendo 69
cittadini neri in protesta contro il regime dell’apartheid.
Alle ore 10.30 in punto, nelle 35 città che hanno
aderito all'iniziativa, un variegato popolo anti-razzista
fatto di studenti, insegnanti, volontari dell'associazionismo, comunità
straniere, cittadine e cittadini si prenderanno per mano e
circonderanno i luoghi-simbolo della cultura italiana, per manifestare
pubblicamente il rifiuto del razzismo e della xenofobia.
L'iniziativa principale si svolgerà a Roma, con il patrocinio del
Comune, dove la “catena” abbraccerà il Colosseo sulle
note della canzone“One love” di Bob Marley, cantata da tutti i
partecipanti ed eseguita sul palco da Loredana
Errore, giovane cantante italiana di origini rumene,
accompagnata dall’Orchestra “Arcobaleno” della Scuola Media
Sperimentale “G. Mazzini” di Roma.
Dal palco del Colosseo, si parlerà di integrazione,
cittadinanza e discriminazione, con gli interventi di saluto di
autorità pubbliche, tra gli altri il Vicepresidente del Parlamento
Europeo Roberta Angelilli, il Ministro per la Cooperazione
Internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi, la portavoce
dell’UNHCR Laura Boldrini, il direttore
dell’UNAR Massimiliano Monnanni, la Consigliera Nazionale di
Parità Alessandra Servidori, seguiti da letture interpretate da
Mariano Regillo. Vari i momenti di riflessione e testimonianza
come quella della sig.ra Ndeye Rokhaya Mbengue vedova di Moudo Samb,
uno dei due ragazzi senegalesi uccisi a Firenze lo scorso 13
dicembre.
L'appuntamento è alla stessa ora, alle10.30 in punto, nelle città di:
Agrigento –
Piazza Pirandello, Arezzo – Piazza Grande, Bari –
Teatro Petruzzelli, Bergamo – Piazza
Matteotti, Bologna – Piazza Maggiore, Brescia –
Piazza della Loggia, Cagliari – Piazza del
Carmine,Catania – Piazza Università, Cento (FE) – Piazzale della
Rocca, Como – Piazza del Duomo, Crema –Piazza del
Duomo, Ferrara – Castello Estense, Firenze - Piazza
Santissima Annunziata, Foggia – Piazza Umberto
Giordano, Frosinone – Piazza Gramsci, Lecce –
Piazza Sant'Oronzo, Lecco – Piazza
Garibaldi, Lodi – Piazza della Vittoria, Mantova –
Lungolago Gonzaga, Messina – Piazza Duomo, Milano –
Piazza Duomo, Monza – Piazza Roma, Palermo – Teatro
Massimo, Pavia – Piazza Vittoria, Perugia – Piazza
IV Novembre, Ravenna – Basilica di S.
Giovanni, Roma – Colosseo, Rosarno – Campo
d'accoglienza, Contrada Testa dell'acqua, Salerno – Teatro
Verdi, Sondrio – Piazza Garibaldi, Torino – Mole
Antonelliana, Trieste – Piazza Vittorio
Veneto, Varese – Piazza Monte Grappa Venezia – Riva degli
Schiavoni, Viterbo – Piazza S. Lorenzo
In particolare modo a Rosarno il
piccolo centro calabrese divenuto tristemente simbolo
dello sfruttamento dell'immigrazione clandestina nel nostro Paese
per dire “No a tutti i Razzismi”, cittadini italiani e stranieri si
terranno per mano circondando il Campo d'Accoglienza, nella Contrada
Testa dell'Acqua, con la partecipazione del regista Mimmo Calopresti.
La
catena Umana è solo una delle numerose iniziative che l'UNAR realizza
per l'VIII Settimana di Azione Contro il Razzismo, in programma dal 21
al 28 marzo 2012, con il patrocinio dell’UNHCR - Alto Commissariato ONU
per i Rifugiati, e degli Enti Locali partner dell'UNAR nell'attuazione
di programmi territoriali di contrasto e prevenzione delle
discriminazioni.
Sarà possibile seguire l'iniziativa su Facebook all’indirizzo: http://www.facebook.com/norazzismi
La
Settimana continua, in più di trenta città italiane, con una serie di
eventi informativi, attività ludico-aggregative e di piazza, momenti di
riflessione e di formazione nei luoghi di lavoro e di studio, con il
coinvolgimento di enti locali, mondo della scuola, forze sindacali ed
imprenditoriali, associazioni del settore e comunità straniere. A
chiudere la lunga maratona di iniziative, l'importante Convegno
internazionale organizzato da UNAR e ANSI (Associazione Nazionale
Stampa Interculturale), in programma a Roma nei giorni 2 e 3
aprile, che intende puntare l'attenzione di opinione pubblica ed
addetti ai lavori sul tema“Media e Diversità in Italia e in Europa”. Nel
corso della due giorni, che prevede la partecipazione di esponenti del
Governo Italiano, quali i Ministri Fornero e Riccardi, delle
istituzioni Europee e del mondo dell'informazione, viene fatto il punto
sulla rappresentazione della diversità culturale nei mezzi di
informazione a livello europeo e viene conferito il Premio
giornalistico “For Diversity Against Discrimination 2011”. - Manifesto VIII Settimana Contro il Razzismo
- Programma settimana contro razzismo 2012
(Fonte: http://www.unar.it/)
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“E’ preoccupante vedere che
razzismo e discriminazione continuano a essere così pervasivi in tutta
l’Unione europea. I politici devono dimostrare capacità di guida e
trasmettere con forza il messaggio che l’uguaglianza nell’accesso al
lavoro, alla casa e all’istruzione è cruciale per costruire una società
prospera e coesa, ancor più necessaria in tempi di crisi economica. Non
possiamo permetterci di respingere ai margini interi settori della
popolazione europea”. È con queste parole che Chibo
Onyeji, presidente dell’Enar (Rete europea anti-razzismo) ha
introdotto il “Rapporto ombra 2010-2011”, lo studio sulla xenofobia e
la discriminazione in Europa
Stella Spinelli: L'Europa è razzista
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
21 marzo, giornata Mondiale sulla sindrome di Down
Da diversi
anni, in Italia e in molti Paesi del mondo, il 21 marzo si celebra il
World Down Syndrome Day, ovvero la Giornata Mondiale sulla sindrome di
Down, un importante appuntamento per informare, sensibilizzare e
promuovere la collaborazione tra le diverse associazioni mondiali che
si occupano di tutelare i diritti delle persone con sindrome di Down.
Perché è stata scelta proprio questa data?
IL 21 MARZO RICONOSCIUTO DALL'ONU GIORNATA MONDIALE SULLA SINDROME DI DOWN
...
Oggi che il mondo celebra la Giornata per la sindrome di Down è la
festa di Luca e di tutti i bambini e gli adulti come lui, ma nelle loro
case la fatica da portare avanti resta la stessa...
Persone Down, l’accoglienza fa superare la disabilità
Che
succede se in una qualsiasi pubblicità, anche la più glamour e
patinata, sostituiamo a un attore un ragazzo con la sindrome di down?
Non succede nulla, quasi non ce ne accorgiamo. Mercoledì 21 marzo si
celebra la Giornata mondiale sulla sindrome di Down e il Coordinamento
delle associazioni delle persone con sindrome di Down insieme
all’agenzia pubblicitaria Saatchi and Saatchi hanno trovato un modo
unico e originale di promuovere l'importanza dell'integrazione di
questi individui nella società.
21 marzo, giornata Mondiale sulla sindrome di Down
video
Ci aveva pensato tanto tempo fa
Andrea Mantegna, a Mantova, a rendere protagonista e addirittura degno
della rappresentazione della Natività un bambino speciale, con gli
evidenti segni della sindrome di Down, come è stato dimostrato da
studiosi inglesi.
Una tela su commissione, dei
potenti Gonzaga, ma anche un modo per sdoganare con 500 anni di
anticipo l’immagine irresistibile di normalità che viene dai bambini e
dai ragazzi con sindrome di Down.
Down, irresistibile normalità
Un
piccolo vademecum linguistico sulla sindrome di Down e sulle questioni
ad essa collegate, utile per imparare a usare un linguaggio
appropriato, accurato e inoffensivo, sia quando si comunica a un
pubblico in generale, sia quando ci si rivolge alle stesse persone con
sindrome di Down o alle loro famiglie.
La sindrome di Down Cosa dire e cosa NON dire
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Ancora pregiudizi da superare. L’esperienza d’integrazione al laboratorio d’arte degli «Amici» di Sant’Egidio
Maria Giovanna Faiella: Down, una vita come gli altri
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
A
un anno dall'avvio delle celebrazioni, sabato 17 marzo al
Quirinale ha avuto luogo un incontro con il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano su ”Bilancio e significato delle celebrazioni per il
150° Anniversario dell’Unità d’Italia”. Alla cerimonia, coordinata da
Giuliano Amato, ha partecipato come ospite d’eccezione Roberto Benigni
con il ”racconto” di alcuni brani significativi tratti dalla
letteratura risorgimentale e patriottica.
Il video dell'intervento di Benigni
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Siamo più o meno italiani di un
anno fa? Siamo più poveri, più arrabbiati, più disorientati. Ma forse,
e con qualche sorpresa, anche più italiani. Non era affatto scontato,
il 17 marzo 2011. La ricorrenza dei Centocinquanta planò su un Paese
distratto e cinico, ripiegato nel suo «particulare» e poco propenso a
farsi sedurre dal fascino retorico della Patria.
Massimo Gramellini: Alla festa è mancato il futuro
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La
strage di Tolosa ha lasciato muta l’Europa e inorridita Israele. Prima
di ogni giudizio, prima di una riflessione che non potrà né dovrà
mancare, pesa su tutto lo sgomento...
In
questa Europa così saggia e attenta al proprio passato, in questa
Europa che ha davanti agli occhi le camere a gas e le racconta con
tanto slancio nei libri di scuola, capita ancora di morire perché si è
ebrei. L’orrore, lo sgomento, la paura, lasciano addosso una rabbia
amara e impotente.
L'antico demone che risveglia l'orrore
A
Tolosa, un “folle” cavalcando uno scooter, armato di una pistola, ha
assassinato esseri umani innocenti, grandi e piccoli con feroce
determinazione animata da un odio nutrito con ossessione fanatica.
Questa volta sono ebrei, colpiti proditoriamente nella loro istituzione
educativa.
Le
vittime sono un insegnante, due suoi figli piccini e un adolescente
anche se l’intento del carnefice era quello di fare una strage di
maggiori proporzioni, la logica quella dello sterminio indifferenziato
purché l’obiettivo fosse quello odiato, il “perfido giudeo”. La stessa
mano probabilmente ha colpito già tre “maledetti mussulmani”, tre
paracadutisti francesi di origine magrebina.
In questi casi, di primo acchito, si cerca una spiegazione rassicurante: è un folle...
La peste nera
Quando
accadono tragedie come quelle di Tolosa, mi chiedo se si possono ancora
considerare gli ebrei come i capri espiatori della Storia. Ebbene,
la risposta è sì...
L'Europa antisemita (pdf)
«Le parole che escono dal cuore, giungono al cuore», recita il
Talmud. Ed era proprio all'insegnamento di questo testo
sacro all'Ebraismo che Jonathan Sandler dedicava le sue
lezioni a Bordeaux. «Era un ragazzo molto dolce e discreto», dice di
lui Claude Maman, ex rabbino capo della capitale della Gironda. «Non
aveva - precisa - posizioni politiche marcate. Era un uomo molto
praticante, ma anche aperto verso gli altri e le religioni altrui». «A
volte - ricorda - portava i suoi alunni a giocare a bowling o in altri
luoghi di svago, per distrarsi un po’ dagli studi e dalle lezioni».
Sandler non potrà più raccontare ai suoi bambini le discussioni dei
primi saggi ebrei sulle grandi questioni dell’uomo, perché la sua vita
è stata interrotta prematuramente, ad appena trent'anni, nel vile
attacco di Tolosa, dove sono morti anche due dei suoi figli, Arié di 6
anni e Gabriel di 3. «Il mondo, purtroppo, è in mano agli stolti»,
recitano i testi che leggeva ai suoi alunni.
Jonathan, il rabbino-ragazzo che dedicava la vita ai bambini
Il rabbino ha coperto i piccoli Gabriel e Arieh con il suo corpo
Era tornato a fare l'insegnante nel luogo dove aveva studiato da
bambino. Al rabbino Jonathan Sandler, nato a Parigi 30 anni fa, la
sonnacchiosa Tolosa piaceva - hanno raccontato gli amici - per «la
tranquillità». Una città (la quarta più popolosa di Francia) dove era
arrivato nel settembre scorso con l'idea di studiare in pace e crescere
i suoi tre figli accanto alla moglie, lasciando per un paio d'anni la
combattiva Gerusalemme, il quartiere di Kiryat Hayovel dove avevano
casa e il centro di studi ebraici Zichron Shimon dove contava di
tornare a completare gli studi.
Sandler era una di quelle persone per cui gli studi sono un tour che
non finisce mai. È morto davanti all'entrata dell'istituto Ozar haTorah
(che comprende anche un collegio di 50 studenti e una sinagoga) dove
insegnava la Torah (la Bibbia).
L'ultimo gesto d'amore di papà Jonathan
Le spoglie di Jonathan Sandler, 30 anni
insegnante di religione, dei suoi figli Gabriel e Arieh,
di 4 e 5 anni, più quello di Myriam Monsonego, 7 anni, figlia del
rabbino e direttore della scuola Ozar Hatorah, sono partite alla volta
di Israele per essere sepolte mercoledì 21 a Gerusalemme.
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... Ci sono
molte zone oscure nella dinamica di questo affare che mettono in causa
gli apparati d’intelligence, di investigazione e repressione dello
Stato, e alcune domande che mettono in causa la società francese, e
europea. Tralasciamo per ora le prime, vediamo le seconde. Intanto come
è potuto accadere che il giovane dal sorriso luminoso e allegro la cui
foto campeggia oggi in prima pagina di molti giornali, abbia potuto
arrivare, se egli lo ha fatto, all’ignominia dell’omicidio dei bimbi
alla scuola ebraica. Si stenta a crederlo. Non basta il richiamo al
fanatismo religioso, al viaggio in Afganistan e in Pakistan, al dramma
dei bambini palestinesi che spesso muoiono colpiti dalla bombe
dell’esercito israeliano. Merah appare figlio dell’esclusione e
discriminazione dei ghetti che stanno e crescono nel cuore della
Francia metropolitana, piuttosto che delle moschee, fossero anche le
più fondamentaliste.
Bruno Giorgini: La società francese, vista da Tolosa
Ce
n’eravamo dimenticati. O meglio, c’eravamo illusi che la rete del
terrorismo islamico non pescasse più nelle acque d’Occidente. Ci
stavamo abituando a pensare che al-Qaeda non fosse più in grado di
colpirci a casa nostra, in Europa, com’era avvenuto con gli attentati
spaventosi a Madrid nel 2004 e a Londra nel 2005. Speravamo, ed eravamo
quasi convinti, che la follia omicida del Jihad, la guerra santa contro
«gli infedeli e i crociati», fosse ormai in via d’estinzione dopo
l’uccisione del suo capo Benladen e ancor più dopo la nascita dei nuovi
movimenti popolari che hanno caratterizzato le "primavere arabe".
La tragedia di Tolosa ci ha fatto ripiombare nell’incubo, come se una
mano crudele avesse deciso di far girare all’indietro l’orologio della
storia.
Luigi Geninazzi: Tolosa, nuovi incubi
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Il 20 marzo 1994 la
giornalista RAI Ilaria Alpi e l'operatore Miran Hrovatin, inviati in
una Somalia dilaniata dalla guerra civile, dove regnano la violenza, i
traffici illegali, il caos, sono uccisi in un agguato a Mogadiscio.Sono il simbolo di un giornalismo libero e coraggioso
A 18 anni dalla morte di Ilaria e Miran
Il filmato dell'edizione straordinaria del Tg3 in cui con grande commozione si annuncia la notizia
1994, muore Ilaria Alpi. Tg3 edizione straordinaria
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Oggi si celebra la Giornata
Mondiale della Poesia istituita dall’Unesco al fine di riconoscere
all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del
dialogo interculturale, della comunicazione e della pace.
"Quelli della Via" invita tutti gli amici a pubblicare le poesie preferite come commento a questo post.
Rai.tv - Giornata Mondiale della Poesia
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Monsignor
Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente
della Commissione Lavoro, giustizia e pace della Conferenza episcopale
italiana, docente di Storia della Chiesa con una lunga esperienza di
operaio in fabbrica negli anni della giovinezza, continua a porsi una
domanda. “Con questa riforma la precarietà sarà vinta? O resteremo
comunque in un clima di precarietà? O addirittura l’aumenteremo?”
Bregantini: lavoratori, non merci
Il
lavoro, anzi "il non lavoro" uccide, soprattutto se lo si perde in un
paese del profondo Sud. È successo ancora. Due vite spezzate, nel
Salentino e in Calabria. Scorrano, in provincia di Lecce, conta appena
settemila abitanti. Lì, dove evidentemente le occasioni per trovare un
nuovo impiego sono men che esigue, quasi nulle. Se poi a questa
situazione già deprimente, si somma la scomparsa del proprio genitore
ed il peso di dover pensare ad una mamma invalida ed ai propri
fratelli, ecco che diventa tutto buio intorno e la mente spinge verso
il gesto estremo, verso la decisione di chiudere con l’esistenza, di
farla finita.
Licenziati per crisi: due suicidi al Sud
Suicidi
e ancora suicidi tra gli imprenditori a tal punto che la CGIA di Mestre
ha proposto proprio in questi giorni un fondo di solidarietà per
mancanza di credito gestito in stretta collaborazione con i consorzi
Fidi. Sono cinquanta negli ultimi tre anni quelli che si sono tolti la
vita. E tra quei cinquanta molti non erano falliti o stavano fallendo.
Erano in una drammatica crisi di liquidità perché vantavano crediti che
non riuscivano a incassare.
Piccoli suicidi tra imprenditori. Il dramma, in Italia è figlio della crisi di liquidità
Quasi
tremila suicidi in un anno, uno al giorno per motivi legati al lavoro.
I dati pubblicati dall'istituto di ricerca "Eures" sono tragicamente
chiari. E con la crisi economica il numero di persone che si sono tolte
la vita è aumentato di quasi il 6%, con un incremento vertiginoso pari
quasi al 40% fra i disoccupati. Nel Nord-Est, cuore pulsante del
tessuto produttivo italiano, il fenomeno è esploso in tutta la sua
tragicità: 50 piccoli imprenditori si sono suicidati negli ultimi tre
anni.
Ascolta
il servizio di Massimo Pittarello a Radio Vaticana: Crisi e
suicidi: nasce "Terraferma" per aiutare imprenditori e lavoratori in
difficoltà
La
crisi internazionale ha colpito duro, anzi durissimo, soprattutto nel
ricco (o ex ricco) nordest. Migliaia i posti di lavoro persi dal 2008 a
oggi, ma la notizia più sconvolgente riguarda i suicidi degli
imprenditori, mai così tanti come negli ultimi anni.
L’area
del Veneto è fra le più colpite. Ormai sono molti gli imprenditori che
denunciano situazioni finanziarie insostenibili e non ottengono alcun
aiuto dalle banche. Una delle maggiori difficoltà, come sottolineano
dalla Confartigianato veneta, è data dalla fatica che gli imprenditori
fanno per riscuotere i crediti da altre imprese. A volte è tanto
difficile farsi pagare che si finisce sul lastrico e si è costretti a
chiudere baracca e burattini. E, come detto, non sono pochi quelli che
decidono di farla finita, anche con la vita.
Italia, suicidi e imprenditori: in Veneto nasce Life Auxilium
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La crisi continua a uccidere.
Perché è la crisi a guidare la mano di quanti, non riuscendo più a
onorare i debiti, decidono di farla finita.
REPUBBLICA: Suicidia imprenditore nel pescarese Rovinato dai debiti si è impiccato
Crisi economica, imprenditori
stremati, suicidi. Un fenomeno atroce che sta contrassegnando questo
periodo. Un fenomeno che deve essere contrastato, combattuto. E,
secondo la CNA di Montebelluna, la ricetta è prima di tutto culturale.
OGGI TREVISO: Crisi e suicidi: per la CNA la ricetta è culturale
La crisi c’è e si fa sentire in
tutto il Paese, però. La Cgia ha reso noto che da settembre 2008 allo
stesso periodo del 2011 l’indebitamento (medio) delle famiglie italiane
è aumentato del 36,4 per cento.
E-ONLINE: Italia, le famiglie sempre più indebitate
Nell'Italia attraversata dalla
crisi, storie di ordinario disagio a Genova: un disoccupato di 45 anni,
preoccupato per le condizioni di salute della figlia, è salito oggi su
un traliccio nella periferia della città e ha minacciato di lasciarsi
cadere se qualcuno non lo avesse messo nelle condizioni di comprare le
scarpette ortopediche per la figlia malata.
AVVENIRE: Disoccupato sale su un traliccio: "A mia figlia malata servono scarpe ortopediche"
Sfrattati e senza lavoro. Così,
un rumeno, un tunisino e un albanese hanno deciso di porre rimedio da
soli alla crisi degli alloggi, occupando uno stabile sfitto da 15 anni.
E’ accaduto a Firenze la scorsa settimana.
Luca Galassi: Toscana, 200mila sotto sfratto
Intervista a Giuseppe De Rita,
presidente del Censis, sullo scottante tema del precariato in Italia:
non riguarda solo i giovani, ma soprattutto 40enni e 50enni espulsi dal
lavoro.
Francesco Chiavarini: De Rita: sono i precari il vero dramma
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“Lo
sviluppo, se non è accompagnato da una politica di welfare, tende
ad essere disgregante”. Ne è convinto Agostino D’Ercole,
presidente dell’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e
docente universitario, intervistato dal Sir per riflettere sulle
politiche sociali indirizzate al mondo della disabilità in un momento
di grave crisi economica.
SIR: Uno sforzo per l'equità
E' nato a Roma presso l'Opera
don Calabria l'Ambulatorio Sociale di Psicoterapia, dove i pazienti
delle fasce più deboli possono non pagare.
Luca Attanasio: Roma, il paziente paga... se può
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Giornata mondiale dell'acqua
Un mondo sempre più assetato
Oggi è la Giornata mondiale dell'acqua, dedicata alla produzione
agricola. E non interessa solo l'Africa, ma anche zone dell'Europa
soggette a stress idrico. Come il Sud d'Italia.
Giuseppe Altamore: Un'agricoltura idroesigente
Giuseppe Altamore: Profughi idrici
Giuseppe Altamore: Il mistero dei Maya
Giuseppe Altamura: Le guerre dell'acqua tra mito e realtà
Mentre il mondo celebra la
Giornata Mondiale dell’ Acqua, l'UNICEF invita i governi a
prestare particolare attenzione alle persone che vivono nelle zone
rurali e che non godono dei progressi del loro paese, specialmente per
quanto riguarda l'accesso all'acqua potabile e ai servizi
sanitari di base.
UNICEF: Giornata mondiale dell'acqua 2012 (testo+video)
Acqua, Africa chiama Africa
Fino al 30 marzo, Amref lancia l’iniziativa di un sms solidale a numero
45508. Obiettivo: costruire pozzi, acquedotti, dighe per dare acqua
pulita a scuole, a villaggi, a famiglie.
Luciano Scalettari: Corno d'Africa e Sahel, le frontiere della sete
Luciano Scalettari: La carenza dell'"oro blu"
Luciano Scalettari: Kenia, una giornata al campo di Turkana
A giugno erano solo 2.300, oggi
ce ne sono quasi 8.000. I profughi siriani in Libano, nonostante il
confine sia ormai bombardato e infestato di mine, aumentano di ora in
ora. Ma queste sono solo le cifre ufficiali: perché «stimiamo che ce ne
siano almeno altri 5.000 nella valle della Beqaa non registrati»,
ammette Dana Sleiman portavoce della sezione libanese dell’Alto
commissario Onu per i rifugiati (Acnur).
Susan Dabbous: Libano, un limbo per 8.000 siriani in fuga dall'odio
Dovrebbero
entrare in vigore a luglio 2012 le sanzioni dell’Unione europea, votate
all’inizio di febbraio da Bruxelles contro l’Iran per dissuadere
Teheran dal portare avanti il suo programma nucleare che l’Ue e gli Usa
ritengono abbia una finalità militare.
Christian Elia: Iran Turchia e il business delle sanzioni
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Oggi a
Genova la diciassettesima edizione della "Giornata della Memoria e
dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", promossa
dall'associazione Libera e Avviso Pubblico per ricordare tutte le
vittime innocenti delle mafie. "Genova Porta d'Europa " è lo slogan che
accompagnerà la giornata, durante la quale si incontreranno nel
capoluogo ligure oltre 500 familiari (italiani e stranieri) delle
vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 5000
familiari.
La
memoria e l'impegno sono già stati protagonisti nella capitale ligure a
partire dal pomeriggio del 16 marzo con l'incontro tra i familiari
delle vittime delle mafie e la veglia ecumenica.
Sono
tanti, più di 400, e vengono dalle regioni dove la mafia, le mafie,
hanno colpito più duro: Calabria, Sicilia, Campania. I familiari delle
vittime delle mafie, riuniti al teatro Carlo Felice di Genova per la
17/ma Giornata della memoria e dell'impegno voluta da Libera, si
conoscono e si riconoscono guardandosi negli occhi. Don Luigi Ciotti
che siede davanti a loro comincia a parlare ricordando una frase di
Saveria Antiochia, madre di Roberto, il poliziotto che venne massacrato
dai killer di Totò Riina e Bernardo Provenzano mentre cercava di
salvare Ninni Cassarà. "Quando ti uccidono un figlio sparano anche su
di te", aveva detto Saveria poco prima di morire. "E così - dice don
Ciotti - è necessario che tutti sentano sulla pelle quei colpi di
pistola, perché venga mantenuta alta la memoria e perché la lotta alla
mafia non si fermi"...
GENOVA: I FAMILIARI PLAUDONO I FUNERALI DI STATO PER PLACIDO RIZZOTTO
Si
è conclusa con un lungo discorso di don Luigi Ciotti la manifestazione
al Porto Antico di Genova, evento centrale della 17/a Giornata della
Memoria e dell'Impegno promossa da Libera.
Guarda
la pagina di LIBERA dedicata alla manifestazione con Il Messaggio del
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e la galleria
fotografica della giornata:
DA TUTTA ITALIA OLTRE CENTOMILA A GENOVA
video: L'intervento di don Ciotti al Punto di Corradino Mineo
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Il fiume colorato di Libera a Genova? Raccontiamolo con le "s".
Successo,
certo. In un momento di vuoto della politica, di sbandamenti e
frustrazioni, l'associazione fondata da don Luigi Ciotti ha raccolto
intorno a sé a Genova più di centomila persone provenienti da tutta
Italia. Per dire no alla mafia e per lanciare le sue proposte. Nessuna
bandiera di partito, moltissimi striscioni di scuole, dal Piemonte alla
Sicilia. Ai livelli alti del paese sembrano indaffarati a smontare
leggi e processi e pubblica moralità. Il paese più moderno e vitale
raccoglie invece le forze per decollare. Libera come speranza... come sentimento... come solidarietà... come saggezza... come scandalo.
GENOVA, DALLA SPERANZA ALLA SAGGEZZA
Consulta la rassegna stampa nel sito di LIBERA
A
partire dalle ore 7 l'arrivo delle delegazioni dei partecipanti da
tutta Italia. Concentramento del corteo a piazza Vittoria e partenza
del corteo alle 9:30 per arrivare a Piazza Caricamento - Porto Antico
Video per seguire il corteo e viverne il clima
video: Ascoltiamo l'intervento di don Luigi Ciotti
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Don Luigi Ciotti ad Agorà il 16/3/2012 (Video)
Il fondatore di Libera approfondisce la questione sulla criminalità
organizzata italiana, intervenendo in studio ad Agorà da Genova, in
occasione della XVII Giornata della Memoria e dell'Impegno a favore di
tutte le vittime delle mafie
Video: Luigi Ciotti ad Agorà 16/3/2012 parte 1-2-3-4
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C'è un'Isola delle tante isole
siciliane che si chiama Lampedusa. Terra d'odissee, più vicina
all'Africa che all'Italia, è nata per accogliere invece che respingere.
Le sue coste a Sud, ricche di cale ed insenature hanno dato riparo e
speranza a migliaia di moderni Omero, nei secoli in fuga da guerre e
miserie. Quelle a Nord, a strapiombo sul mare, guardano l'Europa pronta
a respingere piuttosto che ad accogliere. Nel mezzo c'è il Mare
Mediterraneo, l'avanguardia dei nuovi traffici delle mafie e posto al
mondo con più vittime delle criminalità organizzate internazionali (si
stimano 1500 morti circa solo nel 2011).
LAMPEDUSA PORTA D'EUROPA
''Le
organizzazioni criminali nel Mediterraneo hanno fatto più vittime che
le guerre di mafia. Diciamo basta ai venditori di illusioni e chiediamo
speranza e concretezza. La politica faccia la sua parte fino in fondo,
bisogna fare di pi''. Lo ha detto, a Lampedusa, don Luigi Ciotti , in
occasione della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di
tutte le vittime delle lotte alle mafie, promossa da Libera e Avviso
pubblico.
IMMIGRAZIONE: DON CIOTTI A LAMPEDUSA, BASTA VENDITORI SOGNI
video
Da Lampedusa le foto di Linda Liotta
''Nemmeno
5 ore dopo la chiusura della bella manifestazione contro le mafie,
organizzata da Libera in collaborazione con Legambiente, che ha animato
l'isola per due giorni, un incendio ha devastato un padiglione interno
al cortile della scuola dove le associazioni avevano incontrato scuole
e cittadini sui temi della legalità e dell'immigrazione''.
Lampedusa: Legambiente, incendio doloso dopo manifestazione contro mafie
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E
veniamo all'attualità del nostro Paese. Sono tornate alla ribalta le
stragi di Capaci e di via d'Amelio nelle quali hanno perso la vita gli
esimi magistrati Falcone e Borsellino con le rispettive scorte.
Sembravano ormai risolte con l'epigrafe di attentati di mafia, ma è
emerso che quelle stragi possono essere state architettate in combutta
con forze politiche e istituzionali. Si dice e si documenta che accenni
in questo senso ci sono nelle stesse confidenze fatte dalle vittime ai
familiari e ad altri, confermate anche da loro comportamenti. Il che fa
dire che se si fosse guardato a quelle stragi con gli occhi delle
vittime poteva uscire prima la luce della verità.
Vittorio Cristelli: Guardare con l'occhio delle vittime (pdf)
Dal
1996 ogni 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno
per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. Il 21 marzo,
primo giorno di primavera, è il simbolo della speranza che si rinnova.
Dopo la splendida giornata del 17 marzo a Genova in tutta Italia
tantissime iniziative per ricordare le vittime innocenti delle mafie.
LIBERA: 21 marzo: Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie
“È l’ora di scuotere le
coscienze, di indignarsi, di tornare ad essere liberi di parlare e di
vivere. Liberi di giocare come non è stato permesso di fare ad un
bambino come mio figlio”. L’appello arriva dal sagrato di piazza Duomo
nella prima soleggiata mattinata di primavera. È il 21 marzo, il giorno
che ‘Libera - associazioni nomi e numeri contro le mafie’ dedica alla
memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie. La voce è
quella di Giovanni Gabriele, papà di Domenico, il bambino ucciso
proprio a Crotone in una sera di giugno del 2009, mentre giocava su un
campo di calcio
Angela De Lorenzo: È l'ora di indignarsi
Magistrati
e forze dell'ordine hanno portato via a Cosa Nostra, camorra e
ndrangheta 20 miliardi di euro. Ma da mesi l'Agenzia nazionale
per i beni confiscati fa i conti con le banche. Ben l'80 per cento di
questi beni è sostanzialmente ingestibile, al 65 per cento per i
gravami ipotecari avanzati dagli istituti di credito
Francesco Viviano e Alessandra Ziniti: Il tesoro delle mafie
La pace: incontro con l'altro
HOREB n. 60 - 3/2011
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Quando
si parla di pace, oggi, facilmente si fa riferimento ad alleanze
strategiche, equilibrio di forze e di armi; si ritiene quindi che la
pace sia frutto di alchimie politiche e del buon senso dei “grandi” di
questo mondo.
Nella
riflessione biblica, la pace è, prima di tutto, dono che procede da Dio
e non dagli uomini, essa è costitutiva della natura di Dio, infatti,
Pace è il suo nome, «Jhwh-Shalom» (Gdc 6,24).
Gesù
viene sulla terra per annunciare agli uomini che Dio è Signore di tutti
e quindi per portare a tutte le genti la nuova novella della pace (At
10,36). Egli non è solo colui che evangelizza la pace, ricorda Paolo,
ma anche colui che, mediante il sangue della sua croce, riconcilia
tutte le cose, facendo la pace (Col 1,20).
Con
la sua morte in croce, sottolinea ancora l’Apostolo, Gesù distrugge in
sé l’inimicizia, abbatte il muro di separazione che tiene lontani
giudei e pagani, e crea un uomo nuovo, per cui, conclude Paolo, “Gesù è
la nostra pace” (Ef 2,14).
Proprio
perché Gesù è la nostra pace, per chi accoglie il suo spirito e si
lascia coinvolgere nel suo vissuto, la pace non si pone come esigenza
etica o sociale, ma essa è intrinseca al dono globale, definitivo e
supremo fatto da Dio all'uomo per mezzo di Gesù Cristo,
allora la pace è costitutiva della vita del credente, in quanto vita
coinvolta nel dinamismo trinitario e animata dallo spirito del Padre e
del Figlio, che è Spirito di comunione e di pace.
Questo
l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e
formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma
e valorizzi il quotidiano. Editoriale
SommarioE' possibile richiedere copie-saggio gratuite: CONVENTO DEL CARMINE 98051 BARCELLONA P.G. (ME) E-mail: horeb.tracce@alice.it
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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA – 2012 CAMMINANDO NELLA VIA DI GESÙ
Lettura del Vangelo di Marco
Dal 25 Gennaio al 28 Marzo
presso la sala del convento dalle h. 20.00 alle h. 21.00
Calendario degli incontri
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Scuola di Formazione per la Vita Cristiana "SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale del Vicariato di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
Scuola di Formazione per la Vita Cristiana
"SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale
Vicariato di Barcellona P. G. (ME)
III ANNO
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La Bibbia in un frammento
"Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra: sono venuto a portare non pace, ma spada!"
(Matteo 10,34)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Le Frontiere dello Spirito" puntata dell'18 marzo 2012
Domenica
18 marzo 2012, "Le Frontiere dello Spirito", il programma di cultura e
attualità religiosa, curato e condotto dal Cardinale Gianfranco Ravasi,
insigne biblista, e dalla giornalista Maria Cecilia Sangiorgi.
Nella
prima parte della trasmissione, il cardinale Ravasi commenta con la
consueta competenza e autorevolezza la prima lettura (Cr
36,14-16.19-23) e il brano del salmo (136/137,1-6) proclamati nella
celebrazione della domenica.
Nella
seconda parte del programma "I volti e le storie", curata da Maria
Cecilia Sangiorgi, il servizio "Misericordia la virtù dei forti".
Continua
il cammino compiuto in questa quaresima sul tema della misericordia con
alcune riflessioni: La misericordia ha sempre dimorato nel cuore
dell'uomo? è un istinto o è frutto della cultura e della presa di
coscienza di sè e dell'altro? e per un laico cos'è la misericordia,
cosa significa, può trasformare il mondo?
Ospite e protagonista della puntata è Salvatore Natoli, filosofo e docente all'Università degli Studi di Milano.
il video della puntata intera sul sito Mediaset
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
San Giuseppe
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
San Giuseppe
La Chiesa è oggi in festa per il Santo per eccellenza, Giuseppe, il
padre putativo di Gesù. Innumerevoli sono i messaggi d’auguri di
personaggi pubblici, come di semplici fedeli, giunti in queste ore a
Benedetto XVI per il suo onomastico. Ma quale valore ha la figura di un
Santo la cui discrezione e la cui umiltà appaiono quasi una
provocazione per l’epoca attuale, tutta protesa alla massima visibilità
garantita dalle reti sociali? Alessandro De Carolis offre una risposta
attraverso il Magistero dedicato dal Papa allo sposo di Maria:
Amare
la propria famiglia senza dire cose memorabili. Fare del bene ai propri
amici senza farsi pubblicità. In una parola: esserci sempre senza
apparire mai. Visto dall'esterno, decisamente un uomo “sbagliato”,
San Giuseppe, per l’era dell’homo ipermediaticus. Un anti-personaggio,
uno fuori dalla “rete” – quella per cui si "è" se si è “amici di” e
“condivisi su” – e dunque uno che non conta.
La Chiesa festeggia San Giuseppe. Il Papa: rinunciò al suo progetto per servire quello di Dio
Uomo
del silenzio, Giuseppe apprese nella sua quiete orante, giorno dopo
giorno, la volontà del Signore. Dopo il ritorno dall'Egitto, nulla ci è
detto a suo riguardo. Un'antica leggenda vuole che egli abbia terminato
i suoi giorni in una grande pace, indicando nel figlio Gesù,
riconosciuto come Messia, il motivo della sua serenità di fronte alla
fine della vita terrena. Per questo motivo, nella tradizione
occidentale si cominciò presto a invocarne l'intercessione per ricevere
il dono di una buona morte.
19 marzo
video
Marzo
è il mese di San Giuseppe, che la Chiesa celebra lunedì prossimo, il 19
marzo. Oggi, il santo patrono del Concilio Vaticano II sembra proporsi
come il “padre della nuova evangelizzazione” e “il santo patrono del
terzo millennio”...
San
Giuseppe ha avuto un ruolo speciale nella preparazione del Concilio
Vaticano II, dato che Papa Giovanni XXIII lo scelse come protettore
dell’evento, con la sua lettera apostolica in lingua italiana Le voci,
del 19 marzo 1961...
SAN GIUSEPPE, IL PADRE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
video
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Fino a trentacinque anni fa, il
giorno di San Giuseppe gli italiani lo trascorrevano in famiglia e con
gli amici. Le fabbriche, gli uffici e le scuole restavano chiusi. La
festa è venuta meno agli effetti civili, ma non agli affetti di coloro
che riconoscono nella figura esemplare di quest’uomo anche un segno del
valore – un tempo si sarebbe detto, della nobiltà – del lavoro.
“San Giuseppe è il modello
degli umili che il cristianesimo solleva a grandi destini; San Giuseppe
è la prova che per essere buoni ed autentici seguaci di Cristo non
accorrono grandi cose, ma si richiedono solo virtù comuni, umane,
semplici, ma vere ed autentiche” (Paolo VI). Con la festa del
custode del Redentore torna anche la festa del papà.
... Se guardiamo alla famiglia
di Nazareth, noteremo che è proprio questo silenzio interiore che Gesù
e Maria hanno insegnato a San Giuseppe. Se il primo dono di Dio
all’umanità è stata l’immacolata concezione di Maria, esentandola
completamente dal peccato e dalla colpa, il primo dono che la Vergine
santissima e il suo benedetto Figlio hanno fatto all’uomo è stato
quello del silenzio interiore e San Giuseppe ne è stato il primo
beneficiario.
Né la persecuzione di Erode, né la fuga in Egitto, né le traversie di
un immigrato, né le difficoltà nella gestione della maternità di Maria,
lo hanno sconvolto, ma sempre è rimasto impassibile, confidando
unicamente in Dio. Per questo è detto “il giusto”, perché nulla lo ha
turbato. Sempre ha cercato Dio...
Caro San Giuseppe, scusami se
approfitto della tua ospitalità e, con una audacia al limite della
discrezione, mi fermo per una mezz’oretta nella tua bottega di
falegname per scambiare quattro chiacchiere con te. Tu continua pure a
piallare il tuo legno, mentre io, seduto su una panca, in mezzo ai
trucioli che profumano di resine, ti affido le mie confidenze…
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Come potrebbe sussistere una, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? (Sap 11,25).
Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita (Sap 11,26).Hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini (Sap 12,19a).
Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza; ci governi con molta indulgenza (Sap 12,19).
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ASCOLTA SI FA SERA
CONVERSIONE - Al mito di Ulisse Levinas contrappone 'la storia di
Abramo che lascia per sempre la sua patria per una terra ancora
sconosciuta'. ...
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Elogio del dubbio" di Filippo Gentiloni
Si
discute sul valore del dubbio. Positivo o negativo? Il dubitare è
frequente: si dubita, più o meno, di tutto. La certezza, che si oppone
al dubbio, è rara, ma è esaltata ed elogiata. Il dubbio, invece, è
considerato negativo, dannoso. Un vizio: si cerca di ridurlo al
minimo.
Eppure
non è così; il dubbio va esaltato e valorizzato: soprattutto perché è
la via maestra verso la verità. In tutti i campi, anche nella
riflessione teologica, quella più impegnativa. Scrive Zagrebelsky in
«Contro l'etica della verità» (Laterza): «Il dubbio non è il contrario
della verità, ma può situarsi al suo interno. È il contrario del
dogmatismo. In tempi di verità granitiche che vedono nel dubbio il
pericoloso relativismo è bello osservare la scena di Tommaso e del suo
incontro con Cristo che si presenta ai discepoli in un momento di
paura». La verità ha sempre bisogno di essere ricercata e riscoperta...
Elogio del dubbio di Filippo Gentiloni
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Nel prefazio del Mercoledì delle Ceneri il digiuno è descritto come la
via che aiuta a «vincere le passioni, elevare lo spirito e infondere la
forza». Benedetto XVI lo ha definito «un’arma spirituale» e lo ha
indicato come «terapia» che «contribuisce a conferire unità fra corpo e
anima». Insieme con la preghiera e la carità, l’astinenza dal cibo è
una delle pratiche penitenziali che la Quaresima propone per
«sconfiggere il male», come verrà annunciato nella Veglia pasquale.
«Certo, l’osservanza del digiuno non è un atto masochistico. Non è
mortificazione, ma “vivificazione” perché è opera positiva personale e
comunitaria», spiega l’eremita camaldolese don Paolo Giannoni.
«Digiuno, abbraccio alla vita»
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Donne e ministerialità nella chiesa
Nell'enciclica ‘conciliare’
Pacem in terris di Giovanni XXIII (1963) al n.22 l’ingresso crescente
delle donne nella vita pubblica veniva annoverato tra i segni dei
tempi, insieme alla crescita delle classi lavoratrici (n.21) e alla
fine del colonialismo (n.23).
Ricordare
l’enciclica è doveroso, per il valore storico di questo semplice e
cauto riconoscimento: infatti è la prima volta che un documento
magisteriale rileva la cosiddetta promozione della donna senza
deplorarla – anzi come un fatto positivo.
I
segni dei tempi sono ancora al centro della nostra attenzione, ma per
quanto riguarda le donne la questione cruciale e non ignorabile è ormai
quella del loro accesso al ministero nella Chiesa, a tutti i ministeri.
Venerande esclusioni
Certo
il problema dei ministeri non è l’unico connesso con lo status della
donna nella Chiesa, ma senza dubbio è fondamentale; guardando al
futuro, è decisivo. Non solo e non tanto in se stesso, ma per la sua
natura di segno.
In
questo momento nella Chiesa la donna è ancora esclusa dai ministeri
ecclesialmente riconosciuti: non solo da quelli ordinati (l’Ordine
sacro, cioè, nei suoi tre gradi: episcopato, presbiterato, diaconato)
ma anche da quelli istituiti, il lettorato e l’accolitato.
DONNE E MINISTERI da segno dei tempi a indice di autenticità
Per
una complessa serie di ragioni, le religiose si sono trovate sempre
più, da un punto di vista ministeriale, “senza collocazione” nella
Chiesa post-conciliare. Il Concilio ha sottolineato con forza la
dignità e la missione dei laici, l'importanza fondamentale della Chiesa
locale intesa come diocesi, parrocchia e persino famiglia in quanto
centro della vita cristiana, e il servizio che il clero, cioè i
vescovi, i diaconi e i presbiteri, è chiamato ad offrire a questa
Chiesa locale. Tale rinnovata ecclesiologia non prevedeva un posto per
i ministri o i ministeri che non facessero parte di questa struttura
gerarchica, benché il Concilio insistesse più volte sul fatto che le
religiose non fossero una categoria situata in una posizione non meglio
definita tra i laici e gli ordinati. (…).
Ad
aggravare questa “mancanza di ruolo” e la conseguente invisibilità
delle religiose è sopraggiunta la rapida scomparsa di molte
istituzioni, come le scuole cattoliche, che costituivano il luogo
privilegiato del loro ministero e/o la scomparsa delle religiose stesse
da quelle istituzioni a causa della diminuzione di risorse finanziarie
e umane.
Se
molte di loro, specialmente all'inizio, hanno trovato una nuova
collocazione nelle parrocchie e nelle diocesi, il loro ruolo
all'interno del sistema ecclesiastico è stato e continua ad essere
anomalo e spesso carico di tensione.
IL FUTURO DELLE RELIGIOSE
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Fedi e Mondo
Benedetta laicità con Barbara Spinelli, Massimo Faggioli, Stefano Levi Della Torre sabato 17 marzo
Il tema di oggi, inevitabilmente molto frequentato nelle nostre perlustrazioni del religioso, è quello dellalaicità:
questo sostrato comune che nel Medio Evo accomunava tutto il popolo
credente, separato dal clero, e che oggi si riferisce invece a una
dimensione di libertà, nella quale tutti possono ritrovarsi, credenti
di qualunque appartenenza, e semplicemente credenti nell’umano. Con noi è Barbara Spinelli,
che recentemente ha preso in esame le diverse modalità che sta
assumendo nel mondo il rapporto tra gli Stati e le varie chiese e
comunità religiose: un rapporto che vede la laicità degli Stati un
crisi, nonostante la secolarizzazione del nostro mondo. Massimo Faggioli, che
insegna storia della chiesa nella università St. Thomas del Minnesota
ci offre uno sguardo d’insieme sulla crisi di laicità attraversata
dagli USA. Mentre Stefano Levi Della Torreindaga la laicità come forma del pensiero e della coscienza che interpreta il mondo
Leggere la Bibbia
Daniele. Una teologia della debolezza
con Marco Settembrini domenica 18 marzo 2012
Siamo
all’ultima “lettura” dei libri della Bibbia ebraica. Per la verità al
libro di Daniele seguono i due libri di Cronache – che però riprendono
sostanzialmente i racconti che abbiamo già trovato nei libri di Samuele
e dei Re – poi i libri di Esdra e Neemia (che riprenderemo con il
prof. Paolo Sacchi nelle prossime due puntate, di carattere storico).
Poi seguono i libri “deuterocanonici”, cioè non accolti nel canone
ebraico, la cui lettura rinviamo a un altro tempo. Dunque,
il libro di Daniele. Un libro strano, come era strano il libro di
Ester, in cui si avverte un sapore orientale, pieno di sogni, di
divinazioni, di miracoli, ma anche un libro che ci traghetta in molte
tematiche che saranno proprie del Nuovo Testamento: la vittima che
ingiustamente patisce, un Dio che salva rendendo giusto chi era
ingiusto, la una resurrezione dei morti, la vita eterna.
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Sono
trascorsi diciotto anni. Lo stesso tempo che serve a un uomo per
raggiungere la maggiore età. Era mattino presto, quel 19 marzo del
1994, quando la Camorra uccise don Peppe Diana.
L'orologio
segnava le 7:25. Don Peppe era giunto nella chiesa di San Nicola di
Bari, a Casal di Principe, per dire messa. Addosso un giaccone blu, i
jeans, la maglia scura. Portava bene i suoi 36 anni quel prete che
aveva deciso di rimanere a Casal di Principe, dov'era nato, e dove
portava avanti una lotta ai clan fatta di emancipazione culturale e
risveglio delle coscienze.
Gli
spararono in faccia. I colpi di pistola tuonarono fra le navate della
chiesa ancora deserta. Don Peppe cadde a terra esanime. Neanche un
lamento.
Fu la Camorra a ucciderlo. E fu sempre la Camorra, nei giorni seguenti, ad accendere la macchina della delegittimazione.
RICORDARE DON PEPPE DIANA, UCCISO NEL GIORNO DEL SUO ONOMASTICO
...
il sangue dei martiri ci salva perché realizza quel terribile
paradosso: i camorristi vivi puzzano di morte e gli innocenti uccisi
profumano di vita. Il profumo della memoria di don Peppe Diana e di
tutte le vittime non può non suscitare in tutta la società civile il
desiderio di non arrendersi, ma soprattutto di impegnarsi per non
vanificare, anzi per non uccidere con la propria indifferenza ancora
una volta, coloro che sono morti per noi. Lo ripetiamo sempre: sono
morti perché molti di noi non siamo stati abbastanza vivi...
IN RICORDO DI DON PEPPE DIANA
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«In nome del mio popolo non
tacerò». «Poiché il cielo rosseggia». Due citazioni della Bibbia, due
titoli, due documenti. Denuncia e speranza. In mezzo venti anni. Dalla
morte di don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe ucciso dai
killer della camorra il 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, e che
nel Natale 1991 aveva presentato, assieme agli altri parroci della
Forania, un forte documento di denuncia della camorra («Una forma di
terrorismo che incute paura») e di invito all’impegno («Le nostre
comunità hanno bisogno di nuovi modelli di comportamento»). Parole e
sacrificio non vani. Oggi (19/3 ndr) la sua chiesa, San Nicola, è
stracolma di casalesi. Per la messa di ricordo presieduta dal vescovo
di Aversa, Angelo Spinillo e concelebrata da decine di sacerdoti. Ma
anche per la successiva presentazione di un documento, firmato dal
vescovo e dai parroci, che rilancia le parole di don Peppe, «per
continuare il cammino iniziato allora» alla luce di quanto accaduto in
questi anni.
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il
pellegrinaggio è uno dei fenomeni antropologici più antichi e diffusi,
caratterizzato da una dimensione paradossale: il pellegrino lascia la
propria terra, la propria casa per andare verso un “altrove”, percepito
come luogo in cui poter ritrovare le proprie radici. Si mette in
movimento cioè per ritrovare stabilità, saldezza. E questo in virtù di
due elementi fondamentali e complementari propri al pellegrinaggio: da
un lato il viaggio stesso, l’essere in movimento, l’iter che si
compie, dall'altro il luogo a cui si desidera pervenire. Lo
snodarsi del viaggio ha una dimensione di esodo, di uscita dal proprio
mondo, di costante cambiamento di prospettive, di orizzonti, di
panorami, un’inesauribile ricchezza di volti e paesaggi nuovi,
un’alternanza del pensiero tra il luogo noto e certo che si è lasciato
e l’ignoto cui si va incontro e del quale si sa solo che può offrirci
nuova e duratura saldezza. La meta del pellegrinaggio deve dal canto
suo essere chiara fin dalla partenza: “nessun vento infatti è
favorevole alla nave che non sa a quale porto vuole approdare”,
ammoniva già Seneca. E questa sua qualità di “meta”, di telos, di
compimento, le viene proprio dal poter offrire al pellegrino che le
corre incontro quel clima di anelito alla santità, quello “spazio
sacro” di fronte al quale ci si toglie i calzari del viandante, quel
“faccia a faccia” con la verità che fa esclamare “Dio è là”.
"Quel muoversi verso l'ignoto alla ricerca di una stabilità" di Enzo Bianchi
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Si registrano sempre più casi
d’intolleranza e di discriminazione nei confronti dei cristiani in
Europa. Allo stesso tempo, il crescente interesse dei media ha dato
voce all’anonima sofferenza di casi di persone che sempre più
acquisiscono una rilevanza internazionale. È quanto emerge dal Rapporto
2011 sui casi d’intolleranza e di discriminazione dei cristiani in
Europa che viene pubblicato oggi sul sito dell’Osservatorio
sull’intolleranza e sulla discriminazione religiosa in Europa (Oidce).
Asia Bibi, madre cristiana, è
stata condannata nel novembre del 2009 in Pakistan per false accuse di
blasfemia. Ora attende la sentenza della corte d'appello in carcere.
All'Onu 50 attivisti hanno presentato una petizione per liberarla
CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Confronto tra credenti e non credenti su “Cultura della legalità e società multireligiosa”
Il
Cortile dei Gentili nasce ad opera del Pontificio Consiglio della
Cultura all’indomani delle parole rivolte dal Papa alla Curia romana
nel natale del 2009. Lo scopo, fin dall’inizio, è quello di “aprire –
come spiega mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Dicastero Vaticano
- un dialogo serio e rispettoso tra credenti e agnostici o atei”;
diventa quindi spazio di conversazione e di confronto proprio ad
immagine dello spazio che già duemila anni fa nel tempio di Gerusalemme
accoglieva i pagani in visita a Gerusalemme.
In particolar modo, “a Palermo e in Sicilia - si legge ancora sul sito www.cortiledeigentili.com -
il Cortile dei Gentili pone al centro due valori fondamentali quali la
Giustizia, nello snodo tra moralità e legalità, e la Tradizione multi
religiosa e multiculturale che ha contraddistinto l’isola mediterranea
rendendola “casa” delle culture che hanno animato le rive del “Mare tra
le terre”: buona pratica di una terra chiamata ancor oggi a sviluppare
la sua naturale vocazione al dialogo tra le religioni e le civiltà”.
PALERMO. ARRIVA IL "CORTILE DEI GENTILI"
“Cultura
della legalità e società multireligiosa” è il tema del prossimo Cortile
dei Gentili, in programma a Palermo dal 29 e 30 marzo prossimi. A
presentare l’evento stamani in Sala Stampa Vaticana, il cardinale
Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero promotore, insieme con
mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e coordinatore
dell’incontro, e Giusto Sciacchitano, sostituto procuratore nazionale
antimafia.
Ascolta
il servizio di Roberta Gisotti su Radio Vaticana: Il "Cortile dei
Gentili" a Palermo per affermare il dialogo e la lotta al crimine
A
Palermo, il 29 e il 30 marzo, filosofi, religiosi, giuristi, storici e
intellettuali proveranno a rispondere con la cultura del dialogo e del
diritto, radicata nella grande tradizione multiculturale
siciliana, all'incultura della criminalità organizzata. Fabio
Colagrande ne ha parlato con il presidente del dicastero organizzatore,
il cardinale Gianfranco Ravasi
Ascolta l'intervista da Radio Vaticana
Il
'Cortile dei Gentili' a Palermo per contrastare, attraverso il dialogo,
l'incultura dell'illegalità come fenomeno internazionale. La Radio
Vaticana intervista il magistrato palermitano Giusto Sciacchitano,
sostituto procuratore nazionale antimafia
Il 'Cortile dei Gentili' a Palermo: la cultura contro l'illegalità
Dopo
un 2011 con significativi appuntamenti - si pensi, per esempio, a
Bologna, Parigi o Tirana - l' incontro nel capoluogo siciliano è carico
di significati. Avrà come tema «Cultura della legalità e società
multireligiosa». Lo stesso cardinale Ravasi sottolinea: «La parola
legalità è fondamentale. Conserva un aspetto magico, giacché è
ininterrottamente evocata; ma è anche vero che siamo dinanzi a un
vocabolo stereotipato». Discuterne a Palermo, verificarne i significati
in una città che sovente viene considerata dai media sinonimo di mafia,
si trasforma in una sfida.
Il cardinal Ravasi: sfidiamo ogni illegalità «La dimensione ecclesiale per combattere la mafia»
video
Sarà trasmesso, dal sagrato della Cattedrale di Palermo, l'evento in
live streaming, che potrà essere seguito sul portale del Cortile dei
Gentili e sulla pagina ufficiale in Google+
Partecipa in diretta: invia le tue domande o i tuoi contributi, il Cortile penserà a sottoporle ai relatori dell'evento.
Palermo in live
Ciao siamo i bambini nel Cortile, siamo dei piccoli investigatori. La
vita, la morte, la storia, il male e il dolore, l’amore e la libertà,
l’arte e la musica, sono i nostri campi di attività.
Un carrello pieno di carta e colori correrà con noi sui binari-disegni dei bambini di tutto il mondo.
Le Cortili-Fermate saranno i nostri luoghi di incontro, le
Finestre-Università faranno da cornice alle nostre indagini e scoperte,
e riempiremo i sagrati delle Cattedrali di voci, musiche, colori,
domande, storie e racconti.
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Vedi anche il nostro precedente post:
Mons. Ravasi: Il Cortile dei Gentili allarga i confini
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Leader di
tutte le religioni, presenti nel nostro Paese, si sono ritrovati a
Palazzo Chigi per trovare insieme una via italiana all’integrazione.
L’incontro è stato promosso dal ministro alla Cooperazione
internazionale e all’Integrazione, Andrea Riccardi, che in
collaborazione con il ministero dell’Interno, rappresentato dal
ministro Annamaria Cancellieri, ha indetto una Conferenza permanente
“Religioni, cultura e integrazione”. “Ci unisce – ha detto il ministro
Riccardi – la preoccupazione per un passaggio delicato della società
italiana: l’integrazione”. In questo senso, “le comunità religiose e i
loro responsabili posso essere mediatori per l’integrazione virtuosa
nella società italiana”
Il ruolo delle religioni
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Gentile Prof. Andrea Riccardi,
le scriviamo perché abbiamo avuto notizia che oggi si
insedierà la Conferenza nazionale permanente “Religioni, cultura e
integrazione”, un organismo consultivo da lei promosso in qualità di
ministro.
Abbiamo inoltre avuto modo di leggere che, nel presentare l’iniziativa,
lei ha voluto sottolineare “l’importanza del contributo che gli
esponenti religiosi, molto influenti all’interno delle comunità
presenti in Italia, possono dare nel favorire il dialogo, la conoscenza
reciproca, la convivenza e l’integrazione”.
Ci permettiamo di formularle pubblicamente alcune critiche in merito a
tale iniziativa, e alle modalità con cui è stata posta in essere.
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POLITICA
La
giornata decisiva: Monti e la Fornero andranno avanti da soli o con il
consenso di sindacati e imprese? E la politica, sempre più alle prese
con scandali e inchieste, si accontenterà di stare a guardare mentre
viene varata la più importante riforma del lavoro degli ultimi 40 anni?
Sono i temi in discussione a Ballarò. Tra gli ospiti di Giovanni Floris
la presidente del PD Rosi Bindi, il segretario generale della Uil Luigi
Angeletti, il presidente di CNA Ivan Malavasi, il presidente
dell’Unione industriali di Roma Aurelio Regina, il magistrato
Piercamillo Davigo, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, il
presidente di Rcs libri Paolo Mieli, il presidente della Ipsos Nando
Pagnoncelli.
In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)
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Sarà
stato per la frase di Mario Monti: «Il nuovo articolo 18 varrà per
tutti». Sarà per l"entusiasmo" di varare una riforma così ampia e
complessa come quella sul lavoro, fatto sta che ieri nel primo
pomeriggio il dipartimento della Funzione pubblica lanciava un altro
sasso in uno stagno già assai increspato. «Le nuove norme sui
licenziamenti senza giusta causa e senza giustificato motivo saranno
applicate anche ai lavoratori pubblici, poiché anche a loro si applica
lo Statuto dei lavoratori», valutavano fonti del dipartimento
Alcune dichiarazioni: Alfano, Fassina, D'Alema. Dulcis in fundo Crosetto
Il
governo Monti sta commettendo il suo primo serio errore? Certamente ha
toccato il punto nevralgico della sua doppia natura «tecnica» e
«politica», su cui si è equivocato sino ad oggi .
Per colpa dell'articolo 18
rischia di saltare la riforma della Costituzione. Che praticamente
sarebbe già scritta, c'è accordo di massima tra le forze politiche
maggiori, manca soltanto il timbro finale. Eppure rimane nel cassetto
in quanto «A-B-C» dovrebbero fissare un appuntamento, incontrarsi e
dire ai rispettivi capigruppo di Camera e Senato «okay, procediamo». I
tre non hanno in animo di incontrarsi, tantomeno di procedere, per
effetto delle tensioni innescate dallo scontro sui licenziamenti.
Cosicché i giorni passano, e tra non molto suonerà il gong del tempo
scaduto. Niente riduzione del numero dei parlamentari; niente poteri
supplementari al premier; niente distinzione di ruoli tra i due rami
del Parlamento...
Questa faccenda dei licenziamenti ha
una sua sgradevolezza di fondo difficile da negare. La Cei dice
che i lavoratori non sono merce, e come darle torto. E la
soldizzazione delle anime e del futuro delle persone è roba difficile
da digerire.
C’è un certo integralismo professorale del governo, una qualche pelosa
furbizia della politica, un filo di opportunismo sindacale.
C’è questo senso di dover agire perché poteri economici e finanziari
dal volto nebuloso e impalpabile lo impongono in cambio di (non
garantiti) sollievi finanziari.
Ma in tutta questa faccenda c’è anche il segno di una vitalità politica da non sottovalutare.
"IL
TESTO può essere migliorato in Parlamento". Dopo una lunga giornata di
incontri e colloqui Mario Monti lancia il segnale che il Pd attendeva.
La riforma del lavoro non può essere considerata blindata. Le Camere
potranno intervenire senza però snaturarla. Una linea che in
serata il premier comunica direttamente a Pierluigi Bersani in una
lunga telefonata. Un chiarimento che si basa però su un presupposto che
il premier considera preliminare: gli impegni sono sempre stati
rispettati, mai è stata violata la parola data. Una risposta alle
dichiarazioni fatte mercoledì sera proprio dal leader Pd durante la
trasmissione "Porta a Porta". Non ci saranno quindi pacchetti
preconfezionati.
...
Quando c'è la convenienza politica a trovare un'intesa, è difficile che
la situazione sfugga di mano. E in questo caso i margini di compromesso
ci sono tutti.
Non si applica. Si applica. Si
può applicare, ma serve un'estensione normativa ad hoc. Non si applica,
ma occorre una deroga per legge. Puntuale e controverso, affogato nei
codicilli e nel vai e vieni delle competenze ministeriali, il dualismo
pubblico/privato si riaffaccia in coda alle modifiche progettate dal
Governo per l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, in particolare
per ciò che riguarda i licenziamenti individuali per motivi economici.
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Angelus - 18 marzo 2012
Viaggio Apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba (23-29 marzo 2012)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Viaggio Apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba (23-29 marzo 2012)
Un
viaggio, due tappe, due motti. In Messico, Insieme nella speranza,
discepoli di Gesù. E a Cuba, Pellegrino della carità. Due modi semplici
per esprimere in uno stesso stesso tempo intenzioni e obiettivi, senza
le intriganti lusinghe e gli effetti speciali ai quali la pubblicità e
i titoli dei giornali ci hanno ormai abituato. Pensati non per colpire,
ma per scolpire un’idea destinata a restare attraverso l’impegno dei
credenti. È così in ogni viaggio
del Papa. E sarà così anche in occasione di questo viaggio apostolico
che s’inizia oggi, e che porterà per la ventitreesima volta Benedetto
XVI fuori dall'Italia, e per la seconda volta in America Latina, dopo
la visita del 2007 in Brasile.
Al cuore di ogni uomo Papa
Wojtyła ha aperto il cammino. Lungo una strada che per i popoli del
Messico e di Cuba significa speranza, libertà, pace. Ma ora bisogna
seguirla e far sì che siano in molti a fare altrettanto, alla luce
della fede. È con questo spirito che Benedetto XVI affronta il suo
nuovo viaggio internazionale, sulle orme di Giovanni Paolo II. Guarda
al Messico e a Cuba, ma il suo pensiero è rivolto a tutto il grande
continente latinoamericano. Lo ha spiegato il Papa stesso ai
giornalisti che lo seguono in questa visita pastorale. L’obiettivo del
viaggio resta quello di portare Cristo e il suo amore al centro della
storia, per riportare l’uomo al centro della vita.
Cammino aperto verso la libertà
video
Su
ventidue viaggi finora compiuti in venticinque paesi, Benedetto XVI è
stato una sola volta nell’America Latina: nel 2007, in Brasile. Poiché,
pur in diminuzione, i latinoamericani rappresentano ancora una bella
fetta dei cattolici di tutto il mondo, era necessario che il papa
tornasse da quelle parti, un po’ troppo trascurate nella sua geografia
apostolica. L’occasione è stata offerta da due anniversari: il
duecentesimo dell’indipendenza del Messico e il quattrocentesimo del
ritrovamento della statuetta della Virgen de la Caridad del Cobre,
patrona di Cuba.
Così
oggi papa Ratzinger parte per il suo viaggio numero ventitre, che lo
porta in due realtà complesse, dove la Chiesa cattolica sta giocando
partite non facili.
Sud America, il ritorno del papa
video
la pagina della Santa Sede: Viaggio Apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba (23-29 marzo 2012)
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OPINIONI E COMMENTI
Un viaggio al cuore
dell’America Latina, che mentre tocca Messico (23-26 marzo) e Cuba
(26-29 marzo) in realtà abbraccia un continente intero. La visita di
Benedetto XVI porta con sé profondi significati religiosi, storici,
culturali. Un pellegrinaggio lungo le strade di una realtà che cerca un
nuovo protagonismo sullo scenario mondiale senza dimenticare il suo
ricco patrimonio di fede. In questo dossier le interviste, i discorsi,
le omelia e le cronache pubblicate su Avvenire.
Papa
Benedetto XVI sta per sbarcare per la prima volta nel suo pontificato
in America latina con un viaggio che toccherà Messico e Cuba.
Nonostante per i media internazionali e italiani tutto l’interesse sia
puntato sulla tappa caraibica del viaggio, quella nordamericana è di
gran lunga più importante. Ciò per alcuni motivi chiari: innanzitutto
il Messico è un paese del G20 di oltre 100 milioni d’abitanti rispetto
ai 12 milioni di Cuba.
Inoltre, se quella cubana appare soprattutto una visita pastorale che
segue di 14 anni quella davvero storica del predecessore di Joseph
Ratzinger, Karol Wojtyla, quella messicana tocca un paese in campagna
elettorale, nel turbine della peggior epoca di violenza dalla
Rivoluzione di 102 anni fa e dove, nonostante la religiosità di massa,
il numero dei cattolici è in continua diminuzione a favore delle chiese
evangeliche e pentecostali. Per tutto ciò, per capire davvero il
viaggio di Benedetto XVI e gli straordinari problemi che il papa
tedesco dovrà affrontare, bisogna guardare innanzitutto al Messico, fin
dalla messa di oggi a Guanajuato.
Per il “ministro” della cultura
della Santa Sede, la freschezza e il dinamismo del continente
centro-americano impongono una riflessione sul modello europeo
La leader del movimento Donne
in Bianco di Cuba, Berta Soler, parla della situazione attuale del suo
Paese e delle aspettative relative alla visita di Papa Benedetto il
26-28 marzo
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http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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