"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°12 del 2012

Aggiornamento della settimana

- dal 17 al 23 marzo 2012 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 30 marzo 2012          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

di P. Gregorio Battaglia
    di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia


 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)


Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

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NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








Pagina in continuo aggiornamento





I NOSTRI TEMPI



  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


“I valori degli italiani. Dall’individualismo alla riscoperta delle relazioni”: presentazione della ricerca realizzata dal Censis (Video)


Quali valori sono stati alla base del lungo percorso di sviluppo della realtà socio-economica italiana e quali invece caratterizzeranno il nostro futuro: è questo il filo rosso che attraversa la ricerca realizzata dalCensis nell'ambito delle attività per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia

Video degli interventi di:

  Giuliano Amato - professore - Presidente del Comitato dei Garanti del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, Ordinario di Diritto Costituzionale Comparato all'Università La Sapienza di Roma, Presidente del Centro Studi Americani e Presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani

Presentazione della ricerca

  Giuseppe De Rita - presidente del CENSIS

  Paolo Peluffo - sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri

  Giuliano Amato

  Giuseppe De Rita

  Video integrale


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“I valori degli italiani. Dall’individualismo alla riscoperta delle relazioni”: commenti e riflessioni



La Fondazione Censis ha promosso la ricerca “I valori degli italiani. Dall’individualismo alla riscoperta delle relazioni” nell'ambito delle attività per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Al centro della ricerca troviamo i valori degli italiani: quelli che sono stati alla base del lungo percorso di sviluppo della realtà socio-economica italiana e quali invece caratterizzeranno il nostro futuro. Anche grazie al confronto con i risultati di un’analoga ricerca sui valori degli italiani condotta venti anni fa è stato possibile ricostruire come ‒ dalla famiglia al lavoro, al rapporto con la spiritualità ‒ siamo cambiati. E capire se le scintille di speranza che vanno emergendo, fatte di responsabilità e attenzione alla relazione, riusciranno a essere un nuovo motore per il nostro futuro.

  I valori degli italiani: l'82% degli italiani si definisce spirituale

In cosa crediamo, cosa desideriamo? Il Censis assicura: non si pensa più a "sé", ora vince il "noi"
Ci si scherzerebbe sopra: Dio - Patria - Famiglia. E se ne trarrebbero le conseguenze: che cosa siamo diventati, che cosa andiamo cercando, dove si va a ricascare, infine. Ma forse la questione è meno suggestiva a più rispondente alle curiose dinamiche dell’alternanza sociale: c’è un tempo per pensare a sé e un tempo per pensare a noi.

  Non è (più) un Paese per individualisti

Segnali incoraggianti: dalla ricerca emerge che si è passati da un forte soggettivismo alla ricerca di relazioni. Intervista a Paola Ricci Sindoni, docente di filosofia morale

  Sui “valori degli italiani” qualcosa sta cambiando


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21-28 Marzo: VIII Settimana di Azione Contro il razzismo


21-28 Marzo: VIII Settimana di Azione Contro il razzismo Una Catena Umana in tutta Italia per dire “No a tutti i razzismi”

Mercoledì 21 marzo 2012, alle stessa ora in 35 città italiane, l'UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri,  con il patrocinio di UNHCR (Agenzia Onu per i Rifugiati) organizza la prima “Catena Umana” nazionale per dire No a tutti i razzismi.
L'occasione è fornita dalla Giornata Mondiale Contro il Razzismo, anniversario della strage di Sharpeville in Sud Africa, dove il 21 marzo 1960 la polizia sparò sui manifestanti uccidendo 69 cittadini neri in protesta contro il regime dell’apartheid.
Alle ore 10.30 in punto, nelle 35 città che hanno aderito all'iniziativa, un variegato popolo anti-razzista fatto di studenti, insegnanti, volontari dell'associazionismo, comunità straniere, cittadine e cittadini si prenderanno per mano e circonderanno i luoghi-simbolo della cultura italiana, per manifestare pubblicamente il rifiuto del razzismo e della xenofobia.
L'iniziativa principale si svolgerà a Roma, con il patrocinio del Comune, dove  la “catena” abbraccerà il Colosseo sulle note della canzone“One love” di Bob Marley, cantata da tutti i partecipanti ed eseguita sul palco da Loredana Errore,  giovane cantante italiana di origini rumene, accompagnata dall’Orchestra “Arcobaleno” della Scuola Media Sperimentale “G. Mazzini” di Roma.
Dal palco del Colosseo,  si parlerà di integrazione,  cittadinanza e discriminazione, con gli interventi di saluto di autorità pubbliche, tra gli altri il Vicepresidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli, il Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi, la portavoce dell’UNHCR Laura Boldrini, il direttore dell’UNAR Massimiliano Monnanni, la Consigliera Nazionale di Parità Alessandra Servidori, seguiti da letture interpretate da  Mariano Regillo. Vari i momenti di riflessione e testimonianza come quella della sig.ra Ndeye Rokhaya Mbengue vedova di Moudo Samb,  uno dei due ragazzi senegalesi uccisi a Firenze lo scorso 13 dicembre.
L'appuntamento è alla stessa ora, alle10.30 in punto, nelle città di:
Agrigento – Piazza Pirandello, Arezzo – Piazza Grande, Bari – Teatro Petruzzelli, Bergamo – Piazza Matteotti, Bologna – Piazza Maggiore, Brescia – Piazza  della Loggia, Cagliari – Piazza del Carmine,Catania – Piazza Università, Cento (FE) – Piazzale della Rocca, Como – Piazza del Duomo, Crema –Piazza del Duomo, Ferrara – Castello Estense, Firenze - Piazza Santissima Annunziata, Foggia – Piazza Umberto Giordano, Frosinone – Piazza Gramsci, Lecce – Piazza Sant'Oronzo, Lecco – Piazza Garibaldi, Lodi – Piazza della Vittoria, Mantova – Lungolago Gonzaga, Messina – Piazza Duomo, Milano – Piazza Duomo, Monza – Piazza Roma, Palermo – Teatro Massimo, Pavia – Piazza Vittoria, Perugia – Piazza IV Novembre, Ravenna – Basilica di S. Giovanni, Roma – Colosseo, Rosarno – Campo d'accoglienza, Contrada Testa dell'acqua, Salerno – Teatro Verdi, Sondrio – Piazza Garibaldi, Torino – Mole Antonelliana, Trieste – Piazza Vittorio Veneto, Varese – Piazza Monte Grappa Venezia – Riva degli Schiavoni, Viterbo – Piazza S. Lorenzo
In particolare modo a Rosarno il piccolo centro calabrese divenuto tristemente simbolo dello sfruttamento dell'immigrazione clandestina nel nostro Paese per dire “No a tutti i Razzismi”, cittadini italiani e stranieri si terranno per mano circondando il Campo d'Accoglienza, nella Contrada Testa dell'Acqua, con la partecipazione del regista Mimmo Calopresti.
La catena Umana è solo una delle numerose iniziative che l'UNAR realizza per l'VIII Settimana di Azione Contro il Razzismo, in programma dal 21 al 28 marzo 2012, con il patrocinio dell’UNHCR - Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, e degli Enti Locali partner dell'UNAR nell'attuazione di programmi territoriali di contrasto e prevenzione delle discriminazioni.
Sarà possibile seguire l'iniziativa su Facebook all’indirizzo:  http://www.facebook.com/norazzismi
La Settimana continua, in più di trenta città italiane, con una serie di eventi informativi, attività ludico-aggregative e di piazza, momenti di riflessione e di formazione nei luoghi di lavoro e di studio, con il coinvolgimento di enti locali, mondo della scuola, forze sindacali ed imprenditoriali, associazioni del settore e comunità straniere.
A chiudere la lunga maratona di iniziative, l'importante Convegno internazionale organizzato da UNAR e ANSI (Associazione Nazionale Stampa Interculturale), in programma a Roma nei giorni 2 e 3 aprile, che intende puntare l'attenzione di opinione pubblica ed addetti ai lavori sul tema“Media e Diversità in Italia e in Europa”.
Nel corso della due giorni, che prevede la partecipazione di esponenti del Governo Italiano, quali i Ministri Fornero e Riccardi, delle istituzioni Europee e del mondo dell'informazione, viene fatto il punto sulla rappresentazione della diversità  culturale nei mezzi di informazione a livello europeo e viene conferito il Premio giornalistico “For Diversity Against Discrimination 2011”.
Per maggiori dettagli:
  •  Manifesto VIII Settimana Contro il Razzismo
  •  Programma settimana contro razzismo 2012
(Fonte: http://www.unar.it/)


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“E’ preoccupante vedere che razzismo e discriminazione continuano a essere così pervasivi in tutta l’Unione europea. I politici devono dimostrare capacità di guida e trasmettere con forza il messaggio che l’uguaglianza nell’accesso al lavoro, alla casa e all’istruzione è cruciale per costruire una società prospera e coesa, ancor più necessaria in tempi di crisi economica. Non possiamo permetterci di respingere ai margini interi settori della popolazione europea”. È con queste parole che Chibo Onyeji, presidente dell’Enar (Rete europea anti-razzismo) ha introdotto il “Rapporto ombra 2010-2011”, lo studio sulla xenofobia e la discriminazione in Europa

   Stella Spinelli:  L'Europa è razzista

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21 marzo, giornata Mondiale sulla sindrome di Down


Da diversi anni, in Italia e in molti Paesi del mondo, il 21 marzo si celebra il World Down Syndrome Day, ovvero la Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, un importante appuntamento per informare, sensibilizzare e promuovere la collaborazione tra le diverse associazioni mondiali che si occupano di tutelare i diritti delle persone con sindrome di Down.
Perché è stata scelta proprio questa data?

  IL 21 MARZO RICONOSCIUTO DALL'ONU GIORNATA MONDIALE SULLA SINDROME DI DOWN

... Oggi che il mondo celebra la Giornata per la sindrome di Down è la festa di Luca e di tutti i bambini e gli adulti come lui, ma nelle loro case la fatica da portare avanti resta la stessa...

  Persone Down, l’accoglienza fa superare la disabilità

Che succede se in una qualsiasi pubblicità, anche la più glamour e patinata, sostituiamo a un attore un ragazzo con la sindrome di down? Non succede nulla, quasi non ce ne accorgiamo. Mercoledì 21 marzo si celebra la Giornata mondiale sulla sindrome di Down e il Coordinamento delle associazioni delle persone con sindrome di Down insieme all’agenzia pubblicitaria Saatchi and Saatchi hanno trovato un modo unico e originale di promuovere l'importanza dell'integrazione di questi individui nella società.

   21 marzo, giornata Mondiale sulla sindrome di Down

  video

Ci aveva pensato tanto tempo fa Andrea Mantegna, a Mantova, a rendere protagonista e addirittura degno della rappresentazione della Natività un bambino speciale, con gli evidenti segni della sindrome di Down, come è stato dimostrato da studiosi inglesi. 
Una tela su commissione, dei potenti Gonzaga, ma anche un modo per sdoganare con 500 anni di anticipo l’immagine irresistibile di normalità che viene dai bambini e dai ragazzi con sindrome di Down. 

  Down, irresistibile normalità

Un piccolo vademecum linguistico sulla sindrome di Down e sulle questioni ad essa collegate, utile per imparare a usare un linguaggio appropriato, accurato e inoffensivo, sia quando si comunica a un pubblico in generale, sia quando ci si rivolge alle stesse persone con sindrome di Down o alle loro famiglie.

  La sindrome di Down Cosa dire e cosa NON dire


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Ancora pregiudizi da superare. L’esperienza d’integrazione al laboratorio d’arte degli «Amici» di Sant’Egidio

   Maria Giovanna Faiella:  Down, una vita come gli altri



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L'intervento di Benigni al Quirinale per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia - video


A un anno dall'avvio delle celebrazioni, sabato 17 marzo al Quirinale ha avuto luogo un incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano su ”Bilancio e significato delle celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia”. Alla cerimonia, coordinata da Giuliano Amato, ha partecipato come ospite d’eccezione Roberto Benigni con il ”racconto” di alcuni brani significativi tratti dalla letteratura risorgimentale e patriottica.

  Il video dell'intervento di Benigni


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Siamo più o meno italiani di un anno fa? Siamo più poveri, più arrabbiati, più disorientati. Ma forse, e con qualche sorpresa, anche più italiani. Non era affatto scontato, il 17 marzo 2011. La ricorrenza dei Centocinquanta planò su un Paese distratto e cinico, ripiegato nel suo «particulare» e poco propenso a farsi sedurre dal fascino retorico della Patria.

   Massimo Gramellini:  Alla festa è mancato il futuro


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Jonathan Sandler, 30 anni insegnante di religione, i suoi figli Gabriel e Arieh, di 4 e 5 anni, Myriam Monsonego, 7 anni: le vittime innocenti della strage di Tolosa


La strage di Tolosa ha lasciato muta l’Europa e inorridita Israele. Prima di ogni giudizio, prima di una riflessione che non potrà né dovrà mancare, pesa su tutto lo sgomento...
In questa Europa così saggia e attenta al proprio passato, in questa Europa che ha davanti agli occhi le camere a gas e le racconta con tanto slancio nei libri di scuola, capita ancora di morire perché si è ebrei. L’orrore, lo sgomento, la paura, lasciano addosso una rabbia amara e impotente. 

  L'antico demone che risveglia l'orrore

A Tolosa, un “folle” cavalcando uno scooter, armato di una pistola, ha assassinato esseri umani innocenti, grandi e piccoli con feroce determinazione animata da un odio nutrito con ossessione fanatica. Questa volta sono ebrei, colpiti proditoriamente nella loro istituzione educativa.
Le vittime sono un insegnante, due suoi figli piccini e un adolescente anche se l’intento del carnefice era quello di fare una strage di maggiori proporzioni, la logica quella dello sterminio indifferenziato purché l’obiettivo fosse quello odiato, il “perfido giudeo”. La stessa mano probabilmente ha colpito già tre “maledetti mussulmani”, tre paracadutisti francesi di origine magrebina.
In questi casi, di primo acchito, si cerca una spiegazione rassicurante: è un folle...

  La peste nera

Quando accadono tragedie come quelle di Tolosa, mi chiedo se si possono ancora considerare gli ebrei come i capri espiatori della Storia. Ebbene, la risposta è sì...

  L'Europa antisemita (pdf)

«Le parole che escono dal cuore, giungono al cuore», recita il Talmud. Ed era proprio all'insegnamento di questo testo sacro all'Ebraismo che Jonathan Sandler dedicava le sue lezioni a Bordeaux. «Era un ragazzo molto dolce e discreto», dice di lui Claude Maman, ex rabbino capo della capitale della Gironda. «Non aveva - precisa - posizioni politiche marcate. Era un uomo molto praticante, ma anche aperto verso gli altri e le religioni altrui». «A volte - ricorda - portava i suoi alunni a giocare a bowling o in altri luoghi di svago, per distrarsi un po’ dagli studi e dalle lezioni». Sandler non potrà più raccontare ai suoi bambini le discussioni dei primi saggi ebrei sulle grandi questioni dell’uomo, perché la sua vita è stata interrotta prematuramente, ad appena trent'anni, nel vile attacco di Tolosa, dove sono morti anche due dei suoi figli, Arié di 6 anni e Gabriel di 3. «Il mondo, purtroppo, è in mano agli stolti», recitano i testi che leggeva ai suoi alunni. 

  Jonathan, il rabbino-ragazzo che dedicava la vita ai bambini

Il rabbino ha coperto i piccoli Gabriel e Arieh con il suo corpo
Era tornato a fare l'insegnante nel luogo dove aveva studiato da bambino. Al rabbino Jonathan Sandler, nato a Parigi 30 anni fa, la sonnacchiosa Tolosa piaceva - hanno raccontato gli amici - per «la tranquillità». Una città (la quarta più popolosa di Francia) dove era arrivato nel settembre scorso con l'idea di studiare in pace e crescere i suoi tre figli accanto alla moglie, lasciando per un paio d'anni la combattiva Gerusalemme, il quartiere di Kiryat Hayovel dove avevano casa e il centro di studi ebraici Zichron Shimon dove contava di tornare a completare gli studi. 
Sandler era una di quelle persone per cui gli studi sono un tour che non finisce mai. È morto davanti all'entrata dell'istituto Ozar haTorah (che comprende anche un collegio di 50 studenti e una sinagoga) dove insegnava la Torah (la Bibbia). 

  L'ultimo gesto d'amore di papà Jonathan

Le spoglie di Jonathan Sandler, 30 anni insegnante di religione, dei suoi figli Gabriel e Arieh, di 4 e 5 anni, più quello di Myriam Monsonego, 7 anni, figlia del rabbino e direttore della scuola Ozar Hatorah, sono partite alla volta di Israele per essere sepolte mercoledì 21 a Gerusalemme.


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... Ci sono molte zone oscure nella dinamica di questo affare che mettono in causa gli apparati d’intelligence, di investigazione e repressione dello Stato, e alcune domande che mettono in causa la società francese, e europea. Tralasciamo per ora le prime, vediamo le seconde. Intanto come è potuto accadere che il giovane dal sorriso luminoso e allegro la cui foto campeggia oggi in prima pagina di molti giornali, abbia potuto arrivare, se egli lo ha fatto, all’ignominia dell’omicidio dei bimbi alla scuola ebraica. Si stenta a crederlo. Non basta il richiamo al fanatismo religioso, al viaggio in Afganistan e in Pakistan, al dramma dei bambini palestinesi che spesso muoiono colpiti dalla bombe dell’esercito israeliano. Merah appare figlio dell’esclusione e discriminazione dei ghetti che stanno e crescono nel cuore della Francia metropolitana, piuttosto che delle moschee, fossero anche le più fondamentaliste.

   Bruno Giorgini:  La società francese, vista da Tolosa

Ce n’eravamo dimenticati. O meglio, c’eravamo illusi che la rete del terrorismo islamico non pescasse più nelle acque d’Occidente. Ci stavamo abituando a pensare che al-Qaeda non fosse più in grado di colpirci a casa nostra, in Europa, com’era avvenuto con gli attentati spaventosi a Madrid nel 2004 e a Londra nel 2005. Speravamo, ed eravamo quasi convinti, che la follia omicida del Jihad, la guerra santa contro «gli infedeli e i crociati», fosse ormai in via d’estinzione dopo l’uccisione del suo capo Benladen e ancor più dopo la nascita dei nuovi movimenti popolari che hanno caratterizzato le "primavere arabe".
La tragedia di Tolosa ci ha fatto ripiombare nell’incubo, come se una mano crudele avesse deciso di far girare all’indietro l’orologio della storia.

   Luigi Geninazzi:  Tolosa, nuovi incubi


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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"

Il 20 marzo 1994 la giornalista RAI Ilaria Alpi e l'operatore Miran Hrovatin, inviati in una Somalia dilaniata dalla guerra civile, dove regnano la violenza, i traffici illegali, il caos, sono uccisi in un agguato a Mogadiscio.Sono il simbolo di un giornalismo libero e coraggioso

   A 18 anni dalla morte di Ilaria e Miran

 Il filmato dell'edizione straordinaria del Tg3 in cui con grande commozione si annuncia la notizia

   1994, muore Ilaria Alpi. Tg3 edizione straordinaria

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Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Poesia istituita dall’Unesco al fine di riconoscere all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo interculturale, della comunicazione e della pace.
"Quelli della Via" invita tutti gli amici a pubblicare le poesie preferite come commento a questo post.

   Rai.tv - Giornata Mondiale della Poesia

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Crisi: "Bregantini: lavoratori, non merci" e "il non lavoro" che uccide...


Monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione Lavoro, giustizia e pace della Conferenza episcopale italiana, docente di Storia della Chiesa con una lunga esperienza di operaio in fabbrica negli anni della giovinezza, continua a porsi una domanda. “Con questa riforma la precarietà sarà vinta? O resteremo comunque in un clima di precarietà? O addirittura l’aumenteremo?” 

 
Bregantini: lavoratori, non merci

​Il lavoro, anzi "il non lavoro" uccide, soprattutto se lo si perde in un paese del profondo Sud. È successo ancora. Due vite spezzate, nel Salentino e in Calabria. Scorrano, in provincia di Lecce, conta appena settemila abitanti. Lì, dove evidentemente le occasioni per trovare un nuovo impiego sono men che esigue, quasi nulle. Se poi a questa situazione già deprimente, si somma la scomparsa del proprio genitore ed il peso di dover pensare ad una mamma invalida ed ai propri fratelli, ecco che diventa tutto buio intorno e la mente spinge verso il gesto estremo, verso la decisione di chiudere con l’esistenza, di farla finita.

  Licenziati per crisi: due suicidi al Sud

Suicidi e ancora suicidi tra gli imprenditori a tal punto che la CGIA di Mestre ha proposto proprio in questi giorni un fondo di solidarietà per mancanza di credito gestito in stretta collaborazione con i consorzi Fidi. Sono cinquanta negli ultimi tre anni quelli che si sono tolti la vita. E tra quei cinquanta molti non erano falliti o stavano fallendo. Erano in una drammatica crisi di liquidità perché vantavano crediti che non riuscivano a incassare. 

  Piccoli suicidi tra imprenditori. Il dramma, in Italia è figlio della crisi di liquidità

Quasi tremila suicidi in un anno, uno al giorno per motivi legati al lavoro. I dati pubblicati dall'istituto di ricerca "Eures" sono tragicamente chiari. E con la crisi economica il numero di persone che si sono tolte la vita è aumentato di quasi il 6%, con un incremento vertiginoso pari quasi al 40% fra i disoccupati. Nel Nord-Est, cuore pulsante del tessuto produttivo italiano, il fenomeno è esploso in tutta la sua tragicità: 50 piccoli imprenditori si sono suicidati negli ultimi tre anni. 

  Ascolta il servizio di Massimo Pittarello a Radio Vaticana:  Crisi e suicidi: nasce "Terraferma" per aiutare imprenditori e lavoratori in difficoltà

La crisi internazionale ha colpito duro, anzi durissimo, soprattutto nel ricco (o ex ricco) nordest. Migliaia i posti di lavoro persi dal 2008 a oggi, ma la notizia più sconvolgente riguarda i suicidi degli imprenditori, mai così tanti come negli ultimi anni.
L’area del Veneto è fra le più colpite. Ormai sono molti gli imprenditori che denunciano situazioni finanziarie insostenibili e non ottengono alcun aiuto dalle banche. Una delle maggiori difficoltà, come sottolineano dalla Confartigianato veneta, è data dalla fatica che gli imprenditori fanno per riscuotere i crediti da altre imprese. A volte è tanto difficile farsi pagare che si finisce sul lastrico e si è costretti a chiudere baracca e burattini. E, come detto, non sono pochi quelli che decidono di farla finita, anche con la vita.

  Italia, suicidi e imprenditori: in Veneto nasce Life Auxilium


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La crisi continua a uccidere. Perché è la crisi a guidare la mano di quanti, non riuscendo più a onorare i debiti, decidono di farla finita.

   REPUBBLICA:  Suicidia imprenditore nel pescarese Rovinato dai debiti si è impiccato

Crisi economica, imprenditori stremati, suicidi. Un fenomeno atroce che sta contrassegnando questo periodo. Un fenomeno che deve essere contrastato, combattuto. E, secondo la CNA di Montebelluna, la ricetta è prima di tutto culturale.

   OGGI TREVISO:  Crisi e suicidi: per la CNA la ricetta è culturale

La crisi c’è e si fa sentire in tutto il Paese, però. La Cgia ha reso noto che da settembre 2008 allo stesso periodo del 2011 l’indebitamento (medio) delle famiglie italiane è aumentato del 36,4 per cento.

   E-ONLINE:  Italia, le famiglie sempre più indebitate

Nell'Italia attraversata dalla crisi, storie di ordinario disagio a Genova: un disoccupato di 45 anni, preoccupato per le condizioni di salute della figlia, è salito oggi su un traliccio nella periferia della città e ha minacciato di lasciarsi cadere se qualcuno non lo avesse messo nelle condizioni di comprare le scarpette ortopediche per la figlia malata.

   AVVENIRE:  Disoccupato sale su un traliccio: "A mia figlia malata servono scarpe ortopediche"

Sfrattati e senza lavoro. Così, un rumeno, un tunisino e un albanese hanno deciso di porre rimedio da soli alla crisi degli alloggi, occupando uno stabile sfitto da 15 anni. E’ accaduto a Firenze la scorsa settimana.

   Luca Galassi:  Toscana, 200mila sotto sfratto

Intervista a Giuseppe De Rita, presidente del Censis, sullo scottante tema del precariato in Italia: non riguarda solo i giovani, ma soprattutto 40enni e 50enni espulsi dal lavoro.

   Francesco Chiavarini:  De Rita: sono i precari il vero dramma


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“Lo sviluppo, se non è accompagnato da una politica di welfare, tende ad essere disgregante”. Ne è convinto Agostino D’Ercole, presidente dell’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e docente universitario, intervistato dal Sir per riflettere sulle politiche sociali indirizzate al mondo della disabilità in un momento di grave crisi economica.

   SIR:  Uno sforzo per l'equità

E' nato a Roma presso l'Opera don Calabria l'Ambulatorio Sociale di Psicoterapia, dove i pazienti delle fasce più deboli possono non pagare.

   Luca Attanasio:  Roma, il paziente paga... se può

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Giornata mondiale dell'acqua


Un mondo sempre più assetato
Oggi è la Giornata mondiale dell'acqua, dedicata alla produzione agricola. E non interessa solo l'Africa, ma anche zone dell'Europa soggette a stress idrico. Come il Sud d'Italia.

   Giuseppe Altamore:  Un'agricoltura idroesigente
   Giuseppe Altamore:  Profughi idrici
   Giuseppe Altamore:  Il mistero dei Maya
   Giuseppe Altamura:  Le guerre dell'acqua tra mito e realtà


Mentre il mondo celebra la Giornata Mondiale dell’ Acqua, l'UNICEF invita i governi a prestare particolare attenzione alle persone che vivono nelle zone rurali e che non godono dei progressi del loro paese, specialmente per quanto riguarda l'accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari di base.

   UNICEF:  Giornata mondiale dell'acqua 2012 (testo+video)





Notizie dal mondo


Acqua, Africa chiama Africa
Fino al 30 marzo, Amref lancia l’iniziativa di un sms solidale a numero 45508. Obiettivo: costruire pozzi, acquedotti, dighe per dare acqua pulita a scuole, a villaggi, a famiglie.

  Luciano Scalettari:  Corno d'Africa e Sahel, le frontiere della sete

  Luciano Scalettari:  La carenza dell'"oro blu"

  Luciano Scalettari:  Kenia, una giornata al campo di Turkana


A giugno erano solo 2.300, oggi ce ne sono quasi 8.000. I profughi siriani in Libano, nonostante il confine sia ormai bombardato e infestato di mine, aumentano di ora in ora. Ma queste sono solo le cifre ufficiali: perché «stimiamo che ce ne siano almeno altri 5.000 nella valle della Beqaa non registrati», ammette Dana Sleiman portavoce della sezione libanese dell’Alto commissario Onu per i rifugiati (Acnur).

   Susan Dabbous:  Libano, un limbo per 8.000 siriani in fuga dall'odio

Dovrebbero entrare in vigore a luglio 2012 le sanzioni dell’Unione europea, votate all’inizio di febbraio da Bruxelles contro l’Iran per dissuadere Teheran dal portare avanti il suo programma nucleare che l’Ue e gli Usa ritengono abbia una finalità militare.

   Christian Elia:  Iran Turchia e il business delle sanzioni




Lotta alla mafia


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‎"XVII Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie" - 17 marzo: "Genova Porta d'Europa "



Oggi a Genova la diciassettesima edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", promossa dall'associazione Libera e Avviso Pubblico per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie. "Genova Porta d'Europa " è lo slogan che accompagnerà la giornata, durante la quale si incontreranno nel capoluogo ligure oltre 500 familiari (italiani e stranieri) delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 5000 familiari. 
La memoria e l'impegno sono già stati protagonisti nella capitale ligure a partire dal pomeriggio del 16 marzo con l'incontro tra i familiari delle vittime delle mafie e la veglia ecumenica.

Sono tanti, più di 400, e vengono dalle regioni dove la mafia, le mafie, hanno colpito più duro: Calabria, Sicilia, Campania. I familiari delle vittime delle mafie, riuniti al teatro Carlo Felice di Genova per la 17/ma Giornata della memoria e dell'impegno voluta da Libera, si conoscono e si riconoscono guardandosi negli occhi. Don Luigi Ciotti che siede davanti a loro comincia a parlare ricordando una frase di Saveria Antiochia, madre di Roberto, il poliziotto che venne massacrato dai killer di Totò Riina e Bernardo Provenzano mentre cercava di salvare Ninni Cassarà. "Quando ti uccidono un figlio sparano anche su di te", aveva detto Saveria poco prima di morire. "E così - dice don Ciotti - è necessario che tutti sentano sulla pelle quei colpi di pistola, perché venga mantenuta alta la memoria e perché la lotta alla mafia non si fermi"...

   GENOVA: I FAMILIARI PLAUDONO I FUNERALI DI STATO PER PLACIDO RIZZOTTO

Si è conclusa con un lungo discorso di don Luigi Ciotti la manifestazione al Porto Antico di Genova, evento centrale della 17/a Giornata della Memoria e dell'Impegno promossa da Libera.
Guarda la pagina di LIBERA dedicata alla manifestazione con Il Messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e la galleria fotografica della giornata:

   DA TUTTA ITALIA OLTRE CENTOMILA A GENOVA

   video: L'intervento di don Ciotti al Punto di Corradino Mineo


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"XVII Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie" - 17 marzo: "Genova Porta d'Europa" - Video



Il fiume colorato di Libera a Genova? Raccontiamolo con le "s". 
Successo, certo. In un momento di vuoto della politica, di sbandamenti e frustrazioni, l'associazione fondata da don Luigi Ciotti ha raccolto intorno a sé a Genova più di centomila persone provenienti da tutta Italia. Per dire no alla mafia e per lanciare le sue proposte. Nessuna bandiera di partito, moltissimi striscioni di scuole, dal Piemonte alla Sicilia. Ai livelli alti del paese sembrano indaffarati a smontare leggi e processi e pubblica moralità. Il paese più moderno e vitale raccoglie invece le forze per decollare.
Libera come speranza... come sentimento... come solidarietà... come saggezza... come scandalo.

   GENOVA, DALLA SPERANZA ALLA SAGGEZZA

   Consulta la rassegna stampa nel sito di LIBERA

A partire dalle ore 7 l'arrivo delle delegazioni dei partecipanti da tutta Italia. Concentramento del corteo a piazza Vittoria e partenza del corteo alle 9:30 per arrivare a Piazza Caricamento - Porto Antico

   Video per seguire il corteo e viverne il clima

   video: Ascoltiamo l'intervento di don Luigi Ciotti



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Don Luigi Ciotti ad Agorà il 16/3/2012 (Video)


Il fondatore di Libera approfondisce la questione sulla criminalità organizzata italiana, intervenendo in studio ad Agorà da Genova, in occasione della XVII Giornata della Memoria e dell'Impegno a favore di tutte le vittime delle mafie

  Video: Luigi Ciotti ad Agorà 16/3/2012 parte 1-2-3-4


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‎"XVII Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie" - 21/22 marzo: "Lampedusa Porta d'Europa "



C'è un'Isola delle tante isole siciliane che si chiama Lampedusa. Terra d'odissee, più vicina all'Africa che all'Italia, è nata per accogliere invece che respingere. Le sue coste a Sud, ricche di cale ed insenature hanno dato riparo e speranza a migliaia di moderni Omero, nei secoli in fuga da guerre e miserie. Quelle a Nord, a strapiombo sul mare, guardano l'Europa pronta a respingere piuttosto che ad accogliere. Nel mezzo c'è il Mare Mediterraneo, l'avanguardia dei nuovi traffici delle mafie e posto al mondo con più vittime delle criminalità organizzate internazionali (si stimano 1500 morti circa solo nel 2011). 

  LAMPEDUSA PORTA D'EUROPA

 ''Le organizzazioni criminali nel Mediterraneo hanno fatto più vittime che le guerre di mafia. Diciamo basta ai venditori di illusioni e chiediamo speranza e concretezza. La politica faccia la sua parte fino in fondo, bisogna fare di pi''. Lo ha detto, a Lampedusa, don Luigi Ciotti , in occasione della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime delle lotte alle mafie, promossa da Libera e Avviso pubblico.

  IMMIGRAZIONE: DON CIOTTI A LAMPEDUSA, BASTA VENDITORI SOGNI

  video

  Da Lampedusa le foto di Linda Liotta

''Nemmeno 5 ore dopo la chiusura della bella manifestazione contro le mafie, organizzata da Libera in collaborazione con Legambiente, che ha animato l'isola per due giorni, un incendio ha devastato un padiglione interno al cortile della scuola dove le associazioni avevano incontrato scuole e cittadini sui temi della legalità e dell'immigrazione''. 

  Lampedusa: Legambiente, incendio doloso dopo manifestazione contro mafie


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E veniamo all'attualità del nostro Paese. Sono tornate alla ribalta le stragi di Capaci e di via d'Amelio nelle quali hanno perso la vita gli esimi magistrati Falcone e Borsellino con le rispettive scorte. Sembravano ormai risolte con l'epigrafe di attentati di mafia, ma è emerso che quelle stragi possono essere state architettate in combutta con forze politiche e istituzionali. Si dice e si documenta che accenni in questo senso ci sono nelle stesse confidenze fatte dalle vittime ai familiari e ad altri, confermate anche da loro comportamenti. Il che fa dire che se si fosse guardato a quelle stragi con gli occhi delle vittime poteva uscire prima la luce della verità.

   Vittorio Cristelli:  Guardare con l'occhio delle vittime (pdf)

Dal 1996 ogni 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è il simbolo della speranza che si rinnova. Dopo la splendida giornata del 17 marzo a Genova in tutta Italia tantissime iniziative per ricordare le vittime innocenti delle mafie.  

   LIBERA:  21 marzo: Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie

“È l’ora di scuotere le coscienze, di indignarsi, di tornare ad essere liberi di parlare e di vivere. Liberi di giocare come non è stato permesso di fare ad un bambino come mio figlio”. L’appello arriva dal sagrato di piazza Duomo nella prima soleggiata mattinata di primavera. È il 21 marzo, il giorno che ‘Libera - associazioni nomi e numeri contro le mafie’ dedica alla memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie. La voce  è quella di Giovanni Gabriele, papà di Domenico, il bambino ucciso proprio a Crotone in una sera di giugno del 2009, mentre giocava su un campo di calcio

   Angela De Lorenzo:  È l'ora di indignarsi

Magistrati e forze dell'ordine hanno portato via a Cosa Nostra, camorra e ndrangheta  20 miliardi di euro. Ma da mesi l'Agenzia nazionale per i beni confiscati fa i conti con le banche. Ben l'80 per cento di questi beni è sostanzialmente ingestibile, al 65 per cento per i gravami ipotecari avanzati dagli istituti di credito

   Francesco Viviano e Alessandra Ziniti:  Il tesoro delle mafie




FEDE E
SPIRITUALITA'



La pace: incontro con l'altro

HOREB n. 60 - 3/2011


TRACCE DI SPIRITUALITA'

A CURA DEI CARMELITANI

Quando si parla di pace, oggi, facilmente si fa riferimento ad alleanze strategiche, equilibrio di forze e di armi; si ritiene quindi che la pace sia frutto di alchimie politiche e del buon senso dei “grandi” di questo mondo. 
Nella riflessione biblica, la pace è, prima di tutto, dono che procede da Dio e non dagli uomini, essa è costitutiva della natura di Dio, infatti, Pace è il suo nome, «Jhwh-Shalom» (Gdc 6,24). 
Gesù viene sulla terra per annunciare agli uomini che Dio è Signore di tutti e quindi per portare a tutte le genti la nuova novella della pace (At 10,36). Egli non è solo colui che evangelizza la pace, ricorda Paolo, ma anche colui che, mediante il sangue della sua croce, riconcilia tutte le cose, facendo la pace (Col 1,20). 
Con la sua morte in croce, sottolinea ancora l’Apostolo, Gesù distrugge in sé l’inimicizia, abbatte il muro di separazione che tiene lontani giudei e pagani, e crea un uomo nuovo, per cui, conclude Paolo, “Gesù è la nostra pace” (Ef 2,14). 
Proprio perché Gesù è la nostra pace, per chi accoglie il suo spirito e si lascia coinvolgere nel suo vissuto, la pace non si pone come esigenza etica o sociale, ma essa è intrinseca al dono globale, definitivo e supremo fatto da Dio all'uomo per mezzo di Gesù Cristo, allora la pace è costitutiva della vita del credente, in quanto vita coinvolta nel dinamismo trinitario e animata dallo spirito del Padre e del Figlio, che è Spirito di comunione e di pace.

Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.


   Editoriale

   Sommario


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it


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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)

I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA – 2012

CAMMINANDO NELLA VIA DI GESÙ

Lettura del Vangelo di Marco

Dal 25 Gennaio al 28 Marzo

presso la sala del convento dalle h. 20.00 alle h. 21.00

Calendario degli incontri


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Scuola di Formazione per la Vita Cristiana "SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale del Vicariato di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

Scuola di Formazione per la Vita Cristiana
"SCEGLIERE DIO PER AMICO"
Itinerario Formativo Triennale
Vicariato di Barcellona P. G. (ME)

III ANNO




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  La Bibbia in un frammento
"Non crediate 
che io sia venuto
 a portare
 pace sulla terra:
 sono venuto
 a portare non pace,
 ma spada!"
(Matteo 10,34)

  Gianfranco Ravasi: Cristo e la spada



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‎"Le Frontiere dello Spirito" puntata dell'18 marzo 2012



Domenica 18 marzo 2012, "Le Frontiere dello Spirito", il programma di cultura e attualità religiosa, curato e condotto dal Cardinale Gianfranco Ravasi, insigne biblista, e dalla giornalista Maria Cecilia Sangiorgi.

Nella prima parte della trasmissione, il cardinale Ravasi commenta con la consueta competenza e autorevolezza la prima lettura (Cr 36,14-16.19-23) e il brano del salmo (136/137,1-6) proclamati nella celebrazione della domenica. 
Nella seconda parte del programma "I volti e le storie", curata da Maria Cecilia Sangiorgi, il servizio "Misericordia la virtù dei forti".
Continua il cammino compiuto in questa quaresima sul tema della misericordia con alcune riflessioni: La misericordia ha sempre dimorato nel cuore dell'uomo? è un istinto o è frutto della cultura e della presa di coscienza di sè e dell'altro? e per un laico cos'è la misericordia, cosa significa, può trasformare il mondo? 
Ospite e protagonista della puntata è Salvatore Natoli, filosofo e docente all'Università degli Studi di Milano.

   il video della puntata intera sul sito Mediaset



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   San Giuseppe

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San Giuseppe


La Chiesa è oggi in festa per il Santo per eccellenza, Giuseppe, il padre putativo di Gesù. Innumerevoli sono i messaggi d’auguri di personaggi pubblici, come di semplici fedeli, giunti in queste ore a Benedetto XVI per il suo onomastico. Ma quale valore ha la figura di un Santo la cui discrezione e la cui umiltà appaiono quasi una provocazione per l’epoca attuale, tutta protesa alla massima visibilità garantita dalle reti sociali? Alessandro De Carolis offre una risposta attraverso il Magistero dedicato dal Papa allo sposo di Maria:
Amare la propria famiglia senza dire cose memorabili. Fare del bene ai propri amici senza farsi pubblicità. In una parola: esserci sempre senza apparire mai. Visto dall'esterno, decisamente un uomo “sbagliato”, San Giuseppe, per l’era dell’homo ipermediaticus. Un anti-personaggio, uno fuori dalla “rete” – quella per cui si "è" se si è “amici di” e “condivisi su” – e dunque uno che non conta. 

   La Chiesa festeggia San Giuseppe. Il Papa: rinunciò al suo progetto per servire quello di Dio

Uomo del silenzio, Giuseppe apprese nella sua quiete orante, giorno dopo giorno, la volontà del Signore. Dopo il ritorno dall'Egitto, nulla ci è detto a suo riguardo. Un'antica leggenda vuole che egli abbia terminato i suoi giorni in una grande pace, indicando nel figlio Gesù, riconosciuto come Messia, il motivo della sua serenità di fronte alla fine della vita terrena. Per questo motivo, nella tradizione occidentale si cominciò presto a invocarne l'intercessione per ricevere il dono di una buona morte. 

   19 marzo

   video

Marzo è il mese di San Giuseppe, che la Chiesa celebra lunedì prossimo, il 19 marzo. Oggi, il santo patrono del Concilio Vaticano II sembra proporsi come il “padre della nuova evangelizzazione” e “il santo patrono del terzo millennio”...
San Giuseppe ha avuto un ruolo speciale nella preparazione del Concilio Vaticano II, dato che Papa Giovanni XXIII lo scelse come protettore dell’evento, con la sua lettera apostolica in lingua italiana Le voci, del 19 marzo 1961...

   SAN GIUSEPPE, IL PADRE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

   video


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Fino a trentacinque anni fa, il giorno di San Giuseppe gli italiani lo trascorrevano in famiglia e con gli amici. Le fabbriche, gli uffici e le scuole restavano chiusi. La festa è venuta meno agli effetti civili, ma non agli affetti di coloro che riconoscono nella figura esemplare di quest’uomo anche un segno del valore – un tempo si sarebbe detto, della nobiltà – del lavoro.

  Roberto Colombo: Nobiltà del lavoro

“San Giuseppe è il modello degli umili che il cristianesimo solleva a grandi destini; San Giuseppe è la prova che per essere buoni ed autentici seguaci di Cristo non accorrono grandi cose, ma si richiedono solo virtù comuni, umane, semplici, ma vere ed autentiche” (Paolo VI). Con la festa del custode del Redentore torna anche la festa del papà.

  Mario Colavita: Nella festa dei padri “evaporati” l’insegnamento di S.Giuseppe

... Se guardiamo alla famiglia di Nazareth, noteremo che è proprio questo silenzio interiore che Gesù e Maria hanno insegnato a San Giuseppe. Se il primo dono di Dio all’umanità è stata l’immacolata concezione di Maria, esentandola completamente dal peccato e dalla colpa, il primo dono che la Vergine santissima e il suo benedetto Figlio hanno fatto all’uomo è stato quello del silenzio interiore e San Giuseppe ne è stato il primo beneficiario. 
Né la persecuzione di Erode, né la fuga in Egitto, né le traversie di un immigrato, né le difficoltà nella gestione della maternità di Maria, lo hanno sconvolto, ma sempre è rimasto impassibile, confidando unicamente in Dio. Per questo è detto “il giusto”, perché nulla lo ha turbato. Sempre ha cercato Dio...

  Giovanni Sabatini: San Giuseppe l'uomo del silenzio

Caro San Giuseppe, scusami se approfitto della tua ospitalità e, con una audacia al limite della discrezione, mi fermo per una mezz’oretta nella tua bottega di falegname per scambiare quattro chiacchiere con te. Tu continua pure a piallare il tuo legno, mentre io, seduto su una panca, in mezzo ai trucioli che profumano di resine, ti affido le mie confidenze…

  Tonino Bello: Caro San Giuseppe




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Come potrebbe sussistere una, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? (Sap 11,25).


   Pensati dal Padre

Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita (Sap 11,26).

   Per superare la notte

Hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini (Sap 12,19a).

   Amore da provare

Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza; ci governi con molta indulgenza (Sap 12,19).

   Ogni mitezza

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ASCOLTA SI FA SERA

CONVERSIONE - Al mito di Ulisse Levinas contrappone 'la storia di Abramo che lascia per sempre la sua patria per una terra ancora sconosciuta'. ...

   P. Ugo Sartorio (audio)


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‎"Elogio del dubbio" di Filippo Gentiloni



Si discute sul valore del dubbio. Positivo o negativo? Il dubitare è frequente: si dubita, più o meno, di tutto. La certezza, che si oppone al dubbio, è rara, ma è esaltata ed elogiata. Il dubbio, invece, è considerato negativo, dannoso. Un vizio: si cerca di ridurlo al minimo. 
Eppure non è così; il dubbio va esaltato e valorizzato: soprattutto perché è la via maestra verso la verità. In tutti i campi, anche nella riflessione teologica, quella più impegnativa. Scrive Zagrebelsky in «Contro l'etica della verità» (Laterza): «Il dubbio non è il contrario della verità, ma può situarsi al suo interno. È il contrario del dogmatismo. In tempi di verità granitiche che vedono nel dubbio il pericoloso relativismo è bello osservare la scena di Tommaso e del suo incontro con Cristo che si presenta ai discepoli in un momento di paura». La verità ha sempre bisogno di essere ricercata e riscoperta...

   Elogio del dubbio di Filippo Gentiloni



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«Digiuno, abbraccio alla vita»



Nel prefazio del Mercoledì delle Ceneri il digiuno è descritto come la via che aiuta a «vincere le passioni, elevare lo spirito e infondere la forza». Benedetto XVI lo ha definito «un’arma spirituale» e lo ha indicato come «terapia» che «contribuisce a conferire unità fra corpo e anima». Insieme con la preghiera e la carità, l’astinenza dal cibo è una delle pratiche penitenziali che la Quaresima propone per «sconfiggere il male», come verrà annunciato nella Veglia pasquale. «Certo, l’osservanza del digiuno non è un atto masochistico. Non è mortificazione, ma “vivificazione” perché è opera positiva personale e comunitaria», spiega l’eremita camaldolese don Paolo Giannoni.

   «Digiuno, abbraccio alla vita»


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   Dilatate il vostro cuore...

   Che ogni giorno...

   Dio, infatti...

   ... Tu, Giuseppe, hai scommesso tutto...

   Gesù è colui che...

   Si dimentica forse una donna...

   La massima perfezione...

   I cristiani vivono come tutti gli altri...


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Donne e ministerialità nella chiesa


Nell'enciclica ‘conciliare’ Pacem in terris di Giovanni XXIII (1963) al n.22 l’ingresso crescente delle donne nella vita pubblica veniva annoverato tra i segni dei tempi, insieme alla crescita delle classi lavoratrici (n.21) e alla fine del colonialismo (n.23).
Ricordare l’enciclica è doveroso, per il valore storico di questo semplice e cauto riconoscimento: infatti è la prima volta che un documento magisteriale rileva la cosiddetta promozione della donna senza deplorarla – anzi come un fatto positivo.
I segni dei tempi sono ancora al centro della nostra attenzione, ma per quanto riguarda le donne la questione cruciale e non ignorabile è ormai quella del loro accesso al ministero nella Chiesa, a tutti i ministeri.
Venerande esclusioni
Certo il problema dei ministeri non è l’unico connesso con lo status della donna nella Chiesa, ma senza dubbio è fondamentale; guardando al futuro, è decisivo. Non solo e non tanto in se stesso, ma per la sua natura di segno.
In questo momento nella Chiesa la donna è ancora esclusa dai ministeri ecclesialmente riconosciuti: non solo da quelli ordinati (l’Ordine sacro, cioè, nei suoi tre gradi: episcopato, presbiterato, diaconato) ma anche da quelli istituiti, il lettorato e l’accolitato. 

  DONNE E MINISTERI da segno dei tempi a indice di autenticità

Per una complessa serie di ragioni, le religiose si sono trovate sempre più, da un punto di vista ministeriale, “senza collocazione” nella Chiesa post-conciliare. Il Concilio ha sottolineato con forza la dignità e la missione dei laici, l'importanza fondamentale della Chiesa locale intesa come diocesi, parrocchia e persino famiglia in quanto centro della vita cristiana, e il servizio che il clero, cioè i vescovi, i diaconi e i presbiteri, è chiamato ad offrire a questa Chiesa locale. Tale rinnovata ecclesiologia non prevedeva un posto per i ministri o i ministeri che non facessero parte di questa struttura gerarchica, benché il Concilio insistesse più volte sul fatto che le religiose non fossero una categoria situata in una posizione non meglio definita tra i laici e gli ordinati. (…).
Ad aggravare questa “mancanza di ruolo” e la conseguente invisibilità delle religiose è sopraggiunta la rapida scomparsa di molte istituzioni, come le scuole cattoliche, che costituivano il luogo privilegiato del loro ministero e/o la scomparsa delle religiose stesse da quelle istituzioni a causa della diminuzione di risorse finanziarie e umane.
Se molte di loro, specialmente all'inizio, hanno trovato una nuova collocazione nelle parrocchie e nelle diocesi, il loro ruolo all'interno del sistema ecclesiastico è stato e continua ad essere anomalo e spesso carico di tensione. 

  IL FUTURO DELLE RELIGIOSE


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La promessa di un posto fisso in Spagna, dove 1 giovane su 2 è disoccupato, è più allettante che mai. Con un video in Rete, la Conferenza Episcopale Spagnola prova a stimolare nuove "vocazioni".

 
Il messaggio lanciato in Rete dalla Chiesa spagnola per stimolare nuove vocazioni: «Vuoi il posto fisso? Fatti prete» (Testo+video)

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Uomini e profeti

Fedi e Mondo

Benedetta laicità 
con  Barbara Spinelli, Massimo Faggioli, Stefano Levi Della Torre
sabato 17 marzo

 

Il tema di oggi, inevitabilmente molto frequentato nelle nostre perlustrazioni del religioso, è quello dellalaicità: questo sostrato comune che nel Medio Evo accomunava tutto il popolo credente, separato dal clero, e che oggi si riferisce invece a una dimensione di libertà, nella quale tutti possono ritrovarsi, credenti di qualunque appartenenza, e semplicemente credenti nell’umano. 
Con noi è Barbara Spinelli, che recentemente ha preso in esame le diverse modalità che sta assumendo nel mondo il rapporto tra gli Stati e le varie chiese e comunità religiose: un rapporto che vede la laicità degli Stati un crisi, nonostante la secolarizzazione del nostro mondo. Massimo Faggioli, che insegna storia della chiesa nella università St. Thomas del Minnesota ci offre uno sguardo d’insieme sulla crisi di laicità attraversata dagli USA. Mentre Stefano Levi Della Torreindaga la laicità come forma del pensiero e della coscienza che interpreta il mondo

    Ascolta o scarica


Leggere la Bibbia

Daniele. Una teologia della debolezza
con  Marco Settembrini
domenica 18 marzo 2012


Siamo all’ultima “lettura” dei libri della Bibbia ebraica. Per la verità al libro di Daniele seguono i due libri di Cronache – che però riprendono sostanzialmente i racconti che abbiamo già trovato nei libri di Samuele e dei Re –  poi i libri di Esdra e Neemia (che riprenderemo con il prof. Paolo Sacchi nelle prossime due puntate, di carattere storico). Poi seguono i libri “deuterocanonici”, cioè non accolti nel canone ebraico, la cui lettura rinviamo a un altro tempo. Dunque, il libro di Daniele. Un libro strano, come era strano il libro di Ester, in cui si avverte un sapore orientale, pieno di sogni, di divinazioni, di miracoli, ma anche un libro che ci traghetta in molte tematiche che saranno proprie del Nuovo Testamento: la vittima che ingiustamente patisce, un Dio che salva rendendo giusto chi era ingiusto, la una resurrezione dei morti, la vita eterna.

    Ascolta o scarica


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IL RICORDO DI DON PEPPE DIANA


Sono trascorsi diciotto anni. Lo stesso tempo che serve a un uomo per raggiungere la maggiore età. Era mattino presto, quel 19 marzo del 1994, quando la Camorra uccise don Peppe Diana. 
L'orologio segnava le 7:25. Don Peppe era giunto nella chiesa di San Nicola di Bari, a Casal di Principe, per dire messa. Addosso un giaccone blu, i jeans, la maglia scura. Portava bene i suoi 36 anni quel prete che aveva deciso di rimanere a Casal di Principe, dov'era nato, e dove portava avanti una lotta ai clan fatta di emancipazione culturale e risveglio delle coscienze. 
Gli spararono in faccia. I colpi di pistola tuonarono fra le navate della chiesa ancora deserta. Don Peppe cadde a terra esanime. Neanche un lamento. 
Fu la Camorra a ucciderlo. E fu sempre la Camorra, nei giorni seguenti, ad accendere la macchina della delegittimazione.

   RICORDARE DON PEPPE DIANA, UCCISO NEL GIORNO DEL SUO ONOMASTICO

... il sangue dei martiri ci salva perché realizza quel terribile paradosso: i camorristi vivi puzzano di morte e gli innocenti uccisi profumano di vita. Il profumo della memoria di don Peppe Diana e di tutte le vittime non può non suscitare in tutta la società civile il desiderio di non arrendersi, ma soprattutto di impegnarsi per non vanificare, anzi per non uccidere con la propria indifferenza ancora una volta, coloro che sono morti per noi. Lo ripetiamo sempre: sono morti perché molti di noi non siamo stati abbastanza vivi...

   IN RICORDO DI DON PEPPE DIANA


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«In nome del mio popolo non tacerò». «Poiché il cielo rosseggia». Due citazioni della Bibbia, due titoli, due documenti. Denuncia e speranza. In mezzo venti anni. Dalla morte di don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe ucciso dai killer della camorra il 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, e che nel Natale 1991 aveva presentato, assieme agli altri parroci della Forania, un forte documento di denuncia della camorra («Una forma di terrorismo che incute paura») e di invito all’impegno («Le nostre comunità hanno bisogno di nuovi modelli di comportamento»). Parole e sacrificio non vani. Oggi (19/3 ndr) la sua chiesa, San Nicola, è stracolma di casalesi. Per la messa di ricordo presieduta dal vescovo di Aversa, Angelo Spinillo e concelebrata da decine di sacerdoti. Ma anche per la successiva presentazione di un documento, firmato dal vescovo e dai parroci, che rilancia le parole di don Peppe,  «per continuare il cammino iniziato allora» alla luce di quanto accaduto in questi anni.

  Antonio Maria Mira: Don Diana 20 anni dopo, la denuncia e la speranza

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Il pellegrinaggio, per Enzo Bianchi è viaggio verso un “altrove”... "Quel muoversi verso l'ignoto alla ricerca di una stabilità"


Il pellegrinaggio è uno dei fenomeni antropologici più antichi e diffusi, caratterizzato da una dimensione paradossale: il pellegrino lascia la propria terra, la propria casa per andare verso un “altrove”, percepito come luogo in cui poter ritrovare le proprie radici. Si mette in movimento cioè per ritrovare stabilità, saldezza. E questo in virtù di due elementi fondamentali e complementari propri al pellegrinaggio: da un lato il viaggio stesso, l’essere in movimento, l’iter che si compie, dall'altro il luogo a cui si desidera pervenire. Lo snodarsi del viaggio ha una dimensione di esodo, di uscita dal proprio mondo, di costante cambiamento di prospettive, di orizzonti, di panorami, un’inesauribile ricchezza di volti e paesaggi nuovi, un’alternanza del pensiero tra il luogo noto e certo che si è lasciato e l’ignoto cui si va incontro e del quale si sa solo che può offrirci nuova e duratura saldezza. La meta del pellegrinaggio deve dal canto suo essere chiara fin dalla partenza: “nessun vento infatti è favorevole alla nave che non sa a quale porto vuole approdare”, ammoniva già Seneca. E questa sua qualità di “meta”, di telos, di compimento, le viene proprio dal poter offrire al pellegrino che le corre incontro quel clima di anelito alla santità, quello “spazio sacro” di fronte al quale ci si toglie i calzari del viandante, quel “faccia a faccia” con la verità che fa esclamare “Dio è là”. 

   "Quel muoversi verso l'ignoto alla ricerca di una stabilità" di Enzo Bianchi


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Si registrano sempre più casi d’intolleranza e di discriminazione nei confronti dei cristiani in Europa. Allo stesso tempo, il crescente interesse dei media ha dato voce all’anonima sofferenza di casi di persone che sempre più acquisiscono una rilevanza internazionale. È quanto emerge dal Rapporto 2011 sui casi d’intolleranza e di discriminazione dei cristiani in Europa che viene pubblicato oggi sul sito dell’Osservatorio sull’intolleranza e sulla discriminazione religiosa in Europa (Oidce).

  AVVENIRE: In Europa cresce l'intolleranza nei confronti dei cristiani

Asia Bibi, madre cristiana, è stata condannata nel novembre del 2009 in Pakistan per false accuse di blasfemia. Ora attende la sentenza della corte d'appello in carcere. All'Onu 50 attivisti hanno presentato una petizione per liberarla

  TEMPI: «Liberate Asia Bibi»: petizione all'Onu per salvare la cristiana condannata a morte in Pakistan



CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni

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Il “Cortile dei Gentili” a Palermo 29 e 30 marzo. Il cardinale Ravasi: Chiesa impegnata su legalità e dialogo interreligioso


Confronto tra credenti e non credenti su “Cultura della legalità e società multireligiosa”
Il Cortile dei Gentili nasce ad opera del Pontificio Consiglio della Cultura all’indomani delle parole rivolte dal Papa alla Curia romana nel natale del 2009. Lo scopo, fin dall’inizio, è quello di “aprire – come spiega mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Dicastero Vaticano - un dialogo serio e rispettoso tra credenti e agnostici o atei”; diventa quindi spazio di conversazione e di confronto proprio ad immagine dello spazio che già duemila anni fa nel tempio di Gerusalemme accoglieva i pagani in visita a Gerusalemme.
In particolar modo, “a Palermo e in Sicilia - si legge ancora sul sito www.cortiledeigentili.com - il Cortile dei Gentili pone al centro due valori fondamentali quali la Giustizia, nello snodo tra moralità e legalità, e la Tradizione multi religiosa e multiculturale che ha contraddistinto l’isola mediterranea rendendola “casa” delle culture che hanno animato le rive del “Mare tra le terre”: buona pratica di una terra chiamata ancor oggi a sviluppare la sua naturale vocazione al dialogo tra le religioni e le civiltà”.

   PALERMO. ARRIVA IL "CORTILE DEI GENTILI"

“Cultura della legalità e società multireligiosa” è il tema del prossimo Cortile dei Gentili, in programma a Palermo dal 29 e 30 marzo prossimi. A presentare l’evento stamani in Sala Stampa Vaticana, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero promotore, insieme con mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e coordinatore dell’incontro, e Giusto Sciacchitano, sostituto procuratore nazionale antimafia.

   Ascolta il servizio di Roberta Gisotti su Radio Vaticana: Il "Cortile dei Gentili" a Palermo per affermare il dialogo e la lotta al crimine

 A Palermo, il 29 e il 30 marzo, filosofi, religiosi, giuristi, storici e intellettuali proveranno a rispondere con la cultura del dialogo e del diritto, radicata nella grande tradizione multiculturale siciliana, all'incultura della criminalità organizzata. Fabio Colagrande ne ha parlato con il presidente del dicastero organizzatore, il cardinale Gianfranco Ravasi

   Ascolta l'intervista da Radio Vaticana

Il 'Cortile dei Gentili' a Palermo per contrastare, attraverso il dialogo, l'incultura dell'illegalità come fenomeno internazionale. La Radio Vaticana intervista il magistrato palermitano Giusto Sciacchitano, sostituto procuratore nazionale antimafia

   Il 'Cortile dei Gentili' a Palermo: la cultura contro l'illegalità

Dopo un 2011 con significativi appuntamenti - si pensi, per esempio, a Bologna, Parigi o Tirana - l' incontro nel capoluogo siciliano è carico di significati. Avrà come tema «Cultura della legalità e società multireligiosa». Lo stesso cardinale Ravasi sottolinea: «La parola legalità è fondamentale. Conserva un aspetto magico, giacché è ininterrottamente evocata; ma è anche vero che siamo dinanzi a un vocabolo stereotipato». Discuterne a Palermo, verificarne i significati in una città che sovente viene considerata dai media sinonimo di mafia, si trasforma in una sfida. 

   Il cardinal Ravasi: sfidiamo ogni illegalità «La dimensione ecclesiale per combattere la mafia»

   video

Sarà trasmesso, dal sagrato della Cattedrale di Palermo, l'evento in live streaming, che potrà essere seguito sul portale del Cortile dei Gentili e sulla pagina ufficiale in Google+
Partecipa in diretta: invia le tue domande o i tuoi contributi, il Cortile penserà a sottoporle ai relatori dell'evento.

   Palermo in live

Ciao siamo i bambini nel Cortile, siamo dei piccoli investigatori. La vita, la morte, la storia, il male e il dolore, l’amore e la libertà, l’arte e la musica, sono i nostri campi di attività.
Un carrello pieno di carta e colori correrà con noi sui binari-disegni dei bambini di tutto il mondo.
Le Cortili-Fermate saranno i nostri luoghi di incontro, le Finestre-Università faranno da cornice alle nostre indagini e scoperte, e riempiremo i sagrati delle Cattedrali di voci, musiche, colori, domande, storie e racconti. 

   Visita il sito I Bambini nel Cortile
Vedi anche il nostro precedente post:

   Mons. Ravasi: Il Cortile dei Gentili allarga i confini



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Conferenza permanente "Religioni, cultura e integrazione" per cercare insieme una via italiana all’integrazione


Leader di tutte le religioni, presenti nel nostro Paese, si sono ritrovati a Palazzo Chigi per trovare insieme una via italiana all’integrazione. L’incontro è stato promosso dal ministro alla Cooperazione internazionale e all’Integrazione, Andrea Riccardi, che in collaborazione con il ministero dell’Interno, rappresentato dal ministro Annamaria Cancellieri, ha indetto una Conferenza permanente “Religioni, cultura e integrazione”. “Ci unisce – ha detto il ministro Riccardi – la preoccupazione per un passaggio delicato della società italiana: l’integrazione”. In questo senso, “le comunità religiose e i loro responsabili posso essere mediatori per l’integrazione virtuosa nella società italiana”

   Il ruolo delle religioni

   Ascolta il servizio di Cecilia Seppia su Radio Vaticana

In Italia ci sono circa 5 milioni di immigrati, la maggior parte dei quali di religione diversa dal cattolicesimo che e' invece la confessione principale degli italiani. Ma vivere insieme si puo', e in questo sforzo di integrazione i leader delle comunita' religiose presenti sul nostro territorio possono svolgere un ruolo molto importante.

   I ministri Cancellieri e Riccardi al tavolo con i leader religiosi

   video: Il ministro Andrea Riccardi a Settegiorni


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Gentile Prof. Andrea Riccardi,
le scriviamo perché abbiamo avuto notizia che oggi si insedierà la Conferenza nazionale permanente “Religioni, cultura e integrazione”, un organismo consultivo da lei promosso in qualità di ministro.
Abbiamo inoltre avuto modo di leggere che, nel presentare l’iniziativa, lei ha voluto sottolineare “l’importanza del contributo che gli esponenti religiosi, molto influenti all’interno delle comunità presenti in Italia, possono dare nel favorire il dialogo, la conoscenza reciproca, la convivenza e l’integrazione”.
Ci permettiamo di formularle pubblicamente alcune critiche in merito a tale iniziativa, e alle modalità con cui è stata posta in essere.

  UAAR: Lettera aperta al ministro Riccardi


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POLITICA


La giornata decisiva: Monti e la Fornero andranno avanti da soli o con il consenso di sindacati e imprese? E la politica, sempre più alle prese con scandali e inchieste, si accontenterà di stare a guardare mentre viene varata la più importante riforma del lavoro degli ultimi 40 anni? Sono i temi in discussione a Ballarò. Tra gli ospiti di Giovanni Floris la presidente del PD Rosi Bindi, il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, il presidente di CNA Ivan Malavasi, il presidente dell’Unione industriali di Roma Aurelio Regina, il magistrato Piercamillo Davigo, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, il presidente di Rcs libri Paolo Mieli, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli. 

In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)

  BALLARO': Puntata del 20 marzo (video puntata integrale)

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Sarà stato per la frase di Mario Monti: «Il nuovo articolo 18 varrà per tutti». Sarà per l"entusiasmo" di varare una riforma così ampia e complessa come quella sul lavoro, fatto sta che ieri nel primo pomeriggio il dipartimento della Funzione pubblica lanciava un altro sasso in uno stagno già assai increspato. «Le nuove norme sui licenziamenti senza giusta causa e senza giustificato motivo saranno applicate anche ai lavoratori pubblici, poiché anche a loro si applica lo Statuto dei lavoratori», valutavano fonti del dipartimento

  AVVENIRE: Così cambierà il lavoro

Alcune dichiarazioni: Alfano, Fassina, D'Alema. Dulcis in fundo Crosetto 

  E-ONLINE: Italia, art. 18, le opinioni dopo il Ddl del governo

Il governo Monti sta commettendo il suo primo serio errore? Certamente ha toccato il punto nevralgico della sua doppia natura «tecnica» e «politica», su cui si è equivocato sino ad oggi .

  Gian Enrico Rusconi: Ma il consenso è un valore anche in Europa

Per colpa dell'articolo 18 rischia di saltare la riforma della Costituzione. Che praticamente sarebbe già scritta, c'è accordo di massima tra le forze politiche maggiori, manca soltanto il timbro finale. Eppure rimane nel cassetto in quanto «A-B-C» dovrebbero fissare un appuntamento, incontrarsi e dire ai rispettivi capigruppo di Camera e Senato «okay, procediamo». I tre non hanno in animo di incontrarsi, tantomeno di procedere, per effetto delle tensioni innescate dallo scontro sui licenziamenti. Cosicché i giorni passano, e tra non molto suonerà il gong del tempo scaduto. Niente riduzione del numero dei parlamentari; niente poteri supplementari al premier; niente distinzione di ruoli tra i due rami del Parlamento...

  Ugo Magri: A riscio la riforma della Costituzione

Questa faccenda dei licenziamenti ha una sua sgradevolezza di fondo difficile da negare. La Cei dice che i lavoratori non sono merce, e come darle torto. E la soldizzazione delle anime e del futuro delle persone è roba difficile da digerire.
C’è un certo integralismo professorale del governo, una qualche pelosa furbizia della politica, un filo di opportunismo sindacale.
C’è questo senso di dover agire perché poteri economici e finanziari dal volto nebuloso e impalpabile lo impongono in cambio di (non garantiti) sollievi finanziari.
Ma in tutta questa faccenda c’è anche il segno di una vitalità politica da non sottovalutare.

  Marco Bracconi: La politica che c'è

"IL TESTO può essere migliorato in Parlamento". Dopo una lunga giornata di incontri e colloqui Mario Monti lancia il segnale che il Pd attendeva. La riforma del lavoro non può essere considerata blindata. Le Camere potranno intervenire senza però snaturarla.  Una linea che in serata il premier comunica direttamente a Pierluigi Bersani in una lunga telefonata. Un chiarimento che si basa però su un presupposto che il premier considera preliminare: gli impegni sono sempre stati rispettati, mai è stata violata la parola data. Una risposta alle dichiarazioni fatte mercoledì sera proprio dal leader Pd durante la trasmissione "Porta a Porta". Non ci saranno quindi pacchetti preconfezionati.

  Claudio Tito: La moral suasion di Napolitano riapre la partita

... Quando c'è la convenienza politica a trovare un'intesa, è difficile che la situazione sfugga di mano. E in questo caso i margini di compromesso ci sono tutti. 

  Stefano Folli: Strappo politico da ricucire

Non si applica. Si applica. Si può applicare, ma serve un'estensione normativa ad hoc. Non si applica, ma occorre una deroga per legge. Puntuale e controverso, affogato nei codicilli e nel vai e vieni delle competenze ministeriali, il dualismo pubblico/privato si riaffaccia in coda alle modifiche progettate dal Governo per l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, in particolare per ciò che riguarda i licenziamenti individuali per motivi economici.

  Guido Gentili: La zona franca degli statali



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 BENEDETTO XVI
 





      Angelus - 18 marzo 2012


     Viaggio Apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba (23-29 marzo 2012)  

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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Viaggio Apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba (23-29 marzo 2012)


Un viaggio, due tappe, due motti. In Messico, Insieme nella speranza, discepoli di Gesù. E a Cuba, Pellegrino della carità. Due modi semplici per esprimere in uno stesso stesso tempo intenzioni e obiettivi, senza le intriganti lusinghe e gli effetti speciali ai quali la pubblicità e i titoli dei giornali ci hanno ormai abituato. Pensati non per colpire, ma per scolpire un’idea destinata a restare attraverso l’impegno dei credenti.
È così in ogni viaggio del Papa. E sarà così anche in occasione di questo viaggio apostolico che s’inizia oggi, e che porterà per la ventitreesima volta Benedetto XVI fuori dall'Italia, e per la seconda volta in America Latina, dopo la visita del 2007 in Brasile. 

   Al cuore di ogni uomo

Papa Wojtyła ha aperto il cammino. Lungo una strada che per i popoli del Messico e di Cuba significa speranza, libertà, pace. Ma ora bisogna seguirla e far sì che siano in molti a fare altrettanto, alla luce della fede. È con questo spirito che Benedetto XVI affronta il suo nuovo viaggio internazionale, sulle orme di Giovanni Paolo II. Guarda al Messico e a Cuba, ma il suo pensiero è rivolto a tutto il grande continente latinoamericano. Lo ha spiegato il Papa stesso ai giornalisti che lo seguono in questa visita pastorale. L’obiettivo del viaggio resta quello di portare Cristo e il suo amore al centro della storia, per riportare l’uomo al centro della vita. 

   Cammino aperto verso la libertà

   video

Su ventidue viaggi finora compiuti in venticinque paesi, Benedetto XVI è stato una sola volta nell’America Latina: nel 2007, in Brasile. Poiché, pur in diminuzione, i latinoamericani rappresentano ancora una bella fetta dei cattolici di tutto il mondo, era necessario che il papa tornasse da quelle parti, un po’ troppo trascurate nella sua geografia apostolica. L’occasione è stata offerta da due anniversari: il duecentesimo dell’indipendenza del Messico e il quattrocentesimo del ritrovamento della statuetta della Virgen de la Caridad del Cobre, patrona di Cuba.
Così oggi papa Ratzinger parte per il suo viaggio numero ventitre, che lo porta in due realtà complesse, dove la Chiesa cattolica sta giocando partite non facili. 

   Sud America, il ritorno del papa

   video

   la pagina della Santa Sede: Viaggio Apostolico in Messico e nella Repubblica di Cuba (23-29 marzo 2012)


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OPINIONI E COMMENTI


Un viaggio al cuore dell’America Latina, che mentre tocca Messico (23-26 marzo) e Cuba (26-29 marzo) in realtà abbraccia un continente intero. La visita di Benedetto XVI porta con sé profondi significati religiosi, storici, culturali. Un pellegrinaggio lungo le strade di una realtà che cerca un nuovo protagonismo sullo scenario mondiale senza dimenticare il suo ricco patrimonio di fede. In questo dossier le interviste, i discorsi, le omelia e le cronache pubblicate su Avvenire.

  AVVENIRE:  Il viaggio in Messico e a Cuba

Papa Benedetto XVI sta per sbarcare per la prima volta nel suo pontificato in America latina con un viaggio che toccherà Messico e Cuba. Nonostante per i media internazionali e italiani tutto l’interesse sia puntato sulla tappa caraibica del viaggio, quella nordamericana è di gran lunga più importante. Ciò per alcuni motivi chiari: innanzitutto il Messico è un paese del G20 di oltre 100 milioni d’abitanti rispetto ai 12 milioni di Cuba.
Inoltre, se quella cubana appare soprattutto una visita pastorale che segue di 14 anni quella davvero storica del predecessore di Joseph Ratzinger, Karol Wojtyla, quella messicana tocca un paese in campagna elettorale, nel turbine della peggior epoca di violenza dalla Rivoluzione di 102 anni fa e dove, nonostante la religiosità di massa, il numero dei cattolici è in continua diminuzione a favore delle chiese evangeliche e pentecostali. Per tutto ciò, per capire davvero il viaggio di Benedetto XVI e gli straordinari problemi che il papa tedesco dovrà affrontare, bisogna guardare innanzitutto al Messico, fin dalla messa di oggi a Guanajuato.

  Gennaro Carotenuto:  Benedetto XVI in Messico e a Cuba: le chiavi per capire il viaggio del Papa

Per il “ministro” della cultura della Santa Sede, la freschezza e il dinamismo del continente centro-americano impongono una riflessione sul modello europeo

  Andrés Beltramo Alvarez:  Ravasi: "La Chiesa scommetta sull'America latina"

La leader del movimento Donne in Bianco di Cuba, Berta Soler, parla della situazione attuale del suo Paese e delle aspettative relative alla visita di Papa Benedetto il 26-28 marzo

  Gerard O'Connel:  Al Papa chiediamo anche solo un minuto


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