"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°15 del 2014

Aggiornamento della settimana

- dal 5 all'11 aprile 2014 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il18 aprile 2014          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

    di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
    di P. Alberto Neglia


PREGHIERA DEI FEDELI

 
N. B. La Lectio è temporaneamente sospesa



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








I NOSTRI TEMPI



Il dibattito pubblico ripropone ciclicamente la questione dell’opportunità degli investimenti in campo militare. Un tema – lo si è visto anche in relazione a recenti fatti di cronaca, come per l’acquisto dei cacciabombardieri F35 – che finisce per sollevare l’argomento delle ricadute che le spese militari hanno sull’economia nel suo complesso. La letteratura scientifica specializzata, in realtà, a questo proposito lascia pochi dubbi: le spese militari non contribuiscono affatto, come si crede, alla crescita economica.

  Raul Caruso: Spese armate, la leggenda del beneficio economico


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Uomini, donne, ragazzi e bambini, giunti sulla terraferma dopo i viaggi della speranza lungo il Canale di Sicilia, si sono riversati per le strade di Agrigento e della provincia. Ad accoglierli don Calogero parroco della chiesa della Madonna della Provvidenza

 
Fuggono dal Centro d'accoglienza: centinaia di migranti accolti dal parroco di Agrigento


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La Lombardia vuol promuovere un referendum per riaprire le case chiuse. E si ingrossa il fronte di chi dice: legalizzare la prostituzione è l’unico modo per battere la tratta di essere umani. Ma è un argomento ipocrita. Perché la verità è...

  Luciano Scalettari: Spiacenti, il corpo non ha prezzo

Una direttiva del febbraio scorso raccomanda ai governi nazionali sanzioni al cliente . E sbarra la strada alla legalizzazione. Ecco perché.

  Francesco Gaeta: Intanto l'Europa dice no alla legalizzazione

Il traffico «di esseri umani è una piaga nella carne di Cristo. È un delitto contro l'umanità». Lo ha detto papa Francesco ai partecipanti alla conferenza internazionale svoltasi in Vaticano contro i "mercanti di persone".

  Alberto Chiara: Il Papa: "La tratta, un delitto contro l'umanità"

Tutte le indagini dicono che lo sfruttamento in-door (al chiuso) è ancora più violento e coercitivo di quello della strada. Ecco perché riaprire le case chiuse non serve a battere i trafficanti di donne.

  Eugenia Bonetti: Ecco perché non è una soluzione


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FEDE E
SPIRITUALITA'

 

NELLA SOBRIETÀ IL FUTURO DELLA TERRA 

HOREB n. 66 - 3/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

I tifoni sempre più violenti che si ripetono in modo più frequente in varie parti di questo nostro mondo, provocando morte e distruzione di intere città ci lasciano sbigottiti e ci fanno dire che il clima è impazzito.
Sì il clima è impazzito, ma la responsabilità di questo stravolgimento è legata al delirio dell’uomo che, dimenticando la sua vocazione di essere custode del creato, pensa di esserne il padrone e, coltivando un atteggiamento feroce nei riguardi del pianeta terra, provoca, con le proprie scelte consumistiche,
inquinamento, desertificazione e morte.
 Scienziati accreditati ci ricordano che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è al limite di guardia. Le emissioni di gas serra continuano a crescere del 2-3% l’anno a causa della deforestazione e dei combustibili fossili: petrolio, carbone e metano. Ci attende una tragedia con conseguenze devastanti: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, tempeste.
L’inquinamento dell’acqua, dell’aria, della terra, quindi, è la conseguenza di un rapporto scorretto tra l’uomo e l’ambiente, un rapporto innaturale tra natura ed esistenza, un rapporto violento tra creature volute e pensate da Dio per vivere in pace. La natura è oggi, in più maniere, violentata. Il fenomeno è preoccupante per la sua ampiezza a scala mondiale, per la vastità a vari livelli, e perché è avanzante con l’avanzare della logica del profitto.
L’uomo di oggi, allora, consapevole di questo dato di fatto, è chiamato a svegliarsi dal torpore, e, rinunciando a un tenore di vita che si è dimostrato essere incompatibile con le leggi dell’equilibrio uomo-natura, è invitato a scegliere uno stile di vita sobrio. Questa presa di coscienza non è più rimandabile né da delegare ad altri, ma si impone come atto di responsabilità per rendere vivibile il nostro pianeta e per avviare, sul piano strutturale, la costruzione di un sistema che crei le condizioni per una piena umanizzazione di tutte le relazioni.
È questo l’orizzonte che anima la nostra riflessione.


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   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
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E-mail: horeb.tracce@alice.it



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  Gesù non si ferma mai...
  Abbiamo bisogno di essere liberati...
  Non c'è alcun limite...
  Quando Gesù piange...
  Cristo non si rassegna...
  La nostra risurrezione...
  Oggi voglio offire...
  Come il peccato è...
  Mandaci la brezza...
  Una volta che la Parola...
  Gesù è venuto...
  Se noi ascoltiamo...
  Chi accetta...
  Con tutto il denaro...
  Sei un/una figlio/a...
 

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Dietrich Bonhoeffer moriva a Flossenbürg il 9 aprile 1945

  Il primo servizio...

  Può darsi che domani...


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L'11 Aprile 1963 il Beato Papa Giovanni XXIII pubblicava l'Enciclica Pacem in Terris

  A tutti gli uomini di buona volontà...

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LE PIETRE D'INCIAMPO DEL VANGELO

"Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! 
Non le sarà dato alcun segno,
se non il segno di Giona"
(Matteo 16,4)


  Gianfranco Ravasi:  Il segno di Giona, un simbolo autobiografico


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RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)

Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo:  Gv 11,1-45

Con questo racconto l'evangelista ci presenta il cuore del messaggio di Gesù l'Unigenito Dio, è il Kérygma Pasquale, l'annuncio gioioso che risponde al bisogno di felicità e di pienezza insito nel cuore di ogni uomo. Che la morte cioè non ha la parola definitiva sulla storia dell'umanità, che essa è stata sconfitta per sempre anzi, che "è stata ingoiata per la vittoria. Dov'è o morte la tua vittoria? Dov'è o morte il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato"(1Cor 15,54-55)
Così come Gesù ha attraversato la nostra vita tracciando il cammino verso il regno, similmente ha sperimentato anche la nostra morte, "l'ultimo nemico ad essere annientato, perché (Dio Padre) tutto ha posto sotto i suoi piedi"(1Cor 15,27-27). Egli non ci salva  "dalla" morte, ma "nella" morte, non annulla il limite dell'essere creature, la nostra finitudine, ci dona però di comprenderlo e viverlo in modo nuovo, divino. Come al cieco nato, guarisce i nostri occhi perché possiamo vedere come vivere l'amore fino al dono totale di noi stessi, ci dona dalla croce la sua stessa vita nella consegna del suo Spirito .(cf 19,30).
...


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Omelia di don Angelo Casati sul Vangelo nella V domenica di Quaresima


Omelia di don Angelo Casati 
nella V Domenica di Quaresima
Anno A - 6 aprile 2014

Ez 37, 12-14 
Sal 129
Rm 8, 8-11 
Gv 11, 1-45


Questo segno di Gesù, il segno su Lazzaro, questo segno di resurrezione ha come contesto geografico un villaggio, Betania; poco fuori la casa di Marta e di Maria, casa-rifugio, un rifugio del cuore per il Maestro, per Gesù.
Ma il segno - lasciatemelo dire- è dentro un paesaggio del cuore, dentro l'atmosfera calda di un'amicizia, dentro legami che affiorano da tutto il racconto: "Il tuo amico è malato"; e ancora: "Gesù voleva molto bene a Marta e Maria"; "il nostro amico si è addormentato"; "Signore, se tu fossi stato qui"; "Gesù quando la vide piangere si commosse profondamente, e si turbò... e scoppiò in pianto...."; "Vedi come lo amava".
Il miracolo, il segno, dentro questo pulsare di sentimenti, di emozioni.
Ce n'è abbastanza -voi mi capite- per sbarazzarci di vecchi pregiudizi, di ben note educazioni, che facevano coincidere la virtù con l'assenza di sentimenti, di passione, di emozioni, e la fede in Dio con l'indifferenza verso gli uomini. Il risultato: larve impenetrabili di umanità, analfabeti dell'amore.
Il Gesù del racconto di Giovanni segna la distanza -distanza abissale- da queste deformazioni della fede, del cristianesimo.
Del racconto che abbiamo ascoltato io vorrei sottolineare semplicemente la bellezza del paradosso, di due paradossi.

Un primo paradosso che mi colpiva leggendo era la contemporaneità della fede e del pianto; pianto e fede in contemporanea.
Siamo noi che forti delle nostre sottigliezze teologiche, dei nostri schemi ascetici arriviamo a celebrare la fede di chi davanti al lutto non piange....
E invece fede e pianto nel racconto sono abbracciati insieme.
...
Il secondo paradosso che potremmo sottolineare è: l'oggi e il futuro sono insieme.Riascoltiamo le parole del vangelo: "Gesù le disse: "Tuo fratello risusciterà". Gli rispose Marta: "So che risusciterà nell'ultimo giorno". Gesù le disse: "Io sono la resurrezione e la vita"".
A Marta che usa il futuro -risorgerà- Gesù risponde usando il presente: "io sono -oggi sono- la resurrezione e la vita".
Il futuro della resurrezione e l'oggi della resurrezione vanno insieme, sono in contemporanea.
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L'oggi della resurrezione e il domani della resurrezione sono insieme, vanno insieme.
Non lasciare orfano di risurrezione il presente.

  Omelia di don Angelo nella V domenica di Quaresima


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"Il primo Papa scandalizza i cristiani" di Silvano Fausti


"Il primo Papa scandalizza i cristiani"
di Silvano Fausti

Gesuita, biblista e scrittore

«Sei entrato in casa di pagani e hai mangiato con loro» (leggi At 11,1-18)
Se la novità fa scandalo, Dio è sommamente scandaloso. Il suo agire è sempre inatteso, soprattutto per chi pensa di conoscerlo. Le sue vie non sono le nostre vie, i suoi pensieri non sono i nostri pensieri (cfr Is 55,8).
La prima comunità ha capito che crisi e persecuzioni sono momenti di crescita. Il corso della storia è una corsa a ostacoli. Qui vediamo l’ostacolo per eccellenza: lo scandalo, sasso contro cui inciampiamo e cadiamo.

Ma c’è lo scandalo dei piccoli e quello dei grandi. Pessima cosa è il primo (cfr Mc9,42), ma ottima il secondo. Gesù infatti ha scandalizzato i potenti. Polemico con il potere che detta legge, entrò con la frusta nel tempio (Gv 2,13ss). Sommi sacerdoti, scribi e anziani lo uccisero in nome di Dio. Secondo loro è trasgressore e bestemmiatore (Mc 2,6; 14,63), indemoniato e alleato di Beelzebul (Mc 3,22). Secondo i suoi parenti è solo «fuori di sé», bisognoso di cure materne (Mc 3,21). La croce, salvezza per ogni perduto, risulta scandalo o pazzia per tutti (1Cor 1,23), discepoli compresi (Mc 14,29).

Il Crocifisso, rivelazione di Dio nella sua passione per l’uomo, è «osceno» per ogni religione. Anche per Pietro. Ma Gesù, scandalizzato dal suo scandalo, lo chiamò «satana» (Mt 16,23). Ora Pietro scandalizza i cristiani perché ha obbedito - e con che fatica! - a un Dio che gli ordina di mangiare con i pagani (cfr At 10,1ss). La Chiesa si è preoccupata molto di non scandalizzare gli ipercredenti. Non così Paolo che, come Gesù, si fa «tutto a tutti per salvare a ogni costo qualcuno» (1Cor 9,22). Si sente infatti debitore del Vangelo verso ogni uomo e si adatta a ogni cultura. Non insegna ad altri il suo alfabeto, ma impara l’alfabeto altrui. 
In reazione sotterranea all’ultimo Concilio, dopo Paolo VI la Chiesa ha consumato un sordo scisma nei confronto del mondo a cui è inviata. Deve uscire da sé e dalle sue muffe di sacristia. Se non scandalizza i benpensanti, è dimissionaria dalla sua missione. Diventa un «piccolo mondo antico» non negoziabile, senza porte né finestre, contrabbandato in buona fede come Regno di Dio! 

Mangiare con i pagani è l’essenza del cristianesimo. Nella carne del Figlio dell’uomo, Dio è diventato fratello di ogni uomo. Per questo Gesù è il Figlio di Dio, che in lui si manifesta Padre di tutti. «Entrare» e «mangiare», essere ospiti e vivere insieme da figli che si accolgono l‘un l’altro, è compimento di ogni comando (Rm 13,10). È la legge dell’amore, che non esclude nessuno e include tutti come fratelli. Mangiare insieme invece di mangiarsi l’un l’altro, ...

  "Il primo Papa scandalizza i cristiani" di Silvano Fausti


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Papa Francesco ha elevato alla dignità episcopale monsignor Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, accompagnando la decisione con una lettera al segretario del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri, nella quale, dopo avere sottolineato la sua determinazione, perscrutati “i segni dei tempi”, a “valorizzare” la “preziosa eredità conciliare” costituita di questo organismo collegiale creato nel 1965 da Paolo VI, spiega che la sua scelta ha lo scopo di “rendere più manifesto l'apprezzato servizio che codesto Organismo svolge in favore della collegialità episcopale con il Vescovo di Roma”.

  Iacopo Scaramuzzi: Il Papa nomina vescovo il Sottosegretario del Sinodo: più collegialità



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CHIESA E SOCIETA'
Interventi ed opinioni


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Papa Francesco, informa la sala stampa vaticana, è stato informato del rapimento dei due sacerdoti di Vicenza e della suora canadese in Camerun, prega per i rapiti e formula auspici per una soluzione della vicenda.

 
  In preghiera per i missionari rapiti


"... Era un uomo di pace, un uomo di dialogo amato da tutti... Lui ora sta nella vita, lui è andato per vivere la pienezza della vita che sempre lui ha dato agli altri ed ha testimoniato fino alla fine con il suo sangue" 
Un “ testimone del Vangelo e della vita cristiana“, questo era padre Frans van der Lugt (gesuita olandese ucciso questa mattina a Homs) nella testimonianza di un suo confratello, padre Ghassan Sahoui, raggiunto telefonicamente a Homs

    Siria, ucciso padre gesuita a Homs. P.Lombardi: " dove il popolo muore, muoiono anche i pastori"


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“Costano troppo”. La Santa Sede disponibile all’accordo

  Addio stipendi e pensioni La Difesa toglie le stellette ai cappellani militari

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Don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri sono due preti innamorati della missione.  Li conosce molto bene il vescovo di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol che non più di tre mesi fa li aveva reincontrati, andando in visita  in quei luoghi, che definisce “la nostra diocesi allargata”, per la presenza assidua, da oltre un quarto di secolo, di sacerdoti e missionari vicentini nel Paese centrafricano.

  FAMIGLIA CRISTIANA: Dossier: "Sacerdoti benvoluti da tutti"


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“Dialogo nella quotidianità, strada per la pace” è il titolo dell’incontro sul dialogo islamo-cristiano organizzato dal MAGIS (Movimento e Azione dei Gesuiti Italiani per lo Sviluppo) e dal Centro Astalli, lo scorso 30 marzo a Roma, cui hanno preso parte oltre 100 persone. Un viaggio culturale fra due religioni, un percorso di lettura fra un versetto e una sura, riflessioni teologiche si sono unite ad esperienze di dialogo “sul campo” con testimoni diretti che si mettono ogni giorno in ascolto, in dialogo, alla scoperta dell’altro, della sua dignità di uomo, sia in Italia che nel mondo musulmano. Dialogo, percorso impegnativo perché processo lungo e complesso che può anche spaventare perché il dialogo profondo e vero trasforma i soggetti che interagiscono...

  Dialogo, strada per la pace

L'auspicio è che l'imminente viaggio papale in Terra Santa e l'incontro in Giordania di Francesco con i profughi siriani rappresentino una scossa positiva in una situazione bloccata. Sono passati otto mesi da quando padre Paolo Dall'Oglio è scomparso nel nulla. Era in Siria, con ogni probabilità a Raqqa, nel nord, tra le prime città finite sotto il controllo degli anti-governativi, poi diventata roccaforte dell'Isis, lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante, guidato a qaedisti con rapporti sempre più tesi con i ribelli siriani. Ed è a loro che si attribuisce il rapimento del gesuita 59enne, instancabile tessitore del dialogo interreligioso che aveva scelto la Siria come patria di adozione dagli anni Ottanta. L'Isis, però, non lo ha mai rivendicato.
Domenica alla Sala Assunta in via degli Astalli 17 a Roma, si è svolto un affollato incontro sul dialogo islamo-cristiano. L'evento, promosso dalla Fondazione Magis e dal Centro Astalli, è stato l'occasione di confronto attraverso la riflessione e le testimonianze di chi sceglie il dialogo vissuto nella quotidianità come la strada, quanto mai attuale e urgente, verso la pace. I più applauditi sono stati i familiari del gesuita da otto mesi ostaggio di sequestratori siriani, il cui ricordo ha attraversato tutta la serata...

  «Il viaggio in Terra Santa potrebbe sbloccare la vicenda Dall’Oglio»


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La chiesa, il Vangelo della famiglia e l'amore tradito / 3


DIVORZIATI E NUOVE NOZZE

Raniero La Valle

Della comunione ai cattolici che dopo un divorzio vivono un secondo matrimonio, ormai si discute in tutta la Chiesa. La decisione sarà presa dal Sinodo dei vescovi, ma è adesso che se ne stanno ponendo le premesse dopo le caute aperture del Papa e l’ipotesi fatta al Concistoro dal cardinale Kasper, di una riammissione all’eucaristia dei divorziati risposati dopo un percorso penitenziale, sulla scia della Chiesa antica e in sintonia con la Chiesa ortodossa orientale.
L’approccio di Kasper
Al di là della soluzione proposta, l’approccio del cardinale Kasper è di straordinario valore: da un lato perché dalla dottrina dell’indissolubilità oggi vigente egli torna alla fonte da cui è scaturita, cioè al Vangelo che “non è una legge scritta ma è la grazia dello Spirito Santo” (lo diceva pure san Tommaso), e dall’altro perché mette in guardia rispetto a una prassi ecclesiale che a partire dalla negazione dell’eucaristia ai genitori divorziati, rischia di separare dai sacramenti e dalla fede i loro figli, così che “perderemo anche la prossima generazione, e forse pure quella dopo”.
Durissimo però è il fuoco di sbarramento già lanciato da quanti si oppongono ad ogni cambiamento della disciplina ecclesiastica in materia, che a loro parere la Chiesa stessa non avrebbe il potere di modificare; e tra i più agguerriti difensori di tale ortodossia non ci sono solo prelati credenti, ma anche atei devoti che, come Giuliano Ferrara, si proclamano non credenti che vogliono vivere in un mondo di credenti, ritenuto molto più funzionale per loro.
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Anche un amore vero può finire
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Risalire dalla dottrina alla fede
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Un eccesso di sacralizzazione
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Il dono di Dio restituito a Dio come olocausto
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L’eucaristia, un alimento per i deboli
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L’alleanza tra l’uomo e la donna
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Non rompere l’alleanza ontologica tra maschile e femminile
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  DIVORZIATI E NUOVE NOZZE

Vedi anche i nostri post precedenti:
  • La chiesa, il Vangelo della famiglia e l'amore tradito / 1
  • La chiesa, il Vangelo della famiglia e l'amore tradito / 2


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In previsione del prossimo Sinodo dei vescovi, la discussione sulla posizione dei divorziati risposati all’interno della comunità della Chiesa ha acquistato nuova urgenza. In tale contesto vengono citate una serie di testimonianze dell’era patristica che deporrebbero a favore di una ammissione di questo gruppo di persone all’Eucaristia. Ciò avviene soprattutto in un’opera di Giovanni Cereti, un sacerdote della diocesi di Genova che ha studiato patristica e teologia ecumenica e continua tutt’oggi a lavorare in questi campi.

 
Walter Brandmuller: Divorziati risposati, così nella Chiesa primitiva


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JESUS Aprile 2014 - La bisaccia del mendicante-2 di ENZO BIANCHI


JESUS, aprile 2014

La bisaccia del mendicante-2

Rubrica di ENZO BIANCHI

Vi sono realtà che non stanno nella bisaccia del mendicante, eppure egli non può abbandonarle da qualche parte: sono le sofferenze che abitano il suo cuore. Una di queste, sempre viva e mai assopita, riguarda il mio quotidiano: vivo da monaco con fratelli e sorelle, uomini e donne nella stessa comunità. Ora, proprio le donne conoscono nella chiesa una condizione paradossale. Presenti ovunque, accanto agli uomini in tutte le forme della vita cristiana, impegnate nella trasmissione del Vangelo e testimoni di Cristo quanto gli uomini, in realtà si trovano escluse dagli ambiti decisionali e possono essere solo semplici fedeli, “christifideles”, appartenenti al laicato oppure alla vita religiosa, comunque senza autorità deliberativa perché donne.
Da decenni la chiesa cattolica si interroga sul ruolo delle donne nella chiesa, ma senza che nascano risposte adeguate e convincenti. Si esalta la femminilità con espressioni curiose (“il genio femminile”...), si sottolinea la loro eminente dignità di spose, madri e sorelle, ma poi non viene loro riconosciuta alcuna possibilità di esercitare responsabilità e funzioni direttive nella chiesa. Così tutto il corpo ecclesiale ne risulta menomato: un corpo in cui la metà delle membra deve ascoltare solo gli uomini intervenire nella liturgia, in cui le decisioni che riguardano tutti sono prese solo dagli uomini, in cui ciò che le donne sono e devono essere è stabilito da uomini, senza neppure ascoltarle...
Leggendo i Vangeli e il Nuovo Testamento, troviamo le donne presenti quanto gli uomi­ni, e Gesù stesso le annovera alla sua sequela insieme agli uomini in una comunità itinerante; Maria di Magdala è destinataria, insieme ad altre donne, del primo annuncio pasquale da parte di Cristo risorto; nella fondazione delle prime comunità cristiane le donne svolgono compiti apostolici. Non a caso san Paolo osa proclamare che ormai nella comunità cristiana non ci sono più appartenenze discriminate, “non c’è più né giudeo né greco, né maschio né femmina”, anche se poi, paradossalmente, resta incapace di trarne tutte le conseguenze nella vita della comunità cristiana.
...
Ecco allora le domande che assillano il mendicante senza che nella sua bisaccia vi siano risposte: cosa significa ripetere formule vuote come “Maria è più importante di Pietro” senza accompagnarle con un impegno adeguato per una ricerca biblica e teologica sulla presenza della donna nella chiesa? Perché non c’è ascolto delle donne che elaborano teologia o sono impegnate nella vita pastorale, nella missione, nell’evangelizzazione, nella catechesi? Trovare risposte significa aprire nuovi cammini alla corsa del Vangelo.

  La bisaccia del mendicante-2 di Enzo Bianchi

Vedi anche il precedente post:

  JESUS, marzo 2014 - La bisaccia del mendicante-1 di ENZO BIANCHI

e per approfondire alcuni dei nostri precedenti post sull'argomento trattato:
  • «Donna fuori dagli spot. Il diritto di essere se stesse» - Con Marta e con Maria: «La parola ai cattolici» di Paola Springhetti
  • Intervista al cardinale Walter Kasper «Alla Chiesa serve il genio femminile»
  • Tenacemente donne
  • DONNE NELLA CHIESA, UNA PRESENZA CHE SI FA SENTIRE


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"Sinfonia ortodossa" di Enzo Bianchi


Definire “storica” la decisione assunta a Istanbul il mese scorso dai patriarchi e arcivescovi delle chiese ortodosse autocefale non è enfasi retorica: dal secondo concilio di Nicea (787 d.C.) sono passati più di dodici secoli senza che le varie chiese d’oriente si ritrovassero in concilio per riflettere e deliberare insieme su come declinare nel mondo contemporaneo l’annuncio e la testimonianza rese all’eterno Vangelo di Gesù Cristo. Non solo, ma è dagli inizi degli anni sessanta del secolo scorso che, su sollecitazione dell’allora patriarca ecumenico Athenagoras I, si sono avviati dei lavori “preparatori” in vista di quel sinodo pan-ortodosso che solo ora ha finalmente una data (l’anno 2016) e un luogo (Costantinopoli – Istanbul) di celebrazione e un cammino di preparazione immediata scandito da tappe definite e ravvicinate.
Negli ultimi cinquant’anni molte cose sono cambiate nella società, anche in quelle nazioni in cui storicamente la fede cristiana era vissuta, celebrata e trasmessa secondo la grande tradizione orientale: il crollo del comunismo e la ritrovata libertà di confessare la propria appartenenza a Cristo e alla chiesa, ma anche il dilatarsi del fenomeno migratorio. E alcuni di questi cambiamenti hanno accentuato anche novità in ambito ecclesiale: il confronto con altre confessioni cristiane, la ricaduta universale del cammino intrapreso dalla chiesa cattolica con il concilio, la fine della cristianità con il conseguente cambio di modalità di rapporto con la società civile, l’incontro quotidiano con credenti di altre religioni, con forme non comunitarie di religiosità, con una secolarizzazione sempre più diffusa...
Le chiese ortodosse, non avendo un centro unitario di autorità come la Chiesa di Roma con il Papa, hanno dovuto faticare per trovare un accordo sinfonico: si è perfino temuto che – visto il sorgere di nuove tensioni o il riacutizzarsi di antiche divergenze – il sinodo dovesse conoscere perenni rinvii se non addirittura di veder cancellata la sua stessa celebrazione. Inoltre le chiese cristiane – e molte di quelle ortodosse in particolare – conoscono una stagione di debolezza, di minoranza all’interno degli stati e delle società in cui vivono: basti pensare alla situazione drammatica dei cristiani in Medio Oriente.
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In questo il sinodo potrebbe rivelarsi – come è stato il Vaticano II – un evento benedetto anche per le altre chiese, a cominciare dalla cattolica. Se l’ortodossia, ha sempre affermato la sinodalità, in Occidente abbiamo affermato soprattutto il primato. Un sinodo pan-ortodosso, presieduto dal primus inter pares, potrebbe favorire in ambito cattolico la riflessione sul fatto che il primato patisce a essere esercitato senza sinodalità e, in ambito ortodosso, la consapevolezza che una sinodalità senza unprimus che animi la comunione e svolga concretamente il ministero dell’unità rischia la paralisi. Certo, il cammino resta difficile, soggetto a tratti tortuosi e a tentazioni ricorrenti: si pensi che già gli apostoli discutevano su “chi tra di loro fosse il primo”...
Resta tuttavia la convinzione che la fissazione della data del sinodo pan-ortodosso sia un ulteriore segnale della nuova primavera ecclesiale che stiamo vivendo. La mia generazione ha vissuto quella degli inizi degli anni sessanta con il concilio e papa Giovanni, ma ha anche sperimentato che nella storia sovente queste primavere sono interrotte da gelate repentine. Oggi qualcosa di nuovo eppure di antico sta sbocciando: la freschezza del Vangelo. I nostri fratelli e sorelle in umanità guardano di nuovo a Gesù Cristo e alle chiese che lo annunciano e lo testimoniano perché avvertono un bisogno di senso, perché la loro vita anela a essere salvata, perché attendono di fare esperienza di parole e gesti di misericordia. Davvero viviamo un tempo favorevole per la chiesa e per il Vangelo. Del resto, sempre la chiesa vive una stagione favorevole quando accetta di ritornare al suo Signore, quando rinuncia a piegarsi su se stessa, quando non si indurisce nella difesa di privilegi, quando si trova a essere povera, in minoranza, e assume questa debolezza come sequela di Cristo povero e nudo. Forse proprio questa condizione di povertà e di servizio costituisce la grande opportunità di annuncio credibile del Vangelo.

  "Sinfonia ortodossa" di Enzo Bianchi


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Sarà il Patriarca Ecumenico di Constantinopoli Bartolomeo a presiedere il Concilio pan-ortosso il prossimo 2016. E questo nonostante le differenziazioni, le prese di posizione, anche le piccole divisioni di una Chiesa ortodossa frammentata. Ma il sogno del patriarca Atenagora (che aveva avviato i lavori per un concilio di tutte le Chiese ortodosse nel 1976) sembra ora diventare realtà. Spinto dalla ferrea volontà del Patriarca Bartolomeo, ma anche da una serie di circostanze storiche.
Perché lo stesso Bartolomeo replicherà insieme a Papa Francesco l’abbraccio che il suo predecessore Atenagora e Paolo VI si diedero a Gerusalemme cinquanta anni fa. Un gesto che valse più di mille parole, e che portò a un nuovo cammino ecumenico.

  Andrea Gagliarducci:  Un Concilio pan ortodosso, nel cammino verso l’unità
Decisa la convocazione entro il 2016. Il priore della Comunità di Bose, padre Enzo Bianchi, spiega: "La Chiesa ortodossa non ha fatto Concili ecumenici dopo i primi setti avvenuti nel primo millennio". Sono stati necessari 30 anni di preparazione. Una grande occasione per trovare forme di unità e una voce unica, nel momento in cui la secolarizzazione insidia tutte le Chiese

  Maria Chiara Biagioni:  Con il Grande Sinodo soffia la primavera sulle Chiese ortodosse



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 FRANCESCO
 




     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 6 aprile 2014

    Udienza - 9 aprile 2014, I doni dello Spirito Santo: 1. La Sapienza

    Discorso - All'Associazione Nazionale Comuni Italiani (5 aprile 2014)

    Discorso - Ai Presuli della Conferenza Episcopale di Tanzania, in visita "ad Limina Apostolorum" (7 aprile 2014)

    Discorso - Ai membri del Comitato Organizzatore della Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro (Brasile ) (7 aprile 2014)

    Discorso - Ai partecipanti alla Conferenza Internazionale sulla tratta delle persone umane (10 aprile 2014)

    Discorso - Alla comunità della Pontificia Università Gregoriana e ai consociati del Pontificio Istituto Biblico e del Pontificio Istituto Orientale (10 aprile 2014)

    Discorso - Alla Delegazione dell'Ufficio Internazionale Cattolico dell'Infanzia (BICE) (11 aprile 2014)

    Discorso - Al Movimento per la Vita italiano (11 aprile 2014)

    MESSAGGIO - Messaggio per il dialogo in Venezuela (10 aprile 2014)


    MESSAGGIO - Quaresima 2014: Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9)



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05/04/2014:

  Nel Vangelo possiamo...

Tenere sempre con sé il Vangelo e leggerlo spesso. Un invito semplice quello che Papa Francesco ha più volte rivolto ai fedeli. Ora, per aiutare a mettere in pratica questo invito, questa domenica in Piazza San Pietro, all’Angelus, proprio per volontà del Papa verranno distribuite ai fedeli presenti in Piazza - gratuitamente, come dono del Santo Padre - molte migliaia di Vangeli in formato tascabile. L’iniziativa, informa la Sala Stampa della Santa Sede, è analoga a quella della distribuzione delle “Misericordine” avvenuta alcuni mesi fa, realizzata dalla Elemosineria Apostolica con la collaborazione di numerosissimi volontari: 150 scout, i seminaristi del Seminario Romano, Suore di Madre Teresa e altre religiose, singole persone. La Elemosineria, viene sottolineato, “deve infatti essere il braccio del Papa per la carità non solo materiale, ma anche spirituale”...

 
Tweet del Papa: "Portiamo sempre con noi un piccolo Vangelo!". Domani all'Angelus il dono dei "Vangeli tascabili"


07/04/2014:

  Quanto ci fa bene...


08/04/2014:

  C'è bisogno di recuperare...


10/04/2014:

  Gesù ci insegna...


11/04/2014:

  Solo la fiducia in Dio...



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Angelus del 06 aprile 2014 (testo e video)



Piazza San Pietro 
06/04/2014 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima ci narra la risurrezione di Lazzaro. E’ il culmine dei “segni” prodigiosi compiuti da Gesù: è un gesto troppo grande, troppo chiaramente divino per essere tollerato dai sommi sacerdoti, i quali, saputo il fatto, presero la decisione di uccidere Gesù (cfr Gv 11,53).
Lazzaro era morto già da tre giorni, quando giunse Gesù; e alle sorelle Marta e Maria Egli disse parole che si sono impresse per sempre nella memoria della comunità cristiana. Dice così Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,25). Su questa Parola del Signore noi crediamo che la vita di chi crede in Gesù e segue il suo comandamento, dopo la morte sarà trasformata in una vita nuova, piena e immortale. Come Gesù è risorto con il proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi. Lui ci aspetta presso il Padre, e la forza dello Spirito Santo, che ha risuscitato Lui, risusciterà anche chi è unito a Lui.
Dinanzi alla tomba sigillata dell’amico Lazzaro, Gesù «gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. E il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario» (vv. 43-44). Questo grido perentorio è rivolto ad ogni uomo, perché tutti siamo segnati dalla morte, tutti noi; è la voce di Colui che è il padrone della vita e vuole che tutti «l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10).

Il Signore è sempre pronto a sollevare la pietra tombale dei nostri peccati, che ci separa da Lui, la luce dei viventi.

Dopo l'Angelus:

Cari fratelli e sorelle,

si terrà domani in Ruanda la commemorazione del XX anniversario dell’inizio del genocidio perpetrato contro i Tutsi nel 1994. In questa circostanza desidero esprimere la mia paterna vicinanza al popolo ruandese...
E tutti voi invito, adesso, a pregare la Madonna, Nostra Signora di Kibeho.
(Recita Ave Maria)

...

Sono passati esattamente cinque anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila e il suo territorio...

Preghiamo anche per le vittime del virus Ebola...

Ed ora vorrei fare un gesto semplice per voi. Nelle scorse domeniche ho suggerito a tutti voi di procurarsi un piccolo Vangelo, da portare con sé durante la giornata, per poterlo leggere spesso. Poi ho ripensato all’antica tradizione della Chiesa, durante la Quaresima, di consegnare il Vangelo ai catecumeni, a coloro che si preparano al Battesimo. 

Oggi si può leggere il Vangelo anche con tanti strumenti tecnologici. Si può portare con sé la Bibbia intera in un telefonino, in un tablet. L’importante è leggere la Parola di Dio, con tutti i mezzi, ma leggere la Parola di Dio: è Gesù che ci parli lì! E accoglierla con cuore aperto. Allora il buon seme porta frutto!

Vi auguro buona domenica e buon pranzo! Arrivederci!

  il testo integrale dell'Angelus

  video


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La gioia dei fedeli nell'accogliere il Vangelo donato dal Papa (testimonianze e foto)


Sono state decine di migliaia le copie tascabili del Vangelo, distribuite alla folla festante di fedeli che anche questa mattina gremivano piazza San Pietro. 
I loro commenti raccolti da Marina Tomarro.

    Ascolta (mp3)

R. - Io credo che il regalo che il Papa ci fa non è tanto quello di avercelo regalato per farci leggere la Parola di Dio, ma perché in quella Parola c’è una persona, c’è Gesù Cristo che ci rende più pienamente persone, più pienamente umane e più capaci di andare anche verso l’uomo. Ma se noi non conosciamo chi è il vero Uomo, che è Gesù Cristo, non possiamo arrivare!

R. - Un invito anche a proclamarLo e annunziarLo a tutte le persone. Quindi questo dono non deve rimanere in noi, ma dobbiamo donarlo agli altri!

R. - La Sacra Scrittura e il Vangelo soprattutto sono la Parola di Dio, che ci parla al cuore in modo continuo: non si ferma mai! Io vengo dalla Siria e noi sappiamo cosa voglia dire la Parola di Dio dire soprattutto nei momenti difficili che viviamo in Siria. Abbiamo soltanto questa speranza nella Parola di Dio, che ci parla ogni giorno, momento per momento, soprattutto laddove Gesù parla delle persecuzioni e dice: “Io sono con voi!”. La consolazione la troviamo soltanto nella Parola di Dio, perché non sono parole belle dette da Gesù, Nostro Signore, ma sono le parole che proprio oggi ci parlano al nostro cuore.
...



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Papa Francesco UDIENZA GENERALE 9 aprile 2014 - testo e video



Piazza San Pietro
Mercoledì, 9 aprile 2014

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Iniziamo oggi un ciclo di catechesi sui doni dello Spirito Santo. Voi sapete che lo Spirito Santo costituisce l’anima, la linfa vitale della Chiesa e di ogni singolo cristiano: è l’Amore di Dio che fa del nostro cuore la sua dimora ed entra in comunione con noi. Lo Spirito Santo sta sempre con noi, sempre è in noi, nel nostro cuore.
Lo Spirito stesso è “il dono di Dio” per eccellenza (cfr Gv 4,10), è un regalo di Dio, e a sua volta comunica a chi lo accoglie diversi doni spirituali. La Chiesa ne individua sette, numero che simbolicamente dice pienezza, completezza; sono quelli che si apprendono quando ci si prepara al sacramento della Confermazione e che invochiamo nell’antica preghiera detta “Sequenza allo Spirito Santo”. I doni dello Spirito Santo sono: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio.
1. Il primo dono dello Spirito Santo, secondo questo elenco, è dunque la sapienza.
...
Per questo, dobbiamo chiedere al Signore che ci dia lo Spirito Santo e ci dia il dono della saggezza, di quella saggezza di Dio che ci insegna a guardare con gli occhi di Dio, a sentire con il cuore di Dio, a parlare con le parole di Dio. E così, con questa saggezza, andiamo avanti, costruiamo la famiglia, costruiamo la Chiesa, e tutti ci santifichiamo. Chiediamo oggi la grazia della sapienza. E chiediamola alla Madonna, che è la Sede della sapienza, di questo dono: che Lei ci dia questa grazia. Grazie!

  video della catechesi

Saluti:
...
APPELLO

  video

...

Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Stiamo vivendo il tempo di grazia della Quaresima. Cari giovani, non stancatevi di chiedere nella Confessione il perdono di Dio! Cari malati, unite le vostre sofferenze a quelle della croce di Cristo. E voi, cari sposi novelli, gareggiate nel perdono e nell’aiuto reciproco. Grazie.

  testo integrale dell'udienza generale

Poco dopo l'inizio del suo giro in una Piazza San Pietro gremita da decine di migliaia di persone per l'udienza generale, papa Francesco ha fatto fermare la "campagnola" avendo riconosciuto tra la folla un suo conoscente: l'uomo incredulo quindi ha scavalcato la transenna, si è avvicinato all'auto del Papa che l'ha fatto salire, e dopo un caloroso abbraccio è rimasto con lui a parlare alcuni istanti, mani nelle mani. 
Proseguendo a salutare la folla plaudente, il Papa si è poi fermato, scendendo dall'auto, per intrattenersi con un gruppo di bambini. Come sempre ha accarezzato e baciato i bambini ed ha anche scambiato battute con i fedeli, ad uno che gli urlava con insistenza "Papa Francesco sei unico" ha prontamente replicato "anche tu, non ce ne sono due uguali a te"...

 
video integrale



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"Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza" - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano

7 aprile 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco:
"la misericordia al centro delle azioni di Gesù"

La misericordia divina è una grande luce di amore e di tenerezza, è la carezza di Dio sulle ferite dei nostri peccati: è quanto ha affermato Papa Francesco durante la Messa presieduta stamani a Santa Marta.

Il Vangelo dell’adultera perdonata ha dato lo spunto al Papa per spiegare cosa sia la misericordia di Dio. L’episodio è noto: i farisei e gli scribi portano a Gesù una donna sorpresa in adulterio e gli chiedono cosa farne, visto che la legge di Mosè prevedeva la lapidazione, in quanto peccato considerato gravissimo. “Il matrimonio – afferma il Papa - è il simbolo ed è anche una realtà umana del rapporto fedele di Dio col suo Popolo. E quando si rovina il matrimonio con un adulterio, si sporca questo rapporto di Dio con il popolo”. Ma gli scribi e i farisei pongono questa domanda per avere motivo di accusarlo.
… 
A loro non importava la donna; non importavano gli adulteri, forse qualcuno di loro era adultero… Non importava! Soltanto importava fare una trappola a Gesù!”. Di qui la risposta del Signore: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei!”.
...
"Gesù passa la legge e va oltre. Non le dice: ‘Non è peccato l’adulterio!’. Non lo dice! Ma non la condanna con la legge. E questo è il mistero della misericordia. Questo è il mistero della misericordia di Gesù".
“La misericordia – osserva Papa Francesco - è qualcosa difficile da capire”:
“’Ma, Padre, la misericordia cancella i peccati?’. ‘No, quello che cancella i peccati è il perdono di Dio!’. La misericordia è il modo come perdona Dio. Perché Gesù poteva dire: ‘Io ti perdono. Vai!’, come ha detto a quel paralitico che gli avevano condotto dal soffitto: ‘I tuoi peccati ti sono perdonati!’. Qui dice: ‘Vai in pace!’. Gesù va oltre. Le consiglia di non peccare più. Qui si vede l’atteggiamento misericordioso di Gesù: difende il peccatore dai suoi nemici; difende il peccatore da una condanna giusta. Anche noi, quanti di noi, forse dobbiamo andare all’inferno, quanti di noi? E quella è giusta la condanna… e Lui perdona oltre. Come? Con questa misericordia!”.
“La misericordia – afferma il Papa - va oltre e fa la vita di una persona di tal modo che il peccato sia messo da parte. E’ come il cielo”:
“Noi guardiamo il cielo, tante stelle, tante stelle; ma quando viene il sole, al mattino, con tanta luce, le stelle non si vedono. E così è la misericordia di Dio: una grande luce di amore, di tenerezza. Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza, carezzando le nostre ferite del peccato. Perché Lui è coinvolto nel perdono, è coinvolto nella nostra salvezza. E così Gesù fa il confessore: non la umilia, non le dice ‘Cosa hai fatto, dimmi! E quando lo ha fatto? E come lo hai fatto? E con chi lo hai fatto?’. No! ‘Va’, va’ e d’ora in poi non peccare più!’. E’ grande la misericordia di Dio, è grande la misericordia di Gesù. Perdonarci, carezzandoci!”.

    Papa Francesco: la misericordia di Dio è una carezza sulle ferite dei nostri peccati

  video


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"Il mistero della Croce" - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)




S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano

8 aprile 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m. 

Papa Francesco: 
"Cristo è il centro della salvezza"

“Non esiste un cristianesimo senza Croce”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha sottolineato che “non c’è possibilità di uscire da soli dal nostro peccato” e ha ribadito che la Croce non è un ornamento da mettere sull’altare, ma il mistero dell’amore di Dio. 

In cammino nel deserto, il popolo mormorava contro Dio e contro Mosè. Ma quando il Signore mandò dei serpenti, il popolo ammise il suo peccato e chiese un segno di salvezza. Papa Francesco ha preso spunto dalla Prima lettura, tratta dal Libro dei Numeri, per riflettere sulla morte nel peccato. E subito ha notato che Gesù, nel Vangelo odierno, mette in guardia i farisei dicendo loro: “Morirete nel vostro peccato”:
“Non c’è possibilità di uscire da soli dal nostro peccato. Non c’è possibilità. 
...
“Il cristianesimo non è una dottrina filosofica, non è un programma di vita per sopravvivere, per essere educati, per fare la pace. Queste sono conseguenze. Il cristianesimo è una persona, una persona innalzata sulla Croce, una persona che annientò se stessa per salvarci; si è fatta peccato. E così come nel deserto è stato innalzato il peccato, qui è stato innalzato Dio, fatto uomo e fatto peccato per noi. E tutti i nostri peccati erano lì. Non si capisce il cristianesimo senza capire questa umiliazione profonda del Figlio di Dio, che umiliò se stesso facendosi servo fino alla morte e morte di Croce, per servire”.
E per questo l’Apostolo Paolo, ha proseguito, “quando parla di che cosa si gloria lui - anche possiamo dire di che cosa ci gloriamo noi” - dice: “Dei nostri peccati”. Noi, ha osservato il Papa, “non abbiamo altre cose di cui gloriarci, questa è la nostra miseria”. Ma, ha aggiunto, “da parte della misericordia di Dio, noi ci gloriamo in Cristo crocifisso”. E per questo, ha rimarcato, “non esiste un cristianesimo senza Croce e non esiste una Croce senza Gesù Cristo”. Il cuore della salvezza di Dio, ha detto ancora, “è il suo Figlio, che prese su di Lui tutti i nostri peccati, le nostre superbie, le nostre sicurezze, le nostre vanità, le nostre voglie di diventare come Dio”. Per questo, ha ammonito, “un cristiano che non sa gloriarsi in Cristo crocifisso non ha capito cosa significa essere cristiano”. Le nostre piaghe, ha soggiunto, “quelle che lascia il peccato in noi, soltanto si guariscono con le piaghe del Signore, con le piaghe di Dio fatto uomo, umiliato, annientato”. “Questo – ha affermato Papa Francesco – è il mistero della Croce”:
“Non è un ornamento, che noi dobbiamo mettere sempre nelle chiese, sull’altare, lì. Non è un simbolo che ci distingue dagli altri. La Croce è il mistero, il mistero dell’amore di Dio, che umilia se stesso, si fa ‘niente’, si fa peccato. Dove è il tuo peccato? ‘Ma non so, ne ho tanti qui’. No, il tuo peccato è lì, nella Croce. Vai a cercarlo lì, nelle piaghe del Signore, e il tuo peccato sarà guarito, le tue piaghe saranno guarite, il tuo peccato sarà perdonato. Il perdono che ci dà Dio non è cancellare un conto che noi abbiamo con Lui: il perdono che ci dà Dio sono le piaghe del suo Figlio sulla Croce, innalzato sulla Croce. Che Lui ci attiri verso di Lui e che noi ci lasciamo guarire”.

  Il Papa: il cristianesimo non è per essere educati, la Croce non è un ornamento

  video


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"Anche oggi c'è la dittatura del pensiero unico che colpisce la libertà dei popoli e delle persone" - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


S. Messa - Altare della Cattedra in San Pietro
10 aprile 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m. 

"Anche oggi c'è la dittatura del pensiero unico che uccide “la libertà dei popoli, la libertà della gente, la libertà delle coscienze”: occorre “vigilare e pregare” 

Dio promette ad Abramo che diventerà padre di una moltitudine di nazioni, ma lui e la sua discendenza dovranno osservare l’alleanza con il Signore. L’omelia di Papa Francesco prende lo spunto dalla prima lettura del giorno per spiegare la chiusura dei farisei al messaggio di Gesù: il loro sbaglio – rileva - è stato quello di “staccare i comandamenti dal cuore di Dio”. Pensavano che tutto si risolvesse nell’osservare i comandamenti, ma questi – ha sottolineato il Papa – “non sono una legge fredda”, perché nascono da un rapporto di amore e sono “delle indicazioni” che ci aiutano a non sbagliare nel nostro cammino per incontrare Gesù. Così, i farisei chiudono il cuore e la mente “ad ogni novità”, non capiscono “la strada della speranza”. “E’ il dramma del cuore chiuso, il dramma della mente chiusa – afferma il Papa - e quando il cuore è chiuso, questo cuore chiude la mente, e quando cuore e mente sono chiusi non c’è posto per Dio”, ma soltanto per ciò che noi crediamo si debba fare. Invece, “i comandamenti portano una promessa e i profeti svegliano questa promessa”. Quanti hanno cuore e mente chiusi non riescono ad accogliere il “messaggio di novità” portato da Gesù, che “è quello che era stato promesso dalla fedeltà di Dio e dai profeti. Ma loro non capiscono  ...” 

  La dittatura del pensiero unico uccide la libertà dei popoli e delle coscienze

  video


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La tentazione cresce, contagia e si giustifica - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
11 aprile 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco:
“Il diavolo c’è. Anche nel secolo XXI!”

Impariamo dal Vangelo a lottare contro le tentazioni del demonio. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha sottolineato che tutti siamo tentati, perché il diavolo non vuole la nostra santità. Ed ha ribadito che la vita cristiana è proprio una lotta contro il male.

“La vita di Gesù è stata una lotta. Lui è venuto a vincere il male, a vincere il principe di questo mondo, a vincere il demonio”. Papa Francesco ha esordito così nella sua omelia, tutta dedicata alla lotta contro il demonio. Una lotta, ha detto, che deve affrontare ogni cristiano. Il demonio, ha sottolineato, “ha tentato Gesù tante volte, e Gesù ha sentito nella sua vita le tentazioni” come “anche le persecuzioni”. Ed ha avvertito che noi cristiani, “che vogliamo seguire Gesù”, “dobbiamo conoscere bene questa verità”:
“Anche noi siamo tentati, anche noi siamo oggetto dell’attacco del demonio, perché lo spirito del Male non vuole la nostra santità, non vuole la testimonianza cristiana, non vuole che noi siamo discepoli di Gesù. E come fa lo spirito del Male per allontanarci dalla strada di Gesù con la sua tentazione? La tentazione del demonio ha tre caratteristiche e noi dobbiamo conoscerle per non cadere nelle trappole. Come fa il demonio per allontanarci dalla strada di Gesù? La tentazione incomincia lievemente, ma cresce: sempre cresce. Secondo, cresce e contagia un altro, si trasmette ad un altro, cerca di essere comunitaria. E alla fine, per tranquillizzare l’anima, si giustifica. Cresce, contagia e si giustifica”.
...
“Abbiamo una tentazione che cresce: cresce e contagia gli altri. Pensiamo ad una chiacchiera, per esempio: io ho un po’ di invidia per quella persona, per l’altra, e prima ho l’invidia dentro, solo, e bisogna condividerla e va da un’altra persona e dice: ‘Ma tu hai visto quella persona?’ … e cerca di crescere e contagia un altro e un altro … Ma questo è il meccanismo delle chiacchiere e tutti noi siamo stati tentati di fare chiacchiere! Forse qualcuno di voi no, se è santo, ma anche io sono stato tentato di chiacchierare! E’ una tentazione quotidiana, quella. Ma incomincia così, soavemente, come il filo d’acqua. Cresce per contagio e alla fine si giustifica”.
...
“Tutti siamo tentati, perché la legge della vita spirituale, la nostra vita cristiana, è una lotta: una lotta. Perché il principe di questo mondo – il diavolo – non vuole la nostra santità, non vuole che noi seguiamo Cristo. Qualcuno di voi, forse, non so, può dire: ‘Ma, Padre, che antico è lei: parlare del diavolo nel secolo XXI!’. Ma, guardate che il diavolo c’è! Il diavolo c’è. Anche nel secolo XXI! E non dobbiamo essere ingenui, eh? Dobbiamo imparare dal Vangelo come si fa la lotta contro di lui”.

  Il Papa: il diavolo c'è anche nel XXI secolo, impariamo dal Vangelo come combatterlo

  video


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L'incontro-intervista di Papa Francesco con 5 giovani fiamminghi


L'incontro-intervista di Papa Francesco con 5 giovani fiamminghi

I poveri sono il cuore del Vangelo. Non ha dubbi Papa Francesco che in un lungo colloquio, durato 45 minuti, con alcuni giovani belgi, avvenuto lo scorso 31 marzo e ripreso in un video diffuso dal sito deredactie.be (vai al video) affronta molti temi a lui cari: dall'attenzione ai poveri alle sue paure, dal ruolo di anziani e giovani, schiacciati da una società che mette al centro potere e denaro, al tema della felicità. 
Questa singolare intervista rilasciata dal Papa nasce da un progetto di comunicazione, intitolato "Verse Vis", della pastorale giovanile delle Fiandre. Sono quindici i giovani di lingua fiamminga che hanno lavorato alla sua realizzazione. Cinque di loro, con la mediazione del loro vescovo, monsignor Lucas Van Looy, vescovo di Gand, sono stati ricevuti dal Papa presso lo studio del Palazzo Apostolico, dove non solo hanno potuto parlare con Francesco ma anche riprendere l'intero incontro. Il video, diffuso ieri sera, è in lingua fiamminga, ma le domande dei ragazzi sono in inglese e le risposte del Papa in italiano. Il Papa, nella prima risposta, precisa di sentire un suo "dovere rispondere alle inquietudini dei ragazzi" considerate un "seme che poi darà frutti". Il video intitolato "Habemus Papam" ha una durata di quasi 30 minuti... 

  Il Papa: i poveri sono il cuore del Vangelo

... E' stato un incontro allegro e familiare, in un clima di grande semplicità: tra i giovani c’è anche una ragazza non credente che dice di essere ispirata dalle parole di Papa Francesco. Chiedono innanzitutto perché abbia accettato questa intervista. Il Papa risponde che per lui è un servizio prezioso parlare all’inquietudine dei giovani. Poi, una domanda a bruciapelo: 
“Lei è felice? E perché?”
...
I ragazzi chiedono il motivo del suo grande amore per i poveri
...
La ragazza non credente chiede al Papa quale messaggio abbia per tutti i giovani:
...
Ad una domanda sulla ricerca di Dio, il Papa risponde: 
...
Un giovane gli chiede cosa gli abbiano insegnato i suoi errori. 
...
Una ragazza gli chiede: “Ha un esempio concreto di come ha imparato da uno sbaglio?”:
...
Arriva poi un’altra domanda a bruciapelo: “Di che cosa ha paura lei?”:
...
Infine, l’ultima domanda dei giovani al Papa è particolare: “Lei ha una domanda per noi?”:
“Non è originale, la domanda che io voglio farvi. La prendo dal Vangelo. Dove è il tuo tesoro? Questa è la domanda. Dove riposa il tuo cuore? Su quale tesoro riposa il tuo cuore? Perché dove è il tuo tesoro sarà la tua vita … Questa è la domanda che io farò, ma dovrete risponderla a voi stessi, da soli [ride] a casa vostra …”.

  Giovani fiamminghi intervistano il Papa: "Tutti siamo fratelli, credenti e non credenti"

L'intervista rilasciata dal Pontefice ai cinque studenti belgi il 31 marzo scorso sarà diffusa integralmente la domenica delle palme.

  video


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Sono lacrime tradotte in parole quelle scritte da Papa Francesco nella lettera per la morte di un giovane argentino morto nei giorni scorsi a Rosario. Nel messaggio, pubblicato dalla stampa argentina, Bergoglio esprime tutto il suo "dolore" per la morte di David Moreira, diciottenne ucciso per strada dai calci di una cinquantina di persone che lo accusavano di aver rubato un portafoglio.

 
ZENIT:  "Sentivo quei calci nell'anima"

... Noi ci guardiamo bene dal tirare il Papa per la veste bianca, ma potremmo essere tentati di applicare alla realtà italiana queste sue parole. Ovviamente non lo facciamo, perché ci siamo imposti di non “strumentalizzare” mai le parole di Papa Francesco nell’agone pubblico. Non le piegheremo mai alle ragioni della politica. Magari le utilizzeremo per riflettere insieme sulla loro squisita dimensione antropologica. 
Nel frattempo vorremmo sommessamente consigliare un’analoga prudenza ai tanti (troppi) laici e laicisti che “usano” il Papa a tutto spiano. Non dovremmo dirlo, ma vale per noi come per loro: “Giù le mani dal Papa”. Il Papa parla così chiaro che non ha bisogno di esegeti, ma solo di ascoltatori onesti. Di cuore e di mente.

  SIR:  Giù mani e tastiere da Papa Francesco

“Sacra e inviolabile”. Con queste parole Papa Francesco ha ribadito la considerazione della Chiesa sulla vita umana. Nel ricevere in udienza i rappresentanti del Movimento per la Vita, guidati da Carlo Casini, il Papa li ha ringraziati per il loro servizio, esortandoli a proteggere la vita “con coraggio e amore in tutte le sue fasi”.

  Alessandro De Carolis: Il Papa: la vita in tutte le sue fasi è “sacra e inviolabile”, bimbi e nonni “sono la speranza”

Intervista a monsignor Nicola Filippi, rettore di Santa Maria Immacolata all’Esquilino sulle visite di Bergoglio alle parrocchie di Roma

  Giacomo Galeazzi: «Da parroco del mondo Francesco ha conquistato i romani»



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SPECIALE di TEMPO PERSO:
Benedetto XVI
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