"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°9 del 2014

Aggiornamento della settimana

- dal 22 al 28 febbraio 2014 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 7 marzo 2014          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

    di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
    di P. Alberto Neglia


PREGHIERA DEI FEDELI

 
N. B. La Lectio è temporaneamente sospesa



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 







1° anniversario della rinuncia di Benedetto XVI
al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro





SPECIALE di TEMPO PERSO:
Benedetto XVI
  rinuncia al ministero
di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro




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Benedetto XVI risponde con una lettera ad Andrea Tornielli, vaticanista della Stampa



«Non c'è il minimo dubbio circa la validità della mia rinuncia al ministero petrino» e le «speculazioni» in proposito sono «semplicemente assurde». Joseph Ratzinger non è stato costretto a dimettersi, non l'ha fatto a seguito di pressioni o complotti: la sua rinuncia è valida e oggi nella Chiesa non esiste alcuna «diarchia», nessun doppio governo. C'è un Papa regnante nel pieno delle sue funzioni, Francesco, e un emerito che ha come «unico e ultimo scopo» delle sue giornate quello di pregare per il suo successore. 

Dal monastero «Mater Ecclesiae» dentro le mura vaticane, il Papa emerito Benedetto XVI ha preso carta e penna per stroncare le interpretazioni sul suo storico gesto di un anno fa, rilanciate da diversi media e sul web in occasione del primo anniversario della rinuncia. Lo ha fatto rispondendo personalmente a una lettera con alcune domande che gli avevamo inviato nei giorni scorsi, dopo aver letto alcuni commenti sulla stampa italiana e internazionale riguardanti le sue dimissioni. In modo sintetico ma precisissimo, Ratzinger ha risposto, smentendo i presunti retroscena segreti della rinuncia e invitando a non caricare di significati impropri alcune scelte da lui compiute, come quella di mantenere l'abito bianco anche dopo aver lasciato il ministero di vescovo di Roma. 
...

   Ratzinger: la mia rinuncia è valida, assurdo fare speculazioni

   video



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"Affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno, anche nella fatica ..." - Un anno dopo l'ultima Udienza Generale di Benedetto XVI -


A un anno di distanza riproponiamo il post con l'ultima udienza di Benedetto XVI, evidenziando alcuni passaggi del suo discorso che a nostro avviso risulta interessante rileggere alla luce di quanto accaduto nel corso di quest'anno ed anche utile per dissipare dubbi e speculazioni emersi in questi giorni.

BENEDETTO XVI
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 27 febbraio 2013
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato!
Distinte Autorità!
Cari fratelli e sorelle!
Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa mia ultima Udienza generale.
Grazie di cuore! Sono veramente commosso! E vedo la Chiesa viva! 
...
In questo momento, c’è in me una grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi, che la Parola di verità del Vangelo è la forza della Chiesa, è la sua vita.
...

Per leggere il testo integrale e rivedere il video vai al nostro post:

   Ultima Udienza generale di Benedetto XVI in piazza San Pietro - video e testo integrale


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  In questo momento il mio animo...
  Non abbandono la croce...

A un anno di distanza riproponiamo il post con il saluto di Benedetto XVI al Collegio Cardinalizio con il testo integrale ed il video
Il saluto dell'allora cardinale Jorge Mario Bergoglio al minuto 32.50 nel video del post
  Saluto di Benedetto XVI al Collegio cardinalizio - Testo integrale e video
 
  Prima di salutarvi personalmente...
  Non sono più Pontefice...

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«Attentissimo» alla vita della Chiesa guidata da papa Francesco con cui ha un «ottimo rapporto» e nessuna «contrapposizione», nonostante quello che scrivono «alcuni giornalisti». «Attento» anche alle vicende del mondo - con un occhio particolare all’Italia e alla sua Germania. Molto impegnato a disbrigare una copiosa corrispondenza privata che cresce di giorno in giorno. È questo il Papa emerito Benedetto XVI visto molto da vicino che l’arcivescovo Georg Gänswein, suo segretario particolare e prefetto della Casa Pontificia del suo successore, racconta ad Avvenire.

  Gianni Cardinale:  «Il mio anno vissuto al fianco del Papa emerito»

Un anno dopo, abbiamo ancora nel cuore l’alzarsi in volo di quell’elicottero, nel cielo di Roma. Erano le 17 e 5 minuti di un pomeriggio quasi tiepido, di sole chiaro e acerbo. Il grosso apparecchio bianco si è sollevato da terra in un frastuono di pale e motori, lento ha preso quota, poi ha descritto una gran curva ed è tornato sopra San Pietro, come in un saluto. Suonavano a distesa le campane e noi, per strada, abbiamo alzato gli occhi.
«È l’elicottero del Papa», ci siamo detti fra sconosciuti, e ci siamo fermati, lo sguardo al cielo. E nelle facce di molti, mentre l’apparecchio rombando ci sorvolava, uno sbalordimento attonito, e la tristezza di un commiato di cui ancora non ci si capacitava.

  Marina Corradi:  Abbiamo visto e capito


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I NOSTRI TEMPI

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Un video da guardare... basterebbe poco per farci riflettere...


Un bambino in una strada di Oslo trema di freddo. 
La gente si toglie il cappotto per coprirlo. 
I bambini siriani soffrono, ma sono lontani, ed è facile dimenticarli. Un’associazione umanitaria norvegese, usando YouTube, le strade di casa propria e un bambino di Oslo, ha però potuto indirettamente riportare l’attenzione dei suoi concittadini sull’immensa ingiustizia caduta sulle fragili spalle di tanti piccoli innocenti. E la denuncia è diventata immediatamente virale, grazie a YouTube: in un solo giorno ha superato i 2 milioni di visitatori, in due giorni ha toccato i 7 milioni.

   video


   Un bambino trema di freddo da solo in strada: la reazione dei passanti commuove il web

Naturalmente molto eloquenti sono le immagini, comunque, siccome il video è stato realizzato in lingua norvegese pubblichiamo una traduzione approssimativa:
Che cosa fate se vedete un bambino che sta tremando per il freddo?
Abbiamo installato una telecamera nascosta e messo Johannes a una fermata dell'autobus.
...

[Testo:] 
Sei uno di quelli che interviene quando vede qualcuno che ha un disperato bisogno di aiuto?


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"Disperazione e muta speranza" di Enzo Bianchi



Disperazione e muta speranza
di Enzo Bianchi

Damasco, la coda biblica per il pane.
Volti, teste ed edifici sventrati. Nient’altro: non il pane che questa gente sta aspettando di ricevere. Non il cielo, smarrito in un bianco da sudario. E in quei volti non rabbia, ma solo attesa; in quei corpi non braccia levate, non urla disperate, ma solo speranza muta.
...


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FEDE E
SPIRITUALITA'

 

NELLA SOBRIETÀ IL FUTURO DELLA TERRA 

HOREB n. 66 - 3/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

I tifoni sempre più violenti che si ripetono in modo più frequente in varie parti di questo nostro mondo, provocando morte e distruzione di intere città ci lasciano sbigottiti e ci fanno dire che il clima è impazzito.
Sì il clima è impazzito, ma la responsabilità di questo stravolgimento è legata al delirio dell’uomo che, dimenticando la sua vocazione di essere custode del creato, pensa di esserne il padrone e, coltivando un atteggiamento feroce nei riguardi del pianeta terra, provoca, con le proprie scelte consumistiche,
inquinamento, desertificazione e morte.
 Scienziati accreditati ci ricordano che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è al limite di guardia. Le emissioni di gas serra continuano a crescere del 2-3% l’anno a causa della deforestazione e dei combustibili fossili: petrolio, carbone e metano. Ci attende una tragedia con conseguenze devastanti: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, tempeste.
L’inquinamento dell’acqua, dell’aria, della terra, quindi, è la conseguenza di un rapporto scorretto tra l’uomo e l’ambiente, un rapporto innaturale tra natura ed esistenza, un rapporto violento tra creature volute e pensate da Dio per vivere in pace. La natura è oggi, in più maniere, violentata. Il fenomeno è preoccupante per la sua ampiezza a scala mondiale, per la vastità a vari livelli, e perché è avanzante con l’avanzare della logica del profitto.
L’uomo di oggi, allora, consapevole di questo dato di fatto, è chiamato a svegliarsi dal torpore, e, rinunciando a un tenore di vita che si è dimostrato essere incompatibile con le leggi dell’equilibrio uomo-natura, è invitato a scegliere uno stile di vita sobrio. Questa presa di coscienza non è più rimandabile né da delegare ad altri, ma si impone come atto di responsabilità per rendere vivibile il nostro pianeta e per avviare, sul piano strutturale, la costruzione di un sistema che crei le condizioni per una piena umanizzazione di tutte le relazioni.
È questo l’orizzonte che anima la nostra riflessione.


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA 2014 -
"L’UMANITÀ DI GESÙ PRESENZA RELAZIONALE DI DIO"



I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA – 2014
della FRATERNITÀ CARMELITANA 
DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO

L’UMANITÀ DI GESÙ
PRESENZA RELAZIONALE DI DIO


Dal 5 Febbraio al 2 Aprile
dalle h. 20.00 alle h. 21.00
presso la sala del convento



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  Come Pietro, modello del credente...
  La tenerezza è...
  Perdonare è riavviare...
  Tutti insieme...
  La misura dell'amore...
  La preghiera: forza dell'uomo...
  Tanto la fede quanto l'amore...
Ogni tanto un po' di sana ironia di GIOBA per sorridere...
  Hai sentito cosa ha detto...  (vignetta)
  Se non si tendono le braccia...
  Affidiamo le cose impossibili...
  Noi siamo abituati a parlare...
  Cari amici è bello sapere che...
  Continua ad aver fiducia...
  Quando le cose si impadroniscono...
  Signore dacci oggi...



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LE PIETRE D'INCIAMPO DEL VANGELO

"Non date le cose sante
ai cani e non gettate
le vostre perle davanti ai porci".
(Matteo 7,6)




  Gianfranco Ravasi:  Le cose sante gettate ai cani e le perle ai porci

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Meditazione dii Benedetto XVI sul tema: 
"La Cattedra di Pietro, dono di Cristo alla sua Chiesa"
L'odierna festa, invitandoci a guardare alla Cattedra di San Pietro, ci stimola a nutrire la vita personale e comunitaria di quella fede fondata sulla testimonianza di Pietro e degli altri Apostoli. Imitando il loro esempio, anche voi, cari amici, potrete essere testimoni di Cristo nella Chiesa e nel mondo.

  "La Cattedra di Pietro, dono di Cristo alla sua Chiesa"


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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 14/2013-2014 (A) di Santino Coppolino



RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)

Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo:  Mt 5,38-48

Continuiamo la lettura del capitolo 5 del Vangelo di Matteo, dove la comunità è chiamata a riflettere sulla questione spinosa della violenza. L'invito che Gesù fa di non opporre resistenza al malvagio che perseguita i credenti, non sta a significare che si debba essere persone passive che accettano in silenzio ogni prepotenza, il cristiano non è questo, anzi. Gesù stesso, in Gv 18,23, stigmatizza la violenza di una guardia del tempio che lo schiaffeggia solo per compiacere i superiori.
Egli non ci chiede di passare per stupidi, per scemi, di rimanere in silenzio di fronte all'ingiustizia e alla violenza. Ci chiede di essere buoni, eccessivamente buoni, smodatamente buoni, come il Padre: "CHARITAS SINE MODO".
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Riflessione di Enzo Bianchi sul Vangelo della domenica


Riflessione di Enzo Bianchi
sul Vangelo della domenica

Riflessione di Enzo Bianchi
sul Vangelo della domenica

VII domenica del Tempo Ordinario anno A
Mt 5,38-48

Da due domeniche siamo in ascolto del discorso della montagna, fatto da Gesù ai discepoli e alle folle, secondo Matteo. Oggi ascoltiamo le ultime due antitesi pronunciate da Gesù: “Avete inteso che fu detto … ma io vi dico”. Siamo posti davanti alle esigenze più radicali che il Maestro rivolge ai suoi discepoli come comandamenti: esigenze radicali di negazione di ogni risposta violenta alla violenza e di amore fino all’estremo.
Gesù ricorda ciò che nell’antichità era tradizionale – risaliva già al codice di Hammurabi (metà XVIII secolo a.C.) – ed era ripreso nella Torah come “legge del taglione”: “occhio per occhio, dente per dente” (Es 21,24; Lv 24,20; Dt 19,21). Una legge che aveva il senso preciso di arginare la violenza, di non moltiplicarla o accrescerla, facendola almeno restare nello spazio della reciprocità e fissando una misura alla punizione.
Ma Gesù si oppone a questa legge e, con l’autorità di chi pretende di risalire alla volontà del Legislatore, chiede di rinunciare a esercitare questo diritto, di non perseguire questa giustizia retributiva, ma di far cessare subito la violenza, non rispondendo all’offesa. Il malvagio resta un malvagio che commette il male, ma al male inflitto non si deve rispondere: se qualcuno ti dà uno schiaffo, tu devi porgere l’altra guancia; se qualcuno vuole la tua tunica, devi lasciargli addirittura il mantello e non contendere con lui in tribunale; e se qualcuno ti obbliga a camminare con lui, acconsenti… 
...
Occorre avere i pensieri e i sentimenti di Dio, occorre guardare a essi e non ai nostri. Dio è misericordioso, e come “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”, così è capace di misericordia anche per quelli che gli sono nemici e contraddicono la sua volontà. E se i credenti in Dio, in Gesù Cristo si fermassero alla logica della reciprocità, in che cosa differirebbero dai non discepoli, dai pagani? Dove starebbe la “differenza cristiana”? Non ci sono limiti alla legge dell’amore, e l’etica dell’amore è un’etica di eccesso proposta a tutti i cristiani.
Il comando di Dio nella Torah era: “Siate santi, perché io sono santo” (Lv 19,1), cioè sappiatevi distinguere dagli altri popoli, come io sono altro, distinto dal mondo. Secondo Matteo, Gesù lo trasforma in: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”, cioè siate maturi fino all’apice, siate senza contraddizione. E l’interpretazione ultima è quella di Luca che – seguendo il Targum (parafrasi aramaica) a Lv 22,28: “Come io sono misericordioso in cielo, così voi siate misericordiosi sulla terra” – giunge a questa straordinaria, definitiva sintesi: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36).

  VII domenica del Tempo Ordinario


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"Tenerezza: la linfa dell’amore" di Leonardo Boff 


Misteriosi sono i sentieri che vanno dal cuore di un uomo in direzione del cuore di una donna e dal cuore di una donna in direzione del cuore di un uomo. Altrettanto misteriose sono le tempeste del cuore di due uomini e, rispettivamente, di due donne che si incontrino e dichiarino il loro mutuo affetto. Da questo andare e venire nasce l’innamoramento, l’amore e alla fine il matrimonio o unione stabile. Siccome abbiamo a che vedere con le libertà, i partner si trovano inevitabilmente esposti a eventi imponderabili.
L’esistenza stessa mai è fissata una volta per tutte. Vive in permanente dialogare con l’ambiente. Questo scambio non lascia nessuno fuori gioco. Ognuno vive come un bambino esposto. Fedeltà reciproche sono messe alla prova. Nel matrimonio, passata la passione, inizia la vita quotidiana con la sua grigia routine, ci sono malintesi nella convivenza a due, erompono passioni vulcaniche per il fascino di un’altra persona. Non raramente l’estasi è seguita da delusione. Ci sono ritorni, perdoni, rinnovo di promesse e riconciliazioni. E così ci sono sempre ferite di troppo, che, anche se cicatrizzate, stanno lì a ricordare che un giorno erano sanguinanti.
L’amore è una fiamma viva che arde ma può arrivare anche a tremolare e coprirsi di cenere, fino a spegnersi. Non è che le persone nutrano odio l’una per l’altra. Rimangono indifferenti le une alle altre. E’ la morte dell’amore. Il verso 11 del Cantico Spirituale del mistico San Giovanni della Croce, canzoni di amore tra l’anima e Dio, esprime una fine osservazione: “La malattia dell’amore non si cura senza la presenza e la figura”. Non basta l’amore platonico, virtuale o a distanza. L’amore esige presenza. Vuole la figura concreta che non è più pelle a pelle ma faccia a faccia, mentre il cuore di uno sente i palpiti del cuore dell’altro.
Dice bene il mistico poeta: l’amore è una malattia che, per dirla con parole mie, si cura soltanto con quello che io chiamerei tenerezza essenziale. La tenerezza è la fonte dell’amore. Se tu vorrai conservarla, irrobustirla, dare sostenibilità all’amore sii tenero con il tuo compagno o la tua compagna. Senza l’olio della tenerezza non si alimenta la fiamma sacra dell’amore, si spegne.
Che cos’è la tenerezza?
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  "Tenerezza: la linfa dell’amore" di Leonardo Boff



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"La misericordia-compassione di Dio. Forza rigeneratrice" di P. Alberto Neglia, carmelitano (VIDEO) 


"La misericordia-compassione di Dio.
Forza rigeneratrice" 
di P.Alberto Neglia, carmelitano 

"... Il Dio misericordioso è un Dio materno che ti pone nel suo utero e ti fa uomo nuovo, ti cambia. Dio distrugge e ricrea. Non ci lascia come siamo, brandelli di umanità. Ci converte, questa è la sua forza. ...
Questa misericordia, amore, compassione, grazia è il grembo che ricrea l’uomo e lo rende nuovo. Dio è un bacio: ti risucchia nel suo grembo, ti introduce nella terra promessa e ti dà un respiro nuovo.
Gesù con il suo vissuto rende umano e palpabile il volto misericordioso del Padre. ..."

Estratto dell'incontro del 5 febbraio 2014
I mercoledì della Bibbia 2014
della Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

La misericordia-compassione forza rigeneratrice
La misericordia di Dio non è la lacrimuccia, frutto di emozione momentanea! È presenza rigeneratrice. Misericordia traduce le parole ebraiche: rachamim e chesed, che incontriamo tante volte nella Bibbia. Rachamim è il plurale di rechem che designa il grembo materno in cui il bambino viene formato e portato, prima della nascita. Indica, quindi lo spazio fatto in sé alla vita dell’altro, spazio di comunione profonda di con-sentire, di com-patire, di con-gioire. Ma indica anche l’amore paterno verso il figlio, il legame tra fratelli, designa, dunque sempre un rapporto che non può venir meno, forte come il legame viscerale e di sangue. La misericordia è dunque la più radicale protesta contro l’indifferenza, il solipsismo, il rifiuto dell’altro. La misericordia è mistero di comunione, dinamica di condivisione e forza di generazione. È dinamismo di ri-generazione, di re-immissione nella vita, nella relazione di alterità, nei confronti di chi da tale relazione si era allontanato.
Il Dio misericordioso è un Dio materno che ti pone nel suo utero e ti fa uomo nuovo, ti cambia. Dio distrugge e ricrea. Non ci lascia come siamo, brandelli di umanità. Ci converte, questa è la sua forza. Chesed è un termine che si può tradurre: grazia, amore, benevolenza, fedeltà, misericordia. Ha una pregnanza di significati indescrivibile. Lo chesed indica l’atteggiamento tipico di Dio verso il suo popolo, che comporta lealtà, affidabilità, fedeltà, bontà, tenerezza, costanza nell’attenzione e nell’amore. Questa misericordia, amore, compassione, grazia è il grembo che ricrea l’uomo e lo rende nuovo. Dio è un bacio: ti risucchia nel suo grembo, ti introduce nella terra promessa e ti dà un respiro nuovo.
Gesù con il suo vissuto rende umano e palpabile il volto misericordioso del Padre. Più volte gli evangelisti registrano, come dicevamo prima, che Gesù “si commuove”. Non si tratta, ripeto, di un riflesso emozionale che essi ci vogliono descrivere, ma il termine sta ad indicare l’atteggiamento di misericordia così come l’abbiamo appena descritto. Nel vangelo di Luca (cap. 15), poi, Gesù soprattutto attraverso la parabola del padre misericordioso vuole consegnarci il volto di Dio che “commosso” corre incontro al figlio, lo abbraccia, lo bacia (gli dona il suo respiro) e gli ridona il “vestito bello”, la dignità di figlio amato che aveva prima di abbandonare la casa. (Lc 15,20-22). Proprio perché il Padre è così, Gesù si sente autorizzato ad accogliere tutti i pubblicani e i peccatori e di mangiare con loro (Lc 15,1-2), perché desidera, come il Padre, che nessuno si perda (Mt 18,14).

  VIDEO


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"L’incarnazione di Gesù: nell’umano il volto" di p.Alberto Neglia, carmelitano (VIDEO)



"L’incarnazione di Gesù: 
nell’umano il volto"
 di p.Alberto Neglia, carmelitano 
(VIDEO)

Incontro del 5 febbraio 2014
- I mercoledì della Bibbia 2014 -
della Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

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Perché Dio si è fatto uomo?
Scrive Atanasio di Alessandria: «Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi Dio». Ovviamente questo non vuol dire che l’uomo è chiamato a diventare Dio per natura. I Padri quando parlavano di théosis (divinizzazione) volevano indicare, come scrive Vladimir Lossky, la partecipazione dell’uomo «alla vita divina della santa Trinità, possedendo per grazia tutto ciò che essa possiede per natura». Per i Padri è l’incarnazione del Verbo che rende possibile la divinizzazione dell’uomo. Il Verbo che si è fatto carne ha dischiuso agli uomini la possibilità di divenire figli di Dio: l’uomo deve ormai essere all’altezza di questa vocazione e di questa speranza. Anche Giovanni della Croce ci ricorda che la nostra vocazione è: diventare Dio per partecipazione.
Quindi, i Padri, e non solo Atanasio, hanno evidenziato, in vari modi, che “Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi Dio”. Ma essi hanno anche sottolineato (e su questo spesso si tace) che più si partecipa della vita di Dio, nella fede, più si diventa umani. È come se ci dicessero: Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi uomo, perché l’uomo umanizzi la sua umanità. S. Ireneo scriveva: «Come potrai essere dio, se non sei ancora diventato uomo? Devi prima custodire il rango di uomo e poi parteciperai alla gloria di Dio».
I Padri, in altri termini ci ricordano che l’incarnazione del Verbo è anche finalizzata alla umanizzazione dell’uomo, o lo evidenziano invocando l’autorità della rivelazione. Paolo, infatti, ci ricorda che Gesù è apparso «per insegnarci a vivere con sobrietà, giustizia e pietà, in questo mondo» (Tt 2,12).

Chiamati anche noi a mostrare nella nostra umanità il volto di Dio
Il Figlio con l’incarnazione non ha raggiunto soltanto la santa umanità di Gesù di Nazareth. Egli ha toccato in qualche modo tutti gli uomini. Ognuno di noi, nel disegno eterno, è stato fatto dal Figlio, per lui, con lui e in lui. Siamo tutti figli nel Figlio. Entrando nella storia e assumendo l’umanità concreta di Gesù, egli ha assunto in certo modo tutti noi che partecipiamo di questa umanità. In tal modo siamo tutti fratelli di Gesù Cristo. Ogni uomo è suo rappresentante. Ogni persona traduce un aspetto originale del Figlio eterno. Anche noi, allora, siamo coinvolti a lasciare affiorare, nei nostri gesti umani, il volto di Dio.
Teofilo di Antiochia, II secolo, ai pagani che gli chiedevano: “Mostrami il tuo Dio” proponeva di mutare la domanda in: “Mostrami il tuo uomo e io ti mostrerò il tuo Dio”… Teofilo nella sua risposta sembra dire: attraverso la nostra umanità noi vi diremo chi è il nostro Dio. In tal modo egli rivela come nel cristianesimo l’immagine che ci facciamo dell’uomo – vale a dire il modo in cui viviamo la nostra umanità – manifesta l’immagine del nostro Dio.
«Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo» (GS 41), ci ricorda il Concilio. Mostreremo, allora, il volto di Dio non con gesti eclatanti, né attraverso gesti sacrali, ma vivendo il quotidiano con lo stile di Gesù, emerso nella vita pubblica, ma anche negli anni silenziosi di Nazareth.
Mi sembra utile concludere con l’esortazione di ps Magdalaine, alcuni decenni prima del Vaticano II, rivolte alle sorelle, ma valida anche per noi: «Piccola sorella,….. Prima di essere religiosa, sii umana e cristiana in tutta la forza e la bellezza di questa parola. Sii umana per glorificare meglio il Padre nella sua creatura e per rendere testimonianza all’Umanità santa del tuo Amatissimo Fratello e Signore Gesù. Quanto più sarai perfettamente e totalmente umana, tanto più potrai essere perfettamente e totalmente religiosa, perché la tua perfezione religiosa fiorirà allora in un equilibrio normale che ne rafforzerà la base».

Guarda i post già pubblicati:
  • "Il farsi umano di Dio" di p. Alberto Neglia,  (VIDEO) 
          estratto dell'incontro del 5 febbraio 2014
  •  "La misericordia-compassione di Dio. Forza rigeneratrice" di P.Alberto Neglia, (VIDEO)
          estratto dell'incontro del 5 febbraio 2014

    VIDEO INTEGRALE


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CHIESA E SOCIETA'
Interventi ed opinioni

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CONCISTORO STRAORDINARIO
Aula Nuova del Sinodo
20 e 21 febbraio 2014

Bergoglio non ha fatto il suo ingresso per ultimo, quando tutti i porporati - ne sono attesi circa 180, stamane erano circa 150 - erano già entrati, come avveniva in passato. 
È invece arrivato per primo, è ha accolto all'ingresso dell'aula del Sinodo i cardinali, salutandoli personalmente uno ad uno. 
Tra di loro c'erano anche gli arcivescovi e i Prefetti di Congregazione che saranno creati cardinali sabato mattina. «Li accompagniamo con la preghiera e l’affetto fraterno», ha detto il Papa alzando lo sguardo verso le ultime file sulla sinistra, dov'erano stati sistemati.
Introducendo il tema dei lavori, Francesco ha ricordato che al centro della riflessione ci sarà la famiglia, «che è la cellula fondamentale della società umana. Fin dal principio il Creatore ha posto la sua benedizione sull’uomo e sulla donna affinché fossero fecondi e si moltiplicassero sulla terra; e così la famiglia rappresenta nel mondo come il riflesso di Dio, Uno e Trino»...

  Il Papa: «Una pastorale intelligente e coraggiosa per le famiglie»

Un lavoro da fare «in profondità e senza cadere nella casistica» per aiutare i coniugi a vivere con gioia il piano di Dio sulla famiglia, accompagnandoli con «una pastorale intelligente, coraggiosa e piena d’amore». È l’orientamento dato da Papa Francesco alla riflessione del Concistoro straordinario convocato da  giovedì 20 febbraio nell’Aula del Sinodo in Vaticano.

Un appuntamento importante anche in vista delle prossime assemblee del Sinodo dei vescovi: quella straordinaria, che si celebra nell’ottobre di quest’anno, e quella ordinaria in programma nel 2015, entrambe centrate sul tema della famiglia, oggi — ha lamentato il Pontefice — «disprezzata» e «maltrattata»...

  Papa Francesco apre i lavori del concistoro straordinario dedicato alla famiglia

  video

  il testo integrale del discorso Concistoro Straordinario (20 febbraio 2014)

Parola d’ordine: sobrietà. È questa l’indicazione dipapa Francesco per il Concistoro di sabato durante il quale saranno creati 19 nuovi cardinali. Bergoglio, infatti, all’indomani dell’annuncio, ha detto che la porpora va accolta «con un cuore semplice e umile» auspicando che non siano contorni di «mondanità», né festeggiamenti che non siano improntati ad «austerità, sobrietà e povertà». 
Il cardinalato, ha ricordato il Pontefice,non è una «promozione» ma un «servizio», ha ricordato ai 18 (mentre non ci sarà il quasi centenario Loris Capovilla, storico segretario di papa Roncalli) che sabato entreranno nell'esclusivo elenco di coloro che una volta si chiamavano «principi della Chiesa». 

  CONCISTORO SOBRIO COME HA CHIESTO IL PAPA

L’Ora Terza del Venerdì della seconda settimana, in apertura del Concistoro, invoca il Signore nella tribolazione: “Liberami dai nemici, mio Dio – canta il Salmo 58 – proteggimi dagli aggressori. Liberami da chi fa il male, salvami da chi sparge sangue”. Al termine di questa preghiera, Papa Francesco rivolge il suo pensiero a quanto sta accadendo in Ucraina:
“Io vorrei inviare un saluto, non solo personale ma a nome di tutti, ai cardinali ucraini – il cardinale Jaworski, arcivescovo emerito di Leopoli, e il cardinale Husar, arcivescovo maggiore emerito di Kiev – che in questi giorni soffrono tanto e hanno tante difficoltà nella loro Patria. Forse sarà bello fare arrivare questo messaggio a nome di tutti: siete d’accordo, tutti voi, con questo?”. (applausi)
Il Papa ha poi accennato alla relazione introduttiva sulla famiglia fatta ieri dal cardinale Walter Kasper:
“Ieri, prima di dormire, ma non per addormentarmi … ho letto - ho ri-letto - il lavoro del cardinale Kasper e vorrei ringraziarlo, perché ho trovato profonda teologia, anche un pensiero sereno nella teologia. E’ piacevole leggere teologia serena. E ho trovato quello che Sant’Ignazio ci diceva, quel sensus ecclesiae, l’amore alla Madre Chiesa, lì. Mi ha fatto bene e mi è venuta un’idea, ma mi scusi eminenza se la faccio vergognare, ma l’idea è: questo si chiama fare teologia in ginocchio. Grazie. Grazie”.
L’Ora Terza canta l’oppressione e la consolazione: “Ho sperato nella tua parola” – recita il Salmo 118 – “Venga su di me la tua misericordia e avrò vita, poiché la tua legge è la mia gioia”. (fonte: RADIO VATICANA)

  il testo integrale del discorso Concistoro Straordinario (21 febbraio 2014)


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CONCISTORO ORDINARIO PUBBLICO PER LA CREAZIONE DI NUOVI CARDINALI (foto, testi e video)



SABATO 22 FEBBRAIO 2014
Basilica Vaticana, ore 11.00
CAPPELLA PAPALE
Libretto della Celebrazione

Toccanti momenti questa mattina durante la celebrazione del Concistoro nella Basilica di San Pietro. Mentre stava salendo all’altare in processione, Papa Francesco ha deviato dal corteo per andare a salutare il Papa emerito Benedetto XVI, che era presente in Basilica proprio su invito di Francesco. 

Benedetto XVI si è tolto lo zucchetto in segno di rispetto per il pontefice e questi gli ha stretto affettuosamente la mano e l’ha abbracciato.

  video

... Il segretario di Stato, il neo-porporato Pietro Parolin, ha rivolto l'indirizzo di omaggio a Papa Francesco.
“Santo Padre – ha detto il segretario di Stato - con animo commosso e trepido, Le rivolgo un devoto saluto a nome dei Vescovi che oggi sono aggregati da Vostra Santità al Collegio Cardinalizio e di mons. Loris Capovilla, che lo sarà fra qualche giorno a Bergamo. Salutiamo, con uguale affetto e venerazione, il Papa emerito, Sua Santità Benedetto XVI, lieti per la sua presenza in mezzo a noi”. (Grande applauso)
Quindi ha proseguito: “Vorrei riassumere ed esprimere i molti pensieri e sentimenti che affollano la mente e il cuore in questo momento con due parole. La prima è: ‘grazie’. 
...
La seconda parola è: ‘eccomi’...

  Concistoro per la creazione di 19 nuovi cardinali. Presente anche Benedetto XVI

Il Papa al Concistoro per la creazione di 19 nuovi cardinali ha tenuto la sua allocuzione partendo dal Vangelo proclamato. 

  il testo integrale dell'allocuzione del Santo Padre

  video

I nuovi cardinali ricevono la porpora

Dopo l’allocuzione, il Papa ha elencato il nome dei nuovi cardinali che a loro volta hanno giurato fedeltà alla Chiesa:
“Ego Petrus, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Parolin, promitto et iuro…”
Quindi, il simbolico e suggestivo momento dell’imposizione della berretta, della consegna dell’anello cardinalizio e dell’assegnazione del titolo o della diaconia. 
Momento seguito dall’abbraccio di pace con il Papa e con i confratelli, segno visibile di quella comunione ecclesiale che dà forza alla testimonianza intrepida di Cristo nella Citta di Roma e nelle regioni più lontane.

  Il nome dei nuovi cardinali

Al termine del Concistoro il Santo Padre Francesco abbraccia Benedetto XVI.

  video

  video integrale


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"La Chiesa ascolti il mondo" di Enzo Bianchi



In vista del sinodo dei vescovi, papa Francesco ha voluto inaugurare una nuova modalità nella preparazione del confronto che avverrà in Vaticano il prossimo autunno: affinché si viva davvero un evento sinodale coinvolgente tutta la chiesa è stato inviato un questionario alle singole diocesi in modo che in ogni chiesa locale, parrocchia o comunità fosse possibile per i cristiani manifestare il proprio pensiero su temi e problemi morali che devono essere affrontati con urgenza e sui quali va pronunciata una parola profondamente cristiana. 
Questa iniziativa – che non è piaciuta ad alcuni i quali, senza contestarla apertamente, non hanno assunto alcuna iniziativa né avviato la discussione... - risponde a un bisogno già manifestato negli anni cinquanta da Pio XII: l’emergere di un’opinione pubblica nella chiesa, di un confronto che, invece di tacitare i conflitti o ignorare i nuovi problemi, li affronti e cerchi di risolverli con il discernimento ecclesiale.
Soprattutto sui temi inerenti alla famiglia e alla sessualità era diventato necessario ascoltare quanti vivono la realtà del matrimonio cristiano o della vita di coppia e dare voce anche a quelli che si sentono in situazione di difficoltà o di contraddizione rispetto al magistero tradizionale della chiesa. Ascoltare! Operazione non solo necessaria in tutte le relazioni umane, ma anche profondamente cristiana, essenziale per vivere la comunità dei credenti, cioè la chiesa.
Ebbene, da questo lungo e intenso confronto preparatorio, il questionario ha ricevuto una gran quantità di risposte, mostrando quanto le comunità siano vivaci e capaci di esprimere in modo motivato le loro considerazioni, anche nel coinvolgimento dei mutamenti culturali e di costume avvenuti in questi ultimi decenni soprattutto nelle chiese di antica tradizione cristiana occidentale. Per due anni ci sarà un cammino veramente sinodale di tutta la chiesa su questi temi così urgenti.
Contemporaneamente – e non poteva essere altrimenti – aziende e organismi internazionali operavano sondaggi per conoscere le differenti posizioni delle popolazioni dei vari paesi. In questi giorni appaiono sui media i dati, in verità non così sorprendenti per chi conosce le valutazioni etiche e morali di cui è capace la gente comune. Certo, appare evidente in Italia – l’Italia considerata cattolica, “zoccolo duro del cattolicesimo“ come amano definirla alcuni ecclesiastici – un disaccordo rispetto alle posizioni della chiesa più marcato che non in altri paesi.
Questo ci interpella? Forse il disaccordo dipende dal fatto che in Italia l’etica non è così determinante come in altri paesi? Gli italiani pensano che il divorzio non costituisca peccato così come pensano che il non pagare le tasse non sia peccato? Come mai in Italia – paese in cui la percentuale (80%) di chi si definisce cattolico o frequenta la messa domenicale è la più alta di tutte le circa venti nazioni “cattoliche” occidentali – si disattende così largamente ciò che pensa la chiesa?
E come mai, soprattutto negli ultimi due decenni, c’è stato questo vistoso allontanamento dalla chiesa da parte delle donne e delle nuove generazioni? E come leggere il dato che in Italia – pur nella denuncia ostinata della pedofilia – quasi un cittadino su tre ritiene ammissibili relazioni sessuali con minori?...

  La Chiesa ascolti il mondo


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Questo straordinario Concistoro - "La via e i segni"


È stato il Concistoro delle sorprese. Iniziate con l’annuncio, un mese fa, dei diciannove nuovi porpo­rati chiamati da Papa Francesco a far parte del Collegio cardinalizio, a scompigliare qual­che scenario consolidato nel nome di un’u­niversalità sempre più accentuata. E culmi­nate ieri con la presenza in San Pietro, del tut­to inaspettata, del Papa emerito Benedetto X­VI, alla sua prima uscita pubblica quasi esat­tamente un anno dopo la rinuncia al mini­stero petrino. E mai s’erano visti insieme, co­sì, due pontefici. A rendere inedita e conse­gnare alla storia una giornata che, da ogni an­golo visuale la si guardi, ancora una volta ha detto più di quanto s’è visto. 
L’ha fatto nelle parole di Francesco, e nei ge­sti che l’hanno scandita. Quelli rituali legati da sempre al momento vissuto nella 'catte­drale del mondo': la consegna della berret­ta, dell’anello e della bolla di creazione ai nuovi porporati, e quelli a sorpresa, sponta­nei, con Benedetto a capo scoperto, con la papalina bianca stretta nella mano, acco­gliere l’abbraccio di Papa Bergoglio che gli si fa incontro, deviando dal percorso del suo ingresso, sotto gli occhi stupiti e commossi di milioni e milioni di persone. 
Qua e là, nel consueto contorno di com­menti che accompagnano e seguono ogni atto di Papa Francesco, si sono udite di nuo­vo risuonare espressioni come 'rivoluzio­ne', 'rottura degli schemi', e cose del gene­re. Ben più importante, però, al di là delle de­finizioni e di qualunque peso a esse si voglia dare, è la plasticità con cui quanto accadu­to ieri mattina è riuscito a rendere vivo quel rapporto tra memoria e futuro senza il qua­le non si va avanti. Senza il quale, anzi, ci si spegne. E l’idea stessa di generazione e di tradizione si svuota di senso. 
Innumerevoli le volte, e le occasioni, in cui Francesco ha toccato questo tasto, a signifi­care quanto importante sia quel rapporto nel­la sua visione...

  La via e i segni di Salvatore Mazza

Vedi i nostri post precedenti:
  • Concistoro straordinario dedicato al tema della famiglia 20-21 Febbraio (foto, testi e video)
  • CONCISTORO ORDINARIO PUBBLICO PER LA CREAZIONE DI NUOVI CARDINALI (foto, testi e video)
  • 23/02/2014 Papa Francesco - SANTA MESSA CON I NUOVI CARDINALI - Angelus (testi e video)


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Le raccomandazioni di Papa Francesco ai nuovi Cardinali: essere “canali” in cui scorre la carità e basta intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze...


«... Cari Fratelli Cardinali, il Signore Gesù e la madre Chiesa ci chiedono di testimoniare con maggiore zelo e ardore questi atteggiamenti di santità. Proprio in questo supplemento di oblatività gratuita consiste la santità di un Cardinale. Pertanto, amiamo coloro che ci sono ostili; benediciamo chi sparla di noi; salutiamo con un sorriso chi forse non lo merita; non aspiriamo a farci valere, ma opponiamo la mitezza alla prepotenza; dimentichiamo le umiliazioni subite. Lasciamoci sempre guidare dallo Spirito di Cristo, che ha sacrificato se stesso sulla croce, perché possiamo essere “canali” in cui scorre la sua carità. Questo è l’atteggiamento, questa deve essere la condotta di un Cardinale. Il Cardinale – lo dico specialmente a voi - entra nella Chiesa di Roma, Fratelli, non entra in una corte. Evitiamo tutti e aiutiamoci a vicenda ad evitare abitudini e comportamenti di corte: intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze. Il nostro linguaggio sia quello del Vangelo: “sì, sì; no, no”; i nostri atteggiamenti quelli delle Beatitudini, e la nostra via quella della santità. Preghiamo nuovamente: “Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito”....»
 (Papa Francesco Omelia 23/02/2014)

  Vignetta

Guarda il nostro precedente post:

  23/02/2014 Papa Francesco - SANTA MESSA CON I NUOVI CARDINALI - Angelus (testi e video)


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Divorziati risposati: che cosa ha detto Kasper? di Christian Albini



Divorziati risposati: che cosa ha detto Kasper?
 
di Christian Albini

Oggi tutti i mezzi d'informazione parlano della relazione tenuta ieri da Walter Kasper ai cardinali in occasione del concistoro straordinario sulla famiglia. C'è fermento nella chiesa cattolica, a motivo delle risposte al questionario in vista del sinodo sulla famiglia, diffuso in tutto il mondo, e si discute sul tema dell'accesso all'Eucaristia da parte dei divorziati risposati.

Oggi, papa Francesco di fronte ai cardinali ha avuto parole di grande elogio per la relazione di Kasper:

Ieri, prima di dormire, ma non per addormentarmi - ha detto, con una battuta - ho riletto il lavoro del cardinale Kasper e vorrei ringraziarlo, perché ho trovato profonda teologia, anche un pensiero sereno nella teologia. E’ piacevole leggere teologia serena. E ho trovato quello che sant’Ignazio ci diceva, quel sensus ecclesiae, l’amore alla Madre Chiesa, lì. Mi ha fatto bene e mi è venuta un’idea, ma mi scusi eminenza se la faccio vergognare, ma l’idea è: questo si chiama fare teologia in ginocchio. Grazie, grazie.

Radio Vaticana ha riassunto il briefing di p. Federico Lombardi.

La relazione del cardinale Kasper – ha sottolineato - non si prevede che venga pubblicata da parte del Collegio cardinalizio “non perché ci siano segreti straordinari, ma per correttezza, perché è una relazione fatta ad uso dei Padri: è fatta per loro e per il lavoro di questo Concistoro”.

Padre Lombardi ha detto di averla trovata “di una grande sintonia con quello che il Papa dice nelle sue parole introduttive: cioè, si vede che veramente c’è stata anche un’individuazione del relatore, un’impostazione della relazione molto coerente con questa prospettiva che il Papa dà. Quindi, di guardare con realismo alla realtà della famiglia, ma con questo grande desiderio di vederne con profondità l’inserimento nella realtà, nel piano di Dio e tutto quello che è bello della famiglia annunciata anche dal Vangelo, per il bene di tutte le persone e dell’umanità. E quindi, una prospettiva molto positiva, molto ampia, teologicamente fondata, profonda che arriva anche a vedere quali sono i problemi della pastorale di oggi ma non parte focalizzata, ristretta su questi problemi”...

  Divorziati risposati: che cosa ha detto Kasper?


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Con un suo Motu Proprio Papa Francesco ha creato un Segretariato per il controllo di tutte le funzioni economiche ed amministrative della Santa Sede. Si tratta del la più incisiva informa della burocrazia della Curia, da un quarto di secolo a questa parte. Il cardinale australiano George Pell , uno dei cardinali del cosiddetto G8 dei consiglieri del Pontefice è stato nominato Prefetto del nuovo segretariato, di fatto un vero e proprio ministero dell’Economia o del tesoro che dir si voglia.Ma non è l’unica novita. Il cardinale Pell riferirà ad un nuovo consiglio costituito da 15-member costituito da otto cardinali, scelti dalle varie parti del mondo e sette esperti laici. Questa presenza dei laici è una novità assoluta 

  M. Antonietta Calabrò:  Il Papa crea un “ministero” dell’Economia, 7 laici nel consiglio


Tutte le operazioni economiche della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, il suo patrimonio, ogni suoi investimento, ogni partecipazione in società a qualunque livello e in tutto il mondo, faranno capo da ora in avanti adun superministero dell’economia. 
Papa Francesco ha deciso la prima grande e in questo caso clamorosa riforma del suo pontificato con un Motu proprio che porta la data del 24 febbraio e che è stato immediatamente pubblicato dalla Sala Stampa vaticana e dall’Osservatore romano. Bergoglio ha istituito un Consiglio direttivo, formato da 8 vescovi e da sette laici, con il compito di decidere le politiche della Santa Sede. Poi ha nominato un cardinale prefetto che le attua.

  Alberto Bobbio: SANTA SEDE, NASCE UN SUPERMINISTERO ECONOMICO



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Dopo sette mesi di silenzio sulla sorte di padre Paolo Dall’Oglio, le dichiarazioni del dissidente siriano Michel Kilo al quotidiano libanese an Nahar, confermerebbero che il gesuita, dopo essere stato rapito da al Qaida, sarebbe stato poi ceduto al regime di Damasco. Il gesuita, che per trent’anni ha vissuto e lavorato in Siria facendo del monastero e della comunità di Mar Musa un centro di dialogo islamo-cristiano fino all’espulsione nell’estate del 2012, è scomparso nel nord del Paese il 29 luglio scorso.

  Chiara Santomiero: Padre Dall'Oglio prigioniero a Damasco?

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 FRANCESCO
 



     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 23 febbraio 2014

    Udienza - 26 febbraio 2014

    Omelia - 22 febbraio 2014: Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di nuovi Cardinali

   
Omelia - 23 febbraio 2014: Santa Messa con i nuovi Cardinali

    Discorso - Alla riunione della Congregazione per i Vescovi (27 febbraio 2014)

    Discorso - Ai Vescovi amici del Movimento dei Focolari (27 febbraio 2014)



    MESSAGGIO PER LA QUARESIMA 2014

    MESSAGGIO - PER LA XXIX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 2014
                            Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5, 3)



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SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"

L’account Twitter di Papa Francesco @Pontifex ha superato i 12 milioni di follower. L’account, voluto da Benedetto XVI, era stato inaugurato il 12 dicembre 2012 in otto lingue. Il 17 gennaio 2013 era stato aggiunto il latino. La lingua più seguita è lo spagnolo con più di 4 milioni 897mila follower, seguita dall’inglese (quasi 3.699.000), l’italiano (oltre 1.527.000), il portoghese (958.800), il francese (243.600), il latino (218.200), il polacco (188.200), il tedesco (174.400) e l’arabo (113.100). Mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha sottolineato più volte l’nteressante fenomeno del re-tweetting: i tweet del Papa vengono "re-tweettati", cioè rilanciati dai suoi "amici" e in questo modo, secondo un calcolo per difetto, più di 60 milioni di persone ricevono il tweet di Papa Francesco. (fonte: Radio Vaticana)


Tweet

22/02/2014:

  Non perdiamo mai la speranza...


24/02/2014:

  La Madonna ci è sempre vicina...


25/02/2014:

  Tutti noi battezzati...


27/02/2014:

  In una famiglia è normale...


28/02/2014:

  L'Eucarestia è essenziale per noi...



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  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)



23/02/2014 Papa Francesco - SANTA MESSA CON I NUOVI CARDINALI - Angelus (testi e video)



Domenica, 23 febbraio 2014

Basilica Vaticana
ore 10

SANTA MESSA CON I NUOVI CARDINALI E IL COLLEGIO CARDINALIZIO

... Alle ore 10, settima domenica del tempo ordinario, Francesco ha presieduto nella basilica vaticana la concelebrazione eucaristica con i cardinali creati nel Concistoro di ieri e con tutti i porporati convenuti a Roma per il concistoro. Il Pontefice è entrato in processione con i nuovi cardinali, preceduti dagli altri 150 porporati, tutti vestiti con i paramenti verdi e la mitria bianca (sostituita poi con lo zucchetto rosso), raggiungendo l'altare della Confessione da dove ha presieduto la liturgia. Anche il Papa ha indossato paramenti verdi. Visibilmente emozionati i 18 neo-cardinali(il 19esimo, Loris Capovilla, 98 anni e mezzo, è assente per ragioni di età e di salute).
Hanno assistito al rito la presidente del Brasile Dilma Rousseff e le delegazioni ufficiali inviate dai governi dei paesi di provenienza dei nuovi cardinali. Il rito del Concistoro - semplificato da Benedetto XVI - non prevede per la messa conclusiva particolari gesti o segni, essendo state consegnate ieri tutte e tre le insegne (zucchetto, berretta a anello) e assegnate le sedi titolari, cioè le chiese e parrocchie di Roma delle quali nei prossimi mesi i neo cardinali prenderanno possesso.
«Gesù non è venuto a insegnarci le buone maniere, maniere da salotto! Per questo non c'era bisogno che scendesse dal Cielo e morisse sulla croce- sottolinea Bergoglio-A chi vuole seguirlo Gesù chiede di amare chi non lo merita, senza contraccambio, per colmare i vuoti d'amore che ci sono nei cuori, nelle relazioni umane, nelle famiglie, nelle comunità, nel mondo». Quindi «essere santi non è un lusso, è necessario per la salvezza del mondo». Perciò «cari fratelli cardinali, Gesù e la madre Chiesa ci chiedono di testimoniare con maggiore zelo e ardore questi atteggiamenti di santità». E «proprio in questo supplemento di oblativita' gratuita consiste la santità di un cardinale».

  Il Papa ai nuovi cardinali: “Evitate intrighi, chiacchiere e cordate”

  testo integrale dell'Omelia di Papa Francesco

 Piazza San Pietro
ore 12

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nella seconda Lettura di questa domenica, san Paolo afferma: «Nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio» (1 Cor 3,23). Perché dice questo l’Apostolo? Perché il problema che si trova di fronte è quello delle divisioni nella comunità di Corinto, dove si erano formati dei gruppi che si riferivano ai vari predicatori considerandoli loro capi; dicevano: «Io sono di Paolo, io sono di Apollo, io sono di Cefa…» (1,12). San Paolo spiega che questo modo di pensare è sbagliato, perché la comunità non appartiene agli apostoli, ma sono loro - gli apostoli - ad appartenere alla comunità; però la comunità, tutta intera, appartiene a Cristo!
Da questa appartenenza deriva che nelle comunità cristiane – diocesi, parrocchie, associazioni, movimenti – le differenze non possono contraddire il fatto che tutti, per il Battesimo, abbiamo la stessa dignità: tutti, in Gesù Cristo, siamo figli di Dio. E questa è la nostra dignità: in Gesù Cristo siamo figli di Dio! Coloro che hanno ricevuto un ministero di guida, di predicazione, di amministrare i Sacramenti, non devono ritenersi proprietari di poteri speciali, padroni, ma porsi al servizio della comunità, aiutandola a percorrere con gioia il cammino della santità.
La Chiesa oggi affida la testimonianza di questo stile di vita pastorale ai nuovi Cardinali, con i quali ho celebrato questa mattina la santa Messa. Possiamo salutare tutti i nuovi Cardinali, con un applauso. Salutiamo tutti!...

  testo integrale dell'Angelus

  video


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Piazza San Pietro
Mercoledì, 26 febbraio 2014


Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

Oggi vorrei parlarvi del Sacramento dell’Unzione degli infermi, che ci permette di toccare con mano la compassione di Dio per l’uomo. In passato veniva chiamato “Estrema unzione”, perché era inteso come conforto spirituale nell’imminenza della morte. Parlare invece di “Unzione degli infermi” ci aiuta ad allargare lo sguardo all’esperienza della malattia e della sofferenza, nell’orizzonte della misericordia di Dio.

1. C’è un’icona biblica che esprime in tutta la sua profondità il mistero che traspare nell’Unzione degli infermi: è la parabola del «buon samaritano», nel Vangelo di Luca (10,30-35). Ogni volta che celebriamo tale Sacramento, il Signore Gesù, nella persona del sacerdote, si fa vicino a chi soffre ed è gravemente malato, o anziano. Dice la parabola che il buon samaritano si prende cura dell’uomo sofferente versando sulle sue ferite olio e vino. L’olio ci fa pensare a quello che viene benedetto dal Vescovo ogni anno, nella Messa crismale del Giovedì Santo, proprio in vista dell’Unzione degli infermi. Il vino, invece, è segno dell’amore e della grazia di Cristo che scaturiscono dal dono della sua vita per noi e si esprimono in tutta la loro ricchezza nella vita sacramentale della Chiesa. Infine, la persona sofferente viene affidata a un albergatore, affinché possa continuare a prendersi cura di lei, senza badare a spese. Ora, chi è questo albergatore?
...
il sacerdote e coloro che sono presenti durante l’Unzione degli infermi rappresentano infatti tutta la comunità cristiana che, come un unico corpo si stringe attorno a chi soffre e ai familiari, alimentando in essi la fede e la speranza, e sostenendoli con la preghiera e il calore fraterno. Ma il conforto più grande deriva dal fatto che a rendersi presente nel Sacramento è lo stesso Signore Gesù, che ci prende per mano, ci accarezza come faceva con gli ammalati e ci ricorda che ormai gli apparteniamo e che nulla - neppure il male e la morte - potrà mai separarci da Lui. Abbiamo questa abitudine di chiamare il sacerdote perché ai nostri malati – non dico ammalati di influenza, di tre-quattro giorni, ma quando è una malattia seria – e anche ai nostri anziani, venga e dia loro questo Sacramento, questo conforto, questa forza di Gesù per andare avanti? Facciamolo!

video della catechesi

Saluti
...

APPELLO
Seguo con particolare apprensione quanto sta accadendo in questi giorni in Venezuela. Auspico vivamente che cessino quanto prima le violenze e le ostilità ...

  video
...
Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domani celebreremo la memoria di san Gabriele dell’Addolorata: il suo esempio aiuti voi, cari giovani, ad essere entusiasti discepoli di Gesù; incoraggi voi, cari ammalati, ad offrire le vostre sofferenze in unione a quelle di Cristo; e sproni voi, cari sposi novelli, a fare del Vangelo la regola fondamentale della vita coniugale.

     il testo integrale dell'Udienza Generale

Il Papa durante il suo giro nella piazza ha baciato un bimbo di circa quattro anni, vestito da papa, che gli è stato porto da un gendarme al suo ingresso in piazza San Pietro, per l'udienza generale. 
Il bimbo, biondo e esile, piangeva e strillava. Papa Francesco ha sorriso e lo ha fatto restituire ai genitori. 
Tra le persone in piazza ci sono oggi molti bimbi con le maschere di carnevale, Robin Hood, pagliacci, api e coccinelle. 
A molti papa Bergoglio ha spedito baci con la mano.

    il video integrale


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I gesti di Gesù - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
24 febbraio 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: 
Gesù non ci lascia soli

Seguire Gesù non è “un’idea” ma un “continuo rimanere a casa”, la Chiesa, dove Cristo riporta sempre chiunque, anche chi se ne è allontanato. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa di questa mattina, nella cappella di Casa Santa Marta.

Un ragazzo preso da convulsioni che si rotola a terra schiumando, in un mezzo a una folla sconvolta e inerme. E suo padre che quasi si aggrappa a Gesù, implorandolo di liberare suo figlio dalla possessione diabolica. È il dramma con cui apre il Vangelo di oggi e che Papa Francesco considera punto per punto: il cicaleccio degli astanti, che discutono senza costrutto, Gesù che arriva e si informa, “il chiasso che viene meno”, il padre angosciato che emerge dalla folla e decide contro ogni speranza di sperare in Gesù. E Gesù, che mosso a pietà dalla fede cristallina di quel papà, scaccia lo spirito e poi si china con dolcezza sul giovane, che pare morto, aiutandolo a rialzarsi:
“Tutto quel disordine, quella discussione finisce in un gesto: Gesù che si abbassa, prende il bambino. Questi gesti di Gesù ci fanno pensare. Gesù quando guarisce, quando va tra la gente e guarisce una persona, mai la lascia sola. Non è un mago, uno stregone, un guaritore che va e guarisce e continua: ad ognuno lo fa tornare al suo posto, non lo lascia per strada. E sono gesti bellissimi del Signore”.
Ecco l’insegnamento, spiega Papa Francesco: “Gesù – afferma – sempre ci fa tornare a casa, mai ci lascia sulla strada da soli”. Il Vangelo, ricorda, è disseminato di questi gesti. La risurrezione di Lazzaro, la vita donata alla figlia di Giairo e quella al ragazzo di una mamma vedova. Ma anche la pecora smarrita riportata all’ovile o la moneta perduta e ritrovata dalla donna:
“Perché Gesù non è venuto dal Cielo solo, è Figlio di un popolo. Gesù è la promessa fatta a un popolo e la sua identità è anche appartenenza a quel popolo, che da Abramo cammina verso la promessa. E questi gesti di Gesù ci insegnano che ogni guarigione, ogni perdono sempre ci fanno tornare al nostro popolo, che è la Chiesa”.
...
“E questi gesti di tanta tenerezza di Gesù ci fanno capire questo: che la nostra dottrina, diciamo così, o il nostro seguire Cristo, non è un’idea, è un continuo rimanere a casa. E se ognuno di noi ha la possibilità e la realtà di andarsene da casa per un peccato, uno sbaglio – Dio sa – la salvezza è tornare a casa, con Gesù nella Chiesa. Sono gesti di tenerezza. Uno a uno, il Signore ci chiama così, al suo popolo, dentro la sua famiglia, la nostra madre, la Santa Chiesa. Pensiamo a questi gesti di Gesù”.

  Papa Francesco: Gesù non ci lascia soli per la strada, seguirlo è avere una casa, la Chiesa

  video


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La strada della pace - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
25 febbraio 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: 
“Riconosciamo la nostra miseria contro le guerre e le liti”

Bimbi affamati nei campi profughi, mentre i fabbricanti d’armi fanno festa nei salotti. E’ l’immagine forte che Papa Francesco ha evocato nella Messa di stamani a Casa Santa Marta. Tutta l’omelia del Pontefice è stata un accorato appello per la pace e contro ogni guerra, nel mondo come in famiglia. Il Papa ha ribadito che la pace non può essere solo una “parola” e ha esortato tutti i cristiani a non “abituarsi” allo scandalo della guerra.

Da dove vengono le guerre e le liti in mezzo a voi? Papa Francesco ha preso spunto dalla Lettera dell’Apostolo Giacomo, nella Prima Lettura, per levare una vibrante condanna di tutte le guerre. E commentando i litigi tra i discepoli di Gesù per chiarire chi fosse il più grande tra loro, ha subito evidenziato che quando “i cuori si allontanano nasce la guerra”. “Ogni giorno, sui giornali, troviamo guerre – ha constatato con amarezza – in questo posto si sono divisi in due, cinque morti”, in un altro luogo altre vittime:
“E i morti sembrano far parte di una contabilità quotidiana. Siamo abituati a leggere queste cose! E se noi avessimo la pazienza di elencare tutte le guerre che in questo momento ci sono nel mondo, sicuramente avremmo parecchie carte scritte. Sembra che lo spirito della guerra si sia impadronito di noi. Si fanno atti per commemorare il centenario di quella Grande Guerra, tanti milioni di morti… E tutti scandalizzati! Ma oggi è lo stesso! Invece di una grande guerra, piccole guerre dappertutto, popoli divisi… E per conservare il proprio interesse si ammazzano, si uccidono fra di loro”.
“Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?”, ribadisce il Papa. “Le guerre, l’odio, l’inimicizia – ha risposto – non si comprano al mercato: sono qui, nel cuore.”
...
“Anche abitualmente davanti a un conflitto, ci troviamo in una situazione curiosa: andare avanti per risolverlo, litigando. Col linguaggio di guerra. Non viene prima il linguaggio di pace! E le conseguenze? Pensate ai bambini affamati nei campi dei rifugiati… Pensate a questo soltanto: questo è il frutto della guerra! E se volete pensate ai grandi salotti, alle feste che fanno quelli che sono i padroni delle industrie delle armi, che fabbricano le armi, le armi che finiscono lì. Il bambino ammalato, affamato, in un campo di rifugiati e le grandi feste, la buona vita che fanno quelli che fabbricano le armi”.
“Cosa succede nel nostro cuore?”
...
“Quante famiglie distrutte perché il papà, la mamma non sono capaci di trovare la strada della pace e preferiscono la guerra, fare causa… La guerra distrugge! ‘Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Forse non vengono dalle vostre passioni?’. Nel cuore! Io vi propongo oggi di pregare per la pace, per quella pace che soltanto sembra sia diventata una parola, niente di più. Perché questa parola abbia la capacità di agire, seguiamo il consiglio dell’Apostolo Giacomo: ‘Riconoscete la vostra miseria!”.
Quella miseria, ha proseguito, da cui vengono le guerre: “Le guerre nelle famiglie, le guerre nel quartiere, le guerre dappertutto”. “Chi di noi ha pianto – ha domandato ancora – quando legge un giornale, quando in tv vede quelle immagini? Tanti morti”. “Le vostre risa – ha detto riprendendo l’Apostolo Giacomo – si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza…”. Questo, ha detto, “è quello che deve fare oggi 25 febbraio” un “cristiano davanti a tante guerre, dappertutto”: “Piangere, fare lutto, umiliarsi”. “Il Signore – ha concluso – ci faccia capire questo e ci salvi dall’abituarci alle notizie di guerra”.

  Il Papa: bimbi affamati nei campi profughi e i fabbricanti d'armi fanno festa

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La coerenza di vita e la paura di scandalizzare - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
27 febbraio 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco:
coerenza e testimonianza, chiavi della vita cristiana

I cristiani incoerenti suscitano scandalo perché danno una contro-testimonianza a chi non crede. Sulla coerenza Gesù usa espressioni molto forti, tanto che a sentirle qualcuno potrebbe persino dire: «ma questo lo dice un comunista». E invece no: «è la parola di Dio!».
Proprio al tema della coerenza cristiana, suggerito dall'amministrazione del sacramento della cresima, Papa Francesco ha dedicato l'omelia alla messa di questa mattina, giovedì 27 febbraio, nella Cappella della Casa Santa Marta.

«Essere cristiano – ha chiarito subito il Papa – significa dare testimonianza di Gesù Cristo». Infatti «il cristiano è la persona, l'uomo e la donna, che dà la testimonianza di Gesù Cristo».
Il Pontefice ha poi ha delineato il profilo spirituale del cristiano, indicandone proprio nella coerenza l'elemento centrale. In tutte le cose della vita, ha detto, bisogna «pensare come cristiano; sentire come cristiano e agire come cristiano». È questa «la coerenza di vita di un cristiano che nel suo agire, nel suo sentire, nel suo pensare» riconosce la presenza del Signore.
Il Papa ha anche messo in guardia dal fatto che «se manca una di queste» caratteristiche «non c'è il cristiano». 
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Di loro parla espressamente l'apostolo san Giacomo che, nella lettera proclamata nella liturgia odierna (5, 1-6), se la prende direttamente con «alcuni incoerenti che si vantavano di essere cristiani, ma sfruttavano i loro dipendenti». Scrive san Giacomo: «Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchie del Signore onnipotente».
«È forte il Signore!» ha commentato il Papa dopo aver riletto il testo di san Giacomo. Tanto che «se uno sente» queste parole «può pensare: lo ha detto un comunista! No, no — ha precisato il Pontefice — lo ha detto l'apostolo Giacomo: è parola del Signore!». Il problema, dunque, è «l'incoerenza» e «i cristiani che non sono coerenti danno scandalo».
Gesù, ha ricordato il Pontefice riferendosi al brano evangelico odierno di Marco (9, 41-50), parla con forza contro lo scandalo e «dice: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me — uno solo di questi fratelli, sorelle che hanno fede — è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”». Davvero, ha spiegato il Papa, «il cristiano incoerente fa tanto male» e l'immagine forte usata da Gesù è molto eloquente. Pertanto, ha proseguito, «la vita del cristiano è sulla via della coerenza» ma bisogna anche fare i conti «con la tentazione di non essere coerente e di fare tanto scandalo. E lo scandalo uccide!».
Le conseguenze, poi, sono sotto gli occhi di tutti. È capitato a tutti i cristiani, ha commentato il Papa, di sentirsi dire «io credo in Dio ma non nella Chiesa, perché voi cristiani dite una cosa e ne fate un'altra!». Sono parole che «abbiamo sentito tutti: io credo in Dio ma in voi no!». E questo accade proprio «per l'incoerenza» dei cristiani, ha spiegato il Papa.
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Papa Francesco ha ricordato che «la grazia di essere coerenti» dobbiamo chiederla al Signore «tutti noi, tutta al Chiesa». Riconoscendoci peccatori, deboli, incoerenti, ma sempre pronti a chiedere perdono a Dio. Tutti noi, infatti, «abbiamo la capacità di chiedere perdono e Dio mai si stanca di perdonare». È importante dunque, ha avvertito il Papa, «avere l'umiltà di chiedere perdono» quando non siamo stati coerenti.
Si tratta, in fondo, di «andare avanti nella vita con coerenza cristiana», dando testimonianza di credere in Gesù Cristo e sapendo di essere peccatori. Ma con «il coraggio di chiedere perdono quando sbagliamo» e «avendo tanta paura di scandalizzare». E «il Signore — è stato l’auspicio conclusivo del Papa — ci dia questa grazia a tutti noi».

  Lo scandalo dell’incoerenza

 
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La storia dell’amore... - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
28 febbraio 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m

Papa Francesco:
“Camminare insieme e non condannare se fallisce un amore”

Dietro la casistica c’è sempre una trappola contro di noi e contro Dio. E’ quanto affermato stamani da Papa Francesco nella Messa a Casa Santa Marta. Il Papa, commentando il Vangelo odierno, si è soffermato sulla bellezza del matrimonio ed ha avvertito che bisogna accompagnare, non condannare, quanti sperimentano il fallimento del proprio amore. Quindi, ha ribadito che Cristo è lo Sposo della Chiesa e dunque non si può comprendere l’una senza l’Altro.

I dottori della legge cercano di porre delle trappole a Gesù per “togliergli l’autorità morale”. Papa Francesco ha preso spunto dal Vangelo di oggi per offrire una catechesi sulla bellezza del matrimonio. I farisei, ha osservato, si presentano da Gesù con il problema del divorzio. Il loro stile, ha rilevato, è sempre lo stesso: “la casistica”, “E’ lecito questo o no?
“Sempre il piccolo caso. E questa è la trappola: dietro la casistica, dietro il pensiero casistico, sempre c’è una trappola. Sempre! Contro la gente, contro di noi e contro Dio, sempre! ‘Ma è lecito fare questo? Ripudiare la propria moglie?’. E Gesù rispose, domandando loro cosa dicesse la legge e spiegando perché Mosé ha fatto quella legge così. Ma non si ferma lì: dalla casistica va al centro del problema e qui va proprio ai giorni della Creazione. E’ tanto bello quel riferimento del Signore: ‘Dall’inizio della Creazione, Dio li fece maschio e femmina, per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne’”.
Il Signore, ha proseguito il Papa, “si riferisce al capolavoro della Creazione” che sono appunto l’uomo e la donna. E Dio, ha detto, “non voleva l’uomo solo, lo voleva” con la “sua compagna di cammino”. E’ un momento poetico, ha osservato, quando Adamo incontra Eva: “E’ l’inizio dell’amore: andate insieme come una sola carne”. Il Signore, ha quindi ribadito, “sempre prende il pensiero casistico e lo porta all’inizio della rivelazione”. D’altro canto, ha poi spiegato, “questo capolavoro del Signore non è finito lì, nei giorni della Creazione, perché il Signore ha scelto questa icona per spiegare l’amore che Lui ha verso il suo popolo”. Al punto, ha rammentato, che “quando il popolo non è fedele" Lui "gli parla, con parole di amore”:
“Il Signore prende questo amore del capolavoro della Creazione per spiegare l’amore che ha con il suo popolo. E un passo in più: quando Paolo ha bisogno di spiegare il mistero di Cristo, lo fa anche in rapporto, in riferimento alla sua Sposa: perché Cristo è sposato, Cristo era sposato, aveva sposato la Chiesa, il suo popolo. Come il Padre aveva sposato il Popolo di Israele, Cristo sposò il suo popolo. Questa è la storia dell’amore, questa è la storia del capolavoro della Creazione! E davanti a questo percorso di amore, a questa icona, la casistica cade e diventa dolore. Ma quando questo lasciare il padre e la madre e unirsi a una donna, farsi una sola carne e andare avanti e questo amore fallisce, perché tante volte fallisce, dobbiamo sentire il dolore del fallimento, accompagnare quelle persone che hanno avuto questo fallimento nel proprio amore. Non condannare! Camminare con loro! E non fare casistica con la loro situazione”.
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  Il Papa: accompagnare, non condannare, quanti sperimentano il fallimento del proprio amore

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Per il Papa esercizi spirituali fuori dal Vaticano


Quasi una settimana fuori dal Vaticano, in una casa di religiosi ad Ariccia, sul lago di Albano. Papa Francesco, che l'estate scorsa ha rinunciato a trasferirsi a Castel Gandolfo per il soggiorno estivo, si differenzia dai suoi predecessori anche per la scelta di fare invece lontano dal Vaticano gli esercizi spirituali di Quaresima. La decisione era stata già anticipata, ma oggi è comparsa anche sul calendario ufficiale degli impegni e delle celebrazioni presiedute dal Pontefice.

Dal 9 al 14 marzo prossimi, papa Bergoglio si trasferirà quindi nella Casa del Divin Maestro di Ariccia (Roma), istituto retto dai Paolini, dove ha invitato anche i cardinali e arcivescovi della Curia per gli annuali esercizi spirituali che precedono la Pasqua. A quanto si è appreso, il Papa non porterà con sé neanche i più diretti collaboratori, né i segretari né gli aiutanti di camera. E, altra novità, i capi dicastero e quanti della Curia vorranno partecipare dovranno pagarsi la stanza.

Il Papa partirà per Ariccia la sera di domenica 9 marzo, e rientrerà in Vaticano quasi una settimana dopo, venerdì 14. E in epoca recente, questi esercizi spirituali fuori dal Vaticano rappresentano un inedito.
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  Per il Papa esercizi spirituali fuori dal Vaticano


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In Vaticano si stanno definendo gli ultimi dettagli tecnici in vista dell’imminente apertura del profilo sul celebre social network

  Francesco alla conquista di Facebook


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