"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
|
NEWSLETTER n°1 del 2014
Aggiornamento della settimana -
dal 28 dicembre 2013 al 3 gennaio 2014 -
Prossima NEWSLETTER prevista per il 10 gennaio 2014 |
|
|||||||||||||||
|
N. B. La Lectio è temporaneamente sospesa
Sono le 11.46 di lunedì 11 febbraio. Il flash dell’Ansa fa il giro del
mondo: «Papa lascia pontificato dal 28/2». Benedetto XVI spiega di
sentire il peso dell’incarico, di aver a lungo meditato quella
decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. Tra i motivi
citati anche l’età avanzata, «ingravescentem aetatem», nel testo in
latino. Solo un Papa dalla raffinata elaborazione teologica può
tradurre in pratica quanto ipotizzato da almeno due predecessori (Paolo
VI e Giovanni Paolo II).
Il 13 marzo, a sorpresa, ecco l’elezione di papa Francesco. Non un populista. Né un astratto sentimentale. Semmai un profeta, nel senso letterale del termine: «Colui che parla a nome di qualcuno». Il gesuita Jorge Mario Bergoglio segna un ritorno al Vangelo, parla a nome di Dio, insegna a mettersi alla sua scuola. Una Chiesa riformata, all’altezza della sua missione, è per lui il miglior contributo per cambiare il mondo d’oggi rendendolo più umano. FAMIGLIA CRISTIANA: L'anno dei due Papi FAMIGLIA CRISTIANA: Il 2013 in 20 scatti Il 2013 resterà segnato
dall'elezione di papa Francesco, che è anche di gran lunga il
personaggio dell'anno. Questo il responso del sondaggio Demopolis.
Fulvio Scaglione: Il Papa batte anche la crisi Mese per mese, ecco gli eventi che hanno attirato riflessioni e commenti.
Diego Andreatta: Un anno col filtro di Vino nuovo Pubblicati i dati raccolti
dall'agenzia Fides. Per il quinto anno consecutivo, il numero più
elevato di omicidi si registra in America Latina, con al primo posto la
Colombia
“Pensiamo a tanti fratelli e sorelle cristiani, che soffrono persecuzioni a causa della loro fede. Ce ne sono tanti. Forse molti di più dei primi secoli. Gesù è con loro. Anche noi siamo uniti a loro con la nostra preghiera e il nostro affetto. Abbiamo anche ammirazione per il loro coraggio e la loro testimonianza. Sono i nostri fratelli e sorelle, che in tante parti del mondo soffrono a causa dell’essere fedeli a Gesù Cristo”. ZENIT: 22 operatori pastorali uccisi nel 2013 Dal punto di vista del dialogo
tra le Chiese cristiane il 2013 è stato segnato da due eventi: uno
programmato da tempo, svoltosi in Corea del Sud in novembre, l’altro
del tutto imprevedibile, materializzatosi in San Pietro il 13 marzo...
Ecco il consueto "bilancio ecumenico" dell'annata, stilato
per Popoli da Guido Dotti, monaco di Bose
Guido Dotti: Ecumenismo: a che punto è il cammino? ---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)"Venite tutti alla marcia per la pace a Campobasso!" - L'invito di Mons. Giancarlo Bregantini,
Arcivescovo di Campobasso-Bojano
Si
svolgerà a Campobasso il 31 dicembre prossimo, la46ª Marcia per la Pace
promossa dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il
lavoro, la giustizia e la pace, da Caritas italiana, da Pax Christi
Italia, dall'Azione Cattolica Italiana e dall'Arcidiocesi di
Campobasso-Boiano.
Il tema della marcia tradizionalmente prende spunto dal Messaggio di Papa Francesco per la 47ª Giornata Mondiale per la Pace, che si celebra il 1° gennaio di ogni anno, dal titolo"Fraternità,
fondamento e via per la pace". «Senza fraternità è impossibile
costruire una società giusta e una pace solida e duratura», sottolinea il Papa in quello che è il suo primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace.
VIDEO
programma (PDF)
programma (HTML) Leggi anche il nostro post precedente:
MESSAGGIO
DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA CELEBRAZIONE DELLA XLVII GIORNATA
MONDIALE DELLA PACE 1° GENNAIO 2014 FRATERNITÀ, FONDAMENTO E VIA PER LA
PACE
--------------------------------------- Si è svolta a Campobasso il 31 dicembre la 46ª Marcia per la Pace promossa dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, da Caritas italiana, da Pax Christi Italia, dall'Azione Cattolica Italiana e dall'Arcidiocesi di Campobasso-Boiano. Il
tema della marcia tradizionalmente prende spunto dal Messaggio di Papa
Francesco per la 47ª Giornata Mondiale per la Pace, che si celebra il
1° gennaio di ogni anno, dal titolo "Fraternità, fondamento e via per
la pace". «Senza fraternità è impossibile costruire una società giusta
e una pace solida e duratura», sottolinea il Papa in quello che è il
suo primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace. *****
Campobasso. Centinaia di persone, tante bandiere e una gran voglia di condividere un’esperienza unica a fare da sfondo.
L’attesa Marcia della Pace numero 46 ha cominciato il suo lungo percorso campobassano alle sei di sera del 31 dicembre.
La
celebrazione nella chiesa di San Giuseppe Artigiano ha fatto da
preludio al raduno che ha via via riempito la parte più a sud di via
Gramsci. Davanti al corteo, portata da alcuni ragazzi, la “Croce di Lampedusa”,
costruita con le assi delle barche che hanno trasportato i migranti nel
Mare Nostrum. Simbolo della presenza di chi è per strada, ma
soprattutto di chi non ce l’ha fatta morendo in mare e chi, pur
sopravvivendo, è rimasto prigioniero in Italia, la croce è stata voluta
da Pax Christi.
Un
piccolo braciere ha permesso alla maggior parte dei presenti di
accendere le fiaccole portate lungo l’itinerario. Tra i manifestasti
anche alcuni italiani arrivati dal Nord e un gruppo anche dal Sud.
Nonostante il freddo pungente e l’imminente cenone di fine anno i
campobassani non hanno disertato l’appuntamento. (fonte: primonumero)
video della 46ª Marcia Nazionale per la Pace 2013 a Campobasso
Carissimi fratelli e sorelle,
è
con grande gioia che vi accolgo, tutti, in questa bella Cattedrale di
Campobasso, al termine della coinvolgente Marcia della Pace, dove
abbiamo sperimentato quanto vera sia la fraternità, come via e
fondamento della Pace. “Abbiamo affidato il cuore al compagno di
strada, senza sospetti senza diffidenze, per guardare innanzi tutto a
quello che cerchiamo: la pace nel volto dell’unico Dio. Affidarsi
all’altro è qualcosa di artigianale, perché la pace è artigianale”.
(cfr Evangelii gaudium, 244)
Mi piace questa definizione di pace, usata poi nel
messaggio “Urbi et Orbi” del Natale: “La PACE è ARTIGIANALE. “La pace -
precisava – non è un equilibrio di forze contrarie. Non una bella
facciata, dietro alla quale restano contrasti e divisioni. La pace è un
impegno di tutti i giorni, ma la pace è artigianale, che si porta
avanti a partire dal dono di Dio, della sua grazia che ci ha dato in
Gesù Cristo“...
il testo dell'omelia di mons. Bregantini durante la Santa Messa nella Cattedrale di Campobasso il 31 dicembre 2013: in occasione della 46esima Marcia Nazionale della Pace Vedi anche i nostri post precedenti:
--------------------------------------- “Signore insegnaci a lottare!”. Parte
dalle parole che Papa Francesco, lo scorso settembre, ha rivolto ai
lavoratori durante la visita apostolica a Cagliari, il Convegno
nazionale di Pax Christi, che si è svolto a Campobasso. Sul tema
dell’incontro, le parole di padre Alex Zanotelli, direttore di Mosaico
di Pace, al microfono di Marina Tomarro
RADIO VATICANA: A Campobasso la 46.ma Marcia della pace. P. Zanotelli: cristiani leghino fede e vita (audio mp3) “Può sembrare un momento ripetuto che
con gli anni perde efficacia – osserva monsignor Fabiano Longoni,
direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro
della Cei -. In realtà la marcia vuole dare un messaggio forte,
attraverso il digiuno e la testimonianza dello spirito di fraternità”.
“Campobasso ospiterà la marcia la sera del 31 dicembre – precisa
l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, monsignor GianCarlo Bregantini,
presidente della Commissione lavoro, giustizia e pace della Cei – con
quel sapore di secca contestazione che vuol trasformare un veglione
spendereccio in un’austera marcia di speranza, pur in un tempo freddo e
gelido”. A sua volta, il segretario nazionale dell’Azione
Cattolica, Luigi Borgiani, sottolinea il carattere itinerante della
marcia, che ogni anno viene organizzata in una città diversa, “per
coinvolgere la popolazione e gettare semi di pace che poi frutteranno”.
Gigliola Alfaro: La marcia / Campobasso città di pace - Tanti testimoni, una croce ricorda le vittime di Lampedusa Nella giornata di Capodanno oltre
alle parole attese di papa Francesco per il primo Angelus dell’anno, a
Campobasso era in piena attività la 46° Marcia per la Pace organizzata
dal Movimento per la pace Pax Christi, la CEI e la Caritas. Seguendo il
titolo del messaggio scritto dal papa “Fraternità, fondamento e via per
la pace” circa 3000 persone hanno aderito, da tutta Italia, al consueto
appuntamento annuale che quest’anno ha avuto il suo centro in Molise.
Seguendo la scia dell’accoglienza e della fraternità i partecipanti
hanno marciato dietro la Croce di Lampedusa realizzata con il legno
delle navi che trasportavano i numerosi migranti. C’è una forte
continuità della Marcia per la Pace con il viaggio del papa in Sicilia.
Luigi Laguaragnella: A Campobasso la Marcia per la Pace di Pax Christi: si cammina per la fraternità Il Papa per la marcia della pace svoltasi a Campobasso
L'OSSERVATORE ROMANO: Occorre fuggire dalla globalizzazione dell'indifferenza Le accorate parole del papa. Nel
mondo, però, si continua a combattere (ci sono almeno 20 conflitti in
corso), a morire e ad armarsi: nel 2012, per gli arsenali ciascun
abitante del pianeta ha speso, a sua insaputa, 182 euro, bambini e
anziani inclusi.
Alberto Chiara: «OGNI GUERRA È UNA NOSTRA SCONFITTA» --------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Caterina Simonsen, studentessa
di veterinaria all’Università di Bologna da tempo seriamente malata,
qualche giorno fa su Facebook ha scritto così a favore della
sperimentazione animale in ambito medico: «Ho 25 anni grazie alla vera
ricerca, che include la sperimentazione animale, senza la ricerca sarei
morta a 9 anni». Ha aggiunto di studiare veterinaria «per salvare gli
animali», di essere vegetariana, e nel suo profilo mostra una foto che
la ritrae mentre bacia il suo criceto di nome Illy. Nel giro di qualche
ora ha ricevuto centinaia di messaggi offensivi, tra cui una trentina
di questo tipo: «Era meglio se morivi a 9 anni brutta imbecille, io
sperimenterei su persone come te»; oppure: «Se per darti un anno di
vita sono morti anche solo 3 topi, per me potevi morire pure a 2 anni».
Penso sia lecito chiedersi dove siamo finiti e che ne sia ormai della
solidarietà umana.
Come
Caterina Simonsen, anch’io ho scelto di non mangiare più carne, è una
scelta che mi fa sentire solidale con la vita, che reputo sacra in ogni
sua manifestazione, umana e animale. Anzi, penso che la vita sia sacra
già a livello vegetale e che di per sé non si dovrebbero mangiare
neppure le patate e le cipolle che sono tuberi e possono generare vita,
e infatti i monaci giainisti non le mangiano cibandosi solo di frutti.
Ma non basta, occorrerebbe chiedersi se un albero voglia darci i suoi
frutti, che non ha certo prodotto per noi, e se raccoglierli non
implichi una forma di violenza, per lo meno di quella legata al furto.
Non a caso Gandhi scriveva che «il consumo dei vegetali implica
violenza», aggiungendo però subito dopo: «Ma trovo che non posso
rinunciarvi». Da qui il profeta della non-violenza concludeva che «la
violenza è una necessità connaturata alla vita corporea». La nostra
vita, in altri termini, per esistere si deve nutrire di altra vita che
deve necessariamente sopprimere. Per questo nessuno è innocente e
nessuno è in grado di stabilire con certezza dove si debba attestare il
rispetto per la vita…
Tale
conclusione sull’alimentazione vale anche per la cura medica: anche qui
c’è un’inevitabile dose di violenza, come mostra già il nostro sistema
immunitario del tutto simile a un esercito di professionisti senza
scrupoli...
Quel giusto equilibrio fra il cuore e la mente di Vito Mancuso
Caterina Simosen risponde agli nazianimalisti, parte 1 (video)
Caterina Simosen risponde agli nazianimalisti, parte 2 (video)
-------------------------------------------- Alcuni mazzi di fiori che una mano pietosa pose. Cianfrusaglie. Scatole. Un guanto blu con cui hanno toccato il corpo. Croccantini per cani. Pane spezzato. Coperte annerite. Plastica. Sporcizia. Un piccolo fiore rosso sul selciato. Sono le tracce del passaggio di un uomo morto a Palermo, la scorsa notte, davanti alla porta chiusa dell'hotel Ponte, in piazza Tredici vittime. I giornali l'hanno definito “Il senzatetto assiderato”. Aveva un nome proprio. Si chiamava Fia. Nome tenero e musicale. Di una calda e gentile musica era intessuta tutta la sua vita. Giuseppe Li Vigni è un'ombra buona. Con altre ombre buone – Gli Angeli della notte –
da tre anni batte in lungo e in largo la disperazione di Palermo per
alleviare la sofferenza di chi ha stabilito la sua dimora sul
marciapiede. Con i suoi volontari Giuseppe agisce per la riduzione del
danno. Senza la sua opera, per fortuna non solitaria, questa città –
incredibile a pensarlo - sarebbe peggiore. E' lui a ricostruire il filo
labile di un'esistenza. “Si chiamava Fia. Era iraniano. Aveva
sessant'anni. Stava lì, con i suoi adorati cani. E' morto per strada.
E' inconcepibile, siamo molto tristi”. Daniela, un'altra ombra
discreta, completa la narrazione: “Era una persona con una splendida
luce. Era vegano. Mi disse: 'Con tanto cibo che c'è, perché è
necessario uccidere gli animali? Una volta lo incontrai nei pressi di
un pub e volevano cacciarlo. Lo invitai a sedere accanto a me.
Desiderava soltanto ascoltare la musica”. Giuseppe e Daniela sono stati
lì fuori, nel gelo. Conoscono gli angoli. Altri l'avevano notato di
sfuggita, all'andata o al ritorno di un viaggio. Né avevano potuto fare
a meno di restare colpiti dai lineamenti nobili, dagli occhi sensibili.
Le memorie si affastellano. Bruciano insieme per regalare calore
postumo...
In memoria di Fia, morto in strada Andrea
ora si trova in un campo nel cimitero di Prima Porta, a Roma, in cui
vengono seppellite le persone che non hanno nessuno al mondo: non una
persona che dedichi loro un pensiero, che porti un fiore, tanto meno
che paghi il funerale. In quel campo sarà in compagnia di centinaia di
persone come lei: in un solo anno - il 2012 - sono state 260 quelle
sepolte in quel campo.
Il
funerale di Andrea si è svolto il 27 dicembre nella Chiesa del Gesù, a
Roma, ma lei era morta il 29 luglio. Aveva solo trent'anni ed era una
trans di origine Colombiana. Era venuta in Italia quattro anni fa, in
cerca della felicità. Amo il mare e le discoteche, diceva in una videointervista fatta
da "Redattore Sociale" un giorno di quel caldissimo mese. «Voglio
incontrare un ragazzo che ha i soldi e che mi faccia lasciare questa
vita così brutta», spiegava. La sua casa era la stazione Termini, ma
non le piaceva vivere così. Era stata aggredita più volte, la peggiore
a Ostia, quando l'avevano mandata in coma: si era ripresa, ma da allora
aveva una mano e un piede che funzionavano male. Viveva nella paura,
tanta paura da impedirle di fidarsi perfino dei volontari della Caritas
che avrebbero voluto aiutarla e nella cui mensa, a Colle Oppio, andava
a mangiare. Pochi giorni dopo quell'intervista è stata trovata morta,
riversa sul binario 10, dopo l'ennesima e definitiva violenza da parte
di assassini ancora sconosciuti...
Il funerale di Andrea -------------------------------------------- .. "Noi qui al Centro Astalli
(sede italiana del Jesuit Refugee Service) abbiamo il privilegio e il
peso di condividere tante testimonianze di storie simili a quella di
Andrea", continua La Manna. "Il fatto triste è apprendere che le
discriminazioni e le violenze da cui queste persone fuggono, possono
incontrarle anche qui a Roma. E' pesante apprendere che a Roma un
transessuale che arriva dall'America-Latina non abbia altra opportunità
se non quella di prostituirsi. Dobbiamo dare a queste persone le
occasioni per rifarsi una vita onestamente. Prima di etichettarle, di
emettere giudizi, dovremmo farci un esame di coscienza. Chiederci cosa
abbiamo fatto davvero noi per offrire un'altra possibilità a una
giovane transessuale che scappa dalla violenza"...
Fabio Colagrande: Storia di Andrea, trans uccisa a bastonate, ora seduta al banchetto di Dio Ultimi giorni del 2013. Arriva
la proposta del ministero della difesa italiano di dare la cittadinanza
italiana a noi immigrati in cambio del servizio militare. Tale proposta
è stata ritenuta "sensata" dalla ministra per l'integrazione Cecile
Kyenge. La mia oppinione è che di sensato la sua proposta abbia solo la
sua coerenza grammaticale. Per il resto, parliamone.
Ma quelli al potere da cosa credono che scappiamo, noi migranti? Eden Selamawit: In Italia i diritti umani sono in baratto ---------------------------------------------------------------
HOREB n. 66 - 3/2013TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
I
tifoni sempre più violenti che si ripetono in modo più frequente in
varie parti di questo nostro mondo, provocando morte e distruzione di
intere città ci lasciano sbigottiti e ci fanno dire che il clima è
impazzito.
Sì il clima è impazzito, ma la responsabilità di questo stravolgimento è legata al delirio dell’uomo che, dimenticando la sua vocazione di essere custode del creato, pensa di esserne il padrone e, coltivando un atteggiamento feroce nei riguardi del pianeta terra, provoca, con le proprie scelte consumistiche, inquinamento, desertificazione e morte. Scienziati accreditati ci ricordano che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è al limite di guardia. Le emissioni di gas serra continuano a crescere del 2-3% l’anno a causa della deforestazione e dei combustibili fossili: petrolio, carbone e metano. Ci attende una tragedia con conseguenze devastanti: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, tempeste. L’inquinamento dell’acqua, dell’aria, della terra, quindi, è la conseguenza di un rapporto scorretto tra l’uomo e l’ambiente, un rapporto innaturale tra natura ed esistenza, un rapporto violento tra creature volute e pensate da Dio per vivere in pace. La natura è oggi, in più maniere, violentata. Il fenomeno è preoccupante per la sua ampiezza a scala mondiale, per la vastità a vari livelli, e perché è avanzante con l’avanzare della logica del profitto. L’uomo di oggi, allora, consapevole di questo dato di fatto, è chiamato a svegliarsi dal torpore, e, rinunciando a un tenore di vita che si è dimostrato essere incompatibile con le leggi dell’equilibrio uomo-natura, è invitato a scegliere uno stile di vita sobrio. Questa presa di coscienza non è più rimandabile né da delegare ad altri, ma si impone come atto di responsabilità per rendere vivibile il nostro pianeta e per avviare, sul piano strutturale, la costruzione di un sistema che crei le condizioni per una piena umanizzazione di tutte le relazioni. È questo l’orizzonte che anima la nostra riflessione.
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf) E' possibile richiedere
copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Si vuole uccidere il Bambino... Dove c'è fiducia... Permesso scusa grazie... Preghiera alla Santa Famiglia... Un mosaico di solidarietà... Anna, la donna... E il Verbo si è fatto carne... L'uomo che si mette a servizio... Il testimone è anzitutto... L'amore deve essere provato... Ecco l'agnello di Dio... --------------------------------------------------------------- Santi Innocenti La Chiesa festeggia domenica 29
dicembre la Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, e per
sottolineare l’importanza della ricorrenza papa Francesco pronuncerà
dopo l’Angelus una speciale preghiera per la famiglia composta da lui...
Domenica Francesco si collegherà in video con due luoghi simbolo della santità familiare. Il primo è Nazareth, dove, presso la Basilica dell’Annunciazione, il segretario generale del Sinodo, l’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, celebrerà la Messa. Il secondo è Loreto, il Santuario della Santa Casa, dove a presiedere l’Eucaristia sarà il delegato pontificio, l’arcivescovo Giovanni Tonucci. Ma in video-collegamento ci sarà anche Madrid, dove si svolge da venerdì la ormai tradizionale festa per la famiglia in plaza de Colón, che si chiuderà domenica con la Messa celebrata in Cattedrale dal cardinale Antonio Maria Rouco Varela. Roma-Loreto-Nazareth-Madrid - Il mondo in preghiera per la famiglia "Te Deum laudamus" (canto di ringraziamento per i benefici ricevuti nell'anno trascorso) (video) L'unica cosa che tutti gli
esseri umani hanno in comune è che tutti noi vogliamo essere felici,
dice Padre David Steindl-Rast, monaco e studioso delle religioni.
Suggerisce che la felicità nasce dalla gratitudine. Una lezione
illuminante che spinge a rallentare, guardare dove stiamo andando, e
soprattutto, essere grati.
David Steindl-Rast: Volete essere felici? Siate grati (video) PREGHIERA DEL SORRISO O Maria, rendi il mio amore sorridente. Fa in modo che il mio sorriso possa esprimere la più pura bontà.
Insegnami a dimenticare con un sorriso le mie preoccupazioni e le mie pene per prestare attenzioni soltanto alla gioia degli altri. Il mio volto sorridente renda i miei contatti con il prossimo più caldi e cordiali e più ricchi di fraternità. Conservami il sorriso nelle ore dolorose perché, anche in quei momenti, io possa continuare a donarmi al prossimo. Aiutami a custodire in fondo al cuore quella gioia di amare che si manifesta attraverso il sorriso. Insegnami, o Maria, a servire il Signore con gioia, sorridendo in qualunque momento della mia vita. Santissimo Nome di Gesù --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)RUBRICA
Un cuore che ascolta - lev shomea' "Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9) Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino Vangelo: Mt 2,13-15.19-23 Israele non è più la terra promessa "dove scorre latte e miele"(Es
33,3), la bramosia e la sete di potere degli uomini l'hanno
trasformata in una terra di schiavitù e di morte. Il re Erode, che
non ha avuto scrupolo alcuno a eliminare una decina di suoi familiari,
tra i quali 3 figli, per paura di perdere il trono, vuole uccidere
il bambino Gesù perché sa che è giunto il Messia, l'erede. Erode è
un re illegittimo perché non è Ebreo, messo sul trono dai romani,
e risponde con violenza e ferocia alla notizia della nascita del
re dei Giudei; e come il Faraone tentò di uccidere Mosè, così
Erode tenterà di assassinare Gesù, che l'evangelista Matteo
presenta come il nuovo Mosè. E come Mosè fu in cammino nel deserto
per quaranta anni fino al raggiungimento della terra promessa, Gesù
attraversa tutta la sua esistenza in un continuo esodo che lo condurrà
a Gerusalemme per dare, col dono totale di se stesso, testimonianza
all'amore del Padre fin sulla cima del Golgota.
...
--------------------------------------- Riflessione di Enzo Bianchi
sul Vangelo della domenica
Santa Famiglia Anno A
29 dicembre 2013
Matteo 2,13-15.19-23
A
Natale abbiamo contemplato nel vangelo secondo Luca la nascita di Gesù
a Betlemme, mentre la madre Maria e il padre secondo la Legge,
Giuseppe, erano in viaggio a causa del censimento voluto
dall’imperatore romano (cf. Lc 2,1-14). Oggi, prima domenica dopo
Natale, la chiesa ci fa contemplare nel vangelo secondo Matteo la
famiglia di Gesù, il suo essere nato in una genealogia di ebrei
discendenti dal re e messia David (cf. Mt 1,1-17). Ognuno di noi nasce
da una madre, è accolto da qualcuno, da una famiglia che lo nutre e lo
fa crescere, e in questo modo viene al mondo. È stato così anche per
Gesù.
Ma
questa famiglia che storia aveva? Era una famiglia il cui padre era un
artigiano, una famiglia povera ma non misera, ma alla nascita di quel
figlio ecco emergere un grave pericolo per lui. Un decreto di Erode
prescriveva l’uccisione dei bambini maschi, perché secondo i magi tra
di loro era nato il Messia di Israele (cf. Mt 2,2.16-18).
Giuseppe
allora fu avvertito in sogno da un angelo: “Àlzati, prendi con te il
bambino e sua madre e fuggi in Egitto”, e, sempre nel suo silenzio,
subito obbedì e si ritirò in quella terra straniera. Furono anni di
esilio, di stranierità, vissuti in mezzo a un popolo dalla lingua e
dalla cultura diversa, dove questa famiglia conobbe lo statuto
dell’emigrante: solitudine, diffidenza, difficoltà a vivere… Ma ecco,
finito il pericolo per Gesù a causa della morte di Erode, di nuovo
l’angelo disse a Giuseppe in sogno: “Àlzati, prendi con te il bambino e
sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che
cercavano di uccidere il bambino”. E Giuseppe, sempre con prontezza,
nel silenzio realizza la parola del Signore.
Si
tratta dunque di una vicenda umanissima che rese la famiglia di Gesù
perseguitata, migrante, straniera, ma nello stesso tempo comprendiamo
come questa quotidiana e semplice vicenda fosse anche un adempimento
della promessa di Dio e fosse un ricapitolare una storia che era stata
quella di Abramo, di Israele e dei suoi figli, del popolo entrato in
alleanza con il Dio vivente. Infatti Abramo era sceso in Egitto e
dall’Egitto era risalito, Giacobbe e i suoi figli vi erano discesi in
cerca di cibo e poi ne erano risaliti come popolo.
È
il cammino della discesa e dell’esodo-salita, quello che Gesù compie
con Maria e Giuseppe, sicché anche lui potrà considerarsi salvato, come
il credente ebreo proclama la notte di Pasqua: “In ogni generazione
ciascuno deve considerare se stesso come se proprio lui in quella notte
fosse uscito dall’Egitto”. Ma possiamo anche scorgere un parallelo tra
la storia di Gesù e quella di Mosè, anche lui minacciato di morte dal
faraone (cf. Es 2,15), anche lui in fuga in terra straniera, anche lui
tornato dall’esilio, su ordine del Signore, per adempiere la sua
missione verso il popolo (cf. Es 4,19-20).
Storia
quotidiana, ma agli occhi di chi ha fede anche storia di salvezza.
Storia di una famiglia simile a tante storie delle nostre famiglie:
condizioni di vita difficili, allevare e far crescere un figlio in
condizioni precarie, mutare casa e luogo in cui vivere, e certamente le
fatiche del vivere insieme di una coppia e di un figlio…
Santa Famiglia
--------------------------------------- RINGRAZIAMENTO
DI FINE ANNO
di
Don Tonino Bello
Eccoci, Signore, davanti a te.
Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato.
Ma se ci sentiamo sfiniti,
non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto,
o abbiamo coperto chi sa quali interminabili rettilinei.
È perché, purtroppo, molti passi,
li abbiamo consumati sulle viottole nostre, e non sulle tue:
seguendo i tracciati involuti della nostra caparbietà faccendiera,
e non le indicazioni della tua Parola;
confidando sulla riuscita delle nostre estenuanti manovre,
e non sui moduli semplici dell'abbandono fiducioso in te.
Forse mai, come in questo crepuscolo dell'anno,
sentiamo nostre le parole di Pietro:
"Abbiamo faticato tutta la notte,
e non abbiamo preso nulla".
Ad ogni modo, vogliamo ringraziarti ugualmente.
Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto,
ci aiuti a capire che senza di te,
non possiamo far nulla. Ci agitiamo soltanto.
Ma ci sono altri motivi, Signore, che, al termine dell'anno,
esigono il nostro rendimento di grazie.
... --------------------------------------- AUGURI
DI
UN ANNO DI PACE
da
Don Tonino Bello...
video
e da
Quelli della Via
--------------------------------------- Ripubblicata la conferenza della santa carmelitana “Il mistero del Natale. Incarnazione e umanità”
Edith Stein (1891-1942), la santa carmelitana convertita dall’ebraismo e martirizzata ad Auschwitz nel 1942, è una delle personalità più brillanti e multiformi del panorama filosofico del primo Novecento. Una figura che rappresenta anche un’icona del suo tempo, in quanto attraversa l’inferno della Shoah, della quale cade vittima, e il paradiso della conversione, che le si dischiude il 1° gennaio 1922, quando il suo itinerario culturale ed esistenziale si trasfigura nel Risorto, immenso, Roveto Ardente della Salvezza offerta dal Cristo. Giuseppe Brienza: La speranza e il mistero del male secondo Edith Stein
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Dove sono finiti i cattolici italiani?
di
Giuseppe Savagnone
Devo
dirlo, anche se so che ci sarà chi non è d’accordo con me. Anzi, spero
di essere subissato di documentate proteste e di smentite che, prove
alla mano, smentiscano la mia affermazione: mi sembra che i cattolici,
in questo delicatissimo momento storico del nostro Paese, siano spariti
dalla scena pubblica.
Non
parlo dei tanti laici e laiche, religiosi e religiose, preti, che
lavorano nell’ombra, con estremo spirito di sacrificio, al servizio dei
più poveri e degli emarginati. Non parlo neppure di quei vescovi che –
anche se meno numerosi, in percentuale – sanno trovare stili nuovi di
pastoralità, senza la pretesa di cancellare la tradizione, ma
consapevoli che essa deve incessantemente ripensare il passato alla
luce del presente e nell’apertura al futuro. O forse parlo anche di
loro, nella misura in cui il loro generoso impegno umano ed ecclesiale
non riesce – o non prova neppure – a sfociare nella sfera politica.
Sicuramente parlo di tanti cattolici che, più o meno praticanti, più o
meno fedeli alla morale proposta dalla Chiesa, si definiscono però
credenti e che sono, al contempo, cittadini. Perché è la loro voce che,
estremamente fievole e in larga misura strumentalizzata negli anni
d’oro della Seconda Repubblica, sembra del tutto svanita nel tempo
della sua agonia.
E
sì che di questa voce ci sarebbe un estremo bisogno, in un momento che
vede il discredito delle forze politiche sia di destra che di sinistra
- anche per il disastroso bilancio della stagione che le ha viste
protagoniste - e l’emergere di alternative ancora peggiori che a gran
voce pretendono di essere le sole plausibili. Perché un’alternativa
vera non può certo venire da un chiassoso quanto velleitario populismo.
Ma neppure si può continuare a puntare su una classe politica
squalificata sul piano etico, prima ancora che gestionale, e che
comunque anche su quest’ultimo ha mostrato la sua inefficienza nel
passato e continua a manifestala nel presente...
Dove sono finiti i cattolici italiani? di Giuseppe Savagnone
--------------------------------------- Padre Dall'Oglio: 29 luglio/29 dicembre... cinque mesi di silenzio Padre Dall'Oglio
29 luglio/29 dicembre
cinque mesi di silenzio...
Sono
passati esattamente 5 mesi dal sequestro del gesuita padre Paolo
Dall’Oglio, il fondatore della comunità monastica di Mar Musa che dopo
trent’anni vissuti all’ombra del regime di Damasco ha sposato la causa
dei ribelli ricevendone in cambio il foglio di via.
Disobbedendo
alle raccomandazioni vaticane Abuna Paolo, come lo chiamano i suoi, è
tornato più volte in Siria dopo l’espulsione del giugno 2012 fino a
essere rapito nella città di Raqqa mentre, pare, stava trattando con i
famigerati qaedisti dell’Islamic State of Iraq and the Levant (Isis) il
rilascio di una troupe di «Orient Tv», l’emittente della dissidenza
basata nel Kurdistan iracheno con cui aveva collaborato.
«Stiamo
lavorando a fondo sia sul terreno che a livello diplomatico con partner
istituzionali e non», dice l’Unità di Crisi della Farnesina, la
centrale operativa che negli ultimi due anni ha riportato a casa 37
ostaggi italiani (restano prigionieri padre Paolo e Giovanni Lo Porto).
A un certo punto, dopo mesi di silenzio sul gesuita 59enne, il
segretario del Syrian National Front, una delle mille sigle
dell’opposizione, aveva denunciato la sua esecuzione, notizia smentita
poco dopo grazie a «fonti affidabili» dall’attivista e direttore
dell’Arab Reform Initiative Salam Kawakibi.
In
realtà, ripete la famiglia Dall’Oglio, parlare il meno possibile del
sequestro è quanto può giovare al suo buon esito soprattutto
considerandone le coordinate geografiche. ...
Padre Dall’Oglio ostaggio in Siria Cinque mesi di silenzio La strage degli innocenti che accompagnò il Natale oggi ha luogo in Siria, accanto alla cella dove sei sequestrato.
Ma la luce del Natale, anche lì, c’è!
Carissimo Paolo,
sono
passati cinque mesi da quando non sappiamo più nulla di te. Cinque mesi
sono tanti, anche per gli “standard” dei sequestratori in Siria. Le
voci su di te sono sempre tante, ma molti dicono che per prudenza
bisogna trattenersi dallo scriverne. Io invece rivendico il dovere di
parlare di te, del tuo libro (bellissimo, illuminante, purtroppo non ho
avuto il tempo di dirtelo, mi è arrivato a luglio.) e di un piccolo
dettaglio, conosciutissimo ma mai evidenziato (strano): ti ha espulso
il regime di Assad e ti ha sequestrato l’esercito qaedista dell’ISIS
(noi usiamo questa sigla per indicare l’Esercito dell’Iraq e del
Levante). al-Qaida e Assad, come non pensare a chiamarli “la strana
coppia”. Non si combattono mai, uno subentra dove l’altro esce, usano
gli stessi mezzi, hanno gli stessi nemici. Forse non parlare del tuo
pensiero serve a non parlare di questo? I giorni in cui gli iraniani
ordinarono ad al Maliki di scarcerare tanti qaedisti siriani accorsi in
Iraq nel 2003 e rimandarli in patria ad aiutare il traballante Bashar
tu lo ricordi bene, svelando “la procura” che c’era dietro, nelle
parole conclusive del tuo libro: “È possibile che chi sogna una Siria
luogo della sconfitta definitiva dell’islamismo politico sunnita renda
possibile la vittoria del regime di Asad. In fondo sarebbe lui il
vendicatore delle umiliazioni irachene e afgane. Proprio perché, privo
di quegli scrupoli morali e di quelle pastoie giornalistiche e di
opinione che hanno rovinato l’Occidente, sarebbe radicalmente in grado
di operare quella soluzione finale tanto inconfessabile quanto
auspicata dai suoi indiretti alleati”. Il
piano di sterminio dei sunniti, proprio come avevi previsto, è andato
avanti, arrivando alle porte del tuo convento. E’ lì, nel tuo Qalamoun,
che la ferocia assadita ha raggiunto nuovi apici omessi, oscurati dal
racconto ufficiale, tanto che anche nella zona del tuo monastero sono
stati ritrovati corpi sventrati, o carbonizzati. I tuoi confratelli
della comunità che hai fondato hanno scritto una stupenda lettera per
questo Natale, nella quale si legge: ” Frà Jacques dedica tutto il suo
tempo a Qaryatayn per accogliere le famiglie dei rifugiati che son
venuti al monastero di Mar Elian (un altro monastero della Comunità,
ndr) cercando aiuto e protezione. Il numero dei rifugiati che sono
arrivati al monastero dalla città stessa di Qaryatayn nei mesi scorsi
supera i cinquemila, con una maggioranza musulmana (donne, bambini ma
anche anziani/e adulti/e). Dormivano come gli Scout, dappertutto, in
chiesa, nelle sale e perfino sui tetti con il freddo. Ringraziamo il
Signore che la loro fuga è stata in primavera e non in inverno.” Poi
l’inverno è arrivato, gelido. Ma i siriani non hanno mollato, e S.E.
Bashar al Assad ha capito che per resistere non gli restava che
ricorrere alla scelta più semplice, naturale: lo sterminio...
Caro padre Paolo, questo Natale è per te!
--------------------------------------- Papa
Francesco accelera la riforma della Cei scegliendo come segretario
generale ad interim il vescovo di Cassano allo Jonio, monsignor Nunzio
Galantino. Il prelato pugliese prende il posto di Mariano Crociata, che
segretario della Cei è stato per due mandati (alla fine circa 5 anni),
che nel frattempo è diventato vescovo di Latina. La chiave per
comprendere la scelta di Bergoglio, che poche settimane fa aveva
escluso dalla potentissima Congregazioni per i vescovi il presidente
della Cei Angelo Bagnasco, è tutta nell’inedita lettera che il Papa ha
scritto ai fedeli della diocesi di cui monsignor Galantino è pastore
dal 2012. Ed è in questo testo che si tocca con mano la volontà di Papa
Francesco di avere attorno a sé pastori “con l’odore delle pecore” e
non uomini da scrivania. Non a caso monsignor Galantino ha chiesto e
ottenuto da Papa Francesco di continuare a guidare la diocesi di
Cassano coniugando il lavoro pastorale già intrapreso con quello che
dovrà svolgere a Roma per la Cei....
Cei, Galantino segretario. Il Papa alla sua diocesi: “Scusate, ma ho bisogno di lui” «...
Forse vi sembrerà strano che vi scriva, ma lo faccio per chiedervi
aiuto. Mi spiego. Per una missione importante nella Chiesa italiana, ho
bisogno che monsignor Galantino venga a Roma almeno per un periodo. So
quanto amate il vostro Vescovo e so che non vi farà piacere che vi
venga tolto, e vi capisco. Per questo ho voluto scrivervi direttamente
come chiedendo il permesso... Vi domando, per favore, di
comprendermi... E di perdonarmi...».
testo integrale della lettera inviata da Papa Francesco ai Sacerdoti, Consacrati e fedeli della Diocesi di Cassano all'Jonio (pdf) Intervista
al vescovo di Cassano all'Jonio, mons. Nunzio Galantino, nominato da
Papa Francesco segretario generale "ad interim" della Conferenza
Episcopale Italiana (CEI).
L'annuncio della nomina è stato dato alle ore 12 di lunedì 30 dicembre 2013 in Vaticano e nella Cattedrale di Cassano.
video
--------------------------------------- PAPA Francesco anche
stavolta spiazza tutti e, per la sua prima nomina ufficiale alla
Conferenza episcopale italiana, sceglie come segretario generale il
vescovo di una delle diocesi più piccole del Belpaese. Classe 1948,
originario di Cerignola, pastore di Cassano allo Jonio, in barba ai
rumors degli ultimi giorni monsignor Nunzio Galantino prende
il posto (ad interim) di monsignor Mariano Crociata, 'promosso' il
mese scorso a Latina dopo che avrebbe rifiutato l'ufficio di ordinario
militare.
Giovanni Panettiere: Papa Francesco accelera: l'alleato di don Ciotti è il nuovo segretario generale dei vescovi italiani La nomina di monsignor Nunzio
Galantino a segretario generale ad interim della Cei è il segno che il
papa vuole restituire la Conferenza episcopale ai vescovi.
Alberto Melloni: Nunzio Galantino Segretario Cei meno Politica e pià Religiosità Un Bergoglio "ante
litteram", Galantino. Studioso di dogmatica,è un prete di popolo, ex
parroco di uno dei quartieri più difficili di Cerignola (Foggia), sua
città natale, aperto al dialogo con tutti, che non si fa chiamare
«eccellenza reverendissima» bensì «don Nunzio», che vive in seminario e
non nel troppo grande palazzo vescovile, che non ha segretari, che gira
per le strade della diocesi guidando personalmente la propria
utilitaria e che, quando un anno fa venne ordinato vescovo, chiese a
tutti di non ricevere regali ma di devolvere soldi ai poveri.
Paolo Rodarii: Alla Cei un segretario in stile Francesco --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)DONNE NELLA CHIESA, UNA PRESENZA CHE SI FA SENTIRE DONNE NELLA CHIESA, UNA PRESENZA CHE SI FA SENTIRE
Sono
tante. Sono brave. E, sempre di più, sono in posti di responsabilità.
«La metà dell’immensa famiglia umana», come le definì Paolo VI nel
messaggio alle donne in chiusura del Concilio Vaticano II, si sta
facendo largo anche nella Chiesa. Le donne sono il 20 per cento del
totale impegnato in Vaticano, il 50 in settori come i Musei vaticani.
Ma non è solo questione di numeri.
Le
donne si fanno apprezzare per professionalità e competenza. Una
“rivoluzione gentile” che poco ha a che spartire con le rivendicazioni
di genere. Tanto che, quella che è considerata la prima donna di
“potere” in Vaticano, Mary Ann Glendon (oggi membro della Pontificia
commissione referente sullo Ior e nel 2000 presidente della Pontificia
accademia delle scienze) è sempre stata una accesa antifemminista.
«Senza le donne la Chiesa rischia la sterilità», aveva detto papa
Francesconel viaggio in Brasile. Aggiungendo, nella sua Esortazione,
che «c’è ancora da allargare gli spazi per una presenza femminile più
incisiva nella Chiesa». Spazi che, in questi anni, le donne stanno
conquistando con merito. Come dimostra il caso di Flaminia Giovanelli,
esperta di economia e di politiche sociali, che papa Ratzinger
promosse, prima laica in un tal ruolo, a sottosegretario del Pontificio
consiglio Giustizia e pace. Prima di lei, alla Congregazione dei
religiosi, era diventata sottosegretario suor Enrica Rosanna.
Responsabilità che le donne mantengono (le è subentratasuor Nicoletta
Spezzati) e che anzi allargano ad altri campi. Da quello della
comunicazione a quello dell’arte, dove la fanno da padrone. (fonte: Famiglia Cristiana - articolo di Annachiara Valle)
«Trovo strano che una donna punti a diventare cardinale» «Donne cardinale? Meglio manager» «Il ruolo della donna non è solo servizio» Le "Michelangiole" e le loro colleghe. Le donne, la storia, la bellezza --------------------------------------- “Mamme
e donne, avanti con questa testimonianza!”. Basterebbero queste poche
parole, pronunciate da papa Francesco durante l’Udienza generale del 3
aprile scorso a dare il senso del libro “Tenacemente donne”,
delle giornaliste vaticaniste Alessandra Buzzetti e Cristiana Caricato
(con prefazione di Maria Voce, presidente del movimento dei Focolari, e
postfazionedel cardinale Georges Marie Martin Cottier, teologo emerito
della Casa Pontificia). Le
testimonianze raccolte nel libro sono una sorta di risposta a
quell’incitamento così accorato, più volte ripreso dallo stesso
pontefice. Tenacemente donne racconta la vicenda di donne coraggiose
che, sul palcoscenico del mondo o dietro le quinte, testimoniano la
bellezza generatrice della fede. Ogni storia racconta quel genio,
quella santità nascosta, visibile solo a Dio, quell’inventiva
profetica, quell’amore senza ritorno, tutto femminile, capace di far
fiorire anche gli angoli più bui e deserti del mondo. Donne
attive tra le macerie del mondo, in mezzo a profughi, malati di AIDS,
lebbrosi, emarginati, pronte ad accogliere sofferenze, arginare
devastazioni e inventare cure; donne sul palcoscenico del mondo, capaci
di mettere la propria professionalità e notorietà a servizio del bene,
della fede, della cultura, dell’educazione; donne dietro le quinte del
mondo - suore, mamme, spose, vedove - che nel nascondimento sanno far
fiorire la speranza in ogni situazione, anche la più drammatica... Tenacemente donne Dodici
storie di donne contemporanee che, attraverso il loro genio,
l’inventiva, l’amore incondizionato e totale, testimoniano la bellezza
generatrice della fede. E’ il libro “Tenacemente donne” delle
giornaliste vaticaniste Alessandra Buzzetti e Cristiana Caricato, edito
dalle Paoline, e presentato sabato a Roma nell’ambito dell’incontro sul
tema “Il Vangelo delle donne – Testimonianze al femminile nella Chiesa
di oggi”. L'evento è stato organizzato dal Pontificio Consiglio per la
Promozione della Nuova Evangelizzazione. Ma come nasce l’idea di
raccontare queste figure femminili? Marina Tomarro lo ha chiesto a
Cristiana Caricato
Storie al femminile di coraggio e fede. Presentato a Roma il libro "Tenacemente donne" (audio mp3) Cosa
spinge suor Marcella Carrozza a tornare ad Haiti dopo il terremoto del
2010 e a ricostruire l’ambulatorio pediatrico tra le baraccopoli? O
Nancy Rebecca Albin a lasciare il suo lavoro di analista finanziaria
alla Walt Disney Company per investirsi anima e corpo in un’impresa non
profit per il reinserimento lavorativo di disabili mentali e reduci di
guerra?
E
quale forza misteriosa fa sì che Cristina Betti, operaia col marito
disoccupato, tre figli e i soldi finiti al 15 del mese, si senta come
“la figlia del Re” e voglia entrare nel Terz’Ordine Carmelitano?
O,
ancora, dove risiede il coraggio di Hanaa Kayser, che in Egitto ha
fondato il primo Focolare femminile e una Ong in cui i cristiani come
lei lavorano insieme ai musulmani per alfabetizzare l’infanzia
abbandonata?
La
risposta, leggendo “Tenacemente donne” (Edizioni Paoline, 178 pagine,
13 euro), scritto a quattro mani da Alessandra Buzzetti e Cristiana
Caricato, si trova in queste come in altre otto storie di “madri” e
“portatrici di Dio”, alcune in carriera sulla scena della società,
altre dietro le sue quinte, o piegate sulle macerie di “periferie
esistenziali”, altre ancora fuori dagli schemi del mondo...
Quel genio femminile nell’amore --------------------------------------- «NON me l’aspettavo, la
nomina del nuovo segretario generale della Conferenza episcopale
italiana è stata una sorpresa. Graditissima, perché monsignor Nunzio
Galantino è la persona adatta a far compiere ai vescovi un passo
coraggioso e innovativo. Se tutto andrà per il verso giusto, a novembre
per la prima volta eleggeremo i vertici dell’episcopato». Azzarda una
data monsignor Domenico Mogavero (foto) fra i pastori più influenti del
Belpaese, un mese che, a sentire l’ordinario di Mazara del Vallo,
potrebbe passare alla storia. In oltre sessant’anni di vita della Cei
il presidente e il segretario sono sempre stati designati dal Papa in
qualità di primate d’Italia. È l’unico caso al mondo. Ora, per volontà
dello stesso Francesco, anche nell’episcopato italiano è stato aperto
il cantiere delle riforme istituzionali, nonostante non manchino le
resistenze.
Giovanni Panettiere: Svolta democratica tra i vescovi italiani. Mogavero: a novembre eleggiamo il presidente Per celebrare il primo anniversario della conclusione del pontificato di Papa Benedetto XVI (28 febbraio 2013-2014), il blog “La Vigna del Signore”
ha lanciato – attraverso i canali di Facebook – una interessante
iniziativa: una “Giornata di preghiera per Benedetto, con Benedetto”.
E’ un modo – spiegano gli organizzatori – per ricordare e celebrare la
storica rinuncia al ministero petrino di Papa Ratzinger, pregando con e
per Benedetto.
Chiunque potrà prendere parte alla preghiera in qualsiasi momento della giornata (28 febbraio prossimo) Michelangelo Nasca: Giornata di preghiera per Benedetto ---------------------------------------------------------------
Angelus/Regina Cæli - Angelus, 29 dicembre 2013 Angelus/Regina Cæli - Angelus, 1 gennaio 2014 Omelia - 31 dicembre 2013: Celebrazione dei Vespri e Te Deum di ringraziamento per l'anno trascorso Omelia - 1° gennaio 2014: Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio Omelia - 3 gennaio 2014: Santa Messa nella Chiesa del Gesù Esortazione Apostolica - Evangelii Gaudium : Esortazione Apostolica sull'annuncio del Vangelo nel mondo attuale (24 novembre 2013) Messaggio - XLVII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 1° GENNAIO 2014 - FRATERNITÀ, FONDAMENTO E VIA PER LA PACE --------------------------------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Tweet 28/12/2013:
Maria, nostra Madre...
|
Sei
interessato a
ricevere la nostra newsletter
ma non sei iscritto ? Iscriversi è facile e gratuito. ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER riceverai la newsletter di
"TEMPO PERSO", ogni settimana, direttamente nella
casella di posta elettronica.
|
AVVISI:
1) La newsletter è settimanale;
2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm