"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
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NEWSLETTER n°8 del 2014
Aggiornamento della settimana -
dal 15 al 21 febbraio 2014 -
Prossima NEWSLETTER prevista per il 28 febbraio 2014 |
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N. B. La Lectio è temporaneamente sospesa
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)La
ferocia abbattutasi su due coppie di senzatetto che dormivano
all’aperto in un gelido sabato notte, nel pieno centro di Genova, si
presenta ora nuda e cruda sotto i nostri occhi, grazie ai fotogrammi
sconvolgenti di una telecamera di sorveglianza. Guardiamoli.
Impossibile girare la testa.
Vediamo
quattro giovani resi anonimi dalle felpe o da passamontagna. Hanno i
guanti per non lasciare impronte. Impugnano chi un tubo Innocenti, chi
un manganello, chi mazze d’altro genere. Si appostano, fermi in attesa
che il capo dia un segnale. Quindi, all’unisono, si avventano sui corpi
addormentati. Bastonano con furia mirando alle teste sopra un giaciglio
di cartone e una tendina da campeggio estivo. Li vediamo usare tutte e
due le mani per colpire con maggior forza. Trentuno secondi in tutto,
poi fuggono.
Anche i clochard meritano di essere riconosciuti per nome. Si chiamano Alice Velochova e Jan Bobak (ora è fuori pericolo, dopo una difficile operazione alla testa); e poi Susana Jonasova e Jonas Koloman (lui pure ferito grave). Hanno cittadinanza europea, slovacca. Sono vivi per miracolo. E allibiti.
I
frequentatori del salotto buono di Genova, fra piazza De Ferrari e i
portici di Piccapietra, fino al Teatro Carlo Felice e alla Galleria
Mazzini, hanno una certa familiarità con questi clochard talvolta
alticci e importuni, senza mai essere pericolosi. Cercano una grata che
sputi aria calda dal parcheggio sottostante, s’imbottiscono di
giornali, bevono vino dal cartone e tirano su una coperta. Getti uno
sguardo, provi disagio e passi oltre.
La tentazione è di liquidarli come umanità di scarto, destinata prima o poi allo smaltimento.
...
Già
prima di guardare le fotografie in cui si descrive l’odio che culmina
nel crimine, si era mossa una trentina di cittadini genovesi, dandosi
appuntamento per una notte di condivisione all’addiaccio in Galleria
Mazzini. Si sono appuntati sul sacco a pelo un foglietto con scritto:
“Io è te”.
D’accordo, “Io è te”. Ma invece chi sono loro? Chi sono i quattro incappucciati propagatori di questa atroce pulizia cittadina?
...
Dal teppismo di strada a Alba Dorata, il passo è breve di Gad Lerner Quella
drammatica notte Bobak Yan la ricorda così: «Stavo dormendo con mia
moglie Alice. Verso le quattro del mattino ho sentito dei colpi molto
forti sulla tenda che si è rotta. Hanno iniziato a picchiarci con i
bastoni e io ho cercato di riparare Alice ma le ha prese anche lei.
Quando mi sono alzato erano già scappati. Alice era tutta viola,
poverina». Portici di piazza Piccapietra, centro di Genova, lo scorso
25 gennaio. Un raid da «Arancia meccanica» con quattro picchiatori che
massacrano a sprangate due coppie di clochard, tutti slovacchi di
Rimavská Sobota, tutti in Italia a cercare fortuna...
«Io proteggevo mia moglie, loro picchiavano» Genova, il racconto del clochard bastonato -------------------------------------------- Invisibili
perché troppo visibili. Presenze, sempre più costanti nel nostro
panorama cittadino, che vivono silenziosamente abbandonate sul ciglio
delle strade che percorriamo ogni giorno. Che ci mettono a disagio
perché è più facile disporre un bonifico per i poveri dell’Africa che
superare la tentazione di distogliere lo sguardo dai giacigli che
custodiscono gli scarti della nostra indifferenza.
Ciascuno
di noi ha la sua colpa per aver tentato di scacciare il grido di
solitudine, di desolazione e di abbrutimento che proviene, muto, da
queste persone. Dai corpi consumati e provati dei senzatetto, senza
casa e senza famiglia, dai volti murati dentro loro stessi,
completamente soli. Parrebbero impermeabili a tutto, eppure non è
difficile scorgere il cuore schiacciato dal dolore di chi sa di vivere
e di morire accanto a noi nel nostro totale disinteresse.
Eppure
c’è qualcuno che prova a fare qualcosa. In Francia una donna e un uomo
hanno scelto di vivere con loro, condividendone letteralmente
l’esistenza: Colette Gambiez e Michel Collard. Volendo conoscere
davvero queste persone, sono diventati clochard, affrontando la lotta
quotidiana contro freddo, fame, rifiuto, solitudine e abbandono per
tentare di costruire una comunità e tracciare un cammino insieme.
Il
racconto degli anni vissuti con i senzatetto è diventato nel 1998 il
libro Quand l’exclu devient l’élu, vie partagée aver les sans-abri, ora
tradotto in italiano (Sulla strada , Roma, Castelvecchi, 2013). Sono
pagine capaci di immergerci in questo mondo lontano da noi eppure a noi
vicinissimo: il mondo delle donne e degli uomini ombra, che vivono tra
i cartoni, frugano nei bidoni della spazzatura, dormono nei marciapiedi
e nei corridoi della metropolitana. ...
Il racconto di una vita con i senzatetto
Guarda la scheda del libro: Sulla strada Quando l'escluso diventa l'eletto
-------------------------------------------- Se non fosse per l’assalto di
Genova, dove un gruppo di persone incappucciate e armate di spranghe e
bastoni ha picchiato selvaggiamente quattro di loro lo scorso 31
gennaio, di clochard difficilmente si parlerebbe più. Eppure in Italia
i senza fissa dimora sono una realtà considerevole che la crisi
economica di questi ultimi anni ha dilatato. Secondo i dati ufficiali,
una delle poche associazioni che prova a censirli, nel nostro Paese ce
ne sono circa 50mila.
Franca Stella: Clochard, cresce il popolo degli invisibili (pdf) ... Perché siamo tutti in difficoltà (e spesso disperati),
ma il segreto per andare avanti senza abbrutirci in questa lunga crisi
di senso è proprio questo: guardarci negli occhi e saziarci,
riconoscerci e calmarci reciprocamente con una disperata fraternità. Un
simile gesto fraterno al giorno – moltiplicato per sessanta milioni –
comporterebbe la più grande rivoluzione sociale di tutti i tempi.
Andrea Di Consoli: Le aggressioni di Genova e Ostia? Violenza figlia del vuoto e del non-senso ---------------------------------------------------------------(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)In una foto la speranza dei migranti di Cornelia Isabelle Toelgyes
Il
foto-giornalista John Stanmeyer si è aggiudicato il primo premio della
“World Press Photo 2014” per le sue immagini di migranti vicino a
Gibuti mentre sotto il cielo notturno, rischiarato dalla luna, cercano
di prendere un segnale telefonico dalla vicina Somalia.
Gibuti
è uno Stato dell’Africa Orientale, posta all’estremità meridionale del
Mar Rosso, presso lo stretto di Bab el-Mandeb ed è situata nel Corno
d’Africa. Gibuti confina con l’Eritrea a nord, l’Etiopia ad ovest e a
sud, con il Somaliland a sud-est. Il resto dei confini è bagnato dal
Mar Rosso e dal Golfo di Aden. LoYemen, nella penisola araba, è a soli
20 km dalla costa del Gibuti. Africa ExPress ha parlato di questo
piccolo stato diverse volte recentemente. Nel centro di detenzione
Negad si trovano oltre 200 richiedenti asilo eritrei; alcuni aspettano
da oltre sei anni il riconoscimento del loro status.
Nel
suo discorso di ringraziamento dopo la consegna dell’onorificenza,
Stanmeyer si è espresso così: -Ho scattato le foto per la rivista
“National Gographic USA” ed è un grande onore per me aver vinto questo
prestigioso premio istituito nel lontano 1955. Questa foto ci
“connette” tutti. Sono persone che cercano di chiamare i loro cari.
Potresti essere tu, potrei essere io, potrebbe essere chiunque”.
... -------------------------------------------- SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Il piccolo si chiama Marwan, ha 4
anni, e complice questo scatto pubblicato su Twitter il 16 febbraio da
Andrew Harper, rappresentante dell'UNHCR in Giordania, è diventato in
poche ore il simbolo dei rifugiati siriani, in fuga da un paese
martoriato dalla guerra civile.
Siria, un bimbo solo nel deserto: Marwan diventa simbolo dei rifugiati ---------------------------------------------------------------Raggiungere l’Italia
era molto più che un sogno: forse una necessità vitale, probabilmente
l’unica scelta. Difficile pensare che, altrimenti, pur di attraversare
la frontiera, i quindici ragazzi africani trovati senza fiato in un
vagone merci carico di sementi, in provincia di Padova, avrebbero
accettato di pagare per un viaggio di quattro giorni dal destino
incerto, potenzialmente mortale.
Quaranta centimetri di spazio vitale, una coperta, qualche bottiglia d’acqua e una trattativa con un trafficante pakistano senza scrupoli che li ha "imbarcati" come un carico di merce umana per spedirli dalla Serbia all’Italia, passando per Villa Opicina, fino a S.Martino di Lupari, nel padovano, dove finalmente hanno potuto riempire ancora i polmoni d’aria, dopo che gli operai della ditta Agriservice hanno aperto le porte di quella che poteva trasformarsi in una tomba a rotaie. Nicola Grigion: L’odissea dei rifugati trovati in un container: picchiati in Grecia, denunciati in Italia per il reato di clandestinità ---------------------------------------------------------------Generosi persino nella crisi,
anche se diffidenti sulle donazioni online. E, soprattutto a Natale,
gli italiani hanno aperto cuore e portafoglio per offrire parte dei
propri risparmi a una buona causa. Tanto che quello appena trascorso è
stato il migliore degli ultimi quattro anni: il 45% di associazioni con
donazioni in salita: il 23% in più rispetto all’anno precedente. Sono
una ventata di ottimismo per il no profit, i numeri delle raccolte
fondi nel 2013, pubblicati dall’Istituto italiano della donazione (Iid)
in collaborazione con l’Associazione italianafundraiser. Anche le
previsioni per l’anno appena cominciato, inoltre, continuano sulla scia
del "penso positivo": quasi 6 enti su 10 nel 2014 prevedono di
migliorare ancora la propria performance e appena il 10% stima un segno
meno.
Alessia Guerrieri: La generosità batte la crisi ---------------------------------------------------------------SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA""...Che la bellezza non è
solo uno zigomo, un capitello, un tramonto. La bellezza è la creatività
in qualsiasi forma si esprima. Il disegno di un bambino è bello anche
quando è brutto, perché nel farlo il bambino ha usato energia creatrice. Crescendo
ci si vergogna di creare: si preferisce distruggere, deridere,
insultare. Così si finisce per credere che la creatività sia un dono
riservato a pochi eletti: gli artisti. Invece tutti possiamo creare
bellezza. Ce ne siamo solo dimenticati. " (Massimo Gramellini)
Sanremo beauty ---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)'Cari studenti, vi confesso che tante volte ho avuto la tentazione di togliere il disturbo e battere in ritirata. Ancora di più negli ultimi anni: anni di degrado culturale, ormai ne sono convinta, pianificato, voluto, non casuale'. Questa la lettera, che riceviamo e pubblichiamo, di un'insegnante fabrianese ai suoi studenti. "Ho
sempre creduto nel motto di don Lorenzo Milani secondo cui 'non c’è
niente di più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali'. La scuola
costruisce la democrazia se riesce a colmare la disuguaglianza, a
eliminare lo svantaggio, a far crescere tutti, ma soprattutto chi ha
meno mezzi (sociali, economici, culturali). Non può adempiere al suo
ruolo di educatore chi viene continuamente mortificato; non si può
combattere contro questa cinica guerra alla cultura, all’istruzione, ai
giovani, al futuro, alla democrazia, con l’individualismo, il
menefreghismo e la rassegnazione di chi lavora nella scuola, di chi la
frequenta e di chi ci manda i propri figli.
Sento
un senso di nausea insopportabile ogni volta che all’improvviso
qualcuno scopre che 'bisogna rimettere al centro dello sviluppo del
paese la scuola (quella pubblica, ca va sans dire), la ricerca e la
cultura': sono solo slogan, cari ragazzi e cari genitori, solo prese
per il culo, di solito immediatamente smentite da votazioni in
commissione contro il ripristino delle ore di storia dell’arte, da
tagli del ministero alle risorse per il miglioramento dell’offerta
formativa, dai soliti contributi alle scuole paritarie o dal
mortificante trattamento ricevuto dai nostri ricercatori, veri talenti
che appena possono ci abbandonano.
Io
ho da poco saputo che quest’anno scolastico nè io nè i miei colleghi
riceveremo un centesimo per i lavori già pianificati, programmati e
soprattutto necessari, per più della metà già svolti, visto che siamo a
metà anno scolastico (perché le istituzioni quelle che dovremmo
insegnare a rispettare, sono talmente corrette e rispettose dei
cittadini e dei lavoratori, che ce lo comunicano a fine gennaio). Mi
riferisco alle attività dell’alternanza scuola lavoro,
dell’orientamento professionale, delle attività pomeridiane di recupero
e sostegno, di approfondimento disciplinare o di laboratorio.
Perché?
Perché quei soldi servirebbero a coprire gli scatti di anzianità
(peraltro dovuti) anche per il 2013. Hanno passato davvero il segno: ci
chiedono di lavorare gratis, ce lo chiedono ad anno scolastico
iniziato, senza il minimo rispetto per la nostra dignità umana e
professionale...
'Lettera aperta ai miei studenti', lo sfogo di un'insegnante fabrianese
-------------------------------------------- La
lettera aperta che l'insegnante fabrianese Giuseppina Tobaldi aveva
scritto ai suoi studenti ha fatto il giro della rete suscitando
obiezioni e solidarietà. L'insegnante risponde alle osservazioni dei
lettori.
Giuseppina Tobaldi: Dibattito sulla 'lettera agli studenti', l'insegnante: 'Rispondo alle obiezioni' ---------------------------------------------------------------
NELLA SOBRIETÀ IL FUTURO DELLA TERRA
HOREB n. 66 - 3/2013TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
I
tifoni sempre più violenti che si ripetono in modo più frequente in
varie parti di questo nostro mondo, provocando morte e distruzione di
intere città ci lasciano sbigottiti e ci fanno dire che il clima è
impazzito.
Sì il clima è impazzito, ma la responsabilità di questo stravolgimento è legata al delirio dell’uomo che, dimenticando la sua vocazione di essere custode del creato, pensa di esserne il padrone e, coltivando un atteggiamento feroce nei riguardi del pianeta terra, provoca, con le proprie scelte consumistiche, inquinamento, desertificazione e morte. Scienziati accreditati ci ricordano che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è al limite di guardia. Le emissioni di gas serra continuano a crescere del 2-3% l’anno a causa della deforestazione e dei combustibili fossili: petrolio, carbone e metano. Ci attende una tragedia con conseguenze devastanti: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, tempeste. L’inquinamento dell’acqua, dell’aria, della terra, quindi, è la conseguenza di un rapporto scorretto tra l’uomo e l’ambiente, un rapporto innaturale tra natura ed esistenza, un rapporto violento tra creature volute e pensate da Dio per vivere in pace. La natura è oggi, in più maniere, violentata. Il fenomeno è preoccupante per la sua ampiezza a scala mondiale, per la vastità a vari livelli, e perché è avanzante con l’avanzare della logica del profitto. L’uomo di oggi, allora, consapevole di questo dato di fatto, è chiamato a svegliarsi dal torpore, e, rinunciando a un tenore di vita che si è dimostrato essere incompatibile con le leggi dell’equilibrio uomo-natura, è invitato a scegliere uno stile di vita sobrio. Questa presa di coscienza non è più rimandabile né da delegare ad altri, ma si impone come atto di responsabilità per rendere vivibile il nostro pianeta e per avviare, sul piano strutturale, la costruzione di un sistema che crei le condizioni per una piena umanizzazione di tutte le relazioni. È questo l’orizzonte che anima la nostra riflessione.
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf) E' possibile richiedere
copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it
I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA 2014 -
"L’UMANITÀ DI GESÙ PRESENZA RELAZIONALE DI DIO" I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA – 2014 della FRATERNITÀ CARMELITANA
DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO
L’UMANITÀ DI GESÙ
PRESENZA RELAZIONALE DI DIO Dal 5 Febbraio al 2 Aprile dalle h. 20.00 alle h. 21.00 presso la sala del convento --------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Davanti ad ogni sofferenza... Oltre la legge... Ogni tanto un po' di sana ironia di GIOBA per sorridere...
Lo dice Gesù nel Vangelo... (vignetta)Gesù propone a chi lo segue... Gesù ci ricorda che anche le parole... Io credo nel sole... Dilatate il vostro cuore... Alza gli occhi, guarda l'orizzonte... La luce è venuta nel mondo... Ogni volta che noi ci confessiamo... Come vorrei una Chiesa povera... Se accetti di stare dietro... Se volete essere discepoli... Tutti siamo utili e preziosi... --------------------------------------------------------------- LE PIETRE D'INCIAMPO DEL VANGELO "Ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui". (Matteo 3,16) Gianfranco Ravasi: La colomba nei cieli, una visione interpretativa --------------------------------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Il 15 febbraio 1927 nacque a Torino Carlo Maria Martini
Tu sei la mia luce... riproponiamo lo Speciale di Quelli della Via:
"Cardinale Carlo Maria Martini Profeta dei nostri tempi" Il bene zampilla... --------------------------------------------------------------- Carmelitana e studiosa di
ebraismo, suor Cristiana è tra i vincitori dell’International Martini
Award, con un saggio inedito sul rapporto fra il Cardinale e Israele,
anche attraverso una selezione di suoi testi poco noti. Ce ne parla in
questa intervista.
Michela Beatrice Ferri: Dobner: «Così Carlo Maria Martini ha amato Gerusalemme» --------------------------------------------------------------- SAN PIER DAMIANI (video) --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)RUBRICA
Un cuore che ascolta - lev shomea' "Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9) Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino Vangelo: Mt 5,17-37
Gesù è venuto a liberarci dalla schiavitù della Legge non "demolendola" ma compiendola, in un modo superiore, divino. Egli infatti non è la fine bensì "il fine" della Legge e dei Profeti, non annuncia la Torah ma proclama il Vangelo, la buona/bella notiziadella giustizia "eccessiva" del Figlio che ama come il Padre, senza per questo trasgredire la Legge: "L'amore infatti non fa male a nessuno: pieno compimento della Legge è l'Amore" (Rm 13,10).
Gesù con le Beatitudini ha dato compimento al Regno di Dio
annunciato e atteso dalla Legge e dai Profeti, Regno che però
ci delude perché oltrepassa le nostre aspettative: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro ?"(Mt 11,3).
Le sue logiche non sono l'accumulo e il dominio ma la condivisione e il
servizio ai fratelli che sono nel bisogno, esso non è più per un solo
popolo, Israele, ma è per tutta l'umanità. La comunità dei
discepoli è invitata ad accogliere le Beatitudini come la Torah Nuova per la costruzione del regno: chi le ignorerà "sarà minimo" cioè si autoescluderà, chi le accoglierà e le custodirà "sarà grande" cioè ne farà parte. L'evangelista adesso presenta sei antitesi: "fu detto/io però vi dico"
...
--------------------------------------- Riflessione di Enzo Bianchi
sul Vangelo della domenica VI domenica del Tempo Ordinario anno A Mt 5,17-37 Come essere “sale della terra e luce del mondo” (cf. Mt 5,13-14, vangelo di domenica scorsa)? Gesù
lo spiega sempre nel lungo discorso della montagna, attraverso sei
antitesi, nelle quali mette a confronto l’insegnamento tradizionale dei
rabbini con la sua stessa predicazione, che sempre fa riferimento
obbediente alle sante Scritture, alla Torah (Legge) e ai profeti. Gesù
non è venuto per abolire l’economia di salvezza voluta da Dio per il
suo popolo Israele, per contraddire la parola di Dio contenuta nelle
Scritture, ma è venuto per darle compimento, per realizzarla e
interpretarla secondo l’intenzione di Dio. E qui rivela la sua
autorevolezza. A quanti
criticavano Gesù, accusandolo di svuotare i comandamenti, egli risponde
con un’esigenza di giustizia più radicale e più trasparente di quella
insegnata e praticata da scribi e farisei, da esperti delle Scritture e
appartenenti al movimento degli osservanti. Per entrare nel regno di
Dio, o meglio per permettere che Dio regni, occorre una realizzazione
della sua volontà, una giustizia inedita, che trascende quella allora
dominante. Ecco allora le sei antitesi, le prime quattro delle quali contenute nel brano previsto dalla liturgia odierna.
...
VI domenica del Tempo Ordinario --------------------------------------- "Il farsi umano di Dio"
Dio, quindi, in Gesù ha vissuto l'esperienza umana “dal di dentro” dell'umanità stessa.
Ormai noi cristiani possiamo dire che l'umano è il luogo di Dio, il “dove” di Dio.
di p. Alberto Neglia
Estratto dell'incontro del 5 febbraio 2014 - I mercoledì della Bibbia 2014 della Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) ... «Pose la sua tenda in mezzo a noi» In
Gesù la Parola si fa carne, debolezza, si fa umana. L’evangelista
Giovanni ci ricorda: «E il Verbo divenne carne e pose la tenda tra noi»
(Gv 1,14). Matteo e Luca concretamente parlano di Gesù che nasce a
Betlemme, prende carne umana, è bambino in una grotta, ci parlano di
pastori che si mettono in cammino per incontrarlo. Ma
che significa affermare che la parola si è fatta carne? “Farsi carne”
non significa rivestire un corpo come un abito, assumere un involucro
carnale, ma significa il farsi umano di Dio, indica
che Dio, secondo la rivelazione cristiana, si fa conoscere all'uomo e
lo incontra nell'umanità di Gesù Cristo. Scrive Ippolito di Roma
(II-III secolo): «Noi sappiamo che il Verbo si è fatto uomo, della
nostra stessa pasta (uomo come noi siamo uomini!): perché, se non fosse
così, invano ci avrebbe domandato di imitarlo. Se quest'uomo, Gesù,
fosse stato di un'altra sostanza, come avrebbe potuto chiederci, a noi
deboli per natura, di comportarci come lui si è comportato?». Dio,
quindi, in Gesù ha vissuto l'esperienza umana “dal di dentro”
dell'umanità stessa. Ormai noi cristiani possiamo dire che l'umano è il
luogo di Dio, il “dove” di Dio. Giovanni a conclusione del prologo ci
dice: «Dio nessuno l’ha mai visto, ma il Figlio unigenito, che è
rivolto verso il seno del Padre, ce ne ha fatto l'esegesi (exeghésato)»
(Gv 1,18), ce ne ha dato il racconto, la narrazione, la spiegazione nel
suo vissuto umano.A Filippo, che dice a Gesù «Signore mostraci il
Padre», Gesù risponde: «Da tanto tempo sono con voi ... chi ha visto me
ha visto il Padre» (Gv 14,9). Ma cosa vedevano i discepoli se non un
uomo, nient'altro che un uomo, con una forma di vita che rimandava a
Dio? Ebbene, è proprio con la Sua vita umana, umanissima, che Gesù ha
mostrato Dio! ... VIDEO --------------------------------------- LA TEOLOGIA SAPIENZA DELL’AMORE prolusione di mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto - Anno Accademico al “Seraphicum”, Roma, 11 Gennaio 2014 - "La
teologia cristiana può definirsi la coscienza riflessa della fede
nell’incarnazione del Figlio di Dio e del suo significato per gli
uomini e, in quanto tale, il pensiero dell’incontro fra l’esodo della
condizione umana e l’avvento del Dio vivente nella Sua rivelazione
storica, così come la fede della Chiesa la riconosce e la confessa. In
tal modo, mentre è chiamata ad accostare la vicenda umana in tutta la
complessità dei suoi aspetti, la teologia la interpreta e l’orienta
alla luce della Parola di Dio, venuta ad abitare nelle parole degli
uomini. Proprio così, la riflessione della fede abbraccia col suo
sguardo l’intero cammino del tempo e la vastità dell’esperienza umana:
essa, scrive San Bonaventura nella stupenda sintesi teologica che è il
Breviloquium, “parte da ciò che è primo, il Principio di tutto, e
giunge a ciò che è ultimo, il premio eterno… Perciò essa è sapienza
perfetta, perché comincia dalla causa suprema di tutto ciò che è
causato… e vi ritorna come al fine cui tendono i desideri di tutte le
creature”. Di bellezza in bellezza, la sapienza teologica contempla
ogni cosa in rapporto allo splendore del Creatore e alla profondità del
Suo amore infinito: “Come una scala, si appoggia sulla terra, ma con la
cima giunge al cielo… Grande è la bellezza di ciò che gli uomini hanno
edificato, più grande ancora è la bellezza della Chiesa adorna di santi
carismi, massima quella della superiore Gerusalemme, infinita quella
della santissima Trinità divina”. La contemplazione mistica del Cantico
delle creature di Francesco appare qui trasposta nella riflessione
speculativa del Teologo, che non si ferma all’aristocratico “amore
della sapienza”, riservato a pochi - quale può essere la filosofia -,
ma si apre alla “sapienza dell’amore”, donata da Dio al Suo popolo
pellegrino nel tempo come pegno e promessa della comunione eterna con
Lui. ...."
LA TEOLOGIA SAPIENZA DELL’AMORE di Bruno Forte (PDF) VIDEO --------------------------------------- "La misericordia-compassione di Dio. Forza rigeneratrice"
di P. Alberto Neglia, carmelitano
"...
Il Dio misericordioso è un Dio materno che ti pone nel suo utero e ti
fa uomo nuovo, ti cambia. Dio distrugge e ricrea. Non ci lascia come
siamo, brandelli di umanità. Ci converte, questa è la sua forza. ...
Questa
misericordia, amore, compassione, grazia è il grembo che ricrea l’uomo
e lo rende nuovo. Dio è un bacio: ti risucchia nel suo grembo, ti
introduce nella terra promessa e ti dà un respiro nuovo.
Gesù con il suo vissuto rende umano e palpabile il volto misericordioso del Padre. ..."
Estratto dell'incontro del 5 febbraio 2014 I mercoledì della Bibbia 2014 della Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) La misericordia-compassione forza rigeneratrice
La
misericordia di Dio non è la lacrimuccia, frutto di emozione
momentanea! È presenza rigeneratrice. Misericordia traduce le parole
ebraiche: rachamim e chesed, che incontriamo tante volte nella Bibbia. Rachamim è il plurale di rechem che
designa il grembo materno in cui il bambino viene formato e portato,
prima della nascita. Indica, quindi lo spazio fatto in sé alla vita
dell’altro, spazio di comunione profonda di con-sentire, di com-patire,
di con-gioire. Ma indica anche l’amore paterno verso il figlio, il
legame tra fratelli, designa, dunque sempre un rapporto che non può
venir meno, forte come il legame viscerale e di sangue. La misericordia
è dunque la più radicale protesta contro l’indifferenza, il solipsismo,
il rifiuto dell’altro. La misericordia è mistero di comunione, dinamica
di condivisione e forza di generazione. È dinamismo di ri-generazione,
di re-immissione nella vita, nella relazione di alterità, nei confronti
di chi da tale relazione si era allontanato. Il
Dio misericordioso è un Dio materno che ti pone nel suo utero e ti fa
uomo nuovo, ti cambia. Dio distrugge e ricrea. Non ci lascia come
siamo, brandelli di umanità. Ci converte, questa è la sua forza. Chesed è
un termine che si può tradurre: grazia, amore, benevolenza, fedeltà,
misericordia. Ha una pregnanza di significati indescrivibile. Lo chesed indica
l’atteggiamento tipico di Dio verso il suo popolo, che comporta lealtà,
affidabilità, fedeltà, bontà, tenerezza, costanza nell’attenzione e
nell’amore. Questa misericordia, amore, compassione, grazia è il grembo che ricrea l’uomo e lo rende nuovo. Dio è un bacio: ti risucchia nel suo grembo, ti introduce nella terra promessa e ti dà un respiro nuovo. Gesù con il suo vissuto rende umano e palpabile il volto misericordioso del Padre.
Più volte gli evangelisti registrano, come dicevamo prima, che Gesù “si
commuove”. Non si tratta, ripeto, di un riflesso emozionale che essi ci
vogliono descrivere, ma il termine sta ad indicare l’atteggiamento di
misericordia così come l’abbiamo appena descritto. Nel vangelo di Luca
(cap. 15), poi, Gesù soprattutto attraverso la parabola del padre
misericordioso vuole consegnarci il volto di Dio che “commosso”
corre incontro al figlio, lo abbraccia, lo bacia (gli dona il suo
respiro) e gli ridona il “vestito bello”, la dignità di figlio amato
che aveva prima di abbandonare la casa. (Lc 15,20-22). Proprio perché
il Padre è così, Gesù si sente autorizzato ad accogliere tutti i
pubblicani e i peccatori e di mangiare con loro (Lc 15,1-2), perché
desidera, come il Padre, che nessuno si perda (Mt 18,14). ---------------------------------------
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Un forum interreligioso
sul viaggio del Papa in Terra Santa Un
incontro molto cordiale. Un forum interreligioso tra cristiani e
comunità ebraica. “Papa Francesco in Terra Santa: un segno di speranza
per la pace tra le religioni": e’ il tema scelto dall’Elijah Interfaith
Institute per l’incontro che si e’ svolto a Gerusalemme domenica 2
febbraio.
Già
in apertura del forum, Peta Pellach ha espresso l’affetto della
comunità ebraica per il nuovo papa e lo ha chiamato "il mio papà".
Per
il rabbino David Rosen, il documento Nostra Aetate, che per primo
tratta il rapporto tra ebrei e cristiani, ha aperto la porta al
dialogo. E ha ribadito: "Viviamo in un momento storico rivoluzionario".
RABBINO DAVID ROSEN
International Director of Interreligious Affairs – American Jewish Committee
“E’
una storica trasformazione, non paragonabile con nessuna altra
relazione. Dobbiamo ricordarci che la storia e’ prima di tutto tragica,
di negazione. E questa riscoperta, di quello che papa Francesco sta
ripetendo dopo papa Benedetto e Giovanni Paolo II è la fraternità”.
Il
rabbino David Rosen ha accompagnato Giovanni Paolo II nel 2000 nello
storico incontro con la comunità ebraica e Benedetto XVI, nel 2009,
all’incontro con i rabbini capo di Israele. Due momenti storici, con la
visita dei due pontefici in Terra Santa.
RABBINO DAVID ROSEN
International Director of Interreligious Affairs - American Jewish Committee
“Giovanni
Paolo II, quando si riferiva al popolo ebraico diceva: ‘fratelli
maggiori’. Mentre Benedetto XVI diceva: ’Forse non bisogna parlare di
fratelli maggiori, perché nella Bibbia ebraica i
fratelli maggiori non escono sempre bene; dunque lui preferiva
parlare di ‘discendenza. Questa comprensione, sensibilità è
storica, è una cosa nuova , è una rivoluzione che ha solo 50 anni,
E’ emozionante, direi una manifestazione dello Spirito Santo che
ha riportato alla riscoperta, all’unità degli ebrei con il mondo
cristiano, sempre più ravvicinati, sotto la guida di questi
Papi”.
Anche
Mons. William Shomali è ottimista sul cammino già percorso e
ha speranza su quello che deve venire. Ma avverte che, anche
vivendo nell'era della comunicazione, non possiamo aspettarci risultati
immediati. C’è un tempo per ogni cosa.
L’Interfaith
Institute Elias è un'organizzazione internazionale che si propone di
promuovere la pace tra comunità di fede diversa nel mondo, attraverso
il dialogo interreligioso.
RABBINO ALON GOSHEN GOTTSTEIN
Fondatore Elijah Interfaith Institute
“Come
siamo arrivati a questa idea? Attraverso l’ispirazione del profeta
Elia. Ecco il perché del nome: qualcuno che dia una
visione di una futura pace, per la comprensione delle persone”.
A proposito di dialogo interreligioso, Peta Pellach ritiene che le donne abbiamo un ruolo molto importante.
PETA PELLACH
Educational Director – Elijah Interfaith Institute
“Spesso
gli uomini rappresentano istituzioni o posizioni formali e si sentono
molto legati e costretti dalla posizione ufficiale della Chiesa o
dell’Organizzazione, mentre le donne possono parlare molto
di più dal cuore, le donne possono parlare da una posizione
profonda, da una profonda umanità e non necessariamente
‘costrette’ dalla posizione ufficiale di una organizzazione”.
Con
forme diverse, parlando con il cuore, con la ragione, ma soprattutto
dando continuità al percorso intrapreso, senza negare la storia di
vicinanza.
RABBINO DAVID ROSEN
International Director of Interreligious Affairs – American Jewish Committee
“Questo
Papa ha servito una comunità, dove aveva rapporti con
la comunità ebraica. E’ stata un’esperienza: ha
aperto la cattedrale per il giorno della Shoah, la commemorazione dell’
Olocausto, ha visitato le sinagoghe , ha celebrato le feste ebraiche,
ha scritto un libro con un rabbino. Questo è inimmaginabile. Se avessi
detto ai miei nonni che un giorno ci sarebbe stato un Papa che avrebbe
scritto un libro con un rabbino, avrebbero sicuramente pensato a uno
scherzo, a una cosa non credibile. Non solo abbiamo un papa che ha
confermato la via tracciata, ma abbiamo un Papa che ha avuto relazioni
personali ma che è ancora più profondo in queste relazioni”.
video --------------------------------------- SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Il 22 febbraio sbarcheranno per la
prima volta sull’isola, a supporto delle attività della parrocchia. «È
stato proprio papa Francesco – affermano - a indicarci questa data,
giorno della festa della Cattedra di san Pietro». Poi, tramite il suo
elemosiniere, mons. Konrad Krajewski, il pontefice ha espresso in una
lettera, inviata alla madre superiora Maria Agnese Ciarrocco, “il suo
vivo compiacimento e apprezzamento per la prossima apertura di una
nuova comunità sull’isola di Lampedusa”. «Andiamo per essere vicino ai
lampedusani e ai migranti - spiega la segretaria generale della
congregazione, suor Veronica Butnaru. «Dovremo organizzarci
velocemente, per ora la nostra base sarà un piccolo appartamento in
affitto». All’inizio della loro missione saranno in tre: suor Maria,
suor Paola e suor Veronica...
Lampedusa, suore in arrivo per accogliere i migranti. Con la benedizione del papa ---------------------------------------------------------------«Ogni peccato può essere
assolto, ogni peccato può essere perdonato. Questo è il punto di
partenza: non è immaginabile che uno possa cadere in un buco nero da
cui Dio non possa tirarlo fuori».
Il riferimento del Cardinale tedesco, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, per quanto implicito, è chiarissimo. E l'ammissione alla comunione dei divorziati risposati è stata sollecitata da numerosi questionari pre-sinodali. VATICAN INSIDER: Kasper: il divorzio non è un peccato non assolto Intervista al Porporato tedesco
che introduce la due giorni parlando di bellezza della famiglia e nodo
dei divorziati risposati. “Il Papa mi ha chiesto di porre domande, ora
discernimento”
Iacopo Scaramuzzi: Sinodo famiglia, Kasper: misericordia per situazioni concrete “Siamo
all’inizio evidentemente di una settimana, anzi direi di dieci giorni,
piuttosto pieni – ha esordito padre Lombardi - Questa mattina, come era
in programma, è cominciato il lavoro del gruppo del Consiglio di cardinali. A Santa
Marta hanno concelebrato con il Papa alle 7.00, come anche le altre
volte quando sono qui presenti a Roma; e poi, dopo, hanno cominciato le
loro riunioni nella sala che c’è a Santa Marta, non lontana dalla
cappella. E’ stato presente e continuerà ad essere presente - anche
oggi pomeriggio - il segretario di Stato, mons. Parolin”, prossimo
cardinale.
RADIO VATICANA: Riunione del Papa con il Consiglio di cardinali. Briefing di padre Lombardi Il direttore della Sala Stampa
vaticana, padre Federico Lombardi, ha tenuto oggi un nuovo briefing,
informando i giornalisti sull’apertura del Concistoro straordinario
nell’Aula Nuova del Sinodo. Padre Lombardi ha invitato a meditare con
“molta attenzione” le brevi parole del Santo Padre: “meditarle e
analizzarle, leggerle con molta attenzione, perché sono state
lungamente pensate dal Papa, enunciate in un modo preciso e dicono una
impostazione, un orientamento, un’attesa del Papa per il lavoro di
questi giorni”.
RADIO VATICANA: Briefing di padre Lombardi sul Concistoro --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Papa Francesco La ricchezza è un bene se aiuta gli altri La prefazione del Papa al libro del cardinale Müller «Povera per i poveri. La missione della Chiesa»
Chi
di noi non si sente a disagio nell’affrontare anche la sola parola
«povertà»? Ci sono tante forme di povertà: fisiche, economiche,
spirituali, sociali, morali. Il mondo occidentale identifica la povertà
anzitutto con l’assenza di potere economico ed enfatizza negativamente
questo status. Il suo governo, infatti, si fonda essenzialmente
sull’enorme potere che il denaro ha acquisito oggi, un potere
apparentemente superiore a ogni altro. Perciò un’assenza di potere
economico significa irrilevanza a livello politico, sociale e persino
umano. Chi non possiede denaro, viene considerato solo nella misura in
cui può servire ad altri scopi. Ci sono tante povertà, ma la povertà
economica è quella che viene guardata con maggior orrore. In questo c’è
una grande verità. Il denaro è uno strumento che in qualche modo - come
la proprietà - prolunga e accresce le capacità della libertà umana,
consentendole di operare nel mondo, di agire, di portare frutto. Di per
sé è uno strumento buono, come quasi tutte le cose di cui l’uomo
dispone: è un mezzo che allarga le nostre possibilità. Tuttavia, questo
mezzo può ritorcersi contro l’uomo. Il denaro e il potere economico,
infatti, possono essere un mezzo che allontana l’uomo dall’uomo,
confinandolo in un orizzonte egocentrico ed egoistico.
La
stessa parola aramaica che Gesù utilizza nel Vangelo - mammona , cioè
tesoro nascosto (cf. Mt 6, 24; Lc 16,13) - ce lo fa capire: quando il
potere economico è uno strumento che produce tesori che si tengono solo
per sé, nascondendoli agli altri, esso produce iniquità, perde la sua
originaria valenza positiva. Anche il termine greco, usato da San
Paolo, nella Lettera ai Filippesi (cf. Fil 2, 6) - arpagmos - rinvia a
un bene trattenuto gelosamente per sé, o addirittura al frutto di ciò
che si è rapinato agli altri. Questo accade quando dei beni vengono
utilizzati da uomini che conoscono la solidarietà solo per la cerchia -
piccola o grande che sia - dei propri conoscenti o quando si tratta di
riceverla, ma non quando si tratta di offrirla. Questo accade quando
l’uomo, avendo perso la speranza in un orizzonte trascendente, ha perso
anche il gusto della gratuità, il gusto di fare il bene per la semplice
bellezza di farlo (cf. Lc 6, 33 ss.).
Quando
invece l’uomo è educato a riconoscere la fondamentale solidarietà che
lo lega a tutti gli altri uomini - questo ci ricorda la Dottrina
sociale della Chiesa - allora sa bene che non può tenere per sé i beni
di cui dispone. Quando vive abitualmente nella solidarietà, l’uomo sa
che ciò che nega ad altri e trattiene per sé, prima o poi, si ritorcerà
contro di lui. In fondo, a questo allude nel Vangelo Gesù, quando
accenna alla ruggine o alla tignola che rovinano le ricchezze possedute
egoisticamente (cf. Mt 6, 19-20; Lc 12, 33).
Invece,
quando i beni di cui si dispone sono utilizzati non solo per i propri
bisogni, essi diffondendosi si moltiplicano e portano spesso un frutto
inatteso...
La ricchezza è un bene se aiuta gli altri
Il
libro del cardinale eletto Gerhard Ludwig Müller "Povera per i poveri.
La missione della chiesa" (Città del Vaticano, Libreria Editrice
Vaticana, pagine 312, euro 20) verrà presentato Martedì 25 febbraio a
Roma.
--------------------------------------- “Povera per i poveri. La missione della Chiesa”, il libro di mons. Gerhard Ludwing Müller, che vanta la prefazione di
Papa Francesco, suscita entusiasmo nel professor Paolo Sorbi. Il
sociologo cattolico, protagonista negli anni della contestazione
giovanile ed oggi strenuo sostenitore dei valori cristiani, ritiene il
volume del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (che
sarà presentato in Sala Stampa vaticana martedì prossimo) “un recupero
delle cose migliori che, per una serie di contingenze storiche, negli
ultimi venti o trent’anni sono state un po’ messe ai margini della
riflessione all’interno della Chiesa”.
Federico Cenci: Il libro di Müller sulla povertà rilancia la "funzione di servizio" della Chiesa ---------------------------------------------------------------
Angelus/Regina Cæli - Angelus, 16 febbraio 2014 Udienza - 19 febbraio 2014 Omelia - 16 febbraio 2014: Visita pastorale alla parrocchia romana "San Tommaso Apostolo" Discorso - Concistoro Straordinario (20 febbraio 2014) Discorso - Concistoro Straordinario: parole del Santo Padre dopo la recita dell'Ora Terza (21 febbraio 2014) MESSAGGIO - ai partecipanti al Simposio "Sacrosanctum Concilium. Gratitudine e impegno per un grande movimento ecclesiale" (18 febbraio 2014) MESSAGGIO - ai partecipanti all'Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita (19 febbraio 2014) MESSAGGIO - PER LA QUARESIMA 2014 MESSAGGIO - PER LA XXIX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 2014 Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5, 3) --------------------------------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Tweet 15/02/2014:
Preghiamo per la pace...
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2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm