"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°8 del 2014

Aggiornamento della settimana

- dal 15 al 21 febbraio 2014 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 28 febbraio 2014          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

    di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
    di P. Alberto Neglia


PREGHIERA DEI FEDELI

 
N. B. La Lectio è temporaneamente sospesa



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 







1° anniversario della rinuncia di Benedetto XVI
al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro





SPECIALE di TEMPO PERSO:
Benedetto XVI
  rinuncia al ministero
di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro







I NOSTRI TEMPI

  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


La ferocia inaudita delle immagini all'aggressione ai senzatetto non può lasciarci indifferenti...


La ferocia abbattutasi su due coppie di senzatetto che dormivano all’aperto in un gelido sabato notte, nel pieno centro di Genova, si presenta ora nuda e cruda sotto i nostri occhi, grazie ai fotogrammi sconvolgenti di una telecamera di sorveglianza. Guardiamoli. Impossibile girare la testa.
Vediamo quattro giovani resi anonimi dalle felpe o da passamontagna. Hanno i guanti per non lasciare impronte. Impugnano chi un tubo Innocenti, chi un manganello, chi mazze d’altro genere. Si appostano, fermi in attesa che il capo dia un segnale. Quindi, all’unisono, si avventano sui corpi addormentati. Bastonano con furia mirando alle teste sopra un giaciglio di cartone e una tendina da campeggio estivo. Li vediamo usare tutte e due le mani per colpire con maggior forza. Trentuno secondi in tutto, poi fuggono.
Anche i clochard meritano di essere riconosciuti per nome. Si chiamano Alice Velochova e Jan Bobak (ora è fuori pericolo, dopo una difficile operazione alla testa); e poi Susana Jonasova e Jonas Koloman (lui pure ferito grave). Hanno cittadinanza europea, slovacca. Sono vivi per miracolo. E allibiti.
I frequentatori del salotto buono di Genova, fra piazza De Ferrari e i portici di Piccapietra, fino al Teatro Carlo Felice e alla Galleria Mazzini, hanno una certa familiarità con questi clochard talvolta alticci e importuni, senza mai essere pericolosi. Cercano una grata che sputi aria calda dal parcheggio sottostante, s’imbottiscono di giornali, bevono vino dal cartone e tirano su una coperta. Getti uno sguardo, provi disagio e passi oltre. 
La tentazione è di liquidarli come umanità di scarto, destinata prima o poi allo smaltimento. 
...
Già prima di guardare le fotografie in cui si descrive l’odio che culmina nel crimine, si era mossa una trentina di cittadini genovesi, dandosi appuntamento per una notte di condivisione all’addiaccio in Galleria Mazzini. Si sono appuntati sul sacco a pelo un foglietto con scritto: “Io è te”.
D’accordo, “Io è te”. Ma invece chi sono loro? Chi sono i quattro incappucciati propagatori di questa atroce pulizia cittadina?
...

   Dal teppismo di strada a Alba Dorata, il passo è breve di Gad Lerner

Quella drammatica notte Bobak Yan la ricorda così: «Stavo dormendo con mia moglie Alice. Verso le quattro del mattino ho sentito dei colpi molto forti sulla tenda che si è rotta. Hanno iniziato a picchiarci con i bastoni e io ho cercato di riparare Alice ma le ha prese anche lei. Quando mi sono alzato erano già scappati. Alice era tutta viola, poverina». Portici di piazza Piccapietra, centro di Genova, lo scorso 25 gennaio. Un raid da «Arancia meccanica» con quattro picchiatori che massacrano a sprangate due coppie di clochard, tutti slovacchi di Rimavská Sobota, tutti in Italia a cercare fortuna...

   «Io proteggevo mia moglie, loro picchiavano» Genova, il racconto del clochard bastonato


--------------------------------------------

Il racconto di una vita con i senzatetto



Invisibili perché troppo visibili. Presenze, sempre più costanti nel nostro panorama cittadino, che vivono silenziosamente abbandonate sul ciglio delle strade che percorriamo ogni giorno. Che ci mettono a disagio perché è più facile disporre un bonifico per i poveri dell’Africa che superare la tentazione di distogliere lo sguardo dai giacigli che custodiscono gli scarti della nostra indifferenza.
Ciascuno di noi ha la sua colpa per aver tentato di scacciare il grido di solitudine, di desolazione e di abbrutimento che proviene, muto, da queste persone. Dai corpi consumati e provati dei senzatetto, senza casa e senza famiglia, dai volti murati dentro loro stessi, completamente soli. Parrebbero impermeabili a tutto, eppure non è difficile scorgere il cuore schiacciato dal dolore di chi sa di vivere e di morire accanto a noi nel nostro totale disinteresse.
Eppure c’è qualcuno che prova a fare qualcosa. In Francia una donna e un uomo hanno scelto di vivere con loro, condividendone letteralmente l’esistenza: Colette Gambiez e Michel Collard. Volendo conoscere davvero queste persone, sono diventati clochard, affrontando la lotta quotidiana contro freddo, fame, rifiuto, solitudine e abbandono per tentare di costruire una comunità e tracciare un cammino insieme.
Il racconto degli anni vissuti con i senzatetto è diventato nel 1998 il libro Quand l’exclu devient l’élu, vie partagée aver les sans-abri, ora tradotto in italiano (Sulla strada , Roma, Castelvecchi, 2013). Sono pagine capaci di immergerci in questo mondo lontano da noi eppure a noi vicinissimo: il mondo delle donne e degli uomini ombra, che vivono tra i cartoni, frugano nei bidoni della spazzatura, dormono nei marciapiedi e nei corridoi della metropolitana. ...

   Il racconto di una vita con i senzatetto

   Guarda la scheda del libro: Sulla strada Quando l'escluso diventa l'eletto
 


--------------------------------------------

Se non fosse per l’assalto di Genova, dove un gruppo di persone incappucciate e armate di spranghe e bastoni ha picchiato selvaggiamente quattro di loro lo scorso 31 gennaio, di clochard difficilmente si parlerebbe più. Eppure in Italia i senza fissa dimora sono una realtà considerevole che la crisi economica di questi ultimi anni ha dilatato. Secondo i dati ufficiali, una delle poche associazioni che prova a censirli, nel nostro Paese ce ne sono circa 50mila.

  Franca Stella:   Clochard, cresce il popolo degli invisibili (pdf)

... Perché siamo tutti in difficoltà (e spesso disperati), ma il segreto per andare avanti senza abbrutirci in questa lunga crisi di senso è proprio questo: guardarci negli occhi e saziarci, riconoscerci e calmarci reciprocamente con una disperata fraternità. Un simile gesto fraterno al giorno – moltiplicato per sessanta milioni – comporterebbe la più grande rivoluzione sociale di tutti i tempi.

  Andrea Di Consoli:   Le aggressioni di Genova e Ostia? Violenza figlia del vuoto e del non-senso


---------------------------------------------------------------


  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


In una foto la speranza dei migranti di Cornelia Isabelle Toelgyes


In una foto la speranza dei migranti 
di Cornelia Isabelle Toelgyes

Il foto-giornalista John Stanmeyer si è aggiudicato il primo premio della “World Press Photo 2014” per le sue immagini di migranti vicino a Gibuti mentre sotto il cielo notturno, rischiarato dalla luna, cercano di prendere un segnale telefonico dalla vicina Somalia.

Gibuti è uno Stato dell’Africa Orientale, posta all’estremità meridionale del Mar Rosso, presso lo stretto di Bab el-Mandeb ed è situata nel Corno d’Africa. Gibuti confina con l’Eritrea a nord, l’Etiopia ad ovest e a sud, con il Somaliland a sud-est. Il resto dei confini è bagnato dal Mar Rosso e dal Golfo di Aden. LoYemen, nella penisola araba, è a soli 20 km dalla costa del Gibuti. Africa ExPress ha parlato di questo piccolo stato diverse volte recentemente. Nel centro di detenzione Negad si trovano oltre 200 richiedenti asilo eritrei; alcuni aspettano da oltre sei anni il riconoscimento del loro status.

Nel suo discorso di ringraziamento dopo la consegna dell’onorificenza, Stanmeyer si è espresso così: -Ho scattato le foto per la rivista “National Gographic USA” ed è un grande onore per me aver vinto questo prestigioso premio istituito nel lontano 1955. Questa foto ci “connette” tutti. Sono persone che cercano di chiamare i loro cari. Potresti essere tu, potrei essere io, potrebbe essere chiunque”.
...



--------------------------------------------

 SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


Il piccolo si chiama Marwan, ha 4 anni, e complice questo scatto pubblicato su Twitter il 16 febbraio da Andrew Harper, rappresentante dell'UNHCR in Giordania, è diventato in poche ore il simbolo dei rifugiati siriani, in fuga da un paese martoriato dalla guerra civile.

  Siria, un bimbo solo nel deserto: Marwan diventa simbolo dei rifugiati

---------------------------------------------------------------


Raggiungere l’Italia era molto più che un sogno: forse una necessità vitale, probabilmente l’unica scelta. Difficile pensare che, altrimenti, pur di attraversare la frontiera, i quindici ragazzi africani trovati senza fiato in un vagone merci carico di sementi, in provincia di Padova, avrebbero accettato di pagare per un viaggio di quattro giorni dal destino incerto, potenzialmente mortale. 
Quaranta centimetri di spazio vitale, una coperta, qualche bottiglia d’acqua e una trattativa con un trafficante pakistano senza scrupoli che li ha "imbarcati" come un carico di merce umana per spedirli dalla Serbia all’Italia, passando per Villa Opicina, fino a S.Martino di Lupari, nel padovano, dove finalmente hanno potuto riempire ancora i polmoni d’aria, dopo che gli operai della ditta Agriservice hanno aperto le porte di quella che poteva trasformarsi in una tomba a rotaie.

  Nicola Grigion:  L’odissea dei rifugati trovati in un container: picchiati in Grecia, denunciati in Italia per il reato di clandestinità

---------------------------------------------------------------

​Generosi persino nella crisi, anche se diffidenti sulle donazioni online. E, soprattutto a Natale, gli italiani hanno aperto cuore e portafoglio per offrire parte dei propri risparmi a una buona causa. Tanto che quello appena trascorso è stato il migliore degli ultimi quattro anni: il 45% di associazioni con donazioni in salita: il 23% in più rispetto all’anno precedente. Sono una ventata di ottimismo per il no profit, i numeri delle raccolte fondi nel 2013, pubblicati dall’Istituto italiano della donazione (Iid) in collaborazione con l’Associazione italianafundraiser. Anche le previsioni per l’anno appena cominciato, inoltre, continuano sulla scia del "penso positivo": quasi 6 enti su 10 nel 2014 prevedono di migliorare ancora la propria performance e appena il 10% stima un segno meno.

  Alessia Guerrieri:  La generosità batte la crisi

---------------------------------------------------------------



 SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


"...Che la bellezza non è solo uno zigomo, un capitello, un tramonto. La bellezza è la creatività in qualsiasi forma si esprima. Il disegno di un bambino è bello anche quando è brutto, perché nel farlo il bambino ha usato energia creatrice. Crescendo ci si vergogna di creare: si preferisce distruggere, deridere, insultare. Così si finisce per credere che la creatività sia un dono riservato a pochi eletti: gli artisti. Invece tutti possiamo creare bellezza. Ce ne siamo solo dimenticati. " (Massimo Gramellini) 

    Sanremo beauty

---------------------------------------------------------------


Scuola

  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


"Cari studenti..." amaro sfogo di un'insegnante



'Cari studenti, vi confesso che tante volte ho avuto la tentazione di togliere il disturbo e battere in ritirata. Ancora di più negli ultimi anni: anni di degrado culturale, ormai ne sono convinta, pianificato, voluto, non casuale'. Questa la lettera, che riceviamo e pubblichiamo, di un'insegnante fabrianese ai suoi studenti.

"Ho sempre creduto nel motto di don Lorenzo Milani secondo cui 'non c’è niente di più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali'. La scuola costruisce la democrazia se riesce a colmare la disuguaglianza, a eliminare lo svantaggio, a far crescere tutti, ma soprattutto chi ha meno mezzi (sociali, economici, culturali). Non può adempiere al suo ruolo di educatore chi viene continuamente mortificato; non si può combattere contro questa cinica guerra alla cultura, all’istruzione, ai giovani, al futuro, alla democrazia, con l’individualismo, il menefreghismo e la rassegnazione di chi lavora nella scuola, di chi la frequenta e di chi ci manda i propri figli.

Sento un senso di nausea insopportabile ogni volta che all’improvviso qualcuno scopre che 'bisogna rimettere al centro dello sviluppo del paese la scuola (quella pubblica, ca va sans dire), la ricerca e la cultura': sono solo slogan, cari ragazzi e cari genitori, solo prese per il culo, di solito immediatamente smentite da votazioni in commissione contro il ripristino delle ore di storia dell’arte, da tagli del ministero alle risorse per il miglioramento dell’offerta formativa, dai soliti contributi alle scuole paritarie o dal mortificante trattamento ricevuto dai nostri ricercatori, veri talenti che appena possono ci abbandonano.

Io ho da poco saputo che quest’anno scolastico nè io nè i miei colleghi riceveremo un centesimo per i lavori già pianificati, programmati e soprattutto necessari, per più della metà già svolti, visto che siamo a metà anno scolastico (perché le istituzioni quelle che dovremmo insegnare a rispettare, sono talmente corrette e rispettose dei cittadini e dei lavoratori, che ce lo comunicano a fine gennaio). Mi riferisco alle attività dell’alternanza scuola lavoro, dell’orientamento professionale, delle attività pomeridiane di recupero e sostegno, di approfondimento disciplinare o di laboratorio.

Perché? Perché quei soldi servirebbero a coprire gli scatti di anzianità (peraltro dovuti) anche per il 2013. Hanno passato davvero il segno: ci chiedono di lavorare gratis, ce lo chiedono ad anno scolastico iniziato, senza il minimo rispetto per la nostra dignità umana e professionale...

   'Lettera aperta ai miei studenti', lo sfogo di un'insegnante fabrianese



--------------------------------------------



La lettera aperta che l'insegnante fabrianese Giuseppina Tobaldi aveva scritto ai suoi studenti ha fatto il giro della rete suscitando obiezioni e solidarietà. L'insegnante risponde alle osservazioni dei lettori.

  Giuseppina Tobaldi:  Dibattito sulla 'lettera agli studenti', l'insegnante: 'Rispondo alle obiezioni'

---------------------------------------------------------------



FEDE E
SPIRITUALITA'

 

NELLA SOBRIETÀ IL FUTURO DELLA TERRA 

HOREB n. 66 - 3/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

I tifoni sempre più violenti che si ripetono in modo più frequente in varie parti di questo nostro mondo, provocando morte e distruzione di intere città ci lasciano sbigottiti e ci fanno dire che il clima è impazzito.
Sì il clima è impazzito, ma la responsabilità di questo stravolgimento è legata al delirio dell’uomo che, dimenticando la sua vocazione di essere custode del creato, pensa di esserne il padrone e, coltivando un atteggiamento feroce nei riguardi del pianeta terra, provoca, con le proprie scelte consumistiche,
inquinamento, desertificazione e morte.
 Scienziati accreditati ci ricordano che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è al limite di guardia. Le emissioni di gas serra continuano a crescere del 2-3% l’anno a causa della deforestazione e dei combustibili fossili: petrolio, carbone e metano. Ci attende una tragedia con conseguenze devastanti: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, tempeste.
L’inquinamento dell’acqua, dell’aria, della terra, quindi, è la conseguenza di un rapporto scorretto tra l’uomo e l’ambiente, un rapporto innaturale tra natura ed esistenza, un rapporto violento tra creature volute e pensate da Dio per vivere in pace. La natura è oggi, in più maniere, violentata. Il fenomeno è preoccupante per la sua ampiezza a scala mondiale, per la vastità a vari livelli, e perché è avanzante con l’avanzare della logica del profitto.
L’uomo di oggi, allora, consapevole di questo dato di fatto, è chiamato a svegliarsi dal torpore, e, rinunciando a un tenore di vita che si è dimostrato essere incompatibile con le leggi dell’equilibrio uomo-natura, è invitato a scegliere uno stile di vita sobrio. Questa presa di coscienza non è più rimandabile né da delegare ad altri, ma si impone come atto di responsabilità per rendere vivibile il nostro pianeta e per avviare, sul piano strutturale, la costruzione di un sistema che crei le condizioni per una piena umanizzazione di tutte le relazioni.
È questo l’orizzonte che anima la nostra riflessione.


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



---------------------------------------

I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA 2014 -
"L’UMANITÀ DI GESÙ PRESENZA RELAZIONALE DI DIO"



I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA – 2014
della FRATERNITÀ CARMELITANA 
DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO

L’UMANITÀ DI GESÙ
PRESENZA RELAZIONALE DI DIO


Dal 5 Febbraio al 2 Aprile
dalle h. 20.00 alle h. 21.00
presso la sala del convento



---------------------------------------


 SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


  Davanti ad ogni sofferenza...
  Oltre la legge...
Ogni tanto un po' di sana ironia di GIOBA per sorridere...
  Lo dice Gesù nel Vangelo...  (vignetta)
  Gesù propone a chi lo segue...
  Gesù ci ricorda che anche le parole...
  Io credo nel sole...
  Dilatate il vostro cuore...
  Alza gli occhi, guarda l'orizzonte...
  La luce è venuta nel mondo...
  Ogni volta che noi ci confessiamo...
  Come vorrei una Chiesa povera...
  Se accetti di stare dietro...
  Se volete essere discepoli...
  Tutti siamo utili e preziosi...



---------------------------------------------------------------

LE PIETRE D'INCIAMPO DEL VANGELO

"Ed ecco, si aprirono per lui 
i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio 
discendere come una colomba
e venire sopra di lui".
(Matteo 3,16)


  Gianfranco Ravasi:  La colomba nei cieli, una visione interpretativa

---------------------------------------------------------------

 SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"



Il 15 febbraio 1927 nacque a Torino Carlo Maria Martini

  Tu sei la mia luce...

riproponiamo lo Speciale di Quelli della Via:

 
"Cardinale Carlo Maria Martini Profeta dei nostri tempi"


  Il bene zampilla...

---------------------------------------------------------------


Carmelitana e studiosa di ebraismo, suor Cristiana è tra i vincitori dell’International Martini Award, con un saggio inedito sul rapporto fra il Cardinale e Israele, anche attraverso una selezione di suoi testi poco noti. Ce ne parla in questa intervista.

  Michela Beatrice Ferri:  Dobner: «Così Carlo Maria Martini ha amato Gerusalemme»




---------------------------------------------------------------



 
SAN PIER DAMIANI  (video)


---------------------------------------------------------------


  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)



"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 13/2013-2014 (A) di Santino Coppolino



RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)

Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo: Mt 5,17-37

Gesù è venuto a liberarci dalla schiavitù della Legge non "demolendola" ma compiendola, in un modo superiore, divino. Egli infatti non è la fine bensì "il fine" della Legge e dei Profeti, non annuncia la Torah ma proclama il Vangelo, la buona/bella notiziadella giustizia "eccessiva" del Figlio che ama come il Padre, senza per questo trasgredire la Legge: "L'amore infatti non fa male a nessuno: pieno compimento della Legge è l'Amore" (Rm 13,10). Gesù con le Beatitudini ha dato compimento al Regno di Dio annunciato e atteso dalla Legge e dai Profeti, Regno che però ci delude perché oltrepassa le nostre aspettative: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro ?"(Mt 11,3). Le sue logiche non sono l'accumulo e il dominio ma la condivisione e il servizio ai fratelli che sono nel bisogno, esso non è più per un solo popolo, Israele, ma è per tutta l'umanità. La comunità dei discepoli è invitata ad accogliere le Beatitudini come la Torah Nuova per la costruzione del regno: chi le ignorerà "sarà minimo" cioè si autoescluderà, chi le accoglierà e le custodirà "sarà grande" cioè ne farà parte. L'evangelista adesso presenta sei antitesi: "fu detto/io però vi dico"
...


---------------------------------------


Riflessione di Enzo Bianchi sul Vangelo della domenica


Riflessione di Enzo Bianchi
sul Vangelo della domenica

VI domenica del Tempo Ordinario anno A

Mt 5,17-37

Come essere “sale della terra e luce del mondo” (cf. Mt 5,13-14, vangelo di domenica scorsa)?
Gesù lo spiega sempre nel lungo discorso della montagna, attraverso sei antitesi, nelle quali mette a confronto l’insegnamento tradizionale dei rabbini con la sua stessa predicazione, che sempre fa riferimento obbediente alle sante Scritture, alla Torah (Legge) e ai profeti. Gesù non è venuto per abolire l’economia di salvezza voluta da Dio per il suo popolo Israele, per contraddire la parola di Dio contenuta nelle Scritture, ma è venuto per darle compimento, per realizzarla e interpretarla secondo l’intenzione di Dio. E qui rivela la sua autorevolezza.
A quanti criticavano Gesù, accusandolo di svuotare i comandamenti, egli risponde con un’esigenza di giustizia più radicale e più trasparente di quella insegnata e praticata da scribi e farisei, da esperti delle Scritture e appartenenti al movimento degli osservanti. Per entrare nel regno di Dio, o meglio per permettere che Dio regni, occorre una realizzazione della sua volontà, una giustizia inedita, che trascende quella allora dominante.
Ecco allora le sei antitesi, le prime quattro delle quali contenute nel brano previsto dalla liturgia odierna.
...

  VI domenica del Tempo Ordinario


---------------------------------------

"Il farsi umano di Dio" di p. Alberto Neglia, carm. (VIDEO)


"Il farsi umano di Dio" 
Dio, quindi, in Gesù ha vissuto l'esperienza umana “dal di dentro” dell'umanità stessa. 
Ormai noi cristiani possiamo dire che l'umano è il luogo di Dio, il “dove” di Dio. 
di p. Alberto Neglia

Estratto dell'incontro del 5 febbraio 2014
- I mercoledì della Bibbia 2014
della Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

... 
 «Pose la sua tenda in mezzo a noi»
In Gesù la Parola si fa carne, debolezza, si fa umana. L’evangelista Giovanni ci ricorda: «E il Verbo divenne carne e pose la tenda tra noi» (Gv 1,14). Matteo e Luca concretamente parlano di Gesù che nasce a Betlemme, prende carne umana, è bambino in una grotta, ci parlano di pastori che si mettono in cammino per incontrarlo.
Ma che significa affermare che la parola si è fatta carne? “Farsi carne” non significa rivestire un corpo come un abito, assumere un involucro carnale, ma significa il farsi umano di Dio, indica che Dio, secondo la rivelazione cristiana, si fa conoscere all'uomo e lo incontra nell'umanità di Gesù Cristo. Scrive Ippolito di Roma (II-III secolo): «Noi sappiamo che il Verbo si è fatto uomo, della nostra stessa pasta (uomo come noi siamo uomini!): perché, se non fosse così, invano ci avrebbe domandato di imitarlo. Se quest'uomo, Gesù, fosse stato di un'altra sostanza, come avrebbe potuto chiederci, a noi deboli per natura, di comportarci come lui si è comportato?».
Dio, quindi, in Gesù ha vissuto l'esperienza umana “dal di dentro” dell'umanità stessa. Ormai noi cristiani possiamo dire che l'umano è il luogo di Dio, il “dove” di Dio. Giovanni a conclusione del prologo ci dice: «Dio nessuno l’ha mai visto, ma il Figlio unigenito, che è rivolto verso il seno del Padre, ce ne ha fatto l'esegesi (exeghésato)» (Gv 1,18), ce ne ha dato il racconto, la narrazione, la spiegazione nel suo vissuto umano.A Filippo, che dice a Gesù «Signore mostraci il Padre», Gesù risponde: «Da tanto tempo sono con voi ... chi ha visto me ha visto il Padre» (Gv 14,9). Ma cosa vedevano i discepoli se non un uomo, nient'altro che un uomo, con una forma di vita che rimandava a Dio? Ebbene, è proprio con la Sua vita umana, umanissima, che Gesù ha mostrato Dio! 
...

    VIDEO


---------------------------------------

LA TEOLOGIA SAPIENZA DELL’AMORE di Bruno Forte


LA TEOLOGIA SAPIENZA DELL’AMORE
prolusione di mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto 
  - Anno Accademico al “Seraphicum”, Roma, 11 Gennaio 2014 -

"La teologia cristiana può definirsi la coscienza riflessa della fede nell’incarnazione del Figlio di Dio e del suo significato per gli uomini e, in quanto tale, il pensiero dell’incontro fra l’esodo della condizione umana e l’avvento del Dio vivente nella Sua rivelazione storica, così come la fede della Chiesa la riconosce e la confessa. In tal modo, mentre è chiamata ad accostare la vicenda umana in tutta la complessità dei suoi aspetti, la teologia la interpreta e l’orienta alla luce della Parola di Dio, venuta ad abitare nelle parole degli uomini. Proprio così, la riflessione della fede abbraccia col suo sguardo l’intero cammino del tempo e la vastità dell’esperienza umana: essa, scrive San Bonaventura nella stupenda sintesi teologica che è il Breviloquium, “parte da ciò che è primo, il Principio di tutto, e giunge a ciò che è ultimo, il premio eterno… Perciò essa è sapienza perfetta, perché comincia dalla causa suprema di tutto ciò che è causato… e vi ritorna come al fine cui tendono i desideri di tutte le creature”. Di bellezza in bellezza, la sapienza teologica contempla ogni cosa in rapporto allo splendore del Creatore e alla profondità del Suo amore infinito: “Come una scala, si appoggia sulla terra, ma con la cima giunge al cielo… Grande è la bellezza di ciò che gli uomini hanno edificato, più grande ancora è la bellezza della Chiesa adorna di santi carismi, massima quella della superiore Gerusalemme, infinita quella della santissima Trinità divina”. La contemplazione mistica del Cantico delle creature di Francesco appare qui trasposta nella riflessione speculativa del Teologo, che non si ferma all’aristocratico “amore della sapienza”, riservato a pochi - quale può essere la filosofia -, ma si apre alla “sapienza dell’amore”, donata da Dio al Suo popolo pellegrino nel tempo come pegno e promessa della comunione eterna con Lui.
...."

  LA TEOLOGIA SAPIENZA DELL’AMORE di Bruno Forte (PDF)

Un frammento della prolusione di mons. Bruno Forte 

  VIDEO


---------------------------------------

"La misericordia-compassione di Dio. Forza rigeneratrice" di P.Alberto Neglia, carmelitano (VIDEO)


"La misericordia-compassione di Dio.
Forza rigeneratrice" 
di P. Alberto Neglia, carmelitano 

"... Il Dio misericordioso è un Dio materno che ti pone nel suo utero e ti fa uomo nuovo, ti cambia. Dio distrugge e ricrea. Non ci lascia come siamo, brandelli di umanità. Ci converte, questa è la sua forza. ...
Questa misericordia, amore, compassione, grazia è il grembo che ricrea l’uomo e lo rende nuovo. Dio è un bacio: ti risucchia nel suo grembo, ti introduce nella terra promessa e ti dà un respiro nuovo.
Gesù con il suo vissuto rende umano e palpabile il volto misericordioso del Padre. ..."

Estratto dell'incontro del 5 febbraio 2014
I mercoledì della Bibbia 2014
della Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

La misericordia-compassione forza rigeneratrice
La misericordia di Dio non è la lacrimuccia, frutto di emozione momentanea! È presenza rigeneratrice. Misericordia traduce le parole ebraiche: rachamim e chesed, che incontriamo tante volte nella Bibbia. Rachamim è il plurale di rechem che designa il grembo materno in cui il bambino viene formato e portato, prima della nascita. Indica, quindi lo spazio fatto in sé alla vita dell’altro, spazio di comunione profonda di con-sentire, di com-patire, di con-gioire. Ma indica anche l’amore paterno verso il figlio, il legame tra fratelli, designa, dunque sempre un rapporto che non può venir meno, forte come il legame viscerale e di sangue. La misericordia è dunque la più radicale protesta contro l’indifferenza, il solipsismo, il rifiuto dell’altro. La misericordia è mistero di comunione, dinamica di condivisione e forza di generazione. È dinamismo di ri-generazione, di re-immissione nella vita, nella relazione di alterità, nei confronti di chi da tale relazione si era allontanato.
Il Dio misericordioso è un Dio materno che ti pone nel suo utero e ti fa uomo nuovo, ti cambia. Dio distrugge e ricrea. Non ci lascia come siamo, brandelli di umanità. Ci converte, questa è la sua forza. Chesed è un termine che si può tradurre: grazia, amore, benevolenza, fedeltà, misericordia. Ha una pregnanza di significati indescrivibile. Lo chesed indica l’atteggiamento tipico di Dio verso il suo popolo, che comporta lealtà, affidabilità, fedeltà, bontà, tenerezza, costanza nell’attenzione e nell’amore. Questa misericordia, amore, compassione, grazia è il grembo che ricrea l’uomo e lo rende nuovo. Dio è un bacio: ti risucchia nel suo grembo, ti introduce nella terra promessa e ti dà un respiro nuovo.
Gesù con il suo vissuto rende umano e palpabile il volto misericordioso del Padre. Più volte gli evangelisti registrano, come dicevamo prima, che Gesù “si commuove”. Non si tratta, ripeto, di un riflesso emozionale che essi ci vogliono descrivere, ma il termine sta ad indicare l’atteggiamento di misericordia così come l’abbiamo appena descritto. Nel vangelo di Luca (cap. 15), poi, Gesù soprattutto attraverso la parabola del padre misericordioso vuole consegnarci il volto di Dio che “commosso” corre incontro al figlio, lo abbraccia, lo bacia (gli dona il suo respiro) e gli ridona il “vestito bello”, la dignità di figlio amato che aveva prima di abbandonare la casa. (Lc 15,20-22). Proprio perché il Padre è così, Gesù si sente autorizzato ad accogliere tutti i pubblicani e i peccatori e di mangiare con loro (Lc 15,1-2), perché desidera, come il Padre, che nessuno si perda (Mt 18,14).

  VIDEO


---------------------------------------



CHIESA E SOCIETA'
Interventi ed opinioni

  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)





Un forum interreligioso 
sul viaggio del Papa in Terra Santa

Un incontro molto cordiale. Un forum interreligioso tra cristiani e comunità ebraica. “Papa Francesco in Terra Santa: un segno di speranza per la pace tra le religioni": e’ il tema scelto dall’Elijah Interfaith Institute per l’incontro che si e’ svolto a Gerusalemme domenica 2 febbraio.
Già in apertura del forum, Peta Pellach ha espresso l’affetto della comunità ebraica per il nuovo papa e lo ha chiamato "il mio papà". 
Per il rabbino David Rosen, il documento Nostra Aetate, che per primo tratta il rapporto tra ebrei e cristiani, ha aperto la porta al dialogo. E ha ribadito: "Viviamo in un momento storico rivoluzionario".

RABBINO DAVID ROSEN 
International Director of Interreligious Affairs – American Jewish Committee
“E’ una storica trasformazione, non paragonabile con nessuna altra relazione. Dobbiamo ricordarci che la storia e’ prima di tutto tragica, di negazione. E questa riscoperta, di quello che papa Francesco sta ripetendo dopo papa Benedetto e Giovanni Paolo II è la fraternità”.

Il rabbino David Rosen ha accompagnato Giovanni Paolo II nel 2000 nello storico incontro con la comunità ebraica e Benedetto XVI, nel 2009, all’incontro con i rabbini capo di Israele. Due momenti storici, con la visita dei due pontefici in Terra Santa. 

RABBINO DAVID ROSEN 
International Director of Interreligious Affairs - American Jewish Committee
“Giovanni Paolo II, quando si riferiva al popolo ebraico diceva: ‘fratelli maggiori’. Mentre Benedetto XVI diceva: ’Forse non bisogna parlare di fratelli maggiori, perché nella Bibbia ebraica i fratelli maggiori non escono sempre bene; dunque lui preferiva parlare di ‘discendenza. Questa comprensione, sensibilità è storica, è una cosa nuova , è una rivoluzione che ha solo 50 anni, E’ emozionante, direi una manifestazione dello Spirito Santo che ha riportato alla riscoperta, all’unità degli ebrei con il mondo cristiano, sempre più ravvicinati, sotto la guida di questi Papi”.

Anche Mons. William Shomali è ottimista sul cammino già percorso e ha speranza su quello che deve venire. Ma avverte che, anche vivendo nell'era della comunicazione, non possiamo aspettarci risultati immediati. C’è un tempo per ogni cosa.
L’Interfaith Institute Elias è un'organizzazione internazionale che si propone di promuovere la pace tra comunità di fede diversa nel mondo, attraverso il dialogo interreligioso.

RABBINO ALON GOSHEN GOTTSTEIN
Fondatore Elijah Interfaith Institute 
“Come siamo arrivati a questa idea? Attraverso l’ispirazione del profeta Elia. Ecco il perché del nome: qualcuno che dia una visione di una futura pace, per la comprensione delle persone”.

A proposito di dialogo interreligioso, Peta Pellach ritiene che le donne abbiamo un ruolo molto importante.

PETA PELLACH
Educational Director – Elijah Interfaith Institute 
“Spesso gli uomini rappresentano istituzioni o posizioni formali e si sentono molto legati e costretti dalla posizione ufficiale della Chiesa o dell’Organizzazione, mentre le donne possono parlare molto di più dal cuore, le donne possono parlare da una posizione profonda, da una profonda umanità e non necessariamente ‘costrette’ dalla posizione ufficiale di una organizzazione”.

Con forme diverse, parlando con il cuore, con la ragione, ma soprattutto dando continuità al percorso intrapreso, senza negare la storia di vicinanza. 

RABBINO DAVID ROSEN 
International Director of Interreligious Affairs – American Jewish Committee
“Questo Papa ha servito una comunità, dove aveva rapporti con la comunità ebraica. E’ stata un’esperienza: ha aperto la cattedrale per il giorno della Shoah, la commemorazione dell’ Olocausto, ha visitato le sinagoghe , ha celebrato le feste ebraiche, ha scritto un libro con un rabbino. Questo è inimmaginabile. Se avessi detto ai miei nonni che un giorno ci sarebbe stato un Papa che avrebbe scritto un libro con un rabbino, avrebbero sicuramente pensato a uno scherzo, a una cosa non credibile. Non solo abbiamo un papa che ha confermato la via tracciata, ma abbiamo un Papa che ha avuto relazioni personali ma che è ancora più profondo in queste relazioni”.

  video


---------------------------------------

 SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


Il 22 febbraio sbarcheranno per la prima volta sull’isola, a supporto delle attività della parrocchia. «È stato proprio papa Francesco – affermano - a indicarci questa data, giorno della festa della Cattedra di san Pietro». Poi, tramite il suo elemosiniere, mons. Konrad Krajewski, il pontefice ha espresso in una lettera, inviata alla madre superiora Maria Agnese Ciarrocco, “il suo vivo compiacimento e apprezzamento per la prossima apertura di una nuova comunità sull’isola di Lampedusa”. «Andiamo per essere vicino ai lampedusani e ai migranti - spiega la segretaria generale della congregazione, suor Veronica Butnaru. «Dovremo organizzarci velocemente, per ora la nostra base sarà un piccolo appartamento in affitto». All’inizio della loro missione saranno in tre: suor Maria, suor Paola e suor Veronica...

  Lampedusa, suore in arrivo per accogliere i migranti. Con la benedizione del papa


---------------------------------------------------------------



«Ogni peccato può essere assolto, ogni peccato può essere perdonato. Questo è il punto di partenza: non è immaginabile che uno possa cadere in un buco nero da cui Dio non possa tirarlo fuori».
Il riferimento del Cardinale tedesco, presidente  emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, per quanto implicito, è chiarissimo. E l'ammissione alla comunione dei divorziati risposati è stata sollecitata da numerosi questionari pre-sinodali.

  VATICAN INSIDER: Kasper: il divorzio non è un peccato non assolto

Intervista al Porporato tedesco che introduce la due giorni parlando di bellezza della famiglia e nodo dei divorziati risposati. “Il Papa mi ha chiesto di porre domande, ora discernimento”

  Iacopo Scaramuzzi: Sinodo famiglia, Kasper: misericordia per situazioni concrete


“Siamo all’inizio evidentemente di una settimana, anzi direi di dieci giorni, piuttosto pieni – ha esordito padre Lombardi - Questa mattina, come era in programma, è cominciato il lavoro del gruppo del Consiglio di cardinali. A Santa Marta hanno concelebrato con il Papa alle 7.00, come anche le altre volte quando sono qui presenti a Roma; e poi, dopo, hanno cominciato le loro riunioni nella sala che c’è a Santa Marta, non lontana dalla cappella. E’ stato presente e continuerà ad essere presente - anche oggi pomeriggio - il segretario di Stato, mons. Parolin”, prossimo cardinale.

  RADIO VATICANA: Riunione del Papa con il Consiglio di cardinali. Briefing di padre Lombardi


Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha tenuto oggi un nuovo briefing, informando i giornalisti sull’apertura del Concistoro straordinario nell’Aula Nuova del Sinodo. Padre Lombardi ha invitato a meditare con “molta attenzione” le brevi parole del Santo Padre: “meditarle e analizzarle, leggerle con molta attenzione, perché sono state lungamente pensate dal Papa, enunciate in un modo preciso e dicono una impostazione, un orientamento, un’attesa del Papa per il lavoro di questi giorni”.

  RADIO VATICANA: Briefing di padre Lombardi sul Concistoro


---------------------------------------------------------------


  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


"La ricchezza è un bene se aiuta gli altri" di Papa Francesco


Papa Francesco

La ricchezza è un bene se aiuta gli altri

La prefazione del Papa al libro del cardinale Müller «Povera per i poveri. La missione della Chiesa»


Chi di noi non si sente a disagio nell’affrontare anche la sola parola «povertà»? Ci sono tante forme di povertà: fisiche, economiche, spirituali, sociali, morali. Il mondo occidentale identifica la povertà anzitutto con l’assenza di potere economico ed enfatizza negativamente questo status. Il suo governo, infatti, si fonda essenzialmente sull’enorme potere che il denaro ha acquisito oggi, un potere apparentemente superiore a ogni altro. Perciò un’assenza di potere economico significa irrilevanza a livello politico, sociale e persino umano. Chi non possiede denaro, viene considerato solo nella misura in cui può servire ad altri scopi. Ci sono tante povertà, ma la povertà economica è quella che viene guardata con maggior orrore. In questo c’è una grande verità. Il denaro è uno strumento che in qualche modo - come la proprietà - prolunga e accresce le capacità della libertà umana, consentendole di operare nel mondo, di agire, di portare frutto. Di per sé è uno strumento buono, come quasi tutte le cose di cui l’uomo dispone: è un mezzo che allarga le nostre possibilità. Tuttavia, questo mezzo può ritorcersi contro l’uomo. Il denaro e il potere economico, infatti, possono essere un mezzo che allontana l’uomo dall’uomo, confinandolo in un orizzonte egocentrico ed egoistico.

La stessa parola aramaica che Gesù utilizza nel Vangelo - mammona , cioè tesoro nascosto (cf. Mt 6, 24; Lc 16,13) - ce lo fa capire: quando il potere economico è uno strumento che produce tesori che si tengono solo per sé, nascondendoli agli altri, esso produce iniquità, perde la sua originaria valenza positiva. Anche il termine greco, usato da San Paolo, nella Lettera ai Filippesi (cf. Fil 2, 6) - arpagmos - rinvia a un bene trattenuto gelosamente per sé, o addirittura al frutto di ciò che si è rapinato agli altri. Questo accade quando dei beni vengono utilizzati da uomini che conoscono la solidarietà solo per la cerchia - piccola o grande che sia - dei propri conoscenti o quando si tratta di riceverla, ma non quando si tratta di offrirla. Questo accade quando l’uomo, avendo perso la speranza in un orizzonte trascendente, ha perso anche il gusto della gratuità, il gusto di fare il bene per la semplice bellezza di farlo (cf. Lc 6, 33 ss.).

Quando invece l’uomo è educato a riconoscere la fondamentale solidarietà che lo lega a tutti gli altri uomini - questo ci ricorda la Dottrina sociale della Chiesa - allora sa bene che non può tenere per sé i beni di cui dispone. Quando vive abitualmente nella solidarietà, l’uomo sa che ciò che nega ad altri e trattiene per sé, prima o poi, si ritorcerà contro di lui. In fondo, a questo allude nel Vangelo Gesù, quando accenna alla ruggine o alla tignola che rovinano le ricchezze possedute egoisticamente (cf. Mt 6, 19-20; Lc 12, 33). 
Invece, quando i beni di cui si dispone sono utilizzati non solo per i propri bisogni, essi diffondendosi si moltiplicano e portano spesso un frutto inatteso...

  La ricchezza è un bene se aiuta gli altri

Il libro del cardinale eletto Gerhard Ludwig Müller "Povera per i poveri. La missione della chiesa" (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, pagine 312, euro 20) verrà presentato Martedì 25 febbraio a Roma.


---------------------------------------


“Povera per i poveri. La missione della Chiesa”, il libro di mons. Gerhard Ludwing Müller, che vanta la prefazione di Papa Francesco, suscita entusiasmo nel professor Paolo Sorbi. Il sociologo cattolico, protagonista negli anni della contestazione giovanile ed oggi strenuo sostenitore dei valori cristiani, ritiene il volume del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (che sarà presentato in Sala Stampa vaticana martedì prossimo) “un recupero delle cose migliori che, per una serie di contingenze storiche, negli ultimi venti o trent’anni sono state un po’ messe ai margini della riflessione all’interno della Chiesa”.

 
Federico Cenci:  Il libro di Müller sulla povertà rilancia la "funzione di servizio" della Chiesa




---------------------------------------------------------------


 FRANCESCO
 



     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 16 febbraio 2014

    Udienza - 19 febbraio 2014

    Omelia - 16 febbraio 2014: Visita pastorale alla parrocchia romana "San Tommaso Apostolo"

    Discorso - Concistoro Straordinario (20 febbraio 2014)

    Discorso - Concistoro Straordinario: parole del Santo Padre dopo la recita dell'Ora Terza (21 febbraio 2014)

    MESSAGGIO - ai partecipanti al Simposio "Sacrosanctum Concilium. Gratitudine e impegno per un grande movimento ecclesiale" (18 febbraio 2014)

    MESSAGGIO - ai partecipanti all'Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita (19 febbraio 2014)


    MESSAGGIO PER LA QUARESIMA 2014

    MESSAGGIO - PER LA XXIX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 2014
                            Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5, 3)



---------------------------------------------------------------

SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


Tweet

15/02/2014:

  Preghiamo per la pace...


17/02/2014:

  Cari ammalati, non perdete...


18/02/2014:

  Impariamo da Gesù a pregare...


20/02/2014:

  Signore Gesù rendici capaci...


21/02/2014:

  La Cresima è importante...



---------------------------------------------------------------


  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)



Il San Valentino di Papa Francesco con 15mila coppie di fidanzati (Testi, foto, video)


Trentamila sì. Trentamila per sempre «vissuti, e con gioia, in un mondo che ci grida no». Perché non si sentono «strani, fuori moda o supereroi solo perché proviamo a essere cristiani» le quindicimila coppie che stamani con Papa Francesco hanno vissuto un singolarissimo incontro di preparazione al matrimonio. Quasi tutte hanno già fissato la data delle nozze entro l'anno. Eloquente, del resto, il tema della giornata voluta dal Pontificio Consiglio per la Famiglia: «La gioia del sì per sempre».

  Trentamila sì in piazza San Pietro

Un cuscinetto bianco per le fedi nuziali a tutti i fidanzati, riuniti in piazza San Pietro nella giornata di San Valentino. 

E' il dono fatto da Papa Francesco ai ragazzi presenti all'incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la famiglia in occasione della festa degli innamorati. "Questo cuscinetto - ha spiegato ai 30mila ragazzi l'arcivescovo Vincenzo Paglia, capo del dicastero - e' una carezza del Papa che vuole essere presente il giorno del vostro matrimonio". 

  San Valentino: 30mila fidanzati da Papa Francesco

In un clima di festa e commozione si è svolta stamani in Piazza San Pietro l’udienza speciale di Papa Francesco ai fidanzati di tutto il mondo, nel contesto dell’incontro “La gioia del Sì per sempre”, promosso nel giorno di San Valentino dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. Oltre 25 mila i partecipanti, provenienti da una trentina di Paesi. 
Dopo una mattinata di canti, testimonianze, poesie e riflessioni, con l’intervento dell’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del dicastero per la Famiglia – e dopo questo tweet lanciato dal Pontefice poco prima dell'incontro: “Giovani, non abbiate paura di sposarvi: uniti in un matrimonio fedele e fecondo, sarete felici” – Papa Francesco ha salutato le coppie presenti e ha risposto alle domande sul valore del matrimonio poste da tre di loro.

  L'abbraccio di Papa Francesco ai fidanzati: "Signore, dacci il nostro amore quotidiano"

Se in tutti questi anni le coppie di fidanzati usavano scambiarsi per San Valentino frasi d’amore tratte dai film o trovate nei bigliettini dei Baci Perugina, d’ora in poi avranno un altro ricco repertorio a cui attingere: le parole di Papa Francesco. Nell’udienza di stamane, in una piazza San Pietro baciata dal sole e animata da canti e testimonianze, davanti a quasi 30.000 fidanzati provenienti da circa 30 paesi del mondo, Bergoglio ha offerto spunti su qualsiasi tema sia oggi a cuore delle giovani coppie prossime a suggellare il loro “sì”: dal precariato alla paura del “per sempre”, dallo “stile” delle vita matrimoniale e – perché no? – quello della celebrazione in Chiesa.
In particolare, sono state tre le domande poste da altrettante coppie al Santo Padre, che con la solita ironia ha rivelato: “Le ho ricevute in anticipo e ho avuto modo di riflettere”.

  La "cortesia" di amarsi per sempre
Se l’amore è «solo un sentimento, uno stato psicofisico», «non si può costruirci sopra qualcosa di solido». Ma se «è una relazione, allora è una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli!». 
Così Papa Francesco si è rivolto a circa quindicimila coppie di fidanzati che, provenienti da oltre trenta Paesi, si sono ritrovate in piazza San Pietro questa mattina, 14 febbraio, giorno di San Valentino. E questa casa per vivere insieme per sempre, ha aggiunto il Pontefice, non va fondata «sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero, l’amore che viene da Dio».
È stato, quello del Papa con le giovani coppie di fidanzati, un vero e proprio dialogo fatto di domande e di risposte, nel corso del quale il Pontefice ha come disegnato i contorni di un modo di vivere insieme, come famiglia, che, se si vuole felice e per sempre, si incardina su tre parole: «permesso, grazie e scusa».

  Nella festa di San Valentino Papa Francesco spiega a quindicimila coppie di fidanzati in piazza San Pietro come far durare un matrimonio

  il testo integrale del dialogo tra le coppie di fidanzati e Papa Francesco

  video



--------------------------------------------

Angelus del 16 febbraio 2014 - Testo e video



Piazza San Pietro
16/02/2014

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il Vangelo di questa domenica fa parte ancora del cosiddetto “discorso della montagna”, la prima grande predicazione di Gesù. Oggi il tema è l’atteggiamento di Gesù rispetto alla Legge ebraica. Egli afferma: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento» (Mt 5,17). Gesù dunque non vuole cancellare i comandamenti che il Signore ha dato per mezzo di Mosè, ma vuole portarli alla loro pienezza. E subito dopo aggiunge che questo “compimento” della Legge richiede una giustizia superiore, una osservanza più autentica. Dice infatti ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 5,20).
Ma che cosa significa questo «pieno compimento» della Legge? E questa giustizia superiore in che cosa consiste? Gesù stesso ci risponde con alcuni esempi. Gesù era pratico, parlava sempre con gli esempi per farsi capire. 
...
Dopo l'Angelus:
...
A tutti auguro una buona domenica e buon pranzo! Arrivederci!

  testo integrale dell'Angelus

  video


--------------------------------------------





Piazza San Pietro
Mercoledì, 19 febbraio 2014

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Attraverso i Sacramenti dell’iniziazione cristiana, il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia, l’uomo riceve la vita nuova in Cristo. Ora, tutti lo sappiamo, noi portiamo questa vita «in vasi di creta» (2 Cor 4,7), siamo ancora sottomessi alla tentazione, alla sofferenza, alla morte e, a causa del peccato, possiamo persino perdere la nuova vita. Per questo il Signore Gesù ha voluto che la Chiesa continui la sua opera di salvezza anche verso le proprie membra, in particolare con il Sacramento della Riconciliazione e quello dell’Unzione degli infermi, che possono essere uniti sotto il nome di «Sacramenti di guarigione». Il Sacramento della Riconciliazione è un Sacramento di guarigione. Quando io vado a confessarmi è per guarirmi, guarirmi l'anima, guarirmi il cuore e qualcosa che ho fatto che non va bene. L’icona biblica che li esprime al meglio, nel loro profondo legame, è l’episodio del perdono e della guarigione del paralitico, dove il Signore Gesù si rivela allo stesso tempo medico delle anime e dei corpi (cfr Mc 2,1-12 // Mt 9,1-8; Lc 5,17-26).
...
Andiamo avanti su questa strada. Che Dio vi benedica!

video della catechesi

Saluti
...

Appello per l’Ucraina
Con l’animo preoccupato seguo quanto in questi giorni sta accadendo a Kyiv. Assicuro la mia vicinanza al popolo ucraino e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti. Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace nel Paese.
...
Saluto infine i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. La Vergine Maria aiuti voi, cari giovani, a comprendere sempre più il valore del sacrificio nella vostra formazione umana e cristiana; sostenga voi, cari ammalati, nell’affrontare il dolore e la malattia con serenità e fortezza; e guidi voi, cari sposi novelli, a costruire la vostra famiglia sulle solide basi della fedeltà alla volontà di Dio.

     il testo integrale dell'Udienza Generale

    il video integrale


--------------------------------------------

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - La pazienza e il sorriso della fede - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
17 febbraio 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: 
“La vita cristiana deve svolgersi nella pazienza”

La pazienza del popolo di Dio che sopporta con fede le prove quotidiane della vita è ciò che fa andare avanti la Chiesa: è quanto ha affermato Papa Francesco stamani nella Messa presieduta a Santa Marta.

La pazienza non è rassegnazione, è un’altra cosa”: il Papa commenta la Lettera di San Giacomo dove dice: “Considerate perfetta letizia, quando subite ogni sorta di prove”. “Sembra un invito a fare il fachiro” – osserva – ma non è così. La pazienza, sopportare le prove, “le cose che noi non vogliamo”, fa “maturare la nostra vita. Chi non ha pazienza vuole tutto subito, tutto di fretta. Chi non conosce questa saggezza della pazienza – sottolinea Papa Francesco - è una persona capricciosa, come i bambini che sono capricciosi” e nessuna cosa va loro bene. “La persona che non ha pazienza – spiega - è una persona che non cresce, che rimane nei capricci del bambino, che non sa prendere la vita come viene: o questo o niente. Questa è una delle tentazioni: diventare capricciosi”. “Un’altra tentazione di quelli che non hanno pazienza – afferma il Papa - è l’onnipotenza” di volere subito una cosa, come accade ai farisei che chiedono a Gesù un segno dal cielo: “volevano uno spettacolo, un miracolo”:
“Confondono il modo di agire di Dio con il modo di agire di uno stregone. E Dio non agisce come uno stregone, Dio ha il suo modo di andare avanti. La pazienza di Dio. Anche Lui ha pazienza. Ogni volta che noi andiamo al sacramento della riconciliazione, cantiamo un inno alla pazienza di Dio! Ma il Signore come ci porta sulle sue spalle, con quanta pazienza, con quanta pazienza! 
...
“Questa è la pazienza” che “noi dobbiamo avere nelle prove: la pazienza di una persona adulta, la pazienza di Dio” che ci porta sulle sue spalle. E questa – ha proseguito - è “la pazienza del nostro popolo”:
“Quanto paziente è il nostro popolo! Ancora adesso! Quando andiamo nelle parrocchie e troviamo quelle persone che soffrono, che hanno problemi, che hanno un figlio disabile o hanno una malattia, ma portano avanti con pazienza la vita. Non chiedono segni, come questi del Vangelo, che volevano un segno. Dicevano: ‘Dateci un segno!’. No, non chiedono, ma sanno leggere i segni dei tempi: sanno che quando germoglia il fico, viene la primavera; sanno distinguere quello. Invece, questi impazienti del Vangelo di oggi, che volevano un segno, non sapevano leggere i segni dei tempi, e per questo non hanno riconosciuto Gesù”.
Il Papa conclude la sua omelia lodando la “gente del nostro popolo, gente che soffre, che soffre tante, tante cose, ma non perde il sorriso della fede, che ha la gioia della fede”:
“E questa gente, il nostro popolo, nelle nostre parrocchie, nelle nostre istituzioni - tanta gente – è quella che porta avanti la Chiesa, con la sua santità, di tutti i giorni, di ogni giorno. ‘Fratelli, considerate perfetta letizia, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza e la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti ed integri, senza mancare di nulla’ (Gc 1, 2-4). Che il Signore ci dia a tutti noi la pazienza, la pazienza gioiosa, la pazienza del lavoro, della pace, ci dia la pazienza di Dio, quella che Lui ha, e ci dia la pazienza del nostro popolo fedele, che è tanto esemplare”.

    Il Papa: è la pazienza del popolo di Dio nelle prove della vita che fa andare avanti la Chiesa

  video


--------------------------------------------

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - La tentazione cresce, contagia e si giustifica. - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
18 febbraio 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: 
"La Parola di Gesù ci salva dalle tentazioni"

Resistere alla seduzione delle tentazioni è possibile solo “quando si ascolta la Parola di Gesù”. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa presieduta questa mattina in Casa S. Marta. Nonostante le nostre debolezze, ha ripetuto il Papa, Cristo ci dà sempre “fiducia” e ci schiude un orizzonte più ampio dei nostri limiti.

La tentazione si manifesta come un'innocua attrattiva e finisce per trasformarsi in una gabbia, della quale spesso più che cercare scampo si tenta di minimizzarne la schiavitù, sordi alla Parola di Dio. All’omelia, Papa Francesco riafferma una verità e una sequenza descritte da San Giacomo in un passo della sua Lettera, proposta dalla liturgia. La verità è che non è mai Dio a tentare l’uomo, bensì le sue passioni. La sequenza è quella prodotta dalle passioni stesse le quali, dice l'Apostolo, “concepiscono e generano il peccato. E il peccato, una volta commesso, produce la morte”:
“La tentazione, da dove viene? Come agisce dentro di noi? L’apostolo ci dice che non viene da Dio, ma dalle nostre passioni, dalle nostre debolezze interiori, dalle ferite che ha lasciato in noi il peccato originale: da lì vengono, le tentazioni, da queste passioni. E’ curioso, la tentazione ha tre caratteristiche: cresce, contagia e si giustifica. 
...
“E così, quando noi siamo in tentazione, non sentiamo la Parola di Dio: non sentiamo. Non capiamo. E Gesù ha dovuto ricordare la moltiplicazione dei pani per farli uscire da quell’ambiente, perché la tentazione ci chiude, ci toglie ogni capacità di lungimiranza, ci chiude ogni orizzonte, e così ci porta al peccato. Quando noi siamo in tentazione, soltanto la Parola di Dio, la Parola di Gesù ci salva. Sentire quella Parola che ci apre l’orizzonte… Lui sempre è disposto a insegnarci come uscire dalla tentazione. E Gesù è grande perché non solo ci fa uscire dalla tentazione, ma ci da più fiducia”.
...
“Chiediamo al Signore che sempre, come ha fatto con i discepoli, con la sua pazienza, quando siamo in tentazione ci dica: ‘Fermati, stai tranquillo. Ricordati cosa ho fatto con te in quel momento, in quel tempo: ricordati. Alza gli occhi, guarda l’orizzonte, non chiudere, non chiuderti, vai avanti’. E questa Parola ci salverà dal cadere in peccato nel momento della tentazione”.

  Il Papa: le tentazioni, un contagio che uccide. La Parola di Gesù la cura che salva

  video


--------------------------------------------

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - ‘Chi sono io per te?’ - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
20 febbraio 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: 
attraverso lo Spirito conosciamo Gesù

Gesù si conosce seguendolo, prima che studiandolo. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa celebrata questa mattina in Casa Santa Marta. Ogni giorno, ha spiegato, Cristo ci domanda "chi" Lui sia per noi, ma la risposta è possibile darla vivendo come suoi discepoli.

È una vita da discepolo, più che una vita da studioso, che permette a un cristiano di conoscere davvero chi sia Gesù per lui. Un cammino sulle orme del Maestro, dove possono intrecciarsi testimonianze limpide e anche tradimenti, cadute e nuovi slanci, ma non solo un approccio di tipo intellettuale. Per spiegarlo, Papa Francesco prende a modello Pietro, che il Vangelo del giorno ritrae contemporaneamente nelle vesti di “coraggioso” testimone – colui che alla domanda di Gesù agli Apostoli: “Chi dite che io sia per voi?”, afferma: “Tu sei il Cristo” – e subito dopo in quelle di avversario, quando ritiene di dover rimproverare Gesù che ha appena annunciato di dover soffrire e morire, per poi risorgere. “Tante volte”, osserva il Papa, “Gesù si rivolge a noi e ci domanda: ‘Ma per te chi sono io?’”, ottenendo “la stessa risposta di Pietro, quella che abbiamo imparato nel catechismo”. Ma non basta:
“Sembra che per rispondere a quella domanda che noi tutti sentiamo nel cuore – ‘Chi è Gesù per noi?’ – non è sufficiente quello che noi abbiamo imparato, studiato nel catechismo, che è importante studiarlo e conoscerlo, ma non è sufficiente. Per conoscere Gesù è necessario fare il cammino che ha fatto Pietro: dopo questa umiliazione, Pietro è andato con Gesù avanti, ha visto i miracoli che Gesù faceva, ha visto il suo potere, poi ha pagato le tasse, come gli aveva detto Gesù, ha pescato un pesce, tolto una moneta, ha visto tanti miracoli del genere. Ma, a un certo punto, Pietro ha rinnegato Gesù, ha tradito Gesù, e ha imparato quella tanto difficile scienza – più che scienza, saggezza – delle lacrime, del pianto”.
...
“Conoscere Gesù è un dono del Padre, è Lui che ci fa conoscere Gesù; è un lavoro dello Spirito Santo, che è un grande lavoratore. Non è un sindacalista, è un grande lavoratore e lavora in noi, sempre. Fa questo lavoro di spiegare il mistero di Gesù e di darci questo senso di Cristo. Guardiamo Gesù, Pietro, gli apostoli e sentiamo nel nostro cuore questa domanda: ‘Chi sono io per te?’. E come discepoli chiediamo al Padre che ci dia la conoscenza di Cristo nello Spirito Santo, ci spieghi questo mistero”.

  Il Papa: per conoscere Gesù non basta il catechismo, bisogna seguirlo come discepoli

  video


--------------------------------------------

Avere fede non è avere una conoscenza bensì ricevere il messaggio di Dio portato da Cristo - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
21 febbraio 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m

Papa Francesco: 
avere fede è ricevere messaggio di Dio

“Una fede che non dà frutto nelle opere non è fede”. È l’affermazione con la quale Papa Francesco ha aperto l’omelia della Messa presieduta questa mattina in Casa Santa Marta. Il Papa ha offerto la Messa per i 90 anni oggi compiuti dal cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze, ringraziandolo “per il suo lavoro, la sua testimonianza e la sua bontà”. 

Il mondo è pieno di cristiani che recitano molto le parole del Credo e molto poco le mettono in pratica. O di eruditi che incasellano la teologia in una serie di possibilità, senza che tale sapienza abbia poi riflessi concreti nella vita. È un rischio che duemila anni fa San Giacomo aveva già paventato e che Papa Francesco riprende nell’omelia, commentando il passo in cui l’Apostolo ne parla nella sua Lettera. “La sua affermazione – osserva – è chiara: la fede senza il frutto nella vita, una fede che non dà frutto nelle opere, non è fede”:
...
Le parole di Papa Francesco riecheggiano l’asserzione di San Giacomo: “Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demoni lo credono e tremano”. La differenza, soggiunge il Papa, è che i demoni “non hanno fede”, perché “avere fede non è avere una conoscenza”, bensì “ricevere il messaggio di Dio” portato da Cristo. Nel Vangelo – prosegue Papa Francesco – si trovano due segni rivelatori di chi “sa quello che si deve credere ma non ha fede”. Il primo segno è la “casistica”, rappresentato da coloro che domandavano a Gesù se fosse lecito pagare le tasse o quale dei sette fratelli del marito avrebbe dovuto sposare la donna rimasta vedova. Il secondo segno è “l’ideologia”
...
“La fede porta sempre alla testimonianza. La fede è un incontro con Gesù Cristo, con Dio, e di lì nasce e ti porta alla testimonianza. E’ questo che l’Apostolo vuole dire: una fede senza opere, una fede che non ti coinvolga, che non ti porti alla testimonianza, non è fede. Sono parole e niente più che parole”.

  Il Papa: una fede senza opere, che non coinvolge, sono solo parole

  video


--------------------------------------------

"La rivoluzione di Francesco contro i mandarini del Vaticano" di Eugenio Scalfari


"La rivoluzione di Francesco 
contro i mandarini del Vaticano" 
di Eugenio Scalfari

È trascorso quasi un anno da quando Jorge Bergoglio è stato eletto papa. E già sono evidenti gli effetti delle sue riforme

È passato quasi un anno dall'elezione di Jorge Bergoglio al soglio di Pietro ed ora tutta la Chiesa ha fiducia in lui, i fedeli soprattutto per la sua grande capacità di comunicatore, la sua apertura al dialogo, le sue immagini di una Chiesa povera e missionaria, la sua fede nel Dio misericordioso con tutti.
Ma non solo i fedeli affollano le chiese e le piazze per ascoltarlo; anche le strutture istituzionali, in Italia e in tutto il mondo, lo appoggiano senza più le riserve iniziali che non erano né poche né marginali. Lo appoggiano e puntano sul successo della sua azione riformatrice i Vescovi di tutte le nazioni cristiane nell'America Latina, in quelle americane del Nord, in Europa, in Africa, in Asia, in Oceania; lo appoggiano i cardinali, la Curia, le Conferenze episcopali, i presbiteri, le Comunità, gli Ordini religiosi, le Università cattoliche, gli Oratori, i Protestanti. Lo stimano e vogliono dialogare con lui i rabbini e le comunità ebraiche, gli imam che predicano il Corano e perfino - perfino - i non credenti.
Roma è ridiventata la capitale del mondo. Non l'Italia, ma Roma, la città di papa Francesco, è il centro del mondo; non Washington, non Brasilia, non Pechino, non Nuova Delhi, non Mosca, non Tokyo, ma Roma. Non avveniva da duemila anni, ma adesso è così. 
Dunque un trionfo in appena un anno non ancora compiuto. Apparentemente è così. Sostanzialmente anche, ma solo in parte e, aggiungo, in piccola parte almeno per ciò che riguarda la struttura vaticana e che Francesco chiama l'Istituzione: la Chiesa che ha come principale obiettivo la sua conservazione e il potere, il temporalismo che ne derivano. Quella che Francesco ha in notevole misura degradato al rango di "intendenza", quella che deve fornire i necessari servizi alla Chiesa combattente e missionaria. Insomma i mandarini, come li chiamerebbero in Cina.
...
I mandarini sono sempre stati al passo dei tempi ma con cautela, prudenza, compromessi nel rafforzamento del loro ruolo. Francesco, non dimentichiamolo, è nato e cresciuto nella Compagnia di Gesù. Si sente ancora gesuita? Ma ha scelto di chiamarsi Francesco, come finora non era mai avvenuto. Che cosa significa questa miscela? Come si può mettere insieme il poverello di Assisi e Ignazio di Loyola? Basta la fede in Cristo? Ma chi è Cristo per papa Francesco e chi è per i mandarini che ancora allignano e non solo in Vaticano.
...
Questi sono i tratti salienti sia pure accennati in modo estremamente sintetico, della Compagnia fondata da Ignazio e della Chiesa povera guidata dal santo di Assisi. Ci sono, tra i due Ordini e soprattutto tra i loro fondatori alcuni tratti comuni; soprattutto la fede in Gesù Cristo e nella Chiesa sua mistica sposa; ma le differenze sono di gran lunga prevalenti. Papa Francesco porta con sé e dentro di sé entrambe queste due possenti manifestazioni di religiosità, di ruolo e di comportamenti.
Mi sono chiesto se si tratti di una contraddizione apparente o sostanziale e la risposta che mi do è: sostanziale.
...
Ha molte doti papa Francesco: carità spirituale, curiosità dei diversi, estrema socievolezza ed allegria di spirito, simpatia ed empatia. È la persona adatta per lo scopo che si prefigge. Oltre il novanta per cento dei fedeli è con lui, ma gli ostacoli sono numerosi e lo Spirito della terra, comunque lo si voglia identificare, è una muraglia di gomma difficilissima da sradicare.
I non credenti dal canto loro, hanno anch'essi un muro di gomma che protegge i malgoverni, gli interessi illeciti, la vanità dei potenti, la demagogia, il semplicismo, l'inconsapevolezza, l'irresponsabilità, il dispotismo e il privilegio.
Francesco è amico dei non credenti che combattono questa battaglia ed essi a loro volta sono suoi amici. Per quanto mi riguarda, io mi sento legato da profonda amicizia con papa Francesco e sono da tempo ammirato dalla predicazione e dalla vita di Gesù che considero un uomo e non un Dio, ma certo un personaggio d'eccezione quale ce lo raccontano i Vangeli che sono la sola fonte della sua esistenza storica.
...

  "La rivoluzione di Francesco contro i mandarini del Vaticano" di Eugenio Scalfari


--------------------------------------------

Papa Francesco parla "la lingua del cuore"... e invia "un saluto gioioso e nostalgico" ad un convegno di preghiera di "fratelli separati"


Papa Francesco, martedì 14 gennaio 2014 ha ricevuto in udienza il vescovo responsabile dell’International Ecumenical Officer per la Comunione delle Chiese Evangeliche Anthony Palmer. Nel corso di quell’incontro, ha registrato con un iPhone un messaggio che poi lo stesso Palmer ha mandato in onda durante un recente raduno negli Stati Uniti. 
Nel video, Papa Francesco si esprime in italiano, anche se, come ha detto lui, in effetti parla "la lingua del cuore" e, come sempre gli accade, arriva dritto al cuore di ognuno. 

******
Il miracolo dell’unità è cominciato”. In modo informale, con un videomessaggio girato da un suo “amico”, il pastore pentecostale Tony Palmer, Papa Francesco afferma che ha “nostalgia” dell'unità tra i cristiani, oggi separati:
“Separati perché i peccati ci hanno separato: i nostri peccati, i malintesi nella storia. Una lunga strada di peccato comunitario. Ma chi ha la colpa? Tutti abbiamo la colpa! Tutti siamo peccatori! Soltanto uno è il giusto: il Signore. Io ho la nostalgia che questa separazione finisca e ci dia la comunione”.

  Il Papa ai pentecostali: il miracolo dell'unità dei cristiani è cominciato

  video

Segue un primo commento al video di P. Antonio Spadaro S.I.

1. Papa Francesco sposa in pieno la logica relazionale della comunicazione. Il video è girato da un vescovo non cattolico amico del Papa da anni. La registrazione avviene perché essa sia condivisa con altri dentro una assemblea di preghiera. In questo senso il Papa recepisce il fatto che comunicare non significa semplicemente trasmettere ma condividere in un contesto di relazioni. E’ dunque sempre una testimonianza. Il video ha un forte taglio testimoniale.

2. Papa Francesco non ha alcun problema a mostrare la sua difficoltà a parlare l’inglese. E’ sempre se stesso. Dice alcune parole e poi passa all’italiano (non allo spagnolo), ma dicendo che in realtà parla la lingua del cuore che ha una grammatica semplice. Il Papa così appare autentico, semplice, senza filtri, senza bisogno di set o di luci aggiustate. E’ se stesso, naturale, a suo agio. Risolto.

3. Il Papa invia un messaggio alto ma lo fa in maniera semplice e facendo appello a due sentimenti: la nostalgia e la gioia. Il suo messaggio è quello dell’impegno ecumenico. Si riconosce fratello tra fratelli. Dice di provare gioia e nostalgia. Gioia perché parla a fratelli che pregano, e questo fa capire come il Signore è all’opera sempre e dovunque. Ma anche con nostalgia, nostalgia dell’abbraccio tra i cristiani.Perché i cristiani sono divisi. Gli manca quell’abbraccio. Le divisioni tra i cristiani ci sono, e sono colpa dei nostri peccati, dice. Solo il Signore è giusto. Sente il bisogno di invitare a quel pianto che riconcilia. Dunque il suo messaggio si modula a due livelli: l’impegno ecumenico a superare le divisioni, e i sentimenti di nostalgia e gioia. Quello di gioia è il primo perché dice l’unità, l’abbraccio ora possibile e necessario.

4. Il Papa comunica questo messaggio alto e impegnativo usando un mezzo pop come l’iPhone e con un messaggio che va innanzitutto a persone riunite, e poi va anche su una piattaforma pop come YouTube. Non solo: in questo messaggio semplice e direttocita Alessandro Manzoni. Non c’è più distinzione tra alto e basso, tra cultura che si trasmette in forme alte e cultura pop che si trasmette in forme popolari.

5. Il Papa si rivolge a cristiani pentecostali, che rappresentano una grande sollecitazione per le Chiese, specialmente le più giovani. In questo senso il Papa abbraccia questa realtà, chiede di pregare. Accetta la sollecitazione e la pone su un piano di fede e di comunione fraterna. La risposta del vescovo protestante nel suo discorso di presentazione di questo video è eloquente. A proposito dei protestanti afferma: “The protest is over!” (La protesta è finita).

Questo video è talmente naturale e semplice da rivelare una grande sfida per la missione della Chiesa nel nostro tempo. (fonte: cyberteologia)

Il video integrale del convegno (in inglese)
(al min.31 il videomessaggio del Papa)


--------------------------------------------





 Sei interessato a ricevere la nostra newsletter
 ma non sei iscritto ?
 
Iscriversi è facile e gratuito.  

               ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER

 riceverai la newsletter di "TEMPO  PERSO", ogni settimana, direttamente nella casella di posta elettronica.


L’elenco delle precedenti newsletter:


2014


     
 n. 1 del 3 gennaio 2014

n. 4 del 24 gennaio 2014

n. 7 del 14 febbraio 2014


n. 2 del 10 gennaio 2014
               
 n. 5 del 31 gennaio 2014
n. 3 del 17 gennaio 2014

n. 6 del 7 febbraio 2014

  







L’elenco delle precedenti newsletter:


2013



     
  n. 1 del 4 gennaio 2013

n. 4 del 25 gennaio 2013

n. 7 del 15 febbraio 2013

n.10 dell'8 marzo 2013

n.13 del 29 marzo 2013

n.16 del 19 aprile 2013

n.19 del 10 maggio 2013

n.22 del 31 maggio 2013

n.25 del 21 giugno 2013

n.28 del 12 luglio 2013

n.31 del 2 agosto 2013

n.34 del 23 agosto 2013

n.37 del 13 settembre 2013

n.40 del 4 ottobre 2013

n.43 del 25 ottobre 2013

n.46 del 15 novembre 2013


n.49 del 6 dicembre 2013


 n.52 del 27 dicembre 2013



n. 2 dell'11 gennaio 2013

n. 5 del 1° febbraio 2013

n. 8 del 22 febbraio 2013

n.11 del 15 marzo 2013

n.14 del 5 aprile 2013

n.17 del 26 aprile 2013

n.20 del 17 maggio 2013

n.23 del 7 giugno 2013

n.26 del 28 giugno 2013

n.29 del 19 luglio 2013

n.32 del 9 agosto 2013

n.35 del 31 agosto 2013

n.38 del 20 settembre 2013

n.41 dell'11 ottobre 2013

n.44 dell'1 novembre 2013

n.47 del 22 novembre 2013

n.50 del 13 dicembre 2013

n. 3 del 18 gennaio 2013

n. 6 dell'8 febbraio 2013

n. 9 del 1° marzo 2013

n.12 del 22 marzo 2013

n.15 del 12 aprile 2013

n.18 del 3 maggio 2013

n.21 del 24 maggio 2013

n.24 del 14 giugno 2013

n.27 del 5 luglio 2013

n.30 del 26 luglio 2013

n.33 del 16 agosto 2013

n.36 del 6 settembre 2013

n.39 del 27 settembre 2013

n.42 del 18 ottobre 2013

n.45 dell'8 novembre 2013

n.48 del 29 novembre 2013

n.51 del 20 dicembre 2013
    Cardinale Carlo Maria Martini
"QUARESIMA/PASQUA2013"


"AVVENTO/NATALE 2012"


newsletter degli anni precedenti

  2012
 
  2011

  2010

  2009

  2008

 

   AVVISI: 

  1) La newsletter è settimanale;

 

  2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:

      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm