"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°17 del 2012

Aggiornamento della settimana

- dal 28 aprile al 4 maggio 2012 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per l'11 maggio 2012          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

di P. Gregorio Battaglia
   di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)


Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

che viene aggiornato quotidianamente
 e mette così a disposizione in modo facile e veloce
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NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








Pagina in continuo aggiornamento



"Sia festa in tutto l'universo: Cristo, letizia eterna, è risorto!" (S. G. Damasceno)
AUGURI!



I NOSTRI TEMPI




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Basta Pil, basta con l'ossessione della crescita, introduciamo il Fil per valutare le economie dei Paesi


Nel marzo 1968, tre mesi prima di essere assassinato, Robert Kennedy pronunciava, presso l'Università del Kansas, un discorso rimasto memorabile nel quale evidenziava - tra l'altro - l'inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere degli stati.

«... Il PIL - affermava Kennedy - comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari ... Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta ...».

  video

Una "dittatura" di cui è bene liberarsi. Eppure sono anni che in diversi ambiti culturali, politici ed anche istituzionali si sperimentano forme di misurazione della qualità del vivere, alternative a quelle degli indicatori tradizionali, dall'Indice di Sviluppo Umanodi UNDP (Nazioni Unite) al Better Life Index di Ocse. Senza dimenticare che quello "che rende la vita veramente degna di essere vissuta" non sempre è misurabile.

Fra questi nuovi strumenti, l'indice Quars che - a differenza di altri indicatori - misura la qualità dello sviluppo nelle Regioni italiane. Fornendo così un quadro che ridisegna il nostro paese a partire dalla qualità dell'ambiente, dell'economia e lavoro, dei diritti e cittadinanza, della salute, dell'istruzione e cultura, delle pari opportunità, della partecipazione. Sette macroindicatori, articolati a loro volta attraverso 41 indicatori specifici, per guardare con occhi diversi un paese che evidenzia profonde distanze da una Regione all'altra.

  "DePiliamoci (l'ossessione della crescita)" di Michele Nardelli


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"Così la crisi colpisce i più deboli" di don Vinicio Albanesi



Anticipiamo il commento scritto da don Vinicio Albanesi per Famiglia Cristiana n.19, in parrocchia e in edicola da giovedì 3 maggio.

Vorremmo che la rassicurazione del ministro dell’Interno a proposito dei militari, «sulla sicurezza non si risparmia», fosse estesa alla salute e all'istruzione: è la richiesta esplicita al Governo. Sono i beni fondamentali di un Paese civile.Purtroppo non è così. 
Le risorse per il sociale sono ridotte al lumicino, con crolli di oltre il 50 per cento rispetto a qualche anno fa. Il gioco dei trasferimenti Stato centrale-Regioni-Comuni-famiglie serve a tutelarsi contro le richieste. Il risultato è il peso scaricato sulle famiglie. Situazioni difficili riguardanti gli anziani, i disabili, i minori, la povertà in genere, sono lasciate lì, quasi si trattasse di eventi ineluttabili. 

  Così la crisi colpisce i più deboli


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Disobbedienza civile... sciopero fiscale della Lega e obiezione alle spese militari



Ci risiamo. Niente di nuovo, purtroppo! Puntuale come i debiti arriva il tormentone della Lega sullo ‘sciopero fiscale’, sul ‘non pagare le tasse’, sulla ‘disobbedienza’. In questi giorni il riferimento è all’IMU. 
Già nel 1996 la Lega Nord fece lo stesso appello accompagnato da un “manuale di resistenza fiscale”. Nel 2006 fu l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a parlare di “sciopero fiscale”. Poi ancora Bossi nel 2007. 
Già anni fa avevo scritto che “è grave che queste affermazioni si ripetano, in momenti in cui la crisi della legalità sembra crescere e dove l’individualismo, anche fiscale, sembra diventare una regola di vita, un criterio etico”.
Nel 2006 sul sito di “Mosaico di Pace” erano state pubblicate alcune mie considerazioni sulla differenza abissale tra la proposta di Bossi e la Campagna di Obiezione alle spese militari, che vede anche Pax Christi tra i promotori. Le ripropongo, con qualche aggiornamento...

  A proposito della disobbedienza civile della Lega... di Renato Sacco


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L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Vista la crisi sarà sempre meno il lavoro dato a “tempo in – determinato” con tanto di contratto e mansionario e sempre più il “lavoro creato” dal singolo o dal gruppo ristretto grazie alla sua inventiva che sarà frutto di esperienza, studio, competenze, possibilità. Siamo nel bel mezzo di un passaggio d’epoca. Dalla tutela statuale (il lavoro è un diritto per tutti) all’autotutela che non si aspetta nulla dalla società ma mette in moto energie e risorse perlopiù private o di comunità ristrette.In questo passaggio d’epoca chi è avvantaggiato?

   Fabio Pipinato:   1 Maggio. Investire sui giovani

Finora tasse, tagli e ancora tasse. Ma quando comincia questa benedetta fase due del Governo Monti, quella della ripresa e dell’occupazione? Chiediamo lumi ad Alberto Quadrio Curzio,economista e membro dell’Accademia dei Lincei, abituato a interloquire, per capire come va il mondo, con banchieri, scienziati, governatori e capi di Governo, ma anche con negozianti e proprietari di bancarelle. Uno dei pochi economisti che conosce anche il prezzo del latte.

   Francesco Anfossi:   Quadrio Curzio: oltre la crisi

Un sondaggio commissionato dalla Acli rivela il pessimismo degli italiani nell'affrontare la crisi. La ripresa tra tre anni. Ma per uscire servono riforme. O forse una rivoluzione.

    Francesco Anfossi:  L'Italia affamata di lavoro

Anche oggi purtroppo altri suicidi, il gesto estremo di imprenditori in rovina, di lavoratori senza più lavoro, di padri di famiglia che non riescono più a gestire le spese quotidiane e che gettano la spugna, togliendosi la vita. Sono decine dall'inizio dell'anno

   TG3:   Quelli che la crisi la pagano con la vita (video)


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La disperazione per il lavoro perso, i gesti contro la vita
... I suicidi per mancanza o perdita di un’occupazione necessitano di essere ricordati allo stesso modo dei caduti sul lavoro. 
Raccogliamo l’ultimo, straziante grido di chi si è tolto la vita e facciamo di tutto per mettere fine alla disperazione nera presente in tante case italiane. Un esame di coscienza individuale e collettivo si impone perché gli italiani – tutti – continuino a sperare.

   Uscire di scena, tentazione che avvilisce

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Dall'inizio dell'anno ad oggi sono 32 gli imprenditori che si sono suicidati a causa della crisi economica e del peggioramento della situazione personale. 

   AVVENIRE:   Dall'inizio dell'anno 32 imprenditori suicidi

Nel capoluogo emiliano sono scese in piazza le vedove di imprenditori e lavoratori che si sono suicidati a causa delle difficoltà economiche. "Ci dissociamo dalla violenza ma capiamo lo stato d'animo di queste persone" ha detto, riferendosi alla vicenda di Bergamo, Tiziana Marrone, moglie di Giuseppe Campaniello, l'artigiano di Ozzano Emilia (Bologna) che si è dato fuoco lo scorso 28 marzo per debiti con il fisco. Partecipano alla marcia anche disoccupati e lavoratori 'esodati'

   RAI-GIORNALERADIO:   In marcia le donne "vedove per la crisi"

Un imprenditore di Bergamo ha preso in ostaggio gli impiegati di Equitalia. Molti altri decidono di uccidersi. E' la stessa disperazione.

   Fulvio Scaglione:   Armati o suicidi, i disperati della crisi

Mai dimenticare che molti dei recenti suicidi di “imprenditori” (generica parola che comprende anche moltitudini di lavoratori in proprio) hanno la disperata qualità del disonore che il debitore sente gravare su di sé. Non riuscire più a pagare gli operai, non riuscire più a pagare le tasse è forse un vanto per i furbi e per i leggeri, ma è un peso tragico sulle spalle degli onesti.

   Michele Serra:   Il fisco e il disonore

Non si sa cosa debba ancora succedere perché i governanti sollevino la testa dai tabulati di Borsa e prendano atto che esiste un’emergenza umanitaria nazionale. Un terremoto economico e morale che va affrontato con gli strumenti della vera politica: buonsenso e visione del futuro.

   Massimo Gramellini:   Emergenza nazionale


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Istituita dall’Unesco nel 1993, si celebra oggi 3 maggio la Giornata Mondiale sulla Libertà di Stampa. “Voci Nuove: la libertà dei media aiuta a trasformare la società” è il titolo di quest’anno; in questi 4 mesi di 2012 sono già stati uccisi 43 giornalisti in tutto il mondo, secondo quanto riporta l’International Press Institute di Vienna. Amnesty International parla di giornalisti sotto “continuo attacco”.

  Giornata della libertà di stampa, Amnesty: “giornalisti sotto attacco”

In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa e per celebrare il suo cinquantesimo anniversario, Amnesty International rilascia "Toast to Freedom" ("Brindisi alla libertà"), un nuovo ed esclusivo brano dedicato all'attivismo per i diritti umani nel mondo e inciso da quasi 50 artisti 

  La Giornata mondiale della libertà di stampa

Ventuno giornalisti e 6 cybernauti o cittadini-giornalisti uccisi dall’inizio dell’anno fino ad oggi. Uno ogni cinque giorni. Sono i dati diffusi dall’associazione internazionale Reporters Sans Frontières in occasione della Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa, istituita dall’Unesco nel 1993 e quest’anno dedicata al cambiamento, alle voci nuove, emerse grazie alla Rete e alla tecnologie connettive del web, che hanno trasformato la società portando alla caduta di decennali regimi repressivi in Nord Africa. 

  Giornata mondiale della libertà di stampa e l'importanza della Rete

Si bloccano i motori di ricerca, si torturano gli attivisti per avere le loro password su Facebook e Twitter, si approvano leggi che controllano quello che le persone possono (o non possono) dire on line. Così alcune nazioni dalla Cina alla Siria, da Cuba all’Azerbaijan cercano di impedire a giornalisti, blogger e attivisti di denunciare le violazioni dei diritti umani di cui sono testimoni. 

  La giornata mondiale per la libertà della stampa per fermare le persecuzioni e i controlli sul web

Relazioni troppo strette e poco trasparenti tra l’autorità politica e i giornalisti sono un pericolo per la società pluralista. E’ quanto ha dichiarato il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, in occasione della Giornata mondiale per la Libertà di Stampa che si celebra oggi. “Il rispetto della libertà di stampa – ha sottolineato - dipende tanto dai governi che dai giornalisti”. Di libertà di stampa si deve parlare, dunque, non solo per Paesi sotto dittatura. 

  Giornata Mondiale della libertà di stampa, Consiglio d'Europa: autonomia a rischio anche in Occidente

19 anni fa l’Assemblea generale dell’Onu dichiarava il 3 maggio ‘Giornata mondiale per la libertà di stampa’, nata per celebrare i principi fondamentali della libertà di stampa, per valutare la situazione della libertà di stampa in tutto il mondo e per difendere media e giornalisti dai continui attacchi alla loro indipendenza.
La libertà di stampa, infatti, è una delle garanzie fondamentali per la tutela dei diritti umani e per la democrazia, elemento essenziale per la partecipazione pubblica ai processi decisionali. Garanzia che non sempre viene assicurata, e non soltanto nei paesi in cui vigono forme di governi dittatoriali. 

  XIX giornata mondiale per la libertà di stampa

Oggi 3 maggio si celebra a Palermo la "Giornata in memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo". Sono 37 dall'inizio dell'anno i cronisti uccisi nel mondo. In Italia dal 1960 al 1993 sono stati uccisi per mano delle mafie 11 i giornalisti (8 dei quali in Sicilia), altri sono morti all’estero impegnati nel racconto dei fatti che accadevano nei Paesi in cui si trovavano, spesso luoghi di conflitto. 

  A Palermo la "Giornata in memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo"


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“La libertà di stampa è un bene prezioso di cui ci si accorge solo quando manca, o viene fortemente indebolita a causa di regimi oppressivi, pressioni di potenti, intimidazioni e violenze della malavita, ritorsioni per motivi razziali o religiosi, attività di corruzione.

   FNSI:   Il Sindacato dei giornalisti e la Giornata mondiale dell'informazione

È sempre più difficile che un giornalista "free lance" riesca a trovare spazio sulla stampa italiana per raccontarci i conflitti in giro per il mondo. Parola di Barbara Schiavulli.

   Alberto Laggia:   Inviati di guerra, addio alle armi


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Notizie dal mondo


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I cristiani della Nigeria non devono essere abbandonati! 
In Nigeria sta accadendo qualcosa di analogo all'Iraq, dove "è in corso una epurazione dei cristiani, una pulizia etnica che attraverso assassinii sistematici vuole costringere i cristiani ad abbandonare le terre che hanno sempre abitato e dove convivono con i musulmani da più di mille anni". E questo, spiega il ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi, perché "i cristiani sono una garanzia di pluralismo che il totalitarismo musulmano vuole annientare".

   Riccardi: in Nigeria analogia con epurazione di cristiani in Iraq

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Un altro caso “Asia Bibi”, la donna cristiana condannata a morte in base all'accusa falsa di blasfemia verso l'islam in questi giorni in Pakistan.

   Marco Tosatti:   Pakistan, altra cristiana in carcere

Undici anni dopo la cacciata dei talebani, per le donne afghane poco è cambiato. Violenze, soprusi, matrimoni forzati. E pochi aiuti per chi vuole cambiare.

   Romina Gobbo:  Malalai Joya: "11 anni e non è cambiato nulla"
   Romina Gobbo:  La giustizia impossibile
   Romina Gobbo:  Un rifugio contro le violenze


La Siria ha fame. Si spara e si muore. Ma i combattimenti paralizzano anche i commerci e i normali approvvigionamenti dei negozi. Le dispense si vuotano e la gente fatica sempre di più. Il progressivo deteriorarsi della situazioone ha fatto scattare l'emergenza umanitaria: almeno un milione di persone rischia gravi consueguenza per la salute e addiritttura la morte. La cifra sale di giorno in giorno. Serve un intervento esterno. E serve subito.

   Alberto Picci:   Pasti caldi per la Siria che soffre

Il Ministero della Salute: "Almeno 129 i feriti". Migliaia in piazza, fitta sassaiola vicino al ministero della Difesa dopo la preghiera del venerdì. Chiedono elezioni presidenziali regolari

   LA STAMPA:  Egitto, altro sangue in pazza Tahrir "Morti due manifestanti e un soldato"

Gli artefici del Fiscal Compact cominciano a intuire il fallimento cui condurranno le loro politiche di austerità. Il ritorno della questione sociale costringe i capi d'Europa a svegliarsi, almeno un poco, dal dogmatismo ideologico nel quale per anni sono stati immersi: quello secondo cui «la politica è inutile, le Costituzioni pure. Il Mercato è la Bibbia, e protegge il potere di chi lo onora».

   Barbara Spinelli :   I cardinali dell'economia e il cannocchiale di Galileo


Lotta alla mafia

Nomi “pesanti” quelli usciti fuori dalla testimonianza dinanzi al Tribunale di Palermo dell’ex pm Alessandra Camassa, oggi presidente di sezione al Tribunale di Trapani. Il processo è quello che vede imputati due ufficiali dei carabinieri, uomini di punta del Ros, il reparto operativo speciale dei carabinieri, il generale Mori  e il colonnello Obinu.

   Rino Giacalone:   Il giudice Camassa "Borsellino mi disse che un amico l'aveva tradito"

Racket e usura minacciano l’economia italiana. 200 mila imprese alla gogna con un giro di affari che si aggira sui 20 miliardi di euro ed un fatturato delle mafie che arriva ai 150 miliardi di euro. La mafie si confermano un imponente gruppo finanziario capace di infiltrasi con la tradizionale richiesta di pizzo

   Anna Foti :   15mila imprese calabresi soffocate dalle 'ndrine



FEDE E
SPIRITUALITA'




"Il coraggio di sperare oggi"

HOREB n. 61 - 1/2012

TRACCE DI SPIRITUALITA'

A CURA DEI CARMELITANI

Il terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale: è possibile sperare? 

Questo navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze, che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli, credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è speranza”, egli  sente il bisogno di oltrepassare lo scacco dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso. 

Sperare si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la morte non sia inghiottita nella vittoria. 

Giovanni Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto i nostri peccati  quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione. 
La speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in libertà e di scegliere ogni  giorno la via della vita. Essa consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo, che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta. Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà. 
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..."  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)

   Ricerche nel Web - Una speranza "crocifissa", ma non sconfitta (pdf)




E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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«Donna meravigliosa amante della vita, sposa, madre, medico professionista esemplare offrì la sua vita per non violare il mistero della dignità della vita». Un’esemplare santità, quella di Gianna Beretta Molla, sintetizzata con queste parole dal cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano, che oggi viene celebrata a cinquant’anni dalla sua morte.

   Gianna Beretta Molla, testimone della vita

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Elegante, dolce, determinata: Gianna Beretta Molla è stata una madre e moglie felice, un medico molto stimato, una donna come tutte vorrebbero essere. Di lei, del suo rapporto con la vita, la famiglia, il lavoro e delle sue passioni ne fa un commovente ritratto il primo figlio Pierluigi Beretta Molla.

    Maria Angela Masino:  Il figlio Pierluigi: «Da lei ho imparato la gioia di vivere»

Tutti i santi, grazie al coraggio controcorrente che ha permesso loro di vivere al di là degli schemi, sono in qualche modo pericolosi. Virtuosamente pericolosi. Ma i santi "familiari", che hanno saputo intrecciare virtù cristiane e quotidianità domestica e hanno contagiato direttamente con le loro scelte il marito o la moglie, i figli, i fratelli e i parenti, presentano una quota ancora più elevata di dirompente contagiosità. Quindi diventano riferimenti di straordinaria umanità, capaci di allargare a cerchi concentrici l’esplosione del bene, di innescare vocazioni decisive, di prolungare per molti anni l’effetto positivo di un gesto, di una parola, di uno stile di vita.

    Luciano Moia:  Santità che riverbera


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In una societá in cui predominano i mercenari, il mondo ha una grande nostalgia dello splendore del Pastore bello, e risulta piú attuale che mai questa invocazione del salmista: “Sia su di noi la bellezza del nostro Dio” (Sal 90,17). E quest’altra del Siracide: “Riempi Sion del tuo splendore” (Sir 36,13). - fr Alberto Degan

   Discepoli del "Pastore Bello" di Fr. Alberto Degan

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Santa Caterina da Siena Vergine e dottore della Chiesa, patrona d'Italia

   Santa Caterina da Siena

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  La Bibbia in un frammento

"Ecco, tua madre 
e i tuoi fratelli 
stanno fuori e cercano 
di parlarti». 
«Chi è mia madre 
e chi sono i miei fratelli?»
".

(Matteo 12,47-48)

  Chi sono i miei fratelli?

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‎"Le Frontiere dello Spirito" puntata del 29 aprile 2012



Il programma di cultura e attualità religiosa, curato e condotto dal Cardinale Gianfranco Ravasi, insigne biblista, e dalla giornalista Maria Cecilia Sangiorgi.

Nella prima parte della trasmissione, il cardinale Ravasi commenta con la consueta competenza e autorevolezza la prima lettura (Atti degli Apostoli 4,8-12) e un frammento del salmo (117) proclamati nella celebrazione della domenica.

Nella seconda parte del programma "I volti e le storie", curata da Maria Cecilia Sangiorgi, il servizio "Sarajevo 1992-2012 memorie e speranze"
20 anni fa, in questi giorni, iniziava l’assedio di Sarajevo , quasi tre anni di dolore, paure, orrori, di innumerevoli mort,i ma anche di coraggio e di fede, a cui l’Europa ha assistito tra impotenza ed indifferenza. Un anniversario da ricordare

   il video della puntata intera sul sito Mediaset



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Emmanuel Lévinas, prigionia e spiritualità. Jacques Derrida, tremare davanti a Dio - Uomini e profeti


Alcune letture sul tema degli uomini in guerra, delle reazioni umane alla violenza, e di come gli esseri umani abbiano cercato di introdurre l’ipotesi Dio per porre riparo al dolore e al male. Si inizia da un testo semplicissimo, il reportage di un polacco, Wojciech Tochman, sui territori della Bosnia a vent’anni dalla guerra e su quello che resta: devastazioni e ricostruzioni, odio e dolore inestirpabile; tentativi di riconciliazione con il proprio passato, e vergogne incancellabili; lutti non vissuti, che trovano un poca di quiete solo nella restituzione delle ossa ai parenti degli uccisi: montagne di ossa da ricomporre, di vestiti d lavare, di oggetti da attribuire: solo per fare salva un po’ di memoria.
Poi si prosegue con le memorie di prigionia di Emmanuel Lévinas, internato in un campo in Germania durante i cinque anni di guerra: appunti, note, raccolte di pensieri che narrano la prigionia come esperienza dell’essenziale e dello spirituale.
Infine Jacques Derrida: che cosa fa sì che il nostro corpo tremi? E perché trema la terra? E perché qualsiasi tremore “è un tremore davanti a Dio”?
 
   Audio


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XLIX Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni - "Rispondere all'amore... si può"


Nella quarta Domenica di Pasqua, 29 Aprile 2012, domenica del Buon Pastore, si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, proposta alla Chiesa universale con profetica intuizione, da Papa Paolo VI nel 1964. Il tema che il S. Padre Benedetto XVI propone in questa quarantanovesima Giornata mondiale per la riflessione e la preghiera delle comunità cristiane è: "Le vocazioni dono della carità di Dio" (Deus caritas est, n.17). Ciò significa riscoprire la gratuità del dono di ogni vocazione e di ogni chiamata a vivere la propria vita nel segno della Beatitudine e dell'Amore, in continuità con quanto afferma Gesù nel vangelo di Matteo: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt 10,8). Lo slogan scelto dal Centro Nazionale Vocazioni della Conferenza Episcopale Italiana è:"Rispondere all'amore... si può" Esso si propone come invito a vivere con creatività, responsabilità e fedeltà la propria vocazione.

   XLIX Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Il Messaggio del Papa per la 49a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni  in immagini, musica e parole!

   video

   il testo integrale del MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA XLIX GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI.

Preghiera

Beata sei tu, Maria
Vergine dal cuore infinito.
Intuisci con affetto di Madre
le segrete attese di ogni persona,
che cerca il senso autentico
della propria Chiamata.
Incoraggia con cuore di Madre
il profondo desiderio di ogni vita,
che sa farsi
dono e servizio nella Chiesa.

Donaci la tua mano dolce,
quando la strada delle scelte
si fa ardua e faticosa.
Donaci la tua fede trasparente,
quando il nostro cuore
è dubbioso ed inquieto.
Donaci la tua preghiera fiduciosa
per capire,
per partire,
per servire.
Vergine Madre, semplice nel cuore.
Vergine Sorella, sostegno nel cammino.
Vergine Amica, infinito Sì all'Amore.
Intercedi per noi sante Vocazioni,
dono gioioso della Carità di Dio.
Amen

   video


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Oggi é avvenuta la beatificazione di Giuseppe Toniolo un modello di laico obbediente "in piedi"
"...Ricordare figure come Toniolo, alla vigilia del cinquantenario dell’apertura del concilio Vaticano II, rappresenta un forte richiamo all’esercizio di quella difficile arte del dialogo e del confronto. È di laici come Toniolo che la Chiesa ha bisogno per continuare, con profitto, quell’apertura al mondo moderno, che era una delle novità del Vaticano II.
L’anniversario del Concilio è l’occasione propizia per una riflessione sulla Chiesa odierna. Sull’istituzione e la profezia. Purtroppo, all’orizzonte, nulla è in programma al riguardo. Nonostante cresca l’irrequietezza e la frustrazione di tanti laici credenti e “pensanti”. A causa della lentezza sul cammino del necessario rinnovamento. Non resta che invocare lo Spirito Santo." (Famiglia Cristiana)

   Un modello di laico obbediente "in piedi" (pdf)


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Giuseppe Toniolo Beato


La beatificazione di Giuseppe Toniolo (1845-1918) è un evento di straordinaria importanza per il cattolicesimo italiano; e non solo per esso. Un padre di famiglia, un docente universitario, un militante cattolico giunge agli onori degli altari: attraverso un cammino incominciato nel 1933 negli ambienti della Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Un campione dunque dell’Azione Cattolica, che in Toniolo ha visto il modello di un laico fattivamente impegnato nella città secolare, in costante e continua comunione con la gerarchia.
Ma Toniolo supera e oltrepassa le appartenenze di gruppo. Anche allora il mondo cattolico era attraversato, talvolta dilaniato, da anime diverse spesso in aperta competizione...

   Fedeltà alla storia e desiderio di Dio

La beatificazione di Giuseppe Toniolo sancisce il pensiero, l’azione e la vita di uno studioso che realizzò una compenetrazione tra le sue solide convinzioni etico­religiose e studi economici di grande spessore scientifico. Ed entrambi questi aspetti l’hanno aiutato a mantenersi libero verso gli elementi ideologici che spesso indeboliscono le argomentazioni economiche. È significativo perciò che venga beatificato in una stagione di crisi e quando un po’ tutte le teorie economiche, di diverso orientamento, appaiono inadeguate.

   L’umana alternativa

Il pensiero e l’opera di Giuseppe Toniolo (1845-1918) vanno collocati non solo nell’ambito pur complesso e articolato del movimento cattolico nazionale e della crociana “nuova Italia”, ma anche nel più vasto quadro della coeva cultura europea, assumendo la parola cultura nel suo significato pregnante di visione dell’uomo e del mondo, ossia come scala di «valori, mentalità e costume, che si ispira e si traduce nei comportamenti di un popolo». Una cultura che non è discorso astratto, ma designa la “condizione concreta” dell’uomo in una determinata situazione storica e tende con ciò stesso a “generare una civiltà”.

   Intellettuale di frontiera

Per approfondire:

L’attualità di Giuseppe Toniolo sta nella ricchezza e nella completezza di una biografia laicale: coniugato, con una famiglia numerosa, uomo di studio e di insegnamento, economista di rilievo, egli partecipa all'attività scientifica e allo stesso tempo mette a disposizione tutta la sua competenza per la divulgazione, il coinvolgimento popolare, impegnandosi nell'associazionismo ecclesiale, con una forte attenzione al sociale e, in prospettiva, all'azione politica. Muove i suoi passi in un’Italia che da poco è nazione e allo stesso tempo ha uno sguardo europeo che lo porta a mantenere contatti frequenti con ambienti di studio e con istituzioni culturali di respiro internazionale. Ad unificare questo impegno vasto e generoso, una spiritualità laicale vissuta con coerenza nella fedeltà quotidiana...

   Chi è Giuseppe Toniolo

Giuseppe Toniolo è stato anche l’iniziatore delle Settimane Sociali in Italia, a Pistoia nel 1907, con il grande merito di aver guidato il laicato cattolico del suo tempo a prendersi cura concretamente dei problemi del Paese, in un periodo in cui ai cattolici non era aperta la via dell’impegno politico diretto. 

   il video in occasione del centenario delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani (2007): "Un Centenario un protagonista: Giuseppe Toniolo"

La beatificazione di Giuseppe Toniolo, non può che rallegrare quanti hanno a cuore il risveglio nella Chiesa di una nuova stagione del laicato. Un laicato chiamato a quella vocazione universale alla santità che il Concilio (L.G. 40) aveva riproposto con forza. Una santità sul modello del Signore Gesù, possibile a tutti coloro che, di “qualsiasi condizione”, si applichino a seguirne il modello, in virtù del loro essere “nel battesimo della fede” veramente figli di Dio e “compartecipi della natura divina e perciò realmente santi”. Su questa strada la Chiesa ci indica un esempio in più. 

   Esempio di santità laicale

... Ci accompagni uno dei pensieri che lo animò: «Noi credenti sentiamo nel fondo dell’anima, ed è urgente proclamarlo: chi definitivamente salverà la società non sarà un diplomatico, non un dotto, non un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi». Vale la pena pensarci, ora che ci prepariamo a venerarlo come Beato.

   la riflessione del card. Dionigi Tettamanzi: “La sua vita fu soprattutto armonia”

   Visita il sito ufficiale del comitato di beatificazione e canonizzazione Giuseppe Toniolo Beato


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1° maggio San Giuseppe lavoratore - La dignità del lavoro - Lettera di don Tonino Bello a San Giuseppe: "La carezza di Dio"


"Il 1° maggio, memoria di san Giuseppe lavoratore, ci richiama a cogliere il lavoro dentro una visione dell’uomo che è illuminata profondamente da Gesù di Nazareth. Egli ci aiuti a vivere in pienezza il rapporto tra lavoro e resto della vita..."

   1° maggio 2012 Festa dei lavoratori

Intervista a padre Tarcisio Stramare, sacerdote degli Oblati di San Giuseppe. Padre Stramare è esperto di “giuseppologia” nonché direttore del Movimento Giuseppino.
Come si è passati dal 1° maggio, festa di lavoratori, alla festa di san Giuseppe lavoratore?
La festa di san Giuseppe lavoratore, istituita il 1° maggio 1955, è ovviamente recente; da parte sua, Pio XII voleva rivendicare al lavoro e alla sua “festa” il loro originario significato e valore cristiano. Il lavoro, infatti, non appartiene ad una ideologia o ad un partito, ma all’uomo; per tale motivo esso è stato, in modo particolare, redento da Gesù, tanto che Giovanni Paolo II, nell’enciclica Laborem exercens ha usato l’impegnativa espressione di “Vangelo del lavoro”.

   IL LAVORO NON APPARTIENE AD UN'IDEOLOGIA MA ALL'UOMO

Se fatto con amore ed al servizio del bene comune il lavoro eleva l'umanità
Il lavoro, cioè la capacità di trasformare la materia animata e inanimata in beni e risorse che si moltiplicano e che vengono messi a disposizione di tutti, è una caratteristica che distingue l’umanità da tutte le altre specie.
Ha scritto a questo proposito Giovanni Paolo II “Il lavoro è una delle caratteristiche che distinguono l’uomo dal resto delle creature (…) il lavoro porta su di sé un particolare segno dell’uomo e dell’umanità, il segno di una persona operante in una comunità, e questo segno costituisce la sua natura”
Se questa verità antropologica il cristianesimo ha sviluppato una grammatica che noi oggi chiamiamo Dottrina Sociale della Chiesa.
Il cristianesimo infatti è la religione che più di tutte ha glorificato e magnificato il lavoro, San Giuseppe, Gesù Cristo, Paolo, Pietro, Maria e tutti gli apostoli lavoravano.
San Benedetto fondò il suo ordine monastico sulle basi di “ora, labora e sii lieto”...

   IL CRISTIANESIMO ESALTA LA DIGNITÀ DEL LAVORO

Per approfondire

   Dottrina Sociale della Chiesa

Caro San Giuseppe, scusami se approfitto della tua ospitalità e, con una audacia al limite della discrezione, mi fermo per una mezz’oretta nella tua bottega di falegname per scambiare quattro chiacchiere con te...

   Audio completo della lettera che don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, scrive a San Giuseppe. (registrazione effettuata ad Assisi nel Dicembre 1987 del brano "La Carezza di Dio")


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OREUNDICI: IL QUADERNO DI MAGGIO 2012 "TENEREZZA" - La tenerezza di Dio di Arturo Paoli - L'editoriale di Mario De Maio



LA TENEREZZA DI DIO l’uomo possiede la vita ma non sa vivere di Arturo Paoli

La parabola del capitolo 15 di Luca mi appare la più adatta per parlare della tenerezza di Dio. Il filosofo Cacciari ha avuto un’intuizione profetica commentando la frase diventata poi di uso comune: Dio è morto. Quale Dio è morto? Si domanda il filosofo. Una risposta viene proprio dalla parabola di Luca. La relazione del padre con i due figli è una relazione di padre-padrone. Io ti ho sempre servito, non ho mai disobbedito ai tuoi ordini sono le parole del maggiore. Si presenta come il figlio buono ma la sua relazione con il padre denota lo schema servo-padrone. Il minore si sottrae a questa logica perché affettivamente insoddisfatto, egli sente che nella casa del padre c’è opulenza, sono soddisfatti i bisogni e anche il superfluo, ma non c’è l’essenziale per lui. Il suo cuore è triste perché non riceve l’amore di cui ha bisogno e questo lo spinge a fuggire di casa.

   LA TENEREZZA DI DIO

Cari amici,
anche voi sarete stati colpiti dal numero crescente di suicidi di cui le cronache quotidiane puntualmente ci informano. Abbiamo pensato di dedicare questo numero alla tenerezza e il prossimo alla passione. La tenerezza è una dimensione estremamente raffinata dell’animo umano che esprime un lungo cammino di riconciliazione che la persona è riuscita a fare, prima di tutto con se stessa e poi con il mondo che la circonda. C’è bisogno di tanta accoglienza e di tanta tenerezza con noi stessi, con i nostri numerosi limiti, con le ferite del passato e con quelle presenti. Se il nostro atteggiamento abituale non supera uno stato d’animo di attesa continua di risarcimento, non può entrare in una dimensione di serenità e riconciliazione. Solo così potremo abbandonare toni mal disposti, talora aggressivi e colpevolizzanti verso noi stessi ma soprattutto verso le persone che fanno parte della piccola comunità cui apparteniamo. 

   EDITORIALE DI MARIO DE MAIO


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UOMINI E PROFETI

Fedi e Mondo

Dalla Russia
con Ennio Bordato, Adriano Roccucci e Natalino Valentini

Sabato 28 aprile  2012

È ancora un enigma il “continente” Russia: anche dopo la caduta del regime sovietico le dinamiche sociali, culturali e spirituali continuano a rimanere largamente incomprensibili per l’Occidente. Esiste ancora quella che un tempo si chiamava l’ “anima russa”? La spiritualità russa, caratterizzata dalla dinamica della bellezza, 


Ljudmila Ulickaja, Un bicchiere di acqua fresca, Cronache da una Russia solidale e sconosciuta, Edizioni Osiride 2011
 www.aiutateciasalvareibambini.org dalla fusione con l’etica, da un senso antinomico e concreto della verità, hanno una traducibilità in termini contemporanei? Ne parliamo con Natalino Valentini, studioso di pensiero religioso ortodosso, cui dobbiamo anche la traduzione in italiano di molte opere di Pavel Florenskij, e con Ennio Bordato, che presiede una associazione di volontariato che aiuta bambini orfani, poveri, malati nella Russia di oggi. È possibile trovare una strada – sia teorica che pratica – di confronto tra le culture di un’Europa ancora divisa?


Suggerimenti di lettura
:

Natalino Valentini: Volti dell’anima russa, Identità culturale e spirituale del cristianesimo slavo-ortodosso, Paoline 2012, Introduzione di Elia Citterio

Igort, Quaderni russi, La guerra dimenticata del Caucaso, Un reportage disegnato, Mondadori


    Ascolta


Leggere la Bibbia


Il racconto dei Vangeli
con Enzo Bianchi
domenica 27 aprile 2012

Cominciamo ad aprire il Nuovo Testamento. Che cosa contiene? Che cosa ci ha voluto raccontare? Come si è formato? Quali sono le fonti? Quale credito dobbiamo dare a quei quattro libretti, a quella manciata di lettere e poco altro? Quali sono, prima di tutto, le differenze tra i quattro evangeli, e quale teologia sta alla base di ognuno di loro? Ce ne è qualcuno più credibile di un altro? Ce lo chiediamo con Enzo Bianchi, priore del Monastero di Bose, per capire la storia di quelle parole, se, eventualmente, è possibile o ha un senso ri-predicare il Vangelo, e come risuonano quelle parole per l’uomo e la donna di oggi.
Oggi il brano tratto dalla “letteratura” sarà un frammento dai Quattro quartetti di T. S. Eliot.

    Ascolta

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   Tu vuoi...

   Compresi...

   La via...

   O S. Giuseppe...

   Le virtù...

   Nessuno possiede...

   Gli uomini...

   Segnala gli sprechi...

   Non è sempre...

  

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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni


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Perchè serve un giorno di festa


Le recenti polemiche sull’apertura di negozi e centri commerciali alla domenica e nelle festività civili come il 25 aprile o il 1° maggio ci porta a riflettere su una delle grandi conquiste registratesi in occidente, grazie soprattutto all’ebraismo e al cristianesimo: l’affermazione di un giorno settimanale – il sabato per gli ebrei, il giorno dopo, la domenica, per i cristiani – come giorno di riposo per tutti, tempo di festa condivisa e anche di assemblea per i credenti, che insieme confessano la loro fede e celebrano il culto al Signore nel quale mettono la loro speranza. Un giorno di tregua al neg-otium, al tempo che “nega l’ozio”, per dedicarsi appunto all’otium che non è il “far niente” della pigrizia, ma una presa di distanza dalla propria opera, un antidoto all’alienazione possibile anche nel lavoro. 
Per secoli la domenica, nei paesi segnati dalla cristianità, era quasi per tutti il giorno dell’astensione dal lavoro, giorno di festa in cui era possibile incontrarsi, rinnovare e approfondire le relazioni, permettersi un po’ di svago e di divertimento...

  Perchè serve un giorno di festa di Enzo Bianchi



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Lettera di Don Tonino Bello ai giovani disoccupati


Carissimi,
lo so che di tempo ne avete da vendere...
Sono decenni che venite sottoposti ad analisi puntigliose, senza che se ne ricavi gran che. E sulla vostra pelle sono visibili i lividi lasciati da infiniti prelievi, senza che ancora si profili la più pallida ipotesi di terapia per quel male oscuro che si chiama disoccupazione. Non c'è che dire: le prospettive non sono proprio tali da tenervi su di morale. E mi sento demoralizzato anch'io. Tantissimo...
Quanta tristezza! Ma perché vi scrivo?
Sostanzialmente per tre motivi.
Anzitutto per dare spessore alle vostre speranze. Coraggio! Un giorno o l'altro le cose cambieranno. Sono in tanti a pensare che non potranno andare avanti così per molto tempo... Ma è indispensabile che la solidarietà reciproca la viviate prima voi, al punto da anteporla perfino alla vostra riuscita personale. Guardatevi dall'insidia di chi, sfruttando gli istinti di sopravvivenza, cerca di tenervi separati nelle rivendicazioni, magari con contentini a macchie di leopardo. E tenetevi lontani dalla logica del “si salvi chi può”, o “dell'ognuno per sè e Dio per tutti”. La quale logica, anche se vi dà l'apparenza del successo immediato, si ritorcerà domani sui vostri figli...
La seconda cosa che voglio dirvi è questa: non vendetevi a nessuno. Anche a costo di morire di fame. Resistete tenacemente alle lusinghe di chi pensa di manipolarvi il cervello comprandovi con quattro soldi. Attenzione, perché di questi osceni tentativi di compravendita morale ce ne sono in giro parecchi. Anzi, alle vostre spalle c'è tutta un'orchestrazione di sfruttatori del disagio che vogliono ridurvi a «zona denuclearizzata». Ad automi, cioè, espropriati di quell'intimo nucleo di libertà da cui si misura la grandezza irripetibile di ogni uomo... 
E infine voglio dire una cosa di cui forse solo i credenti potranno capire il paradosso. La vostra condizione, nonostante il vuoto pauroso delle tasche, vi conferisce un enorme potere d'acquisto sui mercati generali della redenzione...
Con voi, titolari della beatitudine che assicura sovrumani appagamenti a chi ha fame e sete della giustizia, la Chiesa oggi promette di essere solidale affinché sulla steppa della vostra desolazione maturino presto frutti di libertà.
Vostro + don Tonino, Vescovo

Ascolta il testo integrale della lettera di Don Tonino ai giovani disoccupati

   audio


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Messaggio di speranza per la Festa del 1° maggio di monsignor Bregantini, presidente della commissione episcopale per i problemi del lavoro e intervista sull'attuale crisi


"Ho sempre seguito con interesse e passione le manifestazioni e le lotte per il primo maggio. Dico "lotte", perché con questo termine le chiama l'enciclica "Laborem Exercens" di Giovanni Paolo II. Precisando, però, che si deve trattare sempre di "una lotta pro e mai di lotta contro". Precisazione fecondissima, nella mia vita e anche in quella di tanti militanti cristiani, che seguono solidi e fondati ideali di giustizia, non dietro bandiere passeggere, ma valori che hanno sempre a che fare con il valore e la dignità della persona.
"Agire per esserci" ed "Esserci per agire". E' un motto che mi sgorga dal cuore, altrettanto utile per capire l'efficacia e l'importanza dello slancio che tutti dobbiamo avere per spingerci "oltre la stessa precarietà" di questi anni appesantiti e stremati dalla crisi economica. 

   "Nel cantiere della Speranza per una scelta d'impegno comune"

Un colloquio con il presidente della Commissione episcopale per i problemi del lavoro, per capire come affrontare e uscire dalla crisi.

“Sono solito paragonare questa crisi ad una sorta di potatura: quando si pota solo un esperto conosce quali rami vanno tagliati, ed è un po’ la fatica di questi giorni. Quando si pota non si vede il frutto, si intravede soltanto”. E’ questa la chiave di volta per leggere la storia di oggi, secondo monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e membro del comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici. Classe 1948, appartenente alla congregazione degli Stimmatini, ordinato prete aCrotone, è stato vescovo di Locri-Gerace dal 1994 al 2007, come dire in prima linea per difendere la libertà delle persone dal laccio opprimente della mafia.
“E’ sempre possibile trasformare, rinnovare, rifiorire. Mai lasciarsi annientare dalla crisi, ma affrontarla con speranza e saper guardare lontano. Le foglie ingiallite possono cadere, ma le radici restano e, se sono solide, permetteranno sempre una rifioritura in primavera. Tutto è possibile, perché Dio è più grande di noi”.

   “Potare è sempre una fatica, ma finalizzata alla fioritura"



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"Il cristiano difronte alla crisi" di don Primo Mazzolari


Anche negli anni Trenta, nelle campagne italiane, ci fu difficoltà economica a causa della crisi cominciata nel 1929.
Don Primo Mazzolari, parlando alle maestre cattoliche, spiega come affrontarla dal punto di vista religioso: oltre gli spiritualismi disincarnati di chi idealizza la miseria, ma pure traendone profitto. Una lezione ancora attuale.
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“ Come ritenere estraneo alla religione un fatto come la crisi, che interessa tutti, sconcerta tutti e fa soffrire tutti?
Lo studieremo considerandolo sotto tre aspetti: i nostri torti come maestri cristiani di fronte alla crisi; gli effetti materiali della crisi e i nostri doveri come maestri cristiani di fronte alla crisi.

   "Il cristiano difronte alla crisi" di don Primo Mazzolari


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24° Congresso nazionale delle Acli Roma 3/6 maggio - “Rigenerare comunità per ricostruire il Paese, artefici di democrazia partecipativa e buona economia”


Il 24° Congresso nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani si svolge a Roma dal 3 al 6 maggio. 
“Rigenerare comunità per ricostruire il Paese, artefici di democrazia partecipativa e buona economia” è il titolo scelto per l'evento centrale nella vita associativa delle Acli.
«La crisi che l’Italia sta vivendo non è soltanto politica o economica», spiega il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero. «È in crisi innanzitutto il significato del nostro stare insieme. Per questo, “rigenerare le comunità” è il presupposto di qualsiasi cambiamento successivo».

   dal sito Acli: CONGRESSO NAZIONALE 2012

Osare il futuro, le Acli a congresso
Per rimettere in piedi l'Italia, afflitta da una grave crisi che è di valori, e non solo economica, occorre ridare fiato, dignità e ideali alle comunità locali. Battendo l'antipolitica.

   Rivitalizzare le comunità locali per rifondare lo Stato
   Circoli e patronati, la politica dal basso.
   I nuovi orizzonti del bene comune

La difesa dei diritti, la competenza, il rispetto della cosa pubblica, l'osservanza dei doveri e delle leggi, sono comportamenti necessari e possibili, non siamo condannati a rimanere vittime degli eventi, ha detto questo pomeriggio, il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, nel saluto che ha rivolto al Congresso nazionale delle Acli in corso a Roma a partire da oggi

   La ricetta della Cei

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24° Congresso nazionale delle Acli Roma 3/6 maggio - Audio 3 maggio -


"Rigenerare comunità per ricostruire il Paese. Acli artefici di democrazia partecipativa e buona economia" è lo slogan scelto per il congresso, che si apre - dopo i saluti del sindaco di Roma Gianni Alemanno, del presidente della Provincia Nicola Zingaretti e della presidente della Regione Lazio Renata Polverini - con la relazione introduttiva del presidente nazionale Andrea Olivero. A seguire, l'intervento del segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Mariano Crociata.

   Audio integrale
 
Interventi

   Preghiera iniziale

   Proiezione filmato

   Michele Consiglio

   Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana

   Andrea Olivero, presidente ACLI

   Cristian Carrara, presidente ACLI Roma

   Gianni Alemanno, sindaco di Roma

   Paolo Beni, presidente ARCI

   Giuseppe Merisi, presidente Caritas Italiana

   Elsa Fornero, ministro del lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari opportunità

   Michele Rizzi, vice presidente vicario ACLI

   Stefano Fassina, responsabile nazionale del Dipartimento Economia e Lavoro PD

   Michele Rizzi, vice presidente vicario ACLI

   Giuseppe Guerini, rappresentante Alleanza Cooperative Italiane

   Franco Pasquali, coordinatore Retinopera

   Raffaele Bonanni, segretario generale CISL

   Michele Rizzi, vice presidente vicario ACLI

   Angelo Casile, direttore Ufficio Nazionale CEI Pastorale e Sociale e del Lavoro

   Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente

   Franco Miano, presidente Azione Cattolica

Vedi anche il nostro precedente post:

   24° Congresso nazionale delle Acli Roma 3/6 maggio.- “Rigenerare comunità per ricostruire il Paese, artefici di democrazia partecipativa e buona economia”

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"Dissentire in nome della fede"



C'è posto nella Chiesa cattolica per il dissenso, o è una realtà da condannare e respingere, perché incompatibile con l'autentica fede?
E' un tema che è stato rilanciato da Benedetto XVI, nella sua omelia alla messa crismale del giovedì santo sulla cui scia si sono messi in molti, tra i quali Andrea Tornielli, in un articolo sul sito Vatican Insider.
Il motivo di questa attenzione al dissenso cattolico è la perdurante risonanza, anche internazionale, che sta avendo l'appello alla disobbedienza firmato da centinaia di preti austriaci che chiedono cambiamenti sostanziali nella pastorale della chiesa e intendono metterli in atto. Tra le loro rivendicazioni: l'Eucaristia ai divorziati risposati, il diritto di predicazione dei laici, la presenza di moderatori nelle parrocchie senza clero...
La modalità di manifestare opinioni e necessità alla gerarchie ecclesiale attraverso prese di posizione pubbliche non è nuova. Ci sono diversi esempi...

   "Dissentire in nome della fede" di Christian Albini


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"A qualche politico, che pensa di rifarsi la verginità, dopo anni di permanenza al governo in ruoli di primissimo piano, e dichiara di non voler ritirare a luglio i soldi dei rimborsi elettorali, bisognerebbe ricordare che restituisce semplicemente ciò che non gli sarebbe mai spettato.. " (don Sciortino - Famiglia Cristiana)

     I soldi dei partiti e quelli delle famiglie

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POLITICA



Tagliare la spesa pubblica è considerato da tutti la misura più efficace per risanare i conti pubblici senza avviare processi recessivi. Tuttavia, nonostante questo obiettivo sia stato enunciato nei programmi di tutti i governi italiani del XXI secolo, nessuno è riuscito a realizzarlo in modo consistente e risolutivo

  Sergio Soave: Ma ai partiti non conviene razzolare bene e predicare male

Il Governo ci chiede di segnalare gli sprechi di denaro pubblico. Fallo anche tu! Digli di tagliare le spese militari, di cancellare gli F-35 e i privilegi di cui godono gli alti gradi delle forze armate.

  Flavio Lotti: Segnala anche tu lo spreco più grande: le spese militari!

Se si vuole procedere alla cura della democrazia dei partiti occorre leggere i fondamenti della legittimità democratica non in astratto, ma nel contesto della crisi della rappresentanza. Ora, la rappresentanza elettorale è la fonte principale e insostituibile di legittimità, ma non è la sola. Altre istituzioni si sono col tempo mostrate essenziali e in qualche modo supplementari rispetto alle elezioni. Lo scopo di chi si preoccupa della cura dovrebbe essere quello di immaginare le istituzioni o gli interventi di riforma che meglio possano contribuire a riportare la fiducia nella democrazia.

  Nadia Urbinati: Se la democrazia sa autocorreggersi




 BENEDETTO XVI
 



      Angelus/Regina Cæli - 29 aprile 2012

    Discorso - Visita all'Università Cattolica del Sacro Cuore, in occasione del 50° Anniversario dell'istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia "Agostino Gemelli" (3 maggio 2012)

      Omelia - 29 aprile 2012: Santa Messa con Ordinazioni sacerdotali

      Udienza - 2 maggio 2012, La preghiera del primo martire cristiano (At 7, 53-60)

 
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OPINIONI E COMMENTI

Visita di Benedetto XVI al policlinico Gemelli. Papa Ratzinger ha definito l'Università cattolica del Sacro Cuore «luogo in cui la relazione di cura non è mestiere, ma missione».

  Saverio Gaeta: Policlinico Gemelli, la visita del Papa

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Le polemiche nate intorno a Roberto Formigoni, culminate con una sorta di  (blandissimo) mea culpa da parte del successore di don Giussani, don Julian Carron, sulle pagine di laRepubblica (1) hanno moltiplicato le analisi sul fenomeno Comunione e Liberazione (vedi note).

  Mirella Camera: Il tempo degli scandali

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Le prenotazioni erano ventimila, ma ieri mattina in piazza San Pietro, ad ascoltare l’udienza del Papa, erano in quarantamila. Ai polacchi venuti da lontano nell’anniversario della beatificazione di Giovanni Paolo II si sono aggiunti altri, romani; e gente che a Roma era magari di passaggio, in vacanza, e che non aveva previsto di andare in San Pietro. Pazientemente si sono sottoposti alle code, ai controlli di sicurezza; una folla non piccola, uguale alla popolazione di una città come Alghero o Imperia, s’è radunata in una mattina feriale ad ascoltare Benedetto XVI.

  Marina Corradi: Un Papa che risponde alla nostalgia d’infinito

Dopo la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II «in qualche modo si è sprigionata una sorgente di gioia che ha portato a tantissime iniziative», mentre continuano le «grazie» che i fedeli attribuiscono a papa Wojtyla. E tra queste «grazie» ci potrebbe già essere il «miracolo» che, se riconosciuto tale dalla Chiesa potrà portare alla canonizzazione del Pontefice polacco. Parola di monsignor Slawomir Oder, postulatore della causa che ha portato papa Wojtyla all’onore degli altari: è lui la personalità ad aver seguito più da vicino tutte le procedure che, precisamente un anno fa, hanno condotto alla cerimonia con cui Benedetto XVI ha iscritto il suo immediato predecessore nell’albo dei beati. Per Oder, che a Roma presiede il Tribunale di Appello del Vicariato, il “lavoro” su Giovanni Paolo II non è quindi finito il 1° maggio 2011. Anzi.

  Gianni Cardinale: Oder: «Giovanni Paolo II è ancora una presenza viva»

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Sembrerebbe una vicenda da raffinati esegeti, invece riguarda tutti i fedeli che, durante la messa, ascoltano le parole della preghiera della consacrazione nella quale, prima dell’elevazione del calice, si dice: "Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue, per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati". Ebbene, nel nuovo messale Romano quel “per tutti”, introdotto con la riforma liturgica del Concilio Vaticano II, ridiventa “per molti” , come appariva nell’antico Messale di San PioV, cioè come nella messa tradizionale secondo i canoni del Concilio di Trento.
Il papa rassicura che ciò non va inteso come una sorta di restrizione della redenzione, ci mancherebbe altro: Gesù è venuto per salvezza di tutti, ma non tutti sono disposti ad accoglierlo e quindi il “molti” indicherebbe la possibilità di libertà della risposta.


  Mirella Camera: Per tutti o per molti?

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Osservatore privilegiato del Concilio Vaticano II nella veste di perito, il cardinale Roger Marie Etchegaray rievoca gli anni conciliari con il distacco di chi li ha vissuti da attore non protagonista, quasi tra le quinte di un teatro: «Non sono tra coloro che "hanno fatto il Concilio" – ammette sorridendo –, ma ho avuto la grazia di viverlo intensamente dall’interno, all’ombra dei vescovi»

  Filippo Rizzi: Roger Etchegaray: «Ma che bella avventura...»

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            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm