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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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Siamo anche in FaceBook con
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"QUELLI DELLA VIA"
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NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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Pagina in continuo aggiornamento
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"Sia festa in tutto l'universo: Cristo, letizia eterna, è risorto!" (S. G. Damasceno)
AUGURI!
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Nel
marzo 1968, tre mesi prima di essere assassinato, Robert Kennedy
pronunciava, presso l'Università del Kansas, un discorso rimasto
memorabile nel quale evidenziava - tra l'altro - l'inadeguatezza del
PIL come indicatore del benessere degli stati.
«...
Il PIL - affermava Kennedy - comprende anche l'inquinamento dell'aria e
la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre
autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto
le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per
coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che
valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri
bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari
... Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente
degna di essere vissuta ...».
video
Una
"dittatura" di cui è bene liberarsi. Eppure sono anni che in diversi
ambiti culturali, politici ed anche istituzionali si sperimentano forme
di misurazione della qualità del vivere, alternative a quelle degli
indicatori tradizionali, dall'Indice di Sviluppo Umanodi UNDP (Nazioni
Unite) al Better Life Index di Ocse. Senza dimenticare che quello "che
rende la vita veramente degna di essere vissuta" non sempre è
misurabile.
Fra
questi nuovi strumenti, l'indice Quars che - a differenza di altri
indicatori - misura la qualità dello sviluppo nelle Regioni italiane.
Fornendo così un quadro che ridisegna il nostro paese a partire dalla
qualità dell'ambiente, dell'economia e lavoro, dei diritti e
cittadinanza, della salute, dell'istruzione e cultura, delle pari
opportunità, della partecipazione. Sette macroindicatori, articolati a
loro volta attraverso 41 indicatori specifici, per guardare con occhi
diversi un paese che evidenzia profonde distanze da una Regione
all'altra.
"DePiliamoci (l'ossessione della crescita)" di Michele Nardelli
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Anticipiamo
il commento scritto da don Vinicio Albanesi per Famiglia Cristiana
n.19, in parrocchia e in edicola da giovedì 3 maggio.
Vorremmo
che la rassicurazione del ministro dell’Interno a proposito dei
militari, «sulla sicurezza non si risparmia», fosse estesa alla salute
e all'istruzione: è la richiesta esplicita al Governo. Sono i beni
fondamentali di un Paese civile.Purtroppo non è così.
Le
risorse per il sociale sono ridotte al lumicino, con crolli di oltre il
50 per cento rispetto a qualche anno fa. Il gioco dei trasferimenti
Stato centrale-Regioni-Comuni-famiglie serve a tutelarsi contro le
richieste. Il risultato è il peso scaricato sulle famiglie. Situazioni
difficili riguardanti gli anziani, i disabili, i minori, la povertà in
genere, sono lasciate lì, quasi si trattasse di eventi
ineluttabili.
Così la crisi colpisce i più deboli
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Ci
risiamo. Niente di nuovo, purtroppo! Puntuale come i debiti arriva il
tormentone della Lega sullo ‘sciopero fiscale’, sul ‘non pagare le
tasse’, sulla ‘disobbedienza’. In questi giorni il riferimento è
all’IMU.
Già
nel 1996 la Lega Nord fece lo stesso appello accompagnato da un
“manuale di resistenza fiscale”. Nel 2006 fu l’allora Presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi a parlare di “sciopero fiscale”. Poi ancora
Bossi nel 2007.
Già
anni fa avevo scritto che “è grave che queste affermazioni si ripetano,
in momenti in cui la crisi della legalità sembra crescere e dove
l’individualismo, anche fiscale, sembra diventare una regola di vita,
un criterio etico”.
Nel
2006 sul sito di “Mosaico di Pace” erano state pubblicate alcune mie
considerazioni sulla differenza abissale tra la proposta di Bossi e la
Campagna di Obiezione alle spese militari, che vede anche Pax Christi
tra i promotori. Le ripropongo, con qualche aggiornamento...
A proposito della disobbedienza civile della Lega... di Renato Sacco
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L’Italia
è una Repubblica fondata sul lavoro. Vista la crisi sarà sempre meno il
lavoro dato a “tempo in – determinato” con tanto di contratto e
mansionario e sempre più il “lavoro creato” dal singolo o dal gruppo
ristretto grazie alla sua inventiva che sarà frutto di esperienza,
studio, competenze, possibilità. Siamo nel bel mezzo di un passaggio
d’epoca. Dalla tutela statuale (il lavoro è un diritto per tutti)
all’autotutela che non si aspetta nulla dalla società ma mette in moto
energie e risorse perlopiù private o di comunità ristrette.In questo passaggio d’epoca chi è avvantaggiato?
Fabio Pipinato: 1 Maggio. Investire sui giovani
Finora tasse, tagli e ancora
tasse. Ma quando comincia questa benedetta fase due del Governo Monti,
quella della ripresa e dell’occupazione? Chiediamo lumi ad Alberto
Quadrio Curzio,economista e membro dell’Accademia dei Lincei, abituato
a interloquire, per capire come va il mondo, con banchieri, scienziati,
governatori e capi di Governo, ma anche con negozianti e proprietari di
bancarelle. Uno dei pochi economisti che conosce anche il prezzo del
latte.
Francesco Anfossi: Quadrio Curzio: oltre la crisi
Un sondaggio commissionato
dalla Acli rivela il pessimismo degli italiani nell'affrontare la
crisi. La ripresa tra tre anni. Ma per uscire servono riforme. O forse
una rivoluzione.
Anche oggi purtroppo altri
suicidi, il gesto estremo di imprenditori in rovina, di lavoratori
senza più lavoro, di padri di famiglia che non riescono più a gestire
le spese quotidiane e che gettano la spugna, togliendosi la vita. Sono
decine dall'inizio dell'anno
TG3: Quelli che la crisi la pagano con la vita (video)
(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
La disperazione per il lavoro perso, i gesti contro la vita
... I suicidi per mancanza o perdita di un’occupazione
necessitano di essere ricordati allo stesso modo dei caduti sul
lavoro.
Raccogliamo l’ultimo, straziante grido di chi si è tolto la vita e
facciamo di tutto per mettere fine alla disperazione nera presente in
tante case italiane. Un esame di coscienza individuale e collettivo si
impone perché gli italiani – tutti – continuino a sperare.
Uscire di scena, tentazione che avvilisce
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Dall'inizio dell'anno ad oggi
sono 32 gli imprenditori che si sono suicidati a causa della crisi
economica e del peggioramento della situazione personale.
AVVENIRE: Dall'inizio dell'anno 32 imprenditori suicidi
Nel capoluogo emiliano sono
scese in piazza le vedove di imprenditori e lavoratori che si sono
suicidati a causa delle difficoltà economiche. "Ci dissociamo dalla
violenza ma capiamo lo stato d'animo di queste persone" ha detto,
riferendosi alla vicenda di Bergamo, Tiziana Marrone, moglie di
Giuseppe Campaniello, l'artigiano di Ozzano Emilia (Bologna) che si è
dato fuoco lo scorso 28 marzo per debiti con il fisco. Partecipano alla
marcia anche disoccupati e lavoratori 'esodati'
RAI-GIORNALERADIO: In marcia le donne "vedove per la crisi"
Un imprenditore di Bergamo ha
preso in ostaggio gli impiegati di Equitalia. Molti altri decidono di
uccidersi. E' la stessa disperazione.
Fulvio Scaglione: Armati o suicidi, i disperati della crisi
Mai dimenticare che molti dei
recenti suicidi di “imprenditori” (generica parola che comprende anche
moltitudini di lavoratori in proprio) hanno la disperata qualità del
disonore che il debitore sente gravare su di sé. Non riuscire più
a pagare gli operai, non riuscire più a pagare le tasse è forse un
vanto per i furbi e per i leggeri, ma è un peso tragico sulle spalle
degli onesti.
Michele Serra: Il fisco e il disonore
Non si sa cosa debba ancora
succedere perché i governanti sollevino la testa dai tabulati di Borsa
e prendano atto che esiste un’emergenza umanitaria nazionale. Un
terremoto economico e morale che va affrontato con gli strumenti della
vera politica: buonsenso e visione del futuro.
Massimo Gramellini: Emergenza nazionale
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Istituita
dall’Unesco nel 1993, si celebra oggi 3 maggio la Giornata Mondiale
sulla Libertà di Stampa. “Voci Nuove: la libertà dei media aiuta a
trasformare la società” è il titolo di quest’anno; in questi 4 mesi di
2012 sono già stati uccisi 43 giornalisti in tutto il mondo, secondo
quanto riporta l’International Press Institute di Vienna. Amnesty
International parla di giornalisti sotto “continuo attacco”.
Giornata della libertà di stampa, Amnesty: “giornalisti sotto attacco”
In
occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa e per
celebrare il suo cinquantesimo anniversario, Amnesty International
rilascia "Toast to Freedom" ("Brindisi alla libertà"), un nuovo ed
esclusivo brano dedicato all'attivismo per i diritti umani nel mondo e
inciso da quasi 50 artisti
La Giornata mondiale della libertà di stampa
Ventuno
giornalisti e 6 cybernauti o cittadini-giornalisti uccisi dall’inizio
dell’anno fino ad oggi. Uno ogni cinque giorni. Sono i dati diffusi
dall’associazione internazionale Reporters Sans Frontières in occasione
della Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa, istituita dall’Unesco
nel 1993 e quest’anno dedicata al cambiamento, alle voci nuove, emerse
grazie alla Rete e alla tecnologie connettive del web, che hanno
trasformato la società portando alla caduta di decennali regimi
repressivi in Nord Africa.
Giornata mondiale della libertà di stampa e l'importanza della Rete
Si
bloccano i motori di ricerca, si torturano gli attivisti per avere le
loro password su Facebook e Twitter, si approvano leggi che controllano
quello che le persone possono (o non possono) dire on line. Così alcune
nazioni dalla Cina alla Siria, da Cuba all’Azerbaijan cercano di
impedire a giornalisti, blogger e attivisti di denunciare le violazioni
dei diritti umani di cui sono testimoni.
La giornata mondiale per la libertà della stampa per fermare le persecuzioni e i controlli sul web
Relazioni
troppo strette e poco trasparenti tra l’autorità politica e i
giornalisti sono un pericolo per la società pluralista. E’ quanto ha
dichiarato il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn
Jagland, in occasione della Giornata mondiale per la Libertà di Stampa
che si celebra oggi. “Il rispetto della libertà di stampa – ha
sottolineato - dipende tanto dai governi che dai giornalisti”. Di
libertà di stampa si deve parlare, dunque, non solo per Paesi sotto
dittatura.
Giornata Mondiale della libertà di stampa, Consiglio d'Europa: autonomia a rischio anche in Occidente
19
anni fa l’Assemblea generale dell’Onu dichiarava il 3 maggio ‘Giornata
mondiale per la libertà di stampa’, nata per celebrare i principi
fondamentali della libertà di stampa, per valutare la situazione della
libertà di stampa in tutto il mondo e per difendere media e giornalisti
dai continui attacchi alla loro indipendenza.
La
libertà di stampa, infatti, è una delle garanzie fondamentali per la
tutela dei diritti umani e per la democrazia, elemento essenziale per
la partecipazione pubblica ai processi decisionali. Garanzia che non
sempre viene assicurata, e non soltanto nei paesi in cui vigono forme
di governi dittatoriali.
XIX giornata mondiale per la libertà di stampa
Oggi
3 maggio si celebra a Palermo la "Giornata in memoria dei giornalisti
uccisi da mafie e terrorismo". Sono 37 dall'inizio dell'anno i cronisti
uccisi nel mondo. In Italia dal 1960 al 1993 sono stati uccisi per mano
delle mafie 11 i giornalisti (8 dei quali in Sicilia), altri sono morti
all’estero impegnati nel racconto dei fatti che accadevano nei Paesi in
cui si trovavano, spesso luoghi di conflitto.
A Palermo la "Giornata in memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo"
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“La libertà di stampa è un bene
prezioso di cui ci si accorge solo quando manca, o viene fortemente
indebolita a causa di regimi oppressivi, pressioni di potenti,
intimidazioni e violenze della malavita, ritorsioni per motivi razziali
o religiosi, attività di corruzione.
FNSI: Il Sindacato dei giornalisti e la Giornata mondiale dell'informazione
È sempre più difficile che un
giornalista "free lance" riesca a trovare spazio sulla stampa italiana
per raccontarci i conflitti in giro per il mondo. Parola di Barbara
Schiavulli.
Alberto Laggia: Inviati di guerra, addio alle armi
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
I cristiani della Nigeria non devono essere abbandonati!
In Nigeria sta accadendo qualcosa di analogo all'Iraq, dove "è in corso
una epurazione dei cristiani, una pulizia etnica che attraverso
assassinii sistematici vuole costringere i cristiani ad abbandonare le
terre che hanno sempre abitato e dove convivono con i musulmani da più
di mille anni". E questo, spiega il ministro per la Cooperazione
internazionale Andrea Riccardi, perché "i cristiani sono una garanzia
di pluralismo che il totalitarismo musulmano vuole annientare".
Riccardi: in Nigeria analogia con epurazione di cristiani in Iraq
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Un altro caso “Asia Bibi”, la donna
cristiana condannata a morte in base all'accusa falsa di blasfemia
verso l'islam in questi giorni in Pakistan.
Marco Tosatti: Pakistan, altra cristiana in carcere
Undici
anni dopo la cacciata dei talebani, per le donne afghane poco è
cambiato. Violenze, soprusi, matrimoni forzati. E pochi aiuti per chi
vuole cambiare.
Romina Gobbo: Malalai Joya: "11 anni e non è cambiato nulla"
Romina Gobbo: La giustizia impossibile
Romina Gobbo: Un rifugio contro le violenze
La Siria ha
fame. Si
spara e si muore. Ma i combattimenti paralizzano anche i commerci e i
normali approvvigionamenti dei negozi. Le dispense si vuotano e la
gente fatica sempre di più. Il progressivo deteriorarsi della
situazioone ha fatto scattare l'emergenza umanitaria: almeno un
milione di persone rischia gravi consueguenza per la salute e
addiritttura la morte. La cifra sale di giorno in giorno. Serve un
intervento esterno. E serve subito.
Alberto Picci: Pasti caldi per la Siria che soffre
Il Ministero della Salute:
"Almeno 129 i feriti". Migliaia in piazza, fitta sassaiola vicino al
ministero della Difesa dopo la preghiera del venerdì. Chiedono elezioni
presidenziali regolari
LA STAMPA: Egitto, altro sangue in pazza Tahrir "Morti due manifestanti e un soldato"
Gli artefici del Fiscal Compact
cominciano a intuire il fallimento cui condurranno le loro politiche di
austerità. Il ritorno della questione sociale costringe i capi d'Europa
a svegliarsi, almeno un poco, dal dogmatismo ideologico nel quale per
anni sono stati immersi: quello secondo cui «la politica è inutile, le
Costituzioni pure. Il Mercato è la Bibbia, e protegge il potere di chi
lo onora».
Barbara Spinelli : I cardinali dell'economia e il cannocchiale di Galileo
Nomi “pesanti” quelli usciti
fuori dalla testimonianza dinanzi al Tribunale di Palermo dell’ex pm
Alessandra Camassa, oggi presidente di sezione al Tribunale di Trapani.
Il processo è quello che vede imputati due ufficiali dei carabinieri,
uomini di punta del Ros, il reparto operativo speciale dei carabinieri,
il generale Mori e il colonnello Obinu.
Rino Giacalone: Il giudice Camassa "Borsellino mi disse che un amico l'aveva tradito"
Racket e usura minacciano
l’economia italiana. 200 mila imprese alla gogna con un giro di affari
che si aggira sui 20 miliardi di euro ed un fatturato delle mafie che
arriva ai 150 miliardi di euro. La mafie si confermano un imponente
gruppo finanziario capace di infiltrasi con la tradizionale richiesta
di pizzo
Anna Foti : 15mila imprese calabresi soffocate dalle 'ndrine
"Il coraggio di sperare oggi"
HOREB n. 61 - 1/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Il
terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è
diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del
nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione
genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi
disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che
la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per
cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale:
è possibile sperare?
Questo
navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze,
che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro
o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli,
credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è
speranza”, egli sente il bisogno di oltrepassare lo scacco
dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in
avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso.
Sperare
si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante
le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza
gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la
morte non sia inghiottita nella vittoria.
Giovanni
Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto
i nostri peccati quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è
urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci
educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere
mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione.
La
speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in
libertà e di scegliere ogni giorno la via della vita. Essa
consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità
degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e
di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante
tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un
atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo,
che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta.
Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo
impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si
trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà.
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..." (EDITORIALE)
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
«Donna
meravigliosa amante della vita, sposa, madre, medico professionista
esemplare offrì la sua vita per non violare il mistero della dignità
della vita». Un’esemplare santità, quella di Gianna Beretta Molla,
sintetizzata con queste parole dal cardinale Carlo Maria Martini,
arcivescovo emerito di Milano, che oggi viene celebrata a cinquant’anni
dalla sua morte.
Gianna Beretta Molla, testimone della vita
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Elegante, dolce, determinata:
Gianna Beretta Molla è stata una madre e moglie felice, un medico molto
stimato, una donna come tutte vorrebbero essere. Di lei, del suo
rapporto con la vita, la famiglia, il lavoro e delle sue passioni ne fa
un commovente ritratto il primo figlio Pierluigi Beretta Molla.
Tutti i santi, grazie al
coraggio controcorrente che ha permesso loro di vivere al di là degli
schemi, sono in qualche modo pericolosi. Virtuosamente pericolosi. Ma i
santi "familiari", che hanno saputo intrecciare virtù cristiane e
quotidianità domestica e hanno contagiato direttamente con le loro
scelte il marito o la moglie, i figli, i fratelli e i parenti,
presentano una quota ancora più elevata di dirompente contagiosità.
Quindi diventano riferimenti di straordinaria umanità, capaci di
allargare a cerchi concentrici l’esplosione del bene, di innescare
vocazioni decisive, di prolungare per molti anni l’effetto positivo di
un gesto, di una parola, di uno stile di vita.
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
In una societá in cui
predominano i mercenari, il mondo ha una grande nostalgia dello
splendore del Pastore bello, e risulta piú attuale che mai questa
invocazione del salmista: “Sia su di noi la bellezza del nostro Dio”
(Sal 90,17). E quest’altra del Siracide: “Riempi Sion del tuo
splendore” (Sir 36,13). - fr Alberto Degan
Discepoli del "Pastore Bello" di Fr. Alberto Degan
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Santa Caterina da Siena Vergine e dottore della Chiesa, patrona d'Italia
Santa Caterina da Siena
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La Bibbia in un frammento
"Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?»". (Matteo 12,47-48)
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Le Frontiere dello Spirito" puntata del 29 aprile 2012
Il
programma di cultura e attualità religiosa, curato e condotto dal
Cardinale Gianfranco Ravasi, insigne biblista, e dalla giornalista
Maria Cecilia Sangiorgi. Nella
prima parte della trasmissione, il cardinale Ravasi commenta con la
consueta competenza e autorevolezza la prima lettura (Atti degli
Apostoli 4,8-12) e un frammento del salmo (117) proclamati nella
celebrazione della domenica.
Nella
seconda parte del programma "I volti e le storie", curata da Maria
Cecilia Sangiorgi, il servizio "Sarajevo 1992-2012 memorie e
speranze"
20
anni fa, in questi giorni, iniziava l’assedio di Sarajevo , quasi tre
anni di dolore, paure, orrori, di innumerevoli mort,i ma anche di
coraggio e di fede, a cui l’Europa ha assistito tra impotenza ed
indifferenza. Un anniversario da ricordare
il video della puntata intera sul sito Mediaset
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Alcune
letture sul tema degli uomini in guerra, delle reazioni umane alla
violenza, e di come gli esseri umani abbiano cercato di introdurre
l’ipotesi Dio per porre riparo al dolore e al male. Si inizia da un
testo semplicissimo, il reportage di un polacco, Wojciech Tochman, sui
territori della Bosnia a vent’anni dalla guerra e su quello che resta:
devastazioni e ricostruzioni, odio e dolore inestirpabile; tentativi di
riconciliazione con il proprio passato, e vergogne incancellabili;
lutti non vissuti, che trovano un poca di quiete solo nella
restituzione delle ossa ai parenti degli uccisi: montagne di ossa da
ricomporre, di vestiti d lavare, di oggetti da attribuire: solo per
fare salva un po’ di memoria.
Poi
si prosegue con le memorie di prigionia di Emmanuel Lévinas, internato
in un campo in Germania durante i cinque anni di guerra: appunti, note,
raccolte di pensieri che narrano la prigionia come esperienza
dell’essenziale e dello spirituale. Infine Jacques Derrida: che cosa
fa sì che il nostro corpo tremi? E perché trema la terra? E perché
qualsiasi tremore “è un tremore davanti a Dio”?
Audio
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Nella
quarta Domenica di Pasqua, 29 Aprile 2012, domenica del Buon Pastore,
si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, proposta
alla Chiesa universale con profetica intuizione, da Papa Paolo VI nel
1964. Il tema che il S. Padre Benedetto XVI propone in questa
quarantanovesima Giornata mondiale per la riflessione e la preghiera
delle comunità cristiane è: "Le vocazioni dono della carità di Dio"
(Deus caritas est, n.17). Ciò significa riscoprire la gratuità del dono
di ogni vocazione e di ogni chiamata a vivere la propria vita nel segno
della Beatitudine e dell'Amore, in continuità con quanto afferma Gesù
nel vangelo di Matteo: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente
date" (Mt 10,8). Lo slogan scelto dal Centro Nazionale Vocazioni della
Conferenza Episcopale Italiana è:"Rispondere all'amore... si può" Esso
si propone come invito a vivere con creatività, responsabilità e
fedeltà la propria vocazione.
XLIX Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni
Il Messaggio del Papa per la 49a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni in immagini, musica e parole!
video
il testo integrale del MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA XLIX GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI.
Preghiera
Beata sei tu, Maria
Vergine dal cuore infinito.
Intuisci con affetto di Madre
le segrete attese di ogni persona,
che cerca il senso autentico
della propria Chiamata.
Incoraggia con cuore di Madre
il profondo desiderio di ogni vita,
che sa farsi
dono e servizio nella Chiesa.
Donaci la tua mano dolce,
quando la strada delle scelte
si fa ardua e faticosa.
Donaci la tua fede trasparente,
quando il nostro cuore
è dubbioso ed inquieto.
Donaci la tua preghiera fiduciosa
per capire,
per partire,
per servire.
Vergine Madre, semplice nel cuore.
Vergine Sorella, sostegno nel cammino.
Vergine Amica, infinito Sì all'Amore.
Intercedi per noi sante Vocazioni,
dono gioioso della Carità di Dio.
Amen
video
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Oggi é avvenuta la beatificazione di Giuseppe Toniolo un modello di laico obbediente "in piedi"
"...Ricordare figure come Toniolo, alla vigilia del cinquantenario
dell’apertura del concilio Vaticano II, rappresenta un forte richiamo
all’esercizio di quella difficile arte del dialogo e del confronto. È
di laici come Toniolo che la Chiesa ha bisogno per continuare, con
profitto, quell’apertura al mondo moderno, che era una delle novità del
Vaticano II.
L’anniversario del Concilio è l’occasione propizia per una riflessione
sulla Chiesa odierna. Sull’istituzione e la profezia. Purtroppo,
all’orizzonte, nulla è in programma al riguardo. Nonostante cresca
l’irrequietezza e la frustrazione di tanti laici credenti e “pensanti”.
A causa della lentezza sul cammino del necessario rinnovamento. Non
resta che invocare lo Spirito Santo." (Famiglia Cristiana)
Un modello di laico obbediente "in piedi" (pdf)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La
beatificazione di Giuseppe Toniolo (1845-1918) è un evento di
straordinaria importanza per il cattolicesimo italiano; e non solo per
esso. Un padre di famiglia, un docente universitario, un militante
cattolico giunge agli onori degli altari: attraverso un cammino
incominciato nel 1933 negli ambienti della Federazione Universitaria
Cattolica Italiana. Un campione dunque dell’Azione Cattolica, che in
Toniolo ha visto il modello di un laico fattivamente impegnato nella
città secolare, in costante e continua comunione con la gerarchia.
Ma
Toniolo supera e oltrepassa le appartenenze di gruppo. Anche allora il
mondo cattolico era attraversato, talvolta dilaniato, da anime diverse
spesso in aperta competizione...
Fedeltà alla storia e desiderio di Dio
La beatificazione
di Giuseppe Toniolo sancisce il pensiero, l’azione e la vita di uno
studioso che realizzò una compenetrazione tra le sue solide convinzioni
eticoreligiose e studi economici di grande spessore scientifico. Ed
entrambi questi aspetti l’hanno aiutato a mantenersi libero verso gli
elementi ideologici che spesso indeboliscono le argomentazioni
economiche. È significativo perciò che venga beatificato in una
stagione di crisi e quando un po’ tutte le teorie economiche, di
diverso orientamento, appaiono inadeguate.
L’umana alternativa
Il
pensiero e l’opera di Giuseppe Toniolo (1845-1918) vanno collocati non
solo nell’ambito pur complesso e articolato del movimento cattolico
nazionale e della crociana “nuova Italia”, ma anche nel più vasto
quadro della coeva cultura europea, assumendo la parola cultura nel suo
significato pregnante di visione dell’uomo e del mondo, ossia come
scala di «valori, mentalità e costume, che si ispira e si traduce nei
comportamenti di un popolo». Una cultura che non è discorso astratto,
ma designa la “condizione concreta” dell’uomo in una determinata
situazione storica e tende con ciò stesso a “generare una civiltà”.
Intellettuale di frontiera
Per approfondire:
L’attualità
di Giuseppe Toniolo sta nella ricchezza e nella completezza di una
biografia laicale: coniugato, con una famiglia numerosa, uomo di studio
e di insegnamento, economista di rilievo, egli
partecipa all'attività scientifica e allo stesso tempo mette
a disposizione tutta la sua competenza per la divulgazione, il
coinvolgimento popolare, impegnandosi nell'associazionismo ecclesiale,
con una forte attenzione al sociale e, in
prospettiva, all'azione politica. Muove i suoi passi in
un’Italia che da poco è nazione e allo stesso tempo ha uno sguardo
europeo che lo porta a mantenere contatti frequenti con ambienti di
studio e con istituzioni culturali di respiro internazionale. Ad
unificare questo impegno vasto e generoso, una spiritualità laicale
vissuta con coerenza nella fedeltà quotidiana...
Chi è Giuseppe Toniolo
Giuseppe
Toniolo è stato anche l’iniziatore delle Settimane Sociali in Italia, a
Pistoia nel 1907, con il grande merito di aver guidato il laicato
cattolico del suo tempo a prendersi cura concretamente dei problemi del
Paese, in un periodo in cui ai cattolici non era aperta la via
dell’impegno politico diretto.
il
video in occasione del centenario delle Settimane Sociali dei
Cattolici Italiani (2007): "Un Centenario un protagonista:
Giuseppe Toniolo"
La
beatificazione di Giuseppe Toniolo, non può che rallegrare quanti hanno
a cuore il risveglio nella Chiesa di una nuova stagione del laicato. Un
laicato chiamato a quella vocazione universale alla santità che il
Concilio (L.G. 40) aveva riproposto con forza. Una santità sul modello
del Signore Gesù, possibile a tutti coloro che, di “qualsiasi
condizione”, si applichino a seguirne il modello, in virtù del loro
essere “nel battesimo della fede” veramente figli di Dio e
“compartecipi della natura divina e perciò realmente santi”. Su questa
strada la Chiesa ci indica un esempio in più.
Esempio di santità laicale
...
Ci accompagni uno dei pensieri che lo animò: «Noi credenti sentiamo nel
fondo dell’anima, ed è urgente proclamarlo: chi definitivamente salverà
la società non sarà un diplomatico, non un dotto, non un eroe, bensì un
santo, anzi una società di santi». Vale la pena pensarci, ora che ci
prepariamo a venerarlo come Beato.
la riflessione del card. Dionigi Tettamanzi: “La sua vita fu soprattutto armonia”
Visita il sito ufficiale del comitato di beatificazione e canonizzazione Giuseppe Toniolo Beato
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"Il
1° maggio, memoria di san Giuseppe lavoratore, ci richiama a cogliere
il lavoro dentro una visione dell’uomo che è illuminata profondamente
da Gesù di Nazareth. Egli ci aiuti a vivere in pienezza il rapporto tra
lavoro e resto della vita..."
1° maggio 2012 Festa dei lavoratori
Intervista
a padre Tarcisio Stramare, sacerdote degli Oblati di San Giuseppe.
Padre Stramare è esperto di “giuseppologia” nonché direttore del
Movimento Giuseppino.
Come si è passati dal 1° maggio, festa di lavoratori, alla festa di san Giuseppe lavoratore?
La
festa di san Giuseppe lavoratore, istituita il 1° maggio 1955, è
ovviamente recente; da parte sua, Pio XII voleva rivendicare al lavoro
e alla sua “festa” il loro originario significato e valore cristiano.
Il lavoro, infatti, non appartiene ad una ideologia o ad un partito, ma
all’uomo; per tale motivo esso è stato, in modo particolare, redento da
Gesù, tanto che Giovanni Paolo II, nell’enciclica Laborem exercens ha
usato l’impegnativa espressione di “Vangelo del lavoro”.
IL LAVORO NON APPARTIENE AD UN'IDEOLOGIA MA ALL'UOMO
Se fatto con amore ed al servizio del bene comune il lavoro eleva l'umanità
Il
lavoro, cioè la capacità di trasformare la materia animata e inanimata
in beni e risorse che si moltiplicano e che vengono messi a
disposizione di tutti, è una caratteristica che distingue l’umanità da
tutte le altre specie.
Ha
scritto a questo proposito Giovanni Paolo II “Il lavoro è una delle
caratteristiche che distinguono l’uomo dal resto delle creature (…) il
lavoro porta su di sé un particolare segno dell’uomo e dell’umanità, il
segno di una persona operante in una comunità, e questo segno
costituisce la sua natura”
Se
questa verità antropologica il cristianesimo ha sviluppato una
grammatica che noi oggi chiamiamo Dottrina Sociale della Chiesa.
Il
cristianesimo infatti è la religione che più di tutte ha glorificato e
magnificato il lavoro, San Giuseppe, Gesù Cristo, Paolo, Pietro, Maria
e tutti gli apostoli lavoravano.
San Benedetto fondò il suo ordine monastico sulle basi di “ora, labora e sii lieto”...
IL CRISTIANESIMO ESALTA LA DIGNITÀ DEL LAVORO
Per approfondire
Dottrina Sociale della Chiesa
Caro
San Giuseppe, scusami se approfitto della tua ospitalità e, con una
audacia al limite della discrezione, mi fermo per una mezz’oretta nella
tua bottega di falegname per scambiare quattro chiacchiere con te...
Audio
completo della lettera che don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta,
scrive a San Giuseppe. (registrazione effettuata ad Assisi nel Dicembre
1987 del brano "La Carezza di Dio")
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LA TENEREZZA DI DIO l’uomo possiede la vita ma non sa vivere di Arturo Paoli
La
parabola del capitolo 15 di Luca mi appare la più adatta per parlare
della tenerezza di Dio. Il filosofo Cacciari ha avuto un’intuizione
profetica commentando la frase diventata poi di uso comune: Dio è
morto. Quale Dio è morto? Si domanda il filosofo. Una risposta viene
proprio dalla parabola di Luca. La relazione del padre con i due figli
è una relazione di padre-padrone. Io ti ho sempre servito, non ho mai
disobbedito ai tuoi ordini sono le parole del maggiore. Si presenta
come il figlio buono ma la sua relazione con il padre denota lo schema
servo-padrone. Il minore si sottrae a questa logica perché
affettivamente insoddisfatto, egli sente che nella casa del padre c’è
opulenza, sono soddisfatti i bisogni e anche il superfluo, ma non c’è
l’essenziale per lui. Il suo cuore è triste perché non riceve l’amore
di cui ha bisogno e questo lo spinge a fuggire di casa.
LA TENEREZZA DI DIO
Cari amici,
anche
voi sarete stati colpiti dal numero crescente di suicidi di cui le
cronache quotidiane puntualmente ci informano. Abbiamo pensato di
dedicare questo numero alla tenerezza e il prossimo alla passione. La
tenerezza è una dimensione estremamente raffinata dell’animo umano che
esprime un lungo cammino di riconciliazione che la persona è riuscita a
fare, prima di tutto con se stessa e poi con il mondo che la circonda.
C’è bisogno di tanta accoglienza e di tanta tenerezza con noi stessi,
con i nostri numerosi limiti, con le ferite del passato e con quelle
presenti. Se il nostro atteggiamento abituale non supera uno stato
d’animo di attesa continua di risarcimento, non può entrare in una
dimensione di serenità e riconciliazione. Solo così potremo abbandonare
toni mal disposti, talora aggressivi e colpevolizzanti verso noi stessi
ma soprattutto verso le persone che fanno parte della piccola comunità
cui apparteniamo.
EDITORIALE DI MARIO DE MAIO
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UOMINI E PROFETI
Fedi e Mondo
Dalla Russia con Ennio Bordato, Adriano Roccucci e Natalino Valentini
Sabato 28 aprile 2012
È ancora un enigma il “continente” Russia: anche dopo la caduta del regime sovietico le dinamiche sociali, culturali e spirituali
continuano a rimanere largamente incomprensibili per l’Occidente.
Esiste ancora quella che un tempo si chiamava l’ “anima russa”? La
spiritualità russa, caratterizzata dalla dinamica della bellezza,
Ljudmila Ulickaja, Un bicchiere di acqua fresca, Cronache da una Russia solidale e sconosciuta, Edizioni Osiride 2011 www.aiutateciasalvareibambini.org
dalla fusione con l’etica, da un senso antinomico e concreto della
verità, hanno una traducibilità in termini contemporanei? Ne parliamo
con Natalino Valentini, studioso di pensiero religioso ortodosso, cui
dobbiamo anche la traduzione in italiano di molte opere di Pavel
Florenskij, e con Ennio Bordato, che presiede una associazione di
volontariato che aiuta bambini orfani, poveri, malati nella Russia di
oggi. È possibile trovare una strada – sia teorica che pratica – di
confronto tra le culture di un’Europa ancora divisa?
Suggerimenti di lettura:
Natalino
Valentini: Volti dell’anima russa, Identità culturale e spirituale del
cristianesimo slavo-ortodosso, Paoline 2012, Introduzione di Elia
Citterio
Igort, Quaderni russi, La guerra dimenticata del Caucaso, Un reportage disegnato, Mondadori
Leggere la Bibbia
Il racconto dei Vangeli con Enzo Bianchi domenica 27 aprile 2012
Cominciamo ad aprire il Nuovo
Testamento. Che cosa contiene? Che cosa ci ha voluto raccontare? Come
si è formato? Quali sono le fonti? Quale credito dobbiamo dare a quei
quattro libretti, a quella manciata di lettere e poco altro? Quali
sono, prima di tutto, le differenze tra i quattro evangeli, e quale
teologia sta alla base di ognuno di loro? Ce ne è qualcuno più
credibile di un altro? Ce lo chiediamo con Enzo Bianchi, priore
del Monastero di Bose, per capire la storia di quelle parole, se,
eventualmente, è possibile o ha un senso ri-predicare il Vangelo, e
come risuonano quelle parole per l’uomo e la donna di oggi.
Oggi il brano tratto dalla “letteratura” sarà un frammento dai Quattro quartetti di T. S. Eliot.
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CHIESA
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ed opinioni |
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Le
recenti polemiche sull’apertura di negozi e centri commerciali alla
domenica e nelle festività civili come il 25 aprile o il 1° maggio ci
porta a riflettere su una delle grandi conquiste registratesi in
occidente, grazie soprattutto all’ebraismo e al cristianesimo:
l’affermazione di un giorno settimanale – il sabato per gli ebrei, il
giorno dopo, la domenica, per i cristiani – come giorno di riposo per
tutti, tempo di festa condivisa e anche di assemblea per i credenti,
che insieme confessano la loro fede e celebrano il culto al Signore nel
quale mettono la loro speranza. Un giorno di tregua al neg-otium, al
tempo che “nega l’ozio”, per dedicarsi appunto all’otium che non è il
“far niente” della pigrizia, ma una presa di distanza dalla propria
opera, un antidoto all’alienazione possibile anche nel lavoro.
Per
secoli la domenica, nei paesi segnati dalla cristianità, era quasi per
tutti il giorno dell’astensione dal lavoro, giorno di festa in cui era
possibile incontrarsi, rinnovare e approfondire le relazioni,
permettersi un po’ di svago e di divertimento...
Perchè serve un giorno di festa di Enzo Bianchi
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Carissimi,
lo so che di tempo ne avete da vendere...
Sono
decenni che venite sottoposti ad analisi puntigliose, senza che se ne
ricavi gran che. E sulla vostra pelle sono visibili i lividi lasciati
da infiniti prelievi, senza che ancora si profili la più pallida
ipotesi di terapia per quel male oscuro che si chiama disoccupazione.
Non c'è che dire: le prospettive non sono proprio tali da tenervi su di
morale. E mi sento demoralizzato anch'io. Tantissimo...
Quanta tristezza! Ma perché vi scrivo?
Sostanzialmente per tre motivi.
Anzitutto
per dare spessore alle vostre speranze. Coraggio! Un giorno o l'altro
le cose cambieranno. Sono in tanti a pensare che non potranno andare
avanti così per molto tempo... Ma è indispensabile che la solidarietà
reciproca la viviate prima voi, al punto da anteporla perfino alla
vostra riuscita personale. Guardatevi dall'insidia di chi, sfruttando
gli istinti di sopravvivenza, cerca di tenervi separati nelle
rivendicazioni, magari con contentini a macchie di leopardo. E tenetevi
lontani dalla logica del “si salvi chi può”, o “dell'ognuno per sè e
Dio per tutti”. La quale logica, anche se vi dà l'apparenza del
successo immediato, si ritorcerà domani sui vostri figli...
La
seconda cosa che voglio dirvi è questa: non vendetevi a nessuno. Anche
a costo di morire di fame. Resistete tenacemente alle lusinghe di chi
pensa di manipolarvi il cervello comprandovi con quattro soldi.
Attenzione, perché di questi osceni tentativi di compravendita morale
ce ne sono in giro parecchi. Anzi, alle vostre spalle c'è tutta
un'orchestrazione di sfruttatori del disagio che vogliono ridurvi a
«zona denuclearizzata». Ad automi, cioè, espropriati di quell'intimo
nucleo di libertà da cui si misura la
grandezza irripetibile di ogni uomo...
E
infine voglio dire una cosa di cui forse solo i credenti potranno
capire il paradosso. La vostra condizione, nonostante il vuoto pauroso
delle tasche, vi conferisce un enorme potere d'acquisto sui mercati
generali della redenzione...
Con
voi, titolari della beatitudine che assicura sovrumani appagamenti a
chi ha fame e sete della giustizia, la Chiesa oggi promette di essere
solidale affinché sulla steppa della vostra desolazione maturino presto
frutti di libertà.
Vostro + don Tonino, Vescovo
Ascolta il testo integrale della lettera di Don Tonino ai giovani disoccupati
audio
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"Ho
sempre seguito con interesse e passione le manifestazioni e le lotte
per il primo maggio. Dico "lotte", perché con questo termine le chiama
l'enciclica "Laborem Exercens" di Giovanni Paolo II. Precisando, però,
che si deve trattare sempre di "una lotta pro e mai di lotta contro".
Precisazione fecondissima, nella mia vita e anche in quella di tanti
militanti cristiani, che seguono solidi e fondati ideali di giustizia,
non dietro bandiere passeggere, ma valori che hanno sempre a che fare
con il valore e la dignità della persona. "Agire
per esserci" ed "Esserci per agire". E' un motto che mi sgorga dal
cuore, altrettanto utile per capire l'efficacia e l'importanza dello
slancio che tutti dobbiamo avere per spingerci "oltre la stessa
precarietà" di questi anni appesantiti e stremati dalla crisi
economica.
"Nel cantiere della Speranza per una scelta d'impegno comune" Un
colloquio con il presidente della Commissione episcopale per i problemi
del lavoro, per capire come affrontare e uscire dalla crisi.
“Sono
solito paragonare questa crisi ad una sorta di potatura: quando si pota
solo un esperto conosce quali rami vanno tagliati, ed è un po’ la
fatica di questi giorni. Quando si pota non si vede il frutto, si
intravede soltanto”. E’ questa la chiave di volta per leggere la storia
di oggi, secondo monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo di
Campobasso-Bojano e presidente della Commissione episcopale per i
problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e membro del
comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei
cattolici. Classe 1948, appartenente alla congregazione degli
Stimmatini, ordinato prete aCrotone, è stato vescovo di Locri-Gerace
dal 1994 al 2007, come dire in prima linea per difendere la libertà
delle persone dal laccio opprimente della mafia.
“E’
sempre possibile trasformare, rinnovare, rifiorire. Mai lasciarsi
annientare dalla crisi, ma affrontarla con speranza e saper guardare
lontano. Le foglie ingiallite possono cadere, ma le radici restano e,
se sono solide, permetteranno sempre una rifioritura in primavera.
Tutto è possibile, perché Dio è più grande di noi”.
“Potare è sempre una fatica, ma finalizzata alla fioritura"
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Anche negli anni Trenta, nelle campagne italiane, ci fu difficoltà economica a causa della crisi cominciata nel 1929.
Don
Primo Mazzolari, parlando alle maestre cattoliche, spiega come
affrontarla dal punto di vista religioso: oltre gli spiritualismi
disincarnati di chi idealizza la miseria, ma pure traendone profitto.
Una lezione ancora attuale.
*******
“ Come ritenere estraneo alla religione un fatto come la crisi, che interessa tutti, sconcerta tutti e fa soffrire tutti?
Lo
studieremo considerandolo sotto tre aspetti: i nostri torti come
maestri cristiani di fronte alla crisi; gli effetti materiali della
crisi e i nostri doveri come maestri cristiani di fronte alla crisi.
"Il cristiano difronte alla crisi" di don Primo Mazzolari
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Il 24° Congresso nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani si svolge a Roma dal 3 al 6 maggio.
“Rigenerare
comunità per ricostruire il Paese, artefici di democrazia partecipativa
e buona economia” è il titolo scelto per l'evento centrale nella vita
associativa delle Acli.
«La
crisi che l’Italia sta vivendo non è soltanto politica o economica»,
spiega il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero. «È in crisi
innanzitutto il significato del nostro stare insieme. Per questo,
“rigenerare le comunità” è il presupposto di qualsiasi cambiamento
successivo».
dal sito Acli: CONGRESSO NAZIONALE 2012
Osare il futuro, le Acli a congresso
Per
rimettere in piedi l'Italia, afflitta da una grave crisi che è di
valori, e non solo economica, occorre ridare fiato, dignità e ideali
alle comunità locali. Battendo l'antipolitica.
Rivitalizzare le comunità locali per rifondare lo Stato
Circoli e patronati, la politica dal basso.
I nuovi orizzonti del bene comune
La difesa
dei diritti, la competenza, il rispetto della cosa pubblica,
l'osservanza dei doveri e delle leggi, sono comportamenti necessari e
possibili, non siamo condannati a rimanere vittime degli eventi, ha
detto questo pomeriggio, il segretario generale della Cei, monsignor
Mariano Crociata, nel saluto che ha rivolto al Congresso nazionale
delle Acli in corso a Roma a partire da oggi
La ricetta della Cei
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"Rigenerare
comunità per ricostruire il Paese. Acli artefici di democrazia
partecipativa e buona economia" è lo slogan scelto per il congresso,
che si apre - dopo i saluti del sindaco di Roma Gianni Alemanno, del
presidente della Provincia Nicola Zingaretti e della presidente della
Regione Lazio Renata Polverini - con la relazione introduttiva del
presidente nazionale Andrea Olivero. A seguire, l'intervento del
segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor
Mariano Crociata.
Audio integrale
Interventi
Preghiera iniziale
Proiezione filmato
Michele Consiglio
Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana
Andrea Olivero, presidente ACLI
Cristian Carrara, presidente ACLI Roma
Gianni Alemanno, sindaco di Roma
Paolo Beni, presidente ARCI
Giuseppe Merisi, presidente Caritas Italiana
Elsa Fornero, ministro del lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari opportunità
Michele Rizzi, vice presidente vicario ACLI
Stefano Fassina, responsabile nazionale del Dipartimento Economia e Lavoro PD
Michele Rizzi, vice presidente vicario ACLI
Giuseppe Guerini, rappresentante Alleanza Cooperative Italiane
Franco Pasquali, coordinatore Retinopera
Raffaele Bonanni, segretario generale CISL
Michele Rizzi, vice presidente vicario ACLI
Angelo Casile, direttore Ufficio Nazionale CEI Pastorale e Sociale e del Lavoro
Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente
Franco Miano, presidente Azione CattolicaVedi anche il nostro precedente post:
24°
Congresso nazionale delle Acli Roma 3/6 maggio.- “Rigenerare comunità
per ricostruire il Paese, artefici di democrazia partecipativa e buona
economia”
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"Dissentire in nome della fede"
C'è posto nella Chiesa cattolica per il dissenso, o è una realtà da
condannare e respingere, perché incompatibile con l'autentica fede?
E'
un tema che è stato rilanciato da Benedetto XVI, nella sua omelia alla
messa crismale del giovedì santo sulla cui scia si sono messi in molti,
tra i quali Andrea Tornielli, in un articolo sul sito Vatican Insider.
Il
motivo di questa attenzione al dissenso cattolico è la perdurante
risonanza, anche internazionale, che sta avendo l'appello alla
disobbedienza firmato da centinaia di preti austriaci che chiedono
cambiamenti sostanziali nella pastorale della chiesa e intendono
metterli in atto. Tra le loro rivendicazioni: l'Eucaristia ai
divorziati risposati, il diritto di predicazione dei laici, la presenza
di moderatori nelle parrocchie senza clero...
La
modalità di manifestare opinioni e necessità alla gerarchie ecclesiale
attraverso prese di posizione pubbliche non è nuova. Ci sono diversi
esempi...
"Dissentire in nome della fede" di Christian Albini
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
"A
qualche politico, che pensa di rifarsi la verginità, dopo anni di
permanenza al governo in ruoli di primissimo piano, e dichiara di non
voler ritirare a luglio i soldi dei rimborsi elettorali, bisognerebbe
ricordare che restituisce semplicemente ciò che non gli sarebbe mai
spettato.. " (don Sciortino - Famiglia Cristiana)
I soldi dei partiti e quelli delle famiglie
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POLITICA
Tagliare
la spesa pubblica è considerato da tutti la misura più efficace per
risanare i conti pubblici senza avviare processi recessivi. Tuttavia,
nonostante questo obiettivo sia stato enunciato nei programmi di tutti
i governi italiani del XXI secolo, nessuno è riuscito a realizzarlo in
modo consistente e risolutivo
Il
Governo ci chiede di segnalare gli sprechi di denaro pubblico. Fallo
anche tu! Digli di tagliare le spese militari, di cancellare gli F-35 e
i privilegi di cui godono gli alti gradi delle forze armate.
Se
si vuole procedere alla cura della democrazia dei partiti occorre
leggere i fondamenti della legittimità democratica non in astratto, ma
nel contesto della crisi della rappresentanza. Ora, la rappresentanza
elettorale è la fonte principale e insostituibile di legittimità, ma
non è la sola. Altre istituzioni si sono col tempo mostrate
essenziali e in qualche modo supplementari rispetto alle elezioni. Lo
scopo di chi si preoccupa della cura dovrebbe essere quello di
immaginare le istituzioni o gli interventi di riforma che meglio
possano contribuire a riportare la fiducia nella democrazia.
OPINIONI E COMMENTI
Visita di Benedetto XVI al
policlinico Gemelli. Papa Ratzinger ha definito l'Università cattolica
del Sacro Cuore «luogo in cui la relazione di cura non è mestiere, ma
missione».
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Le polemiche nate intorno a
Roberto Formigoni, culminate con una sorta di (blandissimo) mea
culpa da parte del successore di don Giussani, don Julian Carron, sulle
pagine di laRepubblica (1) hanno moltiplicato le analisi sul
fenomeno Comunione e Liberazione (vedi note).
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Le
prenotazioni erano ventimila, ma ieri mattina in piazza San Pietro, ad
ascoltare l’udienza del Papa, erano in quarantamila. Ai polacchi venuti
da lontano nell’anniversario della beatificazione di Giovanni Paolo II
si sono aggiunti altri, romani; e gente che a Roma era magari di
passaggio, in vacanza, e che non aveva previsto di andare in San
Pietro. Pazientemente si sono sottoposti alle code, ai controlli di
sicurezza; una folla non piccola, uguale alla popolazione di una città
come Alghero o Imperia, s’è radunata in una mattina feriale ad
ascoltare Benedetto XVI.
Dopo
la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II «in qualche modo si
è sprigionata una sorgente di gioia che ha portato a tantissime
iniziative», mentre continuano le «grazie» che i fedeli attribuiscono a
papa Wojtyla. E tra queste «grazie» ci potrebbe già essere il
«miracolo» che, se riconosciuto tale dalla Chiesa potrà portare alla
canonizzazione del Pontefice polacco. Parola di monsignor Slawomir
Oder, postulatore della causa che ha portato papa Wojtyla all’onore
degli altari: è lui la personalità ad aver seguito più da vicino tutte
le procedure che, precisamente un anno fa, hanno condotto alla
cerimonia con cui Benedetto XVI ha iscritto il suo immediato
predecessore nell’albo dei beati. Per Oder, che a Roma presiede il
Tribunale di Appello del Vicariato, il “lavoro” su Giovanni Paolo II
non è quindi finito il 1° maggio 2011. Anzi.
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Sembrerebbe una vicenda da
raffinati esegeti, invece riguarda tutti i fedeli che,
durante la messa, ascoltano le parole della preghiera della
consacrazione nella quale, prima dell’elevazione del calice, si dice:
"Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue, per la
nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei
peccati". Ebbene, nel nuovo messale Romano quel “per tutti”,
introdotto con la riforma liturgica del Concilio Vaticano
II, ridiventa “per molti” , come appariva nell’antico
Messale di San PioV, cioè come nella messa tradizionale secondo i
canoni del Concilio di Trento.
Il papa rassicura che ciò non va inteso come una sorta di restrizione
della redenzione, ci mancherebbe altro: Gesù è venuto per salvezza di
tutti, ma non tutti sono disposti ad accoglierlo e quindi il “molti”
indicherebbe la possibilità di libertà della risposta.
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Osservatore privilegiato del
Concilio Vaticano II nella veste di perito, il cardinale Roger Marie
Etchegaray rievoca gli anni conciliari con il distacco di chi li ha
vissuti da attore non protagonista, quasi tra le quinte di un teatro:
«Non sono tra coloro che "hanno fatto il Concilio" – ammette sorridendo
–, ma ho avuto la grazia di viverlo intensamente dall’interno,
all’ombra dei vescovi»
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1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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