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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
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NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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Pagina in continuo aggiornamento
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"Sia festa in tutto l'universo: Cristo, letizia eterna, è risorto!" (S. G. Damasceno)
AUGURI!
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Festa della mamma
La maternità avvicina a Dio, ama e perdona sempre Domenica 13 maggio si festeggia in Italia la festa della mamma. Misterioso
il disegno divino che dà alla donna la prerogativa di trasmettere la
vita. Una prerogativa che insieme alla grande capacità di amare e di
perdonare avvicina in maniera particolare le madri a Dio.
GRAZIE MAMMA!! ...
Anche in carcere si celebra la festa della mamma, di quelle splendide
eroine che campeggiano statuarie fuori dalle sbarre per stringere una
mano, carezzare la barba, baciare quel figlio del quale si prova
evidente nostalgia. Le loro occhiaie stanche parlano di fatiche e
lunghi viaggi, le loro rughe raccontano di notti insonni e pensieri
vagabondi, nelle loro scarpe ci sono andate e ritorni senza più
certezze. Sono donne speciali, le mamme dei carcerati, perché donne
capaci di rimetterli al mondo due volte: la prima volta quando li
fecero entrare in questo spendido palcoscenico dell’esistenza, la
seconda volta quando, il giorno dopo un misfatto, si sono rimboccate le
maniche e han trovato il coraggio di scendere pure loro negli inferi
delle galere; per amare quei figli quando forse meno se lo meritavano.
Loro hanno capito che è proprio quello il momento in cui hanno più
bisogno.
La forza delle madri
Secondo
il tredicesimo Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo di Save the
Children, il Niger è diventato il Paese peggiore al mondo dove essere
madre, raccogliendo questo drammatico testimone dall’Afghanistan, che
ha occupato l’ultima posizione nei 2 anni precedenti. La Norvegia si
conferma invece al primo posto, in una classifica che comprende 165
Paesi e tiene conto di fattori come la salute, l’istruzione e lo stato
economico e sociale delle madri, insieme ad indicatori della condizione
infantile quali salute e alimentazione. L’Italia è scesa in 2 anni dal
17° al 21° posto e non è stata capace di segnare nell’ultimo anno
progressi significativi.
La
distanza abissale che separa le condizioni di donne e madri e dei loro
figli tra il primo e l’ultimo paese della classifica ben rappresenta le
enormi disparità esistenti tra i paesi più sviluppati del pianeta e
quelli più poveri.
Festa
della mamma, Save the Children: il Niger è il posto peggiore al mondo
dove essere madri, la Norvegia il migliore. L’Afghanistan abbandona
l’ultima posizione, l’Italia ferma al 21° posto dopo la Grecia
Domenica
sarà la Festa della mamma. Ma, come scriviamo sul numero di maggio di
Combonifem magazine, l’Italia non è un Paese per mamme. Basterebbe
soffermarsi sui numeri che riguardano la maternità per capire il perché
di quest’affermazione: in Italia lavora solo una donna su due; alla
nascita del primo figlio una su tre è costretta ad abbandonare il
proprio posto di lavoro.
L’Italia non è un Paese per mamme
In
occasione della Festa della mamma, che si celebra il 13 maggio, la
Fondazione Ismu di Milano presenta una ricerca sulla maternità delle
donne straniere in Italia.
Mamme immigrate, grazie di esserci Comunicato stampa Ismu a cura di Laura Zanfrini, responsabile settore Economia e Lavoro della Fondazione ISMU
A proposito della Festa della Mamma: le mamme immigrate (pdf)
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Vivere per un altro Ripensare la maternità come risorsa per tutti
La
maternità è un’esperienza squisitamente femminile, eppure viene
celebrata maggiormente dagli uomini. Un po’ perché le donne temono di
essere ridotte al ruolo materno, che è altro dalla maternità, un po’
perché la festa della mamma cede spesso a toni retorici che non toccano
la reale esperienza delle donne. Non parliamo poi del sentire sociale
italiano – e purtroppo spesso anche ecclesiale – che è ben disposto a
elogiare le madri, purché non abbiano la pretesa di parlare della
maternità come di una questione sociale. Mi sembra quindi più proficuo,
piuttosto che celebrare la festa della mamma, riflettere
sull’esperienza materna e sul valore che essa ha per tutti.
"Vivere per un altro" di Simona Segoloni Ruta
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Infanzia
in Italia, Save the Children: il 22,6% dei bambini è a rischio povertà,
quasi 1 su 4, con uno spread rispetto agli adulti dell’ 8,2%, uno dei
più alti in Europa.
Tra
i più colpiti, i bambini con un solo genitore - quasi 1 su 3 in povertà
- e i figli delle giovani coppie, dove il rischio povertà colpisce
quasi 1 minore su 2. Nel nuovo dossier “Il paese di Pollicino” dati
inediti e le proposte dell’Organizzazione al Governo per dimezzare la
povertà minorile estrema
Da
oggi e per tutto il mese di maggio “Ricordiamoci dell’infanzia”, la
nuova Campagna di Save the Children in aiuto ai bambini a rischio in
Italia, con le foto di tre bambini che impersonano il premier Monti e i
Ministri Fornero e Passera da piccoli. Tra le azioni di
sensibilizzazione un grande evento il 25 maggio a Roma, altri eventi in
13 città, un appello al Governo. A sostegno della Campagna anche molti
personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura.
il comunicato stampa di Save the Children
Un bambino interviene ad una conferenza di Monti per ricordargli il problema della povertà minorile in Italia.
video
IL PAESE DI POLLICINO
L’Italia ha dimenticato i bambini.
Le
proposte di Save the Children per rimetterli al centro dell’agenda e
promuovere un piano strategico di lotta alle povertà minorili.
Il
dossier è stato realizzato da Save the Children in occasione della
campagna “Ricordiamoci dell’infanzia”. L’iniziativa si rivolge prima di
tutto al Governo ma intende coinvolgere anche singoli cittadini,
imprese, enti locali, il mondo della cultura e dell’informazione
IL PAESE DI POLLICINO (pdf)
Per saperne di più:
visita http://www.ricordiamocidellinfanzia.it/
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Non
ha fatto molto clamore questa frase di Mario Monti, pronunciata
domenica scorsa, 13 maggio, incontrando alcuni giovani provenienti da
vari paesi in guerra, ospiti della Cittadella della Pace, a Rondine
(Arezzo). Che bello! Detta così la cosa sembra quasi commovente: la
guerra, un lontano ricordo… ora (noi) siamo in pace! Si perché le
guerre non combattute sul patrio suolo non le chiamiamo più guerre, ma
‘missioni di pace’. Basta cambiare la parola e tutto è risolto. Oppure
tacere qualche altra parola, come ‘vendita di armi’ a paesi in guerra.
E così facciamo la figura di quelli buoni. Ma quante guerre, ancora
oggi, noi finanziamo? Quante guerre vengono combattute con il Made in
Italy?...
‘Per l'Italia la guerra è solo un ricordo’ (M. Monti) di Renato Sacco
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QUELLO CHE (NON) HO
La messa in onda, e il
successo, di 'Quello che (non) ho' ha "dimostrato che la tv puo' non
essere solo un discount". Lo afferma Fabio Fazio, in un'intervista a
'l'Unità', sottolineando che quello suo e di Roberto Saviano è stato un
programma "estremo", perché "non è proprio il tipo di programma che si
è abituati a vedere in tv. E' nato da una parola scritta su un foglio,
con tanti intellettuali sul palco, però è riuscito a conquistare un
pubblico così ampio. E' stata coraggiosa La7 a consentirci di farlo con
questa modalità"..
ADNKRONOS: Fazio:"Abbiamo dimostrato che la televisione può non essere un discount"
Tutti i video
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Può essere questa la soluzione alla crisi?... :(
Porte chiuse agli immigrati. Troppa disoccupazione
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No allo stop del decreto flussi
proposto dal ministro Cancellieri. Dalla seconda giornata del Migramed
2012 a Cagliari organizzata dalle Caritas del Mediterraneo emergono
critiche all’ipotesi del ministro dell’Interno di chiudere le porte
causa disoccupazione.
Paolo Lambruschi: Stop decreto flussi La Caritas contraria
La
crisi dell’Europa si è abbattuta sui conti pubblici, ma le vere vittime
sono i giovani. Nel Vecchio Continente un under 30 su quattro è senza
lavoro, e nei paesi più in difficoltà la metà dei giovani non hanno
alcuna occupazione.
GIORNALETTISMO: Giovani, europei e disoccupati
Secondo
il diritto internazionale la tortura è un crimine contro l'umanità.
Secondo il legislatore italiano la tortura non è un crimine.
Preoccupazioni politiche, timori da parte delle forze di polizia,
indifferenza tipicamente italica verso l'ordinamento internazionale
hanno determinato questa intollerabile lacuna normativa.
Patrizio Gonnella: Un reato fantasma ma è l'unico chiesto dalla Costituzione
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A
Niscemi, in provincia di Caltanissetta, sta sorgendo un sistema di
comunicazione satellitare militare denominato Muos (Mobile User
Objective System). E’ una delle quattro stazioni radio che gli Stati
Uniti stanno costruendo per ammodernare le trasmissioni tra le forze
militari sparse per il globo.
Luca Galassi: Niscemi, la minaccia elettromagnetica
Per fronteggiare il
moltiplicarsi delle proteste popolari in giro per il mondo, le forze
dell’ordine europee e nordamericane stanno adottando strategie di
repressione, anche preventiva, che comportano limitazioni alla libertà
di manifestazione senza precedenti.
Enrico Piovesana: Vietato dissentire
Sono
decine di migliaia i congolesi che fuggono verso Ruanda e Uganda per
sottrarsi alla violenza di un gruppo armato (e ammutinato) affamato di
violenza.
GIORNALETTISMO: L'esercito oscuro che terrorizza il Congo
Si
scanneranno anche per le isole del Mar Cinese Meridionale o Orientale
ma, quando si tratta di commercio, si riscoprono cittadini di una “casa
comune confuciana” che appiana ogni
divergenza.Cina, Giappone e Corea del Sud hanno
annunciato colloqui ai più alti livelli per costituire un’area di
libero scambio dell’Estremo Oriente.
Gabriele Battaglia: Giappone, Cina, Corea verso l'area di libero scambio
Il voto per il rinnovo della
camera bassa, pur contestato dalle formazioni islamiche, conferma la
leadership del presidente Bouteflika e del suo partito. Una scelta di
continuità. Fanno discutere i numeri sull’affluenza (42,9%), ma gli
osservatori europei promuovono lo scrutinio. .
Laura De Santi: Algeria, uno schiaffo alla "Primavera araba"
Negli
slum della capitale del Kenya vivono 3 milioni di persone. Kibera e
Korogocho sono quelli più popolosi. Abitazioni, sicurezza, sanità,
educazione e igiene sono i grandi problemi di cui si occupa la Rete
Exodus, creata dalle parrocchie sorte in questi quartieri marginali per
affrontare insieme le sfide comuni.
Luis e Larra Lomas: Rete di liberazione
Ancora manifestazioni
studentesche per chiedere istruzione gratuita, pubblica e di qualità.
Sono scesi in piazza a migliaia, andando incontro alla solita
repressione in stile Pinera, che ha provocato il bilancio finale di 70
arrestati e tre feriti.
Stella Spinelli: Cile, studenti in piazza mettono il governo all'angolo
Un’immagine,
negata, non è meno forte. Un’immagine, celata, anche nella società del
visuale, racconta una realtà, che nessuno può negare. Magari
nascondere, ma negare no. I 1500 militari sauditi delle forze
speciale che, mesi fa, hanno passato il confine per entrare il Bahrein,
correndo in soccorso della monarchia locale, cinta d’assedio dalle
proteste degli sciiti, hanno segnato una svolta.
Christian Elia: Arabia Saudita - Bahrein: prove di annessione
Le autorità colombiane hanno preso in considerazione anche l’ipotesi che a organizzare l’attentatodi
ieri avvenuto nel cuore di Bogotà contro Fernando Londoño, ministro
della Giustizia del governo Uribe, siano stati gruppi di paramilitari e
non la guerriglia delle Farc, accusata ancor prima di iniziare a
svolgere le indagini.
Stella Spinelli: Colombia, fatti e ipotesi di uno strano attentato
34 (trentaquattro) ministri,
anzi 17 (diciassette) ministre e 17 (diciassette) ministri. La parità
promessa è stata mantenuta. Una assoluta novità nel panorama dei
governi. Solo 5 (cinque) hanno già una esperienza governativa, cioè
circa un settimo (1/7) del totale, molti giovani, un ampio rinnovamento
dell’usuale panel del potere.
Bruno Giorgini: Francia. Il nuovo governo delle parità
La spesa pubblica per
l'istruzione è in calo. Ne risentono docenti, insegnanti di sostegno e
personale. Salvi solo i presidi e gli insegnanti di religione. Mentre
si riducono i loro alunni. I dati nella relazione 2012 della Corte dei
Conti
Salvo Intravaia: Scuola, con la Gelmini tagli per tutti si salvano solo i prof. di religione
«La scuola ha già dato, ha già
sofferto molto per i tagli orizzontali, adesso siamo impegnati in una
fase di nuova crescita ed equità». La spending rewiew (le
razionalizzazioni a cui il governo guarda come ad un modo concreto per
tagliare gli sprechi) vista dal ministero dell'Istruzione, e in
particolare dal sottosegretario Marco Rossi Doria che al Corriere
della Sera racconta tutto il progetto per gli anni a venire e
significa una cosa sola: non ci saranno altri tagli, «non nelle scuole
e per le scuole, solo razionalizzazioni su immobili ad uso
amministrativo, sugli affitti di sedi periferiche e uno sconto nella
spesa delle scuole del 15 per cento acquistando il materiale e gli
strumenti attraverso il sistema Consip messo in piedi proprio per
ottenere riduzioni dei costi vivi»
Mariolina Iossa: "Basta con i tagli nella scuola Ore e professori non diminuiranno
Recentemente sono arrivati sui
banchi delle scuole italiane i test Invalsi, redatti dall’Istituto
Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di istruzione e di
formazione. Si tratta di test standardizzati, principalmente a risposta
multipla, finalizzati a valutare i livelli di apprendimento degli
alunni. Anche nell'ambito scolastico, l’Italia importa con anni di
ritardo modelli di sviluppo che si sono rivelati disastrosi altrove.
Danilo Casertano: Invalsi entra a scuola: i limiti dei test standardizzati
Come ogni anno i test Invalsi
hanno fatto discutere i protagonisti della scuola: Cobas, molti docenti
e studenti hanno denunciato l'inutilità di questo strumento di
rilevazione dell'apprendimento.
LETTERA43: Test Invalsi, scuola e Cobas li boicottano
Intere scolaresche che ne
tentano il boicottaggio, associazioni studentesche attive nella
raccolta di firme per proporre la loro abolizione, insegnanti in
protesta, sindacati in lotta gli uni contro gli altri. Tema: i Test Invalsi,
le prove volute “assolutamente” dal Governo italiano al fine di
valutare il livello di apprendimento degli studenti al terzo anno della
scuola secondaria di primo grado, e quindi, per entrare nel merito
della stessa qualità dell’insegnamento in Italia.
Pasqualina Scalea: Opinioni a confronto sui Test Invalsi: la parola alle insegnanti italiane!
Invalsi,
ultimo atto. Ma sulla tornata finale dei test che valutano la
preparazione dei nostri studenti in matematica e italiano, si addensano
le nubi della protesta.
Antonella De Gregorio: Test Invalsi, gli studenti: boicottiamoli
INTERVISTA AL RESPONSABILE DEL SERVIZIO NAZIONALE DI VALUTAZIONE
Roberto Ricci (Invalsi): «Gli insegnanti non abbiano paura dei test». «E' l'Europa che ci chiede di misurare la scuola»
Antonella De Gregorio: «Misurare la scuola serve a migliorarla»
Che dalla voce di un Ministro “tecnico” di un governo “tecnico” non potessero che uscire elogi nei
confronti di uno strumento anch'esso “tecnico” di valutazione
“oggettiva” degli apprendimenti dei nostri studenti, certo non poteva
stupirci. Come non ci ha stupito sentirlo tessere l'elogio di un
sistema di valutazione finalmente “moderno” ed europeo che basandosi
sulle evidenze di questi test possa fornire ai decisori gli strumenti
necessari per conoscere e intervenire nel sistema di istruzione
nazionale. Come non ci ha stupito nemmeno la sede squisitamente
“tecnica” (un convegno organizzato dalla Fondazioni San Paolo e TreeLLLe) in cui queste affermazioni sono state rilasciate per la prima volta dal Ministro ai mezzi d'informazione.
Cerchiamo, però, di prendere in considerazione anche alcuni aspetti
sgradevoli, ma purtroppo necessari quando si ha a che fare con
“obsoleti” esseri umani e non con moderne tecnologie d'avanguardia.
Matteo Vescovi: La relazione valutativa dell'Invalsi
Inval SI - NO Convegno CESP del 20 aprile 2012, Bologna
Video
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Un
omaggio a Palermo, e, soprattutto, ad alcuni dei suoi eroi: i
magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e i componenti – uomini e
donne – delle scorte, che morirono nelle stragi del ’92.
E’
il libro “Vent’anni”, curato da Daniela Gambino ed Ettore Zanca, edito
da Coppola, in uscita il 18 maggio prossimo. Racconti, interviste,
testimonianze, impressioni, monologhi teatrali e testi di canzone, per
non dimenticare. Sembra il diario di una partecipazione emotiva, un
ritratto di Palermo e del Paese. Emozioni intime che diventano
condivise. Ne parla uno degli autori, Ettore Zanca, nato a Palermo, nel
‘71, consulente legale, oggi residente a Colleferro.
“Vent’anni”, un omaggio a Palermo e ai suoi eroi
Proponiamo un brano tratto dal volume “Vent’anni” Raramente
capita che le tragedie della storia ci tocchino quasi come vicende
private. A me è capitato pochissime volte. Due di queste, a meno di due
mesi di distanza, fra il 23 maggio e il 19 luglio del maledetto 1992.
Ogni tanto ho riflettuto sulle ragioni di questa sensazione insolita,
rara: ma non sono riuscito a fare chiarezza. Falcone e Borsellino li
avevo conosciuti di persona, ma non ne ero certo amico: probabilmente
non mi avrebbero riconosciuto se mi avessero incontrato in un salotto o
in bar.
Strage di Capaci (1992-2012) Tragedia storica, angoscia privata di Augusto Cavadi
23
maggio e 19 luglio 1992: la mafia e i suoi complici di Stato uccidono
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, otto agenti delle scorte e
Francesca Morvillo. L’Italia è in ginocchio, scossa, ferita. Sembra il
colpo mortale alla speranza di battere la mafia. E invece c’è una
cittadinanza che reagisce, c’è il coro “fuori la mafia dallo Stato”
urlato di fronte alla cattedrale di Palermo, ci sono i fischi e gli
insulti alle autorità, le lenzuola bianche, le associazioni antimafia,
il consolidamento di una cultura che ha portato la Sicilia e l’Italia
intera a uscire dal silenzio, ad aver meno paura e a reclamare una
verità che tarda ad arrivare. Dove eravamo noi in quel momento? Come
abbiamo guardato al futuro, in che misura siamo cambiati e quanto le
stragi del ‘92 hanno inciso sulla nostra vita e sulle nostre scelte? A
vent’anni dagli attentati di Capaci e via D’Amelio, questo libro prova
a raccontare quei giorni drammatici, attraverso la testimonianza di chi
li ha vissuti. Non solo familiari, magistrati, giornalisti, poliziotti,
persone all’epoca già in prima linea nella lotta alle mafie, ma anche
donne e uomini che, a partire da quei giorni, hanno iniziato, ognuno
nel proprio ambito, a combatterle.
Dove eravamo – Capaci e via D’Amelio 20 anni dopo
video
la scheda del libro: DOVE ERAVAMO I giorni che ci cambiarono la vita. Vent’anni dopo Capaci e Via d’Amelio.
A
vent’anni dalla strage di Capaci, un fumetto per raccontare la mafia ai
ragazzi Claudio Stassi rilegge a fumetti il romanzo omonimo di Luigi
Garlando
Nella
storia recente, la lotta alla mafia ha avuto tra i protagonisti
indiscussi il giudice Giovanni Falcone che, insieme a Paolo Borsellino,
rappresenta lafigura più nota per la rilevanza del suo operato e il
tragico destino. A vent’anni dalla strage di Capaci, il Giornalino,
settimanale per ragazzi del Gruppo Editoriale San Paolo, commemora
questa data con la pubblicazione di “Per questo mi chiamo Giovanni”
Su il Giornalino “Per questo mi chiamo Giovanni”, per raccontare la mafia ai ragazzi
In
occasione del XX Anniversario della Strage di Capaci il Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Fondazione
“Giovanni e Francesca Falcone” indicono il concorso “CAPACI VENT’ANNI
DOPO. ETICA, RUOLO E VALORE DELLA MEMORIA”.
XX Anniversario della Strage di Capaci. Bando di concorso "CAPACI VENT'ANNI DOPO. ETICA, RUOLO E VALORE DELLA MEMORIA".
video
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Incontriamo Giusto
Sciacchitano, sostituto procuratore nazionale antimafia, a Palermo.
Parlare di legalità, di cultura, di Sicilia, ci permette di entrare
subito in sintonia. Classe 1940, palermitano, si racconta con
semplicità: gli anni in seminario prima a Palermo e poi a Roma; gli
studi filosofici alla Pontificia Università Lateranense, la laurea in
giurisprudenza. L’entrata in Magistratura nel 1969, il lavoro in
Procura a Palermo dal 1972 al 1993, «il lavoro», ci tiene a dire, «con
Giovanni Falcone, prima della nascita del pool» e, dopo le stragi, da
diciotto anni, a Roma, prima al ministero degli Esteri e a tutt’oggi,
il delicato impegno come sostituto procuratore.
Fernanda Di Monte: Boss senza Dio
Attilio
Bolzoni, inviato di Repubblica, racconta gli anni delle stragi
trent'anni dopo. Torna a Palermo e ripercorre le strade dove furono
ammazzati Pio La Torre, Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone e
Paolo Borsellino. Ha racchiuso le loro storie in un libro e in un film:
"Uomini soli". Il 16 maggio in edicola con Repubblica.
LIBERA: Uomini soli (testo+video)
“Fui io a recuperare
l’esplosivo per la strage Capaci”. Il pentito di mafia Gaspare
Spatuzza, già braccio destro dei boss Graviano che si è autoaccusato di
avere avuto un ruolo nella strage in cui morirono il giudice Paolo
Borsellino e cinque agenti della scorta, ha rivelato ai magistrati
di Caltanissetta, che conducono le nuove indagini sulle stragi
mafiose del ’92 e sull’ipotesi di una trattativa tra Stato e
mafia, di avere reperito anche l’esplosivo utilizzato per compiere
l’attentato di Capaci al giudice Giovanni Falcone.
Matteo Zola: Spatuzza confessa: "L'esplosivo per Falcone l'ho trovato io"
Il magistrato Antonino Di
Matteo: «Necessario estendere il 416 ter a patto di scambio
politico-mafioso». Concorso esterno: «Strumento necessario e valido»
Norma Ferrara: "Legge Borselino" per spezzare legami mafia, economia e politica
"Il coraggio di sperare oggi"
HOREB n. 61 - 1/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Il
terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è
diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del
nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione
genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi
disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che
la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per
cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale:
è possibile sperare?
Questo
navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze,
che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro
o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli,
credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è
speranza”, egli sente il bisogno di oltrepassare lo scacco
dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in
avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso.
Sperare
si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante
le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza
gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la
morte non sia inghiottita nella vittoria.
Giovanni
Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto
i nostri peccati quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è
urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci
educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere
mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione.
La
speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in
libertà e di scegliere ogni giorno la via della vita. Essa
consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità
degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e
di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante
tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un
atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo,
che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta.
Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo
impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si
trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà.
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..." (EDITORIALE)
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
INCONTRI PER L’ESTATE – 2012
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
LECTIO DIVINA 17-22 LUGLIO LETTURA DEI LIBRI DI SAMUELE con p. Pino Stancari sj
Locandina (pdf)
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SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ 6-11 AGOSTO 2012
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
DA UNA CHIESA TRIONFANTE
AD UNA CHIESA MENDICANTE
A 50 anni dal Concilio Vaticano II
il programma della settimana di spiritualità (pdf)
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La Bibbia in un frammento
"Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini!".
(Matteo 15,26)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Le Frontiere dello Spirito" puntata del 13 maggio 2012
Le Frontiere dello Spirito" puntata del 13.05.2012 VI Domenica di Pasqua - Anno B -
Il
programma di cultura e attualità religiosa, curato e condotto dal
Cardinale Gianfranco Ravasi, insigne biblista, e dalla giornalista
Maria Cecilia Sangiorgi.
Nella prima parte della trasmissione,
il cardinale Ravasi commenta con la consueta competenza e autorevolezza
la prima lettura (Atti degli Apostoli 10,25-27.34-35.44-48) e un
frammento del salmo (98) proclamati nella celebrazione della domenica.
Nella
seconda parte del programma "I volti e le storie", curata da Maria
Cecilia Sangiorgi, il servizio "Bolivia da scoprire gli eredi dei
gesuiti".
il video della puntata intera sul sito Mediaset
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
A
cinque anni dalla morte (22 gennaio 2007) e a cento dalla nascita (5
agosto 1912) dell’Abbé Pierre, al secolo Henri Grouès, fondatore delle
comunità Emmaus, il Movimento internazionale di solidarietà per la
giustizia, organizza due iniziative, in programma rispettivamente l’11
e il 13 maggio.
L'eredità dell’Abbé Pierre in due incontri
“Rendiamo
illegale la miseria”. Questo il filo conduttore dell’incontro
organizzato da Emmaus Italia per domenica 13 maggio alle 21
all’Auditorium Antonianum di Roma. L’appuntamento ricorda i 100 anni
dalla nascita dell’Abbé Pierre, frate cappuccino, fondatore di Emmaus,
che si è battuto con forza contro la miseria e l’ingiustizia. Per
approfondirne la figura, Lorena Leonardi per il Sir ha intervistato
Renzo Fior, presidente di Emmaus Italia, che coordina i tredici gruppi
italiani del movimento internazionale fondato dall'Abbé.
La miseria illegale
Combattere
ogni forma di esclusione sociale e accogliere chi vive in situazioni di
precarietà con uno spirito di condivisione. Questo è da sempre lo scopo
di Emmaus, movimento fondato dall’Abbé Pierre nel 1949 a Parigi. Nei
giorni scorsi è stato presentato a Roma il libro “Tutte le sfide
dell'Abbé Pierre” di Denis Lefèvre, e l’abate è stato ricordato in un
incontro su “Rendiamo illegale la miseria”. Giorgia Innocenti ha
intervistato, per l'occasione, il presidente di Emmaus France,
Christophe Deltombe, eRenzo Fior, presidente della sezione italiana,
domandando loro un ricordo dell’Abbé Pierre e della sua attività
“Tutte le sfide dell'Abbé Pierre”: in un libro la storia del fondatore di Emmaus
la scheda del libro "Tutte le sfide dell'Abbé Pierre. Vita del fondatore di Emmaus"
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Il
13 maggio a Roma ha avuto luogo il dibattito “Rendere
illegale la miseria”, evento gratuito in memoria dell'Abbé Pierre per
ricordare l’abate, ma anche tenere alta l’attenzione sui suoi
insegnamenti.
Con
lo slogan "Vivere l’attualità, gli stimoli e le provocazioni" parole
d’ordine per il frate francese, sul palco artisti, giornalisti e
politici testimoni della comunità.
L'intervento di don Luigi Ciotti
video
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«Furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare…» (Atti 2,1-13)
«Non
è bene che l’uomo sia solo» (Gen 2,18). Necessariamente si aggrega ad
altri. Infinite associazioni economiche e religiose, sociali e
politiche, massoniche e mafiose, brigano perché i loro adepti
conseguano ciò che da soli non possono ottenere. «Non così» è per chi
segue Gesù. Suo unico interesse è l’amore dei fratelli, partendo dagli
ultimi, perché tutti figli dello stesso Padre.
Nei
mesi scorsi abbiamo riflettuto sul corpo della prima comunità e sulla
sua struttura portante: la fraternità. Ora vediamo lo spirito che lo
anima. Un corpo, infatti, vive di ciò che respira. Ma c’è spirito e
spirito. C’è l’egoismo, che porta a «solidarietà contro» e si alimenta
di morte altrui. C’è l’amore, che porta all’accoglienza di tutti e
gioisce della vita altrui.
Lo Spirito della comunità di Silvano Fausti
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Per una fede gioiosa e
contagiosa Omelia del card Dionigi Tettamanzi Venerdì 11 maggio 2012,
Chieti - Festa di San Giustino
"…
i tempi che anche noi oggi stiamo vivendo: c’è tanta confusione,
incertezza e insicurezza per il futuro; la fede è indebolita o si
spegne perché anche il credente preferisce ricorrere alle più disparate
opinioni umane e affidarsi agli idoli vuoti e vani, che finiscono per
deludere, lasciarci nella solitudine, disorientarci nella ricerca di un
bene grande e di un senso vero perla nostra esistenza. Tutto si fa
relativo e subordinato ai nostri poveri pensieri, ai nostri discutibili
gusti, alle nostre piccole attese, al punto da dimenticare totalmente
il progetto di Dio e il suo amore per noi. … non mancano le sentinelle
che annunciano la vera fede in Cristo “vero Dio e vero uomo”, unico e
universale salvatore, e ci educano ad un’esistenza cristiana che sia
trasparenza coraggiosa e gioiosa di questa stessa fede.
Infatti,
anche nelle situazioni più difficili e pesanti – non ultime quelle che
riguardano il nostro cuore di credenti – non ci è lecito dimenticare
che il Signore è incondizionatamente fedele alle promesse del suo
amore: “Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e le farò
riposare”. Ci è chiesto di lasciarci affascinare e conquistare dal compimento vivente di questa promessa, ossia da Cristo stesso, il buon pastore che dà la vita per il suo gregge. Ma
quale spazio ha il Signore Gesù nelle nostre decisioni e scelte di
vita, nei nostri comportamenti e gesti concreti? Quale la nostra
fiducia in lui? E quale abbandono al suo onnipotente..." (Dionigi
Tettamanzi)
"Per una fede gioiosa e contagiosa" Omelia del card Dionigi Tettamanzi (PDF)
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La tesi radicale della teologa Nancey Murphy, a Torino per un convegno sui rapporti tra scienza e religione
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La lectio magistralis del teologo luterano al festival PiacenzaTeologia
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Ci impegnamo...
Amatevi gli uni gli altri...
La parola "MADRE"...
Il mondo cambia...
La libertà...
Vado dove Dio...
Essere finestra...
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(RIPROPOSTI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
“L’uomo è speranza - La Speranza cristiana –" (VIDEO)
"La Speranza secondo Péguy"- Frammenti di Spiritualità - n. 3 (VIDEO)
“La modernità liquida di Bauman” - Frammenti di Spiritualità - n. 2 - (VIDEO)
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
C’è un documento giustamente dimenticato del Concilio che si intitolaInter mirifica ed
è dedicato agli “strumenti di comunicazione sociale”, cioè,
nell’esemplificazione dei vescovi, la stampa, il cinema, la radio, la
televisione e simili. Giustamente dimenticato, perché è un documento
mediocre, ed è indicativo di ciò che il Concilio sarebbe stato se non
avesse messo nelle vele il vento dello Spirito.
Quando
il decreto “Inter mirifica” fu discusso dai Padri il Vaticano II era
ancora in rodaggio, e non aveva ancora preso coscienza della sua
vocazione. Di fatto il documento sui “media” da un lato riproponeva i
consueti temi ecclesiastici sulla “buona stampa”, dall’altro voleva
annoverare tra i mezzi di apostolato che la Chiesa avrebbe “il diritto
innato di usare e possedere” anche i nuovi strumenti, ignoti alle
vecchie encicliche, come la televisione “e simili”.
INFORMAZIONE RELIGIOSA: capire i processi, non ricercare gli scoop di Raniero La Valle
Per approfondire:
- il testo integrale del DECRETO SUGLI STRUMENTI DI COMUNICAZIONE SOCIALE "INTER MIRIFICA"
- Inter mirifica: 40 anni dopo (Dicembre 2003)
- Evangelizzazione e giornalismo (Giugno 2011)
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La
nostra paura del futuro aumenta ogni giorno, c’è una continua perdita
di fiducia e di speranza e l’attenzione degli italiani è calamitata
dalle notizie di chi si toglie la vita, le più lette in assoluto nelle
ultime settimane.
Un
lettore di Modena, rappresentativo delle centinaia di e-mail che
arrivano qui al giornale da settimane, mi scrive angosciato che
«suicidi per motivi economici, fallimenti di impresa e debiti anche
fiscali, stanno aumentando di giorno in giorno in maniera
preoccupante». Il presidente del Consiglio e il primo partito della sua
maggioranza duellano sulle responsabilità della crisi e sulle sue
conseguenze, evitando solo di pronunciare la parola suicidio, di
gettarsi addosso l’accusa più grave e infamante.
Ma
stiamo discutendo di un fenomeno davvero nuovo, che non conoscevamo
prima, esploso soltanto negli ultimi tre mesi, o di qualcosa che per
anni non abbiamo visto e abbiamo sottovalutato?
Il dramma dei suicidi oltre le cifre
È
proprio vero che c’è un’ondata di suicidi economici in Italia? È
proprio vero che si sta ammazzando un numero senza precedenti di bravi
imprenditori strozzati dal fisco, da Equitalia, dallo Stato che non
rimborsa, dal costo del lavoro troppo alto? In molti cominciano a
dubitarne e a pensare che si tratti di una manipolazione mediatica. Il
sociologo Marzio Barbagli, ripreso dal Blog di Gad Lerner, afferma
apertamente che «non c’è nessuna emergenza suicidi dovuta alla crisi
economica».
Come
per il caldo o il freddo “senza precedenti”, le rapine in villa o gli
stupri commessi da immigrati, sui quali i media dominanti costruirono
ad arte la destabilizzazione del governo presieduto da Romano Prodi,
anche l’ondata di suicidi di imprenditori sarebbe innanzitutto un
fenomeno percepito, mediatico, portato in prima pagina non perché
davvero rilevante o perché segni un picco particolare rispetto al
passato, ma perché così conviene a fomentare una polemica anti-fisco
che sarà l’argomento fondamentale delle destre nella prossima campagna
elettorale.
Non c’è nessuna ondata di suicidi economici
Una
lista di necrologi che non si ferma. I suicidi delle vittime della
crisi continuano. La Cgia di Mestre denuncia la situazione drammatica e
fa un appello a Giorgio Napolitano, perchè intervenga!
Suicidi Italia 2012: appello a Napolitano contro le morti della crisi!
«Non
c' è nessuna emergenza suicidi dovuta alla crisi economica». Il
sociologo Marzio Barbagli la mette giù così, quasi brutalmente, con la
sicurezza di chi ha in tasca le statistiche corrette. Epurate cioè da
interpretazioni fuorvianti o da ondate emotive.I 38 suicidi tra piccoli
imprenditori contati dalla Cgia di Mestre dall' inizio dell' anno ad
oggi sono un dolore per le famiglie, ma «non rappresentano un' anomalia
a fronte delle 1300 persone circa che nello stesso periodo si sono
tolte la vita in Italia. I suicidi in questa categoria sociale c' erano
anche negli anni passati, più o meno con la stessa frequenza».
Suicidi, nessuna emergenza dovuta alla crisi
...
Dal punto di vista scientifico è oggi prematuro stabilire se la crisi
economica farà crescere i suicidi per ragioni economiche, ma è
realistico attendersi che l’aumento della disoccupazione, della
instabilità familiare (collegata alle separazioni, ai divorzi, agli
abbandoni di fatto), della solitudine degli anziani che vivono nelle
grandi città, della secolarizzazione e della perdita di valori “certi”
renderà più fragile la coesione sociale che, secondo una consolidata
tradizione di studi sociali, rappresenta il principale contrappeso alle
correnti suicidogene.
SUICIDI IMPRENDITORI/ Il sociologo: i giornali "uccidono" più della crisi
Si
sono presi porte in faccia dappertutto. Negli ultimi giorni della loro
esistenza hanno girato a vuoto fra associazioni di categoria, sportelli
comunali e sindacali, Caritas, sindaci, banche e finanziarie. Per
chiedere un aiuto, la riscossione di un credito, un margine di tempo,
un prestito, una parola di conforto. Non hanno cavato un ragno dal
buco. E hanno finito la loro vita al chiuso di un capannone o di un
ufficio, con una pistola alla tempia o una corda stretta al collo.
Fede e crisi. Suicida, ti assolvo
Esiste
una parte di opinione pubblica che si sorprende quando la chiesa,
anziché usare la ferocia di una disciplina dismessa, parla il
linguaggio di misericordia che le è proprio. Lo si è visto dopo
la morte di Lucio Dalla e ora per le esequie di Maurizio Cevenini.
Il politico bolognese che s'è tolto la vita e che riceverà sabato
un funerale cristiano. Probabilmente lo shock causato dal rifiuto
delle esequie cristiane a Piergiorgio Welby ha pesato nel formarsi
di questa attesa (smentita) di una chiesa spietata. Ma al netto di
quella controproducente forzatura del diritto canonico, bisogna
ricordare che la pretesa di disciplinare i morti è finita con il
regime di cristianità e quella fine ha giovato alla comprensione
del Vangelo.
Funerale cristiano anche per i suicidi. il volto misericordioso della Chiesa (pdf)
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Il Concilio Vaticano II e il rapporto Chiesa Mondo seguendo la bussola della Gaudium et spes" di Dionigi Tettamanzi
Il
Concilio Vaticano II e il rapporto Chiesa Mondo seguendo la bussola
della Gaudium et spes di Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo emerito
di Milano
Vasto - 11 Maggio 2012 presso il Teatro Rossetti di Vasto
"Introduzione
L’Anno
della Fede, indetto da papa Benedetto XVI con la lettera
apostolica Porta fidei con inizio 11 ottobre 2012, data del
cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, vuole essere
“un’occasione propizia per comprendere che i testi lasciati in
eredità dai Padri conciliari, secondo le parole del beato Giovanni
Paolo II, non perdono il loro valore né il loro smalto”(n. 5). Di qui
l’impegno, come recita il corrispondente Motu proprio, di assicurare
che il Concilio abbia il posto che gli spetta e che, di conseguenza,
deve avere nella vita e nella missione della Chiesa.
Vengono
qui riprese le parole di papa Wojtyla in Novo millennio ineunte: “Sento
più che mai il dovere di additare il Concilio come la grande grazia di
cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una
sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre”. E
dal canto suo Benedetto XVI aggiunge: “Io pure intendo ribadire con
forza quanto ebbi ad affermare a proposito del Concilio pochi mesi dopo
la mia elezione a Successore di Pietro: se lo leggiamo e recepiamo
guidati da una giusta ermeneutica, esso può essere e diventare sempre
di più una grande forza per il sempre necessario rinnovamento della
Chiesa”.
Penso
utile allora porre qualche interrogativo generale sul Concilio prima di
passare ad affrontare il tema specifico scelto: il rapporto
Chiesa-Mondo.
Il
primo interrogativo è questo: con quale sguardo dobbiamo prendere in
considerazione il Concilio e i suoi testi? ...." (Dionigi Tettamanzi)
Il Concilio Vaticano II e il rapporto Chiesa Mondo seguendo la bussola della Gaudium et spes di Dionigi Tettamanzi (PDF)
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Non passa giorno che non arrivino notizie di suicidi “economici”. Pur non essendo statisticamente aumentati rispetto
agli anni precedenti, sono episodi entrati ormai nella cronaca
quotidiana a causa di un’attenzione dei media che, da un lato,
ingigantisce questa tragedia e, dall’altro, dà un senso di naturalezza
a un gesto drammatico, privo di speranza, pieno di disperata solitudine.
Le persone che si tolgono la
vita a causa di difficoltà economiche sembrano solamente in aumento.
Andiamoci piano: i dati statistici raccontano un’altra verità
È proprio vero che c’è
un’ondata di suicidi economici in Italia? È proprio vero che si sta
ammazzando un numero senza precedenti di bravi imprenditori strozzati
dal fisco, da Equitalia, dallo Stato che non rimborsa, dal costo del
lavoro troppo alto? In molti cominciano a dubitarne e a pensare che si
tratti di una manipolazione mediatica. Il sociologo Marzio
Barbagli, ripreso dal Blog di Gad Lerner, afferma apertamente che «non c’è nessuna emergenza suicidi dovuta alla crisi economica».
«Sempre più suicidi in Italia
sono legati alla crisi. È un problema che riguarda tutti. Non è un
problema che riguarda solo lavoratori dipendenti, riguarda gli
imprenditori. Quegli imprenditori che decidono di darsi la morte nella
loro azienda, nel luogo simbolo per loro, e lo fanno quando i
lavoratori sono usciti». Così Roberto Saviano nel monologo che ha
aperto Quello che (non) ho, lo show di La/ in diretta dalle Ogr di
Torino
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Alex Zanotelli:
il piano di Monti porta alla violenza ma... l'uomo planetario farà fare un grande salto all'umanità"
Padre Alex
Zanotelli, missionario comboniano che lavora nel rione Sanità di
Napoli, sulla Radiobici lancia un grido d'allarme: "siamo a rischio
violenza, il piano del governo Monti è legato solo agli interessi dei
grandi poteri finanziari". Zanotelli dice la sua anche sul successo del
Movimento 5 Stelle: "non condivido il pensiero di Grillo ma il suo
movimento non è l'antipolitica". Duro anche il giudizio sul Parlamento
e la Chiesa Cattolica: "lo scorso anno l'Italia ha investito in armi 39
mld di euro. Una manovra finanziaria, nessuno però si azzarda a
opporsi". Il missionario , anche se in uno scenario, difficile lancia
un segnale di speranza: "sarà la capacità creativa dell'uomo a
costruire una nuova coscienza, l'uomo planetario che farà fare un
grande salto all'umanità".
video
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Cari amici, l’esperienza che sto per raccontarvi non è edificante. Ma fotografa una realtà drammatica.
POLITICA
I
mercati crollano, la Grecia si gioca il proprio destino, la Germania
mette in discussione la Merkel, l’Italia schiacciata dal fisco si
scopre ancora una volta esposta a profonde tensioni sociali. Ospiti di
Giovanni Floris, tra gli altri, l’economista Maria Cecilia Guerra,
sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali, Enrico Letta del Pd, il
presidente dell’Associazione Bruno Trentin Guglielmo Epifani,
l’economista Fiorella Kostoris, il direttore del Messaggero Mario
Orfeo, in collegamento da Vienna il sottosegretario agli Esteri Marta
Dassù, il senatore Maurizio Gasparri del PdL, il presidente della Ipsos
Nando Pagnoncelli
In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)
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Il giorno le elezioni si ripete
il solito cliché, con le consuete parole: disfatta, crescita, vittoria,
boom, voto di protesta, voto politico o antipolitico, crisi di fiducia,
stanchezza, astensionismo; e a seguire minuziose analisi delle
percentuali, lette vuoi in positivo vuoi in negativo, a seconda della
convenienza o della cecità partitica. Nulla di nuovo sotto il sole.
Anche dopo questa tornata elettorale.
La
crisi che si abbatte con crescente ferocia sulla vita dei cittadini
europei ha avuto negli ultimi mesi un solo effetto positivo. Èil
ritorno sul tavolo dell' Unione del grande assente di questi anni, la
Politica. La Politica con la maiuscola, quella che da quando esistono
le democrazie si fonda sulla distinzione fra una destra e una sinistra.
Alla
vigilia dei ballottaggi, un’imperdonabile leggerezzastaportandoipartiti
a inscenare alla Camera una guerrigliasullaleggeanticorruzione.
Si
farà la riforma elettorale? E se sì, di che riforma si tratterà? Forse,
potrebbe rispondere a queste domande il leader dell'Udc, Pier
Ferdinando Casini. Non tutto, ma molto, dipende da lui. Dipende, cioè,
dalle scelte strategiche che Casini farà (o non farà) in materia di
alleanze, in vista delle prossime elezioni. Cerchiamo di capire perché.
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Angelus/Regina Cæli - 13 maggio 2012
Udienza - 16 maggio 2012
Discorso - Ai Direttori Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie (11 maggio 2012)
Discorso - Concerto offerto dal Presidente della Repubblica Italiana (11 maggio 2012)
Discorso - Saluto dalla finestra dell'Episcopio di Arezzo (13 maggio 2012)
Discorso - Visita al Santuario di La Verna (13 maggio 2012)
Discorso - Incontro con la Cittadinanza in Piazza Torre di Berta a Sansepolcro (13 maggio 2012)
Discorso - Proiezione del film "Maria di Nazareth" (16 maggio 2012)
Visita Pastorale ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro 2012
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
BENEDETTO XVI: Visita Pastorale ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro (13 maggio 2012)
Elogio
della sobrietà. E’ stato il viaggio degli imprevisti meteo, ma sarà
ricordato come una «Via Crucis» nella crisi italiana con l’appello alla
coerenza e all’impegno politico dei cattolici. Una coda d’inverno ha
tenuto l’elicottero papale lontano dal santuario francescano de La
Verna così, ad Arezzo e Sansepolcro, Benedetto XVI ha concentrato il
senso della sua missione toscana.
Tra
sit in di chi protesta per i costi della sua visita e stand anti-casta
dei grillini (con messaggi a Monti e Bondi), il Pontefice ha tracciato
la ricetta contro la recessione e l’identikit del credente nella vita
pubblica.
Il Papa: nell'ora della crisi cambiare lo stile di vitaNegli
affreschi della «Leggenda della Vera Croce» mura ed edifici che
raffigurano Gerusalemme sono in realtà quelli di Arezzo, Benedetto
XVI arriva nella terra di Piero della Francesca e
ricorda l'impegno della Chiesa a «costruire la città dell'uomo a
immagine della Città di Dio», il che significa «concretamente»
molte cose. Come l'invito ai «fedeli laici illuminati» e in particolare
«ai giovani» ad impegnarsi in politica e nel sociale contro «la
sfiducia» dominante, per contribuire «alla nascita di una nuova
etica pubblica»
Il Papa: l'Italia non si scoraggi (pdf)
Un
forte appello ai giovani a dare «fiducia» e «sale» alla politica, con
un ulteriore invito ai cristiani, sull'esempio del neo-beato Giuseppe
Toniolo, a impegnarsi politicamente contro «gli interessi di parte» e
per il bene comune ha concluso il 27.mo viaggio internazionale del
Papa, a Arezzo e Sansepolcro, visita pensata tra attualità e radici,
tra un presente difficile e un patrimonio di cultura e fede a cui
attingere e far riferimento per reagire alla crisi. Un viaggio nel
quale, davanti a circa migliaia di persone radunate al mattino nel
Parco il Prato, il punto più alto di Arezzo, Benedetto XVI ha voluto
esplicitamente, con forza, invitare l'Italia a non cadere nella
«tentazione dello scoraggiamento»e forte della «tradizione umanistica»,
a riprendere «con decisione la via del rinnovamento spirituale ed
etico, che sola può condurre ad un autentico miglioramento della vita
sociale e civile».
Il giorno del Papa, l'abbraccio di Arezzo «L'Italia tutta reagisca allo scoramento»
C'é
la crisi, e colpisce duro soprattutto i poveri, osserva il Papa ad
Arezzo, ma anche con la crisi la Chiesa non può dimenticare i "suoi
valori distintivi, la solidarietà, l'attenzione ai più deboli, il
rispetto della dignità di ciascuno", ha citato anche la "accoglienza"
che nei secoli gli aretini hanno praticato, e la "solidarietà" con i
poveri e deboli.
Il Papa degli ultimi
Dal sito della Santa Sede: Visita Pastorale ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro (13 maggio 2012)
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Perché un Anno della fede? La domanda non è retorica e merita una
risposta, soprattutto dinanzi alla grande attesa che si sta registrando
nella Chiesa per tale evento.
Benedetto
XVI ha dato una prima motivazione quando ne ha annunciato l’indizione:
«La missione della Chiesa, come quella di Cristo, è essenzialmente
parlare di Dio, fare memoria della sua sovranità, richiamare a tutti,
specialmente ai cristiani che hanno smarrito la propria identità, il
diritto di Dio su ciò che gli appartiene, cioè la nostra vita. Proprio
per dare rinnovato impulso alla missione di tutta la Chiesa di condurre
gli uomini fuori dal deserto in cui spesso si trovano verso il luogo
della vita, l’amicizia con Cristo che ci dona la vita in pienezza».
Questa
è l’intenzione principale. Non far cadere nell’oblio il fatto che
caratterizza la nostra vita: credere. Uscire dal deserto che porta con
sé il mutismo di chi non ha nulla da dire, per restituire la gioia
della fede e comunicarla in modo rinnovato.
Il diritto di Dio di mons. Rino Fisichella
Leggi anche il nostro post precedente:
Pubblicata
la Nota con indicazioni pastorali per l’Anno della fede proclamato da
Benedetto XVI (11 ottobre 2012 - 24 novembre 2013)
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OPINIONI E COMMENTI
Alla sfiducia verso l’impegno
politico e nel sociale, i cristiani sono chiamati a contrapporre
l’impegno e l’amore per la responsabilità. Così il Papa ieri sera
visitando la città di Sansepolcro in occasione del millenario dalla
fondazione. In mattinata ad Arezzo, accolto dal premier italiano Monti,
durante la Messa nel parco del Prato ad Arezzo alla presenza di
trentamila persone, Benedetto XVi ha esortato l’Italia a reagire con il
conforto morale della fede alla tentazione dello scoraggiamento e,
forte della sua tradizione umanistica, a riprendere la via del
rinnovamento spirituale ed etico. Annullato a causa delle avverse
condizioni meteo l’incontro con la comunità francescana nel Santuario
de La Verna. Il servizio del nostro inviato Paolo Ondarza
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Secondo don Rosino Gibellini,
già direttore editoriale della Queriniana, che di teologi se ne
intende, il messicano Carlos Mendoza-Álvarez è una promessa della
nuova teologia.
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Pubblichiamo il documento
presentato durante l’incontro “Le crisi nel mondo e nella Chiesa, a 50
anni dal Concilio”, il 15 maggio, alle ore 21, all’auditorium Stensen
(viale don Minzoni 25, Firenze), con don Pierluigi Di Piazza (Centro
Balducci, Zugliano - Ud) e il biblista Giuseppe Florio.
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1)
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newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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