"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°21 del 2012

Aggiornamento della settimana

- dal 25 maggio al 1°giugno 2012 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per l'8  giugno 2012          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

di P. Gregorio Battaglia
    di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre
    La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)


Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

che viene aggiornato quotidianamente
 e mette così a disposizione in modo facile e veloce
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NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 






Stesura definitiva




I NOSTRI TEMPI



  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


2 Giugno: SCRIVI ANCHE TU: Ripudiamo la guerra!


Anche tu puoi far sentire la tua contestazione alla PARATA MILITARE del 2 giugno. Anche tu scrivi al Presidente della Repubblica per chiedere di restituire al 2 Giugno la forza dirompente e smilitarizzata della nostra Repubblica, fondata sul lavoro e sul ripudio della guerra. Dal convegno di Pietralba è stata inviata questa prima lettera. Riscrivila personalmente, con il tuo gruppo e comunità, spediscila al Presidente della Repubblica e alle autorità civili della tua città, sindaco, prefetto, consiglieri, deputati, affinchè sostengano questa nostra proposta nelle sedi istituzionali. Diffondi la tua/vostra lettera ai media locali e per raccoglierle e pubblicarle tutte, inviala a info@paxchristi.it


CLICCA QUI A FIANCO per scaricare LA LETTERA:
  2 Giugno_lettera da inviare (doc)

No alla parata, l'altro 2 giugno
Al posto di militari e mezzi vorrebbero veder sfilare lavoratori e famiglie. Numerose associazioni, molte delle quali di ispirazione cristiana, contestano la parata. Ecco cosa chiedono.

  Costa, cancellandola si risparmierebbero 4 milioni

  Ecco cosa si potrebbe fare se...


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  I soldi della parata del 2 giugno ai terremotati: scriviamo al Presidente della Repubblica

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«La parata militare del 2 giugno, quest'anno, non si svolgerà. Lo ha comunicato il ministro della difesa Arnaldo Forlani, con una nota ufficiale. La decisione è stata presa a seguito della grave sciagura del Friuli e per far sì che i militari e i mezzi di stanza al nord siano utilizzati per aiutare i terremotati anziché per sfilare a via dei Fori imperiali». È il maggio del 1976

   Ciro Pellegrino:  Anno 1976: dopo sisma in Friuli annullata la parata del 2 giugno. Oggi invece no

Che senso ha la parata del 2 giugno con l’Emilia a pezzi che piange i suoi morti? Il quesito, che sarebbe considerato blasfemo in Francia, qui può sembrare velleitario, dal momento che il Capo dello Stato ha deciso di confermare la cerimonia dei Fori Imperiali, sia pure improntandola alla sobrietà. Però vale egualmente la pena di porselo.

   Massimo Gramellini:  La parata più bella

Cresce il consenso di ampi settori della società civile e della politica attorno alla richiesta di cancellare la parata del 2 giugno. Ultimi esempi: Tavola della pace e Sbilanciamoci.

   Luciano Scalettari:  Niente parata, lo chiedono in molti

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L’Emilia continua a tremare. Decine le vittime. Case, industrie e chiese crollate. E le ferite si allargano nelle terre e nelle città vicine. Mentre si moltiplicano le iniziative di solidarietà nei confronti della popolazione, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, dopo il primo stanziamento di un milione di euro, destina all’emergenza altri due milioni, prelevandoli dai fondi per l’otto per mille.
Tutte le comunità ecclesiali sono coinvolte nella Colletta nazionale del prossimo 10 giugno.


   Caritas in campo: ecco come aiutare

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I terremoti seminano morte e terrore: Dov’era Dio?.... Perché ha permesso o ha voluto la morte di tanta gente? Perché la disgrazia colpisce più spesso deboli, indifesi, e piccoli?...



I nuovi devastanti terremoti di ieri in Emilia hanno seminato morte e terrore, ma non bisogna farsi vincere dalla paura.

I terremoti seminano morte e terrore: Dov’era Dio?.... Perché ha permesso o ha voluto la morte di tanta gente? Perché la disgrazia colpisce più spesso deboli, indifesi, e piccoli?». 

"Di fronte al terremoto molti - credenti e non credenti - si sono chiesti: «Dov’era Dio quella notte? Perché ha permesso o ha voluto la morte di tanta gente? Perché la disgrazia colpisce più spesso deboli, indifesi, e piccoli?». È l’antica e sempre nuova domanda sul dolore, specialmente sul dolore innocente, che è risuonata anche sulle braccia della croce: «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?» (Marco 15,34). La risposta è certo avvolta dal silenzio e dalla discrezione, che sempre il dolore richiede. La Parola di Dio, tuttavia, ci spinge ad andare oltre la domanda del Crocifisso, ad accompagnare ancora la sua storia verso l’ora luminosa della Pasqua. Il cristiano legge il mistero del dolore nella luce del mistero di Cristo

Dio c’era, fedele nel Suo amore per noi
Nell'ora oscura e dolorosa della croce, il Padre non ha cessato di amare suo Figlio, che moriva innocente. Nel lungo calvario della storia, il Padre non cessa di amare i suoi figli. Egli è sempre un Dio misericordioso e fedele, che ascolta il grido degli schiavi, dei deboli, dei perseguitati, dei vinti (cf. ad es. Salmo 22), che prende le difese e combatte a fianco dei più deboli (cf. la storia di Davide in 1 Samuele 17), che ama d’un amore che sopravanza l’ira quanto il cielo sopravanza la terra: «Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia su quanti lo temono» (Salmo 103,11). Di fronte alla sofferenza dell’uomo questo Dio manifesta la sua umiltà, cioè l’amore che si abbassa fino all’uomo, lo salva, lo redime, lo riabilita. Lungi dal restare impassibile davanti al dolore umano, Dio si fa uomo, assumendo su di sé la croce del mondo. La sofferenza passiva, subìta a causa della povertà della condizione umana, viene liberamente scelta dal Figlio di Dio per amore nostro e trasformata in sofferenza attiva. In comunione col dolore di tutti i crocefissi della storia, il Figlio soffre offrendo al Padre l’estremo rantolo delle possibilità umane: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Luca 23,46). Accettando l’offerta col risuscitarlo dai morti, il Padre dà valore e senso alla sofferenza dell’innocente, e in essa a ogni sofferenza umana. A partire dalla Pasqua è possibile dire che il Dio cristiano non è l’altra parte, contro cui lanciare la bestemmia del dolore umano, ma il Dio con noi, il Dio compassionevole, che soffre con noi e ci aiuta a trasformare il nostro soffrire in offerta, a dare senso nel dono dell’amore alla croce del patire.

Dio ci ha chiamato
In Gesù risorto ci è data così la promessa che l’ultima parola del nostro cammino e della storia non è il dolore e la morte, ma la gioia e la vita. In lui ci è assicurato che il dolore offerto per amore, vissuto cioè in comunione con lui crocefisso e con tutti i crocefissi nostri fratelli, e offerto in oblazione al Padre, è fonte di risurrezione. Chi unisce il proprio soffrire alla passione di Cristo, chi riconosce nella propria croce la fedeltà del Padre presente nella croce del Figlio, partecipa già, sia pure nella povertà attuale, alla nuova creazione. In lui la vita vince già la morte e il domani è già cominciato.

L’azione
Dio è presente, con una presenza di amore, anche nelle situazioni di sofferenza e di dolore. È necessario: 
- esercitarsi nella scoperta dei segni della sua presenza;
- imparare a trasformare la sofferenza e il dolore che si abbattono su ciascuno e sulla comunità in «sofferenza attiva»;
- partecipare alla sofferenza degli altri, vivendola insieme, e non aggravandola con i propri egoismi;

- vincere i limiti della attuale condizione umana offrendo il proprio dolore insieme con quello di Cristo, con fiducia di cooperare così alla nuova creazione.

  "Il Dio vicino - vivere con fede il tempo del terremoto" Schede per la riflessione personale e comunitaria (pdf)
a cura della CONFERENZA EPISCOPALE ABRUZZESE-MOLISANA UFFICIO CATECHISTICO REGIONALE - DELEGAZIONE CARITAS REGIONALE CARITAS ITALIANA


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Il terremoto in Emilia e gli "stranieri"


Accanto alla fabbrica crollata della Meta, poco oltre le strisce bianche rosse che transennano l'area coperta di macerie, decine di operai musulmani pregano in ginocchio, prostrati verso la Mecca. Poco più in là, piangono i loro colleghi anche i sikh e l'occasione del dolore aggiunge un carico simbolico a una scena che in questa parte d'Italia, in realtà, ormai è parte del paesaggio sociale. Perché il cuore della Valle Padana corrisponde esattamente al luogo più multietnico del Paese, quello dove la presenza "straniera" è tre volte superiore alla media nazionale e gli immigrati sono parte integrante (e importante) dell'economia e della società.

  Kumar, Tarik e le altre vittime migranti nel cuore dell'Italia più multietnica

«Nel crollo della ditta Meta di S.Felice sul Panaro, uno degli operai rimasto vittima era Kumar, 27 anni, del Punjab. La comunità sikh si è radunata davanti ai cancelli per «aiutare e pregare». «Kumar era stato chiamato dal proprietario perché la ditta doveva andare avanti. E lui – ha detto Singh Jetrindra, rappresentante della comunità – è dovuto andare a lavorare perché non poteva perdere il posto». Kumar è morto assieme ad un altro operaio. Marocchino. Entrambi erano padri di due figli. Questi stranieri che vengono qui a rubarci la morte a noi.
Non è vero che i morti sono tutti uguali. Gli stranieri che muoiono in Italia non hanno quasi mai un cognome. Talvolta, neanche un nome. Nei lanci d’agenzia sono un pachistano, un marocchino, rumeno. Nella concitazione della cronaca non c’è tempo per mettere in fila consonanti dalla pronuncia incerta. I vivi, quelli sì che sono tutti uguali. Anche quando vengono trattati diversamente, come gli stranieri in Italia. 

  Kumar, travolto dal capannone. Così ci ha rubato la morte 

Tra le migliaia di sinistrati che il terremoto dell’Emilia Romagna si è lasciato dietro, ci sono anche centinaia d’immigrati. Tra questi, molti romeni rimasti senza un tetto. Gazeta Românească, il settimanale dei romeni in Italia, ha raccolto le loro testimonianze in un reportage realizzato nella provincia di Ferrara, pubblicato nel numero in edicola oggi.La situazione degli romeni è particolarmente difficile, perché non tutti hanno i documenti in regola. Quelli che non sono registrati all’anagrafe, documenta Gazeta Românească, non ottengono facilmente accesso agli aiuti della Protezione Civile. 

  Sisma. “In fuga con mia figlia”, “momenti da incubo”. Gazeta Românească tra gli sfollati romeni

In Emilia il terremoto ha danneggiato gravemente migliaia di abitazioni, costringendo gli abitanti a rifugiarsi nelle tendopoli messe a disposizione dalla macchina dei soccorsi. Insieme agli italiani ci sono naturalmente anche gli immigrati, che nella maggior parte dei casi abitano strutture fatiscenti e quindi più esposte ai rischi di crollo dovuti al sisma

  le foto degli immigrati nella tendopoli

  video

A Cavezzo, provincia di Modena, il sisma ha distrutto il 70 per cento dei palazzi. Quattro le vittime. Una donna l’hanno estratta viva dalle macerie in serata. Eppure il paese parla d’altro. Della paura degli sciacalli. E di “quelli là”, gli extracomunitari. Non a caso sono stati allestiti due campi: uno per gli italiani, l’altro per gli stranieri. «E dire che lavoriamo da sempre qui, e paghiamo le tasse».

  A Cavezzo i terremotati sono divisi tra italiani ed extracomunitari

Dopo il sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna si è mobilitata la solidarietà della società civile. Anche la comunità indiana di San Felice, nel modenese, dà il proprio contributo. Ogni giorno provvede infatti, gratuitamente e di propria spontanea volontà, a distribuire del cibo (di ottima qualità e preparato a norma di legge dalle cucine nei pressi del tempio Sikh) secondo turni ben stabiliti (in base alle varie esigenze lavorative di coloro che, privandosi del proprio tempo libero e delle proprie risorse, decidono di aiutare chi in stato di difficoltà)

  video

“Ieri abbiamo servito 350 pasti, stasera saranno un po’ di più. Il menù è un po’ difficile da fare, ieri sera abbiamo servito pasta con capperi e poi altre, diciamo così, specialità. Qui ci sono tantissime etnie quindi cerchiamo di garantire a tutti almeno un minimo di possibilità di mangiare”. 

  L’intercultura nelle tendopoli


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  COMPORTAMENTI IN CASO DI RISCHIO SISMICO (TERREMOTO)...
  TERREMOTO...
  Forza Emilia...
 

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Terremo in Emilia: abbiamo raccolto dai social network i video, amatoriali e professionali, che meglio raccontano la tragedia.

   FAMIGLIA CRISTIANA:  Terremoto, i video che lo raccontano

LA SOLA cosa buona dei terremoti è che ci costringono, sia pure brutalmente, a rivivere il vincolo profondo che abbiamo con il nostro paese, i suoi posti, la sua geografia, la sua storia, le sue persone.

   Michele Serra:  I contadini e gli operai della mia terra ferita

Esplode con la forza di cento ordigni nucleari, si nasconde nelle profondità della crosta terrestre spezzando le rocce più dure e frantumando case, strade e palazzi. Ci fa mancare la terra sotto i piedi e mina alla base la fiducia stessa nel pianeta che ci ha generati. A differenza degli altri eventi non si preannuncia in alcun modo, si approssima silenzioso e poi risuona con un rombo cupo che spaventa solo a ricordarlo. Dilata il tempo fino all'inverosimile: trenta secondi di scosse equivalgono a trenta minuti di terrore ancestrale. Finisce quando decide lui e poi riprende quando hai appena fatto in tempo a calmarti.

   Mario Tozzi:  Quegli infiniti secondi di terrore

C'è chi lo approva e c'è chi lo critica. Né eroe né stolto, don Ivan Martini era semplicemente un innamorato: della sua parrocchia, Santa Caterina di Rovereto, e, più in generale, della Chiesa, quella con la maiuscola, comunità pulsante di persone che vivono di fede, sì, ma non disedegnano i simboli in cui la fede si specchia e di cui la fede si nutre. 

   Alberto Chiara:  Il sacrificio di don Ivan

Un permesso di soggiorno a chi ha un lavoro, una montagna di soldi da  impiegare nelle zone colpite dal terremoto. La proposta di  Stranieriinitalia.it

    STRANIERI IN ITALIA:  Una regolarizzazione per pagare la ricostruzione dell'Emilia

La paura vien di notte, nella tendopoli di Mirandola. E ha le ombre lunghe degli orchi più cattivi: i ladri di bambini. «Si sono presentati in due: un uomo e una donna», raccontano gli sfollati. «Hanno detto di essere della Protezione civile, cercavano i bambini per portarli in una struttura più protetta di Reggio Emilia».

    Simone Canettieri:  Nelle tende dei terremotati, la paura dei ladri di bambini

«Siamo gente tosta noi», ti raccontano per strada. Attaccati alla propria azienda, gli emiliano sono orgogliosi del proprio lavoro. «Se ci fermiamo, perdiamo i clienti e siamo finiti». Il mercato non ti aspetta. Anche se sei un’eccellenza nel tuo settore.

    Marco Sarti:  Ieri il terremoto, oggi al lavoro: per non morire

Non mollano gli emiliani: già pensano al lavoro, a non perderlo, a non farselo delocalizzare, a ricostruire il loro fantastico tessuto industriale che ha sempre creato ricchezza e occupazione.

    Pino Pignatta:  Sisma, Emilia più forte delle scosse

Il terremoto del modenese ha colpito un panorama edilizio tipicamente emiliano. Fatto di poche ditte che dominano il mercato e delle famose villette. I crolli hanno aperto drammatici interrogativi. E tra poco partirà la ricostruzione. Che fare?

    Paolo Stefanini:  Ora il dilemma è: costruire in fretta per ripartire o costruire bene?

L'ex rettore del Politecnico Giulio Ballio spiega che in Italia oramai la normativa e la mappatura del rischio terremoti sono state fatte. Il problema sono le abitazioni in muratura costruite in passato: adeguarle ai nuovi standard costerebbe l'equivalente del debito pubblico italiano. Quindi non si fa.

    Tommaso Canetta:  "Mettere in sicurezza l'Italia raddoppierebbe il debito pubblico"

Ci stanno impartendo una lezione di vita. Non solo di sopravvivenza. Di vita. Questi sfollati che si spaventano ma non vogliono dare soddisfazione alla paura. Che piangono senza piangersi addosso. E che ricominciano a vivere, nonostante.

    Massimo Gramellini:  La vita, nonostante

Dietro la tragedia anche le storie dei lavoratori immigrati

    Gianni Riotta:  Sikh, rumeni e musulmani L'immagine simbolo del sisma


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  Il portiere confessa: "Era gol" E fa retrocedere la sua squadra

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Migrantes: gli italiani se ne vanno
Gli italiani riprendono a emigrare. Presentato il Rapporto "Italiani nel mondo 2012" della Fondazione Migrantes.

    Annachiara Valle:  I nostri talenti oltre confine

    Annachiara Valle:  Quando i poveri eravamo noi

    Annachiara Valle:  Mozzarella italiana made in India


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"Continuiamo a fare memoria sovversiva ..." P.Alex Zanotelli (VIDEO) Il 28 maggio 1974 é stato compiuto un attentato terroristico nella centrale piazza della Loggia a Brescia che provoco 8 morti.

 
Strage di Piazza della Loggia, video messaggio di Alex Zanotelli


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Notizie dal mondo


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  ORRORE IN SIRIA.Strage di civili, 25 sono bimbi.

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Secondo il capo degli osservatori dell'Onu sono state le forze governative di Assad. Bilancio: 92 morti, tra cui 32 bimbi. Impiegati cannoni e carri armati'

   FAMIGLIA CRISTIANA:  Siria, un'altra strage di innocenti

Una strage solo apparentemente senza senso quella compiuta a Hula molto probabilmente ad opera delle forze di sicurezza del regime di Assad. Almeno 90 morti, ma c’è chi parla di 110, tra cui oltre 30 bambini, vittime del brutale bombardamento da parte dell’artiglieria pesante sulla cittadina, «colpevole» di sostenere i ribelli.

   Vittorio Emanuele Parsi:  Un sanguinario "no" a ogni trattativa

Il regime siriano potrebbe finire davanti alla Corte penale internazionale per le atrocità commesse a Hula: la notizia è arrivata dalla sessione d'emergenza del Consiglio Onu per i Diritti Umani, a Ginevra, incentrata sulla strage dei bambini una settimana fa.

   AVVENIRE:  L'Onu: strage di Hula crimine contro l'umanità

Shafiq rappresenta quelli che la rivoluzione non l'hanno mai digerita, e anche molti che dopo un anno e mezzo di "strategia della tensione" all'egiziana, ora desiderano un uomo forte

   Paolo Gonzaga:  Egitto: riflessioni sulle presidenziali

Gli anni della guerra civile, difficili da lasciarsi alle spalle (anche dopo la recente condanna di Taylor), e un futuro denso di incognite in termini di sviluppo economico e democratico. A dicembre si vota e Koroma ci riprova. Ma il suo primo mandato non convince. 

   NIGRIZIA:  Sierra Leone, un presente stretto

La crisi alimentare sembra non aver colpito il paese, grazie anche alla forte centralizzazione statale, che favorisce il ciclo produttivo e lo spostamento nel paese delle derrate alimentari. Il paese non è da demonizzare. Ma gli eritrei devono smetterla di vedere nell’altro solo un nemico da combattere.

   Nega Gebrehiwot:  Eritrea, senza carestia

Per giorni si sono rincorse voci sulla morte del presidente. Smentite da una sua apparizione televisiva. Ma si sa che il dittatore sta male e che è in corso una lotta di potere per succedergli. Dalla disputa in atto tra i vertici militari e i capi del partito uscirà la “nuova” Eritrea. Anche se l’Etiopia vuole avere voce in capitolo. Nel frattempo, il popolo soffre. 

   Gianni Ballarini:  Eritrea, guerra di successione

Il colpo di mano militare tra il primo e secondo turno delle elezioni presidenziali sembra frutto del teatro dell’assurdo: non se ne conosce l’ispiratore né si sa chi lo manovra. La comunità internazionale vorrebbe sanzioni pesanti contro i golpisti, mentre l’Angola è interessata al nuovo business con Bissau. Ma se regna la confusione nella capitale, il putsch non ha minimamente inciso sulla quotidianità dei villaggi.

   Angelo Turco:  Guinea-Bissau, Paese senza stato

Neppure un regista perfezionista poteva pensare ad una sceneggiatura migliore: proprio mentre la filosofa Seyla Benhabib stava concludendo il suo complesso ragionamento sul “cosmopolitismo come alternativa alla nuova guerra civile globale”, ha fatto irruzione nell’accaldata aula universitaria la cantilena del muezzin. Luogo: Università di Bilgi, Istanbul. Periodo: dal 19 al 24 maggio. Argomento: c’è più democrazia nel mondo dopo le rivolte arabe? Protagonisti: un gruppo di filosofi, economisti, sociologi che hanno scelto la città “ponte” fra Europa e Asia. Ma se la domanda è chiara, la location perfetta, gli studiosi ben preparati, la risposta è molto più articolata. 

   Danilo De Biasio:  Democrazie in Medio Oriente: lavori in corso

Romeo Langlois è libero. La commissione umanitaria formata dalla Croce rossa internazionale, da Piedad Cordoba e dal delegato del presidente francese è arrivata questa mattina preso nel villaggio di San Isidro, municipio della Montañita, dipartimento del Caquetá. 

   Stella Spinelli:  Colombia, il reporter francese Romeo Langlois è libero




FEDE E
SPIRITUALITA'




"Il coraggio di sperare oggi"

HOREB n. 61 - 1/2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

Il terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale: è possibile sperare? 

Questo navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze, che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli, credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è speranza”, egli  sente il bisogno di oltrepassare lo scacco dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso. 

Sperare si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la morte non sia inghiottita nella vittoria. 

Giovanni Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto i nostri peccati  quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione. 
La speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in libertà e di scegliere ogni  giorno la via della vita. Essa consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo, che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta. Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà. 
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..."  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)

   Ricerche nel Web - Una speranza "crocifissa", ma non sconfitta (pdf)




E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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INCONTRI PER L’ESTATE 2012
LECTIO DIVINA 17-22 LUGLIO
LETTURA DEI LIBRI DI SAMUELE con p. Pino Stancari sj



FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO 

   Locandina (pdf)


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SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ 6-11 AGOSTO 2012
DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE
A 50 anni dal Concilio Vaticano II



 FRATERNITÀ  CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO


   il programma della settimana di spiritualità (pdf)


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  La Bibbia in un frammento

"Gesù, voltandosi, 
disse a Pietro: 
«Va’ dietro a me, 
Satana! Tu mi sei 
di scandalo...».
".


(Matteo 16,23)

  Gianfranco Ravasi: «Vade retro!»



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  San Filippo Neri

  Spirito Santo vieni

  Veni Sancte Spiritus

  Buona Pentecoste Senza...

  Il Santo Spirito per Benigni

  Buona Pentecoste Vieni ...


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Uomini e profeti -
Fedi e Mondo

Buddha in occidente

con Maria Angela Falà, Raffaello Longo, Riccardo Venturini
sabato 26 maggio 2012

Nel plenilunio di maggio, convenzionalmente stabilito, in Italia, nell’ultima domenica di maggio, si svolgono le celebrazioni del Vesak, la festa buddista che ricorda la nascita, l’illuminazione e la dipartita della figura storica del Buddha. Quest’anno sarà Domodossola ad ospitare il raduno delle comunità buddiste di tutta Italia, che ormai presentano radicate differenziazioni. In particolare vi è un buddhismo autoctono, nato nel nostro paese per precise scelte culturali, e uno di immigrazione, dovuto agli stranieri provenienti da paesi a tradizione buddista. All’interno di questi due gruppi, numerose scuole e ramificazioni. Parlando con i nostri ospiti – Maria Angela Falà, Raffaello Longo eRiccardo Venturini – ci chiederemo quale sia lo stato di vitalità del Buddhismo italiano e quale contributo esso possa offrire al contesto culturale occidentale: quali riposte agli sviluppi della scienza, alle esigenze della bioetica, al bisogno di libertà e di laicità, ma anche di solidarietà e di sviluppo, nei contesti democratici dei nostri paesi?
 


   Ascolta


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Leggere la Bibbia


Chi è mia madre e chi son i fratelli? [Marco 3,7-35]
con Maria Pia Veladiano
domenica 27 maggio 2012


Sarà con noi 
Maria Pia Veladiano, scrittrice e studiosa di teologia, che nel suo romanzo, La vita accanto,  narra la storia di una bambina, irrimediabilmente brutta, che riesce a sfuggire all’infelicità grazie a una sorta di “nuova famiglia” che trova e costruisce attorno a sé. “Niente nell’uomo è natura…” diceva, nelle sue lucide analisi, Ernesto Balducci. Seguace, anche in questo, di Gesù di Nazareth, che nel capitolo che leggeremo oggi del Vangelo di Marco (e nei passi paralleli di Matteo e Luca) non chiarisce ai discepoli, spesso confusi, quali siano le priorità della vita: non i vincoli di sangue, ma fare ciò che è giusto agli occhi di Dio e degli uomini. La famiglia invece – la madre di Gesù e i suoi fratelli – non comprende i suoi comportamenti, un po’ se ne vergogna, un po’ ha timore della sua eccentricità che lo espone al giudizio delle autorità e della folla, e lo considera “fuori di sé”. Ma in questo capitolo troviamo anche altri passi importanti. L’istituzione dei dodici apostoli (la “nuova famiglia”, in un certo senso), mandati a proclamare la buona notizia, e la questione del per
dono dei peccati.

 


   Ascolta



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"Chi ospita l'altro fa un dono anche a sé" di Enzo Bianchi


“Non dimenticate l’ospitalità: alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo”.
Questa esortazione della Lettera agli Ebrei ci ricorda che l’accoglienza autentica crea un dialogo fecondo di cambiamenti e di arricchimenti per l’ospite come per l’ospitante: dal dialogo non si esce come vi si era entrati, e la sfida del dialogo richiede la disponibilità a intraprendere questo cammino. Nel dialogo emergono visioni inedite dell’altro, si fa strada la fine del pregiudizio, la scoperta di ciò che si ha in comune e anche di ciò che manca a ognuno degli interlocutori. Lì avviene la contaminazione lo spostamento dei confini: quell’altro che io situavo in una dimensione remota, si rivela molto più vicino e simile a me di quanto pensassi. Il confine resta, ma non è più luogo di conflitti o di malintesi, bensì di pacificazione e di incontro. L’ospitalità, che ha richiesto che si varcasse la soglia di una casa, ora si approfondisce e diviene incontro tra umani...

     "Chi ospita l'altro fa un dono anche a sé" di Enzo Bianchi


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"La Chiesa del Grembiule" di don Virginio Colmegna

 

Inutile nasconderlo: quanto sta succedendo tra le mura del Vaticano inquieta profondamente. Le notizie creano sconcerto, ma lo fanno anche le modalità con cui vengono raccontati questi episodi, con dovizie di particolari e, a volte, con una sottesa, compiaciuta ironia. Anch’io mi interrogo su quanto sta succedendo e anch’io, come tutti gli onesti che lo chiedono, vorrei che si facesse chiarezza individuando responsabilità che non possono essere solo del maggiordomo.
Ma permettetemi anche di spiegare perché questi episodi non sconvolgono in nessun modo la mia Fede, dubbiosa e interrogata da altre vicende umane che incontro ogni giorno nel dolore, nella sofferenza e nella fragilità delle persone con cui condivido un pezzo di strada. La Chiesa è lì, in questi volti, in queste storie di vita.

     "La Chiesa del Grembiule" di don Virginio Colmegna


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La Chiesa del grembiule di don Tonino Bello e mons. Luigi Bettazzi - La Chiesa-comunione, al servizio dei poveri e dipinta di profezia.


Quale visione ecclesiologica e teologica nelle parole di don Tonino? 
La Chiesa-comunione, al servizio dei poveri e dipinta di profezia. 
Proprio come annunciava il Concilio Vaticano II. 

Quando vogliamo designare la Chiesa, la immaginiamo con i paramenti addosso, il vescovo con la mitra, il pastorale: ecco il simbolo della Chiesa che prega. Oppure con la Bibbia in mano: la Chiesa che spiega la parola… Però l’immagine più bella, direi più consona al linguaggio biblico, è la Chiesa del grembiule. Nel Vangelo di Giovanni si dice: “Gesù allora si alzò da tavola, depose le vesti, si cinse un grembiule e si mise a lavare i piedi”. 
Si cinse un grembiule: tra i paramenti ecclesiastici che dovrebbero trovarsi in sacrestia, l’unico che avrebbe diritto di starci è il grembiule; invece non c’è. […] Capite che la nonviolenza comincia di lì: l’etica del volto. Sono convinto che noi ci apriremo alla dimensione divina proprio a partire dal volto umano. 
Don Tonino

Per chi legge oggi gli scritti di mons. Tonino Bello, così come per chi ebbe la ventura di ascoltarlo, ciò che risalta è l’ispirazione teologica che dava al suo discorso e quindi al suo pensiero. Lo faceva. Questo sembrerebbe ovvio quando trattava problemi di Chiesa dal momento che “Chiesa” è già di per sé un tema teologico. Eppure troppo spesso esso viene affrontato sul piano sociale o, come si suol dire, “apologetico”, cioè sul piano polemico della giustificazione delle proprie posizioni di fronte a chi le attacca o le ignora. Lo stesso studio di questo tema iniziava, ai nostri tempi (ahimé... sessant’anni fa!) con una lunga trattazione degli aspetti contestati dagli “avversari”, a cui seguiva (quando non veniva omesso per mancanza di tempo) un rapido accenno agli aspetti strettamente teologici.

   Stola e grembiule di mons. Luigi Bettazzi (Vescovo emerito di Ivrea)

Ascolta dalla voce di don Tonino Bello

   video


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  Signore mio Dio...
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  Mina Magnificat (video)

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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni



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LA PREGHIERA TRA FACEBOOK, INTERNET E DIGITAL MEDIA


Don Paolo Padrini spiega come umanizzare la rete

Bisogna aver paura dell’uso di Internet? Facebook è pericoloso? Come si fa a regolare l’uso della rete da parte dei giovani? E’ diseducativo giocare con le realtà virtuali? Come fare per rendere più umani i media nel mondo di Internet?
A queste ed altre domande, cerca di rispondere don Paolo Padrini, con il libro “ Facebook, internet e i digital media: una guida per genitori ed educatori. Conoscerli, valorizzarli, umanizzarli” pubblicato dalle edizioni San Paolo.
Don Paolo Padrini è un super esperto delle tecnologie virtuali e del suo utilizzo. Curatore del blog molto frequentato Passi nel Deserto, sta studiando metodi di comunicazione che possano avvicinare la religione e la preghiera al mondo dei giovani.

   LA PREGHIERA TRA FACEBOOK, INTERNET E DIGITAL MEDIA

   la scheda del libro di Paolo Padrini: Facebook, internet e i digital media Una guida per genitori ed educatori 


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"Lo sviluppo nasce dal lavoro per il bene comune" di mons. Bruno Forte


Etica e crescita
Lo sviluppo nasce dal lavoro per il bene comune
di mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto

Non nascondo di far fatica a comprendere la contrapposizione che qualcuno intende marcare fra una fase di rigore ed una di crescita nell'agenda dell’attuale governo del Paese: ciò che mi sembra chiaro è che nessuna crescita ci potrà essere senza mettere in ordine i conti e garantire solidamente le condizioni dello sviluppo. È un ragionamento evidente, che ogni sana conduzione familiare accetta e che anche Gesù propone come regola di prudenza e serietà nella vita: “Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: ‘Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro’ ” (Luca 14,28-30). Rigore e crescita sono l’uno il presupposto dell’altra, e non sarebbe in buona fede chi volesse far credere che il rigore danneggia e l’ottimismo fatuo paga. 
Detto questo, è non di meno vero che il rigore va contemperato con l’equità, e che la crescita che lo presuppone presenta essa stessa delle condizioni di possibilità, che sono anzitutto etiche e spirituali.

   Lo sviluppo nasce dal lavoro per il bene comune di Bruno Forte (pdf)


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L'Osservatore Romano pubblica l'inserto femminile «Donne, Chiesa, Mondo»



E’ la prima volta nella storia ultracentenaria del “giornale del Papa”. Si chiamerà “Donne Chiesa Mondo” e uscirà ogni ultimo giovedì del mese

   L’Osservatore Romano lancia il suo inserto femminile

Per la prima volta in una storia ultracentenaria, da oggi «L’Osservatore Romano» pubblicherà, nel numero dell’ultimo giovedì di ogni mese, un inserto femminile. Quattro pagine interamente a colori, ideate e curate con passione e gentile determinazione da alcune colleghe, per allargare lo sguardo del giornale della Santa Sede a «donne, Chiesa, mondo». Così infatti si intitola questa nuova iniziativa, aperta a una realtà fondamentale nella tradizione cristiana e che vuole idealmente allargarsi a cerchie sempre più ampie, con un respiro internazionale e anche al di là dei confini visibili del cattolicesimo mondiale. Grazie pure alla collaborazione di firme non cattoliche.
La ricerca storica sta mostrando quanto l’emancipazione e la promozione delle donne debbano al cristianesimo fin dalle sue origini, nonostante contraddizioni dovute nei secoli soprattutto ai contesti culturali e oggi a persistenti pregiudizi. E se la presenza femminile nella Chiesa è sembrata in alcuni periodi in ombra, non per questo essa è stata meno importante. 

   Un inserto al femminile

   Sfoglia l'inserto: donne chiesa mondo - L'Osservatore Romano (pdf)



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Il giornale Vaticano pubblica un inserto consacrato alle donne. Intervista a Lucetta Scaraffia

  Włodzimierz RędziochL'Osservatore Romano si tinge di rosa

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"LA FAMIGLIA TRA OPERA DELLA CREAZIONE E FESTA DELLA SALVEZZA" - Card. Gianfranco RAVASI



L'intervento al Congresso internazionale teologico pastorale

Un grande affresco della famiglia così come la presenta la Scrittura, “tra opera della creazione e festa della salvezza”: l’ha disegnato il card. Gianfranco Ravasi, biblista di fama mondiale e presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, nell’intervento che ha aperto i lavori della prima giornata del Congresso teologico pastorale.

Impreziosita da citazioni letterarie e con diversi riferimenti all’attuale contesto socio-culturale, la riflessione ha preso le mosse da una celebre affermazione fatta dall’antropologo Claude Lévi-Strauss nel 1952: «La famiglia come unione più o meno durevole, socialmente approvata, di un uomo, una donna e i loro figli è un fenomeno universale, reperibile in ogni e qualunque tipo di società». Una centralità della famiglia che tuttora permane: secondo un recente sondaggio i cittadini europei considerano fondamentale la famiglia e, in 46 Paesi su 47, la collocano al primo posto tra le realtà sociali più importanti.

Prendendo come cifra simbolica la “casa”, Ravasi ha indicato anzitutto le fondamenta della famiglia nel rapporto di coppia, tra un uomo e donna “uguali nella loro dignità radicale ma differenti nella loro identità individuale”: un’unità d’amore che nel cristianesimo riceve “un suggello trascendente”.

   "LA FAMIGLIA TRA OPERA DELLA CREAZIONE E FESTA DELLA SALVEZZA" Card. Gianfranco RAVASI

   BREVE INTERVISTA (video)


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"LA FAMIGLIA E IL LAVORO OGGI IN UNA PROSPETTIVA DI FEDE" di Dionigi Tettamanzi

 
"LA FAMIGLIA E IL LAVORO OGGIIN UNA PROSPETTIVA DI FEDE" del Card. Dionigi Tettamanzi

 L'intervento al Congresso internazionale teologico pastorale di Milano

Introduzione
Inizio questa relazione su “La famiglia e il lavoro oggi in una prospettiva di fede” raccogliendo l’invito della Lettera agli Ebrei: “Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,1-2). I nostri occhi, dunque, siano fissi sul volto di Cristo: sul volto di lui come “figlio del falegname” di Nazareth, di lui che – dice il Concilio Vaticano II - “ha lavorato con mani d’uomo” (Gaudium et spes, 22). 

Vogliamo così riscoprire la dimensione familiare del lavoro umano, grati al Santo Padre che con questo Incontro Mondiale delle Famiglie ha posto esplicitamente alla nostra attenzione il soggetto famiglia in stretta relazione con il lavoro e la festa. E questo volutamente, in un contesto in cui non è abituale mettere a tema il rapporto tra la famiglia e il lavoro, mentre è diffusa la considerazione del rapporto tra la persona soltanto e il suo lavoro, in seguito alla cultura post-moderna con il suo accento sull’individuo, sulla persona spogliata delle sue relazioni, come se non esistessero o fossero realtà irrilevante. 

L’esperienza però ci dice che tutti noi siamo frutto di molteplici relazioni, da quella che ci ha generato a quelle che ci hanno fatto crescere. Di più: il nostro relazionarci nasce dal fatto che siamo stati creati per amare, non per vivere da esseri chiusi in se stessi! Anche il nostro lavorare, allora, e il nostro riposare entrano nella dinamica di una relazionalità di amore! Anche la società e la sua crescita umana sono legate sì al lavoro, ma anzitutto all’amore e all’amore familiare, quello che unisce per sempre un uomo e una donna in modo esclusivo, fecondo, fedele, e che trova nel Signore la sua sorgente, il suo sostegno! Siamo stati creati da Dio, che è Trinità d’amore!  ...

   LA FAMIGLIA E IL LAVORO OGGI IN UNA PROSPETTIVA DI FEDE


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LA FEDE IN GESU' CRISTO DEVE ANIMARE LA NOSTRA VITA - Benedetto XVI a Milano incontra la cittadinanza e il Sindaco



MILANO – PIAZZA DUOMO - 1 giugno 2012

LA FEDE IN GESU' CRISTO DEVE ANIMARE LA NOSTRA VITA

"....La fede in Gesù Cristo, morto e risorto per noi, vivente in mezzo a noi, deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e pubblica, così da consentire uno stabile e autentico “ben essere”, a partire dalla famiglia, che va riscoperta quale patrimonio principale dell’umanità, coefficiente e segno di una vera e stabile cultura in favore dell’uomo ..."

"Milano laica e Milano della fede collaborino per il bene comune..."

   il saluto alla cittadinanza

IL SINDACO DI MILANO
«Voglio da qui lanciare un messaggio di speranza: lavoreremo insieme perché nessuno si senta più solo»

   il testo integrale del discorso del Sindaco Pisapia 


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Un contributo appassionato di civiltà e di speranza per la costruzione della società del futuro. Questo intende essere il settimo Incontro mondiale delle famiglie inaugurato questa mattina nel capoluogo lombardo. A tagliare idealmente il nastro di questo grande evento ecclesiale, che a partire da venerdì avrà il suo culmine con la visita di Benedetto XVI, sono stati il cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, e il cardinale presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Ennio Antonelli.  Un appuntamento, ovviamente, segnato dal dolore  — «una nube di mestizia» ha detto il cardinale Antonelli — per il recentissimo terremoto che ha duramente colpito l’Emilia Romagna.

  OSSERVATORE ROMANOUn messaggio di civiltà e speranza

«La famiglia italiana è ancora un buon capitale sociale comunitario», mentre «se non facciamo entrare 40 milioni di persone nei prossimi anni in Europa, il nostro continente si dimezzerà». Lo ha affermato questa mattina al Festival Biblico di Vicenza Zygmunt Bauman, il sociologo di Leeds, celebre per la sua definizione di «società liquida».

  ZENITLA FAMIGLIA È IL «BUON CAPITALE SOCIALE» ITALIANO

Scrive di giovani e sa parlare ai giovani lo scrittore Alessandro D’Avenia. Insegnante al liceo San Carlo di Milano, ha venduto centinaia di migliaia di copie con i suoi due romanzi, Bianca come il latte, rossa come il sangue e Cose che nessuno sa (Mondadori), incentrati sul mondo dei ragazzi che conosce così bene. Non stupisce perciò che il suo intervento al Congresso teologico pastorale rientri nel tema “Adolescenti e giovani tra festa e tempo libero”. 

  Rosanna BiffiD'Avenia: "L'amore libera il tempo"

Professore, scrittore di successo ci aiuta a guardare ai giovani con speranza.

  Tre domande ad Alessandro D'Avenia (video)


Il Presidente del Pontificio consiglio per la famiglia sintetizza i temi del Congresso

  Card. Antonellile conclusioni del Congresso internazionale teologico pastorale (doc)

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Le associazioni cattoliche presenteranno un patto per la crescita. Lavoro e fisco tra i temi centrali

  VATICAN INSIDERLunedì c'è "Todi2", pronto un manifesto politico

Presentato dai promotori dell'incontro di Todi un programma di lavoro che ha come paradigma di riferimento la Dottrina sociale della Chiesa.

  Saverio GaetaIl "manifesto" della buona politica

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Dopo le ultime notizie dal Vaticano: come si è potuti arrivare fino a questo punto?



Sulle ultime notizie dal Vaticano. Ma anche su uno sguardo che forse - alla vigilia dell'Incontro mondiale di Milano - potrebbe aiutarci davvero ad andare oltre 

Si fa davvero molta fatica a scrivere qualcosa sulle notizie che arrivano in questi giorni dal Vaticano. La tristezza prevale su qualsiasi riflessione. E non consola un granché pensare che nella sua storia la Chiesa di Gesù abbia superato ben altro. Il che - ovviamente - è vero. Però bisognerebbe ricordare che lo ha superato non per inerzia, ma solo perché ha saputo sempre rimettersi in ascolto dell'unico Maestro.
La domanda che penso tutti abbiamo nel cuore è: come si è potuti arrivare fino a questo punto? Io credo che per rispondere sia necessario partire da lontano. Non fermarsi agli ultimi episodi, quelli più clamorosi. Sono profondamente convinto, ad esempio, che il seme sia stato gettato ben prima dell'inizio del Pontificato di Benedetto XVI. Penso vada ricercato nelle liste degli amici e dei nemici che da troppo tempo circolano nella Chiesa. E' un clima che abbiamo respirato in tanti in questi anni. Un clima fatto di detto e non detto, di retropensieri, di persone che - anche in buona fede - hanno pensato di farsi interpreti da sole del bene della Chiesa. Un clima nel quale qualsiasi cosa dici, fai o scrivi viene passata ai raggi x per capire con quale banda stai. E credo che un esame di coscienza specifico in questo momento spetti anche a noi che raccontiamo la Chiesa: quante volte abbiamo deciso che cosa era una notizia e che cosa non lo era misurando la Chiesa solo con questo metro?
Ma queste sono mie considerazioni generali, che hanno inevitabilmente il sapore della predica. C'è, però, un aspetto che mi colpisce in maniera particolare nel risvolto che la cronaca dai Sacri Palazzi ha preso in queste ultime ore: il fatto che nell'occhio del ciclone vi sia una persona che appartiene a quella che viene chiamata "la famiglia del Papa".

   La famiglia divisa del Papa di Giorgio Bernardelli

   video

I nove fedelissimi che hanno accesso alle stanze private di Sua Santità

Durante la lunga convalescenza post-attentato di Giovanni Paolo II era diventato un luogo inaccessibile, riservato alla strettissima «cerchia polacca»: il braccio destro don Stanislao, l’amica di gioventù Wanda Poltawska, le suore connazionali.
Oggi l’appartamento pontificio è soprattutto il «pensatoio» dove il Papa teologo e pastore elabora il Magistero.

   La “famiglia” che vive con Benedetto XVI di Giacomo Galeazzi

Parla il padre spirituale di Paolo Gabriele, l'aiutante di camera arrestato: “È innamorato della Chiesa e vuol bene al Papa”

L’anziano sacerdote che vive in Vaticano al telefono ha la voce rotta dal pianto. Chiede l’anonimato, per raccontare ciò che sa di Paolo Gabriele, 46 anni, sposato con tre figli, l’aiutante di camera di Benedetto XVI arrestato perché trovato «in possesso illecito di documenti riservati». Ha paura, il monsignore, come tanti in queste ore dietro le mura, ancora attoniti e increduli per quanto è accaduto.

   “Non lo tradirebbe mai. Si sarà scontrato con qualche potente” di Andrea Tornielli


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INTRIGHI VATICANI - Congiure e trame contro il Papa, per aver toccato punti nevralgici



INTRIGHI VATICANI - Sta accadendo qualcosa senza precedenti nella storia moderna della Chiesa.
La crisi dello IOR - le questione della pedofilia - il trasferimento del Vescovo Viganò con relative polemiche...

Congiure e trame contro il Papa, per aver toccato punti nevralgici in Vaticano come la trasparenza sull'uso del denaro e la pedofilia?

La puntata di "Melog - Radio24" di oggi (28.05.2012) condotta da Gianluca Nicoletti ha trattato il seguente tema "Fughe di notizie, corvi, misteri, rivelazioni, trame oscure: negli ultimi tempi al Vaticano non si dormono sonni tranquilli": 

Ospiti: Gianluigi Nuzzi (autore del libro "Sua Santità" - Chiarelettere), Ignazio Ingraò (vaticanista di Panorama), Carlo Marroni (vaticanista del Sole 24ore) e Marco Lillo (vaticanista del Fatto Quotidiano)

   la puntata integrale di  Melog del 28.05.2012 (audio)


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Vaticanleaks - Intrighi in Vaticano - Una gerarchia lontana dalla società ritrovi la fede nel cambiamento



Chiesa e scandali nella Chiesa
Vaticanleaks -INTRIGHI VATICANI - Sta accadendo qualcosa senza precedenti nella storia moderna della Chiesa.
La crisi dello IOR - le questione della pedofilia - il trasferimento del Vescovo Viganò con relative polemiche...

"L'ultima brutta vicenda che si è conosciuta in Vaticano, la pubblicazione di documenti riservati ma soprattutto l'impressione di un conflitto importante nella banca vaticana fanno risorgere brutti ricordi legati al vecchio Ior e danno della Santa Sede l'immagine di un luogo di conflitti e di potere largamente fondato su questioni di danaro. Sarà bene ricordare che il Vaticano è uno Stato, sede del Capo della Chiesa, ma non è la Chiesa. ... (don Gino Rigoldi)

   Una gerarchia lontana dalla società ritrovi la fede nel cambiamento

   Intervista a Marco Politi  giornalista, vaticanista de "Il Fatto quotidiano" (AUDIO)

   Intervista a Marco Tosatti  giornalista, vaticanista della "Stampa" (AUDIO)

In questi giorni a Milano ci sarà un incontro tra Benedetto XVI e il Cardinale Carlo Maria Martini, come richiesto dallo stesso Cardinale emerito di Milano.

GUARDA I NOSTRI POST PRECEDENTI:


  • INTRIGHI VATICANI - Congiure e trame contro il Papa, per aver toccato punti nevralgici in Vaticano come la trasparenza sull'uso del denaro e la pedofilia?
  • Dopo le ultime notizie dal Vaticano:come si è potuti arrivare fino a questo punto?
  • La santa indignazione e le vicende dello IOR, degli abusi sui minori...
  • VATICANO, FINANZA E SCANDALI? La puntata "Congiura in Vaticano" , le reazioni ufficiali, e i commenti.../1
  • VATICANO, FINANZA E SCANDALI? La puntata "Congiura in Vaticano" , le reazioni ufficiali, e i commenti.../2
  • VATICANO, FINANZA E SCANDALI? La puntata "Congiura in Vaticano" , le reazioni ufficiali, e i commenti.../3
  • L’articolo di Angela Camuso «Riciclaggio, quattro preti indagati. I silenzi del Vaticano sui controlli», la trasmissione «Gli intoccabili» de La 7 e le dichiarazioni della Sala Stampa della Santa Sede


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Inizia da due laici il processo di pulizia in Vaticano. Troppi scandali, troppe pentole scoperchiate e poche risposte sembrano non aver lasciato alcuna traccia del proverbiale silenzio tanto caro alle stanze d’Oltretevere. Giovedì 24 maggio la notizia della sfiducia a Ettore Gotti Tedeschi era già sembrata un (apparente) fulmine a ciel sereno.
Poi, il giorno successivo, è arrivato un altro annuncio. Ancora più clamoroso. La gola profonda, il passacarte dei documenti segreti vaticani, è una persona vicinissima al Papa (qui la gallery sul caso trattato dalla stampa estera). Talmente vicina da essere addirittura il suo personale maggiordomo: Paolo Gabriele.

  Daria CarlettiVaticano, il sacrificio laico

Che cosa si nasconde dietro le vicende che si stanno consumando in Vaticano? Qual è la radice di veleni e scandali che coinvolgono quell’alta Sede che oggi appare più profana che «santa»?
Perché si nascondono dei corvi in quelle sacre mura che nell’immagine collettiva dovrebbero ospitare soltanto colombe?

  Franco GarelliIl collante perduto


A colloquio con il sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Angelo Becciu
Amarezza e dispiacere per quanto è accaduto negli ultimi giorni in Vaticano, ma anche determinazione e fiducia nell’affrontare una situazione francamente difficile. Sono questi i sentimenti che si avvertono nel sostituto della Segreteria di Stato — l’arcivescovo Angelo Becciu, che per il suo ufficio ogni giorno lavora a stretto contatto con il Pontefice — durante un colloquio con «L’Osservatore Romano» sul tema che attira l’attenzione di moltissimi media in tutto il mondo, e cioè l’arresto, il 23 maggio scorso, di Paolo Gabriele, aiutante di camera di Benedetto XVI, per il possesso di un gran numero di documenti riservati appartenenti al Papa. Cosa dire dello stato d’animo di chi lavora nella Santa Sede?

  Giovanni Maria VianLe carte rubate del Papa


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POLITICA



C’ è un pensiero, o meglio una domanda, che ultimamente mi perseguita quando penso alla politica italiana. Con tutto quel che è venuto fuori su Bossi, sua moglie, i suoi figli, compresa la laurea falsa del «trota» comprata in Albania, come è possibile che Bossi resti al comando? Come è possibile che anche quanti si ripromettono di ripulire e rifondare la Lega prendano seriamente in considerazione l’ipotesi di un partito con un segretario diverso (Maroni) ma con Bossi presidente della «nuova Lega»? Che cosa deve succedere perché un capo-partito venga non dico cacciato, espulso, punito, ma semplicemente archiviato? Che cosa fa sì che non si possa mai assistere a una battaglia politica che porti alla sostituzione di un vecchio gruppo dirigente con uno nuovo e diverso?
Questo genere di domande me le ero già fatte molte volte a proposito di Berlusconi e del suo partito, ma lì avevo una risposta: Berlusconi ha i cordoni della borsa, e ha sempre fatto attenzione a non dare spazio a persone troppo capaci o indipendenti da lui.

  Luca RicolfiL'incapacità di ricambio di leader

Il terremoto piega l’Emilia e Mario Monti se ne sta a Roma per paura dei fischi. Gli italiani votano Grillo e Napolitano li tratta con distacco. Chiedono di annullare la parata del 2 giugno, e lui nega ma senza spiegare il senso della festa, bensì arroccandosi sempre di più. Torna il calcio scommesse e Prandelli riesce a trattare con disparità i due nazionali coinvolti. Per non parlare delle uscite di Buffon e della replica ad orologeria della magistratura

  Massimiliano GalloA.A.A. cercasi comandante credibile per il nostro Paese

Con il “grillismo” è necessario confrontarsi. Anche perché questo movimento si è diffuso affrontando temi quali acqua pubblica, difesa dei beni comuni, consumo critico, democrazia partecipativa, tutela dell’ambiente, taglio dell’intreccio tossico tra politica e denaro… Temi che hanno accompagnato molte delle battaglie della nostra rivista e della società civile più sensibile.

  NIGRIZIAA tu per tu con Grillo

Quando saremo al potere, spiega Grillo in un’intervista a «Sette», i politici verranno giudicati da un tribunale di cittadini incensurati estratti a sorte, che li condannerà ai lavori socialmente utili e alla restituzione del malloppo.

  Massimo GramelliniIl codice Grillo


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 BENEDETTO XVI
 





 
    Angelus/Regina Cæli - 27 maggio 2012

      Udienza - 30 maggio 2012, In Gesù Cristo il «sì» fedele di Dio e l'«amen» della Chiesa (2Cor 1,3-14.19-20)

    DiscorsoAi Partecipanti all’Incontro promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo (26 maggio 2012)


      Visita Pastorale all'Arcidiocesi di Milano e VII Incontro Mondiale delle Famiglie 2012 (1-3 giugno)



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OPINIONI E COMMENTI

(RIPROPOSTO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"

  BENEDETTO XVI: "Chiesa povera e libera, per parlare al mondo" (video)

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Joseph Ratzinger ha sempre amato Milano. Mai come questa volta, per questa visita che inizia domani e dura fino a domenica, il capoluogo lombardo sembra arrivare al momento giusto: lontano dagli irriformabili palazzi romani, nel cuore di un cattolicesimo operoso e asciutto. Come quello che piace al pontefice tedesco.

  Giuseppe BaiocchiIl Papa nella "sua Milano, per dimenticare l'irriformabile Roma

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            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm