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N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre
La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Anche
tu puoi far sentire la tua contestazione alla PARATA MILITARE del 2
giugno. Anche tu scrivi al Presidente della Repubblica per chiedere di
restituire al 2 Giugno la forza dirompente e smilitarizzata della
nostra Repubblica, fondata sul lavoro e sul ripudio della guerra. Dal
convegno di Pietralba è stata inviata questa prima lettera. Riscrivila
personalmente, con il tuo gruppo e comunità, spediscila al Presidente
della Repubblica e alle autorità civili della tua città, sindaco,
prefetto, consiglieri, deputati, affinchè sostengano questa nostra
proposta nelle sedi istituzionali. Diffondi la tua/vostra lettera ai
media locali e per raccoglierle e pubblicarle tutte, inviala a info@paxchristi.it
CLICCA QUI A FIANCO per scaricare LA LETTERA:
2 Giugno_lettera da inviare (doc)
No alla parata, l'altro 2 giugno
Al
posto di militari e mezzi vorrebbero veder sfilare lavoratori e
famiglie. Numerose associazioni, molte delle quali di ispirazione
cristiana, contestano la parata. Ecco cosa chiedono.
Costa, cancellandola si risparmierebbero 4 milioni
Ecco cosa si potrebbe fare se...
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
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«La parata militare del 2
giugno, quest'anno, non si svolgerà. Lo ha comunicato il ministro della
difesa Arnaldo Forlani, con una nota ufficiale. La decisione è stata
presa a seguito della grave sciagura del Friuli e per far sì che i
militari e i mezzi di stanza al nord siano utilizzati per aiutare i
terremotati anziché per sfilare a via dei Fori imperiali». È il maggio
del 1976
Ciro Pellegrino: Anno 1976: dopo sisma in Friuli annullata la parata del 2 giugno. Oggi invece no
Che senso ha la parata del 2
giugno con l’Emilia a pezzi che piange i suoi morti? Il quesito, che
sarebbe considerato blasfemo in Francia, qui può sembrare velleitario,
dal momento che il Capo dello Stato ha deciso di confermare la
cerimonia dei Fori Imperiali, sia pure improntandola alla sobrietà.
Però vale egualmente la pena di porselo.
Massimo Gramellini: La parata più bella
Cresce il consenso di ampi
settori della società civile e della politica attorno alla richiesta di
cancellare la parata del 2 giugno. Ultimi esempi: Tavola della pace e
Sbilanciamoci.
Luciano Scalettari: Niente parata, lo chiedono in molti
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L’Emilia continua a tremare.
Decine le vittime. Case, industrie e chiese crollate. E le ferite si
allargano nelle terre e nelle città vicine. Mentre si moltiplicano le
iniziative di solidarietà nei confronti della popolazione, la
Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, dopo il primo
stanziamento di un milione di euro, destina all’emergenza altri due
milioni, prelevandoli dai fondi per l’otto per mille.
Tutte le comunità ecclesiali sono coinvolte nella Colletta nazionale del prossimo 10 giugno.
Caritas in campo: ecco come aiutare
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
I nuovi devastanti terremoti di ieri in Emilia hanno seminato morte e terrore, ma non bisogna farsi vincere dalla paura.
I
terremoti seminano morte e terrore: Dov’era Dio?.... Perché ha permesso
o ha voluto la morte di tanta gente? Perché la disgrazia colpisce più
spesso deboli, indifesi, e piccoli?».
"Di
fronte al terremoto molti - credenti e non credenti - si sono chiesti:
«Dov’era Dio quella notte? Perché ha permesso o ha voluto la morte di
tanta gente? Perché la disgrazia colpisce più spesso deboli, indifesi,
e piccoli?». È l’antica e sempre nuova domanda sul dolore, specialmente
sul dolore innocente, che è risuonata anche sulle braccia della croce:
«Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?» (Marco 15,34). La
risposta è certo avvolta dal silenzio e dalla discrezione, che sempre
il dolore richiede. La Parola di Dio, tuttavia, ci spinge ad andare
oltre la domanda del Crocifisso, ad accompagnare ancora la sua storia
verso l’ora luminosa della Pasqua. Il cristiano legge il mistero del
dolore nella luce del mistero di Cristo
Dio c’era, fedele nel Suo amore per noi
Nell'ora oscura e dolorosa della croce, il Padre non ha cessato di
amare suo Figlio, che moriva innocente. Nel lungo calvario della
storia, il Padre non cessa di amare i suoi figli. Egli è sempre un Dio
misericordioso e fedele, che ascolta il grido degli schiavi, dei
deboli, dei perseguitati, dei vinti (cf. ad es. Salmo 22), che prende
le difese e combatte a fianco dei più deboli (cf. la storia di Davide
in 1 Samuele 17), che ama d’un amore che sopravanza l’ira quanto il
cielo sopravanza la terra: «Come il cielo è alto sulla terra, così è
grande la sua misericordia su quanti lo temono» (Salmo 103,11). Di
fronte alla sofferenza dell’uomo questo Dio manifesta la sua umiltà,
cioè l’amore che si abbassa fino all’uomo, lo salva, lo redime, lo
riabilita. Lungi dal restare impassibile davanti al dolore umano, Dio
si fa uomo, assumendo su di sé la croce del mondo. La sofferenza
passiva, subìta a causa della povertà della condizione umana, viene
liberamente scelta dal Figlio di Dio per amore nostro e trasformata in
sofferenza attiva. In comunione col dolore di tutti i crocefissi della
storia, il Figlio soffre offrendo al Padre l’estremo rantolo delle
possibilità umane: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito»
(Luca 23,46). Accettando l’offerta col risuscitarlo dai morti, il Padre
dà valore e senso alla sofferenza dell’innocente, e in essa a ogni
sofferenza umana. A partire dalla Pasqua è possibile dire che il
Dio cristiano non è l’altra parte, contro cui lanciare la bestemmia del
dolore umano, ma il Dio con noi, il Dio compassionevole, che soffre con
noi e ci aiuta a trasformare il nostro soffrire in offerta, a dare
senso nel dono dell’amore alla croce del patire.
Dio ci ha chiamato
In
Gesù risorto ci è data così la promessa che l’ultima parola del nostro
cammino e della storia non è il dolore e la morte, ma la gioia e la
vita. In lui ci è assicurato che il dolore offerto per amore, vissuto
cioè in comunione con lui crocefisso e con tutti i crocefissi nostri
fratelli, e offerto in oblazione al Padre, è fonte di risurrezione. Chi
unisce il proprio soffrire alla passione di Cristo, chi riconosce nella
propria croce la fedeltà del Padre presente nella croce del Figlio,
partecipa già, sia pure nella povertà attuale, alla nuova creazione. In
lui la vita vince già la morte e il domani è già cominciato.
L’azione
Dio è presente, con una presenza di amore, anche nelle situazioni di sofferenza e di dolore. È necessario:
- esercitarsi nella scoperta dei segni della sua presenza;
- imparare a trasformare la sofferenza e il dolore che si abbattono su ciascuno e sulla comunità in «sofferenza attiva»;
- partecipare alla sofferenza degli altri, vivendola insieme, e non aggravandola con i propri egoismi;
- vincere i limiti della attuale condizione umana offrendo il
proprio dolore insieme con quello di Cristo, con fiducia di
cooperare così alla nuova creazione.
"Il Dio vicino - vivere con fede il tempo del terremoto" Schede per la riflessione personale e comunitaria (pdf)
a
cura della CONFERENZA EPISCOPALE ABRUZZESE-MOLISANA UFFICIO
CATECHISTICO REGIONALE - DELEGAZIONE CARITAS REGIONALE CARITAS ITALIANA
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Accanto alla fabbrica crollata della Meta, poco oltre le strisce
bianche rosse che transennano l'area coperta di macerie, decine di
operai musulmani pregano in ginocchio, prostrati verso la Mecca. Poco
più in là, piangono i loro colleghi anche i sikh e l'occasione del
dolore aggiunge un carico simbolico a una scena che in questa parte
d'Italia, in realtà, ormai è parte del paesaggio sociale. Perché il
cuore della Valle Padana corrisponde esattamente al luogo più
multietnico del Paese, quello dove la presenza "straniera" è tre volte
superiore alla media nazionale e gli immigrati sono parte integrante (e
importante) dell'economia e della società.
Kumar, Tarik e le altre vittime migranti nel cuore dell'Italia più multietnica
«Nel
crollo della ditta Meta di S.Felice sul Panaro, uno degli operai
rimasto vittima era Kumar, 27 anni, del Punjab. La comunità sikh si è
radunata davanti ai cancelli per «aiutare e pregare». «Kumar era stato
chiamato dal proprietario perché la ditta doveva andare avanti. E lui –
ha detto Singh Jetrindra, rappresentante della comunità – è dovuto
andare a lavorare perché non poteva perdere il posto». Kumar è morto
assieme ad un altro operaio. Marocchino. Entrambi erano padri di due
figli. Questi stranieri che vengono qui a rubarci la morte a noi. Non
è vero che i morti sono tutti uguali. Gli stranieri che muoiono in
Italia non hanno quasi mai un cognome. Talvolta, neanche un nome. Nei
lanci d’agenzia sono un pachistano, un marocchino, rumeno. Nella
concitazione della cronaca non c’è tempo per mettere in fila consonanti
dalla pronuncia incerta. I vivi, quelli sì che sono tutti uguali. Anche
quando vengono trattati diversamente, come gli stranieri in
Italia.
Kumar, travolto dal capannone. Così ci ha rubato la morte Tra
le migliaia di sinistrati che il terremoto dell’Emilia Romagna si è
lasciato dietro, ci sono anche centinaia d’immigrati. Tra questi, molti
romeni rimasti senza un tetto. Gazeta Românească, il settimanale dei
romeni in Italia, ha raccolto le loro testimonianze in un reportage
realizzato nella provincia di Ferrara, pubblicato nel numero in edicola
oggi.La situazione degli romeni è particolarmente difficile, perché non
tutti hanno i documenti in regola. Quelli che non sono registrati
all’anagrafe, documenta Gazeta Românească, non ottengono facilmente
accesso agli aiuti della Protezione Civile.
Sisma. “In fuga con mia figlia”, “momenti da incubo”. Gazeta Românească tra gli sfollati romeni
In
Emilia il terremoto ha danneggiato gravemente migliaia di abitazioni,
costringendo gli abitanti a rifugiarsi nelle tendopoli messe a
disposizione dalla macchina dei soccorsi. Insieme agli italiani ci sono
naturalmente anche gli immigrati, che nella maggior parte dei casi
abitano strutture fatiscenti e quindi più esposte ai rischi di crollo
dovuti al sisma
le foto degli immigrati nella tendopoli
video
A
Cavezzo, provincia di Modena, il sisma ha distrutto il 70 per cento dei
palazzi. Quattro le vittime. Una donna l’hanno estratta viva dalle
macerie in serata. Eppure il paese parla d’altro. Della paura degli
sciacalli. E di “quelli là”, gli extracomunitari. Non a caso sono stati
allestiti due campi: uno per gli italiani, l’altro per gli stranieri.
«E dire che lavoriamo da sempre qui, e paghiamo le tasse».
A Cavezzo i terremotati sono divisi tra italiani ed extracomunitari
Dopo
il sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna si è mobilitata la solidarietà
della società civile. Anche la comunità indiana di San Felice, nel
modenese, dà il proprio contributo. Ogni giorno provvede infatti,
gratuitamente e di propria spontanea volontà, a distribuire del cibo
(di ottima qualità e preparato a norma di legge dalle cucine nei pressi
del tempio Sikh) secondo turni ben stabiliti (in base alle varie
esigenze lavorative di coloro che, privandosi del proprio tempo libero
e delle proprie risorse, decidono di aiutare chi in stato di
difficoltà)
video
“Ieri
abbiamo servito 350 pasti, stasera saranno un po’ di più. Il menù è un
po’ difficile da fare, ieri sera abbiamo servito pasta con capperi e
poi altre, diciamo così, specialità. Qui ci sono tantissime etnie
quindi cerchiamo di garantire a tutti almeno un minimo di possibilità
di mangiare”.
L’intercultura nelle tendopoli
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
COMPORTAMENTI IN CASO DI RISCHIO SISMICO (TERREMOTO)...
TERREMOTO...
Forza Emilia...
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Terremo in Emilia: abbiamo raccolto dai social network i video, amatoriali e professionali, che meglio raccontano la tragedia.
FAMIGLIA CRISTIANA: Terremoto, i video che lo raccontano
LA SOLA
cosa buona dei terremoti è che ci costringono, sia pure brutalmente, a
rivivere il vincolo profondo che abbiamo con il nostro paese, i suoi
posti, la sua geografia, la sua storia, le sue persone.
Michele Serra: I contadini e gli operai della mia terra ferita
Esplode
con la forza di cento ordigni nucleari, si nasconde nelle profondità
della crosta terrestre spezzando le rocce più dure e frantumando case,
strade e palazzi. Ci fa mancare la terra sotto i piedi e mina alla base
la fiducia stessa nel pianeta che ci ha generati. A differenza degli
altri eventi non si preannuncia in alcun modo, si approssima silenzioso
e poi risuona con un rombo cupo che spaventa solo a ricordarlo. Dilata
il tempo fino all'inverosimile: trenta secondi di scosse equivalgono a
trenta minuti di terrore ancestrale. Finisce quando decide lui e poi
riprende quando hai appena fatto in tempo a calmarti.
Mario Tozzi: Quegli infiniti secondi di terrore
C'è chi lo approva e c'è chi lo critica. Né
eroe né stolto, don Ivan Martini era semplicemente un innamorato: della
sua parrocchia, Santa Caterina di Rovereto, e, più in generale, della
Chiesa, quella con la maiuscola, comunità pulsante di persone che
vivono di fede, sì, ma non disedegnano i simboli in cui la fede si
specchia e di cui la fede si nutre.
Alberto Chiara: Il sacrificio di don Ivan
Un
permesso di soggiorno a chi ha un lavoro, una montagna di soldi
da impiegare nelle zone colpite dal terremoto. La proposta
di Stranieriinitalia.it
STRANIERI IN ITALIA: Una regolarizzazione per pagare la ricostruzione dell'Emilia
La
paura vien di notte, nella tendopoli di Mirandola. E ha le ombre lunghe
degli orchi più cattivi: i ladri di bambini. «Si sono presentati in
due: un uomo e una donna», raccontano gli sfollati. «Hanno detto di
essere della Protezione civile, cercavano i bambini per portarli in una
struttura più protetta di Reggio Emilia».
Simone Canettieri: Nelle tende dei terremotati, la paura dei ladri di bambini
«Siamo gente tosta noi», ti
raccontano per strada. Attaccati alla propria azienda, gli emiliano
sono orgogliosi del proprio lavoro. «Se ci fermiamo, perdiamo i clienti
e siamo finiti». Il mercato non ti aspetta. Anche se sei un’eccellenza
nel tuo settore.
Marco Sarti: Ieri il terremoto, oggi al lavoro: per non morire
Non mollano gli emiliani: già
pensano al lavoro, a non perderlo, a non farselo delocalizzare, a
ricostruire il loro fantastico tessuto industriale che ha sempre creato
ricchezza e occupazione.
Pino Pignatta: Sisma, Emilia più forte delle scosse
Il terremoto del modenese ha
colpito un panorama edilizio tipicamente emiliano. Fatto di poche ditte
che dominano il mercato e delle famose villette. I crolli hanno aperto
drammatici interrogativi. E tra poco partirà la ricostruzione. Che fare?
Paolo Stefanini: Ora il dilemma è: costruire in fretta per ripartire o costruire bene?
L'ex rettore del Politecnico
Giulio Ballio spiega che in Italia oramai la normativa e la mappatura
del rischio terremoti sono state fatte. Il problema sono le abitazioni
in muratura costruite in passato: adeguarle ai nuovi standard
costerebbe l'equivalente del debito pubblico italiano. Quindi non si fa.
Tommaso Canetta: "Mettere in sicurezza l'Italia raddoppierebbe il debito pubblico"
Ci stanno impartendo una
lezione di vita. Non solo di sopravvivenza. Di vita. Questi sfollati
che si spaventano ma non vogliono dare soddisfazione alla paura. Che
piangono senza piangersi addosso. E che ricominciano a vivere,
nonostante.
Massimo Gramellini: La vita, nonostante
Dietro la tragedia anche le storie dei lavoratori immigrati
Gianni Riotta: Sikh, rumeni e musulmani L'immagine simbolo del sisma
Migrantes: gli italiani se ne vanno
Gli italiani riprendono a emigrare. Presentato il Rapporto "Italiani nel mondo 2012" della Fondazione Migrantes.
Annachiara Valle: I nostri talenti oltre confine
Annachiara Valle: Quando i poveri eravamo noi
Annachiara Valle: Mozzarella italiana made in India
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
"Continuiamo a fare memoria sovversiva ..." P.Alex Zanotelli (VIDEO) Il
28 maggio 1974 é stato compiuto un attentato terroristico nella
centrale piazza della Loggia a Brescia che provoco 8 morti.
Strage di Piazza della Loggia, video messaggio di Alex Zanotelli
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
ORRORE IN SIRIA.Strage di civili, 25 sono bimbi.
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Secondo il capo degli
osservatori dell'Onu sono state le forze governative di Assad.
Bilancio: 92 morti, tra cui 32 bimbi. Impiegati cannoni e carri armati'
FAMIGLIA CRISTIANA: Siria, un'altra strage di innocenti
Una
strage solo apparentemente senza senso quella compiuta a Hula molto
probabilmente ad opera delle forze di sicurezza del regime di Assad.
Almeno 90 morti, ma c’è chi parla di 110, tra cui oltre 30 bambini,
vittime del brutale bombardamento da parte dell’artiglieria pesante
sulla cittadina, «colpevole» di sostenere i ribelli.
Vittorio Emanuele Parsi: Un sanguinario "no" a ogni trattativa
Il regime siriano potrebbe
finire davanti alla Corte penale internazionale per le atrocità
commesse a Hula: la notizia è arrivata dalla sessione d'emergenza del
Consiglio Onu per i Diritti Umani, a Ginevra, incentrata sulla strage
dei bambini una settimana fa.
AVVENIRE: L'Onu: strage di Hula crimine contro l'umanità
Shafiq rappresenta quelli che
la rivoluzione non l'hanno mai digerita, e anche molti che dopo un anno
e mezzo di "strategia della tensione" all'egiziana, ora desiderano un
uomo forte
Paolo Gonzaga: Egitto: riflessioni sulle presidenziali
Gli
anni della guerra civile, difficili da lasciarsi alle spalle (anche
dopo la recente condanna di Taylor), e un futuro denso di incognite in
termini di sviluppo economico e democratico. A dicembre si vota e
Koroma ci riprova. Ma il suo primo mandato non convince.
NIGRIZIA: Sierra Leone, un presente stretto
La crisi alimentare sembra non
aver colpito il paese, grazie anche alla forte centralizzazione
statale, che favorisce il ciclo produttivo e lo spostamento nel paese
delle derrate alimentari. Il paese non è da demonizzare. Ma gli eritrei
devono smetterla di vedere nell’altro solo un nemico da combattere.
Nega Gebrehiwot: Eritrea, senza carestia
Per giorni si sono rincorse
voci sulla morte del presidente. Smentite da una sua apparizione
televisiva. Ma si sa che il dittatore sta male e che è in corso una
lotta di potere per succedergli. Dalla disputa in atto tra i vertici
militari e i capi del partito uscirà la “nuova” Eritrea. Anche se
l’Etiopia vuole avere voce in capitolo. Nel frattempo, il popolo
soffre.
Gianni Ballarini: Eritrea, guerra di successione
Il colpo di mano militare tra il
primo e secondo turno delle elezioni presidenziali sembra frutto del
teatro dell’assurdo: non se ne conosce l’ispiratore né si sa chi lo
manovra. La comunità internazionale vorrebbe sanzioni pesanti contro i
golpisti, mentre l’Angola è interessata al nuovo business con Bissau.
Ma se regna la confusione nella capitale, il putsch non ha minimamente
inciso sulla quotidianità dei villaggi.
Angelo Turco: Guinea-Bissau, Paese senza stato
Neppure
un regista perfezionista poteva pensare ad una sceneggiatura migliore:
proprio mentre la filosofa Seyla Benhabib stava concludendo il suo
complesso ragionamento sul “cosmopolitismo come alternativa alla nuova
guerra civile globale”, ha fatto irruzione nell’accaldata aula
universitaria la cantilena del muezzin. Luogo: Università di Bilgi,
Istanbul. Periodo: dal 19 al 24 maggio. Argomento: c’è più democrazia
nel mondo dopo le rivolte arabe? Protagonisti: un gruppo di filosofi,
economisti, sociologi che hanno scelto la città “ponte” fra Europa e
Asia. Ma se la domanda è chiara, la location perfetta, gli studiosi ben
preparati, la risposta è molto più articolata.
Danilo De Biasio: Democrazie in Medio Oriente: lavori in corso
Romeo Langlois è
libero. La commissione umanitaria formata dalla Croce rossa
internazionale, da Piedad Cordoba e dal delegato del presidente
francese è arrivata questa mattina preso nel villaggio di San Isidro,
municipio della Montañita, dipartimento del Caquetá.
Stella Spinelli: Colombia, il reporter francese Romeo Langlois è libero
"Il coraggio di sperare oggi"
HOREB n. 61 - 1/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Il
terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è
diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del
nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione
genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi
disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che
la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per
cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale:
è possibile sperare?
Questo
navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze,
che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro
o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli,
credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è
speranza”, egli sente il bisogno di oltrepassare lo scacco
dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in
avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso.
Sperare
si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante
le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza
gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la
morte non sia inghiottita nella vittoria.
Giovanni
Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto
i nostri peccati quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è
urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci
educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere
mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione.
La
speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in
libertà e di scegliere ogni giorno la via della vita. Essa
consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità
degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e
di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante
tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un
atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo,
che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta.
Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo
impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si
trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà.
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..." (EDITORIALE)
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INCONTRI PER L’ESTATE 2012
LECTIO DIVINA 17-22 LUGLIO
LETTURA DEI LIBRI DI SAMUELE con p. Pino Stancari sj
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
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SETTIMANA
DI SPIRITUALITÀ 6-11 AGOSTO 2012
DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA
CHIESA MENDICANTE
A 50 anni dal Concilio Vaticano II
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
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La Bibbia in un frammento
"Gesù, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo...».".
(Matteo 16,23)
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Buona Pentecoste Senza...
Il Santo Spirito per Benigni
Buona Pentecoste Vieni ...
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Uomini
e profeti -
Fedi e Mondo
Buddha in occidente con Maria Angela Falà, Raffaello Longo, Riccardo Venturini sabato 26 maggio 2012
Nel
plenilunio di maggio, convenzionalmente stabilito, in Italia,
nell’ultima domenica di maggio, si svolgono le celebrazioni del Vesak,
la festa buddista che ricorda la nascita, l’illuminazione e la
dipartita della figura storica del Buddha. Quest’anno sarà Domodossola
ad ospitare il raduno delle comunità buddiste di tutta Italia, che
ormai presentano radicate differenziazioni. In particolare vi è un
buddhismo autoctono, nato nel nostro paese per precise scelte
culturali, e uno di immigrazione, dovuto agli stranieri provenienti da
paesi a tradizione buddista. All’interno di questi due gruppi, numerose
scuole e ramificazioni. Parlando con i nostri ospiti – Maria Angela Falà, Raffaello Longo eRiccardo Venturini –
ci chiederemo quale sia lo stato di vitalità del Buddhismo italiano e
quale contributo esso possa offrire al contesto culturale occidentale:
quali riposte agli sviluppi della scienza, alle esigenze della
bioetica, al bisogno di libertà e di laicità, ma anche di solidarietà e
di sviluppo, nei contesti democratici dei nostri paesi?
Ascolta
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Leggere la Bibbia
Chi è mia madre e chi son i fratelli? [Marco 3,7-35] con Maria Pia Veladiano domenica 27 maggio 2012
Sarà con noi Maria Pia Veladiano, scrittrice e studiosa di teologia, che nel suo romanzo, La vita accanto,
narra la storia di una bambina, irrimediabilmente brutta, che riesce a
sfuggire all’infelicità grazie a una sorta di “nuova famiglia” che
trova e costruisce attorno a sé. “Niente nell’uomo è
natura…” diceva, nelle sue lucide analisi, Ernesto Balducci. Seguace,
anche in questo, di Gesù di Nazareth, che nel capitolo che leggeremo
oggi del Vangelo di Marco (e nei passi paralleli di Matteo e Luca) non
chiarisce ai discepoli, spesso confusi, quali siano le priorità della
vita: non i vincoli di sangue, ma fare ciò che è giusto agli occhi di
Dio e degli uomini. La famiglia invece – la madre di Gesù e i suoi
fratelli – non comprende i suoi comportamenti, un po’ se ne vergogna,
un po’ ha timore della sua eccentricità che lo espone al giudizio delle
autorità e della folla, e lo considera “fuori di sé”. Ma in questo
capitolo troviamo anche altri passi importanti. L’istituzione dei
dodici apostoli (la “nuova famiglia”, in un certo senso), mandati a
proclamare la buona notizia, e la questione del perdono dei peccati.
Ascolta
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
“Non dimenticate l’ospitalità: alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo”.
Questa
esortazione della Lettera agli Ebrei ci ricorda che l’accoglienza
autentica crea un dialogo fecondo di cambiamenti e di arricchimenti per
l’ospite come per l’ospitante: dal dialogo non si esce come vi si era
entrati, e la sfida del dialogo richiede la disponibilità a
intraprendere questo cammino. Nel dialogo emergono visioni inedite
dell’altro, si fa strada la fine del pregiudizio, la scoperta di ciò
che si ha in comune e anche di ciò che manca a ognuno degli
interlocutori. Lì avviene la contaminazione lo spostamento dei confini:
quell’altro che io situavo in una dimensione remota, si rivela molto
più vicino e simile a me di quanto pensassi. Il confine resta, ma non è
più luogo di conflitti o di malintesi, bensì di pacificazione e di
incontro. L’ospitalità, che ha richiesto che si varcasse la soglia di
una casa, ora si approfondisce e diviene incontro tra umani...
"Chi ospita l'altro fa un dono anche a sé" di Enzo Bianchi
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Inutile
nasconderlo: quanto sta succedendo tra le mura del Vaticano inquieta
profondamente. Le notizie creano sconcerto, ma lo fanno anche le
modalità con cui vengono raccontati questi episodi, con dovizie di
particolari e, a volte, con una sottesa, compiaciuta ironia. Anch’io mi
interrogo su quanto sta succedendo e anch’io, come tutti gli onesti che
lo chiedono, vorrei che si facesse chiarezza individuando
responsabilità che non possono essere solo del maggiordomo.
Ma
permettetemi anche di spiegare perché questi episodi non sconvolgono in
nessun modo la mia Fede, dubbiosa e interrogata da altre vicende umane
che incontro ogni giorno nel dolore, nella sofferenza e nella fragilità
delle persone con cui condivido un pezzo di strada. La Chiesa è lì, in
questi volti, in queste storie di vita.
"La Chiesa del Grembiule" di don Virginio Colmegna
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Quale visione ecclesiologica e teologica nelle parole di don Tonino?
La Chiesa-comunione, al servizio dei poveri e dipinta di profezia.
Proprio come annunciava il Concilio Vaticano II.
Quando
vogliamo designare la Chiesa, la immaginiamo con i paramenti addosso,
il vescovo con la mitra, il pastorale: ecco il simbolo della Chiesa che
prega. Oppure con la Bibbia in mano: la Chiesa che spiega la parola…
Però l’immagine più bella, direi più consona al linguaggio biblico, è
la Chiesa del grembiule. Nel Vangelo di Giovanni si dice: “Gesù allora
si alzò da tavola, depose le vesti, si cinse un grembiule e si mise a
lavare i piedi”.
Si
cinse un grembiule: tra i paramenti ecclesiastici che dovrebbero
trovarsi in sacrestia, l’unico che avrebbe diritto di starci è il
grembiule; invece non c’è. […] Capite che la nonviolenza comincia di
lì: l’etica del volto. Sono convinto che noi ci apriremo alla
dimensione divina proprio a partire dal volto umano.
Don Tonino
Per
chi legge oggi gli scritti di mons. Tonino Bello, così come per chi
ebbe la ventura di ascoltarlo, ciò che risalta è l’ispirazione
teologica che dava al suo discorso e quindi al suo pensiero. Lo faceva.
Questo sembrerebbe ovvio quando trattava problemi di Chiesa dal momento
che “Chiesa” è già di per sé un tema teologico. Eppure troppo spesso
esso viene affrontato sul piano sociale o, come si suol dire,
“apologetico”, cioè sul piano polemico della giustificazione delle
proprie posizioni di fronte a chi le attacca o le ignora. Lo stesso
studio di questo tema iniziava, ai nostri tempi (ahimé... sessant’anni
fa!) con una lunga trattazione degli aspetti contestati dagli
“avversari”, a cui seguiva (quando non veniva omesso per mancanza di
tempo) un rapido accenno agli aspetti strettamente teologici.
Stola e grembiule di mons. Luigi Bettazzi (Vescovo emerito di Ivrea)
Ascolta dalla voce di don Tonino Bello
video
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Signore mio Dio...
Con tutto il denaro...
E alla Chiesa...
Portare l'Evangelo...
Visitazione...
Mia Chiesa...
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Mina Magnificat (video)
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Don Paolo Padrini spiega come umanizzare la rete
Bisogna
aver paura dell’uso di Internet? Facebook è pericoloso? Come si fa a
regolare l’uso della rete da parte dei giovani? E’ diseducativo giocare
con le realtà virtuali? Come fare per rendere più umani i media nel
mondo di Internet?
A
queste ed altre domande, cerca di rispondere don Paolo Padrini, con il
libro “ Facebook, internet e i digital media: una guida per genitori ed
educatori. Conoscerli, valorizzarli, umanizzarli” pubblicato dalle
edizioni San Paolo.
Don
Paolo Padrini è un super esperto delle tecnologie virtuali e del suo
utilizzo. Curatore del blog molto frequentato Passi nel Deserto,
sta studiando metodi di comunicazione che possano avvicinare la
religione e la preghiera al mondo dei giovani.
LA PREGHIERA TRA FACEBOOK, INTERNET E DIGITAL MEDIA
la
scheda del libro di Paolo Padrini: Facebook, internet e i
digital media Una guida per genitori ed educatori
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"Lo sviluppo nasce dal lavoro per il bene comune" di mons. Bruno Forte
Etica e crescita
Lo sviluppo nasce dal lavoro per il bene comune
di mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto
Non
nascondo di far fatica a comprendere la contrapposizione che qualcuno
intende marcare fra una fase di rigore ed una di
crescita nell'agenda dell’attuale governo del Paese: ciò che
mi sembra chiaro è che nessuna crescita ci potrà essere senza mettere
in ordine i conti e garantire solidamente le condizioni dello sviluppo.
È un ragionamento evidente, che ogni sana conduzione familiare accetta
e che anche Gesù propone come regola di prudenza e serietà nella vita:
“Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare
la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare
che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti
coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: ‘Costui ha iniziato a
costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro’ ” (Luca
14,28-30). Rigore e crescita sono l’uno il presupposto dell’altra, e
non sarebbe in buona fede chi volesse far credere che il rigore
danneggia e l’ottimismo fatuo paga. Detto
questo, è non di meno vero che il rigore va contemperato con l’equità,
e che la crescita che lo presuppone presenta essa stessa delle
condizioni di possibilità, che sono anzitutto etiche e spirituali.
Lo sviluppo nasce dal lavoro per il bene comune di Bruno Forte (pdf)
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E’ la prima
volta nella storia ultracentenaria del “giornale del Papa”. Si chiamerà
“Donne Chiesa Mondo” e uscirà ogni ultimo giovedì del mese
L’Osservatore Romano lancia il suo inserto femminile Per la
prima volta in una storia ultracentenaria, da oggi «L’Osservatore
Romano» pubblicherà, nel numero dell’ultimo giovedì di ogni mese, un
inserto femminile. Quattro pagine interamente a colori, ideate e curate
con passione e gentile determinazione da alcune colleghe, per allargare
lo sguardo del giornale della Santa Sede a «donne, Chiesa, mondo». Così
infatti si intitola questa nuova iniziativa, aperta a una realtà
fondamentale nella tradizione cristiana e che vuole idealmente
allargarsi a cerchie sempre più ampie, con un respiro internazionale e
anche al di là dei confini visibili del cattolicesimo mondiale. Grazie
pure alla collaborazione di firme non cattoliche.
La
ricerca storica sta mostrando quanto l’emancipazione e la promozione
delle donne debbano al cristianesimo fin dalle sue origini, nonostante
contraddizioni dovute nei secoli soprattutto ai contesti culturali e
oggi a persistenti pregiudizi. E se la presenza femminile nella Chiesa
è sembrata in alcuni periodi in ombra, non per questo essa è stata meno
importante.
Un inserto al femminile
Sfoglia l'inserto: donne chiesa mondo - L'Osservatore Romano (pdf)
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Il giornale Vaticano pubblica un inserto consacrato alle donne. Intervista a Lucetta Scaraffia
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"LA FAMIGLIA TRA OPERA DELLA CREAZIONE E FESTA DELLA SALVEZZA" - Card. Gianfranco RAVASI
L'intervento al Congresso internazionale teologico pastorale
Un
grande affresco della famiglia così come la presenta la Scrittura, “tra
opera della creazione e festa della salvezza”: l’ha disegnato il card.
Gianfranco Ravasi, biblista di fama mondiale e presidente del
Pontificio Consiglio per la Cultura, nell’intervento che ha aperto i
lavori della prima giornata del Congresso teologico pastorale.
Impreziosita
da citazioni letterarie e con diversi riferimenti all’attuale contesto
socio-culturale, la riflessione ha preso le mosse da una celebre
affermazione fatta dall’antropologo Claude Lévi-Strauss nel 1952: «La
famiglia come unione più o meno durevole, socialmente approvata, di un
uomo, una donna e i loro figli è un fenomeno universale, reperibile in
ogni e qualunque tipo di società». Una centralità della famiglia che
tuttora permane: secondo un recente sondaggio i cittadini europei
considerano fondamentale la famiglia e, in 46 Paesi su 47, la collocano
al primo posto tra le realtà sociali più importanti.
Prendendo
come cifra simbolica la “casa”, Ravasi ha indicato anzitutto le
fondamenta della famiglia nel rapporto di coppia, tra un uomo e donna
“uguali nella loro dignità radicale ma differenti nella loro identità
individuale”: un’unità d’amore che nel cristianesimo riceve “un
suggello trascendente”.
"LA FAMIGLIA TRA OPERA DELLA CREAZIONE E FESTA DELLA SALVEZZA" Card. Gianfranco RAVASI
BREVE INTERVISTA (video)
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"LA FAMIGLIA E IL LAVORO OGGIIN UNA PROSPETTIVA DI FEDE" del Card. Dionigi Tettamanzi
L'intervento al Congresso internazionale teologico pastorale di Milano
Introduzione
Inizio
questa relazione su “La famiglia e il lavoro oggi in una prospettiva di
fede” raccogliendo l’invito della Lettera agli Ebrei: “Corriamo con
perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo
su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb
12,1-2). I nostri occhi, dunque, siano fissi sul volto di Cristo: sul
volto di lui come “figlio del falegname” di Nazareth, di lui che – dice
il Concilio Vaticano II - “ha lavorato con mani d’uomo” (Gaudium et
spes, 22).
Vogliamo così riscoprire la dimensione
familiare del lavoro umano, grati al Santo Padre che con questo
Incontro Mondiale delle Famiglie ha posto esplicitamente alla nostra
attenzione il soggetto famiglia in stretta relazione con il lavoro e la
festa. E questo volutamente, in un contesto in cui non è abituale
mettere a tema il rapporto tra la famiglia e il lavoro, mentre è
diffusa la considerazione del rapporto tra la persona soltanto e il suo
lavoro, in seguito alla cultura post-moderna con il suo accento
sull’individuo, sulla persona spogliata delle sue relazioni, come se
non esistessero o fossero realtà irrilevante.
L’esperienza
però ci dice che tutti noi siamo frutto di molteplici relazioni, da
quella che ci ha generato a quelle che ci hanno fatto crescere. Di più:
il nostro relazionarci nasce dal fatto che siamo stati creati per
amare, non per vivere da esseri chiusi in se stessi! Anche il nostro
lavorare, allora, e il nostro riposare entrano nella dinamica di una
relazionalità di amore! Anche la società e la sua crescita umana sono
legate sì al lavoro, ma anzitutto all’amore e all’amore familiare,
quello che unisce per sempre un uomo e una donna in modo esclusivo,
fecondo, fedele, e che trova nel Signore la sua sorgente, il suo
sostegno! Siamo stati creati da Dio, che è Trinità d’amore! ...
LA FAMIGLIA E IL LAVORO OGGI IN UNA PROSPETTIVA DI FEDE
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MILANO – PIAZZA DUOMO - 1 giugno 2012
LA FEDE IN GESU' CRISTO DEVE ANIMARE LA NOSTRA VITA
"....La
fede in Gesù Cristo, morto e risorto per noi, vivente in mezzo a noi,
deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria,
privata e pubblica, così da consentire uno stabile e autentico “ben
essere”, a partire dalla famiglia, che va riscoperta quale patrimonio
principale dell’umanità, coefficiente e segno di una vera e stabile
cultura in favore dell’uomo ..."
"Milano laica e Milano della fede collaborino per il bene comune..."
il saluto alla cittadinanza
IL SINDACO DI MILANO
«Voglio da qui lanciare un messaggio di speranza: lavoreremo insieme perché nessuno si senta più solo»
il testo integrale del discorso del Sindaco Pisapia
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Un contributo appassionato di
civiltà e di speranza per la costruzione della società del futuro.
Questo intende essere il settimo Incontro mondiale delle famiglie
inaugurato questa mattina nel capoluogo lombardo. A tagliare idealmente
il nastro di questo grande evento ecclesiale, che a partire da venerdì
avrà il suo culmine con la visita di Benedetto XVI, sono stati il
cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, e il cardinale
presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Ennio
Antonelli. Un appuntamento, ovviamente, segnato dal dolore
— «una nube di mestizia» ha detto il cardinale Antonelli — per il
recentissimo terremoto che ha duramente colpito l’Emilia Romagna.
«La famiglia italiana è ancora
un buon capitale sociale comunitario», mentre «se non facciamo entrare
40 milioni di persone nei prossimi anni in Europa, il nostro continente
si dimezzerà». Lo ha affermato questa mattina al Festival Biblico di
Vicenza Zygmunt Bauman, il sociologo di Leeds, celebre per la sua
definizione di «società liquida».
Scrive di giovani e sa parlare ai giovani lo scrittore Alessandro D’Avenia. Insegnante al liceo San Carlo di Milano, ha venduto centinaia di migliaia di copie con i suoi due romanzi, Bianca come il latte, rossa come il sangue e Cose che nessuno sa (Mondadori),
incentrati sul mondo dei ragazzi che conosce così bene. Non stupisce
perciò che il suo intervento al Congresso teologico pastorale rientri
nel tema “Adolescenti e giovani tra festa e tempo libero”.
Professore, scrittore di successo ci aiuta a guardare ai giovani con speranza.
Tre domande ad Alessandro D'Avenia (video)
Il Presidente del Pontificio consiglio per la famiglia sintetizza i temi del Congresso
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Le associazioni cattoliche presenteranno un patto per la crescita. Lavoro e fisco tra i temi centrali
Presentato
dai promotori dell'incontro di Todi un programma di lavoro che ha come
paradigma di riferimento la Dottrina sociale della Chiesa.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Dopo le ultime notizie dal Vaticano: come si è potuti arrivare fino a questo punto?
Sulle ultime notizie dal Vaticano. Ma anche su uno sguardo che forse -
alla vigilia dell'Incontro mondiale di Milano - potrebbe aiutarci
davvero ad andare oltre
Si
fa davvero molta fatica a scrivere qualcosa sulle notizie che arrivano
in questi giorni dal Vaticano. La tristezza prevale su qualsiasi
riflessione. E non consola un granché pensare che nella sua storia la
Chiesa di Gesù abbia superato ben altro. Il che - ovviamente - è vero.
Però bisognerebbe ricordare che lo ha superato non per inerzia, ma solo
perché ha saputo sempre rimettersi in ascolto dell'unico Maestro.
La
domanda che penso tutti abbiamo nel cuore è: come si è potuti arrivare
fino a questo punto? Io credo che per rispondere sia necessario partire
da lontano. Non fermarsi agli ultimi episodi, quelli più clamorosi.
Sono profondamente convinto, ad esempio, che il seme sia stato gettato
ben prima dell'inizio del Pontificato di Benedetto XVI. Penso vada
ricercato nelle liste degli amici e dei nemici che da troppo tempo
circolano nella Chiesa. E' un clima che abbiamo respirato in tanti in
questi anni. Un clima fatto di detto e non detto, di retropensieri, di
persone che - anche in buona fede - hanno pensato di farsi interpreti
da sole del bene della Chiesa. Un clima nel quale qualsiasi cosa dici,
fai o scrivi viene passata ai raggi x per capire con quale banda stai.
E credo che un esame di coscienza specifico in questo momento spetti
anche a noi che raccontiamo la Chiesa: quante volte abbiamo deciso che
cosa era una notizia e che cosa non lo era misurando la Chiesa solo con
questo metro?
Ma
queste sono mie considerazioni generali, che hanno inevitabilmente il
sapore della predica. C'è, però, un aspetto che mi colpisce in maniera
particolare nel risvolto che la cronaca dai Sacri Palazzi ha preso in
queste ultime ore: il fatto che nell'occhio del ciclone vi sia una
persona che appartiene a quella che viene chiamata "la famiglia del
Papa".
La famiglia divisa del Papa di Giorgio Bernardelli
video
I nove fedelissimi che hanno accesso alle stanze private di Sua Santità
Durante
la lunga convalescenza post-attentato di Giovanni Paolo II era
diventato un luogo inaccessibile, riservato alla strettissima «cerchia
polacca»: il braccio destro don Stanislao, l’amica di gioventù Wanda
Poltawska, le suore connazionali.
Oggi l’appartamento pontificio è soprattutto il «pensatoio» dove il Papa teologo e pastore elabora il Magistero.
La “famiglia” che vive con Benedetto XVI di Giacomo Galeazzi
Parla il padre spirituale di Paolo Gabriele, l'aiutante di camera arrestato: “È innamorato della Chiesa e vuol bene al Papa”
L’anziano
sacerdote che vive in Vaticano al telefono ha la voce rotta dal pianto.
Chiede l’anonimato, per raccontare ciò che sa di Paolo Gabriele, 46
anni, sposato con tre figli, l’aiutante di camera di Benedetto XVI
arrestato perché trovato «in possesso illecito di documenti riservati».
Ha paura, il monsignore, come tanti in queste ore dietro le mura,
ancora attoniti e increduli per quanto è accaduto.
“Non lo tradirebbe mai. Si sarà scontrato con qualche potente” di Andrea Tornielli
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INTRIGHI VATICANI - Sta accadendo qualcosa senza precedenti nella storia moderna della Chiesa.
La crisi dello IOR - le questione della pedofilia - il trasferimento del Vescovo Viganò con relative polemiche...
Congiure
e trame contro il Papa, per aver toccato punti nevralgici in Vaticano
come la trasparenza sull'uso del denaro e la pedofilia?
La puntata di "Melog - Radio24"
di oggi (28.05.2012) condotta da Gianluca Nicoletti ha trattato il
seguente tema "Fughe di notizie, corvi, misteri, rivelazioni, trame
oscure: negli ultimi tempi al Vaticano non si dormono sonni tranquilli":
Ospiti:
Gianluigi Nuzzi (autore del libro "Sua Santità" - Chiarelettere),
Ignazio Ingraò (vaticanista di Panorama), Carlo Marroni (vaticanista
del Sole 24ore) e Marco Lillo (vaticanista del Fatto Quotidiano)
l a puntata integrale di Melog del 28.05.2012 (audio)
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Chiesa e scandali nella Chiesa
Vaticanleaks -INTRIGHI VATICANI - Sta accadendo qualcosa senza precedenti nella storia moderna della Chiesa.
La crisi dello IOR - le questione della pedofilia - il trasferimento del Vescovo Viganò con relative polemiche...
"L'ultima brutta vicenda che si è conosciuta in Vaticano, la
pubblicazione di documenti riservati ma soprattutto l'impressione di un
conflitto importante nella banca vaticana fanno risorgere brutti
ricordi legati al vecchio Ior e danno della Santa Sede l'immagine di un
luogo di conflitti e di potere largamente fondato su questioni di
danaro. Sarà bene ricordare che il Vaticano è uno Stato, sede del Capo
della Chiesa, ma non è la Chiesa. ... (don Gino Rigoldi)
Una gerarchia lontana dalla società ritrovi la fede nel cambiamento
Intervista a Marco Politi giornalista, vaticanista de "Il Fatto quotidiano" (AUDIO)
Intervista a Marco Tosatti giornalista, vaticanista della "Stampa" (AUDIO)
In
questi giorni a Milano ci sarà un incontro tra Benedetto XVI e il
Cardinale Carlo Maria Martini, come richiesto dallo stesso Cardinale
emerito di Milano.
GUARDA I NOSTRI POST PRECEDENTI:
- INTRIGHI
VATICANI - Congiure e trame contro il Papa, per aver toccato punti
nevralgici in Vaticano come la trasparenza sull'uso del denaro e la
pedofilia?
- Dopo le ultime notizie dal Vaticano:come si è potuti arrivare fino a questo punto?
- La santa indignazione e le vicende dello IOR, degli abusi sui minori...
- VATICANO, FINANZA E SCANDALI? La puntata "Congiura in Vaticano" , le reazioni ufficiali, e i commenti.../1
- VATICANO, FINANZA E SCANDALI? La puntata "Congiura in Vaticano" , le reazioni ufficiali, e i commenti.../2
- VATICANO, FINANZA E SCANDALI? La puntata "Congiura in Vaticano" , le reazioni ufficiali, e i commenti.../3
- L’articolo
di Angela Camuso «Riciclaggio, quattro preti indagati. I silenzi del
Vaticano sui controlli», la trasmissione «Gli intoccabili» de La 7 e le
dichiarazioni della Sala Stampa della Santa Sede
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Inizia da due laici il processo
di pulizia in Vaticano. Troppi scandali, troppe pentole scoperchiate e
poche risposte sembrano non aver lasciato alcuna traccia del
proverbiale silenzio tanto caro alle stanze d’Oltretevere. Giovedì 24
maggio la notizia della sfiducia a Ettore Gotti Tedeschi era
già sembrata un (apparente) fulmine a ciel sereno.
Poi, il giorno successivo, è arrivato un altro annuncio. Ancora più
clamoroso. La gola profonda, il passacarte dei documenti segreti
vaticani, è una persona vicinissima al Papa (qui la gallery sul caso
trattato dalla stampa estera). Talmente vicina da essere addirittura il
suo personale maggiordomo: Paolo Gabriele.
Che
cosa si nasconde dietro le vicende che si stanno consumando in
Vaticano? Qual è la radice di veleni e scandali che coinvolgono
quell’alta Sede che oggi appare più profana che «santa»?
Perché si nascondono dei corvi in quelle sacre mura che nell’immagine collettiva dovrebbero ospitare soltanto colombe?
A colloquio con il sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Angelo Becciu
Amarezza e dispiacere per
quanto è accaduto negli ultimi giorni in Vaticano, ma anche
determinazione e fiducia nell’affrontare una situazione francamente
difficile. Sono questi i sentimenti che si avvertono nel sostituto
della Segreteria di Stato — l’arcivescovo Angelo Becciu, che per il suo
ufficio ogni giorno lavora a stretto contatto con il Pontefice —
durante un colloquio con «L’Osservatore Romano» sul tema che attira
l’attenzione di moltissimi media in tutto il mondo, e cioè l’arresto,
il 23 maggio scorso, di Paolo Gabriele, aiutante di camera di Benedetto
XVI, per il possesso di un gran numero di documenti riservati
appartenenti al Papa. Cosa dire dello stato d’animo di chi lavora nella
Santa Sede?
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POLITICA
C’ è un pensiero, o meglio una
domanda, che ultimamente mi perseguita quando penso alla politica
italiana. Con tutto quel che è venuto fuori su Bossi, sua moglie, i
suoi figli, compresa la laurea falsa del «trota» comprata in Albania,
come è possibile che Bossi resti al comando? Come è possibile che anche
quanti si ripromettono di ripulire e rifondare la Lega prendano
seriamente in considerazione l’ipotesi di un partito con un segretario
diverso (Maroni) ma con Bossi presidente della «nuova Lega»? Che cosa
deve succedere perché un capo-partito venga non dico cacciato, espulso,
punito, ma semplicemente archiviato? Che cosa fa sì che non si possa
mai assistere a una battaglia politica che porti alla sostituzione di
un vecchio gruppo dirigente con uno nuovo e diverso?
Questo genere di domande me le ero già fatte molte volte a proposito di
Berlusconi e del suo partito, ma lì avevo una risposta: Berlusconi ha i
cordoni della borsa, e ha sempre fatto attenzione a non dare spazio a
persone troppo capaci o indipendenti da lui.
Il terremoto piega l’Emilia e
Mario Monti se ne sta a Roma per paura dei fischi. Gli italiani votano
Grillo e Napolitano li tratta con distacco. Chiedono di annullare la
parata del 2 giugno, e lui nega ma senza spiegare il senso della festa,
bensì arroccandosi sempre di più. Torna il calcio scommesse e Prandelli
riesce a trattare con disparità i due nazionali coinvolti. Per non
parlare delle uscite di Buffon e della replica ad orologeria della
magistratura
Con il “grillismo” è necessario
confrontarsi. Anche perché questo movimento si è diffuso affrontando
temi quali acqua pubblica, difesa dei beni comuni, consumo critico,
democrazia partecipativa, tutela dell’ambiente, taglio dell’intreccio
tossico tra politica e denaro… Temi che hanno accompagnato molte delle
battaglie della nostra rivista e della società civile più sensibile.
Quando saremo al potere, spiega
Grillo in un’intervista a «Sette», i politici verranno giudicati da un
tribunale di cittadini incensurati estratti a sorte, che li condannerà
ai lavori socialmente utili e alla restituzione del malloppo.
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OPINIONI E COMMENTI
(RIPROPOSTO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
BENEDETTO XVI: "Chiesa povera e libera, per parlare al mondo" (video)
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Joseph Ratzinger ha sempre
amato Milano. Mai come questa volta, per questa visita che inizia
domani e dura fino a domenica, il capoluogo lombardo sembra arrivare al
momento giusto: lontano dagli irriformabili palazzi romani, nel cuore
di un cattolicesimo operoso e asciutto. Come quello che piace al
pontefice tedesco.
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1)
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2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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