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N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre
La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La Giornata Mondiale del Rifugiato 2012 vuole
farci riflettere sulle difficili scelte che un rifugiato è spesso
costretto a fare nel corso della propria vita alla ricerca di
protezione
Questi
sono solo alcuni esempi di scelte difficili e laceranti che nessuno
dovrebbe mai trovarsi a dover affrontare. L’UNHCR aiuta milioni di
rifugiati in tutto il mondo a ricostruirsi una vita.
Nessuno sceglie di diventare rifugiato.
GUERRE E VIOLENZE HANNO SEPARATO MILIONI DI RIFUGIATI DAI PROPRI CARI.
1 SOLA FAMIGLIA DISTRUTTA DALLA GUERRA È GIÀ TROPPO
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Rifugiati,
l’allarme della Caritas: “A Roma situazione più difficile”. Nella
capitale 1500 persone vivono in insediamenti spontanei (baraccopoli,
tendopoli, edifici abbandonati) al di sotto degli standard di salute e
sicurezza.
Immigrazione,
otto migranti dispersi nel canale d’Otranto mentre altre quattro
persone sono state tratte in salvo dopo che la loro piccola
imbarcazione è naufragata a circa sei miglia dalla punta del Salento,
tra Leuca e Torre Vado.
Notizie
già scivolate precipitosamente in basso, a pagina 26, tra le “varie dal
Mondo”: i neo disperati, i neofiti della miseria guardano a antichi
affanni come a una minaccia. Per chi invece soggiorna nelle comode tane
del privilegio abituato a distogliere gli occhi staccando un assegno
scaricabile dai redditi e preferirli invisibili, meglio non incontrarli
con i loro secchi e le scope nei corridoi degli algidi uffici, meglio
se sono vittime così li si può frettolosamente liquidare con la pietas
e meglio ancora se sono morti chè così ci si toglie il pensiero.
Così
la Giornata mondiale dei rifugiati diventa un’altra, l’ennesima
commemorazione, un giorno della memoria evaporata della solidarietà e
della compassione, che non vuole dire pietà o beneficienza ma vivere i
dolori degli altri come fossero anche nostri, sia pure nel timore che
diventino talmente nostri dal dover provare pena per noi stessi,
stranieri in ogni luogo, spaventati dal domani e annichiliti dalla
miseria.
Colpevoli di fame
Sperimentazione
di un modello di dialogo e intervento a favore dei richiedenti e
titolari di protezione internazionale in situazione di marginalità
...
Nelle grandi città italiane molti rifugiati vivono nei cosiddetti
“insediamenti spontanei”: vere isole di emarginazione, spesso a pochi
metri da stazioni e centri commerciali, che accolgono centinaia di
persone, convinte di non avere alternativa. Se pur con livelli di
gravità diversi, in tutti questi insediamenti le condizioni abitative
sono abbondantemente al di sotto di ogni standard minimo accettabile in
relazione alla salute e alla sicurezza...
Come
può accadere questo? Quali percorsi si possono pianificare per superare
una situazione inaccettabile, che offende la dignità di tante persone?
Mediazioni Metropolitane: la ricerca su richiedenti asilo e titolari di protezione
Un
giorno a Lampedusa e a Zuwarah, a Evros e a Samos, a Las Palmas e a
Motril saranno eretti dei sacrari con i nomi delle vittime di questi
anni di repressione della libertà di movimento. E ai nostri nipoti non
potremo neanche dire che non lo sapevamo. Dal 1988 sono morte lungo le
frontiere dell'Europa almeno 18.286 persone. Di cui 2.352 soltanto
nel corso del 2011. Il dato è aggiornato al 19 giugno 2012 e si basa
sulle notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli
ultimi 24 anni.
Un cimitero chiamato Mediterraneo
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In Italia ci sono 61 mila
richiedenti asilo e rifugiati, titolari di diverse forme giuridiche di
protezione internazionale. Ma con il Trattato Italia-Libia il nostro
paese ha alzato un muro.
Marco Catarci: Giornata mondiale del rifugiato è nostra la maglia nera sull'accoglienza
Penso che ci vuole molto
coraggio, che va oltre quello che possiamo immaginare, per partire da
un paese lontano, dove bisogna lasciare tutto, per tentare di
ricominciare una nuova vita, fiduciosi di essere accolti. Il loro
diritto è sanzionato, ma il nostro dovere di accoglienza, non pur che
sia, ma coerente con la dignità della persona umana, come è catalogato?
Lo status di rifugiato sappiamo che non rende gli esuli forzati dei
clandestini. Tuttavia, se le strutture dello stato burocratizzano
all’infinito la certificazione e le conseguenti decisioni per la loro
integrazione, si apre la sofferta e indegna porta verso la
clandestinità. I rifugiati hanno diritto a un luogo sicuro per
ricominciare.
Mariapia Garavaglia: Non rendiamo i rifugiati dei clandestini
Le sue tracce sono fortemente
intrecciate alla storia e alla cultura dell’Europa. Eppure il diritto
di asilo è ancora intaccato da incertezze, ingiustizie e
approssimazioni. Nel Medioevo la Chiesa offriva rifugio in conventi e
luoghi di culto a chi era ricercato, talvolta ingiustamente, per aver
commesso reati. Il “diritto di santuario” istituiva una sorta di
extra-territorialità che poteva tutelare le persone da punizioni
ingiuste. Oggi il diritto d’asilo è un diritto universale, che la
dichiarazione dei diritti umani del 1948 ha sancito quale patrimonio
comune dell’uomo, eredità di diverse tradizioni culturali.
Giacomo Zandonini: Rifugiati, al centro il diritto d'asilo
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Nel suo penetrante studio
“Ideal Illusions: How the U.S. Government Co-Opted Human Rights”
[Illusioniideali: come il governo degli Stati Uniti ha co-optato i
diritti umani] lo studioso di relazioni internazionaliJames
Peck osserva: “Nella storia dei diritti umani, le peggiori
atrocità sono sempre commesse da qualcun altro, mai da noi”, chiunque
sia quel “noi”. Quasi ogni momento della storia ne produce innumerevoli
esempi. Limitiamoci alle ultime settimane.
Noam Comsky: Le atrocità degli altri - Come gli USA hanno cooptato i diritti umani
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Violenza genera violenza... preghiamo perché abbia fine questa spirale di violenza...
Continuano le bombe e gli attentati di kamikaze nei confronti dei
cristiani. Anche oggi domenica di sangue, in Nigeria: sono state prese
di mira cinque chiese nello Stato del Nord di Kaduna, una delle regioni
a larga maggioranza musulmana.
Il bilancio è tragico: una ventina di morti e un’ottantina di feriti.
Fra le vittime, anche quattro bambini, che giocavano all’esterno della
cattedrale cattolica di Cristo Re di Zaria, una delle città colpite.
L’esasperazione dei cristiani scampati all’attentato ha provocato la
reazione rabbiosa di fermare presunti attentatori o semplicemente
islamici per rappresaglia: vi sarebbe anche una ventina di vittime di
linciaggi e giustizia sommaria.
Nigeria, nuova strage di cristiani
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il futuro della Terra è già iniziato
Con
l’approssimarsi di Rio+20, si moltiplicano iniziative e convegni
preparatori. In cerca di un modello di prosperità sostenibile.
Guarda anche il nostro precedente post:
40a Giornata mondiale dell’ambiente 2012: Green Economy: include anche te?
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Vertice sul clima di Rio: nessun impegno dei governi fino al 2015! Ma il clima non aspetta!
Vertice sul clima di Rio. Nessun impegno dei governi fino al 2015. Cresce la green economy (video)
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"Il documento che si sta
discutendo a Rio è solo uno sforzo di diplomazia, e sembra non abbia
niente a che fare con la salvaguardia del pianeta". Questa è, in
sintesi, la posizione del deputato canadese Stephane Dion, mentre
discute del ruolo della scienza nella politica ambientale ad un evento
ufficiale di Rio+20.
UNIMONDO: Rio+20: cambiare i paradigmi
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BELLE NOTIZIE -
Una famiglia di sfollati per il terremoto trova ospitalità in Toscana
Una famiglia di sfollati "adottata" in Toscana
(video)
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“Possiamo
inviare una taikonauta nello spazio, e possiamo anche far abortire
forzosamente il feto di una donna di campagna, incinta di sette mesi.
Il netto contrasto tra i destini di due donne, la 33enne Liu Yang e la
22enne [in realtà 27enne, ndr] Feng Jianmei, è la più chiara
illustrazione dello stato di lacerazione di questa nazione.
Gloria e sogni illuminano disgrazia e disperazione, tecnologie
d’avanguardia coesistono con lo spudorato schiacciamento del popolo.
Razzi volano in cielo mentre la morale raggiunge nuovi minimi, la
nazione sorge mentre il popolo si inginocchia in sottomissione. Questo
è il modo in cui il migliore dei tempi incontra il peggiore”.
Gabriele Battaglia: Cina, storie di donne
Una commissione di esperti
nominata dall’Unione Europea sta indagando sui legami esistenti tra
pirati e signori della guerra somali e mafie italiane, in materia di
rifiuti tossici.
Le indagini dell’Ue sono partite dal recente libro d’inchiesta di
Michel Koutouzis, criminologo che al momento sta svolgendo indagini sul
tema per l’Onu e per l’Ue.
Luciana Cluccello: Pirati somali e mafia italiana: ecco le prove
Armi in cambio del permesso di
versare rifiuti tossi sulle coste somale: sarebbe questo il patto
stretto tra la criminalità organizzata italiana e i pirati somali,
secondo un libro pubblicato da Michel Koutouzis, ex funzionario
dell’Onu. L’inviato speciale Ue per la Somalia ha già annunciato
un’indagine.
Ismail Ali Farah: Mafia e pirati, un accordo milionario
La Primavera multi-stagionale
araba è la terza rivolta anti-imperialista araba in meno di
un secolo: contro l’impero Ottomano, l’impero Occidentale
italo-franco-inglese, e ora l’impero USA-israeliano. Gli imperi
colpiscono in ritorsione. Gli Ottomani furono deboli, ma
Inghilterra-Francia-Israele invasero perfino l’Egitto il 29 ottobre
1956 – all’ombra della rivolta ungherese contro l’impero Sovietico che
crollò 23-25 anni dopo. E ora è il turno di USA-Israele nel cercare di
mantenervi una struttura illegittima.
Johan Galtung: La primavera araba e l'immagine dell'Islam
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
«Bocciare è come sparare su un cespuglio al cui interno può esserci una
lepre o un ragazzo». Una frase cara a Don Milani, come ricorda Daniela
Lastri, responsabile scuola del Pd toscano. Bocciare a scuola è sempre
più raro, ma non a Pontremoli. Nella città del Premio Bancarella si
boccia addirittura in prima elementare. Cinque bimbi dell’istituto
comprensivo Tifoni di Pontremoli dovranno ripetere l’anno, non sono
maturi per la seconda.
Cinque bocciati su 59 alunni suddivisi in due sezioni sono tanti, sono un caso nazionale...
Bufera sui 5 bocciati in prima elementare
Bocciati
in prima elementare. Quattro bambini dovranno ripetere l'anno: tre a
seguito dei risultati degli scrutini effettuati alla scuola primaria di
Landriano in provincia di Pavia e un altro non potrà frequentare la
seconda classe di una scuola di Mapello, nel bergamasco.
Elementari, altri 4 bambini bocciati E arriva la decisione del ministero
La
bocciatura in prima elementare? Paradossale, certo, ma il naturale
“risultato” di una scuola che torna al passato, che torna a fondarsi su
valutazione e meritocrazia e non si ferma a soccorrere chi, per una
ragione o per l’altra, resta indietro.
Luisa
Mattia, scrittrice per l’infanzia e un'esperienza "sul campo" come
insegnate, commenta così la strana vicenda della scuole elementare di
Pontremoli, in provincia di Massa Carrara, dove cinque bambini, di cui
tre stranieri e uno disabile, sono stati respinti e il prossimo anno
dovranno ripetere la prima elementare.
Bocciati in prima elementare, ''La scuola lascia indietro i più deboli''
Le
norme sono chiare: se un alunno non raggiunge determinati obiettivi in
determinate materie, matura un debito; se poi le materie sono tante,
ripete l’anno! Perché stupirsi se sei bambini di una prima primaria
sono stati bocciati? So bene che da ogni parte si predica che bocciare,
soprattutto nelle prime classi di una primaria, è una cosa assurda!
Bocciare in prima primaria: perché stupirsi?
Se la scuola torna indietro
Il
dibattito sui casi di bambini respinti alla scuola elementare ci
riporta indietro nel tempo, a cinquant'anni fa, a don Milani e Mario
Lodi e a riscoprirne l'attualità.
Se Don Milani resta attuale
I giornalini della classe di Mario Lodi
Mario Lodi ci raccontava che...
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L'esame di maturità così come
lo conosciamo oggi l'ha inventato lui, con una riforma approvata 15
anni fa, nel 1997. E ora per l'eurodeputato Luigi Berlinguer quella
prova, quella che in questi giorni sta impegnando mezzo milione di
ragazzi, è giunta al capolinea, va cambiata. Ma non con "piccoli
aggiustamenti". Serve una "revisione radicale della valutazione alle
superiori". E non solo. Punto di partenza necessario, spiega in una
intervista all'agenzia Dire, è "ridurre gli anni di studio per
permettere ai nostri giovani di diplomarsi un anno prima, come i loro
coetanei europei. Ma io non interverrei sulla scuola secondaria di
secondo grado. Quello che va accorciato- spiega- è il primo ciclo". Poi
la manutenzione dell'esame.
Alessandra Migliozzi: Berlinguer: "L'esame non funziona più, è ora di cambiarlo"
Per la prima prova il nuovo
sistema che si serve delle caselle di posta elettroniche dei presidi,
ha funzionato. Tra le tracce 2012 anche Montale, l'Olocausto, "il bene
comune e quello individuale" e "la responsabilità della scienza e della
tecnologia". Per metà mattinata resiste la voce che vuole le morti di
Simoncelli e Winehouse come tema d'esame, ma si rivela infondata
Linda Varlese: "I giovani e la crisi" il tema più svolto la maturità al tempo delle tracce web
... Mi è parso un tema
retorico. Utile, semmai, a rivelare il retropensiero - e il
senso di colpa - di chi lo ha ideato e assegnato.
Professori e burocrati. Persone della mia generazione. Adulte e
anziane. Genitori, magari un po' attempati. Preoccupati di quel che
attende i loro figli. Il destino di cui essi - la loro, la nostra
generazione - sono responsabili. A cui essi - la loro, la
nostra generazione - non sanno (in parte, non vogliono)
dare risposta...
Ilvo Diamanti: Se gli adulti chiedono ai giovani di scrivere un tema sui giovani
Veramente interessante,
chiarificatore, condivisibile l'articolo di Antonia Romano (1) che
esplicita e spiega il suo “no alla scuola del merito” e che induce
alcune riflessioni e integrazioni.
Vincenzo Pascuzzi: Vogliamo una scuola equa, di qualità e pure con la... moquette
Tutte le regioni hanno
deliberato il proprio calendario scolastico 2012/2013. Il termine
dell'anno scolastico stabilito al momento al 12 giugno 2013.
Previsti ponti per la festa dei morti e per quella della Liberazione.
Confermate le vacanze carnevalesche. All'interno una tabella che
verrà aggiornata man mano che le regioni renderanno note le date
Calendario scolastico 2012/2013
Nella disattenzione quasi generale dei mezzi di informazione, pur con le buone eccezioni,
sono scivolate via le notizie degli attentati e delle azioni
intimidatorie che hanno colpito, quasi contemporaneamente, i terreni e
le iniziative legate alle confische dei beni delle mafie, ora gestiti
dall’associazione Libera. Puglia, Calabria, Sicilia; incendi, furti,
danneggiamenti. Una strategia concordata che rivela come il paese sia
ancora ostaggio di una criminalità organizzata prosperosa e spavalda
perché conscia della sua impunità.
UNIMONDO: Solidarietà a "Libera" che strappa il terreno alle mafie
"Il coraggio di sperare oggi"
HOREB n. 61 - 1/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Il
terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è
diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del
nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione
genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi
disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che
la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per
cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale:
è possibile sperare?
Questo
navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze,
che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro
o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli,
credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è
speranza”, egli sente il bisogno di oltrepassare lo scacco
dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in
avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso.
Sperare
si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante
le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza
gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la
morte non sia inghiottita nella vittoria.
Giovanni
Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto
i nostri peccati quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è
urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci
educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere
mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione.
La
speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in
libertà e di scegliere ogni giorno la via della vita. Essa
consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità
degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e
di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante
tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un
atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo,
che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta.
Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo
impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si
trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà.
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..." (EDITORIALE)
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INCONTRI PER L’ESTATE 2012
LECTIO DIVINA 17-22 LUGLIO
LETTURA DEI LIBRI DI SAMUELE con p. Pino Stancari sj
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
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SETTIMANA
DI SPIRITUALITÀ 6-11 AGOSTO 2012
DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA
CHIESA MENDICANTE
A 50 anni dal Concilio Vaticano II
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Nel cuore di tutti il seme di Dio di Ermes Ronchi XI Domenica del Tempo Ordinario - Anno B
Dal Vangelo secondo Marco
In
quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un
uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di
giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il
terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il
chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli
manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva:
«A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola
possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene
seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul
terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di
tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del
cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con
molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come
potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai
suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Così
è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno. Gesù
parla delle cose più grandi con una semplicità disarmante. Non fa
ragionamenti, apre il libro della vita; racconta Dio con la freschezza
di un germoglio di grano, spiega l'infinito attraverso il minuscolo
seme di senape. Perché la vita delle creature più semplici risponde
alle stesse leggi della nostra vita spirituale, perché Vangelo e vita
camminano nella stessa direzione, che è il fiorire della vita in tutte
le sue forme. Accade
nel regno di Dio come quando un uomo semina. Dio è il seminatore
infaticato della nostra terra, continuamente immette in noi e nel cosmo
le sue energie in forme germinali: il nostro compito è portarle a
maturazione. Siamo un pugno di terra in cui Dio ha deposto i suoi germi
vitali. Nessuno ne è privo, nessuno è vuoto, perché la mano di Dio
continua a creare. La
prima parabola sottolinea un miracolo di cui non ci stupiamo più: alla
sera vedi un bocciolo, il giorno dopo si è aperto un fiore. Senza alcun
intervento esterno. Ecco: Che tu dorma o vegli, di notte o di giorno,
il seme germoglia e cresce. Com'è pacificante questo! Le cose di Dio
fioriscono per una misteriosa forza interna, per la straordinaria
energia segreta che hanno le cose buone, vere e belle. In tutte le
persone, nel mondo e nel cuore, nonostante i nostri dubbi, Dio matura.
E nessuno può sapere di quanta esposizione al sole, al sole della vita,
abbia bisogno il buon grano di Dio per maturare: nelle persone, nei
figli, nei giovani, in coloro che mi appaiono distratti, che a volte
giudico vuoti o senza germogli. La
seconda parabola mostra la sproporzione tra il granello di senape, il
più piccolo di tutti i semi, e il grande albero che ne nascerà. Senza
voli retorici: il granello non salverà il mondo. Noi non salveremo il
mondo. Ma, assicura Gesù, un altro è il nostro compito: gli uccelli
verranno e vi faranno il nido. All'ombra del tuo albero, dei fratelli
troveranno riposo e conforto. Guardi un piccolo seme accolto nel cavo
della mano, lo diresti un grumo di materia inerte. Ma nella sua realtà
nascosta quel granello è un piccolo vulcano di vita, pronto a
esplodere, se appena il sole e l'acqua e la terra... Il
seme ci convoca ad avere occhi profondi e a compiere i gesti propri di
Dio. Mentre il nemico semina morte, noi come contadini pazienti e
intelligenti, contadini del Regno dei cieli, seminiamo buon grano: semi
di pace, giustizia, coraggio, fiducia. Lo facciamo scommettendo sulla
forza della prima luce dell'alba, che appare minoritaria eppure è
vincente. Qui è tutta la nostra fiducia: Dio stesso è all'opera in seno
alla terra, in alto silenzio e con piccole cose.
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«Datela voi la vostra solidarietà per non far vivere nell’isolamento gli altri!
Perché
non essere amati, non essere accolti, non essere accettati dagli altri
è triste. Non essere attesi la sera, non essere amati è triste, ma la
vera tragedia è non amare!
Per
cui, per quanto potete, cercate di dare agli altri senza volontà di
cattura, senza calcolo, senza mai pensare se va a buon porto quello che
avrete dato. Perché soltanto quando avrete dato vi accorgerete di avere
una vita ricchissima!
La
vita vuota non è quando si svuota dei vostri assegni o dei vostri beni.
La vita vuota è quando non si hanno ideali, ed è pesante allora, perché
la vita non è come le valigie: una valigia tanto più è piena tanto più
è pesante, ma la vita quanto più è vuota, tanto più diventa pesante!
Io
vi auguro che possa essere leggerissima la vostra vita, proprio perché
sovraccarica anche di quella solidarietà che dà sapore a tutti i vostri
giorni e che vi farà rimanere sempre giovani, anche quando le vostre
spalle si incurveranno per il peso della vita!»
(don Tonino Bello)
L’audio originale
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...
“Questa mattina stiamo vivendo, quello che 2000 anni fa visse il
centurione, quando vedendo morire Gesù disse: Costui era veramente
figlio di Dio” ha detto invece nella sua omelia frate Vito, giovane
francescano, conosciuto ad Assisi, che ha assistito spiritualmente
Chiara e la sua famiglia nell’ultimo periodo, trasferendosi anche nella
loro casa.
“La
morte di Chiara è stata il compimento di una preghiera” ha proseguito.
La giovane, difatti, ha raccontato il frate, “dopo la diagnosi medica
del 4 aprile che la dichiarava ‘malata terminale’, ha chiesto un
miracolo: non la guarigione, ma di far vivere questi momenti di
malattia e sofferenza nella pace a lei e alle persone più vicine”.
“E
noi – ha detto ancora frate Vito, visibilmente emozionato – abbiamo
visto morire una donna non solo serena, ma felice”. Una donna che ha
vissuto spendendo la sua vita per l’amore agli altri, arrivando a
confidare ad Enrico “forse la guarigione in fondo non la voglio, un
marito felice e un bambino sereno senza la mamma rappresentano una
testimonianza più grande rispetto ad una donna che ha superato una
malattia. Una testimonianza che potrebbe salvare tante persone…”
CHIARA CORBELLA PETRILLO: LA SECONDA GIANNA BERETTA MOLLA
Gli
diranno, quando sarà grande e potrà capire, che sua madre è morta per
farlo nascere; gli diranno pure di non sentirsi in colpa perché questa
scelta sua mamma la fece senza esitazione, e gli diranno ancora che il
coraggio di questa scelta nasceva da una fede chiara, limpida e
infinita. Francesco ha compiuto da pochi giorni un anno e non sa che
questa mattina sua madre, Chiara Corbella, ai piedi dell’altare, nella
chiesa di Santa Francesca Romana, avrà l’estremo saluto del suo papà,
Enrico Petrillo, che ha atteso con la gioia di ogni padre la sua
nascita, e degli amici che in tutti i mesi della lunga e difficile
malattia hanno pregato per la sua guarigione.
La storia di Chiara: rinuncia alle cure per salvare il figlio
Ha
detto il più bel sì, pensando alla Madonna. E mercoledì Chiara, 28
anni, è «nata in Cielo». Ha lasciato il suo terzo bambino alle cure del
papà ed è andata a fare la mamma ai due figli che la stavano
aspettando. Questa non è una storia di dolore. Ma di amore, speranza,
famiglia, e santità. Una storia che ha fatto il giro di tutta Italia
rimbalzando su internet col ping pong di sito in sito...
Rinvia le cure e muore per far nascere Francesco Chiara ed Enrico. Storia di amore, famiglia e santità
#Chiara ed Enrico... Alcuni pensieri del giorno dopo... (dalla pagina fb di Gianluigi De Palo)
Mi
trovo a scrivere queste righe dopo una nottata strana. Una di quelle
nottate in cui ti rigiri nel letto e ti senti l'anima indolenzita.
Dolorante. Livida.
Alla morte non ti ci abitui. Anche quando la bellezza di una vita che si dona la uccide, le toglie il pungiglione.
E ripenso a Chiara.
A Chiara ed Enrico: non riesco proprio a scinderli quei due.
Alla loro fede. Alla loro gioia contagiosa. Ma soprattutto alla loro
ironia. Divertenti e sorridenti anche nei momenti più difficili. Capaci
di scherzare fino all'ultimo respiro.
E ieri, davanti a Chiara vestita da sposa e ad Enrico con gli occhi
gonfi di pianto ho pensato che è stata una Grazia conoscerli.
Icona di una generazione che farà parlare di sè.
Una generazione che non si rassegna.
Che rifiuta di farsi inghiottire dalla mediocrità.
Che ha nel cuore il desiderio di fare della propria vita un'opera d'arte.
Che difende - lo abbiamo visto concretamente - la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno...
La loro testimonianza ci fa capire sino in fondo le parole di Giovanni
Paolo II a Tor Vergata durante la Gmg del 2000 e ci mostra che sono
vere.
Chiara ed Enrico ci mostrano che - oggi - il Vangelo è vero e può essere vissuto.
Una giovane famiglia romana in queste ore di dolore, sta contagiando
con il suo fascino e la sua bellezza una generazione. E non solo.
E nel vedere tutto questo clamore, Chiara, da lassù ci starà prendendo in giro, come sempre.
Il funerale di Chiara Corbella (video)
Sono appena rientrato a casa dal funerale di Chiara Corbella.
Difficile
esprimere con le parole quello che ho dentro, tutta la Messa mi ha
suscitato così tante emozioni, così tante riflessioni, così tante
preghiere, così tante lacrime, così tanti desideri santi… che non so se
riuscirò a ricucire il tutto e farne un discorso dal senso compiuto.
Quello
che è certo è che ho partecipato ad un matrimonio e non ad un funerale,
ad un festa e non ad un lutto, cioè ad un esempio di quello che è (e
dovrebbe essere) realmente il Cristianesimo.
HO UN SEME DI GIOIA NEL CUORE (Grazie Chiara ed Enrico)
Il funerale di Chiara Corbella (i canti) (video)
Il messaggio di Enrico Siamo saliti insieme su questa collina glielo avevo promesso di amarci per tutti i nostri giorni aspettavamo di vederlo arrivare da lontano sempre con le lampade accese giorno e notte sognavamo di vederlo insieme ma Lui voleva di più per noi come la primavera è arrivato in silenzio sotto di noi ha fatto nascere i fiori ci deve aver accompagnato da soli non ce la potevamo fare era il suo profumo la pace dei fiori indimenticabile quell’eternità nei tuoi occhi li avevo già incontrati ma non ci potevo credere ai Suoi Occhi nei tuoi e a quella pace solo Lui è la pace l’ho riconosciuto dall’Amore così i miei occhi ancora fissi nei Suoi per non perderti e non avere paura e i nostri cuori innamorati sulla croce la meraviglia della primavera che meraviglia la primavera sei tu il fiore più bello ed io l’ape più felice io l’avevo intuito Lui lo sapeva da sempre che miracolo la vita amore mio! sempre a mani vuote davanti a Lui per tutta l’eternità sempre così sempre così generoso di noi è in Lui la vita e in te io ho vissuto Lui mi avete scelto tra mille per accompagnarti mi ha dato il coraggio di salutarti ho pensato che fosse finita la gioia ma poi Francesco me l’ha ricordata lui è la fedeltà in Dio è l’amore che non delude è la follia della croce dell’Amore semplicemente donata diceva “come il Padre ha mandato me così io mando voi” ma solo ora ne ho capito il senso solo Dio può amare cosi da soli non era possibile farcela noi siamo la meraviglia della primavera che dona la vita all’inverno sapendo che si morirà felici perché morendo vincerà la morte ti amo come la primavera ama l’inverno con la dolcezza e nel silenzio mi hai disciolto le nevi per meravigliare ancora di più gli increduli quando ci rivedranno tornare ancora una volta ma questa volta per sempre insieme.
Vedi il nostro precedente post:
Una storia di ordinaria santità: il coraggio di Chiara Corbella che rinvia le cure e muore per far nascere il suo bimbo!
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Chi ha detto che non c’è stato il miracolo?!
Il miracolo è avvenuto e molto più grande di quanto non ci si aspettasse!
Che turbinio di emozioni, pensieri, parole e sguardi che mi ritornano
alla mente dopo il funerale di Chiara al quale ho avuto la grazia di
partecipare sabato!...
“Piccoli passi possibili” questo il motto francescano che Chiara ha preso come regola di vita...
“Chiara non è morta serena, è morta felice”. Ha vissuto spendendo la
sua vita per l’amore agli altri, consumandosi per gli altri e felice di
farlo, aveva confidato ad Enrico “forse la guarigione in fondo non la
voglio davvero. Pensaci, che cosa colpisce di più? una donna guarita
dal tumore o un marito felice con il figlio senza la mamma? Una
testimonianza che potrebbe salvare tante persone…”.
Poche ore prima della morte, Enrico con tutta la sua tenerezza di
marito innamorato le ha chiesto: “A Chia’, ma sto giogo è davvero così
dolce?” “Sì, è tanto dolce”.
Enrico – così ha raccontato frate Vito – davanti alla prospettiva che
presto non avrebbe più visto Chiara diceva “Perché dovrei essere
triste? mia moglie sta andando da Uno che la ama più di me!”
Questi ragazzi, la vita e la morte di Chiara… ma che dico, la sua
nascita al Cielo, sono un boomerang che sta volando nei luoghi più
inaspettati e dove passa sconvolge, tocca i cuori, fa venire una gran
voglia di santità!...
Chiara Corbella, mamma eroica, ora un raggio di luce dal Cielo di Elena Martelli
Sono una privilegiata perché
sabato mattina, nella Festa del Cuore Immacolato di Maria, ho assistito
al funerale di Chiara Corbella Petrillo, e ho accompagnato una nuova
sorellina in cielo, una sorella a cui vorrei andare dietro, mettendomi
in fila, insieme alle mille persone che erano in chiesa, e alle
migliaia che stanno imparando a conoscere la sua storia. Migliaia che
presto saranno milioni, perché bonum est diffusivum sui, il bene è
contagioso.
Tutti dietro a Chiara di Costanza Miriano
Ieri sono stato con Monica all'incredibile funerale di Chiara Corbella...
Tutt'ora
ho dentro di me tante emozioni, pensieri e riflessioni su quanto ho
visto con i miei occhi e ascoltato con le mie orecchie. A Santa
Francesca Romana sono stato 2 ore e mezza in piedi, con altre 1.000
persone e un caldo quasi asfissiante, ed è stata un'esperienza
straordinaria.
Fra le varie cose che mi hanno colpito maggiornamente, c'è stato...
Grazie Chiara, Santa della porta accanto, per la lezione di vita, amore e Fede di Eugenio La Mesa
"Chiara
è una delle tante donne che ogni giorno provano ad andare oltre le
avversità e gli schemi della vita e, tra due sentieri, scelgono sempre
quello più accidentato. E sarebbe bello che una scuola della nostra
città portasse il nome di Chiara Corbella a caratterizzare, con la
forza e il coraggio comuni a tantissime altre donne, il più importante
spazio di crescita umana e formativa dei nostri
ragazzi'' (Patrizia Prestipino, Assessore provinciale alle
Politiche Giovanili di Roma - Fonte: Asca)
"Chiara
ha espresso due volontà per il suo funerale, la prima che fosse
celebrato da padre Vito nostra guida spirituale, la seconda che nessuno
doveva portare fiori perchè davanti a DIO non abbiamo nulla, tutto è
dono e tutti quelli che avrebbero partecipato al funerale dovevano
ricevere loro un dono: una piantina." un DONO da custodire e averne
cura perchè questo fa DIO: ti fa doni da custodire. Tante cose tante parole potrei ancora citare di questa festa, che rivivrei ancora e ancora. Quanto
spinge a tanti di noi a scrivere di Chiara, non è fanatismo ma è una
comunione che ha legato tantissimi nella preghiera per questi giovani…è
una comunione benedetta che continua e continuerà ancora più stretta e
forte attorno ad Enrico... Le
parole si arrestano lasciano spazio ad un sospiro grande del cuore …
non si può tenere sotto il moggio una lucerna… e Chiara ed Enrico
devono risplendere come testimoni di una PERFETTA e incomprensibile
LETIZIA.
la coccola di DIO attraverso Chiara ed Enrico di Floriana
...
Letta con gli occhi della fede, la storia di Chiara - ed Enrico - si
spiega con le parole che ha usato padre Vito: un «evento
straordinario». «Noi - ha detto - abbiamo visto la vita eterna». Perché
Chiara ha affrontato ogni giorno con fede, gioia, speranza. Portando
avanti la regola delle "3P" appresa proprio ad Assisi: Piccoli Passi Possibili...
Omelia di padre Vito alla messa del funerale di Chiara Corbella (audio)
Guarda i nostri post precedenti:
Una storia di ordinaria santità: il coraggio di Chiara Corbella che rinvia le cure e muore per far nascere il suo bimbo!
Una storia di ordinaria santità - Chiara Corbella ed Enrico Petrillo ci mostrano che anche oggi il Vangelo può essere vissuto.
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Grazie...
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UOMINI E PROFETI
Leggere la Bibbia
Cose antiche e cose nuove Vangelo secondo Matteo. Introduzione con Jean-Louis Ska domenica 17 giugno 2012
Nella
storia cristiana si è spesso cercato di vedere nelle Scritture antiche
una prefigurazione dell’evento Gesù; in realtà andrebbe fatto il
processo inverso, e cioè cercare di capire come i Vangeli abbiano
interpretato le Scritture, in vista di un “accredito” di Gesù come il
messia atteso da Israele. Per
questo oggi spezziamo, provvisoriamente, la lettura del Vangelo di
Marco, per una incursione in quello di Matteo. Scritto in un periodo
più tardo, quando Gerusalemme era stata conquistata e il tempio
distrutto, Matteo vuole raccontare la vicenda di Gesù per far percepire
che non tutto è perduto per Israele, che Gesù è veramente il Messia
annunciato nelle antiche Scritture, che non la “terra” conta, ma il
regno dei cieli, cioè un regno in cui venga rispettata la giustizia e
si pratichi l’amore verso il prossimo. È qui che vi sarà la spaccatura
tra ebrei e cristiani, ed è qui che invece Matteo, privilegiando uno
dei filoni della spiritualità ebraica, vede gli episodi della vita di
Gesù come una reinterpretazione degli episodi chiave della vita di
Israele. Il battesimo, le tentazioni nel deserto, la conversione al
nuovo regno, quello dei cieli, dove la giustizia trionfa, sono, per
Matteo, reinterpretazioni dell’esodo dall’Egitto, della traversata del
deserto, della conquista della terra. Gesù come Giosuè dunque? In un
certo senso sì, come ci spiega Jean Louis Ska, il teologo belga che ci aiuta a capire i nessi tra Antico e Nuovo Testamento.
Ascolta
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Fedi e Mondo
Religione: la materia invisibile con Lucrezia Pedrali, Nicola Fiorita, Alessandro Saggioro, Brunetto Salvarani sabato 16 giugno 2012
Alla
chiusura dell’anno scolastico, torniamo a interrogarci sulla
fantasmatica “ora di religione”: che l’insegnamento della religione
nella forma in cui è svolto attualmente non sia soddisfacente è cosa
risaputa, anche se nessuno sembra osare metter mano a una vera riforma.
Il problema non è solo quello (già gigantesco) che si insegna
“religione cattolica” in un paese che è ormai multietnico e
multireligioso. Ma bisogna anche chiedersi: ha senso o no porre il
problema religioso come materia di insegnamento scolastico? E se sì,
che cosa occorrerebbe insegnare? La storia delle religioni nel mondo?
Il pensiero religioso come articolazione della riflessione filosofica
sul bene e sul male, sulla trascendenza, sulla vita e sulla morte? O,
ancora, lo studio laico di testi fondativi, come la Bibbia, il Corano,
o altro? E come ripartire gli insegnamenti nei diversi ordini di
scuole? E soprattutto con quali insegnanti, con quali formazioni? Di
tutto questo parleremo con i nostri ospiti: Lucrezia Pedrali, che insegna nella scuola primaria, impegnata come formatrice nel CEM; Nicola Fiorita, docente di diritto ecclesiastico e diritto islamico all’Università della Calabria;Alessandro Saggioro, docente di storia delle religioni a Roma, La Sapienza; e Brunetto Salvarani, che dirige Cem mondialità e insegna teologia della missione e del dialogo alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna.
Ascolta
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Sto meditando da tempo e non in
modo individuale ma con amici e persone con le quali percorro un
cammino di crescita spirituale il tema della coscienza. C'era una volta
la coscienza, retta o meno, potremmo dire. Era una sede intima profonda
che sapeva più che giudicare, discernere tra bene e male. La coscienza
e la sua importanza veniva fatta scoprire ai giovani, insegnata in
parrocchia e nei gruppi giovanili, era fondamento dell'essere per
comprendere come libertà e verità non fossero parole troppo alte per
essere comprese.
Il problema di oggi è che si è persa coscienza della coscienza.
CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Chiesa e fede, scocca l'ora dei laici
Campanini: responsabilizzazione dei laici? La chiesa è in ritardo
"A
quasi cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II (11 ottobre
1962) è tempo nella Chiesa di bilanci e – perché no? – di rilanci. Uno
dei grandi temi affrontati dai padri conciliari riguardò la natura
della Chiesa, che passò da una concezione gerarchica e piramidale a una
essenzialmente comunionale. “Popolo di Dio” è titolato il capo
secondo della costituzione dogmatica Lumen gentium: vescovi, sacerdoti
e laici, tutti con carismi e ministeri diversi ma con pari dignità a
servizio della Chiesa per l’unica missione: portare Cristo al mondo. A
proposito dei laici, la cui riscoperta si deve proprio a questa
rinnovata visione ecclesiologica, poco più avanti si dice: «Grava su
tutti i laici il glorioso peso di lavorare, perché il disegno divino di
salvezza raggiunga ogni giorno di più tutti gli uomini di tutti i tempi
e di tutta la terra»...
A
questo proposito, come funzionano gli organi di consultazione dei
laici, consigli pastorali diocesani e parrocchiali in primis? «Male.
Comunione, collaborazione e corresponsabilità sono caratteristiche
lontane dal rappresentare, per quanto riguarda i laici, la norma nella
Chiesa italiana. Molti pastori riconoscono schiettamente che la nostra
Chiesa è ancora accentuatamente clericale»....
responsabilizzazione dei laici? La chiesa è in ritardo (da Famiglia Cristiana)
Cristiani adulti in una chiesa adulta la lettera di don Francesco Pesce
"...un
elemento importante da chiarire è la differenza tra “fede di un adulto”
e “fede adulta”: spesso sembra scontato che esse coincidano, ossia che
un adulto abbia in maniera corrispondente alla sua età anche una fede
adulta. Dagli incontri svolti appare che neppure chi pratica
assiduamente è esente dalla possibilità di trovarsi in una situazione
di “infantilismo religioso”, ovvero di considerare la fede come un
insieme di sicurezze, inscalfibile, senza domande e senza ricerca... Il
credente adulto nella fede, invece, riesce a portare l’attenzione sul
proprio cammino di fede, non chiudendosi in un atteggiamento
intimistico, ma aprendo il cuore alla realtà concreta del proprio
rapporto col Signore, entrando in dialogo e lasciandosi interpellare
dalle relazioni di ogni giorno (in particolare, con chi si dice non
credente)...
Cristiani adulti in una chiesa adulta (da Famiglia Cristiana)
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Oggi
ci appare sempre più difficile trovare una persona “che cammina senza
colpa, agisce con giustizia e parla lealmente, non dice calunnia con la
lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulto al suo
vicino”, una persona che “anche se giura a suo danno, non cambia;
presta denaro senza fare usura, e non accetta doni contro l’innocente”
(Sal 15, 2-15). E ci sembra un triste segnale del degrado dei nostri
tempi. Ma proprio il salmo citato ci ricorda come il problema etico
della corruzione fosse ben presente già 3000 anni fa. Del resto, sempre
il Salterio, ripreso anche da san Paolo, ci ricorda che vi sono
situazioni e stagioni in cui “non c’è nessun giusto, nemmeno uno, non
c’è sapiente, non c’è chi cerchi Dio! Tutti hanno traviato e si son
pervertiti; non c’è chi compia il bene, non ce n’è neppure uno” (Sal
14,1-3; Rm 3, 10-12).
Dobbiamo
allora rassegnarci alla corruzione dilagante, anche in un paese che
continua a vantare solide radici cristiane? Credo che l’etica nei
rapporti sociali sia uno degli ambiti maggiori in cui ai credenti è
chiesto da far emergere, nella semplicità della condotta quotidiana, la
“differenza cristiana”, quel “tra voi non è così” (Mc 10,43) lasciato
da Gesù ai discepoli come regola di condotta proprio nei confronti
dell’esercizio del potere. Purtroppo la corruzione nel nostro paese
riguarda anche persone che si dicono cristiane, che fanno uso delle
parole della fede ma poi contraddicono in modo scandaloso quello che
confessano con il loro stile di vita, con la logica del potere che
abbisogna di denaro per vivere nel lusso, nell’ostentazione,
nell’arroganza, nella sfrontatezza sessuale.
Se
riflettiamo bene, il termine stesso di “corruzione” ci rimanda infatti
al deteriorarsi del corpo, alla corruzione della morte. Ora, lo stesso
avviene sul piano della vita interiore e spirituale: la corruzione mina
la nostra “integrità” – anche in questo caso il concetto si estende
dalla dimensione fisica a quella morale – ci smembra, ci rende
irriconoscibili come esseri umani degni di tal nome. I cristiani si
ricordino che se assumono lo stile di vita della corruzione, fanno
bestemmiare il nome del loro Dio tra i non cristiani.
ENZO BIANCHI
pubblicato su "Famiglia Cristiana"- 17 giugno 2012
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Il Vaticano, il Vangelo e Machiavelli di mons. Luigi Bettazzi
Quanto sta avvenendo in Vaticano in queste settimane e mesi ha sconcertato il mondo. Ed ha sconcertato soprattutto i cattolici.
Se
qualcuno, dal di fuori, può guardare con soddisfazione il rivelarsi di
lotte meschine entro le mura del potere vaticano, i cattolici – ma non
soltanto loro – osservano invece con sgomento il manifestarsi di faide
all’ultimo coltello, proprio laddove si predica e, soprattutto, si
dovrebbe testimoniare la pace, come frutto dell’amore. Ovvero la
sostanza del messaggio evangelico di Gesù.
Certo
la Chiesa è fatta di uomini – anzi di persone umane, ma in Vaticano
quasi esclusivamente di uomini al maschile – ed è quindi inevitabile
che vi siano debolezze umane, come ce ne sono sempre state, anche più
gravi di quelle di questo periodo.
Colpisce
però che al giorno d’oggi, proprio a cinquant’anni di distanza
dall’inizio del Concilio Vaticano II che voleva rinnovare la Chiesa, i
mezzi di comunicazione abbiano potuto divulgare in tutto il mondo
queste miserie del vertice istituzionale della Chiesa cattolica.
È
vero che chi ha organizzato tutto questo pasticcio – al di là del
povero maggiordomo che sicuramente sarà stato indotto a questo compito
malvagio “per il bene della Chiesa” – l’avrà fatto forse pensando
davvero al bene della Chiesa. O per lo meno a quello che lui pensava
come bene della Chiesa. Ma era Niccolò Machiavelli, non il Vangelo, a
tranquillizzare che «il fine giustifica i mezzi»!
E
il mio pensiero corre a quanti, soprattutto a cominciare dai giovani,
scandalizzati di questi comportamenti, ne riceveranno una
sollecitazione, se non a opporsi alla Chiesa, almeno a lasciarla o a
disinteressarsene. Non è proprio questa la “nuova evangelizzazione” da
proporre!
Eppure,
dal momento che Dio dal male è capace di ricavare anche il bene, credo
che la Chiesa, dall’intera vicenda, peraltro ancora in corso, possa
ottenere una sollecitazione a dismettere le sue aspirazioni e i suoi
programmi di potenza e di ricchezza per ritrovare sempre più
l’ispirazione evangelica della semplicità, della povertà, della
coerenza.
Penso
e prego per papa Benedetto, che aveva intrapreso un’opera di
purificazione della Chiesa, incoraggiando trasparenza e severità
nell’ambito della questione della pedofilia, ed ora si trova proprio in
casa queste lordure (cui aveva già accennato in quella famosa Via
Crucis prima di essere eletto al soglio pontificio, nel Venerdì santo
della Quaresima del 2005). Preghiamo per lui e per la Chiesa, perché
sappiano trarre da questa vicenda così triste l’ispirazione e la forza
per una purificazione decisa e trasparente, che sia di conforto per
quanti vorrebbero un mondo più giusto ed esemplare.
* Vescovo emerito di Ivrea (To); già presidente di Pax Christi
La Chiesa e il Concilio Rivalutiamo veramente i laici…
Abbiamo bisogno di una fede adulta! intervista a p.Bartolomeo Sorge
… Siamo in ritardo sulla riforma interna, perchè non
abbiamo avuto il coraggio di applicare quello che il Concilio indicava,
bisogna quindi riprendere con più lena il lavoro di rinnovamento
interno della Chiesa … manca lo spirito collegiale, anche nel rapporto
tra gerarchia e laici, riconoscendo ai laici la dignità, la maturità,
la vocazione e la missione propria dei laici, che ricevono non dal
parroco, dai Vescovi o dal Papa, ma direttamente da Cristo …
Bisogna avere il coraggio di muoverci!
video
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Fuga di notizie e documenti trafugati in Vaticano: affranto e silenzio o schiettezza evangelica? "Il Papa è triste" di Aldo Maria Valli
Il
Papa è triste. Il Papa è affranto. Il Papa piange. Solerti comunicatori
vaticani fanno a gara nel farci sapere quanto sta male il Papa a causa
delle fughe di notizie dal suo appartamento. Possiamo capirlo. Ma non
una parola sul contenuto dei documenti trafugati. Leggere la posta
degli altri non sta bene, d’accordo. E spifferarla ai giornali sta
ancora meno bene, d’accordissimo. Ma vogliamo dire qualcosa anche a
proposito del contenuto dei documenti usciti dai sacri palazzi?
Possibile che, di fronte all’evidenza delle carte, nessuno provi un po’ di vergogna?
I
fatti dicono che sul tavolo del papa arriva di tutto, e che in Vaticano
uno degli sport più praticati è l’affarismo. Tutto questo deve passare
sotto silenzio? E poi vogliamo parlare del linguaggio usato da questi
curiali? Diciamolo francamente: è insopportabile e fa venire la nausea.
Tutto il contrario della schiettezza evangelica. .
Nessuno
ha smentito quanto rivelato dal libro di Nuzzi. Questo è il punto. E se
nessuno ha smentito vuol dire che quei testi sono veri. Vuol dire che
l’appartamento papale è davvero il terminale di intrighi, ripicche,
complotti, furbate più o meno riuscite. Vuol dire che il cuore della
Chiesa è gravato da queste miserie, da queste meschinità.
Anche
a noi spiace per il Papa. Ma il dispiacere per lui non deve indurci a
nascondere la verità, anzi. Qui c’è una macchina curiale che non
funziona, che produce per lo più sporcizia, che ingombra il tavolo del
papa, del successore di Pietro, di cartacce che andrebbero gettate
direttamente nel cestino e nemmeno degnate di uno sguardo. Lo schema di
potere che ne emerge è fatto di raccomandazioni, di untuose richieste,
di giochi e giochini tutti fondati sull’opportunità, se non
sull’opportunismo, e non sulla verità...
"Il Papa è triste" di Aldo Maria Valli
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Gentili
senza cortile: è una nuova ricerca a cura del Cesnur (Centro studi
sulle nuove religioni) sul tema ateismo e irreligiosità in Italia. La
ricerca è stata diretta e condotta da Massimo Introvigne e da Pierluigi
Zoccatelli, vicedirettore del centro, e fa parte di uno studio sulla
fede in Italia di cui sono già stati pubblicati tre volumi contenenti i
dati di altrettante ricerche. L'indagine Gentili senza cortile,
effettuata nel territorio della Sicilia centrale, viene presentata
all'Istituto Salesiano di Gela dai due autori e da monsignor Michele
Pennisi, vescovo di Piazza Armerina.
Introvigne: anche la minoranza "buona" dei credenti è in pericolo
Monsignor
Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina, presenta il libro di
Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli GENTILI SENZA CORTILE - "ATEI
FORTI" E "ATEI DEBOLI" NELLA SICILIA CENTRALE
il testo integrale della prefazione di monsignor Michele Pennisi
Quanto
sono veritieri i dati sulla religiosità in Italia? Che valore dare alle
dichiarazioni di molti italiani che ancor oggi continuano a definirsi
cattolici? Perché tante persone sembrano di fatto indifferenti nei
confronti della religione anche se non hanno il coraggio di definirsi
atei o agnostici?
Ecco
alcuni interrogativi su cui ruota il dibattito pubblico sulle sorti
della religione nella società avanzata, che appassiona sia gli studiosi
dei fenomeni religiosi sia gli uomini di chiesa. Perché al di là delle
apparenze, oltre la superficie, si coglie in ampie quote di popolazione
una distanza tra le intenzioni e il vissuto religioso che pone non
pochi problemi di interpretazione.
Proprio
questo tema è al centro della recente e interessante indagine che
Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli (che dirigono il Centro Studi
sulle Nuove Religioni di Torino) hanno condotto in un’area del Sud, che
si presenta come un caso studio emblematico di ciò che accade non solo
in quella regione ma in tutto il Paese.
Chiesa, la sfida degli atei deboli
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«L’ultimo Anno della fede fu
tenuto nel 1968 per ricordare il martirio di Pietro. Oggi siamo in
un’epoca di "crisi di fede" e il Papa ha voluto che celebrassimo questo
speciale anno di preghiera e d’impegno per trovare un rimedio alla
stessa crisi. Il momento è critico ma non deve mancare la fiducia che
Dio darà alla sua Chiesa tutti gli aiuti per superare questa
difficoltà»: lo ha detto oggi in Vaticano mons. Rino Fisichella,
presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova
evangelizzazione, durante la presentazione alla stampa dell’Anno della
fede, che si aprirà ufficialmente giovedì 11 ottobre 2012 in
piazza San Pietro e si chiuderà il 24 novembre dell'anno successivo.
Durante la veglia pasquale
dello scorso mese di aprile, Benedetto XVI ebbe a dire: «Il buio
veramente minaccioso per l’uomo è il fatto che egli non vede dove vada
il mondo e da dove venga. Dove vada la nostra stessa vita. Che cosa sia
il bene e che cosa sia il male. Il buio su Dio e il buio sui valori è
la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale».
Il pontificato di questo Papa è interamente rivolto al lavoro per
ridare energie e vita alle radici dell’uomo e della Chiesa. Non si
occupa di questioni secondarie, pure importanti, ma è tutto concentrato
sulla fede come esperienza vitale per l’uomo. All’opposto delle
correnti maggioritarie della cultura contemporanea, che vedono nella
fede un evento interessante al massimo per l’individuo, per il Papa la
fede riguarda il futuro stesso dell’uomo e dell’umanità intera. Ecco
perché ha indetto l’Anno della fede.
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servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
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3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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