"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°23 del 2014

Aggiornamento della settimana

- dal 31 maggio al 6 giugno 2014 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 13 giugno 2014          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

  
   di P. Gregorio Battaglia

  di P. Aurelio Antista

    di P. Alberto Neglia


PREGHIERA DEI FEDELI

 
N. B. La Lectio è temporaneamente sospesa



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








Invocazione per la pace
(8 giugno 2014)



  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)



"Un minuto per la pace" ogni giorno e specialmente venerdì 6 giugno alle 13 !!!


"Un minuto per la pace" 
ogni giorno e specialmente 
venerdì 6 giugno alle 13 !!!

Rispondendo all’invito che papa Francesco aveva loro fatto nel viaggio in Terra Santa, il presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) l’8 giugno si troveranno insieme nella «casa» del Papa, nel pomeriggio della domenica di Pentecoste, per pregare per la pace in Terra Santa.

All'incontro di preghiera parteciperà anche il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo. La sua presenza rappresenta un segno importante dell'impegno dei cristiani per la pace in Terra Santa e attesta come le Chiese «sorelle» intendano continuare nel cammino intrapreso a Gerusalemme. Diventa infatti evidente che l'abbraccio ecumenico, i passi per l'unità dei cristiani, non sono un problema interno alla cristianità e non riguardano soltanto cattolici e ortodossi, ma vanno oltre lo stesso mondo delle religioni. La comunione e l'unità dei cristiani è un segno di pace e di riconciliazione che ha come orizzonte il destino di tutta l'umanità, a partire dai conflitti che ancora lacerano la Terra Santa.

"... E per favore, chiedo a voi di non lasciarci soli: voi pregate, pregate tanto perché il Signore ci dia la pace, ci dia la pace in quella Terra benedetta! Conto sulle vostre preghiere. Forte, pregate, in questo tempo, pregate tanto perché venga la pace..."

A questa richiesta di Papa Francesco formulata nell'Udienza generale del 28 maggio 2014 ha risposto l’Azione Cattolica Argentina che ha lanciato un'iniziativa rivolta ai suoi aderenti e che propone al Fiac (Forum internazionale di Azione cattolica) e all’Umofc (Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche) di cui fa parte:"Un minuto per la pace" per invitare a una preghiera in forma di testimonianza. Breve, semplice, per tutti.

L’Azione Cattolica Italiana condivide l’iniziativa e invita tutti ad aderire.

Concretamente, tutti gli aderenti e tutte le persone di buona volontà di tutto il mondo,venerdì 6 giugno alle 13, sono invitati, lì dove stanno, a fermarsi, chinare il capo e pregare secondo la propria tradizione: sul lavoro, a scuola, all’università, nel quartiere, in famiglia, davanti alla parrocchia... Se due o tre si uniscono: meglio! Ai sacerdoti si chiede di uscire dalle chiese e di pregare per la pace con la gente in strada.

La preghiera del venerdì - giorno di preghiera per l’Islam e vigilia del giorno di preghiera per l’Ebraismo - ci unisce ai credenti di queste religioni che hanno nella Terra Santa, come il cristianesimo, le loro radici.

Questa proposta può diventare per noi un’occasione speciale di preghiera, di riflessione e di evangelizzazione e messaggio ai credenti nelle comuni radici di Abramo, per essere insieme e invocare dal Signore il dono della pace.

L’iniziativa è anche su Facebook/unminutoporlapaz e su Twitter #unminutoperlapaz.



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All'incontro di preghiera per la pace in Terra Santa convocato da Papa Francesco in Vaticano per domenica 8 giugno ci sarà anche il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo.

  Preghiera per la pace dell'8 giugno: ci sarà anche Bartolomeo

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Briefing presso la Sala Stampa della Santa Sede, per presentare lo svolgimento dell’iniziativa “Invocazione per la pace”, alla quale Papa Francesco ha invitato i presidenti Shimon Peres e Mahmoud Abbas ed a cui si unirà anche il Patriarca Ecumenico Bartolomeo.

  Briefing sull'incontro di preghiera in Vaticano

la descrizione particolareggiata dell'evento

  Briefing di presentazione dello svolgimento dell'iniziativa "Invocazione per la pace"

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Il recente pellegrinaggio di Papa Francesco in Terra Santa ha avuto anche lo scopo di incoraggiare il cammino dei popoli che la abitano verso la pace; essa è, al tempo stesso, dono di Dio e impegno degli uomini. In Giordania, in Palestina e in Israele il Papa ha mostrato una grande compassione verso coloro che da troppo tempo convivono con la guerra e hanno il diritto di conoscere finalmente giorni di pace. Da questo sentimento è nato l’invito rivolto ad Abu Mazen e a Shimon Peres di ritrovarsi insieme nella casa del Papa a pregare per la pace.

  Marco Doldi:  La preghiera per la pace rinsalda la buona politica


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I NOSTRI TEMPI

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Dalla strada alla Casa - in Sicilia il progetto "Housing first" un nuovo modello di accoglienza


E' stato presentato nella sede della Conferenza Episcopale Siciliana il Progetto "Housing first", opera-segno della Caritas per offrire una risposta al problema abitativo andando oltre i sistemi tradizionali basati su forme di alloggio temporaneo. "Hounsing first Sicilia" si rivolge a persone senza fissa dimora o con difficoltà a mantenere l'abitazione e le inserisce direttamente all’interno di alloggi, fornendo loro supporto sociale multidisciplinare “a partire dalla casa”. A spiegare le peculiarità di questa "ambiziosa idea" è don Vincenzo Cosentino, direttore dell'Ufficio regionale per la Carità della CESi e delegato regionale Caritas: "Il progetto rappresenta un'esperienza unica in grado di interessare tutte le Chiese di Sicilia attraverso il coinvolgimento di strutture di proprietà delle diocesi e delle parrocchie, oltre che di privati. Occorre superare la logica dei centri di accoglienza, seppur necessari ma sempre intesi come misure emergenziali, - aggiunge -- per realizzare un percorso di ospitalità completo ed attento alla persona, rispondendo all’invito di Papa Francesco per un nuovo utilizzo dei luoghi ecclesiali, che diventa un valido e verificato strumento di fuoriuscita dal bisogno e di promozione della persona e di interi nuclei familiari. In Sicilia i senza dimora non sono solo i barboni, ma ancor più gli immigrati. Accanto a loro una sempre più folta schiera di uomini e donne che vivono una grave emarginazione adulta. Per loro questo nuovo percorso in stretta connessione con altri di accompagnamento organico e di sostegno reale all'inclusione sociale messi in atto in Italia"...

  DALLA STRADA ALLA CASA

Parte in Sicilia il progetto "Housing first" che coinvolge 15 Caritas siciliane per offrire una risposta diversa al problema abitativo, andando oltre i sistemi di accoglienza tradizionali basati su forme di sostegno e alloggio temporaneo. 
Il progetto, della durata di 18 mesi, renderà disponibili 35 alloggi a persone senza dimora o con difficoltà a mantenere l’abitazione, attivando un percorso di accompagnamento all’autonomia a più livelli. 
Le 15 Caritas coinvolte si muoveranno, per raggiungere l’obiettivo, anche in collaborazione con gli enti ed il privato sociale. 
In Sicilia, secondo gli ultimi dati Istat, in media vengono emessi 120 sfratti aggiuntivi rispetto all’anno precedente. 
L’intento è quello di costruire un modello di accoglienza che si possa interfacciare con i bisogni della regione. “Hounsing first Sicilia” mira, infatti, ad inserire le persone senza fissa dimora o con difficoltà all’interno di alloggi, fornendo loro supporto sociale e multidisciplinare “a partire dalla casa”. Il progetto è stato presentato questa mattina nella sede della Conferenza Episcopale Siciliana (Cesi) da don Vincenzo Cosentino, direttore dell'ufficio regionale per la Carità della CESi e delegato regionale Caritas e da Marco Iazzolino, referente Network Housing First Italia promosso dalla FIOPSD (Federazione Italiana Organizzazioni Persone Senza Dimora)...

  Parte l'HOUSING FIRST con 15 Caritas della Sicilia

Parte in Sicilia il progetto "Housing first" che coinvolge 15 Caritas della Sicilia per offrire una risposta diversa al problema abitativo, andando oltre i sistemi di accoglienza tradizionali basati su forme di sostegno e alloggio temporaneo. Il progetto, della durata di 18 mesi, renderà disponibili 35 alloggi a persone senza dimora o con difficoltà a mantenere l'abitazione, attivando un percorso di accompagnamento all'autonomia a più livelli...

  Una casa per i senzatetto

... “La crisi attuale – dichiara mons. Francesco Montenegro Arcivescovo di Agrigento – ha portato ad un livello senza precedenti di senza dimora. Questa forma estrema e complessa di esclusione sociale può essere affrontata solo attraverso politiche integrate che mettano insieme interventi di housing con azioni per l’occupazione e la ricostruzione dei legami sociali”...

  Inaugurata al "Granata" di Agrigento "Casa Rahab"


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2 giugno Festa della Repubblica... che ripudia la guerra!


Il 2 giugno è la “Festa della Repubblica che ripudia la guerra”

I movimenti per la Pace e il Disarmo lanciano una proposta di legge per istituire la difesa civile, non armata e nonviolenta.

La madre è la Resistenza antifascista, il padre è il Referendum democratico: la Repubblica italiana è nata in un'urna il 2 giugno del 1946. Perché, per festeggiare il suo compleanno, lo Stato organizza la parata militare delle Forze Armate? E' una contraddizione ormai insopportabile. 

Il 2 giugno ad avere il diritto di sfilare sono le forze del lavoro, i sindacati, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, le ragazze e i ragazzi del servizio civile. Queste sono le vere forze vive della Repubblica che chiedono di rimuovere l'ostacolo delle enormi spese militari ed avere a disposizione ingenti risorse per dare piena attuazione a tutti i principi fondanti della Costituzione: lavoro, diritti umani, dignità sociale, libertà, uguaglianza, autonomie locali, decentramento, sviluppo della cultura e ricerca, tutela del paesaggio, patrimonio artistico, diritto d'asilo per gli stranieri e ripudio della guerra.

I nostri movimenti vogliono celebrare degnamente il 2 giugno promuovendo congiuntamente la Campagna per il disarmo e la difesa civile e lanciando oggi la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del “Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta” 

Obiettivo della Campagna è dare piena attuazione all'articolo 52 della Costituzione (“la difesa della patria è sacro dovere del cittadino”) che non è mai stato applicato veramente, perché per difesa si è sempre intesa solo quella armata, affidata ai militari, mentre la Corte Costituzionale ha riconosciuto pari dignità e valore alla difesa nonviolenta, come avviene con l'istituto del Servizio Civile nazionale. 
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Vedi anche:
  • il testo della Lettera al Presidente della Repubblica Un 2 giugno da vivere secondo la Costituzione
  • Risposta del Presidente Napolitano ad una lettera sulle modalità con cui si celebra la Festa della Repubblica
  • Le iniziative in tutta Italia per festeggiare la Repubblica secondo la Costituzione

ed i nostri precedenti post:
  • Arena di Pace e Disarmo - Bilancio di una manifestazione riuscita
  • La Festa della Repubblica patrimonio di tutti i cittadini -
  • 2 giugno, festa della repubblica italiana


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Com'è vuota la parola ANTIMAFIA... meglio RESPONSABILITÀ


Nel salottino che fu di una prostituta e che oggi è il suo quartier generale, don Luigi Ciotti ci parla di sé e delle sue opere. Il tono della voce è cantilenante, come capita ai preti, ma gli argomenti sono decisi, a volte duri, capaci di scomporre l’idea comune su quest’uomo di chiesa di 69 anni che da 50 si batte per gli esclusi e ha fatto della legalità e della giustizia lo scopo di una vita. Ma, ci dice, non è più così. Quelle due parole su cui ha costruito una rete imponente di attività e associazioni in tutta Italia, sono state svuotate da chi ne ha abusato alla ricerca del consenso. Oggi bisogna trovarne altre. E mentre le espone, don Ciotti mostra un’energia, quasi un fuoco, che forse non è acceso soltanto dalla fede, come ci racconterà nel corso di questo lungo colloquio che ha accettato di rendere anche confidenziale.
Siamo all’ultimo piano di una palazzina del centro di Roma, confiscata anni fa al boss della camorra Michele Zaza che l’aveva adibita a bordello di lusso: su ogni piano, un salotto, un’alcova e un bagno. Oggi è la sede nazionale di Libera, con scrivanie e computer, volontari e dipendenti, telefoni che squillano, e un via vai di persone che ruota attorno a questo prete anomalo che è sempre piaciuto poco alle gerarchie vaticane. 
E invece due mesi fa Papa Bergoglio l’ha preso per mano di fronte a centomila persone. Quasi una consacrazione...

  Don Luigi Ciotti: "Antimafia? Una parola che va eliminata"


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Non ci sono parole per lo strazio di queste immagini...
Per scelta non pubblichiamo nemmeno un'immagine e raccomandiamo la visione del filmato ad un pubblico di soli adulti

  Massacro e silenzio in piena Europa


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Ogni anno il 5 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Ambiente (W.E.D. World Enviroment Day), istituita dall’O.N.U. per ricordare la Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano del 1972, nel corso della quale prese forma il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (U.N.E.P. United Nations Environment Programme). Un’occasione per fare il punto sulle grandi emergenze allo scopo di sensibilizzare quante più persone sui problemi ambientali e favorire l’attenzione e l’azione dei governi in merito ad essi.

  Martina Brusini:  Giornata Mondiale Ambiente 2014: proteggere e conservare la nostra Terra


Dalla difesa delle isole che rischiano di essere sommerse per via del surriscaldamento globale al grido di allarme per la foresta amazzonica. Sono i temi portanti della quarantaduesima edizione della Giornata Mondiale dell'Ambiente (Wed), proclamata nel 1972 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite e celebrata ogni anno il 5 giugno.

 
Monica Rubino:  La Giornata Mondiale dell'Ambiente, gli eventi in programma in Italia



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FEDE E
SPIRITUALITA'




DALLA PARTE DEI POVERI, I VICARI DI CRISTO
HOREB n. 67 - 1/2014




DALLA PARTE DEI POVERI, I VICARI DI CRISTO

HOREB n. 67 - 1/2014 

TRACCE DI SPIRITUALITÀ
A CURA DEI CARMELITANI

«Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito… » (Mt 25,35-36), così Gesù si rivolge ai giusti, costituendo i piccoli e i poveri come i suoi “vicari” sulla terra. 
Il Dio che incontriamo, nell’ascolto della Parola e nelle vicende della vita, in Gesù è un Dio “nudo”, Crocifisso Risorto, più nudo di tutti i defraudati della nostra storia, e non nasconde questa nudità d’amore. Egli nella sua nudità sposa l’umanità nuda. 
Se vogliamo restare fedeli a questo Dio, che, nel Figlio Gesù, accoglie e condivide, che è paziente, che vive la paradossale solitudine della croce, dobbiamo, assieme a Lui, restare fedeli alla terra, ad un popolo che Lui ama e dobbiamo restarci nella solitudine e nel silenzio. 
La vita cristiana è fedeltà a queste nozze di Dio con l'umanità, e cresce nell'inquieta pace di chi lascia che la sua fede si incarni, che il Verbo si riveli carne della sua carne e sangue del suo sangue e di quello di tutti coloro che camminano in questa terra, in particolare degli impoveriti e degli oppressi. 
La vita cristiana è coinvolgimento a condividere la passione d’amore che Dio ha per l'umanità e la creazione. E questa passione comporta il condividere lo stile povero di Gesù. 
In quest’ottica, il regno di Dio non tiene i cristiani lontano dalla realtà storica e dalla terra che li accoglie e li ospita. La logica del regno non consente di coltivare stili di vita separati, anzi attiva una nostalgia profonda di recuperare la storia e immergersi in essa. Il regno è invito ad entrare dentro a questa realtà assecondandone l’opera dello Spirito in una creazione che geme e soffre (Rm 8,19ss). 
Il regno di Dio, quindi, si costruisce a partire da un’umanità sfigurata, che ha nomi e lineamenti ben precisi. Oggi, questa umanità sfigurata, con una parola la potremmo chiamare Sud, se per i Sud del mondo non indichiamo solamente una posizione geografica – oggi i Sud sono nelle nostre città, nella porta accanto alla nostra –, quanto piuttosto una logica, una coordinata storica, è il basso, la profondità, la periferia, contrariamente a quello che noi reputiamo più importante: l’alto e il centro. 
È questa la prospettiva che orienta le riflessioni della monografia. 
...

  Editoriale (PDF)

  Sommario  (PDF)

E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)



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FRATERNITÀ CARMELITANA DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) - INCONTRI PER L’ESTATE 2014



FRATERNITÀ CARMELITANA 
DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME)

INCONTRI PER L’ESTATE 2014

  • LECTIO DIVINA 17-22 LUGLIO

IL PROFETA EZECHIELE
con p. Pino Stancari sj

• Per i fuori sede: portare le lenzuola e la Bibbia; prenotarsi per telefono (090.9762800) solo se si è sicuri di venire

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  • SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ 4-9 AGOSTO

GESÙ VOLTO UMANO DI DIO

♦ Gesù nel suo ambiente e tra la sua gente (Egidio Palumbo)
♦ Gesù a contatto con una umanità fragile e sofferente (Maurilio Assenza)
♦ Nell’umanità di Gesù il volto di Dio (Alberto Neglia)
♦ I sentimenti di Gesù (M. Aliotta)
♦ Gesù e la donna (Gabriella Del Signore)
♦ Gesù liberatore nella riflessione teologico-spirituale dell’America Latina (Rosario Giuè)
♦ «Cristo è sceso e mi ha presa». L’esperienza di Simon Weil (Giuseppe Schillaci)
♦ Gesù e il potere politico (Gregorio Battaglia)
♦ Momento di contemplazione: Gesù, l’uomo nuovo. Contemplazione dell’icona della Trasfigurazione.

• Per i fuori sede: portare le lenzuola e la Bibbia; prenotarsi per telefono (090.9762800) solo se si è sicuri di venire

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Quanto bene ci fa vedere Gesù vicino a tutti! Se parlava con qualcuno, guardava i suoi occhi con una profonda attenzione piena d’amore: «Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò» (Mc 10, 21). Lo vediamo aperto all’incontro quando si avvicina al cieco lungo la strada (cfr Mc 10,46-52) e quando mangia e beve con i peccatori (cfr Mc 2,16), senza curarsi che lo trattino da mangione e beone (cfr Mt 11,19). Lo vediamo disponibile quando lascia che una prostituta unga i suoi piedi (cfr Lc 7,36-50) o quando riceve di notte Nicodemo (cfr Gv 3,1-15). Il donarsi di Gesù sulla croce non è altro che il culmine di questo stile che ha contrassegnato tutta la sua esistenza. Affascinati da tale modello, vogliamo inserirci a fondo nella società, condividiamo la vita con tutti, ascoltiamo le loro preoccupazioni, collaboriamo materialmente e spiritualmente nelle loro necessità, ci rallegriamo con coloro che sono nella gioia, piangiamo con quelli che piangono e ci impegniamo nella costruzione di un mondo nuovo, gomito a gomito con gli altri. Ma non come un obbligo, non come un peso che ci esaurisce, ma come una scelta personale che ci riempie di gioia e ci conferisce identità (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n. 269).

la locandina degli incontri per l'estate 2014 (pdf)




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  In ogni incontro...
  Cristo è al centro...
  Da soli, senza Gesù...
  Internet può offire...
  Dobbiamo risvegliare la memoria...
  O Signore risorto...
  Gesù prega per noi...
  Una volta che la Parola di Dio...
  La Pietà non si identifica con l'avere compassione...
  Papa Francesco: la ricarica della pace (vignetta)
  Il tesoro del Figlio di Dio...
Dal 1972 il 5 giugno in tutto il pianeta si celebra La Giornata Mondiale dell'Ambiente
  Custodiamo Cristo nella nostra vita...
  Un po' di misericordia...
  Per Gesù un uomo vale...


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  VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (video)

  La mia anima canta (video)

A conclusione del mese di Maggio nei giardini vaticani Papa Francesco ha invitato i fedeli a rivolgersi sempre alla Madonna chiedendo il Suo aiuto e la Sua protezione in ogni circostanza ed ha coniato un nuovo titolo per Lei invocandola come "Vergine della prontezza"

  ... Maria non ha perso tempo...

  Papa Francesco: Maria non perde tempo quando la invochiamo (video)

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Angelo Giuseppe Roncalli, San Giovanni XXIII, tornava alla Casa del Padre il 3 giugno 1963

  Cerchiamo sempre ciò che ci unisce...
  Nella convocazione del Concilio San Giovanni XXIII...
  A tutti gli uomini di buona volontà...
  Promuovere, favorire, accettare i dialoghi...
  Il perdono sia sulle labbra e nel cuore...

Il 3 giugno 2010 fu ucciso barbaramente a Iskenderun, nel sud-est turco, a un passo dalla Siria, Mons. Luigi Padovese, Vicario Apostolico di Anatolia. 
Per ricordarlo riproponiamo il nostro post "Ricordo di monsignor Luigi Padovese" all'interno i link ad altri precedenti post...

 
Ricordo di monsignor Luigi Padovese

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Il 3 giugno 1963 morì papa Giovanni XXII che per dieci anni – dal 1934 al 1944 – fu amministratore apostolico “sede vacante” del Vicariato apostolico di Istanbul e delegato apostolico in Turchia. Proprio in questa terra, nello stesso giorno, a distanza di 47 anni, è morto monsignor Luigi Padovese, Vicario apostolico in Anatolia. Per non dimenticare ecco quanto scritto recentemente da Chiara Zappa.

  Chiara Zappa:  San Giovanni XXIII e monsignor Luigi Padovese


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LE PIETRE D'INCIAMPO DEL VANGELO

"Dei pezzi di pane
portarono via dodici ceste piene
e quanto restava dei pesci"
(Marco 6,43)


  Gianfranco Ravasi:  Due episodi o un duplicato evangelico?



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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 27/2013-2014 (A) di Santino Coppolino



RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)

Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo:  Mt 28,16-20

La liturgia oggi ci presenta la finale del Vangelo di Matteo.
Gli Undici (manca Giuda, egli ha fatto la scelta di servire mammona - Mt 6,24 - che, come tutti gli idoli, invece di dare vita, distrugge chi lo adora) salgono in Galilea, "sul monte che Gesù aveva loro fissato" (Mt 28,16). In realtà Gesù aveva chiesto loro di andare in Galilea ma non aveva indicato alcun monte o altro luogo dove incontrarlo. Quella dell'evangelista non è una indicazione geografica, ma teologica, egli non intende indicare una regione e un luogo preciso, ma una realtà. Come sappiamo la Galilea rappresenta ogni situazione di emarginazione, è il simbolo dell'impurità dell'uomo: "Galil ha Gojim - Galilea dei Popoli (pagani)", regione che confina con le nazioni che non conoscono Dio e, per ogni Israelita osservante, fonte di impurità e contaminazione.
E il monte (con l'articolo: "eis to oros"), indica che è un monte che loro già conoscono: il monte dove Gesù ha proclamato le Beatitudini (Mt 5,1) e che ne richiama un altro - il Nebo - dove Mosè morì concludendo la sua esperienza terrena senza poter entrare nella terra promessa, e dove "Dio baciò Mosè e prese la sua anima con un bacio della Sua bocca" (Midrash al Dt).

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"LECTIO" DEL VANGELO di fr. Egidio Palumbo



"LECTIO" DEL VANGELO


di fr. Egidio Palumbo
della Fraternità Carmelitana Pozzo di Gotto (ME)

ASCENSIONE DEL SIGNORE anno A

At 1,1-11
Sal 46
Ef 1,17-23
Mt 28,16-20

1. Con la festa dell’Ascensione del Signore l’itinerario mistagogico del tempo pasquale si avvia alle sue tappe conclusive. L’Ascensione ci aiuta a contemplare il mistero pasquale del Signore e la nostra esistenza pasquale radicata in Lui, attraverso una prospettiva particolare: Dio, facendo risorgere il Cristo, lo ha costituito Capo della Chiesa e Signore della Storia.

2. Spesso si è tentati di attribuire a Cristo Capo e Signore le prerogative di “monarca assoluto” e, di conseguenza, educati da una visione gerarchica e piramidale di Chiesa e poco comunionale, di attribuire a noi stessi, in quanto cristiani, cioè chiamati a seguire Cristo Capo e Signore, le stesse prerogative, specialmente se riceviamo un ufficio di responsabilità ecclesiale, piccolo o grande che sia.
Le pagine bibliche della solennità dell’Ascensione del Signore, se ben meditate, ci orientano verso un’altra prospettiva.
...

5. La pagina del Vangelo (Mt 28,16-20) non ci parla dell’Ascensione, ma della centralità del Signore Risorto. Infatti, è scritto che i discepoli «quando lo videro, si prostrarono»: è il riconoscimento della centralità della sua Signoria. Ma nello stesso tempo è scritto anche che i discepoli «dubitarono»: anche il dubbio è indice della centralità della Signoria di Cristo, perché il dubbio — altra cosa dal negare, dal rinnegare o dal non riconoscere — è connaturale alla fede: ti spoglia di ogni presunzione, ti pone in ricerca, ti mette in cammino, ti fa affrontare la fatica del discernimento quotidiano per scegliere ciò che è bene e lasciare ciò che è male, ti dà la forza di ricominciare ogni giorno, di affidarti ad un altro per scoprire nelle pieghe della storia la presenza del Regno di Dio e per capire se tale presenza è veramente Regno di Dio o regno di qualcun altro…
Inoltre, nella pagina del Vangelo il Signore Risorto si presenta come “colui che è con noi tutti i giorni”: «Ed ecco: io sono con voi tutti i giorni». Siamo rimandati alla pagina di Mt 1,23, dove a Gesù vien dato il nome di «Emmanuele, che significaDio-con-noi». E allora, «io sono con voi» significa: io, il Figlio di Dio, sono anche il vostro Fratello, sono colui che cammina al vostro fianco, che non vi abbandona mai, nemmeno nei momenti difficili della vita, nemmeno nei tempi di transizione e di sbandamento, quando un’epoca muore («fino alla fine dell’epoca attuale», così forse si potrebbe tradurre la finale del v. 20) e ne sorge un’altra, della quale però non sappiamo ancora tutti i risvolti.
Infine, nella pagina del Vangelo il Signore Risorto, Figlio di Dio e nostro Fratello, a questa Chiesa che adora e nello stesso tempo dubita, le affida la missione. Come mai? Può chi dubita, chi è in ricerca, “fare discepoli”, battezzare, insegnare l’evangelo? Sì, lo può. Perché il centro e il protagonista («io sono con voi») della missione continua ad essere sempre il Signore Risorto, e non noi.

E allora, con il salmista (salmo responsoriale: Sal 47) riconosciamo nella solennità dell’Ascensione la centralità del Signore Risorto nella vita ecclesiale e nella nostra vita personale impegnata nella storia. Chiediamo al Signore la grazia di essere “decentrati” come figli e fratelli, affinché sia Lui, e soltanto Lui, il Capo e il Signore, che Dio ha posto alla sua destra.

  ASCENSIONE DEL SIGNORE


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Gesù e la creazione di Enzo Bianchi - "Liturgia e cosmo" Monastero di Bose Convegno Liturgico internazionale 29/31 maggio 2014


Gesù e la creazione
di Enzo Bianchi



Il corpo delle Scritture sante attesta, dalle prime pagine della Genesi alle ultime dell’Apocalisse, la profonda solidarietà – direi quasi la connaturalità – fra cosmo e liturgia. Sin dall’”In-principio”, l’opera della creazione segue un andamento pressoché liturgico, che presenta il sorgere del cosmo, suscitato dalla Parola di Dio e orientato verso il giorno del riposo, nel segno dell’alleanza; e la rivelazione del Cristo risorto a Giovanni, che sigilla il Nuovo Testamento, mette in scena una liturgia cosmica che risponde al canto di lode della terra.

Ora, queste medesime Scritture, e in particolare i Vangeli, ci portano a contestare un male particolarmente grave e diffuso che affligge la spiritualità occidentale: la schizofrenia tra creazione e redenzione. Dai Vangeli emerge infatti la figura di un Gesù che vive la sua filialità con il Padre in un atteggiamento di grande positività e pace verso la creazione. Gesù narra la parabola del fico e appare chiaro che egli conosce come si coltiva questa pianta, come la si lavora: sa che il terreno va zappato e concimato e solo se il fico non porta frutto dopo alcuni anni, lo si toglie perché non sfrutti inutilmente il terreno (Lc 13, 7-9). Gesù osserva che il grano di senapa è piccolissimo ma, una volta seminato nell’orto, fa una pianta di dimensioni tali che perfino gli uccelli vengono a farvi il nido (Lc 13, 19).

Gesù conosce la vita domestica, osserva la donna di casa che impasta il lievito in tre staia di farina affinché fermenti (Lc 13, 20); Gesù conosce la vita dei pastori, sa che se il pastore smarrisce una pecora la cerca e se la trova la riconduce contento all’ovile (Lc 15, 4-5); sa che non si strappa la zizzania in mezzo al grano per non rischiare di estirpare anche questo (Mt 13, 24-30); sa che quando il ramo di fico diventa tenero e mette germogli è ormai vicina la stagione calda (Mc 13, 28); sa che quando una nuvola sale da ponente poi viene la pioggia e che se soffia lo scirocco poi ci sarà caldo (Lc 12, 54-55); Gesù osserva con amore i gigli del campo e gli uccelli del cielo (Mt 6, 25-34), guarda con commozione la chioccia che raduna sotto le sue ali i pulcini (Lc 13,34)... 

Gesù ci viene mostrato in un atteggiamento di umanità piena e riconciliata con la creazione, con gli animali, con il lavoro dell'uomo, con la realtà quotidiana che egli sa apprezzare e amare, traendone lezione, consolazione e insegnamento. La vita di Gesù è estremamente attenta alla creazione. Siamo noi che ci siamo costruiti un’immagine ieratica e spiritualizzata di Gesù, ma è un’immagine non conforme al Vangelo e alle parole di Gesù lì confluite. Queste, infatti, sono parole di una persona cresciuta umanamente (nel corpo, nella psiche, nello spirito) «in statura e sapienza, in età e grazia» (Lc 2, 40.52) attraverso il tessuto della ferialità della vita familiare, dell'ambiente della piccola borgata di Nazaret, delle relazioni umane quotidiane.
...

  Gesù e la creazione

  29 30 31 maggio 2014 Convegno Liturgico internazionale, Liturgia e cosmo, Monastero di Bose


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CHIESA E SOCIETA'
Interventi ed opinioni


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OREUNDICI - IL QUADERNO DI MAGGIO 2014: LE COMPLESSITA' DELL'EDUCARE - L'EDITORIALE di Mario De Maio - PROMETTETE DI NON SCORAGGIARVI? la tentazione di perdere la speranza di Arturo Paoli



OREUNDICI
IL QUADERNO DI MAGGIO 2014

LE COMPLESSITA' DELL'EDUCARE

L'EDITORIALE 
di Mario De Maio

Scrivo questa lettera sull’aereo di ritorno dall’ultimo mio viaggio a Madre terra. Pensare al miracolo di questo enorme aereo, che a diecimila metri di altezza, mi porta a casa dall’altro capo del mondo, è il frutto dell’intelligenza dell’uomo applicata alla tecnologia, mi pone una grande domanda: “quando la mente dell’uomo con la sua eccezionale creatività, che sa progettare anche cose negative, riuscirà a cambiare la qualità dei rapporti umani, superando egoismi e aggressività? Quando riuscirà a trasformare il mondo in una comunità di amici?”. Nella quotidianità e nelle nostre professioni siamo capaci di inventarci soluzioni a mille problemi. Questa intelligenza, applicata alle relazioni umane, alla politica, fa prevalere il proprio interesse, la propria aggressività, la propria incapacità di accogliere l’altro. 
Questo quaderno che offre riflessioni sull’educare oggi, darebbe un grande contributo se ci aiutasse a educare noi stessi e i giovani nella sfida di cambiare il mondo in positivo. Abbiamo ricevuto questo testimone dai santi e dai saggi di ogni tempo e in particolare da Gesù Cristo. Quali sono i metodi per raggiungere questa utopia? ...

 
L'EDITORIALE di Mario De Maio

PROMETTETE DI NON SCORAGGIARVI?
la tentazione di perdere la speranza
di Arturo Paoli

“Con questo numero la rubrica Lettera dall’America Latina è affidata alla penna di Arturo Paoli, piccolo fratello del vangelo da molti anni nel continente sudamericano.” Era il mese di gennaio del 1981 quando il direttore del mensile Nigrizia, padre Alex Zanotelli, annunciava ai lettori l’inizio della collaborazione di fratel Arturo. Anche noi iniziamo un viaggio nella vita latinoamericana di Arturo Paoli, con la pubblicazione del primo articolo (ne scriverà 106, nell’arco di dodici anni) da lui scritto per Nigrizia.

Il 25 gennaio, festa della conversione di San Paolo, sono stato invitato a concelebrare con dom Paolo Evaristo Arns, cardinale arcivescovo di San Paolo del Brasile, nella sua cattedrale. Il popolo delle favelas e dei quartieri popolari gremiva la cattedrale che è una riproduzione, non volgare per la verità, di una delle tante cattedrali gotiche dell’Europa. Ormai San Paolo come molte delle metropoli moderne ha rinunziato a una originalità architettonica, per cui non trovo tanto stonato questo immenso edificio, soprattutto oggi che lo scopro aper to ad accogliere il popolo. Lo stile pastorale dell’arcivescovo evidentemente seleziona il pubblico, e qui oggi si assiepa quel pubblico che non siamo abituati a trovare nei templi del centro. Il cardinale mi saluta e mi abbraccia come un vecchio amico, con quella cordialità brasiliana che lui, uomo del sud e di famiglia tedesca, deve essersi fatta lungo il cammino che sta percorrendo dolorosamente col suo popolo da dieci anni...

  PROMETTETE DI NON SCORAGGIARVI? la tentazione di perdere la speranza di Arturo Paoli

Educare è aiutare gli altri
a essere quello che devono essere:
il granello una spiga,
la stella una costellazione,
il pensiero un poema,
il palpito un'amicizia.

Primo Mazzolari



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48ª Giornata mondiale comunicazioni sociali - "Comunicazione al servizio di un'autentica cultura dell'incontro" - Comun-I-care mi sta a cuore


48ª GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI 
"Comunicazione al servizio di un'autentica cultura dell'incontro." 
1 giugno 2014 

Cari fratelli e sorelle,

oggi viviamo in un mondo che sta diventando sempre più "piccolo" e dove, quindi, sembrerebbe essere facile farsi prossimi gli uni agli altri. Gli sviluppi dei trasporti e delle tecnologie di comunicazione ci stanno avvicinando, connettendoci sempre di più, e la globalizzazione ci fa interdipendenti. Tuttavia all'interno dell'umanità permangono divisioni, a volte molto marcate. A livello globale vediamo la scandalosa distanza tra il lusso dei più ricchi e la miseria dei più poveri. Spesso basta andare in giro per le strade di una città per vedere il contrasto tra la gente che vive sui marciapiedi e le luci sfavillanti dei negozi. Ci siamo talmente abituati a tutto ciò che non ci colpisce più. Il mondo soffre di molteplici forme di esclusione, emarginazione e povertà; come pure di conflitti in cui si mescolano cause economiche, politiche, ideologiche e, purtroppo, anche religiose.
In questo mondo, i media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all'impegno serio per una vita più dignitosa. Comunicare bene ci aiuta ad essere più vicini e a conoscerci meglio tra di noi, ad essere più uniti. I muri che ci dividono possono essere superati solamente se siamo pronti ad ascoltarci e ad imparare gli uni dagli altri...

  il testo integrale del MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCOPER LA XLVIII GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

Fabio Zavattaro, vaticanista del Tg1, presenta il Messaggio di Papa Francesco per la 48ª Giornata mondiale comunicazioni sociali sul tema "Comunicazione al servizio di un'autentica cultura dell'incontro": "Il buon samaritano non è uno spettatore come il levita e il sacerdote che vedono l'uomo mezzo morto sul ciglio della strada e dicono: è un estraneo, meglio tenersi alla larga. No, il samaritano non solo si fa prossimo, ma si prende carico dell'uomo, perché è un fratello".
"Comunicare -- precisa Zavattaro -- oggi più che mai, significa prendersi carico di ciò che ci circonda e comunicarlo nella convinzione che 'dialogare non significa rinunciare alle proprie idee e tradizioni, ma alla pretesa che siano uniche e assolute'. Comunicare è un aprirsi all'altro, avere la capacità di ascoltare, e comprendere attese, dubbi; e offrire, da credenti, quella parola in più che trasforma la pietra che copre il sepolcro in una porta che si apre alla speranza"

Comun-I-care mi sta a cuore

  video

C’è chi compare col suo nome e cognome. E chi si “nasconde” dietro a quello della sua parrocchia. Ma migliaia di sacerdoti italiani, che siano parrocci, religiosi o seminaristi, utilizzano Facebook abitualmente. È un “sagrato virtuale” dove si tessono relazioni non solo con i parrocchiani, ma anche con chi in chiesa non va. Le suore sono presenti in percentuali inferiori, ma sanno usare i social network in modo più efficace. Comunicano peer to peer, mentre tra i sacerdoti a volte questa reciprocità comunicativa manca.
È quanto emerge dallo studio “Churchbook”, una ricerca che indaga la presenza e gli usi di Facebook da parte di sacerdoti, suore, religiosi e seminaristi. La ricerca, eseguita dal Cremit dell’Università Cattolica di Milano e dal dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Perugia per conto della Cei e da WeCa (associazione di webmaster cattolici), è durata tre anni e ha esaminato 2 mila 385 profili di preti e suore italiane, appartenenti a nove diocesi (tra cui Milano e Roma) e nove seminari in tutta Italia. I profili sono stati scovati dai ricercatori, partendo da un elenco che comprendeva oltre 13 mila nominativi di uomini e donne appartenenti a ordini religiosi.
... Ma come si pongono i sacerdoti italiani su Facebook?
... Papa Francesco, a gennaio ha detto che “Internet è un dono di Dio”. Ma stare su Facebook è socialità leggera o profonda?...

  Churchbook, se un sacerdote su due è sui social


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Pochi giorni fa, almeno 17 vittime in una chiesa di Bangui. Padre Gabriele Perobelli, comboniano: “Sono qui da 16 anni, non ho nessuna intenzione di andarmene”

  Davide Demichelis:   Centrafrica, dopo il massacro i missionari scelgono di restare

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Udienza alle popolazioni gitane di 26 paesi accompagnate dai responsabili della loro pastorale. “Senza integrazione sono vittima di schiavitù”. E alla fine si scusa perché non può fermarsi per i saluti

  Iacopo Scaramuzzi:  Il Papa: contro gli zingari ostilità e disprezzo, anche nei bus di Roma

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 FRANCESCO
 




    Angelus/Regina Cæli - Regina Cæli, 1 giugno 2014  Terra Santa

    Udienza - I doni dello Spirito Santo - 6. La Pietà (3 giugno 2014)

    Discorso - Parole del Santo Padre ai bambini che partecipano all'Incontro promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura (31 maggio 2014)
    Discorso - Recita del Santo Rosario a conclusione del mese mariano (31 maggio 2014) 

    Discorso - Ai partecipanti alla 37.ma Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (1° giugno 2014)

    Discorso - Ai Presuli della Conferenza Episcopale dello Zimbabwe, in Visita "ad Limina Apostolorum" (2 giugno 2014)

    Discorso - A Sua Santità Aram I, Catholicos della Chiesa Armena Apostolica di Cilicia, e Seguito (5 giugno 2014)

    Discorso - Ai partecipanti all'incontro promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, "La Chiesa e gli Zingari: annunciare il Vangelo nelle periferie" (5 giugno 2014)

    Discorso - Ai partecipanti all'Incontro dell'Arma dei Carabinieri, nel Bicentenario di Fondazione (6 giugno 2014)



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31/05/2014:

Nei momenti difficili della vita...

02/06/2014:

  A volte ci chiudiamo in noi stessi...


03/06/2014:

  Grazie a tutti gli insegnanti...


05/06/2014:

  Come il Buon Samaritano...


06/06/2014:

  La Pace è un dono di Dio...


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1° giugno 2014 - Papa Francesco Regina Coeli e allo Stadio Olimpico incontro con il Rinnovamento nello Spirito. (Foto, testi e video)



 Piazza San Pietro 


Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

Oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra l’Ascensione di Gesù al cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Pasqua. Gli Atti degli Apostoli raccontano questo episodio, il distacco finale del Signore Gesù dai suoi discepoli e da questo mondo (cfr At 1,2.9). Il Vangelo di Matteo, invece, riporta il mandato di Gesù ai discepoli: l’invito ad andare, a partire per annunciare a tutti i popoli il suo messaggio di salvezza (cfr Mt 28,16-20). “Andare”, o meglio, “partire” diventa la parola chiave della festa odierna: Gesù parte verso il Padre e comanda ai discepoli di partire verso il mondo.
...

E insieme con Gesù ci accompagna Maria nostra Madre. Lei è già nella casa del Padre, è Regina del Cielo e così la invochiamo in questo tempo; ma come Gesù è con noi, cammina con noi, è la Madre della nostra speranza.

Dopo il Regina Coeli:

APPELLO

Con animo rattristato, prego per le vittime delle tensioni che ancora continuano in alcune regioni dell’Ucraina, come pure nella Repubblica Centroafricana. Rinnovo il mio accorato appello a tutte le parti implicate, perché siano superate le incomprensioni e si ricerchi con pazienza il dialogo e la pacificazione. Maria, Regina della Pace, ci aiuti tutti con la sua intercessione materna. Maria, Regina della Pace, prega per noi.
* * *
Cari fratelli e sorelle,

si celebra oggi la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema dellacomunicazione al servizio della cultura dell’incontro. I mezzi di comunicazione sociale possono favorire il senso di unità della famiglia umana, la solidarietà e l’impegno per una vita dignitosa per tutti. Preghiamo affinché la comunicazione, in ogni sua forma, sia effettivamente al servizio dell’incontro tra le persone, le comunità, le nazioni; un incontro fondato sul rispetto e sull’ascolto reciproco.
...
A tutti auguro una buona domenica. Buon pranzo e arrivederci, e pregate per me!

    il testo integrale del Regina Coeli

  video

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 Stadio Olimpico 

  video

Avvolto dall’abbraccio di 50.000 membri del Rinnovamento nello Spirito Santo, l’ingresso di Papa Francesco nello Stadio Olimpico, per la prima delle due giornate della 37ma convocazione nazionale del movimento, è stata segnata da un’ovazione che, vista la circostanza, si potrebbe definire proprio “da stadio”.
Per raggiungere il palco Bergoglio ha percorso a piedi un tratto del prato del campo; in quel momento era impossibile contare le mani alzate dagli spalti gremiti che volevano salutare, fotografare, sventolare cartelloni e bandierine, e manifestare gesti d’affetto al Pontefice. Tutto accompagnato da cori, canti e inni, che hanno fatto subito entrare il Papa nel clima di festa dell’evento.
Ad accompagnare il Pontefice il presidente del Rns Salvatore Martinez e il reggente della Casa pontificia, padre Leonardo Sapienza. Proprio Martinez ha preso per primo la parola, dicendo: "Santità, si rallegri il suo cuore. Il rinnovamento è unito intorno a lei e l'unità sarà il segno della nostra credibilità”. Ha poi fatto partire il canto d'invocazione dello Spirito Santo, al quale si è unito lo stesso Francesco ricordandolo da tante Messe celebrate a Buenos Aires con il movimento.

  video

Per il Papa più che un’udienza si è trattato infatti di un ritorno a casa. La familiarità con il RnS è apparsa chiara nelle sue parole che, tra il serio e il faceto, non hanno risparmiato critiche e raccomandazioni, ma anche lodi e incoraggiamenti al movimento. Come quando ha raccontato di esser stato inizialmente diffidente, da vescovo di Buenos Aires, nei confronti del Rinnovamento. “Dicevo: questi sono una ‘scuola di samba’”, ha scherzato, riferendosi al modo di pregare dei seguaci caratterizzato da canti e gestualità.
Ha poi aggiunto subito dopo di aver capito che dietro quei ‘movimenti c’era invece una profonda spiritualità e una grazia che passava. Ha quindi rivalutato il Rinnovamento, imparando ad apprezzarne il modo di vivere la fede. Tanto che nel 2013 fu nominato Assistente ecclesiastico per l’Argentina. Solo che, qualche mese dopo, dovette partire per Roma per un certo Conclave. E a Buenos Aires non ha più fatto ritorno.
Durante il suo discorso, Francesco ha ricordato poi gli impegni fondamentali di tutti i membri del Rinnovamento carismatico che, ha definito “una corrente di grazie” e parte di una “grande orchestra” che è la Chiesa, dove ogni voce diversa è funzionale a creare un’unica armonia. Ha anche raccomandato ai “responsabili” – che, ha detto, “preferisco chiamare ‘servitori’” - di custodire sempre il dono dell’umiltà, cercando di “non ingabbiare lo Spirito Santo” né essere "controllori" della grazia di Dio: "Voi siete dispensatori della grazia di Dio, non fate la 'dogana' dello Spirito Santo", ha affermato Francesco...

Il Vescovo di Roma ha inoltre pregato con tutti fedeli, dicendo: "Signore, guarda il tuo popolo in attesa dello Spirito Santo, guarda i giovani, guarda le famiglie, guarda i bambini, guarda gli ammalati, guarda i sacerdoti, i consacrati le consacrate guarda noi vescovi, guarda tutti, e concedi a noi quella santa ubriachezza, quella dello Spirito, quella che ci fa parlare tutte le lingue, le lingue della carità, sempre vicino ai fratelli e sorelle che hanno bisogno di noi”. “Insegnaci – ha proseguito - a non lottare fra di noi per avere un pezzo in più di potere, ad essere umili, ad amare più la Chiesa che il nostro partito, a ricevere lo Spirito, invia Signore il tuo Spirito su di noi”.
Poco prima, il Pontefice aveva risposto ai testimoni scelti per l’incontro per rappresentare ogni fascia dei membri del RnS: un sacerdote, un giovane, una coppia di sposi e una disabile...

Dopo le preghiere e i canti di esultanza (tra cui anche un flashmob) – durante i quali Bergoglio si è inginocchiato sul palco – il Pontefice ha concluso il grande incontro con una richiesta: “Aspetto tutti voi carismatici del mondo per celebrare insieme al Papa il vostro grande Giubileo, nella Pentecoste del 2017, nella piazza San Pietro”.

    Il Papa al RnS: "Prima pensavo foste una 'scuola di samba', poi ho capito che siete una corrente di grazia"

  video integrale



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Papa Francesco UDIENZA GENERALE 4 giugno 2014 - foto, testo e video



 Piazza San Pietro 
 Mercoledì 4 giugno 2014 

È arrivato ancora prima del solito Papa Francesco, all’appuntamento del mercoledì: alle 9.40 la jeep bianca scoperta era già in piazza, ad attenderlo - riferisce la Prefettura della Casa Pontificia - circa 35mila persone, in una Roma baciata dal sole. 
Protagonisti del giro della piazza, come di consueto, i bambini. Una bimba ha offerto al Papa un bouquet di fiori gialli, un’altra ha ricevuto il bacio di Francesco vestita come una ballerina, con tanto di tutù bianco. Tra i gruppi presenti all’udienza di oggi anche l’Associazione Malpensa bike, di Lonate Pozzolo, e alcuni rappresentanti dell’Unione italiana lotta distrofia muscolare, provenienti da Monza. Diverse centinaia gli studenti provenienti dagli Stati Uniti e riconoscibili dai berretti multicolori. 
Nella parte finale del percorso, il Papa si è intrattenuto con un gruppo di religiose, che lo acclamavano a gran voce.

  video

I doni dello Spirito Santo: 6. La Pietà

Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

Oggi vogliamo soffermarci su un dono dello Spirito Santo che tante volte viene frainteso o considerato in modo superficiale, e invece tocca nel cuore la nostra identità e la nostra vita cristiana: si tratta del dono della pietà.
Bisogna chiarire subito che questo dono...
...
Se il dono della pietà ci fa crescere nella relazione e nella comunione con Dio e ci porta a vivere come suoi figli, nello stesso tempo ci aiuta a riversare questo amore anche sugli altri e a riconoscerli come fratelli. E allora sì che saremo mossi da sentimenti di pietà – non di pietismo! – nei confronti di chi ci sta accanto e di coloro che incontriamo ogni giorno. Perché dico non di pietismo? Perché alcuni pensano che avere pietà è chiudere gli occhi, fare una faccia da immaginetta, far finta di essere come un santo. In piemontese noi diciamo: fare la “mugna quacia”. Questo non è il dono della pietà. Il dono della pietà significa essere davvero capaci di gioire con chi è nella gioia, di piangere con chi piange, di stare vicini a chi è solo o angosciato, di correggere chi è nell’errore, di consolare chi è afflitto, di accogliere e soccorrere chi è nel bisogno. C'è un rapporto molto stretto fra il dono della pietà e la mitezza. Il dono della pietà che ci dà lo Spirito Santo ci fa miti, ci fa tranquilli, pazienti, in pace con Dio, al servizio degli altri con mitezza.
...

  video della catechesi

Saluti:
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Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Ci stiamo preparando alla solennità della Pentecoste: cari giovani, vi invito a dare spazio all’iniziativa dello Spirito di Dio nella vostra vita; cari malati, lo Spirito Santo vi conceda in abbondanza i doni della fortezza e della pietà; e voi, cari sposi novelli, particolarmente i partecipanti al Convegno promosso dal Movimento dei Focolari, invocatelo spesso nella vostra vita coniugale.

  il testo integrale dell'udienza generale

  video integrale



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"Il matrimonio cristiano è fedele, perseverante e fecondo" - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano

02 giugno 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m. 

Papa Francesco:
"l'amore è fedele, perseverante, fecondo"

Fedele, perseverante, fecondo. Sono queste le tre caratteristiche dell’amore che Gesù nutre verso la Chiesa, la sua Sposa. E queste sono anche le caratteristiche di un autentico matrimonio cristiano. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa mattutina celebrata in Casa S. Marta.

Una quindicina di coppie, una quindicina di storie matrimoniali, di famiglia, cominciate 25, 50, 60 anni fa davanti a un altare e che davanti all’altare di Papa Francesco si ritrovano assieme per ringraziare Dio del traguardo raggiunto. Una scena insolita per la cappella di Casa S. Marta, che offre al Papa l’occasione di riflettere sui tre pilastri che nella visione della fede devono sostenere un amore sponsale: fedeltà, perseveranza, fecondità. Modello di riferimento, spiega, sono i “tre amori di Gesù” per il Padre, per sua Madre, per la Chiesa. “Grande” è l’amore di Gesù per quest’ultima, afferma Papa Francesco: “Gesù sposò la Chiesa per amore”. E’ “la sua sposa: bella, santa, peccatrice, ma la ama lo stesso”. E il suo modo di amarla mette in mostra, dice, le “tre caratteristiche” di questo amore:

È un amore fedele; è un amore perseverante, non si stanca mai di amare la sua Chiesa; è un amore fecondo. E’ un amore fedele! Gesù è il fedele! San Paolo, in una delle sue Lettere, dice: ‘Se tu confessi Cristo, Lui ti confesserà, a te, davanti al Padre; se tu rinneghi Cristo, Lui ti rinnegherà, a te; se tu non sei fedele a Cristo, Lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso!’. La fedeltà è proprio l’essere dell’amore di Gesù. E l’amore di Gesù nella sua Chiesa è fedele. Questa fedeltà è come una luce sul matrimonio. La fedeltà dell’amore. Sempre”.

Fedele sempre, ma anche sempre instancabile nella sua perseveranza. Proprio come l’amore di Gesù per la sua Sposa. "Tante volte" Gesù perdona la Chiesa e allo stesso modo, constata Papa Francesco, anche all'interno della coppia alle volte "si chiede perdono" e così "l'amore matrimoniale va avanti":

“La vita matrimoniale deve essere perseverante, deve essere perseverante. Perché al contrario l’amore non può andare avanti. La perseveranza nell’amore, nei momenti belli e nei momenti difficili, quando ci sono i problemi: i problemi con i figli, i problemi economici, i problemi qui, i problemi là. Ma l’amore persevera, va avanti, sempre cercando di risolvere le cose, per salvare la famiglia. Perseveranti: si alzano ogni mattina, l’uomo e la donna, e portano avanti la famiglia”.

Terzo tratto, la “fecondità”.
...

  video


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"Gesù prega per noi... è il primo avvocato" - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
3 giugno 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m. 

Papa Francesco:
“Gesù prega per noi, ci difende davanti al Padre”

Dalla nostra parte abbiamo il miglior avvocato difensore, che «non parla tanto ma ama» e che «proprio in questo momento» sta pregando per ciascuno di noi mostrando «al Padre le sue piaghe» per ricordargli «il prezzo pagato per salvarci». Proprio sulla certezza che «Gesù prega per noi» Papa Francesco ha centrato l’omelia della messa celebrata martedì 3 giugno, nella cappella della Casa Santa Marta.

«Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi» sono le parole di Gesù al Padre nel suo «discorso di congedo», così come è riportato nel Vangelo di Giovanni (17, 1-11). Ma la liturgia, ha fatto notare il Pontefice, ci presenta nella prima lettura anche un altro «discorso di congedo»: da Mileto san Paolo manda a chiamare a Efeso gli anziani della Chiesa per congedarsi, secondo quanto riferiscono gli Atti degli apostoli (20, 17-27).
...
Anche quello di Gesù — ha notato il Papa — è «un discorso di congedo, prima di andare al Getsemani e cominciare la passione». E «i discepoli sono tristi» per questo. Ma «c’è una piccola frase del congedo di Gesù che fa pensare» ha spiegato. Gesù, infatti «parla con il Padre, in questo discorso, e dice: “Io prego per loro”».
...

Così «oggi, mentre noi preghiamo qui, Gesù prega per noi, prega per la sua Chiesa». E «l’apostolo Giovanni» ci rassicura che, quando pecchiamo, comunque sappiamo di «avere un avvocato davanti al Padre: uno che prega per noi, ci difende davanti al Padre, ci giustifica».
È importante, ha rimarcato il Pontefice, «pensare tanto a questa verità, a questa realtà: in questo momento Gesù sta pregando per me. Io posso andare avanti nella vita perché ho un avvocato che mi difende. Se io sono colpevole, ho tanti peccati», Gesù «è un buon avvocato difensore e parlerà al Padre di me». E proprio «per sottolineare che lui è il primo avvocato, ci dice: Io vi invierò un altro paraclito, un altro avvocato. Ma lui è il primo. E prega per me, nella preghiera di intercessione che oggi dopo l’ascensione al cielo Gesù fa per ognuno di noi». 
...
Altrimenti, ha avvertito Papa Francesco, «non si capisce perché Gesù dopo la risurrezione ha avuto questo corpo glorioso, bellissimo: non c’erano i lividi, non c’erano le ferite della flagellazione, tutto bello, ma c’erano le cinque piaghe». E «Gesù ha voluto portale in cielo per pregare per noi, per far vedere al Padre il prezzo», come a dire: «Questo è il prezzo, adesso non lasciarli da soli, aiutali!».
«Noi — ha proseguito — dobbiamo avere questa fede che Gesù, in questo momento, intercede davanti al Padre per noi, per ognuno di noi. E quando noi preghiamo chiediamo: Gesù aiutami, Gesù dammi forza, risolvi questo problema, perdonami!». Pregare così, ha precisato, «sta bene», ma allo stesso tempo non bisogna dimenticare di dire anche: «Gesù prega per me, fa vedere al Padre le tue piaghe che sono anche le mie; sono le piaghe del mio peccato, sono le piaghe del mio problema in questo momento». Così Gesù è l’«intercessore che soltanto fa vedere al Padre le piaghe: questo succede oggi, in questo momento».
Il Pontefice ha concluso riproponendo le parole di Gesù a Pietro, la sua preghiera «perché la tua fede non venga meno». Con la sicurezza che lui sta pregando allo stesso modo per «ognuno di noi: “Io prego per te fratello, sorella, prego per te, perché la tua fede non venga meno!”». Per questo dobbiamo avere «fiducia in questa preghiera di Gesù, con le sue piaghe, davanti al Padre».

  Messa a Santa Marta - Un buon avvocato

  video


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"La Chiesa unita e libera non è la casa dei cristiani uniformisti, alternativisti e vantaggisti" - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
5 giugno 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m. 

Papa Francesco:
“la Chiesa è libera, i credenti non siano rigidi”

La Chiesa “non è rigida”, la Chiesa “è libera”. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco alla Messa mattutina a Casa Santa Marta. Nel sua omelia, il Pontefice ha messo in guardia da tre gruppi di persone che pretendono di chiamarsi cristiani: gli “uniformisti”, gli “alternativisti” e i “vantaggisti”. Per costoro, ha osservato, “la Chiesa non è casa loro”, la prendono “in affitto”.

Gesù prega per la Chiesa e chiede al Padre che tra i suoi discepoli “non ci siano divisioni e liti”. Papa Francesco ha preso spunto dal Vangelo del giorno per soffermarsi proprio sull’unità nella Chiesa. “Tanti – ha osservato – dicono di essere nella Chiesa”, ma “sono con un piede dentro” e “l’altro ancora non è entrato”. Si riservano, così, la “possibilità di essere in ambedue i posti”, “dentro e fuori”. “Per questa gente – ha ammonito Francesco – la Chiesa non è la loro casa, non la sentono come propria. Per loro è un affitto”. Ci sono “alcuni gruppi – ha ribadito – che affittano la Chiesa, ma non la considerano la loro casa”. Il Papa ha, dunque, enumerato tre gruppi di cristiani: nel primo ci sono “quelli che vogliono che tutti siano uguali nella Chiesa”. “Martirizzando un po’ la lingua italiana”, ha scherzato, potremmo definirli gli “uniformisti”:
“L’uniformità. La rigidità. Sono rigidi! Non hanno quella libertà che dà lo Spirito Santo. E fanno confusione fra quello che Gesù ha predicato nel Vangelo con la loro dottrina, la loro dottrina di uguaglianza. E Gesù mai ha voluto che la sua Chiesa fosse così rigida. Mai. E questi, per tale atteggiamento, non entrano nella Chiesa. Si dicono cristiani, si dicono cattolici, ma il loro atteggiamento rigido li allontana dalla Chiesa”.
Un altro gruppo – ha proseguito – è fatto di quelli che hanno sempre una propria idea, "che non vogliono che sia come quella della Chiesa, hanno un’alternativa”. Sono, ha detto il Papa, gli “alternativisti”:
“Io entro nella Chiesa, ma con questa idea, con questa ideologia. E così la loro appartenenza alla Chiesa è parziale. Anche questi hanno un piede fuori della Chiesa. Anche per questi la Chiesa non è casa loro, non è propria. Affittano la Chiesa ad un certo punto. Al principio della predicazione evangelica ce n’erano! Pensiamo agli gnostici, che l’Apostolo Giovanni bastona tanto forte, no? ‘Siamo... sì, sì... siamo cattolici, ma con queste idee’. Un’alternativa. Non condividono quel sentire proprio della Chiesa”.
E il terzo gruppo, ha detto, è di quelli che “si dicono cristiani, ma non entrano dal cuore nella Chiesa”: sono i “vantaggisti”, quelli che “cercano i vantaggi, e vanno alla Chiesa, ma per vantaggio personale, e finiscono facendo affari nella Chiesa”:
“Gli affaristi. Li conosciamo bene! Ma dal principio ce n’erano. Pensiamo a Simone il Mago, pensiamo ad Anania e a Saffira. Questi approfittavano della Chiesa per il proprio profitto. E li abbiamo visti nelle comunità parrocchiali o diocesane, nelle congregazioni religiose, alcuni benefattori della Chiesa, tanti, eh! Si pavoneggiavano di essere proprio benefattori e alla fine, dietro il tavolo, facevano i loro affari. E questi, anche, non sentono la Chiesa come madre, come propria. E Gesù dice: ‘No! La Chiesa non è rigida, una, sola: la Chiesa è libera!’”.
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"Gesù ci domanda: mi vuoi bene?" - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
6 giugno 2014 
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m. 

Papa Francesco:
il Signore ci ha chiamati ad essere pastori”

Pastori, prima che studiosi, che non dimenticano mai Cristo, il loro “primo amore”, e restano sempre alla sua sequela: è questo il ritratto che Papa Francesco, all’omelia della Messa celebrata in Casa S. Marta, ha fatto di tutti gli uomini consacrati a Dio nel sacerdozio.

“Come va il primo amore?”. Cioè, sono innamorato di te come il primo giorno? Sono felice con te o ti ignoro? Domande universali che bisogna farsi spesso, dice Papa Francesco. E non solo i coniugi all’interno di una coppia, ma anche preti, vescovi, di fronte a Gesù. Perché è Lui, afferma, che ci domanda come un giorno fece con Pietro: “Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?”. L’omelia del Papa prende avvio proprio da questo dialogo del Vangelo in cui Cristo chiede per tre volte al primo degli Apostoli se lo ami più degli altri, un modo - osserva - per portarlo "al primo amore": 
“Questa è la domanda che faccio a me, ai miei fratelli vescovi e ai sacerdoti: come fa l’amore di oggi, quello che fa Gesù, no? E’ come il primo? Sono innamorato come il primo giorno? O il lavoro, le preoccupazioni un po’ mi fanno guardare altre cose, e dimenticare un po’ l’amore? Ma i coniugi litigano, litigano. E quello è normale. Ma quando non c’è amore, non si litiga: si rompe".
"Mai dimenticare il primo amore. Mai", ribadisce Papa Francesco, il quale mette in risalto altri tre aspetti da tenere presenti nel rapporto di dialogo di un sacerdote con Gesù. Essere prima di tutto – prima dello studio, prima del voler diventare “un intellettuale della filosofia o della teologia o della patrologia – un “pastore”, così come Gesù sollecitò Pietro: “Pasci le mie pecorelle”. Il resto, sostiene il Papa, viene “dopo”:
“Pasci. Con la teologia, con la filosofia, con la patrologia, con quello che studi, ma pasci. Sii pastore. Perché il Signore ci ha chiamati per questo. E le mani del vescovo sulla nostra testa è per essere pastori. E’ una seconda domanda, no? La prima è: ‘Come va il primo amore?’. Questa, la seconda: ‘Sono pastore, o sono un impiegato di questa ong che si chiama Chiesa?’. C’è una differenza. Sono pastore? Una domanda che io devo farmi, i vescovi devono fare, anche i preti: tutti. Pasci. Pascola. Vai avanti”.
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  Il Papa ai sacerdoti: Gesù, il "primo amore" non si dimentica mai

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Papa Francesco già da vescovo era vicino ai poveri e fuori dagli schemi (VIDEO)


Estratto del documentario storico firmato da Maite Carpio "Papa Francesco - La storia di Jorge Bergoglio" trasmesso giovedi 29 maggio 2014 su Raitre "La grande storia" 

Chi era e chi è Jorge Mario Bergoglio, l’uomo che ha conquistato le copertine delle più importanti riviste del mondo, protagonista di una nuova primavera della Chiesa Cattolica? 

La Grande Storia, con un documentario storico firmato da Maite Carpio si propone di approfondire la sua figura, a più di un anno dalla elezione al soglio pontificio e in occasione del viaggio in Terra Santa.

Gli amici di vecchia data e le persone che lo hanno conosciuto da vicino raccontano chi è stato questo uomo. I testimoni della sua vita e le parole semplici e ispirate delle sue omelie, delle sue messe, e gli incontri con la gente umile delle periferie, raccontano una personalità insolita e complessa, con tutte le sfumature dell’uomo sincero, forte, anche di comando, ma soprattutto un uomo di Dio.

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Papa Francesco - La storia di Jorge Bergoglio - LA GRANDE STORIA (VIDEO)


Papa Francesco - La storia di Jorge Bergoglio

documentario storico firmato da Maite Carpio, 
trasmesso giovedi 29 maggio 2014 su Raitre "La grande storia"

Chi era e chi è Jorge Mario Bergoglio, l’uomo che ha conquistato le copertine delle più importanti riviste del mondo, protagonista di una nuova primavera della Chiesa Cattolica? 

La Grande Storia, con un documentario storico firmato da Maite Carpio si propone di approfondire la sua figura, a più di un anno dalla elezione al soglio pontificio e in occasione del viaggio in Terra Santa.

Gli amici di vecchia data e le persone che lo hanno conosciuto da vicino raccontano chi è stato questo uomo. I testimoni della sua vita e le parole semplici e ispirate delle sue omelie, delle sue messe, e gli incontri con la gente umile delle periferie, raccontano una personalità insolita e complessa, con tutte le sfumature dell’uomo sincero, forte, anche di comando, ma soprattutto un uomo di Dio.

Articolato in tre capitoli, il documentario ripercorre la vita di papa Francesco: la sua infanzia modesta, la grave polmonite che lo costringe al letto ma lo aiuta a trovare la sua vocazione, il rapporto con nonna Rosa, la vita degli anni 50 nel quartiere Flores di Buenos Aires dov’è cresciuto e dove sono nate le sue passioni: il calcio, il tango e l'opera lirica.

La storia dell’Argentina s’intreccia continuamente con le vicende di Jorge Bergoglio. Per capire Bergoglio però, è fondamentale comprendere che lui è soprattutto un gesuita; il suo rapporto con Padre Arrupe, Preposito Generale della Compagnia di Gesù dal 1965 al 1983, è decisivo nella sua formazione e nella sua carriera.

Nel periodo del suo ministero episcopale, iniziato a Buenos Aires nel 2001, conduce una vita austera, fatta di grande semplicità, la cui attenzione è rivolta ai poveri e agli emarginati delle periferie. Un "pastore d'anime" che viaggia in autobus, che si reca di persona nelle periferie dimenticate della megalopoli, che visita i carcerati e i malati di Aids, che celebra messe per le prostitute, che aiuta e sostiene le famiglie dei desaparecidos e che in pochi anni diventerà un punto di riferimento essenziale per la Chiesa mondiale.

Bergoglio è stato, senza volerlo, misteriosamente apprezzato da buona parte del Collegio Cardinalizio che lo ha identificato come l'uomo del cambiamento.

Dal primo momento si è capito che il suo Pontificato sarebbe stato diverso. Infatti papa Francesco ha mantenuto lo stesso stile di vita semplice e austero di Buenos Aires, la stessa essenzialità e frugalità che lo contraddistingue. Un vera rivoluzione!

Gli amici di vecchia data e le persone che lo hanno conosciuto da vicino raccontano chi è stato questo uomo.

Tra i numerosi intervistati il teologo gesuita Juan Carlos Scannone SJ, l’ex portavoce di Bergoglio a Buenos Aires Guillermo Marcó, S. Em il card. Leonardo Sandri, Antonio Spadaro SJ, direttore di Civiltà Cattolica. 

GUARDA UN BREVE ESTRATTO GIA' PUBBLICATO:
  Papa Francesco già da vescovo era vicino ai poveri e fuori dagli schemi (VIDEO)

  IL VIDEO DELLA PUNTATA INTEGRALE


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«Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione» di Marco Politi


È il leader più influente del pianeta. Si è prefisso un’impresa gigantesca: riformare la curia e rinnovare la Chiesa. Ma dietro le quinte la lotta è sempre più aspra. Il tempo è poco. La posta in gioco è la fisionomia del cattolicesimo di domani.
Ha spezzato l’immagine di una Chiesa matrigna, ha rifiutato la pompa imperiale, non conosce barriere tra credenti e non credenti, nessun pontefice europeo ha vissuto come lui la miseria degli emarginati, è vicino alle angosce di uomini e donne di ogni credo. È immerso nella modernità, pratica la tenerezza e la compassione. Ma in Vaticano crescono le resistenze ai suoi audaci programmi di rifondazione della Chiesa come la partecipazione dei vescovi al governo ecclesiale, l’inserimento di donne ai vertici decisionali, l’approccio nuovo a divorziati e omosessuali. Ripulire lo Ior e le finanze vaticane è una fatica immane. L’episcopato italiano è un problema per il papa argentino. La rivoluzione è agli inizi: l’esito è incerto e il tempo non è molto.
Francesco tra i lupi è la storia, mai raccontata prima, delle sfide nascoste alla rivoluzione di Bergoglio e dell’opposizione al papa più popolare dei nostri tempi, con particolari inediti sulla sua elezione. (fonte: sito Laterza)

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Quando lascia Buenos Aires per arrivare a Roma per l’imprevisto conclave Jorge Mario Bergoglio ha già in testa un suo candidato al papato. E’ “il cardinale O’Malley di Boston, distintosi in diocesi per il suo impegno contro il clero pedofilo”. A scriverlo nel suo ultimo libro Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione (Laterza) è Marco Politi, a livello internazionale uno dei maggiori esperti di questioni vaticane ed editorialista de Il Fatto Quotidiano. “Già prima di partire per Roma – annota Politi – Bergoglio si è fatto un’idea precisa del profilo del prossimo Papa: un uomo di preghiera, un Pontefice convinto che il padrone della Chiesa sia Cristo e non lui, un vescovo con l’attitudine a ‘mostrare affetto alle persone e creare comunione’. E infine – prosegue il vaticanistariportando le parole dello stesso Bergoglio – ‘deve essere in grado di ripulire la Curia romana‘”. E’ il ritratto perfetto di quel Papa Francesco che, sconvolgendo i pronostici del mondo, per non parlare di quelli italiani, ma soprattutto gli stessi cardinali elettori (“il conclave degli indecisi” lo battezza Politi) si affaccerà dalla loggia centrale della Basilica Vaticana la sera del 13 marzo 2013.

  “Francesco tra i lupi”: Marco Politi racconta la rivoluzione vaticana di Papa Bergoglio

Intervista a Marco Politi sul suo libro "Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione" (ed. Laterza)

  audio

Era il punto massimo cui poteva spingersi. Papa Francesco – parlando di dimissioni in risposta ad una domanda dei giornalisti nel volo di ritorno dalla Terra Santa – ha detto di non sapere cosa Dio avrà in servo per lui, ma che di certo «Benedetto XVI ha aperto la strada dei Papi Emeriti». Insomma, dopo la rinuncia dell'11 febbraio 2013 la Chiesa non è più la stessa che fino a quel momento era conosciuto. Un'affermazione forte, che conferma come il nuovo corso del pontefice argentino non è fatto solo di un cambio dell'agenda pastorale e di governo, ma che porterà con sé qualcosa di più profondo. Come se la sua elezione è da leggersi come un unicum con la rinuncia del papa tedesco. Una messa a fuoco nitida del cambio che sta vivendo il papato arriva dal bel libro «Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione» (Laterza), di Marco Politi, giornalista vaticanista di lungo corso, a lungo a Repubblica e ora editorialista de il Fatto Quotidiano, commentatore per network tv americani e scrittore affermato. Il capitolo conclusivo del libro ha come titolo «Un papato a termine», e l'analisi che ne emerge è come un decodificatore delle parole di Francesco sull'aereo...

  Bergoglio papato a termine? «Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione», il libro di Marco Politi

Dalla trasmissione PANE QUOTIDIANO del 14/05/2014 l'intervista a Marco Politi

  video


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