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N. B. La Preghiera dei fedeli e la Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo saranno sospese e riprenderanno in Ottobre
L'Omelia viene aggiornata appena disponibile (di norma il lunedì)
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Crescono le adesioni all’appello contro il DDL Di Paola
Il
Parlamento sta discutendo DDL di revisione dello strumento militare
presentato dal ministro Di Paola. Pensiamoci bene! Leggi l'Appello con
le adesioni aggiornate
Appello al Parlamento
Pensiamoci bene!
Il
Parlamento sta discutendo il disegno di legge delega di revisione dello
strumento militare presentato dal ministro della Difesa Giampaolo Di
Paola che:
1. aumenta la spesa pubblica;
2. aumenta la spesa per gli armamenti;
3. impegna non meno di 230 miliardi per i prossimi 12 anni a sostegno di un enorme apparato militare;
4. autorizza il Ministero della Difesa a vendere armi italiane nel mondo;
5. taglia il personale e vende le caserme per comperare nuove armi;
6.
stabilisce che in caso di calamità naturali gli interventi di soccorso
dell’esercito dovranno essere pagati da chi li richiede;
7. trasforma le FFAA in uno strumento da guerre ad alta intensità.
Mentre
s’impongono agli italiani tanti sacrifici, mentre si taglia la spesa
pubblica e la spesa sociale, noi sottoscritti chiediamo al Parlamento
di non approvare questa legge delega e di avviare una seria riforma
dello strumento militare rendendolo compatibile con le possibilità
economiche del Paese e coerente con una nuova idea di sicurezza e una
nuova visione del ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo.
Pensiamoci bene!
Il
ministro – ammiraglio Giampaolo Di Paola non si smentisce e, come ovvio
per un titolare della Difesa che viene direttamente dalle gerarchie
militari, esalta ad ogni occasione il ruolo delle Forze armate come
strumento unico e indispensabile di sicurezza interna ed esterna e come
testimonianza della grandezza e del prestigio di un paese. Sdegnato
dalle polemiche intorno alla parata del 2 giugno, pochi giorni dopo, ha
affermato sugli schermi televisivi, come riportato dai quotidiani: “Le
Forze armate hanno bisogno di avere delle capacità operative
importanti. Siamo un grande Paese e per poter lavorare con altri grandi
Paesi e per lavorare con loro c’è bisogno di investire...
Rigettare il DDL Difesa: l’appello delle associazioni
Firma e diffondi la campagna "Lavoro non bombe" promossa dalla Tavola
della pace. Per ritrovare un po’ di pace, per uscire dalla crisi
insieme, più liberi ed eguali.
APPELLO
LAVORO NON BOMBE
Quello che vogliamo è il lavoro, non le bombe. Il lavoro ci da la vita,
le bombe ce la tolgono. Il lavoro crea sicurezza, le bombe la
distruggono. Vogliamo che i nostri soldi siano spesi per creare dignità
e lavoro, non per comprare altre bombe. Senza lavoro non c’è pace né
giustizia. Milioni di persone in Italia non hanno un lavoro dignitoso.
Milioni di persone nel mondo vivono nella miseria sotto l’incubo delle
bombe. Bisogna cambiare strada. Tagliare le spese militari per liberare
risorse, investire sui giovani, sul lavoro e lo stato sociale. Questo
chiediamo alla politica e alle istituzioni. Per ritrovare un po’ di
pace, per uscire dalla crisi insieme, più liberi ed eguali.
PER FIRMARE L'APPELLO CLICCA QUI!
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Lavoro e diversità uguale Diversitalavoro
Ottava
edizione della manifestazione che favorisce l'inserimento nel mondo del
lavoro di disabili, stranieri o iscritti alle categorie protette
- Diversità e lavoro uguale Diversitalavoro
- Faccia a faccia per trovare lavoro
- Diversità è anche business
- Un'opportunità in più, non una in meno
Annunci di lavoro 365 giorni all'anno con Diversitalavoro
Sul
portale Diversitalavoro, le aziende partner pubblicano annunci di
lavoro e ricevono le candidature durante tutto l'anno.
Se
non si ha la possibilità di partecipare ai career forum
Diversitalavoro, c'è quindi l'opportunità di registrarsi, caricare il
proprio cv ed entrare in contatto con le aziende.
Anche
il portale degli annunci è dedicato a persone con disabilità e a
persone di origine straniera, alle persone transgender oltre che agli
appartenenti alle categorie protette.
Per consultare le offerte di lavoro occorre visitare la sezione "Annunci di Lavoro"
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Tanti giochi per tutti, anche per i bambini con disabilità per potersi divertire insieme agli amichetti, senza barriere.
CULTURAECULTURE: Milano: un'area gioco per i bambini con disabilità
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Premio Archivio Disarmo Colombe d’Oro per la pace 2012
Il
Premio giornalistico Colombe d'oro per la pace vuole essere di stimolo
a tutti gli operatori dell'informazione a farsi portatori degli ideali
di pace e di convivenza tra i popoli, le nazioni e gli stati. Istituito
nel 1986 - anno internazionale della pace.
La
giuria, composta da Fabrizio Battistelli, Giorgio Bertinelli, Miriam
Mafai, Andrea Riccardi, Tana De Zulueta e presieduta dal premio Nobel
Rita Levi-Montalcini, assegna annualmente delle Colombe d’oro a
giornalisti operanti nell'ambito dei quotidiani, dei periodici e delle
radio-televisioni, nonché a una personalità distintasi in campo
internazionale.
Il
prestigioso riconoscimento quest'anno è stato attribuito
aMons. Ignatius Ayau Kaigama
per il coraggio e l’impegno con cui promuove ogni giorno i valori della
comprensione, della riconciliazione e della pacifica convivenza nel
grande paese africano dilaniato dal conflitto etnico e religioso. Per
la sezione giornalisti le Colombe d’Oro sono state assegnate aFrancesca
Caferri de
La Repubblica, che da oltre dieci anni segue le maggiori crisi
umanitarie del mondo arabo e musulmano con particolare attenzione al
genere femminile, a Giovanni Porzio, storico inviato di Panorama autore
di servizi e reportage dai fronti di guerra più caldi e a Giovanni
Tizian,
della Gazzetta di Modena, che con tenacia denuncia il radicamento della
criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale dell’Italia
settentrionale.
*****
“Sempre
più persone parlano di dialogo ma i giornalisti non lo raccontano, come
se preferissero le bombe”: a parlare con la MISNA è monsignor Ignatius
Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza
episcopale della Nigeria, a Roma per ricevere il premio Colombe d’oro
per la pace.
L’arcivescovo,
si legge nella motivazione diffusa dagli organizzatori di Archivio
Disarmo, è “uomo di dialogo che non si limita a condannare le violenze
ma si adopera attivamente per interrompere la spirale d’odio”. Un
lavoro cruciale in Nigeria, dove gli attentati del gruppo islamico Boko
Haram contro caserme di polizia, chiese o mercati dominano ormai da
mesi i notiziari e le pagine dei quotidiani nazionali.
UN PREMIO PER MONSIGNOR KAIGAMA, VESCOVO DI PACE
Discorso
del Rev.Ignatius A. Kaigama, vescovo cattolico di Jos e Presidente
della Conferenza Episcopale della Nigeria, in occasione del premio
Colombe d’oro per la Pace
"La pace è possibile: la mia esperienza di costruzione della pace nel Nord della Nigeria"
Il
coraggio e l’impegno per promuovere ogni giorno il dialogo tra
cristiani e musulmani nel grande Paese africano dilaniato dalle
violenze interreligiose. Con questa motivazione mons. Ignatius Kaigama,
arcivescovo di Jos in Nigeria e presidente della Conferenza episcopale
nigeriana, è stato insignito del Premio Archivio Disarmo – Colombe
d’oro per la pace 2012. Alla premiazione tenutasi ieri sera a Roma era
presente per noi (n.d.r. Radio Vaticana) Marco Guerra che lo ha
intervistato
Dialogo cristiani-musulmani: al vescovo nigeriano Kaigama il Premio Archivio Disarmo
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
"Le stragi di cristiani in Nigeria
sono inaccettabili. Il rischio e' che si voglia trasformare il paese
africano in un nuovo libano". Lo dice il ministro per la cooperazione
internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi, che ha incontrato
l'arcivescovo di Jos. monsignor Ignatius Ayau Kaigama
Nigeria, Riccardi: basta stragi di Cristiani (video)
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BELLE NOTIZIE
L'angelo invisibile di Milano che aiuta chi è rimasto indietro.Salda i debiti e paga gli affitti.
Perché tutto questo? «L'ho spiegato ai miei figli. Chi ha deve aiutare
chi non ha. Il valore dei nostri gesti è direttamente proporzionale a
quello di cui ci priviamo per aiutare gli altri. Credo abbia più peso
il gesto di un pensionato che rinuncia a venti euro che non quelli come
me, che non devono rinunciare a nulla. Nemmeno al superfluo»
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Avrebbero dovuto salvarci, essere la cura contro la crisi. Ma la metastasi ha preso anche loro, iPaesi emergenti.
Almeno secondo il Fondo Monetario Internazionale. Lo scenario
dell’economia mondiale “sta peggiorando”, ha detto in un convegno a
Tokyo il suo direttore, Cristine Lagarde, e il fenomeno non
interessa solo l’Europa, ma anche gli Usa fino “ai mercati emergenti,
come Brasile, Cina e India, che stanno rallentando” in modo più o meno
marcato.
Gabriele Battaglia: Cina c'è aria di crisi
L’ex dittatore argentino Jorge
Videla è stato condannato a 50 anni di carcere per aver rubato i
neonati dei desaparecidos imprigionati illegalmente durante la
repressione paramilitare della guerriglia portata avanti dagli aguzzini
della dittatura. Il Tribunal Oral Federal 6 (TOF6) ha dato per provata
l’esistenza di una “pratica sistematica” di appropriazione indebita dei
figli delle sequestrate che al momento della cattura erano in stato di
gravidanza
Stella Spinelli: Argentina, Videla condannato a 50 anni per aver rapito i neonati delle desaparecidas
Un
medico che lavora nell’area nord-orientale del paese spiega che non si
sa come affrontare questa sindrome che colpisce i bambini, che si
manifesta con un ciondolamento del capo e che porta rapidamente alla
morte. Oltre mille le vittime.
Franco Moretti: Uganda, si espande la malattia senza nome
Pochi minuti
dopo la nomina del neo presidente della repubblica Pena Nieto per le
strade di Città del Messico alcuni cortei formati da studenti aderenti
al movimento #YoSoy132, hanno sfilato gridando il loro dissenso. “Pena
Nieto il popolo non ti vuole” hanno urlato gli universitari a
squarciagola denunciando brogli elettorali.
Alessandro Grandi: Messico, l'ombra narcos sul neopresidente
La
polizia dell’Irlanda del Nord (Psni) ha annunciato l’apertura di
un’inchiesta sul tragico episodio della ‘domenica di sangue’ (Bloody
Sunday), il massacro di 14 persone per mano di soldati britannici a
Derry nel 1972.
Luca Galassi: Irlanda del Nord, la ferita riaperta
Mozambico / Gli interessi stranieri per i giacimenti di carbone e per le terre coltivabili
Maputo, in questi anni, ha ricevuto decine di miliardi
di euro in finanziamenti e aiuti. Ma non si sa dove siano finiti, se si
guarda lo stato della sanità, della scuola, delle infrastrutture. O
meglio, sono finiti nelle tasche dei potenti del Frelimo, partito
onnivoro al potere. Non è un caso che l’uomo più ricco del paese sia
proprio il presidente Guebuza.
Giacomo Palagi: Un paese in (s)vendita
Almeno
20 persone uccise e oltre 60 ferite in due attentati in altrettante
chiese nella città di Garissa, a 140 km dal confine con la Somalia.
Nessuna organizzazione ha rivendicato l’operato. Ma il dito è puntato
contro gli islamisti somali di Al-Shabaab.
Franco Moretti: Kenya, eserciti e granate impazziti
"Il coraggio di sperare oggi"
HOREB n. 61 - 1/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Il
terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è
diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del
nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione
genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi
disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che
la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per
cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale:
è possibile sperare?
Questo
navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze,
che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro
o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli,
credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è
speranza”, egli sente il bisogno di oltrepassare lo scacco
dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in
avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso.
Sperare
si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante
le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza
gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la
morte non sia inghiottita nella vittoria.
Giovanni
Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto
i nostri peccati quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è
urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci
educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere
mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione.
La
speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in
libertà e di scegliere ogni giorno la via della vita. Essa
consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità
degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e
di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante
tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un
atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo,
che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta.
Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo
impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si
trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà.
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..." (EDITORIALE)
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INCONTRI PER L’ESTATE 2012
LECTIO DIVINA 17-22 LUGLIO
LETTURA DEI LIBRI DI SAMUELE con p. Pino Stancari sj
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
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SETTIMANA
DI SPIRITUALITÀ 6-11 AGOSTO 2012
DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA
CHIESA MENDICANTE
A 50 anni dal Concilio Vaticano II
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La
crisi economica ci interroga sul nostro futuro ed acuisce
l’inquietudine per il domani. La nostra risposta tipica, scrive p.
Silvano Fausti, biblista e gesuita, è «l’ansia dell’accumulo e
l’affanno», non occupazione ma pre-occupazione, «dove esauriamo tutte
le nostre energie senza occuparci». La risposta del Vangelo è un’altra:
non divisione di sé nell'inquietudine ma condivisione di quel
si ha con gli altri. Non molto distante dal principio che governa tante
iniziative della Rete.
Nella
nostra epoca comprendiamo abbastanza bene che cosa è l’affanno – un
sinonimo attuale potrebbe essere “stress” – con tutto ciò che comporta,
con gli ansiolitici e i sedativi, il lavoro affannoso come droga.
L’uomo ha bisogno di vita, perché ha paura di morire, allora pensa di
garantirsela accumulando i beni. Perché si accumula? La radice
dell’accumulo è l’ansia, l’affanno, la paura che venga meno la vita.
Una via per sottrarsi all’ansia della crisi
Il
testo è la sintesi redazionale della lectio divina tenuta nella Chiesa
di San Fedele in Milano nel corso di vari anni. L’audio
originale può essere ascoltato qui.
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FANCIULLA IO TI DICO, ALZATI! Commento al Vangelo Mc 5,21-43 di p. Alberto Maggi OSM
"Nella
narrazione della risurrezione della figlia del capo della sinagoga e
della guarigione della donna affetta da flusso di sangue,
l’evangelista intende rappresentare la situazione del popolo di
Israele. Il popolo, che è sottomesso alla legge, è morto e il
popolo che è escluso dalla legge vive una situazione di impurità,
rappresentato dalla donna con il flusso di sangue.
Ciò che unisce i due episodi è:
- la
cifra ‘dodici’, indicata come anni di malattia per la donna e come età
per la figlia del capo della sinagoga. Il numero ‘dodici’, lo
sappiamo, è il numero che rappresenta le dodici tribù di Israele,
quindi indica tutto il popolo di Israele.
- E
l’altro termine è il termine ‘figlia’ (qug£thr), adoperato da Gesù per
la donna che viene guarita, e per indicare la figlia del capo
della sinagoga.
In
entrambe le situazioni si guarisce, si recupera la vita attraverso una
trasgressione. Gesù tocca, prende la mano della bambina, del
cadavere – ed era proibito nel Libro del Levitico toccare un cadavere –
e la bimba ritorna in vita, mentre nel brano, che adesso vediamo
di comprendere e di esaminare, è la stessa donna che compie questa
trasgressione.
Scrive
l’evangelista che questa “donna”, anonima – significa che è un
personaggio rappresentativo nel quale ogni lettore si può
immedesimare – “aveva perdite di sangue”. Il sangue è la vita, e
perdere sangue significa perdere la vita. Una donna in queste
condizioni, secondo il Libro del Levitico, è una donna in perenne
condizione di impurità. Se non è sposata non trova nessuno che la
sposa, se è sposata non può avere rapporto con il marito, quindi è
destinata alla sterilità, anzi il marito la può
addirittura ripudiare. Quindi una donna che non ha nessuna
speranza; è impura, non può entrare nel tempio, non può celebrare
la Pasqua, è equiparata a un lebbroso.
Allora,
per la donna non ci sono speranze; se continua ad osservare la legge va
incontro alla morte, ma lei, che ha
sentito senz'altro la parola di Gesù, il messaggio di Gesù,
il Gesù che ha purificato il lebbroso, il Gesù che non guarda i
meriti delle persone, ma i loro bisogni, ci prova. Ci prova di nascosto
perché una donna che, nelle sue condizioni, pubblicamente e
volontariamente, toccava un uomo, veniva messa a morte, perché lo
rendeva impuro. ..."
FANCIULLA IO TI DICO, ALZATI! di p. Alberto Maggi OSM
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Sacro cuore di Gesù (video)
San Tommaso apostolo (video)
Signore io credo...
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Non
esiteremo mai a seguire l'esempio della tua vita, "invidiabilmente
ricca di viaggi, di incontri, di conoscenze, di imprese, di lingue
parlate e ascoltate, di amore"...
Carissimo Alexander, anche
quest'anno il calendario, inesorabilmente, torna a fermarsi su quel
terribile 3 luglio, il giorno in cui tutto si fermò, il giorno del tuo
più crudele dei commiati, lasciandoci in un vuoto immenso e un oceano
di dubbi e domande. La stella
polare della tua esistenza è stata la purezza e la profondità
dell'animo umano che va oltre ogni barriera, ogni egoismo, amando
rivolgendo lo sguardo soltanto verso lo scrigno custodito nel cuore
dell'uomo. Cresciuto in una regione di frontiera, hai visto nella
conoscenza reciproca, nell'incontro fecondo, una ricchezza da costruire
quotidianamente. E, cercando di farti comprendere da tutti, ti sei
abbandonato all'ascolto del cuore, dell'animo, della sensibilità di chi
avevi di fronte. Hai precorso i tempi, hai attraversato sentieri e
strade con la lungimiranza e la visione di chi sapeva guardare oltre
ogni orizzonte. Viaggiatore inquieto, hai donato tutto te stesso
all'umanità sofferente e oppressa, caricandoti i pesi e i dolori che
hai incontrato con un amore immenso
Alexander Langer, il tuo viso serio e gentile ci accompagna ancoraNell’agosto
del 1995, un mese dopo la partita di Alex, appare su «Rocca» il testo
del suo intervento al Convegno di Assisi 1994; partendo dal recupero
della semplicità francescana Alex stende lo sguardo su questo mondo
malato e cerca di dare concretezza all’insegnamento del santo di
Assisi. Il suo pensiero e riassumibile nel motto «lentius, profondius,
soavvius», che oggi è diventato lo slogan di coloro che ricordano Alex
con affetto.
Alex Langer
Per
tutta la sua vita Alexander Langer non ha fatto altro che saltare muri,
attraversare confini culturali, nazionali, etnici, religiosi.
"Saltare i muri. Il viaggio di Alex Langer" è
una serie di quattro puntate che prova a ricostruire, raccontare,
ricordare momenti della sua intensa biografia. Lo facciamo con l'aiuto
di intellettuali, scrittori, attivisti, politici che gli sono stati
vicino e hanno condiviso molte delle sue battaglie.
PASSIONI Rai radio3
1a puntata
Violare i confini (audio)
2a puntata
Radicalità (audio) 3a puntata
Lentius, profundius, suavius (audio)
4a puntata
Vivere come 6 miliardi di persone (audio)
Guarda anche il nostro precedente post:
Alexander Langer "l’uomo dei ponti"
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“LASCIA PERDERE CHI TI PORTA A MALA STRADA” Speciale di Rai Vaticano dedicato a don Pino Puglisi trasmesso su RAI UNO martedì 3 luglio ore 23,10
”Con
i fatti e con il martirio don Pino Puglisi ha fatto della sua esistenza
un capolavoro di fede e di dignità umana, un monumento alla libertà”.
Dopo l’annuncio dato dal Vaticano della prossima beatificazione del
sacerdote siciliano padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia a Palermo il
15 settembre 1993, per la prima volta il Postulatore della Causa di
Beatificazione, monsignor Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro,
spiega i motivi per cui la Santa Sede ha deciso di riconoscere don Pino
Puglisi “martire”, e lo fa in una intervista esclusiva concessa alla
Rai nel corso di uno speciale che Rai Uno ha mandato in onda martedì 3
luglio, alle 23,10.
Un vero e
proprio docu-film sulla vita del sacerdote ucciso il giorno del suo
cinquantaseiesimo compleanno, firmato da Pino Nano (responsabile
dell’Agenzia Nazionale della TGR) e da Filippo Di Giacomo (teologo e
autore storico di Rai Vaticano). “Padre Puglisi – dice mons. Bertolone
in questa intervista alla Rai – ha pagato con la vita il desiderio di
proclamare l’incompatibilità assoluta tra mafia e Vangelo, e tutto ciò
lui lo ha fatto da antieroe. Lo scrittore russo Pavel Evdokimov ha
scritto che per la prassi marxista un santo è un uomo inutile. Per la
Chiesa è invece questa inutilità, questa umile e totale disponibilità
verso il Trascendente, verso Dio, a fare di un suo figlio una memoria
vivente da imitare. Puglisi beato non sarà solo motivo di devozione, ma
un punto di riferimento alto, uno stimolo, un esempio, un segno di
grande valore per tutti, ma in primis per i sacerdoti”.
Lo
speciale di Rai Vaticano, della durata di un’ora, ha come titolo una
delle frasi che don Pino Puglisi più amava ripetere ai suoi ragazzi del
quartiere Brancaccio, in cui venne ucciso: ”…Lascia perdere chi ti
porta a mala strada…”. In esclusiva assoluta per Rai Vaticano, il
programma di Marco Simeon propone anche una lunga intervista a
Salvatore Grigoli, l’uomo che ha confessato di avere ucciso il
sacerdote di Brancaccio per conto di Cosa Nostra, diventato oggi
’storico’ pentito di mafia, e che in questa particolare occasione
ricostruisce in video e in presa diretta i dettagli di quella tragica
sera del 15 settembre 1993 a Brancaccio. Lo speciale di Pino Nano e
Filippo Di Giacomo parte proprio dalla cronaca di quel delitto per poi
ricostruire, attraverso documenti filmati e testimonianze inedite, la
vita e la storia di questo straordinario testimone del nostro tempo.
(Fonte: Rai Vaticano)
***** Don
Pino Puglisi è una delle vittime della mafia e nel corso dei prossimi
mesi verrà dichiarato dal Papa "martire". Salirà sugli altari come
"beato", senza dover dimostrare alcun miracolo. Nella Chiesa Cattolica,
dunque, verrà introdotta la nuova figura del "martire della legalità".
Lo speciale, oltre a raccontare la vita di don Pino Puglisi, analizza
con interviste, inserti di cronaca, questa nuova figura di italiano, al
servizio del bene comune, con profonde motivazioni ideali. Tra le
numerose interviste, quella esclusiva dell'assassino di don Puglisi,
per l'occasione condotto a Roma dalla sua residenza protetta.
Lascia perdere chi ti porta a mala strada (video)
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Non è la
morte, ma la causa della morte a fare il martire. Padre Puglisi è
stato ucciso il 15 settembre 1993, il giorno del suo compleanno,
proprio perché i fratelli Graviano, capi mafiosi del quartiere
Brancaccio, già complici dei Corleonesi negli attentati a Falcone e
Borsellino, non tolleravano che Padre Pino facesse il prete: sottraeva
consenso ai padrini della terra e lo indirizzava al Padre celeste.
Palermo è una città in cui le parole purtroppo hanno spesso il massimo
della loro estensione possibile: si pensi a parole come “famiglia”,
“onore”, “padre”.
Ogni
parola importante, come ci ha insegnato Dante, si estende dall’Inferno
al Paradiso in un crescendo che va dall’orrore del ribaltamento della
parola stessa, al suo pieno compimento. Basti pensare alla parola
‘padre’, che nella Commedia troviamo nel dannato più dannato di tutti,
per questo più in fondo di tutti: Ugolino, un padre che muore con i
suoi figli, o meglio un padre che dà la morte ai suoi figli. Egli,
causa della loro reclusione nella torre da parte del vescovo Ruggeri
(altro padre che ha sovvertito il suo ruolo ed è condannato con
Ugolino in un banchetto cannibalistico), invocato dai suoi figli che
chiedono pane, tace: non ha pane, né parole. I figli, sopraffatti dal
dolore del padre, arriveranno a chiedergli di cibarsi dei loro corpi,
dal momento che è lui ad avere donato la carne di cui sono fatti,
quella carne gli appartiene. I figli vorrebbero dare la vita al
padre, invertendo l’ordine naturale delle cose. Tragedia della
paternità è quella di Ugolino: un padre che sovverte la sua paternità
e finisce con il divorare – lasciando intatta l’ambiguità
dell’effettivo banchetto filiale – le carni dei suoi figli. È un padre
che invece di dare la vita la toglie, è un padre che invece di
rendere liberi, imprigiona; è un padre che invece di parlare, tace; è
un padre che invece di imbandire la tavola con il pane, banchetta con
le carni dei figli. Non è un padre, ma un padrone carnefice, come i
padrini. ...
Padri, padroni e padrini di Alessandro D'Avenia
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Don Pino Puglisi...
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JESUS, luglio 2012 Caro Diogneto - 43 Rubrica di ENZO BIANCHI
Gli
uomini da sempre sono alla ricerca di Dio, in tutte le culture e in
tutti i tempi: lo cercano perché hanno sete di lui, lo bramano come
risposta alla loro domanda di senso, ma nessun uomo ha mai visto Dio,
neppure Mosè, neppure i profeti a cui Dio parlava come ad amici. Ora,
Giovanni nel suo vangelo pone a sigillo del prologo una lapidaria
affermazione: «Dio nessuno l’ha mai visto, ma il Figlio unigenito, che
è rivolto verso il seno del Padre, ce ne ha fatto l’esegesi
(exeghésato)» (Gv 1,18), ce ne ha dato il racconto, la narrazione, la
spiegazione. Se nessuno ha mai visto Dio, chi vede Gesù e lo ascolta
può conoscere Dio, può trovare in Gesù il racconto e la spiegazione di
Dio: Gesù è l’ultimo e definitivo racconto di Dio, e chi vede lui, la
sua vita, la forma del suo vivere, intravede il Padre. Come Gesù stesso
ha detto a Filippo: «Chi ha visto me ha visto il Padre» (Gv 14,9), cioè
chi contempla Gesù nella fede vede il Padre. In altre parole,
l’esperienza di Dio si fa attraverso l’esperienza di Gesù Cristo, la
conoscenza di Dio passa per la conoscenza di Gesù Cristo: chi desidera
conoscere il cuore e il volto di Dio non può che rivolgersi al cuore e
al volto di Gesù!
Caro Diogneto - 43
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IL QUADERNO DI LUGLIO-AGOSTO 2012
L'ESPERIENZA DEL NULLA
LA PAZIENZA DELL’AMORE
vivere è gestire le relazioni in modo amoroso
di Arturo Paoli
All’epilogo
della mia lunga vita ripenso alla bontà del Padre che ha ordinato lungo
questo cammino degli eventi che mi hanno aiutato. Due personaggi
dominano la folla dei ricordi, uno sulla terra e il secondo nei cieli,
Giorgio La Pira e Teresa d’Avila. I due coincidevano nell’avvicinare a
me una visione simpatica della vita religiosa. Ero in un tempo di
transizione fra l’adolescenza e la giovinezza e nonostante tante
amicizie e tanti progetti di eventi che rallegrano la vita, entravo in
pensieri profondi che mia madre definiva malinconia, ma per me erano
pieni di luce. Proprio in questi giorni ho trovato in un autore una
definizione che incoscientemente cercavo da molti anni.
LA PAZIENZA DELL’AMORE di Arturo Paoli
Cari amici,
l’essere
non conosce il suo valore finché non fronteggia il nulla: la
possibilità di non esistere”, scrive Luigi Zoja nella prefazione a “La
pazienza del nulla”, che riprende due capitoli di un vecchio libro che
Arturo scrisse tanti anni fa, rievocando l’esperienza dell’incontro con
il deserto, che lui fece entrando nel noviziato dei piccoli fratelli.
Questo piccolo libro, che mi sono scoperto a leggere con l’entusiasmo
con cui da giovane mi lasciavo trasportare dagli scritti di Arturo, ci
aiuta a vivere questo momento di grande cambiamento. Stanno crollando
le sicurezze sulle quali abbiamo costruito il nostro sistema di vita.
Ci rendiamo conto di essere su un cammino di non-ritorno. E adesso?
L'EDITORIALE di Mario De Maio
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Nessuno si può...
Talità Kum...
Vado dove...
La giustizia indica...
Le persone...
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UOMINI E PROFETI
Leggere la Bibbia
Il discorso sulla montagna. La casa sulla roccia
(Matteo 5-7) con Paolo Ricca
domenica 1 luglio 2012
Alcune
delle pagine più belle di tutti i Vangeli – forse di tutta la Bibbia –
sono contenute in questi capitoli del Vangelo di Matteo in cui Gesù,
salito su una piccola altura, cerca di insegnare alle folle e ai
discepoli il senso di una vita spesa per gli altri, e la via – stretta
e faticosa – per accedere alla felicità. Nelle sue parole – come accade
sovente, contraddittorie e paradossali – Gesù insegna che occorre
mostrare, da un lato, la fedeltà ai comandi del Signore; ma dall’altro
occorre vivere nell’intimità, silenziosamente, le proprie scelte
interiori e la propria preghiera. Solo così sarà possibile e avrà senso
una obbedienza alla Legge che non sia vuota formalità ma prova di se
stessi, della possibilità di vivere una vita orientata a fare il bene
anche nei confronti del nemico. Prova troppo ardua per degli esseri
umani? Prova impossibile? Ne ragioniamo con Paolo Ricca, teologo valdese.
Lo chiediamo al teologo valdese Paolo Ricca, che da molti anni accompagna il lavoro di Uomini e Profeti.
Ascolta
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Fedi e Mondo
Dalla Polonia: fede e identità nazionale
con Emiliano Ranocchi sabato 30 giugno 2012
Polonia
solo cattolica? Questa è l’immagine che ne abbiamo guardando alle
chiese piene, alla devozione popolare trasbordante, al ruolo politico
avuto dalla chiesa cattolica nei movimenti popolari. Ma quando nasce la
“cattolicità” della Polonia? E davvero anche oggi è così monolitica?
Parlando con Emiliano Ranocchi,
che insegna lingua e letteratura polacca all’Università di Udine, e che
per lavoro soggiorna frequentemente il Polonia, ne esce un’immagine un
po’ diversa. In primo luogo la “cattolicità” della Polonia ha una
storia piuttosto recente: nasce dalla necessità di fondare un modello
di identità nazionale e religiosa nel momento in cui lo stato viene
smembrato e ripartito. Ma agli albori della modernità la Polonia aveva
avuto un volto plurale, in cui protestantesimo, ortodossia, ebraismo si
erano confrontati efficacemente con il cattolicesimo. Ne è stato un
sintomo il poeta Jan Kochanowski, traduttore di un Salterio (1579) che
non a caso oggi è riscoperto anche in funzione culturale e politica.
Ascolta
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Il teologo risponde
Perché Gesù nei Vangeli parla di “cielo” o “cieli” per indicare il paradiso?
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CHIESA
E SOCIETA'
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interventi
ed opinioni |
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Oltre
ad essere vicini alle vittime, occorre riaffermare e difendere
decisamente la libertà religiosa e opporsi ad atti irresponsabili che
alimentino l’odio fra le diverse religioni
Kenya, strage in due chiese, 17 morti. P. Lombardi: orrore e preoccupazione (testo+audio)
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Chiesa di frontiera
Carovana della pace 2012: il grido della Terra
di P. Fernando Zolli
In
uno scenario di crisi sistemica e finanziaria, che scoraggia buona
parte della popolazione, crea ansietà, sfiducia nel futuro e che spesso
paralizza interi settori della società, ecco la proposta della Carovana
Missionaria della pace che convoca all’impegno e vuole seminare
speranza. Un’iniziativa nata nel 2000, con il Giubileo degli oppressi,
che nel 2012 propone una nuova edizione, segno della sua efficacia e
della validità delle proposte che coinvolgono molti soggetti,
associazioni e gruppi di impegno sociale, civile e religioso.
Questa
edizione della Carovana è promossa da Missio Giovani, dalla commissione
di Giustizia e Pace degli Istituti Missionari (Cimi), dalla Rete
interdiocesana Nuovi Stili di Vita, da Missio Campania e con la
collaborazione di altre realtà, come la Focsiv, Pax Christi, Aifo, Suam
nazionale, Banca Etica, ecc., ed ha come obiettivo l’unione di quanti
credono e sostengono un cambiamento e si mettono in cammino per
visitare quelle realtà o gruppi che sono già all’opera, attraverso
pratiche e iniziative che rendono visibile il cambiamento, promuovono
il dialogo e stimolano all’impegno personale e comunitario nei vari
ambiti della convivenza sociale, civile, politica e religiosa.
La
carovana è uno strumento che si rivolge soprattutto ai giovani, che
attraverso il loro dinamismo, la loro forza e il loro coraggio per un
futuro sostenibile colgono l’opportunità di incontrare gente,
intrecciare relazioni, leggere i segni a volte non percepibili, ma che,
come piccoli semi, germogliano e alimentano la speranza e il coraggio
di dissodare terreni aridi e spinosi, affrontare situazioni di disagio
e di degrado e spingono per una convivenza di giustizia e pace sul
proprio territorio, in sinergia con altri popoli del Sud del mondo.
Ecco perché la Carovana del 2012 ha come parola d’ordine “iChange”.
Leggi tutto: Carovana della pace 2012: il grido della Terra
Alex Zanotelli parla in sostegno della Carovana Missionaria Della Pace sul tema: il disastro ambientale
video
Per maggiori dettagli e per l’iscrizione di gruppi e associazioni sono disponibili le schede da compilare: www.carovanadellapace.it. Sul
sito si trovano anche i sussidi, il programma della settimana, degli
eventi finali a Napoli, i nomi dei testimoni locali e di altri
continenti che condivideranno la loro esperienza del cambiamento, reso
possibile dalla forza e dall’organizzazione che viene dal basso;
proposte operative per i nuovi stili di vita e l’opportunità di
intervenire in un blog e su facebook.
Quando
senti il desiderio di comunicare e uscire da te stesso, guardati
intorno, mettiti in cammino con gli ultimi. Quando ti impegni per la
giustizia, la pace e la riconciliazione… è allora che sei in carovana.
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L'ANNUNCIO GLOBALE DI UN DIO DELLA VITA CHE LIBERA Intervista a p.Alex Zanotelli (VIDEO)
...L'annuncio di Dio, il Dio della vita, appassionato della vita, ma non solo come vita spirituale ma anche come vita umana....
DENUNCIAMO UN SISTEMA DI MORTE BASATO SUI SOLDI E LE MERCI GESTITO DA POCHI CHE GOVERNANO
...viviamo in un mondo dove l'unica cosa che non conosce frontiere sono
i soldi e le merci metre invece non possono circolare liberamente gli
uomini...
SPESE MILITARI
...i pochi che hanno tutto "devono" spendere molto ...
L'ACQUA E' LA MADRE
Non si può privatizzare l'acqua, si tratta di un bene fondamentale intoccabile!
LA POLITICA
...
video (prima e seconda parte)
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Non
è il grido di rivolta dei puri che, spada in pugno, vogliono costruire
una nuova chiesa. Il dissenso cristiano appartiene piuttosto allo
spazio della "correzione fraterna"
Che spazio ha il dissenso nell'esperienza cristiana?
Una
caratteristica della stagione ecclesiale in corso è l'emergere, a
livello internazionale, di nuovi fronti del dissenso, un fenomeno che
sembrava estinto, o comunque di atteggiamenti di critica e di tensione
nei confronti di alcune posizioni attualmente prevalenti tra la
gerarchia e di alcuni comportamenti.
Alcuni
esempi: l'appello dei teologi tedeschi dello scorso anno, l'iniziativa
dei preti austriaci, la Conference des baptsisés in Francia, il caso
delle suore statunitensi... In Italia, abbiamo, tra gli altri, gli
incontri de "Il Vangelo che abbiamo ricevuto", o le analisi contenuti
nei testi di Giorgio Campanini e Saverio Xeres, di Vinicio Albanesi e
altri... Non entro nel merito dei singoli casi; mi interessa piuttosto
riflettere sul fenomeno nella sua globalità. Tenendo presente che la
categoria del dissenso - e c'è chi parla piuttosto di "disagio", con
buone ragioni - è una denominazione comoda da usare, ma può trarre in
inganno, perché rinvia troppo facilmente alle dinamiche delle stagioni
della contestazione politica.
Bisogna,
allora, precisare che con dissenso non intendo la contestazione di
principio della fede o della Chiesa. Mi riferisco piuttosto a quella
parola - maturata nella coscienza e nella preghiera assidua - che,
dentro la Chiesa cattolica, pone un'obiezione a comportamenti o
posizioni dell'autorità ecclesiale, in nome della fedeltà al Vangelo e
all'amore per la Chiesa. C'è fatica ad accettare questo dissenso come
parte di una sana vita cristiana. Anzi, lo si considera un esempio di
relativismo da condannare, soprattutto da parte di chi pensa che tutto
ciò che viene dai pastori sia autenticamente vero e indiscutibile.
Non così per Gesù. È, infatti, lui il modello di questo dissenso.
Il dissenso inizia con Gesù di Christian Albini
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“Era un mafioso, niente funerale”.
La svolta storica del vescovo di Agrigento Mons.Montenegro: "L'unico modo per imbavagliare la mafia è rifiutare i compromessi"
"Era un mafioso, niente funerale" La svolta storica del vescovo di Agrigento
... Occorre...
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Mons.Montenegro:"Se la mafia c'è è anche colpa nostra Niente funerale ai boss della mafia
Il
testo integrale dell'omelia che mons. Francesco Montenegro ha
pronunciato il 1° luglio, nel Santuario di San Calogero, in occasione
dei festeggiamenti.
"Mi
piace oggi guardare con voi S. Calogero come uomo di pace e operatore
di pace, come dice il Vangelo. Basta guardare ciò che porta nella mani
per comprendere ciò che caratterizza la vita di questo santo uomo: la
Bibbia e la cassetta delle medicine per aiutare i sofferenti. Vive la
pace infatti chi è in atteggiamento di benevolenza verso il fratello.
Qual è il pensiero contrario all'amore? La violenza, l’arroganza,
l'odio, l'ipocrisia, la sopraffazione. Calogero è la pagina bella della
nostra città. È la pagina scritta da Dio che vale la pena leggere dopo
quelle riguardanti la mafia e i mafiosi che i quotidiani ci hanno
offerto. È una pagina però che deve farci riflettere, perché la mafia
non è solo un argomento da romanzi o da film, la mafia sono volti e
storie vere che oggi si intrecciano ed influiscono sulle nostre storie
e sulla storia di questo territorio, Sono coloro che, usando la
prepotenza e la violenza, decidono sulla vita e sulle cose altrui,
sulle scelte politiche come sulle economiche. Sono coloro che per
favorire guadagni illeciti e supremazia criminale hanno tutti gli
interessi ad incrementare il clientelismo, il controllo sociale,
l’emarginazione e a ripudiare le forme pacifiche e oneste di vita. Sono
coloro che non solo creano ma anche approfittano della povertà
materiale degli altri, che provocano mancanza di posti di lavoro e
povertà culturale, che reperiscono la manovalanza malavitosa, e
seminano sfiducia nell'amministrazione pubblica e che sono anche causa
della partenza dalla nostra terra di molti dei suoi figli, spesso i
migliori. ..."
il testo integrale "Se la mafia c'è è anche colpa nostra"
Niente
esequie per Lo Mascolo, ma soltanto una preghiera e la benedizione
della salma. Il motivo? Lo Mascolo era considerato il nuovo boss mafioso di Siculiana, e l’ordine della Curia è stato netto: nessun funerale in chiesa per boss e presunti tali.
"Era un mafioso, niente funerale”. La svolta storica del vescovo di Agrigento
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Indagato dalla Dda di Palermo,
arrestato dalla Squadra mobile di Agrigento, condannato senza appello
per mafia dalla Curia agrigentina.
«La
mafia non è solo un argomento da romanzi o da film, la mafia sono volti
e storie vere... Sono coloro che, usando la prepotenza e la violenza,
decidono sulla vita e sulle cose altrui, sulle scelte politiche come
sulle economiche. Sono coloro che per favorire guadagni illeciti e
supremazia criminale hanno tutti gli interessi ad incrementare il
clientelismo, il controllo sociale, l’emarginazione e a ripudiare le
forme pacifiche e oneste di vita».
Queste parole pronunciate dall’arcivescovo di Agrigento Francesco
Montenegro durante la celebrazione eucaristica in occasione della festa
del santo più amato degli agrigentini, Calogero, sono la cornice dentro
cui collocare la decisione assunta dallo stesso presule di non tenere
la celebrazione eucaristica ma la semplice liturgia della Parola per le
esequie di Giuseppe Lo Mascolo, 73anni, ritenuto dagli inquirenti il
vice capo della locale cosca..
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1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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