"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°27 del 2012

Aggiornamento della settimana

- dal 7 al 13 luglio 2012 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 20  luglio 2012          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

--------------------------------------------------------
Preghiera dei fedeli




OMELIA 

 di P. Gregorio Battaglia
    di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Preghiera dei fedeli e la Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo saranno sospese e riprenderanno in Ottobre
     L'Omelia viene aggiornata appena disponibile (di norma il lunedì)


Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

che viene aggiornato quotidianamente
 e mette così a disposizione in modo facile e veloce
 una o più notizie

*******************

Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale

"QUELLI DELLA VIA"


*******************

Siamo anche in Twitter con
la pagina


"QUELLI DELLA VIA"



*******************

 



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








I NOSTRI TEMPI



  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Malattie tropicali dimenticate: “non sono una maledizione”


È possibile che istituzioni e case farmaceutiche abbiano dimenticato tutto ciò che riguarda le malattie tropicali? È possibile, soprattutto se i margini di guadagno sono esigui. Per questo Medici Senza Frontiere (Msf) chiede in un nuovo rapporto dal titolo “Combattere l’oblio” (pdf) di intensificare la ricerca e lo sviluppo a livello mondiale di nuovi farmaci per debellare alcune malattie tropicali troppo spesso “colpevolmente” dimenticate, ma che interessano un miliardo di persone per lo più concentrate nei paesi in via di sviluppo. In tutto sono 17 e uccidono ogni anno circa 534.000 persone, ma, come ha dichiarato Unni Karunakara, presidente internazionale di Msf, “Queste malattie non sono una maledizione. Sebbene siano una sfida enorme, esse sono curabili. Si può superare l’oblio e salvare milioni vite, ma c’è bisogno della volontà politica di finanziare i progetti e sviluppare strumenti che ci permettano di affrontarle”.

  Malattie tropicali dimenticate: “non sono una maledizione”


--------------------------------------------


Salviamo Lal Bibi dal suicidio e contribuiamo ad innescare uno storico cambiamento nella condizione delle donne in Afghanistan


Per cinque giorni la diciottenne Lal Bibi è stata rapita, violentata, torturata e incatenata al muro da un gruppo di potenti ufficiali della polizia afgana. Ma lei ha deciso di fare quel che alle donne afgane è vietato: sta reagendo, e insieme possiamo aiutare lei e tutte le donne afgane a ottenere giustizia.
Secondo una tradizione ancestrale, come donna che ha subìto violenza, Lal Bibi è stata “disonorata” e sarà costretta a uccidersi, come afferma pubblicamente lei stessa, a meno che i suoi aguzzini verranno consegnati alla giustizia per restituirle onore e dignità.
In genere il sistema giudiziario afgano non persegue casi simili e fino a questo momento i maggiori sospettati nel caso di Lal Bibi non sono stati chiamati a giudizio, probabilmente nella speranza che l’attenzione internazionale si attenui.
Ogni giorno che passa senza che avvenga alcun arresto spinge sempre più Lal Bibi al suicidio, ma c’è ancora speranza.

  “Una petizione per La Bibi, rapita, violentata, torturata”

E' stata rapita e violentata per cinque giorni da alcuni poliziotti afghani. Il sesto giorno, anziché uccidersi come spesso accade alle vittime di stupro, è andata a denunciare i suoi aguzzini. Non è convinta di trovare giustizia, ma ha trovato l'appoggio di un gruppo di attivisti che hanno lanciato una petizione online. La storia di Lal Bibi, 18 anni, potrebbe spezzare per la prima volta una delle più antiche «usanze» dell'Afghanisan. 

  Afghanistan: stuprata per 5 giorni, denuncia i suoi aguzzini

Grandi cambiamenti sociali nascono spesso da coraggiose scelte individuali.
La decisione di una ragazza afgana di denunciare i poliziotti che l’hanno rapita, torturata e violentata, potrebbe innescare uno storico cambiamento nella condizione delle donne in Afghanistan. 

  Afghanistan, il coraggio di Lal Bibi

Firma la petizione:

  Come una vittima di stupro potrebbe cambiare l'Afghanistan



--------------------------------------------


Rio+20 è tempo di bilanci...


A pochi giorni dalla chiusura dei lavori del summit internazionale Rio+20 che si è tenuto a Rio de Janeiro lo scorso giugno, i media cominciano a tracciare un primo bilancio dell’evento e nel mondo ci si chiede se l’occasione sia stata colta dai potenti della terra per adottare una politica ambientale comune che sappia fornire risposte concrete e adeguate alle tante emergenze che affloggono il pianeta. 

  Rio+20: come è andata?

Rio de Janeiro è una città di inversioni a U. Il segnale stradale più frequente è “Retorno”, inversione. E Rio+20 ha seguito quello schema. E’ stato una grande inversione a U in termini di responsabilità umana di proteggere i processi che proteggono la vita sul pianeta.
Vent’anni fa, al Vertice della Terra, furono firmati accordi legalmente vincolanti per proteggere la biodiversità e prevenire un cambiamento climatico catastrofico. La Convenzione sulla Biodiversità Biologica e la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico spronarono i governi a cominciare a modellare leggi e politiche per affrontare due delle più significative crisi ecologiche del nostro tempo.
Il programma per Rio+20 sarebbe dovuto consistere nel valutare perché l’attuazione dei Trattati di Rio sia stata inadeguata, nel riferire come le crisi sono peggiorate e nel proporre obiettivi legalmente vincolanti per evitare un peggioramento della crisi ecologica. Ma l’intera energia del processo ufficiale è stata concentrata su come evitare qualsiasi impegno. Rio+20 sarà ricordato per quel che ha mancato di fare in un periodo di crisi gravi e multiple, non per quel che ha realizzato.

  RIO + 20: la grande inversione a U

Non corrisponde a realtà dire che la Rio +20 è stata un successo. Infatti non siamo arrivati a nessuna misura vincolante e nemmeno sono stati creati fondi per lo sradicamento della povertà né meccanismi per il controllo del riscaldamento globale. Non sono state prese decisioni per rendere effettivi i propositi della conferenza che erano creare condizioni per «il futuro che vogliamo». Sta nella logica dei governi non ammettere fallimenti. Ma non per questo cessano di esserlo. Dato il degrado generale di tutti i servizi ecosistemici, non progredire significa andare indietro. 

  Insufficienze concettuali della Rio +20 di L.Boff

La Conferenza di Rio+20 si è conclusa senza raggiungere risultati concreti ed impegni vincolanti capaci di favorire lo sviluppo sostenibile, sradicare la povertà e far fronte al peggioramento della crisi ambientale, le cui conseguenze gravano soprattutto sulle popolazioni povere del sud del mondo e meno responsabili di questa crisi. 

  RIO+20: UNA DELUSIONE ANNUNCIATA

Ormai la Conferenza di Rio+20 è alle spalle, e ormai le analisi post evento sono concordi nel definire l’appuntamento come fallimentare. 
Leggi tutto: Rio +20, una conferenza che ha deluso le aspettative: la lettura del summit da parte dei movimenti sociali
Una pioggia di critiche su tutti i fronti ha accolto il risultato del Summit Mondiale sulla Terra Rio+20, a vent’anni dall’ultimo, svoltosi anch’esso a Rio De Janeiro nel 1992. Eppure argomenti di cui parlare e problemi da risolvere non mancavano affatto: cambiamento di clima, emissioni di CO2, deforestazioni e quant’altro. E’ lo stesso Direttore Generale del WWF Jim Leape a parlare di ‘fallimento’ ed il testo pubblicato alla fine del summit ne è la prova: dopo vent’anni, oltre a riconoscere uno stato di fatto ambientale alquanto preoccupante, ancora non si riesce a raggiungere obiettivi che vadano al di là di semplici ‘linee guida’ da seguire. 

  Pioggia di critiche sul Summit Mondiale sulla Terra Rio+20

A qualche giorno di distanza dalla chiusura del summit ONU per lo Sviluppo Sostenibilelo scorso 22 giugno, Cityfactor vi presenta un resoconto finale dei principali temi discussi e delle indicazioni emerse dai negoziati. Sul tavolo, agenda per la Green Economy e Riforma della Governance ONU. Ma come è andata a finire?
Secondo la grande maggioranza della stampa e delle associazioni ambientaliste il documento è «un fallimento»...
Secondo la mia opinione questa posizione è corretta, ma solo in parte. Il bicchiere non è necessariamente mezzo vuoto...
Rio+20, quindi, può anche essere visto positivamente, soprattutto quando si sposta lo sguardo dalle sale dei negoziati alle centinai di eventi che si sono tenuti dentro e fuori al RioCentro in concomitanza con il summit di alto livello.
Dove Rio vince è nelle forze provenienti dal basso: dalle imprese, dalla società civile, dalle città, delle reti, dai rapporti nazionali bilaterali. A Rio infatti sono stati siglati oltre 700 impegni volontari che, seppur con visioni anche molto diverse, che indicano l’urgenza di agire per far sì che la sostenibilità delle pratiche economiche sia un punto di partenza indiscutibile...

  Rio+20, il futuro della sostenibilità e della green economy

A Rio+20 le Nazioni Unite hanno dimostrato di essere prigioniere delle multinazionali, delle banche, del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale.... Di fatto l’Onu benedice l’economia verde di mercato a vantaggio del grande business e della finanza globale. Ecco perché diventa fondamentale la capacità della cittadinanza attiva di organizzarsi a livello locale, regionale, nazionale e internazionale. 

  Tonfo Onu

Guarda anche i nostri precedenti post:
  • In attesa della Conferenza Rio+20 - Il futuro della Terra è già iniziato
  • Rio+20: i potenti sono nudi di Alex Zanotelli


--------------------------------------------

Il lavoro è un diritto


Un altro passo è stato fatto. La cosiddetta “riforma” del lavoro è stata approvata a larga maggioranza dei presenti. Tra forzature ideologiche e necessità di mediazione politica. Il tutto, per mandare gli attesi segnali a chi tiene in scacco l’Europa: le emotive paturnie dei mercati. Come un treno in marcia senza soste né fermate, la decostruzione di un sistema basato sui diritti e sulle garanzie costituzionali avanza. 
Un processo irreversibile, per lo meno così lo si vuol presentare, come la sola ricetta possibile per affrontare la crisi del lavoro nel nostro Paese. Parlano di nuove regole per favorire lo sviluppo economico e nel contempo i dati statistici annunciano previsioni drammatiche dei tassi di disoccupazione, da assommare a quelle già feroci che attanagliano le nuove generazioni, frutto di un’antica e sempre nuova carenza di politiche industriali, a fronte di enormi carichi burocratici e fiscali...
Noi, il mondo, lo vediamo con altri occhi. Il lavoro è un diritto. 
Lo è per la nostra Costituzione che lo definisce “un diritto” e che prevede che sia compito dello Stato rimuovere gli ostacoli per consentire a tutti di entrare nel mercato del lavoro. A tutti. Non a chi ha più strumenti o ricchezze. Salvo sancire anche, all’articolo 41 della stessa Costituzione, che la libera iniziativa economica deve essere correlata a fini sociali, non a un profitto scriteriato e discriminatorio che costringe sempre più i lavoratori a conquistarsi o mantenersi a denti stretti un posto di lavoro, in barba alle conquiste dei decenni passati. FIAT docet...

  "Il lavoro è un diritto" di Nicoletta Dentico e Rosa Siciliano



--------------------------------------------

"Poveri Voi - esportiamo umanità" la prima ONG africana che porta aiuti all'Italia.


Trovare una soluzione al disagio sociale diffuso tra i giovani italiani, che sta portando l'intero popolo del paese a una progressiva e drammatica disumanizzazione: ecco perché è nata Poveri Voi la prima ONG africana che porta aiuti all'Italia.

Poveri Voi è nata come un progetto di comunicazione, una provocazione, un tentativo per riportare l'attenzione a un problema reale come quello della progressiva disumanizzazione degli italiani.
Oggi questa provocazione si sta trasformando in progetti, azioni reali e concrete grazie alla collaborazione di tre realtà:
  • esterni
  • Fratelli dell'uomo
  • Compagnia Africana

Tre settimane di vita in Africa
Continuano le selezioni per partecipare al progetto di PoveriVoi. Non è una "vacanza alternativa" ma un inserimento temporaneo all'interno della società di un piccolo villaggio africano. L'esperienza prevede che il partecipante si inserisca nella famiglia ospite e ne segua il ritmo di vita e di lavoro per un minimo di 21 e fino a un massimo di 90 giorni. 
La destinazione è il villaggio di Doissa, nel Comune di Savalou, nella regione delle colline in Benin, a 250 km. dalla principale città del paese, Cotonou. 
La durata minima del soggiorno è di 3 settimane, al massimo due visitatori risiederanno contemporaneamente nel villaggio. È prevista una selezione e alcuni incontri di formazione.

  Progetti

Tre settimane di vita africana a Doissa (Benin) 
Il racconto di Davide, primo partecipante al progetto PoveriVoi

  il reportage di Davide (dal 16 giugno all'8 luglio)  il primo partecipante al progetto tornato con il suo "bagaglio di umanità"

  Per saperne di più visita il sito http://www.poverivoi.org/


--------------------------------------------

Ergastolo ostativo = pena perpetua, o meglio pena di morte viva.


Cos’è l’ergastolo ostativo?
E’ una pena senza fine che in base all’art. 4 bis dell’Ordinamento Penitenziario, mod con Legge 356/92, nega ogni misura alternativa al carcere e ogni beneficio penitenziario ai chi è stato condannato per reati associativi

  Ergastolo Ostativo

... Non tutti sanno che nel nostro Paese coesistono l’ergastolo ordinario e quello ostativo ai benefici. Il primo concede al condannato la possibilità di usufruire di permessi premio, semilibertà o liberazione condizionale, tanto che la grande maggioranza dei 1.546 ergastolani rimarranno in cella per non più di ventisei anni, quando scatta la possibilità della cosiddetta "liberazione anticipata". Il secondo, al contrario, nega fin dalla sentenza e in modo perpetuo ogni vantaggio penitenziario. Nessuna redenzione...

  L’ergastolo «ostativo»? Strada senza via d’uscita

... Se il senso della detenzione e della pena – come recita la Costituzione Italiana all’articolo 27 – è di «tendere alla rieducazione del condannato», allora l’ergastolo è una contraddizione in termini. Perché calarsi dentro l’abisso misterioso di questi uomini e reinsegnare loro a camminare, a scrivere, tante volte addirittura a parlare, se laggiù non s’avverte un barlume di luce nella loro vita? Che senso hanno gli sforzi compiuti da uomini e donne che quotidianamente s’affannano per scommettere sull’uomo che ha sbagliato, se poi non ci sono chance da giocarsi? Perché chi affronta la sfida di riabilitare un’anima dentro un istituto di pena deve sospettare d’essere il sommistratore di un semplice palliativo che aiuta ad ammazzare un tempo "a disposizione" eppure indisponibile?...

  L’uomo, non il suo errore

MAI DIRE MAI - L'ergastolo in Italia e in Europa: Prospettive a confronto. Sabato 19 Maggio 2012 - Firenze

  video

Le parole degli ergastolani rivolte a Papa Benedetto XVI vogliono essere un grido di protesta rispetto alla loro condizione di condannati a vita. Di tutta l’Europa infatti, solo l’Italia appoggia ancora l’ergastolo ostativo. I carcerati vogliono scontare la loro pena ma vorrebbero anche che un giorno, questa, abbia fine. La lettera cita: “avere l’ergastolo è come essere morti, ma sentirsi vivi; è una pena del diavolo perché ti ammazza lasciandoti vivo; la pena dell’ergastolo tradisce la vita; è come perdere la vita prima ancora di morire; ti mangia l’amore, il cuore, e a volte anche l’anima; la vita senza promessa di libertà non potrà mai essere una vita”. 

  Appello degli ergastolani a Papa Benedetto XVI



--------------------------------------------

ISTAT: I migranti visti dai cittadini residenti in Italia - Migranti, questo o quello per me paria sono


Se l’etica minima è quella linea di confine che ognuno di noi si dà, oltre la quale si estendono i territori dell’ingiustizia e della barbarie, è probabile che quella linea si sia spostata, che sia stata varcata e che ci siamo piegati a una elastica, provvisoria e effimera coscienza, sempre a fare i conti con una discrezionale sfera privata, con gli affari nostri, con il nostro interesse minacciato.
Eh si, accidenti, siamo italiani brava gente noi, ma ….gli immigrati non devono mica essere discriminati, ma.. mica possono essere offesi e oltraggiati nel posto di lavoro o a scuola, perbacco, ma … siamo buoni cristiani, bisogna essere comprensivi e compassionevoli, ma…
Ma non vorranno mica godere dei nostri stessi servizi, mica vorranno avere gli stessi nostri piazzamenti nelle liste di assegnazione delle case popolati o in quelle di assunzione...

  Migranti, questo o quello per me paria sono di Anna Lombroso

Per approfondire:
  • I migranti visti dai cittadini residenti in Italia
  • Testo integrale (pdf 432 KB)
  • Nota metodologica (pdf 70 KB)
  • Figure e prospetti (zip 43 KB)



--------------------------------------------

(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


Nuova tragedia in mare: 54 persone che tentavano di raggiungere l'Italia dalla Libia su un gommone sono morte, per disidratazione, nei giorni scorsi. Un solo superstite ricoverato per assideramento e disidratazione...
BASTA stragi nel mediterraneo!

   Tragedia in mare, muoiono in 54 cercando di raggiungere l'Italia dalla Libia

Ecco il link alla fonte: UNHCR

   UN SUPERSTITE RACCONTA DI 54 MORTI IN MARE NEL TENTATIVO DI GIUNGERE IN ITALIA DALLA LIBIA

... Straziante. Noi, al riparo dal sole e magari sotto il conforto di un climatizzatore, possiamo solo lontanamente immaginare la morte lenta guardata negli occhi come un destino ineluttabile...

   La morte nel "mare di mezzo"

---------------------------------------------------------------

54 sono morti Abbas Saton, giovane eritreo, è l'unico superstite della tragedia del mare che si è portata via 54 migranti, morti di sete nel loro viaggio dalla Libia verso l'Italia. Nella tragedia ha perso due fratelli e una sorella. Lo ha intervistato Lorenzo Pezzani che lo ha raggiunto all'ospedale di Zarzis, in Tunisia, dove Abbas è stato ricoverato dopo essere stato tratto in salvo da una barca di pescatori. L'intervista rientra nella campagna "Boats4People" dell'Università Goldsmiths di Londra. In collaborazione con ricercatori del Forensic Oceanografic Project a Goldsmith College, Boats4People proseguirà le sue indagini per verificare se tutte le misure possibili sono state attuate al fine di evitare la morte delle persone su questa imbarcazione.

   CORRIERE:  La storia di Abbas, unico superstite del gommone affondato (video)

Mercoledì 11 luglio 2012, prendo il giornale e leggo che 54 immigrati provenienti da Tripoli sono morti in mare. Ma la notizia non fa grande clamore. Un naufragio di Costa Crociere fa più audience. Sono morti disete, non annegati, come invece capitò a Fleba il fenicio, il fluttuare delle cui membra nelle acque marine è cantato da Thomas Stearn Eliot, rendendolo così eterno. Non esiste una classifica di morti terribili. Eppure morire di sete in una distesa d’acqua ci appareancora più assurdo e mostruoso

   Alfonso Gianni:  I morti e i salvati del Mediterraneo (pdf)

L’Italia ha firmato un accordo “segreto” con il Consiglio di transizione libico (CNT) per “limitare il flusso di immigrati”. E’ quanto denuncia un rapporto – ‘Sos Europe’ – pubblicato il 14 giugno 2012 da Amnesty International che punta il dito sull’intesa sottolineando che viola i diritti umani. I dettagli dell’accordo non sono stati resi noti, ma secondo Amnesty, l’intesa – firmata il 3 aprile scorso – autorizza le autorità italiane ad intercettare i richiedenti asilo e a riconsegnarli ai soldati libici. Secondo l’organizzazione, l’accordo viola gli obblighi dell’Italia derivanti dalla Convenzione europea sui Diritti Umani perché non contiene misure di salvaguardia dei diritti umani. “L’Italia, nella migliore delle ipotesi, ha ignorato la terribile situazione dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
Nella peggiore, si è mostrata disposta a tollerare violazioni dei diritti umani al fine di soddisfare egoismi politici nazionali”, sostiene Amnesty
Nel febbraio scorso la Corte europea dei diritti umani (Cedu) di Strasburgo ha condannato l’Italia per i respingimenti verso la Libia. Era il 6 maggio del 2009, e alle motovedette italiane venne dato per la prima volta l’ordine di invertire la rotta. E di riportare in Libia i naufraghi che avevano intercettato in mare 35 miglia a sud di Lampedusa. Sul molo di Tripoli li aspettava la polizia libica, con i camion container  pronti a caricarli, come carri bestiame, per poi smistarli nelle varie prigioni  del paese…
L’intervista realizzata a marzo con Gabriele Del Grande  fondatore di Fortress Europe,osservatorio sulle vittime della frontiera.

   Gabriele Del Grande:  "reato di viaggio" (audio)

---------------------------------------------------------------

Dieci materie da studiare e un solo voto possibile: dieci. Lei si chiama Blessed, ha sei anni e ha iniziato nel migliore dei modi possibile la sua vita scolastica. In qualunque famiglia sarebbe «benedetta» quella pagella, proprio come la traduzione italiana del suo nome. E ancor di più nella sua perché lei, nata in Italia da genitori nigeriani clandestini, è già la più brava della classe in un territorio di frontiera, quello di Castel Volturno, dove la lotta per la sopravvivenza e la costante pressione della criminalità rappresentano la vera costante del vissuto quotidiano.

   Francesco G. Esposito:  La storia di Blessed, clandestina prodigio promossa con tutti dieci

"L' Italia ha iniziato un percorso di guerra durissimo - ha detto ieri il presidente Mario Monti - una guerra contro i pregiudizi diffusi". Si riferiva a quelli sugli italiani e sull' affidabilità finanziaria del paese. Chissà se qualcuno degli ascoltatori, nella sala del convegno dell' Associazione bancaria italiana, ha pensato per un attimo ai pregiudizi e alle discriminazioni degli italiani verso gli "altri". Il mondo del pregiudizio diffuso e della discriminazione legalizzata dovrebbe richiedere qualche attenzione da parte di un governo degno di questo nome.

   Adriano Prosperi:  L'intolleranza morbida

---------------------------------------------------------------

(SEGNALATOIN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


E’ successo ieri. (ndr.10 luglio) E fortunatamente vicino a via degli Ausoni c’è il Cinema Palazzo Occupato: i ragazzi che occupano l’ex teatro che doveva diventare Casinò sentono le urla e si precipitano in strada con una telecamera, e riprendono l’intera scena: agghiacciante.

   Il video del rifugiato politico picchiato dai carabinieri


---------------------------------------------------------------


La prima volta in cinque anni. Ieri, una madre anonima ha infilato il suo bambino di una settimana nella «Culla per la vita» della Mangiagalli di Milano, istituita nel 2007 per evitare che i piccoli venissero lasciati senza assistenza medica in luoghi difficili e inappropriati. La prima volta in cinque anni: è un segno di timida consapevolezza o ancora il terribile segnale di impotenza da parte di madri che abbandonano i figli? Questo è il racconto immaginario di come una giovane madre ha scelto di regalare al suo piccolo una seconda possibilità.

   Michele Fusco:  "Figlio mio, ti lascio qui. Buona fortuna"

Sono arrivati ad abbandonare una bambina di otto mesi. Il momento è gravissimo per i nostri servizi sociali. Aumentano tutte le emergenze. Le violenze ai minori. Le criticità in famiglia. E c'è chi non ce la fa più a fare il genitore. Ripeto: sono arrivati a lasciarci bambini di pochi mesi». L'assessore al Welfare Elide Tisi ha gli occhi lucidi durante la riunione sullo stato dei conti dell'Assistenza. Non ci poteva essere momento peggiore per decidere un taglio di 3 milioni e 200 mila euro e affrontare un settembre con 14 milioni stanziati per i servizi sociali che rischiano di non esserci più grazie alla «spending review».

   Emanuela Minucci:  "Bimba abbandonata per la crisi"


---------------------------------------------------------------

I cacciabombardieri F35, ma non solo: 75 mila italiani, 660 associazioni e 85 enti locali chiedono di non riempire gli arsenali investendo le risorse risparmiate nello Stato sociale.

   Annachiara Valle:  Taglia le ali alle armi, il fronte del no

   Flavio Lotti:  Ma la difesa non depone le armi

Da oltre un centinaio d’anni il mondo è inondato di armi convenzionali: carri armati, fucili mitragliatori, razzi, aerei.

   EONLINE:  Armi convenzionali, le speranze dell'Onu

---------------------------------------------------------------

Si combatte in 35 Paesi, ma gli italiani sanno ben poco di questi conflitti dimenticati. Lo documenta un sondaggio Swg per Caritas, Il Regno e Famiglia Cristiana.

   FAMIGLIA CRISTIANA:  Le guerre e i colpevoli silenzi

---------------------------------------------------------------


Notizie dal mondo


Gran parte della popolazione è estranea ai festeggiamenti per i 50 anni d’indipendenza. Prevalgono la preoccupazione e il malcontento per la difficile situazione economica e il terrorismo islamista. In piazza anche le Guardie comunali. 

   Laura De Santi:  Algeria indipendente, più protesta che festa

Un recente rapporto di un’organizzazione statunitense indipendente di controllo denuncia i pericoli legati all’aumento costante, da parte delle Nazioni Unite, di contratti con agenzie private di sicurezza, usate per operazioni in zone di conflitto. Emblematico, in Africa, il caso della Saracen Uganda.

   Michela Trevisan:  Relazioni pericolose: l'Onu e i "contractors"

Sfilano per le vie di Madrid, fischiando davanti alla residenza del premier Rajoy, dopo che un ordine assurdo della Delegazione del governo voleva farli stare alla larga. Ordine poi ritirato. Sfilano per le grandi arterie della capitale, con migliaia di persone ad attenderli, a salutarli, a incoraggiarli. E’ la marcha negra dei minatori spagnoli ( nella galleria di immagini di Javier Soriano AFP/GETTY e di Dominique Faget AFP/GETTY trovate anche una infografica presa in prestito da El Pais) che hanno consumato le suole per più di 400 chil0metri dal 22 di giugno.

   Angelo Miotto:  Spagna. La dignità della Marcha negra (testo+video)

La campagna “Sete di Giustizia” del gruppo internazionale EWASH (Emergenza idrica, Risanamento ed Igiene) ha lanciato la sfida dell’estate “Vivi per 24 ore con 24 litri di acqua”. Scopo dell’azione è mobilitare i cittadini europei perché chiedano ai loro governi di fare pressione su Israele affinché modifichi le proprie pratiche nei confronti della popolazione palestinese e affinché garantisca il diritto dei palestinesi all’acqua.

   Marta Fortunato:  Palestina, al via la campagna sull'acqua

Con un ordine esecutivo firmato alla chetichella la scorsa settimana, il presidente Usa Barack Obama abilita di fatto la Casa Bianca a controllare tutte le comunicazioni private del Paese in nome della sicurezza nazionale. Con il provvedimento, chiamato ‘Assignment of National Security and Emergency Preparedness Communications Functions’, si attua una delle decisioni più drastiche e più invasive della privacy della storia degli Stati Uniti.

   Luca Galassi:  Usa, controllo totale

Dal sito di Asia News 1 (da cui triamo questo articolo) si apprende che in Arabia Saudita, migliaia di lavoratori sono rimasti uccisi da sfruttamento, torture e alcolismo. A rivelarlo è una ricerca dell'ambasciata nepalese a Riyad. Dal 2000 sono morti oltre 3mila lavoratori migranti nepalesi. La media è di uno ogni 162 persone

   REPUBBLICA:  Arabia Saudita, morire schiavi I nepalesi uccisi dalla fatica

In ''molte zone del Paese, dalla linea dell'Oronte al mare, siamo in presenza di una guerra civile, di uno scontro per la supremazia della terra tra alawiti e sunniti. In quelle zone, e' necessario l'intervento di interposizione dei caschi blu dell'Onu. O la crisi rischia di trasformarsi, in piccolo, in quella ruandese o bosniaca''. A lanciare l'appello e' padre Paolo Dall'Oglio, promotore del dialogo interreligioso da 30 anni in Siria, Paese che e' stato costretto ad abbandonare all'inizio del mese scorso.

   Michele Esposito:  Siria: padre Dall'Oglio, intervenga Onu, ormai guerra civile

Si è commosso fino alle lacrime quando ha parlato delle vittime del conflitto siriano, dicendo di pregare per tutte, quelle degli insorti ma anche quelle di chi lotta per Assad.
Era evidentemente commosso e toccato padre Paolo Dall’Oglio quando, parlando davanti ad un uditorio tanto numeroso quanto coinvolto, ha rivisto dentro di sé quel gruppo di anziani musulmani, insorti, che ricordano ai loro ragazzi quando si parla degli uomini del regime “non farete a loro quello che loro hanno fatto a noi.” E questa è una delle sue principali preoccupazioni: che si eviti la vendetta.

   Ghada Duaibes:  Siria, parla il gesuita espulso da Assad

Notizie inquietanti da Damasco. Sono quelle che riporta il Wall Street Journal che oggi ha dato voce ai timori di alcuni elementi della diplomazia e dell’esercito Usa, secondo i quali il regime di Bashar al Assad si starebbe preparando ad usare armi chimiche per reprimere la rivolta scoppiata ormai più di un anno fa e che ormai si è trasformata in una guerra civile.

   EONLINE:  Siria, allarme Wall Street Journal: "L'esercito pronto ad usare armi chimiche"


FEDE E
SPIRITUALITA'




"Il coraggio di sperare oggi"

HOREB n. 61 - 1/2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

Il terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale: è possibile sperare? 

Questo navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze, che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli, credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è speranza”, egli  sente il bisogno di oltrepassare lo scacco dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso. 

Sperare si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la morte non sia inghiottita nella vittoria. 

Giovanni Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto i nostri peccati  quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione. 
La speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in libertà e di scegliere ogni  giorno la via della vita. Essa consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo, che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta. Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà. 
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..."  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)

   Ricerche nel Web - Una speranza "crocifissa", ma non sconfitta (pdf)




E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



---------------------------------------


INCONTRI PER L’ESTATE 2012
LECTIO DIVINA 17-22 LUGLIO
LETTURA DEI LIBRI DI SAMUELE con p. Pino Stancari sj



FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO 

   Locandina (pdf)


---------------------------------------

SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ 6-11 AGOSTO 2012
DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE
A 50 anni dal Concilio Vaticano II



 FRATERNITÀ  CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO


   il programma della settimana di spiritualità (pdf)


---------------------------------------

  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)



"La fede: pietra d'inciampo o ali per volare?" commento al Vangelo di Piera Cori


XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) 
commento al Vangelo: Mc 6,1-6

Sarà capitato anche a voi di camminare su un sentiero di montagna e di “inciampare” su un sasso. Quando si inciampa, si perde l’equilibrio. Se uno è abbastanza svelto e agile si riprende immediatamente, altrimenti rischia di cadere e di farsi del male.
Il Vangelo di questa domenica contiene una parola che ci può aiutare a capire ciò che Gesù vuole dirci. La parola è “scandalo”. E’ una parola che noi prendiamo in prestito dalla lingua greca. Il termine“skandalon”, preso nel suo significato letterale, significa “pietra”, sasso che fa inciampare il viandante.
Vi chiederete cosa centra tutto questo con Gesù e con il vangelo di oggi. Vediamo un po’ di capire insieme.
I primi cristiani, quando parlavano della loro fede in Gesù, parlavano di Lui come “Via”. Il cristianesimo era la via, la strada su cui camminare per arrivare al Padre.
Attenzione però a non fraintendere! Non significa che Gesù mette sulla sua strada degli impedimenti o degli inciampi, quasi come in un gioco di sopravvivenza… 
Gli inciampi, gli impedimenti, i “sassi” che i cristiani di ieri e di oggi incontrano sul cammino scaturiscono dai dubbi, dalla “non fede” che c’è nel nostro cuore nei confronti della Parola di Gesù e del suo insegnamento, nei confronti di quanto chiede come impegno di vita a coloro che camminano sulle sue vie.

     La fede: pietra d'inciampo o ali per volare? di Piera Cori


---------------------------------------

VIZI CAPITALI - 1 "SUPERBIA: Un super-io contro Dio" di mons. Rino Fisichella
 

VIZI CAPITALI  - 1

SUPERBIA: Un super-io contro Dio
di mons. RINO FISICHELLA

... Prima di entrare nel merito della superbia, non sarà inutile anticipare qualche riflessione sul perché la Chiesa ha identificato sette peccati capitali e perché li ha chiamati così. Una considerazione importante è fatta dal Catechismo il quale dice che: “Il peccato trascina al peccato; con la ripetizione dei medesimi atti genera il vizio. Ne derivano inclinazioni perverse che ottenebrano la coscienza e alterano la concreta valutazione del bene e del male” (ccc 1865). Insomma, la lotta tra il bene e il male permane fino alla fine dei tempi. Certo, è impari. Come attesta l’apostolo Paolo le “opere della carne” e il “frutto dello Spirito” (Cfr Gal 5,19-23) non stanno sullo stesso livello. La forza redentrice di Cristo ha vinto e ha distrutto il peccato del mondo, ma la libertà degli uomini, che segna l’originalità del cristianesimo, permane come la conditio sine qua non. “Dio che ti ha creato senza di te, non ti salva senza di te”. L’espressione di sant’Agostino permane con la sua forza di significato per indicare l’imporsi della libertà personale. Mai, probabilmente, il dramma della libertà si esprime con tutta la sua potenza come nella scelta tra il bene e il male e nella vita a servizio dell’uno o dell’altro. Vivere nel bene apre il cuore e rende fecondi; scegliere il male impoverisce e rinchiude in se stessi. Certo, rimarrà sempre la grande quaestio di cosa sia bene e male; eppure, nel profondo del cuore di ognuno, e impresso nelle pagine della natura, il confine posto non è solo percepito, ma anche compreso e tematizzato. Il male, comunque, offusca la coscienza e la discesa diventa sempre più scoscesa e scivolosa. C’è una ambivalenza nel vizio che tende a nascondere la parte peggiore, per illudere con il canto delle sirene. Dall’altra parte, c’è la forza della virtù che chiama al bene. Perseverare nel bene crea virtù che consente non solo di compiere atti positivi, ma soprattutto sprona a dare il meglio di sé e a ricercare forme sempre più grandi di bene. Ecco, pertanto il dramma: dove c’è il vizio, là c’è la virtù che si contrappone: a te la scelta. Sei posto dinanzi all’orientamento da dare alla tua vita. A te la scelta di quale ruolo vuoi giocare. Da ogni parte ti volti, comunque, non puoi rimanere neutrale. 
Probabilmente, oggi il vizio ha un fascino maggiore della virtù. Già il nome di virtù appare obsoleto e riservato a una piccola categoria che diventa fastidiosa e da evitare perché non ci consentirebbe di vivere la vita come vogliamo. Il vizio, invece, no. Del vizio preferiamo intesserne le lodi. In qualche modo, ci piace e ci affascina; ci consente di sperimentare il brivido del proibito che la Chiesa ha sempre combattuto per tenerci legati e soggiogati a sé. E poi, il vizio si traveste felicemente con il tratto ironico che ti rende simpatico anche il peccato peggiore. Chi non riesce a trovare simpatia per un impareggiabile Alberto Sordi nelle vesti dell’Avaro? L’avaro Sordi, fa ridere della sua avarizia e non permette più di cogliere il male intrinseco di chi vuole accumulare solo per sé. E così, ancora una volta, sembra avere ragione Molière: “Tutti i vizi, quando sono di moda, passano per essere una virtù”. 
... Dimentico di Dio non resta che l’uomo, anzi rimango solo io! La superbia, in ultima analisi, è il rifiuto di Dio.Lui o io. Non può esserci una via di mezzo. 
Lo aveva ben compreso Agostino quando nel De civitate Dei dice perentoriamente che la superbia è “allontanarsi da Dio e convertirsi a sé” (12,6). Il superbo, scimmiotta Dio; perché vuole imitare la sua potenza e rendersi simile a lui. Non è un caso, quindi, che egli veda nella superbia “l’origine di tutti i mali perché è la causa di tutti i peccati” (In Ioh ev 25,16); tanto da poter “sussistere anche da sola senza gli altri peccati” (De nat et gr 29,33)...

     SUPERBIA: Un super-io contro Dio di Rino Fisichella


---------------------------------------

VIZI CAPITALI 2 - "GOLA: il cibo? È condivisione" di mons. ANDREA LONARDO



VIZI CAPITALI  - 2
GOLA: il cibo? È condivisione
di mons. ANDREA LONARDO

Gesù dichiara puri tutti gli alimenti ed i cristiani mangiano con gioia ogni tipo di carne e bevono ogni tipo di bevanda. Senza il cristianesimo e la cultura classica sarebbero impensabili i tortellini o il Brunello di Montalcino - anche qui appaiono evidenti le radici dell’Europa! Perché allora la gola è un vizio? Perché è addirittura un vizio capitale, cioè di quelli che conducono alla morte? 
Per rispondere vale la pena innanzitutto tornare alla rivelazione di Dio ad Israele. In Genesi l’uomo appare fin dall’inizio come una creatura alla quale Dio comanda di mangiare. Ma Adamo è allo stesso tempo l’unico essere che ha la possibilità di prendere cibo rendendo grazie. Egli non solo è tratto dalla terra una volta per tutte - Genesi gioca con il termine adam, che si potrebbe tradurre con “terrestre”, “terroso”, “polveroso” perché tratto min adamah, cioè “dalla terra”, “dalla polvere” - ma deve ogni giorno prendere dei frutti della terra e mangiarne. 
Egli non ha la vita una volta per tutte, bensì la riceve sempre di nuovo in dono dallo stesso Creatore che tutto ha fatto perché l’uomo potesse servirsene. La bellezza di ogni pasto è quella di ripresentare continuamente il “mistero” dell’uomo e della sua esistenza di creatura sempre ricreata. Il «pane quotidiano» non si può così assumere una volta per tutte, ma come la manna deve scendere nuovamente ogni giorno. Il cibo è allora non “cosa”, ma “dono”. Non semplice oggetto di cui appropriarsi, bensì esperienza di vita ricevuta. Il vizio della gola ha la sua radice proprio nella dimenticanza del “miracolo” del cibo e della vita che ne deriva.

     GOLA:  il cibo? È condivisione di Andrea Lonardo



---------------------------------------

 (SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


  San Benedetto da Norcia (video)


---------------------------------------------------------------


Messa in ricordo di Chiara Venerdì 13 luglio, ore 18.30 a Santa Francesca Romana, all’Ardeatino a Roma. 
Chi si è avvicinato alla storia di Chiara e desidera ricordarla pur non potendo venire a questa messa… sa che andando ad una qualsiasi messa parrocchiale in quel giorno potrà ricordarla, e sarà comunque un po’ come essere li…

  13 luglio Messa in ricordo di Chiara...

Per chi volesse saperne di più ricordiamo i nostri post precedenti su Chiara... (nel post i link aigli altri post)

 
"Il nostro amore speciale": il ricordo di Chiara Corbella nelle parole del marito Enrico Petrillo

---------------------------------------------------------------


  Non c'è invito...
  Che un profeta...
  Con l'incarnazione...
  Non mettete Dio...
  Il mondo è...
  Non cercare...
  Se la buona novella...
  Non perdetevi...


---------------------------------------------------------------



Il teologo risponde


Dio onnisciente sa cosa farò io e tutti noi, chi avrà la vita o la morte eterna. Che senso ha un Dio che sa tutto di noi? Mi sembra un Dio senza sorprese, monotono. 

  Pino LorizioChe senso ha un Dio che sa tutto

---------------------------------------------------------------

La Bibbia in un frammento
Le pietre d'inciampo del Vangelo




"È più facile che un cammello
passi per la cruna di un ago che
un ricco entri nel regno di Dio".


(Matteo 19,24)


  Gianfranco RavasiIl cammello e la cruna

---------------------------------------------------------------


CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni




  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Il dialogo è gratuita attenzione all'altro di Bruno Forte



"Quanto sta avvenendo in Italia, in Europa e nell’intero “villaggio globale” mostra con evidenza quanto ci sia bisogno di dialogo: dalla crisi che attraversiamo non si uscirà se non insieme.
Sembra lo stiano comprendendo anche le forze politiche, o almeno i più. Dialogare, però, non è facile: può farlo veramente solo chi crede in un interesse superiore alle parti, nel bene comune da amare e servire più del proprio o di quello di gruppo. Riflettere sulle condizioni che rendono possibile e autentico il dialogo non è allora un esercizio astratto, risulta anzi tanto importante, quanto urgente. Il dialogo comporta sempre una sorta di uscita da sé, dalle ristrettezze del proprio punto di vista, per arrivare alla condivisione e all’incontro con l’altro: a tutti i livelli, il dialogo è il linguaggio della vita vissuta come dono e come impegno, e perciò il luogo dove propriamente può realizzarsi la ricerca del bene comune. Dove non c’è impegno generoso per gli altri non potrà esserci dialogo; e, analogamente, dove non c’è dialogo è dubbio che possa esserci attenzione  adeguata al bene di tutti e spirito di servizio. Si potrebbe rischiare l’affermazione che il dialogo è la misura dell’autenticità della vita, della ricchezza di umanità di ciascuno e della credibilità delle proposte fatte per il bene comune. Perciò, nulla si oppone di più alla natura del dialogo che la strategia o il tatticismo: dove il dialogo è strumento per dominare l’altro o per usarlo ai propri fini, lì cessa di esistere. Il dialogo, in tutti i campi e specialmente in politica, ha la dignità del fine e non del mezzo: esso esige la gratuità dell’intenzione e si propone come una possibilità feconda d’incontro che nasce dalla volontà di servire la causa del bene di tutti.
Proprio per questo il dialogo non nasce e non si sviluppa lì dove la dignità e la consistenza dell’altro non siano rispettati. Il monologo, che ignora le esigenze e gli apporti altrui, vanifica l’incontro, rendendolo puramente accidentale: il dialogo, al contrario, vive della “reciprocità delle coscienze” (Maurice Nédoncelle), dello scambio fecondo in cui il dare e il ricevere sono misurati dalla gratuità e dall’accoglienza di ciascuno dei due. La massificazione anonima esclude ogni possibilità di esistenza dialogica: il riconoscimento dell’alterità come dono da accogliere, e non come rischio da cui difendersi, è essenziale al dialogo. E questo vale nel rapporto interpersonale come in quello fra gruppi (si pensi, ad esempio, alla presenza degli immigrati fra noi). ..."

   Il dialogo è gratuita attenzione all'altro di Bruno Forte (PDF)


--------------------------------------------

La crisi della politica e il moVimento 5 stelle di Beppe Grillo - incontro con GianCarlo Bregantini


La crisi della politica e il moVimento 5 stelle di Beppe Grillo 
incontro con GianCarlo Bregantini arcivescovo di Campobasso Bojano e presidente della Commissione lavoro, giustizia e pace della Cei
Incontro con  gli studenti del Collegio Universitario Don Nicola Mazza

....Possiamo paragonare la società ad un edificio a 5 piani... e dobbiamo mettere in ordine i piani...
I cinque piani della "casa della società" sono:
  1. La SPIRITUALITÀ - motiva;
  2. L'ETICA - verifica;
  3. La CULTURA - progetta;
  4. La POLITICA - realizza;
  5. L'ECONOMIA - copre.
...È importante la novità del movimento Cinque Stelle, ma non deve ripetere gli errori della Lega Nord, la semplificazione di problemi complessi senza la mediazione di uno spazio più ampio. 
....Bisogna partire dalla MARGINALITÀ per leggere le situazioni anche nella loro complessità e assumere i problemi in maniera vitale per non farla diventare emarginalità.
Poi la TIPICITÀ da trasformare ... e la RECIPROCITÀ da intrecciare

     video


---------------------------------------


"Nolite timere" di Enzo Bianchi


Insieme-6 Rubrica di ENZO BIANCHI Rocca, luglio 2012

“Coraggio, sono io, non temete!” (Mc 6,50). Più volte in questi ultimi tempi sono ritornato alla frase rivolta da Gesù ai discepoli impauriti per la tempesta sul lago di Tiberiade. Del resto “non temete” è una delle esortazioni più presenti nei racconti evangelici, fino al messaggio dell’angelo alle donne nel mattino della risurrezione. E, sulla scia di questo messaggio evangelico, come dimenticare l’esortazione che aprì il pontificato di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura! Spalancate le porte a Cristo!”? 
Noi ci troviamo in tempi di crisi, in cui ci sembra che le ragioni di paura, di sconforto, di delusione angosciata debbano prendere il sopravvento: la situazione sociale deteriorata nei nostri paesi che pensavamo destinati a un benessere diffuso e irreversibile, l’avvitarsi di conflitti e violenze in medioriente come in Africa, il moltiplicarsi di ingiustizie e di sopraffazioni a tutte le latitudini sembrano colorare di tinte sempre più fosche il nostro presente e il futuro delle generazioni che si affacciano sulla soglia della storia. E, in mezzo a tutto questo, le turbolenze in seno alla chiesa, il moltiplicarsi di eventi che la fanno apparire sempre più affine alle logiche mondane, la sua perdita di credibilità presso i più semplici... C’è ancora posto per la speranza cristiana? E noi possiamo ancora avere una parola che ispiri fiducia agli uomini e alle donne del nostro tempo? Sappiamo ancora suscitare il desiderio della fede, quell’anelito a riporre la fiducia nel Signore della vita, nel Dio di misericordia di cui Gesù è stato la narrazione con tutta la sua vita e con la sua morte per amore?

     Nolite timere


--------------------------------------------



 BENEDETTO XVI
 





 
    Angelus/Regina Cæli - 8 luglio 2012

    Discorso - Visita al Centro "ad Gentes" dei Missionari Verbiti a Nemi (9 luglio 2012)

    Discorso - Concerto offerto dalla West-Eastern Divan Orchestra (11 luglio 2012)


---------------------------------------------------------------







 Sei interessato a ricevere la nostra newsletter
 ma non sei iscritto ?
 
Iscriversi è facile e gratuito.  

               ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER

 riceverai la newsletter di "TEMPO  PERSO", ogni settimana, direttamente nella casella di posta elettronica.

L’elenco delle precedenti newsletter:

2012
"AVVENTO/NATALE 2011"
Pagina speciale di TEMPO PERSO

         
  n. 1  del 6 gennaio 2012

n. 4  del 27 gennaio 2012

n. 7  del 17 febbraio 2012

n. 10  del 9 marzo 2012

n. 13  del 31 marzo 2012

n. 16  del 27 aprile 2012

n. 19  del 18 maggio 2012

n. 22  dell'8 giugno 2012

n. 25  del 29 giugno 2012

n. 2  del 13 gennaio 2012

n. 5  del 3 febbraio 2012

n. 8  del 24 febbraio 2012

n. 11  del 16 marzo 2012

n. 14  del 7 aprile 2012

n. 17  del 4 maggio 2012

n. 20  del 25 maggio 2012

n. 23  del 15 giugno 2012

n. 26  del 6 luglio 2012



n. 3  del 20 gennaio 2012

n. 6  del 10 febbraio 2012

n. 9  del 2 marzo 2012

n. 12  del 23 marzo 2012

n. 15  del 20 aprile 2012

n. 18  dell'11 maggio 2012

n. 21  del 1° giugno 2012

n. 24  del 22 giugno 2012


newsletter degli anni precedenti
 
  2011

  2010

  2009

  2008

 

   AVVISI: 

  1) La newsletter è settimanale;

 

  2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:

      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm