"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°28 del 2012

Aggiornamento della settimana

- dal 14 al 20 luglio 2012 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 27  luglio 2012          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

 di P. Gregorio Battaglia
    di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre
 
La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibile (di norma rispettivamente la domenica e il lunedì)


Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

che viene aggiornato quotidianamente
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NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








I NOSTRI TEMPI



  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Internet diritto fondamentale dell’umanità o opportunità per tutti?



Aveva visto bene il nostro ex Garante Privacy Stefano Rodotà quando, qualche settimana fa, aveva proposto di inserire un nuovo art. 21 bis nella nostra Costituzione, a difesa della libertà di espressione anche in Internet: ora a dirlo è addirittura il Consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite. A partire da sabato scorso, infatti, con l’approvazione della risoluzione A/HCR/20/L.13, il web è divenuto ufficialmente un diritto fondamentale dell’uomo, ricompreso nell’art. 19 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo e del cittadino.

  Internet entra nella Dichiarazione Universale dei diritti fondamentali dell’uomo

Internet diritto fondamentale dell’umanità? E’ così che hanno titolato molte testate del web e della carta stampata, all’indomani dell’approvazione della Risoluzione L.13 (testo del 29 giugno, risoluzione adottata dal 6 luglio 2012) da parte del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite.
A leggere bene il testo appare chiara la distorsione comparsa nei titoli dei giornali: si parla dell’estensione degli stessi diritti di cui si gode offline, compreso quello di espressione, al cyberspazio ma non si menziona affatto il diritto all’accesso, che rimane condizionato da un concorso di fattori, non ultimi quelli tecnici.

  Internet non è un diritto dell'umanità

L'accesso alla Rete è un diritto. Non riconoscerlo significherebbe violare l'art. 19 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo
 
    L'accesso a Internet è un diritto umano


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Libertà, dignità, attenzione ai deboli e green economy - La Fondazione di Comunità costruisce nell'area dello Stretto un parco delle energie rinnovabili, dal fotovoltaico all'eolico 


La Fondazione di Comunità costruisce nell'area dello Stretto un parco delle energie rinnovabili, dal fotovoltaico all'eolico. Libertà, dignità, attenzione ai deboli e green economy.
Per il Sud e per l’Italia è un fiore all’occhiello. In Sicilia legalità, voglia di riscatto sociale e attenzione alle persone si presentano unite sotto forma di green economy. Merito della Fondazione di Comunità di Messina (individuata dall’Ocse, dall’Unops e dall’Organizzazione mondiale della sanità come uno dei più interessanti casi mondiali di sperimentazione di modelli di welfare e di sviluppo locale) che parte da un’idea forte: «libertà, dignità e uguaglianza, parole della nostra Costituzione, devono stare insieme e devono guidare le azioni di sviluppo del territorio». 
Gaetano Giunta, direttore generale della Fondazione, spiega, nel presentare i progetti già avviati, che «occorre lavorare in prospettiva per combattere le cause della povertà e per contrastare le mafie. A lungo, invece, ha prevalso l’idea che la disuguaglianza sia uno stimolo allo sviluppo. E anche oggi si afferma l’idea che il welfare sia qualcosa di residuale, che si fa se avanzano i soldi. Noi, invece, abbiamo invertito la prospettiva. Il welfare è qualcosa che rilancia il territorio e lo sviluppo».

    Messina, antimafia e welfare verde

Contrastare le mafie e tutelare le fasce più deboli della popolazione attraverso la “green economy”. È quanto si sta realizzando in provincia di Messina grazie ad un fondo di 5 milioni di euro stanziato dalla Fondazione con il sud e dalla Fondazione di comunità di Messina, che oggi a Roma si sono riunite per presentare i primi risultati di un’attività iniziata nel 2010, con la costituzione della fondazione in Sicilia. 

  Fondazione con il Sud, 5 milioni per la Green economy

... La Fondazione di Comunità di Messina, presentata a Roma e promotrice del progetto, è presieduta da un uomo singolare. Un fisico teorico con il pallino del sociale, da sempre abile nel coniugare amore per la scienza e impegno civile. Si chiama Gaetano Giunta...

  Nasce Comunità di Messina, distretto socioeconomico



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Gli schiavi del terzo millennio


Sono gli schiavi del terzo millennio. Ma nessuno sa effettivamente quanti siano: esistono solo delle stime. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro dell’Onu, in tutto il mondo sono 12,3 milioni; il doppio secondo un recente rapporto del Dipartimento di Stato americano. E tra loro quasi tre milioni sono vittime dirette della tratta: ostaggi di trafficanti che, in cambio del passaggio verso l’“Eldorado” dell’Occidente, di fatto li tengono in ostaggio per anni incassando interessi altissimi sulle rate per pagare il viaggio. Sono vittime della povertà, delle discriminazioni anche per fede, colpevoli spesso solo di essere “minoranza”. In tutto il Pianeta le legislazioni (almeno di principio ) combattono la schiavitù, ma di fatto il numero di questi “invisibili” è in crescita, soprattutto in questi tempi di crisi economica globale. Metà del totale degli schiavi è concentrato in Asia, una buona parte in Africa e America Latina; ma anche nel Medio

  Il mondo in crescita incatena ancora milioni di persone

La vicenda di Farzana Bibi, la cattolica pachistana impiegata con la famiglia in una fabbrica di mattoni, costretta a vendere un rene per garantire la liberazione dalle catene del debito, ha riacceso i riflettori su un fenomeno – quello della schiavitù – che include asservimento per debito, tratta di esseri umani, lavoro minorile, sfruttamento sessuale. In un mondo che cresce in possibilità e benessere, via via sottoposto a leggi più mirate, con opinioni pubbliche sempre più sensibili e con maggiori possibilità di azioni repressive, le aree di schiavitù si allargano e si moltiplicano, e le statistiche segnalano che nella storia dell’uomo non vi è mai stato un numero così elevato di persone in condizione di schiavitù, con oltre la metà concentrate nel solo Subcontinente indiano.

  India, «gigante» dello sfruttamento

Quando li hanno ritrovati, dopo 12 giorni sepolti fra le macerie, Jeff, Jean-Marie e Salomon Max sorridevano. Perché uno dei soccorritori aveva fatto loro una carezza. Questi piccoli – rispettivamente di sei, otto e nove anni – non erano abituati a gesti affettuosi. Da quattro anni – fino al tremendo terremoto del 12 gennaio 2010 che fece crollare la casa sulle loro teste –, i bambini erano costretti a lavorare 14-16 ore, tutti i giorni, senza eccezioni.
Non potevano andare a scuola né giocare con li amici. Gli adulti si avvicinavano loro solo per dare ordini o picchiarli alla minima mancanza. I tre erano cioè “restavek” (letteralmente “stare con”), la parola con cui si definiscono i baby schiavi. Per un drammatico paradosso della storia, il primo Paese in cui gli schiavi si ribellarono e vinsero contro i padroni, è anche quello dove il vergognoso istituto sopravvive. Grazie a una tradizione, più forte della legge che ha abolito la pratica nel 2003. E alla miseria dilagante: prima e dopo il sisma.

  America Latina - Servi e baby operai: il volto oscuro del boom

Zion oggi vive a Tel Aviv con il marito e una bambina di poco più di un anno. Stanno in un’unica stanza con altre sei persone nel quartiere africano vicino alla stazione dei bus. Sono profughi eritrei e nel dicembre 2010 sono stati liberati dall’inferno del Sinai da don Mosè Zerai, grazie anche alla generosità dei nostri lettori, privati cittadini, diocesi e congregazioni religiose.

  Sinai, ostaggi per pagarsi un sogno


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Auguri a Nelson Mandela che oggi compie 94 anni!!!


Auguri a Nelson Mandela che oggi compie 94 anni
Nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli. (Nelson Mandela)

Il Sudafrica festeggia oggi il 94esimo compleanno di Nelson Mandela: la giornata è iniziata con un "Happy Birthday" intonato da tutti gli scolari del Paese, mentre i sudafricani sono stati invitati a compiere buone azioni in omaggio all'impegno politico dell'eroe anti-Apartheid.
In tutte le scuole del paese, più di 12 milioni di bambini hanno cantato alle 8 in punto "Buon compleanno", seguito da "we love you tata" (Ti amiamo papà), con le radio che hanno trasmesso la stessa canzone alla stessa ora.

Sulla pagina Internet delle Nazioni Unite dedicata all'eroe dell'anti-apartheid campeggia una delle sue frasi più celebri: 
«Possiamo cambiare il mondo e renderlo un posto migliore. È nelle nostre mani fare la differenza». 
Ed è proprio con questo spirito che anche quest'anno l'Onu si è unito alla Fondazione Nelson Mandela per chiedere a tutti i cittadini del mondo di dedicare 67 minuti del loro tempo ad aiutare il prossimo. Un degno modo di celebrare il "Nelson Mandela International Day": Mandela, ricorda il sito, «ha dedicato 67 anni della sua vita al servizio dell'umanità, come un avvocato dei diritti umani, un "prigioniero di coscienza", un conciliatore internazionale e il primo presidente di un Sudafrica libero eletto democraticamente». Quindi, un minuto per ogni anno.

Il Sudafrica e il mondo intero festeggiano Nelson Mandela.

  Sudafrica: i 94 anni di Nelson Mandela (video)


Facciamo nostri i sentimenti di felicitazione che l'arcivescovo Desmond Tutu ha espresso per i sudafricani: «Il più grande dono che potremmo offrire a Nelson Mandela è quello di emulare la sua magnanimità. Egli ha messo la riconciliazione e l'unità nazionale al primo posto del suo impegno politico; è stato capace di ascoltare l'altro, di sollecitare e rispettare il punto di vista altrui; ha dato un esempio di perdono e tolleranza, ispirando speranza e fierezza nelle persone da lui incontrate».

E facciamo eco alle felicitazioni di Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, nel suo messaggio per celebrare il Nelson Mandela International Day festeggiato il 18 luglio: «Nelson Mandela donò 67 anni della sua vita per portare un cambiamento alle persone del Sudafrica. Il nostro dono a lui può e deve essere quello di impegnarci per cambiare il nostro mondo. Prendetevi cura di un bambino; date cibo agli affamati; preoccupatevi dell'ambiente; svolgete volontariato in un ospedale o in un centro sociale. Questo è il modo migliore per augurare a Nelson Mandela un felice novantaquattresimo compleanno. È il modo migliore per ringraziarlo di essere una fonte di ispirazione per tutti noi».

Auguri per Mandela dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama: "la storia personale di Nelson Mandela è quella di una volontà incrollabile, di un'integrità irremovibile, di una costante umiltà. La nostra famiglia è sempre stata ispirata dall'esempio di Madiba" ha proseguito il presidente americano , per il quale " Mandela ha cambiato la storia, trasformato il suo paese, il continente e il mondo". "Mandela - ha concluso - ha dimostrato al mondo lo straordinario potere della non-violenza, della tolleranza".

  La storia siamo noi - Un eroe, un mito (video)

  LA PUNTATA INTEGRALE

Per le 94 candeline di Nelson Mandela la società Presenz Digital ha creato un video con cui si ripercorre la vita del simbolo della lotta all'apartheid attraverso i social network. Vengono così raccontati i 27 anni in prigione con tanto di foto pubblicate su Foursquare fino alla liberazione nel 1990 con le frasi realmente pronunciate da Mandela e passate alla storia.

  94 anni in 5 minuti: la vita di Mandela è social (video in inglese)

AUGURI!



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Povera Italia, sempre più povera... emergenza SPREAD SOCIALE!


Nel 2011, l'11,1% delle famiglie è relativamente povero (per un totale di 8.173 mila persone) e il 5,2% lo è in termini assoluti (3.415 mila).
Leggi tutto sul rapporto ISTAT :
  • La povertà in Italia
  • Testo integrale (pdf 556 KB)
  • Tavole (zip 16 KB)
Povertà, debiti, vecchiaia e disoccupazione: sono questi i problemi che affliggono l'Italia. Un quadro preoccupante quello che emerge dal rapporto "Noi-Italia" 2012, diffuso dall'Istat.

   "Noi-Italia" 2012: povertà, debito, vecchiaia e disoccupazione

La fotografia dell’Italia povera dell’Istat non sorprende il ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi. «Non ignoravamo questa situazione – dice – e stiamo valutando come intervenire». Riconosce l’importanza dei numeri, pur non giudicandoli rivoluzionari.

   Andrea Riccardi: «Così le famiglie non reggono»

«Sta emergendo un enorme blocco sociale fatto di poveri e disoccupati che va considerato come la prima grande emergenza di questo Paese, con la quale bisogna assolutamente fare i conti. Non possiamo continuare a tollerare ancora, in Italia, la mancanza di una misura strutturale di contrasto alla povertà assoluta». Lo afferma il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, commentando i nuovi dati Istat sulla diffusione della povertà nel nostro Paese

   Povertà, Acli: «È spread sociale»

Se ne discute ad Agenda Italia con Paola De Micheli, deputato Pd - Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori e Antonio Galdo, giornalista e direttore del sito www.nonsprecare.it.

     video


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NOTIZIE BELLE -
L'azienda Morellato rifiuta una commessa militare. Quando una scelta etica è più forte della crisi

   L'azienda Morellato rifiuta una commessa militare. Quando una scelta etica è più forte della crisi

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La Farnesina ha confermato la liberazione di Rossella Urru. Il ministro degli esteri Giulio Terzi ha appena dato la notizia: “Una bellissima notizia. E’ stata liberata... Rossella è “il simbolo del coraggio, della dignità e della fierezza delle nostre donne“.

   La Farnesina conferma la liberazione di Rossella Urru

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Per ridare un volto solidale e concreto al welfare territoriale, non si può sottovalutare il volontariato. Non più. Non solo per una valutazione meramente economica, ma per il grande valore della gratuità che porta con sè. È un bene non commerciabile che va curato, protetto e promosso.

   Virginio Colmegna:  Il valore della gratuità


Un'azienda del comparto fotovoltaico e termotecnico, la Morellato di Ghezzano (Pisa), nonostante la crisi economica che la attanaglia e parte dei suoi lavoratori in cassa integrazione decide di rifiutare una commessa militare offerta dalla Waas, azienda del gruppo Finmeccanicacoinvolta nella produzione di armamenti, in particolare siluri.
E tutto questo dopo un sofferto percorso interno ed un confronto con OdES, l'Officina dell'Economia Solidale di Pisa (associazione che cura e facilita il consolidamento del Distretto di Economia Solidale del comprensorio). Una scelta coraggiosa, che testimonia come una cooperazione virtuosa tra piccole imprese responsabili e il mondo dell'economia solidale può fare la differenza nella costruzione di una soocietà sostenibile e solidale.

   RETE DISARMO:  L'etica non si vende


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Notizie dal mondo


Dopo la dichiarazione di carestia, dell'Onu, in due regioni del Sud della Somalia e in tutto il Corno D'Africa, sono ancora milioni le persone che hanno bisogno di tutto. Scarsità di piogge, accesso limitato all'acqua e conflitti sono state le cause di questa crisi che ha colpito oltre 13 milioni di persone. La crisi è ben lontana dall'esser terminata secondo l'UNICEF  soprattutto per i bambini l'emergenza continua

   REPUBBLICA:  Corno d'Africa, un anno dopo - A milioni chiedono ancora aiuto

“Se il rame fosse cileno l'educazione sarebbe gratuita”. Questo lo slogan che si leggeva sulla bandiera gigante che lo scorso 11 luglio a Santiago del Cile che gli studenti - ma anche professori, lavoratori, sindacalisti, e numerosi altri cittadini - hanno srotolato durante una manifestazione per ricordare i 41 anni dalla nazionalizzazione delle miniere di rame e per chiedere la re-nazionalizzazione di tutte le risorse naturali del paese.

   Elvira Corona:  Cile: Se il rame fosse cileno l'educazione sarebbe gratuita

Appena il ministro degli Esteri filippino Alberto del Rosario ha cominciato a sollevare la questione estremamente sensibile del Mar Cinese Meridionale, il microfono si è improvvisamente spento.

   Gabriele Battaglia:  Asean, la disunione del Sudest asiatico

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha già il colpevole: l’Iran. Subito sostenuto da Ehud Barak, suo ministro della Difesa. Di certo, per ora, ci sono solo le otto vittime dell’attacco suicida avvenuto ieri, 18 luglio 2012, a Burgas in Bulgaria contro un pullman carico di turisti israeliani.

   Christian Elia:  Medio Oriente, la strategia della tensione


“Quando l’America ha il raffreddore, l’America nera ha la polmonite”, dice un proverbio in voga tra gli afroamericani. La crisi economica non fa eccezione, colpendo con particolare virulenza la popolazione di colore.

   Enrico Piovesana:  Occupy The Hood

A Guayaquil, in Ecuador, si sta celebrando (16-20 luglio) il 12° Incontro di pastorale afro-americana. A confronto 200 delegati, in rappresentanza di tutte le nazioni delle Americhe con popolazioni afro-discendenti.

   Mariano Tibaldo:  Pastorale afro-americana, tante sfide

La Banca mondiale messa sotto accusa da Survival International, Human Rights Watch e International Rivers perché finanzia le linee elettriche della diga etiopica, in via di costruzione, che devasterà l’esistenza di 200mila persone nella bassa Valle dell’Omo 

   NIGRIZIA:  Etiopia - Scandalo Gibe III

I giovani da ormai 4 settimane scendono in piazza a Khartoum, con altri gruppi sociali, compresi i fedeli di alcune importanti moschee. Il regime risponde con ondate di arresti e l'uso della forza. I maggiori partiti politici di opposizione trovano un accordo per la transizione democratica, mentre l'opposizione armata (SRF), attiva in Sud Kordofan, Blue Nile e Darfur, si dichiara disponibile ad un accordo. 

   NIGRIZIA:  Sudan: un mese di proteste popolari



Lotta alla mafia


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Segalazione della DIRETTA della Conferenza AntimafiaDuemila (atrio facoltà di Giurisprudenza) “Trattative e Depistaggi: quale stato vuole la verità sulle stragi?” Intervengono Salvatore Borsellino, Antonio Ingroia, Antonino Di Matteo, Roberto Scarpinato, Domenico Gozzo, Saverio Lodato, Giorgio Bongiovanni. Saluti di Rita Borsellino, Sonia Alfano, Leoluca Orlando e del preside della facoltà Antonio Scaglione. Modera: Anna Petrozzi.

   “Trattative e Depistaggi: quale stato vuole la verità sulle stragi?”

   Via D’Amelio, Strage di Stato 20 anni dopo. DIRETTA


   La lotta alla mafia...


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XX ANNIVERSARIO STRAGE VIA D'AMELIO, IN RICORDO DI PAOLO BORSELLINO E DEI 5 AGENTI DI SCORTA AGOSTINO CATALANO, EMANUELA LOI, VINCENZO LI MULI, WALTER EDDIE COSINA E CLAUDIO TRAINA 


Gli interventi dei famigliari di Paolo Borsellino: i fratelli Salvatore e Rita, e la vedova Agnese 

   ANNIVERSARIO STRAGE VIA D'AMELIO, IN RICORDO BORSELLINO E AGENTI DI SCORTA

Al Comune di Palermo, Salvatore e Rita Borsellino hanno presentato le manifestazioni organizzate in occasione del ventennale della strage di via D'Amelio. Il 19 luglio del '92, il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta perdono la vita per mano mafiosa.

   video

Il programma completo delle manifestazioni.

   Programma 3 giorni per Paolo Borsellino

A 20 anni dalla strage di via D'Amelio, il Corriere della Sera ricorda Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta con il volume 'Paolo Borsellino' curato dal giornalista Umberto Lucentini insieme ai familiari del giudice ucciso: Agnese, Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino. Nel libro, distribuito dal 14 luglio (3,80 euro più il prezzo del giornale), c'é anche una lettera, inedita, scritta dalla moglie Agnese al marito, che pubblichiamo.
Caro Paolo, da venti lunghi anni hai lasciato questa terra per raggiungere il Regno dei cieli, un periodo in cui ho versato lacrime amare; mentre la bocca sorrideva, il cuore piangeva, senza capire, stupita, smarrita, cercando di sapere.
Mi conforta oggi possedere tre preziosi gioielli: Lucia, Manfredi, Fiammetta; simboli di saggezza, purezza, amore, posseggono quell'amore che tu hai saputo spargere attorno a te, caro Paolo, diventando immortale.
Hai lasciato una bella eredità, oggi raccolta dai ragazzi di tutta Italia; ho idelamente adottato tanti altri figli, uniti nel tuo ricordo dal nord al sud - non siamo soli. 

   'Cosa ha lasciato mio marito Paolo Borsellino'

   Agnese Borsellino legge la lettera scritta al marito nel XX anniversario della sua morte (video)


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RICORDIAMO GLI AGENTI DELLA SCORTA DI PAOLO BORSELLINO - XX ANNIVERSARIO STRAGE VIA D'AMELIO / 2


Quando vado nelle scuole, prima ancora di parlare di Paolo parlo dei "suoi ragazzi" come lui li chiamava (riferendosi agli agenti della scorta ndr) e racconto qualcosa di ognuno di loro; piccoli episodi che facciano capire che sono persone come tutti noi, con i loro sogni, i loro desideri". Così Rita Borsellino, sorella del magistrato morto nella strage in via D'Amelio, parlava riferendosi ai cinque agenti di scorta uccisi insieme a suo fratello.
Così diceva Rita, con una frase che va al di là del tempo, delle circostanze: "Dico sempre che la scorta non è un contenitore vuoto ma che è fatta da persone con un compito straordinario: proteggere la vita di un altro anteponendola alla loro". Nella strage di via D'Amelio rimasero uccisi:
  • Agostino Catalano, capo scorta, 43 anni. Sposato, aveva perso la moglie ed era rimasto solo con le sue due figlie.
  • Walter Eddie Cosina, 30 anni. Era nato in Australia. Morto durante il trasporto in ospedale. Lasciava la moglie Monica.
  • Emanuela Loi, 24 anni, la prima donna poliziotto entrata a far parte di una squadra di agenti addetta alla protezione di obiettivi a rischio.
  • Vincenzo Li Muli, 22 anni. Il più giovane della pattuglia. Da tre anni nella Polizia di Stato, aveva ottenuto pochi mesi prima la nomina ad agente effettivo.
  • Claudio Traina, 26 anni. Arruolato in Polizia giovanissimo, dopo essere stato a Milano e Alessandria, aveva ottenuto da poco il trasferimento nella sua città: Palermo.
Antonio Vullo, 32 anni, agente, sposato e padre di un figlio è l'unico riuscito a sopravvivere alla strage. Mentre i suoi colleghi si stringevano, come d'abitudine, attorno al magistrato, Vullo parcheggiava la macchina poco distante. (fonte: Polizia di Stato)

Guarda anche il nostro precedente post:
  • XX ANNIVERSARIO STRAGE VIA D'AMELIO, IN RICORDO DI PAOLO BORSELLINO E DEI 5 AGENTI DI SCORTA



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La delegazione siciliana dell'Ac ha pubblicato un importante documento d'impegno intitolato "Perché la memoria diventi pietra angolare della dignità umana".
Ricordando Paolo Borsellino
”Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana” (P. Borsellino)
PERCHE’ LA MEMORIA DIVENTI PIETRA ANGOLARE DELLA DIGNITA’ UMANA

L’AZIONE CATTOLICA SICILIANA,
riunita ad Erice il 30 giugno e il 1 luglio 2012, per approfondire il tema “Famiglia 1 valore: dagli io al noi e viceversa”, vuole fare memoria dell’attentato del 19 luglio 1992 in via D’Amelio a Palermo, in cui morirono Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta.
Memoria perché ogni vittima della criminalità organizzata ha il diritto di essere ricordata per aver contribuito alla lotta contro la mafia.
Memoria che si trasforma in impegno perché queste vittime non meritano soltanto di essere semplicemente ricordate.
L’impegno preso non porterà alla gloria e non porterà nessuno di noi ad essere eroi; l’impegno preso ci renderà veri cittadini, cittadini che comprendono e rispettano con orgoglio i diritti e i doveri, i fondamenti della solidarietà e della legalità.
La mafia non si può vincere da soli: va combattuta insieme, come tanti alberi piantati su una collina, che solo intrecciando le loro radici possono impedire che scivoli a valle. Così solo tante coscienze intrecciate possono lottare contro la mafia e vincerla.

   Cittadini degni del Vangelo, nel nome di Giovanni e Paolo...


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“PRETENDIAMO TUTTA LA VERITA’ PER AVERE GIUSTIZIA” - XX ANNIVERSARIO STRAGE VIA D'AMELIO, IN RICORDO DI PAOLO BORSELLINO E DEI 5 AGENTI DI SCORTA / 4




"Paolo ha cominciato a morire quando ha capito che quello in cui credeva si è rivoltato contro. Non permetterò che Paolo venga ucciso altre volte. 
Speranza, giustizia e verità devono vivere" (Rita Borsellino nella sua pagina Fb...)

“Non c’è più speranza…” con queste parole, a Palermo il 19 luglio 1992, dopo la strage che uccideva il Giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, il capo del “pool antimafia” Antonino Caponnetto...

   Folla inferocita contro i politici ai funerali degli agenti della scorta di  Borsellino (video)

Significativo è il pensiero e la convinzione di Salvatore Borsellino, fratello del Giudice Paolo, descrive nel corso di una intervista Rai, che lascia intravedere una chiave di lettura delle vicende di venti anni fa, ancora aperte con tanti dubbi, tanti sospetti e molte contraddizioni, che oggi sono ancora di grande attualità, e alimentano la controversa questione sulla trattativa stato-mafia. “ perché quello che è stato fatto è proprio cercare di fare passare l’assassinio di Paolo e dei quei ragazzi che sono morti in via D’Amelio come una strage di mafia...
Quello che noi invece cerchiamo in tutti i modi di far capire alla gente è che questa è una strage di stato, nient’altro che una strage di stato.

   Paolo Borsellino: fu una strage di Stato?

“PRETENDIAMO TUTTA LA VERITA’ PER AVERE GIUSTIZIA”
   intervento di Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo Borsellino (video)
Il Vile agguato. Chi ha ucciso Paolo Borsellino?
Una storia di orrore e menzogna

   Intervista a Enrico Deaglio (video)

Vent'anni fa, dal condominio di via D'Amelio esce un uomo, con la sua famiglia. Fa un gesto che all'epoca deve essere sembrato insignificante: scaccia i bambini che giocano vicino a un'utilitaria parcheggiata. È Salvatore Vitale, abita nello stesso palazzo della madre di Borsellino, sarà poi accusato di essere uno degli esecutori materiali della strage.
Vent'anni fa, nello stesso condominio di via D'Amelio, entra Paolo Borsellino: deve portare sua madre dal medico, ma non ne avrà il tempo. Rivediamo la terribile sequenza di immagini: una tranquilla strada in uno dei quartieri cresciuti come erbacce alle pendici del monte Pellegrino, su cui sta appollaiato il Castel Utveggio, sede forse dei servizi segreti e forse luogo da cui sarebbe stato azionato il telecomando della bomba. Un boato tremendo, auto scaraventate in aria, una stradina devastata.
Sulla scena accorre subito una moltitudine di persone, che rende difficile il lavoro di chi dovrebbe fare i rilievi. Così il 19 luglio del 1992 muoiono Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Uno solo si salva: è Antonino Vullo, ferito mentre parcheggiava uno dei veicoli della scorta. Così comincia un mistero che non è stato ancora chiarito. 

   L'assassinio di Borsellino un mistero lungo 20 anni di Roberto Saviano

 Lucarelli racconta:  

   "Il segreto di Paolo Borsellino" (video)

Il peggiore nemico che abbiamo da combattere non è tanto la mafia in sé, quando la «mafiosità», ovvero un certo modo di pensare e di organizzare la società.Ciò richiede un nuovo patto tra cittadini e istituzioni, nella consapevolezza delle proprie responsabilità, certi che un’Italia diversa è possibile, vent’anni fa come oggi. Una riflessione di Ninni Salerno, delegato regionale AC Siciliana nell’anniversario della strage di via d’Amelio. 

   Mafia. La lotta continua

Guarda anche i nostri precedenti post:
  • XX ANNIVERSARIO STRAGE VIA D'AMELIO, IN RICORDO DI PAOLO BORSELLINO E DEI 5 AGENTI DI SCORTA
  • RICORDIAMO GLI AGENTI DELLA SCORTA DI PAOLO BORSELLINO - XX ANNIVERSARIO STRAGE VIA D'AMELIO / 2
  • "La mafia nega il Vangelo. È l’Antivangelo. ..." - Documento AZIONE CATTOLICA SICILIANA - XX ANNIVERSARIO STRAGE VIA D'AMELIO / 3


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"Non mi aspettavo da Napolitano una presa di posizione così netta e grave nei confronti della Procura di Palermo, nel momento in cui quest’ultima sta cercando di fare chiarezza tra depistaggi e sentenze indotte. A pochi giorni dall’anniversario della strage, ci viene detto che delle intercettazioni tra Mancino e il Presidente la gente non deve sapere nulla"

  Alex CorlazzoliTrattativa, Rita Borsellino: “La mossa del Colle è uno schiaffo a me e all’Italia”

Andai a trovarlo in Procura alla vigilia della sua morte e, dopo un lungo colloquio, mi disse: «Fermati, voglio confessarmi. Vedi, io mi preparo». Aveva un senso profondo di ciò che doveva accadere. Giovanni Paolo II lo definì martire della giustizia e davvero penso che Paolo e tutti i magistrati e gli agenti uccisi dalla mafia sono beati a causa della giustizia

  Alessandra TurrisiDon Cesare: «Borsellino mi disse: confessami, mi sto preparando»


Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, ha deciso di lasciare l'indagine sullatrattativa Stato-mafia e il ministro della Giustizia Paola Severino ha accolto questa scelta.
La decisione è stata presa grazie a un'offerta per un incarico annuale alle Nazioni unite in Guatemala ma Ingroia non ha nascosto che la sua situazione in Italia stava diventando ormai molto difficile da sostenere.
«NON SONO IN GUERRA CON NESSUNO». «Io non mi sento in guerra con nessuno, però che sia diventato un bersaglio questo lo avverto anch'io» ha dichiarato il 20 luglio al quotidiano La Stampa.

  ARTICOLO43Ingroia dice addio all'Italia Va in Guatemala per l'Onu.

Il capo dei pm di Palermo risponde agli attacchi sulle intercettazioni che hanno coinvolto il Quirinale e sul caso Dell'Utri. Il conflitto di attribuzione sollevato dal capo dello Stato "non obbliga alla sospensione delle indagini, ma valuteremo"

  IL FATTO QUOTIDIANOTrattativa, il procuratore Messineo: "Ci fu davvero e l'inchiesta continua"


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Le associazioni criminali in tutta Italia impongono i prezzi, controllano la manovalanza, rubano bestiame, possiedono società di facchinaggio e trasporto. E avrebbero anche propri supermercati. Il rapporto della Confederazione Italiana Agricoltura

  Gabriele BindiLa mafia controlla l'agricoltura italiana




FEDE E
SPIRITUALITA'




"Il coraggio di sperare oggi"

HOREB n. 61 - 1/2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

Il terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale: è possibile sperare? 

Questo navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze, che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli, credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è speranza”, egli  sente il bisogno di oltrepassare lo scacco dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso. 

Sperare si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la morte non sia inghiottita nella vittoria. 

Giovanni Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto i nostri peccati  quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione. 
La speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in libertà e di scegliere ogni  giorno la via della vita. Essa consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo, che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta. Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà. 
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..."  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)

   Ricerche nel Web - Una speranza "crocifissa", ma non sconfitta (pdf)



E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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INCONTRI PER L’ESTATE 2012
LECTIO DIVINA 17-22 LUGLIO
LETTURA DEI LIBRI DI SAMUELE con p. Pino Stancari sj



FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO 

   Locandina (pdf)


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SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ 6-11 AGOSTO 2012
DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE
A 50 anni dal Concilio Vaticano II



 FRATERNITÀ  CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO


   il programma della settimana di spiritualità (pdf)


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XV domenica del Tempo Ordinario di LUCIANO MANICARDI


XV domenica del Tempo Ordinario Anno B
Am 7,12-15; Sal 84; Ef 1,3-14; 
Mc 6,7-13

commento di
 p. LUCIANO MANICARDI 

La pagina di Amos e il brano evangelico presentano il tema dell’invio in missione. Il profeta è un inviato da Dio: non è profeta di mestiere né si è inventato lui profeta (I lettura). Normalmente, il vero profeta è riluttante a obbedire alla chiamata che si configura come una lotta con Dio in cui egli viene vinto. E l’obbedienza controvoglia è criterio di autenticità della missione. Il vangelo presenta le disposizioni di Gesù ai discepoli prima del loro invio (Mc 6,7-11), quindi uno stringato resoconto della loro attività missionaria (Mc 6,12-13).
L’iniziativa della missione è totalmente di Gesù: la missione sarà veramente cristiana nella misura in cui diverrà sacramento della presenza e della venuta del Signore. Il missionario è dunque anzitutto uomo di ascolto e di fede obbediente alla parola di Dio.
L’invio “due a due” dice che il missionario non è un avventuriero isolato. Non solo egli agisce in obbedienza a un mandato, a nome di una chiesa, ma svolge la sua missione insieme ad altri. Il testo suppone il fatto che in due ci si può proteggere meglio da pericoli, ma suggerisce anche che in due (o più) si può vivere la relazione, la comunione e la carità. La vita insieme degli inviati, la loro carità, è già testimonianza missionaria che rende presente Cristo a coloro che essi incontrano. La missione non consiste anzitutto in attività, in un fare per gli altri, ma in una relazione, improntata a comunione e carità, tra gli stessi missionari.
Le direttive di Gesù delineano i tratti perenni dell’azione missionaria della chiesa. E l’opera di annuncio del vangelo destinato anzitutto ai poveri deve svolgersi con sobrietà e povertà di mezzi. Il mezzo è già messaggio, e come potrebbe il vangelo rivolto a poveri, sofferenti e ultimi come destinatari privilegiati, essere annunciato con dispiegamento di mezzi e opere grandiose, ed essere affidato a messaggeri ricchi e potenti? Non sarebbe anche un’umiliazione per i destinatari? Il rigore delle direttive di Gesù è tale che Gerolamo afferma che i discepoli sono mandati “pressoché nudi”: nudi, per seguire il Cristo nudo. .....

     domenica 15 luglio 2012 - commento


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"Un'ingiustizia sociale di Gesù? " di Gianfranco Ravasi


«Questi ultimi hanno
lavorato una sola ora,
eppure li hai trattati
come noi, che abbiamo
sopportato il peso della
giornata e il caldo!».
(Matteo 20,12)

La parabola evoca, come accade spesso alla predicazione di Gesù, la concretezza di una situazione sociale amaramente costante nella storia dell’umanità. La parola di Cristo non è né eterea né aerea, bensì è piantata saldamente nel terreno delle vicende umane. Di scena è ora la disoccupazione e il precariato. Come è noto, nella piazza del mercato, quella principale della città, stazionavano i braccianti, in attesa che un proprietario terriero o un mediatore (l’infame prassi del “caporalato” dei nostri tempi ne è la continuazione) li prendesse a giornata. 
Sappiamo lo sviluppo della parabola, narrata dal solo Matteo (20,1-16) e scandita sulla suddivisione della giornata secondo l’“orologio” di allora. Si parte con l’alba che è l’ultima parte della notte e la prima del giorno, si procede con la “terza ora”, cioè le nove, si passa alla “sesta” (mezzogiorno) e alla “nona” (le tre pomeridiane) e si giunge all’“undicesima ora”, in pratica le cinque del pomeriggio, alle soglie della sera e della notte. Il compenso pattuito è di un denaro d’argento, l’unità monetaria romana che rappresentava il salario giornaliero di un operaio e la spesa media di una giornata, come si dice nella parabola del buon Samaritano (Luca 10,35). Il denarius recava l’effigie dell’imperatore: si spiega così la scena del tributo a Cesare narrata nei Vangeli (Matteo22,19). 
Strettamente parlando, quel padrone che pattuisce con tutti un denaro di paga, riservandolo anche a chi ha lavorato una sola ora pomeridiana, agisce, da un lato, correttamente sulla base del contratto “separato” stipulato con ciascuno, ma d’altro lato non è certo un modello di giustizia nelle relazioni industriali. Qual è, allora, il senso della parabola, fermo restando che il suo messaggio non può essere orientato all’ingiustizia sociale?

     Un'ingiustizia sociale di Gesù?


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VIZI CAPITALI - 3 INVIDIA: la «passione triste del XXI secolo» di mons. VINCENZO PAGLIA
 

VIZI CAPITALI  - 3
INVIDIA: la «passione triste del XXI secolo» di mons. VINCENZO PAGLIA

«Perché lui si e io no?» È l’interrogativo che accende l’invidia. Non nasce dall’amore per l’uguaglianza, come a prima vista potrebbe sembrare. Può essere anche vero infatti che una società più giusta offra meno occasioni all’invidia di attecchire nel cuore dell’uomo. Nietzsche, ad esempio, lo suggerisce. A suo parere il livellamento tra gli esseri umani può favorire «quell’inclinazione che nello stato di natura sarebbe difficilmente comprensibile: l’invidia» (Umano, troppo umano). A mio avviso, tuttavia, essa, come tutte le passioni, più che da fattori esterni all’uomo, dipende primariamente dal cuore dell’uomo e dove l’uomo pone il suo tesoro. Gesù lo ha detto ai suoi discepoli: «Dal cuore provengono propositi malvagi, omicidi, adulteri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie» (Mt15,19). Chi pone al centro di tutto il proprio “io” è spinto alla tristezza per il bene degli altri. San Tommaso, che riporta l’affermazione del Damasceno che la qualifica l’invidia come «la tristezza dei beni altrui» (II-II, q.36, a.1), rimarca l’assurdità di questa passione. Mentre è logico che la tristezza sorga per il male proprio, con l’invidia accade in contrario: il bene altrui è creduto un male proprio perché si pensa possa sminuire «la propria gloria o la propria eccellenza» (ivi). Per questo l’aquinate afferma che «è sempre una cosa malvagia». E sostiene che è un peccato mortale perché “si oppone direttamente alla misericordia… e alla carità”. 
C’è una generale concordia nella severità di giudizio sull’invidia. La bella sintesi di Elena Pulcini, nel volume Invidia. La passione triste, che spazia dalla cultura greca sino ai nostri giorni, può riassumersi nell’affermazione dello scrittore statunitense Joseph Epstein che considera l’invidia «il più insidioso dei vizi capitali». E, potremmo aggiungere, anche il più meschino, tanto che nessuno se ne vanta come fa rilevare il duca Francois La Rochefoucauld: «Molti sono disposti a esibire i propri vizi, ma nessuno oserebbe vantarsi della propria invidia». L’invidia resta segreta e triste. Ed anche dolorosa, perché è un vero e proprio auto avvelenamento dell’anima: non solo non riesce a sopportare il bene dell’altro, ma trova soddisfazione solo nella disgrazia dell’altro. Giotto, nella Cappella degli Scrovegni, la raffigura come una vecchia dalle mani rapaci, avvolta dal tormento di un fuoco che ne brucia le vesti e con un serpente che esce dalla sua bocca e gli si rivolta contro iniettandole negli occhi il veleno mortale. Diceva bene Hannah Arendt: l’invidia «è il peggior vizio dell’umanità» (L’umanità nei tempi oscuri).

     INVIDIA: la «passione triste del XXI secolo» di Vincenzo Paglia


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VIZI CAPITALI 4 - "ACCIDIA: il demone della notte" di mons. PIERANGELO SEQUERI



VIZI CAPITALI  - 4
ACCIDIA: il demone della notte di mons. Pierangelo Sequeri

Poco dopo aver fatto la sua comparsa, l'accidia si è mossa, come un'epidemia, da Oriente a Occidente. Anche il suo orario preferito è cambiato, nel passaggio. E non solo quello. 
Era, all'inizio, demone meridiano: un incubo, per i monaci della Tebaide, che hanno scoperto per primi la devastante portata teologica dell'akedia dentro la vita dello spirito...
L'ora simbolo dell'accidia nel frattempo cambierà, perché, con il passaggio in Occidente, anche il monachesimo è cambiato. E con essa i simboli e le metafore di riferimento. Non sarà più un demone meridiano, diventerà un incubo notturno. Non più il languore delle membra che sogna nuove emozioni. Sarà il buco nero dell’abbandono, che porta sul bordo del niente...
Nel tempo, in ragione delle sue molte manifestazioni, l'acedia è stata riconosciuta, accentuandone diversamente il tratto dominante, in molte situazioni connesse: dalla malinconia al lutto, dalla pigrizia all'infingardaggine, dalla tristezza alla depressione, dallo struggimento all’irrequietezza... 

   ACCIDIA: il demone della notte di Pierangelo Sequeri



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  Auguro che Maria...
  16 luglio 2012...
  Beata Vergine del Carmelo... (video)


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  Ognuno di noi...
  Il pescatore di perle...
  Partono i discepoli...
  Su questa terra...
  La pace...
  Se non si tendono...
  Essere Chiesa...


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Il teologo risponde


La massoneria determina le politiche di molti Paesi. Ma non è in contrasto con le regole della Chiesa cattolica?

  Maurilio GuascoChiesa e massoneria

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La Bibbia in un frammento
Le pietre d'inciampo del Vangelo




"Amico, come mai
sei entrato qui senza
l’abito nuziale?...
Legatelo mani e piedi
e gettatelo fuori
nelle tenebre!"


(Matteo 16,23)


  Gianfranco RavasiL'abito nuziale

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Il cardinale Carlo Maria Martini ha celebrato i sessant’anni di sacerdozio




Il cardinale Carlo Maria Martini ha celebrato i sessant’anni di sacerdozio
L'arcivescovo emerito di Milano è stato ordinato prete il 13 luglio 1952 a Chieri in provincia di Torino. Il Cardinale Martini ha dato impulso agli studi biblici con la lectio divina e la Scuola della Parola, ha fondato la Cattedra dei non credenti e la Scuola di formazione alla politica.

DALLA DIOCESI DI MILANO
L’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola e tutta la Chiesa ambrosiana si stringono al cardinale Martini e gli esprimono affetto e riconoscenza per il suo lungo ministero sacerdotale speso come annunciatore della Parola, in particolare come pastore della Chiesa di Milano.
Quale migliore augurio chiedono con la preghiera al Signore che continui a sostenerlo nel suo servizio presbiterale alla Chiesa e al mondo.
Ad esprimere i sentimenti di tutti è monsignor Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare di Milano e segretario di Martini dal 10 febbraio 1980 quando fece il suo ingresso a Milano come nuovo Arcivescovo.

Eminenza,
recentemente Ella ha ricordato i 60 anni trascorsi dalla sua ordinazione presbiterale, avvenuta il 13 luglio 1952. In occasione di questa ricorrenza penso di interpretare il pensiero di tutti se, sfidando la sua proverbiale riservatezza, le dico che le vogliamo sempre molto bene. Suscita commossa gratitudine pensare che ben ventidue anni del suo lungo ministero sacerdotale Ella li ha vissuti a Milano, come Vescovo e Pastore: anni di tale intensità umana e spirituale, da fissarsi indelebilmente nel cuore di ogni milanese.
Ho conservato una sua lettera, del 26 febbraio u.s., nella quale Lei ha risposto così ad un giovane che Le chiedeva se avesse paura del silenzio in questa particolare fase della vita: “Non ho paura del silenzio. Mi vado chiedendo tuttavia cosa voglia dirmi il Signore con questa crescente difficoltà che da un lato sto combattendo, dall’altro sto accettando. Invoco il patrocinio di Papa Wojtyla, perché il suo gesto più umano fu quello di battere il pugno sul tavolo quel giorno in cui ebbe l’evidenza di non poter più comunicare a voce con la gente. Lui sa quanto sia faticoso non poter esprimere verbalmente ciò che si ha nel cuore. Sono ancora, quindi, in viaggio e come ogni viaggio vedo e sperimento cose nuove. Sento che si tratta di una condizione che apre a orizzonti misteriosi“.
Eminenza, in questo viaggio Lei non è solo: moltissimi preti, religiose, religiosi e semplici fedeli La ricordano con affetto nella preghiera di ogni giorno. La ricorda con stima e riconoscenza anche quella parte della società civile con la quale Lei ha saputo mirabilmente dialogare, aiutando tutti a riconoscere il non credente e il credente presenti nel cuore di ogni persona. Tutti le siamo debitori perché ci ha insegnato che è possibile ascoltare – anche nel frastuono della nostra metropoli – la Parola di Dio.
L’augurio è che per Lei sia possibile trovare la forza, i tempi e le modalità per comunicare ancora a lungo con la chiesa e con il mondo.
Grazie Eminenza, e moltissimi auguri.
Monsignor Erminio De Scalzi Vescovo ausiliare di Milano

   Il Card. Carlo Maria Martini e i suoi 60 anni da sacerdote



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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni




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“La carità politica. Discorsi agli uomini e alle donne impegnati nelle istituzioni civili” di Benedetto XVI - Le riflessioni dei politici


Presentazione del libro di Benedetto XVI 
“La carità politica. Discorsi agli uomini e alle donne impegnati nelle istituzioni civili” 
Roma, 11 luglio 2012

Intervengono: Monsignor Lorenzo Leuzzi e i Vicepresidenti della Camera dei deputati, Rosy Bindi, Rocco Buttiglione, Antonio Leone, Maurizio Lupi.

     video


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Per tutti i fedeli islamici, in occasione dell’inizio del Ramadan 1433: Ramadan karim!


“L’esperienza di Dio riconsegna gli uomini e i popoli gli uni agli altri in spirito di pace, non li rende né contrapposti né conflittuali”. Un augurio di pace è il saluto che mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia e presidente della Commissione per l‘Ecumenismo Cei, rivolge oggi a tutti i musulmani presenti in Italia che da domani iniziano il mese sacro del Ramadan. “Con domani - dice mons. Bianchi - inizia una testimonianza importante della dimensione e dello spirito religioso anche qui in Italia espresso dalla presenza dei fratelli musulmani. E’ la testimonianza di un orientamento della vita verso l’Assoluto di Dio, di polarizzazione della vicenda delle persone verso Dio. Credo che una società come la nostra, fortemente e profondamente secolarizzata, debba far tesoro anche di questa testimonianza. Vorrei quindi rivolgere un saluto forte ai musulmani presenti qui in mezzo a noi in Italia per questo periodo estremamente significativo della loro vicenda annuale”...

     I vescovi italiani sul Ramadan: "Esperienza di Dio in spirito di pace"

Cari fratelli e sorelle,
in occasione dell’inizio del Ramadan 1433 vi porgiamo i nostri auguri più sinceri e fraterni e niente affatto rituali.
Ci auguriamo che anche quest'anno il periodo di Ramadan possa essere per voi e per tutti i credenti delle altre fedi, in particolare per i cristiani, un momento fecondo di sviluppo della reciproca conoscenza e del reciproco ascolto e rafforzamento dell'amicizia e della stima reciproca, condizioni indispensabili per sviluppare, nell'ambito del rispetto dei principi sanciti nella nostra Costituzione, quella civile convivenza che porta concretamente alla pace...
Auguriamo che la gioia che caratterizza il Ramadan possa contagiare positivamente tutta la società italiana e mondiale nel suo complesso, affinché prevalgano la riscoperta del bene comune, l’amore per la vita ed il rifiuto di ogni violenza, rifiutando l'idea di poter essere padroni di Dio, perché – così abbiamo concluso anche quest'anno il nostro appello - il dialogo è lo sforzo sulla via di Dio che ci compete e ci onora.
Ramadan karim!
Con un fraterno saluto di shalom, salaam, pace
Il Comitato Organizzatore della Decima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2012

     Auguri ai Musulmani per l'inizio del Ramadan 1433

L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in prossimità del Ramadan, vuole augurare a tutti i musulmani d'Italia un proficuo periodo di spiritualità e riflessione
"Sono giorni difficili per il nostro paese e per tutto il mondo occidentale - si legge nelle nota - La crisi che stiamo attraversando, economica ma in alcuni casi anche etica, è una sfida per le nostre comunità che, soprattutto in momenti di forte precarietà come quello attuale, sono chiamate a testimoniare e proiettare in tutta la società gli straordinari e antichissimi valori di cui sono portatrici.

     Ramadan – “Spiritualità e riflessione. Per i valori comuni”

Siamo ad alcuni ore dall’inizio del mese di Ramadan che dovrebbe cominciare venerdì 20 luglio inshaAllah. Un mese di digiuno che avrà luogo in piena estate dunque, ad un momento dell’anno dove le giornate sono lunghe e le notti corte, nessun dubbio che ci vuole una buona gestione del sonno. 
Leggi tutto: Ramadan 2012: notti che si annunciano corte!

Calendario e orario delle preghiere nelle principali città italiane per il Sacro mese di Ramadan 1433 H 
(20 luglio / 18 agosto 2012)
"Servizio offerto e messo a disposizione da www.arab.it"

in ambito islamico, per determinare l'inizio del mese fa fede la visibilità della luna pertanto le date sono sempre suscettibili di anticipo o posticipo di 24 ore.
Elenco città

Ancona - Asti - Bari - Bergamo - Bologna - Bolzano - Cagliari - Carrara M. -
Cuneo - Firenze - Genova - Imperia - Milano - Napoli - Padova - Palermo - Perugia - Pescara - Reggio C. -
Roma - Sassari - Torino - Trento - Treviso - Trieste - Udine - Varese - Venezia - Verona - Vicenza



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Sono ben 1,2 milioni di musulmani in Italia e in Europa che venerdì 20 luglio 2012 festeggiano l'inizio del mese di Ramadan, e che si concluderà il 18 agosto prossimo.

  Davide PelandaInizia il mese di Ramadan

cari fratelli e sorelle,
as salam alaykum wa rahmatullah wa barakatuhu,
per grazia di Allah anche quest’anno sta per cominciare il mese benedetto di Ramadan.
Allah Altissimo ha voluto per noi una scansione del tempo che ci permetta di ricordarLo in tutte le nostre giornate con le 5 preghiere, una volta alla settimana con la salat del jumu’ah, con le due feste annuali e in particolare con l’avvento del mese di Ramadan, con il suo impegno, la sua ritualità, la sua baraka.

  UCOIIRamadan 1433h/2012

In Nome di Dio, Misericordioso e Clementissimo.
Un saluto di pace a tutti
Fra pochi giorni inizia il «Mese di Ramadan», il nono mese del calendario lunare Islamico, uno dei quattro mesi sacri del calendario e mese nel quale è sceso il Corano.

  Umar A.F.Il Digiuno: purificazione del corpo (e dello spirito) i suoi benefici


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Perché la vicenda di don Giacomo Ruggeri a Fano non mi lascia indifferente. E che cosa, forse, una storia così dolorosa dovrebbe insegnarci

  Giorgio BernardelliPreghiera per un amico prete caduto nel fango

Mons. Trasarti alla comunità dei fedeli
Carissimi fedeli della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola,
proprio in questi giorni, 5 anni fa, scegliendo il mio motto episcopale “Ego sum nolite timere” (sono io, non abbiate paura), non avrei mai pensato di doverlo rileggere alla luce di quanto accaduto e mentre attendiamo che la Magistratura chiarisca la posizione di un nostro sacerdote don Giangiacomo Ruggeri.

  Armando Trasarti:  "Coraggio, sono Io, non abbiate paura"

A tutti  Sacerdoti della Diocesi  p.c.   ai Consacrati/e ai Diaconi Permanenti
Carissimi fratelli e figli,
in questo momento di intenso e lacerante dolore per la vicenda di don Giangiacomo Ruggeri sento il dovere e la necessità di rivolgermi a voi membri del mio presbiterio…per condividere alcune riflessioni… e cercare nella parola del Vangelo quella luce che “splende nelle tenebre” certi che anche in questo momento“le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,5).

  Armando TrasartiTestimoniare il Vangelo con umiltà



Due storie diverse attraversano le cronache di questa estate difficile. Protagonisti, in entrambi i casi, due sacerdoti. Non sono vicende neppur lontanamente comparabili tra loro, ma esiste qualcosa che le lega e, al tempo stesso, le separa come un abisso.

  Licia SatiricoPreti in pedofilia e preti in fabbrica

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 BENEDETTO XVI
 





 
    Angelus/Regina Cæli - 15 luglio 2012

    Omelia - 15 luglio 2012: Visita Pastorale a Frascati


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"La Chiesa: non predica ciò che vogliono sentirsi dire i potenti. Il criterio è la verità e la giustizia anche se sta contro gli applausi e contro il potere umano." Benedetto XVI



"La Chiesa: non predica ciò che vogliono sentirsi dire i potenti. Il criterio è la verità e la giustizia anche se sta contro gli applausi e contro il potere umano." Benedetto XVI
omelia della Messa celebrata davanti alla cattedrale di Frascati - 15.07.2012
 
...Nel Vangelo di questa domenica, Gesù prende l’iniziativa di inviare i dodici Apostoli in missione (cfr Mc 6,7-13). In effetti il termine «apostoli» significa proprio «inviati, mandati». La loro vocazione si realizzerà pienamente dopo la risurrezione di Cristo, con il dono dello Spirito Santo a Pentecoste. Tuttavia, è molto importante che fin dall’inizio Gesù vuole coinvolgere i Dodici nella sua azione: è una specie di «tirocinio» in vista della grande responsabilità che li attende. Il fatto che Gesù chiami alcuni discepoli a collaborare direttamente alla sua missione, manifesta un aspetto del suo amore: cioè Egli non disdegna l’aiuto che altri uomini possono recare alla sua opera; conosce i loro limiti, le loro debolezze, ma non li disprezza, anzi, conferisce loro la dignità di essere suoi inviati. Gesù li manda a due a due e dà loro istruzioni, che l’Evangelista riassume in poche frasi. La prima riguarda lo spirito di distacco: gli apostoli non devono essere attaccati al denaro e alla comodità. Gesù poi avverte i discepoli che non riceveranno sempre un’accoglienza favorevole: talvolta saranno respinti; anzi, potranno essere anche perseguitati. Ma questo non li deve impressionare: essi devono parlare a nome di Gesù e predicare il Regno di Dio, senza essere preoccupati di avere successo. Successo. Il successo lo lasciano a Dio ...."   Benedetto XVI

     il testo integrale dell'omelia


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      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm