"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
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NEWSLETTER n°29 del 2012
Aggiornamento della settimana -
dal 21 al 27 luglio 2012 -
Prossima NEWSLETTER prevista per il 2 agosto 2012 | | ||||||||||||
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N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibile (di norma rispettivamente la domenica e il lunedì) Il 2 febbraio 2010 é nato il Blog di Tempo Perso PIETRE VIVE che viene aggiornato quotidianamente e mette così a disposizione in modo facile e veloce una o più notizie ******************* Siamo anche in FaceBook con la pagina sociale "QUELLI DELLA VIA" ******************* Siamo anche in Twitter con la pagina "QUELLI DELLA VIA" *******************
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)PAX CHRISTI Comunicato stampa Beati gli operatori di guerra?
“Riteniamo
grave e incomprensibile che il ministro-ammiraglio Di Paola continui a
difendere il progetto dei cacciabombardieri F-35 e dichiari che il
governo vuole intensificare la presenza militare italiana in
Afghanistan dotando i nostri AMX di capacità di attacco al suolo. Siamo
dentro una logica distruttiva.”
Lo
avevamo scritto lo scorso 29 gennaio. Lo ribadiamo anche oggi, alla
luce delle notizie di bombardamenti nella provincia afgana di Farah da
parte di caccia Amx del contingente italiano.
Pax
Christi denuncia nuovamente con fermezza che “si rischia di annullare
l’orientamento della Costituzione italiana che ripudia la guerra”.
Chiediamo
che intervenga il parlamento. E che il silenzio di gran parte della
politica e dei mezzi d’informazione non sia così assordante, da lasciar
parlare solo le bombe.
Come
possiamo condannare – doverosamente! – le bombe della strage di 20 anni
fa in via D’Amelio, che uccisero il giudice Borsellino e la sua scorta,
e ‘benedire’ le bombe in Afghanistan e il progetto dei caccia F35?
Beati gli operatori di guerra? di Nandino Capovilla coordinatore nazionale di Pax Christi Italia
“La grande sinfonia della pace tra i popoli non è mai del tutto compiuta. Per
giungere alla pace bisogna impegnarsi, lasciando da parte la violenza e
le armi, impegnarsi con la conversione personale e comunitaria, con il
dialogo, con la paziente ricerca delle intese possibili.”
PAPA BENEDETTO: LA SINFONIA DELLA PACE SENZA VIOLENZA E SENZA ARMI “Dalla molteplicità dei timbri dei diversi strumenti, può uscire una sinfonia. Ma questo non accade magicamente, né automaticamente! Si realizza soltanto grazie all’impegno del Direttore e di ogni singolo musicista. Un impegno paziente, faticoso, che richiede tempo e sacrifici, nello sforzo di ascoltarsi a vicenda, evitando eccessivi protagonismi e privilegiando la migliore riuscita dell’insieme. Mentre esprimo questi pensieri, la mente si rivolge alla grande sinfonia della pace tra i popoli, che non è mai del tutto compiuta. … per giungere alla pace bisogna impegnarsi, lasciando da parte la violenza e le armi, impegnarsi con la conversione personale e comunitaria, con il dialogo, con la paziente ricerca delle intese possibili.” (Benedetto XVI, 11 luglio 2012, a commento delle sinfonie 5 e 6 di Beethoven) Solo SENZA VIOLENZA E ARMI la sinfonia della pace. Papa Benedetto -------------------------------------------- Il
ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, difende l’acquisto dei 90
cacciabombardieri. La replica dei parlamentari dubbiosi o contrari. E
del mondo pacifista.
F-35, decolla la polemica Coraggiosi,
inflessibili. Quasi spietati con pensionati, lavoratori, famiglie
configli e malati. Remissivi, invece, e anche pusillanimi con
ammiragli, generali e vertici dell’industria bellica. Così non va.
In
tempi di crisi non ci sono zone franche. O terreni minati dove evitare
di mettere piede. Se si guarda fino al centesimo per le spese correnti,
si aprano gli occhi sui miliardi di euro per riempire gli arsenali. Se
siamo sull’orlo del baratro, perché sperperare i soldi per comprare
armi? «Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai», si sarebbe detto
un tempo. Oggi potremmo dire: «Più lavoro e meno bombe». È una
questione di buonsenso. Di saggia amministrazione.
C’è un’Italia che non ne può più e dice basta.
Più soldi agli ospedali, meno alle armi Ai
senatori del Pd Della Seta, Ferrante, Di Giovan Paolo, Nerozzi, Vita,
Amati, Granaiola, Ignazio Marino, firmatari di emendamenti alla
spending review che prevedono tagli ai fondi previsti per l'acquisto
degli ormai famigerati cacciabombardieri F35, non è piaciuta per niente
la risposta del ministro della difesa Giampaolo Di Paola che, in
un'intervista al Corriere della Sera sottolinea che la rinuncia
all'acquisto degli F35 «avrebbe ricadute pesanti su Finmeccanica e
sull'occupazione»...
Ma
i senatori del Pd non ci stanno e non la pensano come il ministro:
«Rinunciare all'acquisto di alcune decine di cacciabombardieri che
costerebbero allo Stato oltre 10 miliardi di euro, con cui si
potrebbero finanziare spese e interventi infinitamente più utili, non è
furore ideologico, come pensa il ministro della difesa Di Paola: è
banale buonsenso. L'unica vera utilità di questo investimento ereditato
dal passato è per la lobby dell'industria bellica...
«F35, tagliare spesa inutile non è furore ideologico ma buonsenso» La
prima rata dell’Imu pagata nell’intera provincia di Palermo, 110
milioni e rotti di euro, non basterebbe per acquistare un solo F-35,
cacciabombardiere ad alta tecnologia prodotto dalla Lockeed. Bene, anzi
male, perché l’Italia di F-35 a suo tempo ne ordinò 131, per una spesa
complessiva superiore ai 15 miliardi di euro...
Allora, pretendere qui da noi una revisione drastica del programma di acquisto degli F-35 non è, almeno non è soltanto, una richiesta di stampo pacifista. E’ soprattutto un’esigenza elementare di responsabilità verso l’Italia e verso gli italiani... F35, ora fermatevi Vedi anche alcuni dei nostri precedenti post:
-------------------------------------------- Ormai non c’è nessuno in giro
che non abbia una ricetta contro la crisi. Tuttavia tra le molte
proposte forniteci quotidianamente dagli esperti, ora addirittura dal
presidente Obama, c’è un’assenza inquietante. Forse per pudore, o per
scongiurarla, non è stata mai ricordata la più rapida, la più efficace,
la più usata delle politiche anticrisi: la gestione militare del ciclo
economico. Adottata stabilmente negli Stati Uniti da molti decenni, ha
alla base due pratiche complementari: da un lato la distruzione dei
capitali degli altri per prenderne i mercati, i campi d’investimento,
le materie prime; dall’altro le virtù anticrisi della spesa pubblica
militare.
Enzo Modugno: Vincere la crisi con le spese militari di guerra --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)A Lampedusa il 14 luglio sono arrivati in 75. Ma questa volta non si tratta di migranti, ma di attivisti e simpatizzanti di Amnesty International provenienti da 20 paesi, che fino ad oggi hanno animato ilprimo campeggio internazionale della ong. Dopo quello nazionale del luglio scorso, Amnesty ha deciso di ripetere e allargare questa esperienza diformazione, attivismo e solidarietà nella meravigliosa isola delle Pelagie con un’iniziativa che rappresenta un momento saliente dell’attivismo per la campagna dell’organizzazione in difesa dei diritti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in Europa, che si concentra sulle politiche di controllo dell’immigrazione alle frontiere da parte dei Paesi europei. Lampedusa non è stata scelta a caso e non solo perché avamposto della “Fortezza Europa”.
Nel 2011 questo pezzo di terra in mezzo al Mediterraneo è stato suo
malgrado al centro, e vittima, di una risposta profondamente inadeguata
alla crisi umanitaria in corso sulla sponda sud del Mare nostrum. Il
sistema di accoglienza italiano è collassato con l’arrivo simultaneo di
alcune migliaia di persone dalla Tunisia e dalla Libia (sarebbero state
in tutto meno di 60.000 nell’anno), mentre Tunisia ed Egitto, alle
prese con la loro “primavera araba”, si facevano carico di un numero
almeno 10 volte superiore di persone in fuga dalla Libia.
“Lampedusa
è così diventata il simbolo di come i paesi europei e l’Unione
europea affrontano l’immigrazione in Europa - ha affermato
Carlotta Sami, direttrice generale di Amnesty International Italia - ed
è proprio da qui, che Amnesty International ha trasmesso in questa
settimana i propri messaggi di solidarietà e di rispetto per i diritti
umani di migranti, richiedenti asilo e rifugiati”, con l’obiettivo di
fare dei 75 giovani attivisti gli ambasciatori internazionali di una
campagna di sensibilizzazione resa ancora più numerosa dalla
contemporanea presenza del Lampedusa in Festival e di altre iniziative
che vedono protagoniste associazioni nazionali come l’Arci, e locali
come Alternativa Giovani, Askavusa e Legambiente
Amnesty a Lampedusa per la promozione dei diritti dei migranti Nel
2011 circa 1500 persone sono morte nel tentativo di attraversare
il Mediterraneo, l’organizzazione critica l’Italia per gli accordi
sottoscritti con la Libia
Uomini
e donne, mano nella mano, hanno dato vita ad un“SOS” nelle acque
cristalline dell’isola per chiedere salvataggio e sull'assistenza delle
persone che arrivano in condizioni disperate sulle coste italiane. La
grande mobilitazione di Amnesty International sull'isola di Lampedusa è
cominciata ieri per chiedere all'Unione europea di concentrarsi sugli
aiuti anziché rafforzare costantemente le sue frontiere nel tentativo
di tenerle alla larga.
Amnesty International: «La Ue salvi i migranti» Venerdì
20 luglio, attiviste e attivisti di Amnesty International provenienti
da 20 paesi europei oltre che da Australia, Israele, Marocco e Tunisia
insieme ad abitanti dell'isola, hanno formato in acqua la gigantesca
scritta "SOS" rivolta all'Europa e all'Italia perché modifichino le
politiche europee in tema d'immigrazione.
Flashmob di Amnesty a Lampedusa - 20/07/2012 (video) Da
Lampedusa, un video messaggio in 24 lingue per il ministro degli
Interni Annamaria Cancellieri "Le vite vanno salvate e non respinte
verso la tortura!"
Le vite vanno salvate e non respinte verso la tortura! (video) -------------------------------------------- Sul cartello di ingresso nella cittadina si legge: «Riace, paese dell’accoglienza».
Ma
il piccolo borgo della Locride (in provincia di Reggio Calabria),
diventato il simbolo dell’integrazione di quegli immigrati respinti in
altre città d’Italia, potrebbe trasformarsi presto in una nuova
Rosarno. E con Riace, a rischiare disordini sono anche i comuni di
Caulonia e Acquaformosa, che da più di un anno non ricevono i
contributi per la gestione dei progetti con i rifugiati provenienti da
Libia, Siria, Nigeria e altri Paesi in guerra. Non un euro. Da luglio
2011. E anche i commercianti della zona, che finora hanno fatto credito
per garantire cibo e vestiti ai richiedenti asilo, non sono più
disposti a farlo. Così, per evitare la rivolta degli immigrati, alcuni
dei quali ridotti ormai senza cibo né elettricità nelle
case, Domenico Lucano, sindaco di Riace, Giovanni Manoccio,
sindaco di Acquaformosa, e Giovanni Maiolo,
operatore sociale della cooperativa che si occupa dei migranti a
Caulonia, da mercoledì 18 luglio hanno dichiarato lo sciopero della
fame. «E anche se cominciamo a non sentirci bene», dice Maiolo al suo
sesto giorno senza cibo, «non smetteremo finché non vedremo questi
soldi».
Ma che fine hanno fatto i fondi destinati ai profughi e ai richiedenti asilo?
I fondi ci sono, la burocrazia li blocca: e a Riace i rifugiati fanno la fame Può
una mancata firma su un pezzo di carta ridurre alla fame decine e
decine di migranti? Può una mancata firma su un pezzo di carta
costringere dei minorenni a restare senza assistenza sanitaria? Può una
mancata firma su un pezzo di carta costringere, in questa estate
bollente, intere famiglie a vivere senza corrente elettrica, senza un
frigorifero funzionante in cui conservare i cibi? Può una mancata firma
su un pezzo di carta costringere decine di lavoratori a restare per 7
mesi senza stipendio? Può una mancata firma danneggiare l'economia di
interi paesi, costringendo molti piccoli commercianti a fare credito
per non lasciare morire di fame degli esseri umani? È quello che sta
accadendo visto che la Protezione Civile da un anno non eroga a
Caulonia e Riace i fondi stanziati per il progetto di accoglienza
"Emergenza Nord Africa".
Per Riace e Caulonia, città dell'accoglienza
L'Università delle Generazioni, nell'esprimere solidarietà ai sindaci in sciopero della fame per difendere i diritti dei rifugiati in Italia, si chiede se valga di più un monumento dichiarato ''patrimonio dell'umanita''' piuttosto che ''la persona''. Allora, a questo punto, è meglio dichiarare la persona stessa ''patrimonio dell'umanità'' e trattarla di conseguenza''. Sono numerose le associazioni che stanno appoggiando la lotta dei sindaci dell'accoglienza. Maria Ripamonti, presidente dell'Associazione per la Pace di Milano, e la scrittrice Chiara Sasso, del Coordinamento dei Comuni Solidali sono in prima fila e chiedono a tutti gli enti, le istituzioni, le persone, le associazioni sensibili (specialmente a tale tematica altamente civile) di sostenere i sindaci e le comunità dei rifugiati pure economicamente in questo terribile frangente. Chi
vuole contribuire può utilizzare il conto corrente bancario intestato
ad Associazione per la Pace di Milano presso Banca Popolare Etica -
filiale di Milano - con IBAN IT27U 05018 01600 000000131695 BIC CCRTIT2T84A.
Immigrati/Calabria: iniziativa per Associazione per la Pace Milano I sindaci di Riace e Acquaformosa, Domenico Lucano e Giovanni Manoccio, e Giovanni Maiolo della Rete dei comuni solidali hanno sospeso lo sciopero della fame iniziato da oltre una settimana per protestare contro i ritardi nell’erogazione dei fondi per l’accoglienza e l'integrazione degli immigrati. La decisione è giunta al termine di una assemblea a "Borgo Donna Rosa" di Riace dove hanno partecipato numerose persone, rappresentanti istituzionali ed immigrati. Il sindaco di Riace ha affermato che «con la nostra protesta abbiamo evitato una rivolta come quella di Rosarno. Abbiamo deciso di interrompere lo sciopero della fame ma se la situazione non dovesse trovare una soluzione siamo pronti a riprendere la mobilitazione e questa volta andremo a protestare nei pressi della sede della protezione civile regionale». Fondi per l'integrazione degli immigrati, sospeso lo sciopero della fame -------------------------------------------- A rischio l'accoglienza dei minorenni stranieri in Italia - Il governo rispetti gli impegni assunti!
Il governo ''dia risposte urgenti e puntuali per continuare a garantire la migliore accoglienza e protezione ai minori stranieri non accompagnati, arrivati in Italia durante l'emergenza Nord Africa''. E perché, soprattutto, ''rispetti gli impegni assunti con le amministrazioni locali che, solo per senso del dovere, hanno garantito i servizi, malgrado i forti ritardi del governo nell'erogazione dei fondi anticipati dai Comuni''. È
l’appello lanciato ieri dal sindaco di Padova e delegato Anci
all'Immigrazione, Flavio Zanonato, al termine della commissione
Immigrazione che si è svolta nella sede nazionale dell'Associazione
Nazionale dei Comuni Italiani.
Minori soli. I Comuni: "Il governo finanzi l’accoglienza"
Al
27 settembre 2011 erano 6.946, sparsi in tutta Italia. Quelli in
comunità, oggi, sono 2.456. I minori extracomunitari non accompagnati,
giunti nel nostro Paese oltre un anno fa, rischiano di essere
nuovamente allo sbando. Perché il Governo non versa più i fondi
necessari a chi li assiste.
«Quanto
possiamo resistere? Il tempo di arrivare al 30 luglio. Poi, diciamo a
ottobre-novembre, saremo tutti costretti a chiudere». Antonio Di Pinto
è uno delle centinaia di responsabili di comunità di accoglienza che si
sono fatte carico dei minori stranieri arrivati all’epoca delle
“primavere arabe” dal Nordafrica, provenienti soprattutto dalla Tunisia
e dalla Libia. Ed è anche il coordinatore della sessantina di comunità
che hanno lanciato nei giorni scorsi un appello disperato per ottenere
finalmente il pagamento dei fondi che il Governo non versa da oltre un
anno. «Sedici mesi, per l’esattezza», aggiunge Di Pinto.
Immigrati: bambini traditi due volte Il
Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) chiede risposte
immediate e certe al Governo italiano in merito alla grave e
insostenibile situazione venutasi a creare in riferimento
all’accoglienza dei minorenni stranieri giunti in Italia a seguito
della cosiddetta “emergenza Nord Africa”, ed accolti presso numerose
comunità residenziali, specie del Sud Italia.
Comunicato stampa del CNCA Le Associazioni e le Organizzazioni che operano in Italia a favore dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza esprimono forte preoccupazione per la decisione del governo di chiudere l'Osservatorio nazionale per l'infanzia, che costa meno di ottomila euro. Il Coordinamento è una delle misure generali che,in tutto il mondo, riveste un ruolo chiave nell'attuazione dellaConvenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Nelle ultime raccomandazioni all'Italia del Comitato ONU sui diritti dell'infanzia il coordinamento tra le politiche realizzate dai diversi livelli di governo viene letto come elemento cruciale per l'attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti, si propone quindi un rafforzamento dell'Osservatorio: Spending review e abolizione dell'Osservatorio nazionale infanzia: la protesta delle associazioni L'UNHCR ha presentato oggi i risultati di un progetto che coinvolge tre nazioni (Italia, Francia e Grecia) per la tutela e il miglioramento delle procedure di protezione del ragazzi (in prevalenza afgani, dai 15 ai 18 anni) che arrivano in Europa senza un adulto di riferimento Minori non accompagnati come migliorare l'accoglienza Vedi anche il nostro precedente post: Emergenza umanitaria per i progetti di accoglienza per i rifugiati in Italia -------------------------------------------- I centocinquanta migranti che
vivono a Riace sono una mini comunità in una piccola comunità. I quasi
milleottocento abitanti del paese calabrese li hanno “adottati” da
qualche anno, da quando frotte in cerca di vita si sono riversate in
Italia dopo lunghi viaggi per scampare alla morte. Nel 2009 il regista
tedesco Wim Wenders, palma d’oro a Cannes, ha deciso di raccontarne la
storia nel suo cortometraggio Il volo. Dopo tre anni Riace, come
Caulonia e Acquaformosa, è in piena emergenza immigrati. I fondi
governativi previsti progetto Emergenza Nord Africa non vengono erogati
dal luglio dell’anno scorso. Perché?
Antonio Marafioti: L'appello di Riace --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Sarebbero almeno 17 trilioni di euro i capitali nascosti nei paradisi fiscali
L’elite globale dei super ricchi nasconderebbe nei paradisi fiscali sparsi per il Pianeta ben 21 trilioni di dollari (circa 17 trilioni di euro). È il dato più eclatante che emerge dal libro “The Price of Offshore Revisited”, scritto dall’economista James Henry, il quale dimostra in maniera molto circostanziata e documentata come, alla fine del 2010, i capitali “nascosti” ammontassero al valore dell’economia statunitense e di quella giapponese messe insieme. Paradisi offshore, i buchi neri della finanza mondiale «Lo spread attribuisce ogni potere decisionale a chi detiene il potere economico, nei fatti vanificando il principio del suffragio universale» presidente della Consob, Giuseppe Vegas Anche per la Chiesa tagli agli sprechi "... Anche nel mondo ovattato della realtà ecclesiale è arrivata la spending review. Con qualche luminare in meno a studiare le carte, ma alla fine con la stessa sfida: quella di distinguere davvero ciò che è indispensabile rispetto al superfluo. Perché anche come Chiesa a un certo punto ci si può accorgere di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità. ..." La nostra spending review di Giorgio Bernardelli Intervento del Prof. ZAMAGNI in occasione del Convegno conlusivo del Biennio di Formazione sulla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica - Campobasso 18.06.2012. Questa è un’epoca di paradossi d anche il Papa Benedetto XVI esorta a bilanciare i due pensieri, calcolante e pensante in questo mondo che soffre della carenza di pensiero. Ma il paradosso che in greco significa “meraviglia” è la diseguaglianza dovuta all’aumento della ricchezza globale. .... tre sono i paradossi: il paradosso della felicità che non va con la utilità; il paradosso dei suicidi dovuto ad una scarsa capacità relazionale; il paradosso dei divorzi, ormai aumentati del 50 % perché manca la felicità. Questi paradossi inquietanti traggono la loro origine nel metodo gestionale. Nascono dall’antidoto al bene comune, cioè l’individualismo. .... La gestione comune crea la distribuzione del bene e la felicità. Diseguaglianza, felicità e scarsità di bene comune sono gli “agenti inquinanti” nella stagione dell’opulenza. In questa analisi sociale bene si innesta il welfare abilitante , un nuovo ma anche antico metodo che tende a migliorare le capacità della vita ed aiuta le persone a sviluppare il proprio potenziale. ... Ma la giustizia sociale è ancora la sussidiarietà circolare che si attua attraverso il mutuo riconoscimento. La novità straordinaria nella sussidiarietà circolare è il principio antico della “fraternità” che rimanda il pensiero al francescanesimo. “Favorire il mercato plurale attraverso lo strumento delle “obbligazioni di impatto sociale” con il principio della “fraternità” ed applicarla all’attività economica ordinaria con interventi intra e non post cioè in fase di redistribuzione, aiuta a sviluppare i principi di libertà ed uguaglianza. La fraternità deve essere declinata dentro l’attività attraverso il secondo principio, della reciprocità che crea “fiducia”, Fides, che dal latino vuol dire corda cioè concretezza di unione e di unità. La fiducia declinata in orizzontale, verso la società e declinata in verticale, verso la speranza e verso Dio porta allo sviluppo”. .... con l’ utile e pratico riferimento alla Didachè, dottrina sociale degli apostoli, tra opposti :sale-lievito (invisibili) e luce-città (visibili). Eccesso di intimismo ed eccesso di operatività ne oscurano lo sviluppo. La vera democrazia è la città dell’uomo dello sviluppo umano sociale e relazionale”. video (prima e seconda parte) -------------------------------------------- I super ricchi nel mondo
evadono più di tutti. Una ricerca – citata dal quotidiano britannico
Guardian – elaborata dal gruppo Tax justice network dal titolo ‘The
Price of offshore revisited’ (Il costo delle economie off-shore
rivisitato), denuncia un dato impressionante: alla fine del 2010
l’élite mondiale dei Paperoni di tutto il mondo ha custodito almeno 21
trilioni di dollari in conti correnti segreti nei cosiddetti paradisi
fiscali off-shore (come la Svizzera e le isole Cayman). Tale cifra
assomma a più del valore del pil di Stati Uniti e Giappone messi insieme.
Luca Galassi: L'èlite della vergogna Un articolo illuminante, da
leggere e diffondere, del premio Nobel Paul Krugman, uscito in questi
giorni sul New York Times. Come è ormai chiaro a tutti Krugman spiega
perché le politiche di austerity non hanno senso dal punto di vista
economico, al contrario: l’austerity è solo la scusa per smantellare i
programmi sociali su scala globale. Ecco l’articolo
Paul Krugman: "Usano il panico da deficit per smantellare i programmi sociali" --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Quella delle Olimpiadi è una storia di dialogo internazionale, ma anche di rivalità nazionali. La tensione tra nazionalismo e internazionalismo ha sempre caratterizzato di questo evento: nonostante il motto non ufficiale delle Olimpiadi sia “lo sport e la politica devono restare separati”, sbaglia chi ritiene che la politica rimanga davvero lontana dalle piste d’atletica, dalle piscine, dai campi di calcio e di basket. Le Olimpiadi sono, prima di tutto, un evento che riflette e produce i mutamenti del sistema internazionale. Olimpiadi: l’importante è partecipare I nostri pronostici sui Giochi che iniziano a Londra. Ciò che sicuramente "non" vedremo nell'edizione che s'inaugura oggi nella capitale inglese. Primo nostro pronostico sui Giochi di Londra: non saranno vistosamente “i più” di qualcosa. E questo non è un male. L’augurio nostro è che siano Giochi normali, in chiave umana. Non ci interessano i superuomini. Anzi... ...Saranno Giochi bellissimi, come sempre accade anzi avviene (accadere è opera del caso, avvenire dell’uomo) quando si riunisce la meglio gioventù del mondo per fare gare regolamentate e non per sperimentare violenze, con stavolta, intorno e sopra di essa, gente di potere che però aborre le violenze quanto aborre la privazione o anche la limitazione della libertà. Olimpiadi, quello che "non" saranno A cosa servono le Olimpiadi? A ricordarci che esiste una dimensione della vita che prescinde dalla depressione... Le
Olimpiadi, a saperle guardare con quel pizzico di retorica che nello
sport non guasta, sono una fabbrica di stimoli corroboranti. Storie di
persone provenienti da ogni ripostiglio del pianeta che ci raccontano
come si insegue un sogno, come si coltiva un talento, come si impara a
vivere in rimonta, con rigore e sudore, pur di migliorare se stessi... Distrazione di massa L’Olimpiade, in fondo, lo è sempre stato. Antidoto ai problemi e ai conflitti, parentesi e tregua. Perché regala emozioni, ferma il tempo, costruisce storie. E obbliga ad ascoltarle. Lo sport riconcilia con il senso del limite, i Giochi diffondono senso di squadra, di appartenenza, di impegno feroce. Ne abbiamo bisogno: serve un esempio con l’uomo al centro, con le sue debolezze, ma anche con la sua grande potenzialità. Un emblema vero di rispetto: delle regole e del traguardo. Ci provano in tanti, vince uno solo. L’Olimpiade è vita, lascia il segno comunque. Misurarsi e capire ''Le
Olimpiadi - ha affermato Benedetto XVI - sono il più grande evento
sportivo mondiale, a cui partecipano atleti di moltissime nazioni, e
come tale riveste anche un forte valore simbolico. Per questo la Chiesa
Cattolica guarda ad esse con particolare simpatia e attenzione''.
video Le notizie
certe sono poche. Innanzitutto, la cerimonia si terrà venerdì 27 luglio
alle ore 21 allo stadio di Stratford. Il direttore dell'evento sarà il
premio Oscar Danny Boyle, celebre regista di film come Trainspotting e
The Millionaire.
Gli spettatori italiani potranno seguirla, dalle 20.30, in diretta su Rai Uno oppure su tre canali Sky:
Sky Olimpiadi 1 HD, Sky Uno HD, e per la prima volta al mondo nella
storia dei Giochi olimpici, ci sarà un canale in tre dimensioni, Sky
Olimpiadi 3D
OLIMPIADI, VOCI E INDISCREZIONI SULLA CERIMONIA D'APERTURA -------------------------------------------- La testimonianza di
un'atleta britannica che gareggerà da favorita alle Olimpiadi: la
nostra rincorsa alla vittoria è una metafora della vita di ogni
cristiano
Debbie Flood: «Io, la mia fede e l'oro olimpico» ---------------------------------------------------------------
(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"SOS Libia: Sparatoria contro profughi in Libia
SOS Libia da Don Mussie Zerai presidente dell'agenzia Habeshia per la cooperazione e lo sviluppo (AHCS) --------------------------------------------------------------- Dopo
che la siccità siè trasformate in fame diffusa, i problemi si sono
moltiplicati nei campi dei rifugiati somali, in Kenia, in Etiopia ma
anche nella stessa Mogadiscio, dove i profughi interni sono centinaia
di migliaia assiepati in tendopoli infinite. Qui vige la legge del più
forte e le violenze sessuali dilagano. Il reportage di Hiiraan Online
Carlo Ciavoni: Somalia, stupri nei campi profughi "Vogliono anche bambine di 9 anni Crisi nel Sahel: ci sono
quasi venti milioni di persone che soffrono la fame. In Chad, Gambia,
Mali, Mauritania, Niger e Senegal la sopravvivenza della popolazione è
compromessa per la combinazione di ragioni naturali e politiche. La
siccità, i prezzi alti degli alimenti, il calo delle rimesse dagli
emigrati, il degrado ambientale
Luca Garneri: Burkina Faso, alla crisi alimentare si aggiunge il problema dei profughi ...
Come con il petrolio anche con l’acqua della Libia la politica
internazionale gioca una partita i cui contorni sono oscuri ma
ugualmente decisivi per il futuro. La scarsità di notizie non fa che
confermare questo assunto.
Piergiorgio Cattani: Dov'è finito l'oro blu di Gheddafi? Potočari,
Srebrenica. Luoghi della memoria che interrogano l'Europa, obbligando a
non distogliere lo sguardo. La visita al Memoriale durante un venerdì
di preghiera. Ho un ricordo nitido di quel luglio del 1995, quando i
soldati di Ratko Mladić presero Srebrenica e, dopo aver
separato donne e uomini, diedero vita al massacro di migliaia di
bosgnacchi che in quella città avevano cercato la protezione
delle Nazioni Unite.
Michele Nardelli: Nella quiete di Potocari, quelle lapidi inascoltate Nelle
informazioni sulla Siria offerte in queste ultime, drammatiche
settimane da alcuni media cattolici si parla molto di riconciliazione e
si citano le testimonianze di ecclesiastici importanti e religiose.
Effettivamente a Homs alcuni sacerdoti esemplari hanno tentato di stabilire dei comitati di base di riconciliazione, "musalaha", per ristabilire il buon vicinato ferito a morte dai tremendi eventi dei mesi scorsi. Ciò è avvenuto in collaborazione con rappresentanti musulmani della base e con persone che si trovano tanto nelle zone sotto controllo dei rivoluzionari come in quelle sotto controllo del regime o in zone miste, dove cioè una facciata di legalità si compone con una sostanziale partecipazione della popolazione alla rivoluzione. Paolo Dall'Oglio: Siria, impegno per la pace e amnesie Il conflitto, cominciato più di
un anno fa, ha fin qui ucciso oltre 500 tra bimbi e ragazzi; 45 mila
sono scappati. Il loro calvario raccontato da chi li aiuta. Foto
Brooks/Unicef.
Andrea Iacomini: Bambini e guerra, nel buio di Damasco Il calvario dei bambini siriani, vittime innocenti della guerra civile. Reportage fotografico di Kate Brooks/Unicef
FAMIGLIA CRISTIANA: Siria - L'inferno dei più piccoli Lo sostengono i giudici dell’Alta
Corte kenyana in una sentenza che annulla l’inserimento del movimento
indipendentista della costa nell’elenco dei “gruppi criminali
organizzati”. Una decisione che ha messo in allarme il sistema della
sicurezza interna ma anche la politica, perché permette al Consiglio
repubblicano di Mombasa di correre come partito politico alle elezioni
presidenziali del 2013.
Michela Trevisan: I secessionisti dell'Mrc non sono criminali
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Giorni di fuoco per l'Italia, con numerosi roghi e incendi che, aiutati da caldo torrido e siccità, stanno flagellando numerose regioni ...
La maggior parte degli incendi boschivi è causata da mano umana, a
causa di comportamenti superficiali o, spesso purtroppo, dolosi e che
la collaborazione dei cittadini può essere decisiva nel segnalare
tempestivamente ai numeri di telefono d'emergenza 1515 o 115 anche le
prime avvisaglie di un possibile incendio boschivo.
Incendi, l'Italia brucia un po' ovunque Mentre questa settimana l'anticiclone africano aggredisce il Centro-Sud, è allerta per gli incendi.
Gli
incendiari scelgono infatti i giorni più caldi per colpire, certi che
il fuoco potrà propagarsi con maggiore facilità ed essere più
distruttivo.
Le
statistiche dicono che circa il 70% degli incendi è di origine dolosa,
ma probabilmente la percentuale andrebbe rivista al rialzo. Nonostante
dal 2000 sia stato introdotto in Italia il reato di incendio boschivo,
la difficoltà di cogliere l'incendiario in flagranza fa sì che la
maggior parte dei reati rimanga impunita.
Solita Italia: più mafia, più incendi In
questi giorni si moltiplicano gli attentati nei terreni confiscati alla
mafia, alla 'ndrangheta e alla camorra. Interi raccolti dati alle
fiamme per privare i soci delle cooperative, della rete di Libera, che
li avevano coltivati del frutto del loro lavoro.
Il
presidente del Gruppo Abele e di Libera, don Luigi Ciotti, risponde
alle domande di Alessandra Turrisi, sulle pagine del Giornale di
Sicilia.
La lotta alla mafia (188.21 KB) (pdf) Vedi anche il nostro precedente post:
BELPASSO - La mafia ha paura e brucia le arance, ma non la speranza. L'impegno di Libera continua! --------------------------------------- "Il coraggio e la tenerezza di Rita Atria" -
Denunciò la mafia a Borsellino, 20 anni fa moriva Rita Atria
“...Rita,
non t'immischiare, non fare fesserie" le aveva detto ripetutamente la
madre che, ancora non sapeva della sua collaborazione, ma, quel
magistrato alla ragazza sembrava un papà, i loro incontri non erano
tanto formali, erano fatti di baci e abbracci. Tanta tenerezza. Per
Rita, raccontare, ricostruire, anche cose successe quando era molto
piccola è facile. “consentendo una ricostruzione ancora più precisa e
approfondita del fenomeno mafioso partannese… benché minorenne mostrava
immediatamente agli inquirenti grande determinazione nel collaborare
con la Giustizia…” ( Procura della Repubblica di Marsala 4 marzo 1992
firmata da Paolo Borsellino e dal sostituto Procuratore della
Repubblica Alessandra Camassa). La stessa Piera Aiello si legge,
apprendendo della collaborazione della cognata Rita si sente
incoraggiata e si aprirà di più. Approfondirà alcune precedenti
dichiarazioni. ..."
“Racconto tutto a Paolo Borsellino”
Per approfondire la storia di Rita:
Per non dimenticare Rita Atria --------------------------------------- Ci siamo, siamo a Partanna. Caldo
pomeriggio del 26 luglio. La prima sosta è all’ingresso del cimitero
dove 20 anni addietro, in una altrettanto calda giornata di fine luglio
(ma poteva anche essere uno dei primi giorni di agosto), arrivò,
portata a spalla da alcune donne, la bara dove dentro erano state
composte le spoglie di Rita Atria, la ragazza che il 26 luglio si era
uccisa a Roma, lanciandosi nel vuoto, dal sesto piano della palazzina
di via Amelia dove viveva “nascosta” con la cognata, Piera Aiello: la
loro colpa che le ha costrette a fuggire da Partanna a vivere lontano
con altre identità e sotto protezione, quella di essere diventate
“testimoni di giustizia”...
Partanna la accolse con le
finestre chiuse, nessuno la andò ad accogliere, c’erano solo le
associazioni antimafia, le donne e gli uomini venuti anche da lontano.
Restò chiusa anche la Chiesa Madre, per ordine del vescovo dell’epoca,
Rita suicidatasi non meritava il funerale. Oggi un altro vescovo, mons.
Mogavero ha posto rimedio celebrano lui la messa di commemorazione...
Don Luigi Ciotti cammina a piedi
con tantissima altra gente, giovani, tantissimi, tiene tra le mani la
lapide in marmo che solo simbolicamente verrà posta sulla tomba di
Rita, al suo fianco tanti familiari di vittime della mafia...
L’arrivo al cimitero è segnato da
una prima sorpresa, i referenti di Libera della provincia di Trapani,
guidati dal coordinatore Salvatore Inguì, si staccano dal corteo e
Gisella Mammo Zagarella, referente del presidio del capoluogo, tira
fuori martello e chiodi da una borsa che porta a tracolla, e poi una
targa ben coperta, viene collocata all’ingresso del cimitero, si legge,
“in questo cimitero riposa Rita Atria testimone di Giustizia”. Così che
chi entra sappia.
Il corteo continua fino alla tomba
di Rita, qui si vive un lungo momento di silenzio, rotto infine da don
Luigi Ciotti. Sono parole pesanti ma che allo stesso tempo vogliono
stemperare gli animi, parole di richiamo ma anche di forte appello alle
coscienze. “Non basta commuoversi – dice don Luigi – ma muoversi, Rita
ci esorta ad essere noi tutti capaci ogni giorni di essere testimoni di
giustizia dinanzi alle illegalità spacciate per legalità che si
compiono, dinanzi a chi intende possa esistere una legalità malleabile,
questa tomba è senza lapide, speriamo di metterla, ma intanto la vera
lapide è quella che dobbiamo portare nelle nostre coscienze, cercando
verità e costruendo giustizia dobbiamo ricordare Rita”. Poi il richiamo
alle istituzioni: “Rita ci ha lasciato scritto – ha affermato don
Ciotti – come nel nostro Paese abbiamo bisogno di tanta verità, ancora
oggi, abbiamo bisogno di una politica chiara e trasparente”...
In Chiesa la messa con le parole
attese del vescovo Mogavero che ha presieduto alla celebrazione. Parole
rivolte alla comunità di Partanna. Nessuno potrà dire di non avere
capito. L’obbligo della riconciliazione, del perdono, e della pace,
sono stati i cardini dell’omelia del vescovo Mogavero e con le parole
del Vangelo ha descritto cosa è oggi la comunità di Partanna...
Ecco da dove bisogna cominciare a
cambiare e come cambiare: “La capacità di vedere parte dal cuore: chi
ha il cuore freddo e indifferente non riesce a vedere e non è capace di
ascoltare; chi ha cuore buono e partecipe coglie il senso della realtà
e degli eventi e sa interpretarli correttamente, lasciandosene
ammaestrare. Questo significa che l’osservazione di ciò che accade
attorno a noi è questione di cuore e che, pur vedendo e sentendo le
medesime cose, si può reagire in modo diverso a seconda di come il
cuore fa vedere e sentire quelle stesse cose…Noi siamo qui stasera
proprio per guardare alla vita e alla morte di Rita con il cuore, non
per capire, ma per accettare; non per giudicare, ma per riconciliare;
non per maledire, ma per custodire la memoria; non per contrapporre, ma
per pacificare. È tempo, dopo venti anni, di liberare il sogno di chi
ha creduto e crede nella capacità delle persone di vivere relazioni
fondate sull’amore e sulla fratellanza; di chi si spende e muore per la
pace e la giustizia; di chi dice basta alla violenza e alla
sopraffazione di qualsiasi origine e genere ed è disposto a pagare di
persona; di chi guarda non al proprio interesse, ma al bene comune per
il quale sa sacrificare tutto, anche la propria vita”. La mafia non è
invincibile ha ripetuto il vescovo e ha ricordato che questo è stato
dimostrato grazie “agli indifesi, i piccoli - in una parola i giusti -
ad avviare l’opera di demolizione delle iniquità e malvagità diffuse.
Essi, in apparenza, sono stati dei vinti perché hanno dovuto cedere
alla violenza delle armi o alla sconforto della solitudine. Ma in
effetti sono gli autentici vincitori che hanno detto: “basta” e hanno
cambiato il corso della storia; e i loro nomi benedetti sono scritti in
cielo”...
Rita Atria: il rimprovero del vescovo Mogavero alla comunità, l’appello perché è adesso l’ora di liberare il sogno di Rita ... Non va dimenticata la piccola forte ragazzina di Partanna. Non va cancellato il suo nome...
Perché ogni uomo, ogni donna, ha
diritto al suo nome. Alla sua storia e alla sua identità. Anche la
piccola Rita che la mafia voleva cancellare ma che con le sue scelte è
rimasta e rimarrà nella nostra memoria. Una memoria che proprio nel suo
nome si fa impegno e speranza.
Un fiore per Rita "Il coraggio e la tenerezza di Rita Atria" - Denunciò la mafia a Borsellino, 20 anni fa moriva Rita Atria --------------------------------------- RAPPORTO DIA SUL SECONDO SEMESTRE 2011
GAZZETTA DI MODENA: Infiltrazioni mafiose, ecco i “reati-spia”
"Il coraggio di sperare oggi"
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CHIESA
E SOCIETA'
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BENEDETTO XVI |
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