"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°29 del 2012

Aggiornamento della settimana

- dal 21 al 27 luglio 2012 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 2  agosto 2012          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

 di P. Gregorio Battaglia
    di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre
 
La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibile (di norma rispettivamente la domenica e il lunedì)


Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

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NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








I NOSTRI TEMPI



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"Beati gli operatori di guerra?" Comunicato stampa di PAX CHRISTI



PAX CHRISTI Comunicato stampa Beati gli operatori di guerra?

“Riteniamo grave e incomprensibile che il ministro-ammiraglio Di Paola continui a difendere il progetto dei cacciabombardieri F-35 e dichiari che il governo vuole intensificare la presenza militare italiana in Afghanistan dotando i nostri AMX di capacità di attacco al suolo. Siamo dentro una logica distruttiva.”
Lo avevamo scritto lo scorso 29 gennaio. Lo ribadiamo anche oggi, alla luce delle notizie di bombardamenti nella provincia afgana di Farah da parte di caccia Amx del contingente italiano.
Pax Christi denuncia nuovamente con fermezza che “si rischia di annullare l’orientamento della Costituzione italiana che ripudia la guerra”.
Chiediamo che intervenga il parlamento. E che il silenzio di gran parte della politica e dei mezzi d’informazione non sia così assordante, da lasciar parlare solo le bombe.
Come possiamo condannare – doverosamente! – le bombe della strage di 20 anni fa in via D’Amelio, che uccisero il giudice Borsellino e la sua scorta, e ‘benedire’ le bombe in Afghanistan e il progetto dei caccia F35?

  Beati gli operatori di guerra? di Nandino Capovilla coordinatore nazionale di Pax Christi Italia

“La grande sinfonia della pace tra i popoli non è mai del tutto compiuta. Per giungere alla pace bisogna impegnarsi, lasciando da parte la violenza e le armi, impegnarsi con la conversione personale e comunitaria, con il dialogo, con la paziente ricerca delle intese possibili.”

PAPA BENEDETTO: LA SINFONIA DELLA PACE SENZA VIOLENZA E SENZA ARMI
“Dalla molteplicità dei timbri dei diversi strumenti, può uscire una sinfonia. Ma questo non accade magicamente, né automaticamente! Si realizza soltanto grazie all’impegno del Direttore e di ogni singolo musicista. Un impegno paziente, faticoso, che richiede tempo e sacrifici, nello sforzo di ascoltarsi a vicenda, evitando eccessivi protagonismi e privilegiando la migliore riuscita dell’insieme.
Mentre esprimo questi pensieri, la mente si rivolge alla grande sinfonia della pace tra i popoli, che non è mai del tutto compiuta.
… per giungere alla pace bisogna impegnarsi, lasciando da parte la violenza e le armi, impegnarsi con la conversione personale e comunitaria, con il dialogo, con la paziente ricerca delle intese possibili.”
(Benedetto XVI, 11 luglio 2012, a commento delle sinfonie 5 e 6 di Beethoven)

  Solo SENZA VIOLENZA E ARMI la sinfonia della pace. Papa Benedetto


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Più soldi agli ospedali, meno alle armi - C’è un’Italia che non ne può più e dice basta.


Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, difende l’acquisto dei 90 cacciabombardieri. La replica dei parlamentari dubbiosi o contrari. E del mondo pacifista.

  F-35, decolla la polemica

Coraggiosi, inflessibili. Quasi spietati con pensionati, lavoratori, famiglie configli e malati. Remissivi, invece, e anche pusillanimi con ammiragli, generali e vertici dell’industria bellica. Così non va.
In tempi di crisi non ci sono zone franche. O terreni minati dove evitare di mettere piede. Se si guarda fino al centesimo per le spese correnti, si aprano gli occhi sui miliardi di euro per riempire gli arsenali. Se siamo sull’orlo del baratro, perché sperperare i soldi per comprare armi? «Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai», si sarebbe detto un tempo. Oggi potremmo dire: «Più lavoro e meno bombe». È una questione di buonsenso. Di saggia amministrazione.
C’è un’Italia che non ne può più e dice basta.

  Più soldi agli ospedali, meno alle armi

Ai senatori del Pd Della Seta, Ferrante, Di Giovan Paolo, Nerozzi, Vita, Amati, Granaiola, Ignazio Marino, firmatari di emendamenti alla spending review che prevedono tagli ai fondi previsti per l'acquisto degli ormai famigerati cacciabombardieri F35, non è piaciuta per niente la risposta del ministro della difesa Giampaolo Di Paola che, in un'intervista al Corriere della Sera sottolinea che la rinuncia all'acquisto degli F35 «avrebbe ricadute pesanti su Finmeccanica e sull'occupazione»...
Ma i senatori del Pd non ci stanno e non la pensano come il ministro: «Rinunciare all'acquisto di alcune decine di cacciabombardieri che costerebbero allo Stato oltre 10 miliardi di euro, con cui si potrebbero finanziare spese e interventi infinitamente più utili, non è furore ideologico, come pensa il ministro della difesa Di Paola: è banale buonsenso. L'unica vera utilità di questo investimento ereditato dal passato è per la lobby dell'industria bellica...

  «F35, tagliare spesa inutile non è furore ideologico ma buonsenso»

La prima rata dell’Imu pagata nell’intera provincia di Palermo, 110 milioni e rotti di euro, non basterebbe per acquistare un solo F-35, cacciabombardiere ad alta tecnologia prodotto dalla Lockeed. Bene, anzi male, perché l’Italia di F-35 a suo tempo ne ordinò 131, per una spesa complessiva superiore ai 15 miliardi di euro...
Allora, pretendere qui da noi una revisione drastica del programma di acquisto degli F-35 non è, almeno non è soltanto, una richiesta di stampo pacifista. E’ soprattutto un’esigenza elementare di responsabilità verso l’Italia e verso gli italiani...

  F35, ora fermatevi

Vedi anche alcuni dei nostri precedenti post:
  • "Beati gli operatori di guerra?" Comunicato stampa di PAX CHRISTI
  • Il futuro del servizio civile, gli F35 e l'Italia che "ripudia la guerra"
  • CRISI ECONOMICA ED ARMI: - Per le armi i soldi non mancano... ma se scoppiasse la pace la crisi sarebbe risolta
  • 25 febbraio 2012: giornata nazionale di mobilitazione contro i caccia F-35
  • Armi - crisi - F35
  • "F35: E’ UN’ALTRA LA STRADA" di mons. Giovanni Giudici, vescovo presidente di Pax Christi Italia



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Ormai non c’è nessuno in giro che non abbia una ricetta contro la crisi. Tuttavia tra le molte proposte forniteci quotidianamente dagli esperti, ora addirittura dal presidente Obama, c’è un’assenza inquietante. Forse per pudore, o per scongiurarla, non è stata mai ricordata la più rapida, la più efficace, la più usata delle politiche anticrisi: la gestione militare del ciclo economico. Adottata stabilmente negli Stati Uniti da molti decenni, ha alla base due pratiche complementari: da un lato la distruzione dei capitali degli altri per prenderne i mercati, i campi d’investimento, le materie prime; dall’altro le virtù anticrisi della spesa pubblica militare.

   Enzo Modugno:  Vincere la crisi con le spese militari di guerra


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Amnesty International da Lampedusa Flashmob e "SOS" rivolto all'Europa e all'Italia


A Lampedusa il 14 luglio sono arrivati in 75. Ma questa volta non si tratta di migranti, ma di attivisti e simpatizzanti di Amnesty International provenienti da 20 paesi, che fino ad oggi hanno animato ilprimo campeggio internazionale della ong. Dopo quello nazionale del luglio scorso, Amnesty ha deciso di ripetere e allargare questa esperienza diformazione, attivismo e solidarietà nella meravigliosa isola delle Pelagie con un’iniziativa che rappresenta un momento saliente dell’attivismo per la campagna dell’organizzazione in difesa dei diritti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in Europa, che si concentra sulle politiche di controllo dell’immigrazione alle frontiere da parte dei Paesi europei.
Lampedusa non è stata scelta a caso e non solo perché avamposto della “Fortezza Europa”. Nel 2011 questo pezzo di terra in mezzo al Mediterraneo è stato suo malgrado al centro, e vittima, di una risposta profondamente inadeguata alla crisi umanitaria in corso sulla sponda sud del Mare nostrum. Il sistema di accoglienza italiano è collassato con l’arrivo simultaneo di alcune migliaia di persone dalla Tunisia e dalla Libia (sarebbero state in tutto meno di 60.000 nell’anno), mentre Tunisia ed Egitto, alle prese con la loro “primavera araba”, si facevano carico di un numero almeno 10 volte superiore di persone in fuga dalla Libia.
“Lampedusa è così diventata il simbolo di come i paesi europei e l’Unione europea affrontano l’immigrazione in Europa - ha affermato Carlotta Sami, direttrice generale di Amnesty International Italia - ed è proprio da qui, che Amnesty International ha trasmesso in questa settimana i propri messaggi di solidarietà e di rispetto per i diritti umani di migranti, richiedenti asilo e rifugiati”, con l’obiettivo di fare dei 75 giovani attivisti gli ambasciatori internazionali di una campagna di sensibilizzazione resa ancora più numerosa dalla contemporanea presenza del Lampedusa in Festival e di altre iniziative che vedono protagoniste associazioni nazionali come l’Arci, e locali come Alternativa Giovani, Askavusa e Legambiente

  Amnesty a Lampedusa per la promozione dei diritti dei migranti

Nel 2011 circa 1500 persone sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, l’organizzazione critica l’Italia per gli accordi sottoscritti con la Libia
Uomini e donne, mano nella mano, hanno dato vita ad un“SOS” nelle acque cristalline dell’isola per chiedere salvataggio e sull'assistenza delle persone che arrivano in condizioni disperate sulle coste italiane. La grande mobilitazione di Amnesty International sull'isola di Lampedusa è cominciata ieri per chiedere all'Unione europea di concentrarsi sugli aiuti anziché rafforzare costantemente le sue frontiere nel tentativo di tenerle alla larga.

  Amnesty International: «La Ue salvi i migranti»

Venerdì 20 luglio, attiviste e attivisti di Amnesty International provenienti da 20 paesi europei oltre che da Australia, Israele, Marocco e Tunisia insieme ad abitanti dell'isola, hanno formato in acqua la gigantesca scritta "SOS" rivolta all'Europa e all'Italia perché modifichino le politiche europee in tema d'immigrazione.

  Flashmob di Amnesty a Lampedusa - 20/07/2012 (video)
 
Da Lampedusa, un video messaggio in 24 lingue per il ministro degli Interni Annamaria Cancellieri "Le vite vanno salvate e non respinte verso la tortura!"

  Le vite vanno salvate e non respinte verso la tortura! (video)


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Emergenza umanitaria per i progetti di accoglienza per i rifugiati in Italia


Sul cartello di ingresso nella cittadina si legge: «Riace, paese dell’accoglienza». 
Ma il piccolo borgo della Locride (in provincia di Reggio Calabria), diventato il simbolo dell’integrazione di quegli immigrati respinti in altre città d’Italia, potrebbe trasformarsi presto in una nuova Rosarno. E con Riace, a rischiare disordini sono anche i comuni di Caulonia e Acquaformosa, che da più di un anno non ricevono i contributi per la gestione dei progetti con i rifugiati provenienti da Libia, Siria, Nigeria e altri Paesi in guerra. Non un euro. Da luglio 2011. E anche i commercianti della zona, che finora hanno fatto credito per garantire cibo e vestiti ai richiedenti asilo, non sono più disposti a farlo. Così, per evitare la rivolta degli immigrati, alcuni dei quali ridotti ormai senza cibo né elettricità nelle case, Domenico Lucano, sindaco di Riace, Giovanni Manoccio, sindaco di Acquaformosa, e Giovanni Maiolo, operatore sociale della cooperativa che si occupa dei migranti a Caulonia, da mercoledì 18 luglio hanno dichiarato lo sciopero della fame. «E anche se cominciamo a non sentirci bene», dice Maiolo al suo sesto giorno senza cibo, «non smetteremo finché non vedremo questi soldi».
Ma che fine hanno fatto i fondi destinati ai profughi e ai richiedenti asilo?

  I fondi ci sono, la burocrazia li blocca: e a Riace i rifugiati fanno la fame

Può una mancata firma su un pezzo di carta ridurre alla fame decine e decine di migranti? Può una mancata firma su un pezzo di carta costringere dei minorenni a restare senza assistenza sanitaria? Può una mancata firma su un pezzo di carta costringere, in questa estate bollente, intere famiglie a vivere senza corrente elettrica, senza un frigorifero funzionante in cui conservare i cibi? Può una mancata firma su un pezzo di carta costringere decine di lavoratori a restare per 7 mesi senza stipendio? Può una mancata firma danneggiare l'economia di interi paesi, costringendo molti piccoli commercianti a fare credito per non lasciare morire di fame degli esseri umani? È quello che sta accadendo visto che la Protezione Civile da un anno non eroga a Caulonia e Riace i fondi stanziati per il progetto di accoglienza "Emergenza Nord Africa".

  Per Riace e Caulonia, città dell'accoglienza

L'Università delle Generazioni, nell'esprimere solidarietà ai sindaci in sciopero della fame per difendere i diritti dei rifugiati in Italia, si chiede se valga di più un monumento dichiarato ''patrimonio dell'umanita''' piuttosto che ''la persona''. Allora, a questo punto, è meglio dichiarare la persona stessa ''patrimonio dell'umanità'' e trattarla di conseguenza''. Sono numerose le associazioni che stanno appoggiando la lotta dei sindaci dell'accoglienza. Maria Ripamonti, presidente dell'Associazione per la Pace di Milano, e la scrittrice Chiara Sasso, del Coordinamento dei Comuni Solidali sono in prima fila e chiedono a tutti gli enti, le istituzioni, le persone, le associazioni sensibili (specialmente a tale tematica altamente civile) di sostenere i sindaci e le comunità dei rifugiati pure economicamente in questo terribile frangente.
Chi vuole contribuire può utilizzare il conto corrente bancario intestato ad Associazione per la Pace di Milano presso Banca Popolare Etica - filiale di Milano - con IBAN IT27U 05018 01600 000000131695 BIC CCRTIT2T84A. 

  Immigrati/Calabria: iniziativa per Associazione per la Pace Milano

I sindaci di Riace e Acquaformosa, Domenico Lucano e Giovanni Manoccio, e Giovanni Maiolo della Rete dei comuni solidali hanno sospeso lo sciopero della fame iniziato da oltre una settimana per protestare contro i ritardi nell’erogazione dei fondi per l’accoglienza e l'integrazione degli immigrati. La decisione è giunta al termine di una assemblea a "Borgo Donna Rosa" di Riace dove hanno partecipato numerose persone, rappresentanti istituzionali ed immigrati.
Il sindaco di Riace ha affermato che «con la nostra protesta abbiamo evitato una rivolta come quella di Rosarno. Abbiamo deciso di interrompere lo sciopero della fame ma se la situazione non dovesse trovare una soluzione siamo pronti a riprendere la mobilitazione e questa volta andremo a protestare nei pressi della sede della protezione civile regionale». 

  Fondi per l'integrazione degli immigrati, sospeso lo sciopero della fame



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A rischio l'accoglienza dei minorenni stranieri in Italia - Il governo rispetti gli impegni assunti!


Il governo ''dia risposte urgenti e puntuali per continuare a garantire la migliore accoglienza e protezione ai minori stranieri non accompagnati, arrivati in Italia durante l'emergenza Nord Africa''. E perché, soprattutto, ''rispetti gli impegni assunti con le amministrazioni locali che, solo per senso del dovere, hanno garantito i servizi, malgrado i forti ritardi del governo nell'erogazione dei fondi anticipati dai Comuni''.
È l’appello lanciato ieri dal sindaco di Padova e delegato Anci all'Immigrazione, Flavio Zanonato, al termine della commissione Immigrazione che si è svolta nella sede nazionale dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

  Minori soli. I Comuni: "Il governo finanzi l’accoglienza"

Al 27 settembre 2011 erano 6.946, sparsi in tutta Italia. Quelli in comunità, oggi, sono 2.456. I minori extracomunitari non accompagnati, giunti nel nostro Paese oltre un anno fa, rischiano di essere nuovamente allo sbando. Perché il Governo non versa più i fondi necessari a chi li assiste. 
«Quanto possiamo resistere? Il tempo di arrivare al 30 luglio. Poi, diciamo a ottobre-novembre, saremo tutti costretti a chiudere». Antonio Di Pinto è uno delle centinaia di responsabili di comunità di accoglienza che si sono fatte carico dei minori stranieri arrivati all’epoca delle “primavere arabe” dal Nordafrica, provenienti soprattutto dalla Tunisia e dalla Libia. Ed è anche il coordinatore della sessantina di comunità che hanno lanciato nei giorni scorsi un appello disperato per ottenere finalmente il pagamento dei fondi che il Governo non versa da oltre un anno. «Sedici mesi, per l’esattezza», aggiunge Di Pinto.

  Immigrati: bambini traditi due volte

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) chiede risposte immediate e certe al Governo italiano in merito alla grave e insostenibile situazione venutasi a creare in riferimento all’accoglienza dei minorenni stranieri giunti in Italia a seguito della cosiddetta “emergenza Nord Africa”, ed accolti presso numerose comunità residenziali, specie del Sud Italia. 

  Comunicato stampa del CNCA

Le Associazioni e le Organizzazioni che operano in Italia a favore dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza esprimono forte preoccupazione per la decisione del governo di chiudere l'Osservatorio nazionale per l'infanzia, che costa meno di ottomila euro. 
Il Coordinamento è una delle misure generali che,in tutto il mondo, riveste un ruolo chiave nell'attuazione dellaConvenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Nelle ultime raccomandazioni all'Italia del Comitato ONU sui diritti dell'infanzia il coordinamento tra le politiche realizzate dai diversi livelli di governo viene letto come elemento cruciale per l'attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti, si propone quindi un rafforzamento dell'Osservatorio: 

  Spending review e abolizione dell'Osservatorio nazionale infanzia: la protesta delle associazioni

L'UNHCR ha presentato oggi i risultati di un progetto che coinvolge tre nazioni (Italia, Francia e Grecia) per la tutela e il miglioramento delle procedure di protezione del ragazzi (in prevalenza afgani, dai 15 ai 18 anni) che arrivano in Europa senza un adulto di riferimento

  Minori non accompagnati come migliorare l'accoglienza

Vedi anche il nostro precedente post:

  Emergenza umanitaria per i progetti di accoglienza per i rifugiati in Italia


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I centocinquanta migranti che vivono a Riace sono una mini comunità in una piccola comunità. I quasi milleottocento abitanti del paese calabrese li hanno “adottati” da qualche anno, da quando frotte in cerca di vita si sono riversate in Italia dopo lunghi viaggi per scampare alla morte. Nel 2009 il regista tedesco Wim Wenders, palma d’oro a Cannes, ha deciso di raccontarne la storia nel suo cortometraggio Il volo. Dopo tre anni Riace, come Caulonia e Acquaformosa, è in piena emergenza immigrati. I fondi governativi previsti progetto Emergenza Nord Africa non vengono erogati dal luglio dell’anno scorso. Perché?

   Antonio Marafioti:  L'appello di Riace

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LA DITTATURA DELLA FINANZA - I RICCHI SEMPRE PIU' RICCHI IL RESTO DEL MONDO SEMPRE PIU' POVERO -


Sarebbero almeno 17 trilioni di euro i capitali nascosti nei paradisi fiscali
L’elite globale dei super ricchi nasconderebbe nei paradisi fiscali sparsi per il Pianeta ben 21 trilioni di dollari (circa 17 trilioni di euro). È il dato più eclatante che emerge dal libro “The Price of Offshore Revisited”, scritto dall’economista James Henry, il quale dimostra in maniera molto circostanziata e documentata come, alla fine del 2010, i capitali “nascosti” ammontassero al valore dell’economia statunitense e di quella giapponese messe insieme.

   Paradisi offshore, i buchi neri della finanza mondiale

«Lo spread attribuisce ogni potere decisionale a chi detiene il potere economico, nei fatti vanificando il principio del suffragio universale» presidente della Consob, Giuseppe Vegas

   Vegas: «C'è il rischio dittatura dello spread»

 Anche per la Chiesa tagli agli sprechi

"... Anche nel mondo ovattato della realtà ecclesiale è arrivata la spending review. Con qualche luminare in meno a studiare le carte, ma alla fine con la stessa sfida: quella di distinguere davvero ciò che è indispensabile rispetto al superfluo. Perché anche come Chiesa a un certo punto ci si può accorgere di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità. ..."

   La nostra spending review di Giorgio Bernardelli

Intervento del Prof. ZAMAGNI in occasione del Convegno conlusivo del Biennio di Formazione sulla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica - Campobasso 18.06.2012.

Questa è un’epoca di paradossi d anche il Papa Benedetto XVI esorta a bilanciare i due pensieri, calcolante e pensante in questo mondo che soffre della carenza di pensiero. Ma il paradosso che in greco significa “meraviglia” è la diseguaglianza dovuta all’aumento della ricchezza globale. .... tre sono i paradossi: il paradosso della felicità che non va con la utilità; il paradosso dei suicidi dovuto ad una scarsa capacità relazionale; il paradosso dei divorzi, ormai aumentati del 50 % perché manca la felicità. Questi paradossi inquietanti traggono la loro origine nel metodo gestionale. Nascono dall’antidoto al bene comune, cioè l’individualismo. .... La gestione comune crea la distribuzione del bene e la felicità. Diseguaglianza, felicità e scarsità di bene comune sono gli “agenti inquinanti” nella stagione dell’opulenza. In questa analisi sociale bene si innesta il welfare abilitante , un nuovo ma anche antico metodo che tende a migliorare le capacità della vita ed aiuta le persone a sviluppare il proprio potenziale. ... Ma la giustizia sociale è ancora la sussidiarietà circolare che si attua attraverso il mutuo riconoscimento. La novità straordinaria nella sussidiarietà circolare è il principio antico della “fraternità” che rimanda il pensiero al francescanesimo. “Favorire il mercato plurale attraverso lo strumento delle “obbligazioni di impatto sociale” con il principio della “fraternità” ed applicarla all’attività economica ordinaria con interventi intra e non post cioè in fase di redistribuzione, aiuta a sviluppare i principi di libertà ed uguaglianza. La fraternità deve essere declinata dentro l’attività attraverso il secondo principio, della reciprocità che crea “fiducia”, Fides, che dal latino vuol dire corda cioè concretezza di unione e di unità. La fiducia declinata in orizzontale, verso la società e declinata in verticale, verso la speranza e verso Dio porta allo sviluppo”. ....  con l’ utile e pratico riferimento alla Didachè, dottrina sociale degli apostoli, tra opposti :sale-lievito (invisibili) e luce-città (visibili). Eccesso di intimismo ed eccesso di operatività ne oscurano lo sviluppo. La vera democrazia è la città dell’uomo dello sviluppo umano sociale e relazionale”.

     video (prima e seconda parte)


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I super ricchi nel mondo evadono più di tutti. Una ricerca – citata dal quotidiano britannico Guardian – elaborata dal gruppo Tax justice network dal titolo ‘The Price of offshore revisited’ (Il costo delle economie off-shore rivisitato), denuncia un dato impressionante: alla fine del 2010 l’élite mondiale dei Paperoni di tutto il mondo ha custodito almeno 21 trilioni di dollari in conti correnti segreti nei cosiddetti paradisi fiscali off-shore (come la Svizzera e le isole Cayman). Tale cifra assomma a più del valore del pil di Stati Uniti e Giappone messi insieme.

   Luca Galassi:  L'èlite della vergogna

Un articolo illuminante, da leggere e diffondere, del premio Nobel Paul Krugman, uscito in questi giorni sul New York Times. Come è ormai chiaro a tutti Krugman spiega perché le politiche di austerity non hanno senso dal punto di vista economico, al contrario: l’austerity è solo la scusa per smantellare i programmi sociali su scala globale. Ecco l’articolo

   Paul Krugman:  "Usano il panico da deficit per smantellare i programmi sociali"



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Olimpiadi 2012 (1) - Non solo sport


Quella delle Olimpiadi è una storia di dialogo internazionale, ma anche di rivalità nazionali. La tensione tra nazionalismo e internazionalismo ha sempre caratterizzato di questo evento: nonostante il motto non ufficiale delle Olimpiadi sia “lo sport e la politica devono restare separati”, sbaglia chi ritiene che la politica rimanga davvero lontana dalle piste d’atletica, dalle piscine, dai campi di calcio e di basket. Le Olimpiadi sono, prima di tutto, un evento che riflette e produce i mutamenti del sistema internazionale. 

     Olimpiadi: l’importante è partecipare

I nostri pronostici sui Giochi che iniziano a Londra. Ciò che sicuramente "non" vedremo nell'edizione che s'inaugura oggi nella capitale inglese.
Primo nostro pronostico sui Giochi di Londra: non saranno vistosamente “i più” di qualcosa. E questo non è un male. L’augurio nostro è che siano Giochi normali, in chiave umana. Non ci interessano i superuomini. Anzi...
...Saranno Giochi bellissimi, come sempre accade anzi avviene (accadere è opera del caso, avvenire dell’uomo) quando si riunisce la meglio gioventù del mondo per fare gare regolamentate e non per sperimentare violenze, con stavolta, intorno e sopra di essa, gente di potere che però aborre le violenze quanto aborre la privazione o anche la limitazione della libertà.

       Olimpiadi, quello che "non" saranno 

A cosa servono le Olimpiadi? A ricordarci che esiste una dimensione della vita che prescinde dalla depressione...
Le Olimpiadi, a saperle guardare con quel pizzico di retorica che nello sport non guasta, sono una fabbrica di stimoli corroboranti. Storie di persone provenienti da ogni ripostiglio del pianeta che ci raccontano come si insegue un sogno, come si coltiva un talento, come si impara a vivere in rimonta, con rigore e sudore, pur di migliorare se stessi...

     Distrazione di massa

L’Olimpiade, in fondo, lo è sempre stato. Antidoto ai problemi e ai conflitti, parentesi e tregua. Perché regala emozioni, ferma il tempo, costruisce storie. E obbliga ad ascoltarle. Lo sport riconcilia con il senso del limite, i Giochi diffondono senso di squadra, di appartenenza, di impegno feroce. Ne abbiamo bisogno: serve un esempio con l’uomo al centro, con le sue debolezze, ma anche con la sua grande potenzialità. Un emblema vero di rispetto: delle regole e del traguardo.
Ci provano in tanti, vince uno solo. L’Olimpiade è vita, lascia il segno comunque. 

     Misurarsi e capire

''Le Olimpiadi - ha affermato Benedetto XVI - sono il più grande evento sportivo mondiale, a cui partecipano atleti di moltissime nazioni, e come tale riveste anche un forte valore simbolico. Per questo la Chiesa Cattolica guarda ad esse con particolare simpatia e attenzione''.

     video

Le notizie certe sono poche. Innanzitutto, la cerimonia si terrà venerdì 27 luglio alle ore 21 allo stadio di Stratford. Il direttore dell'evento sarà il premio Oscar Danny Boyle, celebre regista di film come Trainspotting e The Millionaire.
Gli spettatori italiani potranno seguirla, dalle 20.30, in diretta su Rai Uno oppure su tre canali Sky: Sky Olimpiadi 1 HD, Sky Uno HD, e per la prima volta al mondo nella storia dei Giochi olimpici, ci sarà un canale in tre dimensioni, Sky Olimpiadi 3D

     OLIMPIADI, VOCI E INDISCREZIONI SULLA CERIMONIA D'APERTURA


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La testimonianza di un'atleta britannica che gareggerà da favorita alle Olimpiadi: la nostra rincorsa alla vittoria è una metafora della vita di ogni cristiano

   Debbie Flood:  «Io, la mia fede e l'oro olimpico»



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Notizie dal mondo

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SOS Libia: Sparatoria contro profughi in Libia

   SOS Libia da Don Mussie Zerai presidente dell'agenzia Habeshia per la cooperazione e lo sviluppo (AHCS)


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Dopo che la siccità siè trasformate in fame diffusa, i problemi si sono moltiplicati nei campi dei rifugiati somali, in Kenia, in Etiopia ma anche nella stessa Mogadiscio, dove i profughi interni sono centinaia di migliaia assiepati in tendopoli infinite. Qui vige la legge del più forte e le violenze sessuali dilagano. Il reportage di Hiiraan Online 

   Carlo Ciavoni:  Somalia, stupri nei campi profughi "Vogliono anche bambine di 9 anni

Crisi nel Sahel: ci sono quasi venti milioni di persone che soffrono la fame. In Chad, Gambia, Mali, Mauritania, Niger e Senegal la sopravvivenza della popolazione è compromessa per la combinazione di ragioni naturali e politiche. La siccità, i prezzi alti degli alimenti, il calo delle rimesse dagli emigrati, il degrado ambientale

   Luca Garneri:  Burkina Faso, alla crisi alimentare si aggiunge il problema dei profughi

... Come con il petrolio anche con l’acqua della Libia la politica internazionale gioca una partita i cui contorni sono oscuri ma ugualmente decisivi per il futuro. La scarsità di notizie non fa che confermare questo assunto.

   Piergiorgio Cattani:  Dov'è finito l'oro blu di Gheddafi?

Potočari, Srebrenica. Luoghi della memoria che interrogano l'Europa, obbligando a non distogliere lo sguardo. La visita al Memoriale durante un venerdì di preghiera. Ho un ricordo nitido di quel luglio del 1995, quando i soldati di Ratko Mladić presero Srebrenica e, dopo aver separato donne e uomini, diedero vita al massacro di migliaia di bosgnacchi che in quella città avevano cercato la protezione delle Nazioni Unite.

   Michele Nardelli:  Nella quiete di Potocari, quelle lapidi inascoltate


Nelle informazioni sulla Siria offerte in queste ultime, drammatiche settimane da alcuni media cattolici si parla molto di riconciliazione e si citano le testimonianze di ecclesiastici importanti e religiose. 
Effettivamente a Homs alcuni sacerdoti esemplari hanno tentato di stabilire dei comitati di base di riconciliazione, "musalaha", per ristabilire il buon vicinato ferito a morte dai tremendi eventi dei mesi scorsi. Ciò è avvenuto in collaborazione con rappresentanti musulmani della base e con persone che si trovano tanto nelle zone sotto controllo dei rivoluzionari come in quelle sotto controllo del regime o in zone miste, dove cioè una facciata di legalità si compone con una sostanziale partecipazione della popolazione alla rivoluzione.

   Paolo Dall'Oglio:  Siria, impegno per la pace e amnesie

Il conflitto, cominciato più di un anno fa, ha fin qui ucciso oltre 500 tra bimbi e ragazzi; 45 mila sono scappati. Il loro calvario raccontato da chi li aiuta. Foto Brooks/Unicef.

   Andrea Iacomini:  Bambini e guerra, nel buio di Damasco


 Il calvario dei bambini siriani, vittime innocenti della guerra civile. Reportage fotografico di Kate Brooks/Unicef

   FAMIGLIA CRISTIANA:  Siria - L'inferno dei più piccoli

Lo sostengono i giudici dell’Alta Corte kenyana in una sentenza che annulla l’inserimento del movimento indipendentista della costa nell’elenco dei “gruppi criminali organizzati”. Una decisione che ha messo in allarme il sistema della sicurezza interna ma anche la politica, perché permette al Consiglio repubblicano di Mombasa di correre come partito politico alle elezioni presidenziali del 2013.

   Michela Trevisan:  I secessionisti dell'Mrc non sono criminali



Lotta alla mafia



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Giorni di fuoco per l'Italia, con numerosi roghi e incendi che, aiutati da caldo torrido e siccità, stanno flagellando numerose regioni 

... La maggior parte degli incendi boschivi è causata da mano umana, a causa di comportamenti superficiali o, spesso purtroppo, dolosi e che la collaborazione dei cittadini può essere decisiva nel segnalare tempestivamente ai numeri di telefono d'emergenza 1515 o 115 anche le prime avvisaglie di un possibile incendio boschivo.

   Incendi, l'Italia brucia un po' ovunque

Mentre questa settimana l'anticiclone africano aggredisce il Centro-Sud, è allerta per gli incendi.
Gli incendiari scelgono infatti i giorni più caldi per colpire, certi che il fuoco potrà propagarsi con maggiore facilità ed essere più distruttivo. 
Le statistiche dicono che circa il 70% degli incendi è di origine dolosa, ma probabilmente la percentuale andrebbe rivista al rialzo. Nonostante dal 2000 sia stato introdotto in Italia il reato di incendio boschivo, la difficoltà di cogliere l'incendiario in flagranza fa sì che la maggior parte dei reati rimanga impunita.

   Solita Italia: più mafia, più incendi

In questi giorni si moltiplicano gli attentati nei terreni confiscati alla mafia, alla 'ndrangheta e alla camorra. Interi raccolti dati alle fiamme per privare i soci delle cooperative, della rete di Libera, che li avevano coltivati del frutto del loro lavoro.
Il presidente del Gruppo Abele e di Libera, don Luigi Ciotti, risponde alle domande di Alessandra Turrisi, sulle pagine del Giornale di Sicilia. 

   La lotta alla mafia (188.21 KB) (pdf)

Vedi anche il nostro precedente post:

   BELPASSO - La mafia ha paura e brucia le arance, ma non la speranza. L'impegno di Libera continua!


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"Il coraggio e la tenerezza di Rita Atria"  - 
Denunciò la mafia a Borsellino, 20 anni fa moriva Rita Atria
 
“...Rita, non t'immischiare, non fare fesserie" le aveva detto ripetutamente la madre che, ancora non sapeva della sua collaborazione, ma, quel magistrato alla ragazza sembrava un papà, i loro incontri non erano tanto formali, erano fatti di baci e abbracci. Tanta tenerezza. Per Rita, raccontare, ricostruire, anche cose successe quando era molto piccola è facile. “consentendo una ricostruzione ancora più precisa e approfondita del fenomeno mafioso partannese… benché minorenne mostrava immediatamente agli inquirenti grande determinazione nel collaborare con la Giustizia…” ( Procura della Repubblica di Marsala 4 marzo 1992 firmata da Paolo Borsellino e dal sostituto Procuratore della Repubblica Alessandra Camassa). La stessa Piera Aiello si legge, apprendendo della collaborazione della cognata Rita si sente incoraggiata e si aprirà di più. Approfondirà alcune precedenti dichiarazioni. ..."

   “Racconto tutto a Paolo Borsellino” 

Per approfondire la storia di Rita:

   Per non dimenticare Rita Atria



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Ci siamo, siamo a Partanna. Caldo pomeriggio del 26 luglio. La prima sosta è all’ingresso del cimitero dove 20 anni addietro, in una altrettanto calda giornata di fine luglio (ma poteva anche essere uno dei primi giorni di agosto), arrivò, portata a spalla da alcune donne, la bara dove dentro erano state composte le spoglie di Rita Atria, la ragazza che il 26 luglio si era uccisa a Roma, lanciandosi nel vuoto, dal sesto piano della palazzina di via Amelia dove viveva “nascosta” con la cognata, Piera Aiello: la loro colpa che le ha costrette a fuggire da Partanna a vivere lontano con altre identità e sotto protezione, quella di essere diventate “testimoni di giustizia”...
Partanna la accolse con le finestre chiuse, nessuno la andò ad accogliere, c’erano solo le associazioni antimafia, le donne e gli uomini venuti anche da lontano. Restò chiusa anche la Chiesa Madre, per ordine del vescovo dell’epoca, Rita suicidatasi non meritava il funerale. Oggi un altro vescovo, mons. Mogavero ha posto rimedio celebrano lui la messa di commemorazione...
Don Luigi Ciotti cammina a piedi con tantissima altra gente, giovani, tantissimi, tiene tra le mani la lapide in marmo che solo simbolicamente verrà posta sulla tomba di Rita, al suo fianco tanti familiari di vittime della mafia...
L’arrivo al cimitero è segnato da una prima sorpresa, i referenti di Libera della provincia di Trapani, guidati dal coordinatore Salvatore Inguì, si staccano dal corteo e Gisella Mammo Zagarella, referente del presidio del capoluogo, tira fuori martello e chiodi da una borsa che porta a tracolla, e poi una targa ben coperta, viene collocata all’ingresso del cimitero, si legge, “in questo cimitero riposa Rita Atria testimone di Giustizia”. Così che chi entra sappia. 
Il corteo continua fino alla tomba di Rita, qui si vive un lungo momento di silenzio, rotto infine da don Luigi Ciotti. Sono parole pesanti ma che allo stesso tempo vogliono stemperare gli animi, parole di richiamo ma anche di forte appello alle coscienze. “Non basta commuoversi – dice don Luigi – ma muoversi, Rita ci esorta ad essere noi tutti capaci ogni giorni di essere testimoni di giustizia dinanzi alle illegalità spacciate per legalità che si compiono, dinanzi a chi intende possa esistere una legalità malleabile, questa tomba è senza lapide, speriamo di metterla, ma intanto la vera lapide è quella che dobbiamo portare nelle nostre coscienze, cercando verità e costruendo giustizia dobbiamo ricordare Rita”. Poi il richiamo alle istituzioni: “Rita ci ha lasciato scritto – ha affermato don Ciotti – come nel nostro Paese abbiamo bisogno di tanta verità, ancora oggi, abbiamo bisogno di una politica chiara e trasparente”...
In Chiesa la messa con le parole attese del vescovo Mogavero che ha presieduto alla celebrazione. Parole rivolte alla comunità di Partanna. Nessuno potrà dire di non avere capito. L’obbligo della riconciliazione, del perdono, e della pace, sono stati i cardini dell’omelia del vescovo Mogavero e con le parole del Vangelo ha descritto cosa è oggi la comunità di Partanna...
Ecco da dove bisogna cominciare a cambiare e come cambiare: “La capacità di vedere parte dal cuore: chi ha il cuore freddo e indifferente non riesce a vedere e non è capace di ascoltare; chi ha cuore buono e partecipe coglie il senso della realtà e degli eventi e sa interpretarli correttamente, lasciandosene ammaestrare. Questo significa che l’osservazione di ciò che accade attorno a noi è questione di cuore e che, pur vedendo e sentendo le medesime cose, si può reagire in modo diverso a seconda di come il cuore fa vedere e sentire quelle stesse cose…Noi siamo qui stasera proprio per guardare alla vita e alla morte di Rita con il cuore, non per capire, ma per accettare; non per giudicare, ma per riconciliare; non per maledire, ma per custodire la memoria; non per contrapporre, ma per pacificare. È tempo, dopo venti anni, di liberare il sogno di chi ha creduto e crede nella capacità delle persone di vivere relazioni fondate sull’amore e sulla fratellanza; di chi si spende e muore per la pace e la giustizia; di chi dice basta alla violenza e alla sopraffazione di qualsiasi origine e genere ed è disposto a pagare di persona; di chi guarda non al proprio interesse, ma al bene comune per il quale sa sacrificare tutto, anche la propria vita”. La mafia non è invincibile ha ripetuto il vescovo e ha ricordato che questo è stato dimostrato grazie “agli indifesi, i piccoli - in una parola i giusti - ad avviare l’opera di demolizione delle iniquità e malvagità diffuse. Essi, in apparenza, sono stati dei vinti perché hanno dovuto cedere alla violenza delle armi o alla sconforto della solitudine. Ma in effetti sono gli autentici vincitori che hanno detto: “basta” e hanno cambiato il corso della storia; e i loro nomi benedetti sono scritti in cielo”...

   Rita Atria: il rimprovero del vescovo Mogavero alla comunità, l’appello perché è adesso l’ora di liberare il sogno di Rita

... Non va dimenticata la piccola forte ragazzina di Partanna. Non va cancellato il suo nome...
Perché ogni uomo, ogni donna, ha diritto al suo nome. Alla sua storia e alla sua identità. Anche la piccola Rita che la mafia voleva cancellare ma che con le sue scelte è rimasta e rimarrà nella nostra memoria. Una memoria che proprio nel suo nome si fa impegno e speranza.

   Un fiore per Rita

Vedi anche il nostro precedente post:
   "Il coraggio e la tenerezza di Rita Atria" - Denunciò la mafia a Borsellino, 20 anni fa moriva Rita Atria


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RAPPORTO DIA SUL SECONDO SEMESTRE 2011 

  GAZZETTA DI MODENAInfiltrazioni mafiose, ecco i “reati-spia”




FEDE E
SPIRITUALITA'




"Il coraggio di sperare oggi"

HOREB n. 61 - 1/2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

Il terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale: è possibile sperare? 

Questo navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze, che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli, credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è speranza”, egli  sente il bisogno di oltrepassare lo scacco dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso. 

Sperare si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la morte non sia inghiottita nella vittoria. 

Giovanni Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto i nostri peccati  quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione. 
La speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in libertà e di scegliere ogni  giorno la via della vita. Essa consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo, che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta. Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà. 
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..."  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)

   Ricerche nel Web - Una speranza "crocifissa", ma non sconfitta (pdf)



E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ 6-11 AGOSTO 2012
DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE
A 50 anni dal Concilio Vaticano II



 FRATERNITÀ  CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO


   il programma della settimana di spiritualità (pdf)


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XVI domenica del tempo Ordinario Anno B - Commento al Vangelo di Enzo Bianchi


XVI domenica del tempo Ordinario Anno B
Mc 6,30-34

Di ritorno dalla missione gli apostoli “si riuniscono attorno a Gesù e gli riferiscono tutto quello che hanno fatto e insegnato”. Essi hanno continuato l’attività e la predicazione di Gesù (cf. Mc 6,6), sono stati intimamente associati alla sua autorevolezza, e ora Gesù stesso li vuole soli con lui, lontani dalla folla. Gesù è davvero il pastore che vigila sul “piccolo gregge” (Lc 12,32) della sua comunità e, come tale, chiama i suoi discepoli al riposo: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’”. E Marco aggiunge un’annotazione umanissima: “era molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare”.
“In disparte”: questa espressione non indica solo un luogo di riposo a cui Gesù invita i Dodici, ma designa un vero e proprio ritiro nella sua intimità, per rinsaldare e rinnovare il legame con lui, non solo per ritemprarsi in vista della missione. Si tratta cioè semplicemente di “stare con Gesù” (cf. Mc 3,14), di vivere con lui momenti di comunione gratuita, senza alcuno scopo che non sia quello di dimorare con il Signore della propria vita. È Gesù stesso che dà l’esempio a coloro che chiama alla propria sequela, cercando costantemente di approfondire la sua comunione con il Padre: egli si sveglia all’alba, si reca in luoghi solitari e prega (cf. Mc 1,35; Mc 6,46), resta in luoghi deserti (cf. Mc 1,45); i suoi discepoli devono imitarlo, facendo tesoro della parabola del granello che, una volta seminato, cresce da sé anche quando l’agricoltore riposa (cf. Mc 4,26-27).
Ma per gli apostoli, come per Gesù, il riposo talvolta può diventare impossibile. Già in precedenza il ritiro nel deserto non era stato sufficiente a proteggere Gesù dall’accorrere delle folle (cf. Mc 1,45); qui il segreto progetto di sosta viene scoperto nonostante la partenza su una barca per l’altra riva del lago: il riposo di colui che annuncia il Regno è tanto necessario quanto incerto, e il discepolo deve mettere in conto il fallimento dei propri progetti, esercitandosi all’arte di assumere l’imprevisto. Sì, il riposo sarà certo nel tempo escatologico, nel sabato eterno (cf. Eb 4,9-11; Ap 14,13), ma sulla terra rimane sempre aleatorio…

   Commento al Vangelo di Enzo Bianchi


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VIZI CAPITALI 5 - "LUSSURIA: l'eros senza pienezza" di mons. GIANFRANCO RAVASI
 

VIZI CAPITALI  - 5
LUSSURIA: l'eros senza pienezza
di mons. GIANFRANCO RAVASI

«Nella seduzione, beatitudine; / sciagura a prova fatta. / Un sorridente sogno, prima; / una chimera, dopo. / E’ cosa che chiunque sa bene. / Ma nessuno sa bene sottrarsi / al cielo che conduce gli uomini / in tale inferno». Ancora una volta è il genio di Shakespeare (Sonetto 129) a intuire nella trama di una vicenda erotica tutto il miele e il fiele che vi si celano. Gli approcci amorosi sono un mirabile gioco di seduzione che genera felicità e attesa. Tutto appare come un sogno dorato, un dolce vagheggiamento. Ti sembra di essere così lieve da toccare il cielo. Ecco, però, a questo punto il crinale: è significativo che spesso si usi un verbo brutale come “consumare” per indicare l’atto sessuale, quasi fosse un dare fondo a un piatto più o meno prelibato o esaurire una scorta di energia; anche la comune locuzione “fare all’amore” riduce una realtà così complessa e simbolica a un oggetto da manipolare e da modellare o a un atto da eseguire. Ora, se è vero, come affermava lo scrittore austriaco Karl Kraus, che «il vizio e la virtù sono parenti, come il carbone e i diamanti» che hanno una base comune nel carbonio, cerchiamo innanzitutto di risalire alla matrice di partenza da cui di diramano la virtù dell’amore e il vizio della lussuria.

   LUSSURIA: l'eros senza pienezza di Gianfranco Ravasi

   video


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 (SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


  S. Giacomo Maggiore  (video)
  Santi Gioacchino ed Anna   (video)


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  Essere finestra...
  E' importante...
  Per i discepoli...
  Una parola...
  L'umiltà...
  Lo sdegno...
  Un vaso...


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Il teologo risponde


Possono le donne essere lettori e accoliti “istituiti”?

  Silvano SirboniMinisteri istituiti alle donne

Le Messe in suffragio dei defunti che valore hanno per la loro anima? E cosa dire delle Messe perpetue? È meglio farne celebrare una ogni tanto in parrocchia dove partecipano i parenti?

  Giancarlo BruniLe preghiere per i defunti



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La Bibbia in un frammento
Le pietre d'inciampo del Vangelo




"Alla risurrezione, di
quale dei sette quella
donna sarà moglie?
Tutti infatti l’hanno
avuta in moglie!"


(Matteo 22,28)


  Gianfranco RavasiI sette mariti

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“La santità familiare nell’esperienza del lavoro” tenuta da Fulvio De Giorgi




Dalla relazione “La santità familiare nell’esperienza del lavoro” tenuta da Fulvio De Giorgi al VII Incontro mondiale delle famiglie (Milano, 30 maggio – 3 giugno 2012).

La globalizzazione e i suoi effetti in termini di grandi migrazioni hanno sempre più trasformato le nostre società in senso multiculturale e multireligioso, anche sul piano dei modelli familiari, con rischi di derive xenofobe ma pure con grandi potenzialità positive di arricchimento inter-religioso.
La crisi dei legami sociali
Individualismo ed egoismo sociale, esponenzialmente cresciuti ed esaltati, in tutto il mondo occidentale, a causa dell’egemonia del neoliberalismo, hanno fatto entrare in sofferenza e in crisi le diverse forme di legame sociale disinteressato, come il legame educativo, ma anche come il legame familiare, che si è notevolmente fragilizzato; l’accresciuta sensibilità verso la soggettività non ha avuto però solo una deriva individualistica,
ma ha anche approfondito positivamente l’attenzione verso la dignità personale, verso il rifiuto del razzismo, verso la valorizzazione delle differenze di genere, verso il superamento della discriminazione omofobica e tutto questo ha aperto nuovi punti di vista anche rispetto alle relazioni familiari. Inoltre l’affermarsi, sullo sfondo dell’edonismo commerciale dei media, di un materialismo pratico e di un neopaganesimo della ricchezza ha fatto regredire la sessualità a merce e a cifra ostentata di potere, opacizzando preventivamente e sistematicamente ogni dimensione spirituale di discorso, di sentimenti, di prassi. La stessa condizione di dominio e di reificazione, che nel mondo del lavoro assume la forma dello sfruttamento e della spersonalizzazione alienante, porta, nella coppia, ad una riduzione dell’altro a oggetto di consumo.

   LA FAMIGLIA ALCUNI TEMI E QUESTIONI di Fulvio De Giorgi



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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni




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Estate, per la Chiesa tempo di ferie o opportunità pastorale?


Servono operatori disponibili a mettersi in gioco come cristiani non Aziende cattoliche di promozione delle specialità artistiche locali...

Dovrebbe essere il gusto genuino dell'accoglienza a caratterizzare le tante iniziative che s'inventano ogni estate sui litorali o all'ombra delle cime: nonostante l'aspetto svagato, il villeggiante cerca (e ricorda) i volti di una famiglia ospitale, i momenti di una chiacchierata distesa o di un silenzio condiviso davanti ad un panorama mozzafiato.
Altrimenti anche la Pastorale del Turismo - pur con le necessità di efficiente coordinamento che evita dispendio di energie - finisce per burocratizzarsi in un "fare per fare", riciclato di anno in anno in base a valutazioni che considerano più la quantità dei contatti e degli eventi che la qualità della relazione. Dipende quasi tutto dagli "operatori" - ne siamo convinti - disponibili a mettersi in gioco come cristiani prima ancora che ospitanti, per evitare che la parrocchia a vocazione turistica sia riconosciuta solo come una sorta di Azienda cattolica di promozione delle specialità artistiche locali.
Diciamoci prima chi sono i destinatari della stessa Pastorale turistica: più dei fedelissimi che fin dal primo giorno s'informano sugli orari delle celebrazioni, dovrebbero essere quanti sono portati dall'inerzia estiva ad allentare la loro già incerta partecipazione ecclesiale: con la chiusura delle scuole ripongono in cartella fino a settembre anche le domande dello spirito.
Dalle variegate sperimentazioni che affiorano ogni anno dal panorama ecclesiale italiano, spicca l'efficacia di alcuni ambienti congeniali, non tanto per la loro struttura quanto per le presenze umane che la abitano (e che dovrebbero essere) soprattutto laicali: quando si finirà per identificare una parrocchia accogliente solo con lo stile più o meno gradito del suo parroco?

       I turisti e i lembi del mantello

Sempre più sono i Vescovi Italiani che salutano i turisti con i loro messaggi in occasione dell'estate. Questo è un segno molto evidente dell'attenzione della Chiesa per la pastorale del turismo e per manifestare la loro gioia nell'accogliere coloro che si spostano dalle proprie località per soggiornare, riposarsi, ritrovare il piacere di stare insieme, di pregare insieme, di riflettere e pensare come non si riesce a fare nella vita quotidiana. Tutti i Vescovi esprimono il loro "benvenuto" con parole di speranza e di contentezza, aprendo le porte dello spirito e dell'evangelizzazione

     Raccolta  dei saluti dei Vescovi italiani per l'estate 2012.

LA CHIESA D'ESTATE è la serie di puntate di A Sua Immagine dedicata ai movimenti e alle associazioni cattoliche e a tutti i credenti che in estate non vanno "in vacanza", ma usano il tempo delle ferie per dedicarsi a ciò che conta nella vita, anche con maggiore intensità.
Guarda le puntate dal sito RAI:
  • I giovani e la Chiesa aperta per ferie puntata del 17/6/2012
  • L'estate di giovani e famiglie di CL puntata dell'1/7/2012
  • L'estate dei giovani focolarini puntata dell'8/7/2012
  • L'estate dell'Azione Cattolica puntata del 15/7/2012
  • L'estate dell'Agesci puntata del 22/7/2012
Nella calda estate 2012 ancora una volta si parla di oratorio perché tante famiglie sono coinvolte in parrocchia con i propri figli, animatori e animati, giovani e bambini dei Grest e dei campi scuola che in paese o in città, al mare o in montagna, vedono protagoniste le nuove generazioni. Ne parlano i bollettini parrocchiali, la stampa diocesana, e in questi giorni perfino i quotidiani nazionali. Tutti sembrano aver riscoperto la realtà di una Chiesa vicina alla gente: quella del paese o del quartiere, una Chiesa popolare che vive i problemi di ogni giorno con la sapienza del Vangelo e la fantasia dello Spirito.
Una Chiesa che “si prende cura del bene delle persone” fin dall’infanzia...

     Se i laici scoprono la forza dell'oratorio


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Enzo Bianchi lectio magistralis "Il cristiano e la polis"


E' stato padre Enzo Bianchi con la sua lectio magistralis "Il cristiano e la polis" ad aprire la quarta edizione di parole di Giustizia, l'8 giugno a La Spezia

 “Il concetto chiave è quello della “compagnia degli uomini”: il cristiano accetta che il suo contributo sia accanto agli altri, ma non può pretendere di imporre i suoi valori, che questi diventino legge. Nel loro DNA i cristiani hanno la società plurale e la laicità dello Stato. La parola di Dio, il Vangelo, è comprensibile a tutti se è umana. ....”

"...il  cristiano deve seguire la parola del Vangelo, ma non può imporla al resto della società...."

"...La democrazia è in perenne trasformazione, oggi si deve coniugare con giustizia, equità sociale, cultura, laicità dello Stato. Sulla laicità dello Stato i cattolici sono arrivati tardi. La laicità è stata minacciata con privilegi che le altre confessioni non avevano. Sono pochi decenni che la Chiesa ammette la laicità dello stato come valore, nel 2005 lo ha detto Giovanni Paolo II ..."

"...La barbarie si vince con l’ascolto, la convivenza, l’umanizzazione. Dobbiamo costruire una società più umana.”

     video


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Ancora un prete arrestato per abusi su minore, stavolta nelle Marche. Padre Maggi, quale è il suo primo pensiero?

  Giovanni PanettierePreti pedofili, padre Maggi: giustizia e compassione

Forse è ora di provare a riflettere sui modi con cui la comunità ecclesiale forma, accompagna e sostiene i nostri preti al celibato, sullo sfondo della loro maturità umana

  Gilberto BorghiOltre il dolore


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 BENEDETTO XVI
 





 
    Angelus/Regina Cæli - 22 luglio 2012




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Retroscena di Vatileaks rivelati da Repubblica e smentiti dal Vaticano


E dopo il maggiordomo del Papa venne la governante tedesca, la donna capace di capire la scrittura minuta e articolata delle carte di Benedetto XVI. E dopo la governante l'ex segretario personale di Joseph Ratzinger, tedesco pure lui, oggi vescovo addirittura, sacerdote che l'aveva servito per 19 anni prima di lasciare l'incarico all'aiutante attuale, padre Georg Gaenswein. E infine il cardinale italiano che aiutava il Pontefice a redigere i discorsi, l'ex vice Camerlengo, Sua Eminenza Paolo Sardi.
"Ci saranno sorprese", aveva detto poche settimane fa all'agenzia Ansa il cardinale Julian Herranz Casado, capo della Commissione composta da tre porporati, incaricata da Benedetto di scoprire la verità sui documenti trafugati dalla sua scrivania e finiti pubblicati sui media. "Ci saranno sorprese", dice a Repubblica una fonte interna alle Mura vaticane circa l'identità dei cosiddetti Corvi, cioè coloro che hanno fatto uscire le carte. E per la prima volta, sabato, nel suo briefing con la stampa il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, non ha negato che ci possano essere altre persone sottoposte a indagine. I sospetti degli inquirenti penali e della Commissione cardinalizia che ora ha consegnato il rapporto al Papa si stanno così concentrando, fra gli altri, su 3 persone attorno al Pontefice: la professoressa Ingrid Stampa, il vescovo Josef Clemens, e il cardinale Paolo Sardi.

     Svolta sul Corvo del Papa "Altri tre sotto inchiesta"

     video

La risposta ufficiale della Santa Sede:

     COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

Nuova dura smentita del direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi sulla questione della fuga di documenti vaticani riservati: riguarda per l’ennesima volta il quotidiano La Repubblica, che ha pubblicato oggi un articolo praticamente copiato da un servizio di una settimana fa di Die Welt. Pubblichiamo di seguito il testo

     Fuga di documenti vaticani: dura smentita di padre Lombardi su quanto pubblicato oggi da un quotidiano italiano

Paolo Gabriele, l'aiutante di camera infedele nella cui abitazione sono stati ritrovati documenti riservati sottratti dall'appartamento pontificio, ha chiesto perdono a Benedetto XVI in una lettera nella quale esprime il suo dolore e il suo pentimento per quello che ha fatto. 

     L'aiutante di camera infedele chiede perdono al Papa 

Guarda i nostri precedenti post:
  • "Il Papa è triste" di Aldo Maria Valli
  • Vaticanleaks - Intrighi in Vaticano - Una gerarchia lontana dalla società ritrovi la fede nel cambiamento


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  1) La newsletter è settimanale;

 

  2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:

      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm