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N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre
La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibile (di norma rispettivamente la domenica e il lunedì)
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Quest'anno
la Giornata Umanitaria Mondiale offre un'opportunità storica per unire
un miliardo di persone da tutto il mondo e promuovere un'idea efficace
e proattiva: “Persone che aiutano le Persone”.
E’
questo il modo migliore per onorare la memoria dei molti operatori
umanitari caduti di cui oggi portiamo il lutto, e per celebrare gli
sforzi di tutti coloro che oggi continuano la loro nobile missione
aiutando chi soffre in maniera tempestiva.
Il sentimento di solidarietà che anima questi sforzi coraggiosi ci porta a celebrare la Giornata Umanitaria Mondiale.
Messaggio del Segretario Generale in occasione della Giornata Umanitaria Mondiale
La
campagna del 2012, "Le persone aiutano le persone - I popoli aiutano i
popoli", ha ricevuto il sostegno compiaciuto della Caritas
Internazionale che ricorda l'importanza di alcuni principi umanitari
fondamentali: imparzialità, neutralità e indipendenza, soprattutto
quando - come accade oggi - i bisogni umanitari sono in aumento. Il 19
agosto, la campagna aspira a raggiungere con il suo messaggio almeno un
miliardo di persone. L'Assemblea generale dell'ONU proclamò questa
Giornata per ricordare anche la morte di 23 dei suoi operatori, il 19
agosto 2003, in un attentato contro la sua sede umanitaria a Bagdad,
Iraq.
La Caritas Internazionale aderisce alla "Giornata mondiale dell'aiuto umanitario" dell'ONU
Il
ministro degli Esteri, Giulio Terzi, è fra i sottoscrittori della
campagna per il "World Humanitarian Day", realizzata dalle Nazioni
Unite e dalle organizzazioni umanitarie per ricordare, il 19
agosto, le 22 vittime dell'attentato contro gli Uffici Onu a
Baghdad del 2003, e per incoraggiare la sponsorizzazione innanzi
tutto morale, ed anche concreta, dell' attività umanitaria.
Come
si legge in una nota della Farnesina, lo ha annunciato oggi lo
stesso Terzi sul suo profilo Twitter: "Onoriamo chi si sacrifica
per gli altri. Sostenete anche voi il World Humanitarian Day".
Giornata umanitaria mondiale, Terzi fra sostenitori
Sacrifici
e pericoli, è questa la vita quotidiana degli operatori umanitari, nel
mondo, che lavorano per aiutare chi ha bisogno della loro assistenza.
Nel riconoscere il loro impegno e la loro dedizione, in occasione della
Giornata Mondiale Umanitaria del 19 agosto, presentiamo quattro storie
straordinarie di operatori umanitari che dedicano la loro vita alla
lotta contro la fame.
Operatori umanitari: 4 storie di chi lotta contro la fame
La star
di fama internazionale Beyoncé, le Nazioni Unite e le organizzazioni
umanitarie internazionali lanciano oggi una campagna globale per
puntare i riflettori sulle operazioni umanitarie e incoraggiare le
persone in tutto il mondo a impegnarsi per fare qualcosa di buono per
il prossimo.
Leggi
tutto: Beyoncè si unisce alle organizzazioni umanitarie
internazionali per promuovere la giornata mondiale umanitaria il 19
agosto 2012
video
Unisciti
a Beyoncé e alle organizzazioni umanitarie del mondo per condividere un
messaggio di speranza con un miliardo di persone.
Fai sentire la tua voce!
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... “Due
suicidi in carcere, uno a Lecce e l’altro a Roma, e uno all’Ospedale
Psichiatrico Giudiziario di Barcellona di Pozzo di Gotto: sono la
testimonianza di una realtà indegna di un paese civile. Mentre in
Parlamento si sta discutendo di provvedimenti che tagliano del 10 per
cento il già ridotto personale penitenziario/amministrativo, ovvero
quello che si occupa del trattamento e dell’esecuzione penale esterna,
e bloccano il turn over del personale di polizia penitenziaria, già
oggi carente di ben 7mila unità, nelle carceri e negli OPG si continua
a morire nell’indifferenza…senza una politica progettuale il grave
problema umano che affligge le nostre carceri è irrisolvibile e la
ministra, il governo e l’intero Parlamento devono risponderne…”.
Dall’inizio dell’anno si sono tolti la vita, nelle carceri italiane trentatrè detenuti, e sette poliziotti penitenziari...
Dunque, signor ministro? Dopo la sua “visita” a Regina Coeli, cos’ha fatto, cosa intende fare?
Decine
di suicidi e morti sospette tra le mura delle carceri italiane. Ma a
luglio aumentano anche i decessi tra gli agenti di custodia
Carceri rosso sangue: il record drammatico di luglio
La
conferma nell’analisi di Eurispes sui dati di Ristretti Orizzonti, che
ha monitorato 9 istituti italiani. Il picco critico durante il primo
mese di detenzione. Una tragedia che tocca anche la polizia
penitenziaria.
Il sovraffollamento spinge al suicidioQuella
che si consuma anno per anno tra le mura dei nostri penitenziari è una
strage silenziosa. Secondo l'Associazione Ristretti Orizzonti, infatti,
rilanciati dall'Eurispes, i suicidi sono stati in media 66,692 negli
ultimi dodici anni (a dicembre 2011), ovvero più di un terzo di tutti i
decessi avvenuti in carcere. Si tratta di un tasso di suicidi più di 20
volte superiore a quello registrato nel resto della popolazione
italiana, al quale si deve aggiungere il numero impressionante di
tentativi di suicidio e atti di autolesionismo. Il dibattito sullo
stato delle carceri italiane e sulle condizioni spesso disumane alle
quali sono sottoposti i detenuti, ma anche le difficoltà incontrate da
agenti e operatori, ha recentemente visto l'iniziativa di 120 giuristi,
guidati da Andrea Pugiotto, ordinario di Diritto costituzionale
all'Università di Ferrara, che hanno indirizzato una lettera aperta al
Capo dello Stato.
Sovraffollamento e suicidi: Eurispes "la strage silenziosa nelle carceri italiane"
La lettera: "Una questione di prepotente urgenza... sempre più prepotentemente urgente" (pdf)
La risposta del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (pdf)
Stabilito che le carceri sono "fuori dalla Costituzione"... adesso che si fa?
Vedi anche i nostri precedenti post:
- Suicidi in carcere... una strage silenziosa
- Carceri italiane: inferno di stato
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Lo
spettro della crisi alimentare torna ad aggirarsi nel mondo. Un mix di
condizioni climatiche avverse e di speculazione sui mercati dei
derivati sta facendo correre i prezzi delle materie prime alimentari
verso nuovi record. Rischiando di riproporre una crisi paragonabile, se
non peggiore, a quella del 2008, quando intere popolazioni vennero
ridotte alla fame dal boom dei prezzi del cibo.
La
sirena ha incominciato a suonare da qualche mese, al manifestarsi dei
primi segnali di tensione sui mercati, ma è soprattutto con la siccità
che sta colpendo il Midwest americano, il granaio del mondo, che la
paura ha incominciato a prendere corpo. E in serio pericolo c’è in
particolare quel miliardo di persone che nel mondo vive a stretto
contatto con la fame, le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo dove
la spesa per il cibo copre il 70-80% del bilancio familiare.
Siccità e speculazione il business della fame
Riprende
a crescere nel mondo il numero di bambini che soffrono la fame, con
1.500.000 bambini colpiti da malnutrizione acuta in più fra il 2005 e
il 2010 rispetto agli anni precedenti. In totale sono 58.7 milioni i
bambini gravemente malnutriti. Un dato allarmante che rischia di
compromettere i significativi progressi fatti finora rispetto a tutti
gli altri principali indicatori relativi alla salute e benessere
infantile, come la mortalità infantile e l’accesso a scuola.
E’
quanto emerge dall’Indice sullo sviluppo infantile (1) redatto da Save
the Children e i cui dati sono stati diffusi alla vigilia del Summit
Olimpico sulla Fame promosso dal governo britannico in chiusura dei
giochi olimpici 2012 il 12 agosto.
Olimpiadi e Summit Olimpico sulla Fame: Save the Children, in aumento di nuovo nel mondo il numero di bambini malnutriti gravi
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Furto
di un paio di scarpe, prezzo 20 euro; denunciata una donna. Anziano
nasconde nella sporta frutta e verdura per un valore di 15,54 euro;
denunciato pure lui. Infila nella tracolla che porta sulle spalle tre
pezzi di parmigiano reggiano, costo 33,68. Denunciata una ragazza di
vent’anni. Sono tutti italiani questi tre ladri per fame. Gli ultimi in
ordine di tempo di un fenomeno che negli uffici giudiziari registrano
«in crescendo da alcuni mesi». E che «possono essere attribuiti alle
conseguenze della crisi economica. E’ una lettura che ci sta», osserva
il procuratore vicario Sandro Ausiello.
Nei supermercati aumentano i ladri “per fame”
Sorpresi
a rubare pasta, pane e vino erano finiti in prigione ma il giudice li
ha liberati obbligandoli ad una visita giornaliera presso un ufficio di
polizia. Tre quarantenni figli della crisi, due bresciani e un
genovese, avevano razziato un supermercato in via Piacenza
Ladri per fame scarcerati dal giudice
Sono
accusati di furto aggravato continuato e per questo sono stati
arrestati e processati. Ma ciò che sta dietro questa grave violazione
delle legge, riassume una storia umana difficile.
Coppia ruba per fame e i carabinieri fanno una colletta
...
Ad arrestare i tre uomini gli agenti del commissariato S.Fruttuoso, che
li hanno sorpresi con il bottino in mano: pane, pasta, 2 kg di
fagiolini e una bottiglia di vino...
Rubano "per fame", il giudice decide la scarcerazione
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SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
LA BUONA NOTIZIA
... L’uomo ha ringraziato i carabinieri quasi sorpreso, dato che non
aveva ancora denunciato di aver perduto tutto. «Esiste ancora gente
onesta», ha detto. La giovane, che si è resa disponibile con i
carabinieri a rilasciare dichiarazioni alla stampa, ha commentato a
caldo: «Non capisco cosa ci sia di tanto eccezionale nel fare un gesto
che tutti dovrebbero fare!». Comunque raccontarlo potrebbe essere di
esempio.
Trova un portafogli pieno di soldi e lo porta direttamente ai carabinieri
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“La cultura globale è stata
contaminata da uno spirito di paura che implica un ridimensionamento
dei diritti. Ci siamo a poco a poco abituati, in modo subliminale,
all’idea che una certa quota di disuguaglianza sia funzionale alla
società globale”. A parlare è il ministro per la cooperazione
Andrea Riccardi durante un recente incontro organizzato
dall’associazione “Diritti in cammino” e incentrato, appunto, sulla
diseguaglianza sociale, piaga che nel nostro paese più che in altri sta
mietendo le sue vittime e non accenna a ridimensionarsi. Così, i
rapporti sociali si tendono, s’incattiviscono, e anche in Italia, così
come in Grecia o in Spagna, il rischio che la crisi economica
diventi anche crisi sociale si fa sempre più concreto
Anna Toro: Sempre più poveri e ineguali: la zavorra Italia
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Un cimitero chiamato Mediterraneo
Un
giorno a Lampedusa e a Zuwarah, a Evros e a Samos, a Las Palmas e a
Motril saranno eretti dei sacrari con i nomi delle vittime di questi
anni di repressione della libertà di movimento. E ai nostri nipoti non
potremo neanche dire che non lo sapevamo. Dal 1988 sono morte lungo le
frontiere dell'Europa almeno 18.350 persone. Di cui 2.352 soltanto nel
corso del 2011. Il dato è aggiornato al 16 agosto 2012 e si basa sulle
notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli ultimi
24 anni. Di seguito trovate soltanto gli incidenti degli ultimi mesi.
Un cimitero chiamato Mediterraneo
Guarda alcuni dei nostri precedenti post:
- Amnesty International da Lampedusa Flashmob e "SOS" rivolto all'Europa e all'Italia
- "Il grido del Figlio abbandonato…" e la strage nel mediterraneo
- Nuovi arrivi a Lampedusa e ancora morti nel Mediterraneo...
- "XVII Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie" - 21/22 marzo: "Lampedusa Porta d'Europa "
- Desaparecidos del Mediterraneo. Le madri: “Dove sono i nostri figli?” - Da una sponda all'altra: vite che contano
- La grande strage nel Mediterraneo - tragedia ignorata
- NON POSSO TACERE. Migranti in mare. La lettera di Alex Zanotelli
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"Istituzionalizzare la memoria, impedire l'oblio, richiamare il ricordo
di una tragedia lungamente occultata o sconosciuta e restituirle la
collocazione che deve essere la sua nella coscienza degli uomini, è, in
effetti, rispondere al nostro dovere di memoria"
(Koichiro Matsuura – Direttore Generale UNESCO)
...
La giornata ci offre l’opportunità di riflettere insieme sulle cause
storiche, le modalità e le conseguenze di quella tragedia senza
precedenti che fu la schiavitù e la tratta degli schiavi, una tragedia
che fu nascosta per molti anni e che è ancora da scoprire appieno. Essa
ci offre inoltre un’opportunità di comprendere più chiaramente i
rapporti che la tratta degli schiavi ha generato nel mondo tra le
diverse popolazioni coinvolte. Essa non solo ha spezzato la vita di
milioni di esseri umani sradicati dalla propria terra e deportati nelle
condizioni più disumane, ma ha anche causato scambi culturali che hanno
profondamente e durevolmente influenzato le morali e le credenze, le
relazioni sociali e la conoscenza in diversi continenti. Attraverso la
divulgazione e l’ammissione del grande impatto culturale operato dalle
vittime di questo crimine contro l’umanità, ci proponiamo di
contribuire alla decostruzione dei pregiudizi razziali e alla lotta
contro le ideologie di odio e intolleranza. Inoltre miriamo a
promuovere un dialogo tra culture che sia rispettoso delle differenze e
basato sui valori della tolleranza, uguaglianza e condivisione. Oltre a
questa dimensione storico-retrospettiva, la giornata mira a
sensibilizzare e avvertire l’opinione pubblica che un altro commercio
di esseri umani per la schiavitù (nonostante sia stata abolita e
penalizzata attraverso strumenti internazionali) è ancora praticato in
nuove forme, che ancora oggi incidono sulla vita di milioni di uomini,
donne e bambini in giro per il mondo...
23 agosto - Giornata internazionale per la commemorazione della tratta degli schiavi e della sua abolizione
...
La tratta umana di nuove schiavitù, in dispregio ad ogni diritto di
umanità e giustizia, continua. La schiavitù esiste ancor oggi: ha
le sue aree di raccolta, le sue vie di transito, le sue
connessioni malavitose ed i suoi approdi sulle strade del mondo civile
Essa
risponde alle richieste di un ignobile mercato pedofilo cresciuto sulle
strade di internet; essa ha il nome di un clandestino mercato
illegale del lavoro, anche minorile, senza tutela e senza diritti;
essa ha il nome dello sfruttamento della donna, tratta
dalla povertà dei paesi di origine con la promessa di un lavoro ed
inviata invece sulla strada della prostituzione, privata di ogni
libertà personale, esposta ad ogni arbitrio, merce di scambio fra
i criminali che ne reggono il mercato prima ancora che triste
commercio umano...
Le nuove schiavitù e il traffico di esseri umani (pdf)
Sono
milioni nel mondo i minori vittime di tratta e sfruttamento e migliaia
in Italia, dove, secondo operatori del settore, il fenomeno è in
crescita anche a seguito del costante e inarrestabile flusso di minori
migranti non accompagnati che costituiscono un gruppo particolarmente a
rischio di sfruttamento. Il
numero di minori vittime di tratta nel mondo è pari secondo le stime a
1,2 milioni, ma se si considerano quelli che subiscono comunque uno
sfruttamento sessuale o lavorativo il numero raggiunge nel 2011 una
grandezza di quasi 5 volte superiore (5,5 milioni) e rappresenta il 26%
del totale delle vittime (20,9 milioni). In Italia
si riscontra una mancanza cronica di dati aggiornati sul fenomeno, ma
possono essere certamente considerati la punta dell’iceberg di questa
schiavitù spesso invisibile alle statistiche i 280 minori identificati
come vittime di tratta o riduzione in schiavitù attraverso procedimenti
penali tra il 2004 e il 2011...
Sono
queste alcune delle evidenze del fenomeno della tratta e sfruttamento
dei minori che emergono dal nuovo dossier di Save the Children “I
piccoli schiavi invisibili 2012”, diffuso alla vigilia della Giornata
Onu in ricordo del commercio degli schiavi e della sua abolizione che
ricorre il 23 agosto...
Tratta
e sfruttamento: in crescita il numero di minori vittime di sfruttamento
sessuale e lavorativo, i minori migranti tra i più a rischio
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Alla vigilia della Giornata in
ricordo della schiavitù e della sua abolizione, Save the Children
diffonde il dossier "I piccoli schiavi invisibili". La grave situazione
del nostro Paese
Francesco Rosati: Anche l'Italia sfrutta i minori
Francesco Rosati: In Italia sesso e lavoro nero
Francesco Rosati: Le raccomandazioni di Save the Children
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Sono più di quaranta i ragazzi che hanno risposto all’appello dei
missionari scalabriniani pronunciando le parole “Io Ci Sto”. Ragazzi
che arrivano da tutta Italia, ma anche da Francia, Brasile, Albania,
Haiti e Colombia. Tutti uniti da un unico obiettivo: provare a rendere
meno difficile la vita per i migranti impegnati nei lavori dei campi in
provincia di Foggia e vivere un’intesa esperienza di scambio
interculturale.
Foggia “Io Ci Sto”, l’accoglienza per i migranti impegnati a lavorare nei campi
... Se pensate che dopo le proteste
dello scorso anno nelle campagne leccesi il caporalato sia finito, vi
sbagliate. Qui le figure che fanno da intermediari sono due, il
“capo-nero”, una sorta di caposquadra, e il “capo-bianco” il vero e
proprio caporale. Il “capo-nero” a volte vive nel ghetto, a volte si
occupa anche della costruzione de delle abitazioni e di affittare i
posti-letto. Si occupa del trasporto e realizza le squadre di lavoro
con braccianti per lo più della sua stessa nazionalità.
Il
capo-bianco è un italiano è il “superiore” del “capo-nero” lo contatta
per chiede la “squadra” quando c’è bisogno e contratta il prezzo con i
contadini. Ma a trarre i veri profitti da queste squadre di lavoratori
a cottimo sono le aziende che trasformano il pomodoro. Grazie alla
bassa remunerazione di braccianti ricattabili, circa 3,50 euro a
cassone, possono continuare ad avere bilanci in positivo per le proprie
aziende...
L'Africa italiana: il ghetto di Rignano
A
portare assistenza e conforto ai braccianti agricoli del Ghetto di
Rignano, ci pensano i ragazzi di 'Io C Sto', i volontari che grazie
all'iniziativa promossa da ScaYm e Missionari scalabriniani di Siponto
arrivano da tutta Italia per svolgere attività di informazione,
animazione, orientamento. FoggiaCittàAperta ha raccolto alcune
testimonianze dei volontari
video
Per saperne di più visita i siti:
- IO CI STO
- BRIGATA DI SOLIDARIETÀ ATTIVA
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
... Oggi la
Somalia è alla vigilia di un voto delicato, il 20 agosto si sceglierà
infatti il nuovo presidente. Un voto molto atteso quello del 20 che
potrebbe davvero traghettare il paese verso un futuro fatto di pace e
speranza. I dubbi sono ancora tanti, l’esito delle elezioni incerto, ma
i somali sembrano crederci sul serio questa volta...
Una
realtà in movimento di cui i media globali si occupano poco e ancora
con vecchi schemi da guerra fredda. Ed è questa realtà in movimento che
Mo Farah ha in qualche modo rappresentato con la sua falcata da
ghepardo. Una corsa inarrestabile la sua. Bellissima. Una corsa
che ha potuto fiorire grazie all’interessamento del suo professore di
educazione fisica Alan Watkinson. Mo che sognava l’Arsenal e un ruolo
come ala destra, si è trovato invece in una notte d’Agosto ad essere
incoronato, da uno stadio, re d’Inghilterra...
Ma
le facce di una medaglia sono sempre due. Se in una c’è la gloria di Mo
Farah, l’altra racconta di una Somalia che soffre ancora e che ha
smesso di credere in un futuro possibile all’equatore. A ricordare il
lato oscuro della storia è stato un ex atleta somalo, l’unico ad aver
vinto una medaglia per questo paese in perenne conflitto. Il suo nome è
Abdi Bile. Uno sconosciuto in Occidente, un eroe per i suoi
connazionali che ricordano ancora con emozione l’oro nei 1500 metri
vinto ai mondiali di Roma del 1987.
Un
Abdi Bile invecchiato, ma sempre indomito, si è rivolto con il suo
somalo d’altri tempi ad un platea riunita per ascoltare i membri del
comitato olimpico nazionale. Fa una domanda Abdi Bile, chiede: “sapete
che fine ha fatto Saamiya Yusuf Omar?”. Nessuno conosce questa ragazza.
Abdi Bile spiega con pazienza che la ragazza ha partecipato ai giochi
di Pechino 2008. Erano in due a tener alto il vessillo della Somalia
durante la parata olimpica, una era proprio Saamiya... “la ragazza,
Saamiya è morta…morta per raggiungere l’occidente. Aveva preso una
caretta del mare che dalla Libia l’avrebbe dovuta portare in Italia.
Non ce l’ha fatta. Era un’atleta bravissima. Una splendida
ragazza”.
...
Mo Farah e Saamiya Yusuf Omar due ragazzi, lo stesso paese di nascita,
destini incrociati e opposti. “Siamo felici per Mo, è il nostro
orgoglio” dice Abdi Bile “ma non dimentichiamo Saamiya”. Il presidente
(o la presidentessa: sono ben due le donne candidate) che uscirà dalle
urne somale dovrà tener conto di questi due destini se vorrà
traghettare questo paese ferito verso un futuro senza guerra.
Mo e Saamiya, le due facce della Somalia di Igiaba Scego
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... Di qui il paradosso di chi
per qualche giorno si trova sotto i riflettori dello spettacolo più
cosmopolita dell’epoca contemporanea, per trovarsi pochi giorni dopo
nella folla anonima dell’immigrazione dal sud del mondo. Un paradosso e
un destino rivelatisi tragici per Saamya: dai duecento metri di
Pechino, corsi per la Somalia, alla morte su una delle tante “carrette
del mare”, a pochi chilometri dalle nostre spiagge, a molti più
chilometri dai riflettori di Londra.
ITALIARAZZISMO: Non dimenticare Saamya: Ecco i campioni da savare
Intervista con mons Giorgio Bertin, amministratore apostolico della Somalia. “Chissà quando i cristiani potranno rientrare”
Davide Demichelis: Speriamo che il nuovo governo ci porti fuori dal caos
La Somalia, legittimata dalla
comunità internazionale, si dà nuove istituzioni e politici nominati.
Il paese si prepara a vendere i diritti sullo sfruttamento del petrolio
nel nord mentre il territorio è controllato da mercenari, militari
dell’Unione Africana e estremisti islamisti.
Ismail Ali Farah: Somalia S.p.A
Il
repubblicano Mitt Romney, prossimo avversario di Obama, sceglie come
vice il cattolico Paul Ryan. Che dovrà vedersela con l'altro cattolico,
l'attuale vicepresidente Joe Biden.
Stefano Salimbeni: Biden e Ryan, cattolici a confronto
... una mattina
David Choquehuanca, ministro degli esteri del Governo Morales in
Bolivia, dichiara alla nazione che entro la fine dell’anno la Coca
Cola sarà dichiarata illegale. Fuori legge. La Coca Cola,
non una bibita ma, che piaccia o meno, la bibita.
La più famosa di tutte, in ogni parte del pianeta.
Fuori legge perchè, dicono le parole di Choquehuanca, “il contenuto
della Coca Cola ha sostanze che pregiudicano la salute e che potrebbero
provocare attacchi cardiaci e tumori. Si tratta di una decisione di
salute ma anche di cultura”...
Andrea Dalla Palma: Coca Cola e McDonald's: i simboli del capitalismo al bando in Bolivia
La
condizione dell’Eritrea di oggi si coglie in due situazioni a prima
vista molto distanti tra di loro: da un lato ecco la descrizione di
un campo profughi in pieno deserto che la
testimonianza del missionario don Depretis ci
ha fatto conoscere in tutta la sua drammaticità; dall’altro, dalla
Londra multicolore delle olimpiadi, ci giunge la notizia dellarichiesta
di asilo politico in Gran Bretagna da parte del porta bandiera
della delegazione eritrea ai Giochi, il diciottenne mezzofondista
Ghebresilasie.
Ha seguito il suo gesto anche l’unica donna dei 10 atleti giunti a
Londra dal paese del Corno d’Africa, tra i più chiusi, autoritari e
poveri del mondo.
Piergiorgio Cattani: Eritrea/Etiopia: è morto il Premier Zenawi
Con un progetto di legge presentato dal presidente del Congresso
honduregno Juan Hernández, volto a creare dei battaglioni speciali da
utilizzare nelle attività di ordine pubblico al posto della polizia
regolare, l’Honduras di Porfirio Lobo si incammina sulla strada di un
progetto (para)militarista molto pericoloso.
Le Tigres (questo è l’acronimo di Tropa de Inteligencia y
Grupo de Respuesta Especial en Seguridad)
percorreranno le strade delle due principali città del paese, la
capitale Tegucigalpa ed il centro economico-finanziario di San Pedro
Sula, entro la fine dell’anno. Ufficialmente lo scopo è quello di
combattere il narcotraffico, le pandillas (le bande della malavita
giovanile che infestano il Centroamerica) ed assicurare maggiore
sicurezza ai cittadini di un paese in cui si registrano una media
di 18 omicidi al giorno, molti dei quali a sfondo politico.
David Lifodi: Honduras: le tigri di Porfirio Lobo
Si parla spesso di “miracolo
cileno” per sottolineare i progressi sui mercati finanziari di un paese
in piena espansione economica, anche se in Cile le disuguaglianze e gli
squilibri tra una minoranza sempre più ricca ed una maggioranza
indigente in continuo aumento restano preoccupanti. A Santiago e nelle
altre città del paese, invece, si sta materializzando un altro
miracolo, non quello imposto dal dio mercato, ma quello relativo al
propagarsi del fermento sociale studentesco.
David Lifodi: Cile: la primavera studentesca si riprende le scuole e le piazze
Un breve spaccato di vita che,
oltre a farci sentire che esiste ancora il piacere per una vita dura ma
sana, ci ricorda ancora quanto il potere dei soldi non sopporti che
resista nessuna isola felice.
E blocca subito, chiunque provi a rispondergli usando le sue stesse regole.
Anche a Yaguará, un pueblito del Huila, in Colombia, l'economia globalizzata crea
Libardo Gòmez Sànchez: Una illusione frustrata
Sono i più poveri tra
i poveri. Sono i più profughi tra i profughi. Sono i siriani
nei campi palestinesi diSabra e Shatila, arrivati dopo gli
ultimi recenti bombardamenti
di Damasco, Hama e Daraa. Secondo le stime sono
almeno seicento famiglie, quasi 3mila persone, principalmente a Sabra,
storico campo profughi nella capitale libanese Beirut, che insieme
a Shatila dà alloggio a più di 18mila palestinesi di diverse
generazioni in attesa di tornare nella propria terra.
Susan Dabbous: Libano, i profughi accolti dai profughi: 3mila siriani nei campi palestinesi
La Turchia, che già ha accolto
70 mila persone in poco tempo, dice che potrà riceverne non più di 100
mila. Stessa situazione di congestione nei campi allestiti nelle aree
di confine in Giordania. In Libano le famiglie ospitano gratuitamente
in casa i rifugiati. L'appello di AGIRE 1 il network di
Ong italiane per le emergenze umanitarie
Carlo Ciavoni: Siria, i "grandi" si scontrano e i profughi aumentano
SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
L’ennesimo vile attacco nei confronti
del Centro Padre Nostro certifica una volta di più il “fastidio”
generato dal grande lavoro svolto da Maurizio Artale e da tutti i suoi
collaboratori; a lui e ai componenti del Centro l’abbraccio e la totale
solidarietà
Ennesimo furto al Centro Polivalente Sportivo Padre Pino Puglisi & Padre Massimiliano Kolbe di Brancaccio
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«La voglia di andarsene è tanta». Lo sfogo del presidente del Centro
Padre nostro Maurizio Artale dopo l'ennesimo furto nella struttura
voluta dal sacerdote martire della mafia.
Eugenio Arcidiacono: L'ultimo sfregio a padre Puglisi
...
Sono le parole del presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco,
a spiegare al meglio perché il prossimo 30 settembre i rappresentanti
di dodici sigle (dall’Associazione nazionale magistrati all’Arci, dalla
Cgil a Confindustria, da Libera a Legacoop, solo per citarne alcune)
incontreranno il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri per un
confronto e una riflessione sul tema dei beni confiscati.
Massimo Solani: Appello di 12 associazioni: salvare beni confiscati alla mafia
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"Il coraggio di sperare oggi"
HOREB n. 61 - 1/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Il
terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è
diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del
nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione
genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi
disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che
la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per
cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale:
è possibile sperare?
Questo
navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze,
che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro
o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli,
credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è
speranza”, egli sente il bisogno di oltrepassare lo scacco
dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in
avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso.
Sperare
si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante
le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza
gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la
morte non sia inghiottita nella vittoria.
Giovanni
Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto
i nostri peccati quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è
urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci
educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere
mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione.
La
speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in
libertà e di scegliere ogni giorno la via della vita. Essa
consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità
degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e
di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante
tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un
atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo,
che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta.
Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo
impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si
trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà.
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..." (EDITORIALE)
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"…Sogno
una Chiesa, una comunità cristiana, che inizi a pensare, a
strutturarsi, a pensare e articolare la vita a partire dalla pietra
scartata che è Cristo crocifisso, a partire dai poveri cristi, gli
esclusi di questo mondo che sono i veri vicari di Cristo (come ci
ricorda Matteo al capitolo 25). Questi vicari di Cristo ci interpellano
e ci ricordano che la via della vita non si può percorre senza di
loro.”
Introduzione del 7 agosto 2012 alla SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
"DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE a 50 anni dal Concilio Vaticano II"
IL VIDEO
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Nessuno
s’è fatto da sé: la struttura fondamentale dell’uomo è essere figlio.
Nel suo cuore c’è il desiderio di essere amato incondizionatamente. «È
questo desiderio dell’amore del padre che ci fa essere figli. Da questa
attrazione alla verità si capisce la fede in Gesù», scrive il biblista
Silvano Fausti, spiegando il significato del “mangiare il corpo” e del
“bere il sangue” celebrati nell’eucarestia.
********
....
Si parla di dimorare. Dimorare l’uno nell’altro è tipico dell’amore che
non è confusione, che non fa un frullato di due persone, non è
antropofagia, dove uno mangia l’altro e l’altro scompare. È un dimorare
reciproco dell’uno nell’altro; poiché colui che tu ami ce l’hai nel
cuore, diventa il principio della tua vita, diventa la tua vita.
L’altro che ti ama, ha te nel suo cuore, tu diventi la sua vita.
Allora, mangiare del Figlio vuol dire che il Figlio diventa la mia
vita. E lui cosa dice di me? Lo stesso: tu sei la mia vita, ho dato la
mia vita per te. E questa comunione piena, espressa con la parola
dimorare è una delle definizioni più belle dell’amore: essere di casa
presso l’altro, anzi l’altro è la casa mia e viceversa, è la comunione.
Questo
dimorare è la vera presenza reale, perché la presenza reale non è il
fatto che una persona sia qui, può essere qui ed essere con la testa
altrove. Uno ti è presente quando lo ami, se non lo ami non ti è
presente, anzi se ti è presente ti scoccia. La presenza reale è questo
amore, che realmente fa abitare in te l’altro. E tu dove stai di casa?
Stai dove ami! E non è un modo metaforico di dire, è un modo reale,
poiché tutta la tua vita si organizza su questo che ti sta a cuore...
"Il desiderio dell’uomo di essere accettato senza condizioni" di Silvano Fausti
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"Il vero tesoro di San Pietro" di Silvano Fausti
«Argento e oro non possiedo, ma ciò che ho ti do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazoreo, risorgi e cammina» (Atti 3,1-9)
Pietro,
insieme ai suoi fratelli, è testimone di Gesù: evangelizza innanzitutto
vivendo, poi parlando e infine facendo come lui. Il testo narra la
prima azione del primo Papa: rimette in piedi l’uomo. Programma, suo e
della Chiesa, è fare agli altri ciò che Gesù ha fatto a noi.
Lo
storpio, ritorto su se stesso, ha perso la stazione eretta, che
distingue l’uomo dall’animale. Non vede l’altro in faccia, ma solo dal
basso in alto. Incapace di muoversi e mendico professionale, per lui
l’altro non esiste: è solo mano che dà. Ma neppure lui esiste: è solo
mano che riceve. Lo storpio è simbolo della disumanità di ogni uomo le
cui relazioni sono strumentali alla sua stortura, che lo esclude dal
tempio e da una vita autentica. Questo malato è specchio del vero male
che ci affligge: l’egoismo che ci accartoccia su noi stessi,
lasciandoci soli e bisognosi di tutto. Nessuno guarda il povero negli
occhi, soprattutto il ricco: fa paura vedere in lui noi stessi se
perdiamo ciò che abbiamo.
La
Chiesa, come Gesù, vuole guarirci dall’egoismo e darci la libertà di
camminare sulla via dell’amore, in comunione con i fratelli e con il
Padre.
 " Il vero tesoro di San Pietro" di Silvano Fausti
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San Bernardo di Chiaravalle (video)
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"Non lasciamo che l'attivismo addormenti l'anima" Pierangelo Sequeri
("Avvenire", 22/8/’06)
Sorridendo, incide la parola di Bernardo di Chiaravalle chepapa Benedetto estrapola
con soave astuzia dal suo immenso lascito spirituale. «Ecco dove ti
possono trascinare queste maledette occupazioni, se continui a perderti
in esse... nulla lasciando di te a te stesso». Non sono le occupazioni
il punto, né il lavoro, le incombenze o la robotica. Si tratta di ben
altro. Si tratta dell'ormai innominabile principio della sapienza, di
Dio e dell'anima, cioè. È quando scopri di esserti ridotto all'insieme
delle tue occupazioni, e non ti trovi più l'anima, né un cielo in cui
la terra riprende dimensione e destinazione: è allora che ti sei perso.
Letteralmente. Sempre che tu te ne accorga, poi. Perché quando sei a
quello stadio di assottigliamento dell'anima, l'anima potrebbe essere
già plastificata, semplice, inerte involucro delle cose da fare, dei
compiti da svolgere, degli obiettivi da raggiungere. E tu non te ne
accorgi neppure più. Manca l'organo della sensibilità spirituale, cioè
umana. La felice interazione fra le parti affettive e quelle
intelligenti dell'uomo è una specialità dell'anima: l'ossessione delle
incombenze la inaridisce, rendendoci al tempo stesso ottusi e
insensibili. La "durezza del cuore" segue infallibilmente, insieme con
"lo smarrimento dell'intelligenza". Il danno entra direttamente in
vena, irradiandosi sul contesto. Avvelena anche noi, in un modo o
nell'altro. "Sofferenza dello spirito" e dispersione "della grazia" non
sono forse il principio più vistoso del nostro enigmatico male di
vivere, dell'implacabile inaridimento dei nostri rapporti? Più ci diamo
da fare e più questi sintomi ci avviluppano, come in una bolla di
plastica. L'ossessione del fare si precipita a colmare il vuoto,
finendo però paradossalmente per allargarlo. Il Papa - soave e pungente
minimalismo delle letture veramente sapienziali, cui basta una
coloritura - ci mette del suo. Non è solo la puntualizzazione del fatto
che l'esortazione vale per ogni genere di occupazioni "fossero pure
quelle inerenti al governo della Chiesa". Sacrosanta. Né si tratta
semplicemente del richiamo all'ossessione del lavoro produttivo o alla
disumanizzazione tecnologica. Solo implicita. Dovessi spingere a fondo
la provocazione, comincerei piuttosto da un inciso che viene prima:
«Per lui (Bernardo) la forza più grande della vita spirituale è
l'amore». La mediocre cura dell'anima che noi rischiamo su larga scala
- dentro come fuori della religione, appunto - inaridisce l'espansione
delle sue potenzialità migliori, che sono l'affinamento delle relazioni
e la modulazione degli affetti. I "prodotti" più fini e più ricchi
dell'umano stanno nei paraggi delle opere dell'arte e delle
contemplazioni del sacro. Nei pressi dell'io-tu-noi dello spirito, la
cui densità spirituale va tenuta al riparo dal mansionario delle
occupazioni, delle professionalità, delle ottimizzazioni, del governo
angoscioso e angosciante del tempo (che ormai affligge persino quello
che - sfiorando il ridicolo - si chiama "libero"). Bisogna avere un
vasto cielo sopra, sotto, e tutt'intorno, per trarne la cultura che è
necessaria. Esiste forse un rapporto diretto e verificabile fra
l'immeschinimento della qualità spirituale e i modi dell'amore di una
civiltà?
Per approfondire:
- BENEDETTO XVI UDIENZA GENERALE Piazza San Pietro Mercoledì, 21 ottobre 2009 San Bernardo di Chiaravalle
- BENEDETTO
XVI UDIENZA GENERALE Piazza San Pietro Mercoledì, 25
aprile 2012 Il primato della preghiera e della Parola di Dio (At
6, 1-7)
- LA SPIRITUALITA' DI SAN BERNARDO
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A proposito del Vangelo di oggi
(21/8) il commento di Ravasi al versetto "È più facile che un cammello
passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio".
(Matteo 19,24)
Il cammello e la cruna
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Beata Vergine Maria Regina dell'Universo (video)
Rosa da Lima, la prima donna canonizzata del continente sudamericano
Santa Rosa da Lima (video)
San Bartolomeo Apostolo (video)
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... Santa
Maria, donna del piano superiore, facci contemplare dagli stessi tuoi
davanzali i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi della vita: la gioia,
la vittoria, la salute, la malattia, il dolore, la morte. Sembra
strano: ma solo da quell'altezza il successo non farà venire le
vertigini, e solo a quel livello le sconfitte impediranno di lasciarsi
precipitare nel vuoto.
Affacciàti
lassù alla tua stessa finestra, ci coglierà più facilmente il vento
fresco dello Spirito con il tripudio dei suoi sette doni. I giorni si
intrideranno di sapienza, e intuiremo dove portano i sentieri della
vita, e prenderemo consiglio sui percorsi più praticabili, e decideremo
di affrontarli con fortezza, e avremo coscienza delle insidie che la
strada nasconde, e ci accorgeremo della vicinanza di Dio accanto a chi
viaggia con pietà, e ci disporremo a camminare gioiosamente nel suo
santo timore. E affretteremo così, come facesti tu, la Pentecoste sul
mondo.
Maria, donna del piano superiore di Don Tonino Bello
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Ai bambini...
Non è che...
Con tutto...
Le troppe...
I doni...
La carità...
Invocare Maria...
Sbagliarsi...
Gesù nel vangelo...
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Il teologo risponde
La
nostra religione invita a leggere con gli occhi della fede le cose che
vanno a buon fine, ma come leggere gli avvenimenti che non hanno lo
stesso risultato?
Di chi è la colpa se un bambino nasce cieco?
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La Bibbia in un frammento
Le pietre d'inciampo del Vangelo
"Tutto il popolo esclamò: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». (Matteo 27,25)
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...
Si può ancora parlare di peccato? Se lo chiedete all’ormai milione
emezzo di musulmani che vivono in Italia, vi risponderanno di sì e
qualcuno potrebbe addirittura intrattenervi sulla classificazione delle
colpe, non del tutto assente nel Corano...
Di
contro, molte persone di fede non sanno più bene che cosa sia il
peccato, o almeno ne vedono i contorni sfumati. Abbiamo chiesto a
Gianantonio Borgonovo, biblista di primo piano, direttore della
Biblioteca ambrosiana e canonico del Duomo di Milano: «È ancora
possibile parlare di peccato?», lui ha risposto: «Sì, fintanto che si
ammette dal punto di vista della fede la possibilità di una
rivelazione, perché il peccato è opporsi a una legge rivelata. Oggi si
è creata molta confusione nel linguaggio, giacché parlare di peccato
significa riferirsi a un comandamento. Se si toglie questo aspetto, il
peccato non c’è. La persona umana nella sua finitudine sperimenta
l’insuccesso, la deviazione, la trasgressione, la colpa, ma tutto
questo diventa peccato solo in un rapporto con Dio e con la Sua
parola». Né va dimenticata la confessione. Ancora diffusa nel mondo
cattolico, non certo come alcuni decenni fa, molti non la praticano pur
accostandosi all’eucarestia. Borgonovo nota: «La confessione nella
situazione attuale, dove l’uomo più che in precedenza si sente
oppresso, accerchiato, aggredito, rischia di diventare molte volte non
un sacramento ma un dialogo psicologico»...
LA FINE DEL PECCATO di Armando Torno
Domenica
scorsa su «la Lettura» del «Corriere della Sera» Armando Torno ha
proposto una riflessione il cui titolo affermava: «La fine del
peccato». La prima reazione che ho avuto è che una notizia come questa
celasse una vera e propria tragedia. Purtroppo non sono finiti i
peccati, ma quel che sembra estinguersi è la coscienza del peccato. Per
questo ho sentito l'urgenza di una mia, seppure limitata, riflessione. A
volte non siamo consapevoli delle conseguenze drammatiche di situazioni
che possono sembrarci normali. In verità, se si cancella la coscienza
del peccato, si aboliscono i confini di bene e male. E non avremmo, per
fare un esempio, quell'indimenticabile grido di Giovanni Paolo II ad
Agrigento contro i mafiosi che dovranno rispondere a Dio del «peccato
di mafia» (e, si badi bene, non è questione solo di legalità o
illegalità!). Il peccato rimanda sempre al rapporto con Dio. Non si
tratta infatti dell'infrazione a una legge, ma di una ferita - grave o
meno grave - al disegno della creazione. Il peccato è una questione d'amore e obbedienza...
 I nuovi peccati contro la società di Vincenzo Paglia
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
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Lo spirito delle vacanze
Il periodo delle ferie può diventare l’occasione per incontri culturali o per momenti di raccoglimento e di preghiera.
Si moltiplicano le iniziative...
- Bibione, un esempio da imitare
- Turisti per curiosità, parrocchiani per scelta
- Ombrelloni e Vangelo: la fede in spiaggia
- Le nuove frontiere della pastorale del tempo libero
Quante sfumature ha l’estate?
Spesso
ha il sapore delle tanto attese vacanze, altre volte ha il gusto del
riposo o dell’avventura. Ma ci sono anche pause inattese, sorprese
dietro l’angolo, incontri desiderati o situazioni nuove cui far fronte.
Una cosa è certa: qualsiasi sfumatura abbia la nostra estate, Dio non
va in vacanza, lui c’è e resta, è presente nei nostri istanti perché
lui è il fedele. Per Dio, risposo significa continuare a prendersi cura
della sua creazione, di cui l’uomo vivente è capolavoro.
Nella nostra estate, Dio Padre ci raggiunge per donarci, ovunque e in ogni istante, la pienezza della vita.
Vi
proponiamo una serie di foto-preghiere da scaricare e/o da condividere
o donare, dalle pagine dei social network che frequentate, ai vostri
amici. Le abbiamo pensate per le diverse situazioni che ognuno può
vivere: gioia, vacanza, malattia, lavoro, pellegrinaggio… così che
pregandole, in questo tempo estivo, gli uni per gli altri, possiamo
unirci in un silenzioso, ma reale, abbraccio di solidarietà.
dal sito delle Paoline: Ma Dio va in Vacanza? Lui no! E Tu?
Guarda il nostro precedente post:
Estate, per la Chiesa tempo di ferie o opportunità pastorale?
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Un
fatto di cronaca "triste" che ha causato la "fuga di oltre 600 famiglie
cristiane nel timore di nuove violenze". Così Paul Bhatti, consigliere
speciale del Primo Ministro per l'Armonia nazionale, commenta ad
AsiaNews l'arresto di una bambina di 11 anni affetta da sindrome di
down, che rischia fino all'ergastolo per un presunto caso di
blasfemia... Il politico cattolico non risparmia al contempo critiche
contro attivisti e organizzazioni per i diritti umani, che hanno voluto
"speculare" sul dramma per un tornaconto personale, manipolando in
alcuni casi la realtà. Critiche giungono anche dal vescovo di
Islamabad-Rawalpindi mons. Rufin Anthony, secondo cui "molti navigatori
e iscritti ai social network" non comprendono "la portata" dei loro
commenti e "l'impatto" che possono avere su una vicenda di cronaca.
Paul Bhatti contro ong e attivisti: hanno "speculato" sul dramma della bambina disabile blasfema
Ieri,
a quarantott’ore dall’arresto di Rimsha Masih, la ragazzina cristiana
accusata di aver bruciato pagine del Corano, arrestata per blasfemia e
quindi passibile di pena di morte, il presidente del Pakistan Asif Ali
Zardari ha chiesto di essere informato sul caso, da lui stesso definito
"grave". Nel frattempo, i contorni della vicenda si sono fatti un poco
più chiari: Rimsha non ha 11 anni come si pensava ma "addirittura" 13;
non è affetta da sindrome di Down ma da una forte disabilità mentale; e
l’arresto magari le procurerà la pena capitale ma nel frattempo l’ha
con ogni probabilità salvata dal linciaggio da parte di una folla
inferocita di musulmani, che non avevano visto nulla ma erano più che
disposti a regolare i conti, tanti contro una bambina disabile sola,
sul posto. In più, non è chiaro a nessuno se Rimsha abbia dato fuoco a
quelle carte (che altri, peraltro, avevano già gettato tra i rifiuti) o
se si sia fatta incuriosire dalle fiamme. In ogni caso, non si trattava
di pagine del Corano ma di una sorta di antologia del testo sacro
dell’islam.
Se
non ci fossero tanti, troppi precedenti (compreso quello di Asia Bibi,
che ha appena completato il terzo anno di prigionia), non riusciremmo a
credere che di fronte a un’aberrazione di questo genere il presidente
Zardari, invece di intervenire senza esitare, chieda notizie, magari
agli stessi funzionari ai quali la solita denuncia senza prove è
bastata per sbattere in galera una bambina disabile. Se crede, signor
Presidente, oltre a quelle appena riportate, possiamo darle noi altre
notizie...
Pakistan, oppressione e complicità
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Suneel
Masih, orfano, era scomparso il 19 agosto. Il suo cadavere è stato
rinvenuto due giorni più tardi, in un’area isolata. Depredati alcuni
organi interni, forse destinati al mercato nero. I tratti del viso
sfigurati con acido. Agente di polizia: mai visto “un simile
assassinio”. La comunità cristiana chiede giustizia, ma sinora non è
nemmeno partita l’inchiesta.
Faisalabad, brutale omicidio di un 14enne cristiano: corpo smembrato e volto sfigurato
«C’è
un incremento di intolleranza religiosa: alle volte è lo Stato che
limita e a volte opprime la libertà dei credenti, altre volte è la
società, magari con la connivenza del sistema giudiziario o delle
autorità politiche, che perseguita letteralmente le comunità credenti,
che siano esse cristiane o di un’altra minoranza religiosa».
È
l’allarme lanciato ai microfoni di Radio vaticana da monsignor Silvano
Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra,
che, a margine del meeting di Rimini, ricorda come «i cristiani sono il
gruppo religioso più perseguitato nel mondo di oggi».
Monsignor Tomasi: "Cresce l'intolleranza nei confronti dei cristiani"
l'intervista di mons. Silvano Maria Tomasi a Radio Vaticana (audio)
Vedi anche il nostro precedente post:
- Scuote
le coscienze il caso di Rimsha Masih, la ragazzina cristiana disabile
arrestata in Pakistan per blasfemia e quindi passibile di pena di morte.
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Rimsha Masih, 13 anni,
cristiana, affetta da ritardo mentale, è accusata senza prove di aver
bruciato alcune pagine di un manuale per leggere il Corano. Come
conseguenza, 600 famiglie cristiane hanno dovuto fuggire per
le violenze di estremisti islamici. Nel 2010 incriminate per
blasfemia almeno 40 persone
Giorni d’incertezza per Rimsha,
la 13enne accusata di blasfemia e detenuta nel penitenziario di
Adiyala, nei pressi della capitale pachistana Islamabad, in attesa che
i giudici prendano in esame il suo caso. L’udienza è prevista per
venerdì e la decisione dovrebbe arrivare sabato. Intanto l’adolescente
è, secondo fonti interne al carcere, sotto custodia cautelare insieme a
detenute adulte. Lo ha confermato Arsalan Ahmed, funzionario del centro
detentivo. Secondo quest’ultimo, inoltre, la ragazzina cristiana
sarebbe affetta da sindrome di Down. Secondo fonti cristiane locali e
lo stesso Consigliere speciale del primo ministro per l’Armonia
religiosa, Paul Bhatti, che ha chiesto accertamenti medici, Rimsha
soffrirebbe, invece, di un ritardo mentale.
L’udienza per la 11enne Down accusata di blasfemia è fissata il 28 agosto. E sabato 25 è prevista una manifestazione a Lahore
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Per gli amici musulmani:
Auguri fine Ramadan
Ricordiamo anche il nostro precedente post
Per tutti i fedeli islamici, in occasione dell’inizio del Ramadan 1433: Ramadan karim!
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FAMIGLIA CRISTIANA SUL MEETING DI "COMUNIONE E LIBERAZIONE"
"...Un lungo applauso del popolo dei ciellini ha accolto il premier.
Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre
accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani
a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese,
intanto, si avviava sull’orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a
danzare. C’è il sospetto che a Rimini si applauda non per ciò che viene
detto. Ma solo perché chi rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio
al popolo di Comunione e liberazione. Non ci sembra garanzia di senso
critico, ma di omologazione. Quell’omologazione da cui dovrebbe
rifuggere ogni giovane. E che rischia di trasformare il Meeting di
Rimini in una vetrina: attraente, ma pur sempre autoreferenziale. ..."
Se Monti vede l'uscita dalla crisi
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Una polemica sterile, priva di
contenuti e dai toni piccati di chi è profondamente invidioso. In
questa settimana di politica "chiusa per ferie", a Famiglia
Cristiana non resta che polemizzare con Comunione e
Liberazione.
Famiglia Cristiana striglia il
popolo di Comunione e Liberazione che però non risponde. Ci pensano i
politici vicini al movimento
Là dove gran parte della stampa italiana non aveva osato, è arrivato il
settimanale cattolico a sferrare l’attacco che forse fa più male al
popolo di Cl, consapevole che da oggi in poi il ripensamento del
Meeting diventa una tappa quasi obbligatoria.
In altre occasioni ho già avuto
modo di argomentare le medesime tesi che ora propone autorevolmente e
con coraggio francamente raro tra i media cattolici il settimanale
Famiglia cristiana a proposito del meeting di Cl. Tra gli uomini del
movimento qualcuno risponde stizzito, altri minimizzano, altri ancora
esorcizzano le critiche facendo finta di credere che il bersaglio fosse
Monti
Da anni, ormai, l' appuntamento
del meeting di Rimini è l' occasione per aggiornare l' organigramma del
potere politico in corso. Ha ragione l' editorialista di Famiglia
Cristiana a segnalare che tutti i governanti in carica sono passati da
Rimini, ogni volta generosamente applauditi dai militanti ciellini e
soprattutto dai loro leader. Certo, per poter continuare a dichiararsi
al di fuori dei partiti, e per non trascurare nessuna possibilità di
alleanza con chi conta, i ciellini di volta in volta invitano anche
qualche selezionato esponente dell' opposizione. Ma ciò che
impressiona, in un movimento che si legittima come ispirato
innanzitutto da motivazioni religiose, che vuole mettere al servizio
anche di un progetto di società, è la forte attrazione, passione direi,
per il potere politico e per chi lo detiene.
La rissa fra spezzoni del mondo
cattolico non deve sorprendere. È il riflesso fedele di una crisi
di identità culturale, prima ancora che politica, non ancora superata
dopo la fine della Guerra fredda e della Dc, e dopo gli anni
dell'alleanza ambigua col berlusconismo. Le parole aspre che si
scambiano Famiglia cristiana e Comunione e liberazione sono figlie di
ruggini di un passato sempre più corrosivo.
E confermano che il «nuovo protagonismo politico dei cattolici»,
espressione abusata, continua a manifestarsi con contrasti,
incomprensioni, idiosincrasie; quasi mai su parametri di unità.
Chi crede che sia una realtà
prona al potere si ricrede, se passa di qua. Nulla è così fragile come
un invito, come un vieni e vedi. Tutto il “marketing” del Meeting (e
del cristianesimo) è in questa fragile fiducia nell’invito
Ha fatto discutere parecchio e
indispettire qualcuno l’editoriale di Famiglia Cristiana sul Meeting di
Cl. In realtà ha evidenziato quello che è abbastanza ovvio e si vede a
occhio nudo. Brava Famiglia Cristiana che scrive : “C’è il sospetto che
a Rimini si applauda non per ciò che viene detto. Ma solo perché chi
rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e
liberazione.” Eh sì, il fascino del potere a volte ti prende, ti
ammalia. E non ci sono esenzioni per nessuno.
E torna alla mente quanto diceva don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta
e Presidente di PaxChristi, morto quasi 20 anni fa: “non i segni del
potere ma il potere dei segni”...
POLITICA
Gli italiani hanno il diritto
di conoscere la verità sulla trattativa Stato-mafia dopo vent'anni di
depistaggi. L'inchiesta di Palermo è meritoria ma è un falso palese
dire che si vuole fermare il lavoro dei magistrati. Anzi, è un inganno
ai cittadini in buona fede
Promettere tagli alle tasse è
facile. Ma i vincoli di gettito sono tali da far suonare ipotesi e
proposte quasi una beffa per chi è in regola con il Fisco. Tanto che il
governo ha dovuto con decisione togliere dal tavolo dei piani estivi
possibili interventi sull'Irpef: insostenibili se non addirittura
controproducenti.
Il
prossimo sistema elettorale non ci piacerà. Sarà meglio
del Porcellum – ci vuol poco – ma sarà sicuramente peggio
del Mattarellum, per non dire di sistemi logici e comprovati come
il doppio turno di collegio francese o il maggioritario inglese. Che
però, come sistemi, sono utopie da democrazia matura e stabilizzata:
noi dobbiamo realisticamente fare i conti con il compromesso possibile
in una democrazia permanentemente in transizione. A ben guardare,
l’aspetto peggiore della prossima legge elettorale sarà di essere
considerata imperfetta, provvisoria e riformabile perfino da coloro che
la voteranno in parlamento.
I leader politici già lo sanno e gli
italiani lo sapranno presto: con la riforma elettorale in gestazione e
oramai vicina al traguardo, tutto è stato calibrato per garantire due
obiettivi minimali. Comunque vadano le elezioni, nessuno dei tre
partiti di maggioranza avrà molto da perdere in termini di
rappresentanza, mentre al più forte di loro sarà garantito un premio,
ma non è affatto detto che l’additivo sia sufficiente per conquistare
la maggioranza dei seggi in Parlamento. Nella notte delle elezioni,
agli italiani potrebbe essere negata l’istantanea ormai rituale in
tutte le democrazie del mondo: la consacrazione del leader vittorioso.
Nell'udienza generale del 22
agosto a Castel Gandolfo, in corrispondenza con la memoria
liturgica, Benedetto XVI ha proposto una meditazione sulla regalità di
Maria.
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1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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