"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°35 del 2012

Aggiornamento della settimana

- dall'1 al 7 settembre 2012 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 14  settembre 2012          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

 di P. Gregorio Battaglia
    di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre
 
La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibile (di norma rispettivamente la domenica e il lunedì)


NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 






Tutti i post pubblicati in Pietre Vive, i link segnalati sulla pagina Fb Quelli della Via e numerosi altri articoli per ricordare ed approfondire la figura del cardinale Carlo Maria Martini saranno al più presto disponibili on line nello Speciale, che comunque sarà anche inoltrato tempestivamente per posta elettronica con una nwsl straordinaria a tutti gli iscritti alla nwsl di Tempo Perso








I NOSTRI TEMPI



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Cinquantasei migranti già tratti in salvo, un cadavere recuperato e 79 persone che ancora mancano all'appello. Questo il punto sulle operazioni di soccorso dopo il naufragio, 12 miglia al largo di Lampedusa, di un barcone con a bordo oltre un centinaio di persone.

  Un barcone naufraga a largo di Lampedusa Un centinaio di migranti a bordo

Roma 7 settembre 2012 Comunicato stampa - Il CIR apprende con profondo dolore la notizia del naufragio al largo delle coste di Lampedusa. “Nonostante l impegno delle autorità militari italiane e internazionali che hanno risposto all�'allarme lanciato dai naufraghi dispiegando numerose forze per i soccorsi, dobbiamo constatare l'ennesima tragedia nel Canale di Sicilia. Dobbiamo ricordare che non si tratta di un dramma isolato: secondo i dati di Fortress Europe dal 1988 sono morte nel tentativo di raggiungere l'Europa, alle sue porte, almeno 18.455 migranti, 2.352 solamente nel 2011” dichiara Christopher Hein Direttore del CIR

  CIR - Tragedia di Lampedua: le migrazioni vanno governate non subite.

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Giallo su un barcone con un centinaio di migranti naufragato a largo di Lampedusa, presso l'isolotto di Lampione. Tra i superstiti anche un giovane tunisino che si è salvato perché aveva con sé un giubbotto salvagente. Più di 50 i dispersi, tra cui due bambini e due donne. Nessuna traccia del relitto.

   REPUBBLICA:  "Naufragio, almeno 50 migranti in fondo al mare" (video)

   REPUBBLICA:  Il giallo dei 250 Tunisini


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 Il dottor Giuseppe Saviano avrebbe scoperto molte settimane dopo il nome e la storia di quel volto. Quel viso finalmente rilassato, quasi sorridente, come chi, dopo tanto patire, riacquista la tranquillità solo quando la vita è ormai sfuggita di mano. Distesa in terra nel pozzetto dell’unità della Guardia costiera. In posizione fetale come se dormisse placida. Come una bambina, come una giovane Madonna mostra l’ultima sua foto.

   Adolfo Pappalardo:  L'ultima corsa dell'atleta somala (testo+video)

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In Italia si registra un aumento dei fenomeni di incitamento all'odio razziale legati ai discorsi politici e ai media, specialmente nei confronti di rom e sinti, nonch‚ un incremento del razzismo diffuso attraverso i nuovi canali, quali Internet e social network.
Sono i risultati emersi dallo studio elaborato da un network di associazioni italiane, presentato nell'ambito di una conferenza organizzata dal Comitato per l'Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite (Cerd) in materia di incitamento all'odio razziale

   Razzismo:  in Italia in aumento anche attraverso Internet

'Se nel Mediterraneo fossero morti 63 italiani si sarebbe sollevato il mondo'. Lo ha detto al Lido di Venezia padre Mussie Zarai, il sacerdote eritreo che nel mese di maggio del 2011 lancio' un SOS inascoltato.

   IMMIGRAZIONE.ADUC:  Il razzismo nei racconti di padre Mussie Zarai


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L'anno scorso, alla Mostra di Venezia, le sezioni (cosiddette) minori erano affollate di opere dedicate agli immigrati. Un segno esplicito del cambiamento  -  sociale e culturale  -  prodotto dalla presenza degli stranieri fra noi. Una novità, non ancora assorbita, che il cinema ha colto e narrato. Quest'anno è avvenuto lo stesso. Anche se in senso opposto. Attraverso l'osservazione della nostra presenza in terre lontane. Da dove provengono molti immigrati. La prima opera presentata  -  fuori concorso, il giorno stesso dell'inaugurazione  -  punta, infatti, l'obiettivo sull'esperienza del CUAMM. Un'Organizzazione Non Governativa, di ispirazione cattolica, che, nella sua storia ormai lunga, ha garantito la presenza di oltre 1300 medici e infermieri volontari in diversi ospedali dell'Africa. Il film-documentario, girato da Carlo Mazzacurati, si intitola, descrittivamente, "Medici con l'Africa".

   Ilvo Diamanti:  La nostra Africa storie di ordinario altruismo

Il film di Pino Quartullo, prodotto da Girolamo Sirchia e presentato alla mostra di Venezia, racconta una storia di donazione. "L'arte emoziona e raggiunge il cuore della gente", dice il professore. "Spero di creare un corso alla Cattolica di Roma che si occupi di formare alla comunicazione funzionale alla sanità pubblica"

   Linda Vaelese:  L'espianto di organi in un corto Quando il cinema aiuta a riflettere

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Mediterraneo, un mare di sfide
Culla della storia, terra di "primavere" mai compiute, periferia dell'Europa, base dell'immigrazione: il festival "Con-vivere" indaga presente e futuro del "mare nostrum".

   Paolo Perazzolo:  Un popolo di 450 milioni di persone

   Amara Lakhous:  Gli scambi migliorano la vita

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Possiamo imparare anche da popoli in apparenza «primitivi»? Cos’è trasferibile dalla loro esperienza alla nostra? Molto più di quanto si pensi, anzi, paradossalmente le correnti del pensiero economico più moderno sembrano ispirarsi proprio alle pratiche di questi nostri «antenati» contemporanei. È di questa idea Davide Reina, docente alla Bocconi e autore (con Silvia Vianello) diGreenwebeconomics: la nuova frontiera, sui temi dello sviluppo sostenibile e dei modelli economici alternativi. «Le organizzazioni delle società primitive hanno sviluppato nei secoli un modello adattativo all’ambiente che è stato interrotto solo dalla rivoluzione industriale, sfociata poi nel capitalismo di cui ora conosciamo i limiti e gli errori. La lezione di quei popoli torna quindi a essere attuale in termini di processi, di modalità di produzione e consumo alternative a quelle attuali, rivelatesi fallimentari».

   Ferruccio Pinotti:  Dal biologico ancestrale all'«economia del dono»


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Le donazioni al sociale avranno uno sconto maggiore. I cittadini che effettueranno erogazioni a favore di imprese non profit il prossimo anno potranno beneficiare di detrazioni più elevate. La novità trova spazio tra le pieghe della legge 96/2012 dello scorso mese di luglio per il nuovo, auspicato, sistema di finanziamento pubblico ai partiti. Mentre per questo si dovrà attendere, per il sociale la novità è già legge.

   Luigi Corbella:  Donazioni al sociale, sconti più generosi nella dichiarazione


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Notizie dal mondo


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Oggi alle ore 11, accanto all’Oratorio del Caravita, nella sede della Fondazione Centro Astalli (Via del Collegio Romano 1), padre Dall’Oglio terrà una conferenza stampa per illustrare i temi dell’iniziativa.

  Un digiuno per la Siria e per il papa

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Padre Paolo Dall'Oglio, espulso dalla Siria dopo trent'anni di servizio al popolo siriano che non ha voluto trasformare in servizio al regime siriano, apprende con dolore la notizia della strage dei bambini in Siria e ne trova la triste conferma della giustezza della sua scelta di cominciare un digiuno, interrotto solo la sera bevando dell'acqua, per la Siria. Un digiuno solitario, come si addice ad un uomo che si definisce un "profeta fallito", visti i suoi sforzi di richiamare da mesi e mesi l'attenzione sul paese dove ha operato per 30 anni, prima di essere espulso da Bashar al-Assad.
Così le analisi si accavallano ai ricordi,tantissimi, di ogni tipo.

   Riccardo Cristiano:  La lezione di Paolo, innamorato della Siria

Siamo alla sconfitta del paradigma della società dell’informazione, in cui si prevedeva che si sarebbe potuto sapere qualsiasi atto compiuto nel più remoto posto del mondo. Per, ovviamente, porvi ‘rimedio’.
Cui prodest?

   Pax Christi:  Siria: paradigma dell’impossibilità di sapere nell’era dell’informazione

Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme, è uomo cordiale e dal sorriso largo, pur in mezzo alle preoccupazioni che inquietano i cristiani del Medio oriente. Parlare con lui di Gerusalemme fa presentire la sacralità di una città che, come dal titolo del convegno cui partecipa in questi giorni a Villa Cagnola di Gazzada (Varese), sta «tra la terra e il cielo».
Il titolo del suo intervento suona così: «Gerusalemme, patria comune per tutti i cristiani e cuore del mondo». È ancora tale oggi la sua città?

   Lorenzo Fazzini:  Twal: Terrasanta, basta estremismi

La stabilità della struttura politica irachena è ancora sotto stress.Il pomo della discordia è di quelli che scottano: si tratta infatti del controllo e della gestione commerciale delle risorse che scorrono nel sottosuolo del paese.
A questo, si aggiungono le rivendicazioni di maggiore autonomia da parte del Kurdistan nei confronti del governo centrale.

   Giovanni Andriolo:  Iraq e petrolio: il Kurdistan contro Baghdad

Pronti nuovi tagli a stipendi e pensioni, le medicine si pagano di tasca propria. La Troika, contraria alla riduzione delle spese per la difesa, chiede licenziamenti più facili e più ore di lavoro.

   Valerio Refat:  Tragedia greca, ultimo atto?

I criminali africani hanno un nome ed un volto. Metà di questi diavoli sono presenti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo; non casualmente in una delle aree più ricche del pianeta con miniere di coltan, rame, oro, diamanti. Qualcuno di questi assassini si trova già dietro le sbarre. Conosciamoli da vicino.

   Fabio Pipinato:  Gli Hitler d'Africa

Può Juba, la capitale del paese più giovane al mondo, segnato da decenni di guerra civile e con indicatori economico sociali drammatici, diventare un modello pionieristico di sviluppo basato sull’Open source? Cioè sulla filosofia del libero accesso, condivisione e redistribuzione di strumenti e contenuti digitali da dove sono nati i software e i sistemi operativi liberi con codice sorgente replicabile e modificabile dagli utenti, Wikipedia, licenze come Creative Commons, nuove forme di giornalismo partecipativo e il crowdmapping. È ciò che stanno valutando i cyber-attivisti di r0g, organizzazione con sede a Berlino, attraverso un processo di dialogo con la società civile e le istituzioni sud-sudanesi, africani della diaspora, organizzazioni che si occupano di ricostruzione post-conflitto ed esperti di tecnologie per la comunicazione e l’informazione (TIC).

   Daniela Mandelli:  #OSJUBA. Una visione open per lo sviluppo del Sud Sudan


L'aereo era semivuoto per lo scalo a Kigali. Pochi intimi sino a Bujumbura.
Eppure il paese avrebbe i numeri per attirare folle di turisti... Aeroporto nuovo con corsia Vip. Parcheggio fiorito. Boulevard con nuova illuminazione a pannello solare, marciapiedi, scoli per le acque torrenziali profondi ampi e puliti, rotonde e nessun semaforo, colline coperte di foreste e tramonto sul Tanganica. What else?

   Fabio Pipinato:  Burundi: Rinascimento senza umanesimo

Prima donna, prima esponente dell’Africa australe, primo politico di un paese forte: la neoeletta ai vertici dell’Ua vanta molti primati. La speranza è che porti un vento di liberazione dai governi corrotti e dalle dittature, e che rafforzi le democrazie. Ma la sua nomina ha molti significati anche all’interno del suo Sudafrica, che aspira con lei a un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

   Mike Pothier:  La critica del rinnovamento

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SCUOLA



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... Ciascuno di noi ha una madre, uno zio, una nonna che ha cresciuto intere generazioni e a cui magari, a distanza di anni, gli ex allievi telefonano ancora. La bambina riconoscente che sono stata premeva per raccogliere il testimone, per contribuire a migliorare la società nel modo più incisivo: in mezzo a una fila di banchi disposti a ferro di cavallo.
A questo io ho rinunciato. Ho visto la scuola pubblica smantellata pezzo per pezzo, la ricerca agonizzare, l'università annichilirsi anno dopo anno. E, in parallelo, questo Paese perdere grinta, ambizione, ridursi a una cartolina del passato, in cui la cultura viene messa da parte in favore di non si sa bene quale scorciatoia, quale vicolo cieco. Ho cominciato a registrare la frequenza di certe massime come: «La laurea non serve a niente». A una scuola pubblica peggiore può corrispondere solo un Paese peggiore.
Di insegnanti come quelli che ho avuto - fiduciosi, realizzati - in giro ormai ne vedo ben pochi...

   L'Italia non è più un Paese per insegnanti

... Il contesto, come si vede, è sconfortante, e fa nascere più di una domanda sulle reali possibilità di guarigione di questo “grande malato”. Eppure, nella stragrande maggioranza i “prof” non si arrendono e si cimentano in una sorta di rivincita personale e professionale più forte di tutte le difficoltà con cui si devono misurare ogni giorno. Secondo un recente sondaggio, il 78% sceglierebbe di nuovo l’insegnamento, con motivazioni che riguardano, nell’ordine, il rapporto con gli studenti, la passione per l’insegnamento, la possibilità di essere creativi, il rapporto con i colleghi. Come dire: gli ostacoli che nessuno può negare, non riescono ad avere la meglio sulla passione per l’educazione, sul desiderio di costruire.
C’è chi rimane convinto che questo sia uno dei mestieri più belli. Perché più di altri ha a che fare con l’umano, con ciò che abita le profondità della mente e del cuore, come confermano le testimonianze che pubblichiamo in questa pagina 

   La scuola malata e i prof che resistono per passione

Un insulto alla cultura. Quiz “buoni per i cretini”, un “avvilente nozionismo di bassa lega”. E’ rivolta tra i decani della cultura umanistica italiana contro le prove d’accesso al TFA, il tirocinio formativo attivo per l’accesso all’insegnamento le cui prove si sono concluse il 31 luglio scorso. Ventisette professori, da Luciano Canfora a Guido Baldassarri, scrivono al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Perché “’non si possono degradare così la scuola e l’università”. 

   Se i test per insegnare insultano la cultura

Abbandono, dispersione, disagio: un piccolo viaggio nell'istruzione italiana 

   La scuola del nostro malcontento


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Sono circa nove milioni gli studenti italiani ormai ai blocchi di partenza del nuovo anno scolastico. La prima campanella è suonata, ieri, per gli alunni della Provincia di Bolzano. A seguirli, i colleghi della Valle d’Aosta che rientreranno il 10 settembre. L’11 sarà quindi la volta dei ragazzi del Molise e il 12 toccherà alla provincia di Trento, al Veneto, Umbria, Toscana, Piemonte, Marche, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. L’anno ormai alle porte comincia con tanti problemi da risolvere, a partire dalle proteste dei docenti precari, che da martedì presidiano il ministero di viale Trastevere, chiedendo di sospendere il concorso annunciato dal ministro Profumo.

   Paolo Ferrario:  Scuola, nove milioni ai blocchi di partenza

I tecnici del ministero hanno definito i requisiti. Saranno 11mila 892 i docenti che verranno scelti tramite un concorso, il primo dopo 13 anni, ma solo per alcune "classi"

   Salvo Intravaia:  Al via l'assunzione dei professori ecco chi potrà fare il "concorsone"

Davanti al palazzone di viale Trastevere un gruppo di precari protesta contro il concorso, all’interno incontriamo il sottosegretario Marco Rossi Doria, il maestro di strada che oggi si trova dall’altra parte della barricata. 
-Il concorso (ecco cosa e come cambierà)

   Jolanda Bufalini:  Rossi Doria: "Difendo il concorso la scuola torna alla normalità"

Sì alle foto di recite e gite scolastiche. No alla pubblicazione on line dei nomi e cognomi degli studenti non in regola coi pagamenti della retta. Obbligo del consenso per video e foto sui social network. Scrutini e voti pubblici, mentre sull'uso di cellulari e tablet in classe l'ultima parola spetta alle scuole.
Mancano pochi giorni all'apertura e il Garante per la protezione dei dati personali, presieduto da Antonello Soro, fornisce a professori, genitori e studenti, sulla base dei provvedimenti adottati e dei pareri resi, alcune indicazioni generali in materia di tutela della privacy.

   AVVENIRE:  Dai temi alle recite, le regole della privacy in classe

Per il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo l'anno scolastico comincia all'insegna dell'ottimismo, nonostante le recenti polemiche sui prossimi concorsi per i docenti. Il ministro è sereno. In questi mesi di mandato ha visitato moltissime scuole, da Nord a Sud «per compensare la carenza iniziale, perché ho fatto per tutta la vita l'ingegnere e il ricercatore, anche se ho due figli e una moglie insegnante». Risultato: la scuola italiana è promossa con una sufficienza piena. C'è bisogno di qualche oliatura, ma non è il caso di cospargerci il capo di cenere, come succede puntualmente quando le varie Ocse Pisa ci danno i voti.

   FAMIGLIA CRISTIANA:  La scuola italiana? Promossa

«A rimetterci sono sempre i più deboli e lo Stato pensa a risparmiare invece che farsi carico delle fasce che ne avrebbero più bisogno». Sono le parole amare di Cristina, una docente di sostegno, precaria

   Silvia Campese:  Proteste degli insegnanti di sostegno (testo+video)


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LOTTA ALLA MAFIA


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« .. Ci sono cose che non si fanno per coraggio.
Si fanno per potere continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli.
C'è troppa gente onesta, tanta gente qualunque, che ha fiducia in me. Non posso deluderla. » (Carlo Alberto Dalla Chiesa)
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FACCIAMO MEMORIA ...
3 Settembre 1982 Palermo. Strage di Via Carini, in cui restarono uccisi il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Manuela Setti Carraro, e fu ferito l'agente Domenico Russo, che morì successivamente.
Clip in memoria di Carlo Alberto Dalla Chiesa, realizzata utilizzando materiale tratto dall'intervista che il Generale rilasciò ad Enzo Biagi nel 1981

 
Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa
(video)

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Troppi gli interrogativi ancora aperti sulle responsabilità di omicidi come quello del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. «Un omicidio di altissima valenza destabilizzante sul piano nazionale, e internazionale, non può essere stato commissionato né da Totò Riina né da Bernardo Provenzano», dice Giuseppe De Lutiis, uno dei più autorevoli studiosi di eversione e poteri occulti. «Dalla Chiesa ha in un certo senso “provocato” la reazione della mafia e dei suoi protettori politici e istituzionali. Prima di lui nessuna autorità di alto livello aveva sfidato i poteri collusi in maniera così ostentata».

  Edoardo Petti:  "A volere la morte di Dalla Chiesa non fu solo Cosa Nostra"


Sono passati ormai trent’anni da quella tragica sera di settembre, quando in via Carini, nel cuore di Palermo, la furia omicida dei killer di Cosa Nostra investì in pieno il prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, la moglie Emmanuela Setti Carraro e Domenico Russo, l’agente di scorta che seguiva i due coniugi con la vettura di servizio, a breve distanza. Sono passati ormai trent’anni da quel terribile 3 settembre e oggi, di fronte alla cronaca di quei giorni che si è sedimentata fino a diventare storia di questo nostro Paese, dobbiamo doverosamente chiederci cosa sia rimasto di quel sacrificio che, insieme a tanti altri che hanno segnato le vicende repubblicane, a prima vista potrebbe costituire l’ennesima certificazione dell’incapacità dello Stato di vincere la battaglia contro il suo nemico più insidioso, la mafia. E invece, a costo di sembrare ingenui o utopisti, a distanza di trent’anni, crediamo che a vincere sia stato proprio il generale che i mafiosi pensavano di mettere a tacere per sempre con il piombo. Come sarebbe avvenuto con Falcone e Borsellino dieci anni dopo, l’eliminazione dell’avversario più temibile è diventata per la mafia la classica vittoria di Pirro. E questo al netto di polemiche, di ritardi e perfino di trattative sulle quali, doverosamente, deve ancora essere fatta piena luce.  

  Lorenzo Frigerio:  La vittoria del generale Dalla Chiesa

3 settembre 1982. Trent’anni. Purtroppo i ricordi, anche i più duri, hanno un destino carsico. Ci vogliono gli anniversari tondi, adornati di francobolli e discorsi commemorativi, per restituire ai fatti una loro drammatica plasticità, un loro senso. Per qualche giorno. Ma la vita che scorre, e che dovrebbe misurarsi con quel che è accaduto, ha bisogno dell’esercizio quotidiano della memoria come premessa di intelligenza e umanità. Altrimenti tutto sfoca o cambia di segno. E vincono amnesia e rimozione proprio tra i testimoni di quel che accadde. Per questo mi capita spesso di trovare in un ventenne di Libera più rispetto e memoria di mio padre di quanti ne trovi in chi ebbe modo di vivere l’incubo sanguinoso degli anni di piombo, in chi poté assistere in diretta all’annuncio pubblico del suo assassinio durato quattro mesi in una Palermo infuocata. 

  Nando Dalla Chiesa:  Dalla Chiesa, trent'anni dopo. Che la memoria non venga più umiliata


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FEDE E
SPIRITUALITA'




"Il coraggio di sperare oggi"

HOREB n. 61 - 1/2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

Il terzo millennio si è aperto sotto il segno della minaccia e la paura è diventata compagna oscura della contemporaneità: paura del nucleare, del degrado ecologico, della manipolazione genetica, dell'invasione di "nuovi barbari", del trovarsi disoccupati, della precarietà dell'esistere, e si ha l’impressione che la speranza sia venuta meno nell’orizzonte della nostra cultura. Per cui, oggi, ci si chiede non solo cosa sperare, ma in modo più radicale: è possibile sperare? 

Questo navigare al buio e senza speranza, determinato da varie circostanze, che a volte sfocia in forme di violenza, di indifferenza verso l’altro o di rassegnazione, di per sé non si addice all’uomo, perché egli, credente o non credente, non solo avverte il bisogno di speranza, “ma è speranza”, egli  sente il bisogno di oltrepassare lo scacco dell’esistenza, seppure confusamente, avverte come un risucchio "in avanti", una gravitazione sul futuro, verso una pienezza di senso. 

Sperare si inscrive nel bisogno profondo dell’essere umano. Per cui, nonostante le paure e le continue frustrazioni, egli avverte che la speranza gli consente di vivere, di perseverare, di mantenersi sveglio finché la morte non sia inghiottita nella vittoria. 

Giovanni Crisostomo evidenziava: «Ciò che ci porta alla sventura non sono tanto i nostri peccati  quanto la disperazione». Pensiamo, allora, che è urgente riflettere e coltivarsi come uomini di speranza perché essa ci educa a non trascorrere i nostri giorni da rassegnati e a non concedere mai, rabbiosamente, spazio alla distruzione. 
La speranza coltivata è seme dirompente che ci consente di camminare in libertà e di scegliere ogni  giorno la via della vita. Essa consente, al credente e al non credente, di inserirsi nella dinamicità degli eventi storici, di guardare in profondità gli avvenimenti e di accettare il rischio delle scelte presenti con la costante tensione al futuro. La speranza coltivata crea nell’uomo un atteggiamento attivo, nutrito di coraggio e di fortezza d'animo, che alimenta la resistenza nella sofferenza e la tensione nella lotta. Essa dà un respiro fresco all’uomo e lo attiva a vivere il suo impegno nel mondo, non perché rimanga quello che è, ma perché si trasformi e diventi ciò che gli è promesso che diventerà. 
È dentro questa prospettiva che si colloca la monografia del presente quaderno ..."  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)

   Ricerche nel Web - Una speranza "crocifissa", ma non sconfitta (pdf)



E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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XXII TEMPO ORDINARIO anno B - Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM - TRASCURANDO IL COMANDAMENTO DI DIO, VOI OSSERVATE LA TRADIZIONE DEGLI UOMINI
 

XXII TEMPO ORDINARIO 2 settembre 2012
 Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
Mc 7,1-8,14-15,21-23 

Ogni volta che Gesù comunica vita spuntano immediatamente i nemici della vita. Infatti, scrive l’evangelista, “si riunirono intorno a lui i farisei e alcuni degli scribi”. Gli scribi erano i teologi ufficiali, il magistero della religione giudaica, “venuti da Gerusalemme”. Questa volta Gesù deve aver combinato qualcosa di grave perché si scomodano questi grandi personaggi addirittura dalla Santa Sede dell’epoca, la capitale religiosa, da Gerusalemme. 
E uno si chiede “cosa potrà mai aver combinato di grave questa volta Gesù?

   TRASCURANDO IL COMANDAMENTO DI DIO, VOI OSSERVATE LA TRADIZIONE DEGLI UOMINI 


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  Beata Teresa di Calcutta  (video)

Ricordando Madre Teresa di Calcutta

  La vita è...

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  I talenti...
  Il cuore...
  La Chiesa...
  Parole...
  Il bene...
  Rivolgere...
  Duc in altum...
  Posso benissimo...

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Commento al Compendio del Catechismo - 2

  Enzo BianchiPerchè esiste una chiamata universale alla preghiera?

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Il teologo risponde


In una risposta si parlava del desiderio delle sante di ricongiungersi con Cristo sposo. Ma così non si riduce il mistero di Dio a una questione di genere, maschile e femminile?
 

  Giordano FrosiniL'incontro con Cristo sposo

Nel Vangelo si dice che in paradiso non ci sono né mariti né mogli e saremo tutti uguali. Come conciliare questo con il desiderio di rivedere le persone care e godere della loro vicinanza?

  Pino LorizioIn Paradiso con i nostri cari

Amare il prossimo significa evitare le liti e perdonare, o dividere tutto con gli altri? Come si può conciliare questo comandamento con una vita agiata? 

  Luigi LorenzettiAmore e condivisione dei beni


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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni

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JESUS, settembre 2012 - "Gesù parlava di molte cose in parabole" di Enzo Bianchi


JESUS, settembre 2012 Caro Diogneto - 45
Rubrica di ENZO BIANCHI
Gesù parlava di molte cose in parabole

Annota il vangelo secondo Matteo: “Gesù parlava di molte cose in parabole” (Mt 13,3). Sì, parlava di “molte cose” e in “parabole”. Di molte cose significa che Gesù non consegnava formule, verità codificate, ma parlava della realtà, di ciò che è quotidiano, di ciò che accade nella vita di uomini e donne. Mai nei vangeli sinottici Gesù consegna agli altri discussioni teologiche su Dio o formule su Dio, anzi di Dio parla poco… Ne parla solo perché emerga un’immagine diversa da quella preconfezionata trasmessa dai dottori della legge, perché emerga quell’immagine che si poteva riscontrare, leggere, decifrare nella sua vita umanissima e quotidiana, mai straordinaria, mai volta a incantare o a sedurre.
Gesù parlava di Dio nelle parabole senza nominarlo. Non aveva in bocca la parola “Dio”, utile in ogni dialogo, non aveva l’ansia di nominarlo a tutti i costi, parlando di Dio alla terza persona. Nelle parabole – possiamo dire – si trova una parola “non religiosa”, una parola che indicava alla mente degli ascoltatori cose ed eventi umanissimi, terrestri: un fico che mette i germogli in primavera, del lievito che fa lievitare la pasta, un padre che attende e perdona il figlio perduto, un pastore che perde e ritrova una pecora, un agricoltore che semina il grano, dei vignaioli che lavorano una vigna… Parlava di uccelli e di lupi, di perle e di pesci, di sole e di vento, di canne e di piante aromatiche. Racconti, narrazioni in cui Dio non è il protagonista né uno dei personaggi, ma che, una volta ascoltati con gli orecchi e meditati nel cuore, potevano comunque far capire qualcosa dei sentimenti, delle attese, delle azioni di Dio, di quello che Gesù chiamava il Regno di Dio.

   Gesù parlava di molte cose in parabole di Enzo Bianchi


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A Bose si realizza l'ecumenismo dell'ambiente 5 - 8 settembre 2012 - XX Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa L'UOMO CUSTODE DEL CREATO


Benedetto XVI, il Patriarca ortodosso russo Kirill, e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, sono uniti nella difesa del Creato e nell'allarme i rischi che corre oggi la natura in ragione di un intervento sconsiderato dell'uomo. Tutti e tre i leader cristiani, infatti, hanno inviato un messaggio al monastero di Bose per denunciare ''l'attuale cammino di distruzione ecologica'' ed incoraggiare le comunità cristiane ad un rinnovato impegno per la tutela dell'ambiente. Su questo tema - ''Uomo custode del creato'' - si incentra infatti la XX edizione del convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa che si apre oggi a Bose (fino all'8 settembre) alla presenza di metropoliti e vescovi delle Chiese ortodosse e della Chiesa cattolica, rappresentanti della Chiesa d'Inghilterra e della Riforma, del Consiglio ecumenico delle Chiese e del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani.
Nasce così una sorta di ecumenismo dell'ambiente. 

   A Bose grande convegno sulla tutela dell'ambiente fra le chiese cristiane

XX Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa 
L'UOMO CUSTODE DEL CREATO 
Bose, mercoledì 5 - sabato 8 settembre 2012 in collaborazione con le Chiese Ortodosse

   Programma

   Relazione di Enzo Bianchi

La custodia e la salvaguardia del creato sono ormai diventate uno dei temi più presenti nella meditazione dei cristiani, un tema che raccoglie una grande attenzione da parte di tutte le Chiese, attraverso il quale l’ecumenismo trova una possibilità di esercizio in una stagione per molti aspetti non facile. 
Già molte volte le Chiese cristiane insieme hanno fatto sentire la loro voce per denunciare «i peccati contro la natura» e per indicare ai cristiani e agli uomini tutti un mutamento nel loro rapporto con la creazione.

   L'ecologia? È cattolica


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OREUNDICI - IL QUADERNO DI SETTEMBRE 2012: L'AVVENTURA DI CRESCERE - "AL CENTRO DELLA STORIA" di Arturo Paoli e L'EDITORIALE di Mario De Maio



IL QUADERNO DI SETTEMBRE 2012 
L'AVVENTURA DI CRESCERE

AL CENTRO DELLA STORIA il presunto diritto alla salvezza è un falso di Arturo Paoli
Ecco la notte che si apre sulle tanti notti nelle quali lo Spirito mi apre a delle verità liberandole dai tanti intrighi che le nasconde alla mia vista. Sento chiaramente un messaggio: questa è la tua ultima e unica missione sulla terra. Devi essere deciso a scartare tutto ciò che è di ostacolo a questi nostri incontri notturni in cui ti comunicherò dei messaggi da trasmettere ai tuoi fratelli e sorelle. Finalmente comincio a capire perché si aprono davanti a me questi giorni su cui non contavo nel passato. Devo ascoltare le parole adatte a questa generazione incredula. Sono cosciente della difficoltà che mi è affidata ma mi sorregge la cos c i e n z a che a Dio nulla è impossibile. Io credo che per capire il nostro tempo, che speriamo di transizione, bisogna riprendere le analisi di pensatori come Lévinas. Intanto bisogna partire dalla morte della filosofia che fa svanire l’evidenza di una fede razionalistica che è stata trasmessa per secoli. Per usare un’espressione diffusa, sembra che la filosofia “serva della teologia” si rifiuti a questo servizio e questa è certamente una delle cause, anche se non la sola, della incredulità che raggiunge anche le strutture e le persone addette alla trasmissione e alla conservazione della fede. Pare che i giovani passino per una grande difficoltà di prendere seriamente la loro vita.
Io penso che per uscire dalla crisi che coinvolge tanti aspetti della nostra vita attuale bisogna partire dal centro della storia che è indubbiamente la persona di Gesù.

     AL CENTRO DELLA STORIA di Arturo Paoli

... La fatica di tornare alla normalità quotidiana può essere superata dal desiderio di crescere insieme. Il crescere fa parte delle dinamiche della vita, ma l’aspetto più difficile da vivere è insieme. Le tante insicurezze ci fanno alzare muri di difesa, arroccandoci su costruzioni che giudichiamo come bene e che facciamo diventare bene assoluto. Tutte le nostre energie sono impiegate nel difendere questo bene che immancabilmente rimane fisso, bloccato e infine langue, anziché rinnovarsi e accrescersi con energie nuove che vengono dal confronto e dalla riflessione con gli altri...
Con la consapevolezza che, se amare è dare il nulla che noi siamo, questo nulla nella sua nudità e povertà può diventare un bene potente e prezioso. Era la fede su cui si poggiava l’ottimismo di Cristo e la fede che noi cristiani dobbiamo ogni giorno, ogni momento nutrire.

   L'EDITORIALE di Mario De Maio


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Da Jesus di Settembre: l'editoriale "Sarajevo, Gerusalemme d'Europa", il reportage "Sopravvivere alla pace", i servizi "SIRIA Un popolo tra due fuochi" e " CINA Il gelo tra Roma e Pechino"


Lo spirito di Assisi fa sosta a Sarajevo dal 9 all'11 settembre. Assisi fu una grande icona di pace. Lo sarà pure la capitale della Bosnia: l'occasione è quella dei venti anni dal più recente assedio nella storia d'Europa. A quasi cento dalla pallottola che diede inizio alla I guerra mondiale. Sarajevo, città europea nel cui centro storico si incrociano da secoli chiese, moschee, sinagoghe, come a Gerusalemme – così la definì Giovanni Paolo II: «Gerusalemme d'Europa» –. Sarajevo, la città della convivenza e del fallimento della convivenza; Sarajevo è la sfida che è oggi posta di fronte a ogni città. Come essere città di pace? La "tre giorni" di incontri si presenta carica di significato. Tanto più che la cerimonia finale cadrà l'11 settembre. Proprio in quella data e proprio a Sarajevo, dove sono state strumentalizzate durante la guerra, le religioni affermeranno che il futuro è vivere insieme, come dice il titolo dell'Incontro promosso da Sant'Egidio.
Lo diranno le religioni. Lo dice il profondo del cuore umano. Lo dice la Costituzione conciliare Gaudium et spes.

     Sarajevo, Gerusalemme d'Europa

Sono trascorsi ormai vent'anni dall'inizio del tragico assedio di Sarajevo. Oggi, alla vigilia dell'incontro voluto dalla Comunità di Sant'Egidio, la situazione resta tesa e non si può certo dire che sia avvenuta una vera riconciliazione tra le comunità nazionali e religiose che fanno della capitale della Bosnia Erzegovina la «Gerusalemme d'Europa».

     Sopravvivere alla pace

Da una parte le ultime truppe fedeli a Bashar al-Assad, dall'altra gli insorti, ferventi sunniti e tentati dall'integralismo islamico. In mezzo, la società civile siriana, e in particolare la minoranza cristiana, che rischiano di fare il vaso di coccio tra vasi di ferro in questa nuova, sanguinosa, Primavera araba.

     SIRIA Un popolo tra due fuochi

Nel 2007 la Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi sembrava aver avviato una fase di buoni rapporti con il regime comunista. Ma all'improvviso tutto è cambiato. Ed è tornato l'inverno per la libertà di culto. 

     CINA Il gelo tra Roma e Pechino


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A venti anni dalla guerra nei Balcani, che ha avuto nella città di Sarajevo uno dei luoghi più colpiti, le religioni mondiali si ritrovano a Sarajevo per confrontarsi sulle ragioni della pace e della stabilità e per indicare vie d'uscita ai gravi conflitti che tuttora insanguinano il mondo, e in particolare il Mediterraneo.
Per iniziativa della Comunità di Sant'Egidio, insieme alla Comunità islamica di Bosnia ed Erzegovina, alla Chiesa serba ortodossa, all'arcidiocesi di Vrhbosna-Sarajevo e alla locale Comunità ebraica, si svolgerà da domenica a martedì prossimi a Sarajevo l'incontro mondiale per la pace "Living together is the future - Religioni e culture il dialogo", cui domenica parteciperanno tra gli altri anche il premier Mario Monti e il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.

  AVVENIREA Sarajevo un meeting di pace

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Celebrare la Giornata per la salvaguardia del creato significa rendere grazie al Creare”, senza “dimenticare le ferite di cui soffre la nostra terra”. Si apre così il messaggio Cei per la 7ª Giornata per la salvaguardia del creato, che si celebra il 1° settembre sul tema “Educare alla custodia del creato per sanare le ferite della terra”. Il messaggio è firmato dalle Commissioni episcopali per i problemi sociali, la giustizia e il lavoro e per l’ecumenismo e il dialogo.

  PAX CHRISTI“Sanare le ferite” Messaggio dei vescovi per la 7ª Giornata per la salvaguardia del creato


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SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


Rimsha Masih sarà rilasciata dopo il pagamento di mezzo milione di rupie, qualcosa più di 5.200 dollari, ma non è chiaro quando. L'avvocato della ragazzina, che è rinchiusa in un carcere di massima sicurezza a Rawalpindi, ha dichiarato che tanto lei che la sua famiglia adesso rischiano la relazione degli estremisti islamici. Il caso è delicatissimo perché la blasfemia è un tema molto delicato in Pakistan dove il 97 per cento dei 180 milioni di abitanti sono musulmani e le accuse di insulto all'islam o a Maometto scatenano spesso rabbiose proteste popolari. La vicenda ha suscitato viva preoccupazione nei governi occidentali (lo stesso ministro degli Esteri, Giulio Terzi, aveva detto di seguire "personalmente e con grande attenzione" il caso) e anche la reazione dei gruppi a tutela dei diritti umani. Hafiz Mohammed Khalid Chishti, l'imam della moschea del poverissimo quartiere dove abita Rimsha, è l'uomo che diede alla polizia i foglietti bruciacchiati come prova dell'accusa contro di lei.

  Scarcerata Rimsha, la bimba cristiana accusata di blasfemia


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Torna L’Infedele su La7 dedicando a Carlo Maria Martini e al suo messaggio profetico la prima copertina. Lo ricorda prima di addentrarsi con Gianluigi Nuzzi negli intrighi della Curia Vaticana.
Ospiti della serata Federica Radice Fossati (coautrice dell’ultima intervista a Carlo Maria Martini),Adriano Prosperi (storico dell’inquisizione, professore alla Normale di Pisa), Antonio Socci(giornalista e scrittore), Angela Ambrogetti (teologa), Gianni Vattimo (filosofo e deputato europeo Idv), Michele Prospero (docente di Filosofia del Diritto all’Università La Sapienza di Roma), Lodovico Festa (giornalista di Tempi e de Il Giornale). Nel corso della puntata si affronta anche il caso delle intercettazioni a Giorgio Napolitano, visto da vari punti di vista. Veramente qualcuno vuole destabilizzare “Il Sistema”? Chi? Perchè?

   L'INFEDELE:  Puntata integrale del 3 Settembre 2012 (video)

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 BENEDETTO XVI
 



      Angelus/Regina Cæli - 2 settembre 2012

 
    Udienza - 5 settembre 2012, La preghiera nella prima parte dell'Apocalisse (AP 1,4-3,22)

  Discorso - Ai Nuovi Vescovi dei Territori di Missione, partecipanti all'Incontro promosso dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (7 settembre 2012)

      Omelia - 2 settembre 2012: Santa Messa a conclusione dell'incontro con il "Ratzinger Schülerkreis" a Castel Gandolfo



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OPINIONI E COMMENTI


«È la verità che ci possiede, è qualcosa di vivente! Non siamo noi i suoi possessori, bensì siamo afferrati da lei». Ai suoi ex allievi, riuniti a Castel Gandolfo per il tradizionale seminario estivo, il Papa ha affidato domenica 2 settembre una illuminante riflessione sull’«arte dell’essere uomini». Che consiste nella certezza che è possibile «vivere e morire bene solo quando si è ricevuta la verità e quando la verità ci indica il cammino».

  L'OSSERVATORE ROMANONon siamo noi a possedere la verità ma è lei che ci possiede

Ai vescovi dei Paesi di missione il Papa chiede coraggio nell’evangelizzazione

  L'OSSERVATORE ROMANOGiovani Chiese crescono

A poche ore dal tenue discorso del papa in vista del suo viaggio in Libano i vescovi pro Bashar vanno all'assalto.

  IL MONDO DI ANNIBALEVescovi embedded all'assalto del papa


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      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm