"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
|
NEWSLETTER n°36 del 2012
Aggiornamento della settimana -
dall'8 al 14 settembre 2012 -
Prossima NEWSLETTER prevista per il 21 settembre 2012 | | ||||||||||||||
|
N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibile (di norma rispettivamente la domenica e il lunedì)
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"mons. Francesco Montenegro,
arcivescovo di Agrigento, dopo l’ennesima tragedia del mare
registratasi a poche miglia dalle coste agrigentine - 07.09.2012
“L’uomo non può morire perché vuole vivere” --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)MEDITERRANEO - ENNESIMA TRAGEDIA DEL MARE
C’e’ un dolore che non finisce mai...
E’ il tempo per iniziative coraggiose, italiane ed europee, di cooperazione internazionale nel Mediterraneo e in Africa, per ricostruire speranza e possibilità di vita
"C’e’ un dolore che non finisce
mai. Quello dei profughi che perdono la vita nel Mediterraneo. Le
dimensioni delle ultime tragedie sono impressionanti. Secondo le
testimonianze raccolte dalla Guardia Costiera sul barcone verso
Lampedusa viaggiavano complessivamente 136 migranti, tra i quali dieci
donne e sei bambini. 56 i superstiti. 80 le persone che risultano
ufficialmente “disperse”.
Si aggiungono ai 46 sopravvissuti
e ai 61 adulti e 31 bambini, anche tre neonati, scomparsi con il
barcone affondato davanti ad Izmir, sugli scogli di Ahmetbeyli.
Tunisini gli scampati e le vittime a Lampedusa; siriani, palestinesi,
irakeni, al largo della Turchia, diretti in Grecia. Chi è vivo in
queste ore a Lampedusa lo deve allo straordinario lavoro della guardia
costiera e ai pattugliamenti “per la vita”.
E’ il tempo del dolore, della
pietà. Perché ogni italiano senta questo lutto come una tragedia di
famiglia. E’ il tempo per iniziative coraggiose, italiane ed europee,
di cooperazione internazionale nel Mediterraneo e in Africa, per
ricostruire speranza e possibilità di vita. Al posto di politiche di
contenimento che rendono solo più alto il prezzo da pagare: il rischio
di vita, la difficoltà e la lunghezza dei percorsi, i vantaggi dei
trafficanti di vite umane.
E’ il tempo per politiche
innovative nell’accompagnare le richieste di democrazia e dignità nei
paesi del Mediterraneo, che non possono passare per una escalation dei
conflitti, della violenza e delle guerre, che hanno dato finora
risultati fallimentari.
(COMUNITA' DI SANT'EGIDIO - comunicato stampa dell'8 Settembre 2012) L'arcivescovo Montenegro: "Siamo tutti responsabili!" -------------------------------------------- Centotrentasei. Tanti sarebbero stati gli immigrati stipati nel barcone naufragato nella notte dell'otto settembre, a una dozzina di miglia da Lampedusa. Tra loro 10 donne e 6 minori. Lo ha detto i superstiti sentiti dalla Guardia costiera e dalle forze dell'ordine. Cinquantasei coloro che sono stati tratti in salvo, strappati dalle acque, tra loro una donna incinta. Recuperato il cadavere di un uomo. Sarebbero quindi 79 i dispersi... Lampedusa: naufraga un barcone, "79 dispersi" Sotto
i nostri occhi distratti, nelle acque del Mediterraneo le tragedie si
susseguono senza soluzione di continuità. I morti chiamano altri
morti e quanto avvenuto nei giorni scorsi a Lampedusa, purtroppo,
non è frutto del caso. Tuttavia la logica del nostro stare al
mondo deve essere quella della vita, perché è questo il senso
profondo della nostra testimonianza di cristiani. Per
questo, dopo il momento del silenzio e quello della preghiera,
l'Ufficio Regionale Migrantes e Mons. Calogero La Piana, vescovo
delegato per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana,
ritengono sia giunta l'ora di riconoscere, ai tanti migranti che
vengono dall'Africa e non solo, la stessa umanità che siamo
disposti a riconoscere a noi stessi. Riteniamo
che sia intollerabile sopportare il destino di morte che rischia di
travolgere altre vite umane che decidono di attraversare il
Mediterraneo in fuga da guerre, oppressione, fame, carestie.
Riconosciamo a noi stessi il diritto di lottare per migliorare le
nostre condizioni di vita, non riconosciamo a chi viene da lontano
il diritto di cercare un futuro per sé e per i propri figli.
Questo non è umano e da cristiani facciamo appello all'umanità di
ciascuno e dell'intera società... Comunicato Stampa UFFICIO REGIONALE PER LE MIGRAZIONI della Conferenza Episcopale Siciliana (pdf) -------------------------------------------- Malgrado i contorni ancora
confusi dell’ennesima strage nelle acque prospicienti Lampedusa, nei
pressi dell’isolotto disabitato di Lampione, a ovest dell’isola, primo
lembo di terra italiano di fronte ai porti tunisini di Mahdia e
Monastir, appare ormai certo come il dispositivo di controllo e di
salvataggio che prima era dispiegato nelle acque a sud di Lampedusa,
anche a 60 miglia a sud dell’isola, operi ormai a stretto ridosso delle
isole Pelagie.
Fulvio Vassallo Paleologo: Diritti sotto sequestro - Cordoglio da morti, respingimenti da vivi ... Ma l’arrivo del forte vento
nel pomeriggio di giovedì ha mosso il mare, ed il cadavere è emerso. Da
questa mattina alle 10, quando le agenzie hanno lanciato la notizia, il
corpo è però ancora lì, simbolo di quanto si sia impotenti di fronte ai
flussi dei migranti del mediterraneo, e di quanto sia precaria la
sicurezza in mare. Sia chiaro che nessuno pretende che si metta a
rischio la propria vita se le condizioni meteo sono negative. Ma è
lecito chiedersi se si possa essere impotenti a tal punto di lasciare
al rollio delle onde, per un giorno intero o forse più, il corpo di un
essere umano.
Angelo Cimarosti: Linosa, cadavere abbandonato tra gli scogli da un giorno: forse un naufrago --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)11 settembre 2001: era Strategia della Tensione?
l'opinione di Ferdinando Imposimato
Ferdinando
Imposimato è presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di
Cassazione ed ex senatore e deputato. A lungo ha fatto parte della
Commissione bicamerale Antimafia.
Da magistrato ha istruito alcuni tra i più importanti processi sul terrorismo (il caso Aldo Moro, l'attentato al papa Giovanni Paolo II, il caso Bachelet). Ha scoperto la “pista bulgara” e altre connessioni terroristiche internazionali. Innumerevoli i processi contro mafia e camorra. Tra gli altri, ha istruito il caso Michele Sindona e il processo alla Banda della Magliana. È autore o co-autore di sette libri sul terrorismo internazionale, la corruzione statale, e di questioni connesse, nonché Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana. "Gli attentati dell'11/9 sono
stati un'operazione globale di terrorismo di Stato consentita
dall'amministrazione degli USA, che sapeva già dell’azione ma è rimasta
intenzionalmente non reattiva al fine di fare la guerra contro
l'Afghanistan e l'Iraq. Per dirla in breve, gli eventi dell'11/9 erano
un caso di Strategia della Tensione messa in atto dai poteri politici
ed economici negli Stati Uniti per perseguire vantaggi in capo
all'industria petrolifera e delle armi. ..."
A 11 anni da quell'11 settembre: era Strategia della Tensione -------------------------------------------- “I
più grandi Giochi di sempre”. Ben più delle Olimpiadi, le Paralimpiadi
si meritano appieno il titolo sensazionalistico con cui un po’ tutti i
giornali e tabloid britannici hanno celebrato Londra 2012.
Quest’edizione passerà alla storia come quella della svolta: mai prima
d’ora le Paralimpiadi avevano ricevuto tanta attenzione, ed erano state
così in grado di catalizzare l’interesse del grande pubblico.
Lo
testimoniano i numeri: 2,7 milioni di biglietti venduti (quasi un
milione in più di Pechino), e un bilancio complessivo di oltre 55
milioni di euro di entrate (dieci più di quanto preventivato alla
vigilia). Record di pubblico, record di nazioni ed atleti partecipanti
(rispettivamente 166 e 4200, di cui circa 1500 donne), record di record
(oltre 110 nuovi primati del mondo stabiliti). Record praticamente di
tutto, insomma. E di spettacolo.
Perché
le emozioni delle ultime due settimane valgono più di tutti i numeri.
Sport vero, senza più barriere anche grazie all’apporto sempre più
importante della tecnologia. E grazie al talento e all’infinita forza
di volontà dei campioni.
Paralimpiadi Londra 2012, conclusa l’edizione dei record. Ora tocca al Rio 2016 Non fanno pena, non fanno pietà né raccapriccio: ed è la loro prima rivincita.
Osservati,
indagati e si spera ammirati da un miliardo di telespettatori come mai
nella storia, i 4 mila e 200 atleti delle Paralimpiadi di Londra sono
riusciti a portare la disabilità oltre il recinto dell'ipocrisia a
colpi di medaglie d'oro: ieri Alex Zanardi nella "hand-bike" a
cronometro, Assunta Legnante nel getto del peso e Martina Caironi nei
100 metri. Ma anche con audience, ore di diretta in mondovisione e
sponsor sempre più interessati. Dentro tutto questo c'è il senso forte
di una sfida, il coraggio che scende in campo per affrontare il dolore
ma anche l'allineamento alle regole del mercato: quando le tivù e le
aziende si accorgono di te, significa che sei un po' meno diverso. Vuol
dire che porti soldi, e non ti trattano più come uno sfigato: a ben
guardare, la seconda rivincita. Due milionie mezzo di biglietti
venduti, il pubblico londinese non meno entusiasta di quando si è messo
in coda per Bolt o Phelps, storie incredibili e gare splendide. Forse,
è la terza rivincita. Persino il doping, massimo cancro dello sport
mondiale, viene oggi frequentato da qualche atleta paralimpico: il
ciclista Fabrizio Macchi è stato lasciato a casa perché il suo nome è
emerso nella vicenda del dottor Ferrari, il medico in forte odore di
doping. Prendetela come una provocazione, ma questa magari è la quarta
rivincita. Perché si è atleti in tutto, nella gloria come nella
possibilità della caduta, nella grazia e nel peccato: solo i santini
non si dopano, o non hanno la tentazione di provarci.
Lo
scrittore Giuseppe Pontiggia li ha chiamati "nati due volte": la prima
nascita è quella biologica, la seconda è l'ingresso spesso terribile e
umiliante nella vita di ogni giorno. Per i disabili che fanno sport
esiste però una terza nascita: quella dell'agonismo, dell'allenamento e
della competizione. Le Paralimpiadi hanno il merito planetario di
rendere visibili le storie delle persone, riconducono l'atleta a una
formidabile vicenda in prima persona, contro la massificazione dei
comportamenti. E allora vale la pena raccontarle, alcune di queste
storie
La rivincita ...
Allora, cosa è cambiato nei confronti nell'handicap? Noi che guardiamo
le gare a cosa siamo interessati? Si tratta di morbosità sopita che lì,
nell'arena sportiva, trova legittimità per poi spegnersi o la
sensibilità nostra si è davvero estesa? Si sa, i sentimenti tutto sono
tranne che puri, non giurerei, per lo meno in prima battuta,
sull'altruismo e la bontà. C'è chi non ha avuto l'occasione di vedere
gli impianti durante le gare olimpiche e si rifà con quelle
paralimpiche. E chi è restato affascinato dal battage pubblicitario, e
vuole far parte dell'evento mediatico. Ci sono stati notevoli
investimenti economici sull'evento, nel tentativo di normalizzare le
gare. Tuttavia, nemmeno questi sentimenti, così, di seconda mano, sono
da sottovalutare e da classificare come egoistici e impuri. Forse
stiamo riscoprendo una figura centrale, in alcune narrazioni: l'eroe
inabile. È un tema vecchio ma che ancora non abbiamo metabolizzato...
Eroi feriti che non si arrendono Così sono riusciti a conquistarci Quest'anno le emozioni più grandi per i Giochi di Londra 2012 le ho provate guardando le Paralimpiadi...
Questi
grandi uomini, tutte queste soprendenti donne ci insegnano, o ci
ricordano prima di tutto una cosa secondo me enorme. Il valore della
vita che, nonostante tutti gli ostacoli, va vissuta al massimo. Sempre,
anche quando davanti ci sono limiti e montagne che appaiono
insormontabili e che invece se vuoi li superi. Le Paralimpiadi di
settembre, boom di biglietti venduti per assistervi (oltre 2 milioni),
mi hanno fatto riflettere su come sia importante accettare le cose che
non puoi cambiare, avere il coraggio di cambiare quelle che puoi
cambiare e la saggezza, infine, di saper distinguere tra le une e le
altre. Mi sono soffermata sull'enorme differenza tra sopravvivere e
vivere, sull'importanza di scegliere cosa fare della propria vita. Cosa
essere e diventare...
Paralimpiadi 2012, la vita al massimo -------------------------------------------- La popolazione rom, composta da 10-12 milioni di persone, è una delle minoranze più grandi e svantaggiate d'Europa. Quasi l'80 per cento dei rom vive nei paesi membri dell'Unione europea e in quelli candidati all'ingresso. Ciò nonostante, i rom sono tra i gruppi più sistematicamente discriminati ed esclusi d'Europa. Hanno redditi inferiori alla media, peggiori condizioni di salute, abitazioni più misere, un tasso di alfabetizzazione più basso e più alti livelli di disoccupazione rispetto al resto della popolazione. Incontrano gravi ostacoli nell'accesso al diritto a un alloggio adeguato, all'assistenza sanitaria, all'istruzione e al lavoro. Diritti dei rom in Europa In occasione della presentazione di un nuovo documento, intitolato "Ai margini: sgomberi forzati e segregazione dei rom in Italia", Amnesty International ha sollecitato oggi l'urgente modifica delle leggi, delle politiche e delle prassi discriminatorie che emarginano le comunità rom in Italia. Il documento mette in luce il continuo e sistematico mancato rispetto dei diritti dei rom da parte delle autorità italiane...
"Il
governo italiano non sta tenendo fede ai suoi obblighi internazionali e
agli impegni assunti di fronte alla Commissione europea. Bambini, donne
e uomini residenti nei campi continuano a essere sgomberati senza
adeguata consultazione, preavviso e offerta di un alloggio alternativo"
- ha dichiarato Elisa De Pieri, ricercatrice sull'Italia del Programma
Europa e Asia centrale di Amnesty International. "I residenti dei campi
informali sono i più colpiti e continuano a essere sgomberati a ogni
occasione"...
Italia: le comunità rom ancora segregate e senza prospettive. Un nuovo documento di Amnesty International
Scarica il documento "Ai margini: sgomberi forzati e segregazione dei rom in Italia"
"I
miei figli hanno diritto ad una casa. Così avranno una vita diversa, un
futuro e un buon carattere. Tutte le mamme hanno sogni per i loro
figli. Più crescono, più sogni ho."
Tutte
le mamme sognano per i figli un futuro migliore del proprio. Per le
mamme rom che vivono in Italia questo sogno è molto lontano dalla
realtà in cui vivono, fatta di segregazione, discriminazione e sgomberi
forzati...
SENZA PROSPETTIVE
Firma l'appello rivolto al presidente Monti per porre fine alla segregazione e agli sgomberi forzati dei rom in Italia
video --------------------------------------------
La città è una grande roulette: non si sa mai dove si fermerà il prossimo proiettile. I ricchi vivono attorno alla Cittadella, in cui sono asserragliati i cristiani e comandano i soldati alawiti del presidente. Nei quartieri poveri gli insorti sunniti. Uno specchio della balcanizzazione della Siria, teatro dello scontro tra le sue comunità e tra i suoi potenti vicini ...
Cosi la "primavera" siriana è diventata una guerra civile. Si calcola
che l'Esercito siriano libero conti tra i trenta e i quaranta mila
uomini, e che gli stranieri infiltratisi o accorsi apertamente per
appoggiare l'insurrezione, si aggirino sui seimila. Il fatto che
quest'ultimi siano sunniti sensibili al richiamo islamico non significa
che siano jihadisti. Ma la paura dei cristiani è dovuta alla paventata
ondata islamica....
No,
la pietà non è di casa ad Aleppo. Né dall'una né dall'altra parte, se è
vero, come dice l'osservatorio siriano per i diritti umani, che venti
soldati di Assad catturati al momento della presa del quartiere di
Hanano, la settimana scorsa, sarebbero stati subito fucilati. Con le
mani legate dietro la schiena.
Siria, viaggio nei quartieri di Aleppo che Assad bombarda senza tregua Il gesuita Padre Paolo Dall'Oglio parla a RaiNews24 del regime di Assad, da 40 anni al potere in Siria
video La
missione in Medio Oriente del nuovo inviato dell’ONU e della Lega Araba
per la Siria, il diplomatico algerino Lakhdar Brahimi, prende il via
questa settimana in un clima di crescenti tensioni e con le principali
potenze occidentali che stanno moltiplicando i loro sforzi per cercare
di rovesciare il regime di Bashar al-Assad. I governi che si adoperano
per la fine di quest’ultimo continuano a sostenere materialmente i
“ribelli” siriani nonostante si moltiplichino le prove di una massiccia
presenza tra le loro fila di estremisti islamici, così come i resoconti
di atrocità commesse contro civili e membri delle forze di sicurezza.
Il
sostituto di Kofi Annan è giunto lunedì al Cairo per incontrare i
vertici del governo egiziano e della Lega Araba ed ha annunciato che si
recherà a Damasco nei prossimi giorni, dove incontrerà il presidente
Assad. Le difficoltà che attendono il veterano algerino della
diplomazia internazionale nel suo nuovo incarico sono tuttavia enormi
ed egli stesso ha riconosciuto gli ostacoli che troverà sulla sua
strada e che hanno portato alle dimissioni del suo predecessore.
Infatti,
mentre Brahimi e il piano di pace che dovrebbe promuovere raccolgono il
sostegno nominale degli Stati Uniti e dei loro alleati, questi ultimi
stanno facendo tutto il possibile per soffocare sul nascere qualsiasi
speranza di una risoluzione negoziata del conflitto.
Siria: piani di pace, atti di guerra Nel suo “Altro Editoriale” su peacelink.it del 25 luglioscorso,
Enrico De Angelis ipotizza, con un'angoscia che si legge tra le righe,
l'esito più probabile di una caduta, in questi giorni, del regime
siriano di Bashar al-Assad qualora, nonostante i massicci aiuti
militari russi, egli fosse inaspettatamente sconfitto sul campo. Questo
esito sarebbe la presa del potere – non da parte dei giovani
“rivoluzionari” siriani che lottano da 15 mesi contro il regime – ma da
parte di quelle forze militari, molte delle quali armate e stipendiate
dall'estero, che operano in Siria palesemente da ben 13 mesi (dunque
quasi sin dall'inizio della rivolta) e clandestinamente da anni. Se
vincono loro, addio rivoluzione. Tra
queste forze militari d'opposizione, la principale è il cosiddetto
Esercito Siriano Libero, l'ESL, il cui scopo, secondo Wikipedia,
sarebbe quello di “proteggere i civili”. In realtà, come dimostrano in
questi giorni gli assalti a Damasco e ad Aleppo, dove i civili non
hanno nessun bisogno di protezione, il vero scopo dell'ESL è un altro:
rovesciare Assad e conquistare il potere in Siria. Per conto di chi? Siria: la lotta armata, una trappola. Risposta alla “Lettera Aperta” sulla Siria Guarda anche il nostro precedente post: Pax Christi raccogliendo la proposta di p. Paolo Dall’Oglio e della Rete Corpi Civili di Pace invita ad un digiuno per la Pace in occasione dell’imminente viaggio del Papa in Libano, 14 -16 settembre. -------------------------------------------- L’attacco
contro il consolato americano a Bengasi e il presunto ruolo giocato da
al-Qaeda rimette sotto i riflettori la guerra segreta in corso in
Africa tra gli Stati Uniti e la centrale del terrore.
Camille Eid: Africa, il campo di battaglia tra al-Qaeda e l'America Il 2010 ha segnato due
ricorrenze importanti per il Mali. Un millennio
prima, Tomboctou nasceva dalle sabbie del deserto. Sulle
rotte dei mercanti, tappa importante nella via da Fes verso La Mecca,
sorgeva come città uno dei centri culturali più noti di tutta l’Africa.
Nel periodo di maggior ricchezza un quarto della sua popolazione era
composto da studenti universitari, di origini talvolta lontane. In
contemporanea il paese nord africano festeggiava la
sua indipendenza, ottenuta cinquant’anni prima dopo essersi
formalmente sganciato dalla Francia.
Giacomo Zandonini: I tuareg e la difficile partita dell'indipendenza L’attacco israeliano all'Iran
sembra imminente. Secondo Richard Silversteincircola una strategia
“shock and awe” trapelata del sionismo aspro di Netanyahu- Barak
per decapitare, paralizzare l’Iran; e Alon Ben Meir (un
esperto di politica mediorientale specializzato in negoziati di pace
fra Israele e gli stati arabi) dice che Israele non sta bluffando. Può
darsi che Israele preferisca un attacco con gli USA (Romney? Obama dopo
le elezioni?), ma può anche fare da solo. Alcuni credono alla storia
della bomba nucleare, altri credono che lo scopo sia un Israele
come stato ebraico dal Nilo all’Eufrate, promosso anche dal defunto
padre di Netanyahu. Le due storie non si escludono a vicenda.
Johan Galtung: Attaccare l'Iran: un disastro per l'intera regione e il mondo “Dopo quest’evento il
mondo non sarà mai più come prima”. Quante volte abbiamo sentito
ripetere questa frase, soprattutto applicata alla strage che si ricorda
oggi, come ogni 11 settembre. In realtà anche lo spettacolare e tragico
crollo delle torri gemelle ha sicuramente cambiato la vita delle
vittime e dei parenti, e pure di milioni di iracheni e afghani, ma non
ha cambiato il mondo. Bin Laden è stato ucciso ma la sua rivoluzione
terrorista fallita non ha inciso per nulla sulle sollevazioni arabe.
Tutti i problemi rimangono sul tappeto.
UNIMONDO: Elezioni in Olanda, una svolta possibile? Il
marchese di Carabas non rimanda soltanto alla popolare fiaba del “Gatto
con gli stivali” ma a una regione ai confini dell’Europa, per la quale
si scatenarono varie guerre e che ancora oggi è motivo di tensioni
locali e internazionali. Stiamo parlando del Nagorno Karabakh, il
territorio conteso tra Armenia e Azerbaijan che dal 1991, anno di
dissoluzione dell’Unione Sovietica e della nascita dei due Stati
caucasici, rivendica l’indipendenza sotto la protezione armena. Tra i
due paesi si è scatenato un conflitto sanguinoso tra il 1992 e il
1994, una situazione mai sanata fino ad oggi.
Piergiorgio Cattani: Armenia-Azerbaijan: rischio concreto di guerra Per l’Occidente
il voto di luglio è stato un successo “laico”. Ma l’analisi è più
complessa. L’alleanza al governo è divisa tra clan e gruppi etnici. Non
cala il peso delle milizie. La nuova costituzione incontra molti stop.
E c’è il pericolo secessione della Cirenaica. Il cammino verso il
pluralismo è a rischio deragliamento.
Karim Mezran: Democrazia accidentata ---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Un’aula
luminosa è migliore di un’aula tenebrosa. Una classe di venti studenti
è preferibile a una classe di trenta. Un istituto con un dirigente
tutto per lui è una fortuna, un dirigente diviso tra mezza dozzina di
istituti è una mezza sciagura. Un professore che segue la sua classe
dal primo all’ultimo anno è decisamente augurabile, malaugurata è
quella classe che avrà una grandinata di professori tutti di passaggio.
Meglio avere fotocopiatrici funzionanti e dotate di carta; aule
specializzate, palestre attrezzate. Meglio, molto meglio. Guai a
sottovalutare i problemi strutturali che angustiano la scuola italiana.
Ma all’inizio di un nuovo anno scolastico va ricordato che tutto,
assolutamente tutto è vano se a mancare, a vacillare, a fallire è la
componente decisiva, la sola che può rendere memorabile, fondamentale,
indimenticabile un’esperienza scolastica: gli insegnanti, che d’ora in
poi chiameremo semplicemente maestri, in senso proprio e in senso lato.
Se il maestro c’è, ed è vivo, anche una scuola fatiscente può diventare
una reggia. Ma se il maestro è assente, anche una reggia diventa fredda
e vuota, inodore e insapore. La scuola italiana ha bisogno di
tantissime cose. Ma la prima, quella assolutamente indispensabile, sono
i maestri. È una verità solare, eppure mai abbastanza ricordata. La
persona è importante ovunque: in fabbrica, in ufficio, nei servizi...
ma nella scuola conta per il novanta per cento – a spanne – nella
riuscita dell’«impresa educativa».
Maestri per sempre di Umberto Folena Vedi anche i nostri precedenti post:
-------------------------------------------- Il
disastro degli esami d'accesso al Tirocinio formativo attivo (Tfa)
rischia di farci dimenticare perché questi esami, e il Tfa, si fanno:
per selezionare e formare gli insegnanti migliori. Perciò non dovremmo
perdere troppo tempo a ridere dei quesiti sbagliati e dedicarne invece
parecchio a riflettere sulle modalità dell'esame e sulla sua stessa
opportunità.
Claudio Giunta: Il test non fa buono il prof Al primo giorno di apertura,
la scuola italianasembra trovarsi per la prima volta dopo anni
senza lo spauracchio di una riforma strutturale. Nessun giornale ne
parla, il dibattito politico sembra essersi dimenticato totalmente dei
temi legati all’istruzione mentre vengono discusse strategie,
coalizioni e leggi elettorali.
Federico Del Giudice: L'istruzione italiana è destinata al declino? Rette
troppo alte ai tempi della crisi e le famiglie nelle voci da tagliare
includono quella per la scuola paritaria. «È cominciato lo spostamento
di alunni verso le statali.
Federica Cavadini: La scuola intempo di crisi. Meno iscritti alle paritarie ---------------------------------------------------------------
"Al Sindaco e alla sua giunta
non è andato giù che le vicende del Comune di Falcone, in provincia di
Messina, siano uscite dal paese”. Antonio Mazzeo spiega così la
querela ricevuta dal primo cittadino del piccolo centro del messinese,
Santi Cirella. Il giornalista de I Siciliani Giovani,mensile
diretto da Riccardo Orioles, è stato accusato, a fine agosto, di aver
diffamato a mezzo stampa l’amministrazione comunale del paese, avendo
riferito gravi accuse di condizionamento criminale delle elezioni del
2011.
Giorgio Ruta: Sicilia. Mazzeo e Orioles:"Vorrebbero fermare i Siciliani Giovani" Soltanto se si è lontani dalla
politica (nel senso che si fa un altro mestiere, sia quello
giornalistico ma in pochissimi casi, e soprattutto se ci si
dedica alla ricerca storica) si può cogliere dalle audizioni di ieri
degli ex ministri dell’Interno Scotti e della Giustizia Martelli, tutti
e due ridotti ormai a vita privata, elementi importanti per capire che
cosa è successo nel 1992-93. Nicola Tranfaglia: Il rebus delle trattative tra mafia e Stato Il 416 bis e la confisca dei beni ai mafiosi, trent'anni di lotta alle mafie nel nostro Paese
Davide Pati: Una legge per la democrazia L`onda lunga dello sciopero di Nardò e della rivolta di Rosarno ha prodotto tre leggi, due a beneficio anche degli italiani
Antonello Mangano: Dal caporalato al succo d'arancia, le tre leggi "fatte" dagli africani ---------------------------------------------------------------
"Il coraggio di sperare oggi"
|
CHIESA
E SOCIETA'
/ |
BENEDETTO XVI |
Sei
interessato a
ricevere la nostra newsletter
ma non sei iscritto ? Iscriversi è facile e gratuito. ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER riceverai la newsletter di
"TEMPO PERSO", ogni settimana, direttamente nella
casella di posta elettronica.
|
AVVISI:
1) La newsletter è settimanale;
2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm