"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°37 del 2012

Aggiornamento della settimana

- dal 15 al 21 settembre 2012 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 28  settembre 2012          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

 di P. Gregorio Battaglia
    di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre
 
La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibile (di norma rispettivamente la domenica e il lunedì)


NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 






Aggiornato il 19/9/2012




I NOSTRI TEMPI





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La Carovana Missionaria della Pace 2012 Insieme, in cammino per la terra



La Carovana Missionaria della Pace 2012
Insieme, in cammino per la terra

Al grido di “iChange”, dal 25 al 30 settembre, parte la quinta Carovana Missionaria della Pace per un mondo sostenibile, contro mafie e tratta. I video della Carovana e la testimonianza di Alex Zanotelli. 

Giunta alla sua quinta edizione, la Carovana Missionaria della Pace riprende il suo cammino, cercando di scuotere le coscienze e smuovere gli indifferenti, dandosi appuntamento dal 25 al 30 settembre in Campania. 

   video spot Carovana Missionaria della Pace

   I video della Carovana Missionaria della Pace

Lo strapotere delle mafie, il disastro ambientale e la tratta degli esseri umani: sono questi i tre temi portanti della Carovana, che al motto di "I change!" dice "BASTA ad un sistema economico-finanziario basato sul profitto e sullo sfruttamento delle persone e delle risorse del creato!".

   AUDIO: Alex Zanotelli



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Dal fondo del mare, arrivano centinaia di voci...


Settantanove anime giacciono in fondo al mare, al largo di Lampedusa. Settantanove vite, giovani e meno giovani, bambini, affogati. Settantanove corpi senza sepoltura, senza il conforto di una parola, senza la presenza dei propri cari. Settantanove innocenti abbandonati, dati in pasto ai pesci.
Erano partiti da Sfax, dalla Tunisia. Da un porto dove partono le carrette del mare verso il sogno italiano. Erano partiti in cerca di una speranza, di un pezzo di pane, di un bicchiere di acqua. Li hanno abbandonati su uno sperone di roccia a dieci miglia da Lampedusa. Erano 136, 56 si sono drammaticamente salvati, 79 sono dispersi. 
Dispersi nel linguaggio del mare significa che non si sono trovati i corpi. Corpi di bambini, di innocenti, di innocenti due volte. Corpi di donne, di innocenti, di innocenti due volte. Dispersi significa che non sapremo mai i loro nomi, che non sapremo mai chi era il padre e chi il figlio. Non sapremo mai da quale villaggio erano partiti e non sapremo mai dove erano diretti. Non sapremo mai se c’era qualcuno ad aspettarli e chissà per quanto ancora aspetterà.
Non sapremo mai quale Dio pregavano, ma per i disperati il Dio da pregare è uno solo. C’è un Dio che cambia nome secondo il luogo geografico, ma è sempre lo stesso Dio. Un Dio che accoglie le anime dei dispersi in mare. Un Dio che accoglie anche se il corpo non è avvolto nel sudario. Un Dio che non abbandona in mare i suoi figli, ma allarga le braccia...

   Dal fondo del mare, arrivano centinaia di voci

Vedi anche i nostri precedenti post:
  • MEDITERRANEO - ENNESIMA TRAGEDIA DEL MARE - C’e’ un dolore che non finisce mai... E’ il tempo per iniziative coraggiose per ricostruire speranza e possibilità di vita!
  • Solidarietà e accoglienza è la risposta dell'Ufficio Regionale Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana alla tragedia che si consuma nel Mediterraneo


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Il tema scelto per la Giornata Internazionale della Pace 2012 è “La Pace sostenibile per un futuro sostenibile” (Sustainable Peace for a sustainable future), per rimarcare le connessioni esistenti tra pace, sviluppo e le prospettive per il futuro. È infatti impossibile pensare di costruire un futuro sostenibile senza una pace duratura, in un mondo dove i conflitti, sempre più frequentemente, sono causati da interessi economici legati allo sfruttamento delle risorse naturali.

  21 settembre: Giornata Internazionale della Pace

  Benedici...

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Le cifre ormai note sono impressionanti e vale la pena ricordarle di fronte alla fretta e alle omissioni che caratterizzano nel nostro paese i canali televisivi (quasi tutti con eccezioni molto rare) e i nostri quotidiani di fronte alle sciagure ormai quotidiane che avvengono nel viaggio dei boat-people che percorrono il Mediterraneo per portare in Italia, spesso in condizioni terribili - una larga umanità che viene da paesi in cui dominano guerre, pulizie etniche, stupri di massa.
Migliaia di uomini, donne e bambini che finiscono nelle mani di organizzazioni criminali legate, oppure no, anche alle maggiori associazioni mafiose italiane o internazionali.

   Nicola Tranfaglia: Il traffico di esseri umani, la sconfitta della nostra civiltà


... la frontiera tra libertà e responsabilità è un'esilissima linea. Ma una risposta dobbiamo cercarla, in noi stessi, se davanti alla violenza non vogliamo divenire sordomuti senza speranza.

   Barbara Spinelli: Tra libertà e responsabilità


La Comunità di Sant'Egidio accompagna duemila giovani dell'Europa orientale e dell'Italia nei campi di sterminio per combattere l'odio razziale e ogni forma di violenza.

   Annachiara Valle: Ad Auschwitz per dire no al razzismo

Dottor Molteni, come è nata l'associazione "Clochard alla riscossa" e con che finalità? Quali le sue peculiarità rispetto ad altre organizzazioni di contrasto alla povertà e all'emarginazione sociale che operano a Milano, come "Opera San Francesco per i Poveri" e "Pane Quotidiano"?

   Luchino Galli: "Clochard alla riscossa": come creare lavoro per i senza tetto

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“Mamme nella Crisi” il dossier di Save the Children presentato al Senato


Presentato oggi il dossier “Mamme nella Crisi” di Save the Children alla presenza del Ministro Elsa Fornero e della Vice-presidente del Senato Emma Bonino 

Gli effetti della crisi colpiscono le mamme in modo sempre più grave, evidenziando, in Italia, un circolo vizioso che lega il basso tasso di occupazione femminile, l’assenza di servizi di cura all’infanzia, le scarne misure di conciliazione tra famiglia e lavoro e la bassa natalità, con una pesante ricaduta sul benessere dei bambini. La difficile condizione delle madri nel nostro Paese è infatti uno dei fattori chiave che determinano una maggiore incidenza della povertà sui bambini e sugli adolescenti. Sebbene meno visibile di quello dei tassi finanziari internazionali, lo spread relativo al rischio di povertà tra minori e adulti in Italia è infatti pari all’8,2%, con il 22,6% dei minori a rischio povertà contro il 14,4% degli over diciotto (1) . 
Questi i principali elementi analizzati, in un’ottica di genere, dal rapporto Mamme nella Crisi di Save the Children, presentato oggi a Roma presso il Senato della Repubblica alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, e della Vicepresidente del Senato, Senatrice Emma Bonino, in occasione della tavola rotonda organizzata da Pari o Dispare, Save the Children e dalla rivista InGenere. 

   Mamme nella crisi: quasi 2 donne su 3 senza lavoro se ci sono 2 figli, 800mila interruzioni di lavoro forzate in 2 anni, inattivo il 36,4% delle donne dai 25 ai 34 anni; pesanti ricadute sui figli con il 22,6% dei minori a rischio povertà

Pari o Dispare, Save the Children, Ingenere.it , presentano “Mamme nella crisi”, rapporto di Save the Children sull’impatto della crisi economica sulle condizioni delle mamme in Italia
Intervengono: Emma Bonino (Vice Presidente del Senato), Valeria Manieri (Segretaria di Pari o Dispare), Raffaela Milano (Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children – Italia), Roberta Carlini (Giornalista della redazione di InGenere.it), Linda Laura Sabbadini (Direttore Dipartimento Statistiche Sociali e Ambientali dell’ ISTAT), Luca Bianchi (Vice Direttore SVIMEZ), Antonella Marsala (Dirigente Italia Lavoro), Elsa Fornero (Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali)

   video


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Per salvare i bambini, passiamo per le mamme. Save The Children dedica un rapporto all'impatto della crisi economica sulle madri. Con un focus sui servizi spariti. Ecco cos'è successo ai fondi sociali

   Sara Picchi: Madri senza rete nel vuoto della crisi

Il primo figlio “costa” il 5% di disoccupazione in più, con il secondo le donne occupate calano di un altro 10%, altri  5 punti se ne vanno all’arrivo del terzo figlio. Maternità e lavoro in Italia sono due realtà sempre più incociliabili. E con la crisi economica il divario con gli altri Paesi Ue rischia di diventare incolmabile.

   Francesco Agresti: Così la crisi colpisce le mamme

Quote rosa sempre più nere
Presentato il rapporto "Mamme nella crisi": in Italia le donne con figli sono penalizzate. Se poi c'è di mezzo un lavoro...

   Alberto Picci: Mamme nella crisi
   Alberto Picci: Giovani, carine e disoccupate
   Alberto Picci: Le non priorità della politica

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Notizie dal mondo


Libia, l'angelo dei profughi
Parla don Mussie Zerai, sacerdote eritreo che con la sua associazione Habeshia si occupa di dar voce a chi scappa dall’Eritrea e dall’Etiopia

   Stefano Pasta:   Libia, l'angelo dei profughi

L'attivista di origine somala, ha lasciato nel 1995 il Canada,  per tornare nel suo paese natale dove ha dato vita ad una intensa attività di sostegno e recupero di migliaia di giovani ragazze fuggite dai conflitti. A lei il Premio Nansen

   REPUBBLICA:   Donne in fuga dalla guerra 'Mama Hawa' vince premio rifugiati

Olivier Voisin è un fotografo di guerra: a 22 anni seguiva l’armata israeliana in Libano, l’anno scorso è stato ad Haiti, in Libia, in Egitto ed è da poco tornato dall’inferno di Aleppo, in Siria. Dai suoi racconti l’orrore e i frammenti della quotidiana guerra che si accanisce soprattutto sui civili. “Nell’agosto scorso – racconta – sono stato in Siria, ad Aleppo, nella regione settentrionale, tra la piccola città di Azaz, a una cinquantina di kilometri da Aleppo, e ad Aleppo stesso, in tre quartieri della città: a sud di Salahedinnes, il quartiere della vecchia città di Bab al Nasr dove in seguito ho deciso di rimanere a dormire e il quartiere di Al Chaar”.

   Emilio Fabio Torsello:   Io, fotografo di guerra, vi racconto l’inferno della Siria


Aleppo - Abu Ahmed è un simpatico, giovane e coraggioso ragazzo. Viene dalla provincia di Idlib ma da 3 mesi il suo lavoro è ad Aleppo. Non porta mimetica e Kalashnikov e non appartiene a nessun gruppo dell’Esercito libero siriano, anche se il suo cuore sta dalla loro parte. La sua missione nel mezzo di quella che chiamano “la madre delle battaglie” è portare cibo ai poveri del malandato quartiere di Tarik Al Bab.

   Andrea Bernardi:  Siria, sotto le bombe si distribuisce cibo

Con le violenze anti Occidente di questi giorni è messa a dura prova la nuova democrazia egiziana. Proteste che evidenziano la scarsa attenzione della politica internazionale verso il dialogo e il difficile confronto tra copti e musulmani: è bastato un video su youtube e la fiamma si riaccende.

   Giovanni Esti:  Egitto in rivolta, un test per Morsi

ISRAELE - IRAN
Una conferenza sulla denuclearizzazione dovrebbe tenersi ad Helsinki alla fine del 2012. Ma Israele afferma che la situazione è "volatile ed ostile". L'incontro fra Teheran e la Ue sul programma nucleare iraniano è stato "positivo", ma L'Iran è noto per nascondere gli sviluppi del suo progetto. Israele, unica potenza nucleare della regione.

   Joshua Lapide:  Denuclearizzare il Medio Oriente: il rifiuto di Israele e le bugie di Teheran

MYANMAR – STATI UNITI 
I manifestanti hanno lanciato slogan e canti, fra cui “Fine della guerra civile”. Il conflitto nel nord un nodo scoperto che l’esecutivo non riesce a risolvere e scarica le responsabilità sui due fronti. A Washington incontro fra due Nobel per la pace: Obama e Aung San Suu Kyi. Il governo Usa rimuove le sanzioni “individuali” contro Thein Sein e il presidente del Parlamento.

   ASIANEWS:  Yangon, centinaia di birmani marciano per la pace nello Stato Kachin

CINA-GIAPPONE
Pechino e Tokyo continuano a fomentare la tensione sulla disputa territoriale per la sovranità dell’arcipelago. Decine di manifestazioni violente in Cina e attacchi di tipo terroristico contro le sedi diplomatiche comuniste in Giappone. Entrambi i governi vogliono tenere l’attenzione delle due popolazioni lontana dai veri problemi: la politica del regime e l’economia nipponica. Ma intanto peggiora di giorno in giorno la situazione della bilancia commerciale. 

   ASIANEWS:  Diaoyu/Senkaku, la prima vittima dello scontro è l’economia


Il pastore della congregazione, il combattivo Jin Tianming, presenta una denuncia formale alle autorità: gli agenti hanno arrestato i suoi fedeli per più di 1.600 volte in 17 mesi; hanno impedito loro di utilizzare i locali acquistati per il culto e di affittarne altri; hanno fatto pressioni per far licenziare i suoi fedeli. 

   ASIANEWS:  Pechino, la chiesa di Shouwang denuncia la polizia: “Basta con la repressione”


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SCUOLA



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PRESENTATO IL X RAPPORTO SU SICUREZZA QUALITÀ E COMFORT DEGLI EDIFICI SCOLASTICI DI CITTADINANZATTIVA

Sicurezza delle scuole ancora fuori controllo: peggiorano i dati sulle certificazioni, manutenzione sempre più scarsa, aule fatiscenti e, in attesa della scuola 2.0, mancano le aule computer. 
Presentato il X Rapporto su sicurezza qualità e comfort degli edifici scolastici di Cittadinanzattiva
Solo un quarto delle scuole è in regola con tutte le certificazioni di sicurezza e la manutenzione è ridotta a lumicino, tanto che ad esempio nel 45% delle scuole monitorate da Cittadinanzattiva sono stati richiesti interventi strutturali, ma in oltre la metà dei casi l’ente proprietario non è mai intervenuto. Lesioni strutturali in una scuola su dieci, distacchi di intonaco in una su cinque, muffe ed infiltrazioni in una su quattro.
E mentre si annuncia la scuola 2.0, un terzo degli edifici è privo anche della più semplice aula computer e quasi la metà di laboratori didattici. Il 46% non ha una palestra al proprio interno, in un terzo dei casi i cortili sono usati come parcheggio.
È questa la condizione in cui versano le scuole italiane, fotografate dal X Rapporto su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva nell’ambito della campagna nazionale Impararesicuri giunta alla sua decima annualità.

   comunicato stampa di CITTADINANZATTIVA 

   Scarica il X Rapporto 

PRESENTATA LA IV INDAGINE SUL RISCHIO SISMICO DI CITTADINANZATTIVA

Poco informati sul fenomeno terremoto e sul territorio in cui vivono. Così studenti e genitori di Calabria e Campania nella IV Indagine su conoscenza e percezione del rischio sismico presentata oggi da Cittadinanzattiva e Dipartimento Protezione civileCreato Giovedì, 20 Settembre 2012
Il terremoto è un grande sconosciuto per ragazzi e adulti e resta ancora approssimativa la conoscenza del territorio in cui si vive. Ad esempio, sfiora il 50% la percentuale di genitori ed è ancor più bassa (38%) quella degli studenti consapevole che un terremoto non può essere previsto ma che si può solo valutare la pericolosità di una zona; appena uno su quattro, poi, conosce la zona sismica del Comune in cui vive.
Sono alcuni dei dati contenuti all’interno della IV Indagine su conoscenza e percezione del rischio sismico, presentata oggi da Cittadinanzattiva e Dipartimento nazionale della Protezione civile, elaborata tramite questionari rivolti a 2000 studenti e genitori di scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado in Campania e Calabria, due regioni caratterizzate da una marcata pericolosità sismica su cui, quest’anno, si è scelto di focalizzare l’indagine.
Nel campione intervistato prevale un atteggiamento di paura e confusione...

   comunicato stampa di CITTADINANZATTIVA 

   Scarica la IV Indagine


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La spesa. Le ore di lezioni. Classi affollate. Età degli studenti. Burocrazia. Punti deboli: la Uil ha pubblicato un'istantanea sulle questioni scolastiche più controverse, in cui racchiude quella che definisce una "operazione verità" contro i "mantra sui quali si è basato soprattutto lo scorso governo"
Il giudizio sulla scuola italiana? Una somma di luoghi comuni. Non provati e - soprattutto - falsi. E' partendo da questo assunto che la Uil scuola pubblica un dossier in cui racchiude quella che definisce una "operazione verità" contro i "mantra sulla scuola sui quali si è basata l'azione soprattutto dello scorso governo".
"Quando si parla, e talvolta a sproposito, di confronti tra i sistemi scolastici europei, occorrerebbe sempre e obbligatoriamente premettere l'avvertenza maneggiare con cura", si legge nella premessa al dossier. "Per cercare di leggere in maniera più consapevole i dati comparativi dei 27 stati dell'Unione europea, occorrerebbe - prosegue la ricerca - sempre avere presente un'istantanea che ci mostri alcuni dati fondamentali di ciascuno di essi". Eccone alcuni.

   Scuola? Somma di luoghi comuni Un dossier li sfata punto per punto

RICERCA UIL SCUOLA 
DATI A CONFRONTO
La ricerca è strutturata in cinque macro sezioni:
- Il quadro economico
- L’Italia e gli indicatori europei
- I nuovi obiettivi di Lisbona 2020
- Formazione iniziale: 5 esperienze in Europa
- Sistemi scolastici europei: dati si sintesi
Ne riportiamo anche una sintesi per la stampa e il commento Di Massimo Di Menna

   Il quadro economico
   L'italia e gli indicatori europei
   L'Italia e gli obiettivi di Lisbona
   Formazione iniziale: 5 esperienze in Europa
   Sistemi scolastici europei: dati di sintesi
   SINTESI della ricerca
   COMMENTO di Massimo Di Menna



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"Rose e libri" per rinnovare la scuola - Quel triangolo amoroso che può salvare la scuola - due interessanti riflessioni sulla scuola di Alessandro D'Avenia

Come abbiamo osato anteporre qualcosa a un uomo? La verità bisogna chiederla ai poeti e questo verso potremmo impararlo a memoria, noi che lavoriamo nella Scuola. Ma si sa i poeti dicono verità troppo semplici perché qualcuno le ascolti.
Inizia un nuovo anno di scuola, con overture tragicomica tra concorsi annullati per buste trasparenti, esami di TFA degni delle serate Trivial e concorsoni per il reclutamento basati su un criterio rivelatosi insufficiente già da anni. Pazienza. Tutto ciò non ci esime dal lavoro quotidiano che questa settimana ricomincia. 
A tal proposito consiglio la (ri-)lettura di un libro del 1932: Il mondo nuovo di A.Huxley. Se non avete tempo basta il primo capitolo, nel quale è descritto il modo in cui i bambini vengono educati nel nuovo sistema di controllo che garantisce l'equilibrio – basato sui consumi – del Nuovo Mondo...
Ma ritorniamo al grido del poeta: come abbiamo osato anteporre qualcosa all'uomo? Ai ragazzi? Abbiamo messo al primo posto programmi e strutture e i risultati li abbiamo sotto gli occhi.
Propongo una piccola riforma a costo quasi zero...
Credo che questo sguardo ridarebbe dignità allo scopo della scuola. Una scuola come la nostra che ha programmi che il resto del mondo si sogna. Programmi però spesso asetticamente anteposti alle vite degli studenti, e non spazio condiviso di dialogo e ricerca della verità.
O torniamo a prenderci cura delle persone o continueremo a cercare salvezza in riforme di superficie, necessarie sì, ma molto meno di “rose e libri”.
“Rose e Libri”: così vorrei chiamare una rete di rinnovamento della scuola, composta da genitori, studenti e professori.
Chi mi dà una mano?

   "Rose e libri" per rinnovare la scuola di Alessandro D'Avenia

Alcuni di noi credono di poter cambiare qualcosa. A un certo punto ci svegliamo e ci rendiamo conto di aver fallito».
Così dice, riferendosi alla sua professione, Henry Barthes, insegnante di una scuola pubblica americana e protagonista del recente film «Detachment» (Il distacco), interpretato magistralmente da Adrien Brody, il rovescio pessimistico-malinconico del Keating dell’«Attimo fuggente»...
Qualche giorno fa dopo aver lanciato su queste pagine l’iniziativa «Rose e libri» sono stato travolto da lettere, commenti, suggerimenti, offerte di aiuto, da parte di altri insegnanti, di genitori e di ragazzi. Dimostrazione del fatto che la Scuola, per chi ci crede, è una relazione a tre. È l’unico triangolo amoroso che può funzionare se tutti fanno lo sforzo di perseguire il bene comune che c’è in gioco: le vite dei ragazzi. L’unico triangolo amoroso in cui tutti possono essere felici.

Non riesco a capacitarmi del fatto che abbiamo accettato che la Scuola sia invece campo di battaglia tra genitori-docenti-studenti anziché pavimento su cui muoversi per realizzare quel bene di cui parlavo: la scoperta dei talenti e dei punti deboli di un ragazzo o di una ragazza.
L’educazione non è qualcosa che si improvvisa, ma richiede, caso per caso, un progetto condiviso. Che cosa possiamo fare noi insegnanti costretti a colloqui dove si dicono soltanto i voti: ora per la soddisfazione delle madri (raramente vengono i papà) di quelli bravi ora per ripetere a quelle dei meno bravi il ritornello: «ha le capacità ma non si applica». Una relazione frustrante perché ridotta al criterio utilitaristico di produrre voti e promozioni, anziché accompagnare uomini e donne a costruire un’anima «pronta»...
Se non c’è un progetto educativo condiviso gli insegnanti diventano erogatori di voti, i genitori clienti, gli studenti utenti. Una relazione in perfetto stile utilitaristico, con persone trasformate in prodotti di una catena di montaggio di diplomi. Ma l’uomo non è mai prodotto, mai mezzo, ma sempre fine...

   Quel triangolo amoroso che può salvare la scuola di Alessandro D'Avenia


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La scuola è uscita dall'agenda della politica e sopravvive grazie al contributo generoso dei precari, ma rimane la vera piazza della democrazia, in cui educare alle regole e alla legalità. Gli insegnanti? Resistono, ma vanno formati in maniera seria e adeguata ai tempi

La scuola italiana è ancora un bene pubblico? A chi o a cosa deve "resistere"? L'abbiamo chiesto ad Alex Corlazzoli, autore del libro "La scuola che resiste", in uscita per Chiarelettere. 

     LA SCUOLA CHE RESISTE di Alex Corlazzoli

GUARDA IL BOOKTRAILER:

   video

Alex Corlazzoli, blogger, insegnante e scrittore, racconta i mali dell'educazione in Italia. Che chiamano in causa l'inettitudine della politica, l'inerzia degli educatori, la rassegnazione dei genitori
Giornalista, politico, intellettuale, ma – più d’ogni altra cosa – maestro di campagna. 

Alex Corlazzoli, trentasette anni, origine cremasche, è un fiume in piena, piuttosto incurante degli argini. Ha strappato alle cronache il suo spazio di visibilità warholiano lo scorso 30 agosto, nel pieno d’uno sciopero della fame, davanti al provveditorato di Cremona, per denunciare le desolanti condizioni di precarietà in cui naviga, oggi, il docente medio d’una scuola elementare: 16 ore d’incarico per 700 euro di stipendio, nello specifico. I suoi sei anni di insegnamento “matto e disperatissimo” li ha illustrati in un libro “La scuola che resiste”, edito da Chiarelettere.
In esso l’esperienza, la riflessione e la sintesi, con tanto d’appendice di ricette per fronteggiare difficoltà quasi lunari che politica, cesoie sui finanziamenti e macchina burocratica oppongono a chi combatte da dietro le ridotte delle aule. Non solo docenti, sia chiaro. Ma con loro, genitori e società civile. 

     Io, maestro di campagna, vi racconto lo sfascio della scuola pubblica



Neppure una settimana dall'inizio delle lezioni, ma i problemi del vecchio anno sembrano riproporsi, se non moltiplicarsi, anche in questo a.s. 201272013. Non solo le scarse risorse, sempre più all'osso, ma talvolta la stessa disorganizzazionestanno mettendo in ginocchio la scuola, andando inevitabilmente a discapito dei bambini e dei ragazzi, e del lorodiritto allo studio. In tutto questo, l'ambito del sostegno è ormai terreno minato: non bastasse infatti la questione della riconversione degli insegnanti, i ritardi nelle nomine e le inadempienze già registrati fanno di questo un inizio d'anno scolastico davvero difficile.

   Stefania Santinelli:  Scuola disabili: a inizio lezioni, i nostri figli senza sostegno nè educature

Il MIUR ha stabilito che il numero dei docenti non può superare quello dello scorso anno scolastico. Poiché quello degli allievi è però aumentato, le classi sono diventate ancora più numerose. Questa scelta, purtroppo, riguarda anche ilsostegno. In questo caso ne deriva che ciascun docente dovrà essere presente in diverse classi; perciò, le ore che potrà dedicare a ciascuna di esse sono ulteriormente diminuite. Ancora una volta risulta disatteso il rapporto 1:1 previsto per le situazioni di gravità, nonché quello medio di 2:1. In molti casi, il rapporto sale a 3:1 o addirittura 4:1. Significa seguire un alunno per 4-5 ore a settimana. Significa riuscire a fare ben poco.

   DISABILI.COM:  Sostegno: emergenza in tutta Italia

Se date un’occhiata alla rassegna stampa del 13/09/2012 (organizzata dallo stesso MIUR), troverete che nessuno dei giornali che contano si è sottratto dal riprendere le dichiarazione roboanti del ministro Profumo in merito alla nuova scuola digitale, ovvero registri elettronici e tablet ai docenti.

   LASCUOLAIBLEA:  Registri elettronici e tablet: le bufale di Profumo in prima pagina



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LOTTA ALLA MAFIA


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  RICORDIAMO ROSARIO LIVATINO
"quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili".
Aveva solo 38 anni Rosario Livatino, quando il giudice fu ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990, lungo la statale tra Caltanissetta e Agrigento.
Giovanni Paolo II lo definì «martire della giustizia ed indirettamente della fede». Rosario era un credente, cresciuto in Azione Cattolica. Tre anni dopo la sua morte il vescovo di Agrigento incaricò Ida Abate, insegnante del giudice, di raccogliere testimonianze per la causa di beatificazione, che è ancora in corso. Sinda ragazzo aveva maturato un amore profondo nei confronti della giustizia e della legalità, che lo portò prima a laurearsi in giurisprudenza e poi a intraprendere la carriera in magistratura. Coerente con i suoi valori civili e i principi di fede, Rosario mise in pratica ciò in cui credeva tanto nel lavoro, che nella vita privata. Come uomo delle istituzioni si mise al servizio dello Stato e della comunità. Nel corso della sua breve, ma intensa esistenza dimostrò grande coraggio e senso del dovere. In una realtà ad alta densità mafiosa e piena di connivenze, Livatino non girò mai la testa. Le sue inchieste svelarono i traffici e gli interessi della mafia agrigentina, la stidda, e la rete di collusioni tra boss, politici e imprenditori. Spesso agì in solitudine, nell'indifferenza della società civile, la complicità tra molti settori dell'economia e della politica e la barbarie criminale che quasi ogni giorno uccideva magistrati e uomini delle forze dell'ordine. Il suo sacrificio rappresenta una testimonianza esemplare di amore per Dio e per l'uomo. Un esempio positivo per tutti e in particolare per le nuove generazioni, affinchè ognuno traduca le sue convinzioni valoriali e ideali in impegno quotidiano per il bene comune. Scriveva, infatti, Rosario: "quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili". (Movimento Impegno educativo di AC - Matteo Scirè)


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Riproponiamo anche il nostro post del precedente anniversario:

  Nel 21° anniversario della morte la Beatificazione di Rosario Livatino 'Giudice santo' temuto dalla mafia

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Triste il Paese che ha bisogno di eroi, dice una famosa frase di Brecht. La vita quotidiana di una comunità non dovrebbe aver necessità di uomini eccezionali, pronti se necessario a mettere in gioco la propria esistenza; sembrerebbe logico poter vivere, lavorare, amare, divertirsi senza per questo dover essere disposti a morire o a rischiare di morire. Ma quando c'è, sciaguratamente, bisogno di eroi solo un Paese che ne ha può sperare di salvarsi. Di questi eroi imprevisti ci si accorge al momento della barbarie e del pericolo, così come loro stessi, altrimenti persone normali e non certo bramose di pericolo e di lotta, si scoprono eroi senza volerlo e senza saperlo, con naturalezza, come se ciò facesse semplicemente parte del loro lavoro.

  Claudio Magris:  Ambrosoli, Dalla Chiesa e gli eri imprevisti

Antonio Mazzeo cos’è l’antimafia? Cosa dovrebbe essere l’antimafia?
È un’accozzaglia di cose: scorciatoie elettorali, per alcuni una professione, per altri una metodologia. Per fortuna ci sono ancora pezzi di società che credono sia una trasformazione sociale, non soltanto di opposizione a qualcosa, ma anche di riappropriazione di processi sociali dal basso, di ripensamento di sviluppo sul territorio. Mario chiede come si sono messe le radici della mafia, dove sono radicate. Cosa è cambiato nel tempo. Ascoltate le dichiarazioni di Antonio Mazzeo

  ANTIMAFIA SPECIAL:  Intervista ad Antonio Mazzeo (video)

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FEDE E
SPIRITUALITA'





“E Dio vide che era cosa buona”

Meravigliarsi

HOREB n. 62 - 2/2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

Il cactus è lì con i suoi fiori aperti, bellissimi. È uno spettacolo che si ripete e ogni volta sorprende, stupisce. Meraviglia che questa pianta, cresce anche in luoghi aridi, e raggiunge quattro metri di altezza e spesso anche di più, tutta tronco, totalmente ricoperta di spine, se la tocchi in modo maldestro ti lascia il segno, riesca a produrre fiori così luminosi, che in certo senso fanno luce alla notte.

Il fiore del cactus la possiamo considerare cifra di una bellezza nascosta negli anfratti della vita. Nei volti che ci scivolano addosso o perché andiamo di corsa perché abbiamo premura o perché ci fanno paura e ci chiudiamo in un autismo sociale, in una nicchia dorata che ci soffoca. È bellezza nascosta nelle relazioni quotidiane, che comunque viviamo, ma che spesso rimangono superficiali e strettamente tecniche, professionali, negli avvenimenti quotidiani che diamo sempre per scontati, perché spinosi, e per questo non riusciamo a cogliere questa bellezza e non ci meravigliamo di niente.

Il fatto che non ci meravigliamo più è un brutto segnale, è come se stessimo di fronte a un mondo impoverito, defraudato

Eppure, nella notte di questa vita, se stiamo attenti, vigilanti, c’è sempre un fiore, degli sprazzi di luce, lì dove meno ce lo aspettiamo, che ci  aprono in modo nuovo al cammino della vita.

Se ne incrociato nelle periferie di città, che strutturalmente hanno del disumano, ma lì si incontrano persone che ti stupiscono per la loro umanità. Se ne incontrano in ospedale tra gli ammalati che ti meravigliano perché vivono con grande dignità il dolore, la precarietà, il limite e l’esperienza della morte.

Crediamo che ritorneremo a meravigliarci se, come ci ricorda l’apostolo Pietro, lasceremo esplodere “l’umano nascosto nel cuore”; e questo sarà possibile se impareremo a rischiare uscendo da noi stessi ma anche dal coro abituale per sentire le voci che ci sono fuori, sono tante, bellissime, uniche e ricche di mistero. Questo chiede di liberarci da ogni certezza e di metterci al servizio della vita, di ciò che viene, accettando di essere sempre in qualche misura ignoranti, alla ricerca, con tanta sete di imparare dagli altri.

Se faremo questo esodo facilmente ritorneremo ad osservare e a restare stupiti per un filo d’erba che stranamente riesce a farsi strada e a nascere nel cemento.

È questa la prospettiva in cui vogliamo collocare la monografia del presente quaderno...  (EDITORIALE)



   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)



E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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XXIV Domenica -Tempo Ordinario - anno B - Commento al Vangelo di  Enzo Bianchi
 

XXIV Domenica - Tempo Ordinario Anno B
Mc 8,27-35

Siamo al centro del vangelo secondo Marco e il brano che oggi leggiamo è di importanza capitale per la comprensione dell’intero vangelo e, più in generale, per chiarire che cosa comporta la sequela di Gesù Cristo.
In cammino verso Cesarea, Gesù domanda ai discepoli: “Chi dice la gente che io sia?”. La loro risposta, che riporta l’opinione corrente (cf. Mc 6,14-16), indica che Gesù era comunemente considerato un profeta: alcuni lo ritengono il nuovo Elia, il grande profeta rapito da Dio in cielo (cf. 2Re 2,1-18), altri vedono in lui il nuovo Giovanni il Battezzatore, accostato da Gesù stesso a Elia (cf. Mc 9,12-13). Gesù prende allora l’iniziativa e interroga direttamente i discepoli: “Voi chi dite che io sia?”. Pietro risponde prontamente: “Tu sei il Cristo”, cioè il Messia, l’Unto, il Re a lungo atteso da Israele, inviato da Dio a regnare definitivamente su tutto il popolo e su tutta l’umanità.
A questa confessione di fede messianica Gesù reagisce in un modo che può stupirci: sgrida i discepoli, imponendo loro di non parlare di lui a nessuno, così come aveva fatto con gli spiriti impuri scacciati dagli indemoniati, che conoscevano la sua identità (cf. Mc 1,24-25.34; 3,11-12): un ammonimento volto, da un lato, a ricordare che non è sufficiente una retta confessione di fede proclamata a parole ma non testimoniata con tutta la propria vita e, d’altro lato, a sottolineare l’incompletezza della confessione di Pietro, priva com’è della comprensione del Messia quale Servo sofferente di Dio, la figura profetica descritta da Isaia (cf. Is 42,1-9; 49,1-7; 50,4-11; 52,13-53,12) e pienamente incarnata da Gesù. Ecco perché proprio ora Gesù inaugura il primo dei tre annunci della passione, morte e resurrezione che lo attende (cf. Mc 9,30-32; 10,32-34): “Gesù cominciò a insegnare che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare”...

   il commento al Vangelo di Enzo Bianchi


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  Beata Maria Vergine Addolorata  (video)

Brano composto da Giuni Russo in cui descrive il dolore di Maria per la morte del figlio Gesù: "O voi tutti che passate per la via, considerate e vedete se c'è un dolore simile al mio dolore...". Esecuzione live

  "O vos omnes" (video)

  San Matteo Evangelista (video)


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Maria Donna del dolore e Donna della Speranza - "Maria, Donna dell'ultima ora" di Don Tonino Bello e la Pietà di Michelangelo



... Sembra che alla Madonna non si sappia chiedere altro: «Prega per noi peccatori». Forse perché, in fondo, l'essenziale sta lì. Tutto il resto è corollario di quell'unica domanda. Ed ecco allora, per cinquanta volte, la stessa supplica struggente: «Adesso e nell'ora della nostra morte». 
Viene da chiedersi, comunque, perché mai l'Ave Maria essenzializzi a tal punto l'implorazione da ridurla a una sola richiesta. 
Le ragioni possono essere due. 
Anzitutto, Maria è esperta di quell'ora. Perché fu presente all'ora del Figlio. Ne visse, cioè, da protagonista la peripezia suprema di morte e glorificazione, verso cui precipita tutta la storia della salvezza. In quell'ora, Gesù le ha consegnato i suoi fratelli simbolizzati da Giovanni, perché li considerasse come suoi figli. 
Da quel momento lei è divenuta guardiana della nostra ultima ora, e si rende presente in quella frazione di tempo in cui ognuno di noi si gioca il suo eterno destino. 
Il secondo motivo sta nel fatto che l'hora mortis è un passaggio difficile. Un transito che mette paura, per quella carica di ignoto che si porta incorporata. Una transumanza che sgomenta, perché è l'unica che non si può programmare nei tempi, nei luoghi e nelle modalità. È come affrontare un'esile passerella di canne che oscilla sul vortice di un larghissimo fiume, pronto a inghiottirti. 
Di qui, il realismo della preghiera: «Ora pro nobis... nunc et in hora mortis nostrae». 
Tu, cioè, che sei esperta di quell'ora, dacci una mano perché ognuno, quando essa scoccherà sul quadrante della sua vita, l'accolga con la serenità di Francesco d'Assisi: «Laudato sie, mi Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullo homo vivente può skappare». 
Santa Maria, donna dell'ultima ora, quando giungerà per noi la grande sera e il sole si spegnerà nei barlumi del crepuscolo, mettiti accanto a noi perché possiamo affrontare la notte. È un' esperienza che hai già fatto con Gesù, quando alla sua morte il sole si eclissò e si fece gran buio su tutta la terra. Questa esperienza, ripetila con noi. Piàntati sotto la nostra croce e sorvegliaci nell'ora delle tenebre. Liberaci dallo sgomento del baratro. Pur nell'eclisse, donaci trasalimenti di speranza. Infondici nell'anima affaticata la dolcezza del sonno. 
Che la morte, comunque, ci trovi vivi! 
Se tu ci darai una mano, non avremo più paura di lei. 
Anzi, l'ultimo istante della nostra vita lo sperimenteremo come l'ingresso nella cattedrale sfolgorante di luce, al termine di un lungo pellegrinaggio con la fiaccola accesa. Giunti sul sagrato, dopo averla spenta, deporremo la fiaccola. Non avremo più bisogno della luce della fede che ha illuminato il nostro cammino. Ormai saranno gli splendori del tempio ad allagare di felicità le nostre pupille...

   Maria, Donna dell'ultima ora di Don Tonino Bello

La celebre Pietà scolpita da Michelangelo è conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano di Roma ed è l'unica opera firmata dall'autore (lungo la cintura che tiene la veste)

   video

Per saperne di più sulla Pietà di Michelangelo:

   La Pietà Vaticana


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Il teologo risponde

Dopo la morte il giudizio è immediato o bisogna attendere la fine del mondo?
 

  Giordano FrosiniCosa succede dopo la morte?

Può un parroco rifiutarsi di tenere a battesimo un bimbo nel periodo scelto dai genitori per motivi “organizzativi” o di “esubero”?

  Silvano SirboniQuando battezzare i bambini?

Si può celebrare il Giovedì santo con il rituale della Pasqua ebraica?
 

  Silvano SirboniLa Pasqua ebraica


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La Bibbia in un frammento
Le pietre d'inciampo del Vangelo




"Per quelli che
sono fuori tutto
avvienein parabole
affinché guardino, sì,
ma non vedano,
ascoltino, sì, ma non
comprendano..."


(Marco 4,11-12)



  Gianfranco Ravasi«Così che non si convertano»


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Don Puglisi 19 anni dopo



Sono trascorsi 19 anni dall’omicidio di don Pino Puglisi, ucciso il 15 settembre 1993 a Palermo, nel giorno del suo 56° compleanno, dalla mafia di Brancaccio. 

“Un religioso austero e rigoroso, calato nel sociale, immerso nella difficile realtà del quartiere”, scrivevano di lui i giudici nelle motivazioni della sentenza di condanna dei killer. Insomma, era il prete della gente. Lo scorso 28 giugno Benedetto XVI ha riconosciuto che l’esecuzione ordinata dai boss e avvenuta davanti alla parrocchia di San Gaetano, fu “martirio” cioè “in odio alla fede”. Pino Puglisi presto sarà beatificato.

Oggi a Palermo:
- alle 10 "Un fiore per Puglisi": corteo dal piazzale antistante il Policlinico. 
- alle 18  Messa in cattedrale con l'ordinazione di quattro nuovi sacerdoti. Locandina (PDF)

LA BEATIFICAZIONE DI P. PINO PUGLISI
"...Il passo in avanti voluto da papa Benedetto XVI può dunque essere definito come un fatto storico, un punto di non ritorno. La sanzione dell'autorità suprema della Chiesa sancisce lo scollamento totale tra Vangelo e mafia. «Non c'è nessuna possibilità di conciliazione» fra le due realtà. Chi è stato ucciso «perché faceva il prete è un martire, non è uno che ha subito un incidente di percorso ed è stato liquidato tanto per semplificare le cose». Questo è un evento senza precedenti: la beatificazione di un prete che è il primo martire di mafia. ..." (Lirio Abate)

   Ratzinger antimafia 

GUARDA I NOSTRI POST PRECEDENTI:
  • Chi é mafioso non é cristiano! - Don Pino Puglisi sarà beato perchè ucciso "in odio alla fede"!
  • "Lascia perdere chi ti porta a mala strada" speciale su Rai1 per ricordare don Pino Puglisi
  • Padri, padroni e padrini - P. Pino Puglisi sarà proclamato beato e martire di Alessandro D'Avenia
  • "A TESTA ALTA Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe solitario" di Bianca Stancanelli
  • XVII anniversario del martirio di 3P ucciso dalla mafia


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«"Dono" senza reciprocità» stralcio della lezione magistrale di Enzo Bianchi a Carpi il 16 /9/2912 a conclusione del Festival Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo.


Il testo che anticipiamo in questa pagina è uno stralcio della lezione magistrale che Enzo Bianchi, il priore della comunità monastica di Bose, ha tenuto a Carpi nella giornata conclusiva del Festival Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo. Titolo del suo intervento «"Dono" senza reciprocità». 

Esiste ancora il dono, oggi? In una società segnata da un accentuato individualismo, con i tratti di narcisismo, egoismo, egolatria che la caratterizzano, c’è ancora posto per l’arte del donare? Ecco una domanda a mio avviso decisiva: nell’educazione, nella trasmissione alle nuove generazioni della sapienza accumulata, c’è attenzione al dono e all’azione del donare come atto autentico di umanizzazione? C’è la coscienza che il dono è la possibilità di innescare i rapporti reciproci tra umani, qualunque poi sia l’esito?
Da una lettura sommaria e superficiale si può concludere che oggi non c’è più posto per il dono ma solo per il mercato, lo scambio utilitaristico, addirittura possiamo dire che il dono è solo un modo per simulare gratuità e disinteresse là dove regna invece la legge del tornaconto. In un’epoca di abbondanza e di opulenza si può addirittura praticare l’atto del dono per comprare l’altro, per neutralizzarlo e togliergli la sua piena libertà.
Si può perfino usare il dono - pensate agli «aiuti umanitari» - per nascondere il male operante in una realtà che è la guerra. Questa ambiguità che pesa sul donare e può pervertirne il significato non è nuova: già nell’antichità si diceva «Timeo Danaos et dona ferentes», «Temo i Greci anche quando portano doni»... Ma c’è pure una forte banalizzazione del dono che viene depotenziato e stravolto anche se lo si chiama «carità»: oggi si «dona» con un sms una briciola a quelli che i mass media ci indicano come soggetti - lontani! - per i quali vale la pena provare emozioni...

   Il vero dono non vuole la reciprocità di Enzo Bianchi


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"Condonare i debiti" di Enzo Bianchi - Il difficile dono del per-dono...


La gratuità cristiana conosce la migliore narrazione nel dono per eccellenza, il dono tra i doni, il per-dono, appunto. Scrive Attali: «Perdono è nome di Dio, perché nella misura in cui Dio è amore, è tale fino al perdono». Ma l’uomo, essendo a immagine di Dio, è capace di perdono, cioè di fare il dono più grande: perdonare chi gli ha fatto del male, perdonare il nemico, perdonare il persecutore, perdonare sempre e comunque! Il perdono è un dono totale, è dono fino all’estremo che richiede un sacrificio di se stessi in rapporto all’altro. Si perdona perché l’altro esista, si accetta di essere stati vittima senza per questo esercitare la vendetta che rende l’altro vittima a sua volta. Sul perdono, le parole di Gesù sono inequivocabili: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite quelli che vi maledicono...», senza se e senza ma!
Il perdono è dunque senza limiti, ed è un vero atto sacrificale perché si rinuncia a se stessi, perché il perdono costa, è a caro prezzo, è una forma di rinuncia a se stessi, di morte a se stessi. Dare il perdono, domandare il perdono, ricevere il perdono è veramente un’operazione difficile, faticosa, sempre incandescente per chi vi è coinvolto!
Dobbiamo allora porci la domanda con serietà: è possibile il perdono a noi uomini? Se il perdono significa non un’affermazione verbale, non un atto esteriore e pubblico ma un vero e proprio atteggiamento del cuore che vuole il bene di colui dal quale si è ricevuto del male, se vuole il bene e lo compie fino a dare all’altro tutte le possibilità di vita e di felicità che l’essere umano desidera, è possibile? È mai realizzabile questo perdono, questa rinuncia al debito dell’altro, questo condonare il debito fino al dono in profondità, fino al per-dono? È possibile la dimensione incondizionata e asimmetrica del perdonare «non sette volte, ma settanta volte sette» (cfr. Mt 18,21-22)?
E ancora: è possibile il perdono non solo nell’ambito personale, dell’intimo, ma anche nello spazio giuridico, politico ed economico? Non sono domande retoriche ma interrogativi ai quali oggi, nel nostro cammino di umanizzazione, vogliamo rispondere, consapevoli della fatica che ci attende personalmente, culturalmente, politicamente.

   Condonare i debiti di Enzo Bianchi


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«Dentro oppure fuori?» di Roberto Beretta



Non che non sia importante l'appartenenza alla Chiesa; ma chi e che cosa la stabiliscono davvero? Forse se rileggessimo la parabola del grano e della zizzania...

O dentro o fuori. Mi stupisce come sempre più, nella prassi della Chiesa cattolica, prevalga la logica tipica della setta: o stai con noi, oppure vattene. Per dir la verità, questa è stata una tentazione cui il cristianesimo (come del resto parecchie tradizioni religiose) si è raramente sottratto, dal tempo delle eresie e degli anatemi a oggi. Tuttavia con le puntualizzazioni del Concilio - e quelle della sociologia, che ha distinto sacro da religioso - si pensava che il clima fosse diventato diverso. E più evangelico.
Invece, fateci caso: da una parte si assiste all'esaltazione più acritica e «miracolistica» di qualunque conversione al cattolicesimo, soprattutto se di vip e/o personaggio noto (calciatore o giornalista, pornostar e nobildonna); dall'altra - compreso Vino Nuovo, vedi certi commenti sulla questione Martini - si verifica il fenomeno opposto, ovvero la pubblica «cacciata» di quanti per qualche motivo «non ci stanno»: e che contestino il dogma della resurrezione o invece l'opportunità di votare Berlusconi in fondo fa poca differenza. Così si registra un duplice e contrario movimento, centripeto e centrifugo, intorno al messaggio che più di tanti altri nella storia volle rivolgersi all'intimità e alla libertà delle coscienze; senza confini di sorta.

   «Dentro oppure fuori?» di Roberto Beretta



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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni

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"CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI" - Convegno a 50 anni dal Concilio - Roma 15 settembre / Relazioni, messaggi e contributi


CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI
Convocazione di un’assemblea nazionale a Roma
a cinquant’anni dall’inizio del Concilio

Roma, sabato 15 settembre 2012
Istituto Massimo (EUR)

  • RELAZIONI: L'intervento conclusivo di Raniero La Valle Il Concilio nelle vostre mani
  • MESSAGGI DI SALUTO ALL’ASSEMBLEA:
  • 1. Mons. Luigi Bettazzi / Vescovo emerito di Ivrea – Padre conciliare 2. Fr. Arturo Paoli / Piccolo fratello del Vangelo 3. Grazia Villa / Presidente de “La Rosa bianca”
     
  • CONTRIBUTI PER ROMA E PER DOPO:
    Giancarla Codrignani: NON SI COMMEMORA IL FUTURO 
    Koinonia (Pistoia) CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI:da dove partire come arrivarci 
    Terra e Cielo, Piccola comunità Nuovi Orizzonti (Messina) “LUMEN GENTIUM”: LA COSTITUZIONE DELLA SVOLTA E DELLA DISCORDIA
    Carlo Bolpin (Presidente Associazione ESODO); Anna Urbani (Socia Segretariato Attività Ecumeniche Venezia); Laura Venurelli (Referente punto pace Pax Christi Venezia-Mestre) CONCILIO / PREMESSA
    Silvano Bert (L’INVITO – Trento) PICCOLI SEGNI DI UN CONCILIO CHE CONTINUA A SPIRARE
    Pax Christi / Mosaico di pace Inquietudine e tormento, passione e tenerezza. La Chiesa del Concilio verso la pace nonviolenta
    Italo Tampellini 
    Intervento dei preti operai
    Rivista Matrimonio IN ASCOLTO DELLE RELAZIONI D’AMORE
    Comunità del Carmine di Voghera CONTRIBUTO DI RIFLESSIONE
    COORDINAMENTO 9 MARZO di MILANO (Gruppo Promozione Donna, Comunità ecclesiale di S. Angelo, “Noi Siamo Chiesa”, Il Guado, credenti omosessuali, Il Graal, Centro Helder Camara, Preti operai della Lombardia)
    Nuova Proposta – Donne e Uomini Omosessuali Cristiani CONTRIBUTO
    Nino Lisi
   CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI

Vedi anche il nostro precedente post:

   "CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI" - Convegno a 50 anni dal Concilio - Roma 15 settembre


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"CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI" - Convegno a 50 anni dal Concilio - Roma 15 settembre / gli audio degli interventi


Chiesa di tutti, chiesa dei poveri 
Roma 15 settembre

Assemblea nazionale convocata da gruppi ecclesiali, riviste ed associazioni a 50 anni dall'inizio del Concilio Vaticano II

   Audio integrale
   Luigi Sandri giornalista 14:5313' 4"    Marco Malagola frate francescano 15:065' 35"  
   Cettina Militello professoressa 15:1139' 43" Docente di Ecclesiologia, liturgia e mariologia presso diverse Facoltà ecclesiastiche di Roma
   Mauro Castagnaro giornalista 15:517' 46" Educatore-sociologo presso la Comunità per il recupero di tossicodipendenti "Il cuore di Crema"  
   Felice Scalia sacerdote 15:5917' 13" Gesuita della Compagnia di Gesù
   Gianni Geraci portavoce del Coordinamento Gruppi Cristiani Omosessuali 16:169' 4"
   Gianni Rilello 16:259' 36" Carla Maria Cannas 16:353' 3"
   Alex Zanotelli sacerdote, sociologo 16:3810' 57" Padre comboniano, ex direttore di Nigrizia
   Carla Maria Cannas 16:492' 44"
   Giorgio Campanini sociologo e storico 16:527' 9"
   Enrico Palmerini16:594' 11" Già Vice Presidente Nazionale del CNCA
   Stefano Nannini presidente nazionale della FUCI 17:033' 3"
   Intervento di un oratore non annunciato 17:0654"
   Raniero La Valle giornalista e scrittore 17:0740' 0"
   Gianni Novelli direttore esecutivo del CIPAX 17:472' 0"


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"CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI" Convegno a 50 anni dal Concilio - Roma 15 settembre / cronaca e commenti



"CHIESA DI TUTTI, CHIESA DEI POVERI" 
Convegno a 50 anni dal Concilio Roma 15 settembre
cronaca e commenti

"Spesso parliamo del popolo di Dio ma fatichiamo a vederlo concretamente. Dove sta? Com'è composto? Che cosa spera? Che cosa teme? Altrettanto spesso all'immagine di popolo di Dio si sovrappone l'immagine della Chiesa istituzionale e gerarchica, che nasconde i volti delle persone con i volti del potere e i tratti dell'organizzazione burocratica. Sabato 15 ottobre a Roma, all'auditorium dei gesuiti dell'Istituto Massimo, il popolo di Dio si è invece visto in tutta la sua consistenza. All'incontro Chiesa di tutti, Chiesa di poveri(dove erano attese circa quattrocento persone e ne sono arrivate il doppio, da ogni angolo d'Italia) non è avvenuto nulla di eccezionale: non ci sono state manifestazioni eclatanti, non sono risuonate parole d'ordine e nessun personaggio si è impadronito della platea. C'è stato, semplicemente, un confronto fraterno tra persone unite da una fede e da una passione. La fede nel Cristo dei poveri e degli oppressi, la passione per la giustizia e per la Chiesa del Concilio Vaticano II..."

   Concilio, che cosa ho visto al Massimo di Aldo Maria Valli

"Far vivere il Concilio Vaticano II. Dargli applicazione e con gioia, guardando con speranza al futuro. Perché la sua piena ricezione è ancora lontana... «Chiesa di tutti. Chiesa dei poveri» è il titolo dell'appuntamento autoconvocato e autofinanziato a 50 anni dall'inizio del Concilio cui hanno aderito oltre 104 sigle di associazioni, gruppi ecclesiali, movimenti, riviste e organizzazioni tutte attente all'esigenza che non si disperda o si depotenzi l'insegnamento del Concilio Vaticano II"

   Affollata assemblea di gruppi ecclesiali, riviste, associazioni a 50 anni dall'inizio del Concilio (pdf) di Roberto Monteforte

"Sono qui, senza un mandato specifico, a nome del piccolo protestantesimo italiano e in particolare della Chiesa Valdese, alla quale appartengo. ...Non solo il Concilio ha affermato che non eravamo più eretici e scomunicati, ma ha detto una cosa ancora più grande, che non aveva mai detto prima e che non ha più detto dopo, e cioè – cosa impensabile e inaudita - che le nostre Chiese, secondo il documento conciliare sull'ecumenismo, sono strumenti di salvezza ... (Paolo Ricca)
Trascrizione, non rivista dall'autore, dell'intervento di Paolo Ricca all'assemblea tenutasi a Roma sul concilio (chiesa di tutti, chiesa dei poveri).

   Una grande rivoluzione: da eretici a fratelli separati, da strumenti di dannazione a strumenti di salvezza di Paolo Ricca (pdf)

"Lo “spirito del Concilio” rappresentava “l’apertura” della Chiesa cattolica verso il mondo e verso le altre religioni. “Lo spirito del Concilio” costituiva “La” firma del Concilio Vaticano II, il suo carattere distintivo...

   DALLO SPIRITO DEL CONCILIO ALLO SPIRITO “CATTOLICO”? di Jean-Marie Guénois
Un primo commento all'assemblea autoconvocata di Roma. Cosa possiamo e vogliamo fare noi per questa chiesa ci stimola a chiederci Alberto Bruno Simoni sull'ultimo numero di Koinonia-Forum " tra i diversi cantieri da aprire o mantenere aperti - per la salvaguardia del creato, per la giustizia, per la pace, per nuovi stili di vita ecc... - non si prevede un cantiere-chiesa in quanto tale. Tale cioè che incarni quel modo di essere chiesa prospettato dal Concilio"

   Tra esultanza e speranze: e i nodi da sciogliere? (pdf) di Alberto Bruno Simoni
Un resoconto dell'assemblea 15 settembre a Roma

   IL CONCILIO NELLE NOSTRE MANI di Enrico Peyretti


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L'evento che cambiò il cattolicesimo, nel ricordo di Luigi Bettazzi, uno dei cinque vescovi italiani, ancora in vita, che parteciparono ai lavori del concilio. "È stato attuato? In parte. Ora bisogna continuare. L'importante è non tornare indietro"

  Giorgio BoattiQuel che resta del Vaticano II dopo 50 anni (e dopo Martini)

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Religioni e culture in dialogo. Vivere insieme è il Futuro. Sarajevo 9/11 Settembre 2012 - Un grido di pace da Sarajevo:mai più odi, mai più guerre fratricide, vivere insieme è il futuro!


Sarajevo, a venti anni dalla guerra che sconvolse la città, ha ospitato un grande incontro di uomini e donne di religione per la pace, nello spirito di Assisi
Living together is the future
è la certezza sorta in tutti coloro che hanno preso parte a questi giorni di dialogo e di preghiera
Per chi ha partecipato alle giornate di Sarajevo e per chi, non potendo esserci, lo ha seguito via web, il sito pubblica la documentazione completa dell'incontro

   Testi e biografie   video e fotogallery  
   Canale YOUTUBE   rassegna stampa

Cerimonia finale dell'incontro internazionale 
Religioni e culture in dialogo. Vivere insieme è il Futuro. 
Diretta dalla piazza di Sarajevo. Organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio nello spirito di Assisi. Interventi di Andrea Riccardi, Roger Etchegaray, Rita Prigmore, Mustafa Ceric, Irinej, Vinko Puljic, Jacob Finci, Marco Impagliazzo.

   video

Appello di Pace
Uomini e donne di religioni diverse ci siamo riuniti su invito della Comunità di Sant’Egidio, delle Chiese ortodossa e cattolica e delle Comunità islamica e ebraica in questa terra, bella ma ferita dall’ultima guerra combattuta in Europa. Tanti a Sarajevo ricordano quel doloroso conflitto. Tutti a Sarajevo, e tutte le Comunità religiose e nazionali ricordano a noi tutti come la guerra è un grande male e lascia un’eredità avvelenata. Bisogna evitare con tutte le forze di scivolare nella spirale terribile dell’odio, della violenza e della guerra. Il vicino non deve trovarsi a lottare con il vicino perché appartiene a un’altra religione o a un’altra etnia. Mai più in questa terra! Mai più in nessuna parte del mondo!
Ci siamo chiesti: la convivenza tra gente di religione o di etnia diversa porta in sé i germi dell’odio e della violenza? No. Così non deve essere. Anche se, purtroppo, troppi paesi soffrono per la violenza, la guerra, l’insicurezza. Siamo in un tempo in cui sempre più gente diversa si avvicina geograficamente. Ma non basta. Occorre avvicinarsi nel profondo. Bisogna farlo spiritualmente pur nella differenza delle religioni.
Siamo diversi. Ma la nostra unanime convinzione è questa: vivere insieme tra gente diversa è possibile in ogni parte del mondo, è molto fecondo. E’ possibile a Sarajevo e ovunque. Bisogna preparare con responsabilità il futuro. Grande è la responsabilità delle religioni in questo. In questi giorni a Sarajevo abbiamo vissuto la grazia del dialogo e visto come costruire il futuro.
Invece oggi, in un tempo di crisi economica, è forte la tentazione di ripiegarsi, anzi di incolpare gli altri popoli dei propri problemi, quelli del passato o del presente. Così un popolo diventa per l’altro straniero o nemico. Si sviluppano pericolose culture del risentimento, dell’odio, della paura. Ma nessun popolo è nemico: tutti hanno sofferto, tutti hanno un’anima buona! Tutti possono vivere insieme!
Le religioni hanno un grande compito: parlano di Dio al cuore dell’uomo e lo liberano dall’odio, dai pregiudizi, dalla paura, e lo aprono all’amore. Cambiano l’uomo e la donna dal di dentro. Le religioni possono insegnare a ogni uomo e ogni donna e ai popoli l’arte di vivere insieme attraverso il dialogo, la stima reciproca, il rispetto della libertà e della differenza. Possono, così, creare un mondo più umano. Perché siamo tutti uguali e tutti diversi. 
Bisogna avere un nuovo coraggio di fronte alle difficoltà. Guardando lontano, si deve creare nel dialogo una lingua fatta di simpatia, di amicizia, di compassione. Questa lingua comune ci consente di parlarci, vedendo la bellezza delle differenze e il valore dell’uguaglianza. Vivere insieme in pace è volontà di Dio. L’odio, la divisione, la violenza, le stragi e i genocidi, non vengono da Dio. Chiediamo a Dio nella preghiera il dono della pace. Sì, Dio conceda al mondo e a noi tutti il grande dono della pace!
Sarajevo, 11 settembre 2012


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A Rimini dal 28 al 30 settembre il "FESTIVAL FRANCESCANO femminile, plurale"


Nell’VIII centenario della consacrazione di Chiara d’Assisi, Festival Francescano sarà nelle piazze del centro storico di Rimini dal 28 al 30 settembre per riflettere sull’universo femminile, attraverso un centinaio di appuntamenti di spiritualità, conferenze, spettacoli, arte e incontri.
Con lo slogan “Femminile, plurale”, la manifestazione dei francescani italiani racconterà il ruolo delle donne nella società, nell’economia, nella cultura, nelle professioni, nelle religioni, nella Chiesa.

   Il Festival francescano quest'anno è 'femminile, plurale': dal 28 al 30

A Rimini dal 28 al 30 settembre il FESTIVAL FRANCESCANO. 
Nel servizio di Paola Russo il resoconto della conferenza stampa tenutasi a Roma il 19 giugno.

   video

Vai al sito FESTIVAL FRANCESCANO 2012
   Programma completo  
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   SPOT FESTIVAL FRANCESCANO 2012 (video)


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È una riforma che assomiglia a una piccola rivoluzione quella lanciata a Vienna dal cardinale Christoph Schoenborn...
«Dobbiamo liberarci - ha detto il cardinale - dell’immagine tradizionale secondo la quale la Chiesa c’è solo quando è presente un sacerdote». E anzi va riaffermato «il sacerdozio comune di tutti i battezzati». Si tratta di dare vita, ha aggiunto il cardinale, a una «nuova collaborazione di sacerdoti e laici sulla base della loro comune vocazione cristiana».

  Austria, la rivoluzione di Schoenborn: parrocchie guidate da laici

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Si è svolto il 14 e 15 settembre ad Orvieto il 45 incontro di studi promosso dalle Acli e avente come titolo “Cattolici per il bene comune”. Un evento molto partecipato e che ha avuto vasta eco sui media soprattutto grazie agli interventi di Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini.

  UNIMONDOAcli: le 5 sfide per il futuro dell'Italia


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 BENEDETTO XVI
 



      Angelus/Regina Cæli - 16 settembre 2012 - Libano

 
    Udienza - 19 settembre 2012, Il Viaggio apostolico in Libano

      Discorso - Ai Vescovi partecipanti al Convegno promosso dalla Congregazione per i Vescovi (20 settembre 2012)

      Viaggio Apostolico in Libano (14-16 settembre 2012)


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OPINIONI E COMMENTI


Benedetto XVI a vescovi della Conferenza episcopale francese in vista ad limina apostolorum

  L'OSSERVATORE ROMANOCoraggio e ottimismo risposte alla secolarizzazione

Benedetto XVI ha incontrato a Castel Gandolfo alcuni nuovi vescovi. Un'occasione per ricordare che l'evangelizzazione non è opera di alcuni specialisti, ma dell'intero Popolo di Dio.

  Saverio GaetaPapa: evangelizzare, compito di tutti

​Nell'Udienza generale del mercoledì, Benedetto XVI ha ricordato con commozione il recente viaggio a Beirut. E ha sottolineato il significato ecclesiale della visita in Medio Oriente.

  Saverio GaetaLibano, quell'emozione del Papa


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