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N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre
La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibile (di norma rispettivamente la domenica e il lunedì)
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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Aggiornato il 2/10/2012
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La
giornata mondiale contro la pena di morte giunge alla nona edizione.
Quest’appuntamento, dal 10 ottobre 2003, è frutto di un’iniziativa
promossa dalla Coalizione Mondiale Contro la Pena di Morte che
racchiude circa 120 organizzazioni non governative internazionali,
ordini professionali di avvocati, sindacati e governi locali di tutto
il mondo. La coalizione mette in rete le organizzazioni che hanno preso
parte, nel 2001 a Strasburgo, al primo Congresso Internazionale Contro
la Pena di morte, e nasce con l’obiettivo di coordinare le iniziative
dei diversi attori internazionali in modo da rendere l’azione e la
pressione più efficace ed incisiva sui governi che ancora mantengono la
pena capitale...
Quest’anno
la Giornata Mondiale si concentra sul carattere disumano della pena di
morte durante le fasi che vanno dall’emissione della sentenza fino alla
vera e propria esecuzione. Le condizioni dei prigionieri nel braccio
della morte variano da Stato a Stato, ma ciò che accomuna tutti è il
processo di disumanizzazione dei prigionieri stessi. Se da una parte è
vero, che non esiste un modo umano di uccidere, dall’altra è
altrettanto importante la violenza psicologica inflitta ai condannati
ed alle loro famiglie...
10 ottobre 2011: Nona Giornata Mondiale Contro la Pena di Morte
La pena di morte sconfitta della giustizia
La
pena di morte non è la giustizia, è la sconfitta della giustizia. La
pena di morte non è uno strumento utile alla lotta contro la
criminalità. La perdita di vite umane che essa comporta è irreparabile
e nessun sistema giuridico è al riparo dagli errori. Il ricorso alla
pena di morte non è un semplice strumento di politica penale, è una
violazione dei diritti dell’uomo, un attacco alla dignità umana. Oggi,
la Francia, 36° Stato ad avere abolito la pena di morte nel 1981, fa
dell’abolizione universale una priorità della sua politica estera in
materia di diritti dell’uomo.
La pena di morte sconfitta della giustizia
Lunedì
10 ottobre, in occasione della nona Giornata mondiale contro la pena di
morte, le attiviste e gli attivisti di Amnesty International di ogni
parte del mondo si mobiliteranno per chiedere la fine delle esecuzioni
in Bielorussia, l'unico paese europeo e dell'ex Unione sovietica che
ancora applica la pena capitale.
"La
Bielorussia è il solo paese in Europa che continua a pretendere di
uccidere in nome della giustizia" - ha dichiarato Roseann Rife, esperta
di Amnesty International sulla pena di morte.
Si
ritiene che almeno 400 prigionieri siano stati messi a morte in
Bielorussia dal 1991, ma il numero effettivo delle esecuzioni resta
sconosciuto a causa della segretezza che circonda l'uso della pena di
morte nel paese.
I
prigionieri vengono informati solo pochi minuti prima dell'esecuzione,
che avviene mediante colpo di proiettile alla nuca.
"La
crudeltà della pena capitale in Bielorussia va ben oltre la fase
dell'esecuzione. Le famiglie vengono informate solo settimane o persino
mesi dopo, i corpi dei prigionieri messi a morte non vengono consegnati
e neanche viene reso noto dove siano stati sepolti" - ha sottolineato
Rife.
Giornata mondiale contro la pena di morte: la Bielorussia deve porre fine alle esecuzioni
Per approfondire:
Rapporto 2012 di Nessuno tocchi Caino
La pagina della Comunità di Sant'Egidio NO ALLA PENA DI MORTE
Guarda anche i nostri post precedenti:
- Giornata mondiale contro la pena di morte
- IX GIORNATA MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE
- Roma "Per un mondo senza pena di morte" VI Congresso Internazionale dei ministri della giustizia
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In
alcune zone del mondo riuscire a nascere, se si è femmine, è già un
successo: gli aborti selettivi, soprattutto in Cina e in India, sono
una triste realtà. E per milioni di bambine l’esistenza si traduce in
un percorso in salita, scandito da tappe dolorose, abusi e umiliazioni.
Sempre che si riesca a superare la prima infanzia...
La
constatazione delle condizioni di estrema marginalizzazione e delle
profonde discriminazioni che subiscono milioni di bambine ha indotto le
Nazioni Unite a proclamare l’11 ottobre Giornata mondiale delle
bambine, anche in seguito alla mobilitazione di numerose organizzazioni
che si occupano di diritti dei minori, con l’obiettivo di
sensibilizzare le istituzioni e sollecitarle a intervenire...
11 OTTOBRE, PRIMA GIORNATA MONDIALE DELLE BAMBINE
In
occasione della prima Giornata Mondiale per le bambine e per le ragazze
(11 ottobre) Terre des Hommes porta in Italia la campagna indifesa e
presenta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il “Dossier sulla
condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo”.
11 ottobre 2012: Prima Giornata Mondiale delle Bambine e delle ragazze
Ogni
bambina ha diritto a ricevere un'istruzione. Eppure 39 milioni di
ragazze tra gli 11 e i 15 anni - una bambina su tre - non sono
scolarizzate. Soggette a subire una doppia discriminazione, di genere e
di età, sono il gruppo più marginalizzato nel mondo.
Una bambina su tre non ha istruzione. Oggi la prima giornata mondiale
In
occasione della I° Giornata Internazionale delle Bambine e delle
Ragazze (International Day of the Girl Child), l'UNICEF e le
organizzazioni partner sottolineano l'impegno comune per porre fine
aimatrimoni precoci – una violazione dei diritti umani fin troppo
diffusa, che ha conseguenze su tutti gli aspetti della vita di una
bambina.
Giornata Internazionale delle Bambine, stop ai matrimoni precoci
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Storie
di abbandono e sopruso, di ragazzine a rischio infibulazione, due mila
madri minorenni ogni anno, figlie dimenticate o contese dai genitori,
picchiate e violentate da chi avrebbe dovuto proteggerle. Un dossier
nato dall'incontro tra Ansa e Terre des hommes che analizza
la frequenze di notizie di agenzia che riguardano le minorenni in Italia
Caterina Pasolini: Racconti di quotidiana violenza in Italia Dove è difficile essere femmina nel Bel Paese
Il rapporto presentato oggi
da Terre des Hommes 1 sulle discriminazioni dalle
femmine, in quanto tali. Quando sono costrette dai grandi a combattere
o a sposarsi precocemente e altrettanto precocemente a diventare mamme.
La prima Giornata mondiale voluta dall'Onu. S'illumineranno di rosa
monumenti, in Italia a Londra, New York, Delhi, Copenhagen.
Alessandra Baduel: La Giornata delle bambine Il problema di nascere femmina
L'innocenza dell'infanzia
"rosa" merita dei diritti e l'Onu, con il sostegno dell'organizzazione
umanitaria Plan International, si impegna a riconoscere le sfide
che le bambine devono affrontare nel mondo
STYLE: 11 OTTOBRE: PRIMA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE BAMBINE INDETTA DALL'ONU
400 milioni di donne nel mondo costrette a sposarsi minorenni
Francesca Paci: Onu, oggi la giornata delle bambine "Basta con le unioni precoci"
Ha 14 anni. Rivendica il
diritto di studiare andando a scuola in Pakistan, nella Swat Valley. È
stata gravemente ferita da un estremista. Un altro attacco a chi vuole
la normalità.
Alberto Chiara: Malala, la sfida bambina ai talebani
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Il valore dell'esistenza più fragile non si «pesa» con l'efficienza
Quasi ogni giorno sentiamo
parlare di centralità della persona: lo fanno politici, economisti,
medici... Dovrebbe essere un momento di condivisione per un obiettivo
comune: lavorare concretamente sul riconoscimento della dignità
dell’esistenza di ogni essere umano come punto di partenza e di
riferimento per una società che difende davvero il valore
dell’uguaglianza. Un Paese che voglia veramente dirsi civile deve
essere in grado di mettere tutti i propri cittadini nella condizione di
vivere con dignità anche l’esperienza della fragilità, della malattia,
della grave disabilità, promuovendo l’inclusione e non l’esclusione
sociale o, peggio ancora, l’isolamento e l’abbandono. Tutto deve e può
nascere solo dal desiderio e dal bisogno della conoscenza reale e
concreta di ciò che ci circonda. In caso contrario ci troveremo davanti
a parole, opinioni, ideologie.
Mario Melazzini: Nell'umanità di uno sguardo la dignità dei malati
«La
giuria si riserva di dare veste definitiva al Documento entro tre
settimane, ma le «raccomandazioni» sono scaturite in modo del tutto
unanime. Siamo soddisfatti». Questo il commento dei 15 giurati ieri
sera, all’uscita dal lungo confronto che ha dato origine al testo. «Il
lavoro è stato imponente e ha visto sedute allo stesso tavolo tutte le
forze, operatori, personale sanitario e associazioni, per una nuova
cultura della cura. L’auspicio è che al Documento sia data la massima
diffusione». Ecco i punti salienti.
Lucia Bellaspiga: Ecco tutte le raccomandazioni dei giurati
... Queste e molte altre (vedi
box a lato) le «raccomandazioni» di qualità per la cura alle persone in
stato vegetativo o di minima coscienza. Sono scritte nero su bianco,
marcate a fuoco nella bozza di documento stilato ieri sera a Bologna
dopo nove ore di confronto tra le associazioni familiari e la comunità
scientifica, riunite nella prima conferenza nazionale di consenso
promossa dalle associazioni stesse...
Lucia Bellaspiga: Disabili gravi, un patto tra famiglie e scienziati
La legge di stabilità prevede tagli anche sui permessi previsti dalla
legge 104/1992, la norma che consente a un parente di un disabile o di
una persona affetto da handicap di usufruire di tre giorni al mese di
permessoper prendersi cura del congiunto. Oggi i lavoratori dipendenti vedono retribuirsi l'intera giornata di
lavoro: la legge di stabilità prevede che la retribuzione scenda al
50%, a meno che il dipendente non usufruisca dei permessi perché egli
stesso affetto da patologie, o per assistere i figli o un coniuge.
La retribuzione è quindi dimezzata per chi deve assistere i genitori disabili.
Legge 104: i tre giorni di permesso retribuiti solo a metà
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Sono
ben 47.648 le persone senza fissa dimora che 'sopravvivono' in Italia.
In tutto, lo 0,2% della popolazione del nostro paese. Di queste quasi
la metà cerca alloggi di fortuna per le strade di Roma e Milano mentre
il 40% cerca di vivere nel nord-ovest.
Per la prima volta, uno studio dell'Istat fotografa questo popolo di
'invisibili' in cerca di un tetto, un pasto caldo, un luogo in cui
lavarsi che quotidianamente si aggira per le nostre città.
"Le persone senza dimora": invisibili nel bel mezzo della crisi
L'Istat
diffonde per la prima volta la stima delle persone senza dimora che si
rivolgono ai servizi di mensa e accoglienza notturna nei maggiori
comuni italiani.
Viene
presentato un quadro dettagliato dei profili socio-demografici delle
persone che vivono in tale situazione, fornendo anche informazioni
sulle relazioni familiari, parentali e amicali, sul tipo di attività
lavorativa, sulle condizione di salute, le principali fonti di
sostentamento e dinamiche di utilizzo dei servizi.
La
ricerca è frutto della collaborazione tra l'Istat, il Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali, la Federazione italiana degli
organismi per le persone senza dimora (fio.PSD) e la Caritas Italiana.
Apre
i lavori Enrico Giovannini, Presidente dell'Istat, mentre
l'illustrazione dei principali risultati è a cura di Linda Laura
Sabbadini, Direttore del Dipartimento per le Statistiche Sociali ed
Ambientali.
Intervengono
Don Francesco Soddu, Direttore della Caritas Italiana, Paolo Pezzana,
Presidente della Federazione Italianadegli Organismi per le Persone
Senza Dimora e Maria Cecilia Guerra, Sottosegretario di Stato del
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
video
Per approfondire:
Presentazione a cura di Linda Laura Sabbadini (pdf)
Intervento don Francesco Soddu, Direttore Caritas Italiana (pdf)
Intervento Paolo Pezzana, Presidente Fio.PSD (pdf)
Testo integrale della ricerca (pdf)
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La
fotografia del fenomeno in Italia scattata da Istat, ministero del
Welfare, Caritas e Fiopsd. La maggior parte vive al Nord. Pochissimi
lavorano. Le donne sono oltre 6.200.
Annachiara Valle: Senza fissa dimora, 50 mila in Italia
In Italia, sono oltre 47 mila
le persone senza dimora, che vivono in povertà estrema e che - tra
novembre-dicembre 2011 - hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o
di accoglienza notturna in 158 Comuni. Lo rileva il report “Le persone
senza dimora”, presentato ieri a Roma dall'Istat, in collaborazione con
la Caritas, il Ministero del lavoro e la Federazione italiana degli
Organismi per le persone senza fissa dimora. Il profilo
socio-demografico che ne emerge è dettagliato e fornisce alla politica
dati ineludibili per politiche mirate. Il servizio di Gabriella
Ceraso
RADIO VATICANA: Istat-Caritas: oltre 47 mila i senza dimora in Italia, urgono azioni (testo+audio)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Colloquio
con Brunetto Salvarani, teologo e scrittore, direttore di CEM
Mondialità e del periodico del dialogo cristiano-ebraico QOL, autore
con Paolo Naso del secondo rapporto delle religioni in Italia
Il
tema è molto attuale. E' di attualità la riflessione ad alta voce del
ministro Profumo sull’insegnamento della religione nelle scuole, al
quale hanno risposto negativamente alcuni esponenti del mondo cattolico
istituzionale. Insomma il dibattito è aperto e deve in qualche modo
essere ripreso ed allargato nel prossimo futuro, alla ricerca di nuovi
orizzonti di comprensione e cittadinanza.
“Il
pluralismo religioso è presente in molti ambiti della nostra vita. Un
dato di fatto molto significativo. Dieci o venti anni fa questo non era
pensabile – afferma il teologo Salvarani – e i rapporti sulla religione
nascono da una esigenza fondamentale fare una fotografia di una realtà
che purtroppo viene ignorata da molti agenti istituzionali e agenzie
formative (scuola, associazioni, ecc.) ma anche da attori politici,
mediatici ed ecclesiali”.
Il nostro futuro, il pluralismo religioso nelle scuole
Per approfondire:
La scheda del libro Un cantiere senza progetto L'Italia delle religioni Rapporto 2012
Come un fiume carsico che a tratti riappare, torna il dibattito sull’insegnamento della religione nelle scuole.
«Credo
che l’insegnamento della religione nelle scuole – ha dichiarato il
ministro Profumo – così come è concepito oggi non abbia più molto
senso. Nelle nostre classi il numero degli studenti stranieri e,
spesso, non di religione cattolica tocca il 30%». A questo punto,
aggiunge il Ministro, «sarebbe meglio adattare l’ora di religione
trasformandola in un corso di storia delle religioni o di etica».
Bravo ministro, la strada c'è
Intervento del segretario generale, mons. Mariano Crociata
Cei: l'insegnamento della religione cattolica non è indottrinamento
Lo
scorso 25 settembre il Ministro dell'istruzione Profumo ha parlato
dell'eventualità di ripensare l'insegnamento della religione cattolica
nelle scuole. La Chiesa insorge, i laici applaudono, in molti ci si
interroga sulla “sostenibilità” oggi dell'ora di religione.
Ora di religione sì? Ora di religione no?
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SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Studenti e professori
manifestano in 90 città. Con la solidarietà di lavoratori e pensionati.
Ecco cosa scrivono sui social network.
Scuola, la protesta corre in Rete
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La
professoressa Anna Maria casacca, insegnante dal 1983, ricorda
precisamente il giorno in cui le diagnosticarono la malattia. «Era il
24 agosto del 1998, dissero a mio marito che non sarei sopravvissuta 48
ore». Leucemia mioloide acuta fu il verdetto. Poi arrivò il trapianto
di cellule staminali, un anno in isolamento, un altro in convalescenza.
Alla fine è tornata a scuola, ma non in aula. È diventata docente “inidonea”,
quel termine che si usa per indicare gli insegnanti che a causa di
malattie gravi e invalidanti (sla, tumori, sclerosi) non possono più
reggere le ore di lezione ma contribuiscono in altri modi alla
didattica.
Luciana Cimino: Non più idonei: quei docenti fantasma scartati dalla scuola
Con la legge di stabilità ai
docenti si chiede un "contributo di generosità": più ore di lavoro per
lo stesso stipendio. Radiografia di una professione sempre più povera.
Eleonora Della Ratta: Insegnanti i nuovi proletari
Non si fidano e sono
arrabbiati. E chiedono risposte al governo. Quelle che non ritrengono
di aver avuto finora e che riproporranno vernerdì prossimo scegliendo
di manifestare nello stesso giorno della sciopero della scuola
indetto dalla Flc Cgil. Riassumono le loro domande in una lettera che -
attraverso Repubblica.it - inviano al governo. Firmata
dall'Udu (l'Unione degli universitari) e dalla Rete degli studenti medi.
Salvo Intravaia: Scuole cadenti, tasse alte, disoccupazione le domande degli studenti delusi al governo
In
piazza oggi ci sono professori vicini alla Flc-Cgil, di ruolo e
precari, ma anche studenti e universitari uniti da molti motivi di
malcontento, che riassumiamo.
Flavia Amabile: Dalle ore di lavoro agli stipendi Eccole ragioni dello sciopero
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“E Dio vide che era cosa buona”
HOREB n. 62 - 2/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Il
cactus è lì con i suoi fiori aperti, bellissimi. È uno spettacolo che
si ripete e ogni volta sorprende, stupisce. Meraviglia che questa
pianta, cresce anche in luoghi aridi, e raggiunge quattro metri di
altezza e spesso anche di più, tutta tronco, totalmente ricoperta di
spine, se la tocchi in modo maldestro ti lascia il segno, riesca a
produrre fiori così luminosi, che in certo senso fanno luce alla notte. Il
fiore del cactus la possiamo considerare cifra di una bellezza nascosta
negli anfratti della vita. Nei volti che ci scivolano addosso o perché
andiamo di corsa perché abbiamo premura o perché ci fanno paura e ci
chiudiamo in un autismo sociale, in una nicchia dorata che ci soffoca.
È bellezza nascosta nelle relazioni quotidiane, che comunque viviamo,
ma che spesso rimangono superficiali e strettamente tecniche,
professionali, negli avvenimenti quotidiani che diamo sempre per
scontati, perché spinosi, e per questo non riusciamo a cogliere questa
bellezza e non ci meravigliamo di niente. Il fatto che non ci meravigliamo più è un brutto segnale, è come se stessimo di fronte a un mondo impoverito, defraudato Eppure,
nella notte di questa vita, se stiamo attenti, vigilanti, c’è sempre un
fiore, degli sprazzi di luce, lì dove meno ce lo aspettiamo, che
ci aprono in modo nuovo al cammino della vita. Se
ne incrociato nelle periferie di città, che strutturalmente hanno del
disumano, ma lì si incontrano persone che ti stupiscono per la loro
umanità. Se ne incontrano in ospedale tra gli ammalati che ti
meravigliano perché vivono con grande dignità il dolore, la precarietà,
il limite e l’esperienza della morte. Crediamo
che ritorneremo a meravigliarci se, come ci ricorda l’apostolo Pietro,
lasceremo esplodere “l’umano nascosto nel cuore”; e questo sarà
possibile se impareremo a rischiare uscendo da noi stessi ma anche dal
coro abituale per sentire le voci che ci sono fuori, sono tante,
bellissime, uniche e ricche di mistero. Questo chiede di liberarci da
ogni certezza e di metterci al servizio della vita, di ciò che viene,
accettando di essere sempre in qualche misura ignoranti, alla ricerca,
con tanta sete di imparare dagli altri. Se
faremo questo esodo facilmente ritorneremo ad osservare e a restare
stupiti per un filo d’erba che stranamente riesce a farsi strada e a
nascere nel cemento. È questa la prospettiva in cui vogliamo collocare la monografia del presente quaderno... (EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf)
E' possibile richiedere copie-saggio gratuite: CONVENTO DEL CARMINE 98051 BARCELLONA P.G. (ME) E-mail: horeb.tracce@alice.it
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Fraternità
Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2012
LA CHIESA SI FA DIALOGO A 50 anni dal Concilio Vaticano II
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2012
Dal 24 Ottobre al 5 Dicembre presso la sala del convento dalle ore 20.00 alle ore 21.00 A 50 anni dal Concilio Vaticano II
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SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Beato Giovanni XXIII (video)
Cerchiamo sempre...
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
E’
un uomo sofferente, che porta sul corpo e in viso tutti i segni della
malattia, eppure lucidissimo e disponibile a regalarci ancora un
sorriso, un ricordo, un viatico. Il Cardinale Carlo Maria Martini, che
compare in questo video straordinario e inedito, realizzato un mese
prima della sua morte da due preti amici, don Giovanni Barbareschi e
don Giuseppe Grampa, andati a trovarlo il 24 luglio scorso a
Gallarate, riesce a stupirci ancora una volta, l’ultima.
Con
un filo di voce e un’intensità rara, regala alcuni ricordi sul Concilio
Vaticano II («Eravamo entusiasti, guardavamo al futuro, parlavamo con
il mondo») e le sue ultime spiegazioni sulla “parola di Dio”. Una
parola, dice, «che prende la parola dell’uomo e la investe di
forza».
E’
questa l’ultima intervista in video di Martini di cui la Stampa è in
grado di mostrare un estratto per gentile concessione della Parrocchia
di San Giovanni in Laterano a Milano (piazza Bernini, zona Città
Studi). Un documento impressionante e commovente, soprattutto per la
forza spirituale di un uomo che ricordando «la diocesi che porto nel
cuore», impartisce una benedizione a Milano, la città che tanto lo ha
amato, ricambiata fino all’ultimo istante.
L’ultima intervista al Cardinale Martini
il video dell'ultima intervista al Cardinale Martini
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SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Cristo è come...
La solitudine...
I discepoli pensavano...
E' dall'amore...
Il farsi prossimo...
Dio non aspetta...
E' cosa buona...
Dio non ha bisogno...
Dio esaudisce?...
Cristo è il ponte...
Gesù è incomprensibile...
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Il teologo risponde
L’intelligenza
umana non può comprendere misteri quali la Trinità, la risurrezione, la
vita eterna. Come poteva farlo Gesù, con i nostri stessi limiti
intellettuali in quanto uomo?
Esiste
ancora la “castità matrimoniale” di cui si parlava tanto ai tempi
dell’Humanae vitae? Oppure, oggi, ognuno si regola come meglio crede?
Perché nel credo di Nicea e Costantinopoli non compare la frase «discese agli inferi » contenuta nel simbolo apostolico?
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La Bibbia in un frammento
Le pietre d'inciampo del Vangelo
"Se uno dichiara al padre o alla madre: «È korbàn!», cioè offerta a Dio, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre."
(Marco 7,11-12)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Gennaro
Ferrara ed Eugenia Scotti durante il programma "Nel cuore dei giorni"
danno il benvenuto a Roberto Corbella, che racconta la sua storia negli
studi di Tv2000. "Cosa ho imparato da mia figlia": la lezione di vita
di Chiara, scomparsa pochi mesi fa, raccontata dal padre.
video
«Sei
pronta?». «Abbastanza». Aveva risposto così, a suo padre, mentre si
accingeva a salire all’altare dove avrebbe sposato Enrico. Era il 21
settembre 2008. Quattro anni più tardi, il 13 giugno 2012, la sposa
muore a 28 anni per salvare il figlio che porta in grembo. La sua
storia ha fatto il giro del mondo. Mentre per la Chiesa, che parlò al
suo funerale per bocca del cardinale Agostino Vallini, è una «seconda
Beretta Molla». Di lei è girata su YouTube una testimonianza toccante.
Domenica
23 settembre 2012, a Torino, in un incontro organizzato da un gruppo
chiamato al servizio negli ospedali e nelle carceri, “I Giullari di
Dio”, davanti a 400 giovani, questa donna ha parlato nuovamente in un
filmato inedito che la ritrae a un mese dalla morte. Quando sapeva di
essere malata allo stadio terminale. Ed ecco cosa ha raccontato a
centinaia di ragazzi che non l’hanno mai conosciuta. E che ora non
dimenticheranno tanto facilmente il suo nome, Chiara Corbella...
Chiara Corbella, la grazia di vivere la grazia
Per saperne di più su Chiara guarda i nostri precedenti post:
- Una storia di ordinaria santità: il coraggio di Chiara Corbella che rinvia le cure e muore per far nascere il suo bimbo!
- Una storia di ordinaria santità - Chiara Corbella ed Enrico Petrillo ci mostrano che anche oggi il Vangelo può essere vissuto.
- Una storia di ordinaria santità - Chiara Corbella, la regola delle 3P e le testimonianze in rete
- "Il nostro amore speciale": il ricordo di Chiara Corbella nelle parole del marito Enrico Petrillo
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SINODO E CONCILIO VATICANO II
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
È
una Piazza San Pietro assolata e movimentata dallo sventolio di
bandiere di ogni parte del mondo quella che accoglie l’apertura
ufficiale del 13.mo Sinodo dei vescovi, dedicato alla nuova
evangelizzazione, ovvero “l’orientamento programmatico – dice il Papa –
per la vita della Chiesa, delle famiglie, delle comunità”. Oltre 400 i
concelebranti che, assieme a Benedetto XVI, ribadiscono: “La Chiesa
esiste per evangelizzare”:
"L’evangelizzazione,
in ogni tempo e luogo, ha sempre come punto centrale e terminale Gesù,
il Cristo, il Figlio di Dio; e il Crocifisso è per eccellenza il segno
distintivo di chi annuncia il Vangelo: segno di amore e di pace,
appello alla conversione e alla riconciliazione".
La
nuova evangelizzazione, spiega il Papa, guarda principalmente a quei
battezzati che si sono allontanati dalla Chiesa e “vivono senza fare
riferimento alla prassi cristiana”:
"L’Assemblea
sinodale che oggi si apre è dedicata a questa nuova evangelizzazione,
per favorire in queste persone un nuovo incontro con il Signore, che
solo riempie di significato profondo e di pace la nostra esistenza; per
favorire la riscoperta della fede, sorgente di Grazia che porta gioia e
speranza nella vita personale, familiare e sociale".
Il Papa apre il Sinodo sulla nuova evangelizzazione e proclama due Dottori della Chiesa
il testo integrale dell'Omelia di Benedetto XVI
La
Chiesa "esiste per evangelizzare": "il suo mandato rimane lo stesso,
mentre cambiano i destinatari e le condizioni sociali, culturali,
politiche e religiose in cui vivono". Con queste mons. Nikola Eterovic,
segretario generale del Sinodo dei vescovi, ha presentato la 13/a
assemblea generale che si svolgerà in Vaticano da domenica 7 ottobre, a
domenica 28 sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione
della fede cristiana". Un tema, ha detto Eterovic, che "interessa tutto
il mondo, non solo i Paesi più secolarizzati".
Sarà
il Sinodo cui parteciperà il più alto numero di padri sinodali nella
storia: saranno 262, di cui 103 dall'Europa, 63 dall'America, 50
dall'Africa, 39 dall'Asia e sette dall'Oceania. Presenti anche 45
esperti e 49 uditori, uomini e donne specializzati e impegnati
nell'evangelizzazione in tutti e cinque i continenti. Numerosa anche la
presenza dei "delegati fraterni", rappresentanti di 15 Chiese e
comunità ecclesiali non in piena comunione con la Chiesa cattolica.
Al via il Sinodo: la sfida della nuova evangelizzazione
Oltre la fede fai-da-te, oltre l'individuo che si fa da sé
Il
programma del Sinodo mondiale dei Vescovi che sta
per incominciare non usa mezzi termini né troppi
giri di parole. La secolarizzazione del legame sociale
intenzionata a perseguire l’obiettivo della giusta laicità della cosa
pubblica, ha trascurato di alimentare
questi fondamenti etici dell’umanesimo comune, lasciando
sempre più spazio all'ideale dell’individuo che si fa da sé,
senza dovere nulla a nessuno. Ne doveva scaturire
quasi spontaneamente, una nuova società di liberi
e uguali Non è andata proprio così Ora siamo tra
i cocci di un umanesimo fai–da–te. E non ne usciremo
facilmente: in ogni caso, non senza la determinazione e
il sacrificio che ci sono mancati Anzi, di più. La «morte di
Dio», che era sembrata l’ultima profezia della ragione
adulta, ormai capace di garantirsi da sé l’alto profilo di
una vita buona e di un umanesimo compiuto, «ha ceduto il posto a una
sterile mentalità edonistica e consumistica che spinge verso
modi molto superficiali di affrontare la vita e le responsabilità».
A chi crede e a chi ragiona
video
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Che
spettacolo, la Chiesa. Che spettacolo, questa organizzazione così umana
da avere camerieri traditori anche nell'appartamento del Vicario di
Cristo in Terra, eppure così santa da avere missionari in ogni angolo
della terra. Ma è venuta l'ora, dice il Papa, di accorgersi che la
terra di missione non è più lontana, ma è qui, tra noi, nell'occidente
cristiano, negli uffici, nelle fabbriche e nelle scuole in cui viviamo,
qui dove il cristianesimo, per chi ancora ne ha memoria, è diventato
un'abitudine, un discorso trito che non affascina più. che non mobilita
vita e cuori. Occorre una Nuova Evangelizzazione...
La fede della Chiesa cerca l'entusiasmo di Benedetto
Che
Dio abbia scelto di non essere più il “grande sconosciuto” della storia
umana ma abbia voluto rivelare se stesso: questa, per papa Benedetto
XVI, è già la salvezza promessa e data all’uomo, ed è da questo punto
di partenza – all’apparenza semplicissimo – che la Chiesa deve partire
se vuole annunciare la “buona novella” del Vangelo nel mondo di oggi.
Benedetto XVI: i cristiani troppo tiepidi non scaldano il mondo
il testo integrale della MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE
“Cinquanta
anni fa il Concilio Vaticano Secondo ci ha incoraggiati a gettare le
reti (Lc 5, 4). Oggi, allo stesso modo, dobbiamo prendere la prima
comunità cristiana (At 2, 42-47) come nostro modello di
evangelizzazione.” E’il cardinale di Hong Kong John Tong Hon,
presidente delegato del Sinodo, a dirlo ai padri sinodali presenti alla
prima congregazione generale di lunedì 8 ottobre.
Si apre il Sinodo con la testimonianza del cardinale di Hong Kong
SALUTO DEL PRESIDENTE DELEGATO, S. EM. R. CARD. JOHN TONG HON, VESCOVO DI HONG KONG (CINA)
La
secolarizzazione come uno tsunami. Usa un’espressione davvero forte il
cardinale Donald William Wuerl, per descrivere la situazione odierna.
Una situazione che anche a suo avviso rende «urgente» la nuova
evangelizzazione.
Il cardinale Wuerl: secolarizzazione come uno tsunami
il testo integrale della RELATIO ANTE DISCEPTATIONEM DEL RELATORE
GENERALE, S. EM. R. CARD. DONALD WILLIAM WUERL, ARCIVESCOVO DI
WASHINGTON (USA)
Visita la sezione del sito della Santa Sede dedicata al Sinodo
Vedi anche il nostro precedente post
Benedetto XVI dà il via al Sinodo sfida per una nuova evangelizzazione
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L'11
ottobre prossimo si aprirà ufficialmente l'"Anno della fede" voluto da
Benedetto XVI e destinato a chiudersi il 24 novembre 2013. La scelta
della data iniziale è emblematica perché scandisce i cinquant'anni
dell'inaugurazione solenne del Concilio Vaticano II. È difficile per me
resistere alla memoria autobiografica: giunsi a Roma, non ancora
ventenne, per iniziare i miei studi in teologia proprio nel pomeriggio
dell'11 ottobre 1962. Ero, quindi, anch'io presente quella sera
nell'immensa folla che, in piazza S. Pietro, ascoltava l'ormai celebre
"discorso della luna" di Giovanni XXIII...
Il
Concilio Vaticano II, però, è intrecciato con la mia vita non solo per
ragioni biografiche. Lo è per un dato più radicale che è condiviso
anche da tutti quei sacerdoti o fedeli che non misero mai piede a Roma
in quegli anni, eppure furono in modo benefico "contaminati" da
quell'evento...
è
difficile identificare in maniera semplificata un nodo d'oro che tutto
tenga insieme, ne decifri il senso ultimo e ne delinei l'anima genuina.
Preferirei, allora, ricorrere piuttosto a una trilogia fatta di fili
robusti che percorrono e reggono quel tessuto così complesso, ornato e
policromo...
I tre fili del Concilio di Gianfranco Ravasi
Papa Giovanni XXIII - Discorso della luna (video)
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È
la sera dell'11 ottobre 1962. Volge al termine la giornata di apertura
del Concilio Vaticano II. Giovanni XXIII - inizialmente titubante, come
testimonierà il suo fedele segretario, Mons. Loris Francesco Capovila -
decide di affacciarsi alla finestra dell'appartamento pontificio.
Toccato dallo spettacolo della folla raccolta in Piazza San Pietro, le
rivolge alcune parole, passate alla storia come il "discorso
della luna"...
Sin
dal primo momento queste parole suscitarono un'ondata universale di
tenerezza commossa, che a distanza di anni pare ancora non spegnersi.
Con Giovanni XXIII la Chiesa sembrava farsi vicina a tutti, amica di
tutti, pronta a condividere con tutti la gioia e la fatica di vivere.
Una Chiesa dell'amore, della speranza e della pace, offerte a ogni
cuore. Quelle parole erano il frutto di una consapevolezza profonda,
che lo stesso Papa aveva espresso al mattino dello stesso giorno in un
discorso, cui aveva lavorato personalmente con grande impegno, fino a
limarlo più volte. Si trattava dell'allocuzione inaugurale del
Concilio, intitolata "Gaudet Mater Ecclesia" - "Gioisce la Madre
Chiesa" dalle parole con cui si apriva. Pronunciato in latino, il
discorso non ebbe l'effetto immediato di quello "della luna". Ne
costituiva, però, la premessa, il quadro ragionato, l'impostazione
programmatica di fondo. A 50 anni da quel giorno - che sarà
solennemente commemorato da Benedetto XVI e dai rappresentanti dei
vescovi di tutto il mondo riuniti nel Sinodo sulla nuova
evangelizzazione, che si apre oggi a Roma - le parole di Papa Giovanni
suonano più che mai attuali, capaci di suscitare ancora gioia e
stupore...
In
un abbraccio veramente universale, il cuore del grande Pontefice si
dilatava a voler raggiungere tutti. A distanza di 50 anni quest'ansia
non è meno bella e attuale. Oggi, come allora, ha abitato e abita il
cuore dei grandi protagonisti della storia cristiana, a cominciare dai
Papi che sono seguiti a Giovanni XXIII. Oggi, come allora, esige una
scelta di vita da parte di tutti, per cercare uniti il bene comune,
aldilà di ogni corta visione di parte, con speranza e impegno
fiducioso, ben sapendo che - come diceva l'umile e grande Pontefice -
siamo ancora soltanto all'aurora: «Il Concilio che inizia sorge nella
Chiesa come un giorno fulgente di luce splendidissima. È appena
l'aurora: eppure, già toccano soavemente i nostri animi i primi raggi
del sole nascente!». Oggi, come allora: «Tantum aurora est!». E questo
basta per impegnarsi a quanti si riconoscano "prigionieri della
speranza" (Zaccaria 9,12) e vogliano tirare nel presente degli uomini
qualcosa della futura, promessa bellezza di Dio.
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Una riflessione sul cinquantesimo anniversario del Concilio Ecumenico Vaticano II, inaugurato a San Pietro l’11 ottobre 1962
“Di chi è la Chiesa? Il Concilio che stupì il mondo”
Puntata speciale de "L'Infedele" andata in onda lunedì 8 ottobre 2012,
trasmessa su La7 e in contemporanea (in simulcast) su Tv2000, la rete
digitale della Conferenza Episcopale Italiana. Per questa puntata, Gad
Lerner é stato accompagnato nella conduzione da Lucia Ascione.
Gli
ospiti de L’Infedele sono stati: l’Arcivescovo di Milano,Cardinale
Angelo Scola; il direttore di Tv2000, Dino Boffo; il direttore de
Il Foglio, Giuliano Ferrara; lo storicoAlberto Melloni, direttore
della Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII di Bologna; lo
storico d’orientamento tradizionalista Roberto De
Mattei,vicepresidente del Cnr; don Giovanni Nicolini, parroco di
Bologna nonché figlio spirituale di Giuseppe Dossetti;Chiara Amirante,
fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti.
GUARDA IL SERVIZIO INTRODUTTIVO di Francesco Esposito
video
GUARDA LA PUNTATA INTEGRALE
video
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Viaggio tra storia e attualità, dall’annuncio di Giovanni XXIII fino all’Anno della Fede che sta per aprire Benedetto XVI.
“La carezza del Concilio”
Puntata di Tg2 Dossier – “La carezza del Concilio”, trasmessa da RaiDue il 6 ottobre 2012
Testimonianze
dei vescovi Loris Capovilla e Claudio M. Celli, dello
storico Ernesto Preziosi, dei vaticanisti “veterani” delConcilio
Bruno Bartoloni e Ettore Masina, della presidente della
FUCI Francesca Simeoni. Nonché dello scrittore e
giornalista Rino Cammilleri.
GUARDA LA PUNTATA COMPLETA
video
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4 ottobre 1962 Giovanni XXIII si reca a Loreto per mettere sotto la
protezione della Vergine il Concilio Vaticano II che si aprirà da lì ad
una settimana.
A
50 anni di distanza giovedì 4 ottobre 2012 il suo quarto successore,
Benedetto XVI, si é recato a Loreto in memoria di quell’evento.
Ed
è proprio con le immagini di Giovanni XXIII a Loreto che si apre il
film documento “La Chiesa nel mondo. 50 anni dal Concilio”.
Tra
passato e presente, attraversando ben cinque pontificati, la Grande
Storia apre una finestra sul Concilio Vaticano II, per riflettere sui
fatti e gli eventi, per sentire i protagonisti del tempo, per capire
come comprendere quel Concilio che Giovanni Paolo II ha definito “la
più grande grazia del ventesimo secolo”.
Il
racconto, accompagnato dalle parole di p. Federico Lombardi, direttore
della Sala Stampa Vaticana, si sofferma sui cambiamenti, i gesti, le
eredità di quello che – ricorda Lombardi – è “certamente il più grande
evento ecclesiale del XX secolo.”
Oggi
ascoltiamo una messa nella nostra lingua, il sacerdote celebra rivolto
al popolo, i laici leggono la Bibbia, il Papa incontra altri leader
religiosi, la Chiesa dialoga con il mondo. E tutto questo grazie al
Concilio Vaticano II.
Il
film documento si sviluppa attraverso le voci dei fedeli che commentano
stupiti e partecipi le novità della liturgia e le voci di quanti di
quell’evento sono stati protagonisti sia partecipandovi, come i
cardinali Konig, Etchegaray, Cottier, sia vivendone e mettendone in
atto i frutti, come il priore di Bose Enzo Bianchi, il cardinale Angelo
Comastri, o il ministro Andrea Riccardi.
In esclusiva due straordinari contributi.
Un’intervista ritrovata
nelle Teche della Rai, realizzata negli anni Settanta e mai andata in
onda, in cui ungiovane professor Ratzinger,
arcivescovo di Monaco, dichiara: “…. Ogni concilio è quasi come un
intervento chirurgico, in quanto si manifesta innanzitutto come una
scossa dell’organismo e come un pericolo. È incontestabile che dopo il
Concilio si siano verificate situazioni di crisi, da cui derivano
difficoltà e impegni, che solo così possono essere affrontati. Proprio
tramite il venire a galla della crisi, si risvegliano forze salutari
che possono condurre al rinnovamento”.
E una seconda inedita intervista rilasciata alla Grande Storia dal cardinale Carlo Maria Martini qualche
tempo prima della morte in cui auspica la convocazione di un Concilio
ogni vent’anni che possa affrontare un tema per volta, trattarlo e
approfondirlo.
il video La Grande Storia del 04/10/2012
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SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Una fiaccolata. Le parole del
Papa: «Il Signore non ci dimentica, il suo modo è umile, è presente, dà
calore ai cuori, crea carismi di bontà e carità». E la carezza di
Benedetto XVI.
La Chiesa bella del Concilio
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La lunga storia dei 13 incontri consultivi tra i vescovi e il Papa nella storia della chiesa dal concilio vaticano II ad oggi
Il vescovo di Bruxelles Léonard
si è soffermato sul tema della donna nella chiesa mentre Rozeario
presule del Bangladesh, ha invitato i ''capi della Chiesa'' a ''
ispirarsi ai valori evangelici dei poveri''
L'Intervento al Sinodo del Cardinale Arcivescovo di Cracovia, Stanislaw Dziwisz
TIMORE ED EMOZIONE NEI GIOVANI PROTAGONISTI DEL SINODO DEI VESCOVI
Nei loro racconti la grandezza dell’evento
I ricordi di uno dei più
giovani padri conciliari, coraggioso protagonista dell'eredità della
più grande assise della chiesa universale del XX secolo
«La Chiesa per l'umanità, la
gerarchia per i fedeli: ovvero la Gaudium et spes e la Lumen gentium.
Non ci siamo ancora. Occorre dare pienezza al Vaticano II».
Il 97enne monsignor Felice Leonardo racconta: "Al Vaticano II, quando non sapevo come votare, la notte non prendevo sonno!"
Vittorio
Gorresio, Luigi Salvatorelli e Arturo Carlo Jemolo si cimentarono con
stili e storie diverse nell’analisi di quel lontano 11 ottobre 1962
Verde, fucsia, rosso. E poi
tanto bianco e l’oro e i colori più diversi del popolo di Dio. I
colori di Piazza San Pietro l ’11 ottobre mattina erano tanti, erano la
Chiesa, e soprattutto le vesti liturgiche verdi, il viola dei vescovi,
il rosso dei cardinali, il bianco e l’oro delle vesti dei fratelli
orientali e quel misto di colori e di volti dei venti mila fedeli che
hanno assistito alla messa di apertura dell’ Anno della Fede. Niente di
oceanico, non un “grande evento” se si considerano i numeri, ma immenso
se si rileggono le parole del Papa. Peccato che movimenti, parrocchie
ed associazioni sembrano non aver considerato troppo importante questo
inizio solenne dell’ Anno che ci permetterà di leggere il Concilio con
gli occhi rinnovati della fede. E in effetti la partecipazione limitata
alla messa sembra la migliore illustrazione delle parole del Papa.
Concilio, sguardo nuovo sul mondo
Ha rinnovato la Chiesa e i suoi rapporti con il mondo. C’è chi lo
giudica tradito. E chi lavora perché sia applicato. Diamo la parola a
testimoni ed esperti per un bilancio ragionato.
Come 50 anni fa per l'apertura
del Concilio, ieri 40.000 fedeli hanno affollato la piazza della
Basilica vaticana per celebrare l'avvio dell'Anno della Fede con una
grande fiaccolata organizzata dall'Azione Cattolica Italiana
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il nostro tempo - "Insieme - 9" di Enzo Bianchi - Rocca, ottobre 2012
Insieme - 9 rubrica di ENZO BIANCHI Rocca, ottobre 2012
Siamo
talmente abituati a usare la metafora delle “stagioni” per riassumere
eventi e situazioni, che trascuriamo gli insegnamenti che dalle
stagioni atmosferiche ci vengono: certo, la società industriale e
post-industriale non ci aiuta a riconoscere e misurare lo scorrere del
tempo sugli elementi naturali, ma dovremmo approfittare maggiormente
dei cambiamenti nel clima, nei colori, nelle temperature, nei frutti,
negli umori per riflettere sul nostro rapporto con il tempo, realtà
inafferrabile che diciamo di “non avere mai”, ma con la quale abbiamo
sempre a che fare.
L’autunno,
tempo che per la terra è di progressiva spogliazione e di preparazione
a un riposo attivo, forse ci può offrire allora l’occasione di pensare
con più calma al nostro rapporto con il tempo, alla luce
dell’insegnamento evangelico. Ora, l’atteggiamento cristiano nei
confronti del tempo ha connotati ben definiti che prendono le mosse da
un’esigenza precisa: saper giudicare il tempo, gettando la maschera
ipocrita di chi sa giudicare l’aspetto della terra e del cielo ma non
il proprio tempo (cf. Lc 12,56), di discernere i segni del tempo (cf.
Mt 16,3) per giungere a cogliere il tempo della visita di Dio (cf. Lc
19,44).
Il nostro tempo
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"Nella
seconda redazione di una Lettera ai fedeli, san Francesco
si rivolgeva «a tutti i cristiani, religiosi, chierici e laici,
uomini e donne, a tutti gli abitanti del mondo intero». Ed è con
grande umiltà che apriamo Il Cortile di Francesco nel segno di
questa evangelica apertura agli altri. L'augurio è che il Cortile dei
Gentili, nella sua tappa assisiate, abbia la forza di corrispondere al
«cuore puro» e alla «mente pura» cui san Francesco ci esortava."
padre Giuseppe Piemontese
Custode del Sacro Convento di Assisi
Assisi: Dialogo tra Giorgio Napolitano e Gianfranco Ravasi
conduce Ferruccio De Bortoli
video
Hangout sull'evento tra Giorgio Napolitano e Gianfranco Ravasi
video
...
Ma è questa la sfida del Cortile dei Gentili: parlare di Dio dove
nessuno lo ricorda abitualmente e recare le ragioni di chi non crede
dove tutti lo pregano. Il dialogo, condotto da Ferruccio de Bortoli,
che ha aperto la due giorni dal significativo titolo Dio, questo
Sconosciuto, era un incontro tra il presidente Giorgio Napolitano e il
cardinale Gianfranco Ravasi, responsabile del dicastero culturale della
Chiesa. E noi di quanto è avvenuto, a cominciare dalle 17.20 per un'ora
abbondante nella Piazza inferiore di San Francesco ad Assisi,
cercheremo di mettere in evidenza proprio l'aspetto culturale...
Le ragioni del dubbio e della fede a confronto nel Cortile dei Gentili (pdf) di Armando Torno
Sul
palco davanti alla Basilica inferiore di San Francesco sono solo in
tre. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il cardinale
Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, a
dialogare. E il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De
Bortoli, a fare da moderatore. Ma alla fine dei loro discorsi avviene
una sorta di "miracolo" e il palco sembra a poco a poco riempirsi di
una vera e propria folla. Sfilano padri della Costituente come Giorgio
La Pira, Piero Calamandrei e Concetto Marchesi. Filosofi e scienziati
come Benedetto Croce e Albert Einstein. Pensatori contemporanei come
Norberto Bobbio o scrittori e cineasti come Georges Bernanos, Thomas
Mann e Ingmar Bergman. Sono credenti e non credenti, spesso schierati
su posizioni opposte nei dibattiti della loro epoca. Ma tutti a loro
modo abitatori di quel grande "Cortile dei Gentili" che supera persino
i confini del tempo, oltre che quelli dello spazio, e ha tanto da
insegnare ai nostri giorni. Anche perché l’Italia, secondo l’opinione
del capo dello Stato, vanta una tradizione di confronto tra laici e
cattolici, molto più pacato di altri Paesi europei.
Così
la tappa di Assisi dell’iniziativa voluta dal Papa per promuovere il
dialogo tra chi crede in Dio e chi invece ne è spesso inconsapevolmente
in ricerca dimostra tutte le sue potenzialità. A
cominciare dall’abbattimento di quel muro divisorio che tanti
danni ha causato nel corso della storia.
Napolitano e Ravasi: contro i muri l'ariete del dialogo di Mimmo Muolo
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Editoriale Nigrizia, ottobre 2012 Chiesa, scuotiti!
Una riflessione critica sullo stato di salute della Chiesa. A pochi
giorni dall’apertura, a Roma, del Sinodo su "La nuova evangelizzazione
per la trasmissione della fede". Sempre a questo tema è dedicato il
dossier di ottobre della rivista.
La scristianizzazione nei paesi di antica tradizione cristiana è un
fenomeno che preoccupa la Chiesa. Molti in Occidente, particolarmente
le nuove generazioni, non guardano più alla Chiesa quale riferimento
spirituale e morale nella loro vita, cosicché un numero crescente di
battezzati ha smesso di credere. Non deve trarre in inganno la
partecipazione a sacramenti come il battesimo dei neonati, il
matrimonio o altri riti di iniziazione cristiana: spesso sono celebrati
più per non infrangere abitudini ricevute che per convinzione personale.
Inoltre la crisi religiosa, diffusa nei paesi di antica
cristianizzazione, comincia a farsi sentire anche nei paesi emergenti,
specialmente nei centri urbani dove lo stile di vita e la mentalità
consumistica occidentale stanno prendendo piede.
È sulla questione della crisi religiosa che i vescovi del mondo insieme
al papa sono riuniti a Roma (7-28 ottobre) per il Sinodo su La nuova
evangelizzazione per la trasmissione della fede. L'attenzione è rivolta
soprattutto alla situazione di «coloro che sono stati battezzati ma non
sufficientemente evangelizzati e coloro che si sono allontanati dalla
Chiesa e dalla pratica della vita religiosa» (Instrumentum laboris, il
documento di base per i lavori sinodali).
"Chiesa, scuotiti!"
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Il Cortile dei Gentili ad Assisi - I giovani tra fede e nichilismo
Il
nichilismo, la negazione di ogni valore, distrugge ogni finalità e
annienta ogni senso.Concetti classici come libertà, identità, storia,
natura o politica vengono esposti ad una potenza che li annienta:
la potenza del nulla. Il nichilismo non è una corrente filosofica fra
le altre: da Nietzsche a Heidegger è la dimensione fondamentale
del nostro tempo. Cosa significa avere fede nel tempo che
Hölderlin ha definito della povertà, nel tempo segnato
dall'incombere del nulla? E viceversa, cosa significa non avere
fede nel mondo dominato dalla tecnica? Umberto Galimberti, Giorgia Albertino, Gianfranco Ravasi conduce Orazio La Rocca
video
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Le
gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei
poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e
le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla
Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.
L’incipit
della costituzione conciliare Gaudium et Spes ha rappresentato il
fulcro del convegno biennale tenutosi a Spello il 5 e 6 ottobre in
memoria di fratel Carlo Carretto.
In convegno a Spello: Carretto, l’uomo di oggi, la pace
...
Il tema scelto per la due giorni ha inteso richiamare lo stretto legame
tra Carretto, il Vaticano II e la Parola, alla vigilia del
cinquantesimo anniversario dell’apertura dell’assise conciliare e
all’inizio dell’anno della fede proclamato da Benedetto XVI.
Ripercorrendo la parabola religiosa e civile di un uomo che ha vissuto
intensamente la sua vicenda terrena: dai vivaci anni della formazione
alla partecipe attenzione alle problematiche educative, dall’intenso
impegno nell’Azione cattolica italiana all’appassionante esperienza nel
deserto algerino, dalla fondazione della fraternità dei Piccoli
fratelli di Charles de Foucauld a Spello fino all’effervescente
coinvolgimento nel rinnovamento post-conciliare della Chiesa...
L’Azione cattolica ricorda Carlo Carretto Riportiamo
l’intervento di don Antonio Sciortino, direttore di “Famiglia
Cristiana”, tenuto al convegno «Carlo Carretto. Le gioie e le speranze
dell’uomo di oggi», che si svolto dal 5 al 6 ottobre a Foligno e a
Spello.
LE GIOIE E LE SPERANZE DELL'UOMO D'OGGI (PRIMA PARTE)
LE GIOIE E LE SPERANZE DELL'UOMO D'OGGI (SECONDA PARTE)
Vedi anche il nostro post:
Carlo Carretto - Convegno a cento anni dalla nascita
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Un testo inedito di don Oreste Benzi ritrovato tra le carte relative agli anni 2003-2004
Giovani, ribellatevi ma «solo» con la vita
Io
dico spesso ai giovani che sempre più frequentemente incontro:
'Ribellatevi, non con la violenza, ma con la vita, senza mai demordere.
Siate come un rullo compressore vivente che non lascia tranquillo
nessuno. Non scendete a compromesso Riappropriatevi della gestione
della società. Siete stati sradicati dalle vostre origini vi è stato
tolto il futuro dalle mani, siete costretti a consumare emozioni. Per
il sistema è meglio che siate drogati!'. Nella società del profitto il
potere economico, politico, finanziario, ha come fine principale se
stesso. Le leggi che lo
regolano non tengono conto dell’uomo, del suo bene, del suo progresso.
Occorre che le persone che non accettano le regole del profitto e che
vogliono intraprendere la strada del gratuito s’incontrino per dare
vita a 'mondi alternativi' fondati su un sistema di relazioni
interpersonali basate sul gratuito. All'interno di questi 'mondi
vitali' deve nascere non tanto l’elaborazione teorica, quanto la
sperimentazione di vita. Se un insieme di professionisti (medici,
avvocati, giudici, maestri etc.) si uniscono ed operano assieme secondo
le regole del gratuito, si spezzano le regole della casta. Se
uno è solo potrà essere additato come esempio, ma non cambia la storia.
Se sono più persone, incidono sulle dinamiche della società del
profitto e le mettono in crisi.
Giovani, ribellatevi ma «solo» con la vita
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Il Cortile dei Gentili ad Assisi - 6 ottobre 2012
Il dialogo interculturale e interreligioso per la pace
Laddove
esiste un dialogo autentico esiste immanente la possibilità
del conflitto. D'altro canto il padre stesso della forma
dialogica, Platone, riconosce che non si può dialogare con chi non
intende condividere una qualche forma di philia. Il dialogo sembra
subordinato alla buona disposizione dei dialoganti e nello stesso
tempo esposto al conflitto. È possibile dunque un dialogo il cui esito
sia semplicemente il riconoscimento e la permanenza della
differenza?
Eraldo Affinati, Giancarlo Bosetti, Moni Ovadia, Gustavo Zagrebelsky
conduce Raffaele Luise
video
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Che cosa insegna il processo a Paolo Gabriele
Si è parlato molto, giustamente, del processo a Paolo Gabriele. Giustamente
perché l’oggetto del giudizio, a parte l’inusualità dell’evento in sé –
un processo penale in Vaticano non si vedeva probabilmente da oltre un
secolo – riguardava una materia, il «furto in casa del Papa», inaudita
e, francamente, inaudibile. Nel senso di inconcepibile, inimmaginabile,
al di là della fantasia, se non fosse, com’è effettivamente, accaduto.
Giusto, dunque, parlarne, aprire alla stampa di ogni continente le
porte del tribunale dello Stato più piccolo del mondo, rendere pubblico
il pur rapido procedimento in ogni sua fase. Un po’ meno giusto, anzi
non poco distorto, invece, come questo processo sia stato generalmente
visto, raccontato, commentato. Presentandolo come «il processo sui
vatileaks», ossia sui responsabili della fuga e della pubblicazione dei
documenti riservati della Curia romana, alcuni – molti – addirittura
personali del Papa.
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Il Papa ha notato come proprio
oggi a Pompei viene elevata la tradizionale Supplica a Maria. Con il
Rosario, ha detto, ci lasciamo guidare da Maria, modello di fede, nella
meditazione dei misteri di Cristo, e giorno dopo giorno siamo aiutati
ad assimilare il Vangelo, così che dia forma a tutta la nostra vita.
Pertanto, ha detto il Papa, invito a pregare il Rosario personalmente,
in famiglia e in comunità, ponendoci alla scuola di Maria, che ci
conduce a Cristo, centro vivo della nostra fede
Benedetto XVI: Preghiamo il Rosario (video)
Il cristiano non deve...
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Fiaccolata
a Roma per ricordare i 50 anni del Concilio vaticano II. Dalla finestra
in Vaticano Benedetto XVI ha ricordato e citato il "Papa buono". In
piazza San Pietro erano presenti 40mila persone
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1)
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newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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