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N. B. La Lectio a cura di Fr. Egidio Palumbo sarà sospesa e riprenderà in Ottobre
La Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibile (di norma rispettivamente la domenica e il lunedì)
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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Aggiornato il 13/10/2012
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Sono
212 le persone che dal 27 ottobre al 3 novembre 2012 prendono parte
alla “Missione di pace in Israele e Palestina”, ma saranno ancora di
più quelli che seguiranno quotidianamente sul web, sulle radio e sui
media di vecchia e nuova generazione, le attività, gli spostamenti, gli
incontri, le notizie e le testimonianze di questa importante iniziativa.
Facciamo insieme una Missione di Pace 2.0
E’
responsabilità di tutti, in particolare dei media, se il conflitto tra
israeliani e palestinesi è caduto da troppo tempo nell’oblio. Con
questo pesante giudizio Giampaolo Cantini, console generale italiano a
Gerusalemme ha accolto i partecipanti alla Missione di Pace 2.0, che
durante tutta questa settimana incontrerà amministratori e
associazioni, gente comune ed esperti, in Israele e Palestina.
Organizzata
dal Coordinamento degli Enti locali per la pace e i diritti umani,
insieme alla Tavola della Pace, questa Missione “2.0” segue la prima
iniziativa che nel 2009 aveva portato la Marcia Perugia-Assisi a
Gerusalemme.
E
a tre anni di distanza la situazione non è certo migliorata. Già nel
primo giorno d’incontri, a Betlemme, lo chiarisce il sindaco Victor
Batarseh, eletto nel 2005 in una lista considerata vicina a Hamas,
cristiano, e convinto sostenitore della convivenza e del dialogo tra
comunità di differenti fedi.
Una missione contro l’oblio
I
nuovi confini di Betlemme sono ridisegnati dal muro israeliano che
circonda e blocca la città. Senza la possibilità di espandersi e
crescere, Betlemme perde spazio, terreno e vivibilità.
Il muro
La
marcia della pace approda nella parte più travaglia del pianeta. Per
essere ponte tra comunità dalla differente religione. Il diario di
Flavio Lotti e di altri partecipanti.
Per costruire la sicurezza d’Israele, serve la fiducia
Come può esistere un paese senza continuità territoriale?
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Proseguono gli incontri dei partecipanti alla missione di pace 2.0, organizzata dal Coordinamento
degli Enti locali per la pace e i diritti umani. Dopo la tappa di
Betlemme, i pacifisti sono andati in territorio israeliano, fino a
Sderot, sul confine con Gaza.
TAVOLA DELLA PACE: Vivere nella paura senza perdere l'umanità
La Missione di pace incontra la
comunità beduina di Abu Khamis a rischio di perdere la propria terra.
Il problema non è più cosa fanno gli israeliani, ma cosa fa la comunità
internazionale.
TAVOLA DELLA PACE: Medio Oriente, la terra e la pace
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Halloween
pare avere conquistato anche gli italiani: 8 milioni dicono le
statistiche, gli italiani che renderanno onore alla festa delle streghe
e delle zucche. Discoteche,
ristoranti, tutto prenotato, come in altre feste “moderne”, non si può
esimersi dal regalare un fiore o almeno un cioccolatino, anche con
questa festa pare diventato indispensabile, divertirsi, festeggiare,
mascherarsi. Nelle scuole, ci si
adegua, altro che la festa del caro "signor autunno", altro che festa
di tutti i Santi, c’è sempre il rischio che qualcuno si offenda, qui si
festeggiano le streghe, le zucche e fantasmi. Sono
in molti ad essere convinti che “NON C’E’ NULLA DI MALE”, è il
consumismo bellezza e noi ne siamo affascinati, lo critichiamo, ma
cediamo inermi davanti al suo fascino... In
internet si discute: dopo l’anatema contro la festa della vigilia di
Ognissanti, lanciato da don Marino Bruno, insegnante di religione e
parroco della Chiesa di Santa Maria delle Nasche, che sul settimanale
cattolico di Genova «Il Cittadino», invitava le famiglie a disertare la
festa di Halloween, i blogger si sono sbizzarriti, anche sul forum de
La Stampa, la faccenda pare aver preso la solita piega, se qualcuno
critica Halloween è bollato come cattolico conservatore e bigotto,
dicono che la Chiesa critica questa festa perché ha soppiantato la SUA
festa dei Santi e dei morti, insomma, come si trattasse di un affare di
bottega, di “commercio” sleale. La verità a mio avviso, è che queste feste si insediano dove c’è posto, in questo sì, sono diaboliche. Vanno a riempire i vuoti, lasciati da chi per vari motivi ha dimenticato la tradizione, il senso di alcuni gesti millenari...
Halloween 31 ottobre vigilia di Tutti i Santi.
Un popolo smarrito, che non sa da
dove viene, che non riconosce la fede dei padri, che non sa più che nel
giorno di Ognissanti facciamo festa per chi ci ha preceduti nel regno
dei cieli, per chi ha saputo su questa terra indicarci la strada che
porta alla santità, per chi ha saputo vincere la morte. Un popolo che
ha smarrito la capacità di guardare ai suoi Santi come a dei Maestri di
vita, di pregare per i suoi morti, un popolo così in fondo se la merita
una zucca vuota.
La festa delle zucche vuote
L’occasione
dell’imminente festa cristiana di Ognissanti, ormai per popolarità
superata dalla più democratica epolitical correct festa di Halloween ci
offre l’opportunità per tentare di andare aldilà dell’immagine ironico
grottesca delle zucche dipinte e per cercare di esplorarne
simbolicamente l’interno. In tale percorso ci aiuterà il critico
francese Damien Le Guay , di cui è appena uscita una interessante
pubblicazione, a carattere ironico e provocatorio "la
faccia nascosta di Halloween" (ed. Elledici) significativamente
sottotitolata "come la festa della zucca ha sconfitto Tutti iSanti"!
Halloween e zucche vuote
“Halloween
è la festa delle zucche vuote e stiamo attenti a non diventare noi
delle zucche vuote”. Lo ha detto Mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo
di Perugia –Città della Pieve e vicepresidente della Conferenza
Episcopale italiana nel corso della puntata di “Vade Retro” dedicata ad
Halloween che andrà in onda venerdì 26 ottobre su Tv2000.
“Quando
non si ragiona più – ha detto Mons. Bassetti - si perdono i contenuti
fondamentali delle nostre tradizioni e della nostra fede. Halloween è
un momento molto pericoloso perché al di là dei bambini vestiti con il
mantello forse anche nella mentalità di tante nostre famiglie è una
specie di replay del carnevale e qualcuno non ci vede altro. Mi
preoccupo molto di più quando anche le parrocchie iniziano a fare
manifestazioni del genere per far divertire i bambini”.
“Bisogna
essere molto precisi – ha continuato - perché se le famiglie non sono
informate almeno i nostri sacerdoti devono essere informati. Halloween
ha origini pagane, celtiche, che tradotto nella mentalità di oggi vuol
dire volere esorcizzare la morte e questo è già anticristiano. La morte
fa parte della vita, è la sua conclusione”.
“Il
cardinale Martini – ha aggiunto l’Arcivescovo di Perugia –Città della
Pieve - ha detto una cosa bellissima nei suoi dialoghi : ‘la morte è il
momento supremo in cui un cristiano esercita fino in fondo la propria
fede’. Quindi la morte è il più grande atto di fede e non si esorcizza.
Il pericolo di Halloween sono le sue radici esoteriche, i culti
pericolosi e soprattutto c’è anche – e si può dimostrare – lo
sconfinamento nella magia . Risulta anche che qualche ragazzo sia
veramente rimasto turbato in seguito a certi approfondimenti che ha
fatto su questa festa”.
“Ritorniamo
– ha concluso Mons. Bassetti - a raccontar le cose belle ai nostri
ragazzi, le vite dei santi. Questi sono racconti belli, persone
luminose. Questa è per noi la vera Halloween.”
Guarda la trasmissione di TV2000 particolarmente indirizzata sulle radici di Halloween
video
Vedi anche i nostri precedenti post:
- Halloween: festa innocua o business pericoloso?
- La notte di Halloween e la festa cristiana dei santi: opposizione o continuità?
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Sale in zucca: Chiesa e Halloween
Torino,
Italia; Londra, Regno Unito: due esempi di come le comunità cattoliche
cercano di recuperare il senso più autentico della veglia di
Ognissanti. Con la giusta dose di ironia.
C'è
chi la chiama notte di Halloween e non vede l'ora di scatenarsi tra
balli, maschere, vampiri, streghe e zucche. Per i cristiani, però, la
sera del 31 ottobre è prima di tutto e soprattutto la notte dei Santi.
Ecco perché alcuni giovani desiderano viverla e celebrarla "col sale in
zucca". Si chiama così la sfida lanciata dalla diocesi di Torino: una
serata di riflessione e preghiera, ma anche di divertimento. Una
proposta che non sceglie la strada della condanna, ma piuttosto quella
dell'ironia.
Torino: divertimento, sì, ma anche riflessione e preghiera
Rimettere
la luce di Cristo al centro del 31 ottobre perchè questa notte diventi
una veglia di preghiera in attesa della festa di Ognissanti, anzichè
una celebrazione del buio e dell’occulto come vorrebbe la festa pagana
di Halloween.
Londra: "Halloween? Significa veglia di Ognissanti, dunque..."
Niente
zucche, mostri, o teschi, ma volti di Santi: la Chiesa cattolica sfida
Halloween. A Roma come a Torino, a Genova come a Benevento, in Polonia
come nelle Filippine, i cattolici e le gerarchie ecclesiastiche
organizzano e propongono iniziative, oppure rilasciano dichiarazioni,
per la notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre, affinché venga vissuta e
celebrata come la notte di Ognissanti e non della tradizionale
simbologia dell’occulto proveniente dagli Usa.
Ecco una carrellata di appuntamenti dichiaratamente «anti-halloween»
E la Chiesa sfida Halloween
Vedi anche il nostro precedente post
- A proposito di Halloween...
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Intervista
a don Aldo Buonaiuto, responsabile del Servizio antisette
dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, consulente delle Procure di
mezza Italia e collaboratore della Direzione centrale anticrimine della
Polizia
Pino Ciociola: Riecco Halloween. Festa ad alto rischio
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Dossier
Caritas. La presenza degli extracomunitari regolari è stabile, ma
cresce il numero di quanti perdono il lavoro. Chi può va via perché
l'Italia "ci tratta da stranieri".
Annachiara Valle: Immigrati schiacciati dalla crisi
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
500° ANNIVERSARIO DELL'INAUGURAZIONE DELLA VOLTA DELLA CAPPELLA SISTINA
"La luce di Dio vince buio e caos per donare vita" Benedetto XVI
Cappella Sistina, Solennità di Tutti i Santi Mercoledì, 31 ottobre 2012
"...
stasera la nostra attenzione va principalmente al grande affresco della
volta, che Michelangelo, per incarico di Giulio II, realizzò in circa
quattro anni, dal 1508 al 1512. Il grande artista, già celebre per
capolavori di scultura, affrontò l’impresa di dipingere più di mille
metri quadrati di intonaco, e possiamo immaginare che l’effetto
prodotto su chi per la prima volta la vide compiuta dovette essere
davvero impressionante. Da questo immenso affresco è precipitato sulla
storia dell’arte italiana ed europea – dirà il Wölfflin nel 1899 con
una bella e ormai celebre metafora – qualcosa di paragonabile a un
«violento torrente montano portatore di felicità e al tempo stesso di
devastazione»: nulla rimase più come prima. Giorgio Vasari, in un
famoso passaggio delle Vite, scrive in modo molto efficace: «Questa
opera è stata ed è veramente la lucerna dell’arte nostra, che ha fatto
tanto giovamento e lume all’arte della pittura, che ha bastato a
illuminare il mondo».
Lucerna, lume, illuminare: tre parole del Vasari che non saranno state
lontane dal cuore di chi era presente alla Celebrazione dei Vespri di
quel 31 ottobre 1512. Ma non si tratta solo di luce che viene dal
sapiente uso del colore ricco di contrasti, o dal movimento che anima
il capolavoro michelangiolesco, ma dall’idea che percorre la grande
volta: è la luce di Dio quella che illumina questi affreschi e l’intera
Cappella Papale. Quella luce che con la sua potenza vince il caos e
l’oscurità per donare vita: nella creazione e nella redenzione. E
la Cappella Sistina narra questa storia di luce, di
liberazione, di salvezza, parla del rapporto di Dio con l’umanità. Con
la geniale volta di Michelangelo, lo sguardo viene spinto a
ripercorrere il messaggio dei Profeti, a cui si aggiungono le Sibille
pagane in attesa di Cristo, fino al principio di tutto: «In principio
Dio creò il cielo e la terra» (Gen 1,1)... (Bendedetto XVI)
PAROLE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI - Mercoledì, 31 ottobre 2012
La
Cappella Sistina è uno dei più famosi tesori culturali ed artistici
della Città del Vaticano (e del mondo), inserita all'interno del
percorso dei Musei Vaticani. Fu costruita tra il 1475 e il 1481,
all'epoca di papa Sisto IV della Rovere, da cui prese il nome. È
universalmente conosciuta sia per essere il luogo nel quale si tengono
il Conclave e altre cerimonie ufficiali del Papa, comprese alcune
incoronazioni papali, sia per essere stata decorata da una delle opere
d'arte più conosciute e celebrate della civiltà artistica occidentale,
gli affreschi di Michelangelo Buonarroti, che riguardano sia la volta
(1508-1512) sia la parete del Giudizio Universale sopra l'altare
(1535-1541). Le pareti laterali, inoltre, conservano una serie di
pregevoli affreschi di alcuni dei più grandi artisti italiani della
seconda metà del Quattrocento (Sandro Botticelli, Pietro Perugino,
Domenico Ghirlandaio, Luca Signorelli, Cosimo Rosselli e altri).
CAPPELA SISTINA
La sua Storia, delle sue meraviglie, aneddoti e curiosità (Voyager-RAIDUE)
video
I
Musei Vaticani hanno messo online una fantastica Visita Virtuale 3D
della Cappella Sistina che sotto certi punti di vista é sicuramente
meglio di quella reale.
La
qualità fotografica é elevatissima e il fatto di potersi guardare
intorno a 360° zoomando in modo molto dettagliato fino a ingrandire i
particolari di tutte le innumerevoli opere d'arte alle pareti e sul
soffitto é decisamente una esclusiva della Visita Virtuale 3D.
La realizzazione tecnica é opera dell'Università di Villanova in Pensilvania (USA), utilizzando la tecnologia Flash.
Visita Virtuale 3D della Cappella Sistina
Guida alla visita della Cappella Sistina di Andrea Lonardo
La Cappella Sistina come "medium" e come messaggio
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Ancora notizie drammatiche dalla Siria...
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... Ebbene, noi ci occupiamo
del Gabon. Non è uno sfizio per dire che Unimondo è capace di occuparsi
anche dei luoghi più riposti del mondo: questa attenzione nasce dalla
consapevolezza che l’Africa sia un continente laboratorio, dalle mille
sorprese e contraddizioni. Da lì arriva il nuovo. Ogni paese africano è
un micro cosmo di ciò che sarebbe possibile se non dilagasse la
corruzione, se al potere non ci fossero despoti, se le potenze
internazionali non pensassero ad altro se non a depredare le risorse
ambientali ed energetiche. Ci occupiamo di Gabon per capire
l’Africa...
“Sono
rimasti i funzionari ad avere il «popolo» sempre sulla bocca, a
differenza del popolo che usa poco questo termine, anzi, forse lo sta
dimenticando. […] Ma in passato era una parola importantissima [...]. E
noi, che appartenevamo al popolo, ripetevamo, ogni giorno: dal 1949,
comanda il popolo”. (Yu Hua)
“Il popolo”. È da questo termine che lo scrittore nel suo ultimo lavoro
“La Cina n dieci parole” inizia il suo viaggio nella rivisitazione di
dieci parole – appunto - che egli stesso sceglie e usa per descrivere
la Cina.
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Il procuratore in partenza per
il Guatemala, dove andrà per conto dell’Onu, parla del processo sulla
trattativa che inizia in questi giorni e della degenerazione della
politica in Italia. Sul ddl anti-corruzione che il governo sta varando
dice “è insoddisfacente”.
Gianluca Palma: Intervista a Ingroia: "Ci aspetta il processo più importante della ostra storia"
Un
insolito Antonio Ingroia. Una bottiglia di vino accanto traccia un
bilancio di venti anni di lavoro in Sicilia alla vigilia della partenza
per il Guatemala, pensando sempre al suo maestro Paolo Borsellino
CORIERETV: «Non addio ma arrivederci» (video)
L'ultimo dei clan scoperto a gestire
un giro d'usura chiedeva tassi sino al 15%. Ad operare tre affiliati al
clan dei Bifone, nel casertano. I boss, secondo gli inquirenti, avevano
sotto scacco oltre 60 le vittime per un giro d'affari, fra beni mobili,
immobili e conti correnti che si attesta su 2 milioni di euro.
"Questo, commenta oggi Don Luigi Ciotti, presidente di Libera,
durante la presentazione del rapporto “Usura il BOT delle mafie” è solo
l'ultimo clan in ordine di tempo che gli investigatori hanno
individuato nel business dell'usura
LIBERA INFORMAZIONE: Oltre 54 clan gestiscono usura in Italia
Un’altra idea di
economia per combattere gli interessi e i profitti dei clan.
Un’economia sociale alternativa, che favorisca l’inserimento lavorativo
delle classi più svantaggiate e che, al contempo,rispetti i diritti dei
lavoratori. Tutto ciò sta alla base dell’iniziativa “Facciamo un pacco
alla camorra”, giunta ormai alla terza edizione e organizzata dal
Comitato Don Peppe Diana, dalle cooperative “Al di là dei sogni”,
“Arte&Kore”, “Eureka” e “Fuori di zucca” e ancora Radio Siani,
Resistenza Anticamorra, realtà di Scampia, e da NCO( Nuova Cooperazione
Organizzata).
Gianluca Palma: "Facciamo un pacco alla camorra": un'idea di economia contro le logiche criminali
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“E Dio vide che era cosa buona”
HOREB n. 62 - 2/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
Il
cactus è lì con i suoi fiori aperti, bellissimi. È uno spettacolo che
si ripete e ogni volta sorprende, stupisce. Meraviglia che questa
pianta, cresce anche in luoghi aridi, e raggiunge quattro metri di
altezza e spesso anche di più, tutta tronco, totalmente ricoperta di
spine, se la tocchi in modo maldestro ti lascia il segno, riesca a
produrre fiori così luminosi, che in certo senso fanno luce alla notte. Il
fiore del cactus la possiamo considerare cifra di una bellezza nascosta
negli anfratti della vita. Nei volti che ci scivolano addosso o perché
andiamo di corsa perché abbiamo premura o perché ci fanno paura e ci
chiudiamo in un autismo sociale, in una nicchia dorata che ci soffoca.
È bellezza nascosta nelle relazioni quotidiane, che comunque viviamo,
ma che spesso rimangono superficiali e strettamente tecniche,
professionali, negli avvenimenti quotidiani che diamo sempre per
scontati, perché spinosi, e per questo non riusciamo a cogliere questa
bellezza e non ci meravigliamo di niente. Il fatto che non ci meravigliamo più è un brutto segnale, è come se stessimo di fronte a un mondo impoverito, defraudato Eppure,
nella notte di questa vita, se stiamo attenti, vigilanti, c’è sempre un
fiore, degli sprazzi di luce, lì dove meno ce lo aspettiamo, che
ci aprono in modo nuovo al cammino della vita. Se
ne incrociato nelle periferie di città, che strutturalmente hanno del
disumano, ma lì si incontrano persone che ti stupiscono per la loro
umanità. Se ne incontrano in ospedale tra gli ammalati che ti
meravigliano perché vivono con grande dignità il dolore, la precarietà,
il limite e l’esperienza della morte. Crediamo
che ritorneremo a meravigliarci se, come ci ricorda l’apostolo Pietro,
lasceremo esplodere “l’umano nascosto nel cuore”; e questo sarà
possibile se impareremo a rischiare uscendo da noi stessi ma anche dal
coro abituale per sentire le voci che ci sono fuori, sono tante,
bellissime, uniche e ricche di mistero. Questo chiede di liberarci da
ogni certezza e di metterci al servizio della vita, di ciò che viene,
accettando di essere sempre in qualche misura ignoranti, alla ricerca,
con tanta sete di imparare dagli altri. Se
faremo questo esodo facilmente ritorneremo ad osservare e a restare
stupiti per un filo d’erba che stranamente riesce a farsi strada e a
nascere nel cemento. È questa la prospettiva in cui vogliamo collocare la monografia del presente quaderno... (EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf)
E' possibile richiedere copie-saggio gratuite: CONVENTO DEL CARMINE 98051 BARCELLONA P.G. (ME) E-mail: horeb.tracce@alice.it
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Fraternità
Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2012
LA CHIESA SI FA DIALOGO A 50 anni dal Concilio Vaticano II
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2012
Dal 24 Ottobre al 5 Dicembre presso la sala del convento dalle ore 20.00 alle ore 21.00 A 50 anni dal Concilio Vaticano II
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La festa di Ognissanti e il Sinodo
I santi sono dei “modelli efficaci” per la Nuova Evangelizzazione. Lo
afferma il Sinodo dei vescovi nella Proposizione 23 consegnata a papa
Benedetto XVI.
“La santità – si legge – è una parte importante di ogni impegno
evangelizzatore per colui che evangelizza e per il bene di coloro che
sono evangelizzati”. Si tratta di un messaggio che è in perfetta
armonia con la festa di Tutti i Santi
Leggi tutto: I SANTI, MODELLI EFFICACI PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
1° novembre, Festa di tutti i Santi
In
questi ultimi decenni sono stati proclamati tanti santi e beati: mai
c’è stata nella Chiesa una stagione così ricca di canonizzazioni, segno
anche di un’estesa “cattolicità” raggiunta dalla testimonianza
cristiana. Eppure molti, all’interno e attorno alla Chiesa, hanno la
sensazione di non conoscere dei santi “vicini”, di non riuscire a
discernere “l’amico di Dio” – questa la stupenda definizione patristica
del santo – nella persona della porta accanto, nel cristiano
quotidiano. Questo forse è dovuto anche al fatto che viviamo in una
cultura in cui si privilegia l’apparire, un mondo in cui – come ha
detto qualcuno – “anche la santità si misura in pollici”: molti allora
cercano non il discepolo del Signore, ma l’ecclesiastico di successo,
l’efficace trascinatore di folle, l’opinion leader capace di parole
sociologiche, politiche, economiche, etiche, la star mediatica cui si
chiede una parola a basso prezzo su qualsiasi evento, facendolo
apparire il più eloquente a prescindere dalla consistenza della sua
sequela del Signore.
Ma
è proprio in questa ambigua ricerca della santità attorno a noi che ci
viene in aiuto la festa di tutti i santi, la celebrazione della
comunione dei santi del cielo e della terra.
I frutti dell'amore di Enzo Bianchi
Il primo novembre si celebra anche la festa dei santi sconosciuti
...
I santi, cioè i salvati, però, - va ricordato - non sono soltanto
quelli elencati nel calendario o nell'albo dei santi. Vi sono anche i
"santi sconosciuti": quelli che hanno rischiato la vita per i fratelli,
i martiri della giustizia e della libertà, o del dovere; i "santi
laici", come li ha chiamati qualcuno. Senza saperlo anche le loro vesti
sono state lavate nel sangue dell'Agnello, se hanno vissuto secondo
coscienza e hanno avuto a cuore il bene dei fratelli...
Dove
esiste la pratica dell'amore, della giustizia e del bene, lì è presente
la Chiesa santa, ovunque, anche in coloro che non udirono mai il
messaggio del Vangelo, anche lì sussiste la Chiesa santa. Coloro che
vivono così sono santi. Tutto il popolo di Dio è santo nella sua
costituzione.
La
santità delle persone, però, non è qualcosa al di fuori della realtà:
accade giorno per giorno attraverso l'amore che è l'anima della
santità...
LA SANTITÀ A PORTATA DI TUTTI
Vedi anche il nostro precedente post
- LA FESTA DI OGNISSANTI RINNOVA LA SPERANZA
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2 novembre
Memoria di tutti i defunti
Con
questa memoria, siamo al cuore dell’autunno: gli alberi si spogliano
delle foglie, le nebbie mattutine indugiano a dissolversi, il giorno si
accorcia e la luce perde la sua intensità.
Eppure
ci sono lembi di terra, i cimiteri, che paiono prati primaverili in
fiore, animati nella penombra da un crepitare di lucciole. Sì, perché
da secoli gli abitanti delle nostre terre, finita la stagione dei
frutti, seminato il grano destinato a rinascere in primavera, hanno
voluto che in questi primi giorni di novembre si ricordassero i morti.
Sono
stati i celti a collocare in questo tempo dell’anno la memoria dei
morti, memoria che poi la chiesa ha cristianizzato, rendendola una
delle ricorrenze più vissute e partecipate, non solo nei secoli passati
e nelle campagne, ma ancora oggi e nelle città più anonime, nonostante
la cultura dominante tenda a rimuovere la morte.
Le nostre radici di Enzo Bianchi
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Ogni festa è una forma di
celebrazione della vita, di cui ci invita a cogliere gli aspetti
fondamentali, con uno sguardo in profondità. E' un magistero che ci
insegna il mestiere di vivere. Le nostre relazioni, la loro qualità,
dipendono dalle nostre scelte, dalla pienezza con cui viviamo o non
viviamo il presente. Il senso della morte è inseparabile dal senso che
diamo alla vita, da come scegliamo di condurla.
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Conversione consiste...
Forse il primo passo...
Conosciamo tutti...
Gesù non si legò...
E' nei gesti...
Noi discepoli...
Le nostre proiezioni...
La porta è stretta...
La porta stretta...
Ogni stato cristiano...
La santità non è...
Il santo è...
Questa festa...
Si diventa santi...
Non chiamiamoli...
Se accettassimo...
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La Bibbia in un frammento
Le pietre d'inciampo del Vangelo
"Mio figlio ha uno spirito muto: lo afferra, lo getta per terra ed gli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce".
(Marco 9,18)
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Cari amici e amiche, fratelli e sorelle,
il
27 ottobre 2012 celebreremo per l’undicesima volta la Giornata
ecumenica del dialogo cristianoislamico. Lo faremo con gioia, e lo
faremo in tanti, non solo cristiani e musulmani! Anche se, bisogna
ammetterlo, è difficile, e anche faticoso, parlare di dialogo oggi.
Eppure occorre farlo; ma verrebbe voglia di discutere d’altro, perché –
ancora una volta – l’impressione generale al riguardo è di una
stanchezza infinita, e di un ben scarso investimento da parte delle
chiese e degli altri soggetti potenzialmente coinvolti. Si tratta di
sensazioni consolidate, del resto, da tempo, e assai note non solo agli
addetti ai lavori, ma anche a quanti, più o meno occasionalmente, se ne
sono occupati negli ultimi anni. Eppure, questa undicesima giornata,
che ci invita a prendere sul serio la laicità dello stato come base
indispensabile per giungere alla casa comune delle fedi di cui il
nostro paese mostra un disperato bisogno, rappresenta un’occasione da
non sprecare per riflettere tanto sullo stato dei processi di dialogo
interreligioso, da una parte; quanto sulle motivazioni dell’odierna
situazione di stallo, dall’altra.
Appello ai cristiani e ai musulmani per una giornata del dialogo Cristiano-Islamico
“Non
condivido che una tavola rotonda sul dialogo cristiano-islamico venga
definita con sconforto l’”ennesima”. A mio avviso è la conferma di un
percorso che va avanti,” sottolinea il Ministro per la Cooperazione
internazionale e per l’integrazione Andrea Riccardi ospite alla
presentazione della XI Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico 2012.
Non
avere un luogo dove pregare. La stanchezza manifestata da Gian Mario
Gillio, direttore del mensile Confronti che ha promosso e organizzato
l’evento, è condivisa da chi ha creduto, nel 1986, che l’incontro tra i
sessantadue capi religiosi ad Assisi fosse momento di svolta nella
storia religiosa italiana e che poi ha visto tale speranza accasciarsi
insieme alle Twin Towers. La Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico è nata proprio “pochi giorni dopo l’attentato del
2001 ed è collocata il 27 ottobre ricorrenza dell’evento di Assisi”
sottolinea Gian Mario Gillio. Le cose non sono molto cambiate e i temi
dei dibattiti non riescono a svecchiarsi.
Islam, Cristianesimo e la Costituzione italiana
Il
27 ottobre si celebra l’undicesima Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico, il cui tema quest’anno è ’Islam, cristianesimo,
Costituzione: cristiani e musulmani a confronto con la laicità dello
Stato’. Se ne è parlato il 24 ottobre nella conferenza stampa di
presentazione alla quale sono intervenuti esponenti del governo e
rappresentanti delle due religioni, introdotta dal saluto del Ministro
per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi.
RELIGIONI, UN’OPPORTUNITÀ PER IL DIALOGO
Interviste realizzate a margine della presentazione della XI Giornata Ecumenica del Dialogo cristiano-islamico
Gian Mario Gillio giornalista - direttore della rivista "Confronti" (audio)
Hari Singh Khalsa presidente dell'Unione Italiana Sikh (audio)
Mustafa Cenap Aydin direttore dell'Istituto Tevere, Centro pro Dialogo (audio) Izzedin Elzir presidente dell'UCOII (Unione delle Comunità Islamiche d'Italia) (audio)
Audio integrale
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Si
conclude oggi il sinodo dei vescovi della chiesa cattolica per una
evangelizzazione rinnovata nel mondo contemporaneo, un mondo che muta
rapidamente e che richiede ai cristiani un “aggiornamento”, per usare
l’espressione coniata dal papa del concilio, Giovanni XXIII. Sono
passati ormai cinquant’anni da quell’evento atteso, preparato e vissuto
come una nuova pentecoste: da allora, più volte la chiesa cattolica ha
fatto ricorso allo strumento del sinodo per mettere a fuoco nuove
problematiche e delineare scelte concrete per la vita dei cattolici.
Così, per tre settimane, circa duecentocinquanta vescovi, provenienti
dalle diverse terre in cui vivono i cristiani, si sono ascoltati, hanno
ricercato insieme, hanno discusso e dialogato. Chiamato da Benedetto
XVI a partecipare al sinodo in qualità di “esperto”, ho potuto essere
testimone di questa assemblea di respiro mondiale e imparare ad
assumere uno sguardo più informato e più attento sulle situazioni
diverse e sui differenti problemi che attraversano la chiesa.
Sì,
per la chiesa cattolica e per le chiese cristiane questo tempo sta
sotto il segno della crisi: nelle terre di antica cristianità la
trasmissione della fede conosce fatiche e intoppi, la chiesa registra
una diminuzione di membri e di vocazioni al suo interno e, in una
società segnata dalla secolarizzazione, appare a volte minoritaria,
periferica, marginale. Inoltre, la cultura instauratasi come dominante
è sì per molti versi ancora ispirata al cristianesimo, ma sovente i
valori che appaiono emergenti e performativi – valori che privilegiano
l’individualismo e la negazione di ogni forma di solidarietà e di
vincolo comunitario – non sono certo di supporto alla vita cristiana.
In occidente il cristianesimo è ormai una via religiosa tra le altre e
l’indifferentismo della società consumistica mette in affanno i
cristiani che vorrebbero aiutare il cammino di umanizzazione attraverso
l’annuncio stesso del vangelo. D’altro canto, in continenti come il Sud
America, l’Africa e l’Asia, la chiesa cattolica, oltre al confronto con
le altre religioni “storiche”, conosce anche la concorrenza di sette
cristiane, di spiritualità esoteriche e di fenomeni legati alla magia.
Così, se il mondo è ancora “incantato”, potremmo dire “religioso”,
tuttavia le chiese tradizionali sembrano incapaci di eloquenza.
La speranza che viene dal Sinodo di Enzo Bianchi
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I 262 vescovi del mondo riuniti
per tre settimane nel Sinodo sulla nuova evangelizzazione hanno
consegnato sabato le loro "propositiones" da cui il Papa elaborerà
l'esortazione post-sinodale. Ma già ieri, domenica, Benedetto XVI
ha indicato una sua sintesi sul modo con cui la Chiesa deve recuperare
il terreno perduto per la crescente scristianizzazione della società.
La Chiesa deve innanzitutto "rinnovare se stessa", per poter "rinnovare
spiritualmente il mondo secolarizzato". E tale "rinnovamento" - ha
scandito Papa Ratzinger all'Angelus col suo tipico modo di tornare alle
radici del Cristianesimo - non potrà che venire "dalla riscoperta di
Gesù Cristo, della sua verità e della sua grazia".
Il Padre Generale ha
partecipato al Sinodo dei Vescovi su: «La Nuova Evangelizzazione per la
trasmissione della fede cristiana», terminato il 28 ottobre.
Pubblichiamo l'intervista che padre Adolfo Nicolás ha rilasciato, a
margine dell'evento, all'Ufficio stampa della Curia generalizia della
Compagnia di Gesù.
Ancora una volta il sinodo ha
mostrato le potenzialità e i limiti di questo strumento. Da un
lato esso delude la collegialità definita al Vaticano II: quella che dà
a ogni vescovo un potere sulla Chiesa universale da esercitare in
comunione con Pietro e di cui in un sinodo meramente consultivo non c'è
traccia. Dall'altro proprio perché è l'unico surrogato disponibile di
quella collegialità, il sinodo finisce per compensarne la mancanza e
per dare il senso di cosa la Chiesa pensa sui suoi grandi problemi.
«Per me è stato veramente
edificante, consolante e incoraggiante vedere qui lo specchio della
Chiesa universale con le sue sofferenze, minacce, pericoli e gioie...
Abbiamo sentito come la Chiesa, anche oggi, cresce e vive». Le parole
di Benedetto XVI alla conclusione del Sinodo allargano il cuore dei
cristiani
Bello il linguaggio e l'accento
sulla relazione con Cristo. Ma avverto poco l'eco di una riflessione su
come e perché è avvenuto l' "affievolimento" della fede
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
LA CHIESA ASCOLTA IL GRIDO DEI POVERI? p. Alex Zanotelli
Nel
corso dell'incontro "Il grido dei poveri, crisi economica globale,
sviluppo sostenibile", tenutosi durante il Cortile dei Gentili di
Assisi, il padre missionario Alex Zanotelli ha ricordato l'esempio di
Francesco per descrivere con forza il tradimento di buona parte della
cristianità verso il messaggio originale del Vangelo.
"Dio
è il Dio degli oppressi, degli emarginati, degli schiavi, di quelli che
non contano, è il Crocifisso di tutti i crocifissi della storia.
Dio
che si china sulle vittime, non può accettare questo tipo di mondo, non
è possibile che Dio possa accettare un miliardo di essere umani che
fanno la fame (come ci dice la Fao) allora questo Dio davvero è
sconosciuto e noi cristiani lo abbiamo tradito. ..."
Zanotelli: "Cosa ne abbiamo fatto del Vangelo?" (video)
“I cristiani dovrebbero essere coscienza critica della società! ...” Zanotelli: "Le comunità cristiane devono ridiventare alternative al sistema" (video)
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Ogni età
dell’uomo, ogni suo colore e sfumatura, ogni sua preziosa imperfezione
dentro un palazzetto dello sport. Cinque anni dopo che il "don" se n’è
andato dalle parti del Cielo, lo spettacolo e il messaggio più
incredibile del convegno sono questa stessa gente, quasi duemila
persone. Anziani e bambini, disabili, mamma e papà, ex-prostitute ed
ex-galeotti, bianchi, neri e gialli. Insieme, tutti: una splendida,
ordinata, confusione. «Mi sono emozionato entrando», dice il ministro
Andrea Riccardi. E a guardarli negli occhi, facile sia successo anche a
Carlo Casini e Stefano Zamagni, anche ad Adriano Roccucci e al vescovo
di Rimini, Francesco Lambiasi. «Stiamo ascoltando battere il cuore di
don Oreste», spiega Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. «Morì senza
un euro, povero, ma donò ai poveri la sua comunità», ricorda Paolo
Ramonda, che gli è succeduto alla guida dell’"Associazione comunità
Papa Giovanni XXIII".
«Amici di Oreste, la Chiesa punta su di voi»
«Che
cosa farebbe Gesù, il Gesù che amo e servo, che cosa farebbe se fosse
qui e adesso?». È solo fantasia, impossibile sapere se don Oreste Benzi
abbia mai formulato questo pensiero con queste precise parole. Ma
nessuno ci proibisce di esserne convinti. E allora, che cosa avrebbe
fatto Gesù? Quello che fece. Si sarebbe messo in ginocchio e avrebbe
pregato. Per unirsi al Padre, per invitarlo a scendere. E agire come se
agisse Lui. Tra gli uomini, dentro la storia.
E
se il "segreto" di don Oreste fosse stato nient’altro che questo? E se
il segreto della Chiesa, in duemila anni di storia, fosse proprio
questo? E se don Oreste non fosse un cavaliere solitario, un eroe
sbucato dal nulla, ma l’espressione di una comunità che nonostante
inefficienze, tradimenti, pigrizie, cadute, peccati... in venti secoli
è sempre stata incarnata, radicata in mezzo agli uomini, capace di
coglierne le grida – le gioie e i dolori... – espresse e inespresse,
palesi e nascoste?
Testimone di Gesù al cuore di ogni uomo
... Diverse volte "scandalizzò" i
benpensanti a buon mercato e certi sepolcri imbiancati. Molti furono
sorpresi quando fu tra i primi a portare in vacanza i disabili in alta
montagna. O quando, qualche mese prima di morire, tuonò (in solitudine)
ad una conferenza stampa al Viminale sulla prostituzione. E riuscì a
dare "scandalo" addirittura anche... postumo. Fu al funerale, quando i
suoi dell’"Associazione Papa Giovanni XXIII" fecero sedere nei primi
banchi, vicino alla bara, anziché le autorità, proprio i disabili, le
ex-prostitute, gli ex-detenuti, gli ex-tossici... E che gli ultimi
fossero diventati primi lo avemmo lì sotto gli occhi...
Don Benzi, un ciclone sorridente che interrogava le coscienze
«Testimone di Dio chinato sull'uomo»: cinque storie
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Confronto
tra Raniero La Valle, Maurizio Crippa, Gianni Gennari e in
collegamento telefonico, Annachiara Valle. Moderato da Giuseppe Di Leo.
Trasmesso da Radio Radicale il 22 ottobre 2012.
video
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L'immigrazione
irregolare non può essere accettata impunemente ma si illudono quegli
Stati che sperano di affrontare il fenomeno delle migrazioni solamente
chiudendo le proprie frontiere e inasprendo le sanzioni nei confronti
degli irregolari.
Papa
Benedetto XVI ne è convinto, e lo scrive nel suo messaggio per la
99.esima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si
celebrerà il 13 gennaio 2013. Il messaggio descrive la migrazione come
un “pellegrinaggio di fede e di speranza” - un pellegrinaggio che,
però, spesso finisce in tragedia, per colpa del traffico di essere
umani, della povertà e dell'esclusione sociale di cui sono oggetto i
nuovi arrivati, soprattutto se donne e bambini.
Benedetto XVI: “Anche non emigrare è un diritto umano”
Rilanciare
la comunicazione sociale in Europa come ''strumento di mediazione
sociale e culturale, strumento del valore della differenza, luogo
d'incontro di opinioni, luogo educativo ed espressivo della
liberta'''. Questo l'auspicio che ha espresso, questa mattina,
mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes,
aprendo a Roma il seminario 'Emigrazione italiana in Europa e
comunicazione'...
Emigrati: mons. Perego, rilanciare comunicazione sociale in Europa
Roma, 29 ottobre 2012 - Seminario organizzato dalla Migrantes, SIR e FISC
Una
occasione importante quella del Seminario su: "Emigrazione italiana in
Europa e comunicazione", organizzato dalla Fondazione Migrantes, in
collaborazione con il SIR (Servizio Informazione Religiosa) e la FISC
(Federazione Italiana Settimanali Cattolici), in concomitanza con il
60° della nascita del "Corriere d' Italia", mensile degli italiani in
Germania e a 50 anni dalla nascita del "Corriere degli Italiani",
settimanale degli italiani in Svizzera, per condividere i momenti
significativi della nostra emigrazione dal punto di vista dei mezzi di
comunicazione sociale, sia sul piano ecclesiale che sociale. Per una
visione generale dei temi trattati e dei relatori presenti, si invita
alla consultazione del programma in allegato.
il programma (pdf)
il testo integrale del MESSAGGIO
DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA GIORNATA MONDIALE DEL
MIGRANTE E DEL RIFUGIATO (2013) "Migrazioni: pellegrinaggio di
fede e di speranza"
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La
«differenza cristiana». Con questo motto - col tempo divenuto un po'
slogan, a dir la verità - Enzo Bianchi ha caratterizzato molti suoi
interventi di questi anni. C'è nel messaggio cristiano una «diversità»
irriducibile - sostiene in sintesi il priore di Bose -, che diventa
provocazione e testimonianza anche sociale e civile quando viene
incarnata dai credenti. Ma io mi guardo intorno e questa «differenza»
non la vedo, non la vedo proprio.
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Volentieri pubblichiamo la
riflessione di monsignor Domenico Pompili, sottosegretario Cei e
direttore dell’Ufficio nazionale comunicazioni sociali, svolta nel
corso di un incontro tenutosi a Roma con i giornalisti.
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2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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