"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
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NEWSLETTER n°46 del 2012
Aggiornamento della settimana -
dal 17 al 23 novembre 2012 -
Prossima NEWSLETTER prevista per il 30 novembre 2012 | | |||||||||||||
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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
Aggiornato il 13/11/2012
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Maltrattamenti,
percosse, botte: in sei anni sono più che triplicati i casi di abuso
fisico segnalati alla linea 114 "Emergenza infanzia" gestita da
Telefono Azzurro per il Dipartimento per le Pari opportunità.
Nel
2006 le richieste d'aiuto per violenza erano il 5,2% del totale, oggi
arrivano al 17,1% (+ 3,9% rispetto al 2011): quasi una denuncia su
cinque, dunque, è per abuso fisico. Una situazione "amplificata" dalla
crisi, perchè, osserva il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto
Caffo, "in tutto il mondo, e quindi anche in Italia, quando c'è una
crisi economica aumentano gli abusi sui bambini, soprattutto in
famiglia".
L'allarme
sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza nel nostro paese è
stato lanciato in Senato, durante la presentazione dei dati raccolti
dal 114 tra gennaio 2006 e agosto 2012. "È un dovere di tutti noi - ha
avvertito il presidente del Senato, Renato Schifani - mantenere sempre
alta l'attenzione sui diritti e sulle libertà dei bambini": "sono il
nostro futuro ma anche la parte più fragile della nostra società. Le
minacce alla loro serena crescita sono molte e spesso subdole".
Allarme minori, maltrattamenti triplicati Nonostante
gli sforzi e la maggiore sensibilità, i minori sono sempre più vittime
di violenze e abusi che dal 2006 ad oggi sono triplicati. Quali sono le
ragioni di questa escalation?
Perché aumentano gli abusi sui minori? "Non
si possono tagliare dai bilanci dello Stato risorse destinate ai
bambini. Occorrono strumenti adatti e risorse adeguate: se non ci sono
i servizi, i bambini non possono chiedere aiuto e nelle situazioni di
emarginazione, violenza e devianza si interviene con difficoltà e in
ritardo". Interviene così il presidente di Sos Telefono Azzurro Onlus,
Ernesto Caffo, durante la presentazione del 'Dossier 2012
sull'Emergenza Infanzia in Italia e nel mondo' da cui è emerso che dal
2006 a oggi, i casi sono più che triplicati. In 6 anni, infatti, le
richieste d'aiuto per percosse e maltrattamenti sono passate dal 5,2
per cento al 1 per cento. E solo nei primi otto mesi del 2012 sono
aumentate del 3,9 per cento. Il 63 per cento delle emergenze si
registra tra mura domestiche. "È indispensabile cogliere immediatamente
i segnali di sofferenza dei minori e unire le forze all'interno della
comunità di riferimento tra servizi pubblici e privato sociale".
"L'aumento dei casi di abuso fisico - ha concluso Caffo - nasce dalla
fragilità delle famiglie, ora accentuata dalla crisi economica e
dall'assenza dei servizi di sostegno". Un
appello cui ha risposto in un messaggio inviato al presidente di 'S.O.S
Telefono Azzurro' Caffo, il presidente del Senato, Renato Schifani, che
ha espresso il suo apprezzamento per l'iniziativa che "pone
l'attenzione su un tema di estrema importanza e attualità come la
condizione dei minori". "I bambini sono il nostro futuro ma anche la
parte più fragile e indifesa della nostra società - ha affermato
Schifani - le minacce alla loro serena crescita sono molte e spesso
subdole. È un dovere quindi di tutti noi mantenere sempre alta
l'attenzione sui loro diritti e le loro libertà".
Infanzia: Caffo, "non si possono tagliare dai bilanci dello Stato risorse destinate ai bambini" Il 17 e 18 novembre oltre
6.000 volontari saranno in 1.300 piazze di tutt’Italia, per offrire le
tradizionali candele azzurre in cambio di un contributo. Si
tratta di una candela speciale. Perché chi la sceglie sostiene Telefono
Azzurro. Perché chi l’accende illumina, simbolicamente, la vita di un
bambino. Con
i fondi raccolti, si potranno sostenere con ancora più forza i progetti
di ascolto e intervento dell’associazione: dal supporto telefonico alla
presenza nelle scuole, dall’attivazione in contesti d’emergenza ai
progetti speciali nelle carceri. “Accendi
l’Azzurro” è ormai un appuntamento fisso: da oltre dieci anni, in
occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini, i volontari
dell’associazione sfidano il freddo e scendono in piazza. Perché hanno
a cuore l’infanzia, e sanno che per continuare a proteggerla c’è
bisogno dell’aiuto di tutti. Per
trovare la piazza più vicina tramite Google
Maps clicca qui oppure puoi chiamare il numero
verde 800 090 335 . -------------------------------------------- Il
20 novembre del 1989 l’Assemblea Generale dell’Onu approvò
all’unanimità la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo.
Trent’anni prima, esattamente nello stesso giorno, l’Organizzazione
aveva adottato un’omonima, ma non vincolante, Dichiarazione. La scelta
di questa data come Giornata internazionale per i diritti
dell’infanzia, dunque, appare obbligata, a rimarcare sia i progressi
raggiunti che il molto lavoro da fare.
L’introduzione
di una specifica cornice di tutela per i bambini è il risultato di un
percorso né facile né rettilineo, a dispetto dell’attenzione che sin
dalla fine della seconda guerra mondiale la comunità internazionale
aveva rivolto agli stessi, con l’istituzione dell’Unicef, il Fondo
delle Nazioni Unite per l’infanzia
“Education First” nella Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia Oggi
è la Giornata mondiale dei diritti del bambino. Provate a ripetere
mentalmente 'diritti del bambino', mentre ancora scorrono sullo schermo
le immagini dei piccoli straziati dalle bombe; provate a risentire le
parole che l’assemblea generale dell’Onu scrisse 23 anni fa nel
Preambolo della Convenzione, l’unico testo giuridico al mondo, per
quanto io sappia, che contenga la parola 'amore'. Lasciatele scorrere
in sottotitolo sul panorama d’immagini che scandisce in piano-sequenza
infinito il dolore innocente che ha fatto atroce la storia di oggi e di
ieri; le bombe di Gaza e i massacri di Siria, i milioni di bimbi dal
ventre gonfio e le mosche sul viso che muoiono di stenti, gli
infanticidi selettivi del subcontinente indiano, le violenze e lo
sfruttamento e persino la tratta, e il picco d’orrore dei bambini
soldato. E dite infine se c’è una spiegazione, accanto alla tenerezza
che suscita 'il profilo del cucciolo' sull’emozione e l’istinto, la
presenza di una crudeltà che si sfoga sull’essere umano indifeso e
inoffensivo, fragile e supplice, senza che il pensiero affondi in un
misterioso dominio di male.
Abbiamo le parole giuste ma il cuore ancora duro
Raggiunti
negli ultimi vent’anni i livelli massimi di disuguaglianza a discapito
dei bambini più poveri, denuncia il nuovo rapporto “Nati Uguali” di
Save the Children diffuso in occasione della Giornata Mondiale per
l’Infanzia.
Una
condizione che influisce drammaticamente sulla loro salute, la loro
educazione e le possibilità di sopravvivenza, esponendoli maggiormente
alle malattie, al ritardo fisico o mentale, e all’abbandono
scolastico.
Secondo
il nuovo rapporto dell’Organizzazione, che raccoglie i dati relativi a
32 paesi (1), il gap tra i bambini poveri e quelli ricchi a livello
globale è cresciuto del 35% rispetto al 1990 – un aumento doppio
rispetto a quello riscontrato per gli adulti – con la conseguenza che
in alcuni paesi la mortalità infantile sotto i 5 anni per i bambini
poveri è doppia rispetto a quella dei più ricchi. In linea generale, il
rapporto dimostra che i bambini che nascono con maggiori possibilità
economiche hanno 35 volte le possibilità di accedere alle risorse
rispetto a quelli più poveri e questo riguarda ad esempio l’accesso
all’educazione, alle cure sanitarie, ma anche una minore possibilità di
dover lavorare in tenera età.
Giornata Mondiale dell’Infanzia: Save the Children, cresciuta del 35% la disuguaglianza tra bambini ricchi e poveri nel mondo. Gravi conseguenze su salute, sopravvivenza e accesso all’istruzione. Entro
il 2050 una persona su tre che nascerà sarà africana, come lo sarà
anche un bambino su tre al di sotto dei 18 anni. Cento anni prima, il
rapporto di nati nell’Africa Subsahariana era soltanto di uno su 10.
In
occasione della Giornata mondiale dell'infanzia, l'UNICEF ha pubblicato
“Generazione 2025 e oltre: l'importanza critica di comprendere le
tendenze demografiche per i bambini del 21 ° secolo” una nuova ricerca
che evidenzia i cambiamenti demografici globali previsti per la
prossima generazione di bambini che rappresentano grandi sfide per i
responsabili e i leader politici.
UNICEF: nella Giornata mondiale dell’infanzia lanciata ricerca “Generazione 2025”
la pagina UNICEF dedicata alla giornata dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza -------------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA""E' una notizia bellissima". Nonostante i segni della Sla, negli occhi
di Salvatore Usala, uno dei protagonisti della protesta per i fondi per
la non autosufficienza, si legge chiaramente la soddisfazione per
l'esito della manifestazione, riassunta nelle poche parole che la
moglie Giuseppina traduce dai suoi sguardi a una lavagna con delle
lettere. Usala e gli altri disabili gravissimi che da quasi un mese
sono in sciopero della fame ora ricominceranno ad alimentarsi, ma era
pronto anche ad arrivare alle conseguenze estreme...
Malati di Sla: il governo raddoppia fondi, stop allo sciopero della fame Facciamo nostre le parole del senatore Marino che, al termine dell'incontro, si è detto "profondamente umiliato nel vedere che in un paese civile persone in queste condizioni debbano ricorrere a queste forme di protesta per esprimere i propri bisogni". Riproponiamo il nostro post: Prima che sia troppo tardi!!! - Allarme e preoccupazione per la ripresa dello sciopero --------------------------------------------------------------- C’è qualcosa che non
funziona in un Paese che costringe i propri malati a scendere in piazza
per non essere abbandonati al loro destino...
... Che non fosse un Paese per vecchi si sapeva, che neanche i bambini ci si trovino alla grande è un dato di fatto, da ieri si ha la sensazione che non sia un bel posto neanche per i disabili. Troppo facile essere un Paese per soli sani, possibilmente benestanti. Francesca Sforza: Questo non è un Paese per malati
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"In un’editoriale apparso su
Gush Shalom (Blocco di pace), il giornalista israeliano Uri Avnery
commenta la crisi di Gaza, che continua a mietere vittime sul fronte
israeliano e palestinese. Per l’attivista, quanto sta accadendo fa
parte della “continua catena di eventi” che coinvolge i due Paesi. Ma
per mettere fine ai bombardamenti, “la pace con il popolo palestinese è
l’unica risposta.
Attivista israeliano: Un'altra guerra superflua Appello ai giornalisti italiani di We are all on the Freedom Flotilla 2
Gaza. Bombardata la torre dei giornalisti ... Di fronte alle notizie
drammatiche di queste ore il Parents Circle è tornato a far sentire la
sua voce: «Come famiglie israeliane e palestinesi ferite, che hanno
perso membri della propria famiglia a causa di questo incessante
circolo vizioso - hanno scritto in un appello - chiediamo la fine
immediata di questa violenza. Vogliamo essere l'esempio della reale
possibilità di un processo di riconciliazione e della sua necessità per
superare gli ostacoli che si oppongono a un futuro pacifico e
sostenibile»......
il rabbino Kronish « noi continuiamo dal basso il nostro lavoro per la costruzione della pace, continuando a riunire insieme ebrei, cristiani e musulmani nelle iniziative di dialogo e nei nostri programmi che coinvolgono giovani, donne, leader religiosi ed educatori. Alla fine la pace ci assicurerà più sicurezza della guerra e della violenza ricorrenti. Shalom» Medio Oriente, quando ebrei e arabi pregano gli uni per gli altri - Vatican Insider ... Proprio mentre avveniva
questo attentato (e mentre su Gaza avvenivano nuovi raid aerei che
hanno portato i morti a quota 138) da piazza San Pietro il Papa
lanciava il suo appello: «Basta odio e violenza,favorire tregua e
negoziato. Entrambe autorità adottino decisioni coraggiose per
pacificazione»
Intanto anche a Gaza si continua a morire: stamattina le vittime avevano già superato quota 140... Attentato su un bus a Tel Aviv. Ora cambia tutto Gaza. E' Tregua dalle 20 italiane
I dettagli dell'accordo tra Israele e Hamas --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)“Dio
non sta con l’esercito potente di uno stato occupante, proteggendolo e
difendendolo con le armi. Quel Dio che ama tutti i suoi figli non sta
assecondando una strage di civili, a Gaza. Non ha ammantato di nuvole
di sicurezza lo scempio di 340 civili feriti e di decine di morti in
soli pochi giorni”. Forte e chiara la denuncia del comunicato di Pax
Christi Italia, da anni impegnata proprio in Palestina e nella “più
grande prigione a cielo aperto” che è Gaza.
Comunicato stampa
Cloud Pillar su Gaza? No. Dio non c’entra
Operazione
Cloud Pillar: colonna di nuvole. Nella Torah e nel libro dell’Esodo
della Bibbia, al capitolo 13, si racconta che Dio ha protetto così il
suo popolo dal nemico egiziano, consentendogli di passare indenne il
mar Rosso.
Ma Dio non sta con l’esercito potente di uno stato occupante,
proteggendolo e difendendolo con le armi. Quel Dio che ama tutti i suoi
figli non sta assecondando una strage di civili, a Gaza...
...
Il
Dio della pace, il Dio di ogni creatura, può solo coprire di un unico
pianto i corpi massacrati di chi quella terra benedetta dal suo amore
per tutti, chiama casa.
Noi,
tutti noi, siamo chiamati a sgomberare il cielo e la terra di Palestina
e Israele da nubi che soffocano la giustizia e da cingolati che
straziano la vita di bambini, uomini e donne.
Pax Christi Italia Firenze, 18 novembre 2012
-------------------------------------------- Il
parroco di Gaza, padre Jorge Hernandez che si trovava in Argentina per
motivi familiari, ha raggiunto domenica 18 novembre 2012 la sua
parrocchia e i suoi parrocchiani “per non lasciarli soli un giorno in
più”
"Ieri è stata una giornata molto intensa, iniziata la notte quando alle 3.00 sono andato a prendere all’aeroporto di Tel Aviv il parroco di Gaza, abuna George che stava tornando in Terrasanta, dopo aver visitato il padre ammalato, per poter rientrare a Gaza e stare vicino alla sua gente e a tutto il popolo Gazawi. Abuna
George è arrivato con il volto triste per le notizie che i suoi
parrocchiani gli avevano mandato in Argentina. Dal desiderio di non
perdere altro tempo, sarebbe voluto andare direttamente da Tel Aviv ad
Eretz ma dopo una bella discussione l’ho convinto che tanto alle 4 di
notte non lo avrebbero fatto entrare ed allora siamo tornati a BetJala
dove abbiamo “dormito” un paio di ore per poi ripartire alla volta
della Striscia di Gaza... Quello
che sta succedendo è un genocidio fisico che ancora molti non vogliono
vedere ma che non resterà impunito (almeno da DIO). C’e’ una totale
disinformazione su quanto sta accadendo e mi sono convinto anche io che
non importa chi ha iniziato prima o dopo (anche se per amore della
verità sin da agosto Israele ha bombardato la striscia in modo più o
meno continuo…"
Il massacro di Gaza: la mia testimonianza…
AIUTATECI A NON LASCIARE GAZA SOLA. appello degli italiani a Gaza -------------------------------------------- Val la pena di essere equanimi? Era
il titolo di un commento scritto sulla prima fase della guerra dei
Balcani da uno dei miei più cari e mai dimenticati amici, Mauro
Martini, grande slavista, morto nel 2005. Val la pena di essere
equanimi? Val la pena di mettere sullo stesso piano i due contendenti,
insomma, e dire che sono uguali, che hanno uguali colpe e uguali
ragioni?
Eppure
è una domanda cruciale, non solo dal punto di vista meramente politico,
ma dal punto di vista etico. Se valga la pena, oggi, di fronte a quello
che sta succedendo a Gaza, e sottolineo a Gaza, essere equanimi. Non
voglio più fare paragoni. Non voglio più paragonare un razzo sparato da
Gaza con un raid aereo su Gaza. Non voglio più sprecare energia a
soppesare gli oltre 800 razzi sparati da Gaza con gli oltre 1300
“obiettivi” colpiti dai caccia israeliani dentro la Striscia di Gaza.
Non voglio più discutere se la massa della popolazione palestinese di
Gaza, sotto assedio da così tanti anni che ce ne siamo dimenticati, sia
ostaggio del regime di Hamas, in una striscia di terra di 400
chilometri quadrati in cui si è ostaggio solo della propria
disperazione. E della impossibilità di scappare, di scappare in un
rifugio (inesistente) o in un campo profughi...
Val la pena di essere equanimi?
-------------------------------------------- Primo lutto nella parrocchia della Sacra Famiglia: Saalem, un uomo che soffriva di cuore non ha retto alla tensione. Simbolo dei drammi più nascosti che ogni guerra porta con sé. Diversi
segnali dicono che la tregua è più vicina, ma ci sono ancora morti e
feriti questa mattina a Gaza e anche in Israele. E ieri ci sono stati
anche due morti in Cisgiordania nelle manifestazioni. Staremo a vedere.
Non è di questo, però, che all'inizio di questa giornata mi preme
parlare, ma dell'ultima notizia arrivata ieri sera dalla parrocchia
latina della Sacra Famiglia a Gaza. L'ha comunicata padre Jorge al
telefono ad Andres Bergamini, del patriarcato di Gerusalemme ed è il
primo lutto della comunità: «Un parrocchiano, fratello di una nostra
cara amica, che soffriva di cuore - scrive Andres nel suo blog -
non ce l’ha fatta a resistere alla tensione dei continui bombardamenti
israeliani. Domani (oggi ndr) ci sarà la preghiera per lui nella chiesa
ortodossa di San Porfirio».
È
il primo morto della comunità cattolica di Gaza. Ma - ancora di più - è
il simbolo di tutte le morti nascoste di questo interminabile
conflitto, quelle che non troveranno mai spazio nelle statistiche
ufficiali. Quelle che non vedremo mai apparire nelle foto truculente
sulle nostre bacheche su Facebook, perché senza sangue non servono alla
causa. Ma anche quelle che con maggiore precisione danno la misura di
quanto sta succedendo a Gaza. Sono le sofferenze dei più deboli, i più
indifesi nel cuore di un conflitto. Quelli per nascondere i quali non
c'è bisogno neppure della retorica sugli attacchi mirati: stanno ai
margini anche nei momenti più drammatici. Sono sicuro che questo
fratello nella fede non finirà neppure nelle liste degli appelli per i
cristiani perseguitati. E ci sarebbe da discutere parecchio sul
perché...
In morte di un cristiano di Gaza Fermiamo la guerra a Gaza
L'Italia
e l'Europa hanno il dovere di fermare la guerra a Gaza. Lo possono e lo
debbono fare agendo con intelligenza e determinazione nell'interesse
superiore dei diritti umani, della sicurezza internazionale, della
giustizia e della pace. L'Italia, che vanta ottime relazioni sia con
Israele che con i palestinesi, può fare molto. Ma deve cambiare:
smettere di essere di parte, assumere un ruolo attivo, propositivo e
progettuale. Nel Mediterraneo, in Europa e all'Onu. L'Italia deve
essere consapevole dei suoi limiti ma anche delle sue risorse, della
sua prossimità e delle sue responsabilità...
Firma e diffondi subito l'appello "Fermiamo la guerra a Gaza"
-------------------------------------------- Comunicato
Il
sindacato indipendente WAC – MAAN chiede la fine degli attacchi a Gaza,
la fine dell’occupazione israeliana, e la soluzione dei due stati
basata sui confini del 1967.
WAC-MAAN: Stop alla guerra a Gaza, ora!
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SCUOLA |
FEDE E SPIRITUALITA' |
“E Dio vide che era cosa buona”
Meravigliarsi
Il
cactus è lì con i suoi fiori aperti, bellissimi. È uno spettacolo che
si ripete e ogni volta sorprende, stupisce. Meraviglia che questa
pianta, cresce anche in luoghi aridi, e raggiunge quattro metri di
altezza e spesso anche di più, tutta tronco, totalmente ricoperta di
spine, se la tocchi in modo maldestro ti lascia il segno, riesca a
produrre fiori così luminosi, che in certo senso fanno luce alla notte.
Il
fiore del cactus la possiamo considerare cifra di una bellezza nascosta
negli anfratti della vita. Nei volti che ci scivolano addosso o perché
andiamo di corsa perché abbiamo premura o perché ci fanno paura e ci
chiudiamo in un autismo sociale, in una nicchia dorata che ci soffoca.
È bellezza nascosta nelle relazioni quotidiane, che comunque viviamo,
ma che spesso rimangono superficiali e strettamente tecniche,
professionali, negli avvenimenti quotidiani che diamo sempre per
scontati, perché spinosi, e per questo non riusciamo a cogliere questa
bellezza e non ci meravigliamo di niente.
Il fatto che non ci meravigliamo più è un brutto segnale, è come se stessimo di fronte a un mondo impoverito, defraudato
Eppure,
nella notte di questa vita, se stiamo attenti, vigilanti, c’è sempre un
fiore, degli sprazzi di luce, lì dove meno ce lo aspettiamo, che
ci aprono in modo nuovo al cammino della vita.
Se
ne incrociato nelle periferie di città, che strutturalmente hanno del
disumano, ma lì si incontrano persone che ti stupiscono per la loro
umanità. Se ne incontrano in ospedale tra gli ammalati che ti
meravigliano perché vivono con grande dignità il dolore, la precarietà,
il limite e l’esperienza della morte.
Crediamo
che ritorneremo a meravigliarci se, come ci ricorda l’apostolo Pietro,
lasceremo esplodere “l’umano nascosto nel cuore”; e questo sarà
possibile se impareremo a rischiare uscendo da noi stessi ma anche dal
coro abituale per sentire le voci che ci sono fuori, sono tante,
bellissime, uniche e ricche di mistero. Questo chiede di liberarci da
ogni certezza e di metterci al servizio della vita, di ciò che viene,
accettando di essere sempre in qualche misura ignoranti, alla ricerca,
con tanta sete di imparare dagli altri.
Se
faremo questo esodo facilmente ritorneremo ad osservare e a restare
stupiti per un filo d’erba che stranamente riesce a farsi strada e a
nascere nel cemento.
È questa la prospettiva in cui vogliamo collocare la monografia del presente quaderno... (EDITORIALE)
CHIESA
E SOCIETA'
/ |
BENEDETTO XVI |
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1) La newsletter è settimanale;
2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm