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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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O
Gesù, che ti sei fatto Bambino per venire a cercare e chiamare per nome
ciascuno di noi, tu che vieni ogni giorno e che vieni a noi in questa
notte, donaci di aprirti il nostro cuore.
Noi
vogliamo consegnarti la nostra vita, il racconto della nostra storia
personale, perché tu lo illumini, perché tu ci scopra il senso ultimo
di ogni sofferenza, dolore, pianto, oscurità.
Fa’
che la luce della tua notte illumini e riscaldi i nostri cuori, donaci
di contemplarti con Maria e Giuseppe, dona pace alle nostre case, alle
nostre famiglie, alla nostra società! Fa’ che essa ti accolga e gioisca
di te e del tuo amore.
(Card. Carlo Maria Martini)
BUON NATALE!
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Il volto di Gesù
A volte basta un raggio di sole
In Sicilia, il monaco Epifanio un giorno scoprì in sé un dono del Signore: sapeva dipingere bellissime icone.
Voleva
dipingerne una che fosse il suo capolavoro: voleva ritrarre il volto di
Cristo. Ma dove trovare un modello adatto che esprimesse insieme
sofferenza e gioia, morte e risurrezione, divinità e umanità?
Epifanio
non si dette più pace: si mise in viaggio; percorse l'Europa scrutando
ogni volto. Nulla. Il volto adatto per rappresentare Cristo non c'era.
Una sera si addormentò ripetendo le parole del salmo: "Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto".
Fece
un sogno: un angelo lo riportava dalle persone incontrate e gli
indicava un particolare che rendeva quel volto simile a quello di
Cristo: la gioia di una giovane sposa, l'innocenza di un bambino, la
forza di un contadino, la sofferenza di un malato, la paura di un
condannato, la bontà di una madre, lo sgomento di un orfano, la
severità di un giudice, l'allegria di un giullare, la misericordia di
un confessore, il volto bendato di un lebbroso. Epifanio tornò al suo
convento e si mise al lavoro.
Dopo
un anno l'icona di Cristo era pronta e la presentò all'Abate e ai
confratelli, che rimasero attoniti e piombarono in ginocchio. Il volto
di Cristo era meraviglioso, commovente, scrutava nell'intimo e
interrogava.
Invano chiesero a Epifanio chi gli era servito da modello.
Non cercare il Cristo nel volto di un solo uomo, ma cerca in ogni uomo un frammento del volto di Cristo.
(Bruno Ferrero)
AUGURI
BUON 2013!
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Speciale
Pagina in continuo aggiornamento
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il
10 dicembre eravamo a Roma davanti al Parlamento per protestare contro
la Riforma delle Forze Armate voluta dal Ministro della Difesa,
l’ammiraglio Di Paola. I rappresentanti dei movimenti per la pace erano
stretti attorno a una gigantesca bandiera della pace che occupava la
larghezza dell’anti-piazza davanti al Parlamento. Eravamo lì per
chiedere ai Parlamentari di non votare la Riforma delle Forze Armate.
Tutto inutile! Quel pomeriggio il Parlamento ha definitivamente
approvato il disegno di legge delega. La Destra ha votato compatta a
favore, nonostante avesse appena sfiduciato il governo. Il PD,
nonostante alcune voci contrarie, ha pure votato a favore. Unico
partito contrario: IDV. Un amaro regalo di Natale questo che il governo
Monti ci lascia prima di dimettersi. Un regalo alla casta dei militari,
alla lobby dei mercanti di morte. La riforma infatti ci costerà nei
prossimi dieci anni, l’astronomica cifra di 230 miliardi di euro!...
...
Mi amareggia il silenzio della Conferenza Episcopale Italiana. Altro
che ‘pace in terra agli uomini di buona volontà’ che è il cuore del
messaggio natalizio.
Il nostro paese sceglie ancora una volta la via della morte invece della vita.
E’ un Natale amaro, un Natale ‘armato’.
UN NATALE ‘ARMATO’ di Alex Zanotelli
Vedi anche i nostri precedenti post:
- Riforma Difesa, ma chi è d'accordo? - «Non votate quella riforma». L'appello di Tavola della pace, Sbilanciamoci e Rete disarmo
- 40 anni fa il Parlamento approvava la legge
sull’obiezione di coscienza. Ieri un altro Parlamento ha approvato una
legge di segno opposto...
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No. Tacere sarebbe un po’ come avallare. Ci ho pensato molto quando ho
letto la notizia di un prete, parroco in Liguria, che ha affisso alla
porta della sua chiesa un articolo preso da internet dal titolo: “Le
donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte
provocano?”
Mi
ha molto colpito, come prete e come uomo, tutta questa vicenda con le
successive affermazioni, smentite ecc. Ho pensato che non era giusto
stare in silenzio.
Credo, di fronte alla morte, all’uccisione, al ‘femmnicidio’ non ci sia spazio per i se e per i ma…
Femminicidio
Molto
reverendo don Piero, noi non ci conosciamo ma confesso che la sua
vicenda mi sta lasciando non poco perplesso. Lei ha pubblicato una nota
sulla bacheca della sua parrocchia in quel di Lerici (SP) nella quale
si affermava che una donna vestita in abiti provocanti, se ho ben
capito, non dovrebbe lamentarsi se poi finisse per essere stuprata o –
peggio ancora – uccisa...
Egregio
don Piero, lei per me è libero di pubblicare e dire tutto quello che
vuole. Ma siccome quella religione è anche la mia, le dirò che nutro
perplessità su pastori che offrono al gregge opinioni quantomeno
discutibili come quelle da lei esposte in bacheca nella sua parrocchia.
Peraltro non mi risulta, Vangelo, Magistero e Catechismo alla mano, che
la Chiesa cattolica sostenga una cosa simile. Anzi...
Lettera aperta a Don Piero Corsi
Una lettera estratta da Telefono Rosa di risposta al pensiero del Don e di pontifex.
Provoco
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Pensavamo che le favole del
Natale, come si addice appunto alle favole, ci rendessero tutti più
ingenui e più buoni, almeno temporaneamente. Stranamente, invece,
sembra che quest’anno, forse a causa della crisi, il Natale abbia avuto
l’effetto contrario su almeno due parroci, che sono discesi al disonore
della cronaca per alcune loro sgraziate prese di posizione, che
lasciano fortemente dubitare un abuso del vino da messa nella
celebrazioni della novena natalizia.
Sul
caso di don Piero Corsi che in un volantino affisso in parrocchia ha
attribuito alle donne la volontà di provocare e ha dato del "frocio" a
un giornalista, riflette il fondatore della comunità 'Exodus' don
Antonio Mazzi. Secondo il prete che da anni lavora per il recupero dei
tossicodipendenti don Corsi ha dei "gravi problemi personali legati
alla sessualità", ma una colpa più grande ha il clero che "pensa solo
alle offerte dei fedeli, all'Imu e al potere e non a fare i pastori di
anime"
Il
volantino sul femminicidio è contrario all'insegnamento della Chiesa. A
richiamare all'ordine il parroco di Lerici, don Piero Corsi è il suo
superiore, il vescovo di La Spezia, Luigi Ernesto Palletti, che dopo
aver fatto rimuovere dalla bacheca parrocchiale la locandina ("sono
affermazioni che conducono a dare una errata lettura dei drammatici
fatti di violenza sulle donne"), ha incontrato il sacerdote in diocesi
puntando l'indice contro un gesto misogino scandalosamente in contrasto
con il magistero della Chiesa.
...
La Chiesa, prosegue la religiosa (n.d.r. suor Rita Giaretta), "dal
punto di vista istituzionale è ancora fortemente maschilista" e mi
chiedo "quale idea di donna può elaborare un sacerdote che è formato a
vivere e a sentire il suo ruolo come un privilegio sacro riservato
unicamente al genere maschile. Non basta far rimuovere un
volantino, bisogna impegnarci tutti, a partire dalla Chiesa, a
rimuovere una mentalità che ancora discrimina e uccide la donna".
Tra
i due litiganti il terzo non “gode”, ma fa da mediatore, facendo si che
siano le stesse parti in cause a trovare la via per risolvere il
conflitto. Una novità non per pochi, come è stata finora, ma per moti,
da conoscere per utilizzarla a proprio vantaggio. Una legge e la sua
bocciatura da parte della Corte Costituzionale in questi giorni sono
un’ occasione per parlarne. Al di là dei tanti settori che coinvolgono
questa pratica, la consapevolezza che “mediare” sia meglio che
“confliggere” ha raggiunto il piano politico attraverso l’elaborazione
di una vera e propria legge. Ma di cosa stiamo realmente parlando e
come si arriva a compiere un percorso di mediazione che non solo eviti
il conflitto, ma lo renda un momento fondamentaleper la pacificazione
del tessuto relazionale?
Quel prete vaneggia, diciamolo
subito. Quelle sono parole di chi non sa quello che dice, manca di
senno... Cristo e la Chiesa professano uguaglianza, ma nel corpo
dell'istituzione storica non c'è ancora parità tra uomini e donne.
Nella Chiesa di oggi c'è poco spazio per le nostre sorelle. Anche senza
farle partecipare al sacerdozio ci sarebbero mille modi per
coinvolgerle e di impegnarle in posti di responsabilità, invece ai
vertici di molti organismi ecclesiali di donne non ce ne sono. Per loro
non c'è possibilità di contare nella Chiesa, proprio perchè non c'è
ancora un reale riconoscimento della donna nello spazio ecclesiale...
...
La principale fucina dell'odio sessista nei confronti delle donne si
chiama Pontifex e da quando è stato creato, nel settembre del 2008, ha
propagandato tesi omofobe, razziste, spesso antisemite e addirittura
negazioniste...
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“Ecco faccio una cosa nuova”
HOREB n. 63 - 3/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
"Il
termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei
cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare
l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma
accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo
di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre
amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre,
accarezza, accompagna.
«Bruna
sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei
Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di
smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico
oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato.
Eppure
confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in
un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo
fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità
del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce
che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo
rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella”
perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la
guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe
della sua bellezza.
Convertirsi,
per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in
Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e
tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro
l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi
liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio
esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito
del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di
consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si
incida nella sua esistenza e determini la sua storia.
Convertirsi
è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei
figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella
società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia .... (EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf)
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Santo Stefano
San Giovanni Evangelista
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La
Chiesa festeggia oggi Santo Stefano, il primo martire, che mentre
veniva lapidato chiese al Signore di non imputare questo peccato a
coloro che lo stavano uccidendo. Il pensiero va, dunque, ai tanti
cristiani che nel mondo soffrono persecuzioni o vengono uccisi per la
loro fede in Gesù Cristo.
La Chiesa celebra oggi la festa
di San Giovanni apostolo ed evangelista: il Papa gli ha dedicato tre
udienze generali nell’estate del 2006. Centro dell’annuncio del
“discepolo prediletto” di Gesù è che “Dio è amore”.
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Vedrete come fra poco...
Due donne...
Nell'accoglienza reciproca...
Che dal braciere del Natale...
Buon Natale...
In Santo Stefano...
Non aver paura...
Quel Bambino...
Silenzio, solo silenzio...
Si vuole uccidere...
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n.3 di Santino Coppolino
NUOVA RUBRICA
Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi
al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo
popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino
IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C) - Vangelo Lc 1,39-45
Il
mistero della Visitazione è il riconoscimento di Dio che si fa visibile
nella storia dell'uomo; è la Gioia dell'incontro tra lo Sposo e la
Sposa, è il Nuovo Testamento che fa visita all'Antico che ne è segno e
promessa. Maria è la nuova Arca dell'Alleanza che, al posto delle Tavole della Legge porta dentro di sé il Signore della Vita...
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E
Dio vide che era cosa buona. E bella. Lo stupore è alla base di tutto,
della filosofia come della religione. Lo stupore di fronte alla
bellezza intangibile della creazione, delle persone. Di un mondo non
sfiorato né da guerre né da missione alcuna.
M
come meraviglia, come meraviglioso. Perché meravigliosa è la vita,
sicché ogni attività umana degna di questo nome inizia con la capacità
di stupirsi. Sì, di stupirsi, perché ci sentiamo parte di un tutto cui
apparteniamo, di una storia che ci accompagna, della stessa umanità che
ci sostiene e che noi rafforziamo. È thaumazein, cioè restare
meravigliati, ma per intimo getto di una gioia inedita e senza
paragoni. Lo scriveva già Platone, per il quale tale stupore
accompagnato dall’ammirazione anticipa ogni altra intuizione e
qualsiasi tipo di considerazione sull’uomo. Scriveva: “Lo stupore
(thaumazein) è il pathos del filosofo. Da altro non ha inizio la
filosofia se non da questo, e colui che chiama Iride la figlia di
Taumante, non sembra definire in modo errato la sua origine” (Teeteto).
La meraviglia è, dunque, ciò che nasce nel guardare l’arcobaleno,
quell’Iride che nella Teogonia (l’origine degli dei) del poeta Esiodo è
appunto figlia dello stupore in persona (Thaúmas).
Ma
la religione inizia alla stessa maniera: nel sorprendersi immensamente
grandi nella propria povertà, nel bussare con le nostre mani finite e
doloranti alle porte dell’Infinito che ci chiama.
Che meraviglia!
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"Che cosa significa mangiare insieme" di Enzo Bianchi
In tutte le culture la festa è l’occasione per “vivere insieme” un
evento, una memoria,un’appartenenza, una speranza condivisa ma nelle
culture ispirate dal cristianesimo la festa del Natale è sentita anche
da parte di chi non professa la fede nella nascita a Betlemme di Gesù
di Nazaret, il Dio fatto uomo. Per cristiani e non cristiani queste
feste natalizie accolgono il senso che viene loro dato, ma soprattutto
offrono l’occasione a quanti si sentono legati da sentimenti affettivi
di “stare insieme”.
Natale
rimane così nel sentimento di moltissimi uomini e donne dell’occidente
la festa in cui si celebra l’amore. Certo, non sempre e non nello
stesso modo, perché gli eventi della vita possono oscurare la festa o
impedire di assaporarla in modo pieno, ma non appena la data si
avvicina, nel cuore si fa strada la domanda: “Con chi vivrò quei
giorni? con chi condividerò il pranzo di festa? con quali piatti
allieterò la tavola?”.
Sappiamo
fin troppo bene che le feste natalizie oggi, segnate dalle esigenze del
consumismo che si fanno sentire già a novembre, sono percepite come
occasioni per scambiarsi doni in una società opulenta e, seppure in
crisi, incapace di sobrietà e portano con sé abitudini che fanno
ripetere gesti e parole magari svuotati di passione. Eppure dobbiamo
riconoscere che restano un’occasione per “vivere insieme” qualcosa:
davvero la ragione profonda permane non sconfitta in queste feste è lo
“stare insieme”. Gli esseri umani sentono questo bisogno nonostante lo
sfilacciamento della vita sociale, l’individualismo dominante che
ammorba l’esistenza, la diffidenza e la paura dell’altro che ormai
minaccia anche la vita familiare. Trovarsi insieme, aprire almeno per
un giorno la casa ad altri che abitualmente non vivono con noi ma che
noi amiamo, cercare di contraddire la solitudine, l’isolamento cui
sovente sembriamo condannati dalla vita di oggi e dalle architetture
che abitiamo: questo può essere il Natale.
"Che cosa significa mangiare insieme" di Enzo Bianchi
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I
giorni dell'Avvento ci introducono al mistero dell'incarnazione del
nostro Salvatore. Nelle nostre vite, agitate da continue occupazioni e
preoccupazioni quotidiane, irrompe un evento eccezionale che ferma lo
scorrere del tempo.
Gesù,
il figlio di Dio facendosi uomo entra nella storia degli uomini e nella
vita di ciascuno di noi, innalzandola a nuova dignità e affrancandola
dal peccato.
Il Natale, come tutto ciò che proviene da Dio, va contro ogni regola e sconvolge ogni convenzione...
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In questa
vigilia di Natale vorrei fermarmi su una figura chiave della scena
della natività: la Madre. Chi è Maria nel suo profilo di donna, di
credente, di testimone del Messia? Come ha vissuto il suo rapporto con
Dio e le sue relazioni umane?
Proverò
a rispondere a queste domande secondo quanto la discrezione dei Vangeli
consente di farlo, convinto che la conoscenza di Maria può aiutare
credenti e non credenti a vivere non banalmente questi giorni speciali.
La ricerca di un Natale diverso, ricco di pace e speranza di Bruno Forte
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«In principio era il Logos, il Logos era presso Dio e il Logos era Dio... E il Logos divenne carne».
Con
la loro incisiva lapidarietà queste parole del Quarto Vangelo, che
vengono proclamate nelle chiese ogni anno nella liturgia del Natale,
consegnano a una prospettiva essenziale, davanti al profluvio di parole
sulla solidarietà, la condivisione, la bontà con cui si offre la
reinterpretazione del Natale in una società ormai secolarizzata e
post-cristiana, ma sempre segnata nei tempi del vivere collettivo dalla
sua tradizionale storia cattolica.
Sono
parole che sintetizzano la coscienza di fede cristiana sulla
ineliminabile relazione di Dio con il mondo, sulla sua compromissione
radicale con la storia dell’umanità, e insieme vogliono esprimere una
parola significativa sull’umano, a partire dalla concreta vicenda di
Gesù di Nazareth.
Le
parole del Vangelo di Giovanni sono parole che possono raggiungere
nella loro paradossalità anche gli uomini e le donne - credenti e non -
abitatori di questa tarda modernità, perché parlano di «divenire» e di
«carne», di un definitivo (che non è l’assoluto) nel frammento di
un'esistenza singolare e limitata; perché hanno la capacità di
interpellarci attraverso il tempo a riconsiderare in modo nuovo la
nostra stessa storicità, dischiudendone orizzonti di senso e di
resistente speranza.
Quando
la Bibbia ricorre al termine «carne», infatti, esprime l’essere umano
integrale visto nella sua fragilità, nella debolezza, nella mortalità,
nello stare in una rete di relazioni che qualificano l’identità
singolare e nell’essere determinato e «de-finito» dallo spazio e dal
tempo...
Dio che rischia non è solo spirito di Serena Noceti
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AUGURI
BAMBINO GESÙ
Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l'anziano!
Spingi gli uomini a deporre le armi e a stringersi in un universale abbraccio di pace!
Invita
i popoli, misericordioso Gesù, ad abbattere i muri creati dalla miseria
e dalla disoccupazione, dall'ignoranza e dall'indifferenza, dalla
discriminazione e dall'intolleranza.
Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme, che ci salvi liberandoci dal peccato.
Sei Tu il vero e unico Salvatore, che l'umanità spesso cerca a tentoni.
Dio della Pace, dono di pace all'intera umanità, vieni a vivere nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.
Sii Tu la nostra pace e la nostra gioia!
Amen.
David Maria Turoldo
B U O N N A T A L E !
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Lectio del Vangelo di Natale a cura di Fr. Egidio Palumbo
Lectio del Vangelo a cura di fr. Egidio Palumbo della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME) Natale del Signore - anno C - 25-12-2012
Notte di luce
1.
Per comprendere e vivere la solennità del Natale del Signore al quale
ci siamo preparati con il cammino dell’Avvento, è necessario uscire
prima da un luogo comune, frutto di un sentimento infantile regressivo,
che fa sentire il Natale come il “giorno del compleanno di Gesù”. Sarà
questo un sentire positivo – non lo si nega – che comunica emozioni
forti e sentimenti di bontà e di pietà, ma è il “nostro” Natale, un
Natale “a nostra misura”, un Natale “beautiful”, che però non
corrisponde al Natale del Signore.
2. Ci viene richiesta, allora, una comprensione di fede più matura che
ci aiuti a vivere il Natale del Signore come l’attesa del Signore
Crocifisso Risorto che viene in mezzo a noi nel segno potente, luminoso
– ovvero salvifico – della piccolezza, della povertà e della
fragilità.
È questo il senso del Natale del Signore, narrato dai vangeli di Luca
2,1-20 e Matteo 2,1-12, cantato, pregato e creduto nella Liturgia,
mostrato mistagogicamente per la nostra contemplazione nelle icone
della chiesa orientale. Il Natale del Signore sintetizza mirabilmente
la memoria della sua venuta nella carne, della sua incarnazione nella
storia, della sua passione, morte e risurrezione, e della sua Parusia,
cioè l’attesa della sua venuta come Crocifisso Risorto.
È una grande visione di fede che contempla:
- nel Bambino nato nella carne, il Risorto rinato a vita nuova;
- nella gloria cantata dagli angeli, la gloria della Risurrezione;
- nell’Oggi della sua nascita come primogenito, l’Oggi della sua Risurrezione come primogenito risorto dai morti;
- nelle fasce che lo avvolgono come bambino, le bende che avvolsero il suo corpo morto crocifisso;
- nella mangiatoia dove viene adagiato, la tomba dove fu deposto e la
mensa del pane della sua Parola e del suo Corpo dove viene donato per
il nostro nutrimento;
- nei pastori che vegliano nella notte e che per primi ricevono
l’annuncio della Nascita, le donne che alle prime luci dell’alba
vegliano nel “luogo del memoriale” e che per primi ricevono l’annuncio
della Risurrezione;
- nel piccolissimo villaggio di Betlemme che accoglie il Bambino con
Maria e Giuseppe, la “casa del pane” (questo significa
“Betlemme”);
- nella piccolezza e fragilità del Bambino, lo stile umile, povero e mite del Gesù adulto.
E così il Natale del Signore è contemplato, narrato e annunciato nella prospettiva della sua Pasqua...
Notte di luce
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Riflessioni davanti al presepe...
In questi giorni, come ogni
anno, nelle nostre case stiamo allestendo il presepe. Può essere allora
utile per ognuno di noi rispolverarne la storia e il significato.
La bellezza del Presepe
La
grotta, il bue e l’asino, mezzanotte: guai se nel nostro presepe
mancassero questi elementi che recano con sé tutta l’atmosfera
natalizia e le emozioni bellissime di un’infanzia innocente, forse
perduta. Ma se scorriamo le righe del racconto evangelico di Luca, di
questo apparato non c’è menzione perché esso è sbocciato liberamente
come un fiore della tradizione su un testo che è, invece, molto più
sobrio. Ecco, allora, alcune brevi annotazioni attorno alla narrazione
lucana.
Il bue, l'asino e la grotta di Betlemme
Sono
le 12 e 12 del 12.12.12: ultima volta in cui - almeno nel XXI secolo -
sarà possibile questo giochino del momento perfetto. Perfetto però per
mettermi a fare il presepe, ancora una volta (che vorrei non fosse
l'ultima). Appoggiando due fogli di compensato sulla cassapanca antica,
rivedo con la memoria la colla di Luca Cupiello e mi domando: come si
chiama chi fa il presepe? Presepista no, sa di professionista: una cosa
che si fa e si disfa una volta all'anno non è un lavoro.Costruttore di
presepi neppure, sa tanto di costruttori di cattedrali, e con loro non
c'è gara. Eppure anche lui, direbbe Pietro, è una pietra viva che
edifica la Chiesa.
Pensieri poco santi facendo il Santo Presepe...
...
Per i detentori del potere un Dio vicino fa paura ed una pace a portata
di mano mette imbarazzo. L'evangelista Matteo narra che alla notizia
della nascita del Messia "il re Erode si turbò, e con lui tutta
Gerusalemme". Loro, i grandi, amano pregare un Dio lontano e invocare
una pace che voli alto. Ma noi sappiamo che, da quando Dio ha posto la
sua tenda tra noi, la vera pace cammina con i piedi dei Francesco, non
vola sulle ali dei Condor.
Togliamo Gesù dal presepe
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"Un bambino è nato per noi" - Lidia Maggi
"Un bambino è nato per noi" Luca 2; Matteo 1
puntata di "Uomini e Profeti" con Lidia Maggi trasmessa da Radiotre il 23 dicembre 2012 "Un
continuo rimando alle parole delle Scritture antiche, Luca e Matteo
vogliono indicare che il bambino nato a Betlemme è davvero il figlio di
Davide che il popolo di Israele attendeva. Ma la piccolezza, la
povertà, l’umiltà fanno di questo bambino il re che nessuno si
attendeva. Con la pastora battista Lidia Maggi, esploriamo il Vangelo
di Matteo, che inizia con una genealogia che risale da Giuseppe ad
Abramo, prosegue con una serie di annunci che avvengono in sogno a
Giuseppe, e con la nascita del bambino. Una volta nato il bambino, Luca
dispiega invece la grande scena del presepe, con angeli e pastori,
lontani tutti dai potenti. " (Uomini e Profeti) Ascolta o scarica l'audio (MP3): l a puntata del 23 dicembre 2012
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Nel
corso della Messa di mezzanotte, dalla basilica della Natività di
Betlemme è risuonato forte il grido di pace del Patriarca latino di
Gerusalemme, monsignor Fouad Twal. «Da questo Luogo Santo – ha detto -
invito i politici e gli uomini di buona volontà a lavorare
risolutamente per un progetto di pace e di riconciliazione che abbracci
la Palestina e Israele e questo Medio Oriente sofferente. Solo la
giustizia e la pace in Terra Santa potranno portare a ristabilire un
equilibrio regionale e mondiale».
L'accorato
appello è stato lanciato nella notte in cui il mondo cristiano ha
guardato a Betlemme come sua capitale. Nella basilica c'erano
ambasciatori e consoli di diversi Paesi
Quel grido di pace da Betlemme
Ha
scelto uno tra i momenti più solenni e sentiti della Cristianità per
lanciare un nuovo accorato appello per la pace e per la fine di ogni
violenza nel nome della religione. «Le spade siano forgiate in falci»,
ha detto Benedetto XVI in San Pietro, durante la Messa di mezzanotte:
«al posto degli armamenti per la guerra subentrino aiuti per i
sofferenti».«Illumina le persone che credono di dover esercitare
violenza nel tuo nome, affinché imparino a capire l'assurdità della
violenza e a riconoscere il tuo vero volto», ha poi aggiunto rivolgendo
la sua preghiera al Signore Gesù che «è la nostra pace e ha annunciato
la pace ai lontani e ai vicini».
Papa: «Basta violenze in nome di Dio»
In
un tempo della storia umana così delicato segnato da
profonde sperequazioni sociali ed economiche, Benedetto XVI
ha trovato, in questi giorni, le parole giuste
per confortare gli uomini e le donne di buona volontà, a ogni
latitudine essi siano.
I
suoi interventi in occasione delle festività natalizie hanno
avuto come motivo conduttore il tema della pace.
Sia nell'omelia durante la Santa Messa della notte di Natale
nella Basilica Vaticana, come anche nel
tradizionale messaggio in occasione della benedizione Urbi et
Orbi del 25 dicembre, il Papa ha ribadito il suo pensiero, esprimendo
preoccupazione, affinché le comunità cristiane, e più in
generale la società civile su scala planetaria,
prendano coscienza dell’importanza di
partecipare attivamente alla costruzione del bene
comune, nel rispetto del valore positivo della vita.
La vera gloria
il testo integrale dell'omelia di Benedetto XVI nella Santa Messa della Notte nella Solennità del Natale del Signore
il testo integrale del messaggio urbi et orbi
Il risveglio di Betlemme (video)
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Una riflessione sul senso del
Natale di don Mimmo Battaglia, da anni impegnato nelle comunità
terapeutiche. Un presepe fatto da chi ha perso il lavoro, dal disabile,
dal sieropositivo
Mimmo Battaglia: "Natale: Dio ha sei miliardi di volti"
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Dal 28 dicembre 2012 al 2 gennaio 2013, la città di Roma accoglierà il
35° incontro europeo dei giovani. Quarantamila giovani adulti da tutto
il continente ed anche da oltre si raduneranno nella capitale italiana
per sei giorni di preghiera, di riflessione e di vita comune con le
parrocchie, le famiglie e le comunità religiose di Roma e dei dintorni.
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Preghiera,
riflessioni, incontri: l'originale Capodanno promosso dalla comunità
ecumenica francese fa tappa a Roma. Ne parliamo con frère Alois.
Annachiara Valle: Taizé, la fede dal cuore giovane
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CHIESA
E SOCIETA'
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interventi
ed opinioni |
La rilevanza della fede per un impegno socio-politico "veramente" etico
(Stralcio tratto dalla Conferenza all’”Associazione Culturale Aldo Moro” di Loreto, tenuta il 19 maggio 2012 a Loreto (AN) dal titolo La misura alta della politica: il servizio).
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POLITICA
Ancora non è chiaro cosa
significhi, nelle parole di Monti, il centrismo radicale proposto come
Agenda di una futura unità nazionale: un ordine nuovo, addirittura,
dove le classiche divisioni fra destra e sinistra sfumerebbero. Non è
chiaro cosa significhi in particolare per l'Europa: presentata come suo
punto più forte. Punto forte, ma stranamente sfuggente.
Centrista, sì, ma radicale non tanto.
Barbara Spinelli: Un'Agenda che vola basso
I cattolici
favorevoli all’agenda Monti potrebbero proporre una nuova lista a
sostegno del premier senza confluire in quella di Casini e Montezemolo.
È un’ipotesi che viene discussa, a pochi giorni dalla pubblicazione
dell’agenda Monti per il governo del Paese.
Dopo l’endorsement alla candidatura Monti da parte del presidente dei
vescovi Angelo Bagnasco, preceduto e seguito da inequivocabili segnali
di insofferenza per la ridiscesa in campo del Cavaliere, le gerarchie
stanno alla finestra, non senza qualche preoccupazione. Oggi è arrivato
anche l’elogio dell’Osservatore Romano.
Andrea Tornielli: L’Osservatore Romano: Monti vuole recuperare il senso alto della politica
Pier Luigi
Bersani e Silvio Berlusconi non avrebbero mai potuto immaginare, ancora
qualche settimana fa, che in questa campagna elettorale i loro
interessi sarebbero stati, di fatto, convergenti. Essi hanno un
interesse in comune: «fare fuori» il centro. E, forse, le scelte di
Monti hanno finito per favorire questa oggettiva convergenza di
interessi.
Angelo Panebianco: Gli interessi convergenti
Non
è un fulmine a ciel sereno. La decisione di Pietro Grasso di candidarsi
alle elezioni è la conseguenza di una riflessione lunga e ponderata, il
risultato di una serie di tentativi, andati a vuoto, di accostarsi alla
politica cercando di mantenere la distanza del tecnico. La carriera di
Pietro Grasso, la sua storia umana e professionale raccontano l’impegno
di un magistrato, di un uomo che da tempo coltiva l’utopia della «buona
politica» senza cedimenti alle tentazioni populiste o alle rivolte
estemporanee.
Francesco La Licata: Grasso “Il mio progetto è moralizzare senza antipolitica”
Maurizio
Landini e Antonio Ingroia sono le due personalità cruciali per il
futuro politico prossimo dell’opposizione civile che vuole realizzare
la Costituzione. Landini ha stracciato tutti nei sondaggi della
trasmissione di Santoro. Conosciamo l’obiezione: il “popolo” di
Servizio Pubblico non è certo rappresentativo dell’Italia, e neppure
del centro-sinistra, mediamente è più radicale.
Paolo Flores D'Arcais: Ingroia e l'antieroe Landini
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OPINIONI E COMMENTI
Ha scelto uno tra i momenti più
solenni e sentiti della Cristianità per lanciare un nuovo accorato
appello per la pace e per la fine di ogni violenza nel nome della
religione. «Le spade siano forgiate in falci», ha detto Benedetto XVI
in San Pietro, durante la Messa di mezzanotte: «al posto degli
armamenti per la guerra subentrino aiuti per i sofferenti».«Illumina le
persone che credono di dover esercitare violenza nel tuo nome, affinché
imparino a capire l'assurdità della violenza e a riconoscere il tuo
vero volto», ha poi aggiunto rivolgendo la sua preghiera al Signore
Gesù che «è la nostra pace e ha annunciato la pace ai lontani e ai
vicini».
FAMIGLIA CRISTIANA: Papa: «Basta violenze in nome di Dio»
«Non c’era posto
per loro nell’alloggio». Nella notte di Natale, in San Pietro,
Benedetto XVI muove dal racconto evangelico, Maria che arriva a
Betlemme con Giuseppe e deve deporre il suo bimbo in una mangiatoia,
per compiere una riflessione vertiginosa sul mondo che non ha posto per
Dio e quindi non riconosce la sua immagine nei più deboli, «i profughi,
i rifugiati, i migranti, gli stranieri, i poveri, i bambini», e li
respinge come ha respinto Gesù. E poiché «dove non si dà gloria a Dio
non c’è neppure pace», la riflessione del Papa si fa preghiera per la
pace
Gian Guido Vecchi: Il Papa prega per la pace, i poveri e i migranti: «Esclusi come Maria nella notte di Betlemme» (testo+video)
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