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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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Il volto di Gesù
A volte basta un raggio di sole
In Sicilia, il monaco Epifanio un giorno scoprì in sé un dono del Signore: sapeva dipingere bellissime icone.
Voleva
dipingerne una che fosse il suo capolavoro: voleva ritrarre il volto di
Cristo. Ma dove trovare un modello adatto che esprimesse insieme
sofferenza e gioia, morte e risurrezione, divinità e umanità?
Epifanio
non si dette più pace: si mise in viaggio; percorse l'Europa scrutando
ogni volto. Nulla. Il volto adatto per rappresentare Cristo non c'era.
Una sera si addormentò ripetendo le parole del salmo: "Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto".
Fece
un sogno: un angelo lo riportava dalle persone incontrate e gli
indicava un particolare che rendeva quel volto simile a quello di
Cristo: la gioia di una giovane sposa, l'innocenza di un bambino, la
forza di un contadino, la sofferenza di un malato, la paura di un
condannato, la bontà di una madre, lo sgomento di un orfano, la
severità di un giudice, l'allegria di un giullare, la misericordia di
un confessore, il volto bendato di un lebbroso. Epifanio tornò al suo
convento e si mise al lavoro.
Dopo
un anno l'icona di Cristo era pronta e la presentò all'Abate e ai
confratelli, che rimasero attoniti e piombarono in ginocchio. Il volto
di Cristo era meraviglioso, commovente, scrutava nell'intimo e
interrogava.
Invano chiesero a Epifanio chi gli era servito da modello.
Non cercare il Cristo nel volto di un solo uomo, ma cerca in ogni uomo un frammento del volto di Cristo.
(Bruno Ferrero)
AUGURI
BUON 2013!
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Speciale
Pagina in continuo aggiornamento
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Non so perché, ma a me, ogni fine anno, vengono sempre in mente i versi di una poesia di Eugenio Montale, Fine del ‘68: “…Tra
poche ore sarà notte e l’anno/ finirà tra esplosioni di spumanti/ e di
petardi. Forse di bombe o peggio,/ ma non qui dove sto. Se uno muore/
non importa a nessuno purché sia/sconosciuto e lontano”.
Versi
che mi sembrano attuali anche quarantaquattro anni dopo, qualunque sia,
oggi, la realtà da prendere in considerazione: a livello planetario,
nazionale o locale.
Di
questo 2012, infatti, si potrebbero dire le stesse cose già dette in
passato e provare le stesse dolorose sensazioni: in qualche angolo del
mondo si spara, si lanciano bombe per difesa o offesa, per conquistare
la libertà o soffocarla, e ci sono case rase al suolo, bambini che
muoiono, mamme che piangono, giovani donne mortificate, vecchi
inebetiti, uomini adulti vittime e carnefici.
E
dal mare di Sicilia abbiamo ancora visto arrivare nell’isola barconi
carichi di disperati (e tanti erano morti durante il viaggio), molti
dei quali sono stati poi sfruttati nelle campagne, emarginati nelle
grandi città, costretti, anche nelle piccole nostre comunità, ad
ingrossare la schiera di quanti faticano a tirare avanti la vita e li
vediamo, con rassegnazione dolore e dignità, offrire una rosa nei
locali, sciorinare la modesta mercanzia sulla bancarella, allungare lo
strofinaccio sul vetro della macchina…
E poi ci sono i giovani...
Il campo da arare di Filippo Russo
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La
mia generazione conserva la memoria di una predicazione annuale sulle
realtà ultime e definitive, dette appunto novissimi. Morte, giudizio, e
quindi l’esito definitivo, inferno o paradiso, stavano come eventi
davanti a ciascuno di noi, eventi capaci di destare paura, o almeno
timore. Soprattutto il canto del Dies irae (“Giorno di ira sarà quel
giorno…”), che risuonava in occasione delle liturgie dei morti, ci
descriveva il giudizio universale e particolare al quale saremo stati
chiamati. Cos’era il giorno della morte se non innanzitutto il giorno
della chiamata in giudizio di ciascuno di noi da parte di Dio? E va
detto che erano soprattutto le persone più sante ad avere paura del
giudizio, dunque quanto più dovevano temerlo i cristiani
quotidiani…
Sì,
anche a causa di questa paura angosciosa sovente insegnata, il discorso
sul giudizio è stato screditato. E così da anni su questo tema regna il
silenzio, in forza del quale molti si rivolgono ad altre letture delle
realtà ultime: la grande diffusione della credenza nella
reincarnazione, per fare solo un esempio, vuole riempire il vuoto
lasciato dalla predicazione ecclesiale. Ma il tema del giudizio nel
cristianesimo non può essere evaso, è decisivo per conoscere il vero
volto di Dio. La predicazione del giudizio fa parte del Vangelo, della
buona notizia, e come buona notizia, certamente a caro prezzo come la
grazia, il giudizio va confessato, ricordato e preparato da ogni
credente.
Novissimi: l'ora del giudizio di Enzo Bianchi
Al
di là della profezia dei Maya e degli allarmismi che ha scatenato,
avrebbe senso riflettere sul significato autentico dell'apocalisse e
sul giudizio finale. Aiutati dall'arte.
...
Visto che, comunque, si fa un gran parlare di questa imminente fine del
mondo, al punto che si ha l'impressione che sia diventata una delle
tante mode passeggere che riempiono le nostre giornate, anche in questo
caso ciclicamente (si vedano le varie feste, corse ai rifugi, happening
programmati un po' dovunque), possiamo provare a ricavare qualcosa di
buono dalla situazione, magari cercando il significato autentico delle
cose.
In
questo senso, i cristiani dovrebbero essere in prima fila: come ha
ricordato Enzo Bianchi nel suo intervento di domenica scorsa su
Avvenire, ad esempio, l'annuncio del «giorno in cui il Signore verrà»
non può essere eluso. Il Dies irae, per recuperare il canto che risuona
in occasione delle liturgie dei morti, è decisivo sia per conoscere il
vero volto di Dio, sia per ristabilire la giustizia, mettere da una
parte i buoni e dall'altra i cattivi, affinché a ciascuno sia data la
giusta ricompensa. Vale anche la pena ricordare, essendo noi maestri
nel dimenticare, che l'Apocalisse è il libro finale del Nuovo
Testamento e della Bibbia, nel quale si annuncia l'avvento della
Gerusalemme celeste. La parola greca, apokalypsis, indica un rivelare
ciò che è nascosto.
Alcune
iniziative culturali possono inoltre aiutarci a capire il significato
autentico dell'apocalisse e della fine del mondo.
Aspettando la (vera) fine del mondo
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Fiaccole, slogan e canti: ma soprattutto preghiera e riflessione. In
migliaia hanno scelto di passare a Lecce la vigilia del capodanno 2013
per vivere l’“esperienza mirabile che è la Marcia per la pace”. Nelle
parole del vescovo Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione
episcopale per i problemi del lavoro, la giustizia e la pace, c’è
subito il ricordo del “grande modello di pace”: “in questa terra
segnata da tanta arte, da tanta forza, emerge la figura di don Tonino
Bello, ed è a lui che ci siamo ispirati nello scegliere questa città
per la Marcia della Pace”. Sono giunti da ogni parte d’Italia i
partecipanti alla quarantacinquesima edizione dell’iniziativa: tema,
“Beati gli operatori di pace”, lo stesso scelto da Benedetto XVI per la
Giornata mondiale.
La marcia a Lecce: un racconto attraverso i contenuti
«Il
programma della Marcia – spiega mons. Angelo Casile, direttore
dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro – si articola
in sette momenti: l’accoglienza, i saluti e una preghiera ecumenica
(“Vivere la fede nella pace”); l’annuncio (“Il Vangelo della pace”, con
testimonianza su don Tonino Bello); la denuncia (“Stili di vita,
sobrietà e carità”, con riflessione sui conflitti dimenticati); la
rinuncia (“Educare alla pace”, con testimonianza sulla partecipazione
dei laici); la tavola rotonda (“Tra diluvio e arcobaleno… Primavera
araba e Mezzogiorno”); la celebrazione eucaristica nella Cattedrale
(trasmessa in diretta su TV 2000 dalle 22.30); gli auguri e un momento
conviviale conclusivo».
Un nuovo anno nel segno della pace
"La
pace sta veramente a cuore a noi cristiani, parte di quella schiera
immensa di uomini amati da Dio, di buona volontà, che si uniscono a noi
operatori di pace - ha affermato nel suo messaggio di benvenuto, l'arcivescovo
D'Ambrosio - la pace come pienezza di doni, di realizzazione piena
della propria esistenza, la pace che annulla ogni guerra, ogni
discriminazione, ogni violenza ogni tensione; pace che annunzia e
promuove in ogni uomo la sua dignità, garantendogli libertà piena. È
bello pensare che sono assenti/presenti i tanti profeti di pace non più
tra noi - poi detto il presule -, come il nostro don Tonino Bello, il
vescovo autentico promotore e operatore di pace. Venti anni fa in
questo stesso mese con la debolezza e fragilità di un corpo affranto e
dilaniato dal male, ha guidato con coraggio nella glaciale e innevata
città di Sarajevo, distrutta dagli orrori e dalle violenze della guerra
nei Balcani, una marcia silenziosa che il suo debole e fragile corpo
rendeva ancor più eloquente. Sentiamolo accanto come modello vero in
questo nostro impegno per la pace, in questo nostro camminare sulle
strade di una città che molto spesso sa vincere il suo tranquillo
vivere con segni e gesti di generosa accoglienza e di autentico amore".
«Sviluppo e giustizia» nella marcia della Pace a Lecce
Durante
la messa a conclusione della 45° Marcia nazionale per la pace
l’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Domenico Umberto D’Ambrosio, ha
pronunciato l’omelia che riportiamo di seguito.
“Il Signore Ti conceda Pace”
E’ stata
sicuramente la testimonianza sulla Siria a scuotere le coscienze dei
circa 3.000 partecipanti alla 45esima marcia per la pace a Lecce, nella
notte di Capodanno. Eravamo in tanti, credenti e non credenti, con un
messaggio anche degli ortodossi, dei metodisti e il saluto del
rappresentante della comunità islamica a metterci incammino per dire
che un altro mondo è possibile. Che è possibile guardare al futuro con
speranza, puntando sulla vita delle persone, cambiando un sistema
economico finanziario che fa del profitto il vero ‘dio’, l’idolo a cui
sacrificare la vita di tante persone. E
così, con le fiaccole accese a ricordare la ‘lampàra’ di don Tonino
Bello, nella sua terra salentina ci siamo messi in cammino, perché la
pace è cammino.
Sviluppo e giustizia vie per la pace
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«Questa
terra di Puglia accoglie la vostra presenza come un segno straordinario
di solidarietà». Erano i saluti di un indimenticato e ancor oggi
amatissimo vescovo, don Tonino Bello, che 20 anni fa accoglieva nella
sua diocesi, Molfetta, la Marcia della pace della notte del 31 dicembre
1992. Don Tonino, presidente di Pax Christi, moriva poi il 20 aprile
1993. Stasera si torna lì, nella sua terra. La 45a Marcia della pace si
svolge, infatti, a Lecce, partendo dalla sua tomba ad Alessano.
«Una
terra-finestra. Una terra-simbolo. Una terra-speranza. Una
terra-frontiera… Si distingue bene il Mediterraneo, nuovo invisibile
muro, che curva la nostra regione come un arco di guerra puntato dal
Nord verso il Sud del mondo. Il radicalmente altro che è il musulmano,
il radicalmente impoverito che è l’africano». Le parole di don Tonino
hanno 20 anni, ma sono tragicamente attuali anche oggi. Per questo Pax
Christi, la Caritas, l'Ufficio nazionale per i problemi sociali e il
lavoro della Conferenza episcopale italiana (Cei) e l'Azione cattolica
italiana invitano a marciare per la pace questa notte, nel solco del
messaggio del Papa: Beati gli operatori di pace. Una marcia per essere
"svegli" e vigilare su quanto sta accadendo, nei confronti degli
immigrati e dei più poveri. Su quanto sta accedendo ad un’economia che
mette pesanti fardelli sulle spalle delle persone, ma non mette
minimamente in discussione le follie di spese militari i cui zeri
sembrano messi a caso, tanto sono numerosi, e invece, purtroppo sono
veri.
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Cosa chiedereste a san Francesco per
il nuovo anno? Inviateci il vostro più grande desiderio e lo porteremo
sulla tomba del Santo.
La salute, la serenita' in famiglia e fra gli uomini, la pace, il
lavoro, una politica buona. Sono i desideri per il nuovo anno che gli
internauti affidano a San Francesco d'Assisi in messaggi che verranno
portati dai frati sulla tomba del Santo nella Basilica a lui dedicata.
In soli due giorni sono gia' più di 200 i messaggi inviati al sito del
Sacro convento di Assisi, sanfrancesco.org, provenienti da ogni parte
del mondo.
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Lunghi
viaggi e traversate nella speranza di trovare un Paese che li accolga.
Ma l'Italia non è pronta. Da oltre un anno la gestione dei migranti che
chiedono asilo politico è affidata a procedure d'emergenza. Anche chi
ce l'ha fatta è spesso costretto a vivere in condizioni drammatiche. Il
caso del Salaam Hotel a Roma dove i profughi vivono come fantasmi in un
palazzo dismesso, finito in prima pagina sull'International Herald
Tribune
Per la gestione
dell'emergenza Nord Africa, nella regione la protezione civile ha
siglato un accordo con Federalberghi per accogliere i migranti fuggiti
dalla guerra in Libia e dalle rivoluzioni in Tunisia. Secondo
l'accordo, ogni albergatore percepisce dai 36 ai 42 euro al giorno per
ogni persona ospitata, ma dovrebbe garantire servizi di intermediazione
linguistica, legale, culturale, cibo e vestiario adeguati. Nella realtà
invece, la situazione è sfuggita al controllo centrale e da più di un
anno migliaia di profughi vivono parcheggiati in hotel al centro di
Napoli presso la stazione Garibaldi e in strutture inutilizzate della
provincia. Ci sono hotel che sono arrivati a guadagnare oltre 7000 euro
al giorno. Molti tra i migranti intervistati sono caduti nel circuito
del lavoro illegale. I servizi di assistenza sono forniti da
associazioni di volontari locali
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... Ebbene, vorrei fare coming out.
Io sono un conservatore. Non riesco ad ad accettare i sentieri
imboccati dal cambiamento. Molti, almeno. Il paesaggio urbano che mi
circonda. E mi assedia. La plaga immobiliare che avanza senza regole e
senza soste. L'indebolirsi delle relazioni personali e dei legami
comunitari. Il declino dei riferimenti di valore - perfino
di quelli tradizionali. La famiglia ridotta a un centro servizi, a un
bunker sotto assedio. La retorica dell'individualismo esibizionista e
possessivo. Che ci vuole tutti imprenditori - di se stessi.
La Rete come unico "spazio" di comunicazione. Gli smartphone che
rimpiazzano il dialogo fra persone. I tweet al posto delle parole. La
relazione senza empatia. Le persone sparse che parlano - e
ridono, imprecano, mormorano - da sole.
In tanti intorno a un tavolo, oppure seduti, uno vicino all'altro. Eppure lontani...
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Da un'intervista su RAI 1 a Unomattina.
Il mondo è venuto a conoscenza di questa terribile tragedia del Sinai nel novembre del 2010.
A tutt'oggi ci sono ca. 1000 persone (per lo più eritrei, gli altri
provengono da svariate nazioni del Corno d'Africa) in mano ai
trafficanti di esseri umani. I giovani, le donne ed i bambini vengono
torturati durante la detenzione, finchè i familiari non pagano il
riscatto, che può arrivare fino a 60.000 dollari. Chi non ha il denaro
viene sottoposto ad espianto degli organi, che vengono immessi nel
mercato nero, oppure vengono uccisi barbaramente in altro modo.
Una volta "liberi" cercano di raggiungere il confine con Israele.
Varcarlo è sempre più difficile, quasi impossibile, visto che il
Governo Israeliano ha eretto un filo spinato lungo molti km per
impedire l'ingresso dei rifugiati. Spesso vengono uccisi o arrestati
dalla polizia egiziana per immigrazione clandestina. Vengono lasciati
per anni in prigione, senza che i familiari ne vengano informati, per
poi essere rimpatriati.
A Islamabad un centinaio di
fanatici islamici attaccano uomini, donne e bambini all’uscita dalla
messa. Diversi i feriti, uno grave
Frustrati e sconcertati dalla
strategia del proprio governo. Incapaci di spiegare alle cancellerie di
mezzo mondo la politica estera di Israele. Così si sentono gli
ambasciatori dello Stato ebraico che hanno dato vita a un’inedita e
clamorosa protesta.
Maria Saadeh, deputata eletta
al Parlamento, manifesta tutta la sua forza di donna impegnata, quando
racconta della sua Siria. “La Siria deve mantenere la sua laicità, non
può cadere in mano agli integralisti sponsorizzati dal Qatar e
dall’Arabia Saudita, la forza della Siria è il pluralismo religioso e
l’integrazione fra i suoi componenti. La strategia occidentale è tesa
ad indebolire il nostro Paese, prima di tutto perché nonostante la
vicinanza geografica a Israele, ci siamo sempre schierati a favore del
popolo palestinese, poi perché non accettiamo che si precluda il
dialogo aperto con l’Iran, ed ancora per il nostro impegno di contrasto
nei confronti delle interferenze esterne in Medio Oriente, inoltre gli
interessi dell’industria bellica sono sempre in agguato e non potete
immaginare quante armi sono state messe in campo dalle lobby americane
in questa guerra. Una Siria debole e divisa fa più comodo all’Occidente
e a Israele.
Comperare il pane,
approvvigionarsi di benzina per i generatori, cercare riparo dai
bombardamenti. Tutto impossibile, in Siria. Impossibile in un Paese
dove i raid, più “mirati” che mai, annientano ogni tentativo quotidiano
di sopravvivenza.
È ormai prossimo ai 60mila il numero dei morti causati dal conflitto siriano in 20 mesi.
Ormai rischiamo l’assuefazione:
una notizia d’agenzia ripresa ogni tanto nelle pagine interne, qualche
colonna una volta all’anno nell’apposita “giornata mondiale per il
Tibet”, un rapido accenno in margine a una visita del Dalai Lama, un
box accostato a un resoconto di incontri diplomatico-commerciali. È
tutto quello che giunge a noi della tragedia del popolo tibetano e
della testimonianza di quanti non cessano di urlare, con le loro vite e
la loro morte, alle nostre orecchie divenute sorde.
Il 7 gennaio si festeggia il
Natale secondo il calendario giuliano in uso al Patriarcato di Mosca.
La "Divina Liturgia" della Vigilia sarà celebrata da Kirill, alla
presenza del premier russo. La notte tra il 6 e il 7 gennaio è ritenuto
anche momento perfetto per la divinazione.
Lo rivela l’Alto commissariato
per i rifugiati. Diminuiscono i srilankesi che tornano in modo
spontaneo nell’isola. La prima destinazione è l’India, in particolare
lo Stato del Tamil Nadu. Per chi rientra, aumentano i controlli di
polizia ed esercito.
Il caso di una funzionaria
della provincia del Fujian, addetta al controllo della pianificazione
familiare, scuote il Paese: la donna ha comprato e rivenduto almeno 4
neonati, che a loro volta hanno subito un continuo passaggio di mano
per guadagnare denaro. Sempre più necessaria la revoca della legge che
ha ucciso 200 milioni di cinesi.
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Il fondatore e presidente di
Libera: "Ci sono state reti di complicità, ci sono stati ritardi, ci
sono stati silenzi. E qualcuno che doveva metterci la testa su queste
cose, la testa non ce l'ha messa". E aggiunge: "Si sarebbe dovuto
seguire il modello delle cooperative"
È il fallimento italiano della
vera lotta alle mafie. Tutto funziona perfettamente se è nelle mani dei
boss, tutto va in rovina se non ci sono loro. Delle 1663 le aziende a
cui sono stati posti i sigilli dal 1982 a oggi solo 35 risultano in
attivo. Colpa della burocrazia, dell'indolenza e del disinteresse. Il
caso della Riela Group di Catania. Quando i titolari erano Lorenzo
Riela e suo figlio Francesco, legati tutti e due ai Santapaola, i
dipendenti erano 250. Oggi sono 12
Non c’è molto di questo 2012 degno veramente di transitare nel nuovo
anno per alimentare altre speranze e,soprattutto, diventare la base di
nuovi decisivi passi in avanti. Anche nel campo giornalistico
quest’anno appena trascorso deve registrare, purtroppo, una
generale attenzione nei media, soprattutto televisivi, nei confronti
delle mafie e sul loro pericolo.
L’Italia è in crisi economica.
La parola d’ordine, adesso, è spending review. Nel frattempo i
capitali fuggono via e si riducono prestiti per aziende e privati. E’
lecito chiedersi, allora, se oltre all’austerità ed
il rigore non si debbano trovare nuove strategie per
impiegare e far fruttare la vera ricchezza del nostro Paese: lo
straordinario patrimonio artistico, culturale e naturale. E’ il caso,
ad esempio, dei beni confiscati alle mafie che raccontano gli sforzi di
una Nazione che ha saputo generare l’antivirus per sconfiggere la
malattia della criminalità organizzata e che sono, quindi,
strumento di promozione dei nostri territori.
Ancora un atto intimidatorio al
Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino, in provincia di Latina
un ex camping abusivo confiscato e affidato temporaneamente Libera in
sinergia e con il protagonismo delle associazioni locali dall'aprile
del 2011.
Quattro colpi di pistola sono
stati sparati al portone d’ingresso della Nuova Cucina organizzata, il
ristorante di San Cipriano di Aversa, in Campania, tra i
promotori del “pacco alla camorra” e dove lavorano diversi disabili.
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“Ecco faccio una cosa nuova”
HOREB n. 63 - 3/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
"Il
termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei
cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare
l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma
accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo
di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre
amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre,
accarezza, accompagna.
«Bruna
sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei
Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di
smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico
oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato.
Eppure
confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in
un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo
fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità
del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce
che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo
rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella”
perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la
guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe
della sua bellezza.
Convertirsi,
per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in
Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e
tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro
l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi
liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio
esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito
del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di
consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si
incida nella sua esistenza e determini la sua storia.
Convertirsi
è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei
figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella
società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia .... (EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf)
E' possibile richiedere copie-saggio gratuite: CONVENTO DEL CARMINE 98051 BARCELLONA P.G. (ME) E-mail: horeb.tracce@alice.it
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Fraternità
Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2013 IL VANGELO NARRATO PER TEOFILO L'AMICO DI DIO
Lettura del Vangelo di Luca
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2013
Dal 23 Gennaio al 13 Marzo presso la sala del convento dalle ore 20.00 alle ore 21.00
IL VANGELO NARRATO PER TEOFILO L'AMICO DI DIO
Lettura del Vangelo di Luca
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Dio si rivela...
Beata la famiglia...
Grazie...
Il Signore ti benedica...
E' proprio nel segno...
Conosce Gesù...
Da quando il Verbo di Dio...
I discepoli...
Sognare è solo...
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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n.4 di Santino Coppolino
NUOVA RUBRICA
Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi
al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo
popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO C) Vangelo: Lc 2,41-52
Maria
e Giuseppe non comprendono Gesù, Egli è diverso, non si comporta
secondo le loro aspettative. Sono essi figura dell'Israele che a fatica
riconosce in Gesù il Messia atteso, e della Chiesa quando essa percorre
strade diverse da quella tracciata dal Nazareno.
Non
è Gesù a dover seguire i genitori (Israele-Chiesa), sono loro che
devono diventare discepoli del Figlio, sono "I CUORI DEI PADRI CHE
DEVONO ESSERE RICONDOTTI VERSO IL FIGLIO" (Lc 1,17), è l'Antico che
deve accogliere e comprendere il Nuovo...
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Non
rincorrere inutilmente il passato, non sognare un futuro improbabile,
ma vivere bene il presente. Le riflessioni di Enzo Bianchi. E i volti
dell'arte, da Giotto a Picasso. A Dalì.
Ripiegarsi su se stessi guardando con nostalgia al passato. Oppure
vivere illudendosi che nel futuro, domani, magari più avanti ancora,
qualcosa cambierà. È questa la grande menzogna che genera quella
pericolosa tristezza che, come sottolinea in questo nuovo appuntamento
con i vizi capitali Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di
Bose, è un rapporto deformato con il tempo. L’immagine che più rende
l’idea è forse quella degli Orologi molli di Salvador Dalí (1931), in
cui il quadrante, le lancette e i numeri paiono liquefarsi e perdere
consistenza.La tristezza è anche una piaga sociale,la porta lasciata
aperta da cui può entrare la depressione, uno tra i mali oggi più
diffusi.
Tristezza, la tirannia dell'umore
Tristezza - il rapporto deformato con il tempo (video)
Vedi anche i nostri post precedenti:
- Vizi capitali: quell'ira funesta - Collera - Cammino di Avvento 2012 con Enzo Bianchi (video)
- Avarizia, schiavi del dio denaro - Il rapporto deformato con le cose e il denaro - Enzo Bianchi (video)
- Lussuria, se l'amore diventa vizio - Il rapporto deformato con il corpo e la sessualità - Enzo Bianchi (video)
- Vizi capitali, presi per la gola - Il rapporto
deformato con il cibo nella riflessione di Enzo Bianchi e in secoli di
storia dell’arte.
- "Se questa vita ha senso" Un percorso di riflessione
per l'avvento di Enzo Bianchi per Famiglia Cristiana - Vizi capitali,
se li conosci li vinci -
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La ricezione del Vaticano II in prospettiva "mendicante" di Egidio Palumbo (VIDEO)
La
ricezione del Vaticano II in prospettiva "mendicante" di Egidio
Palumbo - 7 agosto 2012 Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
Settimana di spiritualità -
DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE a 50 anni dal Concilio Vaticano II
video
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La santa Famiglia di Nazaret una famiglia speciale e diversa?
La
santa Famiglia di Nazaret porta un messaggio a tutte le nostre
famiglie, l'annuncio che è possibile una santità non solo
individuale, ma una bontà, una santità collettiva, familiare,
condivisa, un contagio di santità dentro le relazioni umane. Santità
non significa essere perfetti; neanche le relazioni tra Maria Giuseppe
e Gesù lo erano. C'è angoscia causata dal figlio adolescente, e
malintesi, incomprensione esplicita: ma essi non compresero
le sue parole.
Santità
non significa assenza di difetti, ma pensare i pensieri di
Dio e tradurli, con fatica e gioia, in gesti. Ora in cima ai pensieri
di Dio c'è l'amore. In quella casa dove c'è amore, lì c'è Dio.
E
non parlo di amore spirituale ma dell'amore vivo e potente,
incarnato e quotidiano, visibile e segreto. Che sta in una carezza, in
un cibo preparato con cura, in un soprannome affettuoso,
nella parola scherzosa che scioglie le tensioni, nella pazienza di
ascoltare, nel desiderio di abbracciarsi. Non ci sono due amori:
l'amore di Dio e l'amore umano. C'è un unico grande progetto, un solo
amore che muove Adamo verso Eva, me verso l'amico, il genitore verso
il figlio, Dio verso l'umanità, a Betlemme.
La famiglia, prima scuola di santità di Ermes Ronchi
A prima vista, la festività odierna presenta qualche aspetto
paradossale: viene offerto, a modello delle famiglie, una famiglia in
cui – secondo la dogmatica cattolica - il padre (Giuseppe) non è vero
padre; la moglie (Maria) non è vera moglie e il figlio (Gesù), in
quanto persona divina, pre-esiste da sempre ai genitori. Per fortuna -
direi meglio: per grazia di Dio – i vangeli non chiedono di accettare
queste acrobazie teologiche, o per lo meno non di accettarle
letteralmente come informazioni ‘oggettive’. La pericope odierna, poi,
scorre su un registro estremamente realistico: vi si respira un’aria
molto terrena, non priva di particolari imbarazzanti.
Imbarazzante,
infatti, risulta – agli occhi di una certa retorica familistica che
vede in Gesù adolescente il prototipo del ragazzino docile come una
marionetta al volere dei genitori – la sua decisione di eclissarsi
senza permesso dalla comitiva per sedersi nel tempio, “in mezzo ai
maestri della Legge”, ad ascoltarli e a interrogarli. Non meno
spiazzante la giustificazione, che Luca mette sulle sue labbra, alle
rimostranze della madre angosciata: “Non sapevate che io mi devo
occupare di ciò che appartiene al Padre mio?”. Catechesi e omelie sono
zeppe di esortazioni ad obbedire, a rispettare le regole, ad attenersi
ai propri ruoli: ma questa “legalità”, alla luce del messaggio
evangelico, è un valore ultimo? O non è piuttosto subordinato alla
qualità dei comandi e dei divieti, alla sensatezza delle norme
positive? Brani come quello odierno ci delineano una teologia della
contestazione non meno che dell’obbedienza; del dissenso critico non
meno che del consenso abitudinario...
LA SANTA FAMIGLIA E L’EDUCAZIONE ALLA LIBERTA’ di Augusto Cavadi
...
Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il
fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne
accorgessero. Questo testo la chiesa lo sceglie per la festa della
Santa Famiglia, ma se facciamo una lettura superficiale, letterale,
questa famiglia più che Santa sembra sconclusionata. Genitori che
non s’accorgono che il figlio non li segue, il figlio che decide
di rimanere a Gerusalemme senza avvertire i genitori. Non solo,
quando poi – vedremo tra poco – i genitori lo rimproverano, il figlio,
anziché scusarsi, attacca, aggredisce quasi verbalmente i propri
genitori, li rimprovera...
GESU’ E’ RITROVATO DAI GENITORI NEL TEMPIO IN MEZZO AI MAESTRI (pdf) Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
Il Coro Diocesano di
Roma e l'Orchestra insieme al Coro dei Seminaristi, diretti dal M°
mons. Marco Frisina, eseguono l'Oratorio Musicale "Ombra del Padre"
ispirato alla figura di San Giuseppe. Estratto del terzo atto
"Nazaret", contiene il brano "Dolce casa di Nazaret"
video
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"Laudato sii mi Signore per…" di Antonio Savone
Ieri mattina, alla radio, è stato proposto un sondaggio: che cosa
buttereste via di questo anno che vi lasciate alle spalle? E ciascuno
ha provato ad elencare chi o che cosa eliminerebbe volentieri. Forse ha
attraversato anche i nostri pensieri l’idea di voltare pagina
dimenticando, cancellando. Se così fosse si tratterebbe di una
ingenuità imperdonabile: ciò che è stato, infatti, ci ha segnati
profondamente nella carne e nel cuore tanto da far parte di noi in
maniera indelebile. Come può voltare pagina così, chi ha perso una
persona cara o chi ha celebrato il suo amore per sempre, chi ha avuto
il dono di un bambino o chi ha visto svanire l’ennesimo tentativo di
una gravidanza, chi ha avuto la gioia di un’amicizia o chi, invece, ha
patito sulla sua pelle la ferita di un tradimento, chi ha intuito
qualcosa del mistero di Dio nella sua vita o chi, ancora una volta, ha
avuto motivi per non aprirsi alla fede? È una tremenda regressione
infantile quella che vorrebbe convincerci che nella nostra vita ci
siano pagine che è possibile strappare.Accade anche a noi, proprio come
a Maria, di non capire tante cose. Di altre ci sfugge il senso.
Tuttavia, ella ci insegna l’atteggiamento giusto: nulla buttare, tutto
trattenere. Anche le pagine più faticose, quelle più buie sono pagine
da rileggere come materiale prezioso per una diversa comprensione di
noi stessi anzitutto. Ripensavo all’atteggiamento di Francesco d’Assisi
quando in una grave esperienza di tormento interiore giunge a comporre
il Cantico delle Creature, trovando in ogni circostanza un motivo per
cui aprirsi alla lode e rendere grazie. Avrebbe avuto di che
lamentarsi, ormai cieco e fortemente provato fisicamente com’era. La
sua fraternità, quella che si era riconosciuta nella sua intuizione
evangelica, lo aveva messo alla porta e lui, in un angolo angusto di
San Damiano, circondato da topi, non trova di meglio che riconoscere
una presenza di Dio in ogni realtà e in ogni situazione.Laudato sii mi
Signore per… onne tempo, per lo quale a le tue creature dai
sostentamento. Credo sia l’atteggiamento che dobbiamo apprendere anche
noi...
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La prima menzogna «Hai mentito allo Spirito Santo» (leggi Atti 5,1-11) di Silvano Fausti (S.J.)
Nella
Bibbia, dopo il racconto del paradiso terrestre, c’è quello sulla
menzogna che riduce il giardino a deserto e introduce nel mondo il male
e la morte (Gen 3,1ss). Anche qui, dopo l’idillio della prima comunità
e in contrappunto al gesto di Barnaba (At 5,32-37), c’è la menzogna di
una coppia attaccata al dio mammona. Anania e Saffira, cercando di
servire Dio e denaro, vanno contro lo stile di vita inaugurato da
Gesù.
Questo
racconto è un fulmine a ciel sereno. Saffira significa «bella» e Anania
«Dio ha compassione». Sì, Dio ha molta compassione della sua Chiesa
piena di tanti figli uguali a loro! È eccessivo, anzi truculento far
morire due per una semplice bugia. Se Gesù è morto in croce per i
peccatori, la loro morte non è certo una punizione divina. Altrimenti
saremmo già morti tutti. Chi non ha detto almeno una bugia?
La prima menzogna di Silvano Fausti
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"La spiritualità di chi non crede" di Enzo Bianchi
Non
sorprende che in un paese come il nostro – dove non esiste più da quasi
trent’anni una “religione di stato”, ma dove non c’è ancora una legge
specifica sulla libertà religiosa – ogni discussione sulla laicità
dello stato e sui diritti individuali e comunitari dei credenti rischi
di provocare un corto circuito. Si aggiungono aggettivi qualificativi
alla laicità o la si rinchiude nel peggiorativo laicismo, rendendo
quasi impossibile lo sviluppo e l’adattamento alle mutate condizioni
sociologiche del nostro paese di quella convergenza di intenti e di
valori che il legislatore costituente aveva sapientemente saputo
ricostruire sulle macerie della guerra. A furia di ridurre la presenza
dello stato e nel contempo di chiedergli di farsi garante di un’etica
religiosa specifica, a furia di confondere la somma di beni privati con
il bene comune, la coesione sociale viene a mancare e si atrofizza
quello spazio comune garantito in cui ciascun soggetto individuale o
sociale – può contribuire alla crescita umana e spirituale dell’insieme
della società.
Lo
stato laico, infatti, non può limitarsi alla funzione di chi regola il
traffico di una società civile che si muoverebbe secondo direttive
proprie, molteplici e slegate da un interesse collettivo. Nessun
distacco o neutralità da parte dello stato, al contrario, la quotidiana
fatica di tradurre in un quadro legislativo rispettoso di tutti i
cittadini, uomini e donne, quei principi e valori democraticamente
recepiti come fondanti. Per far questo è indispensabile trovare e
utilizzare modalità laiche per discernere cosa è ritenuto bene per
l’insieme della popolazione e cosa danneggia la convivenza, quali
adattamenti escogitare affinché il meglio sognato non uccida il bene
possibile.
La spiritualità di chi non crede di Enzo Bianchi
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"La presenza dei cristiani laici: compagnia e profezia" di Maurilio Assenza - 7 agosto 2012
Settimana di spiritualità promossa dalla Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
"DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE a 50 anni dal Concilio Vaticano II"
VIDEO
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JESUS, gennaio 2013 Caro Diogneto - 49
Rubrica di ENZO BIANCHI
Da
alcuni anni viene ripetuto come uno slogan, che si vuole decisivo e
apodittico: “Con Dio o senza Dio tutto cambia”. Queste parole vengono
infatti recepite come parole che tracciano un fossato profondo tra
credenti in Dio e coloro che non professano una fede in lui, i senza
Dio o atei. Tutto cambierebbe, nel senso che dalla professione di fede
in Dio discenderebbe un uomo totalmente diverso rispetto a quello che
non si sente di professare tale fede.
Occorre
dunque riflettere bene su questa affermazione ed esaminarne la
plausibilità. Il cristiano con fede evangelica si sente perciò
innanzitutto obbligato a confrontarsi, affermando che Dio è un termine
troppo ambiguo, perché il Dio dei cristiani non è un qualsiasi Dio, ma
il Dio raccontato da Gesù Cristo (cf. Gv 1,18), il Figlio di Dio e il
Figlio dell’uomo. È lui che con la sua vita umana nella nostra carne ci
ha rivelato il Dio vero e vivente; è lui la vera narrazione di Dio che
impedisce al cristiano ogni teismo. Dunque l’affermazione “con Dio o
senza Dio tutto cambia” non è sufficiente per garantire che l’uomo
trovi in Dio (quale? qualsiasi?) il suo bene, il senso del senso, una
traccia di umanizzazione.
Ma
il cristiano si può fare delle domande ulteriori: “Si può negare Dio o
fare a meno di lui senza pensare a se stesso come a un dio? Se Dio non
esiste o non è affermato, l’uomo è necessariamente utilitarista fino a
pensare solo a se stesso?...
Caro Diogneto - 49 di Enzo Bianchi
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La chiesa in ascolto della Parola di Dio di Gabriella Del Signore - 8 agosto 2012
Settimana di spiritualità promossa dalla Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
"DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE a 50 anni dal Concilio Vaticano II"
VIDEO
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
...
Abbiamo bisogno di politici - vecchi o nuovi che siano - che facciano i
politici. Ma anche di una società che si interroghi sul serio sulle sue
responsabilità rispetto ai tanti volti dell'egoismo che l'attraversano.
Perché altrimenti parlare di equità, di sacrifici condivisi o di
sviluppo resta solo un gigantesco gioco di parole.
Leggo in queste ore di tanti che scendono in campo per il Parlamento.
Bene. Però - pur con tutto il rispetto che la politica merita - in
questo momento delicato per il Paese mi piacerebbe sentire anche di
persone che si candidano a fare qualcosa di più nel mondo del
volontariato, a svolgere una professione dove si guadagna meno ma si è
più utili agli altri, a porsi come genitori la questione di quale sia
il benessere da trasmettere ai propri figli. Mi rassicurerebbe molto di
più sul fatto che siamo davvero sulla strada giusta.
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POLITICA
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il Vaticano sostiene Monti. E gli ultimi?...
"L’endorsement
non poteva essere più esplicito, ed è arrivato da Oltretevere con un
articolo su «L’Osservatore Romano» a firma del notista politico Marco
Bellizi che testimonia quale sia l’attenzione del Vaticano per il nuovo
impegno politico di Mario Monti. Il quotidiano d’Oltretevere ha
apprezzato l’espressione «salire in politica» usata dal Professore nel
corso della conferenza stampa di domenica, facendo notare la sintonia
con il messaggio del presidente Giorgio Napolitano, che «L’Osservatore»
ugualmente elogia. ..."
"Monti, la “benedizione” esplicita dopo un anno di segnali" di Andrea Tornielli
"La salita in politica del senatore Monti" di Marco Bellizi
"....Per
agire sul serio ci vogliono riformatori lungimiranti. Citare De Gasperi
non basta. Colpisce il solenne appoggio del Vaticano al premier e alla
sua agenda così dimentica della dottrina sociale cristiana.
Evidentemente, l’ideologia della ‘diga’ anti-sinistra fa sempre premio
sui contenuti. Accadde anche con Berlusconi."
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Il Paese e una nuova cultura politica per rispondere a problemi e attese
Campagna elettorale, tasse e lotta all’evasione, ma anche
crisi e lavoro, guardando pure al di là dei confini nazionali. Sono
alcuni dei temi che vedranno impegnato il nostro Paese nel 2013.
All’inizio del nuovo anno Francesco Rossi per il Sir ne parla
con Sergio Belardinelli, docente di sociologia dei processi
culturali e sociologia politica all’Università di Bologna.
Sergio Belardinelli: Con occhi aperti
La
presenza trasversale dei politici cattolici in tutti i partiti è un
dato ormai acquisito. La Chiesa ha a cuore i principi non negoziabili e
chiede ai credenti di impegnarsi a loro difesa nella vita pubblica, a
prescindere dallo schieramento nel quale si trovino ad operare».
L’arcivescovo Rino Fisichella, ministro vaticano per la Nuova
Evangelizzazione, gela le aspettative di quanti attribuiscono alla
Chiesa “endorsement” o indicazioni di voto per Monti. «Non ci sono
variazioni di orientamento rispetto a quanto stabilito nel 2002 dalla
nota dottrinale di Joseph Ratzinger sull’impegno e il comportamento dei
cattolici nella vita politica», puntualizza.
Barbara Spinelli: “Nessun appoggio a Monti. I cattolici sono in tutti i partiti”
A
contendersi uno scranno a Montecitorio per la circoscrizione Piemonte 2
alle prossime elezioni politiche ci saranno due ex presidenti delle
ACLI. I nomi di Luigi Bobba e di Andrea Olivero apriranno
rispettivamente le liste del Partito democratico e della Lista civica
per Monti nel collegio che rappresenta il bacino elettorale piemontese
ad esclusione della provincia di Torino.
Andrea Tornielli: Cattolici e politica: Bobba col Pd e Olivero con Monti
Si accende il dibattito sull'orientamento dei cattolici in vista delle elezioni politiche in Italia
Se da una parte la presidente del Pd, Rosy Bindi sostiene che
il Partito democratico sia la forza politica che allo stato
attuale raccoglie di più il consenso dei cattolici,
dall'altra il premier Mario Monti ha incassato un'inusuale
dichiarazione di sostegno da parte dell'Osservatore Romano, il
quotidiano della Santa Sede. Senza dimenticare l'orientamento
conservatore di molti cattolici italiani che si richiamano al Popolo
della Libertà.
Giacomo Galeazzi: E' aperta la caccia ai "voti del cielo"
Il 10
gennaio incontro col Forum di Todi che prova a conciliarlo con i
liberal democratici. L'idea di una lista unica alla Camera
Mario Monti stende sempre più la sua rete. Dopo l’endorsement vaticano
di fine anno, il 10 gennaio il presidente del Consiglio incontrerà
tutto il mondo cattolico organizzato e mobilitato dal Forum di Todi. E
due giorni dopo Monti sarà a Orvieto, dove aprirà i lavori dell’annuale
convegno dell’area Liberal del Pd, quella che fa capo ad Enrico
Morando, un’area che ha più volte manifestato la sua simpatia politica
per il premier.
Due convegni di segno molto diverso, ma tenuti assieme dall’interesse del Professore per gli elettorati di confine.
Fabio Martini - Andrea Tornielli: Monti tenta di convincere i cattolici
A
giudicare dal rammarico che B. esprime per aver perso l'appoggio
del Vaticano ("con
tutto quello che ho fatto per loro!"), il peso politico della Chiesa
conta, eccome! Oggi si sposta dall'immorale Cavaliere al pio
Monti, che va a Messa tutte le domeniche, e non si dimentica di
aumentare i fondi statali per le scuole cattoliche e non
applicare l'odiata IMUagli edifici di proprietà vaticana.
Ricordiamo che la Chiesa cattolica in Italia è l'organizzazione più presente su tutto il territorio,
non solo con le parrocchie con annessi oratori, campi di calcio,
cinema, teatri, ma con università, collegi, scuole private, ospedali,
televisioni, radio, giornali, capace di orientare il pensiero di
milioni di italiani e anche il loro voto, che storicamente dal 1948 ad
oggi è andato sempre al centro-destra.
Paolo De Gregorio: La chiesa? fa politica. Eccome.
Nell'avvicinarsi
delle elezioni politiche, uno degli elementi del quadro è l'attenzione
per le posizioni della gerarchia cattolica. Segno di un laicato che si
sente ancora sotto tutela, dopo anni in cui, soprattutto nell'era
Ruini, i vertici dell'episcopato hanno gestito in prima persona il
rapporto con il mondo politico. E' un deficit ecclesiale, perché toglie
ai battezzati l'esercizio pieno di un loro "ministero secolare", e allo
stesso tempo un deficit di laicità della nostra politica, troppo
attenta a negoziare con l'istituzione e a compiacerla.
Sono emerse sostanzialmente tre posizioni, a cavallo tra il 2012 e il
2013; è un quadro più variegato rispetto al passato. Ufficialmente,
nessuno si schiera, ma ci sono dei segnali chiari.
Christian Albini: I partiti dei vescovi
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OPINIONI E COMMENTI
"Su
ciò di cui non si può parlare si deve tacere". Aveva ragione
Wittgenstein. Perché se un testo non lo si è letto con un po'di
attenzione, e fino in fondo, non sarebbe cosa buona commentarlo. Ma
tant'è! E stranamente, quello del papa per la Giornata della pace - che
ormai stiamo per celebrare - è un testo relativamente breve e
soprattutto lineare. Perciò alla portata di giornalisti che si
vorrebbero occupare di cose della Chiesa. Ma tant'è!
Io ci ho provato, con calma. E ho trovato che sia un testo che mira a
far passare un'idea centrale. La pace non si realizza se non assieme a
tutto il resto dei valori umani, della vita, perché la pace è la
sintesi integrale di essi. "Operatori di pace sono coloro che amano,
difendono e promuovono la vita nella sua integralità". Possiamo
continuare a dirci cristiani rinunciando a questo assunto? Credo
proprio di no.
A partire da questa idea centrale non stupisce per nulla se il papa lega la pace alla pienezza della vita.
Gilberto Borghi: Il Papa e la pace (a bocce ferme)
Nei saluti del
primo Angelus del 2013 il Papa ha rivolto «a tutti l'augurio più
cordiale per il nuovo anno: possa essere veramente un buon anno» e «con
gratitudine» ha formulato «i migliori auspici al Presidente della
Repubblica italiana e all'intera Nazione, come pure alle altre
autorità» che gli hanno inviato gli auguri.
Gli auguri su Twitter. «Il Signore vi benedica e vi protegga nel
nuovo anno». È l'augurio del Papa su twitter, che raggiunge nelle
diverse lingue circa due milioni di «follower».
«Pace dono da cercare con ogni sforzo tra diseguaglianze e capitalismo
sfrenato». «La pace è il bene per eccellenza da invocare come dono
di Dio e, al tempo stesso, da costruire con ogni sforzo» aveva detto in
precedenza il Papa nella messa di Capodanno celebrata in San Pietro
davanti al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede e al
collegio cardinalizio.
IL MESSAGGERO: Il Papa: tensioni per diseguaglianze e capitalismo finanziario sfrenato la pace va cercata con ogni sforzo
In un tempo della storia umana
così delicato, segnato da profonde sperequazioni sociali ed
economiche, Benedetto XVI ha trovato, in questi giorni, le parole
giuste per confortare gli uomini e le donne di buona volontà, a ogni
latitudine essi siano.
I suoi interventi in occasione delle festività natalizie hanno avuto come motivo conduttore il tema della pace.
Giulio Albanese: La vera gloria
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1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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