"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°7 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 9 al 15 febbraio 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 22 febbraio 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

 di P. Gregorio Battaglia
di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili 
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 




 
Speciale


Pagina in continuo aggiornamento






Benedetto XVI
 rinuncia al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro







 SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"

Secondo l'agenzia Ansa il Papa Benedetto XVI lascerà il pontificato dal prossimo 28 febbraio.

     "Il Papa lascerà il pontificato il 28 febbraio" (video)

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  Mi sostiene e mi illumina...

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  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Benedetto XVI si dimette!


Con queste parole papa Benedetto XVI annuncia che lascerà il pontificato dal prossimo 28 febbraio. Lo fa personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto (11.02.2013).

"Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. ....

   video

   il testo integrale



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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 1 - Sodano - Bettazzi - Mancuso - Georg Ratzinger -



Sconcerto, sorpresa, stupore, commozione alle parole di Benedetto XVI che ha comunicato la sua decisione di «rinunciare al ministero di Vescovo di Roma». Sentimenti disegnati sui volti dei cardinali, dei presuli e dei prelati che — riuniti per il Concistoro ordinario pubblico di lunedì mattina, 11 febbraio, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico — hanno ascoltato dalla viva voce del Papa l’inatteso annuncio...
Da un momento di preghiera e di gioia l’atmosfera si è trasformata in mestizia. A farsene portavoce è stato il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, che ha subito preso la parola a nome di tutti i porporati. «Santità, amato e venerato successore di Pietro, come un fulmine a ciel sereno — ha detto — ha risuonato in quest’aula il suo commosso messaggio. L’abbiamo ascoltato con senso di smarrimento, quasi del tutto increduli. Nelle sue parole abbiamo notato il grande affetto che sempre ella ha portato per la santa Chiesa di Dio, per questa Chiesa che tanto ella ha amato».
Ora, ha aggiunto, «permetta a me di dirle a nome di questo cenacolo apostolico, il collegio cardinalizio, a nome di questi suoi cari collaboratori, permetta che le dica che le siamo più che mai vicini, come lo siamo stati in questi luminosi otto anni del suo pontificato»...

   Quell’annuncio inatteso risuonato nella sala del Concistoro

Monsignor Luigi Bettazzi, ex vescovo di Ivrea, nel mese di febbraio del 2012 aveva fatto una previsione sulle possibili dimissioni del Papa. Nel corso di un’intervista in radio, Bettazzi aveva detto, in risposta alle ipotesi di un complotto per uccidere il Papa: “Penso che questo sia un sistema per preparare l’eventualità delle dimissioni. Per preparare questo choc, perché le dimissioni di un Papa sarebbero un choc, cominciano a buttare lì la cosa del complotto“.
I conduttori di “Un giorno da pecora” avevano poi chiesto in modo esplicito se Ratzinger avesse intenzione di dimettersi. Il Monsignore ha detto: “Io credo di sì, anche se l’hanno smentito. Un vecchio cardinale, però, mi diceva sempre: ‘Se il Vaticano smentisce vuol dire che è vero’… Io penso che lui si senta molto stanco, basta vederlo, è un uno abituato agli studi. E di fronte ai problemi che ci sono, forse anche di fronte alle tensioni che ci sono all’interno della Curia, potrebbe pensare che di queste cose se ne occuperà il nuovo Papa“.

   video

Così monsignor Bettazzi giudica le dimissioni di Benedetto XVI. "Avevo immaginato che potesse prendere una decisione così, perché è stato un Papa dai gesti rivoluzionari".
Leggi tutto: Mons. Bettazzi: "Frutto di fede e umiltà"
Non è qualcosa da guardare in negativo la decisione a sorpresa di Joseph Ratzinger, secondo il teologo Vito Mancuso, 51 anni, laico, autore di molti bestseller che ne hanno fatto uno delle voci più note non solo ai cattolici, ma anche ai non credenti...
«... il Papa distingue qualcosa di essenziale: afferma che fare il Papa non è necessariamente essere Papa. Un conto è l’identità del ruolo che uno deve giocare, direi meglio la sua funzione di monarca infallibile. Un altro conto è l’identità personale. Questa distinzione introduce un elemento di laicità, un elemento che nel papato distingue la persona dalla sua funzione. Il che potrebbe introdurre novità».

   «Gran rifiuto? No, responsabilità Contro la sporcizia della Chiesa»

Ciò, aggiunge il teologo, «indurrà probabilmente i vertici della Chiesa a eleggere un pontefice più giovane, vigoroso, meno curiale». E sarà, assicura, «una scelta irreversibile, da cui non si tornerà più indietro e che varrà anche per i prossimi decenni».
Leggi tutto: Mancuso: «Ratzinger ha sancito il dualismo tra uomo e carica pontificia»
Il fratello del Papa lo sapeva da mesi - Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI, era da mesi al corrente dei piani di dimissioni annunciati stamani dal pontefice. "Ero stato messo al corrente", ha detto il religioso secondo quanto riporta il sito del quotidiano Die Welt in un flash delle 12:49: "Mio fratello si augura più tranquillità nella vecchiaia".

   Dimissioni papa, Georg Ratzinger: "Una cosa naturale" (video)


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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 2 - Bregantini - Forte - Ciotti - Bianchi


Carissimi Fratelli, 
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. 
Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. 
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. 
Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.

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L’arcivescovo Giancarlo Bregantini ha ricordato il suo ultimo incontro con il Papa, appena un mese fa: “Ci aveva detto ‘Non ce la faccio’, aveva lasciato intendere che c’era qualcosa, che non stava tanto bene”. “Come avrà sofferto anche Benedetto XVI nel dare questo annuncio – prosegue l’arcivescovo di Campobasso – un annuncio tra l’altro fatto in latino, un grandissimo gesto anche questo, per parlare a tutto il mondò”, ha chiuso Bregantini. 
”E’ stato un gesto di santità. Roba da lacrime” aggiunge monsignor Bregantini, che è anche presidente della Commissione Lavoro e sociale della Cei. Poi evidenzia grandi similitudini tra questa decisione e il gran rifiuto del Papa molisano, Celestino V. (fonte: Il Fatto Quotidiano)

... Davanti alla sua coscienza come ha fatto il Papa nella sua sublime dichiarazione in latino, ha sentito due cose: la sua età con l’anzianità che avanzava e l’altro elemento fisico e pastorale che, per guidare la “barca di Pietro” occorre accanto al cuore ed allo zelo personale, le forze fisiche necessarie. Ammettere con onestà questo, dona a Papa Bendetto XVI, una grandezza infinita ed un esempio di Santità enorme per quello che ha fatto...

   Dimissioni di Papa Benedetto XVI. Bregantini: atto di grande coraggio

Dimissioni del Papa, monsignor Forte: "Un grande gesto d'amore"
L'arcivescovo metropolita, monsignor Bruno Forte, da sempre vicino al Santo Padre, poche ore dopo l'annuncio definisce la scelta di Ratzinger una "trasparentissima prova di amore a Cristo e alla Chiesa. Non possiamo che esprimere al Papa Benedetto tutto il nostro amore, la devozione più profonda, l'ammirazione sincera e la gratitudine per il servizio reso con tanta generosità e ricchezza di luce per il popolo di Dio e il mondo intero in questi otto anni.
Sappiamo - ha aggiunto monsignor Forte - che il divino Pastore guiderà la Sua Chiesa e le darà gli aiuti necessari. Papa Benedetto XVI pregherà per tutti noi e noi tutti lo porteremo fedelmente nella preghiera e nel cuore, invocando sin da ora lo Spirito Santo su chi sarà chiamato ad eleggere il nuovo Pontefice e su chi dovrà assumere il peso delle chiavi di Pietro". (fonte ChietiToday)

"Un contropiede intelligente ed un segno profetico perché cambia e annuncia cambiamenti. Gesto di grande coraggio, ma soprattutto di grande libertà". Così don Luigi Ciotticommenta le dimissioni di Benedetto XVI. "Per chi fosse distratto - aggiunge il sacerdote - quello del Papa è un richiamo forte alla responsabilità intesa come servizio e mai gestita come potere da conservare. Suonano ancora forti le sue parole per gli ultimi, i poveri, sulla corruzione ed usura e il richiamo ancora più forte pronunciato a Palermo, in Piazza Politeama, dove sottolineva: "mafia strada di morte incompatibile con il Vangelo", dice don Ciotti. (fonte: Gruppo Abele)

La decisione di Benedetto XVI di lasciare il pontificato il prossimo 28 febbraio testimonia come questo Papa "che tutti pensavano un conservatore", si è mostrato "in realtà un grande innovatore perchè ha rotto duemila anni di tradizione in cui, a parte Celestino V", nessuno aveva fatto un gesto del genere. E' il commento di Padre Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose che all'Adnkronos sottolinea come ciò "ha di fatto permesso un'interpretazione diversa di quella che è la figura del Papa, non più sacrale fino alla morte ma molto legata al servizio che lui è capace di fare alla chiesa. Dunque il servizio in prima linea e non la persona. Ancora una volta ha mostrato quella umiltà che ha sempre avuto, di farsi da parte". E ancora, sulla decisione di Papa Ratzinger, "per molti è stata una sorpresa - aggiunge padre Bianchi - ma in realtà ci si poteva attendere questo gesto. Chi conosce come me la coerenza di Benedetto XVI non può non notare che lo aveva detto e scritto più volte, e un Papa non manca mai alla sua parola. Perciò - prosegue - quando ha sentito davvero che le sue forze non erano più all'altezza del ministero e che i nuovi tempi richiedono con ogni probabilità un altro interprete di questa rivoluzione antropologica in atto nel mondo ha dato le dimissioni". Padre Bianchi conclude auspicando che "ora ci sia qualcuno che possa reinterpretare la figura del Papa che ci lascia Benedetto XVI in maniera molto coerente". (fonte: Adnkronos)

... Papa Benedetto ha compiuto un grande gesto, evangelico innanzitutto, e poi umano...
Così la presenza di Ratzinger nella chiesa non si conclude. Sarà un presenza altra e non meno significativa: una presenza di intercessione. Si metterà cioè tra Dio e gli uomini, non per compaginarli nella comunione cattolica – questo non sarà più il suo compito – ma per chiedere che Dio continui a inviare le energie dello Spirito santo sulla chiesa e i suoi doni sull’umanità. Molti oggi vorrebbero dire a papa Benedetto XVI: “Grazie, santo Padre!” per il suo disinteresse, per la sua sollecitudine affinché anche il papa sia decentrato rispetto a colui che dà il nome di cristiani a molti uomini e donne che hanno fede solo in lui: Gesù Cristo! Si diceva che questo papa ha grandi parole ed è incapace di gesti: il più bel gesto ce lo lascia ora, come Pietro che ormai anziano – dice il Nuovo Testamento - “se ne andò verso un altro luogo” continuando però a seguire il Signore. Benedetto XVI appare successore di Pietro più che mai, anche nel suo esodo.

   Ora più che mai è successore di Pietro



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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Caro Papa... di Alessandro D’Avenia


La logica del mondo, la logica di Dio

Caro Papa,
manca un accento all'ultima lettera di questo tuo nome, Papa, e verrebbe fuori un’altra parola. La parola che ogni figlio pronuncia migliaia di volte nella vita e che un figlio di Dio ha la fortuna di pronunciare molte più volte perché, alla fine, la vita cristiana è imparare a dire abbà, papà, a Dio.
Alla notizia della tua rinuncia ho avuto paura. Ho provato lo stesso dolore per la morte di Giovanni Paolo II: allora avevo 28 anni e mi sentii orfano, piansi come chi ha perso un padre. 
Lunedì mi è successo lo stesso. Mi sono sentito orfano. Tu avevi deciso di non essere più Papa. Un altro padre mi veniva meno. È il dolore di un figlio che ha ricevuto moltissimo...
ho avuto paura quando hai annunciato la tua rinuncia. Sul momento mi è sembrato un tirarsi indietro. Se ti tiri indietro anche tu, che sei il Papa, che fine facciamo noi? Ho ripensato a una tua frase che mi porto nel cuore: «Fedeltà è il nome che ha l’amore nel tempo». Me la ricordo tutte le volte che il mio e l’altrui amore è messo alla prova e devo aggrapparmi con tutte le forze all'Amore che muove tutti gli altri amori, oltre che il sole e le altre stelle. In questi anni la mia fede si è rafforzata grazie a quel logos cortese, fermo e caldo che tu sai infondere alle parole che usi, come (tanto per fare un esempio) queste che ho letto qualche giorno fa: «Dio, con la sua verità, si oppone alla molteplice menzogna dell’uomo, al suo egoismo e alla sua superbia. Dio è amore  Ma l’amore può anche essere odiato, laddove esige che si esca da se stessi per andare al di là di se stessi. L’amore non è un romantico senso di benessere. Redenzione non è wellness, un bagno nell'autocompiacimento, bensì una liberazione dall'essere compressi nel proprio io. Questa liberazione ha come costo la sofferenza della Croce». Ripensando alla tua frase, leggendo queste parole  le tue 'dimissioni' mi sembravano incomprensibili e mi hanno gettato nello sgomento.
Mi sono sentito solo. A che serve difendere la propria fede se poi anche il Papa si tira indietro. Poi a poco a poco l’emotività ha lasciato lo spazio al logos appunto, alla verità, a Cristo, e una grande pace è tornata nel cuore. Dovevo andare oltre il codice di interpretazione soggettivo, emotivo, mondano...

   Caro Papa di Alessandro D’Avenia


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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - "La Quaresima di Benedetto e del Conclave" di Giorgio Bernardelli


Andiamo avanti a parlarne. Sì, abbiamo assolutamente bisogno di continuare a parlare delle dimissioni di Benedetto XVI. Però - vi prego - almeno stavolta non buttiamola (come invece stiamo già facendo) sulle solite domande: ha fatto bene o ha fatto male? O addirittura: di chi è la colpa? Chi lo ha lasciato solo? E non fermiamoci neppure ai sentimentalismi: tu sei più o meno dispiaciuto di me?
Se abbiamo capito qualcosa di questi quasi otto anni in cui Benedetto XVI ha servito la Chiesa come successore di Pietro, dovremmo almeno coltivare il desiderio di guardare come lui la storia con gli occhi della fede. Cioè con quello stesso sguardo che - come ci ricorda bene padre Lombardi - Joseph Ratzinger da Papa continuerà ad additarci fino al 28 febbraio. E allora la domanda per il cristiano oggi può essere una sola: in che modo il Signore ci parla attraverso questo gesto?...
se provo a guardare con gli occhi della fede l'annuncio del Papa il primo aspetto che mi colpisce è il fatto che questo tempo di passaggio per la Chiesa avverrà tutto dentro il tempo forte della Quaresima. Credo che questo sia già di per sé un segno importante (e oso credere che Benedetto XVI ci abbia pensato). Un successore di Pietro si ritira per dedicare l'ultimo tratto della sua vita alla riflessione e alla preghiera proprio nel tempo durante il quale queste due dimensioni della vita cristiana ci vengono poste davanti come la strada maestra per l'incontro con il Signore Risorto. È come se oggi stessimo cominciando una Quaresima speciale...

   "La Quaresima di Benedetto e del Conclave" di Giorgio Bernardelli


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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 3 - Vian - Messori - Massimo - Monaco - Corradi


... Nelle parole rivolte ai cardinali, prima stupiti e poi commossi, e con la sua decisione che non ha precedenti storici paragonabili, Benedetto XVI dimostra una lucidità e un’umiltà che è innanzi tutto, come ha spiegato una volta, aderenza alla realtà, alla terra (humus). Così, non sentendosi più in grado di «amministrare bene» il ministero affidatogli, ha annunciato la sua rinuncia. Con una decisione umanamente e spiritualmente esemplare, nella piena maturità di un pontificato che, fin dal suo inizio e per quasi otto anni, giorno per giorno, non ha smesso di stupire e lascerà una traccia profonda nella storia. Quella storia che il Papa legge con fiducia nel segno del futuro di Dio.

   Il futuro di Dio di Giovanni Maria Vian

Ci sarà tutto il tempo per analisi, bilanci, previsioni. Oggi, ancora sconcertati, cercheremo solo di dare una possibile risposta a tre domande che ci sono subito sorte. Innanzitutto: perché, un simile annuncio, proprio in questo giorno di febbraio? Poi: perché in una riunione di cardinali annunciata come di routine? Infine: perché il luogo scelto per il ritiro da Papa emerito?
Riflettendoci, dopo la sorpresa quasi brutale tanto è stata imprevista (e per tutti, nella Gerarchia stessa), mi pare si possano azzardare delle possibili spiegazioni...

   L'addio del Papa, i tre perché di un gesto umile di Vittorio Messori

Non essendo riuscito a cambiare la Curia, Benedetto XVI è arrivato ad una conclusione amara: va via, è lui che cambia. Si tratta del sacrificio estremo, traumatico, di un pontefice intellettuale sconfitto da un apparato ritenuto troppo incrostato di potere e autoreferenziale per essere riformato. È come se Benedetto XVI avesse cercato di emancipare il papato e la Chiesa cattolica dall'ipoteca di una specie di Seconda Repubblica vaticana; e ne fosse rimasto, invece, vittima. È difficile non percepire la sua scelta come l'esito di una lunga riflessione e di una lunga stanchezza. Accreditarlo come un gesto istintivo significherebbe fare torto a questa figura destinata e entrare nella storia più per le sue dimissioni che per come ha tentato di riformare il cattolicesimo, senza riuscirci come avrebbe voluto...

   Dietro il sacrificio estremo di un intellettuale le ombre di un «rapporto segreto» choc di Franco Massimo

... Si può dire così: Benedetto XVI, con il suo atto, mette in pratica e pone il suo sigillo su quell’istituto. Non è cosa da poco: egli, per questa via, umanizza la figura del Pontefice come l’aveva umanizzata, per altra e opposta via con l’ostensione della umana sofferenza, il suo predecessore. Ma, di più, accredita una visione meno papocentrica della Chiesa. Un rapporto tra primato del papa, collegialità episcopale e Chiesa popolo di Dio conforme più al Vaticano II che al Vaticano I. Una decisione e un gesto, in sintesi, che valgono più di un trattato ai fini della riforma in senso più evangelico e comunionale della Chiesa...

   Un gesto che vale più di un trattato di Franco Monaco

Non accadeva da secoli. E si pensava non potesse accadere. Il mondo, da un capo all’altro, sbalordito...
Le parole a lungo ponderate in silenzio, maturate in un confronto serrato fra la coscienza di un uomo e Dio, erompono, inattese. Il web impazzisce. I potenti dichiarano. Ma noi credenti, noi che amiamo Benedetto XVI, che ne ascoltiamo da anni le parole e ne conosciamo il profondo amore per la Chiesa, siamo rimasti, ieri, profondamente smarriti. Tu, te ne vai? In quanti conventi e cattedrali e chiese e missioni e case e favelas in tutto il mondo questa domanda è risuonata ieri, dolorosa. Tu, Pietro, rinunci. E noi nelle nostre fatiche e sofferenze ci siamo sentiti più soli, come un esercito il cui generale, gravato dagli anni, lasci il campo. Semplicemente, dolore: un dolore filiale è ciò che milioni di fedeli hanno sentito addosso, ieri...

   L’albero che cresce sempre di nuovo di Marina Corradi




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Nell'incontro con il clero di Roma Benedetto XVI propone i suoi ricordi personali con una "chiacchierata sul Concilio Vaticano II"


INCONTRO CON I PARROCI E IL CLERO DI ROMA
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Aula Paolo VI Giovedì, 14 febbraio 2013

Eminenza, 
cari fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio! E’ per me un dono particolare della Provvidenza che, prima di lasciare il ministero petrino, possa ancora vedere il mio clero, il clero di Roma. E’ sempre una grande gioia vedere come la Chiesa vive, come a Roma la Chiesa è vivente; ci sono Pastori che, nello spirito del Pastore supremo, guidano il gregge del Signore. E’ un clero realmente cattolico, universale, e questo risponde all’essenza della Chiesa di Roma: portare in sé l’universalità, la cattolicità di tutte le genti, di tutte le razze, di tutte le culture. Nello stesso tempo, sono molto grato al Cardinale Vicario che aiuta a risvegliare, a ritrovare le vocazioni nella stessa Roma, perché se Roma, da una parte, dev’essere la città dell’universalità, dev’essere anche una città con una propria forte e robusta fede, dalla quale nascono anche vocazioni. E sono convinto che, con l’aiuto del Signore, possiamo trovare le vocazioni che Egli stesso ci dà, guidarle, aiutarle a maturare, e così servire per il lavoro nella vigna del Signore...

   il testo integrale delDISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI NELL'INCONTRO CON I PARROCI E IL CLERO DI ROMA

   il video dell'incontro


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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 4 - Brambilla - Bettazzi - Zollisch - Moraglia - Nosiglia


Ci stringiamo con immenso affetto a Benedetto XVI perché la sua rinuncia al servizio di Vescovo di Roma e del ministero petrino nella Chiesa è stata un atto di grande coraggio e amore. Di grande coraggio come gli uomini e le donne con il cuore libero e gli stessi mezzi di comunicazione hanno messo in luce con titoli a tutta pagina. Parlano di decisione sorprendente, storica, epocale. Per me, invece, è quasi l’ultima e autentica enciclica in cui giunge a pienezza il senso di un Pontificato non lungo, ma denso di valore teologico, di autorevolezza culturale e di testimonianza pastorale, vissuti con un magistero indifeso e disarmante...

   Lettera di mons. Brambilla sulla rinuncia di Benedetto XVI

«È stato un Papa che si è preoccupato molto circa la chiarezza della fede. Accusato di essere un conservatore, ha compiuto gesti rivoluzionari. Per esempio, prima ha sollecitato e poi accolto il parere della Commissione teologica internazionale, sul fatto che il Limbo non c’è nella Bibbia, e che quindi gli appena nati che muoiono non battezzati vanno in Paradiso. E anche quando ha voluto di nuovo l’Incontro di Assisi (osteggiato dagli ambienti conservatori), ha aggiunto a testimonianze religiose anche la voce dei non credenti, a significare che anche loro sono alla ricerca. È stata una grande rivoluzione pastorale»

   Mons. Bettazzi: "Frutto di fede e umiltà"

...“Sì - sottolinea mons. Robert Zollisch arcivescovo di Friburgo e presidente della Conferenza episcopale tedesca - papa Benedetto è in molti aspetti un pontefice: ha voluto costruire ponti tra fede e ragione, ponti verso Dio, ponti tra confessioni e religioni, per preparare in questo modo la via alla pace nel mondo e donare crescita al Regno di Dio”.
“Papa Benedetto XVI è un pastore convinto e convincente della sua Chiesa. Ciò che nella sua preghiera alla Colonna mariana a Monaco di Baviera ha chiesto nel 2006 alla Madre di Dio per tutti i credenti, lo distingueva: Aiutaci a diventare pazienti ed umili, ma anche liberi e coraggiosi”...

   "Diventare pazienti e umili, ma anche liberi e coraggiosi" 

E’ una notizia che ha sorpreso tutti e che dice la grandezza di questo Papa. Se il Santo Padre ha pensato e riflettuto, di fronte al Signore, ritenendo di non avere più le forze e le energie fisiche per il buon governo della Chiesa, dobbiamo renderci conto che abbiamo un grande Papa

   Moraglia: "Abbiamo un grande Papa"

Poche volte, nella sua storia, la Chiesa è stata chiamata a vivere momenti come questo. Il Papa, nel pieno delle sue facoltà personali e dei suoi poteri, annuncia le dimissioni, creando una situazione assolutamente inedita. Al di là delle tante informazioni e discussioni io credo, carissimi, che è prima di tutto nella preghiera che dobbiamo accogliere questa notizia... (Nosiglia)

   Rinuncia di Benedetto XVI: la dichiarazione di mons. Cesare Nosiglia



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Riportiamo di seguito la dichiarazione del cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, dopo la Declaratio di papa Benedetto XVI sulla sua rinuncia al ministero di Vescovo di Roma.

  Angelo Sodano"Increduli", dopo "otto luminosi anni" di pontificato

... Mi chiedo che cos'hai provato in questi mesi e che cosa stai provando ora. Mi sembra perfino che continuare sarebbe stato più facile per te, perché aprire nuove vie, fare la rivoluzione, è comunque sempre più faticoso che seguire un solco già tracciato, ma così, avrai forse pensato, avresti imposto la tua presenza, più debole, e molti avrebbero creduto che ti volessi arrampicare sulle vette di Giovanni Paolo. No, quella non era la tua via, la via giusta per una Chiesa di cui tu hai indicato tutte le sporcizie e le debolezze...

  Luca BortoliCaro Papa ancora per poco

È con profonda emozione che ho appreso la notizia della rinuncia di Papa Benedetto XVI al suo servizio di Vescovo di Roma. Avevo avuto la gioia di parlargli giovedì scorso, al termine dell'udienza concessa ai membri del Pontificio Consiglio della Cultura, riuniti in seduta plenaria. Come sempre era stato squisito, lucidissimo nella memoria e luminoso nell'intelligenza, nel pur breve scambio di parole che avevo avuto con lui. Eppure, non mi aveva sorpreso ascoltare il commento preoccupato di qualcuno dei presenti, Cardinali e Vescovi di varie parti del mondo, colpito dall’impressione di fragilità fisica che il Papa ci aveva dato. Sta proprio in questa paradossale combinazione la chiave di lettura della rinuncia annunciata: da una parte, la coscienza limpida dei propri doveri, delle responsabilità e delle sfide poderose che la Chiesa deve affrontare in questo mondo in così rapida trasformazione; dall’altra, la percezione di una debolezza di forze, cheappariva chiaramente impari ai pesi da portare.

   Bruno Forte: La coscienza del dovere e la fragilità umana (pdf)

E’ un gesto di demitizzazione della figura del Papa che non tiene conto di tutto quel sovraccarico messo sulla figura del Pontefice come di un dio in terra che non si può dimettere fino alla fine, di un papa dal carattere indelebile nel suo ministero. Benedetto XVI ha di fatto aperto alla visione del Concilio Vaticano II che ha ricollocato il Papa all’interno del collegio apostolico dei vescovi e, come i vescovi a un certo punto lasciano il loro incarico, così in via di principio, nulla deve impedire che il Papa possa non più ritenersi all’altezza del suo incarico, cosa peraltro prevista dal codice di diritto canonico anche se si tratta sempre di una scelta eccezionale, mai accaduta negli ultimi secoli.

   Angela Mauro: Raniero La Valle: Da Benedetto XVI un gesto di coraggio

Potenza delle coincidenze simboliche, ironia della storia. Il settimo vescovo di Roma dopo quello che fu il protagonista della Conciliazione tra la chiesa e lo stato italiano se ne va - caso, più che raro, propriamente unico nella lunga storia del pontificato - l'11 febbraio, esattamente nell'ottantaquattresimo anniversario di quell'evento: e al tempo stesso due giorni prima della solennità penitenziale delle ceneri. E il giorno dopo, 12 febbraio, martedì grasso, scoppia il gran carnevale romano delle dietrologie e del totopapa. Perché se n'è andato Benedetto XVI? E chi gli terrà dietro?

   Franco Cardini: Coraggioso sacrificio o grande sconfitta?

... Il mio primo sentimento davanti alla straordinaria (e, per un cattolico, sconvolgente) vicenda di Joseph Ratzinger è stato infatti di solidarietà per la solitudine profondissima di un personaggio della nostra epoca al quale avevo cercato di portare rispetto ma che non amavo e da cui mi ero sempre sentito lontano. Milioni di persone lo chiamavano padre (anzi: padre santo) ma, per quanto andiamo sapendo, nessuno ha condiviso come un figlio la sua «scandalosa» drammatica decisione...
Per quanto mi riguarda, oggi è viva in me l'ammirazione per questo vecchio: con la sua decisione certamente sofferta e coraggiosa si è rifiutato di consentire che il mito dell'onnipotenza pontificia prevalesse ancora una volta sui limiti della persona umana con esiti disastrosi.

   Ettore Masina: Un grande vecchio

"Rispetto e commosso affetto" esprime per la decisione di Benedetto XVI il sociologo torinese Massimo Introvigne, responsabile dell'Osservatorio della Libertà Religiosa promosso dal Ministero degli Esteri.

   Massimo Introvigne: "Si conclude il più grande pontificato per la difesa della libertà religiosa"

Siamo sorpresi e scossi. Siamo commos­si. Ed è naturale. Anche se i libri di storia dicono altro, è la prima volta – a memoria d’uomo e di cristiano – che un Papa «si di­mette ». E senza dubbio è la prima volta che il mondo può ascoltare in diretta questo an­nuncio nell’antico idioma della Chiesa, il la­tino, e può vederlo propagarsi istantanea­mente in tutte le possibili lingue dei popoli e della modernità. Certo, Benedetto XVI ci a­veva invitato per tempo in modo aperto e sereno, a considerare la ragionevolezza cri­stiana e umana di un simile gesto. Ma un conto è considerare una evenienza, tutt’al­tro è misurarci con un evento. E a questo sia­mo. Trema la mano a scriverlo, e non di pau­ra, ma di un incredulo eppure come già con­solato dolore e di una strana gratitudine in cerca di conforto.

   Marco Tarquinio: Tutto ci è dato

Lettera dell'Arcivescovo ai fedeli ambrosiani, che dovrà essere letta all’inizio delle celebrazioni eucaristiche della prima domenica di Quaresima. In allegato intenzioni per la preghiera dei fedeli e le prime indicazioni liturgiche per il periodo di sede vacante

   Angelo Scola: Benedetto XVI, una limpida testimonianza di fede



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I NOSTRI TEMPI



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10 febbraio: "Giorno del ricordo" per non dimenticare... 


Raccontare questo dramma vuol dire soffermarsi sulla violenza dell'uomo contro il proprio fratello. Una violenza che ha trovato nelle ideologie la propria scusa, non la propria causa

Il 10 febbraio è la data in cui - dal 2004 - il nostro Paese cerca di porre rimedio a una colpevole dimenticanza. L’avere volontariamente lasciato che la patina del tempo troppo a lungo si posasse sulla tragedia di migliaia d’infoibati e sul dramma dell’Esodo degli italiani, alla fine della seconda guerra mondiale, dalle terre dell’Istria e dalla Dalmazia. E così l’imposizione di dimenticare ha finito per gettare ancora più sale sulle ferite di chi aveva subito sulla propria pelle e nel profondo della propria anima la violenza di quei giorni.
Sono trascorsi ormai quasi 70 anni da allora. 
Proprio l’apparente lontananza temporale alimenta ancor di più l’obbligo del fare memoria. Non per pretendere rivendicazioni astoriche e senza senso ma perché quanto avvenuto non abbia a ripetersi: né qui né altrove. 

   Mai dimenticare le foibe

SPECIALE DI RADIOUNO DEDICATO ALLA TRAGICA PAGINA DELLA NOSTRA STORIA

In tutt’Italia celebrazioni in memoria degli istriani, fiumani e dalmati costretti dal regime comunista di Tito, fra il 1943 e il 1945, all’esodo dalle loro terre. Ancora imprecisato il numero, si va dai 1.000 ai 5-6.000, di quanti furono vittime del massacro, gettati nelle cavità naturali che si trovano sul Carso, profonde fino a 200 metri. Un dramma riconosciuto solo da pochi anni: del 30 marzo 2004 la legge che ha istituito il 10 febbraio per la commemorazione

   ‘Giorno del ricordo’ per le vittime delle foibe


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XXI Giornata Mondiale del Malato (GMM) 2013 - «Il Buon Samaritano: va’ e anche tu fa’ lo stesso» (Lc 10, 37)


L’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, si celebra la XXI Giornata Mondiale del Malato. Scrive il Papa, citando Giovanni Paolo II: “Tale giornata è per i malati, per gli operatori sanitari, per i fedeli cristiani e per tutte le persone di buona volontà «momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo che, soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità»”.
Proprio pensando, in particolare, agli operatori sanitari e a quanti sono a contatto con il mono della sofferenza, don Carmine Arice, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute, intervenendo giovedì 7 febbraio ad un Convegno ad Assisi, ha esortato a quell’ascolto che “presuppone una cultura della relazione” e diventa “uno stile di vita”.

  L'ascolto credente, via di consolazione

La sollecitudine della Chiesa per il mondo dei sofferenti e dei loro familiari, degli operatori sanitari, degli operatori pastorali nonché dei volontari, trova espressione in questo anno nel tema scelto dal Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Mondiale del Malato (GMM) 2013, ovvero «Il Buon Samaritano: va’ e anche tu fa’ lo stesso» (Lc 10, 37).
Facendo dunque tesoro dell’icona evangelica del Buon Samaritano, che sempre interpella la Chiesa ed è il tema dell’edizione solenne della prossima Giornata Mondiale del Malato, il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute) ha inteso redigere un apposito Sussidio, già disponibile in sette lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese e polacco. 

  il Sussidio del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari in preparazione alla XXI Giornata Mondiale del Malato

Disponibile per il download anche il materiale per l'animazione pastorale della XXI Giornata Mondiale del Malato 
  • Messaggio del Papa
  • Manifesto XXI Giornata Mondiale del Malato
  • Locandina XXI Giornata Mondiale del Malato
  • Presentazione del tema XXI Giornata Mondiale del Malato
  • Cartolina XXI Giornata Mondiale del Malato
  • Scheda liturgica
  • INDULGENZE GIORNATA MALATO 2013.doc
Preghiera per la XXI Giornata del Malato 2013
Dio, Padre di misericordia,
aumenta la nostra fede
nel tuo amore provvidente.
Signore Gesù, samaritano dell’umanità,
vieni accanto ad ogni uomo
piagato nel corpo e nello spirito,
con la forza della tua consolazione.
Spirito Santo, carità di Dio,
che spingi la Chiesa all’evangelizzazione,
rendici testimoni della fede
e veri annunciatori della Buona Notizia.
E tu o Madre, beata perché hai creduto,
sostieni i tuoi figli nel loro cammino
verso la gioia senza fine. Amen.

  video


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Ricorrendo a un altro testo biblico, possiamo dire che c'è un tempo per ogni cosa sotto il sole. C'è un tempo per vivere e un tempo per morire. Sono parole dal capitolo 3 del libro del Qohelet, una riflessione sapienziale sull'esistenza umana risalente a milletrecento anni fa. Bisogna leggerlo, perché è come gettare uno sguardo in un abisso. Verrebbe immediato sostenere, a questo punto, che la malattia è un tempo per morire. Invece, vorrei iniziare una serie di contributi per dire che la malattia è un tempo per vivere. Lo può essere, a seconda dello sguardo che usiamo.
L'ho imparato dalla mia storia, ma anche da quella di tanti altri che ho ascoltato.

  Christian Albini:   Un tempo per vivere

Nella vita di ogni persona ci sono periodi in cui si deve sopportare il peso della Croce. Malattie e dolori, possono generare o il mal di vivere o una maggiore fede. Pubblichiamo di seguito le testimonianze di persone della Polonia che, attraverso la sofferenza, si sono avvicinate di più a Gesù, l’uomo che diceva di essere il figlio di Dio e che accettò la Croce in un disegno di salvezza per gli altri.

  Mariusz Frukacz:   La Croce spiega il senso della vita



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Le adesioni all’iniziativa internazionale contro la violenza sulle donne nel giorno di San Valentino arrivano da ogni parte del mondo (197 Paesi).
Lo slogan della giornata è chiaro: “Un miliardo di donne che subiscono violenza sono un’atrocità. Un miliardo di donne che danzano una rivoluzione”. L’obiettivo del flash mob (riunione di un gruppo di persone in uno spazio pubblico per una durata di tempo breve) è di “sollevarsi” contro la violenza sulle donne ballando a ritmo di musica nelle piazze.
One billion raising è un evento a cui sono chiamati a partecipare anche gli uomini.

     One billion raising, un flash mob per "sollevarsi" contro la violenza sulle donne. Ballando

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Per ogni soddisfazione (spirituale) umana, esiste l'inevitabile contrappasso di sofferenze (materiali e morali) di altri esseri viventi. Ad esclusivo vantaggio di una minoranza insensibile a tutto, meno che al denaro

  Clementina Coppini:   La rose giuste per San Valentino

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M’ILLUMINO DI MENO
M’illumino di meno, la celebre Giornata del Risparmio Energetico lanciata da Caterpillar, Radio2, e tutti i suoi sostenitori virtuosi “scendono in campo” per un futuro più illuminato, all’insegna della razionalizzazione dei consumi energetici.
Si “vota” il 15 febbraio 2013, con il consueto “silenzio energetico” dalle 18 alle 19,30 e con ogni forma di sensibilizzazione su come consumare e produrre energia in modo efficiente e pulito.

     Caterpillar M'illumino di meno


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Lotta alla mafia

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Attilio Manca. Don Ciotti: "ABBIAMO SETE DI VERITÀ E GIUSTIZIA" - 2013 (VIDEO)


IX anniversario della morte di Attilio Manca
Lunedì 11 febbraio 2013 - Barcellona P.G. (ME)

ABBIAMO SETE DI VERITÀ E GIUSTIZIA
Celebrazione: omelia di don Luigi Ciotti


   AGIRE SENZA PAURA IN CIO'  CHE SI RITIENE GIUSTO (video)

   Chiediamo al Dio dei vivi di scuotere le coscienze di chi sa perché parli (video)

   SPERARE E' AMARE SENZA MISURA (video)

   IL VIDEO INTEGRALE DELLA CONFERENZA

Il resoconto della giornata di 24live:

   Anniversario Attilio Manca: necessità di arrivare alla verità


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FEDE E
SPIRITUALITA'





“Ecco faccio una cosa nuova”

Convertirsi

HOREB n. 63 - 3/2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Il termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre, accarezza, accompagna.
«Bruna sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato. 
Eppure confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella” perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe della sua bellezza.
Convertirsi, per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si incida nella sua esistenza e determini la sua storia. 
Convertirsi è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia ....  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2013
IL VANGELO NARRATO PER TEOFILO L'AMICO DI DIO
 Lettura del Vangelo di Luca



Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto 

I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2013

Dal 23 Gennaio al 13 Marzo presso la sala del convento dalle ore 20.00 alle ore 21.00
 
IL VANGELO NARRATO PER TEOFILO L'AMICO DI DIO
 Lettura del Vangelo di Luca


Leggi il calendario degli incontri (pdf)



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     Beata Vergine di Lourdes (video)

     Santi Cirillo e Metodio (video)

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Il teologo risponde

Gesù Cristo ha vinto il peccato e ci ha liberato dal demonio, eppure il peccato esiste ancora e il demonio domina spesso.  

  Luigi Lorenzetti:   Gesù e il demonio, che vittoria è?

Come conciliare la venerazione dei santi e della Madonna con il fatto che secondo la Bibbia a Dio solo spetta la gloria e solo a lui si deve rendere culto?  

  Ennio Apeciti:   Culto solo a Dio o anche ai santi?

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  Benedici questo popolo...
  Il "venite in disparte"...
  Datemi tempi di silenzio...
  Nella battaglia per la vita...
  Difficilmente osa...
  Sulla tua parola...
  La creazione è...
  Gesù si lascia interpellare...
  Per Dio l'uomo è...
  Questo Dio che in Gesù...
  Il digiuno non germoglia se...
  La pace è un dono...
  A noi tentati...
  In tutta umiltà...
  Il digiuno evoca...


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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n.10 di Santino Coppolino



RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) 

Vangelo:  Lc 5, 1-11


"DUC IN ALTUM-PRENDI IL LARGO" è il comando di Gesù a Simone. Lui che ha pescato tutta la notte (è di notte che si va a pesca per trarre i pesci in inganno) confidando nella sua maestria, nella sua furbizia, nei suoi mezzi di esperto pescatore, deve riconoscere amaramente il proprio fallimento, di essere rimasto "a reti vuote": FATICA INUTILE! 
E' il fallimento di ogni credente che fa fede sulle sole sue forze, è il fallimento della Chiesa quando fa affidamento sui suoi mezzi potenti e sofisticati, dimenticando che Essa è pur sempre una barchetta (NAVICULA, traduce S. Girolamo) in mezzo ad un mare grande e tempestoso...


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Concilio Vaticano II e Liturgia (2) - p. NINO FAZIO - VIDEO


La Chiesa in relazione a Dio: la Liturgia opera di Cristo e della Chiesa.
Rilettura della “Sacrosanctum Concilium” (secondo incontro)
p. Nino Fazio


ILE DIMENSIONI DELLA COSTITUZIONE LITURGICA 
Sacrosanctum Concilium, primo documento del Vaticano II, è un testo complesso. Mette subito in luce il “primato di Dio” e segna “l’agenda del Concilio” (n. 1). Non avendo termini di confronto, in quanto i precedenti Concili erano stati dogmatici (con la dottrina enunciata e poi con la condanna degli errori: “se qualcuno dice che ... anatema sit/sia scomunicato”), mentre il Vaticano II vuol essere “Concilio pastorale”, e pertanto ha il compito di tracciare anche uno stile nuovo di documento conciliare. E lo fa, pur con qualche incertezza ed esitazione, ma assumendosi la responsabilità di essere “capofila”.
A distanza di quasi 50 anni (dal 4 dicembre 1963, data della sua promulgazione) non sfigura e mostra la straordinaria freschezza della Chiesa che si rinnova alle fonti: Bibbia, Padri, Testi liturgici antichi...
Qui mi propongo di esporre brevemente le dimensioni che ritengo essenziali a caratterizzare il documento e che ci permettono di cogliere la sua genuinità e di documentare (certo a grandi linee) il lavoro di attuazione e incarnazione delle sue indicazioni.
Mi soffermo sulle dimensioni: Teologica, Spirituale, Pastorale, Rituale, Giuridica   
....

  video

La costituzione integrale sulla SACRA LITURGIA:

  SACROSANCTUM CONCILIUM

Frammenti dell'incontro 4 febbraio 2013:

  NON TI HO AMATO PER SCHERZO (video)
  CHIESA CIRCOLARE O PIRAMIDALE? (video)

L'incontro precedente:
  Primo incontro - 28 gennaio 2013
 

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Nell’Anno della fede nella parrocchia della Natività di Nostra Signora a Burjassot (Spagna) in migliaia, da oggi, ricopieranno la Bibbia.


Oltre 2mila persone parteciperanno, a partire da oggi, alla trascrizione della Bibbia a mano nella parrocchia della Natività di Nostra Signora a Burjassot (diocesi di Valencia, in Spagna), in occasione dell’Anno della fede. Ogni partecipante contribuirà alla trascrizione offrendo trenta minuti del suo tempo. La parrocchia ha preparato 6mila fogli molto resistenti su cui ricopiare la Bibbia, che poi saranno uniti in un’unica pubblicazione. “Con questa iniziativa - spiega il parroco, Miguel Ángel Vives - vogliamo spiegare l’importanza della Bibbia per la Chiesa, per la fede e per il mondo”. Alla trascrizione parteciperanno persone di diverse religioni e confessioni cristiane, come evangelici, ortodossi, buddisti e induisti. Collaborerà all’iniziativa anche l’arcivescovo di Valencia, monsignor Carlos Osoro, che copierà il primo capitolo della Genesi. Inoltre, la comunità contemplativa delle religiose domenicane dell’Annunziata di Burjassot trascriverà il Vangelo di Matteo nel loro monastero e poi lo invieranno alla parrocchia. Nell’iniziativa saranno coinvolti oltre 600 bambini della scuola parrocchiale della Natività di Nostra Signora. Infine, diversi frammenti della Bibbia saranno trascritti in altre lingue, come l’inglese e il francese. Saranno usate anche lingue antiche come il greco e il latino. 

Il caso buono di Valencia, dove in migliaia, da oggi, ricopieranno la Bibbia. Non è il Medioevo che ritorna, è la Parola di Dio che ci prende la mano

  Trascrivere è un po' vivere


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"Cari bambini, la morte non è una favola" di don Luigi Ciotti


Discorrere di morte non è mai stato un compito facile, in particolare con i bambini, ma nemmeno tra adulti, e neanche con se stessi. Soprattutto oggi che, sull’onda lunga avviatasi con la seconda metà del Novecento, il rapporto tra la società e la morte è mutato, e la comunicazione sul morire è diventata ancora più difficile, sempre più limitata alla cerchia ristretta del morente e delle persone che gli stanno accanto, sempre più lontana dalla quotidianità della vita, sempre meno percepita dal contesto comunitario. Con l’abbattimento, in Occidente, della mortalità infantile e l’allungamento della vita oltre i settant’anni, la morte è stata allontanata in un futuro lontano, è stata espulsa, se non occasionalmente, dai fatti di famiglia, ed è stata accantonata dalla realtà della vita. Questo significa che la morte non fa più parte della vita: non la condiziona, non la limita, non infierisce. I meccanismi di difesa psicologici, individuali e collettivi, appoggiandosi su una constatazione di realtà (il fatto che la scienza e la medicina oggi consentano, nel Nord del mondo, di morire di meno e di vivere molto più a lungo), hanno consentito di dimenticare la morte, di esorcizzarla, di tenerla lontana dalle nostre paure e dalle nostre ansie. Alcuni studiosi hanno osservato come agli inizi del secolo scorso il tabù fosse la sessualità, mentre la morte era parte integrante della vita: quando moriva il nonno si era insieme, nella stessa casa e i riti di congedo (veglia, ritrovo della famiglia, funerale) permettevano a tutti – anche ai bambini – di essere presenti, di partecipare al lutto e di elaborarlo. Oggi siamo in presenza dell’esatto contrario: molta più confidenza con i temi della sessualità, ma silenzio totale per quanto riguarda la morte...

  Cari bambini, la morte non è una favola di don Luigi Ciotti


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Ricordo di Giuseppe Dossetti nel centenario della nascita


Nel centenario della nascita di Giuseppe Dossetti (13 febbraio 1913), alle molte iniziative per ricordare quella straordinaria figura di uomo politico e di cristiano del secolo scorso si sono anche contrapposte - e c’era da aspettarselo - voci critiche su di lui e la sua opera. Questo perché Dossetti è tuttora una presenza ispirante in Italia, un personaggio capace di fornire argomenti per i confronti ancora in corso. Purtroppo in questo dibattito, cosa inconsueta, proprio nell’ambito ecclesiale si registra un pesante silenzio nel quale si levano alcuni interventi accaniti, tesi a delegittimare la sua figura. Questo provoca in molti cristiani una grande sofferenza, fa emergere quanta ingratitudine possa annidarsi in spazi ecclesiali e quanta insensatezza possa ispirare alcuni ecclesiastici.Si dice che Dossetti non era un teologo, che nel suo pensiero c’erano lacune perché la sua formazione era quella di un giurista e il suo curriculum era privo di studi di teologia in una facoltà cattolica, senza ricordare che tratti analoghi sono riscontrabili anche in grandi Padri della Chiesa, a cominciare da sant’Ambrogio... 
Si dice che avesse di Israele quale popolo di Dio e della sua salvezza una lettura non conforme alla dottrina cattolica, quando in realtà egli si interrogava su posizioni teologiche emerse nella Chiesa cattolica all’inizio degli Anni Ottanta, senza mai giungere a sostenere che per gli ebrei fosse possibile una salvezza senza Cristo. Se Giovanni Paolo II con audacia - che non mancò di sorprendere persino molti tra quanti erano impegnati nel dialogo ebraico-cristiano - era giunto ad affermare nella sinagoga di Magonza che Israele è «il popolo di Dio dell’antica alleanza mai revocata», significa che essa è tuttora in vigore e, come ci insegna la Scrittura, è un’alleanza di salvezza. Ma questo non equivale certo a una salvezza senza Cristo, senza il Messia promesso e atteso dal popolo della prima alleanza. Solo Gesù Cristo è il salvatore di tutti, e questa verità di fede era in don Giuseppe Dossetti una confessione salda e incrollabile come roccia.

  Dossetti, il cristiano "morsicato" dal Vangelo

Nel racconto costruito dallo storico Alberto Melloni viene riproposto l’itinerario esistenziale di Giuseppe Dossetti. Dall’infanzia a Cavriago nel periodo postbellico agli studi a Bologna, dall’esperienza di assistente all’Università Cattolica di Milano all’impegno nella resistenza e nel Cln, dall’attività politica al ruolo di protagonista nella costituente, dalla fondazione dell’Istituto per le Scienze religiose di Bologna alla candidatura a sindaco, dall’ordinazione monastica all’impegno nel Vaticano II, infine dal ritiro in Terra Santa fino alla sua ultima battaglia in difesa della Costituzione nel 1994.

  TG1 SPECIALE di Alberto Melloni e Fabio Nardelli andato in onda il 10/02/2013: “Con tutte le tue forze” (video)

Guarda il nostro precedente post:

  Giuseppe Dossetti continua a dar "fastidio". Perchè?


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Riceviamo da un’amica della Rai i materiali di una puntata speciale della trasmissione “La vita in diretta” dell’anno 1996, dedicata a Giuseppe Dossetti. Si tratta della testimonianza che diede ilcard. Martini in quell’occasione e della trascrizione del discorso che Giuseppe Dossetti tenne il 22 febbraio 1986, a Bologna, in occasione del conferimento dell’Archiginnasio d’oro, la massima onorificenza della città.

  C3DEM:   Un discorso di Giuseppe Dossetti del 1986 e una testimonianza di Carlo Maria Martini


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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni


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Roma - 16 febbraio 2013, ore 10-17
FINANZA E POTERE NELLA CHIESA
Il rapporto tra Dio e Cesare nell'epoca della secolarizzazione e della religione civile
II convegno nazionale

  «FINANZA E POTERE NELLA CHIESA»


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La Quaresima ci offre un criterio di selezione anche elettorale che non compare nei talk show ma è vivo e parlante nella mentalità, nella visione di vita associata, e in quello che chiamiamo Regno di Dio da costruire già su questa terra. Non facciamo l'errore di considerare la Quaresima solo cammino spirituale che deve guardarsi addirittura dai problemi sociali come da una contaminazione. E' cammino umano la Quaresima e quindi quest'anno per i credenti che vivono in Italia Quaresima di elezioni. Un motivoin più per non cedere alla tentazione di lavarsene le mani.

  Vittorio CristelliElettori di Quaresima (pdf)

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 BENEDETTO XVI
 



      Angelus/Regina Cæli - 10 febbraio 2013

     Discorso Visita al Seminario Romano Maggiore per la Festa della Madonna della Fiducia (8 febbraio 2013)

     Discorso Al Sovrano Militare Ordine di Malta (9 febbraio 2013)

     Declaratio (11 febbraio 2013)

     Discorso Incontro con i Parroci e il Clero della Diocesi di Roma (14 febbraio 2013)

     Udienza 13 febbraio 2013, Le tentazioni di Gesù e la conversione per il Regno dei Cieli

     Omelia 13 febbraio 2013: Processione Penitenziale - Santa Messa, benedizione e imposizione delle Ceneri


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OPINIONI E COMMENTI

Uno dei destini forse segnati di Benedetto XVI, il Papa teologo divenuto Pontefice a 78 anni, è simile a quello toccato al suo predecessore Paolo VI, che lo volle arcivescovo di Monaco e lo creò cardinale nell’ormai lontano 1977: quello di essere criticato sia da destra che da sinistra, finendo per risultare incompreso più spesso di quanto si possa pensare, pure da chi si professa «ratzingeriano» e dovrebbe quindi aiutarlo a trasmettere il suo messaggio.

  Andrea Tornielli Benedetto XVI, un messaggio «scomodo»








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n. 24  del 22 giugno 2012

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n. 33  del 24 agosto 2012

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n. 45 del 16 novembre 2012

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Cardinale Carlo Maria Martini
Profeta dei nostri tempi



 
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   AVVISI: 

  1) La newsletter è settimanale;

 

  2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:

      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm