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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
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Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
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Le posizioni espresse non sempre
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Speciale
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Benedetto XVI
rinuncia al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro
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SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Secondo l'agenzia Ansa il Papa Benedetto XVI lascerà il pontificato dal prossimo 28 febbraio.
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Mi sostiene e mi illumina...
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Con
queste parole papa Benedetto XVI annuncia che lascerà il pontificato
dal prossimo 28 febbraio. Lo fa personalmente, in latino, durante il
concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto (11.02.2013).
"Carissimi
Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre
canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande
importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato
la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie
forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo
adeguato il ministero petrino. ....
video
il testo integrale
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Sconcerto, sorpresa, stupore, commozione alle parole di Benedetto XVI
che ha comunicato la sua decisione di «rinunciare al ministero di
Vescovo di Roma». Sentimenti disegnati sui volti dei cardinali, dei
presuli e dei prelati che — riuniti per il Concistoro ordinario
pubblico di lunedì mattina, 11 febbraio, nella Sala del Concistoro del
Palazzo Apostolico — hanno ascoltato dalla viva voce del Papa
l’inatteso annuncio...
Da
un momento di preghiera e di gioia l’atmosfera si è trasformata in
mestizia. A farsene portavoce è stato il cardinale Angelo Sodano,
decano del Collegio cardinalizio, che ha subito preso la parola a nome
di tutti i porporati. «Santità, amato e venerato successore di Pietro,
come un fulmine a ciel sereno — ha detto — ha risuonato in quest’aula
il suo commosso messaggio. L’abbiamo ascoltato con senso di
smarrimento, quasi del tutto increduli. Nelle sue parole abbiamo notato
il grande affetto che sempre ella ha portato per la santa Chiesa di
Dio, per questa Chiesa che tanto ella ha amato».
Ora,
ha aggiunto, «permetta a me di dirle a nome di questo cenacolo
apostolico, il collegio cardinalizio, a nome di questi suoi cari
collaboratori, permetta che le dica che le siamo più che mai vicini,
come lo siamo stati in questi luminosi otto anni del suo pontificato»...
Quell’annuncio inatteso risuonato nella sala del Concistoro
Monsignor Luigi Bettazzi,
ex vescovo di Ivrea, nel mese di febbraio del 2012 aveva fatto una
previsione sulle possibili dimissioni del Papa. Nel corso di
un’intervista in radio, Bettazzi aveva detto, in risposta alle ipotesi
di un complotto per uccidere il Papa: “Penso che questo sia un sistema
per preparare l’eventualità delle dimissioni. Per preparare questo
choc, perché le dimissioni di un Papa sarebbero un choc, cominciano a
buttare lì la cosa del complotto“.
I
conduttori di “Un giorno da pecora” avevano poi chiesto in modo
esplicito se Ratzinger avesse intenzione di dimettersi. Il Monsignore
ha detto: “Io credo di sì, anche se l’hanno smentito. Un vecchio
cardinale, però, mi diceva sempre: ‘Se il Vaticano smentisce vuol dire
che è vero’… Io penso che lui si senta molto stanco, basta vederlo, è
un uno abituato agli studi. E di fronte ai problemi che ci sono, forse
anche di fronte alle tensioni che ci sono all’interno della Curia,
potrebbe pensare che di queste cose se ne occuperà il nuovo Papa“.
video
Così
monsignor Bettazzi giudica le dimissioni di Benedetto XVI. "Avevo
immaginato che potesse prendere una decisione così, perché è stato un
Papa dai gesti rivoluzionari".
Leggi tutto: Mons. Bettazzi: "Frutto di fede e umiltà"
Non è qualcosa da guardare in negativo la decisione a sorpresa di Joseph Ratzinger, secondo il teologo Vito Mancuso,
51 anni, laico, autore di molti bestseller che ne hanno fatto uno delle
voci più note non solo ai cattolici, ma anche ai non credenti...
«... il Papa distingue qualcosa di essenziale: afferma che fare il Papa
non è necessariamente essere Papa. Un conto è l’identità del ruolo che
uno deve giocare, direi meglio la sua funzione di monarca infallibile.
Un altro conto è l’identità personale. Questa distinzione introduce un
elemento di laicità, un elemento che nel papato distingue la persona
dalla sua funzione. Il che potrebbe introdurre novità».
«Gran rifiuto? No, responsabilità Contro la sporcizia della Chiesa»
Ciò, aggiunge il teologo, «indurrà probabilmente i
vertici della Chiesa a eleggere un pontefice più giovane, vigoroso,
meno curiale». E sarà, assicura, «una scelta irreversibile, da cui non
si tornerà più indietro e che varrà anche per i prossimi decenni».
Leggi tutto: Mancuso: «Ratzinger ha sancito il dualismo tra uomo e carica pontificia»
Il fratello del Papa lo sapeva da mesi - Georg Ratzinger, il
fratello di papa Benedetto XVI, era da mesi al corrente dei piani di
dimissioni annunciati stamani dal pontefice. "Ero stato messo al
corrente", ha detto il religioso secondo quanto riporta il sito del
quotidiano Die Welt in un flash delle 12:49: "Mio fratello si augura
più tranquillità nella vecchiaia".
Dimissioni papa, Georg Ratzinger: "Una cosa naturale" (video)
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vi
ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma
anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita
della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza
davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età
avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il
ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la
sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e
con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia,
nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni
di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di
san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia
del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è
diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di
amministrare bene il ministero a me affidato. Per
questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena
libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma,
Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19
aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede
di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato,
da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo
Pontefice. Carissimi
Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con
cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono
per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del
suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua
santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri
Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per
quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con
una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
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L’arcivescovo Giancarlo Bregantini ha
ricordato il suo ultimo incontro con il Papa, appena un mese fa: “Ci
aveva detto ‘Non ce la faccio’, aveva lasciato intendere che c’era
qualcosa, che non stava tanto bene”. “Come avrà sofferto anche
Benedetto XVI nel dare questo annuncio – prosegue l’arcivescovo di
Campobasso – un annuncio tra l’altro fatto in latino, un grandissimo
gesto anche questo, per parlare a tutto il mondò”, ha chiuso
Bregantini.
”E’ stato un gesto di santità.
Roba da lacrime” aggiunge monsignor Bregantini, che è anche presidente
della Commissione Lavoro e sociale della Cei. Poi evidenzia grandi
similitudini tra questa decisione e il gran rifiuto del Papa molisano,
Celestino V. (fonte: Il Fatto Quotidiano)
... Davanti alla sua coscienza
come ha fatto il Papa nella sua sublime dichiarazione in latino, ha
sentito due cose: la sua età con l’anzianità che avanzava e l’altro
elemento fisico e pastorale che, per guidare la “barca di Pietro”
occorre accanto al cuore ed allo zelo personale, le forze fisiche
necessarie. Ammettere con onestà questo, dona a Papa Bendetto XVI, una
grandezza infinita ed un esempio di Santità enorme per quello che ha
fatto...
Dimissioni di Papa Benedetto XVI. Bregantini: atto di grande coraggio
Dimissioni del Papa, monsignor Forte: "Un grande gesto d'amore"
L'arcivescovo metropolita, monsignor Bruno Forte,
da sempre vicino al Santo Padre, poche ore dopo l'annuncio definisce la
scelta di Ratzinger una "trasparentissima prova di amore a Cristo e
alla Chiesa. Non possiamo che esprimere al Papa Benedetto tutto il
nostro amore, la devozione più profonda, l'ammirazione sincera e la
gratitudine per il servizio reso con tanta generosità e ricchezza di
luce per il popolo di Dio e il mondo intero in questi otto anni.
Sappiamo
- ha aggiunto monsignor Forte - che il divino Pastore guiderà la Sua
Chiesa e le darà gli aiuti necessari. Papa Benedetto XVI pregherà per
tutti noi e noi tutti lo porteremo fedelmente nella preghiera e nel
cuore, invocando sin da ora lo Spirito Santo su chi sarà chiamato ad
eleggere il nuovo Pontefice e su chi dovrà assumere il peso delle
chiavi di Pietro". (fonte ChietiToday)
"Un contropiede intelligente ed un
segno profetico perché cambia e annuncia cambiamenti. Gesto di grande
coraggio, ma soprattutto di grande libertà". Così don Luigi Ciotticommenta
le dimissioni di Benedetto XVI. "Per chi fosse distratto - aggiunge il
sacerdote - quello del Papa è un richiamo forte alla responsabilità
intesa come servizio e mai gestita come potere da conservare. Suonano
ancora forti le sue parole per gli ultimi, i poveri, sulla corruzione
ed usura e il richiamo ancora più forte pronunciato a Palermo, in
Piazza Politeama, dove sottolineva: "mafia strada di morte
incompatibile con il Vangelo", dice don Ciotti. (fonte: Gruppo Abele)
La decisione di Benedetto XVI di
lasciare il pontificato il prossimo 28 febbraio testimonia come questo
Papa "che tutti pensavano un conservatore", si è mostrato "in realtà un
grande innovatore perchè ha rotto duemila anni di tradizione in cui, a
parte Celestino V", nessuno aveva fatto un gesto del genere. E' il
commento di Padre Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose
che all'Adnkronos sottolinea come ciò "ha di fatto permesso
un'interpretazione diversa di quella che è la figura del Papa, non più
sacrale fino alla morte ma molto legata al servizio che lui è capace di
fare alla chiesa. Dunque il servizio in prima linea e non la persona.
Ancora una volta ha mostrato quella umiltà che ha sempre avuto, di
farsi da parte". E ancora, sulla decisione di Papa Ratzinger, "per
molti è stata una sorpresa - aggiunge padre Bianchi - ma in realtà ci
si poteva attendere questo gesto. Chi conosce come me la coerenza di
Benedetto XVI non può non notare che lo aveva detto e scritto più
volte, e un Papa non manca mai alla sua parola. Perciò - prosegue -
quando ha sentito davvero che le sue forze non erano più all'altezza
del ministero e che i nuovi tempi richiedono con ogni probabilità un
altro interprete di questa rivoluzione antropologica in atto nel mondo
ha dato le dimissioni". Padre Bianchi conclude auspicando che "ora ci
sia qualcuno che possa reinterpretare la figura del Papa che ci lascia
Benedetto XVI in maniera molto coerente". (fonte: Adnkronos)
... Papa Benedetto ha compiuto un grande gesto, evangelico innanzitutto, e poi umano...
Così
la presenza di Ratzinger nella chiesa non si conclude. Sarà un presenza
altra e non meno significativa: una presenza di intercessione. Si
metterà cioè tra Dio e gli uomini, non per compaginarli nella comunione
cattolica – questo non sarà più il suo compito – ma per chiedere che
Dio continui a inviare le energie dello Spirito santo sulla chiesa e i
suoi doni sull’umanità. Molti oggi vorrebbero dire a papa Benedetto
XVI: “Grazie, santo Padre!” per il suo disinteresse, per la sua
sollecitudine affinché anche il papa sia decentrato rispetto a colui
che dà il nome di cristiani a molti uomini e donne che hanno fede solo
in lui: Gesù Cristo! Si diceva che questo papa ha grandi parole ed è
incapace di gesti: il più bel gesto ce lo lascia ora, come Pietro che
ormai anziano – dice il Nuovo Testamento - “se ne andò verso un altro
luogo” continuando però a seguire il Signore. Benedetto XVI appare
successore di Pietro più che mai, anche nel suo esodo.
Ora più che mai è successore di Pietro
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Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Caro Papa... di Alessandro D’Avenia
La logica del mondo, la logica di Dio
Caro Papa,
manca un accento all'ultima lettera di questo tuo nome, Papa, e verrebbe fuori un’altra parola. La
parola che ogni figlio pronuncia migliaia di volte nella vita e che un
figlio di Dio ha la fortuna di pronunciare molte più volte
perché, alla fine, la vita cristiana è imparare a dire abbà, papà, a
Dio.
Alla
notizia della tua rinuncia ho avuto paura. Ho provato lo stesso dolore
per la morte di Giovanni Paolo II: allora avevo 28 anni e mi
sentii orfano, piansi come chi ha perso un padre.
Lunedì
mi è successo lo stesso. Mi sono sentito orfano. Tu avevi deciso di non
essere più Papa. Un altro padre mi veniva meno. È il dolore di un
figlio che ha ricevuto moltissimo...
ho
avuto paura quando hai annunciato la tua rinuncia. Sul momento mi è
sembrato un tirarsi indietro. Se ti tiri indietro anche tu, che sei il
Papa, che fine facciamo noi? Ho ripensato a una tua frase che mi porto
nel cuore: «Fedeltà è il nome che ha l’amore nel tempo». Me la ricordo
tutte le volte che il mio e l’altrui amore è messo alla prova e
devo aggrapparmi con tutte le forze all'Amore che
muove tutti gli altri amori, oltre che il sole e le altre stelle. In
questi anni la mia fede si è rafforzata grazie a quel logos
cortese, fermo e caldo che tu sai infondere alle parole che usi, come
(tanto per fare un esempio) queste che ho letto qualche
giorno fa: «Dio, con la sua verità, si oppone alla molteplice menzogna
dell’uomo, al suo egoismo e alla sua superbia. Dio è amore
Ma l’amore può anche essere odiato, laddove esige che si esca da se
stessi per andare al di là di se stessi. L’amore non è un
romantico senso di benessere. Redenzione non è wellness, un
bagno nell'autocompiacimento, bensì
una liberazione dall'essere compressi nel proprio io.
Questa liberazione ha come costo la sofferenza della Croce».
Ripensando alla tua frase, leggendo queste parole le tue
'dimissioni' mi sembravano incomprensibili e mi hanno gettato
nello sgomento.
Mi
sono sentito solo. A che serve difendere la propria fede se
poi anche il Papa si tira indietro. Poi a poco a poco l’emotività
ha lasciato lo spazio al logos appunto, alla verità, a
Cristo, e una grande pace è tornata nel cuore. Dovevo andare oltre il
codice di interpretazione soggettivo, emotivo, mondano...
Caro Papa di Alessandro D’Avenia
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Andiamo
avanti a parlarne. Sì, abbiamo assolutamente bisogno di continuare a
parlare delle dimissioni di Benedetto XVI. Però - vi prego - almeno
stavolta non buttiamola (come invece stiamo già facendo) sulle solite
domande: ha fatto bene o ha fatto male? O addirittura: di chi è la
colpa? Chi lo ha lasciato solo? E non fermiamoci neppure ai
sentimentalismi: tu sei più o meno dispiaciuto di me?
Se
abbiamo capito qualcosa di questi quasi otto anni in cui Benedetto XVI
ha servito la Chiesa come successore di Pietro, dovremmo almeno
coltivare il desiderio di guardare come lui la storia con gli occhi
della fede. Cioè con quello stesso sguardo che - come ci ricorda bene
padre Lombardi - Joseph Ratzinger da Papa continuerà ad additarci fino
al 28 febbraio. E allora la domanda per il cristiano oggi può essere
una sola: in che modo il Signore ci parla attraverso questo gesto?...
se
provo a guardare con gli occhi della fede l'annuncio del Papa il primo
aspetto che mi colpisce è il fatto che questo tempo di passaggio per la
Chiesa avverrà tutto dentro il tempo forte della Quaresima. Credo che
questo sia già di per sé un segno importante (e oso credere che
Benedetto XVI ci abbia pensato). Un successore di Pietro si ritira per
dedicare l'ultimo tratto della sua vita alla riflessione e alla
preghiera proprio nel tempo durante il quale queste due dimensioni
della vita cristiana ci vengono poste davanti come la strada maestra
per l'incontro con il Signore Risorto. È come se oggi stessimo
cominciando una Quaresima speciale...
"La Quaresima di Benedetto e del Conclave" di Giorgio Bernardelli
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... Nelle
parole rivolte ai cardinali, prima stupiti e poi commossi, e con la sua
decisione che non ha precedenti storici paragonabili, Benedetto XVI
dimostra una lucidità e un’umiltà che è innanzi tutto, come ha spiegato
una volta, aderenza alla realtà, alla terra (humus). Così, non
sentendosi più in grado di «amministrare bene» il ministero
affidatogli, ha annunciato la sua rinuncia. Con una decisione
umanamente e spiritualmente esemplare, nella piena maturità di un
pontificato che, fin dal suo inizio e per quasi otto anni, giorno per
giorno, non ha smesso di stupire e lascerà una traccia profonda nella
storia. Quella storia che il Papa legge con fiducia nel segno del
futuro di Dio.
Il futuro di Dio di Giovanni Maria Vian
Ci
sarà tutto il tempo per analisi, bilanci, previsioni. Oggi, ancora
sconcertati, cercheremo solo di dare una possibile risposta a tre
domande che ci sono subito sorte. Innanzitutto: perché, un simile
annuncio, proprio in questo giorno di febbraio? Poi: perché in una
riunione di cardinali annunciata come di routine? Infine: perché il
luogo scelto per il ritiro da Papa emerito?
Riflettendoci,
dopo la sorpresa quasi brutale tanto è stata imprevista (e per tutti,
nella Gerarchia stessa), mi pare si possano azzardare delle possibili
spiegazioni...
L'addio del Papa, i tre perché di un gesto umile di Vittorio Messori
Non
essendo riuscito a cambiare la Curia, Benedetto XVI è arrivato ad una
conclusione amara: va via, è lui che cambia. Si tratta del sacrificio
estremo, traumatico, di un pontefice intellettuale sconfitto da un
apparato ritenuto troppo incrostato di potere e autoreferenziale per
essere riformato. È come se Benedetto XVI avesse cercato di emancipare
il papato e la Chiesa cattolica dall'ipoteca di una specie di Seconda
Repubblica vaticana; e ne fosse rimasto, invece, vittima. È difficile
non percepire la sua scelta come l'esito di una lunga riflessione e di
una lunga stanchezza. Accreditarlo come un gesto istintivo
significherebbe fare torto a questa figura destinata e entrare nella
storia più per le sue dimissioni che per come ha tentato di riformare
il cattolicesimo, senza riuscirci come avrebbe voluto...
Dietro il sacrificio estremo di un intellettuale le ombre di un «rapporto segreto» choc di Franco Massimo
...
Si può dire così: Benedetto XVI, con il suo atto, mette in pratica e
pone il suo sigillo su quell’istituto. Non è cosa da poco: egli, per
questa via, umanizza la figura del Pontefice come l’aveva umanizzata,
per altra e opposta via con l’ostensione della umana sofferenza, il suo
predecessore. Ma, di più, accredita una visione meno papocentrica della
Chiesa. Un rapporto tra primato del papa, collegialità episcopale e
Chiesa popolo di Dio conforme più al Vaticano II che al Vaticano I. Una
decisione e un gesto, in sintesi, che valgono più di un trattato ai
fini della riforma in senso più evangelico e comunionale della Chiesa...
Un gesto che vale più di un trattato di Franco Monaco
Non accadeva da secoli. E si pensava non potesse accadere. Il mondo, da un capo all’altro, sbalordito...
Le parole a lungo ponderate in silenzio, maturate in un confronto
serrato fra la coscienza di un uomo e Dio, erompono, inattese. Il web
impazzisce. I potenti dichiarano. Ma noi credenti, noi che amiamo
Benedetto XVI, che ne ascoltiamo da anni le parole e ne conosciamo il
profondo amore per la Chiesa, siamo rimasti, ieri, profondamente
smarriti. Tu, te ne vai? In quanti conventi e cattedrali e chiese e
missioni e case e favelas in tutto il mondo questa domanda è risuonata
ieri, dolorosa. Tu, Pietro, rinunci. E noi nelle nostre fatiche e
sofferenze ci siamo sentiti più soli, come un esercito il cui generale,
gravato dagli anni, lasci il campo. Semplicemente, dolore: un dolore
filiale è ciò che milioni di fedeli hanno sentito addosso, ieri...
L’albero che cresce sempre di nuovo di Marina Corradi
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INCONTRO CON I PARROCI E IL CLERO DI ROMA
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Aula Paolo VI Giovedì, 14 febbraio 2013
Eminenza,
cari fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio!
E’ per me un dono particolare della Provvidenza che, prima di lasciare
il ministero petrino, possa ancora vedere il mio clero, il clero di
Roma. E’ sempre una grande gioia vedere come la Chiesa vive, come a
Roma la Chiesa è vivente; ci sono Pastori che, nello spirito del
Pastore supremo, guidano il gregge del Signore. E’ un clero realmente
cattolico, universale, e questo risponde all’essenza della Chiesa di
Roma: portare in sé l’universalità, la cattolicità di tutte le genti,
di tutte le razze, di tutte le culture. Nello stesso tempo, sono molto
grato al Cardinale Vicario che aiuta a risvegliare, a ritrovare le
vocazioni nella stessa Roma, perché se Roma, da una parte, dev’essere
la città dell’universalità, dev’essere anche una città con una propria
forte e robusta fede, dalla quale nascono anche vocazioni. E sono
convinto che, con l’aiuto del Signore, possiamo trovare le vocazioni
che Egli stesso ci dà, guidarle, aiutarle a maturare, e così servire
per il lavoro nella vigna del Signore...
il testo integrale delDISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI NELL'INCONTRO CON I PARROCI E IL CLERO DI ROMA
il video dell'incontro
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Ci stringiamo con immenso affetto a Benedetto XVI perché la sua
rinuncia al servizio di Vescovo di Roma e del ministero petrino nella
Chiesa è stata un atto di grande coraggio e amore. Di grande coraggio
come gli uomini e le donne con il cuore libero e gli stessi mezzi di
comunicazione hanno messo in luce con titoli a tutta pagina. Parlano di
decisione sorprendente, storica, epocale. Per me, invece, è quasi
l’ultima e autentica enciclica in cui giunge a pienezza il senso di un
Pontificato non lungo, ma denso di valore teologico, di autorevolezza
culturale e di testimonianza pastorale, vissuti con un magistero
indifeso e disarmante...
Lettera di mons. Brambilla sulla rinuncia di Benedetto XVI
«È
stato un Papa che si è preoccupato molto circa la chiarezza della fede.
Accusato di essere un conservatore, ha compiuto gesti rivoluzionari.
Per esempio, prima ha sollecitato e poi accolto il parere della
Commissione teologica internazionale, sul fatto che il Limbo non c’è
nella Bibbia, e che quindi gli appena nati che muoiono non battezzati
vanno in Paradiso. E anche quando ha voluto di nuovo l’Incontro di
Assisi (osteggiato dagli ambienti conservatori), ha aggiunto a
testimonianze religiose anche la voce dei non credenti, a significare
che anche loro sono alla ricerca. È stata una grande rivoluzione
pastorale»
Mons. Bettazzi: "Frutto di fede e umiltà"
...“Sì
- sottolinea mons. Robert Zollisch arcivescovo di Friburgo e presidente
della Conferenza episcopale tedesca - papa Benedetto è in molti aspetti
un pontefice: ha voluto costruire ponti tra fede e ragione, ponti verso
Dio, ponti tra confessioni e religioni, per preparare in questo modo la
via alla pace nel mondo e donare crescita al Regno di Dio”.
“Papa
Benedetto XVI è un pastore convinto e convincente della sua Chiesa. Ciò
che nella sua preghiera alla Colonna mariana a Monaco di Baviera ha
chiesto nel 2006 alla Madre di Dio per tutti i credenti, lo
distingueva: Aiutaci a diventare pazienti ed umili, ma anche liberi e
coraggiosi”...
"Diventare pazienti e umili, ma anche liberi e coraggiosi"
E’
una notizia che ha sorpreso tutti e che dice la grandezza di questo
Papa. Se il Santo Padre ha pensato e riflettuto, di fronte al Signore,
ritenendo di non avere più le forze e le energie fisiche per il buon
governo della Chiesa, dobbiamo renderci conto che abbiamo un grande Papa
Moraglia: "Abbiamo un grande Papa"
Poche
volte, nella sua storia, la Chiesa è stata chiamata a vivere momenti
come questo. Il Papa, nel pieno delle sue facoltà personali e dei suoi
poteri, annuncia le dimissioni, creando una situazione assolutamente
inedita. Al di là delle tante informazioni e discussioni io credo,
carissimi, che è prima di tutto nella preghiera che dobbiamo accogliere
questa notizia... (Nosiglia)
Rinuncia di Benedetto XVI: la dichiarazione di mons. Cesare Nosiglia
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Riportiamo di seguito la
dichiarazione del cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio
Cardinalizio, dopo la Declaratio di papa Benedetto XVI sulla
sua rinuncia al ministero di Vescovo di Roma.
... Mi chiedo che cos'hai provato in
questi mesi e che cosa stai provando ora. Mi sembra perfino che
continuare sarebbe stato più facile per te, perché aprire nuove vie,
fare la rivoluzione, è comunque sempre più faticoso che seguire un
solco già tracciato, ma così, avrai forse pensato, avresti imposto la
tua presenza, più debole, e molti avrebbero creduto che ti volessi
arrampicare sulle vette di Giovanni Paolo. No, quella non era la tua
via, la via giusta per una Chiesa di cui tu hai indicato tutte le
sporcizie e le debolezze...
È
con profonda emozione che ho appreso la notizia della rinuncia di Papa
Benedetto XVI al suo servizio di Vescovo di Roma. Avevo avuto la gioia
di parlargli giovedì scorso, al termine dell'udienza concessa ai membri
del Pontificio Consiglio della Cultura, riuniti in seduta plenaria.
Come sempre era stato squisito, lucidissimo nella memoria e luminoso
nell'intelligenza, nel pur breve scambio di parole che avevo avuto con
lui.
Eppure, non mi aveva sorpreso ascoltare il commento preoccupato di
qualcuno dei presenti, Cardinali e Vescovi di varie parti del mondo,
colpito dall’impressione di fragilità fisica che il Papa ci aveva dato.
Sta proprio in questa paradossale combinazione la chiave di lettura
della rinuncia annunciata: da una parte, la coscienza limpida dei
propri doveri, delle responsabilità e delle sfide poderose che la
Chiesa deve affrontare in questo mondo in così rapida trasformazione;
dall’altra, la percezione di una debolezza di forze, cheappariva chiaramente impari ai pesi da portare.
Bruno Forte: La coscienza del dovere e la fragilità umana (pdf)
E’ un gesto di demitizzazione
della figura del Papa che non tiene conto di tutto quel sovraccarico
messo sulla figura del Pontefice come di un dio in terra che non si può
dimettere fino alla fine, di un papa dal carattere indelebile nel suo
ministero. Benedetto XVI ha di fatto aperto alla visione del Concilio
Vaticano II che ha ricollocato il Papa all’interno del collegio
apostolico dei vescovi e, come i vescovi a un certo punto lasciano il
loro incarico, così in via di principio, nulla deve impedire che il
Papa possa non più ritenersi all’altezza del suo incarico, cosa
peraltro prevista dal codice di diritto canonico anche se si tratta
sempre di una scelta eccezionale, mai accaduta negli ultimi secoli.
Angela Mauro: Raniero La Valle: Da Benedetto XVI un gesto di coraggio
Potenza delle coincidenze
simboliche, ironia della storia. Il settimo vescovo di Roma dopo
quello che fu il protagonista della Conciliazione tra la chiesa e lo
stato italiano se ne va - caso, più che raro, propriamente unico nella
lunga storia del pontificato - l'11 febbraio, esattamente
nell'ottantaquattresimo anniversario di quell'evento: e al tempo stesso
due giorni prima della solennità penitenziale delle ceneri. E il giorno
dopo, 12 febbraio, martedì grasso, scoppia il gran
carnevale romano delle dietrologie e del totopapa. Perché se
n'è andato Benedetto XVI? E chi gli terrà dietro?
Franco Cardini: Coraggioso sacrificio o grande sconfitta?
... Il mio primo sentimento
davanti alla straordinaria (e, per un cattolico, sconvolgente) vicenda
di Joseph Ratzinger è stato infatti di solidarietà per la solitudine
profondissima di un personaggio della nostra epoca al quale avevo
cercato di portare rispetto ma che non amavo e da cui mi ero sempre
sentito lontano. Milioni di persone lo chiamavano padre (anzi: padre
santo) ma, per quanto andiamo sapendo, nessuno ha condiviso come un
figlio la sua «scandalosa» drammatica decisione...
Per quanto mi riguarda, oggi è viva in me l'ammirazione per questo
vecchio: con la sua decisione certamente sofferta e coraggiosa si è
rifiutato di consentire che il mito dell'onnipotenza pontificia
prevalesse ancora una volta sui limiti della persona umana con esiti
disastrosi.
Ettore Masina: Un grande vecchio
"Rispetto e commosso affetto"
esprime per la decisione di Benedetto XVI il sociologo torinese Massimo
Introvigne, responsabile dell'Osservatorio della Libertà Religiosa
promosso dal Ministero degli Esteri.
Massimo Introvigne: "Si conclude il più grande pontificato per la difesa della libertà religiosa"
Siamo sorpresi e scossi. Siamo
commossi. Ed è naturale. Anche se i libri di storia dicono altro, è la
prima volta – a memoria d’uomo e di cristiano – che un Papa «si
dimette ». E senza dubbio è la prima volta che il mondo può ascoltare
in diretta questo annuncio nell’antico idioma della Chiesa, il
latino, e può vederlo propagarsi istantaneamente in tutte le
possibili lingue dei popoli e della modernità. Certo, Benedetto XVI ci
aveva invitato per tempo in modo aperto e sereno, a considerare la
ragionevolezza cristiana e umana di un simile gesto. Ma un conto è
considerare una evenienza, tutt’altro è misurarci con un evento. E a
questo siamo. Trema la mano a scriverlo, e non di paura, ma di un
incredulo eppure come già consolato dolore e di una strana gratitudine
in cerca di conforto.
Marco Tarquinio: Tutto ci è dato
Lettera dell'Arcivescovo ai
fedeli ambrosiani, che dovrà essere letta all’inizio delle celebrazioni
eucaristiche della prima domenica di Quaresima. In allegato intenzioni
per la preghiera dei fedeli e le prime indicazioni liturgiche per il
periodo di sede vacante
Angelo Scola: Benedetto XVI, una limpida testimonianza di fede
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Raccontare
questo dramma vuol dire soffermarsi sulla violenza dell'uomo contro il
proprio fratello. Una violenza che ha trovato nelle ideologie la
propria scusa, non la propria causa
Il
10 febbraio è la data in cui - dal 2004 - il nostro Paese cerca di
porre rimedio a una colpevole dimenticanza. L’avere volontariamente
lasciato che la patina del tempo troppo a lungo si posasse sulla
tragedia di migliaia d’infoibati e sul dramma dell’Esodo degli
italiani, alla fine della seconda guerra mondiale, dalle terre
dell’Istria e dalla Dalmazia. E così l’imposizione di dimenticare ha
finito per gettare ancora più sale sulle ferite di chi aveva subito
sulla propria pelle e nel profondo della propria anima la violenza di
quei giorni.
Sono trascorsi ormai quasi 70 anni da allora.
Proprio
l’apparente lontananza temporale alimenta ancor di più l’obbligo del
fare memoria. Non per pretendere rivendicazioni astoriche e senza senso
ma perché quanto avvenuto non abbia a ripetersi: né qui né
altrove.
Mai dimenticare le foibe
SPECIALE DI RADIOUNO DEDICATO ALLA TRAGICA PAGINA DELLA NOSTRA STORIA
In
tutt’Italia celebrazioni in memoria degli istriani, fiumani e dalmati
costretti dal regime comunista di Tito, fra il 1943 e il 1945,
all’esodo dalle loro terre. Ancora imprecisato il numero, si va dai
1.000 ai 5-6.000, di quanti furono vittime del massacro, gettati nelle
cavità naturali che si trovano sul Carso, profonde fino a 200 metri. Un
dramma riconosciuto solo da pochi anni: del 30 marzo 2004 la legge che
ha istituito il 10 febbraio per la commemorazione
‘Giorno del ricordo’ per le vittime delle foibe
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L’11
febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, si
celebra la XXI Giornata Mondiale del Malato. Scrive il Papa, citando
Giovanni Paolo II: “Tale giornata è per i malati, per gli operatori
sanitari, per i fedeli cristiani e per tutte le persone di buona
volontà «momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della
sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a
riconoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo
che, soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza
dell’umanità»”.
Proprio
pensando, in particolare, agli operatori sanitari e a quanti sono a
contatto con il mono della sofferenza, don Carmine Arice, direttore
dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute, intervenendo
giovedì 7 febbraio ad un Convegno ad Assisi, ha esortato a
quell’ascolto che “presuppone una cultura della relazione” e diventa
“uno stile di vita”.
L'ascolto credente, via di consolazione
La
sollecitudine della Chiesa per il mondo dei sofferenti e dei loro
familiari, degli operatori sanitari, degli operatori pastorali nonché
dei volontari, trova espressione in questo anno nel tema scelto dal
Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Mondiale del Malato (GMM)
2013, ovvero «Il Buon Samaritano: va’ e anche tu fa’ lo stesso» (Lc 10,
37).
Facendo
dunque tesoro dell’icona evangelica del Buon Samaritano, che sempre
interpella la Chiesa ed è il tema dell’edizione solenne della prossima
Giornata Mondiale del Malato, il Pontificio Consiglio per gli Operatori
Sanitari (per la Pastorale della Salute) ha inteso redigere un apposito
Sussidio, già disponibile in sette lingue: italiano, inglese, francese,
spagnolo, tedesco, portoghese e polacco.
il Sussidio del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari in preparazione alla XXI Giornata Mondiale del Malato Disponibile per il download anche il materiale per l'animazione pastorale della XXI Giornata Mondiale del Malato - Messaggio del Papa
- Manifesto XXI Giornata Mondiale del Malato
- Locandina XXI Giornata Mondiale del Malato
- Presentazione del tema XXI Giornata Mondiale del Malato
- Cartolina XXI Giornata Mondiale del Malato
- Scheda liturgica
- INDULGENZE GIORNATA MALATO 2013.doc
Preghiera per la XXI Giornata del Malato 2013 Dio, Padre di misericordia, aumenta la nostra fede nel tuo amore provvidente. Signore Gesù, samaritano dell’umanità, vieni accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito, con la forza della tua consolazione. Spirito Santo, carità di Dio, che spingi la Chiesa all’evangelizzazione, rendici testimoni della fede e veri annunciatori della Buona Notizia. E tu o Madre, beata perché hai creduto, sostieni i tuoi figli nel loro cammino verso la gioia senza fine. Amen.
video
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Ricorrendo
a un altro testo biblico, possiamo dire che c'è un tempo per ogni cosa
sotto il sole. C'è un tempo per vivere e un tempo per morire. Sono
parole dal capitolo 3 del libro del Qohelet, una riflessione
sapienziale sull'esistenza umana risalente a milletrecento anni fa.
Bisogna leggerlo, perché è come gettare uno sguardo in un abisso.
Verrebbe immediato sostenere, a questo punto, che la malattia è un
tempo per morire. Invece, vorrei iniziare una serie di contributi per
dire che la malattia è un tempo per vivere. Lo può essere, a seconda
dello sguardo che usiamo.
L'ho imparato dalla mia storia, ma anche da quella di tanti altri che ho ascoltato.
Nella vita di ogni persona ci
sono periodi in cui si deve sopportare il peso della Croce. Malattie e
dolori, possono generare o il mal di vivere o una maggiore fede.
Pubblichiamo di seguito le testimonianze di persone della Polonia che,
attraverso la sofferenza, si sono avvicinate di più a Gesù, l’uomo che
diceva di essere il figlio di Dio e che accettò la Croce in un disegno
di salvezza per gli altri.
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Le
adesioni all’iniziativa internazionale contro la violenza sulle donne
nel giorno di San Valentino arrivano da ogni parte del mondo (197
Paesi).
Lo slogan della giornata è chiaro: “Un miliardo di donne che subiscono
violenza sono un’atrocità. Un miliardo di donne che danzano una
rivoluzione”. L’obiettivo del flash mob (riunione di un gruppo di
persone in uno spazio pubblico per una durata di tempo breve) è di
“sollevarsi” contro la violenza sulle donne ballando a ritmo di musica
nelle piazze.
One billion raising è un evento a cui sono chiamati a partecipare anche gli uomini.
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Per ogni soddisfazione
(spirituale) umana, esiste l'inevitabile contrappasso di sofferenze
(materiali e morali) di altri esseri viventi. Ad esclusivo vantaggio di
una minoranza insensibile a tutto, meno che al denaro
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M’ILLUMINO DI MENO
M’illumino di meno, la celebre Giornata del Risparmio Energetico
lanciata da Caterpillar, Radio2, e tutti i suoi sostenitori virtuosi
“scendono in campo” per un futuro più illuminato, all’insegna della
razionalizzazione dei consumi energetici.
Si “vota” il 15 febbraio 2013, con il consueto “silenzio energetico”
dalle 18 alle 19,30 e con ogni forma di sensibilizzazione su come
consumare e produrre energia in modo efficiente e pulito.
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
IX anniversario della morte di Attilio Manca
Lunedì 11 febbraio 2013 - Barcellona P.G. (ME)
ABBIAMO SETE DI VERITÀ E GIUSTIZIA
Celebrazione: omelia di don Luigi Ciotti
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“Ecco faccio una cosa nuova”
HOREB n. 63 - 3/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
"Il
termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei
cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare
l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma
accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo
di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre
amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre,
accarezza, accompagna.
«Bruna
sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei
Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di
smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico
oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato.
Eppure
confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in
un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo
fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità
del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce
che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo
rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella”
perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la
guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe
della sua bellezza.
Convertirsi,
per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in
Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e
tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro
l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi
liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio
esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito
del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di
consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si
incida nella sua esistenza e determini la sua storia.
Convertirsi
è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei
figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella
società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia .... (EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf)
E' possibile richiedere copie-saggio gratuite: CONVENTO DEL CARMINE 98051 BARCELLONA P.G. (ME) E-mail: horeb.tracce@alice.it
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Fraternità
Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2013 IL VANGELO NARRATO PER TEOFILO L'AMICO DI DIO
Lettura del Vangelo di Luca
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2013
Dal 23 Gennaio al 13 Marzo presso la sala del convento dalle ore 20.00 alle ore 21.00
IL VANGELO NARRATO PER TEOFILO L'AMICO DI DIO
Lettura del Vangelo di Luca
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Il teologo risponde
Gesù
Cristo ha vinto il peccato e ci ha liberato dal demonio, eppure il
peccato esiste ancora e il demonio domina spesso.
Come conciliare la venerazione
dei santi e della Madonna con il fatto che secondo la Bibbia a Dio solo
spetta la gloria e solo a lui si deve rendere culto?
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Benedici questo popolo...
Il "venite in disparte"...
Datemi tempi di silenzio...
Nella battaglia per la vita...
Difficilmente osa...
Sulla tua parola...
La creazione è...
Gesù si lascia interpellare...
Per Dio l'uomo è...
Questo Dio che in Gesù...
Il digiuno non germoglia se...
La pace è un dono...
A noi tentati...
In tutta umiltà...
Il digiuno evoca...
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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n.10 di Santino Coppolino
RUBRICA
Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi
al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo
popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Vangelo: Lc 5, 1-11
"DUC
IN ALTUM-PRENDI IL LARGO" è il comando di Gesù a Simone. Lui che ha
pescato tutta la notte (è di notte che si va a pesca per trarre i pesci
in inganno) confidando nella sua maestria, nella sua furbizia, nei suoi
mezzi di esperto pescatore, deve riconoscere amaramente il proprio
fallimento, di essere rimasto "a reti vuote": FATICA INUTILE!
E' il
fallimento di ogni credente che fa fede sulle sole sue forze, è il
fallimento della Chiesa quando fa affidamento sui suoi mezzi potenti e
sofisticati, dimenticando che Essa è pur sempre una barchetta
(NAVICULA, traduce S. Girolamo) in mezzo ad un mare grande e tempestoso...
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La Chiesa in relazione a Dio: la Liturgia opera di Cristo e della Chiesa.
Rilettura della “Sacrosanctum Concilium” (secondo incontro)
p. Nino Fazio
ILE DIMENSIONI DELLA COSTITUZIONE LITURGICA
Sacrosanctum
Concilium, primo documento del Vaticano II, è un testo complesso. Mette
subito in luce il “primato di Dio” e segna “l’agenda del Concilio” (n.
1). Non avendo termini di confronto, in quanto i precedenti Concili
erano stati dogmatici (con la dottrina enunciata e poi con la condanna
degli errori: “se qualcuno dice che ... anatema sit/sia scomunicato”),
mentre il Vaticano II vuol essere “Concilio pastorale”, e pertanto ha
il compito di tracciare anche uno stile nuovo di documento conciliare.
E lo fa, pur con qualche incertezza ed esitazione, ma assumendosi la
responsabilità di essere “capofila”.
A
distanza di quasi 50 anni (dal 4 dicembre 1963, data della sua
promulgazione) non sfigura e mostra la straordinaria freschezza della
Chiesa che si rinnova alle fonti: Bibbia, Padri, Testi liturgici
antichi...
Qui
mi propongo di esporre brevemente le dimensioni che ritengo essenziali
a caratterizzare il documento e che ci permettono di cogliere la sua
genuinità e di documentare (certo a grandi linee) il lavoro di
attuazione e incarnazione delle sue indicazioni.
Mi soffermo sulle dimensioni: Teologica, Spirituale, Pastorale, Rituale, Giuridica
....
video
La costituzione integrale sulla SACRA LITURGIA:
SACROSANCTUM CONCILIUM
Frammenti dell'incontro 4 febbraio 2013:
NON TI HO AMATO PER SCHERZO (video)
CHIESA CIRCOLARE O PIRAMIDALE? (video)
L'incontro precedente: Primo incontro - 28 gennaio 2013
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Oltre
2mila persone parteciperanno, a partire da oggi, alla trascrizione
della Bibbia a mano nella parrocchia della Natività di Nostra Signora a
Burjassot (diocesi di Valencia, in Spagna), in occasione dell’Anno
della fede. Ogni partecipante contribuirà alla trascrizione offrendo
trenta minuti del suo tempo. La parrocchia ha preparato 6mila fogli
molto resistenti su cui ricopiare la Bibbia, che poi saranno uniti in
un’unica pubblicazione. “Con questa iniziativa - spiega il parroco,
Miguel Ángel Vives - vogliamo spiegare l’importanza della Bibbia per la
Chiesa, per la fede e per il mondo”. Alla trascrizione parteciperanno
persone di diverse religioni e confessioni cristiane, come evangelici,
ortodossi, buddisti e induisti. Collaborerà all’iniziativa anche
l’arcivescovo di Valencia, monsignor Carlos Osoro, che copierà il primo
capitolo della Genesi. Inoltre, la comunità contemplativa delle
religiose domenicane dell’Annunziata di Burjassot trascriverà il
Vangelo di Matteo nel loro monastero e poi lo invieranno alla
parrocchia. Nell’iniziativa saranno coinvolti oltre 600 bambini della
scuola parrocchiale della Natività di Nostra Signora. Infine, diversi
frammenti della Bibbia saranno trascritti in altre lingue, come
l’inglese e il francese. Saranno usate anche lingue antiche come il
greco e il latino.
Il
caso buono di Valencia, dove in migliaia, da oggi, ricopieranno la
Bibbia. Non è il Medioevo che ritorna, è la Parola di Dio che ci prende
la mano
Trascrivere è un po' vivere
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Discorrere
di morte non è mai stato un compito facile, in particolare con i
bambini, ma nemmeno tra adulti, e neanche con se stessi. Soprattutto
oggi che, sull’onda lunga avviatasi con la seconda metà del Novecento,
il rapporto tra la società e la morte è mutato, e la comunicazione sul
morire è diventata ancora più difficile, sempre più limitata alla
cerchia ristretta del morente e delle persone che gli stanno accanto,
sempre più lontana dalla quotidianità della vita, sempre meno percepita
dal contesto comunitario. Con l’abbattimento, in Occidente, della
mortalità infantile e l’allungamento della vita oltre i settant’anni,
la morte è stata allontanata in un futuro lontano, è stata espulsa, se
non occasionalmente, dai fatti di famiglia, ed è stata accantonata
dalla realtà della vita. Questo significa che la morte non fa più parte
della vita: non la condiziona, non la limita, non infierisce. I
meccanismi di difesa psicologici, individuali e collettivi,
appoggiandosi su una constatazione di realtà (il fatto che la scienza e
la medicina oggi consentano, nel Nord del mondo, di morire di meno e di
vivere molto più a lungo), hanno consentito di dimenticare la morte, di
esorcizzarla, di tenerla lontana dalle nostre paure e dalle nostre
ansie. Alcuni studiosi hanno osservato come agli inizi del secolo
scorso il tabù fosse la sessualità, mentre la morte era parte
integrante della vita: quando moriva il nonno si era insieme, nella
stessa casa e i riti di congedo (veglia, ritrovo della famiglia,
funerale) permettevano a tutti – anche ai bambini – di essere presenti,
di partecipare al lutto e di elaborarlo. Oggi siamo in presenza
dell’esatto contrario: molta più confidenza con i temi della
sessualità, ma silenzio totale per quanto riguarda la morte...
Cari bambini, la morte non è una favola di don Luigi Ciotti
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Ricordo di Giuseppe Dossetti nel centenario della nascita
Nel
centenario della nascita di Giuseppe Dossetti (13 febbraio 1913), alle
molte iniziative per ricordare quella straordinaria figura di uomo
politico e di cristiano del secolo scorso si sono anche contrapposte -
e c’era da aspettarselo - voci critiche su di lui e la sua opera.
Questo perché Dossetti è tuttora una presenza ispirante in Italia, un
personaggio capace di fornire argomenti per i confronti ancora in
corso. Purtroppo in questo dibattito, cosa inconsueta, proprio
nell’ambito ecclesiale si registra un pesante silenzio nel quale si
levano alcuni interventi accaniti, tesi a delegittimare la sua figura.
Questo provoca in molti cristiani una grande sofferenza, fa emergere
quanta ingratitudine possa annidarsi in spazi ecclesiali e quanta
insensatezza possa ispirare alcuni ecclesiastici.Si dice che Dossetti
non era un teologo, che nel suo pensiero c’erano lacune perché la sua
formazione era quella di un giurista e il suo curriculum era privo di
studi di teologia in una facoltà cattolica, senza ricordare che tratti
analoghi sono riscontrabili anche in grandi Padri della Chiesa, a
cominciare da sant’Ambrogio...
Si
dice che avesse di Israele quale popolo di Dio e della sua salvezza una
lettura non conforme alla dottrina cattolica, quando in realtà egli si
interrogava su posizioni teologiche emerse nella Chiesa cattolica
all’inizio degli Anni Ottanta, senza mai giungere a sostenere che per
gli ebrei fosse possibile una salvezza senza Cristo. Se Giovanni Paolo
II con audacia - che non mancò di sorprendere persino molti tra quanti
erano impegnati nel dialogo ebraico-cristiano - era giunto ad affermare
nella sinagoga di Magonza che Israele è «il popolo di Dio dell’antica
alleanza mai revocata», significa che essa è tuttora in vigore e, come
ci insegna la Scrittura, è un’alleanza di salvezza. Ma questo non
equivale certo a una salvezza senza Cristo, senza il Messia promesso e
atteso dal popolo della prima alleanza. Solo Gesù Cristo è il salvatore
di tutti, e questa verità di fede era in don Giuseppe Dossetti una
confessione salda e incrollabile come roccia.
Dossetti, il cristiano "morsicato" dal Vangelo
Nel
racconto costruito dallo storico Alberto Melloni viene riproposto
l’itinerario esistenziale di Giuseppe Dossetti. Dall’infanzia a
Cavriago nel periodo postbellico agli studi a Bologna, dall’esperienza
di assistente all’Università Cattolica di Milano all’impegno nella
resistenza e nel Cln, dall’attività politica al ruolo di protagonista
nella costituente, dalla fondazione dell’Istituto per le Scienze
religiose di Bologna alla candidatura a sindaco, dall’ordinazione
monastica all’impegno nel Vaticano II, infine dal ritiro in Terra Santa
fino alla sua ultima battaglia in difesa della Costituzione nel 1994. TG1 SPECIALE di Alberto Melloni e Fabio Nardelli andato in onda il 10/02/2013: “Con tutte le tue forze” (video) Guarda il nostro precedente post:
Giuseppe Dossetti continua a dar "fastidio". Perchè?
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Riceviamo da un’amica della Rai
i materiali di una puntata speciale della trasmissione “La vita in
diretta” dell’anno 1996, dedicata a Giuseppe Dossetti. Si tratta
della testimonianza che diede ilcard. Martini in
quell’occasione e della trascrizione del discorso che Giuseppe
Dossetti tenne il 22 febbraio 1986, a Bologna, in occasione
del conferimento dell’Archiginnasio d’oro, la massima onorificenza
della città.
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
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Roma - 16 febbraio 2013, ore 10-17
FINANZA E POTERE NELLA CHIESA
Il rapporto tra Dio e Cesare nell'epoca della secolarizzazione e della religione civile
II convegno nazionale
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La
Quaresima ci offre un criterio di selezione anche elettorale che non
compare nei talk show ma è vivo e parlante nella mentalità, nella
visione di vita associata, e in quello che chiamiamo Regno di Dio da
costruire già su questa terra. Non facciamo l'errore di considerare la
Quaresima solo cammino spirituale che deve guardarsi addirittura dai
problemi sociali come da una contaminazione. E' cammino umano la
Quaresima e quindi quest'anno per i credenti che vivono in Italia
Quaresima di elezioni. Un motivoin più per non cedere alla tentazione di lavarsene le mani.
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OPINIONI E COMMENTI
Uno dei destini forse segnati
di Benedetto XVI, il Papa teologo divenuto Pontefice a 78 anni, è
simile a quello toccato al suo predecessore Paolo VI, che lo volle
arcivescovo di Monaco e lo creò cardinale nell’ormai lontano 1977:
quello di essere criticato sia da destra che da sinistra, finendo
per risultare incompreso più spesso di quanto si possa
pensare, pure da chi si professa «ratzingeriano» e dovrebbe quindi
aiutarlo a trasmettere il suo messaggio.
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1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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