N.
B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate
appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
uncontributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
... Fatevi accompagnare da Gesù, Lui vi
ama.
Pasqua è Gesù vivo!
(dal
messaggio di auguri pasquali del cardinale Jorge Mario Bergoglio alla
diocesi di Buenos Aires prima di partire per Roma)
Avrebbe
dovuto essere al centro della campagna elettorale e lo è stato solo in
minima parte, ma ora, in questa confusa fase di trattative, ha la
possibilità di tornare a vedersi riconosciuta l’importanza che merita.
Sto parlando del tema dell’immigrazione, dei milioni di persone (e non
semplicemente numeri) che, per il nostro paese, rappresentano una
risorsa. E non un problema.
Se
ci limitiamo a contare i cittadini stranieri regolarmente presenti in
Italia, questi rappresentano più del dieci per cento dell’occupazione
nazionale. Solo nel campo dell’assistenza famigliare operano più di
750mila persone, l’85 per cento degli occupati dell’intero settore: è
un contributo cruciale in un paese in cui ogni anno 90mila persone
diventano non autosufficienti, spesso e volentieri, a carico della
famiglia. E questo è solo un esempio. Ci sono poi gli infermieri, i
muratori, chi lavora nelle cooperative che forniscono servizi di
pulizie o di consegna merci...
Urgenza immigrazione di don Virginio
Colmegna
Una
volta terminata l’Emergenza Nord Africa, dove andranno i profughi
espulsi in questi giorni dai centri di accoglienza?
“I profughi non sono clandestini Hanno un
permesso umanitario”
Serve
"una programmazione politica e sociale che non porti il nostro Paese a
ripetere l'estemporaneità e l'emergenzialità con cui si è affrontato il
dramma dei rifugiati del Nord-Africa, dopo le 'primavere' arabe.
E''
quanto e' emerso da una riunione della Commissione episcopale per le
migrazioni (Cemi) e della Fondazione Migrantes. Ne da' notizia
Migrantes.
Le
due organizzazioni, si legge in una nota, mostrano preoccupazione per i
ripetuti casi di morte di giovani immigrati in Italia che vivono in
condizioni drammatiche, in abitazioni di fortuna, senza i requisiti di
sicurezza. La perdita del lavoro o il precariato, il rientro della
famiglia in patria costringono molti immigrati, uomini e donne, a
vivere in solitudine senza una fissa dimora o in condizioni precarie.
Cei Migrantes: "Basta politica emergenziale
sull'immigrazione"
--------------------------------------------
Partiamo da un dato: ottanta
miliardi di euro. È la cifra che gli italiani hanno speso in giochi
d’azzardo nel solo 2011: superenalotto, slot machine, Win For Life,
videolottery, Gratta e Vinci, lotto, poker, bingo, roulette, scommesse
sportive… Una quantità di denaro spaventosa, pari a una colossale
manovra finanziaria, che dal 2003 è in crescita continua.
Il governo dimissionario di
Mario Monti sta finendo molto male la sua avventura politica, tra
dimissioni di ministri, proroghe di provvedimenti importanti, inciampi
e slittamenti: eppure deve restare in vita perché l’alternativa non
esiste ancora oppure è molto peggiore dell’esistente. Intanto vanno in
soffitta o vengono ulteriormente rimandate norme forse poco note ma che
sicuramente avrebbero potuto segnare in positivo una stagione per altro
difficilissima e sterile. Nel gennaio 2012 il Parlamento aveva varato
una legge che doveva portare alla chiusura entro l’anno – poi entro il
31 marzo 2013 – dei famigerati Ospedali Psichiatrici
Giudiziari. Già
nel novembre scorso si era capito che questa scadenza non
sarebbe stata rispettata.
Il
16 marzo 2013 a Firenze si è svolta la XVIII giornata della memoria e
dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie indetta da Libera e
da Avviso Pubblico. Oltre 150.000 persone hanno invaso pacificamente la
capitale toscana con fiori di carta colorati, bandiere, striscioni che
legavano la memoria all'impegno.
Firenze:
semi di giustizia, sorrisi di responsabilità
video
E
allora dovevate esserci. Se siete tra quelli che dicono che non si sa
più in che cosa credere, dovevate esserci, a Firenze. Venerdì
pomeriggio nella sala dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, tra gli
affreschi di Leonardo e Michelangelo. O ieri mattina nelle vie che
dalla Fortezza da Basso portano allo stadio di Campo di Marte. Dovevate
guardare con occhi vergini i tremori, le emozioni, i sorrisi, gli
applausi, le indignazioni, le speranze, i brani di storia italiana. La
mafia, certo. Ma anche la strage del treno di Viareggio, anche la Moby
Prince, e l'Aquila, e l'amianto, e la Thyssen Krupp, e perfino le
pallottole vaganti che uccidono nella notte di capodanno lasciando
nella disperazione una giovane mamma. Perché Libera è diventata il vero
luogo del paese in cui i deboli e le vittime cercano giustizia e
provano a sconfiggere le proprie solitudini.
L'ITALIA
CHE NON SI SQUAGLIA. IN 150.000 TRA LA GIOIA E I VERSI DI NERUDA
Siamo
tanti sotto questo sole di marzo che scalda gli ultimi giorni d'inverno
di Firenze durante la diciottesima Giornata della memoria e
dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Oltre 150 mila,
venuti da tutta Italia, di ogni età e orientamento, in una parola
"trasversali", «per unire - come dice don Luigi Ciotti - quello che le
mafie e il potere vogliono dividere». Questo fiume coloratissimo di
partecipazione attiva scorre vivo sotto le finestre dei fiorentini. Una
breve sosta spontanea proprio davanti alla casa dove visse i suoi
ultimi giorni don Lorenzo Milani. A vederci, il prete degli ultimi,
sorriderebbe, anzi di certo sorride da lassù, e accarezza con uno
sguardo di gentilezza e comprensione i familiari delle vittime delle
mafie, alla testa dei 150 mila con il loro «dolore che si fa impegno
graffiante»...
SIAMO
STATI A FIRENZE IL 16 MARZO PER UNIRE QUELLO CHE LE MAFIE DIVIDONO
la RASSEGNA
STAMPA 16 MARZO 2013
Centocinquantamila:
un fiume di persone ha invaso pacificamente Firenze, raccogliendo
l'invito dell'associazione Libera in memoria delle vittime di mafia.
Sono arrivati da tutta Italia, con centinaia di autobus e anche con un
treno speciale per dire no alla criminalita', per unirsi all'impegno
dell'associazione guidata da don Luigi Ciotti che da' voce alle
richieste 'troppo spesso' inascoltate dei tanti familiari delle vittime.
"Non
uccidiamoli con le ricorrenze rituali, celebrative. Possiamo invece
tenere in vita il loro ricordo facendo memoria delle loro storie di
lotta alla mafia e facendo diventare impegno quotidiano tutti i giorni
i valori da loro professati". Don Ciotti ha quindi invitato i giovani
"a ribellarsi" contro la mafia che a suo parere "va chiamata e definita
come una peste". "Cari giovani chiamate sempre la mafia con questo
nome, quello di peste".
LIBERA COMPIE 18 ANNI: CONTINUIAMO A CAMMINARE INSIEME
Libera
compie oggi diciott'anni. Diciott'anni, che nella vita di una persona
segnano il passaggio alla maggiore età, il riconoscimento del diritto
di voto, la partecipazione alla vita pubblica e democratica con tutti i
suoi doveri e le sue responsabilità.
Nel
nostro piccolo, però, ci sembra di poter dire che responsabile Libera
ha cercato di esserlo sin dalla nascita, sin dal primo giorno, nella
consapevolezza che responsabili non si può mai smettere di esserlo,
perchè la responsabilità - il legame che ci lega gli uni agli altri,
diversi come persone e uguali come cittadini - è il sale stesso della
vita.
E'
questa responsabilità ad aver reso possibili progetti ritenuti da molti
irrealizzabili. E' questa responsabilità ad aver permesso a un numero
crescente di persone, associazioni, gruppi di sentirsi corresponsabili,
coinvolti in un impegno mai solo "contro" la peste mafiosa e i suoi
tanti agenti, ma profondamente "per": per la giustizia sociale, per la
ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica
trasparente, per una legalità fondata sull'uguaglianza, per una
cittadinanza all'altezza dello spirito e delle speranze della
Costituzione.
Auguri
allora per i tuoi diciott'anni, Libera, nella consapevolezza che il
migliore modo di celebrarli è di continuare con maggior forza in un
cammino che ha avuto sempre la "sana follia" di anteporre al "realismo
del meno" il desiderio del più.
Continuiamo
a camminare nella speranza insieme.
Luigi
Ciotti
18
anni di memoria e di impegno, di crescita collettiva, di unione di
singoli, sigle, scuole, università. 18 anni di vicinanza ai familiari
delle vittime e alle vittime, ai testimoni di giustizia, a chi
quotidianamente facendo il proprio mestiere si oppone alle mafie e alle
logiche mafiose, che si annidano in tutte le professioni e ad ogni
latitudine. Ci sono tre donne che è importante ricordare in una
giornata così. Sono tre madri...
18
ANNI DI IMPEGNO CON LIBERA
--------------------------------------------
FEDE E
SPIRITUALITA'
“Ecco faccio una cosa
nuova”
Convertirsi
HOREB n. 63 - 3/2012
TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
"Il
termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei
cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare
l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma
accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo
di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre
amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre,
accarezza, accompagna.
«Bruna
sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei
Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di
smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico
oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato.
Eppure
confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in
un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo
fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità
del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce
che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo
rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella”
perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la
guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe
della sua bellezza.
Convertirsi,
per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in
Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e
tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro
l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi
liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio
esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito
del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di
consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si
incida nella sua esistenza e determini la sua storia.
Convertirsi
è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei
figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella
società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da
questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia ....
(EDITORIALE)
Dopo
l’arresto di Gesù dovuto a una serie di circostanze (la preoccupazione
delle autorità religiose, il “tradimento-consegna” di Giuda, i sospetti
delle autorità politiche), Gesù, secondo i racconti evangelici, viene
accompagnato in primo luogo davanti al Sinedrio. Lì, secondo i vangeli,
viene formulata la condanna di Gesù, che poi sarà messo a morte dai
romani. E lì nasce l’accusa al popolo ebraico, tutto intero, e nei
secoli, di essere “deicida”. Ma, oltre alla assurdità di condannare un
popolo intero per azioni commesse da singoli in un determinato periodo
storico, altre cose non tornano. Che il sinedrio si riunisse di notte,
ad esempio, e che in un giorno festivo venisse emessa una condanna…
Gabriella
Caramore, ne ha parlato con Gaetano Lettieri, storico del
cristianesimo, e con rav Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica
di Roma.
Ascolta
o scarica l'audio della puntata integrale del 10.03.2013
«Romero
continua ad essere presente nello spirito, nell'impegno, nella
coscienza dei popoli di tutta l'America e della Chiesa». Così il premio
Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel, ha ricordato monsignor Oscar
Romero, l'arcivescovo di San Salvador, impegnato contro la dittatura
nel suo Paese e ucciso il 24 marzo del 1980. A margine di un incontro
organizzato in memoria di Romero ai Musei Capitolini di Roma, il premio
Nobel ha raccontato: «io conoscevo Romero, era un vescovo semplice,
nell'umiltà si vedeva la grande umanità. Due giorni prima che lo
uccidessero avevo parlato telefonicamente con lui perché sarei dovuto
andare in Salvador per incontrarlo, proprio il giorno in cui venne
assassinato». Romero, aggiunge Perez Esquivel, «mi disse che mi stava
aspettando». «Romero non è solo un martire, ma un profeta», conclude il
premio Nobel per la Pace ricordando che proprio giovedì scorso
nell'incontro con Papa Francesco avevano parlato di lui. (Giacomo
Galeazzi)
IN
MEMORIA DEL VESCOVO ROMERO
«
In memoria del vescovo Romero
In
nome di Dio vi prego, vi scongiuro,
vi
ordino: non uccidete!
Soldati,
gettate le armi...
Chi
ti ricorda ancora,
fratello
Romero?
Ucciso
infinite volte
dal
loro piombo e dal nostro silenzio.
Ucciso
per tutti gli uccisi;
neppure
uomo,
sacerdozio
che tutte le vittime
riassumi
e consacri.
Ucciso
perché fatto popolo:
ucciso
perché facevi
cascare
le braccia
ai
poveri armati,
più
poveri degli stessi uccisi:
per
questo ancora e sempre ucciso.
Romero,
tu sarai sempre ucciso,
e
mai ci sarà un Etiope
che
supplichi qualcuno
ad
avere pietà.
Non
ci sarà un potente, mai,
che
abbia pietà
di
queste turbe, Signore?
nessuno
che non venga ucciso?
Sarà
sempre così, Signore? »
(David
Maria Turoldo)
Quest’anno
il 24 marzo, anniversario dell’uccisione di monsignor Oscar Arnulfo
Romero, arriva durante l’inizio di pontificato del primo Papa
latinoamericano. Che è poi anche il primo Papa gesuita. E il "martirio"
di Romero richiama quello dei padri gesuiti trucidati all’Università
Cattolica del Salvador. La loro storia, finita tragicamente documenta
come l’autenticità della testimonianza del Vangelo si misuri dall’amare
senza limiti e dal dare la vita. Come Gesù sulla croce.
Romero,
vivere le fede fino al dono di se stesso
Le
manifestazioni promosse dalla Caritas in collaborazione con il Comitato
romano “Oscar Romero” nel 33/mo anniversario del tragico assassinio del
vescovo martire del Salvador
il
programma: La forza fragile della nonviolenza
Guarda
anche il nostro precedente post:
Il ricordo di Oscar Romero nel XXXII anniversario del
suo martirio
Meditazione
tenuta il 23 gennaio 2012 ai seminaristi nel Seminario di Albenga
(SV)
Introduzione
La
figura, il gesto e il dramma di Giuda hanno interessato e interrogato
intere generazioni di credenti e non credenti. La sua vicenda resterà
sempre un mistero impenetrabile e drammatico nello stesso tempo.
Noi
vogliamo accostare questa figura per cercare di rileggere che cosa può
far sì che la nostra sequela venga meno.
A
ben guardare nel nostro cuore, dobbiamo riconoscere con umiltà, che in
ognuno di noi c’è un poco Giuda: c’è il desiderio di Dio e c’è il
legame con il mondo, c’è l’anelito alla bellezza e c’è un quotidiano
cedimento alla mediocrità che ci infanga, c’è la percezione del profumo
dell’amore e c’è l’olezzo dell’egoismo istintivo, c’è l’anelito al bene
e c’è l’esperienza insistente del male.
Potremmo
sottoscrivere a buon diritto le parole di Paolo ai Romani: “Acconsento
nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra
legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo
della legge del peccato che è nelle mie membra. Sono uno sventurato!
Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?” (Rm 7,22-24).
Ma
Paolo aggiunge subito: “Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria
per mezzo di Gesù Cristo” (Rm 7,25).
Mai
dimenticare questa confessione di fede espressa quasi con un grido! Mai
lasciare spazio alla desolazione, alla rassegnazione e tantomeno alla
disperazione!
Quando
Giuda si accostò al Signore per consegnarlo con un bacio ai suoi
nemici, Gesù lo chiamò ancora una volta: Amico (Mt 26,50). E per gli
amici Gesù era pronto a dare la propria vita, non solo quella nel
tempo, ma la vita eterna (Gv 17,2). L’avrebbe data anche a Giuda se non
avesse perso la fiducia in lui.
La
Chiesa sente di poter dire se questo o quello è in Paradiso, ma sente
con altrettanta sicurezza che non può dire chi sia all’inferno.
Giuda,
nella sua sventurata esperienza, può esserci maestro, può insegnarci
cosa evitare, su quali rischi vigilare, su quali sentieri rimanere e
faticosamente perseverare...
Per
la prima volta nella storia faccia a faccia tra due Pontefici a Castel
Gandolfo.
Papa Francesco sta incontrando a Castel Gandolfo Benedetto XVI. Questa
la cronaca del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico
Lombardi, raggiunto telefonicamente a Castel Gandolfo da Sergio
Centofanti:
R.
– L’elicottero è atterrato a Castel Gandolfo, all’eliporto, verso le
12.15 e la macchina con il Papa emerito si è avvicinata al luogo
dell’atterraggio dell’elicottero. Il Santo Padre è sceso: era
accompagnato dal Sostituto, mons. Becciu, da mons. Sapienza e da mons.
Alfred Xuereb. Appena il Papa è sceso, il Papa emerito si è avvicinato
a lui e c’è stato un bellissimo abbraccio tra i due...
...
i due protagonisti dello storico incontro sono saliti nell’appartamento
e si sono recati subito alla cappella per un momento di preghiera.
Nella cappella, il Papa emerito ha offerto il posto d’onore a Papa
Francesco, ma questi ha detto: “Siamo fratelli”, e ha voluto che si
inginocchiassero insieme allo stesso banco...
...
Dopo un breve momento di preghiera, si sono portati alla Biblioteca
privata dove, verso le 12.30, è incominciato l’incontro riservato. E’
la Biblioteca in cui normalmente il Papa riceve gli ospiti importanti a
Castel Gandolfo. Papa Francesco ha portato una bella icona in dono al
Papa emerito e poi è incominciato il colloquio che è finito alle 13.15,
è durato quindi circa 45 minuti...
Abbraccio
"bellissimo" tra Papa Francesco e Benedetto XVI. Padre Lombardi:
incontro storico
Incontro tra Papa Francesco e Benedetto XVI
video
Bergoglio
e Ratzinger, dopo l'incontro privato, hanno pranzato insieme nella sala
del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Con Papa Francesco e il
Pontefice emerito Benedetto XVI erano presenti anche monsignor Georg
Gaenswein, segretario particolare del Pontefice e don Alfred Xuereb,
suo assistente personale. Dopo il pranzo Papa Francesco è rientrato in
Vaticano.
--------------------------------------------
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA
PAGINA SOCIALE "QUELLI
DELLA VIA"
“Gioia”,
“Croce”, “giovani”:
sono le tre le parole chiave della Domenica delle Palme e della
Passione del Signore che stamattina Papa Francesco ci ha consegnato
nella messa che ha presieduto sul sagrato della basilica di San Pietro,
dopo aver benedetto i rami di ulivo e aver partecipato alla processione
in piazza, dall’obelisco al sagrato. Nell’omelia il Santo Padre,
ricordando che da 28 anni la Domenica delle Palme è la Giornata della
Gioventù, ha dato appuntamento ai giovani a Rio de Janeiro per la Gmg.
''Per
favore, non lasciatevi rubare la speranza''
il testo
integrale dell'Omelia
Guarda
il video dell'Omelia
video
Angelus
Cari
fratelli e sorelle,
al
termine di questa celebrazione, invochiamo l’intercessione della
Vergine Maria affinché ci accompagni nella Settimana Santa. Lei, che
seguì con fede il suo Figlio fino al Calvario, ci aiuti a camminare
dietro a Lui, portando con serenità e amore la sua Croce, per giungere
alla gioia della Pasqua. La Vergine Addolorata sostenga specialmente
chi sta vivendo situazioni più difficili. Un ricordo va alle persone
affette da tubercolosi, poiché oggi ricorre la Giornata mondiale contro
questa malattia. A Maria affido in particolare voi, carissimi giovani,
e il vostro itinerario verso Rio de Janeiro.
A
luglio a Rio! Preparatevi spiritualmente il cuore.
Buon
cammino a tutti!
Bonne
route à tous !
I
wish you all much joy on your journey.
Alles
Gute für euren Weg auf Ostern hin und nach Rio!
Oltre venticinquemila fedeli hanno partecipato oggi alla prima Udienza
generale di papa Francesco. Il Pontefice, entrato in piazza San Pietro
a bordo della jeep scoperta, è stato accolto dai fedeli festanti che lo
hanno salutato con tantissime bandiere e striscioni. Francesco ha più
volte salutato calorosamente i pellegrini presenti con il gesto della
mano e talvolta alzando il pollice in alto. Decine di bambini sono
stati baciati da Francesco, che oggi non è sceso dall'auto, ma è stato
aiutato più volte dal comandante della gendarmeria vaticana, generale
Domenico Giani che ha sollevato i piccoli per avvicinarli al Pontefice.
Dopo il bagno di folla, la prima catechesi. (fonte: Avvenire)
Fratelli
e sorelle, buongiorno!
Sono
lieto di accogliervi in questa mia prima Udienza generale. Con grande
riconoscenza e venerazione raccolgo il “testimone” dalle mani del mio
amato predecessore Benedetto XVI. Dopo la Pasqua riprenderemo le
catechesi dell’Anno della fede. Oggi vorrei soffermarmi un po’ sulla
Settimana Santa. Con la Domenica delle Palme abbiamo iniziato questa
Settimana – centro di tutto l’Anno Liturgico – in cui accompagniamo
Gesù nella sua Passione, Morte e Risurrezione.
Ma
che cosa può voler dire vivere la Settimana Santa per noi? Che cosa
significa seguire Gesù nel suo cammino sul Calvario verso la Croce e la
Risurrezione?
Il
Papa celebra nella basilica di San Pietro la messa del crisma, durante
la quale i sacerdoti rinnovano le promesse fatte al momento della
ordinazione e durante la quale vengono benedetti gli oli che durante
l'anno liturgico verranno usati per i riti. Papa Francesco celebra
con circa 1600 tra cardinali, vescovi e preti, diocesani e religiosi,
presenti a Roma.
il testo integrale dell'omelia
video
--------------------------------------------
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA
PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Papa Francesco ai giovani del carcere di
Casal di Marmo: Ecco la carezza di Gesù! segue il gesto che incarna le
parole...
Signore Gesù,
toccaci con la tua tenerezza! Così conclude la Preghiera dei Fedeli il
Santo Padre Grazie
per la vostra accoglienza... Sono felice di stare con voi... non
lasciatevi rubare la speranza! Le parole del Papa ai giovani e alle
giovani tutti visibilmente commossi... "Sono
venuto qui dal cuore, le cose del cuore non hanno spiegazione..." Ha
detto il Papa ai giovani dopo averli baciati ed abbracciati tutti ad
uno ad uno... Questo segno è
una carezza...
Nella
liturgia cattolica – ricca di molti segni, cioè di azioni eloquenti e
gravide di significato – vi è un gesto che viene compiuto solo una
volta all’anno, all’inizio dei tre giorni di memoria e celebrazione
della passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo: la lavanda dei
piedi. Questa azione è ispirata dal quarto vangelo, quello di Giovanni
che, nel racconto dell’ultima cena fatta da Gesù con i suoi discepoli a
Gerusalemme nei giorni precedenti la passione, non ricorda il segno del
pane spezzato e del calice di vino condiviso quali memoria anticipata
della passione e morte di Gesù, ma ricorda un’altra azione: Gesù,
durante quella cena d’addio si alzò da tavola, si cinse ai fianchi un
asciugamano e passò a lavare i piedi ai discepoli, uno dopo l’altro...
Questo
il messaggio: il vescovo di Roma lava i piedi agli ultimi, pone un
segno che il suo servizio è reso a quanti sono giudicati più lontani,
ai confini della convivenza umana. È l’immagine della chiesa che si
piega sui bisognosi: “Ero in carcere e siete venuti a visitarmi...” (Mt
25,36). Quella di papa Francesco è un’interpretazione audace, potremmo
dire innovativa, generata da una chiesa, quella sudamericana, attenta
ai poveri e agli oppressi, in una società che conosce la persecuzione,
la prigionia, la violenza, sovente perpetrata anche contro innocenti. E
la scelta di un carcere minorile è anche un segno forte di speranza
posto proprio là dove la dimensione educativa che la costituzione
assegna al carcere dovrebbe essere garantita con ancor maggiore
efficacia, là dove ancor più intollerabili si fanno le condizioni
disumane di sovraffollamento e di mancato rispetto della dignità
personale.
Molti
si scandalizzeranno di questo gesto compiuto fuori dalle basiliche del
papa – San Giovanni in Laterano, San Pietro – vi sarà chi lo
qualificherà di populismo o demagogia...
Il
Papa si è recato nel Carcere minorile romano di Casal del Marmo, dove
ha presieduto la Messa in Coena Domini, che ricorda l'istituzione
dell'Eucaristia e del sacerdozio. Papa Francesco, dopo la Messa nella
Cappella si è recato nella palestra dell'istituto.
Durante
l’omelia, il Pontefice ha ricordato che Gesù ha lavato i piedi ai suoi
discepoli. Questo - ha detto il Papa - è commovente...
E
questo è un simbolo, un segno. Lavare i piedi - ha aggiunto il Papa -
significa dire: io sono al tuo servizio. E anche per noi, cosa
significa questo? Che dobbiamo aiutarci. Aiutarci l’un l’altro: questo
è ciò che Gesù ci insegna ed è quello che io faccio. E lo faccio di
cuore, perché è mio dovere. Come prete e come vescovo - ha poi detto il
Papa - devo essere al vostro servizio. Ma è un dovere che mi viene dal
cuore: lo amo. Amo questo e amo farlo perché il Signore così mi ha
insegnato. Ma anche voi, aiutateci: aiutateci sempre. E così,
aiutandoci ci faremo del bene. Adesso durante la lavanda dei piedi - ha
concluso il Pontefice - ciascuno di noi pensi: “Io davvero sono
disposta, sono disposto a servire, ad aiutare l’altro?”. Pensiamo
questo, soltanto. E pensiamo che questo segno è una carezza che fa
Gesù, perché Gesù è venuto proprio per questo. E’ venuto per servire,
per aiutarci...
Il
Papa a Casal del Marmo per la Messa in Coena Domini: Gesù insegna ad
aiutarci
video
Il
calvario dei detenuti
La
Messa celebrata dal Papa a Casal del Marmo dove sono reclusi 48
minorenni, ragazze e ragazzi è un'occasione per riflettere sulle
condizioni di chi vive dietro le sbarre.
Papa Francesco lava i piedi ai giovani detenuti di
Casal del Marmo
Suicidi, la strage silenziosa
«Un incontro semplice, nello stile di Francesco»:
parla il cappellano di Casal del Marmo
VIDEO - Il ministro Severino: "Questo Papa avrà nel
cuore i detenuti"
VIDEO - Il cappellano di Rebibbia: "Con Papa Francesco
più l'attenzione per le carceri"
VIDEO - Il cappellano di Casal del Marmo: "La visita
di papa Francesco ci riempie di gioia"
La denuncia del cappellano di Rebibbia
Sette su dieci sono malati
VIDEO - Cantando la libertà. Accade a San Vittore
--------------------------------------------
SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA
PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Incontro di Jorge Mario
Bergoglio con i rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi
religioni. La ferma volontà di proseguire nella via maestra
dell’avvicinamento reciproco
Le prime due settimane di papa
Francesco hanno coinciso con un visibile e innegabile ri-centramento
della persona del successore di papa Benedetto e dei segnali che
vengono da Roma: dal potere al servizio, dalla corte alle periferie.
Non è una scelta mediatica, ma il semplice trarre le conseguenze dalla
scelta teologica di tradurre la centralità del Vangelo e di Gesù Cristo
in un modello di vescovo e di chiesa.
L'uomo vestito di bianco, voi
non lo capite ancora, ma vi sta facendo un invito. Vi sta dando una
opportunità. Sta a voi coglierla.
Aprite il vostro cuore, allargate le porte di ingresso delle vostre
parrocchie. Smettetela di perdere tempo in vuoti formalismi, in una
fredda cultura del fare. Cambiate il linguaggio. Abbandonatevi a gesti
di tenerezza.
Lasciate entrare anche noi. Toccateci. Senza timore.
Le telecamere, questa volta,
sono spente. Solo ai microfoni della Radio Vaticana è
permesso varcare i portoni del carcere romano di Casal del Marmo e
consentire a tutti di condividere l’emozione che dodici giovani
detenuti provano mentre ricevono da parte di papa Francesco, attraverso
il segno della lavanda dei piedi, «la carezza di Gesù». È il simbolo
dell’amore di Cristo per i suoi discepoli che la chiesa tramanda da
duemila anni, e papa Bergoglio – così come ha sempre fatto da
arcivescovo a Buenos Aires – ripete quel gesto entrando in un luogo
della sofferenza. Un gesto che è memoria, rito, ma anche contatto
diretto, fisico. «Carezza» appunto. «Tenerezza». Quanti di questi
ragazzi forse non l’hanno mai conosciuta?
Sempre tra la sua gente: così
dev'essere il prete. Nella Messa crismale del Giovedì Santo, il Papa ha
tracciato l'identikit del sacerdote attingendo alla sua esperienza
pastorale.
... Questi segni, questa
speranza, queste parole dette dentro un carcere non vi possono stare
più chiusi, sono trasferibili in ogni altro gesto di attenzione fra gli
uomini, nella vita quotidiana che conosce la polvere dei piedi e le
ferite del cuore, gli uni degli altri; ci snidano dalla prigione
volontaria in cui ci chiude l’egoismo, ci avviano sulle strade
periferiche, fuori casa perché tutto è casa, incontrando fratelli da
servire e amare, perché non altri esistono se non fratelli da servire e
amare. È semplice. È umano ed è sacro. È parola liturgica ed è vita. Il
grande manuale liturgico, illuminato dalla carezza di Gesù, è la vita
che l’accoglie.
Sono trascorsi soltanto pochi
giorni dall’inizio del pontificato di papa Francesco e già ci troviamo
di fronte a importanti indicazioni di magistero, a dimostrazione del
fatto che stiamo vivendo un momento straordinario sotto tutti gli
aspetti. Ci riferiamo in particolar modo all’interpretazione del
potere come «ministero», come «servizio»
Il
messaggio della Dottrina sociale cristiana alla società e all’economia
di oggi è molto chiaro, ed è un messaggio di liberazione. Chiede di
liberarci dall’oppressione di idoli che prendono la forma di tre
"riduzionismi" che propongono immagini limitate e avvilenti dell’uomo,
dell’impresa e di ciò che è valore e ricchezza per le nazioni.
Il programma di Papa Francesco
è racchiuso nella scaletta di intervento, che l’allora arcivescovo di
Buenos Aires pronunciò in una delle assemblee plenarie dei porporati
svoltesi alla vigilia del conclave. È un discorso che martella
duramente contro l’autoreferenzialità della Chiesa, accenna
alla possibilità di riforme e indica la necessità di un pontefice
capace di portarela Chiesa in periferia, con un messaggio di “dolce
allegria”.
Entrambi attingono alla
spiritualità di Sant'Ignazio di Loyola quale si esprime negli "Esercizi
Spirituali" per descrivere i meccanismi profondi e offrire vie di
soluzione a fenomeni di estrema attualità quali la corruzione
È nel cuore dell’anno
cristiano, lungo i giorni che preparano la Pasqua, che il vescovo di
Roma sta progressivamente mostrando il suo volto di dolcezza e
misericordia, grazie a parole e gesti semplici che arrivano a tutti.
SANTA
MESSA NELLA DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE - XXVIII
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
Il
24 marzo 2013, Domenica delle Palme e della Passione del Signore,
XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù sul tema: "Andate e fate
discepoli tutti i popoli!" (cfr. Mt 28, 19), alle ore 9.30, il Santo
Padre Francesco benedirà le palme e gli ulivi e, al termine della
processione, celebrerà la Santa Messa della Passione del Signore, sul
Sagrato della Basilica Vaticana.
GIOVEDÌ
SANTO IL PAPA FRANCESCO CELEBRERÀ LA "MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE"
ALL’ISTITUTO PENALE PER MINORI DI CASAL DEL MARMO IN ROMA
Il
28 marzo, Giovedì Santo, il Santo Padre Francesco celebrerà al mattino
nella Basilica di San Pietro la Messa Crismale, e al pomeriggio si
recherà all’Istituto Penale per Minori di "Casal del Marmo" per la
celebrazione della "Messa nella Cena del Signore", alle ore 17.30.
Com’è
noto la Messa della Cena del Signore è caratterizzata dall’annuncio del
Comandamento dell’amore e dal gesto della Lavanda dei piedi. Nel suo
ministero come Arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Bergoglio
usava celebrare tale Messa in un carcere o in un ospedale o in un
ospizio per poveri o persone emarginate. Con la celebrazione a Casal
del Marmo, il Papa Francesco continua tale uso, che dev’essere
caratterizzato da un contesto di semplicità.
Le
altre celebrazioni della Settimana Santa si svolgeranno invece secondo
l’uso abituale, come risulterà dalla Notificazione dell’Ufficio delle
Celebrazioni Liturgiche.
Come
si ricorderà, il Papa Benedetto XVI aveva visitato l’Istituto di Casal
del Marmo il 18 marzo 2007, celebrandovi la Messa nella Cappella del
"Padre Misericordioso".
(fonte: comunicato Sala Stampa Vaticano)
CELEBRAZIONI
SETTIMANA SANTA
24 Domenica delle Palme e della
Passione del Signore
Piazza San Pietro,ore 9.30
CAPPELLA PAPALE Benedizione delle Palme,
Processione e Santa Messa(Notificazione)
28 Giovedì Santo
Basilica Vaticana,ore 9.30 Santa Messa del Crisma
Istituto Penale per Minori di "Casal del Marmo" in Roma,ore 17.30
Inizio del Triduo Pasquale Santa Messa nella Cena del Signore
29 Venerdì Santo
Basilica Vaticana,ore 17.00
CAPPELLA PAPALE Celebrazione della Passione del
Signore
Colosseo,ore 21.15 Via Crucis
30 Sabato Santo
Basilica Vaticana,ore 20.30
CAPPELLA PAPALE Veglia Pasquale nella Notte Santa
31 Domenica di Pasqua
Piazza San Pietro,ore 10.15
CAPPELLA PAPALE Santa Messa del Giorno
Loggia centrale della Basilica Vaticana,ore 12.00 Benedizione "Urbi et Orbi"
(fonte: UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI
LITURGICHE DEL SOMMO PONTEFICE CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI)
Basilica
Vaticana, ore 17.00 CAPPELLA
PAPALE Celebrazione
della Passione del Signore
il Libretto della Celebrazione (pdf)
Colosseo,
ore 21.15
Presentazione della Via Crucis
Libretto della Celebrazione
Meditazioni di giovani libanesi sotto la guida di Sua
Beatitudine Eminentissima il Signor Cardinale Béchara Boutros Raï
---------------------------------------
«Per la prima volta nella
storia, le redazione delle meditazioni per la Via Crucis del Venerdì
Santo è stata affidata a dei giovani. Ma anche a una nazione precisa,
il Libano». Non nasconde la sua felicità padre Toufic Bou Hadir,
coordinatore della pastorale dei giovani presso il patriarcato
maronita. Le meditazioni che ha curato con decine di giovani libanesi –
molti dei quali giunti martedì a Roma – saranno lette domani sera al
Colosseo, non alla presenza del Papa che le aveva «commissionate» a
gennaio, ma del suo successore.