"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°33 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 10 al 16 agosto 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 23 agosto 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

    di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia (11/8)
di P. Alberto Neglia (15/8)


 
N. B. La Lectio viene sospesa nel periodo estivo



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 




I NOSTRI TEMPI

  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Quando finirà la tragedia di queste morti di disperati alla ricerca di vita?...


Non si arrestano gli sbarchi di migranti sulle coste del Sud Italia e nemmeno le tragedie del mare. L'ultimo episodio è avvenuto a Catania: sei migranti sono morti al termine dell'ennesimo 'viaggio della speranza'. Le vittime hanno tutte sotto i 30 anni, tra loro anche un minorenne di 13-15 anni.
Le forze dell'ordine hanno riferito che una segnalazione è giunta alle 6: indicava la presenza di un peschereccio di 13-15 metri arenato nello specchio d’acqua antistante il lungomare Plaia. A bordo c'erano circa 120 persone, la cui nazionalità è ancora sconosciuta.
I sei uomini morti, probabilmente, volevano raggiungere la battigia per fuggire ma, non sapendo nuotare, sono annegati in un canale profondo alcuni metri che c'è prima della battigia. I loro corpi sono stati recuperati e sistemati sulla spiaggia dove ogni giorno si affollano migliaia di turisti, mentre i sommozzatori hanno perlustrato il fondale alla ricerca di eventuali altre vittime.
I loro compagni di viaggio, tra cui anche donne e bambini molto piccoli, sono stati soccorsi dalle forze dell'ordine. Negli ultimi giorni, complici le buone condizioni del mare nel Canale di Sicilia, sono stati oltre seicento i migranti sull'isola dal nord Africa.

LA TESTIMONIANZA - A dare l'allarme è stato il titolare dello stabilimento balneare 'Lido verde', Dario Monteforte. "Ho visto arrivare una moltitudine di persone sulla battigia - racconta Monteforte a Sky Tg24- che tentavano di raggiungere la strada, e ho avvisato le forze dell’ordine. Una scena drammatica. Per oggi da noi niente bagni, lo stabilimento resta chiuso. E’ una scelta obbligata di fronte a una simile tragedia".
"Probabilmente non avevano consapevolezza della rotta da seguire. E’ stato probabilmente un errore di chi conduceva l’imbarcazione. Qui nel catanese eventi del genere non si sono mai registrati", ha spiegato invece Roberto D’Arrigo, capitano di fregata della guardia costiera di Catania.
SIRACUSA - Intanto un’imbarcazione carica di clandestini, tra cui donne, bambini e anche una persona disabile, è stata intercettata alle prime luci di oggi dalla Guardia Costiera a largo della costa di Portopalo di Capo Passero. La 'carretta del mare' è stata soccorsa dalle Capitanerie di porto di Pozzallo e Siracusa con l’ausilio di una nave portacontainer e gli 83 profughi di nazionalità eritrea e siriana sono stati portati al Porto Grande di Siracusa, dove è stato allestito un campo di primo soccorso. (fonte: Quotidiano Nazionale)

Papa Francesco a Lampedusa invitava a non voltarsi dall’altra parte davanti ai profughi inghiottiti dal mare. Era appena un mese fa. Gli sbarchi continuano, spesso a seguito di drammatici salvataggi, Lampedusa affronta da anni l’ossimoro della sua emergenza quotidiana. E proprio sulla parola emergenza punta il dito il sindaco dell’isola, Giusi Nicolini: «Bisogna farla finita con questa politica dell’emergenza», dice, «sono anni che lo vado dicendo. Lampedusa può fare benissimo, come ha dimostrato in ogni emergenza, il primo soccorso; ma serve una vera politica dell’accoglienza e dell’integrazione. Questi migranti sono profughi, gente che scappa dalle guerre, non possono essere rimpatriati, devono essere accolti, bisogna rivedere l’intera normativa sull’immigrazione»...

   LAMPEDUSA, SBARCO INFINITO

Ad apertura del LampedusainFestival , Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, risponde alle madri e alle famiglie dei migranti tunisini dispersi che in una video letterainviatale ad inizio di luglio le chiedevano il suo sostegno in appoggio all’appello per una Commissione di inchiesta Ue al fine di stabilire la verità sulla sorte dei loro figli. “Prendiamo sul serio questo dolore” si intitola, invece, il testo in cui Giusi Nicolini chiede alle istituzioni competenti di fare tutto il possibile per stabilire la verità di quanto accaduto. Al testo, allega il dossier inviatole dalle madri e dalle famiglie dei migranti tunisini dispersi, in cui vengono indicati i giorni di partenza dei loro figli e le telefonate ricevute durante il loro viaggio, relativo al periodo settembre 2010- settembre 2013. Per concessione di Giusi Nicolini, pubblichiamo qui la lettera, il testo e il dossier.

     Prendiamo sul serio questo dolore. Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, risponde alle madri e alle famiglie dei migranti tunisini dispersi.

Vedi anche il nostro precedente post (all'interno i link agli altri post):
  • Il Papa a Lampedusa - «Un'isola che è scandalo e profezia» le riflessioni di mons. Francesco Montenegro


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Realtà e “reality”



Fleba il fenicio, morto da quindici giorni, dimenticò il grido dei gabbiani, e il flutto profondo del mare e il guadagno e la perdita.
Arrivano di continuo fenici o naviganti della disperazione nella nostra terra desolata. Quella di stanotte è il bel lungomare di Catania, quella delle spiagge, della movida. Nel mio ricordo ci sono grandi palme ombrose e gelaterie dove si gustano il gelo e sorbetti profumati.
Ieri un peschereccio con 120 “fenici”, forse siriani, chissà, si è arenato vicino alla riva a 15 metri dalla riva. Sei di loro tutti giovani sotto i 30 anni, uno addirittura un ragazzino, sono annegati in un canale profondo tentando di raggiungere la bella spiaggia. E i loro corpi sono rimasti per qualche ora là sulla spiaggia del lungomare Playa, nei pressi del ‘lido Verde’, uno dei tanti stabilimenti balneari che si trovano sul lungomare Kennedy. Altro che Mission, altro che reality da guardare il televisione, ascoltando il dolce suono del ghiaccio nel bicchiere di scotch, corpi nudi irrompono nelle nostre vite, ingombrano, per poco temo, le nostre coscienze, turbano la vista del mare che si allunga sulla battigia, pacifico e amico solo guardandolo dalla chaise longue.
Immigrati, clandestini, irregolari, qualcuno magari promosso a rifugiato, anche se tutti i “fenici” da ovunque vengano cercano rifugio dalla fame, dalla guerra, dalla pioggia o dalla siccità.
Compresi delle nostre “perdite”, rovesciati dall’opulenza all’indigenza, ci chiediamo cosa sperino di trovare qui, dove molti nativi, ricattati da pochi, rinunciano al domani per l’unica certezza della fatica e della sopravvivenza. La gran parte di noi guarda a loro con occhi e sentimenti non diversi da quelli con i quali guardava i contadini che sciamavano tanti anni fa dal Sud verso il Nord, esigenti, affamati protervi, stranieri.
Siamo tutti stranieri gli uni per gli altri, ma noi rivendichiamo di essere fragilmente aggrappati a un’eco di identità, attaccati a una sostanza piccola o grande di privilegio o di ciò che prendiamo per tale, e che non ammettiamo in loro, come se per essersi sradicati, essere partiti su un peschereccio, su un barcone, su un gommone, avessero volontariamente rinunciato e perso il diritto all’appartenenza e guadagnato il dovere di assomigliarci, assumerci come modello da imitare e cui assoggettarsi, in cucina, in camera da letto, in chiesa.

   Sei morti nel “reality” di Catania

A fine novembre, la Rai lancerà un nuovo reality, format che sembra avere una certa fortuna presso il grande pubblico. Ma questa volta la location non sarà una casa piena di telecamere o un’isola: il programma si terrà nei campi profughi in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo.
La trasmissione, ideata dalla Rai in collaborazione con l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati e la Ong Intersos, si chiamerà The Mission. Sempre che vada in onda, dati i numerosi appelli per annullarla.
“La concessionaria del servizio radio televisivo pubblico intende intervenire per bloccare la produzione di un reality show lesivo della dignità delle persone? Quali sono le valutazioni rispetto al valore sociale, etico e politico della produzione di un reality show che spettacolarizza i drammi dei migranti?”, chiedono Gennaro Migliore, presidente dei deputati di Sel e capogruppo in Commissione Vigilanza Rai, e Nicola Fratoianni, componente della Commissione Cultura della Camera, in una interrogazione al presidente della Commissione Vigilanza Rai. Fa loro eco Vinicio Peluffo, capogruppo Pd della Commissione di Vigilanza Rai, che, in un’interrogazione depositata in Commissione, chiede un ripensamento “su un programma costruito sulla spettacolarizzazione del dolore”.
Le critiche non arrivano solo dal mondo politico: un 25enne ha lanciato una petizione sul sito Change.org, raccogliendo in pochi giorni più di 8mila firme. “Sono rimasto sorpreso e poi indignato nel sapere che la Rai aveva deciso di produrre insieme ad alcune importanti organizzazioni che si occupano di diritti umani un format del genere, che fa di tragedie umane come quelle dei rifugiati una spettacolarizzazione”, ha spiegato il giovane a Il Fatto Quotidiano.
Gli organizzatori invece difendono la scelta. Secondo l’Unhcr The Mission rappresenta “un’importante opportunità per far conoscere al grande pubblico il dramma di 45 milioni di persone nel mondo costrette ad abbandonare le proprie case”, e si dice “fiducioso che la Rai tratterà l’argomento con la massima sensibilità e delicatezza evitando ogni spettacolarizzazione”.
Anche per Intersos la trasmissione è un’occasione per dare visibilità alla tematica. Marco Rotelli, direttore della Ong, spiega sul sito dell’organizzazione: “Le polemiche erano inevitabili, ma la scelta di partecipare al programma è legata al bisogno di dare visibilità a un tema di cui poco si parla sui media di massa”. Rotelli spiega che la Ong ha attentamente valutato la possibilità di collaborare alla trasmissione, prima di accettare: “L’abbiamo valutata, considerata rischiosa per l’immagine dell’organizzazione, ma unica per il potenziale di diffusione che portava con sé. La causa ci è sembrata più importante dei rischi”.
E’ certamente importante dare visibilità alla tematica. Ma davvero il modo giusto è quello di mandare alcuni personaggi del mondo dello spettacolo, come ad esempio Albano e Michele Cuccuza, nei campi profughi? Cavalcare la spettacolarizzazione imperante del nostro tempo è davvero il modo più corretto per fare informazione sulla questione dei rifugiati?...

   La vera missione? Una giusta informazione

Vedi anche il nostro precedente post:
  • Quando finirà la tragedia di queste morti di disperati alla ricerca di vita?...


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"Il virus razzista" di Nadia Urbinati


Il pregiudizio non è innocuo. Il suo braccio armato è il razzismo, un’ideologia che unisce gli uguali contro i diversi e che mobilita parole e, quando può, il potere della legge per realizzare il piano di ripulire la società degli indesiderati. Un’ideologia che miete adepti con facilità perché facile da coniugare, elementare ed esprimibile con le parole dell’ignoranza ordinaria, istintiva. Scriveva John Stuart Mill nell’introduzione del Saggio sulla soggezione delle donne (1869) che l’idea che la donna sia inferiore nell’intelletto e nelle capacità è così diffusa e radicata da apparire a tutti (perfino alle sue vittime) naturale: poiché istintiva e irriflessa, essa deve essere naturale! Diversamente come potrebbe annidarsi con tanta spontaneità nelle menti di milioni di persone? È vero proprio il contrario: quel pregiudizio è una costruzione sociale, tutto fuor che naturale e spontaneo. Creato dalle relazioni di potere tra dominatori e dominati per renderle – questo il vero obiettivo – così spontanee da farle accettare senza sforzo. Lo stesso accade con tutti i pregiudizi: l’eterosessualità è la condizione naturale; la razza bianca è naturalmente superiore; il genere maschile ha una naturale disposizione alla leadership; i settentrionali sono naturalmente più intraprendenti ... e si potrebbe continuare, con una lista davvero lunga al punto che perfino tra gli uguali salterebbe fuori prima o poi una ragione di discriminazione. Si parte dall’umanità per cercare le forme inferiori e si arriva alla gente del proprio villaggio, tra la quale certamente albergano dei reietti. La logica del razzismo è quella dell’esclusione e si diffonde a macchia d’olio, per cui non si finisce mai di escludere.
La pericolosità del razzismo deriva dalla sua facilità di attecchire, alimentato da ignoranza e rifiuto di riflessione...

   "Il virus razzista" di Nadia Urbinati



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Ricordo di Giuseppe Paladino morto da eroe per difendere la vita umana.


Difendere la vita umana ad ogni costo. E' quello che ha fatto Giuseppe Paladino, avvocato fino a poche ore fa, eroe oggi. L'uomo 45enne non ha esitato difatti a mettere a repentaglio la sua vita, per salvare quella di alcuni bagnanti che rischiavano l'annegamento nelle acque di Palinuro. Alcuni ragazzi decidono di tuffarsi nonostante la bandiera rossa sventoli alta. Ai funerali tante persone, amici e semplici conoscenti, tutti accorsi per dare l'estremo saluto a Giuseppe, morto da eroe per difendere la vita umana.

    video

... Chi allora ha capito il valore dell’esistenza collegato strettamente con la vita? 
L’avvocato che, a Palinuro, ha scorto tre giovani in balia delle onde e non ha esitato a soccorrerli e metterli in salvo, per poi cedere allo sforzo sovrumano, malgrado il soccorso dei medici del 118 e della Guardia Costiera. 
Ora sono in gioco diversi tipi di esistenza: i ragazzi superficiali che, malgrado, l’allarme della Capitaneria di Porto per il mare agitato, hanno sfidato le onde. Perché? Che cosa li ha spinti, il vuoto che li avvolgeva, la spavalderia? Ora come vivranno il resto della loro esistenza? Capiranno il valore della vita propria e altrui? La perdita inflitta? 
Un padre di famiglia che, pur avendo un bambino piccolo da tutelare ed un altro in arrivo, non esita a mettersi in pericolo per tre spericolati. Il coraggio lo ha incitato e non gli ha fatto prendere misure precauzionali, non si è detto: prima me e i miei figli. Si è lanciato e li ha salvati. 
La vedova, che si ritrova privata del marito e padre dei suoi figli, cui dovrà trasmettere l’ardore di un eroe ma anche la carenza di un padre affettuoso che guida sui sentieri dell’esistenza. La sorreggerà la menzione d’onore di un eroe in un quotidiano solitario? 
Il piccolo che non vedrà rientrare il padre e il nascituro che non lo conoscerà mai, ma avranno il legato di una testimonianza di vita, capace di giocarsi l’esistenza, di guardare sempre e prima a chi ha, magari stoltamente, bisogno di te. 
Il Creatore guarda noi stolti e noi eroi, ci protegge per dare un senso all’esistenza che porta a Lui per la vita senza fine. 

    Se bruci la tua vita per salvare tre giovani stolti

La parola “paladino” deriva dal latino comes palatinus, ovvero “conte di palazzo”, termine col quale si designavano i cavalieri più fidati della corte (palatius) di Carlo Magno. Nell’accezione estesa si riferisce oramai a qualsiasi eroe cavalleresco.
Quando si dice nomen omen. Giuseppe Paladino, giovane avvocato di 45 anni di Sala Consilina, nell’intento di salvare la vita ad alcune persone in difficoltà nel mare agitato a Palinuro nel Cilento, è annegato. Così riportano i giornali. I bagnanti in difficoltà sono stati tratti in salvo.
L’avv. Paladino era molto conosciuto e stimato in tutto il Vallo di Diano e nel foro di Sala Consilina. Lascia la moglie, incinta, ed un bimbo piccolo...

    Giuseppe Paladino, avvocato piccolo grande eroe



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Ultime notizie su Padre Dall'Oglio: Dall'Oglio: oppositore siriano, e' vivo e ospite di al Qaida
Padre Dall'Oglio è vivo ed è tuttora "ospite" del gruppo dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante. A dirlo ad ANSAmed è Salam Kawakibi, esponente dell'opposizione siriana all'estero e vicedirettore di Arab Reform Initiative. Le sue informazioni ''risalgono a poche ore fa'' e gli sono state fornite da una persona ''attendibile'' di ''gruppi rivoluzionari'' di Raqqa. ''Seguo questa questione ora dopo ora - ha aggiunto - e le mie ultime informazioni confermano che padre Paolo, che è un amico, è in buona salute. E seguo tutte le strade per saperne di più''. ''Queste false informazioni si sono originate da facebook, ha spiegato ancora Kawakibi, dove la ''gente cerca di fare sensazionalismo''.

  Dall'Oglio: Ong, ucciso da Al Qaida ma nessuna conferma (video)

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Ancora si alternano angoscia e speranza per Padre Paolo Dall'Oglio



Caso Dall'Oglio: chi è morto?
di Riccardo Cristiano
giornalista Rai e amico personale di padre Paolo Dall’Oglio

Sai Paolo,
mentre alcuni parlano di te non per quel che ti ha obbligato a rientrare in Siria, la pulizia etnica, i bombardamenti a tappeto di interi quartieri e villaggi, e il terrorismo che questi inauditi crimini contro l'umanità hanno di conseguenza prodotto, io per parlarti sono dovuto andarmi a riprendere un libro che ho letto quasi mezzo secolo fa, "L'uomo in rivolta", di Albet Camus. Quanto lo criticarono Sartre e gli altri "ortodossi" al povero Camus, per aver scritto questo capolavoro. Quasi quanto certuni, che si ritengono ortodossi anche loro, criticano o hanno criticato te, la tua scelta di essere in compagnia di Gesù e del tuo amato popolo siriano.
.....
La morte è la grande protagonista dell'opera di Camus, insieme all'ingiustizia. Proprio come nel caso del tuo amore disperato per la rivoluzione siriana. E le tue ultime scelte, compresa la grande missione di pace nella quale sei impegnato, nascono dal "sì", il sì a Gesù, e il no dell'uomo in rivolta, non certo quella metafisica, ma quella fisica, quella contro la schiavitù da parte dello schiavo. 
Così, carissimo padre Paolo, sj, mi è venuto spontaneo domandarmi in queste ore difficili: chi è morto? Qualcuno lo dice di te, io invece mi chiedo se non siamo morti noi. 
Noi che neanche davanti al tuo silenzio ci chiediamo "possiamo vivere a pochi passi da un genocidio"? Possiamo vivere in braghe da spiaggia davanti al sangue che arrossa il Mediterraneo? Sembra di sì, indifferenti anche al no "che tu hai gridato" scegliendo la rivolta disarmata, per portare un barlume di fede e di speranza dove si è fatto scempio dell'uomo. Barlume che a noi non riguarda. 
I tremila bambini torturati e seviziati, le violenze sessuali su detenuti e detenute, cosa ci dicono? In Siria per noi sono un accidente della storia, forse una balla, o un evento "inevitabile". Dal fronte che ti è avverso si è arrivati parlare della tua missione come una "pagliacciata propagandistica". Che pena. Che sofferenza. Posso dire che "rabbia", Paolo?
Si, padre Paolo carissimo, si parla di te, ma a essere morti siamo noi, tu no. 
Tu hai portato la ragione e la fede nella rivolta dell'uomo contro chi lo deturpa, contro un'ingiustizia perpetrata dal mondo da due anni ai danni di un popolo che ha detto "no", ma non un "no" metafisico, un "no fisico, umano", un no pieno di amore per la libertà, la dignità e il rispetto, che a te apparirà certamente figlio della legge d'Abramo. 
Nel tuo ultimo libro ci hai detto che, in occasione del tuo precedente viaggio clandestino in Siria, da dove il regime della famiglia carnefice di Assad ti aveva espulso, avevi avvertito l'esigenza di scrivere testamento. Un lusso che molti siriani non si potevano permettere. Non ti saresti comportato da irresponsabile, assicuri in quel libro, ma avvertivi il bisogno di andare a pregare sulle fosse comuni in riva all'Oronte, dove la furia assassina dei pianificatori della pulizia etnica aveva calato l'asso della furia devastante e disumana. Lì dovevi raccoglierti in preghiera. Perché, sebbene non avresti fatto azioni irresponsabili, non avresti neanche accettato di vivere senza verità e testimonianza. Noi invece lo accettammo allora e lo accettiamo oggi, pronti a tacere, con gli occhi bendati, mentre festeggiamo Ferragosto. Incapaci anche di pensare che agosto potrebbe essere il mese della "testimonianza", con te", per la dignità dell'uomo.
Tu invece sei lì, vivo, ad avvicinare il giorno in cui Siria sarà sinonimo di resurrezione. 
Grazie. Grazie ancora una volta. E' un grazie di cuore, commosso.

    Caso Dall'Oglio: chi è morto?

Leggi anche dello stesso autore:
Carissimo Padre Paolo, sj, l'estate di norma uno ha cose migliori da fare che sognare di parlare con un monaco...
Quando ti richiamerò, Paolo, lo farò come al solito non per rubarti segreti, ma indicazioni utili per seguitare a credere nell'uomo, fede che voi figli d'Abramo non sempre sapete dispensare in modo convincente, mentre tu hai anche le chiavi per rinvigorire la fede nell'uomo anche nei deboli, come me...

    Carissimo padre Paolo, sj

Per saperne di più:

   Lo speciale di Famiglia Cristiana: PADRE DALL'OGLIO: SENTINELLA DELLA GUERRA IN SIRIA

Proponiamo anche un'intervista a padre Paolo Dall'Oglio di circa un anno fa, di Maurizio di Schino, giornalista di TV2000, nella rubrica dedicata all'Ottobre Missionario 2012 all'interno dello spazio Azzurro di "Nel cuore dei giorni".

   video


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FEDE E
SPIRITUALITA'





DA UNA CHIESA TRIONFANTE

AD UNA CHIESA MENDICANTE

A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II

HOREB n. 64 - 1/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Sono passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo, perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel mondo.
Il Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici, dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona umana e della sua coscienza.
Gli orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale, purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante, accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa  popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13 novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato»...  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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  Dio ama...
  Si è discepoli...
  Il regno è...
  Amate dunque...
  Ciò che stabilisce...
  Un tempo pensavo...
  Non temete...
  Tuo compito non è...
  Maria ed Elisabetta...
  Ogni "sì" a Dio...
  Il "Noi" divino...



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  SAN LORENZO (video)

  SANTA CHIARA DI ASSISI (video)

  Cari fratelli, oggi nella Chiesa facciamo memoria...

  SAN MASSIMILIANO KOLBE (video)

  ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (video)

  SAN ROCCO (video)

  San Rocco - Prendersi cura... di Antonio Savone


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Assunzione al cielo di Maria


Nel giorno dell’Assunzione Maria ci richiama a rendere forte la fede e sicura la speranza
Maestra di cristianesimo
Il 15 agosto la cristianità intera celebra, sin dal secolo VIII, l’avvenimento dell’assunzione al cielo di Maria di Nazaret, madre del Crocifisso-Risorto, icona di coloro che accolgono nella fede la promessa di Dio in un futuro e in una “dimora” di luce e di pace, che a lei sono state donati in modo anticipato rispetto a noi. Ecco perché la liturgia del giorno pone come antifona d’inizio il noto brano di Apocalisse: «Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna ammantata di Sole, con la Luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di stelle» (12, 1)...

   Maestra di cristianesimo

Giovanni Damasceno 
per la Dormizione della Madre di Dio

Nella tradizione bizantina la festa della Dormizione della Madre di Dio è il sigillo che chiude l’anno liturgico, così come quella della sua Natività è l’inizio. La nascita e la glorificazione della Madre di Dio sono infatti anche l’inizio e il destino di tutta la Chiesa, di cui Maria è figura (týpos). Nell’ufficiatura mattutina vi è un canone di san Giovanni Damasceno (VII-VIII secolo) dove, a partire dalle odi bibliche che sono alla base del mattutino bizantino, sono sviluppati aspetti del mistero celebrato grazie a una lettura cristologica dei testi veterotestamentari.
L’autore sottolinea come la festa diventi una liturgia...

  Tomba e morte non l’hanno trattenuta

La Dormizione della Vergine nella tradizione bizantina
Sollevate le porte
e accogliete la madre
dell’eterna luce
La tradizione bizantina ha come prima grande festa del ciclo liturgico la Natività della Madre di Dio l’8 settembre, e lo conclude con la sua Dormizione e transito in cielo il 15 agosto, quasi a volere sottolineare che per ogni cristiano e per tutta la Chiesa la Vergine rappresenta il cammino che introduce al mistero salvifico di Cristo. Fissata in oriente alla fine del vi secolo e introdotta un secolo più tardi in occidente, la festa del 15 agosto celebra il transito e la piena glorificazione della Madre di Dio come primo frutto del mistero pasquale di Cristo, preceduta il 14 da una prefesta e seguita da un’ottava che si conclude il 23.
Due tropari dell’ufficiatura del vespro esemplificano il rapporto stretto tra eucologia e iconografia. Il primo presenta l’icona della festa come una celebrazione liturgica della Dormizione, alternando gli otto toni musicali della tradizione bizantina: Maria, morta o meglio addormentata, è al centro dell’icona su un letto funebre che raffigura però anche un altare cristiano. Attorno stanno gli apostoli con altri personaggi: tra i primi vi sono sempre Pietro e Paolo, che indicano la presenza di tutta la Chiesa.
Cristo, in mezzo a un semicerchio e con gli angeli attorno, regge nelle braccia l’anima di sua madre...

   Sollevate le porte e accogliete la madre dell’eterna luce

Guarda anche i nostri precedenti post:
  • "Tota pulchra" La "via pulchritudinis" e la luce di Maria assunta in cielo di Bruno Forte
  • Assunzione della Beata Vergine Maria
  • "Ferragosto di crisi, cerchiamo risposte nell'eternità di Maria" di mons. Bruno Forte - Roberto Benigni recita il Canto XXXIII vv. 1-21 del Paradiso


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15 Agosto L’Assunta/Dormizione spiegazione dell’icona



15 Agosto L’Assunta/Dormizione
spiegazione dell’icona di don Gianluca Busi

  video


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La fine di Maria mistero nascosto in Dio


I luoghi legati dalla tradizione alla fine terrena di Maria Santissima

E’ proprio vero – come ripete la saggezza popolare – che 'non tutti i mali vengono per nuocere'. Una violenta alluvione il 7 febbraio 1972 allagò completamente la chiesa che racchiude il sepolcro vuoto della Madonna presso il Getsemani, a pochi passi dal celebre Orto degli Ulivi. Fu un allagamento provvidenziale, perché costrinse i greci ortodossi e gli armeni ortodossi, attuali custodi del santuario, a smantellare le sovrastrutture, che nascondevano la tomba di Maria, e a intraprendere lavori di restauro.
Grazie all’ecumenismo fatto di gesti piccoli e silenziosi – a Gerusalemme è forse l’unico tipo di ecumenismo che non rischia di aggravare le divisioni già esistenti – l’abuna (= padre) greco Macarios e il sacrestano armeno Hagop invitarono padre Bellarmino Bagatti, il decano degli archeologi francescani in Terra Santa, a visitare e a studiare la tomba e il complesso sepolcrale e architettonico che la circondano. P. Bagatti, fedele al metodo, cui si è sempre ispirato, di accostare reperti archeologici e fonti letterarie, non si limitò ad esaminare il monumento, ma rilesse con attenzione la letteratura antica sulla morte e la sepoltura della Madonna...

   La tomba di Maria a Gerusalemme

Chiesa dell'Assunzione di Maria o Chiesa del Getsemani.
Nel IV secolo fu costruita una prima chiesa, scavata nella roccia viva, consacrata dal vescovo Giovenale di Gerusalemme alla Madre di Dio. Prima dell’arrivo dei Crociati la parte superiore della chiesa era già stata distrutta, ed i benedettini negli anni 1112-1130 edificarono sopra la cripta una nuova chiesa che pure venne distrutta da Saladino nel 1187, che risparmiò però la cripta in onore della “beatissima madre del profeta Gesù”.
La Chiesa del Getsemani è posta ai piedi del monte degli Ulivi, proprietà comune dei cristiani greco-ortodossi e degli armeni.
Questa è l'altra chiesa, ortodossa, della Dormizione di Maria, poco distante dall'Orto degli Ulivi e dalla Chiesa delle Nazioni. La tradizione e la devozione popolare hanno riconosciuto, fin dal II secolo, questo luogo come il luogo in cui la madre di Gesù fu assunta in cielo.

Dalla "Meryem Ana Evi", la casa di Madre Maria ad Efeso, alla "Chiesa della Dormizione" e alla "Tomba della Vergine" a Gerusalemme, fra tradizioni e mistero.
... Alla tradizione che vuole Maria profuga in Asia Minore con Giovanni, e forse con Maria di Magdala e altre donne galilee - scrive Patelli -, si contrappone una radicata tradizione secondo la quale la Madonna "si addormentò" proprio a Gerusalemme. Quella spelonca intagliata nella roccia, rinvenuta negli scavi del 1972 sotto la "Chiesa della Dormizione", fu veramente il luogo della temporanea sepoltura di Maria? Si tratta di una "tomba vuota", a pochi passi dal Santo Sepolcro e dal Cenacolo, ritenuto quest’ultimo luogo ospitale per seguaci del Signore...
... Come ha scritto Epifanio di Salamina a quei tempi, e l’Abbé René Laurentin ha riassunto ai nostri giorni: "Siamo cauti in tali questioni, perché ignoriamo quasi tutto: sia il meccanismo della morte della Vergine, l’esperienza dell’aldilà ed il modo esatto della risurrezione [dei corpi], sia la fine terrena del destino di Maria, interamente ignorato dalla storia. La morte di Maria è verosimile senza dubbio; verosimiglianza resa rispettabile dall’ondata di Autori che l’hanno accettata. Ma si è in diritto di pensare con Epifanio che la fine di Maria resti un mistero nascosto in Dio, che ci dobbiamo rassegnare a ignorare quaggiù"...

   La fine terrena di Maria, mistero nascosto in Dio

Festa dell'Assunzione a Gerusalemme

  video


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«Proprio ora ci è data nella Madonna la miglior difesa contro i mali che affliggono la vita moderna; la devozione mariana è la sicura garanzia di protezione materna e di tutela nell'ora della tentazione» (Benedetto XVI).
Ci piace continuare il discorso sull'affidamento a Maria a partire da questa importante affermazione di Benedetto XVI. Lui, Papa dell'interiorità e del primato della preghiera contro ogni attivismo, ci aiuta a entrare nel cuore di questo gesto, che non coinvolge soltanto una parte di noi ma l'intera nostra persona ed esistenza. 

  Monica Reale:   Con Maria, contro l'ansia del vivere

Body building, body guard, body care. Si moltiplicano nel linguaggio comune le espressioni tratte dalla lingua inglese che fanno riferimento al corpo e alle cure di bellezza. E, come sempre, le parole rimandano ad atteggiamenti culturali soggiacenti. In effetti, non c’è epoca che più della nostra abbia avuto per il corpo umano una simile attenzione. In molti casi addirittura una sorta di idolatria, come si può notare uscendo semplicemente per strada, guardando la pubblicità o sfogliando giornali e riviste. Il trionfo del corpo - nel recente passato soprattutto quello femminile, oggi anche quello maschile - è dappertutto, spesso amplificato nelle dimensioni extra large di certa cartellonistica pubblicitaria, fino a rasentare l’inquinamento visivo.

  Mimmo Muolo:   L'autentica cura del corpo che l'Assunta ci insegna

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Ricordiamo frère Roger che venne ucciso nella chiesa della Riconciliazione il 16 agosto 2005, durante la preghiera della sera che raduna tutta la Comunità di Taizé e migliaia di giovani.

 
Senza fiducia...

Riproponiamo anche il post pubblicato lo scorso anno: Ricordo di Frère Roger di Taizé

 
Ricordo di Frère Roger di Taizé

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Le pietre d'inciampo del Vangelo

"Come Mosè 
innalzò nel deserto
il serpente,
così 
che sia immolato 
il Figlio dell’uomo..."
(Giovanni 3,14)


  Gianfranco Ravasi: Il serpente innalzato



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RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo: Lc 12,32-48

Il Regno di Dio è dono gratuito per ogni credente da accogliere e far crescere con cura e amore; esso èresponsabilità che il Signore affida alle nostre mani perché lo facciamo crescere e sviluppare; il Regno è la gioia dei figli che sanno di essere amati dal Padre e, come Lui, vivono di questo amore amandosi gli uni gli altri.
Il Regno è dono esigente che ci invita a spogliarci di noi stessi, dei nostri progetti, dei nostri idoli, poiché per farne parte, bisogna essere il riflesso del volto di quel Dio che, nel suo Figlio Gesù, "spogliò se stesso assumendo la condizione di servo"(Fil 2,5-11) ...


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Omelia di don Angelo Casati nella 19ª Domenica del Tempo Ordinario



19ª Domenica del Tempo Ordinario anno C 11 agosto 2013
omelia di don Angelo Casati

Sap 18, 3.6-9 
Sal 32
Eb 11, 1-2.8-19 
Lc 12, 32-48


Nel cuore dell'estate tre parabole dal Vangelo di Luca che invitano alla vigilanza. 
Apparentemente sembrano fuori tempo; noi siamo soliti collocarle nei giorni dell'Avvento, giorni che ci parlano degli accadimenti dell'ultima ora, delle ultime cose.
E forse c'è una ragione se Luca, a differenza di Matteo, colloca queste parabole dentro le istruzioni del viaggio, quasi a dire che la vigilanza è dimensione permanente, appartiene al viaggio, a tutte le ore del viaggio.
E' un'opinione personale, e quindi discutibile, ma a me sembra che proprio d'estate andrebbe raddoppiata la vigilanza, perché d'estate, quando l'attenzione di un popolo è meno vigile, si tentano a volte operazioni di una gravità estrema...

Oggi, rileggendo le immagini, mi ritornava al cuore la preghiera nel salmo: "lampada ai mie passi è la tua parola, Signore" (Sl. 119,105).
Chiediamoci più spesso che cosa dice non il tale opinionista o quell'altro, ma la parola di Dio. E sia luce, luce critica, luce di giudizio, luce di accompagnamento del viaggio sconosciuto...

  omelia di don Angelo nella 19ª Domenica del Tempo Ordinario


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JESUS, agosto 2013 - Caro Diogneto 56 di Enzo Bianchi - Lo stile


JESUS, agosto 2013
Caro Diogneto - 56
Rubrica di ENZO BIANCHI

Lo stile

De Buffon si pose la domanda: “Che cos’è lo stile?”, e cercò di rispondervi nel 1753 con il Discorso sullo stile, sintetizzabile nella locuzione: “Lo stile è l’uomo stesso”. In seguito sono venute altre definizioni dello stile: “Lo stile è la fisionomia dello spirito” (Arthur Schopenhauer); “Non c’è arte dove non c’è stile” (Oscar Wilde); “Lo stile è superiore alla verità, porta in sé la dimostrazione dell’esistenza” (Gottfried Benn).
Sì, lo stile è l’uomo stesso, l’uomo reale, concreto, in carne e ossa, corpo e spirito, razionalità e sentimento. Se non c’è stile, non c’è persona, c’è tohu wa-bohu (Gen 1,2), o il vuoto o il caos; se non c’è stile, uno non sa chi è, che cosa fa, che cosa ha. Ecco perché lo stile lascia un’aura indefinibile nella persona: un’aura che dipende dalla sua intimità, dalla sua vita interiore, ma anche dal suo parlare che sceglie tonalità di voce diverse, adeguate alla situazione e all’interlocutore, dal suo modo di camminare capace di narrare la persona, dal suo modo di mangiare facendo di quell’atto un evento sempre conviviale, contro ogni barbarie, consumismo e depredazione. Lo stile così esercitato si rifrange sul tacere, sul toccare, sul sentire il mondo, sul riposarsi e sul divertirsi.
Assumere uno stile abbisogna di tanta vigilanza e di molto tempo: occorre vigilare su di sé, avere cura del corpo così come dell’interiorità; e occorre dedicarvi tanto tempo, perché ciò che si tenta di fare, con fatica, solo nel tempo e a volte dopo molti tentativi falliti diventa abituale, unhabitus che conferisce e manifesta lo stile. Lo stile – oso dire – è l’epifania della passione di un uomo; è l’epifania della sua cella più segreta, il cuore; è il chiarore emanato dal fuoco che ognuno fa ardere in sé. Per questo lo stile o è sincero, o non è stile!

  Lo stile di Enzo Bianchi



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"Il perdono: per essere davvero uomini" di Enzo Bianchi


Il perdono è tema così decisivo nella vita umana e cristiana perché conosciamo il male, quella profonda contraddizione al bene che non possiamo rimuovere né negare. Il perdono ha intrinsecamente a che fare con il male, quello che facciamo a noi stessi e agli altri, e quello che gli altri fanno a noi. Il male – nelle sue varie forme del cattivo pensare, del malvagio agire, dell’offensivo parlare – è una realtà nella nostra vita e nelle nostre relazioni. Il male, secondo le parole di Gesù, è ciò che nasce dal nostro cuore e diventa aggressività, violenza, odio verso gli altri e verso noi stessi (cf. Mc 7,20-23; Mt 15,18-20). Il male è ciò che io faccio nonostante voglia fare il bene, come confessa l’apostolo Paolo ai cristiani di Roma (cf. Rm 7,18-19).
Ora, il male commesso è irreversibile, resta male anche dopo il perdono, ma può essere trasceso. Con il perdono, chi ha subìto il male irreversibile ricrea le condizioni per un nuovo inizio nella relazione con l’altro: questa è l’azione dello Spirito santo il quale «è la remissione dei peccati», il perdono che ricrea vita là dove c’è morte, che rimette in piedi chi è caduto, che fa di un peccatore una nuova creatura.
Il perdono attesta che l’ultima parola non spetta al male commesso, ma alla grazia, all’amore! Perdonare richiede un sacrificio di se stessi in rapporto all’altro: si perdona affinché l’altro esista, ma questo contrasta non solo con l’egocentrismo, ma anche con la più sana autostima. Non è naturale perdonare, a tal punto che un perdono accordato facilmente ha molte probabilità di essere inautentico...

  "Il perdono: per essere davvero uomini" di Enzo Bianchi



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"Il Cardinale Martini e l'audacia della verità" di mons. Bruno Forte


Un anno fa nell'agosto assolato delle nostre estati, Carlo Maria Martini stava vivendo gli ultimi giorni della sua vita fra noi. Fino all'ultimo aveva combattuto col male che gli aveva tolto progressivamente le forze fisiche e persino la parola. Solo lo spirito restava indomito, sostenuto dalla sua fede profonda, abbandonata al volere di Dio, e dalla volontà tenace di non arrendersi all'avanzare dell'infermità. Uno splendido librotestimonianza, che uscirà a fine mese, solleverà il velo sugli ultimi, intensissimi anni del grande Arcivescovo di Milano, biblista di fama mondiale e testimone innamorato di Gesù in continuo dialogo con le donne e gli uomini del nostro tempo.
Lo ha scritto, con discrezione e affetto filiale, don Damiano Modena, il giovane sacerdote di cui anni fa avevo diretto la tesi proprio sul pensiero del Cardinale ("Carlo Maria Martini, custode del Mistero nel cuore della storia", Paoline, 2005) e che aveva poi accettato di "accompagnarlo fino alla morte", vivendo questo impegno con dedizione totale. Altre voci autorevoli si faranno certamente sentire per il prossimo 31 agosto, primo anniversario della sua morte. Da parte mia, avendo potuto godere del dono dell'amicizia del Cardinale per oltre trent'anni, il ricordo risponde a un'esigenza dell'anima, a quel bisogno profondo di far memoria, che accende pensieri di luce e dona semi di speranza. Se mi decido a far parte ad altri di qualcuno di questi pensieri, è perché sono certo che da Martini tutti possano ancora imparare, uomini e donne di Chiesa, come laici dalle posizioni più o meno distanti da essa. Raccolgo qualche spunto di riflessione partendo dal ricordo del mio ultimo incontro con lui, quel 30 agosto 2012, vigilia della sua morte...

  "Il Cardinale Martini e l'audacia della verità"di Bruno Forte

Guarda anche lo speciale di Tempo Perso:
  • Carlo Maria Martini PROFETA DEI NOSTRI TEMPI


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Il Papa consacrerà il mondo al Cuore Immacolato di Maria, ai piedi della Madonna di Fatima che verrà portata a Roma il 12 e 13 ottobre


Papa Francesco consacrerà il mondo al Cuore Immacolato di Maria, ad ottobre in Vaticano
La Statua della Madonna di Fatima sarà presente alla Giornata Mariana

In risposta al desiderio del Santo Padre Francesco, la Statua della Madonna del Rosario di Fatima venerata alla Cappellina delle Apparizioni sarà a Roma il 12 e 13 ottobre alla Giornata Mariana promossa dal Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione. Il 13 ottobre ai piedi della Statua della Madonna, il Papa Francesco consacrerà il mondo al Cuore Immacolato di Maria.
La Giornata Mariana è uno dei grandi eventi pontifici previsti nel calendario della celebrazione dell’Anno della Fede e riunirà in Roma centinaia di movimenti e istituzioni legate alla devozione mariana.
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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni


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OREUNDICI - IL QUADERNO DI LUGLIO-AGOSTO 2013 ADOLESCENTI OGGI: "TUTTO DIPENDE DALL'UMILTÀ cosa c’è dietro alla decadenza della religione?" di Arturo Paoli - L'EDITORIALE di Mario De Maio


OREUNDICI
IL QUADERNO DI LUGLIO-AGOSTO 2013
ADOLESCENTI OGGI

L'EDITORIALE DI MARIO DE MAIO

... Questo quaderno dedicato all’adolescenza vuole offrire spunti di riflessione su questo periodo dello sviluppo umano così importante e così difficile. Tutti noi ricordiamo la nostra adolescenza e siamo interpellati e provocati da questi ragazzi che si aprono all’età adulta. Sono tante le chiavi di lettura di questa seconda nascita: quella psicologica, quella fisiologica, quella sociale, quella spirituale. È un periodo di grande complessità che richiede da parte di genitori, insegnanti, educatori e sacerdoti un atteggiamento di ascolto e di confronto continuo... 

  L'Editoriale di Mario De Maio

TUTTO DIPENDE DALL'UMILTÀ 
cosa c’è dietro alla decadenza della religione?
di Arturo Paoli 

Nel vangelo si parla spesso di persone che si vantano di essere religiose, di praticare i sacramenti ma poi tradiscono quello che hanno promesso, cioè di continuare la presenza di Dio nel mondo, nella vita ordinaria, che è il luogo dove vivere la carità, l’amore, la generosità verso il prossimo e così facendo dimenticare il nostro io per metterlo a disposizione degli altri che incontriamo. Oggi ci troviamo a un punto cruciale nella storia del cristianesimo. Che cosa sta accadendo? ... 
Quando arriveremo a capire che non si è cristiani, non si è uomini, non si è persone, non si è religiosi finché non riusciamo ad accogliere quella qualità che parrebbe tanto facile, tanto umana, tanto naturale: l’umiltà. Eppure nessuno riesce a conquistare questa virtù, che è quella da cui dipende tutto: lo stare insieme, il capirci, l’accettare la posizione dell’altro, il raggiungere quella che chiamiamo la pace, che non raggiungiamo mai, e che raggiungeremo solo quando riusciremo a diventare veramente umili. Per questo vorrei concludere con questa invocazione: Gesù, mite e umile di cuore, fai il mio cuore simile al tuo.

  "TUTTO DIPENDE DALL'UMILTÀ cosa c’è dietro alla decadenza della religione?" di Arturo Paoli

Siamo tutti compagni di strada, alla ricerca,
non necessariamente allo sbando.
Solo partendo da questo presupposto
i cristiani riusciranno ad aprire cammini assieme agli altri uomini,
e si sforzeranno insieme di edificare la polis.
don Andrea Gallo



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Il saluto di Papa Francesco all’ Angelus domenicale per la conclusione del mese di Ramadan ha fatto molto rumore nelle pagine dei giornali. Un saluto “ai musulmani del mondo intero, nostri fratelli,” con l’augurio “che cristiani e musulmani si impegnino per promuovere il reciproco rispetto, specialmente attraverso l’educazione delle nuove generazioni.” Il saluto è il compimento del lavoro che da più di 40 anni la Santa Sede svolge guidata dai Pontefici e dalla  “Nostra Aetate”  il testo del Concilio che rilancia il dialogo interreligioso.

  Angela Ambrogetti:  I Cattolici e l'Islam, dal Concilio a Papa Francesco

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Una luce nella notte sulle spiagge italiane - un progetto di nuova evangelizzazione


"Soul Rescue": un progetto di nuova evangelizzazione inventato a Verona e sperimentato in Molise dalle Sentinelle del Mattino
Sulle t-shirt fuxia di una sessantina di giovani provenienti da ogni parte d’Italia e persino dalla Spagna c’è scritto Soul Rescue (Salvezza delle anime). Il 13 agosto percorreranno dalle ore 17 chilometri della riviera termolese per offrire ai bagnanti un’insolita proposta: «Vuoi farti bello dentro? Se vuoi c’è la possibilità di vivere una bella confessione». La proposta ha dell’incredibile, ma questi giovani credenti, molti appena tornati dall’incontro con Papa Francesco a Rio, non sono nuovi in imprese di questo tipo.
Amano definirsi Sentinelle del Mattino e ogni anno si lanciano sulle spiagge italiane ed estere per portare il loro entusiasmo e la loro gioia di una vita spesa per Cristo. Molti di loro sono universitari, fidanzati, lavoratori che spendono parte delle loro ferie per testimoniare la loro gioia ai coetanei.

  «Confessioni» sulle spiagge

... Oggi c’è invece un altro promotore di tutt’altra mercanzia: il ‘vu pregà’. In bermuda infradito e maglietta, Bibbia in mano e crocifisso al collo, cammina tra gli ombrelloni in cerca di pecorelle smarrite che abbiano desiderio di ricongiungersi al gregge. Il primo a praticare questa ‘promozione’ fu, nel 2001, padre Baldo Alagna, sacerdote della fraternità missionaria “Giovanni Paolo II”: ripropose un progetto che già negli anni Ottanta il fondatore della Fraternità, padre Pierre Aguila, aveva testato in Costa Azzurra: nuove forme di comunicazione per diffondere il Verbo. “Fastmission” fu il nome della prima missione in spiaggia italiana: toccò a Torre del Lago, che notoriamente d’estate si riempie all’inverosimile di giovani; poi, l’anno dopo ci fu la riviera romagnola e così via via.
Il fenomeno ha preso piede. Inarrestabile. Oggi cammina sulle gambe di un esercito sempre più folto (migliaia) di giovani e di sacerdoti. Realtà ecclesiali come le «Sentinelle del Mattino di Pasqua», «Nuovi Orizzonti», gruppi di Rinnovamento, Gioventù Francescana, Neocatecumenali e tanti altri hanno sposato l’iniziativa, fatta ufficialmente propria (secondo le stime più aggiornate) anche da 35 diocesi. Megafoni a Chieti e Vasto, cappelle itineranti a Termoli e Cagliari, momenti di preghiera in Liguria e sulla costiera amalfitana. A Ladispoli come a Trapani a piedi sotto il sole per parlare di nuova evangelizzazione e Concilio...

  Tutti al mare! Se invece è la fede a non andare in vacanza…

Per saperne di più:

  l'intervista a don Andrea Brugnoli, il coordinatore internazionale di questa realtà di nuova evangelizzazione

  video


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 FRANCESCO
 


     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 11 agosto 2013

     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 15 agosto 2013

     Omelia - 15 agosto 2013: Santa Messa nella Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria - Castel Gandolfo

     Discorso Alle Delegazioni delle Squadre Nazionali di Calcio di Argentina e Italia (13 agosto 2013)


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11 agosto 2013:

  Non si può separare...


13/08/2013:

  Essere figli di Dio...


15/08/2013:

  Maria, Madre  di Dio...

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  Voi, cari giocatori...

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Le domande di un non credente al papa gesuita chiamato Francesco


Il pontefice argentino è lo scandalo benefico della Chiesa di Roma. 
Ma cosa risponderebbe agli interrogativi di un illuminista?
di EUGENIO SCALFARI

PAPA Francesco è stato eletto al soglio petrino da pochissimi mesi ma continua a dare scandalo ogni giorno. Per come veste, per dove abita, per quello che dice, per quello che decide. Scandalo, ma benefico, tonificante, innovativo.
Con i giornalisti parla poco, anzi non parla affatto, il circo mediatico non fa per lui, non è nei suoi gusti, ma il suo dialogo con la gente è continuo, collettivo e individuale, ascolta, domanda, risponde, arriva nei luoghi più disparati ed ha sempre un testo da leggere tra le mani ma subito lo butta via. Improvvisa senza sforzo alcuno a cielo aperto o in una chiesa, in una capanna di pescatori o sulla spiaggia di Copacabana, nel salone delle udienze o dalla “papamobile” che fende dolcemente la folla dei fedeli.
È buono come Papa Giovanni, affascina la gente come Wojtyla, è cresciuto tra i gesuiti, ha scelto di chiamarsi Francesco perché vuole la Chiesa del poverello di Assisi. Infine: è candido come una colomba ma furbo come una volpe. Tutti ne scrivono, tutti lo guardano ammirati e tutti, presbiteri e laici, uomini e donne, giovani e vecchi, credenti e non credenti aspettano di vedere che cosa farà il giorno dopo...

  Le domande di un non credente al papa gesuita chiamato Francesco


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La festa dell'Assunta di Papa Francesco - testi, foto e video


La partenza di Papa Francesco dal Vaticano verso Castelgandolfo

  video

Papa Francesco è arrivato ai Castelli Romani a bordo della sua Ford Focus scortato da polizia, carabinieri e gendarmeria vaticana. 
Durante il tragitto con la scorta ha chiesto più volte al suo autista di rallentare per salutare la folla ai bordi della strada che lo stava attendendo. E' entrato nella residenza papale da una entrata secondaria tra Castelgandolfo e Albano. Non si sono registrati particolari problemi nonostante il grande afflusso di turisti, pellegrini da tutto il mondo e migliaia di visitatori da tutta Italia. Sul posto per assicurare l'ordine e la sicurezza hanno lavorato i carabinieri della locale stazione, della compagnia di Castelgandolfo, della stazione Ville Pontifice, la polizia di Albano, la polizia stradale, la polizia locale di Castelgandolfo, con la collaborazione delle guardie eco zoofile e dei volontari della protezione civile di molti paesi dei Castelli Romani insieme a pattuglie della guardia di finanza, la polizia provinciale e i tiratori scelti della polizia appostati sulle finestre del comune.

Visita al Monastero delle Clarisse

Prima della Messa a Castel Gandolfo, Papa Francesco, ha incontrato le Clarisse del Monastero di clausura di Albano, ad un mese dalla sua prima visita in questo istituto. L’incontro è durato circa tre quarti d’ora. Sergio Centofanti ha intervistato la Madre abbadessa, Maria Assunta Fuoco, e la Madre vicaria, suor Maria Concetta Sfregola

   Il Papa alle Clarisse: se Pietro chiude le porte del Paradiso, Maria le apre

Le immagini della visita di Papa Francesco al Monastero delle Clarisse, a Castelgandolfo.

   video

La Santa Messa e l'Angelus

Circa diecimila persone, tra pellegrini e visitatori hanno assistito alla Messa di Ferragosto in piazza della Libertà presieduta da Papa Francesco
"Anche Maria ha conosciuto il martirio della croce: Lei ha sofferto tanto, nel suo cuore, mentre Gesù soffriva sulla Croce. E' stata pienamente unita a Lui nella morte, e per questo le è stato dato il dono della risurrezione". Così Papa Francesco ha parlato del mistero dell'Assunzione di Maria in cielo nella messa per la solennità, celebrata nella Piazza della Libertà a Castel Gandolfo, davanti a più di 12 mila fedeli. Dal palco allestito all'ingresso del palazzo apostolico della cittadina dei Castelli romani, il Pontefice ha sottolineato che "Cristo è la primizia dei risorti, e Maria è la primizia dei redenti".

  video

   il testo integrale dell'Omelia

Dopo la Messa dell'Assunta Papa Francesco ha pronunciato anche il tradizionale Angelus di Ferragosto durante il quale rivolge un pensiero ai sanguinosi scontri in Egitto: "Preghiamo insieme per la pace, il dialogo e la riconciliazione in quella cara terra e nel mondo intero".

  video

   il testo integrale dell'Angelus

  Video integrale Santa Messa e Angelus

Saluti alla folla e visita alla Chiesa di San Tommaso

Dopo aver pranzato a Palazzo Barberini insieme ai suoi collaboratori, il Papa è tornato dopo pranzo in piazza della Libertà per salutare i fedeli rimasti e per visitare la Chiesa di San Tommaso di Villanova. Non credevano ai loro occhi le forze dell'ordine presenti e le migliaia di persone ancora in piazza quando hanno visto arrivare il Papa, stavolta a bordo di una Wolswagen Passat, scendere dall'auto, andare a salutare la folla ed entrare nella piccola chiesa del paese. 

Papa Francesco saluta la folla dei fedeli in piazza della Libertà.

  video

Le immagini di Papa Francesco nella chiesa di San Tommaso da Villanova e tra la gente.

  video

Prima di andarsene Papa Francesco ha chiesto al suo autista di rallentare per poter ringraziare i poliziotti di Albano, i carabinieri di Castelgandolfo, la polizia locale e tutti i volontari per l'ottimo lavoro svolto per l'ordine pubblico.


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“Vi chiedo di pregare per me, perché anch’io, nel “campo’” in cui Dio mi ha posto, possa giocare una partita onesta e coraggiosa per il bene di tutti noi’’. Così papa Francesco ha salutato al termine dell’udienza in Vaticano le delegazioni delle squadre nazionali di calcio di Italia e Argentina.

  LA STAMPA:  Papa: “Sarà difficile per me fare il tifo” (testo+video)

Entusiasmo latino americano, cori da stadio e perfino la canzone “Cielito lindo”, intonati dai fedeli per la recita dell’Angelus a Castel Gandolfo Piazza della Liberà e il corso principale erano pieni all’inverosimile, al punto che ci sono stati problemi perfino a prestare soccorso alle persone che si sono sentite male a causa del gran caldo. Una folla così a Castel Gandolfo non si era mai vista, 

  Luigi Jovino:   Il Papa tra la gente a Castel Gandolfo entusiasmo alle stelle

La testimonianza di don Pietro Diletti, parroco della chiesa di San Tommaso da Villanova in Castelgandolfo.

  Festa dell'Assunta: intervista a don Piero Diletti  (video)



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n. 12  del 23 marzo 2012

n. 15  del 20 aprile 2012

n. 18  dell'11 maggio 2012

n. 21  del 1° giugno 2012

n. 24  del 22 giugno 2012

n. 27  del 13 luglio 2012

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n. 51 del 28 dicembre 2012



Cardinale Carlo Maria Martini
Profeta dei nostri tempi



 
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   AVVISI: 

  1) La newsletter è settimanale;

 

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      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

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