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N.
B. La Lectio viene sospesa nel periodo estivo
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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DA UNA CHIESA TRIONFANTE
AD UNA CHIESA MENDICANTE
A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II
HOREB n. 64 - 1/2013
TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
"Sono
passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è
importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo,
perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno
partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso
avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si
dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il
Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la
vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le
sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel
mondo.
Il
Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si
era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la
Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i
popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente
universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica
trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi
orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici,
dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità
cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della
Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di
governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona
umana e della sua coscienza.
Gli
orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti
abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale,
purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi
cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La
riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole
essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti
e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di
Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è
fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante,
accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di
riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa
popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13
novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana
del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a
quelle del passato»...
(EDITORIALE)
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E' possibile richiedere
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CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
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INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
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Frammento della relazione "Lo stile povero di Gesù" a cura di Gabriella Del Signore
presso il salone del convento della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
Farmi carico dell’altro denunciando l’ingiustizia (video)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
BARCELLONA P.G. (ME) FRATERNITÀ CARMELITANA
SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ 5-10 AGOSTO
"DALLA PARTE DEI POVERI, I VICARI DI CRISTO"
7 agosto 2013
Frammento della relazione Per una Chiesa povera e dei poveri
di Maurilio Assenza Direttore Caritas Diocesana di Noto
CHIESA: ANDARE IN MEZZO ALLA GENTE PER ASCOLTARLA
...
io parto da questo fatto: se fossi parroco... fare delle cose che
mettono la gente in relazione, per cui la prima cosa è trovare il modo
per andare in mezzo alla gente... come Caritas non finanzio quelle cose
in cui la relazione non entra...
video
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Dove ci sono...
Lampada ai miei passi...
Il vangelo...
Gesù non ci chiede...
Oltre la logica...
Alzatevi...
Dall'umanità...
La grande fede...
Cari amici...
Comprendiamo...
La sapienza è...
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Il
titolo di Madonna della Neve, contrariamente a titoli più recenti come
Madonna degli abissi marini, Madonna delle cime dei monti, Madonna
delle grotte, ecc. quello di Madonna della Neve affonda le sue origini
nei primi secoli della Chiesa ed è strettamente legato al sorgere della
Basilica di S. Maria Maggiore in Roma.
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Edith Stein (S.Teresa Benedetta della Croce)
Una grande mistica contro il silenzio colpevole!
Seriamente responsabile della storia dell'umanità
di p. Alberto Neglia, ocarm
Dalla lettera di Edith Stein a Pio XI: "...Tutto
ciò che è accaduto e ciò che accade quotidianamente viene da un governo
che si definisce "cristiano". Non solo gli ebrei ma anche migliaia di
fedeli cattolici della Germania e, ritengo, di tutto il mondo da
settimane aspettano e sperano che la Chiesa di Cristo faccia udire la
sua voce contro tale abuso del nome di Cristo. L’idolatria della razza
e del potere dello Stato, con la quale la radio martella
quotidianamente la masse, non è un’aperta eresia? Questa guerra di
sterminio contro il sangue ebraico non è un oltraggio alla santissima
umanità del nostro Salvatore, della beatissima Vergine e degli
Apostoli? Non è in assoluto contrasto con il comportamento del nostro
Signore e Redentore, che anche sulla croce pregava per i suoi
persecutori? E non è una macchia nera nella cronaca di questo Anno
Santo, che sarebbe dovuto diventare l’anno della pace e della
riconciliazione?
Noi
tutti, che guardiamo all’attuale situazione tedesca come figli fedeli
della Chiesa, temiamo il peggio per l’immagine mondiale della Chiesa
stessa, se il silenzio si prolunga ulteriormente. Siamo anche convinti
che questo silenzio non può alla lunga ottenere la pace dall’attuale
governo tedesco. ..."
video
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A un’Europa che guardava con speranza al futuro, ma anche a un Vecchio
continente, custode di un grande «tesoro di santità», si rivolse nel
1964 Paolo VI proclamando il santo di Montecassino, Benedetto da
Norcia, tra i «Pater Europae». In quello stesso solco si inserì
Giovanni Paolo II quando nel 1980 associò due compatroni per l’Europa,
Cirillo e Metodio, gli apostoli del mondo slavo. E nel 1999, fu la
volta di tre compatrone, Brigida di Svezia, Caterina da Siena e Teresa
Benedetta della Croce, più nota col suo nome originale di Edith Stein.
Di questa donna coraggiosa, «illustre figlia di Israele e allo stesso
tempo figlia del Carmelo», oggi ricorre la memoria liturgica.
Ilaria Solaini: Il coraggio di Edith Stein una madre per l'Europa
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SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA
NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
L’anniversario della morte di Paolo VI (6 agosto 1978)
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Madonna povertà e Madonna economia di Dionigi Tettamanzi
«Una
Chiesa povera e per i poveri»: è un’espressione a un tempo
semplicissima e formidabile che Papa Francesco ha fatto risuonare sin
dall’inizio del suo pontificato e ripresa più volte con una continuità
indubbiamente significativa. E non si tratta solo di parole, perché
queste già stanno dicendo la loro fecondità attraverso diversi gesti e
precise iniziative che le rendono ancora più concrete ed eloquenti.
Il
cardinale Giovanni Battista Montini in Sud Africa (Moroka,
1962)L’anniversario della morte di Paolo VI (6 agosto 1978) mi ha
sospinto a cercare con particolare attenzione e a sottolineare una
singolare corrispondenza, su questo preciso aspetto della realtà e
della vita della Chiesa, tra l’appello di Papa Francesco e il magistero
di Papa Montini. E così la mia appartenenza alla Chiesa ambrosiana,
l’ordinazione presbiterale ricevuta da Montini e il servizio episcopale
svolto a Milano mi hanno stimolato, ancora una volta, a riprendere e a
rimeditare alcuni tra i tanti interventi magisteriali e pastorali del
cardinale Giovanni Battista Montini su questo argomento. Inizio dalla
Ecclesia pauperum riprendendo un importante rilievo teologico fatto dal
cardinale Montini in un incontro con il clero ambrosiano, tenutosi a
Varese il 6 febbraio 1963 e dedicato al concilio Vaticano II.
L’arcivescovo si sofferma sul tema generale della “riforma”: «Il Papa
l’ha detto non una volta sola: bisogna ringiovanire, bisogna
ringiovanire i nostri cuori. Dobbiamo riprendere l’entusiasmo, la
forza, i propositi, l’ingenuità - direi - dei primi giorni».
Nell’omelia
tenuta ad Assisi il 4 ottobre 1958 troviamo una singolare preghiera
rivolta a san Francesco. La trascriviamo, almeno in parte: «Francesco,
aiutaci a purificare i beni economici dal loro triste potere di perdere
Dio, di perdere le nostre anime, di perdere la carità dei nostri
concittadini. Vedi, Francesco, noi non possiamo straniarci dalla vita
economica: è la fonte del nostro pane e di quello altrui; è la
vocazione del nostro popolo, che sale alla conquista dei beni della
terra, che sono opere di Dio; è la legge fatale del nostro mondo e
dalla nostra storia. È possibile, Francesco, maneggiare i beni di
questo mondo, senza restarne prigionieri e vittime? È possibile
conciliare la nostra ansia di vita economica, senza perdere la vita
della spirito e l’amore? È possibile una qualche amicizia fra Madonna
Economia e Madonna Povertà? O siamo inesorabilmente condannati, in
forza della terribile parola di Cristo: “E’ più facile che un cammello
passi per la cruna d’un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli?”
(Matteo, 19,24). Anche il nostro sant’Ambrogio ci aveva detto parole
tremende: “O ricco, tu non sai quanto sei povero!” (De Nabuthae, 2,4),
ma non le ricordiamo più, e non le abbiamo mai bene comprese. E anche
tu, Francesco, non hai insegnato ai tuoi figli a lavorare, a mendicare,
e a beneficare, cioè a cercare e a trattare quei beni economici, di cui
la vita umana non può essere priva?».
Dionigi Tettamanzi, Cardinale, arcivescovo emerito di Milano
6 agosto 2013 (pubblicato su L'Osservatore Romano)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il 9 agosto
1943, presso il funesto carcere del Brandeburg an der Havel a Berlino –
lo stesso dove furono uccisi il pastore luterano Dietrich Bohnöffer e
il prete cattolico Max Joseph Metzger - veniva ghigliottinato Franz
Jägerstätter, uno dei testimoni della resistenza non violenta a Hitler.
Venne proclamato beato, e accolto nel novero dei martiri della fede,
nel 2007 nel duomo di Linz in Austria, sua terra natale (la sua memoria
liturgica è fissata al 21 maggio, giorno della beatificazione, voluta
da papa Benedetto XVI).
Da
70 anni la figura del contadino-sagrestano di St. Radegund, poco a nord
di Salisburgo, che si è rifiutato di arruolarsi nelle file naziste,
pagando con il carcere e la vita, è un monito contro la guerra e la
violenza per tanti giovani cattolici e non del mondo mitteleuropeo, ma
è assai conosciuta anche in Irlanda e Regno Unito, molto meno in
Italia, ad eccezione del Trentino-Alto Adige dove ha preso il via il
Gruppo Jägerstätter Italia, grazie all’impegno di un sociologo,
Giampiero Girardi, già coordinatore del Gruppo Obiettori di coscienza
Caritas, un gruppo che vanta aderenti in aumento un po’ in tutto il
Paese...
Franz Jägerstätter, un martire della nonviolenza da conoscere
... Il significato della testimonianza di Franz Jägerstätter oggi è finalmente riconosciuto dalla chiesa.
Questo ci rende lieti e critici.
Lieti
della sua bella e ammirevole persona, della sua vita e morte da
martire, critici della nostra chiesa che ora si fa bella, a distanza di
sicurezza, di questo suo figlio che allora lasciò solo contro il
ferocissimo impero nazista. Oggi quell’impero è morto - speriamo! - ma
i suoi germi infettano le democrazie in cui riscontriamo vere e proprie
“tendenze naziste” più profonde delle rozze violenze dei naziskin: vedi
il libro di Giuliano Pontara, L’Antibarbarie. La concezione
etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Edizioni Gruppo Abele. È
adeguata la nostra vigilanza morale e resistenza religiosa nel mondo
d’oggi verso la presenza mascherata di quello stesso male contro cui
gettò la vita Franz? ...
Sulla beatificazione di Franz Jägerstätter
La
vita è improbabile, come sa chi la vive; il sentimento che si prova — e
che cresce con gli anni — dinanzi a ciò che ci accade e all’intera
nostra esistenza è forse la sorpresa, l’impressione di un malinteso. Ma
ci sono vite più improbabili di altre, come ad esempio quella di Franz
Jägerstätter, del quale soprattutto la morte è stata sorprendente. Era
infatti difficilmente immaginabile che nel 1943 un contadino austriaco,
estraneo a qualsiasi movimento politico e sostanzialmente povero di
cultura, si facesse decapitare dal Terzo Reich perché, richiamato alle
armi, la sua coscienza di cristiano cattolico non gli permetteva di
combattere una barbara guerra di aggressione e lo obbligava a
rifiutarsi di far parte dell’esercito nazista, ben sapendo che ciò
avrebbe comportato la sua esecuzione.
Franz
Jägerstätter non aveva alcun desiderio di essere un eroe o un martire;
era ben lieto di vivere con l’amata moglie Franziska e le sue tre
figlie, Rösl, Maridl e Loisl, bambine fra i tre e i sei anni...
L'eroe mite che disse no a Hitler (pdf)
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Le pietre d'inciampo del Vangelo
"Quando
fu risuscitato
dai morti,
i discepoli
si ricordarono
di quello che
aveva detto
e credettero
alla Scrittura
e alla parola
detta da Gesù."
(Giovanni 2,22)
Gianfranco Ravasi: Il ricordo
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
RUBRICA Un cuore che ascolta - lev shomea' "Concedi
al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo
popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino
Lc 12,13-21
Porre la propria fiducia in Dio, Padre provvidente o nella "mammona di ingiustizia" ?(Lc16,11)
All'imperativo
del tale che chiede a Gesù: "di' a mio fratello di dividere con me
l'eredità", Gesù risponde con un altro imperativo:
"custoditevi/guardatevi da ogni cupidigia".
Dio non divide con nessun altro
idolo la casa che vuole costruire in noi e ci mette in guardia dal
perverso possesso delle ricchezze...
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18ª Domenica del Tempo Ordinario anno C 4 agosto 2013
omelia di don Angelo Casati
Qo 1, 2; 2, 21-23
Sal 89
Col 3, 1-5.9-11
Lc 12, 13-21
Questo invito dell'uno della
folla: "Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità"
potrebbe anche non meravigliare più di tanto. Sappiamo come vanno le
cose umane: e quanti conflitti, quanto confliggere per le eredità.
A meravigliarci è invece il
momento in cui la domanda viene posta a Gesù. Gesù stava parlando
dell'abbandono a Dio, stava dicendo: non temete, voi valete! Il valore
vero siete voi, voi valete più dei passeri che si vendono per un soldo,
se Dio non dimentica loro, a maggior ragione si prenderà cura di voi.
E, dentro questo fluire di pensieri e di orizzonti alti, l'appiattimento della domanda sulla divisione di un'eredità.
Tant'è che a noi viene
spontaneo chiederci dov'era quell' "uno della folla", mentre Gesù
parlava. Forse non sentiva perché la folla era migliaia e l'evangelista
Luca dice che le persone si calpestavano a vicenda? Ma, forse più
verosimilmente l' "uno della folla" era via con la testa, il suo chiodo
era un altro, era l'eredità.
E a me -ve lo confesso- tutto
questo ha fatto pensare a quante volte sono via io con la testa, quando
un altro parla -è un pericolo-, e -pericolo ancora maggiore- quando
parla Dio, nelle Sacre Scritture.
Ma veniamo alla risposta di
Gesù, che, come al solito, diversamente da quanto succede a noi, ha
l'arte di intuire, di sorprendere, di cogliere ciò che sta dietro la
domanda. È il vero medico, che non si lascia abbagliare dalle
manifestazioni esteriori, arriva alla causa del male.
Il
problema non è l'eredità, il problema -dice Gesù- è la cupidigia. Il
problema vero -e così la parola di Gesù ci riguarda, perché non tutti
noi forse abbiamo conflitti di eredità- il problema vero è -perdonate
se mi esprimo così, ma forse rende più efficacemente- da che cosa
dipendono gli umori della tua vita. Dipendono dall'abbondanza dei beni,
dalla sicurezza dei beni?
...
omelia di don Angelo nella 18ª Domenica del Tempo Ordinario
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Vanità di vanità
Dal libro del Qoèlet
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi
ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare
la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo
è vanità e un grande male.
Infatti,
quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle
preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i
suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il
suo cuore riposa. Anche questo è vanità! (Qo 1,2;2,21-23)
A queste parole del libro di Qoèlet è ispirata la lauda composta da S. Filippo Neri (e cantata dai bambini nel suo oratorio) divenuta uno dei brani più apprezzati della discografia di Angelo Branduardi.
video
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La festa della Trasfigurazione del Signore nella tradizione bizantina
La natura umana riacquista la sua bellezza
La
Trasfigurazione è una delle dodici Grandi feste del calendario
bizantino; ha un giorno di prefesta il 5 agosto e un’ottava che si
conclude il 13. L’iconografia della festa riprende la narrazione
evangelica mettendo il Signore trasfigurato al centro dell’icona,
avvolto di luce; Mosè ed Elia ai lati e sotto i tre discepoli Pietro,
Giacomo e Giovanni che non osano quasi guardare la luce abbagliante che
viene dal Signore.
Al
vespro delle grandi feste l’ufficiatura bizantina ha due momenti che in
qualche modo le caratterizzano: la litì e l’artoclasia. La litì
(«supplica») è costituita dalla processione e dalle litanie che si
cantano nel vespro, dopo le letture bibliche e i tropari che le
seguono. Essa si svolge nella navata della chiesa, davanti
all’iconostasi, e si conclude con l’artoclasia, cioè la frazione e
distribuzione del pane, benedetto assieme all’olio e al vino.
Nella
festa della Trasfigurazione del Signore durante la litì un lungo
tropario, anonimo, riassume tutta la teologia della festa. Si tratta di
una vera e propria mistagogia, per la Chiesa che lo canta, del mistero
celebrato: Cristo glorioso trasfigurato sul Tabor di fronte ai
discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, alla presenza dei profeti Mosè ed
Elia...
La natura umana riacquista la sua bellezza
6 agosto 2013
Riflessioni sulle letture di LUCIANO MANICARDI
Anno C
Dn 7,9-10.13-14; Sal 96; 2Pt 1,16-19; Lc 9,28b-36
La
trasfigurazione, che è caparra e profezia della resurrezione di Gesù,
ha avuto – a differenza della resurrezione stessa – testimoni oculari,
afferma Pietro nella seconda lettura (cf. 2Pt 1,16). Preannunciata
infatti dallavisione che Daniele ebbe dell’anziano di giorni che
accorda potere, gloria e regno a Colui che è “simile a un figlio
d’uomo” (I lettura), la trasfigurazione è l’evento in cui Pietro,
Giacomo e Giovanni “videro la gloria” di Gesù (vangelo).
Se
è vero che la voce divina al cuore della trasfigurazione chiede che si
presti ascolto a Gesù e che la stessa esperienza gloriosa vissuta da
Gesù è stata segnata dall’ascolto della Parola di Dio contenuta nelle
Scritture rappresentate da Mosè ed Elia (la Legge e i Profeti), la
trasfigurazione è anche esperienza di visione da parte dei discepoli.
Lungi dall’opporsi, ascolto e visione, nella Bibbia, si richiamano e si
completano a vicenda.
Trasfigurazione del Signore
Vedi anche il nostro precedente post (all'interno i link ai post precedenti):
- Trasfigurazione del Signore
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Papa Francesco, le donne e la Chiesa
I
suggerimenti di Lucetta Scaraffia (fertilità), Giulia Paola Di Nicola
(partecipazione), Cettina Militello (sinodalità), Chiara Giaccardi
(reciprocità), Paola Ricci Sindoni (condivisione)
Fertilità, partecipazione, sinodalità,
reciprocità e condivisione. Cinque parole, per cinque donne che
“rileggono” le parole pronunciate dal Papa, nel viaggio di ritorno da
Rio, sulla questione femminile, definita una priorità da affrontare
all’interno della più generale riforma della Chiesa. “Una Chiesa senza
le donne è come il collegio senza Maria. E la Madonna è più importante
degli apostoli”, ha detto Papa Francesco conversando in aereo con i
giornalisti: “Credo non abbiamo ancora fatto una profonda teologia
della donna nella Chiesa. Non dev’essere solo lavoratrice, mamma. Così
è limitata, né fare solo la chierichetta, c’è di più! Sull’ordinazione
delle donne, la Chiesa ha detto no, Giovanni Paolo II si è pronunciato
con una formulazione definitiva. Ma ricordiamo che la donna nella
Chiesa è più importante di vescovi e preti”.
Cinque pilastri per una teologia della donna
Niente
donne, niente Chiesa. Una Chiesa senza le donne «è come il collegio
apostolico senza Maria» ha detto papa Francesco, conversando con i
giornalisti al ritorno dal Brasile. E ha aggiunto: «Non abbiamo ancora
fatto una teologia della donna. Bisogna farla». La battuta appartiene
allo stile dell’intervista: enunciato confidenziale, immagine di
effetto. Però è vera.
La sapienza delle donne
Vedi anche il nostro precedente post:
- GMG Rio2013 - Conferenza stampa in aereo durante il viaggio di ritorno dalla GMG (testi, foto, video e audio)
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"Ho passato la vita alla ricerca di Dio oggi sento il peso di non avere figli"
intervista a Enzo Bianchi a cura di Antonio Gnoli
Interessante intervista pubblicata su la Repubblica del 28 luglio 2013
"La crisi morale e culturale che l’Occidente vive dipende dal fatto che
non crede più nel bene comune. Oggi tutti cercano la felicità. Ma essa
è un fatto individuale: la mia felicità può essere l’infelicità per gli
altri. Il credente quando dice 'Dio' deve pensare al bene comune".
«La mia convinzione profonda è che Dio non sia un'entità esterna alla
quale mi rivolgo. È dentro di me e negli altri. Non lo cerco in cielo.
L'unica possibilità che ho di trovarlo è nelle relazioni con gli
altri»....
«Sono convinto che la verità non la possediamo. Essa ci precede. Siamo tutti mendicanti di verità: credenti e non»
«All'inizio c'è stata la mia figura. Ma oggi la qualità della comunità
è di essere molto umana. Ho sempre detto: il cristianesimo o è umano o
non è cristianesimo»
.....
Il priore di Bose: ho sempre cercato Dio mi manca la paternità
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L'eco delle parole di Giovanni Paolo II in un momento di trepidazione, di sofferenza e di speranza
“…accompagna i passi della nostra nazione, spesso difficili ma colmi di speranza”.
È
fuori dall’infuocato dibattito politico di questi giorni ma non è fuori
tema questo passo della “grande preghiera per l’Italia” che Giovanni
Paolo donò al nostro Paese il 15 marzo 1994. Pochi anni dopo, il 6
agosto 1998, Papa Wojtyla nell’incoraggiare la ripresa della preghiera
quotidiana per l’Italia nel santuario di Loreto si diceva convinto che
“il popolo italiano potrà così facilmente discernere ‘i segni dei
tempi’ ed impegnarsi con coraggio e perseveranza all’edificazione di
una società dal volto e dalla dimensione autenticamente umani”.
Discernere
i segni di tempi in una crisi interminabile e in momento di fortissime
tensioni politiche appare un compito troppo difficile, una scelta
totalmente estranea alla realtà. Per commentatori e opinionisti delle
prime pagine è nient’altro che un pio esercizio di anime belle con la
testa tra le nuvole.
E se invece, queste anime, avessero i piedi per terra e la testa non “tra le nuvole” ma “oltre” le nuvole?
Piedi
per terra perché il pregare, così come è inteso e vissuto dai cristiani
e dalle comunità cristiane, non è un assentarsi dalla storia e dalla
cronaca mentre avere la testa oltre le nuvole non è abbandonarsi a
un’ingenua utopia ma è affidarsi a una speranza fondata sulla propria
responsabilità e su quella di quanti hanno a cuore il bene di un Paese
sempre più in sofferenza e trepidazione.
Sono
queste persone a formare quel popolo che, ha ricordato Papa Francesco a
Rio, a volte suggerisce alle sue guide le direzioni da prendere per
rispondere con saggezza e lungimiranza alle esigenze di giustizia, di
solidarietà, di riconciliazione.
La
voce del popolo ha una dignità, una libertà e una forza che hanno
radici nella sua anima di cui nessuno può impadronirsi e nessuno può
piegare a propri disegni. Quest’anima è cresciuta e cresce, giorno dopo
giorno, nel fecondo dialogare del credere, del pensare, dell’agire...
Accompagna i nostri passi
il testo integrale della PREGHIERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II PER L'ITALIA
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"Donne innamorate di Dio" di Gianfranco Ravasi
"Incastonato
nella mente di molti c'è lo stereotipo di un cristianesimo
antifemminile. Come tutti i luoghi comuni, anche questo pregiudizio ha
una sua verità che non regge, però, in equilibrio al confronto con
l'altro piatto ove troviamo la vivace presenza della donna come
protagonista. Non si dimentichi, infatti, che il Cristo risorto appare
innanzitutto a un gruppo di donne - una classe "inferiore" nello
statuto sociale dell'antico Vicino Oriente - affidando loro l'incarico
di "evangelizzare" gli apostoli maschi, tant'è vero che l'antica
tradizione cristiana orientale non esiterà a chiamare Maria Maddalena
«apostola degli apostoli»...
L'obiezione,
però, potrebbe essere questa: come si è comportato il cristianesimo
successivo nei confronti della donna? Una delle risposte sorprendenti -
senza per questo cancellare le oscurità e le necessarie autocritiche ci
viene offerta da una monaca di oggi, Lisa Cremaschi della comunità di Bose (Biella),
che apre il sipario sulle sue colleghe dei primi secoli, vere e proprie
matriarche o madri della Chiesa da accostare a patriarchi e padri della
cristianità. Di esse l'autrice offre un'antologia di testimonianze o
memorie, che vanno dalle origini fino alla sorella di san Benedetto,
Scolastica, alle soglie del VI secolo, una donna celebrata da un papa,
san Gregorio Magno, che le riserverà questo straordinario epitaffio:
«poté di più colei che amò di più ..
A
questo proposito Lisa Cremaschi nell'introduzione alla sua antologia
giustamente s'interroga: «Cercare la parità di diritti con l'uomo
negando l'alterità è una via di liberazione per la donna? Non è forse
soltanto un'ulteriore affermazione dell'inferiorità della donna che per
potersi realizzare dovrebbe imitare la "superiorità" dell'uomo,
diventare ciò che non è, negando la propria alterità?». È un po' in
questa luce, prescindendo dalle questioni strettamente teologiche, che
si dovrebbe impostare a livello generale la spinosa questione del
dibattito sul sacerdozio femminile e, più in generale, quello del
rapporto uomo-donna e della teoria del gender...
"Donne innamorate di Dio" di Gianfranco Ravasi
La scheda del libro
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CHIESA E SOCIETA' /
interventi ed opinioni |
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FIACCOLATA PER ESPRIMERE LA NOSTRA VICINANZA A PADRE PAOLO DALL'OGLIO
Milano – Mercoledì 7 Agosto 2013
Ritrovo 21:30 in Piazza Cordusio – Arrivo in Piazza della Scala
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Il
gesuita padre Paolo Dall'Oglio, scomparso da Raqqa in Siria il 28
luglio, avrebbe mandato nei giorni scorsi un messaggio via cellulare a
un attivista dell'opposizione al regime del presidente siriano Bashar
al-Assad. Nell'sms il religioso avrebbe confermato di «essere ancora
presso lo "Stato Islamico dell'Iraq e del Levante" per discutere
la questione dei due vescovi rapiti nella Siria settentrionale».La
notizia è stata diramata da Aki-Adnkronos International che dichiara di
averla attinta da fonti dell'opposizione del regime di Damasco al
confine turco-siriano.
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Si
rivolge personalmente ai musulmani Papa Francesco, chiamandoli «cari
amici», per manifestare vicinanza in un momento, per loro, denso di
significati spirituali e religiosi, come può esserlo la fine del
Ramadan. Firma egli stesso il messaggio che solitamente è inviato a
tutti i musulmani del mondo dal Pontificio Consiglio per il Dialogo
Interreligioso in occasione dell’‘Id al-Fitr, che segna appunto la
conclusione del mese di digiuno e di preghiera.
Per educare al mutuo rispetto
il testo integrale del MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI MUSULMANI PER LA FINE DEL RAMADAN
Izzedin
Elzir, presidente dell'Unione delle Comunità islamiche in Italia
(Ucoii) e imam di Firenze, ringrazia il Pontefice per il messaggio
scritto quest'anno personalmente per la celebrazione che conclude il
mese di Ramadan...
Con la "gentilezza" Papa Francesco lancia ponti all'Islam
Il
Messaggio di Papa Francesco ai musulmani per il Ramadan rappresenta
un’iniziativa di grande rilevanza per il dialogo con l’Islam: é quanto
sottolinea il cardinale Jean-Louis Tauran. Intervistato da Hélène
Destombes, il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo
Interreligioso mette l’accento sul grande rispetto che Jorge Mario
Bergoglio ha sempre avuto per i fedeli musulmani...
Il card. Tauran: messaggio del Papa segno del grande rispetto per i fedeli dell'Islam (testo+audio)
L'esperienza di Don Nur Nassar
Ha appena festeggiato il primo anniversario della sua ordinazione: «La
fede islamica di mio padre e quella cattolica di mia madre sono state
determinanti»
«Più gratitudine che dolore» di fronte a quel padre che ha sempre
vissuto una fedeltà assoluta all’Islam e che un tumore al cervello ha
portato via a soli 63 anni. Nonostante le difficoltà, don Nur Nassar
riconosce con chiarezza le radici della sua vocazione sacerdotale nella
testimonianza dei suoi genitori. Nella fede cattolica di mamma Ines
«che quando le ho detto che sarei entrato in seminario è scoppiata a
ridere perché non ci credeva» e in papà Adel, islamico, arrivato in
Italia negli anni Settanta da Alessandria d’Egitto, che per un anno non
gli ha più parlato, perché «è stato un macigno troppo grosso da
ingoiare. Il primogenito che, non solo decide di battezzarsi, ma
addirittura di diventare sacerdote…».
«LA MIA VOCAZIONE FRUTTO DI DUE RELIGIONI» L'ultimo saluto a Nassar Adel Abdel Hafiez (video)
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SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Da Nagasaki alla Siria
...
Il ricordo delle vittime delle guerre passate ci conferma nell'impegno
per la pace e la nonviolenza e per un no fermo alla preparazione di
nuove guerre con ingenti investimenti in armamenti, anche nucleari. "La
guerra è suicidio dell'umanità" ci ricorda papa Francesco. E questo
vale per tutte le guerre, di ieri e di oggi! Davanti alle basi militari
e ai sacrari della prima guerra mondiale, Pax Christi esprime forte
preoccupazione per la sorte di p. Paolo Dall'Oglio e per tutte le altre
persone rapite in Siria e per il popolo che sta pagando con il proprio
sangue il prezzo di un'ennesima "inutile strage".
Vicenza 9 agosto 2013 - anniversario del martirio di Franz Jagestatter
Pax Christi Italia
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Angelus/Regina Cæli - Angelus, 4 agosto 2013
Motu Proprio - Lettera
Apostolica in forma di «Motu Proprio» per la prevenzione ed il
contrasto del riciclaggio, del finanziamento del terrorismo e della
proliferazione di armi di distruzione di massa (8 agosto 2013)
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NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA" 5 agosto 2013:
07/08/2013:
09/08/2013:
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il Papa e il magistero della fraternità
Lo
si potrebbe definire il "magistero della papamobile", e almeno nella
sostanza non si andrebbe distanti dal vero. C’è infatti un modo tutto
bergogliano di stare in cattedra – com’è richiesto a Pietro – senza
protagonismi né astrazioni, tra la gente, in mezzo a noi, ma
moltiplicando l’autorevolezza anziché giocarsela. E forse il simbolo di
questo suo modo di insegnare è proprio nei gesti che ha compiuto a Rio
de Janeiro a bordo della piccola jeep attrezzata a veicolo papale
aperto da entrambi i lati ad altezza-folla, percorrendo per tre volte
in altrettanti giorni l’interminabile lungomare di Copacabana a passo
d’uomo nell’abbraccio di milioni di giovani traboccanti entusiasmo. Si
è rimasti ogni volta rapiti a osservarlo per quasi un’ora, tanto durava
il tragitto di quattro chilometri da un capo all’altro della spiaggia
più celebrata del mondo. Nel dialogo tra il Papa che passa e la gente
che lo acclama abbiamo visto manifestarsi non solo un legame già pieno
di affetto reciproco, ma anche la capacità di Francesco di insegnare
mediante se stesso: proteso a salutare, abbracciare, benedire, baciare,
e poi afferrare decine di bandiere lanciate dalla folla come biglietti
d’amore firmati col colore della propria terra (non un popolo senza
volto, dunque, ma gente con storia e radici), fermarsi a dialogare
cuore a cuore con i disabili, persino bere con gusto qualche recipiente
di mate, l’amata bevanda argentina.
Sulla
papamobile di Francesco il Vangelo prende corpo, colore, eco: il
pastore tra le pecore, il maestro e i discepoli, Gesù in mezzo alle
folle che accorrono al solo scorgerlo, la barca di Pietro che solca il
mare di un popolo che lo invoca, il samaritano che sa fermarsi quando
vede il dolore altrui...
"Della carne e del sangue" di Francesco Ognibene
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PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 4 agosto 2013
Cari fratelli e sorelle!
Domenica
scorsa mi trovavo a Rio de Janeiro. Si concludeva la Santa Messa e la
Giornata Mondiale della Gioventù. Penso che dobbiamo tutti insieme
ringraziare il Signore per il grande dono che è stato questo
avvenimento, per il Brasile, per l’America Latina e per il mondo
intero. E’ stato una nuova tappa nel pellegrinaggio dei giovani
attraverso i continenti con la Croce di Cristo. Non dobbiamo mai
dimenticare che le Giornate Mondiali della Gioventù non sono “fuochi
d’artificio”, momenti di entusiasmo fini a se stessi; sono tappe di un
lungo cammino, iniziato nel 1985, per iniziativa del Papa Giovanni
Paolo II. Egli affidò ai giovani la Croce e disse: andate, e io verrò
con voi! E così è stato; e questo pellegrinaggio dei giovani è
continuato con il Papa Benedetto, e grazie a Dio anch’io ho potuto
vivere questa meravigliosa tappa in Brasile. Ricordiamo sempre: i
giovani non seguono il Papa, seguono Gesù Cristo, portando la sua
Croce. E il Papa li guida e li accompagna in questo cammino di fede e
di speranza. Ringrazio perciò tutti i giovani che hanno partecipato,
anche a costo di sacrifici. E ringrazio il Signore anche per gli altri
incontri che ho avuto con i Pastori e il popolo di quel grande Paese
che è il Brasile, come pure le autorità e i volontari. Il Signore
ricompensi tutti quelli che hanno lavorato per questa grande festa
della fede. Voglio anche sottolineare il mio ringraziamento, tante
grazie ai brasiliani. Brava gente questa del Brasile, un popolo di
grande cuore! Non dimentico la sua calorosa accoglienza, i suoi saluti,
i suoi sguardi, tanta gioia. Un popolo generoso; chiedo al Signore che
lo benedica tanto!Vorrei chiedervi di pregare con me affinché i giovani
che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù possano
tradurre questa esperienza nel loro cammino quotidiano, nei
comportamenti di tutti i giorni; e che possano tradurlo anche in scelte
importanti di vita, rispondendo alla chiamata personale del Signore...
il testo integrale dell'Angelus
video
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Non è necessario essere credenti per apprezzare le esortazioni che il Papa rivolge ai giovani: non
abbiate paura, abbiate il coraggio delle vostre idee, andate
controcorrente, siate onesti e generosi, aiutate chi è in difficoltà,
non sacrificate l’esistenza alla ricerca di potere e denaro ma
impegnatevi a perseguire ciò che veramente conta, giustizia e pace.
Non
è una novità rivolgere questi inviti ai giovani e anzi, quando si
percepisce un preoccupante stato di crisi materiale e spirituale, si
moltiplicano, oggi come ieri, gli appelli degli anziani ai giovani, dei
controllori ai controllati. Da loro ci si attende un rinnovamento nel
modo di vivere e pensare che, a quanto pare, non si potrebbe realizzare
senza e tanto meno contro di loro.
La novità, nel caso delle parole dell’attuale Pontefice, sta nell’evidente sforzo di trasmettere la coerenza tra ciò che dice e ciò che fa.
Il suo insegnamento è teorico- pratico e tanti suoi piccoli e grandi
gesti sottolineano la volontà di dare l’esempio in prima persona prima
di chiedere ad altri un certo comportamento: non fate quello che dico
se io non sono il primo a farlo. Qualunque adulto agisca in questo modo
dimostra di sapere ciò che i ragazzi vogliono da un adulto. Chi vuole
rivolgersi ai giovani con qualche speranza di essere ascoltato e
rispettato, dovrebbe ricordare quanta attenzione prestava, da
adolescente, alla coerenza degli adulti. La coerenza tra il dire e il
fare ci affascinava a tal punto che seguivamo e ammiravamo colui o
colei che predicava male e razzolava male, piuttosto che un adulto, un
educatore, un sacerdote, un politico incoerente e contraddittorio nelle
parole e nelle azioni...
"Le parole del Papa diventano fatti" di Fulvio Scaparro
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IL "CICLONE" FRANCESCO
Verso un'età delle riforme?
a cura di Vittoria Priscindaro
Quali mutamenti ha in serbo papa Francesco per la curia e la Chiesa
intera? Abbiamo girato questa domanda a dieci autorevoli osservatori...
In un batter d'occhio, con pugno di ferro accompagnato da un umile «per
favore», papa Francesco, picconatore gentile, ha strappato il velo dei
privilegi e delle cattive abitudini radicate nella comunità
ecclesiastica. «Il re è nudo», ha detto chi aveva preferito guardare da
un'altra parte per quieto vivere. «Finalmente», hanno sospirato tanti,
quasi increduli di fronte alle novità. «Attenzione», si sono detti
quelli che, all'ombra del Cupolone, oggi temono di restare sepolti
dalle macerie. È innegabile che i gesti e lo stile di Francesco stiano
incontrando le attese e le speranze di una grande massa di persone,
dentro e fuori la Chiesa. E, nello stesso tempo, da piccoli distinguo,
bisbiglii e malcelate insofferenze, è evidente che il Papa «venuto
dalla fine del mondo» stia suscitando malumori non solo in qualche
politico, ma anche all'interno dei Sacri palazzi.
A ottobre si riunirà per la prima volta la Commissione degli otto saggi
istituita da Jorge Mario Bergoglio per individuare le strade del
rinnovamento della Curia romana e della Chiesa. In attesa di
quell'appuntamento, Jesus ha chiesto a uomini e donne che seguono,
condividono o semplicemente guardano con attenzione alla vita della
Chiesa di Roma, quali dovrebbero essere le riforme più urgenti da
affrontare. Collegialità nelle decisioni; riforma dello Ior e
dell'accesso all'episcopato; collaborazione tra Chiese locali e Roma;
revisione dei ministeri; libertà di ricerca teologica; cambiamento di
paradigma ecclesiale, finalmente in linea con le indicazioni del
Vaticano II: ognuno degli interpellati ha indicato la «sua» riforma.
Molti sono in sintonia con un appello che sta girando on line, firmato
da laici e sacerdoti, che richiamano la centralità di una «Chiesa
povera per i poveri » e rilanciano il cosiddetto «Patto delle
catacombe», firmato nelle catacombe di Domitilla il 16 novembre 1965 da
una quarantina di padri del Concilio Vaticano II, tra i quali c'era il
vescovo Hélder Câmara: «Un documento profetico che, se vissuto,
potrebbe aiutare la Chiesa a diventare "serva e povera", secondo lo
Spirito di Gesù». Un testo che probabilmente anche Papa Bergoglio ha
ben presente. Nell'ultima celebrazione eucaristica a Santa Marta prima
della pausa estiva, il 6 luglio, ha voluto proprio mandare questo
messaggio: «Non bisogna avere paura del rinnovamento delle strutture.
Nella vita cristiana, anche nella vita della Chiesa, ci sono strutture
antiche, strutture caduche: è necessario rinnovarle! Non bisogna temere
la novità che lo Spirito Santo opera in noi!».
- Meno doganieri della fede per una Chiesa più inclusiva
di LUIGI ALICI (Docente di Filosofia morale all'Università di Macerata ed ex presidente nazionale dell'Azione cattolica italiana)
- Più collegialità e meno centralismo burocratico
di DOMENICO MOGAVERO (vescovo di Mazara del Vallo)
- E lasciar cadere il dogma dell'infallibilità?
di MARIA BONAFEDE (pastora valdese, ex moderatora della Tavola valdese)
- Rivoluzione allo Ior per fedeltà al Vangelo
di RENATO SACCO (sacerdote della diocesi di Novara e coordinatore di Pax Christi Italia)
- Se i piccoli e i poveri salgono in cattedra
di SR. CHIARA PATRIZIA FESTA (monaca clarissa del monastero Santa Chiara di Urbino)
- La vera sfida: la riforma della nomina dei vescovi
di ALBERTO MELLONI (docente di Storia del cristianesimo
all'Università di Reggio Emilia e segretario della Fondazione per le
scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna)
- Riforma permanente e libertà di ricerca
di CRISTINA SIMONELLI (docente di Teologia patristica e presidente del Coordinamento teologhe italiane)
- Dal paradigma piramidale a quello evangelico
di PIERO CODA (docente di Teologia sistematica e preside dell'Istituto universitario Sophia)
- La Chiesa di Roma al centro del ministero petrino
di UGO ROSENBERG (editore di Rosenberg & Sellier, membro dell'iniziativa Il Vangelo che abbiamo ricevuto)
di FERRUCCIO DE BORTOLI (direttore del Corriere della Sera)
IL "CICLONE" FRANCESCO Verso un'età delle riforme? a cura di VITTORIA PRISCIANDARO
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Il cardinale Kasper, uno dei teologi più stimati dal Papa, spiega come
cambia la chiesa venuta dalla fine del mondo: riforma della curia e
sguardo universale.
Più
passa il tempo e più l’azione di Francesco incontra resistenze. Nei
corridoi dei Sacri Palazzi si percepisce il mormorio contro questo Papa
“fuori di testa”, assolutamente ingestibile e in continuo movimento.
Forse perché le vecchie volpi della burocrazia vaticana hanno capito
che Bergoglio invece che proclamare riforme o minacciare rivoluzioni
sta semplicemente abbandonando a se stesse consuetudini e strutture
anacronistiche. E che i suoi primi gesti non erano frutto di
un’improvvisazione generosa e ingenua, quella dell’outsider che a
sorpresa arriva in cima e fa qualche pazzia che tutti gli perdonano
volentieri sapendo bene che non durerà, ma le prime tracce di un
disegno organico e meditato. Tra gli alleati e consiglieri fidati su
cui Bergoglio può contare c’è senza dubbio il cardinale tedesco Walter
Kasper, teologo di valore che per anni ha guidato il dicastero vaticano
per l’unità dei cristiani, tema al quale Bergoglio è molto sensibile.
Gli abbiamo chiesto di aiutarci a capire quello che sta succedendo a
un’istituzione vecchia di duemila anni ma capace ancora di regalare
sorprese.
Secondo lei quello tra Benedetto e Francesco è un passaggio epocale?...
"Chi è Francesco?"
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Il
nuovo documento sovrano di Bergoglio punta ad assicurare "integrità,
stabilità e trasparenza" alle attività finanziarie vaticane, le cui
istituzioni sono richiamate "al fine ultimo della realizzazione del
bene comune". Istituito un Comitato di sicurezza affidato a monsignor
Wells
Andrea Gualtieri: Motu proprio del Papa contro il riciclaggio. Francesco aumenta i controlli su Ior
Nome
per nome la squadra personale di Bergoglio. Una minuscola ma
attivissima curia parallela dove tutto è deciso da lui. Compresi gli
infortuni delle nomine di monsignor Ricca e di Francesca Chaouqui
Sandro Magister: La "segretariola" di Francesco, il papa che vuol fare tutto da sé
La visita che nessuno immagina,
in una mattina qualunque d'agosto, quando la città sembra svuotarsi e
non da molto si è iniziato il lavoro quotidiano: in falegnameria, in
una centrale termica, in un laboratorio di idraulica, in un magazzino o
in un giornale, senza differenze. Il Papa che si presenta
all'improvviso e augura con semplicità il buongiorno.
Mario Ponzi: Il visitatore inatteso
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2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
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3)
Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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