"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°31 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 27 luglio al 2 agosto 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 9 agosto 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

  di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio viene sospesa nel periodo estivo



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








GMG
Rio2013




  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


GMG Rio2013 - Incontro al "Palácio da Cidade" - Visita alla Comunità Varginha [Manguinhos] - Incontro con i giovani argentini (testi, foto e video)


GMG Rio2013
25/7/2013

Alle 9,45, ora locale, il Pontefice si è recato al "Palácio da Cidade" di Rio de Janeiro, dove è stato accolto all'ingresso d'onore dal sindaco Eduardo Paes. Nel salone centrale dell'edificio Francesco ha incontrato alcuni atleti particolarmente rappresentativi dello sport brasiliano tra cui Zico e Neymar. Dopo essersi affacciato dal balcone, ha ricevuto dal sindaco le chiavi della città e ha benedetto le bandiere ufficiali dei giochi olimpici e paraolimpici, esposte sui loggiati laterali. Oltre ai mondiali di calcio del 2014, infatti, il Brasile ospiterà nel 2016 anche la XXXI edizione delle Olimpiadi. 
A ricordo di tale evento al pontefice è stata regalata la prima maglietta dei prossimi giochi.
Francesco ha approfittato dell'evento per lanciare un tweet sullo sport:
Che lo sport sia sempre uno strumento di scambio e di crescita; mai di violenza e di odio. #Rio2013 #JMJ
Lasciato il "Palácio da Cidade" il Papa ha raggiunto Varginha, che fa parte della più ampia “favela” di Manguinhos. Dal 2012 Varginha è definita una realtà "pacificata" a seguito delle numerose operazioni di lotta al narco-traffico e di promozione sociale. Durante il percorso in jeep Francesco ha salutato più volte le persone, assiepate lungo i bordi delle strade, e baciato numerosi bambini.
“Non pensavamo che il Papa venisse qui”. È grande la sorpresa degli abitanti della comunità di Varginha, la favela visitata da Papa Francesco in uno dei quartieri più malfamati di Rio. La zona è soprannominata “La striscia di Gaza” a causa della forte presenza di criminalità e per l’uso di crack. Un cartellone appeso su un palo dà il benvenuto al Pontefice: “Bienvenido a nossa comunidade Papa Francisco”. È dalle cinque di mattina che gli abitanti lo aspettano, pregando e cantando. 

Arriva nella favela Varginha, la «Striscia di Gaza» di Rio de Janeiro, con la sua utilitaria targata SCV1: l'auto più piccola è diventata l'ammiraglia del corteo papale. S'avventura a piedi tra le baracche, noncurante della pioggia, avvolto e quasi travolto dall'incontenibile affetto della gente.
Nessun protocollo, nessuna etichetta, pochi preti al seguito, tante persone comuni. Abbraccia chiunque, ascolta tutti, si lascia tirare da una parte e dall'altra. Riceve doni, magliette colorate, fotografie. Asciuga le lacrime della mamma che tiene tra le braccia una bambina gravemente handicappata avvolta in una coperta rosa. 
Le immagini della visita del Papa nella favela, dove vivono oltre 1550 persone, comunicano l’entusiasmo travolgente dei fedeli. Al suo arrivo, il Papa, appena sceso dalla Jeep, è stato accolto da una missionaria della carità che gli ha messo al collo una ghirlanda di fiori. La prima tappa della sua visita è stata rivolta alla piccola cappella della favela, la parrocchia di São Jerônimo dove Francesco ha benedetto l’altare: una costruzione molto simile alle baracche in legno e mattoni che la circondano che opera come un faro di luce che da anni si prende cura dei più giovani. Ci sono anche le suore di Madre Teresa che dal 1962 vivono nella favela, povere tra i poveri. Successivamente, Papa Francesco è entrato dentro la casa di una famiglia. 

Erano sette le famiglie sorteggiate per essere visitate dal Papa, scelte per alcune situazioni particolari: la nascita di due gemelline, la presenza di una donna anziana di 82 anni, una famiglia con tanti figli. 
“È una grande emozione che Papa Francesco venga qui a benedire le nostre case - dicono gli abitanti -. Ci aspettiamo che l’attenzione mediatica data da questa visita faccia anche migliorare le nostre condizioni di vita”. Imponente è il servizio d’ordine, anche se l’atmosfera a Varginha è serena e gioiosa. 
Il Papa si è trattenuto per circa 15 minuti all'interno della baracca in cui, ha visitato una famiglia. In un ambiente di 4 metri per 4, ha riferito il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, erano radunate più di 20 persone. Francesco ha preso in braccio e benedetto ognuno dei bimbi presenti. Tutti insieme adulti e bambini hanno poi recitato con il Papa il Padre Nostro e l'Ave Maria. Si respirava, ha riferito Lombardi, un clima di grande emozione.
A tutti i costi Francesco ha voluto inserire la visita alla favela nel suo programma. Come riportano i media, un modo per dimostrare il suo desiderio di stare vicino alle persone più povere e più sofferenti: portare una testimonianza diretta per far uscire la Chiesa dalle sue mura e stare vicino alla sua gente. La favela è un luogo dove c’è tanta povertà e che Francesco ha voluto toccare con le proprie mani per abbracciare tutte le realtà nella Giornata mondiale della Gioventù.

   Il Papa tra gli ultimi delle favelas Varginha (video)

Il Pontefice è salito su un palco improvvisato nel campo di calcio della Favela dove ha tenuto un discorso commovente, affettuoso e colmo di umanità, e nel quale ha parlato della grande ospitalità brasiliana.

   il testo integrale del discorso del Santo Padre durante la visita alla Comunità di Varginha [Manguinhos] (Rio de Janeiro, 25 luglio 2013)

   video

Al termine della visita alla favela di Varginha Francesco ha raggiunto la cattedrale di Rio, per incontrare i giovani argentini. L'appuntamento non era previsto ma è stato fortemente voluto da Bergoglio, desideroso d'incontrare i suoi connazionali. 
In 5mila, dopo aver trascorso la notte in basilica, hanno accolto l'ex arcivescovo di Buenos Aires, sventolando bandiere argentine e acclamando il pontefice.

   il testo integrale del discorso di Papa Francesco durante l'incontro con i giovani argentini nella Cattedrale di San Sebastián

Guarda anche i nostri precedenti post:
  • GMG Rio2013 - La partenza, il viaggio in aereo e l'incontro con i giornalisti (testi, foto e video)
  • GMG Rio2013 - L'arrivo a Rio, l'accoglienza della folla e la cerimonia ufficiale (testi, foto e video)
  • GMG Rio2013 - Santuario di Nostra Signora della Concezione Aparecida (testi, foto e video)
  • GMG Rio2013 - Visita all'Ospedale São Francisco de Assis na Providência - V.O.T. (testi, foto e video)


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GMG 2013 - L'evento si trasforma in esempio di Enzo Bianchi


Che le Gmg abbiano una rilevanza ecclesiale e mediatica eccezionale e capace di andare ben al di là dei loro destinatari primi, i giovani, è un dato ormai assodato. 
... 
Diversi osservatori, infatti, vedono un limite delle Gmg proprio nel loro essere eventi eccezionali: i giovani tornano nelle loro realtà ecclesiali e non trovano in esse la possibilità di sperimentare emozioni ed entusiasmi analoghi, finendo a volte persino per restare delusi dalla pochezza di iniziative che tentano di riprodurre l'intensità delle Gmg con eventi di dimensione ben più ridotta. E così una certa pastorale, giovanile ma non solo, rischia di scoprirsi incapace di convogliare energie e passioni nel vissuto concreto di una realtà parrocchiale e di attendere il ripetersi di eventi straordinari per sostenere l'ordinario della vita cristiana.
Ci sembra di poter dire, invece, che lo stile pastorale di papa Francesco ha tutti gli elementi per poter essere ripreso e applicato nelle realtà ecclesiali più semplici e normali e divenire così il modo ordinario di testimonianza della fede. Quale vescovo, infatti, non può a sua volta fermarsi a incontrare e scambiare due parole con i suoi fedeli, entrare nelle case dei più poveri della sua diocesi e prendere un caffè con loro, o visitare le carceri della sua città o abbracciare gli stranieri per far loro sentire che l'amore per l'umanità tutta vissuto da Cristo non conosce frontiere? E quale parroco o prete non può dal canto suo proporsi di incontrare e salutare ad una ad una le persone affidate alla sua cura pastorale, conoscerne le gioie e le sofferenze, seguirne il faticoso cammino quotidiano di ricerca di senso? E quale giovane non può impegnare le sue energie ad alleviare le sofferenze di chi gli sta attorno, convogliare il suo entusiasmo nel prendersi cura dei propri coetanei e dei più piccoli, dialogare con chi lo ha preceduto nel cammino di fede? E quale comunità cristiana non può «uscire per le strade», «andare nelle periferie», spogliarsi delle sue sicurezze, accogliere il diverso? ....(Enzo Bianchi)

   L'evento si trasforma in esempio di Enzo Bianchi


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GMG Rio2013 - Festa di accoglienza dei giovani sul lungomare di Copacabana (testi, foto e video) -25 luglio 2013



GMG Rio2013
25/7/2013

Il Papa è giunto sul lungomare di Copacabana per la Festa di accoglienza dei giovani a Rio de Janeiro per la 28.ma Giornata mondiale della gioventù. Grande l'entusiasmo dei tantissimi fedeli presenti, oltre un milione. Il Pontefice è arrivato in elicottero dalla residenza di Sumarè. All'eliporto di Fort Caba - che ospita anche il Media Center con 6 mila giornalisti al lavoro - è salito sulla jeep scoperta e ha percorso lentamente i quattro chilometri fino al palco salutando, benedicendo, baciando i bambini. Con un giovane, come ha fatto tante altre volte in Piazza San Pietro, ha scambiato lo zucchetto bianco, indossandone uno un po' piccolo. Un altro giovane gli ha offerto il "mate", la tradizionale bevanda argentina molto amata dal Pontefice, e lui l'ha presa e ne ha bevuto un sorso per poi restituirla. 

   video

Durante l’incontro si è svolta una suggestiva rappresentazione intitolata “Rio de Fé” in cui 150 giovani hanno presentato artisticamente, con canti e scenografie, la vita quotidiana della “Città Meravigliosa”.
Dopo la rappresentazione artistica, cinque giovani in rappresentanza di tutti i continenti hanno salutato il Papa. Poi il Pontefice ha tenuto il suo discorso partendo dal brano del Vangelo che parla della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. 

   video

Sul lungomare del mondo di Copacabana Papa Francesco accoglie ufficialmente i giovani dei cinque continenti. "Benvenuti a questa grande festa della fede! In varie parti del mondo, in questo stesso momento, tanti giovani si sono radunati per vivere insieme questo momento: sentiamoci uniti gli uni con gli altri nella gioia, nell'amicizia, nella fede. E siate certi: il mio cuore di Pastore vi abbraccia tutti con affetto universale!" Papa Francesco saluta e da il benvenuto con queste parole ai giovani di tutto il mondo.
Ecco alcuni passaggi del discorso del Papa
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   il testo integrale del discorso del Santo Padre alla Festa di accoglienza dei giovani sul lungomare di Copacabana (Rio de Janeiro, 25 luglio 2013)

   video



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GMG Rio2013 - Confessioni, incontro con giovani detenuti e Angelus (testi, foto e video)



GMG Rio2013
26/7/2013

Papa Francesco ha iniziato il quinto giorno del viaggio in Brasile nelle vesti di semplice sacerdote. Nel parco 'Quinta da Boa Vista' ha infatti confessato cinque giovani, tre ragazze e due ragazzi, di lingua spagnola, italiana e portoghese.

Nello splendido parco "Quinta da Boa Vista" c'è una distesa di 50 confessionali bianchi dove i ragazzi ordinatamente si mettono in fila per aprire il proprio cuore con un sacerdote. Anche il Papa ha confessato cinque giovani. C'è poi una tenda di 600 metri quadrati per l'adorazione del Santissimo Sacramento. Ci si entra in punta di piedi perché qui si fa sul serio

   La confessione è strategica per mettersi in gioco

   video

... Quello che per i predecessori era un appuntamento abbastanza eccezionale - oltre che alla GMG il Papa solitamente confessava alcuni fedeli in San Pietro durante la Settimana Santa - per Bergoglio è invece un'abitudine che ha continuato a coltivare anche da arcivescovo e cardinale. Ogni anno, durante il pellegrinaggio della Vergine di Lujan, trascorreva l'intera notte confessando i fedeli, vestito da semplice prete, prendendo un caffè ogni tre ore per poi concludere con la messa delle sette del mattino...

   Un Papa che confessa

Il pontefice ha quindi raggiunto in auto l'episcopio di Rio de Janeiro, accolto dall'arcivescovo mons. Orani Joao Tempesta.
All'interno del palazzo Francesco ha avuto mezz'ora di colloquio riservato con alcuni giovani detenuti.

Ognuno indossava la maglietta della Gmg e a ognuno il Papa ha fatto l'autografo sulla sua fotografia. Sono a tutti gli effetti ragazzi della Gmg, anche se con storie più dolorose degli altri. Otto minorenni, sei ragazzi e due ragazze provenienti da diversi carceri minorili dello Stato di Rio de Janeiro, si sono seduti in cerchio attorno a papa Francesco e hanno trascorso più di mezz'ora a conversare con lui. Francesco li ha voluti attorno a sè nella curia arcivescovile della grande città carioca. C'era anche un giudice responsabile delle strutture minorili, l'arcivescovo di Rio Orani Tempesta e un sacerdote e un laico incaricati della pastorale nelle carceri...

   Papa vede giovani detenuti, a pieno titolo in Gmg

Alle 12, ora locale, si è affacciato al balcone centrale dell'episcopio per la recita dell'Angelus, che in Brasile è conosciuto col nome di "Ora di Maria". Prima della preghiera il pontefice ha tenuto un discorso, incentrato sulla festività odierna dei santi Gioacchino e Anna, venerati nella Chiesa cattolica come i nonni di Gesù. Francesco ne ha tratto lo spunto per richiamare i presenti al rispetto verso gli anziani, "importanti nella vita della famiglia per comunicare quel patrimonio di umanità e di fede che è essenziale per ogni società".

Guarda il nostro precedente post:
  • GMG Rio2013 - ANGELUS / L'ORA DI MARIA

Al termine dell'Angelus il Papa ha salutato i 20 membri del comitato organizzativo ecclesiastico e i dieci sponsor benefattori della Gmg. Ha quindi raggiunto il salone rotondo dell’episcopio, dove, alle ore 13.00, ha pranzato con l’arcivescovo di Rio e con 12 giovani, un ragazzo e una ragazza per ciascun continente più un ragazzo ed una ragazza di nazionalità brasiliana, in rappresentanza di tutti i partecipanti alla XXVIII Giornata mondiale della gioventù.


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GMG Rio2013 - Conferenza stampa in aereo durante il viaggio di ritorno dalla GMG (testi, foto, video e audio)



Francesco sul volo da Rio a Roma risponde a decine di domande, da quelle personali a quelle sui casi più delicati e scottanti

Un'ora e venti minuti, sottoposto a un fuoco di domande libere, non preparate. Una conferenza stampa vera e propria, alla quale ha voluto sottoporsi subito dopo il decollo, nonostante la stanchezza per la settimana trascorsa in Brasile. Papa Francesco ha sorpreso i giornalisti al seguito e non ha mancato di rispondere a tutte le richieste, anche le più delicate e spinose, dalla riforma dello Ior al caso Ricca, dalla lobby gay a Vatileaks fino al contenuto della borsa di cuoio nera che ha portato personalmente come bagaglio a mano imbarcandosi sull'aereo. 

Ecco gli appunti sulla conversazione che dimostra come Bergoglio si trovi assolutamente a suo agio con i giornalisti. È evidente che aveva deciso fin dall'inizio di fare la conferenza stampa non sul volo di andata ma su quello di ritorno. Per evitare che notizie e titoli centrati sulle parole dell'intervista potessero in qualche modo oscurare il viaggio in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù. L'ennesima riprova del fatto che il nuovo Papa comunica benissimo e non ha certo bisogno di spin doctor...

   Il Papa a ruota libera con i giornalisti: dallo IOR alla lobby gay

   video con uno stralcio della conferenza stampa

Il quotidiano Avvenire ha caricato in rete l'audio integrale, 1 ore 20 muniti, della conferenza stampa di Papa Francesco sull'aereo che lo riportava in Italia. Anche se non è di ottima qualità (a causa del rumore di fondo dei motori dell'aereo) è possibile ascoltare chiaramente le risposte e gran parte delle domande, molte, rivolte al Santo Padre.

   Audio integrale della conferenza stampa di Papa Francesco sull'aereo ritornando dal Brasile


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GMG Rio2013 - Via Crucis (testi, foto e video) - 26 luglio 2013


26 Luglio 2013 

Papa Francesco pianta una Croce gloriosa nel cuore dei giovani
Rio ha vissuto un'altra giornata memorabile, culminata con la Via Crucis sul lungomare di Copacabana

Miserando atque eligendo. Fedele al suo motto episcopale, ma fedele soprattutto al valore salvifico della “sesta feria”, così come in Brasile chiamano il venerdì, Papa Francesco si è dedicato in mattinata al ministero della confessione di tre ragazzi e tre ragazze di cui tre brasiliani, un venezuelano e un italiano.
La “diaconia della speranza” del vescovo di Roma, che conferma i fratelli nella fede e presiede nella carità, si è poi incarnata nelle piaghe esistenziali di cinque giovani detenuti, rappresentanti di una età che non poteva lasciare nessuno escluso dalla festa odierna in vista del banchetto nel Regno.
E’ per questo che in questi giorni si eleva forte per le strade di Rio l’inno che recita: “Juntos ao Cristo com Papa Francisco!”
Il piccolo grande eroe della mattinata, tuttavia, è stato un bambino di nove anni.
Mentre il corteo papale costeggiava il suggestivo parco della Quinta de Boa Vista, un bambino di nove anni con la maglietta di calcio della Seleçao ha scavalcato le transenne, senza indugi si è avvicinato alla bianca jeep e, accolto affettuosamente da Papa Francesco gli ha sussurrato all’orecchio: “Ho un messaggio importante per lei… Voglio diventare sacerdote!”
A quel punto il Papa si è visibilmente commosso, lo ha stretto al suo petto e a sua volta gli ha detto: “Il tuo sogno incomincia a realizzarsi oggi. Pregherò per te, ma tu prega per me”.
Con le gambe tremanti e le mani sul volto per la commozione e l’emozione il ragazzino è ritornato dal suo papà, fiero e allegro ancora più del figlio, per questa impresa unica.
All’ora dell’Angelus, dopo la recita della preghiera mariana, Papa Francesco ha nuovamente rivolto un pensiero della sua allocuzione agli anziani nel ricordo liturgico della festa dei SS. Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù, genitori della Vergine Maria.
E’ arrivato poi il momento del pranzo con dodici giovani, cifra simbolica dei dodici apostoli ed evocazione dell’Ultima Cena che fu la prima Eucarestia.
Il pomeriggio, oltre ogni previsione, una fiumana di giovani, oltre il milione, ha seguito la Via Crucis.

   video del percorso
 
Papa Francesco ha nuovamente percorso il lungomare e benedicendo e baciando dei bambini, poco prima di arrivare al palco ha preso tra le sue mani la piccola Sara, una bambina di pochi mesi con una grave malattia.
La giovane mamma era visibilmente commossa, non solo e non tanto per il fatto che i Papa avesse benedetto la sua piccina, quanto per la certezza, in virtù della sua fede, che la sua bambina ha ricevuto il miracolo atteso, è guarita grazie alla benedizione del Papa. Fiera nel mostrare il rosario che Francesco ha regalato alla figlioletta in una confezione verde, colore della speranza, questa donna è la testimone della fede viva del Brasile ed è la rappresentante delle tante donne che soffrono per se stesse e per i figli, come Maria ai piedi della Croce.

Sull’Avenida Atlantica di Copacabana, a partire da un chilometro dal palco centrale, nella sera del venerdi avanzava la croce che Giovanni Paolo II consegnò ai giovani affinché la facessero viaggiare fino agli estremi della terra con la sua carica redentiva.
S. Leonardo da Porto Maurizio, che fu il grande promotore della devozione della Via Crucis, affermava che praticata costantemente avrebbe santificato un’intera parrocchia!
In uno scenario coreografico mozzafiato questa edificante espressione di pietà popolare si è manifestata alla parrocchia planetaria dei giovani che in questi giorni materializza a Rio de Janeiro.
Le quattordici stazioni, secondo l’idea del direttore artistico Ravael Cabral, sono state studiate per dialogare con i giovani. Ciascuna verteva su un tema legato alle domande esistenziali che i giovani si pongono: “un giovane missionario”, “un giovane convertito”, “un giovane in una comunità di recupero”, “una giovane portavoce di tutte le madri”, “un seminarista”, “una religiosa che lotta contro l’aborto rinnovando il suo sì alla vita”, “una coppia di innamorati”, “una giovane portavoce delle donne che soffrono”, uno studente disabile sulla sedia a rotelle”, “un giovane utente dei social network”, “un detenuto e un giovane coinvolto nella pastorale penitenziaria”, “un giovane malato terminale”, “un giovane sordomuto”.

Il testo preparato dai PP. Zezinho e Joaozinho, noti sacerdoti che catechizzano coi canti religiosi, non voleva rievocare semplicemente i problemi, ma incoraggiare i giovani a intraprendere azioni solidari cristiane.
E’ per questo che dopo l’ultima stazione, a pochi metri dalla croce delle GMG, Papa Francesco prendendo la parola con voce forte e ferma ha chiesto a ogni giovane: “Tu come sei? (…) Come Pilato - che si lava le mani per non andare controcorrente - o come il Cireneo e Maria che aiutano Gesù a portare la croce?”
Conquistando l’attenzione e la preghiera dei giovani nella “Terra di Santa Cruz” Papa Francesco ha piantato anche lui sulla spiaggia dei conquistadores un segno di amore che da strumento di morte è diventato strumento di vita in Gesù che condivide con noi la “Via Crucis” personale, grande o piccola che sia. (P. Alfonso M. Bruno, FI - Fonte Zenit)

   video del discorso di Papa Francesco

   il testo integrale del DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO durante la VIA CRUCIS CON I GIOVANI

     video di tutto l'evento



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GMG Rio2013 - Santa Messa con il clero - Incontro con la classe dirigente e l'Episcopato del Brasile (testi, foto e video) - 27 luglio 2013


SANTA MESSA CON I VESCOVI DELLA XXVIII GMG E CON I SACERDOTI, I RELIGIOSI E I SEMINARISTI

La Cattedrale di Rio è stata consacrata nel 1979. Ha la forma di piramide Maya, in omaggio alle popolazioni del continente latinoamericano evangelizzate dai primi missionari. La base dell'edificio è quadrata e larga, la volta, alta 80 metri, circolare, con una vetrata centrale a forma di croce che attrae verso Cristo.
Questa mattina, sabato 27 luglio 2013, il Papa vi ha celebrato l'Eucarestia con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i seminaristi nella Cattedrale di San Sebastiano:

   il testo integrale dell'Omelia del Santo Padre

È stato il dialogo il filo conduttore di questa sesta mattinata brasiliana di papa Francesco. «Siamo chiamati a promuovere la cultura dell’incontro», ha detto in una cattedrale strapiena di vescovi, sacerdoti, seminaristi, religiosi e religiose che hanno accompagnato i ragazzi dei rispettivi Paesi all’appuntamento della Gmg. «In molti ambienti», ha continuato il Papa, «si è fatta strada una cultura dell’esclusione, una “cultura dello scarto”. Non c'è posto né per l’anziano né per il figlio non voluto; non c’è tempo per fermarsi con quel povero sul bordo della strada».
Nell’omelia ha esortato i «vescovi, i sacerdoti, i religiosi e anche voi seminaristi che vi preparate al ministero», ad avere il «coraggio di andare controcorrente» in un contesto nel quale «sembra che per alcuni, i rapporti umani siano regolati da due “dogmi” moderni: efficienza e pragmatismo». E invece, dice Francesco, i cristiani non devono rinunciare «a questo dono di Dio: l’unica famiglia dei suoi figli. L’incontro e l’accoglienza di tutti, la solidarietà e la fraternità, sono gli elementi che rendono la nostra civiltà veramente umana. Essere servitori della comunione e della cultura dell’incontro! Lasciatemi dire, che dovremmo essere quasi ossessivi in questo senso».

   IL PAPA: «NON LASCIATE INDIETRO NESSUNO»

INCONTRO CON LA CLASSE DIRIGENTE DEL BRASILE

“Io sono piccolo davanti a questa folla”. La testimonianza di un giovane, che dà voce a quella d’innumerevoli suoi coetanei. Quelli delle strade di Rio, vite a volte così difficili che rischiano di perdersi. Sono le parole di Walmir Junior, che oggi, prima del discorso pronunciato dal Papa alla classe dirigente del Brasile, all’interno del teatro municipale di Rio ha preso la parola, in maniche di camicia, visibilmente emozionato fin dall’inizio del suo discorso, semplice ma intenso, profondo, pronunciato con la convinzione di chi ce l’ha fatta. Walmir, un passato quasi da “meninho de rua”, un presente da laureato alla Pontificia Università Cattolica di Rio. “Amare il prossimo è fuori moda”: una “provocazione”, questa, che Walmir ha raccontato di aver voluto raccogliere, per vivere controcorrente grazie alla sua fede. “Ho sempre voluto cambiare la mia vita, cambiando la vita degli altri”, ha rivelato. Poi giunto quasi al termine del suo discorso ha detto “sono un po’ nervoso”, con un sorriso si è rivolto al Papa e poi si è visibilmente commosso, è stato sopraffatto dalla commozione. Così Walmir ha lasciato il suo leggio per slanciarsi di corsa verso Papa Francesco, tra di loro un lungo e intenso abbraccio, ricambiato da un Papa che durante il discorso del giovane brasiliano non gli ha mai tolto gli occhi di dosso, girando appositamente la testa dalla sua parte.
"La fraternità tra gli uomini e la collaborazione per costruire una società più giusta non sono un sogno fantasioso, ma il risultato di uno sforzo concertato di tutti verso il bene comune". Così Papa Francesco incontrando nel Teatro Municipale di Rio de Janeiro i politici, i diplomatici, gli esponenti della società civile, dell'imprenditoria, della cultura e delle maggiori comunità religiose in Brasile. Nel suo denso discorso il Pontefice ha messo a fuoco tre aspetti: l'originalità di una tradizione culturale; la responsabilità solidale per costruire il futuro; e il dialogo per affrontare il presente.

   video

     il testo integrale del discorso del Santo Padre all'incontro con la Classe Dirigente del Brasile nel Teatro Municipale (Rio de Janeiro, 27 luglio 2013)

Il grande teatro è pieno in ogni ordine di posti: prima e dopo i discorsi ci sono brevi intervalli musicali e c'è soprattutto un gruppo di bambine che, all'improvviso, sbuca da dietro il palcoscenico dove è seduto il Papa. La più piccola gli offre dei fiori e poi tutte gli si siedono a terra tutt'intorno. Emozionatissime e sorridenti, verranno salutate una a una da Francesco.
Guarda i video di altri momenti dell'incontro:

l'incontro con una ragazza down

   video

Papa Francesco incontra alcuni rappresentanti degli indios brasiliani

   video

   il video integrale dell'incontro

INCONTRO CON L'EPISCOPATO BRASILIANO

Creatività dell’amore, grammatica della semplicità, riscaldare il cuore, accordare il passo con le possibilità dei pellegrini, penetrare nel varco del disincanto dei cuori, ridare cittadinanza a tanti che camminano come in un esodo… 
Il discorso del Papa ai vescovi brasiliani sulla missione della Chiesa oggi è intessuto di espressioni che recano chiaramente la sua impronta, nei contenuti non meno che nello stile. Anzitutto va sottolineata la lunghezza, del tutto inusuale per Francesco: il testo letto ai presuli di questo immenso Paese (che conta il maggior numero di cattolici e di diocesi al mondo) è una riflessione che parlando al Brasile in realtà allarga gli orizzonti a tutta la Chiesa.
E’ di fatto la prima sistematizzazione della visione della Chiesa di Papa Bergoglio. Il Papa ricorre a due immagini: il rinvenimento miracoloso ormai 300 anni fa dell’immagine mariana venerata ad Aparecida come patrona del Brasile e i discepoli di Emmaus.

   ll Papa: «Chiesa semplice o la missione fallisce»

   il testo integrale del discorso del Santo Padre


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FEDE E
SPIRITUALITA'





DA UNA CHIESA TRIONFANTE

AD UNA CHIESA MENDICANTE

A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II

HOREB n. 64 - 1/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Sono passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo, perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel mondo.
Il Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici, dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona umana e della sua coscienza.
Gli orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale, purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante, accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa  popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13 novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato»...  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO




FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO

INCONTRI PER L’ESTATE – 2013

  • SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ
5-10 AGOSTO
"DALLA PARTE DEI POVERI, I VICARI DI CRISTO"


  il programma degli INCONTRI PER L’ESTATE – 2013 della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO (pdf)



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  Il tesoro nascosto...
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Elia è il profeta solitario che coltiva la sete dell'unico Dio e vive alla sua presenza. Egli è il contemplativo rapito dalla passione ardente per l'assoluto di Dio, la cui “parola ardeva come fiaccola”. E’ il mistico che, dopo un cammino lungo e faticoso, impara e leggere i nuovi segni della presenza di Dio. E’ il profeta che si coinvolge nella vita del popolo e, lottando contro i falsi idoli, lo riconduce alla fedeltà dell'Alleanza con l'unico Dio. Egli è il profeta solidale con i poveri e i lontani e difende coloro che soffrono violenza e ingiustizia. Fin dall'origine dell'Ordine dei Carmelitani si trova un'ispirazione alla sua figura, che ne pervade poi tutta la storia, tanto che giustamente il Profeta può considerarsi suo Fondatore ideale.

  SANT'IGNAZIO DI LOYOLA (video)


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RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo: Lc 11,1-13

"Signore, insegnaci a pregare", è l'invocazione di uno dei discepoli di Gesù e quella dei discepoli di ogni tempo e luogo: "Ed egli disse loro: quando pregate dite: Padre."
Gesù non ci comunica una formuletta da aggiungere alle tante altre presenti già nella preghiera di Israele; egli ci consegna il suo tesoro più prezioso, la ragione unica della sua vita e della nostra, il suo respiro: 
IL PADRE! ...


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Omelia di don Angelo Casati nella 17ª Domenica del Tempo Ordinario



17ª Domenica del Tempo Ordinario anno C 28 luglio 2013
omelia di don Angelo Casati

Gen 18, 20-21. 23-32
Sal 137
Col 2, 12-14
Lc 11, 1-13

E così, lungo la strada, dopo aver loro insegnato a provare tenerezza come il Samaritano, dopo aver loro insegnato a scegliere la parte buona che è: stare in ascolto, come Maria di Betania, quel giorno insegnò loro a pregare.
E la domanda del discepolo era stata esplicita: 
"Signore, insegnaci a pregare…".

Forse erano stati affascinati, conquistati da quel suo pregare, in silenzio. Forse il volto si era fatto luminoso come quello di Mosè nella montagna. E nessuno ardiva interromperlo.
Ma poi osarono: ogni "rabbi" aveva un suo insegnamento sulla preghiera; anche Giovanni aveva insegnato ai suoi discepoli a pregare.
"Signore, insegnaci a pregare…".

Insegnalo a noi. A noi che oggi abbiamo -così si dice- troppe cose da fare.
Narra un'antica storia:
"Quando il maestro invitò il governatore a praticare la meditazione -e questi spiegò che aveva troppo da fare- il maestro rispose: "Lei mi fa venire in mente un uomo che entra nella giungla con gli occhi bendati ed è troppo occupato per togliersi la benda". E quando il governatore addusse come scusa la mancanza di tempo, il maestro replicò: "È un errore pensare che la meditazione non può avvenire per mancanza di tempo. Il vero motivo è l'agitazione mentale"" (A. Mello, La preghiera della rana).
Insegnaci, Signore, a pregare.

E Gesù aprì e chiuse il suo insegnamento sulla preghiera con una parola carica di evocazione: "Padre", "Abbà", la parola con cui tu chiami Dio.
Dicono gli esegeti che "nella moltitudine delle preghiere giudaiche non si trova un solo esempio, non uno, di vocativo "abbà" riferito a Dio" (J. Jeremias).  
...

  omelia di don Angelo nella 17ª Domenica del Tempo Ordinario


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Porziuncola: una porta sempre aperta - 1 e 2 agosto il “Perdono d’Assisi”


Quello che ha reso nota in tutto il mondo la Porziuncola è soprattutto il singolarissimo privilegio dell’Indulgenza, che va sotto il nome di “Perdono d’Assisi”, e che da oltre sette secoli converge verso di essa orde di pellegrini.
Milioni e milioni di anime hanno varcato questa “porta della vita eterna” e si sono prostrate qui per ritrovare la pace e il perdono nella grande Indulgenza della Porziuncola, la cui festa si celebra la mattina dell'1 agosto e si conclude con il Vespro solenne del 2 agosto.

  IL PERDONO DELLA PORZIUNCOLA

Con la Solenne celebrazione eucaristica delle ore 11.00, fr. Michael A. Perry, Ministro Generale dei Frati Minori, ha dato il via alla celebrazione del Perdono di Assisi, la grande festa della misericordia di Dio, che ha attirato qui a S. Maria degli Angeli tantissimi pellegrini che hanno affollato la Chiesa per partecipare a questo momento di grazia. Con il Ministro Generale hanno concelebrato anche il Ministro Provinciale dei Frati Minori dell’Umbria fr. Bruno Ottavi e il Custode del Proto-Convento Porziuncola fr. Fabrizio Migliasso oltre a un nutrito gruppo di confratelli e di sacerdoti. In assemblea era presente anche il sindaco di Assisi, ing. Claudio Ricci, con una piccola rappresentanza comunale.
Fr. Michael Perry nell’omelia ha ricordato come il Perdono della Porziuncola sia stato richiesto con grande semplicità e fede da s. Francesco a papa Onorio III nel lontano 1216 e come il suo desiderio “voglio portarvi tutti in paradiso”sia attuale ancora oggi. Per questo la porta della piccola chiesetta è sempre aperta, per accogliere tutti, senza alcun limite. Proprio su questo concetto della “porta aperta” il Ministro Generale ha tanto insistito con le sue parole...

  APERTURA DELLA SOLENNITÀ DEL PERDONO

Omelia del Min. Gen. OFM, fr Michael A. Perry, alla celebrazione di apertura della Solennità e della Porta del Perdono

  LA PORTA DELLA MISERICORDIA

In occasione della Festa del Perdono di Assisi e nella prospettiva più ampia del Giubileo del Perdono del 2016 (gli 800 anni dall’istituzione dell’Indulgenza per la Porziuncola richiesta da san Francesco a Papa Onorio III), un pensatore contemporaneo rifletterà sulla relazione tra San Francesco e il Perdono. Si tratterà di descrivere un aspetto caratteristico del Poverello di Assisi, molto spesso sottovalutato in favore di una figura più romantica ed idilliaca. Nel suo recente saggio “Doppio ritratto” (Adelphi), Cacciari si è confrontato in modo approfondito con il San Francesco descritto da Dante e con quello del ciclo pittorico della Chiesa Superiore di San Francesco in Assisi. Nel confronto tra questi due volti, nel loro convergere e nel loro divergere, Cacciari ha fatto anche emergere ciò che nemmeno i due grandi artisti fiorentini hanno contemplato. Un’immagine che gli scritti di san Francesco però restituiscono con forza e profondità...

  Massimo Cacciari. “Per lo tuo amore…” Verso il Giubileo del Perdono di Assisi del 2016

Vedi anche il nostro precedente post:
  • Dalla misericordia di Dio la forza del perdono umano - IL PERDONO DI ASSISI: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!"


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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni

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Notizia appena diffusa dall'ANSA
Siria, padre Dall'Oglio rapito da filo-Al Qaida
Lo riferiscono attivisti. Farnesina avvia tutte le verifiche

  Siria: padre Dall'Oglio rapito da islamisti

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In Siria è stato rapito padre Paolo Dall'Oglio, gesuita, ispiratore del dialogo cristiano-mussulmano, grande amico del popolo siriano, acuto e appassionato testimone degli orrori degli ultimi mesi, … 
Preghiamo per padre Paolo Dall'Oglio!
Padre Paolo Dall'Oglio LIBERO SUBITO!!!

  Siria, rapito padre Dall'Oglio

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La Chiesa del Calvario di Paolo Dall'Oglio

La sete di Ismaele

La Chiesa del Calvario
di Paolo Dall'Oglio 
Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)

Segnaliamo questo articolo di P. Paolo Dall'Oglio, adesso che dalla Siria non giungono sue notizie da giorni, si pensa ad un rapimento. 
Invitiamo tutti alla preghiera per liberazione di P. Paolo, gesuita, ispiratore del dialogo cristiano-mussulmano e grande amico del popolo siriano.

"Sul sito del settimanale Tempi, l’8 giugno 2013 il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, ha per così dire espresso il sentimento della maggioranza dei cristiani della Siria e di tutto il Medio Oriente: essere «Chiesa del Calvario». Le Primavere arabe non sarebbero in definitiva che una nuova tappa del malessere dei cristiani orientali di fronte al montare dell’islamismo politico, sotto la maschera delle rivendicazioni democratiche. Nel caso della Siria, pur riconoscendo il bisogno di riforme, il Patriarca dichiara che non si può «distruggere un Paese intero perché qualcuno vuole il cambiamento». Ritiene che sia meglio vivere con un dittatore che provocare 80mila morti e un milione e mezzo di rifugiati. «Non si possono accettare 80mila morti e milioni di rifugiati per il gusto di cambiare». E aggiunge che, se i cristiani e i patriarchi potessero ottenere vantaggi con la rivoluzione, darebbero la loro benedizione: «Non sappiamo dove stiamo andando. Come potrei oggi benedire tanti massacri e tante morti?». È interessante notare come egli tralasci di ricordare che morti e rifugiati sono soprattutto le vittime della repressione dello Stato contro una rivoluzione nata democratica e che vorrebbe rimanere tale il più possibile. Di colpo le vittime diventano il boia! Ci sono cristiani siriani che hanno a lungo sofferto per il regime, sono stati imprigionati e torturati, che hanno preso la via dell’esilio… Costoro sono solidali con gli altri siriani democratici della rivoluzione in corso.
Ma è possibile che la rivoluzione sia perduta! L’assenza di solidarietà occidentale, oltre che da parte di altre potenze come l’India e il Brasile, aggiunta alle contraddizioni del movimento stesso; l’aiuto diretto economico e militare fornito dalla Russia e dall’Iran; l’invasione delle migliori truppe libanesi all’interno del territorio siriano; la presenza di gruppi radicali islamici e clandestini sul terreno; l’illimitata volontà repressiva del regime e dei suoi clan associati; la manipolazione assai efficace dell’informazione internazionale, con l’aiuto molto attivo di uomini e donne di Chiesa; l’interesse geostrategico di Israele e Occidente per una guerra civile tra musulmani, secondo l’opinione esplicita dei teorici conservatori… Tutto questo potrebbe effettivamente produrre una tragedia completa: 500mila morti, cinque milioni di rifugiati all’estero e una Siria ridotta a un cratere...

  La Chiesa del Calvario di Paolo Dall'Oglio 

Vedi anche lo Speciale di FAMIGLIA CRISTIANA:

  GIALLO SUL RAPIMENTO DI PADRE DALL'OGLIO


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Sermig, i 30 anni dell'Arsenale della Pace


Oggi l'Arsenale della Pace del Sermig, fondato da Ernesto Olivero, compie 30 anni. La sua storia inizia a Torino, piazza Borgo Dora, il 2 agosto 1983: Olivero e i suoi amici varcano per la prima volta il portone dell’ex arsenale militare, la fabbrica da cui uscirono le armi del Risorgimento e delle guerre mondiali, e che in quel momento è un un rudere. Da quel giorno è la casa del Servizio missionario Giovani, l'arsenale della guerra diventa l'Arsenale della Pace...

  Sermig, l'Arsenale della Pace compie 30 anni

La globalizzazione non è solo quella del denaro e della finanza. C’è da molto più tempo - e i cristiani lo sanno bene - una “multinazionale” presente ovunque nel mondo, che non “vende” nulla, ma casomai regala. A questa holding appartiene anche il Sermig di Ernesto Olivero, col suo Arsenale della Pace che oggi, 2 agosto, compie 30 anni. Multinazionale perché gli Arsenali, in realtà, sono diventati tre: a Borgo Dora di Torino, nel quartiere dei miracoli; e poi a San Paolo del Brasile e a Madaba. 
Tutti e tre gli Arsenali sono nati come segno di contraddizione: a Borgo Dora si costruivano bombe e cannoni; a San Paolo quegli edifici erano il centro di accoglienza e quarantena per gli immigrati e gli schiavi; a Madaba, da dove si vede il Mar Morto e la terra di Israele, la guerra è presente da sempre: e dunque tanto più è necessario un posto per incontrarsi, tra popoli e fedi diverse...

  Arsenale della Pace trent'anni vissuti nella logica del dono

Vedi anche i nostri precedenti post:
  • "Le Frontiere dello Spirito" puntata del 4 marzo 2012
  • "Le Frontiere dello Spirito" puntata del 26 febbraio 2012
  • Sermig: Ernesto Olivero a Torino riceve il Premio Cittadino europeo dell'anno e la visita di mons. Nosiglia, a San Paolo del Brasile accoglie la Croce e l’Icona della GMG
  • "Guerra: mai più" di Ernesto Olivero


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 FRANCESCO
 




     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 28 luglio 2013

   
Omelia - 31 luglio 2013: Santa Messa nella Chiesa del Gesù a Roma in occasione della Festa di Sant'Ignazio di Loyola

     Viaggi Apostolici fuori dall'Italia - Rio de Janeiro (Brasile) - XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (22-29 luglio 2013)

 


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26 luglio 2013:

  La misura della grandezza...

  Che festa indimenticabile...

  Ogni venerdì...


27/07/2013:

  Non c'è croce...


27/07/2013:

  I vescovi sono i pastori...

  Cari ragazzi...


28/07/2013:

  Non possiamo restare...

  Cari giovani...

  Lasciamo che la nostra vita...


29/07/2013:

  Ringrazio profondamente...

  Sono di ritorno...

  Una settimana...


30/07/2013:

  Adesso, ragazzi...


02/08/2013:

  La sicurezza...


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Piccoli gesti eloquenti... "La valigia di Francesco" di Enzo Bianchi


Sono in molti a parlare di nuovo di "primavera della chiesa" inaugurata da papa Francesco.
Chi ha vissuto la primavera annunciata da Pio XII nel maggio 1958 e inaugurata da papa Giovanni e dal concilio Vaticano II, non si aspettava più una nuova stagione ricca di speranza e di aperture. Soprattutto dopo gli ultimi due decenni. E invece? Anche questo va riconosciuto: papa Francesco ha acceso nei cuori un'attesa, delle speranze per una chiesa che si rinnova, che continua la sua incessante riforma.
Questo giudizio positivo e soprattutto questa attesa dipendono e da alcune parole e da alcuni gesti: come quelli compiuti ieri, che ci hanno mostrato per la prima volta un Papa salire la scaletta dell'aereo portando in mano la sua cartella, senza affidarla ai suoi collaboratori. Come se Francesco dicesse: nessuno deve portare un peso al posto mio. E poi atterrato in Brasile, è salito su una piccola utilitaria, una Fiat Idea, che era la macchina più piccola del corteo. Cominciamo, dunque, con i gesti. In quattro mesi non possono essere tanti, anche se quei pochi sono stati subito raccontati come "i fioretti di papa Francesco", perché semplici, eloquenti e anche singolari, come quelli del Poverello di Assisi. Eletto papa il 13 marzo, Francesco si è affacciato in piazza San Pietro e prima di impartire la benedizione apostolica al popolo, ha chiesto che il popolo invocasse per lui la benedizione di Dio e si è inchinato in un silenzio di adorazione a Dio, di preghiera a Dio, ma anche di profonda comunione. Questa azione di Francesco, che ha stupito e toccato i cuori di quanti nel mondo volevano conoscere l'identità del nuovo papa, va valutata in se stessa, come gesto suo personale, che appartiene al suo stile nell'esercizio del ministero pastorale.
Sì, con papa Francesco si è avvertito "qualcosa di nuovo oggi nel sole" (Giovanni Pascoli)… E così, senza maggiorare ma neppure dimenticare tale atto, occorre raccontare la sua volontà di semplicità, di cui i credenti avevano nostalgia fin dalla morte di papa Giovanni. La sua veste sobria, la sua croce pettorale non d'oro e non gemmata, la scomparsa del trono e di orpelli che ricordavano "i diritti della corona", il suo viaggiare in autobus con gli altri cardinali per fare ritorno a Casa Santa Marta, il suo sedersi alla tavola dei confratelli per i pasti senza pensare subito a una sua tavola e a suoi invitati, il suo salutare con entusiasmo e coinvolgimento negli abbracci e nelle strette di mano chi lo incontra, il suo linguaggio umanissimo: tutto questo ci ha dato una nuova immagine del vescovo di Roma...

  "La valigia di Francesco" di Enzo Bianchi

Durante la conferenza stampa tenuta sull'aereo in ritorno da Rio, Papa Francesco a proposito del contenuto della borsa di cuoio nera
«Sono salito sull'aereo portando la mia borsa perché sempre faccio così. Che cosa c'è dentro? Il rasoio, il breviario, l'agenda e un libro da leggere: ho portato un libro su Santa Teresina, della quale sono molto devoto. È normale portarsi la borsa, dobbiamo essere normali, dobbiamo abituarci a essere normali e sono un po' sorpreso del fatto che l'immagine della borsa abbia fatto il giro del mondo. Comunque non era la valigetta con la chiave per la bomba nucleare...».


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"Etica cristiana e misericordia nelle parole di Bergoglio" di Enzo Bianchi


Dicevano i rabbini che Dio ha una capacità che noi umani non abbiamo: quella di dimenticare i peccati che commettiamo, dimenticarli perché cancellati e, dunque, considerati come non commessi. Noi possiamo perdonare, ma non dimenticare; Dio invece, quando perdona i peccati, li dimentica. È dunque nella tradizione sia ebraica che cristiana proclamare che la misericordia di Dio è infinita, che Dio condanna il peccato, il male commesso, ma non vuole né la morte né la condanna del peccatore. Anche Gesù di Nazareth – secondo un brano evangelico che ora troviamo al capitolo 8 del Vangelo di Giovanni, ma che nella chiesa antica ha faticato a trovare una collocazione certa e documentata, a causa del messaggio scandaloso che conteneva – di fronte a una donna sorpresa in flagrante adulterio disse: “Donna, nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno! Va’ e non peccare più!” (Gv 8, 10-11). È in fedeltà a questa “buona notizia” che papa Giovanni, nell’enciclica Pacem in terris cinquant’anni fa affermava che non bisogna “mai confondere l’errore con l’errante” e che “l’errante è sempre e anzitutto un essere umano e conserva, in ogni caso, la sua dignità di persona” e va quindi trattato con misericordia e compassione.
Da quando ha assunto il ministero petrino, papa Francesco proclama la buona notizia cristiana per eccellenza, il vangelo che è molto semplice: Dio è amore universale infinito, il suo amore non necessita di essere meritato, la sua misericordia vuole raggiungere tutti gli uomini, tutti peccatori, cioè responsabili di un cattivo vivere e operare. Perché questo messaggio di papa Francesco sorprende, scandalizza, turba e intriga? Dobbiamo ammetterlo: perché abbiamo alle spalle decenni di intransigenza cattolica e, negli ultimi tempi, un’alzata di tono e un moltiplicarsi di voci nella chiesa cariche di severità, esigenti, tese a un ministero di condanna che sembrava assorbire in sé tutto il messaggio cristiano..In verità non c’è alcun mutamento sostanziale nel magistero papale: Giovanni Paolo II ha esaltato la misericordia attraverso un’enciclica e addirittura l’istituzione di una “domenica della misericordia” e Benedetto XVI sempre ha messo al centro della sua predicazione questo amore-carità che è l’ultima definizione del Dio narrato da Gesù Cristo...
Mi sia permesso di confessare che chi come me, come tanti monaci, dedicano la maggior parte del loro tempo all’ascolto degli altri, se ascoltano veramente anche Dio, avvertono la responsabilità di annunciare l’amore di Dio che non deve mai essere meritato, la responsabilità di essere misericordiosi come lo è il loro Padre che è nei cieli.Chi non giudica non sarà giudicato, chi fa misericordia otterrà misericordia: queste sono parole di Gesù, non del papa. 
È in questa comprensione del vangelo che papa Francesco ha detto all’episcopato brasiliano: “serve una chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia. Senza la misericordia non è possibile inserirsi in un mondo di ‘feriti’ che hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore”.

  Etica cristiana e misericordia nelle parole di Bergoglio di Enzo Bianchi


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Piccoli gesti eloquenti... "Determinato a rimanere Bergoglio" di Marina Corradi


È semplicemente una borsa da lavoro di pelle nera, leggermente usurata, simile a quelle che si portano dietro i medici condotti, o i viaggiatori di commercio. È semplicemente una valigetta come se ne vedono a migliaia, ma che effetto ha fatto vederla in mano al Papa, che è salito sulla scaletta dell’aereo tenendosela stretta – e, immaginiamo, dopo aver gentilmente ma fermamente rifiutato l’aiuto di chi si offriva di portargliela.
Ci sono piccoli gesti che bucano la nostra abitudine di iper-consumatori di immagini, e quello di Francesco sulla scaletta dell’Airbus che lo portava in Brasile è uno di questi: una cosa da niente, e che però proprio chi guarda non si aspetta. Involontario, certo, quel gesto di non affidare ad altri la borsa gonfia di carte importanti e delicate, da consultare nelle lunghe ore del viaggio; eppure, quanto si può comunicare anche un piccolo gesto.
Dice, quell’uomo in bianco con la valigetta nera, di una persona che in questi mesi non si è abituata e non ha voluto abituarsi a essere servita in tutto, e vuole restare fedele almeno ai piccoli oneri della vita della gente normale: reggere da sé una borsa gonfia, anche se pesante, nulla cedendo alle consuetudini del cerimoniale. Gesti come, all’indomani della elezione, l’andare di persona a pagare il conto dell’albergo, cosa che aveva strabiliato tutti; o anche il volersi tenere le proprie care vecchie cose, l’orologio da polso, le scarpe nere e grosse e non propriamente eleganti che gli si vedono spuntare da sotto la veste candida. O ancora, ieri all’arrivo all’aeroporto di Rio, rifiutare l’automobilona di lusso per salire su una semplice utilitaria del seguito. Gesti, soltanto, e minimi, e però capaci di testimoniare una forma mentis...

  "Determinato a rimanere Bergoglio" di Marina Corradi



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Il Papa «venuto dalla fine del mondo» ha voluto coinvolgere questi ragazzi ciascuno in prima persona, invitandoli a essere protagonisti e non spettatori della nascita di un mondo nuovo, di una Chiesa sempre più giovane e bella. Li ha provocati con profondo amore, quasi sfidandoli a non delegare a nessuno la scelta su cui costruire la loro vita e la volontà di metterla al servizio di un’umanità più giusta, sana e felice, secondo il disegno di Dio.

  Bruno Forte:  Parla un linguaggio che capiamo

Se da una parte tutto questo rimanda al bisogno di una Chiesa umile, giovane, povera e ricca di speranza, testimone di gioia e di bellezza, innamorata del suo Signore e appassionata per la causa della dignità di tutto l'uomo in ogni uomo, dall'altra dà il via a una stagione di nuovo impegno per ogni donna e uomo di buona volontà. Il Papa venuto dalla fine del mondo si profila a Rio come colui che chiama tutti a dare inizio a un mondo nuovo, solidale e giusto, come è nel disegno di Dio, troppo spesso disatteso o abusato dagli uomini.

  Bruno Forte:  Da Roma a Rio la strada aperta al nuovo mondo

Dopo l’abbraccio caloroso della favela di Varginha e la festosa atmosfera della messa serale a Copacabana che lo stesso Pontefice ha definito «indimenticabile» in un tweet, la quinta giornata della visita di papa Francesco in Brasile è stata caratterizzata dal raccoglimento e dalla discrezione. Nonostante in cinquemila lo abbiano seguito nell’Angelus davanti alla sede dell’arcivescovado, il Palácio São Joaquim, il pontefice ha vissuto alcuni momenti significativi lontano dai clamori della folla e delle telecamere.

  Paolo Manzo:   Il vero “show” di papa Francesco è lontano dalle folle




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      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm