"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
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NEWSLETTER n°31 del 2013
Aggiornamento della settimana -
dal 27 luglio al 2 agosto 2013 -
Prossima NEWSLETTER prevista per il 9 agosto 2013 |
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N. B. La Lectio viene sospesa nel periodo estivo
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)GMG Rio2013 25/7/2013 Alle
9,45, ora locale, il Pontefice si è recato al "Palácio da Cidade" di
Rio de Janeiro, dove è stato accolto all'ingresso d'onore dal sindaco
Eduardo Paes. Nel salone centrale dell'edificio Francesco ha incontrato
alcuni atleti particolarmente rappresentativi dello sport brasiliano
tra cui Zico e Neymar. Dopo essersi affacciato dal balcone, ha ricevuto
dal sindaco le chiavi della città e ha benedetto le bandiere ufficiali
dei giochi olimpici e paraolimpici, esposte sui loggiati laterali.
Oltre ai mondiali di calcio del 2014, infatti, il Brasile ospiterà nel
2016 anche la XXXI edizione delle Olimpiadi.
A ricordo di tale evento al pontefice è stata regalata la prima maglietta dei prossimi giochi. Francesco ha approfittato dell'evento per lanciare un tweet sullo sport:
Che lo sport sia sempre uno strumento di scambio e di crescita; mai di violenza e di odio. #Rio2013 #JMJ
Lasciato
il "Palácio da Cidade" il Papa ha raggiunto Varginha, che fa parte
della più ampia “favela” di Manguinhos. Dal 2012 Varginha è definita
una realtà "pacificata" a seguito delle numerose operazioni di lotta al
narco-traffico e di promozione sociale. Durante il percorso in jeep
Francesco ha salutato più volte le persone, assiepate lungo i bordi
delle strade, e baciato numerosi bambini.
“Non
pensavamo che il Papa venisse qui”. È grande la sorpresa degli abitanti
della comunità di Varginha, la favela visitata da Papa Francesco in uno
dei quartieri più malfamati di Rio. La zona è soprannominata “La
striscia di Gaza” a causa della forte presenza di criminalità e per
l’uso di crack. Un cartellone appeso su un palo dà il benvenuto al
Pontefice: “Bienvenido a nossa comunidade Papa Francisco”. È dalle
cinque di mattina che gli abitanti lo aspettano, pregando e
cantando.
Arriva
nella favela Varginha, la «Striscia di Gaza» di Rio de Janeiro, con la
sua utilitaria targata SCV1: l'auto più piccola è diventata
l'ammiraglia del corteo papale. S'avventura a piedi tra le baracche,
noncurante della pioggia, avvolto e quasi travolto dall'incontenibile
affetto della gente.
Nessun protocollo, nessuna etichetta, pochi preti al seguito, tante persone comuni. Abbraccia
chiunque, ascolta tutti, si lascia tirare da una parte e dall'altra.
Riceve doni, magliette colorate, fotografie. Asciuga le lacrime della
mamma che tiene tra le braccia una bambina gravemente handicappata
avvolta in una coperta rosa.
Le
immagini della visita del Papa nella favela, dove vivono oltre 1550
persone, comunicano l’entusiasmo travolgente dei fedeli. Al suo arrivo,
il Papa, appena sceso dalla Jeep, è stato accolto da una missionaria
della carità che gli ha messo al collo una ghirlanda di fiori. La prima
tappa della sua visita è stata rivolta alla piccola cappella della
favela, la parrocchia di São Jerônimo dove Francesco ha benedetto
l’altare: una costruzione molto simile alle baracche in legno e mattoni
che la circondano che opera come un faro di luce che da anni si prende
cura dei più giovani. Ci sono anche le suore di Madre Teresa che dal
1962 vivono nella favela, povere tra i poveri. Successivamente, Papa
Francesco è entrato dentro la casa di una famiglia.
Erano
sette le famiglie sorteggiate per essere visitate dal Papa, scelte per
alcune situazioni particolari: la nascita di due gemelline, la presenza
di una donna anziana di 82 anni, una famiglia con tanti figli.
“È
una grande emozione che Papa Francesco venga qui a benedire le nostre
case - dicono gli abitanti -. Ci aspettiamo che l’attenzione mediatica
data da questa visita faccia anche migliorare le nostre condizioni di
vita”. Imponente è il servizio d’ordine, anche se l’atmosfera a
Varginha è serena e gioiosa.
Il
Papa si è trattenuto per circa 15 minuti all'interno della baracca in
cui, ha visitato una famiglia. In un ambiente di 4 metri per 4, ha
riferito il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, erano radunate
più di 20 persone. Francesco ha preso in braccio e benedetto ognuno dei
bimbi presenti. Tutti insieme adulti e bambini hanno poi recitato con
il Papa il Padre Nostro e l'Ave Maria. Si respirava, ha riferito
Lombardi, un clima di grande emozione.
A
tutti i costi Francesco ha voluto inserire la visita alla favela nel
suo programma. Come riportano i media, un modo per dimostrare il suo
desiderio di stare vicino alle persone più povere e più sofferenti:
portare una testimonianza diretta per far uscire la Chiesa dalle sue
mura e stare vicino alla sua gente. La favela è un luogo dove c’è tanta
povertà e che Francesco ha voluto toccare con le proprie mani per
abbracciare tutte le realtà nella Giornata mondiale della Gioventù.
Il Papa tra gli ultimi delle favelas Varginha (video) Il
Pontefice è salito su un palco improvvisato nel campo di calcio della
Favela dove ha tenuto un discorso commovente, affettuoso e colmo di
umanità, e nel quale ha parlato della grande ospitalità brasiliana.
il testo
integrale del discorso del Santo Padre durante la visita alla Comunità
di Varginha [Manguinhos] (Rio de Janeiro, 25 luglio 2013)
video
Al
termine della visita alla favela di Varginha Francesco ha raggiunto la
cattedrale di Rio, per incontrare i giovani argentini. L'appuntamento
non era previsto ma è stato fortemente voluto da Bergoglio, desideroso
d'incontrare i suoi connazionali.
In
5mila, dopo aver trascorso la notte in basilica, hanno accolto l'ex
arcivescovo di Buenos Aires, sventolando bandiere argentine e
acclamando il pontefice.
il testo integrale del discorso di Papa Francesco durante l'incontro con i giovani argentini nella Cattedrale di San Sebastián Guarda anche i nostri precedenti post:
-------------------------------------------- Che
le Gmg abbiano una rilevanza ecclesiale e mediatica eccezionale e
capace di andare ben al di là dei loro destinatari primi, i giovani, è
un dato ormai assodato.
... Diversi osservatori, infatti, vedono un limite delle Gmg proprio nel loro essere eventi eccezionali: i giovani tornano nelle loro realtà ecclesiali e non trovano in esse la possibilità di sperimentare emozioni ed entusiasmi analoghi, finendo a volte persino per restare delusi dalla pochezza di iniziative che tentano di riprodurre l'intensità delle Gmg con eventi di dimensione ben più ridotta. E così una certa pastorale, giovanile ma non solo, rischia di scoprirsi incapace di convogliare energie e passioni nel vissuto concreto di una realtà parrocchiale e di attendere il ripetersi di eventi straordinari per sostenere l'ordinario della vita cristiana. Ci sembra di poter dire, invece, che lo stile pastorale di papa Francesco ha tutti gli elementi per poter essere ripreso e applicato nelle realtà ecclesiali più semplici e normali e divenire così il modo ordinario di testimonianza della fede. Quale vescovo, infatti, non può a sua volta fermarsi a incontrare e scambiare due parole con i suoi fedeli, entrare nelle case dei più poveri della sua diocesi e prendere un caffè con loro, o visitare le carceri della sua città o abbracciare gli stranieri per far loro sentire che l'amore per l'umanità tutta vissuto da Cristo non conosce frontiere? E quale parroco o prete non può dal canto suo proporsi di incontrare e salutare ad una ad una le persone affidate alla sua cura pastorale, conoscerne le gioie e le sofferenze, seguirne il faticoso cammino quotidiano di ricerca di senso? E quale giovane non può impegnare le sue energie ad alleviare le sofferenze di chi gli sta attorno, convogliare il suo entusiasmo nel prendersi cura dei propri coetanei e dei più piccoli, dialogare con chi lo ha preceduto nel cammino di fede? E quale comunità cristiana non può «uscire per le strade», «andare nelle periferie», spogliarsi delle sue sicurezze, accogliere il diverso? ....(Enzo Bianchi) L'evento si trasforma in esempio di Enzo Bianchi -------------------------------------------- GMG Rio2013 25/7/2013 video Durante
l’incontro si è svolta una suggestiva rappresentazione intitolata “Rio
de Fé” in cui 150 giovani hanno presentato artisticamente, con canti e
scenografie, la vita quotidiana della “Città Meravigliosa”.
Dopo
la rappresentazione artistica, cinque giovani in rappresentanza di
tutti i continenti hanno salutato il Papa. Poi il Pontefice ha tenuto
il suo discorso partendo dal brano del Vangelo che parla della
Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.
video
Sul
lungomare del mondo di Copacabana Papa Francesco accoglie ufficialmente
i giovani dei cinque continenti. "Benvenuti a questa grande festa della
fede! In varie parti del mondo, in questo stesso momento, tanti giovani
si sono radunati per vivere insieme questo momento: sentiamoci uniti
gli uni con gli altri nella gioia, nell'amicizia, nella fede. E siate
certi: il mio cuore di Pastore vi abbraccia tutti con affetto
universale!" Papa Francesco saluta e da il benvenuto con queste parole
ai giovani di tutto il mondo.
Ecco alcuni passaggi del discorso del Papa ... il testo integrale del discorso del Santo Padre alla Festa di accoglienza dei giovani sul lungomare di Copacabana (Rio de Janeiro, 25 luglio 2013) video -------------------------------------------- GMG Rio2013
26/7/2013
Papa
Francesco ha iniziato il quinto giorno del viaggio in Brasile nelle
vesti di semplice sacerdote. Nel parco 'Quinta da Boa Vista' ha infatti
confessato cinque giovani, tre ragazze e due ragazzi, di lingua
spagnola, italiana e portoghese.
Nello
splendido parco "Quinta da Boa Vista" c'è una distesa di 50
confessionali bianchi dove i ragazzi ordinatamente si mettono in fila
per aprire il proprio cuore con un sacerdote. Anche il Papa ha
confessato cinque giovani. C'è poi una tenda di 600 metri quadrati per
l'adorazione del Santissimo Sacramento. Ci si entra in punta di piedi
perché qui si fa sul serio
La confessione è strategica per mettersi in gioco
video
...
Quello che per i predecessori era un appuntamento abbastanza
eccezionale - oltre che alla GMG il Papa solitamente confessava alcuni
fedeli in San Pietro durante la Settimana Santa - per Bergoglio è
invece un'abitudine che ha continuato a coltivare anche da arcivescovo
e cardinale. Ogni anno, durante il pellegrinaggio della Vergine di
Lujan, trascorreva l'intera notte confessando i fedeli, vestito da
semplice prete, prendendo un caffè ogni tre ore per poi concludere con
la messa delle sette del mattino...
Un Papa che confessa Il pontefice ha quindi raggiunto in auto l'episcopio di Rio de Janeiro, accolto dall'arcivescovo mons. Orani Joao Tempesta.
All'interno del palazzo Francesco ha avuto mezz'ora di colloquio riservato con alcuni giovani detenuti.
Ognuno
indossava la maglietta della Gmg e a ognuno il Papa ha fatto
l'autografo sulla sua fotografia. Sono a tutti gli effetti ragazzi
della Gmg, anche se con storie più dolorose degli altri. Otto
minorenni, sei ragazzi e due ragazze provenienti da diversi carceri
minorili dello Stato di Rio de Janeiro, si sono seduti in cerchio
attorno a papa Francesco e hanno trascorso più di mezz'ora a conversare
con lui. Francesco li ha voluti attorno a sè nella curia arcivescovile
della grande città carioca. C'era anche un giudice responsabile delle
strutture minorili, l'arcivescovo di Rio Orani Tempesta e un sacerdote
e un laico incaricati della pastorale nelle carceri...
Papa vede giovani detenuti, a pieno titolo in Gmg Alle
12, ora locale, si è affacciato al balcone centrale dell'episcopio per
la recita dell'Angelus, che in Brasile è conosciuto col nome di "Ora di
Maria". Prima della preghiera il pontefice ha tenuto un discorso,
incentrato sulla festività odierna dei santi Gioacchino e Anna,
venerati nella Chiesa cattolica come i nonni di Gesù. Francesco ne ha
tratto lo spunto per richiamare i presenti al rispetto verso gli
anziani, "importanti nella vita della famiglia per comunicare quel
patrimonio di umanità e di fede che è essenziale per ogni società".
Guarda il nostro precedente post:
Al
termine dell'Angelus il Papa ha salutato i 20 membri del comitato
organizzativo ecclesiastico e i dieci sponsor benefattori della Gmg. Ha
quindi raggiunto il salone rotondo dell’episcopio, dove, alle ore
13.00, ha pranzato con l’arcivescovo di Rio e con 12 giovani, un
ragazzo e una ragazza per ciascun continente più un ragazzo ed una
ragazza di nazionalità brasiliana, in rappresentanza di tutti i
partecipanti alla XXVIII Giornata mondiale della gioventù.
-------------------------------------------- Francesco sul volo da Rio a Roma risponde a decine di domande, da quelle personali a quelle sui casi più delicati e scottanti
Un'ora
e venti minuti, sottoposto a un fuoco di domande libere, non preparate.
Una conferenza stampa vera e propria, alla quale ha voluto sottoporsi
subito dopo il decollo, nonostante la stanchezza per la settimana
trascorsa in Brasile. Papa Francesco ha sorpreso i giornalisti al
seguito e non ha mancato di rispondere a tutte le richieste, anche le
più delicate e spinose, dalla riforma dello Ior al caso Ricca, dalla
lobby gay a Vatileaks fino al contenuto della borsa di cuoio nera che
ha portato personalmente come bagaglio a mano imbarcandosi
sull'aereo.
Ecco
gli appunti sulla conversazione che dimostra come Bergoglio si trovi
assolutamente a suo agio con i giornalisti. È evidente che aveva deciso
fin dall'inizio di fare la conferenza stampa non sul volo di andata ma
su quello di ritorno. Per evitare che notizie e titoli centrati sulle
parole dell'intervista potessero in qualche modo oscurare il viaggio in
Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù. L'ennesima riprova del
fatto che il nuovo Papa comunica benissimo e non ha certo bisogno di
spin doctor...
Il Papa a ruota libera con i giornalisti: dallo IOR alla lobby gay
video con uno stralcio della conferenza stampa
Il
quotidiano Avvenire ha caricato in rete l'audio integrale, 1 ore 20
muniti, della conferenza stampa di Papa Francesco sull'aereo che lo
riportava in Italia. Anche se non è di ottima qualità (a causa del
rumore di fondo dei motori dell'aereo) è possibile ascoltare
chiaramente le risposte e gran parte delle domande, molte, rivolte al
Santo Padre.
Audio integrale della conferenza stampa di Papa Francesco sull'aereo ritornando dal Brasile
-------------------------------------------- 26 Luglio 2013
Papa Francesco pianta una Croce gloriosa nel cuore dei giovani
Rio ha vissuto un'altra giornata memorabile, culminata con la Via Crucis sul lungomare di Copacabana
Miserando
atque eligendo. Fedele al suo motto episcopale, ma fedele soprattutto
al valore salvifico della “sesta feria”, così come in Brasile chiamano
il venerdì, Papa Francesco si è dedicato in mattinata al ministero
della confessione di tre ragazzi e tre ragazze di cui tre brasiliani,
un venezuelano e un italiano.
La
“diaconia della speranza” del vescovo di Roma, che conferma i fratelli
nella fede e presiede nella carità, si è poi incarnata nelle piaghe
esistenziali di cinque giovani detenuti, rappresentanti di una età che
non poteva lasciare nessuno escluso dalla festa odierna in vista del
banchetto nel Regno.
E’ per questo che in questi giorni si eleva forte per le strade di Rio l’inno che recita: “Juntos ao Cristo com Papa Francisco!”
Il piccolo grande eroe della mattinata, tuttavia, è stato un bambino di nove anni.
Mentre
il corteo papale costeggiava il suggestivo parco della Quinta de Boa
Vista, un bambino di nove anni con la maglietta di calcio della Seleçao
ha scavalcato le transenne, senza indugi si è avvicinato alla bianca
jeep e, accolto affettuosamente da Papa Francesco gli ha sussurrato
all’orecchio: “Ho un messaggio importante per lei… Voglio diventare
sacerdote!”
A
quel punto il Papa si è visibilmente commosso, lo ha stretto al suo
petto e a sua volta gli ha detto: “Il tuo sogno incomincia a
realizzarsi oggi. Pregherò per te, ma tu prega per me”.
Con
le gambe tremanti e le mani sul volto per la commozione e l’emozione il
ragazzino è ritornato dal suo papà, fiero e allegro ancora più del
figlio, per questa impresa unica.
All’ora
dell’Angelus, dopo la recita della preghiera mariana, Papa Francesco ha
nuovamente rivolto un pensiero della sua allocuzione agli anziani nel
ricordo liturgico della festa dei SS. Gioacchino ed Anna, nonni di
Gesù, genitori della Vergine Maria.
E’
arrivato poi il momento del pranzo con dodici giovani, cifra simbolica
dei dodici apostoli ed evocazione dell’Ultima Cena che fu la prima
Eucarestia.
Il pomeriggio, oltre ogni previsione, una fiumana di giovani, oltre il milione, ha seguito la Via Crucis.
video del percorso Papa
Francesco ha nuovamente percorso il lungomare e benedicendo e baciando
dei bambini, poco prima di arrivare al palco ha preso tra le sue mani
la piccola Sara, una bambina di pochi mesi con una grave malattia.
La
giovane mamma era visibilmente commossa, non solo e non tanto per il
fatto che i Papa avesse benedetto la sua piccina, quanto per la
certezza, in virtù della sua fede, che la sua bambina ha ricevuto il
miracolo atteso, è guarita grazie alla benedizione del Papa. Fiera nel
mostrare il rosario che Francesco ha regalato alla figlioletta in una
confezione verde, colore della speranza, questa donna è la testimone
della fede viva del Brasile ed è la rappresentante delle tante donne
che soffrono per se stesse e per i figli, come Maria ai piedi della
Croce.
S.
Leonardo da Porto Maurizio, che fu il grande promotore della devozione
della Via Crucis, affermava che praticata costantemente avrebbe
santificato un’intera parrocchia!
In
uno scenario coreografico mozzafiato questa edificante espressione di
pietà popolare si è manifestata alla parrocchia planetaria dei giovani
che in questi giorni materializza a Rio de Janeiro.
Le
quattordici stazioni, secondo l’idea del direttore artistico Ravael
Cabral, sono state studiate per dialogare con i giovani. Ciascuna
verteva su un tema legato alle domande esistenziali che i giovani si
pongono: “un giovane missionario”, “un giovane convertito”, “un giovane
in una comunità di recupero”, “una giovane portavoce di tutte le
madri”, “un seminarista”, “una religiosa che lotta contro l’aborto
rinnovando il suo sì alla vita”, “una coppia di innamorati”, “una
giovane portavoce delle donne che soffrono”, uno studente disabile
sulla sedia a rotelle”, “un giovane utente dei social network”, “un
detenuto e un giovane coinvolto nella pastorale penitenziaria”, “un
giovane malato terminale”, “un giovane sordomuto”.
E’
per questo che dopo l’ultima stazione, a pochi metri dalla croce delle
GMG, Papa Francesco prendendo la parola con voce forte e ferma ha
chiesto a ogni giovane: “Tu come sei? (…) Come Pilato - che si lava le
mani per non andare controcorrente - o come il Cireneo e Maria che
aiutano Gesù a portare la croce?”
Conquistando
l’attenzione e la preghiera dei giovani nella “Terra di Santa Cruz”
Papa Francesco ha piantato anche lui sulla spiaggia dei conquistadores
un segno di amore che da strumento di morte è diventato strumento di
vita in Gesù che condivide con noi la “Via Crucis” personale, grande o
piccola che sia. (P. Alfonso M. Bruno, FI - Fonte Zenit)
video del discorso di Papa Francesco
il testo integrale del DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO durante la VIA CRUCIS CON I GIOVANI
video di tutto l'evento
-------------------------------------------- SANTA MESSA CON I VESCOVI DELLA XXVIII GMG E CON I SACERDOTI, I RELIGIOSI E I SEMINARISTI
La Cattedrale di Rio è stata consacrata nel 1979. Ha la forma di piramide Maya, in omaggio alle popolazioni del continente latinoamericano evangelizzate dai primi missionari. La base dell'edificio è quadrata e larga, la volta, alta 80 metri, circolare, con una vetrata centrale a forma di croce che attrae verso Cristo. Questa mattina, sabato 27 luglio 2013, il Papa vi ha celebrato l'Eucarestia con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i seminaristi nella Cattedrale di San Sebastiano: il testo integrale dell'Omelia del Santo Padre È stato il dialogo il filo conduttore di questa sesta mattinata brasiliana di papa Francesco. «Siamo chiamati a promuovere la cultura dell’incontro», ha detto in una cattedrale strapiena di vescovi, sacerdoti, seminaristi, religiosi e religiose che hanno accompagnato i ragazzi dei rispettivi Paesi all’appuntamento della Gmg. «In molti ambienti», ha continuato il Papa, «si è fatta strada una cultura dell’esclusione, una “cultura dello scarto”. Non c'è posto né per l’anziano né per il figlio non voluto; non c’è tempo per fermarsi con quel povero sul bordo della strada». Nell’omelia ha esortato i «vescovi, i sacerdoti, i religiosi e anche voi seminaristi che vi preparate al ministero», ad avere il «coraggio di andare controcorrente» in un contesto nel quale «sembra che per alcuni, i rapporti umani siano regolati da due “dogmi” moderni: efficienza e pragmatismo». E invece, dice Francesco, i cristiani non devono rinunciare «a questo dono di Dio: l’unica famiglia dei suoi figli. L’incontro e l’accoglienza di tutti, la solidarietà e la fraternità, sono gli elementi che rendono la nostra civiltà veramente umana. Essere servitori della comunione e della cultura dell’incontro! Lasciatemi dire, che dovremmo essere quasi ossessivi in questo senso». IL PAPA: «NON LASCIATE INDIETRO NESSUNO» INCONTRO CON LA CLASSE DIRIGENTE DEL BRASILE “Io sono piccolo davanti a questa folla”. La testimonianza di un giovane, che dà voce a quella d’innumerevoli suoi coetanei. Quelli delle strade di Rio, vite a volte così difficili che rischiano di perdersi. Sono le parole di Walmir Junior, che oggi, prima del discorso pronunciato dal Papa alla classe dirigente del Brasile, all’interno del teatro municipale di Rio ha preso la parola, in maniche di camicia, visibilmente emozionato fin dall’inizio del suo discorso, semplice ma intenso, profondo, pronunciato con la convinzione di chi ce l’ha fatta. Walmir, un passato quasi da “meninho de rua”, un presente da laureato alla Pontificia Università Cattolica di Rio. “Amare il prossimo è fuori moda”: una “provocazione”, questa, che Walmir ha raccontato di aver voluto raccogliere, per vivere controcorrente grazie alla sua fede. “Ho sempre voluto cambiare la mia vita, cambiando la vita degli altri”, ha rivelato. Poi giunto quasi al termine del suo discorso ha detto “sono un po’ nervoso”, con un sorriso si è rivolto al Papa e poi si è visibilmente commosso, è stato sopraffatto dalla commozione. Così Walmir ha lasciato il suo leggio per slanciarsi di corsa verso Papa Francesco, tra di loro un lungo e intenso abbraccio, ricambiato da un Papa che durante il discorso del giovane brasiliano non gli ha mai tolto gli occhi di dosso, girando appositamente la testa dalla sua parte. "La fraternità tra gli uomini e la collaborazione per costruire una società più giusta non sono un sogno fantasioso, ma il risultato di uno sforzo concertato di tutti verso il bene comune". Così Papa Francesco incontrando nel Teatro Municipale di Rio de Janeiro i politici, i diplomatici, gli esponenti della società civile, dell'imprenditoria, della cultura e delle maggiori comunità religiose in Brasile. Nel suo denso discorso il Pontefice ha messo a fuoco tre aspetti: l'originalità di una tradizione culturale; la responsabilità solidale per costruire il futuro; e il dialogo per affrontare il presente. video
il testo
integrale del discorso del Santo Padre all'incontro con la Classe
Dirigente del Brasile nel Teatro Municipale (Rio de Janeiro, 27 luglio
2013)
Il grande teatro è pieno in ogni ordine di posti: prima e dopo i discorsi ci sono brevi intervalli musicali e c'è soprattutto un gruppo di bambine che, all'improvviso, sbuca da dietro il palcoscenico dove è seduto il Papa. La più piccola gli offre dei fiori e poi tutte gli si siedono a terra tutt'intorno. Emozionatissime e sorridenti, verranno salutate una a una da Francesco. Guarda i video di altri momenti dell'incontro:
l'incontro con una ragazza down video
Papa Francesco incontra alcuni rappresentanti degli indios brasiliani
video il video integrale dell'incontro INCONTRO CON L'EPISCOPATO BRASILIANO
Creatività dell’amore, grammatica della semplicità, riscaldare il cuore, accordare il passo con le possibilità dei pellegrini, penetrare nel varco del disincanto dei cuori, ridare cittadinanza a tanti che camminano come in un esodo… Il discorso del Papa ai vescovi brasiliani sulla missione della Chiesa oggi è intessuto di espressioni che recano chiaramente la sua impronta, nei contenuti non meno che nello stile. Anzitutto va sottolineata la lunghezza, del tutto inusuale per Francesco: il testo letto ai presuli di questo immenso Paese (che conta il maggior numero di cattolici e di diocesi al mondo) è una riflessione che parlando al Brasile in realtà allarga gli orizzonti a tutta la Chiesa. E’ di fatto la prima sistematizzazione della visione della Chiesa di Papa Bergoglio. Il Papa ricorre a due immagini: il rinvenimento miracoloso ormai 300 anni fa dell’immagine mariana venerata ad Aparecida come patrona del Brasile e i discepoli di Emmaus. ll Papa: «Chiesa semplice o la missione fallisce»
il testo integrale del discorso del Santo Padre
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DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II HOREB n. 64 - 1/2013TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI "Sono
passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è
importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo,
perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno
partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso
avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si
dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti. Il
Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la
vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le
sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel
mondo. Il
Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si
era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la
Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i
popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente
universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica
trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi
orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici,
dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità
cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della
Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di
governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona
umana e della sua coscienza. Gli
orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti
abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale,
purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi
cinquant’anni nelle varie comunità cristiane. La
riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole
essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti
e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di
Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è
fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante,
accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di
riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa
popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13
novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana
del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a
quelle del passato»...
(EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf) E' possibile richiedere
copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it
INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
"DALLA PARTE DEI POVERI, I VICARI DI CRISTO" il programma degli INCONTRI PER L’ESTATE – 2013 della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO (pdf) --------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Il tesoro nascosto... Voglio veder ridere... Il pescatore di perle... Sapienza è... Le persone sono... Dio non si nega... --------------------------------------------------------------- Elia è il profeta solitario che
coltiva la sete dell'unico Dio e vive alla sua presenza. Egli è il
contemplativo rapito dalla passione ardente per l'assoluto di Dio, la
cui “parola ardeva come fiaccola”. E’ il mistico che, dopo un cammino
lungo e faticoso, impara e leggere i nuovi segni della presenza di Dio.
E’ il profeta che si coinvolge nella vita del popolo e, lottando contro
i falsi idoli, lo riconduce alla fedeltà dell'Alleanza con l'unico Dio.
Egli è il profeta solidale con i poveri e i lontani e difende coloro
che soffrono violenza e ingiustizia. Fin dall'origine dell'Ordine dei
Carmelitani si trova un'ispirazione alla sua figura, che ne pervade poi
tutta la storia, tanto che giustamente il Profeta può considerarsi suo
Fondatore ideale.
SANT'IGNAZIO DI LOYOLA (video)--------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)RUBRICA Un cuore che ascolta - lev shomea' "Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9) Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 11,1-13 "Signore, insegnaci a pregare", è l'invocazione di uno dei discepoli di Gesù e quella dei discepoli di ogni tempo e luogo: "Ed egli disse loro: quando pregate dite: Padre." Gesù
non ci comunica una formuletta da aggiungere alle tante altre presenti
già nella preghiera di Israele; egli ci consegna il suo tesoro più
prezioso, la ragione unica della sua vita e della nostra, il suo
respiro: IL PADRE! ... --------------------------------------- 17ª Domenica del Tempo Ordinario anno C 28 luglio 2013
omelia di don Angelo Casati
Gen 18, 20-21. 23-32
Sal 137 Col 2, 12-14 Lc 11, 1-13 E
così, lungo la strada, dopo aver loro insegnato a provare tenerezza
come il Samaritano, dopo aver loro insegnato a scegliere la parte buona
che è: stare in ascolto, come Maria di Betania, quel giorno insegnò
loro a pregare.
E la domanda del discepolo era stata esplicita:
"Signore, insegnaci a pregare…".
Forse
erano stati affascinati, conquistati da quel suo pregare, in silenzio.
Forse il volto si era fatto luminoso come quello di Mosè nella
montagna. E nessuno ardiva interromperlo.
Ma
poi osarono: ogni "rabbi" aveva un suo insegnamento sulla preghiera;
anche Giovanni aveva insegnato ai suoi discepoli a pregare.
"Signore, insegnaci a pregare…".
Insegnalo a noi. A noi che oggi abbiamo -così si dice- troppe cose da fare.
Narra un'antica storia:
"Quando
il maestro invitò il governatore a praticare la meditazione -e questi
spiegò che aveva troppo da fare- il maestro rispose: "Lei mi fa venire
in mente un uomo che entra nella giungla con gli occhi bendati ed è
troppo occupato per togliersi la benda". E quando il governatore
addusse come scusa la mancanza di tempo, il maestro replicò: "È un
errore pensare che la meditazione non può avvenire per mancanza di
tempo. Il vero motivo è l'agitazione mentale"" (A. Mello, La preghiera
della rana).
Insegnaci, Signore, a pregare.
E
Gesù aprì e chiuse il suo insegnamento sulla preghiera con una parola
carica di evocazione: "Padre", "Abbà", la parola con cui tu chiami Dio.
Dicono
gli esegeti che "nella moltitudine delle preghiere giudaiche non si
trova un solo esempio, non uno, di vocativo "abbà" riferito a Dio" (J.
Jeremias).
...
omelia di don Angelo nella 17ª Domenica del Tempo Ordinario
--------------------------------------- Quello
che ha reso nota in tutto il mondo la Porziuncola è soprattutto il
singolarissimo privilegio dell’Indulgenza, che va sotto il nome di
“Perdono d’Assisi”, e che da oltre sette secoli converge verso di essa
orde di pellegrini.
Milioni
e milioni di anime hanno varcato questa “porta della vita eterna” e si
sono prostrate qui per ritrovare la pace e il perdono nella grande
Indulgenza della Porziuncola, la cui festa si celebra la mattina dell'1
agosto e si conclude con il Vespro solenne del 2 agosto.
IL PERDONO DELLA PORZIUNCOLA Con
la Solenne celebrazione eucaristica delle ore 11.00, fr. Michael A.
Perry, Ministro Generale dei Frati Minori, ha dato il via alla
celebrazione del Perdono di Assisi, la grande festa della misericordia
di Dio, che ha attirato qui a S. Maria degli Angeli tantissimi
pellegrini che hanno affollato la Chiesa per partecipare a questo
momento di grazia. Con il Ministro Generale hanno concelebrato anche il
Ministro Provinciale dei Frati Minori dell’Umbria fr. Bruno Ottavi e il
Custode del Proto-Convento Porziuncola fr. Fabrizio Migliasso oltre a
un nutrito gruppo di confratelli e di sacerdoti. In assemblea era
presente anche il sindaco di Assisi, ing. Claudio Ricci, con una
piccola rappresentanza comunale.
Fr.
Michael Perry nell’omelia ha ricordato come il Perdono della
Porziuncola sia stato richiesto con grande semplicità e fede da s.
Francesco a papa Onorio III nel lontano 1216 e come il suo desiderio
“voglio portarvi tutti in paradiso”sia attuale ancora oggi. Per questo
la porta della piccola chiesetta è sempre aperta, per accogliere tutti,
senza alcun limite. Proprio su questo concetto della “porta aperta” il
Ministro Generale ha tanto insistito con le sue parole...
APERTURA DELLA SOLENNITÀ DEL PERDONO Omelia del Min. Gen. OFM, fr Michael A. Perry, alla celebrazione di apertura della Solennità e della Porta del Perdono
LA PORTA DELLA MISERICORDIA In
occasione della Festa del Perdono di Assisi e nella prospettiva più
ampia del Giubileo del Perdono del 2016 (gli 800 anni dall’istituzione
dell’Indulgenza per la Porziuncola richiesta da san Francesco a Papa
Onorio III), un pensatore contemporaneo rifletterà sulla relazione tra
San Francesco e il Perdono. Si tratterà di descrivere un aspetto
caratteristico del Poverello di Assisi, molto spesso sottovalutato in
favore di una figura più romantica ed idilliaca. Nel suo recente saggio
“Doppio ritratto” (Adelphi), Cacciari si è confrontato in modo
approfondito con il San Francesco descritto da Dante e con quello del
ciclo pittorico della Chiesa Superiore di San Francesco in Assisi. Nel
confronto tra questi due volti, nel loro convergere e nel loro
divergere, Cacciari ha fatto anche emergere ciò che nemmeno i due
grandi artisti fiorentini hanno contemplato. Un’immagine che gli
scritti di san Francesco però restituiscono con forza e profondità...
Massimo Cacciari. “Per lo tuo amore…” Verso il Giubileo del Perdono di Assisi del 2016 Vedi anche il nostro precedente post:
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SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Notizia appena diffusa dall'ANSA
Siria, padre Dall'Oglio rapito da filo-Al Qaida Lo riferiscono attivisti. Farnesina avvia tutte le verifiche Siria: padre Dall'Oglio rapito da islamisti---------------------------------------------------------------In Siria è stato rapito padre
Paolo Dall'Oglio, gesuita, ispiratore del dialogo cristiano-mussulmano,
grande amico del popolo siriano, acuto e appassionato testimone degli
orrori degli ultimi mesi, …
Preghiamo per padre Paolo Dall'Oglio! Padre Paolo Dall'Oglio LIBERO SUBITO!!! Siria, rapito padre Dall'Oglio---------------------------------------------------------------(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)La sete di Ismaele
La Chiesa del Calvario
di Paolo Dall'Oglio
Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)
Segnaliamo questo articolo di P. Paolo Dall'Oglio, adesso che dalla Siria non giungono sue notizie da giorni, si pensa ad un rapimento.
Invitiamo
tutti alla preghiera per liberazione di P. Paolo, gesuita, ispiratore
del dialogo cristiano-mussulmano e grande amico del popolo siriano.
"Sul
sito del settimanale Tempi, l’8 giugno 2013 il Patriarca latino di
Gerusalemme, Fouad Twal, ha per così dire espresso il sentimento della
maggioranza dei cristiani della Siria e di tutto il Medio Oriente:
essere «Chiesa del Calvario». Le Primavere arabe non sarebbero in
definitiva che una nuova tappa del malessere dei cristiani orientali di
fronte al montare dell’islamismo politico, sotto la maschera delle
rivendicazioni democratiche. Nel caso della Siria, pur riconoscendo il
bisogno di riforme, il Patriarca dichiara che non si può «distruggere
un Paese intero perché qualcuno vuole il cambiamento». Ritiene che sia
meglio vivere con un dittatore che provocare 80mila morti e un milione
e mezzo di rifugiati. «Non si possono accettare 80mila morti e milioni
di rifugiati per il gusto di cambiare». E aggiunge che, se i cristiani
e i patriarchi potessero ottenere vantaggi con la rivoluzione,
darebbero la loro benedizione: «Non sappiamo dove stiamo andando. Come
potrei oggi benedire tanti massacri e tante morti?». È interessante
notare come egli tralasci di ricordare che morti e rifugiati sono
soprattutto le vittime della repressione dello Stato contro una
rivoluzione nata democratica e che vorrebbe rimanere tale il più
possibile. Di colpo le vittime diventano il boia! Ci sono cristiani
siriani che hanno a lungo sofferto per il regime, sono stati
imprigionati e torturati, che hanno preso la via dell’esilio… Costoro
sono solidali con gli altri siriani democratici della rivoluzione in
corso.
Ma
è possibile che la rivoluzione sia perduta! L’assenza di solidarietà
occidentale, oltre che da parte di altre potenze come l’India e il
Brasile, aggiunta alle contraddizioni del movimento stesso; l’aiuto
diretto economico e militare fornito dalla Russia e dall’Iran;
l’invasione delle migliori truppe libanesi all’interno del territorio
siriano; la presenza di gruppi radicali islamici e clandestini sul
terreno; l’illimitata volontà repressiva del regime e dei suoi clan
associati; la manipolazione assai efficace dell’informazione
internazionale, con l’aiuto molto attivo di uomini e donne di Chiesa;
l’interesse geostrategico di Israele e Occidente per una guerra civile
tra musulmani, secondo l’opinione esplicita dei teorici conservatori…
Tutto questo potrebbe effettivamente produrre una tragedia completa:
500mila morti, cinque milioni di rifugiati all’estero e una Siria
ridotta a un cratere...
La Chiesa del Calvario di Paolo Dall'Oglio Vedi anche lo Speciale di FAMIGLIA CRISTIANA:
GIALLO SUL RAPIMENTO DI PADRE DALL'OGLIO --------------------------------------- Oggi
l'Arsenale della Pace del Sermig, fondato da Ernesto Olivero, compie 30
anni. La sua storia inizia a Torino, piazza Borgo Dora, il 2 agosto
1983: Olivero e i suoi amici varcano per la prima volta il portone
dell’ex arsenale militare, la fabbrica da cui uscirono le armi del
Risorgimento e delle guerre mondiali, e che in quel momento è un un
rudere. Da quel giorno è la casa del Servizio missionario Giovani,
l'arsenale della guerra diventa l'Arsenale della Pace...
Sermig, l'Arsenale della Pace compie 30 anni La
globalizzazione non è solo quella del denaro e della finanza. C’è da
molto più tempo - e i cristiani lo sanno bene - una “multinazionale”
presente ovunque nel mondo, che non “vende” nulla, ma casomai regala. A
questa holding appartiene anche il Sermig di Ernesto Olivero, col suo
Arsenale della Pace che oggi, 2 agosto, compie 30 anni. Multinazionale
perché gli Arsenali, in realtà, sono diventati tre: a Borgo Dora di
Torino, nel quartiere dei miracoli; e poi a San Paolo del Brasile e a
Madaba.
Tutti
e tre gli Arsenali sono nati come segno di contraddizione: a Borgo Dora
si costruivano bombe e cannoni; a San Paolo quegli edifici erano il
centro di accoglienza e quarantena per gli immigrati e gli schiavi; a
Madaba, da dove si vede il Mar Morto e la terra di Israele, la guerra è
presente da sempre: e dunque tanto più è necessario un posto per
incontrarsi, tra popoli e fedi diverse...
Arsenale della Pace trent'anni vissuti nella logica del dono Vedi anche i nostri precedenti post:
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Angelus/Regina Cæli - Angelus, 28 luglio 2013 Omelia - 31 luglio 2013: Santa Messa nella Chiesa del Gesù a Roma in occasione della Festa di Sant'Ignazio di Loyola Viaggi Apostolici fuori dall'Italia - Rio de Janeiro (Brasile) - XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (22-29 luglio 2013)
--------------------------------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"26 luglio 2013: La misura della grandezza...Che festa indimenticabile...Ogni venerdì...27/07/2013:
Non c'è croce... |
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3) Il servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm