"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°18 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 27 aprile al 3 maggio 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 10 maggio 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

  di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio viene aggiornata appena disponibile di norma il sabato sera)



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 










 
Speciale


Pagina in continuo aggiornamento





I NOSTRI TEMPI


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Lettera a un aspirante suicida: Caro fratello, non toglierci la tua vita​!!!


Lettera a un aspirante suicida

Caro fratello che non vuoi più vivere, ti scrivo perché tu non ti tolga la vita. In questi giorni stiamo tutti sentendo brutte notizie su chi come te, per ragioni cosiddette economiche – ma non sono solo tali, tu lo sai – hanno compiuto il gesto volontario di transitare oltre il confine estremo. 
E ho paura di non scrivere bene perché vorrei usare parole dirette, sincere, efficaci e trovarle è difficile. La cosa che non ti dirò è che ti sono vicino, perché io e anzi tutti noi ti siamo stati lontanissimi. Abbiamo sfiorato la tua angoscia camminando per strada come se fossimo disinteressati a vederla; sicché tu, fratello, in questa vicenda di nascita e fine, di carne e sangue, di respiro e pensiero che ci accomuna tutti e ha nome vita, ti sei sentito così solo, da pensare che se ti fossi tolto di mezzo qualcuno si sarebbe accorto di te e tu avresti finalmente pacificato la mente e il cuore. 
Facciamo un patto, allora: che griderai, prima. Che lo farai magari nelle forme della società mediatica, del villaggio di solitudine globale in cui viviamo, scrivendo due righe, con parole tue, a questo giornale, in una lettera intitolata: 'Vorrei morire perché…'. E ci dirai perché. Non decidere nulla da solo, chi si sente solo sta già morendo...

   Caro fratello, non toglierci la tua vita​


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30 aprile 1993: la data di nascita di un amico caro, ma anche e soprattutto il giorno in cui il mondo cambiò per davvero, e perlopiù all’oscuro di tutti. Son passati 20 anni, ma anziché invecchiare diventa sempre più giovane, nuovo, moderno. E’ il Word Wide Web, e ha l’odore della libertà.

  Ferdinando Toscano: Internet fa il compleanno: con il world wide web, 20 anni di libertà

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1° Maggio, giorno dei lavoratori.... Lavoro, la festa è finita


Un milione di famiglie vive senza un reddito proveniente da un'occupazione. 
Che senso ha, oggi, celebrare il primo maggio?

Lavoro, la festa è finita

La buona notizia (una delle poche), potrebbe essere la ritrovata unità, dopo anni di divisioni. Per il resto, non c’è molto da festeggiare. L’Italia sta vivendo uno dei suoi peggiori momenti dal punto di vista occupazionale. Gli ultimi dati parlano di una disoccupazione media che si attesta sull’11% (quella giovanile è al 37%). Il primo maggio Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti parleranno dal palco di piazza IV novembre, a Perugia...

   Le parti sociali: un nuovo patto per l'occupazione

... Perugia e l’Umbria, infatti, sono in questo 1° maggio il simbolo della disperazione del lavoro, della costante deindustrializzazione del Paese, della crisi di un modello economico formato da tante piccole e medie imprese che rischiano di chiudere i battenti per sempre...

   Bonanni: la politica batta un colpo

A Cosenza il 1° maggio si festeggia eccome. Perché il sud è epicentro di una crisi nella crisi. "In Italia il tema del lavoro ha perso centralità, nel Mezzogiorno e quasi uscito dal radar. Festeggiare ha senso per ricordare a tutti questo dato". Non è una difesa d’ufficio quella di Elena Lattuada, segretario confederale della Cgil, che dal centro calabrese guiderà la più importante manifestazione sindacale del Mezzogiorno. A giustificare la necessità, quasi l'obbligo della “festa”, sono le cifre. In Italia tra il 1977 e il 2012 i disoccupati sono cresciuto da 1,4 milioni a 2,7. Ma a pagare di più è stato il Mezzogiorno: in 35 anni il tasso di disoccupazione è raddoppiato, dal 6,4% al 10,7%...

   Lattuada (Cgil): Ma al Sud festeggiare si deve, perché…

Già da cardinale papa Francesco tuonava contro “l’imperialismo del denaro che toglie di mezzo addirittura il lavoro, che è il modo in cui si esprime la dignità dell'uomo, la sua creatività, che è l'immagine della creatività di Dio”. E da Papa, non più tardi di domenica scorsa è tornato, dopo il dramma del tragico crollo della fabbrica in Bangladesh, a “rivolgere dal profondo del cuore un forte appello affinché sia sempre tutelata la dignità e la sicurezza del lavoratore”...

   Papa Francesco: tutelare la dignità dei lavoratori

"Il lavoro deve tornare a essere forza di nuova democrazia".Sono chiare le parole di Gianni Bottalico, presidente delle Acli, alla vigilia del primo maggio."Il mondo del lavoro”, continua il presidente, “va inteso come alleanza dell’economia reale, non solo tra lavoratori e imprese, come dice Confindustria, ma anche tra famiglie, mondo sempre più diffuso dell’economia sociale e settore pubblico. Questi cinque soggetti devono essere il perno di una rinascita democratica capace di contrastare lo strapotere della finanza speculativa e un’idea di mercato priva di regole"... 

   Acli: l'ora dell'austerità è finita

Re dei passaggi radiofonici di questo periodo con il brano sanremese Sotto casa, Max Gazzè non mancherà sul palco del concertone del 1° maggio a Roma, dove era stato più volte già negli scorsi anni. “Come musicista, partecipo con piacere a questa tradizione, mi piace viverla con lo spirito della festa del lavoro e dei lavoratori”, spiega. “Il clima è di festa, io non festeggerei mai in uno spirito che non fosse questo”. ..

   Max Gazzè: una tradizione che vale come augurio

«Ma che politica, che cultura! Sono solo canzonette!». Eh no, caro Edoardo Bennato. Il concerto del 1° maggio da piazza San Giovanni a Roma, volgarmente noto come "Il Concertone" (non si sa se per la qualità dei contenuti o per la durata da film cecoslovacco di fantozziana memoria) è una cosa seria, serissima. Basta leggere il titolo dell'edizione di quest'anno: «La musica per il nuovo mondo. Spazi, radici, frontiere». Non si capisce bene cosa voglia dire, ma si intuisce che si parla di cose importanti, impegnative. Non viene menzionata la parola "lavoro", che poi sarebbe il motivo per cui i sindacati lo organizzano dal 1990, ma forse è una raffinata provocazione per farne risaltare l'assenza nell'Italia di oggi...

   Elio: sono solo canzonette


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1° Maggio - "Torna, prepotente la questione sociale" di Francesco Bonini


Torna, prepotente la questione sociale

È molto diversa rispetto a quella otto-novecentesca, tutta giocata sull'asse del conflitto tra lavoratori e padroni. Oggi è trasversale e ha come orizzonte l'Europa

Nel Primo maggio irrompe nuovamente la questione sociale. Sembrava una cosa lontana, buona per i libri di storia o le rievocazioni commemorative. Il primo maggio sembrava semplicemente una bella festa di primavera, con tanto di concertone. Oggi la questione sociale ritorna. Certo, molto diversa rispetto a quella otto-novecentesca, sull’asse del conflitto tra lavoratori e padroni.
Oggi la questione sociale è, per usare una parola di moda, trasversale. E dunque più subdola e difficile da affrontare. Non basta riconoscere i diritti e ridistribuire con più giustizia ed equità, come si era fatto per risolverla, l’antica questione sociale dei paesi occidentali avanzati ed industrializzati. Il processo di diffusione crescente del benessere, che ha caratterizzato la seconda metà del ventesimo secolo, ed ha prodotto un grande ceto medio, è finito. Lo si sapeva da diversi anni, ma si è tentato di ignorarlo, di bolla in bolla finanziaria. Ed è venuta la crisi, spietata. Così, lo ha certificato con grande chiarezza anche il presidente della Repubblica, prima nel messaggio di fine anno e poi in quello della rielezione, la questione sociale si riaffaccia. 
È fatta di impoverimento, cioè di perdita del potere di acquisto, delle famiglie e di persone che prima risultavano autosufficienti, di disoccupazione, cioè sia di espulsione di mano d’opera esuberante che di mancato ricambio, con i suoi effetti di emarginazione e diffuso senso di frustrazione giovanile. È fatta di sperequazioni che crescono, di distanze sociali che salgono.

   Torna, prepotente la questione sociale di Francesco Bonini


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"Il 1° maggio del cattolicesimo sociale che non c'è" di Giorgio Bernardelli


Il 1° maggio del cattolicesimo sociale che non c'è
di Giorgio Bernardelli

Qualche riflessione sulla situazione nella corrente politico-culturale che si rifà a figure come Dossetti e La Pira
Come tutte i riti anche il primo maggio in tempo di crisi rischia di affogare nella retorica. Per questo vi risparmio il predicozzo sull'emergenza lavoro: straborda già da tutti i tg di oggi, anche se ho seri dubbi che ripetere all'infinito che «occorre fare qualcosa» aiuterà a risolvere i problemi. In questa festa dei lavoratori preferisco, piuttosto, parlare di un tema un po' più ampio: lo stato di salute decisamente precario di quella corrente culturale che va sotto il nome di «cattolicesimo democratico» ma che per chiarezza a me piace di più chiamare cattolicesimo sociale.
Il 1° maggio è sempre stato la sua giornata; quella durante la quale nelle feste di san Giuseppe Lavoratore sapevamo esprimere un'idea forte di società, alternativa sia alle parate sulla Piazza Rossa sia alla legge del più forte del liberismo rampante. Oggi invece nel mondo cattolico il 1° maggio è diventata solamente la giornata degli incontri dei vescovi con i lavoratori, che poi molto spesso sono veglie in cui in prima fila c'è chi il lavoro non ce l'ha più o lo sta perdendo. Momenti preziosi, di una Chiesa che giustamente vuole essere vicina a chi soffre. Ma il problema è che accanto manca tutto il resto che ne dovrebbe discendere. Soprattutto a livello di capacità dei laici cattolici di essere davvero promotori di una proposta politica capace di incarnare attraverso scelte concrete i valori del cattolicesimo sociale.
Di fronte allo spettacolo avvilente a cui abbiamo assistito in queste ultime settimane credo che l'unica strada sia fare i conti sul serio con questa situazione. E con il coraggio di mettere finalmente anche qualche puntino sulle i. In questo senso provo a mettere in fila qualche mio pensiero...

     Il 1° maggio del cattolicesimo sociale che non c'è


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Giornata mondiale della libertà di stampa / 1



Giornata mondiale della libertà di stampa

Oggi, 3 maggio, è la giornata mondiale dedicata alla libertà e alla sicurezza dei giornalisti. La si celebra da dieci anni e alcuni mesi fa avevamo deciso che valeva la pena farlo con un numero speciale, dedicato a tutti quei giornalisti che ogni giorno rischiano la loro vita per raccontare e testimoniare. Oggi per noi, che dall’8 aprile non abbiamo notizie del nostro inviato Domenico Quirico entrato in Siria per una serie di reportage nell’area di Homs, questa scelta è ancora più significativa e urgente. 
In ogni angolo del mondo ci sono giornalisti minacciati, picchiati, trascinati in tribunale per spingerli a smettere di «disturbare», rapiti, uccisi. Ci sono Paesi in cui il «pericolo» viene associato soltanto all’andare a raccontare le guerre all’estero e Paesi in cui ci vuole coraggio a descrivere ciò che accade sotto casa. Ci sono Paesi in cui le due cose convivono...

   Quella libertà di stampa diversa a ogni latitudine

L'inviato della "Stampa" è disperso in Siria da venti giorni. Due mesi fa lo avevamo intervistato. Riproponiamo quel dialogo, per raccontare lui e il suo lavoro. E per unirci all'attesa e alla preghiera di chi lo aspetta a casa.
... Io credo che accada perché non si riesce più a creare compassione. Questo è il problema dei giornali, non il bilancio in rosso, la pubblicità... Ma l’incapacità a raccontare il dolore. Si va nei luoghi in cui l’uomo soffre, ma non si comunica nulla, ci si perde dietro ad altre cose. 
Ma cosa vuol dire per lei comunicarlo?
Condividere. Andare lì e condividere. E poter trasmettere quanto siano terribilmente vive le cose che vediamo. Il reportage, che è stata la parte essenziale e costitutiva della storia del giornalismo, oggi vive una nuova necessità. Bisogna essere all’interno del fatto, rischiando, senza avere un modo per scampare a ciò che accade. Poi, c’è tutto il disperato tentativo della scrittura di restituire in minima parte gli uomini che vedo, di dare a te che non sei lì, almeno per un’infinitesima parte, il senso di esserci, di vedere. 
Trasmettere compassione basta a far comprendere, a rendere coscienti?
Il capire viene dopo questo, non prima. L’emozione stessa è un elemento per capire. Questo non toglie che io sono perfettamente consapevole di raccontare una parte, una piccolissima parte. Ma è inevitabile: devi scegliere dove stare. Non puoi essere un’entità superiore, devi sporcarti le mani. 
Perché, da quando ha ripreso a fare l’inviato, non è più la stessa persona di prima?
Questo modo di fare il mestiere mi ha messo di fronte all’eterno problema del male. No, in realtà il male non è un problema... È un mistero. E questo lavoro è calarsi nel mistero del male...

   DOMENICO QUIRICO «Andare lì e condividere»

   Intervista a Mario Calabresi, direttore della Stampa (video)

“Da oggi l’home page della Fnsi apre con l’appello alla liberazione di Domenico Quirico inviato de La Stampa di cui non si sa più nulla da parecchie settimane dopo essere giunto in Siria per seguire le sanguinose vicende di quel Paese. ‘Domenico Quirico libero’ e il nastrino giallo campeggia sul sito del Sindacato dei giornalisti italiani così come sulla testata del giornale del collega. L’intera organizzazione internazionale dei giornalisti è in movimento e in allarme per creare le condizioni del ritorno in libertà di Domenico Quirico.

   Franco Siddi: appello alla liberazione di Domenico Quirico


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Giornata mondiale della libertà di stampa / 2


Nel lontano 1948, al termine dei regimi dittatoriali che tennero nell’ombra propagandistica il vecchio continente per oltre un ventennio, nell’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, le Nazioni Unite proclamarono la libertà di stampa: “Chiunque ha il diritto alla libertà di opinione ed espressione; questo diritto include libertà a sostenere personali opinioni senza interferenze ed a cercare, ricevere, ed insegnare informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo informativo indipendentemente dal fatto che esso attraversi le frontiere”. Un diritto sul quale gli Stati sono invitati a riflettere ogni anno il 3 maggio in occasione della Giornata Mondiale per la libertà della stampa...

   Libertà di stampa. Da Onu e Unesco appello contro le minacce e violenze sui giornalisti

La ricerca della verità, un dovere e un diritto. Nella giornata mondiale per la libertà di stampa proclamata dalle Nazioni Unite si ricorda e si riflette...

   video

I dati del rapporto "Colpire il messaggero" di Amnesty International, presentato in occasione della Giornata mondiale della libertà di informazione. Uno degli ultimi casi è quello di Domenico Quirico, inviato della stampa scomparso 23 giorni fa

   Siria, libertà di stampa nel mirino: "La guerra ferma i giornalisti"


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Giornata mondiale della libertà di stampa / 3


La Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo è una ricorrenza che l’Unci celebra da sei anni in collegamento con la Giornata mondiale della libertà di stampa, deliberata 20 anni fa dall’Onu. La Giornata mondiale quest’anno si tiene a San Josè di Costarica all’insegna dello slogan Safe to Speak : Sicuri quando si parla, garantire la libertà di espressione in tutti i Media. E’ un appuntamento inserito nel Piano di azione Onu sulla sicurezza dei giornalisti e si focalizza sull’assicurare la sicurezza fisica – solo l’anno scorso sono stati 121 i colleghi uccisi in tutto il mondo – ma anche la sicurezza psicologica, contro l’alto livello di impunità per chi compie crimini contro la libertà di stampa. Anche noi siamo afflitti da questo grave problema, in questo particolare momento in Siria: del collega Domenico Quirico della Stampa non sia hanno notizie da più di 20 giorni, poco tempo fa sono stati liberati, fortunatamente incolumi, dopo un sequestro di una decina di giorni, Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabbous...

   A Perugia nel ricordo dei colleghi uccisi e per la sicurezza degli inviati nel mondo

Sui rischi che coinvolgono in particolare gli inviati di guerra, Davide Maggiore ha intervistato Domenico Affinito, vicepresidente per l’Italia di Reporter Senza Frontiere...

   Ascolta da Radio Vaticana: Ricorre oggi la Giornata mondiale per la libertà di stampa (audio)

Internet non sta garantendo maggiore libertà di stampa in Europa, anzi, al contrario ha creato uno spazio dove la libertà di espressione può in pratica essere limitata più di quanto non consentano gli standard internazionali.
Questo è l'allarme che lancia il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, celebrata ogni anno il 3 maggio... 

   Alert, su Internet libertà di stampa in pericolo

Una trentina di vignette sulla libertà di stampa, realizzate da illustratori e giornalisti di tutto il mondo, sono esposte fino al 5 maggio 2013 nella piazza Carlo Alberto di Torino...

   Leggi l'articolo e guarda le vignette: Giornalismo perseguitato ed "esiliato": a Torino una mostra internazionale di vignette


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Venerdì 3 maggio viene celebrata la Giornata per la libertà di stampa, ricorrenza promossa dall'Unesco. Una data che in Italia viene dedicata alla sicurezza e alla liberta di espressione che, come si legge in un comunicato della Federazione Nazionale della Stampa, è particolarmente "a rischio nei luoghi di guerra, nelle terre dominate dai regimi e ovunque (anche in Italia) dalla malavita che infesta soprattutto le aree di frontiera". 

  TG24: Giornata mondiale libertà di stampa: il dovere di raccontare

Ricorre oggi il ventesimo anniversario della Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa, istituita dall’Unesco nel 1993 e quest’anno dedicata alla rete e alle voci nuove, emerse grazie al web che ha contribuito in modo decisivo alla caduta di lunghissimi regimi in Nord Africa. Ma l’Unesco ricorda come la libertà di espressione non sia ancora garantita: la trasformazione del panorama dei media ha creato interessanti opportunità di scambio e di dialogo ma non si è tradotto in più forte rispetto delle libertà fondamentali.

  Paolo Sperati: Giornata mondiale libertà di stampa: il dovere di raccontare non può uccidere

La Procura di Roma ha avviato una indagine in relazione alla scomparsa in Siria dell’inviato de La Stampa, Domenico Quirico. Come da prassi, nel fascicolo si ipotizza il reato di sequestro di persona con finalità di terrorismo. Al momento, in base a quanto si apprende a Piazzale Clodio, sono pochi gli elementi in mano agli inquirenti.

  LA STAMPA: Quirico, l'appello dell'Unione europea. La Prcura di Roma apre un'inchiesta

Domenico Quirico ospite nell’edizione 2012 di “Una Torre di Libri”. In quell’occasione l’inviato de La Stampa aveva presentato il suo libro, “Gli ultimi. La magnifica storia dei vinti”

  Quirico - Ultimi. La magnifica storia dei vinti (video)

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FEDE E
SPIRITUALITA'





DA UNA CHIESA TRIONFANTE

AD UNA CHIESA MENDICANTE

A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II

HOREB n. 64 - 1/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Sono passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo, perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel mondo.
Il Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici, dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona umana e della sua coscienza.
Gli orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale, purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante, accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa  popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13 novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato»...  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
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E-mail: horeb.tracce@alice.it



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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 18 di Santino Coppolino



RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

Vangelo: Gv 13,31-35

"La Gloria di Dio è l'uomo vivente" dice Ireneo di Lione, "La Gloria di Dio è l'uomo che ama" dice Gesù. 
E' nell'Amore che si manifesta la presenza di Dio, è nell'amore che Lui ci visita e ci rende "viventi", ad immagine del suo Figlio, il Vivente, il Risorto...


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V DOMENICA DI PASQUA (C-2013) Riflessione di Gianfranco Ravasi


V DOMENICA DI PASQUA
(Anno C) - 28.04.2013

Riflessione del Card. Gianfranco Ravasi

Letture:
Letture:
At 14,21-27;   Sal 144(145);
Ap 21,1-5;    Gv 13,31-35.

  video


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Il Credo nei mosaici di Monreale - puntata del 28/04/13


Il Credo nei mosaici di Monreale 
- puntata del 28/04/13 - 

Programma di TV2000 "Il Credo nei mosaici di Monreale", di Sandro Magister e padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese. In dodici puntate come i dodici apostoli, di mezz'ora ciascuna. 
La trama è il "Credo", l'abc della fede cristiana, con le forme, i colori, la luce di quel capolavoro unico al mondo che sono i mosaici di Monreale.La storica dell'arte Sara Magister ne illustrerà la "lettera" mentre padre Innocenzo ne svelerà lo "spirito", accompagnandoci all'interno stesso del duomo. Un'avventura senza eguali, dai primordi della creazione, all'avvento di Gesù, alla celeste Gerusalemme. Il programma è una produzione Run To Me Film per Tv2000. La cura è di Francesca Romana Pozzonelli. La regia dei filmati realizzati nel Duomo di Monreale è di Davide Gambino per la Run To Me Film; la regia di studio è di Edoardo Pacchiarotti per Tv2000.

Nella seconda puntata, accanto all'immagine della divina Sapienza, lo sguardo cade sugli arcangeli Raffaele e Michele, gli annunciatori della prima e della seconda venuta del Figlio di Dio. Li ritroviamo nell'abside al fianco di Maria in trono, con nel grembo Gesù col volto regale di un piccolo Pantocrator. Adamo ed Eva hanno peccato, hanno perduto il paradiso. Ma i patriarchi, i re, i profeti preparano l'avvento del Dio con noi, l'Emmanuele che salva. L'arcangelo Gabriele reca l'annuncio a Maria. Lo Spirito Santo scende su di lei.

  video

  la prima puntata


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"Jacques Maritain, un messaggio più che mai attuale" di Bruno Forte


Jacques Maritain, un messaggio più che mai attuale
di
mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto

Era il 28 aprile 1973, esattamente come oggi, quarant’anni fa. A Tolosa, in una delle baracche abitate allora dai Piccoli Fratelli di Gesù, cui aveva voluto unirsi dopo la morte dell’amatissima moglie Raïssa, Jacques Maritain – pensatore di fama mondiale – moriva povero, come aveva scelto di essere nel desiderio di imitare il più possibile il Signore Gesù, da lui seguito con intensissimo amore dal giorno del suo ingresso da adulto nella Chiesa cattolica. I quarant’anni trascorsi da quell’ultimo addio permettono di osservare con obiettività come non siano affatto morte le sue idee, che sembrano anzi più vive e attuali che mai a partire dagli scenari che l’umanità sta attraversando, e in particolare da quelli del nostro Paese, provato da un’evidente, sconcertante crisi della sua classe politica. Vorrei mostrare perché, muovendo da una singolare pagina, in cui il grande e umile Maritain così presentava se stesso: “Chi sono io dunque? Un professore? Non lo credo; ho insegnato per necessità. Uno scrittore? Forse. Un filosofo? Lo spero. Ma anche una specie di romantico della giustizia troppo pronto a immaginarsi, ad ogni combattimento, che fra gli uomini sorgerà senz'altro il giorno della giustizia come della verità. Forse sono anche una specie di rabdomante con l'orecchio incollato alla terra, per captare il mormorio delle sorgenti nascoste, l'impercettibile fruscio delle germinazioni invisibili. E forse, come qualsiasi cristiano, nonostante le paralizzanti miserie e debolezze e tutte le grazie tradite di cui prendo consapevolezza alla sera della mia vita, sono anche un mendicante del cielo travestito da uomo del nostro secolo, una specie di agente segreto del Re dei Re nei territori del principe di questo mondo…”...

  Jacques Maritain, un messaggio più che mai attuale di Bruno Forte (pdf)


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CHIESA E SOCIETÀ
interventi ed opinioni


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"Il nostro bisogno di verità" confronto tra Enzo Bianchi e Umberto Galimberti (VIDEO INTEGRALE)


"Il nostro bisogno di verità"
 confronto tra Enzo Bianchi e Umberto Galimberti
moderato da Giovanni Valentini

"... Dobbiamo però farci anche un’altra domanda: l’incredulità in Dio che molti dichiarano non è forse presente anche in chi si dice credente? In verità fede e incredulità abitano simultaneamente nel cuore del credente, lo attraversano, sicché una frontiera passa anche dentro di lui: quella stessa frontiera che si vorrebbe come linea di separazione tra gli uomini, in modo da scacciare dal credente il problema di avere in sé l’incredulità come propria inquilina. Fede e ricerca non si escludono a vicenda. L’incertezza, anche il dubbio possono coabitare con la fede: credere contiene in sé il dubbio, perché non appartiene all’ordine del sapere, bensì a quello della convinzione. Fede e incredulità si intersecano nelle nostre profondità, e vengono giorni, soprattutto nell’anzianità, in cui si spera di essere credenti e si prega per non essere privati della fede..." (Enzo Bianchi)

  video integrale

Guarda anche il nostro post precedente:
  "Il nostro bisogno di verità" Enzo Bianchi e Umberto Galimberti


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LA MAFIA INCOMPATIBILE CON LA VITA CRISTIANA - Michele Pennisi Vescovo di Monreale


Ingresso nella Diocesi di Monreale di S.E.Mons. Michele Pennisi (26.04.2013)

"Vi ringrazio sentitamente per la vostra numerosa e calorosa presenza per l’inizio del mio ministero pastorale come Arcivescovo di Monreale. Il Signore mi dona la grazia di fare l’ingresso in questa Chiesa che Gesù mi ha affidato ...
Nella bellezza dell’architettura e dei mosaici di questa cattedrale, nata dal desiderio di re Guglielmo di dare a Dio un luogo degno della Sua divina maestà, è incisa la fede dei nostri padri, il fervore della loro vita cristiana, la storia di santità della nostra Chiesa. Un edificio sacro esiste perché noi impariamo a vivere la gioia del Signore che è la nostra forza, perché in esso incontriamo Cristo, pietra angolare su cui si edifica la sua Chiesa. Il Cristo pantocratore che domina con il suo sguardo penetrante e con il suo abbraccio dall’abside di questo duomo ci dice che questa Cattedrale, prima di essere di un Vescovo o di una città, è di Cristo; appartiene a Lui e in questo luogo Egli è presente; parla attraverso la voce dell’Apostolo, santifica e conferma nell’unità il suo popolo. Nessuno, perciò, può dire “la mia” o “la nostra” Cattedrale. Prima di essere un monumento di arte, un luogo di concerti di musica sacra, essa è il luogo in cui Dio si rende presente. La bellezza e il fascino della Chiesa scaturisce innanzitutto dalla presenza di nostro Signore Gesù.
In questo duomo bisogna lasciarsi guardare dal Cristo e sentirci guardati , abbracciati, accolti, amati da Cristo e protetti dalla Vergine Maria, dai patriarchi dell’Antico Testamento , dagli Apostoli e dai santi.
La Cattedrale non è un museo ma edificio vivo di cui i cristiani siamo le pietre vive perché Gesù Cristo Risorto è vivo. ...
Il cammino storico della Chiesa siciliana è stato suggellato dalla splendida testimonianza del martirio del prossimo beato don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia perché fedele al suo ministero di prete. La memoria di questo martirio è impegnativa per la Chiesa siciliana tutta. Il suo martirio è venuto a siglare questa stagione di impegno ecclesiale anche se questo martirio non va disgiunto e isolato da quello di numerosi altri uomini tra cui vari magistrati e esponenti delle forze dell’ordine e della società civile. L'atteggiamento pastorale verso i mafiosi va accompagnato dalla esigenza di prevenire i fenomeni criminosi e di aiutare i mafiosi a pentirsi , a riparare il male fatto e a diventare persone nuove. Non bisogna abbassare la guardia per contrastare la criminalità mafiosa, ma i cristiani devono trovare motivazioni valide per contrastare questo fenomeno a partire dalla loro originale esperienza di fede e dalla loro appartenenza ecclesiale...
(omelia di Michele Pennisi, Vescovo di Monreale) 

  Omelia per l’inizio del ministero episcopale di S. E Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale (DOC) 

GUARDA IL SERVIZIO DEL TG3
  video

  Saluto di S. E Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale Dal Palazzo comunale, 26 aprile 2013 (DOC)

  Alla guida della curia di Monreale arriva il vescovo antimafia Pennisi


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Dal 26 aprile monsignor Michele Pennisi è Vescovo di Monreale. Si rivolge ai fedeli con un augurio: «Spero di poter fare come il Papa: stare con la gente e tra la gente, per annunciare un cristianesimo vivo e necessario all'uomo di oggi»

  Francesco Inguanti:  «Voglio servire Cristo in umiltà e semplicità» 


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Gente fuori dalla crisi - Rapporto di Caritas Europa


Verso una società che si prende cura, in un contesto di crisi. Austerità e recessione in cinque Paesi deboli nel nuovo rapporto di Caritas Europa.

Il 14 febbraio 2013, nel corso di una conferenza stampa presso l’Ufficio di Dublino del Parlamento Europeo, e in modo simultaneo negli altri Paesi coinvolti, Caritas Europa ha presentato un Rapporto sull’impatto della crisi economica e delle misure di austerità in cinque “Paesi deboli” dell’Unione Europea (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia e Irlanda). Il Rapporto (Bringing People out of the Crisis – Caritas Response to Austerity, with special focus on Europe’s worst hit countries), arricchito dal decennale lavoro sul campo della Caritas nei diversi Paesi, è diviso in quattro parti e presenta dati, testimonianze, esperienze e una serie di raccomandazioni rivolte alle istituzioni e a vari attori significativi, a livello nazionale e comunitario.

   Gente fuori dalla crisi

Per approfondire:
   il testo integrale Rapporto Bringing People out of the Crisis – Caritas Response to Austerity, with special focus on Europe’s worst hit countries (inglese) (pdf)

   la Sintesi dei principali dati VERSO UNA SOCIETÀ CHE SI PRENDE CURA, IN UN CONTESTO DI CRISI (italiano) (pdf)


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CONTRASTARE LA POVERTÀ SENZA DIMENTICARE LA PROFEZIA. - XXXVI CONVEGNO DELLE CARITAS DIOCESANE -


CONTRASTARE LA POVERTÀ SENZA DIMENTICARE LA PROFEZIA.
IL XXXVI CONVEGNO DELLE CARITAS DIOCESANE

Bisogna avere «l’ambizione non solo di curare, ma anche di intervenire sulle cause del male» è l’invito che l’economista Leonardo Becchetti ha rivolto agli operatori delle Caritas diocesane – erano in 597, in rappresentanza di 161 diocesi, su un totale di 220 – riunite per il loro trentaseiesimo convegno a Montesilvano (Pe) dal 15 al 18 aprile.
L’analisi della situazione sociale al tempo della crisi è il punto di partenza del convegno. La famiglia, «tradizionalmente caratterizzata da un’elevata propensione al risparmio, una diffusa proprietà dell’abitazione e un contenuto ricorso all’indebitamento», resta l’ammortizzatore sociale più efficace a difesa dei più deboli (minori, giovani, anziani), «supplendo alle carenze di tutela e nascondendo le difficoltà di accesso all’indipendenza economica di giovani di ambo i sessi e donne di ogni età», ha detto nella sua prolusione mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e presidente della Caritas italiana, che ha ricordato anche mons. Giovanni Nervo, primo presidente della Caritas, morto lo scorso 21 marzo (v. Adista Notizie n. 13/13). È il segno evidente di un welfare state sempre più evanescente e di una politica sempre più latitante e sorda ai bisogni dei cittadini. Ma «la crisi economica degli ultimi cinque anni sta mostrando i limiti di questo modello, accentuando le disuguaglianze tra classi sociali, le profonde differenze territoriali e riducendo ulteriormente la già scarsa mobilità sociale», ha aggiunto Merisi, facendo riferimento al Rapporto sul benessere equo e sostenibile presentato da Cnel e Istat lo scorso 11 marzo.

   CONTRASTARE LA POVERTÀ SENZA DIMENTICARE LA PROFEZIA.

Guarda anche il nostro precedente post:

   36° Convegno nazionale delle Caritas diocesane Montesilvano (PE), 15-18 aprile 2013


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Una banca del cibo (ecumenica) per resistere alla povertà


Sfamare due bambini piccoli con 14 euro al mese, non mangiare per 2 giorni, lavorare per uno stipendio che non consente di fare la spesa. Capita in Inghilterra dove il governo di David Cameron ha introdotto i tagli più severi al sistema del welfare dal dopoguerra. A Borehamwood, una cittadina a 20 minuti dal centro di Londra, un parroco coraggioso, don Dominic McKenna, ha aperto una banca del cibo ecumenica guidando una resistenza alla povertà che ricorda il Terzo Mondo. Nel suo racconto emerge come sia Papa Francesco ad ispirarlo, perché gli “ultimi” possano avere dignità e amore insieme alle scatolette di fagioli in scatola.
Denutriti nell’Inghilterra del 2013. Taylor, 2 anni e George 5 non hanno frutta e verdura fresca da mangiare e neppure carne o pesce. “Il sussidio che mi passa lo Stato perché non lavoro e ho due figli piccoli prevede 12 sterline (14 Euro) al mese per il cibo”, spiega Marie, la mamma, una ragazza madre di 28 anni. “Con questa cifra compro solo quei cibi conservati che costano di meno, bastoncini di pesce e patatine. Ho dovuto trasferirmi in una camera singola in un ostello perché il padrone dell’appartamento di due camere dove abitavo prima ha aumentato l’affitto e mi ha sfrattato”, continua Marie. “I vicini mi guardano dall’alto in basso perché pensano che sfrutti lo Stato, ma l’anno prossimo, appena Tyler va all’asilo, mi cerco un impiego”. 
In lei il riflesso di Dio...

   Una banca del cibo (ecumenica) per resistere alla povertà


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"Custodire e coltivare la vita. Perché essere corresponsabili?" di mons. Bruno Forte


Custodire e coltivare la vita. Perché essere corresponsabili?
di mons. Bruno ForteArci vescovo di Chieti-Vasto
(Convegno Nazionale delle Presidenze Diocesane dell’Azione Cattolica Italiana, Roma, 26/4/2013)

Il termine che nella Bibbia corrisponde meglio all’idea di responsabilità è forse quello di “custodia”. Custodire vuol dire stare accanto all’altro con attenzione d’amore, rispettando e accompagnando il suo cammino, facendosene carico, coltivando la sua vita come bene assoluto. È in questo senso che l’Antico Testamento usa il termine “custode” (“shomer” in ebraico) in riferimento al Dio della storia della salvezza: “Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele. Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra” (Sal 121, 4-5). 
Analogamente a come l’Eterno custodisce la sua creatura, questa è chiamata a “custodire” il mondo in cui dimora e l’altro uomo come proprio fratello: “Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode” (Sal 127,1). L’oggetto del custodire, cui è chiamata la responsabilità morale di ogni essere umano, è molteplice: “Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!”.
Così l’ha espresso Papa Francesco nell’omelia della liturgia inaugurale del suo servizio di vescovo di Roma, allargando peraltro lo sguardo all’intera famiglia umana: “La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. È il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene” (19 Marzo 2013). Riflettendo sul tema “Custodire e coltivare la vita. Perché essere corresponsabili?” vorrei soffermarmi allora su tre ambiti, considerando successivamente l’uomo come custode del creato, come custode dell’altro e come custode di Dio, che a sua volta lo custodisce in modo peculiare nel Suo popolo, la Chiesa dell’amore...

   Custodire e coltivare la vita. Perché essere corresponsabili? (pdf)


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Per approfondire:

  AZIONE CATTOLICA ITALIANA:  Abitare il mondo da figli - Convegno delle Presidenze diocesane 2013


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 FRANCESCO
 


     Angelus/Regina Cæli - Regina Cæli, 28 aprile 2013

     Omelia - 28 aprile 2013: Santa Messa con il Rito della Confermazione

     Udienza 1 maggio 2013



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   Omelie a Santa Marta:
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Al di là delle frasette ad effetto che piacciono tanto ai giornali, le omelie che Papa Francesco offre ogni mattina a coloro che riescono ad essere presenti la messa della 7.00 seguono una linea guida molto forte e basata su una delle tre figure della Santissima Trinità: lo Spirito Santo. Un tema che non si tratta spesso, a dire il vero, e che il Papa mette sempre al centro delle semplici parole che pronuncia nel suo italiano un po’ particolare che ricorda i nostri avi, l’italiano imparato in casa, quello che ricordavano i suoi nonni italiani, come spesso dice proprio Papa Francesco. Allora proviamo a cercare sotto la parte “pop” la teologia e la ecclesiologia di Bergoglio, gesuita e Papa.

  Angela Ambrogetti:  Le omelie feriali del Papa: non solo slogan d'effetto

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  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)

Il 1° Maggio di Papa Francesco


S. Messa nella Cappellina di Casa Santa Marta
Nel Vangelo proposto dalla liturgia del giorno Gesù viene chiamato il “figlio del falegname”. Giuseppe era un lavoratore e Gesù ha imparato a lavorare con lui. Nella prima lettura si legge che Dio lavora per creare il mondo. Questa “icona di Dio lavoratore – afferma il Papa - ci dice che il lavoro è qualcosa di più che guadagnarsi il pane”: 
“Il lavoro ci dà la dignità! ...

  Messa del primo maggio. Il Papa: società ingiusta quella che non dà lavoro o sfrutta i lavoratori

Udienza generale in Piazza S. Pietro
Cari fratelli e sorelle,
buongiorno 
oggi, primo maggio, celebriamo san Giuseppe lavoratore e iniziamo il mese tradizionalmente dedicato alla Madonna. In questo nostro incontro, vorrei soffermarmi allora su queste due figure così importanti nella vita di Gesù, della Chiesa e nella nostra vita, con due brevi pensieri: il primo sul lavoro, il secondo sulla contemplazione di Gesù...

  UDIENZA GENERALE 

  video

Tweet
Cari giovani, imparate da San Giuseppe, che ha avuto momenti difficili, ma non ha mai perso la fiducia, e ha saputo superarli.


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SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"

Tweet del 1° maggio 2013)

  “Cari giovani, imparate da San Giuseppe, che ha avuto momenti difficili, ma non ha mai perso la fiducia, e ha saputo superarli”


All'arrivo dinanzi al monastero Mater Ecclesiae, sua nuova residenza in vaticano, Benedetto XVI è stato accolto da papa Francesco, "che gli ha dato il benvenuto con grande e fraterna cordialità", fa sapere la sala stampa vaticana. Insieme si sono recati nella Cappella del Monastero "per un breve momento di preghiera".

 
Papa Francesco e Benedetto XVI


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Udienza in Vaticano per la festa di San Giuseppe lavoratore. Monito alla politica: "Ogni sforzo per l'occupazione". E invita la gente alla solidarietà. "No alla concezione economicista della società, toglie dignità a persone"

  Andrea Gualtieri:   Primo maggio, il Papa tuona contro "il lavoro che schiavizza"

Il 13 aprile è stata resa pubblica la notizia che Papa Francesco ha costituito un gruppo di otto cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della costituzione apostolica Pastor bonus sulla Curia romana. La decisione ha destato molto interesse, dando luogo a non poche speculazioni. Di questo ha parlato in un’intervista al nostro giornale l’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato.

  OSSERVATORE ROMANO:   La riforma di Papa Francesco

La sua popolarità è in buona misura legata all'arte con cui parla. Tutto gli viene perdonato, anche quando dice cose che dette da altri verrebbero investite dalle critiche. Ma le prime proteste cominciano ad affiorare
   Sandro Magister:  L'incantesimo di papa Francesco

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  1) La newsletter è settimanale;

 

  2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:

      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm