"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
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NEWSLETTER n°18 del 2013
Aggiornamento della settimana -
dal 27 aprile al 3 maggio 2013 -
Prossima NEWSLETTER prevista per il 10 maggio 2013 |
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N. B. La Lectio viene aggiornata appena disponibile di norma il sabato sera)
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Lettera a un aspirante suicida
Caro
fratello che non vuoi più vivere, ti scrivo perché tu non ti tolga la
vita. In questi giorni stiamo tutti sentendo brutte notizie su chi come
te, per ragioni cosiddette economiche – ma non sono solo tali, tu lo
sai – hanno compiuto il gesto volontario di transitare oltre il confine
estremo.
E
ho paura di non scrivere bene perché vorrei usare parole dirette,
sincere, efficaci e trovarle è difficile. La cosa che non ti dirò è che
ti sono vicino, perché io e anzi tutti noi ti siamo stati lontanissimi.
Abbiamo sfiorato la tua angoscia camminando per strada come se fossimo
disinteressati a vederla; sicché tu, fratello, in questa vicenda di
nascita e fine, di carne e sangue, di respiro e pensiero che ci
accomuna tutti e ha nome vita, ti sei sentito così solo, da pensare che
se ti fossi tolto di mezzo qualcuno si sarebbe accorto di te e tu
avresti finalmente pacificato la mente e il cuore.
Facciamo
un patto, allora: che griderai, prima. Che lo farai magari nelle forme
della società mediatica, del villaggio di solitudine globale in cui
viviamo, scrivendo due righe, con parole tue, a questo giornale, in una
lettera intitolata: 'Vorrei morire perché…'. E ci dirai perché. Non
decidere nulla da solo, chi si sente solo sta già morendo...
Caro fratello, non toglierci la tua vita
-------------------------------------------- 30
aprile 1993: la data di nascita di un amico caro, ma anche e
soprattutto il giorno in cui il mondo cambiò per davvero, e perlopiù
all’oscuro di tutti. Son passati 20 anni, ma anziché invecchiare
diventa sempre più giovane, nuovo, moderno. E’ il Word Wide Web, e
ha l’odore della libertà.
Ferdinando Toscano: Internet fa il compleanno: con il world wide web, 20 anni di libertà --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Un milione di famiglie vive senza un reddito proveniente da un'occupazione. Che senso ha, oggi, celebrare il primo maggio? Lavoro, la festa è finita La
buona notizia (una delle poche), potrebbe essere la ritrovata unità,
dopo anni di divisioni. Per il resto, non c’è molto da festeggiare.
L’Italia sta vivendo uno dei suoi peggiori momenti dal punto di vista
occupazionale. Gli ultimi dati parlano di una disoccupazione media che
si attesta sull’11% (quella giovanile è al 37%). Il primo maggio
Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti parleranno dal
palco di piazza IV novembre, a Perugia...
Le parti sociali: un nuovo patto per l'occupazione ...
Perugia e l’Umbria, infatti, sono in questo 1° maggio il simbolo della
disperazione del lavoro, della costante deindustrializzazione del
Paese, della crisi di un modello economico formato da tante piccole e
medie imprese che rischiano di chiudere i battenti per sempre...
Bonanni: la politica batta un colpo A
Cosenza il 1° maggio si festeggia eccome. Perché il sud è epicentro di
una crisi nella crisi. "In Italia il tema del lavoro ha perso
centralità, nel Mezzogiorno e quasi uscito dal radar. Festeggiare ha
senso per ricordare a tutti questo dato". Non è una difesa d’ufficio
quella di Elena Lattuada, segretario confederale della Cgil, che dal
centro calabrese guiderà la più importante manifestazione sindacale del
Mezzogiorno. A giustificare la necessità, quasi l'obbligo della
“festa”, sono le cifre. In Italia tra il 1977 e il 2012 i disoccupati
sono cresciuto da 1,4 milioni a 2,7. Ma a pagare di più è stato il
Mezzogiorno: in 35 anni il tasso di disoccupazione è raddoppiato, dal
6,4% al 10,7%...
Lattuada (Cgil): Ma al Sud festeggiare si deve, perché… Già
da cardinale papa Francesco tuonava contro “l’imperialismo del denaro
che toglie di mezzo addirittura il lavoro, che è il modo in cui si
esprime la dignità dell'uomo, la sua creatività, che è l'immagine della
creatività di Dio”. E da Papa, non più tardi di domenica scorsa è
tornato, dopo il dramma del tragico crollo della fabbrica in
Bangladesh, a “rivolgere dal profondo del cuore un forte appello
affinché sia sempre tutelata la dignità e la sicurezza del
lavoratore”...
Papa Francesco: tutelare la dignità dei lavoratori "Il
lavoro deve tornare a essere forza di nuova democrazia".Sono chiare le
parole di Gianni Bottalico, presidente delle Acli, alla vigilia del
primo maggio."Il mondo del lavoro”, continua il presidente, “va inteso
come alleanza dell’economia reale, non solo tra lavoratori e imprese,
come dice Confindustria, ma anche tra famiglie, mondo sempre più
diffuso dell’economia sociale e settore pubblico. Questi cinque
soggetti devono essere il perno di una rinascita democratica capace di
contrastare lo strapotere della finanza speculativa e un’idea di
mercato priva di regole"...
Acli: l'ora dell'austerità è finita Re
dei passaggi radiofonici di questo periodo con il brano sanremese Sotto
casa, Max Gazzè non mancherà sul palco del concertone del 1° maggio a
Roma, dove era stato più volte già negli scorsi anni. “Come musicista,
partecipo con piacere a questa tradizione, mi piace viverla con lo
spirito della festa del lavoro e dei lavoratori”, spiega. “Il clima è
di festa, io non festeggerei mai in uno spirito che non fosse questo”.
..
Max Gazzè: una tradizione che vale come augurio «Ma
che politica, che cultura! Sono solo canzonette!». Eh no, caro Edoardo
Bennato. Il concerto del 1° maggio da piazza San Giovanni a Roma,
volgarmente noto come "Il Concertone" (non si sa se per la qualità dei
contenuti o per la durata da film cecoslovacco di fantozziana memoria)
è una cosa seria, serissima. Basta leggere il titolo dell'edizione di
quest'anno: «La musica per il nuovo mondo. Spazi, radici, frontiere».
Non si capisce bene cosa voglia dire, ma si intuisce che si parla di
cose importanti, impegnative. Non viene menzionata la parola "lavoro",
che poi sarebbe il motivo per cui i sindacati lo organizzano dal 1990,
ma forse è una raffinata provocazione per farne risaltare l'assenza
nell'Italia di oggi...
Elio: sono solo canzonette -------------------------------------------- Torna, prepotente la questione sociale È
molto diversa rispetto a quella otto-novecentesca, tutta giocata
sull'asse del conflitto tra lavoratori e padroni. Oggi è trasversale e
ha come orizzonte l'Europa
Nel
Primo maggio irrompe nuovamente la questione sociale. Sembrava una cosa
lontana, buona per i libri di storia o le rievocazioni commemorative.
Il primo maggio sembrava semplicemente una bella festa di primavera,
con tanto di concertone. Oggi la questione sociale ritorna. Certo,
molto diversa rispetto a quella otto-novecentesca, sull’asse del
conflitto tra lavoratori e padroni.
Oggi
la questione sociale è, per usare una parola di moda, trasversale. E
dunque più subdola e difficile da affrontare. Non basta riconoscere i
diritti e ridistribuire con più giustizia ed equità, come si era fatto
per risolverla, l’antica questione sociale dei paesi occidentali
avanzati ed industrializzati. Il processo di diffusione crescente del
benessere, che ha caratterizzato la seconda metà del ventesimo secolo,
ed ha prodotto un grande ceto medio, è finito. Lo si sapeva da diversi
anni, ma si è tentato di ignorarlo, di bolla in bolla finanziaria. Ed è
venuta la crisi, spietata. Così, lo ha certificato con grande chiarezza
anche il presidente della Repubblica, prima nel messaggio di fine anno
e poi in quello della rielezione, la questione sociale si
riaffaccia.
È
fatta di impoverimento, cioè di perdita del potere di acquisto, delle
famiglie e di persone che prima risultavano autosufficienti, di
disoccupazione, cioè sia di espulsione di mano d’opera esuberante che
di mancato ricambio, con i suoi effetti di emarginazione e diffuso
senso di frustrazione giovanile. È fatta di sperequazioni che crescono,
di distanze sociali che salgono.
Torna, prepotente la questione sociale di Francesco Bonini
-------------------------------------------- Il 1° maggio del cattolicesimo sociale che non c'è di Giorgio Bernardelli Qualche riflessione sulla situazione nella corrente politico-culturale che si rifà a figure come Dossetti e La Pira Come tutte i riti anche il primo maggio in tempo di crisi rischia di affogare nella retorica. Per questo vi risparmio il predicozzo sull'emergenza lavoro: straborda già da tutti i tg di oggi, anche se ho seri dubbi che ripetere all'infinito che «occorre fare qualcosa» aiuterà a risolvere i problemi. In questa festa dei lavoratori preferisco, piuttosto, parlare di un tema un po' più ampio: lo stato di salute decisamente precario di quella corrente culturale che va sotto il nome di «cattolicesimo democratico» ma che per chiarezza a me piace di più chiamare cattolicesimo sociale. Il
1° maggio è sempre stato la sua giornata; quella durante la quale nelle
feste di san Giuseppe Lavoratore sapevamo esprimere un'idea forte di
società, alternativa sia alle parate sulla Piazza Rossa sia alla legge
del più forte del liberismo rampante. Oggi invece nel mondo cattolico
il 1° maggio è diventata solamente la giornata degli incontri dei
vescovi con i lavoratori, che poi molto spesso sono veglie in cui in
prima fila c'è chi il lavoro non ce l'ha più o lo sta perdendo. Momenti
preziosi, di una Chiesa che giustamente vuole essere vicina a chi
soffre. Ma il problema è che accanto manca tutto il resto che ne
dovrebbe discendere. Soprattutto a livello di capacità dei laici
cattolici di essere davvero promotori di una proposta politica capace
di incarnare attraverso scelte concrete i valori del cattolicesimo
sociale.
Di
fronte allo spettacolo avvilente a cui abbiamo assistito in queste
ultime settimane credo che l'unica strada sia fare i conti sul serio
con questa situazione. E con il coraggio di mettere finalmente anche
qualche puntino sulle i. In questo senso provo a mettere in fila
qualche mio pensiero...
Il 1° maggio del cattolicesimo sociale che non c'è
-------------------------------------------- Giornata mondiale della libertà di stampa Oggi, 3 maggio, è la giornata mondiale dedicata alla libertà e alla sicurezza dei giornalisti. La si celebra da dieci anni e alcuni mesi fa avevamo deciso che valeva la pena farlo con un numero speciale, dedicato a tutti quei giornalisti che ogni giorno rischiano la loro vita per raccontare e testimoniare. Oggi per noi, che dall’8 aprile non abbiamo notizie del nostro inviato Domenico Quirico entrato in Siria per una serie di reportage nell’area di Homs, questa scelta è ancora più significativa e urgente. In
ogni angolo del mondo ci sono giornalisti minacciati, picchiati,
trascinati in tribunale per spingerli a smettere di «disturbare»,
rapiti, uccisi. Ci sono Paesi in cui il «pericolo» viene associato
soltanto all’andare a raccontare le guerre all’estero e Paesi in cui ci
vuole coraggio a descrivere ciò che accade sotto casa. Ci sono Paesi in
cui le due cose convivono...
Quella libertà di stampa diversa a ogni latitudine L'inviato
della "Stampa" è disperso in Siria da venti giorni. Due mesi fa lo
avevamo intervistato. Riproponiamo quel dialogo, per raccontare lui e
il suo lavoro. E per unirci all'attesa e alla preghiera di chi lo
aspetta a casa.
...
Io credo che accada perché non si riesce più a creare compassione.
Questo è il problema dei giornali, non il bilancio in rosso, la
pubblicità... Ma l’incapacità a raccontare il dolore. Si va nei luoghi
in cui l’uomo soffre, ma non si comunica nulla, ci si perde dietro ad
altre cose.
Ma cosa vuol dire per lei comunicarlo?
Condividere.
Andare lì e condividere. E poter trasmettere quanto siano terribilmente
vive le cose che vediamo. Il reportage, che è stata la parte essenziale
e costitutiva della storia del giornalismo, oggi vive una nuova
necessità. Bisogna essere all’interno del fatto, rischiando, senza
avere un modo per scampare a ciò che accade. Poi, c’è tutto il
disperato tentativo della scrittura di restituire in minima parte gli
uomini che vedo, di dare a te che non sei lì, almeno per
un’infinitesima parte, il senso di esserci, di vedere.
Trasmettere compassione basta a far comprendere, a rendere coscienti?
Il
capire viene dopo questo, non prima. L’emozione stessa è un elemento
per capire. Questo non toglie che io sono perfettamente consapevole di
raccontare una parte, una piccolissima parte. Ma è inevitabile: devi
scegliere dove stare. Non puoi essere un’entità superiore, devi
sporcarti le mani.
Perché, da quando ha ripreso a fare l’inviato, non è più la stessa persona di prima?
Questo
modo di fare il mestiere mi ha messo di fronte all’eterno problema del
male. No, in realtà il male non è un problema... È un mistero. E questo
lavoro è calarsi nel mistero del male...
DOMENICO QUIRICO «Andare lì e condividere»
Intervista a Mario Calabresi, direttore della Stampa (video)
“Da
oggi l’home page della Fnsi apre con l’appello alla liberazione di
Domenico Quirico inviato de La Stampa di cui non si sa più nulla da
parecchie settimane dopo essere giunto in Siria per seguire le
sanguinose vicende di quel Paese. ‘Domenico Quirico libero’ e il
nastrino giallo campeggia sul sito del Sindacato dei giornalisti
italiani così come sulla testata del giornale del collega. L’intera
organizzazione internazionale dei giornalisti è in movimento e in
allarme per creare le condizioni del ritorno in libertà di Domenico
Quirico.
Franco Siddi: appello alla liberazione di Domenico Quirico -------------------------------------------- Nel
lontano 1948, al termine dei regimi dittatoriali che tennero nell’ombra
propagandistica il vecchio continente per oltre un ventennio,
nell’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo,
le Nazioni Unite proclamarono la libertà di stampa: “Chiunque ha il
diritto alla libertà di opinione ed espressione; questo diritto include
libertà a sostenere personali opinioni senza interferenze ed a cercare,
ricevere, ed insegnare informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo
informativo indipendentemente dal fatto che esso attraversi le
frontiere”. Un diritto sul quale gli Stati sono invitati a riflettere
ogni anno il 3 maggio in occasione della Giornata Mondiale per la
libertà della stampa...
Libertà di stampa. Da Onu e Unesco appello contro le minacce e violenze sui giornalisti La
ricerca della verità, un dovere e un diritto. Nella giornata mondiale
per la libertà di stampa proclamata dalle Nazioni Unite si ricorda e si
riflette...
video I
dati del rapporto "Colpire il messaggero" di Amnesty International,
presentato in occasione della Giornata mondiale della libertà di
informazione. Uno degli ultimi casi è quello di Domenico Quirico,
inviato della stampa scomparso 23 giorni fa
Siria, libertà di stampa nel mirino: "La guerra ferma i giornalisti"
-------------------------------------------- La
Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi dalle mafie e dal
terrorismo è una ricorrenza che l’Unci celebra da sei anni in
collegamento con la Giornata mondiale della libertà di stampa,
deliberata 20 anni fa dall’Onu. La Giornata mondiale quest’anno si
tiene a San Josè di Costarica all’insegna dello slogan Safe to Speak :
Sicuri quando si parla, garantire la libertà di espressione in tutti i
Media. E’ un appuntamento inserito nel Piano di azione Onu sulla
sicurezza dei giornalisti e si focalizza sull’assicurare la sicurezza
fisica – solo l’anno scorso sono stati 121 i colleghi uccisi in tutto
il mondo – ma anche la sicurezza psicologica, contro l’alto livello di
impunità per chi compie crimini contro la libertà di stampa. Anche noi
siamo afflitti da questo grave problema, in questo particolare momento
in Siria: del collega Domenico Quirico della Stampa non sia hanno
notizie da più di 20 giorni, poco tempo fa sono stati liberati,
fortunatamente incolumi, dopo un sequestro di una decina di giorni,
Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabbous...
A Perugia nel ricordo dei colleghi uccisi e per la sicurezza degli inviati nel mondo Sui
rischi che coinvolgono in particolare gli inviati di guerra, Davide
Maggiore ha intervistato Domenico Affinito, vicepresidente per l’Italia
di Reporter Senza Frontiere... Ascolta da Radio Vaticana: Ricorre oggi la Giornata mondiale per la libertà di stampa (audio) Internet
non sta garantendo maggiore libertà di stampa in Europa, anzi, al
contrario ha creato uno spazio dove la libertà di espressione può in
pratica essere limitata più di quanto non consentano gli standard
internazionali.
Questo
è l'allarme che lancia il commissario per i diritti umani del Consiglio
d'Europa, Nils Muiznieks, in occasione della Giornata mondiale della
libertà di stampa, celebrata ogni anno il 3 maggio...
Alert, su Internet libertà di stampa in pericolo Una
trentina di vignette sulla libertà di stampa, realizzate da
illustratori e giornalisti di tutto il mondo, sono esposte fino al 5
maggio 2013 nella piazza Carlo Alberto di Torino...
Leggi l'articolo e guarda le vignette: Giornalismo perseguitato ed "esiliato": a Torino una mostra internazionale di vignette -------------------------------------------- Venerdì
3 maggio viene celebrata la Giornata per la libertà di stampa,
ricorrenza promossa dall'Unesco. Una data che in Italia viene dedicata
alla sicurezza e alla liberta di espressione che, come si legge in
un comunicato della Federazione Nazionale della Stampa, è
particolarmente "a rischio nei luoghi di guerra, nelle terre dominate
dai regimi e ovunque (anche in Italia) dalla malavita che infesta
soprattutto le aree di frontiera".
TG24: Giornata mondiale libertà di stampa: il dovere di raccontare Ricorre oggi il ventesimo
anniversario della Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa,
istituita dall’Unesco nel 1993 e quest’anno dedicata alla rete e alle
voci nuove, emerse grazie al web che ha contribuito in modo decisivo
alla caduta di lunghissimi regimi in Nord Africa. Ma l’Unesco
ricorda come la libertà di espressione non sia ancora garantita: la
trasformazione del panorama dei media ha creato interessanti
opportunità di scambio e di dialogo ma non si è tradotto in più forte
rispetto delle libertà fondamentali.
Paolo Sperati: Giornata mondiale libertà di stampa: il dovere di raccontare non può uccidere La Procura di Roma ha avviato
una indagine in relazione alla scomparsa in Siria dell’inviato de La
Stampa, Domenico Quirico. Come da prassi, nel fascicolo si ipotizza il
reato di sequestro di persona con finalità di terrorismo. Al momento,
in base a quanto si apprende a Piazzale Clodio, sono pochi gli elementi
in mano agli inquirenti.
LA STAMPA: Quirico, l'appello dell'Unione europea. La Prcura di Roma apre un'inchiesta Domenico
Quirico ospite nell’edizione 2012 di “Una Torre di Libri”. In
quell’occasione l’inviato de La Stampa aveva presentato il suo libro,
“Gli ultimi. La magnifica storia dei vinti”
Quirico - Ultimi. La magnifica storia dei vinti (video) ---------------------------------------------------------------
DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II HOREB n. 64 - 1/2013TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI "Sono
passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è
importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo,
perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno
partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso
avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si
dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti. Il
Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la
vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le
sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel
mondo. Il
Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si
era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la
Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i
popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente
universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica
trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi
orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici,
dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità
cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della
Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di
governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona
umana e della sua coscienza. Gli
orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti
abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale,
purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi
cinquant’anni nelle varie comunità cristiane. La
riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole
essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti
e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di
Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è
fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante,
accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di
riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa
popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13
novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana
del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a
quelle del passato»...
(EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf) E' possibile richiedere
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98051 BARCELLONA P.G. (ME)
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V DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)
Vangelo: Gv 13,31-35
"La Gloria di Dio è l'uomo vivente" dice Ireneo di Lione, "La Gloria di Dio è l'uomo che ama" dice Gesù.
E'
nell'Amore che si manifesta la presenza di Dio, è nell'amore che
Lui ci visita e ci rende "viventi", ad immagine del suo Figlio, il
Vivente, il Risorto...
--------------------------------------- V DOMENICA DI PASQUA
(Anno C) - 28.04.2013
Riflessione del Card. Gianfranco Ravasi
Letture: Letture: At 14,21-27; Sal 144(145); Ap 21,1-5; Gv 13,31-35.
video --------------------------------------- Il Credo nei mosaici di Monreale
- puntata del 28/04/13 -
Programma
di TV2000 "Il Credo nei mosaici di Monreale", di Sandro Magister e
padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese. In dodici puntate come i
dodici apostoli, di mezz'ora ciascuna.
La trama è il "Credo", l'abc della fede cristiana, con le forme, i colori, la luce di quel capolavoro unico al mondo che sono i mosaici di Monreale.La storica dell'arte Sara Magister ne illustrerà la "lettera" mentre padre Innocenzo ne svelerà lo "spirito", accompagnandoci all'interno stesso del duomo. Un'avventura senza eguali, dai primordi della creazione, all'avvento di Gesù, alla celeste Gerusalemme. Il programma è una produzione Run To Me Film per Tv2000. La cura è di Francesca Romana Pozzonelli. La regia dei filmati realizzati nel Duomo di Monreale è di Davide Gambino per la Run To Me Film; la regia di studio è di Edoardo Pacchiarotti per Tv2000. Nella
seconda puntata, accanto all'immagine della divina Sapienza, lo sguardo
cade sugli arcangeli Raffaele e Michele, gli annunciatori della prima e
della seconda venuta del Figlio di Dio. Li ritroviamo nell'abside al
fianco di Maria in trono, con nel grembo Gesù col volto regale di un
piccolo Pantocrator. Adamo ed Eva hanno peccato, hanno perduto il
paradiso. Ma i patriarchi, i re, i profeti preparano l'avvento del Dio
con noi, l'Emmanuele che salva. L'arcangelo Gabriele reca l'annuncio a
Maria. Lo Spirito Santo scende su di lei.
video
la prima puntata --------------------------------------- Jacques Maritain, un messaggio più che mai attuale
di
mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto
Era
il 28 aprile 1973, esattamente come oggi, quarant’anni fa. A Tolosa, in
una delle baracche abitate allora dai Piccoli Fratelli di Gesù, cui
aveva voluto unirsi dopo la morte dell’amatissima moglie Raïssa,
Jacques Maritain – pensatore di fama mondiale – moriva povero, come
aveva scelto di essere nel desiderio di imitare il più possibile il
Signore Gesù, da lui seguito con intensissimo amore dal giorno del suo
ingresso da adulto nella Chiesa cattolica. I quarant’anni trascorsi da
quell’ultimo addio permettono di osservare con obiettività come non
siano affatto morte le sue idee, che sembrano anzi più vive e attuali
che mai a partire dagli scenari che l’umanità sta attraversando, e in
particolare da quelli del nostro Paese, provato da un’evidente,
sconcertante crisi della sua classe politica. Vorrei mostrare perché,
muovendo da una singolare pagina, in cui il grande e umile Maritain
così presentava se stesso: “Chi sono io dunque? Un professore? Non lo
credo; ho insegnato per necessità. Uno scrittore? Forse. Un filosofo?
Lo spero. Ma anche una specie di romantico della giustizia troppo
pronto a immaginarsi, ad ogni combattimento, che fra gli uomini sorgerà
senz'altro il giorno della giustizia come della verità. Forse sono
anche una specie di rabdomante con l'orecchio incollato alla terra, per
captare il mormorio delle sorgenti nascoste, l'impercettibile fruscio
delle germinazioni invisibili. E forse, come qualsiasi cristiano,
nonostante le paralizzanti miserie e debolezze e tutte le grazie
tradite di cui prendo consapevolezza alla sera della mia vita, sono
anche un mendicante del cielo travestito da uomo del nostro secolo, una
specie di agente segreto del Re dei Re nei territori del principe di
questo mondo…”...
Jacques Maritain, un messaggio più che mai attuale di Bruno Forte (pdf)
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)"Il nostro bisogno di verità"
confronto tra Enzo Bianchi e Umberto Galimberti
moderato da Giovanni Valentini
"...
Dobbiamo però farci anche un’altra domanda: l’incredulità in Dio che
molti dichiarano non è forse presente anche in chi si dice credente? In
verità fede e incredulità abitano simultaneamente nel cuore del
credente, lo attraversano, sicché una frontiera passa anche dentro di
lui: quella stessa frontiera che si vorrebbe come linea di separazione
tra gli uomini, in modo da scacciare dal credente il problema di avere
in sé l’incredulità come propria inquilina. Fede e ricerca non si
escludono a vicenda. L’incertezza, anche il dubbio possono coabitare
con la fede: credere contiene in sé il dubbio, perché non appartiene
all’ordine del sapere, bensì a quello della convinzione. Fede e
incredulità si intersecano nelle nostre profondità, e vengono giorni,
soprattutto nell’anzianità, in cui si spera di essere credenti e si
prega per non essere privati della fede..." (Enzo Bianchi)
video integrale Guarda anche il nostro post precedente:
"Il nostro bisogno di verità" Enzo Bianchi e Umberto Galimberti --------------------------------------- Ingresso nella Diocesi di Monreale di S.E.Mons. Michele Pennisi (26.04.2013)
"Vi
ringrazio sentitamente per la vostra numerosa e calorosa presenza per
l’inizio del mio ministero pastorale come Arcivescovo di Monreale. Il
Signore mi dona la grazia di fare l’ingresso in questa Chiesa che Gesù
mi ha affidato ...
Nella
bellezza dell’architettura e dei mosaici di questa cattedrale, nata dal
desiderio di re Guglielmo di dare a Dio un luogo degno della Sua divina
maestà, è incisa la fede dei nostri padri, il fervore della loro vita
cristiana, la storia di santità della nostra Chiesa. Un edificio sacro
esiste perché noi impariamo a vivere la gioia del Signore che è la
nostra forza, perché in esso incontriamo Cristo, pietra angolare su cui
si edifica la sua Chiesa. Il Cristo pantocratore che domina con il suo
sguardo penetrante e con il suo abbraccio dall’abside di questo duomo
ci dice che questa Cattedrale, prima di essere di un Vescovo o di una
città, è di Cristo; appartiene a Lui e in questo luogo Egli è presente;
parla attraverso la voce dell’Apostolo, santifica e conferma nell’unità
il suo popolo. Nessuno, perciò, può dire “la mia” o “la nostra”
Cattedrale. Prima di essere un monumento di arte, un luogo di concerti
di musica sacra, essa è il luogo in cui Dio si rende presente. La
bellezza e il fascino della Chiesa scaturisce innanzitutto dalla
presenza di nostro Signore Gesù.
In
questo duomo bisogna lasciarsi guardare dal Cristo e sentirci guardati
, abbracciati, accolti, amati da Cristo e protetti dalla Vergine Maria,
dai patriarchi dell’Antico Testamento , dagli Apostoli e dai santi.
La Cattedrale non è un museo ma edificio vivo di cui i cristiani siamo le pietre vive perché Gesù Cristo Risorto è vivo. ...
Il
cammino storico della Chiesa siciliana è stato suggellato dalla
splendida testimonianza del martirio del prossimo beato don Pino
Puglisi,
ucciso dalla mafia perché fedele al suo ministero di prete. La memoria
di questo martirio è impegnativa per la Chiesa siciliana tutta. Il suo
martirio è venuto a siglare questa stagione di impegno ecclesiale anche
se questo martirio non va disgiunto e isolato da quello di numerosi
altri uomini tra cui vari magistrati e esponenti delle forze
dell’ordine e della società civile. L'atteggiamento pastorale verso i
mafiosi va accompagnato dalla esigenza di prevenire i fenomeni
criminosi e di aiutare i mafiosi a pentirsi , a riparare il male fatto
e a diventare persone nuove. Non bisogna abbassare la guardia per
contrastare la criminalità mafiosa, ma i cristiani devono trovare
motivazioni valide per contrastare questo fenomeno a partire dalla loro
originale esperienza di fede e dalla loro appartenenza ecclesiale...
(omelia di Michele Pennisi, Vescovo di Monreale)
Omelia per l’inizio del ministero episcopale di S. E Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale (DOC)
GUARDA IL SERVIZIO DEL TG3
video
Saluto di S. E Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale Dal Palazzo comunale, 26 aprile 2013 (DOC)
Alla guida della curia di Monreale arriva il vescovo antimafia Pennisi
--------------------------------------- Dal 26 aprile monsignor Michele
Pennisi è Vescovo di Monreale. Si rivolge ai fedeli con un augurio:
«Spero di poter fare come il Papa: stare con la gente e tra la gente,
per annunciare un cristianesimo vivo e necessario all'uomo di oggi»
Francesco Inguanti: «Voglio servire Cristo in umiltà e semplicità»--------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Verso
una società che si prende cura, in un contesto di crisi. Austerità e
recessione in cinque Paesi deboli nel nuovo rapporto di Caritas Europa.
Il
14 febbraio 2013, nel corso di una conferenza stampa presso l’Ufficio
di Dublino del Parlamento Europeo, e in modo simultaneo negli altri
Paesi coinvolti, Caritas Europa ha presentato un Rapporto sull’impatto
della crisi economica e delle misure di austerità in cinque “Paesi
deboli” dell’Unione Europea (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia e
Irlanda). Il Rapporto (Bringing People out of the Crisis – Caritas
Response to Austerity, with special focus on Europe’s worst hit
countries), arricchito dal decennale lavoro sul campo della Caritas nei
diversi Paesi, è diviso in quattro parti e presenta dati,
testimonianze, esperienze e una serie di raccomandazioni rivolte alle
istituzioni e a vari attori significativi, a livello nazionale e
comunitario.
Gente fuori dalla crisi
Per approfondire:
il testo integrale Rapporto Bringing People out of the Crisis – Caritas Response to Austerity, with special focus on Europe’s worst hit countries (inglese) (pdf) la Sintesi dei principali dati VERSO UNA SOCIETÀ CHE SI PRENDE CURA, IN UN CONTESTO DI CRISI (italiano) (pdf) -------------------------------------------- CONTRASTARE LA POVERTÀ SENZA DIMENTICARE LA PROFEZIA. IL XXXVI CONVEGNO DELLE CARITAS DIOCESANE
Bisogna
avere «l’ambizione non solo di curare, ma anche di intervenire sulle
cause del male» è l’invito che l’economista Leonardo Becchetti ha
rivolto agli operatori delle Caritas diocesane – erano in 597, in
rappresentanza di 161 diocesi, su un totale di 220 – riunite per il
loro trentaseiesimo convegno a Montesilvano (Pe) dal 15 al 18 aprile.
L’analisi
della situazione sociale al tempo della crisi è il punto di partenza
del convegno. La famiglia, «tradizionalmente caratterizzata da
un’elevata propensione al risparmio, una diffusa proprietà
dell’abitazione e un contenuto ricorso all’indebitamento», resta
l’ammortizzatore sociale più efficace a difesa dei più deboli (minori,
giovani, anziani), «supplendo alle carenze di tutela e nascondendo le
difficoltà di accesso all’indipendenza economica di giovani di ambo i
sessi e donne di ogni età», ha detto nella sua prolusione mons.
Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e presidente della Caritas italiana,
che ha ricordato anche mons. Giovanni Nervo, primo presidente della
Caritas, morto lo scorso 21 marzo (v. Adista Notizie n. 13/13). È il
segno evidente di un welfare state sempre più evanescente e di una
politica sempre più latitante e sorda ai bisogni dei cittadini. Ma «la
crisi economica degli ultimi cinque anni sta mostrando i limiti di
questo modello, accentuando le disuguaglianze tra classi sociali, le
profonde differenze territoriali e riducendo ulteriormente la già
scarsa mobilità sociale», ha aggiunto Merisi, facendo riferimento al
Rapporto sul benessere equo e sostenibile presentato da Cnel e Istat lo
scorso 11 marzo.
CONTRASTARE LA POVERTÀ SENZA DIMENTICARE LA PROFEZIA.
Guarda anche il nostro precedente post:
36° Convegno nazionale delle Caritas diocesane Montesilvano (PE), 15-18 aprile 2013 -------------------------------------------- Sfamare
due bambini piccoli con 14 euro al mese, non mangiare per 2 giorni,
lavorare per uno stipendio che non consente di fare la spesa. Capita in
Inghilterra dove il governo di David Cameron ha introdotto i tagli più
severi al sistema del welfare dal dopoguerra. A Borehamwood, una
cittadina a 20 minuti dal centro di Londra, un parroco coraggioso, don
Dominic McKenna, ha aperto una banca del cibo ecumenica guidando una
resistenza alla povertà che ricorda il Terzo Mondo. Nel suo racconto
emerge come sia Papa Francesco ad ispirarlo, perché gli “ultimi”
possano avere dignità e amore insieme alle scatolette di fagioli in
scatola.
Denutriti
nell’Inghilterra del 2013. Taylor, 2 anni e George 5 non hanno frutta e
verdura fresca da mangiare e neppure carne o pesce. “Il sussidio che mi
passa lo Stato perché non lavoro e ho due figli piccoli prevede 12
sterline (14 Euro) al mese per il cibo”, spiega Marie, la mamma, una
ragazza madre di 28 anni. “Con questa cifra compro solo quei cibi
conservati che costano di meno, bastoncini di pesce e patatine. Ho
dovuto trasferirmi in una camera singola in un ostello perché il
padrone dell’appartamento di due camere dove abitavo prima ha aumentato
l’affitto e mi ha sfrattato”, continua Marie. “I vicini mi guardano
dall’alto in basso perché pensano che sfrutti lo Stato, ma l’anno
prossimo, appena Tyler va all’asilo, mi cerco un impiego”.
In lei il riflesso di Dio...
Una banca del cibo (ecumenica) per resistere alla povertà
--------------------------------------- Custodire e coltivare la vita. Perché essere corresponsabili? di mons. Bruno ForteArci vescovo di Chieti-Vasto
(Convegno Nazionale delle Presidenze Diocesane dell’Azione Cattolica Italiana, Roma, 26/4/2013)
Il
termine che nella Bibbia corrisponde meglio all’idea di responsabilità
è forse quello di “custodia”. Custodire vuol dire stare accanto
all’altro con attenzione d’amore, rispettando e accompagnando il suo
cammino, facendosene carico, coltivando la sua vita come bene assoluto.
È in questo senso che l’Antico Testamento usa il termine “custode”
(“shomer” in ebraico) in riferimento al Dio della storia della
salvezza: “Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode
d’Israele. Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta
alla tua destra” (Sal 121, 4-5).
Analogamente
a come l’Eterno custodisce la sua creatura, questa è chiamata a
“custodire” il mondo in cui dimora e l’altro uomo come proprio
fratello: “Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il
custode” (Sal 127,1). L’oggetto del custodire, cui è chiamata la
responsabilità morale di ogni essere umano, è molteplice: “Custodiamo
Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il
creato!”.
Così
l’ha espresso Papa Francesco nell’omelia della liturgia inaugurale del
suo servizio di vescovo di Roma, allargando peraltro lo sguardo
all’intera famiglia umana: “La vocazione del custodire non riguarda
solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è
semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la
bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come
ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni
creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. È il custodire la
gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente
dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso
sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro
nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, come genitori
si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi
dei genitori. È il vivere con sincerità le amicizie, che sono un
reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene” (19
Marzo 2013). Riflettendo sul tema “Custodire e coltivare la vita.
Perché essere corresponsabili?” vorrei soffermarmi allora su tre
ambiti, considerando successivamente l’uomo come custode del creato,
come custode dell’altro e come custode di Dio, che a sua volta lo
custodisce in modo peculiare nel Suo popolo, la Chiesa dell’amore...
Custodire e coltivare la vita. Perché essere corresponsabili? (pdf)
Per approfondire:
AZIONE CATTOLICA ITALIANA: Abitare il mondo da figli - Convegno delle Presidenze diocesane 2013---------------------------------------------------------------
Angelus/Regina Cæli - Regina Cæli, 28 aprile 2013 Omelia - 28 aprile 2013: Santa Messa con il Rito della Confermazione Udienza 1 maggio 2013 --------------------------------------------------------------- Omelie a Santa Marta:
Al di là delle frasette ad
effetto che piacciono tanto ai giornali, le omelie che Papa Francesco
offre ogni mattina a coloro che riescono ad essere presenti la messa
della 7.00 seguono una linea guida molto forte e basata su una delle
tre figure della Santissima Trinità: lo Spirito Santo. Un tema che non
si tratta spesso, a dire il vero, e che il Papa mette sempre al centro
delle semplici parole che pronuncia nel suo italiano un po’ particolare
che ricorda i nostri avi, l’italiano imparato in casa, quello che
ricordavano i suoi nonni italiani, come spesso dice proprio Papa
Francesco. Allora proviamo a cercare sotto la parte “pop” la teologia e
la ecclesiologia di Bergoglio, gesuita e Papa.
Angela Ambrogetti: Le omelie feriali del Papa: non solo slogan d'effetto ---------------------------------------------------------------(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)S. Messa nella Cappellina di Casa Santa Marta
Nel Vangelo proposto dalla liturgia del giorno Gesù viene chiamato il “figlio del falegname”. Giuseppe era un lavoratore e Gesù ha imparato a lavorare con lui. Nella prima lettura si legge che Dio lavora per creare il mondo. Questa “icona di Dio lavoratore – afferma il Papa - ci dice che il lavoro è qualcosa di più che guadagnarsi il pane”: “Il lavoro ci dà la dignità! ... Messa del primo maggio. Il Papa: società ingiusta quella che non dà lavoro o sfrutta i lavoratori Udienza generale in Piazza S. Pietro
Cari fratelli e sorelle,
buongiorno
oggi,
primo maggio, celebriamo san Giuseppe lavoratore e iniziamo il mese
tradizionalmente dedicato alla Madonna. In questo nostro incontro,
vorrei soffermarmi allora su queste due figure così importanti nella
vita di Gesù, della Chiesa e nella nostra vita, con due brevi pensieri:
il primo sul lavoro, il secondo sulla contemplazione di Gesù...
UDIENZA GENERALE
video Tweet
Cari giovani, imparate da San Giuseppe, che ha avuto momenti difficili, ma non ha mai perso la fiducia, e ha saputo superarli.
-------------------------------------------- SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Tweet del 1° maggio 2013)
“Cari giovani, imparate da San Giuseppe, che ha avuto momenti difficili, ma non ha mai perso la fiducia, e ha saputo superarli” All'arrivo
dinanzi al monastero Mater Ecclesiae, sua nuova residenza in vaticano,
Benedetto XVI è stato accolto da papa Francesco, "che gli ha dato il
benvenuto con grande e fraterna cordialità", fa sapere la sala stampa
vaticana. Insieme si sono recati nella Cappella del Monastero "per un
breve momento di preghiera".
Papa Francesco e Benedetto XVI --------------------------------------------------------------- Udienza
in Vaticano per la festa di San Giuseppe lavoratore. Monito alla
politica: "Ogni sforzo per l'occupazione". E invita la gente alla
solidarietà. "No alla concezione economicista della società, toglie
dignità a persone"
Andrea Gualtieri: Primo maggio, il Papa tuona contro "il lavoro che schiavizza"Il 13 aprile è stata resa
pubblica la notizia che Papa Francesco ha costituito un gruppo di otto
cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per
studiare un progetto di revisione della costituzione
apostolica Pastor bonus sulla Curia romana. La decisione ha
destato molto interesse, dando luogo a non poche speculazioni. Di
questo ha parlato in un’intervista al nostro giornale l’arcivescovo
Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato.
OSSERVATORE ROMANO: La riforma di Papa Francesco
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1) La newsletter è settimanale;
2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm