"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°47 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 16 al 22 novembre 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 29 novembre 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

    di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
  di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio è temporaneamente sospesa



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 





TIFONE HAIYAN
emergenza umanitaria


  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Commovente incontro di Papa Francesco con la comunità filippina di Roma


Papa Francesco ha incontrato, in Vaticano presso l'Altare della Confessione, i pellegrini filippini giunti a Roma da diverse parti del mondo, guidati dall'arcivescovo di Manila cardinale Luis Antonio Tagle, in occasione della benedizione del mosaico di San Pedro Calungsod, Santo filippino canonizzato lo scorso anno da Benedetto XVI.

«Nel momento della prova ci chiediamo perché succedono queste cose, e non si può spiegare», ha detto Papa Francesco ieri pomeriggio durante l’incontro, nella basilica di San Pietro, con la comunità filippina di Roma. «In questi momenti di sofferenza non stancatevi di chiedere il perché, cosi attirerete la tenerezza del Padre».
L'arcivescovo di Manila, il cardinale Luis Tagle, presente nell’incontro, si è commosso ricordando il dolore portato dal tifone «Haiyan», così subito dopo il Papa ha preso la parola. Francesco ha offerto una meditazione di alcuni minuti, a braccio, su come affrontare la sofferenza arrecata da eventi come il tifone. L'incontro, - in agenda per la benedizione di un mosaico raffigurante san Pedro Calungsod, un catechista filippino martire del diciassettesimo secolo, canonizzato da papa Ratzinger il 21 ottobre 2012 - ha avuto presente la sofferenza indotta dal tifone che ha devastato le isole asiatiche. (fonte: VATICAN INSIDER)

  le parole pronunciate a braccio dal Santo Padre

“Nei momenti di dolore, non stancatevi di chiedere “perché” al Signore”

  video

Rinascere dalle macerie causate dal super-tifone Haiyan - ribattezzato Yolanda nel Paese - potrebbe essere una lotta impari per molti, "ma non per il popolo filippino" che non dimentica mai "di invocare il Signore" in momenti di "sconforto e disperazione". È quanto ha sottolineato il vescovo di Manila card Luis Antonio Tagle, nel corso di una veglia di preghiera e di adorazione eucaristica per le vittime del disastro che ha colpito le Filippine l'8 novembre scorso. Il porporato invita i fedeli alla continua ricerca di Dio, nella ricostruzione delle loro vite. "Miei cari fratelli e sorelle - ha aggiunto il cardinale - il Signore vi ha ascoltati, perché nel cuore di Gesù sono racchiusi tutti i vostri dolori e le sofferenze. [...] C'è una risposta a tutte le vostre preghiere. Perché attraverso Gesù, il Signore vi ascolterà"...

  Card Tagle: la fede in Dio vince “sconforto e disperazione” causate dal tifone Haiyan

Guarda anche il nostro precedente post:

  La catastrofe delle Filippine - Un abbraccio nella preghiera, ma anche una solidarietà concreta e persino straordinaria.



--------------------------------------------

«Gente di Pasqua» si intitola il suo libro pubblicato in italiano dalle edizioni Emi. Ma quella che il cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, arcivescovo di Manila, porta in Italia in questi giorni è la voce di gente che dal 7 novembre sta vivendo sul Calvario, da quando le Filippine sono state colpite dal tifone Haiyan, il più potente registrato nella storia del Paese.

  Andrea Galli:   Il cardinale Tagle: la fede dei filippini vince sulle rovine


Sale la conta delle vittime del tifone Haiyan abbattutosi ormai due settimane fa sulle Filippine centrali. Secondo l'agenzia nazionale per le calamità, i morti superano quota 5.200, record per Manila nella storia dei disastri naturali...
Secondo Eduardo del Rosario, direttore generale del consiglio nazionale per la riduzione e la gestione del rischio calamità, sono 23.500 i feriti e ancora 1.600 i dispersi.
Gli sfollati sono oltre quattro milioni, mentre i danni a coltivazioni e infrastrutture ammontano a 12 miliardi di pesos, pari a 274 milioni di dollari.
Secondo i funzionari dell'agenzia, il bilancio delle vittime potrebbe salire ancora, dal momento che poco più della metà della città di Tacloban è stata liberata dai detriti. (fonte: Reuters)

*****

Il Tifone Haiyan che ha colpito negli ultimi giorni le Filippine, ha lasciato dietro di sé, secondo fonti Caritas, decine di migliaia di morti, feriti, dispersi, probabilmente con numeri molto superiori alle stime attuali. Il disastro si configura pertanto come “un’emergenza umanitaria di massa”, di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della popolazione e la vastità del territorio colpito. Moltissime regioni interne non sono ancora state raggiunte dai soccorritori, cosa che fa pensare e rafforza la probabilità che il numero delle vittime e l’entità dei danni siano destinati a crescere...
Domenica 1 dicembre 2013 in tutte le chiese d’Italia si terrà una colletta nazionale indetta dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana a sostegno delle popolazioni colpite. Le offerte raccolte verranno inviate a Caritas Italiana che si è prontamente mobilitata accanto alla Caritas locale, in collegamento con la rete internazionale, mettendo subito a disposizione100.000 euro e attivando  una raccolta fondi a sostegno degli interventi nelle zone colpite. La Presidenza della Cei ha inoltre già stanziato tre milioni di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille, da destinarsi alla prima emergenza, sottolineando l'attivazione di Caritas Italiana e le parole del Direttore don Francesco Soddu, circa «l’importanza di un aiuto concreto e immediato».

  CARITAS ITALIA:   Tifone Haiyan: un'emergenza umanitaria

---------------------------------------------------------------



Alluvione in Sardegna



22 novembre lutto nazionale in ricordo delle vittime dell’alluvione che ha colpito la Sardegna il 18 novembre



Il Consiglio dei ministri ha deciso di rinviare a domani 22 novembre il lutto nazionale in ricordo delle vittime dell'alluvione che ha colpito la Sardegna. Lo riferiscono fonti di governo.

Mentre la Sardegna conta i morti e la macchina dei soccorsi cerca di riportare la situazione alla normalità il Consiglio dei ministri ha proclamato, per oggi 21 novembre, il lutto nazionale in ricordo delle vittime dell’alluvione che ha colpito l’Isola il 18 novembre 2013. Almeno 16 morti, di cui due bambini, ancora un disperso e danni incalcolabili. Tutto questo ha causato il ciclone Cleopatra. Dolore, disperazione e distruzione. Olbia la città più colpita. Oltre 1.749 il numero degli sfollati in Sardegna. Frane, danni a negozi e abitazioni inondati da oltre un metro e mezzo d’acqua. C’è chi ha perso tutto. Circa 20 milioni le risorse stanziate destinate alla ricostruzione. Il premier Enrico Letta ha parlato di “tragedia nazionale” e il Consiglio dei Ministri ha “dichiarato lo stato d’emergenza”... 

  Sardegna, lutto nazionale in ricordo delle vittime dell’alluvione

È il giorno del lutto. Olbia si ferma e piange i suoi morti, ma con lei si ferma tutta la Sardegna. In questa immane tragedia, provocata dal ciclone Cleopatra, che ha fatto 16 vittime, tutta l’isola si è stretta in un unico abbraccio e ha riscoperto quella solidarietà che, talvolta, ha bisogno di momenti eccezionali per essere attivata.
Qui, in Sardegna, il lutto è stato sempre vissuto da tutta la comunità. In questi due giorni c’è stata davvero una gara per aiutare, per andare incontro a chi aveva perso tutto o aveva visto la sua casa trasformata in un accumulo di fango e detriti. Le famiglie degli sfollati hanno trovato un posto per dormire, oltre che negli alberghi, nelle case messe a disposizione dai parenti e dagli amici, pronti a non far mancare nulla, ma soprattutto a dare conforto, calore umano e speranza. In questo momento le famiglie colpite più che di beni materiali hanno bisogno di sostegno, vicinanza, affetto...

  Come potrò dimenticare i visi innocenti dei bimbi?

... Il colpo ricevuto in questi giorni è forte. Brutale come l’acqua che si trasforma in fango, micidiale come un fiume che si trasforma in un cimitero. Anche le difese umane sono state vinte dalla mostruosità di una forza invincibile e tremenda. L’immagine di un bambino che perde la vita insieme a suo padre, quando tutt’intorno tutto crolla, è il racconto non solo di un abbraccio, ma anche di una "consegna" senza alternative alla furia della natura.

Questo sguardo, è vero, invita alla delusione, oltre che alla commozione e al dolore. Ma è proprio ora, davanti a quello che accade inopinatamente e non senza responsabilità dell’uomo che la testardaggine di noi sardi sa riemergere prepotentemente. Non solo dicendo "basta!" a incurie e deturpamento dell’ambiente, ma anche ricominciando ad amare – di più, molto di più – tutto quello che ci appartiene: la terra insieme alle persone e il futuro insieme alla speranza. La nostra caparbietà, che talvolta rimane quasi velata per eccesso di discrezione, è la nostra carta da giocare. Fino in fondo...

  La nostra carta

Si piangono i morti, si scava nel fango, si pensa già alla ricostruzione. La Sardegna è terra troppo orgogliosa per piangersi addosso. Ma le polemiche restano...

  QUELLE SEDICI CROCI PIANTATE NEL FANGO

  ALLUVIONE: LA CHIESA PER LA SARDEGNA

  MURGIA: "DOPO L'EMERGENZA, LE RESPONSABILITÀ"

La madre con la sua piccolina di soli due anni. Il padre morto abbracciato al figlio. L'intera famiglia rimasta intrappolata nello scantinato. E poi le donne anziane che non sono riuscite a fuggire, il poliziotto precipitato dal ponte... La loro colpa è stata solo quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato

  Alluvione in Sardegna: dopo la tragedia, il lutto. Ecco chi sono le 16 vittime e le loro storie

In un telegramma al presidente della Conferenza Episcopale sarda, il Pontefice "auspica che non venga meno la solidarietà e il necessario aiuto" in questo momento difficile

  Il cordoglio del Papa per le vittime dell'alluvione in Sardegna

Nel pomeriggio di ieri, ad Olbia, l'Arcivescovo Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, ha partecipato ai funerali delle vittime dell'alluvione in Sardegna. Il Presule, originario dell'isola, è intervenuto al termine della liturgia esequiale con queste parole: "Come figlio di questa terra, mi unisco con profondo affetto alla preghiera di suffragio per questi fratelli e sorelle strappati ai loro familiari da una morte crudele. (...) In questo momento di dolore, il Santo Padre vuole manifestare, attraverso di me, la Sua solidale presenza e l’espressione della Sua accorata partecipazione a questa sciagura che ha colpito la nostra cara terra di Sardegna".

  FUNERALI PER LE VITTIME DELL'ALLUVIONE IN SARDEGNA

A Olbia, Tempio Pausania, Uras e Torpè le esequie di 15 delle vittime. Il Cdm proclama il lutto nazionale. Il ministro Kyenge: «Dal governo vicinanza morale ed economica».

     Funerali dell'alluvione in Sardegna, il vescovo: «Mano dell'uomo nel disastro»


--------------------------------------------


«La mano dell’uomo non è estranea a questa catastrofe. Bisogna imparare a rispettare il creato, le sue leggi e i suoi ritmi. Far tesoro della storia che gli eventi ci stanno consegnando». È uno dei passaggi più intesi dell’omelia pronunciata a Olbia dal vescovo di Tempio-Ampurias, Sebastiano Sanguinetti, ai funerali per le vittime dell’alluvione. Giornata di dolore e di commozione, quella di ieri. La Sardegna si è fermata per ricordare i suoi morti.

    AVVENIRE:   «In questa catastrofe c’è la mano dell’uomo»

“Non siamo soli”, aveva detto ieri la presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Claudia Lombardo. E a conferma di cio’, gia’ da ieri, quando sono apparse chiaramente le dimensioni senza precedenti della tragedia abbattutasi sull’isola, sono state attivate iniziative di solidarieta’ per le popolazioni colpite e raccolte di fondi.

  Peppe Caridi:  Alluvione Sardegna, scatta la gara di solidarietà: ecco come aiutare le popolazioni colpite

La Cei destina un milione di euro dai fondi dell'8xmille

  CEI:  Alluvione in Sardegna, la solidarietà della Chiesa

La Sardegna è in ginocchio e la popolazione deve fare gli amari conti con la devastazione lasciata dal ciclone Cleopatra. Mentre il Consiglio dei Ministri annuncia lo stato di emergenza e lo stanziamento immediato di 20 milioni di euro, sul web e sui social scatta la solidarietà.
La pagina Facebook “Apriamo le case ai nostri concittadini”, creata da una cittadina di Olbia, pubblica le offerte di chi mette a disposizione degli sfollati la propria casa. Tra gli utenti scatta la gara di solidarietà e così c’è anche chi mette a disposizione mezzi di soccorso o beni di prima necessità, dai vestiti alle coperte.

  Sul web gara di solidarietà

---------------------------------------------------------------







I NOSTRI TEMPI

  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)




20 novembre Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e adolescenza


“L’umanità deve all’infanzia il meglio di ciò che ha da offrire“ Queste le parole pronunciate a New York, il 20 novembre 1989, dall’allora Segretario Generale Kofi A. Annan, di fronte al’Assemblea delle Nazioni Unite, nel giorno che decretò l’approvazione della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia.Una decisione storica, eppure solo un piccolo tassello nel lento e graduale cammino verso il riconoscimento dei diritti umani dell’infanzia...
Leggi tutto: Giornata Mondiale del bambino 2013: perché rubare il futuro ai bambini significa rubarlo al paese

Forse non tutti lo sanno o lo immaginano, ma in Italia vivono oltre un milione di minorenni di origine straniera, e più della metà di loro sono nati nel nostro Paese. Chi si occupa di questi ragazzi? Chi difende i loro diritti, spesso non riconosciuti al pari dei coetanei di origine italiana? Per tenere viva la voglia di rispondere a queste domande e per festeggiare il 24° anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia si celebra, il 20 novembre, la giornata nazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza...

  Giornata nazionale per l'infanzia: l'Italia dalla parte dei bambini

Stretti in un forte abbraccio, tra urla e pianti inconsolabili. Li hanno recuperati così i tre piccolissimi fratellini siriani scampati alla tragedia di Lampedusa dell’11 ottobre scorso. I loro genitori non ci sono più e alla società spetta il compito di occuparsene, garantendo i loro diritti di base: l’accoglienza in una comunità, la possibilità di essere adottati e di vivere all’interno di una famiglia con un padre e una madre, ricevere un’adeguata istruzione e un’attenta cura sanitaria, poter usufruire dei servizi di assistenza e di ricreazione per lo sviluppo sociale. Queste sono le garanzie fondamentali per cui oggi si celebra la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e adolescenza. Uno sguardo sull’attualità ci aiuta a fare il punto sulla condizione infantile e adolescenziale e a sottolineare quanto spesso, ai nostri giorni, i diritti dei più piccoli vengano puntualmente disattesi...

  DIRITTI DEI BAMBINI. ANCORA OGGI DISATTESI


--------------------------------------------

"Contro il femminicidio: una legge dello Stato, un impegno per la società" di Giacomo Costa


Editoriale di "Aggiornamenti Sociali"
Novembre 2013

"E' in vigore dal 16 ottobre scorso la legge sul fenomeno noto come “femminicidio”. È impossibile non salutarla come un passo avanti di grande importanza nella promozione e nella tutela della vita e dei diritti delle donne, pur con quel fondo di amarezza derivante dal fatto che vorremmo vivere in un mondo e in un Paese dove leggi di questo genere non fossero necessarie. 
Dobbiamo riconoscere che invece non è così: l’approvazione di questa legge pone all’attenzione collettiva il fatto che abbiamo un problema grave (la violenza di genere) e ci addita un bene a cui tendere (la sua eliminazione), adempiendo così anche alla propria funzione pedagogica. Ci dice anche – e questa è la parte confortante – che abbiamo delle risorse per trattare questo problema e la volontà di utilizzarle. Proprio a questi aspetti dedicheremo le riflessioni che seguono, senza commentare in dettaglio il testo della nuova legge né approfondire il fenomeno della violenza di genere e le sue cause. Ci interessa piuttosto mettere in luce che cosa un processo concreto di determinazione di strumenti di policy ci dice sulla società in cui viviamo, sulle sue fatiche e sulle sue risorse, e sul modo in cui è possibile affrontare i problemi sociali. ...
È innegabile come il messaggio biblico contenga una visione della irriducibile diversità e originalità dell’uomo e della donna, nella identica dignità di creature di Dio, come co-protagonisti di un unico progetto ...È però altrettanto vero che la mentalità ecclesiale (ed ecclesiastica) è stata ed è tuttora condizionata dai costumi delle società patriarcali al cui interno si è dipanata la storia della salvezza, portatori di una visione di subordinazione della donna all’uomo, esattamente come contemplavano l’esistenza della schiavitù. Ma se rispetto a quest’ultima la mentalità è radicalmente cambiata, per quanto riguarda le relazioni di genere un ancoraggio acritico a quel mondo, anche nell’approccio alla Scrittura, occulta i problemi e ne ostacola il superamento. Allo stesso tempo il Vangelo non è sempre riuscito a trasformare in profondità le culture in cui si è radicato, spesso anch’esse intrise di una visione della donna limitata o svilente. ...
Per molte ragioni, poi, le istanze di rivalutazione, liberazione ed emancipazione della donna si sono scontrate, almeno in alcune espressioni, con la viva resistenza della Chiesa cattolica. Rileggendo questa vicenda con il dovuto discernimento, vi si possono però scorgere anche delle analogie con quanto avvenuto per i diritti umani e la libertà religiosa: molti di quei valori sono il frutto di semi evangelici che la Chiesa ha gettato nel mondo e che può oggi riscoprire tramite l’apporto di coloro che li hanno fatti fruttificare al suo esterno e talvolta persino contro di lei. La Chiesa potrà riappropriarsene e rigenerarli solo riscoprendone la provenienza evangelica e accogliendo i frutti che essi produrranno anche al suo interno, scoprendo come il riconoscimento effettivo della ricchezza della femminilità e della autentica complementarità dei generi diventi un terreno di annuncio del Vangelo. Inevitabilmente questo cammino investirà anche la questione della condivisione delle responsabilità in seno alla Chiesa, cercando anche con creatività di sciogliere l’ambiguo rapporto che la storia ci consegna tra potere, sesso maschile e sacro: «Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti ...

  "Contro il femminicidio: una legge dello Stato, un impegno per la società" di Giacomo Costa



--------------------------------------------

«Che senso ha officiare funerali di Stato per le vittime, se non celebriamo con altrettanta passione la vita dei superstiti. Questi nei campi di accoglienza sono trattati da criminali e sono stipati in più di mille in rifugi con solo 250 letti». È lo sfogo di monsignor Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, durante un incontro organizzato il 7 novembre scorso presso il Parlamento europeo da Aiuto alla Chiesa che Soffre.

  Marta Petrosillo:  Lampedusa: il mare è nostro le vittime degli altri

Dopo la tragedia di Lampedusa, l’ambasciatore eritreo Tekle e i suoi collaboratori hanno cercato di raccogliere e schedare i nomi dei sopravvissuti, cercando di venire a conoscenza anche dei nomi dei defunti. Per creare un dossier da inviare tempestivamente in Eritrea, dove vige il regime politico di Isaias Afewerki, presidente da venti anni, che limita ogni libertà: un regime totalitario, sanguinario, che ha fatto guadagnare al Paese il non raccomandabile titolo di “Nord Corea africana”.
I migranti eritrei, sopravvissuti e morti nel drammatico trasbordo del 3 ottobre sono proprio scappati dal regime di Afewaerki: per questo motivo tutti i superstiti hanno comprensibilmente rifiutato qualsiasi incontro con il diplomatico, che fingeva di mostrare solidarietà.

  Celeste Costantino:  Lampedusa, interpellanza alla ministra Kienge: i sopravvissuti eritrei sono stati schedati?

---------------------------------------------------------------


Da Angeli si sono trasformati poi in Vescovi: sono 4 ex Angeli del Fango che nel novembre 1966, seminaristi o sacerdoti, che chiesero ed ottennero dai loro superiori di lasciare le proprie città dove studiavano per andare ad aiutare Firenze alluvionata, e che oggi sono diventati Vescovi di importanti città, uno è addirittura diventato Cardinale.

  Franco Mariani:  4 Vescovi ex Angeli del fango

---------------------------------------------------------------



FEDE E
SPIRITUALITA'

 

LA VITA CRISTIANA COME CAMMINO

HOREB n. 65 - 2/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

È sempre bello partecipare della gioia di un bambino che, dopo aver gattonato per settimane, finalmente, tenuto per mano dai genitori, riesce a stare in piedi e a muovere i primi passi. Gli brillano gli occhi e grida di gioia, poi, quando scopre che può camminare da solo, da quel momento si sente libero di esplorare le cose che lo circondano. 

Il camminare è davvero un’esperienza connaturale all’uomo, egli è un essere itinerante, “homo viator”, secondo l'espressione di G. Marcel. Sempre in cammino non solo in senso geografico spaziale, desideroso, cioè, di lasciare un determinato luogo per raggiungere e conoscere nuove realtà, ma in cammino verso il raggiungimento della sua pienezza. 

Il bambino è chiamato gradualmente a crescere a misurarsi con i piccoli e grandi eventi, a prendere decisioni a confrontarsi con gli altri, a diventare adulto. Nel tessuto del mondo, la vita dell'uomo è una grande avventura, che conosce percorsi agevoli, lieti ma anche momenti di perplessità, arresti, crisi, desiderio di tornare indietro, ma proprio attraverso queste fasi egli cresce negli anni, e anche matura umanamente e spiritualmente. 

Il camminare, esigenza fondamentale dell’uomo, è già evidenziata dalla Bibbia che, prima di tutto, ci mostra lo stesso Dio in cammino e, poi, evidenzia che il Vivente coinvolge l’uomo nel suo cammino. 

Il profeta Michea, per esempio, annota che camminare umilmente con Dio è una delle dimensioni inseparabili che configurano l’esperienza umana e spirituale dell’uomo: «Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio» (Mi 6,8). 

Il “camminare con Dio” esprime sia il dinamismo dell’esistenza umana sia il fondamento dell’esperienza di fede, cioè la conoscenza e l’esperienza di Dio. 

E Dio, in Gesù, si è fatto umano, compagno di viaggio di ogni uomo che lo accoglie. Lui, la “Via”, ci educa ad uscire dalla caverna egoica che rende ciechi e immobili, ci strappa da una logica mondana e di potere, ci apre orizzonti sempre nuovi e scopriamo che il viaggio della vita non lo facciamo da soli, ma assieme a tante altre persone che non sono nemici o estranei, ma fratelli. Essi sono la soglia dove ogni uomo comincia veramente a vivere. ...


Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.



   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



---------------------------------------

Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto

I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2013


Dal 16 Ottobre al 4 Dicembre

Sala del Convento
dalle h. 20.00 alle h. 21.00

IL SANGUE DEI MARTIRI

SEME DI NUOVI CRISTIANI

   Programma (pdf)

---------------------------------------------------------------



 SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


  La preghiera non è qualcosa di statico...
  La preghiera: forza dell'uomo...
  Prima di essere una speranza...
  La "Misericordina"...
  Il cieco desidera dal Signore...
  Se tu hai un peso sulla tua coscienza...
  Lasciamoci anche noi chiamare per nome...
  Signore Gesù, mia vita...
  La vita di ognuno di noi...
  Il tesoro nascosto nel campo della Bibbia...
  Dio prende con tanta serietà la libertà dell'uomo...
  Ogni essere spirituale è...



---------------------------------------------------------------



  21 novembre - Presentazione della Beata Vergine Maria (video)


  SANTA CECILIA (video)



---------------------------------------------------------------


LE PIETRE D'INCIAMPO DEL VANGELO

"Quando sarà venuto, il Paraclito dimostrerà
 la colpa del mondo riguardo al peccato, 
alla giustizia e al giudizio". 
(Giovanni 16,8)



  Gianfranco Ravasi:     La venuta del Paraclito "Spirito di verità" e difensore dei credenti



---------------------------------------------------------------



  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)






RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)

Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo: Lc 21, 5-19

Mentre nella "piccola apocalisse"(Lc 17,20-37) Luca ci parla della "nostra" storia, del destino personale di ciascuno di noi, nella "grande apocalisse"(Lc 21,5-36) è trattata la storia e "il fine" (non "la fine") dell'umanità intera. La parola "Apocalisse"; significa "Rivelazione"; cioè "togliere il velo", fare chiarezza, spiegare i fatti che avvengono e preannunciano la presenza del Signore in questa storia di dolore e di morte.
...


---------------------------------------


L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è agitarci - Omelia di don Antonio Savone nella 33ª Domenica del Tempo Ordinario


Omelia di don Antonio Savone 
nella 33ª Domenica del Tempo Ordinario
Anno C - 17 novembre 2013

L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è agitarci

Ml 3,19-20
Sal 97
2Ts 3,7-12
Lc 21,5-19


L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è agitarci.
A dircelo non è chissà quale neurologo di fiducia ma lo stesso Gesù il quale, a chi esaltava compiaciuto la bellezza e la ricchezza del tempio di Gerusalemme, dichiara che di tutto quello che stavano ammirando non sarebbe rimasto pietra su pietra. E non c’è da agitarsi di fronte all’annuncio della distruzione di una struttura religiosa che per Israele rappresentava ciò che costituiva l’identità del suo essere il popolo che Dio aveva scelto? Non c’è da agitarsi di fronte ad eventi (terremoti, carestie, guerre) che segnano inesorabilmente il corso della storia? Non c’è da agitarsi di fronte a relazioni (persino quelle familiari) che invece di essere aperte al riconoscimento e all’accoglienza diventano grembo di sfiducia e di tradimento?
No, sembra dire Gesù, non c’è da agitarsi.
È venuto il tempo, infatti, in cui Dio non abita più in un tempio fatto da mani d’uomo ma nel cuore e nella storia di ognuno di noi. Possono cadere tutte le strutture pure preposte ad essere segno di Dio in un certo tempo e in un certo luogo ma l’amicizia e il legame di Dio con l’umanità non viene meno. Il crollo di un tempio, di un mondo o di determinate relazioni segna, infatti, l’inizio di un mondo nuovo all’interno del quale per i cultori del nome di Dio sorgerà il sole di giustizia (Ml 3,20). Dunque: non state sulla difensiva, ci ammonisce il Signore Gesù. Si sa: lo stare sulla difensiva è l’atteggiamento che ci assale tutte le volte in cui sentiamo che qualcosa di noi non è al sicuro. Ma la domanda è d’obbligo: che cosa di noi non è al sicuro? E come mai non lo è? Solo per dei probabili attacchi esterni?
Non c’è da agitarsi, ripete Gesù. Neppure un capello del vostro capo perirà: bella l’immagine di un Dio che custodisce persino i nostri capelli...

  L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è agitarci


---------------------------------------


"Etty Hillesum.Diventare più umani" di Aurelio Antista -30.10.2013 (VIDEO-incontro integrale)


"Etty Hillesum.
(1914-1943) martire del nazismo. 
Diventare più umani"
 di Aurelio Antista

I Mercoledì della Spiritualità 2013

Incontro del 30 ottobre 2013

“Dio, prendimi per mano, ti seguirò gentilmente senza nessuna resistenza; non mi sottrarrò a nessuna delle tempeste che cadranno su di me in questa vita; sosterrò sempre l’urto con la mie forze migliori. Solo, tu donami di tanto in tanto un breve istante di pace. Amo il calore e la sicurezza, ma non mi ribellerò quando dovrò affrontare il freddo perché Tu mi prenderai per mano. Andrò dovunque con Te che tieni la mia mano e cercherò di non aver paura. Dovunque sarò, cercherò di irradiare un po’ d’amore, quel vero amore del prossimo che nutro in me” (Etty Hillesum -25. XI . 1941)

  video integrale



---------------------------------------

"DON PINO PUGLISI: UN UOMO DI FEDE CHE STAVA CON PASSIONE IN QUESTO MONDO" di P.Gregorio Battaglia, ocarm (VIDEO)


"DON PINO PUGLISI:
UN UOMO DI FEDE CHE STAVA  CON PASSIONE
 IN QUESTO MONDO" 
di P.Gregorio Battaglia, ocarm
 (VIDEO)

Estratto dell'incontro del 13 ottobre 2013 - 
"Don Pino Puglisi (1937-1993) martire della mafia. 
Non Cosa Nostra ma Padre Nostro"
I Mercoledì della Spiritualità 2013 - 
dell Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto

  GUARDA IL VIDEO



---------------------------------------


Nel giorno del 59° compleanno di Padre Paolo Dall’Oglio, ancora nelle mani dei suoi rapitori in Siria: "Il Padre che fa luce nell'inferno siriano" di Enzo Bianchi



Il Padre che fa luce nell'inferno siriano
di Enzo Bianchi

Un tweet in francese – «Papa Francesco: i siriani hanno bisogno del suo sostegno per ottenere la libertà. Firmate qui la petizione» – un altro paio di messaggi per denunciare la propaganda proregime siriano di certi ambienti cristiani, poi più nulla. Dopo il 25 luglio non si hanno più notizie di padre Paolo Dall’Oglio, gesuita italiano presente da più di 30 anni in Siria, fondatore di una comunità insediata nel ricostruito monastero di Mar Musa, espulso nel 2012 dal governo di Bashar al-Asad per il suo sostegno all’opposizione. Rapito dopo essere rientrato clandestinamente in Siria per tentare una mediazione e ottenere la liberazione di altri religiosi ostaggi? Ma da chi? E che ne è di lui? 
Un silenzio angosciante avvolge la sua vita – domani (ndr. 17/11/2013) è il suo 59° compleanno... – così come l’ignavia di troppi sta avvolgendo il dramma siriano, così come lampi di notizie contraddittorie illuminano la sorte di due vescovi cristiani e di altri ostaggi, per poi far ripiombare nel buio più tetro le vicende di un intero popolo martoriato.
Vale allora la pena di leggere Collera e luce. Un prete nella rivoluzione siriana (EMI, pp. 171, € 12,90), il libro che p. Dall’Oglio ha scritto con l’amica giornalista francese Églantine Gabaix-Hialé, la cui versione italiana, con apposita postfazione dello stesso Dall’Oglio, risulta «finita di stampare nel mese di agosto 2013», cioè quando il suo autore era appena scomparso. È un libro che, come il precedente Innamorato dell’islam, credente in Gesù, ci parla di un popolo, di passione per il dialogo, di sete di libertà, di rabbia di indignazione, ma anche e proprio per questo, di lotta per la giustizia, di attesa di luce, di speranza che non muore.
Padre Paolo non cerca il consenso universale, non persegue compromessi, non si lascia moderare dalla prudenza di questo mondo: parla e scrive per scuotere coscienze, perché il mondo sappia cosa sta succedendo, capisca un po’ di più il dramma di una lotta per la libertà che finisce soffocata nel sangue e nell’indifferenza...

  Il Padre che fa luce nell'inferno siriano di Enzo Bianchi

  un estratto di “Collera e Luce” il libro scritto dal prete gesuita, ancora nelle mani dei suoi rapitori in Siria e dalla giornalista francese Églantine Gabaix-Hialé.


---------------------------------------

 SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


  Buon compleanno Abuna Paolo


---------------------------------------------------------------


Papa Francesco ha nominato nuovo vescovo della diocesi di Latina il segretario generale uscente della Conferenza episcopale, monsignor Mariano Crociata. «In questa circostanza», ha detto, «si fa più avvertita in me la percezione che quelli che viviamo sono tempi di grandi cambiamenti per la Chiesa. La figura di papa Francesco ha impresso un’accelerazione e una nuova direzione»

  Antonio Sanfrancesco:   Crociata dalla CEI alla diocesi di Latina

---------------------------------------------------------------



CHIESA E SOCIETA'
Interventi ed opinioni

  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


"La Chiesa di tutti. L’altra Chiesa..." di Luca Kocci – Valerio Gigante


"La Chiesa di tutti.
 L’altra Chiesa
esperienze ecclesiali di frontiera,
 gruppi di base, 
movimenti e comunità,
 preti e laici “non allineati”
- Altreconomia edizioni, Milano, 2013 -


di Luca Kocci – Valerio Gigante

Introduzione

"Vista dall’esterno, la Chiesa cattolica appare come una struttura unitaria e un blocco monolitico. Ma attenzione. Se per Chiesa intendiamo la gerarchia e l’istituzione ecclesiastica, l’affermazione regge. Se invece consideriamo la Chiesa nella sua accezione più autentica, ossia come «popolo di Dio», allora le cose stanno diversamente.
A partire dal pontificato di papa Wojtyla, la presenza della gerarchia cattolica sui media e nella società è diventata infatti molto più pervasiva ed invadente, e l’influenza della Conferenza episcopale italiana e del Vaticano nel determinare gli indirizzi del Paese – soprattutto dopo la fine della Democrazia cristiana, quando in particolare la Cei guidata dal cardinal Camillo Ruini ha deciso di intervenire direttamente nel campo politico, ritirando la delega e facendo a meno della mediazione dei laici – è cresciuta a dismisura. Parallelamente la Chiesa diffusa, le comunità sparse sul territorio, le tante associazioni e i gruppi ecclesiali che dal basso vivono concretamente le contraddizioni del tempo presente, continuamente in ascolto e sintonia con i tempi che mutano, operando nel concreto a fianco dei migranti, degli emarginati, dei malati, dei senza voce, sono di fatto scomparsi dalla scena pubblica. In maniera inversamente proporzionale alla visibilità e all’interventismo dei vertici ecclesiastici, si sono infatti ristretti gli spazi dentro e fuori la Chiesa per quelle realtà del cattolicesimo di base che talvolta criticano o che comunque vivono con disagio alcune posizioni del magistero e i pronunciamenti dei pontefici, del Vaticano e della Cei. Sono voci spesso fuori dal coro che non hanno pressoché nessuna cittadinanza sui mezzi di informazione istituzionali della Chiesa. Ma che esistono. E si moltiplicano. La distanza dal magistero su questioni come la contraccezione e le convivenze; l’insofferenza verso alcuni privilegi economici di cui godono gli enti ecclesiastici; il caso di Eluana Englaro, come quello di Piergiorgio Welby; il crescente disagio per i comportamenti personali e pubblici dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a lungo sostenuto dalle gerarchie ecclesiastiche parlano chiaro: i cattolici non hanno capito, o non hanno condiviso, le scelte dei loro vertici. Ma di questo dissenso, sui media ufficiali non compare quasi nessun cenno. ...
Sembra la realizzazione della “profezia” che don Lorenzo Milani scrisse in Esperienze pastorali, un volume pubblicato dalla Libreria editrice fiorentina nel lontano 1957 e ritirato dal commercio perché giudicato «inopportuno» dal Sant’Uffizio: «Per un prete quale tragedia più grossa di questa potrà mai venire? Essere liberi, avere in mano i sacramenti, Camera, Senato, stampa, radio, campanili, pulpiti e scuole e con tutte questa dovizia di mezzi divini e umani raccogliere il bel frutto di essere derisi dai poveri, odiati dai più deboli, amati dai più forti. Avere la chiesa vuota. Vedersela vuotare ogni giorno di più. Sapere che presto sarà finita la fede dei poveri. Vien persino da domandarsi se la persecuzione potrà essere peggio di questo».
In questi tempi, durante i quali l’istituzione ecclesiastica ha privilegiato l’asse con i gruppi e i settori ecclesiali più conservatori e ha brandito i cosiddetti «principi non negoziabili» come una clava per tenere sotto tutela i “cattolici adulti” – come del resto ha riconosciuto lo stesso papa Bergoglio nella lunga intervista a Civiltà cattolica del 19 settembre 2013 («Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi») – l’insofferenza nella base ecclesiale è cresciuta e continua a crescere. Rilanciando, a 50 anni dal suo svolgimento, il Concilio Vaticano II con le sue dirompenti affermazioni sulla «Chiesa povera e dei poveri», sull’ecumenismo, sul ruolo dei laici e delle donne, sul rapporto con il mondo laico, sulla sinodalità e la collegialità nella Chiesa, sulla verità che non si dà una volta per tutte ma che si cerca faticosamente di raggiungere (e comunque sempre in maniera provvisoria). Il Concilio allora, nonostante tutte le «ermeneutiche della continuità» tese a depotenziare le sue istanze, resta l’elemento di maggiore contraddizione rispetto al mantenimento dello stato di cose presenti, proprio perché esso costituisce la prova che è possibile una Chiesa intesa come «popolo di Dio in cammino», in ascolto dei «segni dei tempi». Alla luce di questo, un numero sempre più consistente di credenti chiede una Chiesa meno lobby politica e più impegnata nella difesa dei diritti, degli ultimi, della giustizia sociale, nella promozione di una società più partecipata e solidale, di una Chiesa in cui i teologi, laici, le donne, possano tornare a discutere liberamente e, perché no, anche deliberare, riappropriandosi della autonomia e della responsabilità che proprio il Concilio attribuisce loro nella sfera temporale.
...

  Vista dal basso è tutta un’altra Chiesa

Prefazione di don Paolo Farinella. Il sogno concreto di una Chiesa dal basso: le storie di persone e di gruppi che hanno scelto di passare dalla “porta stretta” 
Questo libro racconta - in un momento di cambiamento epocale - l’altra Chiesa, un vero e proprio “popolo di Dio in cammino”, plurale e non allineato. Gruppi ed esperienze di base inseriti nel tessuto ecclesiale ma critici verso le posizioni del Vaticano e della Cei. Movimenti che hanno ereditato dal Concilio Vaticano II un punto di vista ribelle sulle questioni - per le gerarchie - “non negoziabili”, come la famiglia, il fine vita, l’orientamento sessuale, il ruolo delle donne e che chiedono alla Chiesa un profondo rinnovamento. Un compendio inedito di realtà “carsiche” - dalle Comunità di base agli omossessuali credenti, dai preti operai alle tante associazioni impegnate per la pace e la giustizia sociale - che scorrono nelle profondità della Chiesa cattolica.
Scrive nell’intensa prefazione don Paolo Farinella, “prete dal cuore laico”: «È tempo che “l’altra Chiesa” (...) torni a sperare perché l’alba è cominciata e ‘il Regno di Dio è dentro di voi’ (Lc 10,9)». Per una Chiesa di tutti e dei poveri.

La recensione di Giancarla Codrignani

La scrittrice e giornalista italiana, già presidente della Lega Obiettori di Coscienza, cattolica ed esponente di spicco del movimento nonviolento, ha letto il volume di Luca Kocci e Valerio Gigante
"È un libro che raccomando davvero: nemmeno io mi rendevo conto di quanta presenza costruttiva abbia circolato e circoli nell'ancora suprema indifferenza di tanta parte della nostra Chiesa".

  La recensione di Giancarla Codrignani 


---------------------------------------


«Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione» sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione 5-19 ottobre 2014 - Il problema dei divorziati risposati


Si svolgerà a Roma tra il 5 il 19 ottobre 2014. Sarà un'assemblea straordinaria dei vescovi e verrà dedicata all'analisi della «famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione». Papa Jorge Mario Bergoglio l'aveva in qualche modo anticipato (e promesso) parlando con i giornalisti, di ritorno dalla Gmg di Rio de Janeiro...

  DIVORZIATI E RISPOSATI, NE PARLERÀ IL SINODO

Dopo l’annuncio di un sinodo straordinario che si terrà nell’ottobre del 2014 sulla pastorale della famiglia, si sono succeduti interventi diversi, in particolare circa la questione dei fedeli divorziati risposati. Per approfondire con serenità il tema, che è sempre più urgente, dell’accompagnamento pastorale di questi fedeli in coerenza con la dottrina cattolica, pubblichiamo un ampio contributo dell’arcivescovo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Lo studio della problematica dei fedeli che hanno contratto un nuovo legame civile dopo un divorzio non è nuovo ed è sempre stato condotto con grande serietà dalla Chiesa con l’intento di aiutare le persone coinvolte, dal momento che il matrimonio è un sacramento che raggiunge in maniera particolarmente profonda la realtà personale, sociale e storica dell’uomo. Dato il crescente numero di persone coinvolte nei Paesi di antica tradizione cristiana si tratta di un problema pastorale di vasta portata. Oggi i credenti si chiedono molto seriamente: non può la Chiesa consentire, a determinate condizioni, l’accesso ai sacramenti per i fedeli divorziati risposati? Rispetto a tale questione la Chiesa ha le mani legate per sempre? I teologi hanno davvero considerato tutte le implicazioni e le conseguenze in merito a questa materia?...

  La forza della grazia


Un documento del prefetto della dottrina conferma il no alla comunione e corregge gli equivoci su "coscienza" e "misericordia". Gelate le aspettative di cambiamento. Ma torna in campo una "ipotesi Ratzinger"...

  Divorziati risposati. Müller scrive, Francesco detta

Nel clima rinnovato, promosso da papa Francesco, è possibile tornare a discutere questioni che molti credenti vivono, come quella dei divorziati risposati. Una lettera aperta richiede, con rispetto e franchezza, la revisione della disciplina. L'atteggiamento contradditorio e farisaico dell'attuale disciplina ecclesiatica, che afferma per un verso che il divorziato risposato è appartenente alla comunità cristiana a tutti gli effetti, ma è escluso dalla comunione e dall'esercitare diversi ruoli laicali. La radicalità della proposta evangeliche e le necessarie mediazioni che tengano conto della complessa e fragile realtà umana. Si "invita la chiesa a ricuperare i valori evangelici della comprensione e della compassione, della misericordia e del perdono". La legge è per l'uomo...

  Divorziati risposati, una questione riaperta (pdf)

  testo integrale del Documento preparatorio per la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, dal tema "Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione", che si svolgerà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre 2014 (nel documento è contenuto il questionario con le trentotto domande, più una per eventuali proposte, allo scopo di chiedere ai fedeli di tutto il mondo di esprimersi sui temi riguardanti l’oggi delle famiglie, compresi unioni gay, contraccezione, sacramenti ai divorziati e risposati).


---------------------------------------


Trentotto domande per un sondaggio, più una per eventuali proposte, allo scopo di chiedere ai fedeli di tutto il mondo di esprimersi sui temi riguardanti l’oggi delle famiglie, compresi unioni gay, contraccezione, sacramenti ai divorziati e risposati.
È la grande novità voluta da papa Francesco in preparazione della terza assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema, «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione», in programma dal 5 al 19 ottobre 2014.

  Antonio Martino:   Un questionario sulla famiglia, lo stimolo di Francesco alla corresponsabilità




---------------------------------------------------------------

  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Vienna - IX Assemblea mondiale di “Religions for Peace”: “Accogliere l’altro”


Circa 600 leader religiosi rappresentanti delle diverse tradizioni di fede sono riuniti a Vienna per affrontare il crescente clima di ostilità verso “l’altro” che si registra nel mondo. “Accogliere l’altro” è infatti il tema della IX Assemblea mondiale di “Religions for Peace”, la più ampia coalizione mondiale delle religioni alla quale fanno parte delegati baha’i, buddhisti, cristiani, ebrei, giainisti, hindù, religioni aborigeni e tradizionali, musulmani, sikh, shintoisti e zoroastriani. Tra i numerosi partecipanti figurano il pastore luterano Olav Fykse Tveit, segraterio generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec); il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I; il pastore riformato Thomas Wipf, moderatore della sezione europea di Religions for Peace; Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. È presente anche il cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja (Nigeria). Nella lista dei relatori figura anche il metropolita Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, arcivescovo della Chiesa siro-ortodossa di Aleppo, rapito in Siria il 22 aprile insieme al vescovo Paul Yazigi, arcivescovo della Chiesa Greco-Ortodossa di Aleppo. Per i due vescovi e per la Siria, il segretario generale di Religions for peace William Vendlay ha chiesto ai delegati membri di pregare. 
Nel corso dei lavori sono previste sessioni plenarie sulla prevenzione dei conflitti e i processi di riconciliazione, sulla protezione delle minoranza religiose, le migrazioni e la coesione sociale ed sulla lotta alla povertà. L’Assemblea si è aperta ieri con un messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite Ban-ki Moon che ha sottolineato l’importanza dell’impegno delle religioni per i diritti umani. “Il potere delle religioni di promuovere la riconciliazione attraverso il perdono - ha detto - può favorire in modo significativo il nostro lavoro per affrontare le cause profonde dei conflitti e raggiungere una pace duratura”. Ed ha subito aggiunto: “Mentre mi congratulo per l’enorme progresso compiuto grazie alle religioni e alle persone di fede, dobbiamo anche riconoscere che sussistono conflitti inquietanti all’interno e tra le comunità religiose. Queste divisioni minacciano la sicurezza per la quale stiamo lavorando”. Ban-ki Moon ha assicurato i leader religiosi del sostegno delle Nazioni Unite per tutti gli sforzi che saranno compiuti per “migliorare la comprensione tra le culture e le religioni” ed ha concluso: “Insieme metteremo a frutto l’enorme potenziale delle religioni per favorire la vera pace”. (fonte: SIR)

È stato firmato questa mattina (ndr. 21/11/2013), a Vienna, nell'ambito di un incontro di Religions for Peace, un documento redatto dai leader delle principali religioni sul tema dell'accoglienza dei migranti, in particolari di coloro che fuggono da guerre e carestie. Pubblichiamo il testo integrale del documento e un'intervista alla persona che, per il Jesuit refugee service, ha partecipato alla sua elaborazione.

Un valore centrale della mia fede è accogliere lo straniero, il rifugiato, lo sfollato, l’altro. Io tratterò loro come vorrei essere trattato io stesso. E inviterò gli altri, compresi i leader della mia comunità religiosa, a fare lo stesso.
Insieme con le autorità religiose, con le organizzazioni confessionali e le comunità di coscienza del mondo affermo: Io accoglierò lo straniero.
La mia fede insegna che la compassione, la misericordia, l’amore e l’ospitalità sono per tutti: chi è nato nel mio Paese e lo straniero, il membro della mia comunità e chi è appena arrivato...

  Accogliere lo straniero, nel nome dell'unico Dio


---------------------------------------

Il testo integrale dell'intervento di Maria Voce, Presidente Movimento dei Focolari

 
Maria Voce:   Accogliere l’Altro – una Visione Multireligiosa di Pace (pdf)


---------------------------------------------------------------



Un'inchiesta delle Iene svela che il grado di ufficiale per i cappellani militari comporta spesa da 17 milioni. E Marcianò, appena nominato ordinario militare con stipendio da 10mila euro ammette: «Sono troppi, io li verso su un fondo ma lo Stato dovrebbe tagliare»

 
IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA:    Il vescovo calabrese ammette: «Sono troppi i 17 milioni per i cappellani militari»


---------------------------------------------------------------




 FRANCESCO
 



     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 17 novembre 2013

    Udienza - 20 novembre 2013

   Omelia - 15 novembre 2013: Ordinazione Episcopale di S.E. Mons. Fernando Vérgez Alzaga, L.C., Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano

   Omelia - 21 novembre 2013: Celebrazione dei Vespri con la Comunità delle Monache Benedettine Camaldolesi nel Monastero di Sant'Antonio Abate all'Aventino

    Discorso - Incontro con i Patriarchi delle Chiese Orientali Cattoliche e gli Arcivescovi Maggiori (21 novembre 2013)

    Discorso - Ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali (21 novembre 2013)

    Discorso - Incontro con la comunità filippina in occasione della Benedizione del mosaico di San Pedro Calungsod (21 novembre 2013)

    Discorso - Ai Dirigenti e agli Atleti delle Nazionali di Rugby di Argentina e Italia (22 novembre 2013)



---------------------------------------------------------------


SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"



16/11/2013:

  Gesù ha voluto conservare le sue piaghe...


18/11/2013:

  Confessare i nostri peccati...


19/11/2013:

  I Santi non sono superuomini...

  Profondamente commosso...


21/11/2013:

  Essere Santi non è un privilegio di pochi...


---------------------------------------------------------------

22/11/2013:

  Il Regno dei cieli è per quelli...


---------------------------------------------------------------


  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Angelus del 17 novembre 2013 - Testo e video - ... e la “Misericordina” medicina consigliata dal Papa.



17 novembre 2013



Cari fratelli e sorelle buongiorno,

il Vangelo di questa domenica (Lc 21,5-19) consiste nella prima parte di un discorso di Gesù: quello sugli ultimi tempi. Gesù lo pronuncia a Gerusalemme, nei pressi del tempio; e lo spunto gli è dato proprio dalla gente che parlava del tempio e della sua bellezza. Perché era bello quel tempio. Allora Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra» (Lc 21,6). Naturalmente gli chiedono: quando accadrà questo?, quali saranno i segni? Ma Gesù sposta l’attenzione da questi aspetti secondari – quando sarà?, come sarà? – la sposta alle vere questioni. E sono due. Primo: non lasciarsi ingannare dai falsi messia e non lasciarsi paralizzare dalla paura. Secondo: vivere il tempo dell’attesa come tempo della testimonianza e della perseveranza. E noi siamo in questo tempo dell’attesa, dell’attesa della venuta del Signore.
Questo discorso di Gesù è sempre attuale, anche per noi che viviamo nel XXI secolo. Egli ci ripete: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome» (v. 8). E’ un invito al discernimento, questa virtù cristiana di capire dove è lo spirito del Signore e dove è il cattivo spirito. Anche oggi, infatti, ci sono falsi “salvatori”, che tentano di sostituirsi a Gesù: leader di questo mondo, santoni, anche stregoni, personaggi che vogliono attirare a sé le menti e i cuori, specialmente dei giovani. Gesù ci mette in guardia: «Non andate dietro a loro!». “Non andate dietro a loro!”
E il Signore ci aiuta anche a non avere paura: di fronte alle guerre, alle rivoluzioni, ma anche alle calamità naturali, alle epidemie, Gesù ci libera dal fatalismo e da false visioni apocalittiche.
Il secondo aspetto ci interpella proprio come cristiani e come Chiesa: Gesù preannuncia prove dolorose e persecuzioni che i suoi discepoli dovranno patire, a causa sua. Tuttavia assicura: «Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto» (v. 18). Ci ricorda che siamo totalmente nelle mani di Dio! Le avversità che incontriamo per la nostra fede e la nostra adesione al Vangelo sono occasioni di testimonianza; non devono allontanarci dal Signore, ma spingerci ad abbandonarci ancora di più a Lui, alla forza del suo Spirito e della sua grazia.
In questo momento penso, e pensiamo tutti. Facciamolo insieme: pensiamo a tanti fratelli e sorelle cristiani, che soffrono persecuzioni a causa della loro fede. Ce ne sono tanti. Forse molti di più dei primi secoli. Gesù è con loro. Anche noi siamo uniti a loro con la nostra preghiera e il nostro affetto. Anche abbiamo ammirazione per il loro coraggio e la loro testimonianza. Sono i nostri fratelli e sorelle, che in tante parti del mondo soffrono a causa dell’essere fedeli a Gesù Cristo. Li salutiamo di cuore e con affetto.
Alla fine, Gesù fa una promessa che è garanzia di vittoria...

Dopo l'Angelus:
...
Anche vorrei adesso a tutti voi consigliarvi una medicina. Ma qualcuno pensa: “Il Papa fa il farmacista adesso?” E’ una medicina speciale per concretizzare i frutti dell’Anno della Fede, che volge al termine. Ma è una medicina di 59 granelli intracordiali. Si tratta di una “medicina spirituale” chiamata Misericordina. Una scatolina di 59 granelli intracordiali. In questa scatoletta è contenuta la medicina e alcuni volontari la distribuiranno a voi mentre lasciate la Piazza. Prendetela! C’è una corona del Rosario, con la quale si può pregare anche la “coroncina della Misericordia”, aiuto spirituale per la nostra anima e per diffondere ovunque l’amore, il perdono e la fraternità. Non dimenticatevi di prenderla, perché fa bene, eh? Fa bene al cuore, all’anima e a tutta la vita!

A tutti voi un cordiale augurio di Buona Domenica. Arrivederci e buon pranzo!

  testo integrale dell'Angelus

  video

Sono state distribuite in piazza san Pietro, oggi, migliaia e migliaia di scatolette contenenti una corona del rosario con le indicazioni per recitare la "coroncina della Misericordia" di Santa Faustina! Ma non è una trovata di "marketing" come qualcuno ha subito sibilato, quanto piuttosto un adattarsi al linguaggio - certo mediaticamente allettante - dei nostri giorni. Magari Papa Francesco riuscisse a rilanciare in maniera globale la "moda" del pregare! Anche questi mezzi semplici e nati dalla fantasia devota di un seminarista (non di un'agenzia pubblicitaria) possono aiutare.(fonte: Cantuale Antonianum)

“Misericordina” (misericordium) 59 granuli per il cuore. 50% Corona Divinae Misericordiae e 50% Imago Iesu Misericordis. La scatoletta è bianca con il disegno di un cuore umano con le spine e una diagramma dei batti del cuore. Dentro il foglio con le istruzioni per l’uso. Così, in forma di medicina e’ stato riproposto dai seminaristi di Danzica, in Polonia il messaggio sulla Divina Misericordia. E stamattina all’Angelus in Piazza San Pietro la “medicina polacca” e’ stata distribuita ai fedeli. E’ una iniziativa alla vigilia della chiusura dell’Anno della Fede con un invito a rivolgersi per i problemi del mondo al Signore...

  Misericordina, la “medicina” per avere un evangelico cuore nuovo



--------------------------------------------


Non è un farmaco che è possibile trovare in farmacia e non è prescrivibile dal medico! La “Misericordina” – afferma Papa Francesco – “è una medicina speciale per concretizzare i frutti dell’Anno della Fede, che volge al termine”. “Si tratta – prosegue il Pontefice, lasciando a bocca aperta migliaia di fedeli presenti in Piazza San Pietro per l’Angelus domenicale – di una «medicina spirituale» chiamata Misericordina. Una scatolina di 59 granelli intracordiali. In questa scatoletta è contenuta la medicina e alcuni volontari la distribuiranno a voi mentre lasciate la Piazza. Prendetela! C’è una corona del Rosario, con la quale si può pregare anche la «coroncina della Misericordia», aiuto spirituale per la nostra anima e per diffondere ovunque l’amore, il perdono e la fraternità”.
Potrebbe sembrare l’espressione romantica e sdolcinata di una fede antica e fuori moda per i nostri tempi. In realtà, con questa semplice iniziativa – che Papa Francesco non ha esitato a patrocinare dal balcone del Palazzo Apostolico – viene rilanciato il significato cristiano e il valore teologico della preghiera, attraverso la recita del Rosario e – nel caso specifico del nuovo “farmaco” – della “coroncina della Misericordia”.

  Michelangelo Nasca:   Un nuovo “farmaco” per la cura delle anime, la Divina Misericordi di Santa Faustina

---------------------------------------------------------------


  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)



Papa Francesco UDIENZA GENERALE 20 novembre 2013 - testo e video


Piazza San Pietro
Mercoledì, 20 novembre 2013

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Mercoledì scorso ho parlato della remissione dei peccati, riferita in modo particolare al Battesimo. Oggi proseguiamo sul tema della remissione dei peccati, ma in riferimento al cosiddetto “potere delle chiavi”, che è un simbolo biblico della missione che Gesù ha dato agli Apostoli. 
Anzitutto dobbiamo ricordare che il protagonista del perdono dei peccati è lo Spirito Santo. Nella sua prima apparizione agli Apostoli, nel cenacolo, Gesù risorto fece il gesto di soffiare su di loro dicendo: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23). Gesù, trasfigurato nel suo corpo, ormai è l’uomo nuovo, che offre i doni pasquali frutto della sua morte e risurrezione. Quali sono questi doni? La pace, la gioia, il perdono dei peccati, la missione, ma soprattutto dona lo Spirito Santo che di tutto questo è la sorgente. Il soffio di Gesù, accompagnato dalle parole con le quali comunica lo Spirito, indica il trasmettere la vita, la vita nuova rigenerata dal perdono.
Ma prima di fare il gesto di soffiare e donare lo Spirito, Gesù mostra le sue piaghe, nelle mani e nel costato: queste ferite rappresentano il prezzo della nostra salvezza. Lo Spirito Santo ci porta il perdono di Dio “passando attraverso” le piaghe di Gesù. Queste piaghe che Lui ha voluto conservare; anche in questo momento Lui in Cielo fa vedere al Padre le piaghe con le quali ci ha riscattato. Per la forza di queste piaghe, i nostri peccati sono perdonati: così Gesù ha dato la sua vita per la nostra pace, per la nostra gioia, per il dono della grazia nella nostra anima, per il perdono dei nostri peccati. È molto bello guardare così a Gesù! 
E veniamo al secondo elemento: Gesù dà agli Apostoli il potere di perdonare i peccati. È un po’ difficile capire come un uomo può perdonare i peccati, ma Gesù dà questo potere. La Chiesa è depositaria del potere delle chiavi, di aprire o chiudere al perdono. Dio perdona ogni uomo nella sua sovrana misericordia, ma Lui stesso ha voluto che quanti appartengono a Cristo e alla Chiesa, ricevano il perdono mediante i ministri della Comunità. Attraverso il ministero apostolico la misericordia di Dio mi raggiunge, le mie colpe sono perdonate e mi è donata la gioia. In questo modo Gesù ci chiama a vivere la riconciliazione anche nella dimensione ecclesiale, comunitaria. E questo è molto bello. La Chiesa, che è santa e insieme bisognosa di penitenza, accompagna il nostro cammino di conversione per tutta la vita. La Chiesa non è padrona del potere delle chiavi, ma è serva del ministero della misericordia e si rallegra tutte le volte che può offrire questo dono divino...

  testo integrale

Nonostante la pioggia battente, si è tenuta come sempre l'udienza generale del mercoledì.
Prima della lettura del Vangelo e del suo intervento, papa Jorge Mario Bergoglio ha compiuto il tradizionale giro a bordo della jeep bianca scoperta, dalla quale, dopo aver chiesto all'autista di fermarsi, è sceso per salutare con affetto una donna anziana.

  video

Anche questa settimana la piazza era gremita di fedeli e Papa Francesco ha fatto un lungo giro salutando tutti e baciando tanti bambini...

  video

Al termine della catechesi sono stati particolarmente rapidi i saluti ai vescovi presenti sul sagrato della Basilica, perché il Pontefice ha riservato tempo ed energie ai malati presenti in Piazza San Pietro. All'udienza hanno infatti partecipato oltre 3 mila persone affette da malattie rare riunite in una delegazione coordinata dall'associazione culturale "Giuseppe Dossetti: i Valori - sviluppo e tutela dei diritti" e accompagnate dal presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, l'arcivescovo Zygmunt Zimowski.
Così sulla piazza si è svolta questo singolare e straordinario incontro personale di papa Francesco che ha abbracciato ciascuno dei tremila malati, accompagnati dai loro familiari. Centinaia - in particolare - erano i bambini, alcuni piccolissimi, in braccio ai genitori che piangendo li hanno affidati per un istante alle braccia del Papa. Momenti di grande tenerezza e commozione, con Francesco che baciando i piccoli ha tentato di consolare i grandi, mentre anche i collaboratori del Santo Padre faticavano in certi momenti a trattenere le lacrime. (fonte: Avvenire)


--------------------------------------------

 

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - La preghiera: forza dell'uomo e debolezza di Dio - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
16 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Il Papa ai Canonici Regolari: 
pregare Dio, sempre

La preghiera dell’uomo è la debolezza di Dio: è quanto ha affermato il Papa durante la Messa presieduta stamani a Santa Marta. Erano presenti i canonici del Capitolo della Basilica di San Pietro. 

Al centro dell’omelia, il Vangelo in cui Gesù invita a pregare senza stancarsi, raccontando la parabola della vedova che chiede con insistenza a un giudice iniquo che gli venga fatta giustizia. Così - afferma il Papa - “Dio fa e farà giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di Lui”, come è accaduto con Israele guidato da Mosè fuori dall’Egitto:
“Quando chiama Mosè gli dice: ‘Ho sentito il pianto, il lamento del mio popolo’. Il Signore ascolta. E nella prima Lettura abbiamo ascoltato quello che ha fatto il Signore, quella parola onnipotente: ‘Dal Cielo viene come un guerriero implacabile’. Quando il Signore prende la difesa del suo popolo è così: è un guerriero implacabile e salva il suo popolo. Salva, rinnova tutto: ‘Tutto il Creato fu modellato di nuovo nella propria natura come prima’. ‘Il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli … e coloro che la tua mano proteggeva, passarono con tutto il popolo’”.
Il Signore – prosegue il Papa - “ha sentito la preghiera del suo popolo, perché ha sentito nel suo cuore che i suoi eletti soffrivano” e lo salva in modo potente:
“Questa è la forza di Dio. E qual è la forza degli uomini? Qual è la forza dell’uomo? Questa della vedova: bussare al cuore di Dio, bussare, chiedere, lamentarsi di tanti problemi, tanti dolori e chiedere al Signore la liberazione da questi dolori, da questi peccati, da questi problemi. La forza dell’uomo è la preghiera e anche la preghiera dell’uomo umile è la debolezza di Dio. Il Signore è debole soltanto in questo: è debole in confronto alla preghiera del suo popolo”...

  Il Papa: La preghiera dell'uomo è la debolezza di Dio

  video


--------------------------------------------




S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
18 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Il Papa Francesco: 
no allo spirito mondano, sì a Dio

Il Signore ci salvi dallo “spirito mondano che negozia tutto”, non solo i valori ma anche la fede. E’ quanto affermato stamani da Papa Francesco nella Messa alla Casa Santa Marta. Il Papa ha quindi avvertito che bisogna stare in guardia da una “globalizzazione dell’uniformità egemonica”, frutto della mondanità.

Il Popolo di Dio preferisce allontanarsi dal Signore davanti ad una proposta di mondanità. Papa Francesco ha preso spunto dalla Prima Lettura, un passo del Libro dei Maccabei, per soffermarsi sulla “radice perversa” della mondanità. Le guide del popolo, sottolinea il Papa, non vogliono più che Israele sia isolato dalle altre nazioni e così, abbandonano le proprie tradizioni, per andare a trattare con il re. Vanno a “negoziare” e sono entusiasti per questo. E’ come, annota, se dicessero “siamo progressisti, andiamo con il progresso dove va tutta la gente”. Si tratta, avverte, dello “spirito del progressismo adolescente” che “si crede che andare avanti in qualsiasi scelta è meglio che rimanere nelle abitudini della fedeltà”. Questa gente, dunque, negozia con il re “la fedeltà al Dio sempre fedele”. “Questo – è il monito del Papa – si chiama apostasia”, “adulterio”. Non stanno, infatti, negoziando alcuni valori, evidenzia, “negoziano proprio l’essenziale del suo essere: la fedeltà al Signore”.
“E questa è una contraddizione: non negoziamo i valori ma negoziamo la fedeltà. E questo è proprio il frutto del demonio, del principe di questo mondo, che ci porta avanti con lo spirito di mondanità. E poi, accadono le conseguenze. Hanno preso le abitudini dei pagani, poi un passo avanti: il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Non è la bella globalizzazione dell’unità di tutte le Nazioni, ma, ognuna con le proprie usanze ma unite, ma è la globalizzazione dell’uniformità egemonica, è proprio il pensiero unico. E questo pensiero unico è frutto della mondanità”.
E dopo questo, rammenta, “tutti i popoli si adeguarono agli ordini del re; accettarono anche il suo culto, sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato”. Passo dopo passo, “si va avanti su questa strada”. E alla fine, rammenta il Papa, “il re innalzò sull’altare un abominio di devastazione”:
“Ma, Padre, questo succede anche oggi? Sì...

Oggi, avverte il Papa, si pensa che “dobbiamo essere come tutti, dobbiamo essere più normali, come fanno tutti, con questo progressismo adolescente”. E poi, osserva amaramente, “segue la storia”: “le condanne a morte, i sacrifici umani”. “Ma voi – è l’interrogativo del Papa – pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono”:
“Ma quello che ci consola è che davanti a questo cammino che fa lo spirito del mondo, il principe di questo mondo, il cammino di infedeltà, sempre rimane il Signore che non può rinnegare se stesso, il Fedele: Lui sempre ci aspetta, Lui ci ama tanto e Lui ci perdona quando noi, pentiti per qualche passo, per qualche piccolo passo in questo spirito di mondanità, andiamo da Lui, il Dio fedele davanti al Suo popolo che non è fedele. Con lo spirito di figli della Chiesa preghiamo il Signore perché con la Sua bontà, con la Sua fedeltà ci salvi da questo spirito mondano che negozia tutto; che ci protegga e ci faccia andare avanti, come ha fatto andare avanti il suo popolo nel deserto, portandolo per mano, come un papà porta il suo bambino. Alla mano del Signore andremo sicuri”.

  Il Papa: Dio ci salvi dallo spirito mondano che negozia tutto e dal pensiero unico

  video


--------------------------------------------

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Gli anziani sono il tesoro della nostra società - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
19 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Il Papa Francesco: 
"Un popolo che non rispetta i nonni, non ha futuro"


Un popolo che “non rispetta i nonni” è senza memoria e dunque senza futuro. È l’insegnamento offerto stamattina da Papa Francesco all’omelia della Messa celebrata in Casa S. Marta. Il Papa ha commentato la vicenda biblica dell’anziano Eleàzaro, che scelse il martirio per coerenza con la sua fede in Dio e per dare una testimonianza di rettitudine ai giovani.

Scegliere la morte, anziché scamparla con l’aiuto di amici compiacenti, pur di non tradire Dio e anche per non mostrare ai giovani che in fondo l’ipocrisia può tornare utile, anche se si tratta di rinnegare la propria fede. C’è tutto questo nella vicenda del nobile Eleàzaro, figura biblica del Libro dei Maccabei proposta dalla liturgia del giorno, che agli aguzzini che volevano costringerlo all’abiura preferisce il martirio, il sacrificio della vita piuttosto che una salvezza strappata con l'ipocrisia. “Quest’uomo – osserva Papa Francesco – di fronte alla scelta fra l’apostasia e la fedeltà non dubita”, rifiutando “quell’atteggiamento del fingere, del fingere pietà, del fingere religiosità…”. Anzi, invece di badare a sé “pensa ai giovani”, a quello che il suo atto di coraggio potrà lasciare loro in ricordo:
“La coerenza di quest’uomo, la coerenza della sua fede, ma anche la responsabilità di lasciare un’eredità nobile, un’eredità vera. Noi viviamo in un tempo nel quale gli anziani non contano. E’ brutto dirlo, ma si scartano, eh? Perché danno fastidio. Gli anziani sono quelli che ci portano la storia, che ci portano la dottrina, che ci portano la fede e ce la danno in eredità. Sono quelli che, come il buon vino invecchiato, hanno questa forza dentro per darci un’eredità nobile”.
E qui Papa Francesco ricorda una storiella ascoltata da piccolo...
“Questa storia mi ha fatto tanto bene, tutta la vita. I nonni sono un tesoro. La Lettera agli ebrei ... ci dice: ‘Ricordatevi dei vostri capi, che vi hanno predicato, quelli che vi hanno predicato la Parola di Dio. E considerando il loro esito, imitatene la fede’. La memoria dei nostri antenati ci porta all’imitazione della fede. Davvero la vecchiaia tante volte è un po’ brutta, eh? Per le malattie che porta e tutto questo, ma la sapienza che hanno i nostri nonni è l’eredità che noi dobbiamo ricevere. Un popolo che non custodisce i nonni, un popolo che non rispetta i nonni, non ha futuro, perché non ha memoria, ha perso la memoria”.
“Ci farà bene – è il commento finale di Papa Francesco – pensare a tanti anziani e anziane, tanti che sono nelle case di riposo, e anche tanti – è brutta la parola, ma diciamola – abbandonati dai loro. Sono il tesoro della nostra società”:
“Preghiamo per i nostri nonni, le nostre nonne. ... "

  Il Papa: Dio ci insegni a rispettare i nonni, nella loro memoria c'è il futuro di un popolo

  video


--------------------------------------------

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Il "senso del Tempio" - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
22 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Il Papa Francesco: 
ritroviamo il senso dell'adorazione

Il tempio è un luogo sacro in cui ciò che più importa non è la ritualità, ma “adorare il Signore”. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa celebrata questa mattina a Casa S. Marta. Il Papa ha posto l’accento anche sull’essere umano che in quanto “tempio dello Spirito Santo” è chiamato ad ascoltare dentro di sé Dio, a chiederGli perdono e a seguirlo.

Il Tempio è la casa di pietra dove un popolo custodisce la sua anima davanti a Dio. Ma Tempio sacro è anche il corpo di un singolo individuo, in cui Dio parla e il cuore ascolta. Papa Francesco sviluppa l’omelia su queste due dimensioni, che corrono parallele nella vita cristiana. Lo spunto è venuto dal brano liturgico dell’Antico Testamento, in cui Giuda Maccabeo riconsacra il Tempio distrutto dalle guerre. “Il Tempio – osserva il Papa – come un luogo di riferimento della comunità, un luogo di riferimento del popolo di Dio”, dove ci si reca per molti motivi uno dei quali – spiega – supera tutti gli altri:
“Il Tempio è il luogo dove la comunità va a pregare, a lodare il Signore, a rendere grazie, ma soprattutto ad adorare: nel Tempio si adora il Signore. E questo è il punto più importante. Anche, questo è valido per le cerimonie liturgiche: in questa cerimonia liturgica, cosa è più importante? I canti, i riti – belli, tutto…? Più importante è l’adorazione: tutta al comunità riunita guarda l’altare dove si celebra il sacrificio e adora. Ma, io credo – umilmente lo dico – che noi cristiani forse abbiamo perso un po’ il senso della adorazione, e pensiamo: andiamo al Tempio, ci raduniamo come fratelli – quello è buono, è bello! – ma il centro è lì dove è Dio. E noi adoriamo Dio”.
Dall’affermazione scaturisce la domanda, diretta: “I nostri templi – si chiede Papa Francesco – sono luoghi di adorazione, favoriscono l’adorazione? Le nostre celebrazioni favoriscono l’adorazione?”. Gesù – ricorda il Papa, citando il Vangelo odierno – scaccia gli “affaristi” che avevano preso il Tempio per un luogo di traffici piuttosto che di adorazione. Ma c’è un altro “Tempio” e un’altra sacralità da considerare nella vita di fede:
“San Paolo ci dice che noi siamo templi dello Spirito Santo. Io sono un tempio...

Che il Signore ci conceda questo vero senso del Tempio, per potere andare avanti nella nostra vita di adorazione e di ascolto della Parola di Dio”.


  Papa Francesco: nel tempio non si va a celebrare un rito ma ad adorare Dio

  Guarda il video



--------------------------------------------

Il Papa ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali: «Non mi rassegno a un Medio Oriente senza cristiani»



Questa mattina Papa Francesco ha incontrato i patriarchi e gli arcivescovi maggiori delle Chiese cattoliche dei riti orientali, presenti a Roma per partecipare alla plenaria della Congregazione per le Chiese orientali dedicata alla ricezione del Concilio. I presenti sono intervenuti per descrivere la situazione dei cristiani nel Medio Oriente, in Europa orientale, in India e nelle rispettive comunità della diaspora.
Prima di ascoltare i contributi dei capi delle Chiese orientali, Papa Francesco li ha salutati con un breve discorso...

Sempre nella giornata di oggi, alle 12, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre ha poi ricevuto in udienza tutti i partecipanti alla Plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali. «Questa Sessione – ha detto il Papa - intende riappropriarsi della grazia del Concilio Vaticano II e del successivo magistero sull’Oriente cristiano».
Il Pontefice ha quindi rivolto il suo pensiero al Medio Oriente, «terra benedetta in cui Cristo è vissuto, morto e risorto. In essa – l’ho avvertito anche oggi dalla voce dei Patriarchi presenti – la luce della fede non si è spenta, anzi risplende vivace. Ogni cattolico ha perciò un debito di riconoscenza verso le Chiese che vivono in quella regione. Da esse possiamo, fra l’altro, imparare la fatica dell’esercizio quotidiano di spirito ecumenico e dialogo interreligioso»...

  Il Papa: «Non mi rassegno a un Medio Oriente senza cristiani»

  video

il testo integrale del discorso di Papa Francesco:
  • Incontro con i Patriarchi delle Chiese Orientali Cattoliche e gli Arcivescovi Maggiori 
  • Ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali 

"Non mi rassegno ad un Medio Oriente senza cristiani"

 
video



--------------------------------------------

La libertà religiosa è colpita quasi ovunque nel mondo, specie a danno dei cristiani, con più livelli di gravità. E con coinvolgente dolore e invito alla solidarietà e alla preghiera Papa Francesco ricorda a noi tutti che in questo nuovo millennio – dopo le grandi persecuzioni dei totalitarismi del Novecento contro ebrei, cattolici e cristiani d’ogni denominazione – c’è un nuovo martirologio, di persone e luoghi, che continua a crescere. Frutto di una globalizzazione violenta.

  Carlo Cardia:   L'infinito martirio

---------------------------------------------------------------


  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Nella Giornata dedicata a tutte le comunità di clausura, Papa Francesco si è recato sul colle Aventino al Monastero di Sant’Antonio Abate delle Monache Benedettine Camaldolesi (testi, foto, video)



Maria è la madre della speranza e da Lei nasce l’insegnamento a guardare al domani con speranza, e a non fermarsi all’oggi. E’ il messaggio che Papa Francesco ha consegnato ieri pomeriggio 
(ndr. 21/11/2013) alle Monache benedettine camaldolesi all’Aventino, in occasione della sua visita al monastero di Sant’Antonio Abate, nella Giornata delle Claustrali, dedicata a tutte le comunità di contemplativi. Ad accoglierlo, l’abbadessa suor Michela Porcellato. Dopo la celebrazione dei Vespri, il Papa ha avuto un colloquio privato con le monache.

  Il Papa alle Benedettine: Maria, icona più espressiva della speranza cristiana

Il Papa alle Claustrali: Maria madre della speranza

  video

Contempliamo colei che ha conosciuto e amato Gesù come nessun’altra creatura. Il Vangelo che abbiamo ascoltato mostra l’atteggiamento fondamentale con il quale Maria ha espresso il suo amore per Gesù: fare la volontà di Dio. «Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,50). Con queste parole Gesù lascia un messaggio importante: la volontà di Dio è la legge suprema che stabilisce la vera appartenenza a Lui. Perciò Maria instaura un legame di parentela con Gesù prima ancora di darlo alla luce: diventa discepola e madre del suo Figlio nel momento in cui accoglie le parole dell’Angelo e dice: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Questo “avvenga” non è solo accettazione, ma anche apertura fiduciosa al futuro. Questo “avvenga” è speranza!
Maria è la madre della speranza, l’icona più espressiva della speranza cristiana...

  il testo integrale del discorso del Papa durante la celebrazione dei Vespri con la comunità delle Monache Benedettine

  video

Dopo la celebrazione dei Vespri, il Papa ha avuto un colloquio privato con le monache.

Rivedi l'intera visita di Papa Francesco al monastero delle Benedettine Camaldolesi

  video




--------------------------------------------

Nella Giornata delle Claustrali, dedicata a tutte le comunità di clausura, Papa Francesco si reca al Monastero di Sant’Antonio Abate delle Monache Benedettine Camaldolesi, situato sul colle Aventino a Roma. La visita inizia alle 17, durerà circa un'ora, e comprenderà una sosta di preghiera con le monache ed un colloquio privato con la comunità. Ma quale clima si respira nel Convento alla vigilia di questo evento carico di attese? Roberta Gisottilo ha chiesto all’abbadessa, madre Michela Porcellato

  RADIO VATICANA:  L'abbadessa: claustrali dentro la storia dei nostri giorni

---------------------------------------------------------------


  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)



Sincerità, semplicità, sobrietà: ecco Francesco di mons. Bruno Forte


Sincerità, semplicità, sobrietà: 
ecco Francesco 

di mons. Bruno Forte
arcivescovo di Chieti-Vasto

L'onda di simpatia, suscitata da Papa Francesco nella Chiesa e nel mondo, è oggetto di valutazioni diverse, perfino di un "conflitto delle interpretazioni”, come mostra il recente dialogo a distanza tra Vittorio Messoti e Liliana Cavani sulle pagine del Corriere della Sera. C'è chi coglie nel messaggio di questo Papa, e nell'entusiasmo che accende, i sintomi di una rinnovata primavera della fede, c'è chi vede emergere nostalgie ingenue e rischiose di pauperismo evangelico. C'è chi riconosce nel consenso che diversi manifestano i rigurgiti di un mai sopito "affetto antiromano", pronto a identificare nel Vescovo di Roma, «venuto quasi dalla fine del mondo», soprattutto il promotore di una riforma radicale della macchina curiale. 
Personalmente mi sento in sintonia con chi legge nel pontificato di Francesco uno straordinario tempo di grazia e di speranza per tutti, in continuità con ciò che era stato preparato dalla riforma spirituale voluta da Benedetto XVI, anche se con caratteristiche differenti. Tre elementi mi sembrano entrare in gioco nel modo di essere e di agire di Jorge Mario Bergoglio - Papa Francesco, tali da fargli raggiungere ampiamente e in profondità il cuore di tutti: la sincerità, la semplicità e la sobrietà...

Papa Francesco ama essere il parroco del mondo, non per smania di originalità, ma per amore del suo popolo e in obbedienza allo stile di vita e di azione del Maestro e Signore cui ha consegnato il cuore e la vita, il Signore Gesù. Proprio così, ciò che fa e dice ha sapore di Vangelo e fa intuire il potere di trasformazione e di salvezza per tutti delle parole pronunciate e vissute in prima persona dal Nazareno: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio» (Luca 6,20). 

  Sincerità, semplicità, sobrietà: ecco Francesco  di Bruno Forte


--------------------------------------------

Abbracci, telefonate... piccoli segni della grande tenerezza di Papa Francesco


Qualche “tradizionalista” ante-litteram mentre stavo cenando mi chiama per dirmi, commosso, una cosa che ha commosso anche me. E ha suscitato la mia gratitudine verso il papa, confermato il mio amore verso la Chiesa nostra madre. Siano benedetti quei gesti, quelle parole, quei fatti che nella loro misericordia e pietà sono così eminentemente cattolici e universali – poiché votati al “tutto” e che tutte le barriere scavalcano, perché per tutti nella Chiesa c’è spazio – tanto da trasformarsi in contemplazione e preghiera, unità nell’amore. Dentro la comunità cattolica. La misericordia è l’unico idioma che è compreso da tutti gli abitanti di Babilonia: perché è universale, non ha frontiere, barriere, limiti.

 
Quella commovente telefonata di Francesco allo scrittore "tradizionalista" malato

Sono sicuro che nessuno dei due interessati vorrebbe che si sapesse, e per nobili ragioni che rispetto. Epperò io faccio il giornalista... e le notizie - se le ho - le devo pur dare. Soprattutto quando sono notizie che fanno onore ad ambedue i protagonisti.
Papa Bergoglio ha telefonato a Mario Palmaro. Si sa che papa Francesco ama fare di queste sorprese telefoniche. Ma stavolta l'evento ha un sapore un po' diverso, perché Palmaro (insieme al co-autore Alessandro Gnocchi con cui fa coppia fissa) è anche il firmatario dell'articolo «Questo Papa non ci piace» che a partire dalla prima pagina del «Foglio» di qualche settimana fa ha suscitato una ridda di reazioni un po' dappertutto...

  Francesco ha telefonato a Mario Palmaro

"Prima gli ho baciato la mano, mentre lui con l’altra mi carezzava il capo e le ferite. Poi mi ha attirato a sé, abbracciandomi forte e baciandomi il viso. Avevo la testa contro il suo petto, le sue braccia che mi avvolgevano. E lui mi teneva stretto stretto, come coccolandomi, non si staccava più. Ho cercato di parlare, di dirgli qualcosa, non ci sono riuscito: l’emozione era troppo forte. E’ durato poco più di un minuto, ma a me è sembrata un’eternità. Dopo, mi sono girato verso la zia e le ho detto: Qua ghe aso le pene, Qui ci lascio le penne".
E’ timido e parla in vicentino stretto Vinicio, la voce poco più di un sussurro per via di un’operazione alla gola. Ma l’emozione con cui racconta la carezza di Papa Francesco, in Piazza San Pietro, qualche giorno fa, risuona come le campane della chiesa di Isola, il piccolo paese in provincia di Vicenza dove vive con la sorella minore Morena in una casetta del Comune, luminosa e ben tenuta.
Cinquantatré anni, Vinicio, che di cognome fa Riva, è affetto dalmorbo di von Recklinghausen. Una malattia molto rara, nota come neurofibromatosi di tipo 1, che provoca dolorose escrescenze (lui li chiama "gnocchi", per via della forma e grandezza – ma alcune sono ben più grosse) su tutto il corpo. Anche Morena, 46 anni, soffre dalla stessa malattia.
Ma mentre la sua è una forma lieve, quella di Vinicio è la più estrema. Le escrescenze gli coprono tutta la testa e il viso, tranne che per la guancia sinistra, che è invece deturpata come fosse passata attraverso il fuoco. La pelle di Vinicio ha perso tutta l’elasticità e si ripiega sul volto, coprendogli un occhio e allungandogli il mento. I piedi sono deformati e devastati dalle piaghe. Le escrescenze prudono moltissimo, specie sulla schiena. Non grattarsi è impossibile, e ogni mattina Vinicio si sveglia con la maglia di cotone zuppa di sangue. "I primi segni si sono manifestati dopo i quindici anni", racconta. "Mi avevano detto che sarei morto a trenta. Invece sono ancora qui"...
Lui intanto racconta: "Le mani del Papa sono così morbide… Morbide e bellissime. E il suo sorriso limpido e aperto. Ma la cosa che più mi ha colpito è che non sia stato lì a pensarci se abbracciarmi o meno. Io non sono contagioso, ma lui non lo sapeva. Però l’ha fatto e basta: mi ha accarezzato tutto il viso, e mentre lo faceva sentivo solo amore"...

  Parla Vinicio, l'uomo sfigurato baciato da Francesco

«Qui è il Paradiso» ha esclamato semplicemente Vinicio, con occhi sognanti, dopo l'abbraccio col Papa la settimana scorsa in Vaticano durante un'udienza organizzata per celebrare i 110 anni di Unitalsi. Nessuno lo aveva mai fatto prima, a parte la sorella Morena e la zia Caterina che si sono prese cura dei due «ragazzi» fin da quando erano piccoli e quei bitorzoli cominciavano a comparire.
Oggi a 53 anni Vinicio ne è ricoperto dalla testa ai piedi. Grossi foruncoli scuri che non si limitano a deturparlo ma gli si conficcano nel corpo creandogli dolore, prurito e piaghe. Ha fatto il giro del mondo l'immagine di papa Francesco che gli cinge le spalle, lo avvicina a sé e lo bacia con tenerezza anche dove le protuberanze sono più carnose.
«Pensavo non lo avrebbe più lasciato andare», racconta Caterina, che quel giorno era piantata al suo fianco, fiera e commossa nel vedere il nipote estasiato. Un uomo offeso duramente da una malattia rara di origine genetica, la neurofibromatosi, forma tumorale benigna che ricopre il corpo di cisti anche interne e su di lui si è espressa alla massima potenza...

  L’ABBRACCIO DEL SANTO PAPA - L’“ELEPHANT MAN” RACCONTA LA SUA EMOZIONE: “ERA IL PARADISO”


--------------------------------------------



Nel giro di pochi giorni papa Francesco ha corretto o fatto correggere alcuni tratti rilevanti della sua immagine pubblica. Almeno tre.

  Sandro Magister:   Anche il papa fa autocritica. E corregge tre errori


Da più parti del mondo arrivano riscontri su quello che è ormai conosciuto come l'effetto Francesco: il riavvicinarsi alla chiesa cattolica e alla pratica religiosa di molte persone attratte dalla figura di papa Bergoglio

  Christian Albini:  L'effetto Francesco e l'ansia del controllo (1)

  Christian Albini:  L'effetto Francesco e l'ansia del controllo (2)

In questi ultimi mesi si è accentuata nella chiesa la discussione sullo stile di Papa Francesco. Credo sia necessario riflettere sulle scelte che egli sta compiendo perché esse tracciano un cammino checoinvolge la comunità ecclesiale e richiedono da tutti i credenti risposte adeguate

  Carlo Molari:  Lo stile di papa Francesco (pdf)

---------------------------------------------------------------





 Sei interessato a ricevere la nostra newsletter
 ma non sei iscritto ?
 
Iscriversi è facile e gratuito.  

               ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER

 riceverai la newsletter di "TEMPO  PERSO", ogni settimana, direttamente nella casella di posta elettronica.


L’elenco delle precedenti newsletter:


2013



     
  n. 1 del 4 gennaio 2013

n. 4 del 25 gennaio 2013

n. 7 del 15 febbraio 2013

n.10 dell'8 marzo 2013

n.13 del 29 marzo 2013

n.16 del 19 aprile 2013

n.19 del 10 maggio 2013

n.22 del 31 maggio 2013

n.25 del 21 giugno 2013

n.28 del 12 luglio 2013

n.31 del 2 agosto 2013

n.34 del 23 agosto 2013

n.37 del 13 settembre 2013

n.40 del 4 ottobre 2013

n.43 del 25 ottobre 2013

n.46 del 15 novembre 2013




n. 2 dell'11 gennaio 2013

n. 5 del 1° febbraio 2013

n. 8 del 22 febbraio 2013

n.11 del 15 marzo 2013

n.14 del 5 aprile 2013

n.17 del 26 aprile 2013

n.20 del 17 maggio 2013

n.23 del 7 giugno 2013

n.26 del 28 giugno 2013

n.29 del 19 luglio 2013

n.32 del 9 agosto 2013

n.35 del 31 agosto 2013

n.38 del 20 settembre 2013

n.41 dell'11 ottobre 2013

n.44 dell'1 novembre 2013
n. 3 del 18 gennaio 2013

n. 6 dell'8 febbraio 2013

n. 9 del 1° marzo 2013

n.12 del 22 marzo 2013

n.15 del 12 aprile 2013

n.18 del 3 maggio 2013

n.21 del 24 maggio 2013

n.24 del 14 giugno 2013

n.27 del 5 luglio 2013

n.30 del 26 luglio 2013

n.33 del 16 agosto 2013

n.36 del 6 settembre 2013

n.39 del 27 settembre 2013

n.42 del 18 ottobre 2013

n.45 dell'8 novembre 2013
    Cardinale Carlo Maria Martini
"QUARESIMA/PASQUA2013"


"AVVENTO/NATALE 2012"


newsletter degli anni precedenti

L’elenco delle precedenti newsletter:


2012


"AVVENTO/NATALE 2011"
Pagina speciale di TEMPO PERSO

         
  n. 1  del 6 gennaio 2012

n. 4  del 27 gennaio 2012

n. 7  del 17 febbraio 2012

n. 10  del 9 marzo 2012

n. 13  del 31 marzo 2012

n. 16  del 27 aprile 2012

n. 19  del 18 maggio 2012

n. 22  dell'8 giugno 2012

n. 25  del 29 giugno 2012

n. 28  del 20 luglio 2012

n. 31  del 10 agosto 2012

n. 34  del 31 agosto 2012

n. 37 del 21 settembre 2012

n. 40 del 12 ottobre 2012

n. 43 del 2 novembre 2012

n. 46 del 23 novembre 2012

n. 49 del 15 dicembre 2012


n. 2  del 13 gennaio 2012

n. 5  del 3 febbraio 2012

n. 8  del 24 febbraio 2012

n. 11  del 16 marzo 2012

n. 14  del 7 aprile 2012

n. 17  del 4 maggio 2012

n. 20  del 25 maggio 2012

n. 23  del 15 giugno 2012

n. 26  del 6 luglio 2012

n. 29  del 27 luglio 2012

n. 32  del 17 agosto 2012

n. 35  del 7 settembre 2012

n. 38 del 28 settembre 2012

n. 41 del 19 ottobre 2012

n. 44 del 9 novembre 2012

n. 47 del 1° dicembre 2012

n. 50 del 21 dicembre 2012
n. 3  del 20 gennaio 2012

n. 6  del 10 febbraio 2012

n. 9  del 2 marzo 2012

n. 12  del 23 marzo 2012

n. 15  del 20 aprile 2012

n. 18  dell'11 maggio 2012

n. 21  del 1° giugno 2012

n. 24  del 22 giugno 2012

n. 27  del 13 luglio 2012

n. 30  del 2 agosto 2012

n. 33  del 24 agosto 2012

n. 36 del 14 settembre 2012

n. 39 del 5 ottobre 2012

n. 42 del 26 ottobre 2012

n. 45 del 16 novembre 2012

n. 48 dell'8 dicembre 2012

n. 51 del 28 dicembre 2012



Cardinale Carlo Maria Martini
Profeta dei nostri tempi



 
  2011

  2010

  2009

  2008

 

   AVVISI: 

  1) La newsletter è settimanale;

 

  2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:

      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm