"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°16 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 13 al 19 aprile 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 26 aprile 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

  di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili 
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








... Fatevi accompagnare da Gesù, Lui vi ama.
Pasqua è Gesù vivo!

(dal messaggio di auguri pasquali del cardinale Jorge Mario Bergoglio alla diocesi di Buenos Aires prima di partire per Roma)

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BUONA PASQUA!!!



 
Speciale


Pagina in continuo aggiornamento





I NOSTRI TEMPI


  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)



"Perché fare il governo è ormai un dovere etico" di Bruno Forte


Una lettera scritta col cuore in mano. 
Un grido di allarme, una sollecitazione etica, un invito al coraggio dell'agire personale e alla speranza. È così che vorrei fossero lette le riflessioni che seguono, immaginandole indirizzate da un mittente preciso - la nostra gente, in particolare quella umile e segnata più di tutti dalle conseguenze della crisi che stiamo attraversando -, a un non meno preciso destinatario, identificabile in ciascuno dei senatori e dei deputati eletti a rappresentarci. Se mi si chiedesse a che titolo scrivo questa lettera, non esiterei a rispondere che non ne ho altro che quello di essere un vescovo, pastore come tanti. Un vescovo quotidianamente immerso nella vita del suo popolo e al quale giungono per le vie più diverse espressioni di bisogno, richieste di sostegno. Un pastore al quale arrivano sempre più testimonianze di sofferenza per il lavoro che viene a mancare, per quello che non si è mai trovato, per la materiale impossibilità di molte famiglie di arrivare a fine mese e per la tentazione della disperazione, che va prendendo piede nel cuore di molti adulti e di non pochi giovani. Non ho titoli di potere politico, non sono uomo di parte, se non per il voler stare dalla parte delle donne e degli uomini reali, i cui volti non sono numeri né casi generali, ma trasparenza e riflesso di storie di vita, di dolore, di desideri, di amori, di ferite e di speranze. Parlo da cuore a cuore, osando rivolgermi non alla classe politica in generale, ma alla coscienza di ciascuno dei nostri Parlamentari, quale che sia il gruppo di appartenenza e il complesso di ragioni e d'interessi che si senta autorizzato a rappresentare. Non si tratta da parte mia di ispirarmi all'antico adagio, che riconosce nel singolo le possibilità positive e nell'insieme del gruppo il gioco dei condizionamenti e dei veti incrociati ("senatores boni viri, senatus mala bestia"…)...

   "Perché fare il governo è ormai un dovere etico" di Bruno Forte  


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La preghiera «per i governanti» di Giorgio Bernardelli


Da oggi grazie al Cielo si inizia a votare per il nuovo presidente della Repubblica. Confesso che faccio molta fatica ad appassionarmi a questa corsa e spero che finisca presto, senza sfiancarci ulteriormente. Per il modo in cui si è sviluppata - infatti - mi sembra lontana anni luce dal volto più bello della politica. E poi sappiamo tutti che chiunque verrà eletto e qualunque sia la maggioranza che lo avrà votato, ci troveremo comunque all'inizio di un percorso pieno di incognite per il nostro Paese.
Per questo motivo oggi mi piacerebbe che come cattolici spostassimo il discorso su un altro piano, ponendoci questa domanda: per che cosa preghiamo quando affidiamo a Dio le sorti del nostro Paese? In questi giorni è ritornato spesso il paragone tra la corsa al Quirinale e il Conclave: era fin troppo facile e le ironie si sono sprecate (per una volta non ai danni della Chiesa). Per noi cattolici, però, in questo accostamento c'è un aspetto che dovrebbe coinvolgerci un po' di più: l'elezione di un Papa è sempre accompagnata dalla preghiera del popolo di Dio. E allora mi chiedo: in un momento in cui l'Italia fa così fatica a delineare una strada per le proprie istituzioni, non dovremmo moltiplicare la preghiera anche per chi è chiamato a compiere le scelte che riguardano il nostro Paese? In fondo è la strada che già negli anni Novanta Giovanni Paolo II ci aveva indicato con la Grande preghiera per l'Italia...

   La preghiera «per i governanti» di Giorgio Bernardelli


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Per ricordare la vita e la morte di Vittorio Arrigoni, un ragazzo che non si stancava mai di ripetere il suo credo: restiamo umani.


Centinaia di persone hanno partecipato oggi a Bulciago (Lecco) alla commemorazione dell’attivista Vittorio Arrigoni, sequestrato e ucciso due anni fa a Gaza.
BALLATA PER VIK – La riunione, avvenuta in una palestra troppo piccola per contenere tutti gli intervenuti, e’ stata aperta dalla ‘Ballata per Vik’ composta dal gruppo ‘I Luf’ con Egidia Beretta, la mamma di Vittorio, sindaco di Bulciago. In sala era presente anche la delegazione dei giovani palestinesi che compongono il convoglio impegnato in numerose tappe in Italia per presentare un altro volto della Striscia: quello degli studenti e dei creativi impegnati in una resistenza non violenta contro l’oppressione israeliana e politica. (fonte: Giornalettismo)

   video

IL VIAGGIO DI VITTORIO – La mamma di Vittorio, che recentemente ha anche scritto un libro dal titolo ‘Il viaggio di Vittorio’ per ricordare il figlio, tra l’altro ha detto: ‘Sappiamo chi e’ stato, non chi ha dato l’ordine che puo’ essere anche partito da Gaza. Ma sapere questa verita’ non e’ la mia ragione di vita. La ricerca mi sfinirebbe senza ridarmi mio figlio – ha aggiunto – Preferisco andare avanti parlando di Vittorio com’era da vivo e di come puo’ restare vivo dentro di me e di tutti coloro ai quali ha saputo risvegliare la coscienza’. (fonte: ANSA)

E' il 13 Aprile del 2011: Vittorio Arrigoni, attivista e pacifista italiano, viene sequestrato a Gaza da un commando terrorista che chiede, per la liberazione, il rilascio immediato dal carcere dello sceicco salafita Abu al Walid alMaqdisi. Il giorno successivo Vittorio viene ucciso. 
Chi era Arrigoni, perché era a Gaza, quali erano gli ideali che lo muovevano? 
Con interviste del 2009, all'indomani dell'operazione "Piombo Fuso", documenti e filmati esclusivi, Crash racconta la storia di un attivista convinto, un blogger che attraverso la rete testimoniava quotidianamente quello che succedeva nella striscia di Gaza anche durante i bombardamenti, uno spirito critico che era scomodo a tutti. 
Per ricordare la vita e la morte di un ragazzo che non si stancava mai di ripetere il suo credo: restiamo umani.

   Crash - Restiamo umani. Vita e morte di Vittorio Arrigoni

"Io che non credo alla guerra, non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Dovessi un giorno morire – fra cent’anni - vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela: un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare!" 
Vittorio Arrigoni 

Guarda i nostri precedenti post:
  • Nel ricordo di Vittorio Arrigoni "restiamo umani"
  • Una Pasqua per “restare umani”
  • Così Vittorio restò UMANO Egidia Beretta Arrigoni racconta "Il viaggio di Vittorio"

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Giornata Mondiale contro la schiavitù infantile


Si celebra oggi la Giornata Mondiale contro la schiavitù infantile, piaga che colpisce qualcosa come 400 milioni di bambini in tutto il mondo costretti a lavorare e vivere come schiavi. 
India, Afghanistan (industria edile), Brasile (produzione di carbone), Myanmar (raccolta della canna da zucchero), Cina (preparazione di esplosivi per l'industria pirotecnica), Sierra Leone (estrazione di diamanti) e Repubblica Democratica del Congo (estrazione di minerali) sono tra i paesi più interessati da questo drammatico fenomeno. Secondo i dati diffusi da diverse organizzazioni umanitarie, i piccoli schiavi che lavorano per la fabbricazione di prodotti che poi vengono venduti in Europa, Stati Uniti e nel resto dell’Occidente rappresenterebbero oltre il 10% del potenziale di manodopera mondiale.
La data scelta per celebrare questa giornata è tutt'altro che casuale: il 16 aprile ricorre infatti l'anniversario della morte di Iqbal Masih, il bambino di 12 anni ucciso nel 1995 dalle mafie tessili del Pakistan per averne denunciato gli sfruttamenti. (fonte: focus.it)

Forse non tutti conoscono la storia di Iqbal Masih, e allora ve la raccontiamo noi. Iqbal era un bambino operaio, sindacalista e attivista pakistano, simbolo della lotta contro il lavoro infantile nell'industria pakistana del tappeto...

   "Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite"

Slavery Footprint ha sviluppato un'applicazione per calcolare quanti “schiavi” lavorano per te.

   Quanti moderni "schiavi" lavorano per te?


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... Il fatturato annuo del traffico degli esseri umani è stimato in 10 miliardi di dollari. Donne e bambini sono la merce più scambiata nei bazar delle vite a perdere. «La tratta delle persone – ha ammonito papa Francesco il giorno di Pasqua – è proprio la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo». Secondo le Nazioni Unite ogni anno nel mondo 1,2 milioni di bambini sono trafficati e sfruttati. E l’Unicef denuncia come annualmente oltre mezzo milione di giovani donne vengano deportate in Europa occidentale per essere sfruttate nel mercato del sesso a pagamento...

  Nello Scavo: Bambini schiavi: una piaga aperta


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La cucina della “crisi”: critica, consapevole e bio


“Prendete 250 grammi di mollica da un pezzo di pane raffermo, mettetela a bagno nel latte. Vi serviranno anche un uovo, zucchero, cannella, qualche nocciola e, se volete, un pochino di cioccolato”. Sono gli ingredienti di un ottimo pudding da fare in casa. A proporlo, durante il festival romano sul riciclo Riscarti, è Annarita, meglio conosciuta al pubblico come Miss Critical Kitchen, blogger e “cuoca etica”. La seconda ricetta, preparata sempre in diretta, è una gustosa parmigiana fatta con le bucce di zucca e di carota. Cosa hanno in comune questi piatti, oltre ad essere buonissimi? “Sono un tipico esempio di cucina degli scarti, fatta con ciò che troviamo in casa e con elementi che in genere la gente butta via. Ma che, se ben usati, possono sorprenderci” spiega Annarita, il cui blog, pieno di spunti e idee, sta diventando tra i più seguiti in questo campo.
Le ricette di Miss Critical Kitchen, infatti, puntano a un consumo critico e consapevole degli alimenti e, nel pieno spirito dei nostri tempi, a mettere al bando ogni spreco, abbinando alle semplici ricette di una volta il proprio gusto personale e la propria creatività. Un trend che sempre più italiani hanno deciso di imitare, perchè permette di conciliare il gusto e la salute con un portafogli ogni giorno sempre più vuoto. Anche se non è semplice...

   La cucina della “crisi”: critica, consapevole e bio


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I giovani... oggi


“Attenzione ai valori. I giovani sono in gran parte il frutto dell’educazione che è stata loro data (anche indirettamente o inconsapevolmente). Sovente essi percepiscono allo stato puro alcuni valori dominanti del momento, senza le difese o le accortezze di chi è più avanti negli anni, ha più esperienza ed un’altra educazione”.
Sono parole profetiche, che i Vescovi dell’Emilia Romagna scrissero nel 1996 in un bellissimo documento sul tema delle discoteche.
All’epoca, internet non aveva ancora conquistato il mondo e non c’erano tutti i canali televisivi di oggi. Alle soglie del terzo millennio, la società è totalmente cambiata. I ragazzi ricevono tanti messaggi ingannevoli, attraverso un cattivo uso dei mezzi di comunicazione. Il risultato di questo bombardamento, a volte, può generare una sensazione di relativismo morale, che spinge a non distinguere più il bene dal male...

   Un grande vuoto da riempire con l'amore

Giovani e adulti: si somigliano molto, in Italia. Almeno, in rapporto alla politica e alle istituzioni. Lo stesso distacco. Anzi, per la precisione, è la generazione dei giovani a segnare il percorso. La direzione. Gli adolescenti e i giovani-più-giovani (così definiamo quelli di età compresa fra 15 e 24 anni), ma anche i giovani-adulti (fra 25 e 34 anni), esprimono un livello di fiducia davvero basso, anzi, minimo nei confronti dei principali attori e della più importante istituzione della "democrazia rappresentativa". Cioè, i partiti: poco sopra al 4%. E il Parlamento: appena un po' di più. (Utilizziamo, qui, i dati di numerose indagini condotte da Demos e LaPolis-Università di Urbino. ) Ma la sfiducia si estende anche allo Stato. In misura maggiore rispetto alla popolazione nell'insieme. Un disincanto acuto, che si è accentuato negli ultimi anni. Dopo il 2006, quando, perlomeno, dimostravano maggiore confidenza verso gli attori e le istituzioni rappresentative rispetto agli adulti. Oggi non più...

   Giovani e politica, una generazione altrove 

... Cosa state facendo di concreto per i giovani? Per garantirgli un futuro e farli tornare a sognare? Voi politici, ci state spegnendo, state spegnendo i nostri sogni e le nostre speranza. Non vediamo più un futuro davanti a noi, non riusciamo nemmeno ad immaginare di poter avere una famiglia.
Siete sempre così dannatamente bravi a parlare e a farci sperare con le vostre parole di cambiamento, ma poi appena si ritorna con i piedi a terra l’unica certezza che vedo è che voi la pancia l’avete sempre piena, non vi fate mancare di certo niente. Vorrei vedervi al posto nostro... 

   Giovani e crisi: provate voi ad avere vent’anni e nessun sogno


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4,2 milioni di italiani, vale a dire il 17% delle famiglie, non arrivano a fine mese. Il loro reddito non è sufficiente a coprire tutte le spese. 
Lo certifica l'ultima indagine del Censis e di Confcommercio. Sempre più frequentemente le famiglie italiane, spiega la ricerca, utilizzano i risparmi in banca per far fronte alle spese correnti.

   CENSIS-CONFCOMMERCIO:  Famiglie italiane, in 4 milioni non arrivano a fine mese

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Ogni giorno, in tutto il mondo, circa 800 donne muoiono a causa delle complicazioni collegate alla gravidanza o al parto: il 99% delle morti avviene nei Paesi in via di sviluppo

   FAMIGLIA CRISTIANA: Tre milioni di madri rischiano la vita


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  A Boston torna la paura 
L'attentato di ieri a Boston rappresenta, per le sue implicazioni, il riaffacciarsi di una delle emozioni più profonde e potenti che segnano la vicenda umana, sia individuale che collettiva: la paura.
Noi ci dobbiamo continuamente confrontare con le paure e facciamo di tutto per esorcizzarle, negarle o contrastarle. Spesso anche con modi irrazionali e violenti.
Il riconoscere le nostre paure dovrebbe essere l'occasione di chiederci in chi o cosa riponiamo speranza e fiducia. Per il cristiano risuona insistente l'incoraggiamento più volte ripetuto nell'Evangelo: Non abbiate paura.
Un altro aspetto da considerare riguarda la differenza attribuita nel peso e nella risonanza mediatica a fatti di violenza, quando riguardano popoli e nazioni più poveri e meno importanti. C'è una diseguaglianza anche nella compassione? (Christian Albini)

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FEDE E
SPIRITUALITA'





“Ecco faccio una cosa nuova”

Convertirsi

HOREB n. 63 - 3/2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Il termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre, accarezza, accompagna.
«Bruna sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato. 
Eppure confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella” perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe della sua bellezza.
Convertirsi, per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si incida nella sua esistenza e determini la sua storia. 
Convertirsi è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia ....  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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 SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


  A ogni nuovo crimine...
  La cosa più importante...
  Non abbiate paura...
  La sapienza dell'amore...
  L'amore fraterno...
  I martiri ci hanno insegnato...
  Il tempo dei martiri...
  La fede non matura...
  Voglio che la mia vita...
  Per te ci hai fatti...
  E' necessaria l'infelicità...
  La volontà di Dio...
  Chiediamo al Signore...
  Solo l'amore ha...
  Solo l'Amore può...
  Se cerchi...
  C'è una corruzione...
  Se la fede ci fa essere...
  La Parola di Gesù...


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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n.17 di Santino Coppolino



RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

III DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

Vangelo: Gv 21,1-19 

... e in quella notte presero nulla.
Nonostante la prossimità e la frequentazione di tanti anni, ancora fatichiamo a comprendere che "senza Gesù non possiamo far niente". Non lo comprende Simon Pietro e i discepoli con lui, non lo comprendiamo noi, Chiesa di oggi e di sempre. E' la Sua Parola e non le nostre furbizie tecniche, che riempie  la rete delle nostre fatiche pastorali. 
"Vado a pescare" e "veniamo anche noi con te" possiamo dirlo soltanto come risposta all'invito del Risorto: "Gettate la rete"...


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"Arrivederci ad Assisi... per il Concilio" di Paolo Dall'Oglio


"Arrivederci ad Assisi" di Paolo Dall'Oglio
Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)

Reduce da una drammatica, dolorosa eppur luminosa traversata della Siria libera, la sera del conclave twittavo: «#Gesù e #Maria di Nazareth al #Conclave: niente orpelli, berrette e ori, ma piedi scalzi, capelli al vento e la camicia rossa da garibaldino!».
Ripenso a Jihad, un combattente islamico col quale ho collaborato ad Aleppo, in mezzo ai crateri di missili e bombe, a una proposta di riconciliazione offerta dai rivoluzionari (in maggioranza sunniti) agli sciiti di lì, con la mediazione dei curdi. Un fratello glielo avevano già ammazzato tre mesi fa. Col braccio ancora al collo per una scheggia di bomba, lavora entusiasta all’iniziativa di riconciliazione. A colazione, l’altro fratello, Iyyad, si raccomanda: se muore in battaglia, che si tengano da conto la sua fidanzata e i tre orfanelli del primo martire di casa. Il giorno stesso muore, trapassato da un proiettile, in braccio a Jihad, chiedendogli un bacio. Quella sera riprendiamo assieme il filo dell’iniziativa e consiglio a Jihad d’occuparsi di pace a tempo pieno.
Appena eletto Papa, l’anziano cardinale gesuita argentino ha pensato ai poveri che soffrono, alla pace rimedio della violenza e al creato in pericolo. E ha scelto: Francesco. E twitto: «W #PapaFrancesco! La tua Chiesa locale ti benedice in silenzio grata a Dio, con lacrime di gioia. Il Papa a piedi nudi: Vangelo sine glossa!» ...

  "Arrivederci ad Assisi" di Paolo Dall'Oglio


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III DOMENICA DI PASQUA (C-2013) Riflessioni di Gianfranco Ravasi


L’11 aprile del 1963 – dopo essere stata firmata la mattina del 9 davanti alle telecamere e ai fotografi in una cerimonia pubblica che, scardinando un protocollo secolare, contribuì alla sua diffusione planetaria – venne pubblicata la Pacem in terris di Giovanni XXIII...

  Giovanni della pace

La “Pacem in Terris”, l’ultima enciclica di Angelo Roncalli, scritta quando già il male che minava il Papa stava giungendo al suo punto finale, rappresenta il grido del cuore del “Papa Buono”. E forse il ricordo più esatto del significato di quel documento lo ha dato, un anno fa, Benedetto XVI: “Al culmine della guerra fredda, quando il mondo stava ancora venendo a patti con la minaccia costituita dall'esistenza e dalla proliferazione di armi di distruzione di massa, Papa Giovanni scrisse quella che è stata definita "una lettera aperta al mondo". Era un appello sentito di un grande Pastore, vicino al termine della propria vita, affinché la causa della pace e della giustizia venisse promossa con vigore in ogni settore della società, a livello nazionale e internazionale”.
La Pacem in terris è stata pubblicato l’11 aprile del 1963...
Le encicliche sono un genere letterario votato, nella gran parte dei casi, all’oblio. Anche perché spesso la loro compilazione risponde a necessità o situazioni contingenti. Questo destino non sembra però riguardare la Pacem in terris, la cui attualità non sembra toccata dal mezzo secolo di vita.
Il documento offre quattro linee principali per procedere sulla via della pace. La centralità della persona inviolabile nei suoi diritti; l'universalismo del bene comune; il fondamento morale della politica; la forza della ragione e il faro della fede...

  La "Pacem in Terris" fu una lettera aperta al mondo

L'Accademia Pontificia di Scienze Sociali si è riunita in questi giorni a Roma per discutere, durante la sua diciottesima sessione plenaria, del contributo apportato dall'enciclica "Pacem in Terris" alla dottrina sociale della Chiesa, in occasione del cinquantesimo anniversario dalla sua pubblicazione .
Nel pieno apogeo della Guerra Fredda, quando l' opinione pubblica si domandava come affrontare la proliferazione di armi di distruzione di massa, Papa Giovanni XXIII scrisse una "lettera aperta al mondo"; un " richiamo incalzante (...) per promuovere in tutti gli ambiti sociali, nazionali e internazionali le cause di pace e giustizia". Così lo ha ricordato Benedetto XVI ...

  PERENNE ATTUALITÀ DELL'ENCICLICA "PACEM IN TERRIS"

Nel messaggio per la quarantaseiesima giornata della pace, il 1° gennaio 2013, Benedetto XVI ricordando la ricorrenza del cinquantesimo dell’enciclica Pacem in terris, ha ripreso la tesi fondamentale di questo documento, e cioè che condizione della pace sia lo stabilirsi di condizioni di verità, giustizia e amore. Per la tradizione cristiana infatti pace non significa solo assenza di guerra fra le nazioni, ma armoniosa convivenza fra tutti gli esseri umani, e di ciascuno con se stesso...

  Pacem in terris - Cinquant’anni dopo. Non può esistere senza verità


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36° Convegno nazionale delle Caritas diocesane Montesilvano (PE), 15-18 aprile 2013


Educare alla fede per essere testimoni di umanità
«La fede che si rende operosa per mezzo della carità» (Gal 5,6)

E' iniziato lunedì 15 e fino a giovedì 18 aprile 2013, il 36° Convegno nazionale delle Caritas diocesane a Montesilvano (PE), presso il Grand Hotel Adriatico (iscrizioni e plenaria) e il Serena Majestic Hotel (lavori di gruppo), che vede riuniti i direttori e operatori delle 220 Caritas diocesane e di Caritas Italiana.

  Guarda la diretta streaming degli incontri di plenaria del Convegno

Il Convegno ha come riferimenti di fondo l’Anno della fede, il decennio sull’educare, gli orientamenti dati da papa Benedetto XVI nel quarantesimo di Caritas Italiana e le prime indicazioni di Papa Francesco. Gli obiettivi sono quelli di far prendere consapevolezza ai partecipanti dell’importanza di educarsi per educare a una fede che si rende "operosa per mezzo della carità" e fornire contenuti e indicazioni che vadano a sostanziare le attività di carità portate avanti dalle Caritas diocesane sul territorio.

La Caritas Italiana da sempre accanto alla gente. 
Al via il convegno a Montesilvano

  video

Per approfondire:
  • Programma completo del Convegno (pdf)
  • Prolusione S.E. Mons. Giuseppe MERISI(.pdf) Vescovo di Lodi Presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e Presidente di Caritas Italiana
  • Relazione ambito teologico-pastorale (.pdf) S.E. Mons. Bruno FORTE, Arcivescovo di Chieti-Vasto


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È durissima. E il peggio sembra debba ancora arrivare. A pochi chilometri da qui, sul portone del centro di distribuzione diocesano della Caritas di Chieti, c’è un cartello: "Chiuso per mancanza di alimenti", che sono finiti nel giro di quattro giorni per le richieste e la disperazione dei poveri cresciute - entrambe - oltre ogni previsione. Ed è solo un ultimo esempio.

  Pino Ciociola:  Caritas: «Povertà nascoste crescita paurosa»

A Montesilvano si incontrano i rappresentanti di 220 Caritas diocesane. Al centro del convegno esperienze comuni e promozione di idee. Con un unico obiettivo: aiutare che non ce la fa.

  FAMIGLIA CRISTIANA:  Credere in tempo di povertà

Si riparte. Anche se in realtà la Caritas non si è mai fermata. «Occorre riconoscere e ridirci il valore della rete Caritas in Italia», ha sottolineato il direttore, don Francesco Soddu, richiamando la responsabilità affidata al servizio e all’azione delle Caritas. E cioè «responsabilità certamente nell’accoglienza ai poveri, ma anche educativa, animativa, culturale, ecclesiale nel discernere il tempo presente». Si è chiuso così, ieri, il convegno nazionale delle Caritas diocesane, che ha visto confrontarsi per quattro giorni quasi seicento rappresentanti provenienti dalle duecentoventi realtà italiane.

  Pino Ciociola«Gesti e segni di una nuova speranza contro la crisi»

Si è chiuso a Montesilvano (Pescara) il 36° Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Idee e azioni: parlano il direttore don Francesco Soddu e il presidente monsignor Giuseppe Merisi

  FAMIGLIA CRISTIANA: La Caritas per un'Italia più solidale

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"Ma il Paradiso non è un sogno" di Enzo Bianchi


La mia generazione ha ancora conosciuto la grazia di una catechesi sui novissimi, cioè sulle “realtà ultimissime” che ci attendono tutti: morte, giudizio, inferno e paradiso. Su queste colonne abbiamo già offerto nel tempo di Avvento una riflessione sul giudizio; ora nel tempo pasquale vogliamo sostare sul tema della vita eterna, chiamata anche, come situazione finale, “paradiso” (da pardes, parola persiana che significa “giardino”: Ne 2,8; Qo 2,5; Ct 4,13). 
Prima di andare al cuore della riflessione conviene però cogliere l’oggi nel quale viviamo, un oggi nel quale non solo il tema dei novissimi è sovente dimenticato ed evaso, ma in cui predomina il desiderio della vita presente, e dunque manca o non è esercitato il desiderio della vita eterna. Anche i cristiani, se non in certe ore di sofferenza, non si sentono più “esuli, … gementi e piangenti in questa valle di lacrime” – come si canta nell’antifona mariana Salve Regina–, e dunque non hanno molta attesa della vita in Cristo al di là della morte e sentono il paradiso come un sogno, una chimera. Sì, come ha scritto Benedetto XVI, i cristiani non sembrano volere la vita eterna, anzi la vita eterna appare ad alcuni un ostacolo al vivere bene oggi la vita in questo mondo...

  Ma il Paradiso non è un sogno di Enzo Bianchi


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Beato chi rende il mondo più giusto - Don Luigi Ciotti e il filosofo Salvatore Natoli si confrontano sul tema della giustizia alla luce delle Beatitudini.



La collana di otto volumi "Le Beatitudini" edita da Lindau, curata da Roberto Righetto con la collaborazione di Lorenzo Fazzini, è il tentativo di interrogare il dettato evangelico - in uno dei suoi passaggi "cruciali", più intensi e affascinanti - alla luce delle sfide dell'attualità. Ineludibile il tema della giustizia e dello scandaloso manifestarsi del suo contrario, sotto molteplici forme: ecco allora donLuigi Ciotti e Salvatore Natoli misurarsi con Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 
Mantenendo la struttura delle precedenti uscite della serie, il volume mette in dialogo una voce riconducibile al mondo e alla cultura cristiana con una voce del mondo laico. Don Luigi Ciotti è il fondatore del Gruppo Abele. Nel 1955 ha contribuito alla nascita di Libera, che oggi coordina l'impegno di tantissime realtà che combattono la criminalità organizzata e promuovono una cultura della legalità.Salvator Natoli insegna Filosofia teoretica all'Università statale Biccocca di Milano e si è occupato a lungo del rapporto fra linguaggio ed etica.
Al di là dei diversi punti di partenza e dei differenti metodi di analisi, colpisce il convergere dei due autori su un punto: la Parola evangelica si rivela da un lato come denuncia delle inuguaglianze che feriscono il mondo, dall'altro come esaltazione dell'impegno di quanti si adoperano per rimuoverle. Ed è questa seconda implicazione della Beatitudine a collocarsi in primo piano.

  La fame dei giusti contro la fame del mondo

Anticipiamo il paragrafo "Pane negato e pane sprecato", parte del testo scritto da Luigi Ciotti per Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia (Lindau).
Di cosa parliamo, innanzitutto, quando parliamo di «fame» e di «sete»? Per non rischiare di essere generici, dobbiamo capire cosa quelle parole vogliano dire nel concreto, come il loro significato possa radicalmente cambiare a seconda della collocazione sociale e geografica. Così, se per chi fa parte del mondo del benessere, «fame» e «sete» sono solo due impulsi che è facile soddisfare, per gran parte del resto dell’umanità sono invece un tragico problema, una privazione che non può certo essere addebitata al destino. «Povertà e malnutrizione non sono una mera fatalità, provocata da situazioni ambientali avverse o da calamità naturali – ha sottolineato Benedetto XVI in occasione del vertice Fao del 2009 – d’altra parte, le considerazioni di carattere esclusivamente tecnico o economico non debbono prevalere sui doveri di giustizia verso quanti soffrono la fame». 
Già nel 1967, però, nella Populorum Progressio, Paolo VI denunciava la povertà come effetto dell’ingiustizia sociale...

  Ciotti: serve una nuova cultura dell'equità

Anticipiamo il paragrafo "Fame e sete di giustizia", parte dell'intervento del filosofo Salvatore Natoli per il volume Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia (Lindau). 
Nel Vangelo di Matteo il numero delle Beatitudini è maggiore che in quello di Luca. Non è questa la sede per darne ragione e meno che mai per prendere in considerazione le fonti delle due redazioni. Non entro quindi nel merito stretto dell’esegesi, ma mi limito unicamente a mettere in parallelo la seconda Beatitudine di Luca – Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati (6,21) – con quella di Matteo – Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati (5,6). Come si vede, i termini che fanno differenza sono due «sete» e «giustizia», ma a farla davvero è il secondo. Gli esegeti sono da tempo concordi nel ritenere che Luca quando parla di affamati si riferisca a coloro che patiscono una fame concreta e materiale, mentre Matteo nell’impiegare l’espressione «fame di giustizia» si riferisca piuttosto a una fame spirituale. Ma l’espressione di Matteo spiritualizza davvero la fame? Non credo, caso mai ne dà una versione più strutturata e complessa: nel connettere fame e sete con la giustizia mostra, sia pur per via indiretta, come la fame – e per fame intendo esattamente quella reale – non è un semplice dato di fatto, ma è conseguenza dell’ingiustizia... 

  Natoli: è un programma di vita antieroico

  La scheda del libro Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati


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"Se questo è un uomo" di Giovanni Mazzillo


Se questo è un uomo di Giovanni Mazzillo(Teologo)

La qualità della vita è legata alle relazioni, all’amore tra le persone e di Dio per l’umanità. Un amore infinito, morto dietro i cancelli dei campi di sterminio. 
Dissolto negli abissi dell’odio.

Q come Qualità, qualità della vita. 
“Se questo è un uomo”, s’interrogava e ci interroga ancora Primo Levi, mostrando a che cosa fosse ridotto il valore dell’essere umano nei campi di sterminio. “Se questo è un Dio” sembra domandare ogni volta la croce, mostrando, anche qui senza orpelli, a che cosa sia stato ridotto Dio, quando egli sulla nostra terra, trasformatasi anche per lui in una macchina di sterminio senza pietà, è stato arrestato, umiliato, flagellato, denudato e crocifisso. Quando leggerete queste righe, sarà già passata Pasqua, e con essa sarà già esplosa la vittoria della Vita sulla morte e tuttavia occorrerà sempre ripensare a quale prezzo e attraverso quale inaudita sofferenza.

In un abisso 
Non cesserà mai di inquietarci la duplice domanda, ormai diventata solo apparentemente duplice, dal momento che Dio ha conosciuto l’abisso cui uomini possono condurre altri uomini. Essendo egli il Dio della vita e della bellezza, la Bellezza medesima, disceso fino agli inferi, e avendoli conosciuti fino all’abiezione totale, la domanda coinvolge la qualità divina dell’uomo non meno di quanto non coinvolga la qualità umana di Dio. La qualità divina dell’uomo, che fin dall’inizio è apparso con le braccia protese verso il cielo, come a indicare sempre la sua destinazione, assecondando quella sua memoria quaerens, memoria che cerca continuamente le sue origini. 
Memoria del divino presente in lui e che l’uomo pertanto non si può rassegnare a vedere crocifissa, in qualsiasi angolo della terra ciò accada. L’incancellabile memoria della sua infinita dignità, anche quando questa apparisse per sempre perduta. 
E, dall’altra parte, la qualità umana di Dio, che nella persona di Gesù e nella sua sublime commistione di amore e di dolore, rende più acuta, quasi insopportabile la domanda: è mai possibile che un Dio fattosi tale per amore venga ridotto a questo stato dall’odio? Da una sorta di odio infinito che attenta l’amore, fino a volerne distruggere le ultime visibili tracce, per cancellarne qualsiasi memoria?...

  Se questo è un uomo di Giovanni Mazzillo


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Un educatore, un poeta, un profeta, un amico... Sergio Paronetto ricorda Don Tonino


Un educatore, un poeta, un profeta, un amico...
di Sergio Paronetto (vicepresidente Pax Christi Italia)

Vent’anni fa, il 20 aprile 1993, attraversava il suo giorno pasquale Tonino Bello, vescovo di Molfetta (dal 1985 presidente di Pax Christi). In questo periodo mi capita spesso di parlare di lui con Salvatore Leopizzi o altri partendo da Tonino Bello maestro di nonviolenza, libro a lui dedicato "con tutto l’amore di Pax Christi Italia" . Ringrazio tutti gli amici e le amiche che mi hanno portato a lui, in primo luogo, Luigi Bettazzi, Claudio Ragaini, Giovanni Mazzillo, Tonio Dell’Olio, Gianni Novello, Giuliana Bonino, tutti i pugliesi e molti veneti. Ringrazio chi, come "Mosaico di pace", "la meridiana", "Luce e vita", le ed. San Paolo, Paoline, Insieme e Messaggero, è da anni un pulsante cantiere toniniano. 
Vorrei concentrarmi brevemente su un ricordo più intimo. Ciò che di lui leggo e medito mi arriva sempre col profumo della novità, col sapore della bontà, con l’odore del suo mare, con lo sguardo di tanti testimoni di pace a partire da Giovanni XXIII, di cui stiamo celebrando il 50° della “Pacem in terris”. Sento di vivere con lui un’amicizia spirituale che mi fa crescere, respirare ed espandere. Lo “vedo” operare dentro l’azione per il disarmo, il bene comune, la costruzione della famiglia umana, la vita ecclesiale, Pax Christi. 
Per don Tonino “la nonviolenza è una cultura ancora debole” ma “la pace è un’arte che si impara”: un itinerario formativo permanente che riguarda la ricerca della felicità attraverso la “convivialità delle differenze” che affonda le sue radici nel mistero trinitario: uguaglianza, differenza, relazione. Per questo siamo tutti uguali, tutti differenti, tutti in relazione. E ognuno può fare qualcosa...

  Un educatore, un poeta, un profeta, un amico... di Sergio Paronetto


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Auguri a Benedetto XVI per il suo 86° compleanno


Oggi è il compleanno di Benedetto XVI, compie 86 anni, e Papa Francesco lo ricorda all’inizio della Messa:
“Offriamo la Messa per lui, perché il Signore sia con lui, lo conforti e gli dia molta consolazione”.

Una festa intima in quel di Castel Gandolfo, insieme al fratello Georg e le sue Memores Domini che lo hanno accudito nel corso di questi anni. È in questo modo che il Papa emerito Benedetto XVI festeggerà il suo 86mo compleanno (è nato il 16 aprile 1927 a Marktl am Inn, in Baviera), il primo che passa senza essere sul Trono di Pietro...
Insomma, per il Papa emerito oggi gli anni da festeggiare sono 86. Ha adottato da subito uno stile di bassissimo profilo, sereno e tranquillo. Nel palazzo estivo dei Papi ora Ratzinger si alza un po' più tardi, prega, riposa. Non parla, non rilascia dichiarazioni, non si fa più notare. È completamente sparito: ma anche la sua “non presenza” è un dono fatto alla Chiesa. Una testimonianza di servizio, a riprova del suo sentirsi “umile servo della vigna del Signore”. Buon compleanno, Santità emerita.

    Benedetto XVI compie 86 anni. Festeggiamenti a Castel Gandolfo

Benedetto XVI è nascosto al mondo, ma il mondo e soprattutto la Chiesa non lo ha dimenticato. Non stupisce dunque che in tantissimi, personalità o semplici fedeli, rivolgano in queste ore gli auguri a Joseph Ratzinger per il suo 86.mo compleanno. Un augurio che si accompagna alla gratitudine come sottolinea il cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano, intervistato da Alessandro Gisotti:
Papa Benedetto ha chiuso il suo Pontificato con un grande atto di umiltà, che ha preparato la strada al Pontificato di Papa Francesco che si muove all’insegna della semplicità evangelica. Per il suo 86.mo compleanno sento proprio l’esigenza del cuore di esprimere gratitudine a Papa Benedetto per il servizio che ha svolto e che continua a svolgere, perché lui ha detto: “Io non abbandono il mio servizio alla Chiesa, ma continuo a servirla con la preghiera, nel silenzio e nel nascondimento” e per noi che crediamo, la preghiera è un grande aiuto. Sono convinto che la preghiera di Papa Benedetto sostiene lo sforzo immane che sta facendo Papa Francesco, e quella sua preghiera sicuramente avrà una grande efficacia nel Pontificato del suo successore ed anche per tutta la Chiesa...

  Compleanno Benedetto XVI. Il card. Comastri: la sua preghiera sostiene Papa Francesco e tutti noi (audio)


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 FRANCESCO
 


     Angelus/Regina Cæli - Regina Cæli, 14 aprile 2013

     Omelia - 14 aprile 2013: Visita alla Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura e Santa Messa

     Udienza 17 aprile 2013, È salito al cielo, siede alla destra del Padre

     Discorso Alla Pontificia Commissione Biblica (12 aprile 2013)




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   Omelie a Santa Marta:
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  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)

Un mese con Papa Francesco


E’ passato un mese dall’elezione alla Cattedra di Pietro del cardinale Jorge Mario Bergoglio. Fin dai primissimi momenti del suo Pontificato, Papa Francesco ha conquistato fedeli e non, con la sua semplicità, la sua tenerezza, la sua spontaneità. Alcune sue parole come alcuni suoi gesti fanno già parte della memoria collettiva. Nel servizio di Alessandro Gisotti, ripercorriamo alcuni momenti di questo primo, intenso mese di Papa Francesco

  Un mese con Papa Francesco, la forza della tenerezza

"Un mese con papa Francesco" di Lucio Brunelli

 
video

... 30 giorni sono passati, di lui non sapevamo quasi nulla, ora tutti ne parliamo, in qualunque ambiente c’è sempre qualcuno che ha qualcosa da raccontare su Papa Francesco, su quello che ha fatto, su quello che ha detto, su quello che è riuscito a suscitare… è proprio entrato nel nostro cuore…

“Francesco è amato da tutti perché è un Papa-papà!” così ha subito commentato la mia mamma ed io condivido questa definizione, frutto della saggezza dei suoi novant’anni, e che penso piacerebbe molto anche al nostro amato Papa Francesco che continua in ogni occasione a chiedere le nostre preghiere, proprio come farebbe un papà ai suoi figli dovendo affrontare un compito impegnativo…

  Francesco, il Papa/papà che non osavamo attendere… di Mimì Caruso

Per ripercorrere questo primo mese di pontificato rivedi alcuni dei nostri precedenti post:
  • Habemus Papam! FRANCESCO
  • FRANCESCO: un nome che vale un programma
  • Una Chiesa povera e per i poveri! lo dice il Papa nell'incontro con i rappresentanti dei media e... perché Francesco? Vi racconterò la storia...
  • La prima domenica di Papa Francesco - Commenti e video
  • Omelia di Papa Francesco durante la S. Messa di inizio Pontificato - Testo e video integrale
  • L'incontro di papa Francesco con i rappresentanti delle Chiese e Comunità Ecclesiali, del mondo ebraico e di altre religioni
  • Lo storico incontro tra i due Pontefici Francesco e Benedetto XVI (foto e video)
  • Piazza San Pietro XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù: Omelia e Angelus di Papa Francesco - testo e video
  • La prima Udienza generale di papa Francesco - testo e video
  • S. Messa del Crisma Omelia di Papa Francesco - Testo e video
  • Il Papa celebra nel carcere minorile a Casal del Marmo la Messa in Coena Domini
  • Non rassegniamoci mai! - Omelia di Papa Francesco nella Veglia Pasquale
  • La prima Pasqua di Papa Francesco - cronaca, video e riflessioni
  • Udienza generale di Papa Francesco: missione di donne e giovani annunciare la speranza


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Gli otto "consiglieri" di papa Francesco


Papa Francesco, riprendendo un suggerimento emerso nel corso delle Congregazioni Generali precedenti al Conclave, ha costituito un gruppo di cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana. Lo riferisce un comunicato della Segreteria di Stato.

  Il Papa costituisce un gruppo di cardinali per la revisione della Pastor bonus sulla Curia Romana

L'istituzione di un consiglio di otto cardinali che forniscano pareri a papa Francesco per il governo della chiesa universale e la riforma della curia romana va nella direzione di quanto diceva Paolo VI nel suo discorso ai curiali del 21 settembre 1963. E' stato Massimo Faggioli su Twitter ha indicare questo collegamento.

  La riforma di Francesco nella direzione di Paolo VI

Dopo i dieci saggi di Napolitano, arrivano gli otto di papa Francesco. Bergoglio li ha nominati ieri, ad un mese esatto dalla sua elezione: otto cardinali, più un vescovo come segretario (mons. Semeraro, di Albano), che avranno il compito di «consigliarlo nel governo della Chiesa universale» e di «studiare un progetto di revisione della Costituzione apostolica Pastor bonus», il documento promulgato da Wojtyla nel 1988 che regola la struttura e il funzionamento della Curia romana, ovvero il governo centrale della Chiesa cattolica...

  Il papa nomina i suoi «saggi», tutti esterni alla nomenklatura di Luca Kocci


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La prima settimana di papa Francesco ci consente di intravedere gli elementi di novità del suo pontificato che hanno suscitato gioia e acceso speranza. 

  Giacomo Costa:   Papa Francesco: carisma e istituzione

I dipendenti vaticani non saranno forse contenti per le proprie finanze, ma i poveri sicuramente sì, visto che beneficeranno dei “premi di produzione” previsti per ogni inizio pontificato. La busta paga di 4 mila lavoratori d’Oltretevere, infatti, stavolta non conterrà la ricompensa in denaro che viene assegnata per l'elezione di un nuovo Papa. Una tradizione che affonda le radici nel tempo ma che Papa Francesco ha voluto interrompere, in assoluta coerenza con le sue idee e con quanto era emerso durante le congregazioni generali.

  Franca Giansoldati:   Papa Francesco abolisce la gratifica per i dipendenti vaticani, quei  soldi andranno ai poveri

Intervista al direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian: «Ha la dimensione pastorale da vescovo di Roma»
   Giacomo Galeazzi:  «Papa Francesco chiude Porta Pia»


Dirompente la sua semplicità. 
In continuità con la rinuncia di papa Ratzinger al ministero petrino, papa Bergoglio accompagna la Chiesa verso un nuovo domani, di ritorno alla fonte, di riforma e rinnovamento.

  Giovanni Giudici:   Al servizio dell'unità

Contemplare e agire, ora et labora come insegna san Benedetto sono entrambi necessari nella nostra vita di cristiani.
Così è riassunto il compito dei discepoli che, testimoni dell’Ascensione di Gesù, tornano a Gerusalemme dove li attende la preghiera incessante e la missione evangelizzatrice.


  Enzo Bianchi:   Parole e gesti di papa Francesco - Udienza generale del 17 aprile 2013

''Un incoraggiamento a camminare quotidianamente con la gente del nostro tempo:  stare accanto alle persone con lo sguardo del credente, evitando il rischio di derive sociologiste e psicologiste''. Sintetizza così il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, l’incontro con papa Francesco nel corso della visita ad limina dei vescovi delle Chiese di Veneto, Friuli e Trentino-Alto Adige, ad un anno di distanza dal loro Convegno ecclesiale di “Aquileia 2”, testimoni di Cristo in ascolto dello Spirito. Evitare il rischio che non si sappia più annunciare Cristo agli uomini d’oggi, che non si sappia più comunicare non solo la fede, ma neanche la speranza del Risorto in un mondo che ha perso ogni speranza: questo il mandato di evangelizzazione che in questi mesi le diocesi hanno cercato di tradurre nel concreto pastorale.

  Maria Teresa Pontara Pederiva:  Il Papa: “Camminare in mezzo alla gente, incontrare l’uomo”


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      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm