"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
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NEWSLETTER n°44 del 2013
Aggiornamento della settimana -
dal 26 ottobre al 1° novembre 2013 -
Prossima NEWSLETTER prevista per l'8 novembre 2013 |
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N. B. La Lectio viene sospesa nel periodo estivo
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Viaggio nel palazzo di Roma dove vivono oltre mille rifugiati. Nel degrado, senza diritti e dimenticati dallo Stato
Lo
scantinato umido, con le pareti scrostate e la puzza di urina, ospita
cento persone. Stipate una accanto all’altra. I materassi stesi a
terra, impregnati dell’acqua che gocciola dalle tubature. Tra tutti gli
stanzoni trasformati in dormitori all’interno del palazzo Salaam, il
sotterraneo è il più invivibile. Un tempo questa struttura a nove piani
di vetro e cemento era la sede della seconda università romana di Tor
Vergata. Dal 2006 è la casa della pace. Dove convivono, però, i
sopravvissuti di una guerra. Quella di Lampedusa: 1.250 persone, tra
rifugiati politici e richiedenti asilo. Sono eritrei, somali, etiopi e
sudanesi. Tra di loro una cinquantina di bambini.
...
video «Dopo
ogni sbarco aumentano i nuovi inquilini», spiega Bahar. «L’emergenza è
sotto gli occhi di tutti, ma nessuno muove un dito», denuncia D’Angelo:
«Pochi i parlamentari che hanno varcato i cancelli del palazzo Salaam e
solo due volte in otto anni. E prima di Ignazio Marino nessun sindaco
di Roma era mai entrato». I sette piani dell’edificio ormai straripano
di inquilini. E i servizi igienici non sono sufficienti. «L’80 per
cento dei bagni e delle docce non funzionano nemmeno». Mancano i
servizi sanitari minimi: dal centro dermatologico a un centro
psichiatrico per le vittime delle torture. Un purgatorio che somiglia
sempre più a un inferno dal quale i sopravvissuti alle traversate
desiderano fuggire. In salvo dai naufragi, qui muoiono di una morte lenta.
Salaam, dov'è di casa la disperazione
--------------------------------------- Duecentonovantaquattro,
duecentonovantacinque, duecentonovantasei. Il numero dei corpi
recuperati dal relitto appoggiato sul fondale tra la Tabaccara e i
Conigli, il più bello di Lampedusa, cresce ogni giorno, ma i morti sono
di più, forse 363, perché a bordo, ricordano alcuni dei 155 superstiti,
ora indagati per immigrazione clandestina, cerano 518 persone. Il
calcolo l’hanno fatto contando i pullmini che li trasportavano fino al
porto di Misurata, Libia, da dove sono partiti il 1° ottobre, ma per
avere un conteggio più preciso bisognerebbe andare dall’altra parte. In
Eritrea, a bussare alla porta delle famiglie dei dispersi, quelle cui
ora non resta che chiamare don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo
responsabile dell’agenzia Habeshia, per chiedere notizie...
Rossana Linguini: Dall’Eritrea a Lampedusa: Il viaggio infinito di chi non ha scelta e speranza I cadaveri - oltre ai bambini,
7 uomini e 32 donne - sono stati individuati dall'esercito a una decina
di chilometri dalla frontiera algerina. Dello stesso gruppo facevano
parte anche le cinque donne e bambine ritrovate senza vita giorni fa.
Il loro viaggio era iniziato a fine settembre
Rossana Linguini: Niger, ritrovati i resti di 87 migranti. Morti nel deserto, tra loro 48 bambini Almeno 40 migranti, tra cui
donne e bambini, sono morti di sete al confine tra Niger e Algeria. Lo
hanno reso noto fonti locali precisando che il veicolo sul quale
viaggiavano è rimasto bloccato nel deserto, a decine di chilometri di
distanza dall’oasi più vicina, a causa di un guasto meccanico.
Diciannove i superstiti. Il loro obiettivo era raggiungere le coste del
Mediterraneo per approdare in Europa. Amedeo Lomonaco ne ha
parlato con Enrico Casale, africanista della rivista “Popoli”
RADIO VATICANA: Tragedia dell'immigrazione: 40 persone morte di sete nel deserto tra Niger e Algeria Migliorare subito le condizioni
del centro di Lampedusa e i soccorsi in mare, poi dividersi le
responsabilità tra paesi europei e varare forme di intervento sui paesi
di transito. Laurens Jolles, delegato Acnur (Alto commissariato delle
Nazioni Unite per i rifugiati) per il Sud Europa ha una visione chiara.
Che parte da un assunto, rispetto alla situazione libica: «Nulla è
cambiato dai tempi di Gheddafi - afferma - non solo non ha firmato la
Convenzione di Ginevra sui rifugiati, ma non è cambiato il trattamento
umanitario riservato ai migranti, che sono rinchiusi nei centri di
detenzione mentre chi fugge da guerre e conflitti ha tutto il diritto
di chiedere protezione internazionale».
Paolo Lambruschi: Jolles (Acnur): l'accoglienza dei profughi è la prima emergenza La tragedia di
Lampedusa ha spinto l'Unione europea ad affrontare con urgenza il
tema dei movimenti migratori. Il Parlamento europeo ha
approvato una risoluzione bipartisan sui flussi di migranti nel
Mediterraneo. In questo testo si chiede, fra l'altro, di "modificare o
rivedere eventuali normative che infliggono sanzioni a chi presta
assistenza in mare".
Un passo particolarmente significativo per l'Italia perché fa implicito riferimento alla legge Bossi-Fini e alla necessità che questa normativa venga modificata. FAMIGLIA CRISTIANA: LEGGE BOSSI-FINI: L'EUROPA CI CHIEDE DI CAMBIARE --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)La
vigilia di Tutti i Santi riproporrà le solite diatribe sulla festa di
"importazione" chiamata Halloween. Carnevalata autunnale piena lanterne
scavate nelle zucche, dove giovani e bambini si vestono da fantasmi e
zombie orripilanti, e vanno in giro di notte a spaventarsi a vicenda,
chiedendo ad ogni casa (dove si può fare): "Dolcetto o scherzetto?". Ma
questa festività è davvero satanica come alcuni pensano, o è
semplicemente una sbiadita e secolarizzata riproposizione di una festa
cristiana da rievangelizzare? Halloween la festa cattolica di cui non aver paura - Cristo ha fatto il grande "scherzetto" alla Morte Per
la sera del 31 ottobre, in molte città, si svolgono Messe, veglie di
preghiera e adorazioni. Tra queste citiamo l'iniziativa straordinaria
La notte dei santi a Roma nel teatro Orione con un concerto e
l'adorazione eucaristica presieduta da monsignor Sigalini, con il
supporto della pastorale giovanile della diocesi di Roma e con la
collaborazione dei movimenti cattolici - l’omonima iniziativa si terrà
anche a Torino presso la chiesa Gran Madre di Dio - e Una luce nella
notte organizzata da Chiara Amirante di Nuovi Orizzonti in diverse
città italiane, oppureHolyWin, iniziativa con una veglia di preghiera e
Messa presso il Santuario della Santa Casa di Loreto con la Comunità
Papa Giovanni XXIII ed altri movimenti. I
cristiani sono chiamati a vivere la festa di Tutti i Santi e la
commemorazione dei defunti. Queste due celebrazioni sono per la Chiesa
cattolica un appuntamento fondamentale dell’anno liturgico. Il richiamo
della festa dei santi, e l’ancor più sentita preghiera per i defunti,
sta subendo una forte crisi di partecipazione.
Il fenomeno Halloween procura confusione sostituendosi ai
momenti liturgici significativi. I bambini, sempre più frastornati e
bombardati da questo evento, non conoscono o non sentono la festività
di Tutti i Santi. È necessario sollecitare gli insegnanti cattolici, a
partire da quelli di religione, i catechisti, gli educatori dei tanti
gruppi e movimenti ecclesiali (sacerdoti compresi) affinché si
impegnino a rafforzare la solennità cristiana.
Bisogna
trovare il modo di far comprendere che la partecipazione diretta ma
anche indiretta ad Halloween promuove la realizzazione di un rito
satanico.
I
credenti che partecipano alla festività di Ognissanti già il 31 ottobre
entrano nella grande solennità con i primi vespri della liturgia. La
famiglia cristiana fa festa ai testimoni della vita, della speranza,
dell’amore anche esaltando dei segni visibili in casa e ovunque sia
possibile: accendere la luce, esporre le immagini dei santi, i fiori e
tutto ciò che indica la bellezza e la gioia della santità in
opposizione alle immagini squallide di Halloween. È anche importante
non aderire neanche minimamente all’evento commerciale, promuovendo
così il fallimento di questo business...
"HolyWin": i Santi hanno vinto! Da Halloween a HOLYween un santo su ogni porta (video) ... Don Andrea, qual è il bilancio di questi 6 anni di attività dell’iniziativa HOLYween? Don
Andrea Brugnoli: Il bilancio è più che positivo. Mi sembra che sia
largamente passata l’idea che i cristiani devono festeggiare la loro
festa di tutti i santi, invece di lamentarsi che si stia diffondendo
Halloween tra i giovani e gli adulti. Sono moltissime le parrocchie che
hanno adottato quest’idea e organizzano ogni tipo di iniziativa sotto
questo nome: HOLYween. Il nostro sito, dove ogni anno è possibile
scaricare le immagini dei santi da appendere alle finestre, è
letteralmente preso d’assalto: in questi giorni abbiamo più di 10
visitatori al secondo, un numero straordinario. Molte scuole hanno
preparato attività didattiche sui santi e credo che a nessuno sfugga la
bellezza di mostrare questi volti, al posto dei mostri horror dei
pagani. Insomma, il successo di HOLYween ha superato ogni aspettativa
iniziale... I cristiani festeggino la Festa dei Santi, piuttosto che lamentarsi di Halloween ...
"A noi non interessa proprio entrare nella polemica Halloween
sì-Halloween no", mi spiega il parroco, Fabio Scarsato francescano
conventuale (cui spetta anche la custodia dell'attiguo Santuario di san
Romedio). Tutti i ragazzi dei gruppi di catechesi sono chiamati la sera
del 31 ottobre a vestire le sembianze del santo di cui portano il nome
con un'attenzione particolare ai segni che lo identificano. Mamme e
catechiste hanno accolto la proposta, ma ad una condizione precisa, e
molto francescana: neanche l'ombra di consumismo, tipo comperare abiti
pronti e costosi; tutto deve essere realizzato con le proprie mani o
recuperato in casa, magari dai bauli dei nonni. Nessuna sfilata, nessun
premio al miglior costume, solo estro e fantasia per elaborare - spesso
biografie o racconti alla mano - ciò che rappresenta meglio il proprio
santo... Halloween di casa nostra ...
“Dobbiamo guardare i santi e i nostri cari defunti, ma principalmente
il mistero della morte in modo luminoso, con lo sguardo rivolto verso
il Cielo. “Nella notte dei Santi” si invitano i fedeli credenti ad
esporre non scheletri o fantasmi, maschere mostruose, zombi
insanguinati o zucche vuote ma il volto più bello della chiesa e della
nostra terra: i Santi, e in quest’Anno della Fede, una candela a
ricordo del nostro battesimo. I Santi ci ricordano che la santità è uno
stile di vita evangelico possibile per divenire persone capaci di dare
un significato forte alla propria vita, capaci di trasformare il mondo
partendo dalle piccole cose di ogni giorno. La festa di tutti i Santi
ci porta a celebrare il Santo di cui portiamo il nome, è anche la festa
di ognuno di noi, chiamati alla santità... Halloween. Parrocchie Diocesi di Piazza Armerina organizzano “la notte dei Santi” dalle 21,30 alle 4 del mattino Dimmi che Santo sei (video) Guarda anche il nostro post precedente:
Notte di Halloween o veglia di Ognissanti?
--------------------------------------- Quali
sono le feste più importanti del nostro calendario? Qualcuno potrebbe
rispondere “Pasqua” o “Natale”. Benissimo. Ma non solo!
Non
possiamo dimenticare altre due ricorrenze fondamentali per la nostra
tradizione: il primo novembre, festa di tutti i Santi, e il due
novembre, la Commemorazione dei Defunti.
Questa,
da sempre, è la nostra cultura. Negli ultimi anni, invece, nello stesso
periodo, si è diffusa la moda di festeggiare Halloween, una ricorrenza
che non ci appartiene.
Un tempo questa ricorrenza era legata soprattutto al mondo
anglosassone. Oggi la ritroviamo anche in Italia. Ha oltrepassato i
confini e si è diffusa in tanti altri Paesi. Per accorgersi del
fenomeno basta guardare le vetrine delle pasticcerie e dei negozi di
giocattoli. Sono letteralmente invase da oggetti, costumi e pupazzi
legati a questa ricorrenza.
L’incontro
con tradizioni e culture di altri popoli è sempre interessante, quando
produce frutti buoni. E’ inaccettabile, invece, l’idea di una vera e
propria colonizzazione culturale che punta a distruggere le radici
della nostra tradizione cristiana.
Negli ultimi anni la tendenza è proprio questa...
Tutti i rischi di Halloween In
prossimità della festa di Halloween, vorrei proporre alle famiglie,
alle agenzie educative, alle istituzioni, ai gestori degli esercizi
commerciali, agli operatori pastorali e alla Comunità Ecclesiale tutta
alcune riflessioni che ci aiutino a comprenderne l’autentico
significato e la reale portata, al fine di decidere con più
consapevolezza e con ragionevoli e coerenti motivazioni quale sistema
di pensiero e di valori vogliamo fare nostro e trasmettere ai più
piccoli, al di là di una ingenua e superficiale accettazione di tutto
ciò che una società sempre più confusa e incerta, precaria e
consumista, oggi ci propone.
Chiarisco
subito che si tratta di semplici riflessioni, che non hanno altra
pretesa se non quella di far maturare un pensiero autonomo e critico,
capace di vagliare i vari messaggi, più o meno chiari ed evidenti, che
ogni giorno riceviamo e che rischiano, talvolta a nostra insaputa, di
disorientarci o anche semplicemente di distrarci da una realtà più
scomoda ed esigente...
Proposta di riflessione su HALLOWEEN Non
basta affermare con superficialità: "È solo un modo di divertirsi... è
come se fosse un altro carnevale", senza valutare bene le sue radici
culturali, le sue implicazioni esoteriche, il suo clima ambiguo e la
sua risultante di apertura, più o meno dichiarata, alla mentalità
magica.
PERCHÉ FARSI SCIPPARE LA FESTA DI TUTTI I SANTI E QUELLA DEI MORTI? HALLOWEEN: FESTA DELL’IGNORANZA E DELLA SUPERSTIZIONE La parola Halloween – forma contratta dell’espressione inglese All Hallows Eve – tradotta vuol dire semplicemente Vigilia d’Ognissanti, e i santi non hanno nulla a che vedere con zucche, mostri, streghe, fantasmi, demoni. La Chiesa cattolica, in questa festa, ricorda e venera i santi che sono in Paradiso. Punto e basta. I travestimenti che si vedono nella notte di Halloween non hanno niente a che vedere con tale festa. Facciamo un salto a ritroso nel tempo per scoprirlo…
Halloween festa dei santi e non dei demoni video Esageri, è incredibile, ma non scherzare: le reazioni che s’incontrano nell’esporre le dinamiche esoteriche della festa Halloween sono in genere di questo tipo, vale a dire del massimo scetticismo. Svelare le implicazioni occulte quella che per molti è solo una carnevalata genera disturbo rispetto ad convincimento che non si vuole mettere in discussione: Halloween è bella festa, innocua ed allegra, e sbaglia chi ne dubita. Ora, spiace contraddire quanti – in perfetta buona fede, naturalmente – si sono fatti di quest’idea, ma poiché è sempre disonesto sottrarsi ad confronto con la realtà, eviteremo di farlo. E cercheremo di rispondere alle seguenti domande: che cosa si cela davvero dietro Halloween? Vi sono implicazioni e retroscena religiosi? Se sì, di che cosa si tratta esattamente? Prima
di procedere, preciso che quelle a seguire sono considerazioni che
possono in parte risentire dell’orientamento religioso, di matrice
cristiano-cattolica, di chi scrive...La gravità del fenomeno è tale che
persino un esponente della Chiesa difficilmente tacciabile di
oscurantismo e simpatie conservatrici quale era il cardinal Carlo Maria
Martini (1927-2012) a suo tempo fu molto chiaro rispetto alla necessità
di boicottare Halloween – da lui emblematicamente apostrofata come «il
brutto scherzo che facciamo alla nostra cultura» – al fine di meglio
preservare la tradizione cattolica: «Halloween è una festa estranea
alla nostra tradizione. Una tradizione che ha valori immensi e che deve
essere continuata» Tutto quello che non ci dicono su Halloween Breve
reportage documentario su Halloween, con dati di cronaca e opinioni di
insigni uomini di Chiesa. Celebrare la vigilia e la festa di tutti i
santi "Holyween" è la più saggia e cristiana risposta a questo satanico
e macabro fenomeno da baraccone di importazione Halloween, festa delle zucche vuote. W Holyween!!! (video) Guarda anche i nostri post precedenti:
--------------------------------------- Negli ultimi anni si sta diffondendo
in Italia l'assurda pretesa di festeggiare la festa di Halloween,
scimmiottando in tutto e per tutto gli americani. Ma è una ricorrenza
che non ha niente a che vedere con la nostra cultura e la nostra
religione.
FAMIGLIA CRISTIANA: MA COSA C'ENTRIAMO NOI CON HALLOWEEN? ---------------------------------------------------------------
LA VITA CRISTIANA COME CAMMINO
HOREB n. 65 - 2/2013TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI È sempre
bello partecipare della gioia di un bambino che, dopo aver gattonato
per settimane, finalmente, tenuto per mano dai genitori, riesce a stare
in piedi e a muovere i primi passi. Gli brillano gli occhi e grida di
gioia, poi, quando scopre che può camminare da solo, da quel momento si
sente libero di esplorare le cose che lo circondano. Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf) E' possibile richiedere
copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2013 Dal 16 Ottobre al 4 Dicembre Sala del Convento dalle h. 20.00 alle h. 21.00 IL SANGUE DEI MARTIRI SEME DI NUOVI CRISTIANI --------------------------------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"A volte basta la parola... E' tanto importante... Una società che abbandona... E' possibile essere praticanti non credenti... I libri, i documenti, i ragionamenti... Per pregare in famiglia... Le famiglie cristiane... La gioia vera viene... Il nostro lavoro apostolico... La porta stretta... La nostra fede ha bisogno... Ovunque mi volga... Ogni giorno siamo chiamati tutti... --------------------------------------------------------------- Santi Simone e Giuda (video)--------------------------------------------------------------- LE PIETRE D'INCIAMPO DEL VANGELO "Noi abbiamo appreso dalla legge
che il Cristo rimane in eterno. Come puoi dire che il Figlio dell'uomo dev'essere innalzato? Chi è questo Figlio dell'uomo?" (Giovanni 12,34) Gianfranco Ravasi: Il Figlio dell'Uomo, dal trono della Croce, rimane in eterno --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)RUBRICA
Un cuore che ascolta - lev shomea' "Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9) Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino Il
senso di questa sconcertante parabola, che ci lascia sempre increduli e
senza parole, è che il Signore non è attratto dai meriti o dalle
virtù ma dalla debolezza, dalla fragilità, dalle necessità, dai
bisogni di chi sceglie di edificare su di Lui la sua esistenza.
Ritenersi
giusto e irreprensibile, modello di virtù e santità davanti a Dio e
agli uomini, non avvicina bensì allontana da Dio e dai fratelli,
perché conduce a credere di essere superiori agli altri, ad
arrogarsi il diritto a disprezzare coloro che il sentire
comune ritiene essere persone immonde, dei "paria" intoccabili e insalvabili da evitare come la peste, come lo erano pastori, prostitute e pubblicani,
categorie di peccatori ritenute causa diretta del ritardato avvento del
Regno di Dio e con le quali invece Gesù si accompagna.
Egli,
attraverso questa parabola, ci afferma ancora una volta che non
esistono persone o categorie escluse dalla misericordia e dall'amore
del Padre, e che "Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare verso tutti misericordia" (Rm 11,32).
Peccatore
è il pubblicano, che approfitta del suo potere per depredare il suo
popolo ed arricchirsi ingiustamente, cosciente però di non potersi
presentare davanti a Dio, tanto che"fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi".
...--------------------------------------- Omelia di don Angelo Casati
nella 30ª Domenica del Tempo Ordinario
Anno C - 27 ottobre 2013
Sir 35,12-14.16-18
Sal 33
2 tm 4,6-8.16-18
Lc 18,9-14
Parabola del fariseo e del pubblicano. Una parabola risaputa, quasi scontata.
E
quasi scontato sembra da che parte stiamo, dove siamo schierati: dalla
parte del pubblicano, e non dalla parte del fariseo, pensiamo.
Ma
è poi così vero? È così vero che in qualche misura non assomigliamo al
fariseo? O non sarà vero che un po' del pubblicano e un po' del fariseo
convivono dentro di noi?
Diventa
allora importante, per cogliere l'insegnamento della parabola,
sottolineare il contesto in cui nasce e quindi dove va a parare la
parabola.
Il
contesto è esplicito. È scritto: "Ora disse anche questa parabola per
alcuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri".
Se
il contesto è questo -la presunzione di essere giusti e il sentirsi
superiori agli altri- il dubbio può essere legittimo, dico il dubbio
che la parabola in qualche misura non ci riguardi, e che, di
conseguenza, sia una grazia che Gesù oggi la racconti a noi. A noi che
oggi siamo venuti al tempio a pregare: "Due uomini salirono al tempio a
pregare".
L'insegnamento
della parabola, se stiamo al contesto, non è immediatamente un
insegnamento sulla preghiera, ma su un atteggiamento dello spirito che
innerva sì la preghiera, ma, ancor prima, innerva la vita.
Scrive
un biblista: "Ciò che va raddrizzato non è innanzitutto la preghiera
(essa è il frutto di qualcosa che la precede), bensì il modo di
concepire Dio e la salvezza, se stessi e il prossimo" (B. Maggioni, Le
parabole evangeliche, pag. 241).
La
parabola sembra dunque insegnare che esiste una stretta, strettissima
connessione, più di quanto normalmente pensiamo, tra preghiera e vita:
da un modo sbagliato di concepire la vita nasce una preghiera
sbagliata. Di qui la domanda: come concepisco il mio rapporto con Dio:
presumo di essere giusto? Come concepisco il mio rapporto con gli
altri: mi sento superiore agli altri? Da come concepisci il rapporto
nasce una preghiera giusta o sbagliata...
omelia di don Angelo nella 30ª Domenica del Tempo Ordinario --------------------------------------- "La spiritualità cristiana: la preghiera"
di Alberto Neglia, ocarm
(video)
I Mercoledì della Spiritualità 2013
Incontro integrale del 16 ottobre 2013 "Spazio
privilegiato, in cui si coltiva la vita nello Spirito è l’esperienza di
preghiera. La preghiera è via alla fede, e molte delle nostre più
profonde intuizioni spirituali nascono dallo stare in ascolto e in
preghiera davanti a Dio. Pregare, ovviamente, non è recitare parole per convincere Dio a fare ciò che noi desideriamo. Quasi
tutti veniamo da una cattiva o se non altro ambigua educazione alla
preghiera. Purtroppo, fin da piccoli fummo educati a «dire preghiere»,
meno, molto meno, a «stare davanti a Dio». Educati a dire parole nella
preghiera, con il conseguente inganno di pensare che dal numero delle
preghiere sia misurata la religiosità di ciascuno di noi. Eppure Gesù
aveva detto: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali
credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come
loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima
che gliele chiediate» (Mt 6, 7-8). Scrive Anthony Bloom, metropolita della chiesa ortodossa russa: «Ricordo
che una delle prime persone che venne a chiedermi consigli dopo che ero
stato ordinato presbitero fu una vecchia signora che disse: “Padre, ho
pregato quasi incessantemente per quattordici anni, e non ho mai
avvertito la presenza di Dio”. Allora le dissi: “Gli ha dato una chance
di proferire anche solo una parola?”. “Oh no” mi disse, “ho parlato io
per tutto il tempo, non è forse questa la preghiera?”. Le dissi: “No,
non penso che lo sia, e quel che le suggerisco è di mettere da parte
quindici minuti ogni giorno, restando seduta a sferruzzare davanti al
volto di Dio”. E così fece. Con
quale risultato? Presto venne da me e disse: “È straordinario, quando
prego Dio, in altre parole gli parlo, non sento nulla, ma quando mi
siedo nella calma, faccia a faccia con lui, allora mi sento avvolta
dalla sua presenza”. Non sarai mai in grado di pregare Dio realmente e
con tutto il tuo cuore, se non impari a tacere e gioire a causa del
miracolo della sua presenza, o se preferisci, del tuo stare faccia a
faccia con lui anche se non lo vedi» (La preghiera giorno dopo giorno,
Edizioni Qiqajon). ...
video integrale
--------------------------------------- Nella preghiera ritroviamo la nostra dignità e impariamo a vivere da figli in questo mondo
(video)
Estratto dell'incontro del 23 ottobre 2013 - I Mercoledì della Spiritualità 2013 - "La spiritualità cristiana: la preghiera" «Colui
che prega deve mettersi all’opera in modo simile. Dispone di una cetra
e di un plettro. La cetra è il suo cuore, le corde i suoi sensi
interiori. Per far vibrare le corde e suonare la cetra, ha bisogno di
un plettro: il ricordo di Dio, il Nome di Gesù, la Parola. Così il
suonatore di cetra deve, pieno d’attenzione e di vigilanza, ascoltare
il suo cuore e far risuonare le corde con il Nome di Gesù, finché non
si aprano i suoi sensi e il suo cuore si desti. Chi senza posa fa
vibrare il suo cuore al Nome di Gesù arriva a farlo cantare: una
felicità indescrivibile pervade l’anima sua come un fiume, il ricordo
di Gesù purifica il suo spirito e lo fa splendere di luce divina» . (A.
Louf)
Allora,
per pregare bisogna disporre il cuore, con quello che significa,
coinvolgere tutta la persona, darsi dei tempi, scegliere un angolo
della casa, possibilmente davanti a una icona.
E bisogna lasciarsi toccare dal “plettro”: il ricordo di Dio, reso vivo dalla sua parola.
Dio
ci educa a pregare, quindi, attraverso l’ascolto della Parola, è la
Parola che ci svela il cuore di Dio (dice Gregorio Magno), è la Parola
ascoltata che scrive nel cuore il Volto, il Nome di Gesù.
È
l’ascolto che ci mette in preghiera, un ascolto che ci consente di
riconsegnare al nostro cuore il volto di Gesù che ci ridesta a vita
nuova. Ricordare Gesù, riconsegnare al cuore Gesù!
... video--------------------------------------- E. Hillesum e la preghiera di Alberto Neglia, ocarm
(video)
Estratto dell'incontro del 16 ottobre 2013 - I Mercoledì della Spiritualità 2013 - "La spiritualità cristiana: la preghiera" La testimonianza di E. Hillesum Il 18 agosto 1943 questa ragazza ebrea scriveva ad una sua amica: «Oggi pomeriggio, mentre riposavo nella mia cuccetta, mi è venuto di scrivere queste cose, ora le mando a te: Mi
hai resa così ricca, mio Dio, lasciami anche dispensare agli altri a
piene mani. La mia vita è diventata un colloquio ininterrotto con te,
mio Dio, un unico, grande colloquio. A volte, quando me ne sto in un
angolino del campo, i miei piedi piantati sulla tua terra, i miei occhi
rivolti al cielo, le lacrime mi scorrono sulla faccia, lacrime che
sgorgano da una profonda emozione e riconoscenza. Anche di sera, quando
sono coricata nel mio letto e riposo in te, mio Dio, lacrime di
riconoscenza mi scorrono sulla faccia e questa è la mia preghiera. Sono
molto, molto stanca, già da diversi giorni, ma anche questo passerà,
tutto avviene secondo un ritmo più profondo che si dovrebbe insegnare
ad ascoltare, è la cosa più importante che si può imparare in questa
vita. Io non combatto contro di te, mio Dio, tutta la mia vita è un
grande colloquio con te… Il
luogo in cui fu scritta e da cui arrivò a destinazione la lettera a cui
appartengono queste frasi era un campo di concentramento nazista. c) L’unica salvezza possibile: salvare l’umanità in noi stessi Etty
non è una ragazza abituata a pregare. Non possiede le sicurezze e le
garanzie di una fede. E forse proprio questa sua nudità è per
lei, paradossalmente, un vantaggio: «Mio
Dio, sono tempi tanto angosciosi.[…] Cercherò di aiutarti affinché tu
non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso promettere
nulla. Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, e cioè che
tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in
questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare di
questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzo
di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a
disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sì, mio Dio, sembra
che tu non possa fare molto per modificare le circostanze attuali ma
anch’esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua
responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E
quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi
aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua
casa in noi. Esistono persone che all’ultimo momento si preoccupano di
mettere in salvo aspirapolveri, forchette e cucchiai d’argento – invece
di salvare te, mio Dio. E altre persone, che ormai sono ridotte a
semplici ricettacoli di innumerevoli paure e amarezze, vogliono a tutti
i costi salvare il proprio corpo. Dicono: me non mi prenderanno.
Dimenticano che non si può essere nelle grinfie di nessuno se si è
nelle tue braccia.» videoLa
festa di Tutti i Santi e quella della Commemorazione dei Fedeli Defunti
conducono a riflettere sul duplice orizzonte dell’umanità, che viene
espresso con le semplici parole “terra” e “cielo”. La prima rappresenta
il cammino storico dell’uomo e della creazione, la seconda, il cielo,
l’eternità e la pienezza della vita in Dio. La Chiesa è in cammino nel
tempo, ma nello stesso tempo, celebra già la festa senza fine nella
Gerusalemme celeste, dove vivono in eterno coloro che sono salvi. Di
molti di questi si conosce il nome, perché la Chiesa stessa li propone
come modelli ed amici; accanto a loro sono posti, nella speranza, quei
fedeli che sono morti in pace con Dio e per i quali si prega in modo
particolare nelle chiese o nei cimiteri.
La fede nella vita eterna deve essere, però, completata dalla verità della risurrezione dei corpi...
Le
due giornate - la prima addirittura è solennità - conducono a pensare
con insistenza alla condizione storica dell’uomo, tante volte descritta
come quella di un pellegrino in cammino verso la Citta dalle solida
fondamenta. In questo viaggio nessuno è solo, come attesta la verità
della comunione dei santi. Nel battesimo ciascuno è stato inserito come
membro vivo nel Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa. È unito a
tanti fratelli e a tante sorelle che quaggiù vivono beatitudini del
vangelo ed è unito a tutti coloro, che sono già accanto al Padre.
Essere cristiani, far parte della Chiesa, significa aprirsi a questa
comunione, che abbraccia terra e cielo. In questa comunione tutti
ricevono e, soprattutto, danno qualcosa nell’ordine della grazia: i
santi intercedono per coloro che camminano quaggiù e questi ultimi con
la preghiera, la penitenza e la carità aiutano chi si sta preparando
all’abbraccio definitivo con il Padre.
Ancora,
queste due giornate aiutano a comprendere quando un’esistenza umana può
dirsi realizzata; i parametri umani di ricchezza, carriera, successo
appaiono totalmente insufficienti. La realizzazione sta altrove, perché
la persona umana è fatta per dare concretezza a Dio: mani, cuore,
intelligenza tutto può servire per permettere a Dio di incarnarsi
ancora e servire i suoi figli. La persona diviene così uno strumento
libero affinché Dio possa agire ancora nella storia. E un solo gesto di
carità ha il senso di una vita realizzata. La carità è l’altro nome
della santità. “Ogni cristiano - ha recentemente ricordato Papa
Francesco - è chiamato alla santità e la santità non consiste anzitutto
nel fare cose straordinarie, ma nel lasciare agire Dio” (Udienza,
2/10/13). La santità è l’incontro tra la debolezza dell’uomo e la forza
della grazia di Dio, è avere fiducia nella sua azione, che permette di
fare tutto con gioia ed umiltà per la gloria di Dio e nel servizio del
prossimo.
Tra terra e cielo il senso della vitaVedi anche il nostro post precedente:
--------------------------------------- «Siate santi» (Lv 19,2),
categorico comando per il popolo in cerca di futuro, per l’Israele di
ieri e di oggi, per i viandanti verso il significato, sorpresi
dall’inaspettato comando divino alla santità, che la pretende come
condizione per il viaggio. I pellegrini, forse, si sarebbero aspettato
altro, altro bagaglio avrebbero voluto portare con sé: sacrifici,
offerte, penitenza. Non mancherà al pio itinerante il tempo della
religione, del culto, della devozione. Ma il Signore gradisce un cuore
puro, trasparente di verità, forte di santità. Per questo Mosè si farà
voce presso gli affaticati nel passo e ricorderà il comando: «Siate
santi, come il Signore è santo». Lo stesso comando lo ribadirà con
nuova fragranza il Maestro di Galilea, rendendolo più forte, elevando
la debolezza degli oppressi, afferrando il loro destino e colorandolo
di cielo: poveri, miti, perseguitati, afflitti tutti presi nella rete
della beatitudine. Santi perché Santo è il Signore, questo il destino,
questa la strada per chi sogna la terra promessa, per chi celebra con
la vita la bella notizia che il Signore è dalla nostra parte, come un
padre tenerissimo, come una madre che mai abbandonerà il frutto del suo
grembo....
Gennaro Matino: Il giorno della santità universale e nascosta ---------------------------------------------------------------
Angelus/Regina Cæli - Angelus, 27 ottobre 2013 Angelus/Regina Cæli - Angelus, 1 novembre 2013 Omelia - 27 ottobre 2013: Santa Messa per la Giornata della Famiglia Omelia - 31 ottobre 2013: Santa Messa sulla tomba di Giovanni Paolo II Omelia - 1° novembre 2013: Santa Messa nella Solennità di tutti i Santi Discorso - Conferimento del "Premio Ratzinger" 2013 (26 ottobre 2013) Discorso - Ai dirigenti, ai dipendenti e ai collaboratori del Centro Televisivo Vaticano (28 ottobre 2013) Discorso - Ai soci del Circolo di San Pietro (31 ottobre 2013) Udienza - 30 ottobre 2013 --------------------------------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"26/10/2013: Partecipiamo troppo spesso...27/10/2013:
Cari Follower ho saputo...28/10/2013:
Siamo tutti peccatori...29/10/2013:
Se i beni materiali e il denaro...31/10/2013:
Un cristiano sa affrontare...--------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)20 ottobre 2013
Al
termine della Santa Messa celebrata sul sagrato della Basilica Vaticana
per la Giornata della Famiglia in occasione dell’Anno della fede, dopo
l’indirizzo di saluto di S.E. Mons. Vincenzo Paglia, Presidente del
Pontifico Consiglio per la Famiglia, Papa Francesco ha recitato la
seguente preghiera davanti all’icona della Santa Famiglia:
Gesù, Maria e Giuseppe
a voi, Santa Famiglia di Nazareth,
oggi, volgiamo lo sguardo
con ammirazione e confidenza;
in voi contempliamo
la bellezza della comunione nell’amore vero;
a voi raccomandiamo tutte le nostre famiglie,
perché si rinnovino in esse le meraviglie della grazia.
...
video
-------------------------------------------- Piazza San Pietro
Mercoledì, 30 ottobre 2013
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi
vorrei parlare di una realtà molto bella della nostra fede, cioè della
“comunione dei santi”. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda
che con questa espressione si intendono due realtà: la comunione alle
cose sante e la comunione tra le persone sante (n. 948). Mi soffermo
sul secondo significato: si tratta di una verità tra le più consolanti
della nostra fede, poiché ci ricorda che non siamo soli ma esiste una
comunione di vita tra tutti coloro che appartengono a Cristo. Una
comunione che nasce dalla fede; infatti, il termine “santi” si
riferisce a coloro che credono nel Signore Gesù e sono incorporati a
Lui nella Chiesa mediante il Battesimo. Per questo i primi cristiani
erano chiamati anche “i santi” (cfr At 9,13.32.41; Rm 8,27; 1 Cor 6,1).
1.
Il Vangelo di Giovanni attesta che, prima della sua Passione, Gesù
pregò il Padre per la comunione tra i discepoli, con queste parole:
«Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in
te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai
mandato» (17,21). La Chiesa, nella sua verità più profonda, è comunione
con Dio, familiarità con Dio, comunione di amore con Cristo e con il
Padre nello Spirito Santo, che si prolunga in una comunione fraterna.
Questa relazione tra Gesù e il Padre è la “matrice” del legame tra noi
cristiani: se siamo intimamente inseriti in questa “matrice”, in questa
fornace ardente di amore, allora possiamo diventare veramente un cuore
solo e un’anima sola tra di noi, perché l’amore di Dio brucia i nostri
egoismi, i nostri pregiudizi, le nostre divisioni interiori ed esterne.
L’amore di Dio brucia anche i nostri peccati.
2.
Se c’è questo radicamento nella sorgente dell’Amore, che è Dio, allora
si verifica anche il movimento reciproco: dai fratelli a Dio;
l’esperienza della comunione fraterna mi conduce alla comunione con
Dio. Essere uniti fra noi ci conduce ad essere uniti con Dio, ci
conduce a questo legame con Dio che è nostro Padre. Questo è il secondo
aspetto della comunione dei santi che vorrei sottolineare: la nostra
fede ha bisogno del sostegno degli altri, specialmente nei momenti
difficili. Se noi siamo uniti la fede diventa forte. Quanto è bello
sostenerci gli uni gli altri nell’avventura meravigliosa della fede!
Dico questo perché la tendenza a chiudersi nel privato ha influenzato
anche l’ambito religioso, così che molte volte si fa fatica a chiedere
l’aiuto spirituale di quanti condividono con noi l’esperienza
cristiana. Chi di noi tutti non ha sperimentato insicurezze,
smarrimenti e perfino dubbi nel cammino della fede? Tutti abbiamo
sperimentato questo, anch’io: fa parte del cammino della fede, fa parte
della nostra vita. Tutto ciò non deve stupirci, perché siamo esseri
umani, segnati da fragilità e limiti; tutti siamo fragili, tutti
abbiamo limiti. Tuttavia, in questi momenti difficoltosi è necessario
confidare nell’aiuto di Dio, mediante la preghiera filiale, e, al tempo
stesso, è importante trovare il coraggio e l’umiltà di aprirsi agli
altri, per chiedere aiuto, per chiedere di darci una mano. Quante volte
abbiamo fatto questo e poi siamo riusciti a venirne fuori dal problema
e trovare Dio un’altra volta! In questa comunione – comunione vuol dire
comune-unione – siamo una grande famiglia, dove tutti i componenti si
aiutano e si sostengono fra loro...
testo integrale dell'Udienza generale del Santo Padre il 30 ottobre 2013 in piazza S. Pietro.
video
-------------------------------------------- Angelus del 1° novembre 2013 - Testo e video Cari fratelli e sorelle, buongiorno! la
festa di Tutti i Santi, che oggi celebriamo, ci ricorda che il
traguardo della nostra esistenza non è la morte, è il Paradiso! Lo
scrive l’apostolo Giovanni: «Ciò che saremo non è stato ancora
rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo
simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3,2). I Santi,
gli amici di Dio, ci assicurano che questa promessa non delude. Nella
loro esistenza terrena, infatti, hanno vissuto in comunione profonda
con Dio. Nel volto dei fratelli più piccoli e disprezzati hanno veduto
il volto di Dio, e ora lo contemplano faccia a faccia nella sua
bellezza gloriosa.
I
Santi non sono superuomini, né sono nati perfetti. Sono come noi, come
ognuno di noi, sono persone che prima di raggiungere la gloria del
cielo hanno vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e
speranze. Ma cosa ha cambiato la loro vita? Quando hanno conosciuto
l’amore di Dio, lo hanno seguito con tutto il cuore, senza condizioni e
ipocrisie; hanno speso la loro vita al servizio degli altri, hanno
sopportato sofferenze e avversità senza odiare e rispondendo al male
con il bene, diffondendo gioia e pace. Questa è la vita dei Santi:
persone che per amore di Dio nella loro vita non hanno posto condizioni
a Lui; non sono stati ipocriti; hanno speso la loro vita al servizio
degli altri per servire il prossimo; hanno sofferto tante avversità, ma
senza odiare. I Santi non hanno mai odiato. Capite bene questo: l’amore
è di Dio, ma l’odio da chi viene? L’odio non viene da Dio, ma dal
diavolo! E i Santi si sono allontanati dal diavolo; i Santi sono uomini
e donne che hanno la gioia nel cuore e la trasmettono agli altri. Mai
odiare, ma servire gli altri, i più bisognosi; pregare e vivere nella
gioia; questa è la strada della santità!
Essere
santi non è un privilegio di pochi, come se qualcuno avesse avuto una
grossa eredità; tutti noi nel Battesimo abbiamo l’eredità di poter
diventare santi. La santità è una vocazione per tutti.
...
A tutti auguro una buona festa di Tutti i Santi. Arrivederci e Buon pranzo!
testo integrale dell'Angelus video -------------------------------------------- S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 28 ottobre 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
“Diciamo a Gesù: prega per me”
Gesù
continua a pregare e a intercedere per noi, mostrando al Padre il
prezzo della nostra salvezza: le sue piaghe. E' quanto ha detto Papa
Francesco durante la Messa a Santa Marta nel giorno in cui la Chiesa
celebra i Santi Simone e Giuda Taddeo, Apostoli.
Al
centro dell’omelia è stato il brano del Vangelo in cui Gesù passa tutta
la notte pregando il Padre prima di scegliere i dodici Apostoli: "Gesù
sistema la sua squadra" – sottolinea il Papa – e subito dopo è
attorniato da una grande moltitudine di gente "venuta per ascoltarlo ed
essere guarita" perché "da Lui usciva una forza che guariva tutti".
Sono i "tre rapporti di Gesù" – osserva Papa Francesco – "Gesù con il
Padre, Gesù con i suoi Apostoli e Gesù con la gente". Gesù pregava il
Padre per gli Apostoli e per la gente. Ma ancora oggi prega:
"E’
l’intercessore, quello che prega, e prega Dio con noi e davanti a noi.
Gesù ci ha salvati, ha fatto questa grande preghiera, il suo
sacrificio, la sua vita, per salvarci, per giustificarci: siamo giusti
grazie a Lui. Adesso se n’è andato, e prega. Ma, Gesù è uno spirito?
Gesù non è uno spirito! Gesù è una persona, è un uomo, con carne come
la nostra, ma in gloria. Gesù ha le piaghe sulle mani, sui piedi, sul
fianco e quando prega fa vedere al Padre questo prezzo della
giustificazione, e prega per noi, come se dicesse: ‘Ma, Padre, che non si perda, questo!’".
Gesù "ha la testa delle nostre preghiere" perché "è il primo a pregare" e come "nostro fratello" e "uomo come noi" intercede per noi:..
Il Papa: Gesù continua a pregare per noi anche oggi mostrando al Padre le sue piaghe
video -------------------------------------------- S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
29 ottobre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
“Non ancoriamoci in una laguna artificiale”
La
speranza non è ottimismo, ma “un’ardente aspettativa” verso la
rivelazione del Figlio di Dio. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco
nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha ribadito che i
cristiani devono guardarsi da clericalismi e atteggiamenti comodi,
perché la speranza cristiana è dinamica e dona vita.
Cos’è
la speranza per un cristiano? Papa Francesco ha preso spunto dalle
parole di San Paolo, nella Prima Lettura, per sottolineare la
dimensione unica della speranza cristiana. Non si tratta di ottimismo,
ha avvertito, ma di “un’ardente aspettativa” protesa verso la
rivelazione del Figlio di Dio. La creazione, ha detto, è “stata
sottoposta alla caducità” e il cristiano vive dunque la tensione tra la
speranza e la schiavitù. “La speranza –
ha detto riecheggiando San Paolo – non delude, è sicura”. Tuttavia, ha
riconosciuto, “non è facile capire la speranza”. Alcune volte, ha
affermato, “pensiamo che essere persone di speranza sia come essere
persone ottimiste”. Ma non è così:
“La
speranza non è un ottimismo, non è quella capacità di guardare le cose
con buon animo e andare avanti. No, quello è ottimismo, non è speranza.
Né la speranza è un atteggiamento positivo davanti alle cose. Quelle
persone luminose, positive... Ma questo è buono, eh! Ma non è la
speranza. Non è facile capire cosa sia la speranza. Si dice che è la più umile delle tre virtù,
perché si nasconde nella vita. La fede si vede, si sente, si sa cosa è.
La carità si fa, si sa cosa è. Ma cosa è la speranza? Cosa è questo
atteggiamento di speranza? Per avvicinarci un po’, possiamo dire in
primo che la speranza è un rischio, è una virtù rischiosa, è una virtù,
come dice San Paolo ‘di un’ardente aspettativa verso la rivelazione del
Figlio di Dio’. Non è un’illusione”...
Il Papa: la speranza cristiana è dinamica e dona vita, liberiamoci da comodi clericalismi
video -------------------------------------------- Papa
Francesco ha ricevuto in udienza il 25 ottobre 2013, il Pontificio
Consiglio per la Famiglia, in occasione della plenaria del dicastero.
Il Pontefice ha messo l’accento sulla dimensione comunitaria della
famiglia, “fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si
sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più
fragile, più debole. Si potrebbe dire, senza esagerare, che la famiglia
è il motore del mondo e della storia”
video
Il 26 Ottobre le famiglie di tutto il mondo incontrano il Papa. Tema del pellegrinaggio è: «Famiglia, vivi la gioia della Fede».
Alle
14.00 sono stati aperti i varchi in Piazza San Pietro per accogliere le
migliaia di persone che stanno affluendo in Vaticano.
L'appuntamento
prevede testimonianze sulle gioie e le difficoltà della vita familiare,
si parla di crisi matrimoniali superate grazie alla fede e poi dialoghi
tra nonni, genitori e figli, e momenti musicali: sono presenti, tra gli
altri, il gruppo Gospel degli Hope Singer, il pianista Giovanni Allevi,
il Piccolo Coro Antoniano e il Coro Hope fondato nel '98 su iniziativa
della Pastorale giovanile della Chiesa italiana, e ancora il cantante
britannico Gospel Junior Robinson, il cantautore italiano Luca
Barbarossa e l'americana Sarah Hart, cantante simbolo della musica
cristiana degli Stati Uniti. Partecipano all'incontro anche i fratelli
Taviani, due registi che hanno fatto conoscere la Sicilia al Papa con
il loro film "Kaos". In occasione di questo evento si è chiesto alle
famiglie di tutto il mondo di aiutare con un sms solidale, al numero
45594, le famiglie siriane in difficoltà, grazie a un progetto promosso
dalla Caritas italiana e dal Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Papa Francesco prima fa l'ormai consueto lungo giro sulla jeep tra le 100mila persone festanti che affollavano la piazza.
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Arriva poi sul sagrato alle 17.00 accolto da un gruppo di dieci bambini e dai loro nonni. Una bambina accompagnata dalla nonna lo saluta, seguita da alcune coppie di fidanzati e di sposi. Tra di essi anche una famiglia cristiana fuggita dalla Siria a causa della guerra, una famiglia di Lampedusa che ha aiutato e accolto gli immigrati sbarcati sull'isola e un profugo nigeriano che ha ritrovato la speranza grazie alla solidarietà ricevuta. Al termine delle testimonianze, il discorso del Papa.
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A conclusione della festa della famiglia in piazza San Pietro la professione di fede
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-------------------------------------------- Sono
arrivate presto domenica mattina in Piazza San Pietro le migliaia di
famiglie venute per la celebrazione eucaristica con Papa Francesco. In
giro si sentono parlare talmente tante varietà di lingue da pensare di
essere proiettati in una nuova Torre di Babele. I pellegrini arrivati a
Roma per l’evento provengono da oltre 75 paesi in rappresentanza dei 5
continenti.
Fin dalle 9 in piazza erano disponibili dei confessori.
Alle 10.30 l’inizio della Messa.
A lato dell’altare l’immagine della Santa Famiglia nell’atto della Presentazione di Gesù al Tempio.
Le
Letture della domenica offrono al Papa lo spunto per sottolineare tre
caratteristiche fondamentali della famiglia cristiana: la preghiera, la
fede, la gioia.
Papa Francesco: Solo Dio crea l'armonia delle differenze. (video)
il testo integrale dell'Omelia del Santo Padre in piazza San Pietro.
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Grande
gioia ed entusiasmo tra le oltre centomila persone presenti in Piazza
San Pietro e in Via della Conciliazione per ascoltare le parole di Papa
Francesco che ha invitato le famiglie a pregare insieme e con
semplicità. Ma come hanno risposto a questa esortazione?
Ascolta alcuni commenti raccolti in piazza da Marina Tomarro per Radio Vaticana (mp3)
Guarda anche il nostro post:
PREGHIERA DEL PAPA ALLA SANTA FAMIGLIA - Piazza S. Pietro 27/10/2013 (testo e video)
All'Angelus il Papa affida a Maria le famiglie di tutto il mondo, soprattutto quelle in difficoltà.
testo integrale dell'Angelus
video
-------------------------------------------- Francesco "riformatore" di
Giancarla Codrignani
Non
c'è professore di storia che, trattando la Riforma luterana, non abbia
evocato il danno subito dall'Italia per non aver avuto parte al
fenomeno che ha agitato la Germania e il Nord Europa. Il quinto
centenario è in dirittura d'arrivo e avremo modo di riparlare della
questione.
Intanto solo una fantasia: volete vedere che ci arriveremo "riformati" anche noi?
Lutero
era un monaco agostiniano di vocazione adulta, prete, teologo: inviato
a Roma, si dice che, in onore ai martiri che l'avevano bagnata con il
loro sangue, si inginocchiasse entrando nella città, per come la
immaginava lui, santa. Si accorse dello stile di vita del clero romano
e se ne scandalizzò. Poco dopo (Lutero era tornato in Germania) Leone X
deliberò la concessione dell'indulgenza a chi andasse pellegrino a Roma
e, confessato e comunicato, devolvesse un'offerta per la costruzione di
san Pietro. I dubbi di Lutero diventarono 95 tesi teologiche che
inchiodò sulle porte del duomo di Wittemberg con le note conseguenze.
Anche se l'intento del cattolico Lutero era la denuncia, non
necessariamente lo scisma.
In
questi ultimi anni non solo in Italia si sono diffuse pubblicazioni che
preconizzavano lo "scisma silenzioso" interno alla Chiesa, fatto di
secolarizzazione, di abbandoni crescenti, di cattolici (e cattoliche)
non più praticanti, di disobbedienti alle norme ecclesiastiche sulla
morale sessuale. Era la conseguenza deleteria dell'aver tarpato le al
Vaticano II.
Repentinamente
lo Spirito Santo ha portato al soglio papa Francesco: prima che la
barca di Pietro imbarcasse altra acqua e andasse a fondo, il papa
gesuita ha promosso una voglia di Riforma, inchiodandola per ora
metaforicamente alle interviste. Se nel 1517 Papa, cardinali e curia
avessero avuto lo stesso coraggio, il Concilio di Trento sarebbe stato
diversamente famoso e ci saremmo risparmiati la Controriforma e qualche
rogo.
Il
nuovo Papa e Vescovo di Roma - in una situazione inedita per la
presenza del papa dimessosi - ha toccato quasi tutti i temi bisognosi
di innovazione: manca solo un intervento sul celibato obbligatorio da
cancellare, sull'ordinariato militare da sopprimere restituendo i
relativi stipendi allo Stato italiano e sulle donne...
Francesco "riformatore" di Giancarla Codrignani -------------------------------------------- Caro Papa Francesco, come
non provare sentimenti di amicizia e di fraternità nei suoi confronti e
non solidarizzare con i segnali che viene lanciando attraverso
l'infittirsi di relazioni con persone più o meno note della società
italiana? Non intendo accrescere il numero dei corrispondenti che
incomincia, forse, a farsi molesto; ma sono indotta a interpellarla
dopo la notizia del suo intento di pronunciarsi sullo spazio da
assegnare alle donne nella Chiesa.
Presumo
sia anche per lei un dato di realtà che non i disegni di Dio, bensì i
ruoli gerarchicamente diversi che uomini e donne hanno storicamente
assunto comportano differenze che non vanno sottovalutate, soprattutto
se si ricercano nuovi equilibri.
Essendo
anche lei un uomo come gli altri, sa bene che difficilmente agli uomini
capita di dire parole adeguate quando parlano con noi, soprattutto se
pensano di parlare "per" noi. Anche la Chiesa ci conosce solo
attraverso una convenzione che non corrisponde alla nostra ermeneutica,
di credenti e di non credenti: senza una donna non ci sarebbe stata
nascita, senza un'altra donna non ci sarebbe stato annuncio (sarebbero
mai arrivati al sepolcro vuoto gli apostoli senza Maria di
Magdala?).
Come
"genere" siamo meno sensibili alle ambizioni di potere che sono
incoerenti, almeno nella Chiesa, anche per un uomo. Tuttavia non siamo
così stolte da non esser state sempre consapevoli che, anche se in
dottrina non si ritrovano giustificazioni alla discriminazione, la
Chiesa è rimasta maschile fin da quando la tradizione dei primi secoli
ha trasmesso gli scritti dei "padri" della Chiesa e non delle madri,
menzionate solo in quanto viri dimidiati...
Lettera a Papa Francesco di Giancarla Codrignani
-------------------------------------------- Il bambino sul trono di Francesco di Paolo Di Stefano
Nonno
Francesco parlava nel suo modo affabile di sempre, e il bambino gli
saltellava intorno, come fosse nel giardino di casa. Come se il nonno
stesse sistemando una siepe in un pomeriggio qualunque di sole
autunnale lasciando che il nipotino si muovesse liberamente con la
promessa di non allontanarsi troppo. Avrebbe potuto anche dirgli:
«Attento che cadi», come dice un vecchio un po’ ansioso al bambino
irrequieto. Isolato dal contesto, poteva essere un
quadretto intimo, di famiglia, invece eravamo in piazza San Pietro,
durante un’omelia, al cospetto di migliaia e migliaia di fedeli
increduli. Un quadretto tenero e comico insieme, perché il nonno era
niente meno che il Papa e il bambino era sfuggito alla folla per
rimanere lassù, accanto al nonno che gli accarezzava la testa, tornando
ogni tanto ad abbracciarlo per un richiamo irresistibile di affetto e
di quella complicità che solo i nonni riescono ad avere con i
nipotini.
Questo
Papa sa dare naturalezza a parole e a gesti che fino all’altro ieri
sembravano impensabili. Tutto di una semplicità disarmante, come il
primo «buonasera» del 13 marzo. Come le smorfie sorridenti e
confidenziali con il piccolo. Come quell’agitarsi del bambino
«impertinente» che con la sua maglietta gialla dalle maniche troppo
lunghe andava a sedersi per un attimo sul trono pontificio. Forse
ignaro di tutto, forse ben consapevole di quei pochi minuti di
celebrità, mentre nonno Francesco continuava tranquillo a parlare
all’oceano di piazza San Pietro, senza badare troppo al monello che ora
gli stava già al fianco sfiorandogli con una mano le pieghe dell’abito
bianco....
-------------------------------------------- Bergoglio ha raggiunto i dieci
milioni di follower Brevità ed efficacia Ha capito che un suo breve
«Mai più la guerra» è efficace come un discorso all?OnuSenza paura La
Chiesa ha sempre temuto le novità, mentre il Pontefice non ha paura di
usare la Rete
Beppe Severgnini: «Conoscete i vicini di casa e non sprecate il cibo» I tweet del Papa al suo gregge Ciò
che fa più paura del dibattito intorno a Papa Francesco è la sfiducia
nella possibilità di cambiare (in linguaggio cattolico si direbbe
«convertirsi»)
Roberto Beretta: «Ma dove crede di andare, questo qui?» ---------------------------------------------------------------
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1) La newsletter è settimanale;
2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm