|
N.
B. La Lectio è temporaneamente sospesa
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
|
TIFONE HAIYAN emergenza umanitaria
|
“In
questi giorni stiamo pregando e unendo le forze per aiutare i nostri
fratelli e sorelle delle Filippine, colpiti dal tifone. Queste sono le
vere battaglie da combattere. Per la vita! Mai per la morte!”
Al
termine dell’Udienza generale di mercoledì 13 novembre, Papa Francesco
è così tornato a ricordare il disastro che ha colpito le Filippine,
dopo che già domenica scorsa aveva invitato a “pregare e far giungere
anche il nostro aiuto concreto”.
Raccogliendo l’accorato invito del Santo Padre, domenica 1 dicembre 2013 in tutte le chiese d’Italia si terrà una colletta nazionale, indetta dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana a sostegno delle popolazioni provate dal disastro.
Colletta nazionale per le Filippine
---------------------------------------------------------------
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA
NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
La gioia del Vangelo riempie il cuore...
Preferisco una Chiesa accidentata...
Trasformazione missionaria della Chiesa...
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
ESORTAZIONE APOSTOLICA
EVANGELII GAUDIUM
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
AI VESCOVI
AI PRESBITERI E AI DIACONI
ALLE PERSONE CONSACRATE
E AI FEDELI LAICI
SULL' ANNUNCIO DEL VANGELO
NEL MONDO ATTUALE
il testo integrale EVANGELII GAUDIUM
Un
documento “programmatico e esortativo” in cui Papa Francesco indica
alla Chiesa di farsi compagna di strada di quanti sono alla ricerca di
Dio. Questa in estrema sintesi la definizione emersa in Sala Stampa
della Evangelii Gaudium, documento nel quale la parola “gioia” compare
ben 59 volte. Questa Esortazione apostolica, ha spiegato padre Federico
Lombardi, è stata scritta dal Pontefice di sua mano, in spagnolo, nel
mese di agosto, dopo la Gmg di Rio. Nel suo intervento, mons.
Fisichella ha sottolineato che questo documento si pone in continuità
con l’insegnamento di Paolo VI nell’Evangelii nuntiandi, ribadendo la
centralità della persona di Gesù come “primo evangelizzatore”. Un
testo, ha soggiunto, che invita a “recuperare una visione profetica e
positiva della realtà, senza distogliere lo sguardo dalle difficoltà”.
Quindi,mons. Fisichella ha tratteggiato la struttura fondamentale
dell’Evangelii Gaudium...
Esortazione programmatica e profetica: la presentazione di “Evangelii Gaudium” in Sala Stampa
la trascrizione integrale della CONFERENZA
STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’ESORTAZIONE APOSTOLICA EVANGELII GAUDIUM
DEL SANTO PADRE FRANCESCO SULL’ANNUNCIO DEL VANGELO NEL MONDO ATTUALE
C’è
tutto il pontificato di Francesco, le sue parole dette e ripetute in
questi mesi. Ma non sono le linee guida del pontificato. L’Esortazione
apostolica Evangelii gaudium, “La gioia del Vangelo”, è un testo che
spiega come si deve fare per considerare il Vangelo il sussidiario del
cristiano e come comportarsi di conseguenza.
È
un testo completo, pedagogico, dove Bergoglio prende per mano il
lettore e gli indica la via giusta per far diventare il Vangelo
rilevante nell’attualità del mondo e nell’attualità della Chiesa.
Chiede
a tutti conversione al Vangelo, come se fosse stato dimenticato,
seppellito sotto montagne di documenti aggiunti, sotto cumuli di norme
e di concetti morali e spirituali, sotto strati di strutture
istituzionali ecclesiastiche.
Ma
sbaglia chi prova a definire l’Evangelii gaudium un ennesimo documento.
Non lo è. Anzi, è una novità assoluta. È il vademecum della conversione
al Vangelo, un navigatore per capirlo e metterlo in pratica nel mondo
complicato di oggi. È la prova che papa Francesco non è un agitatore di
folle, non è solo un uomo e un Papa a cui guardare emozionandosi per i
suoi gesti e le sue frasi ad effetto. Dietro a quei gesti e a quel
sorriso c’è la solidità di argomenti importanti a partire dalla
«conversione del papato: siamo avanzati poco in questo senso»...
L’Evangelii
gaudium darà fastidio, sarà una frustata sul mondo e sulla Chiesa. Il
rischio è che ora qualcuno si applichi a smontarla o a
contestualizzarla. Che sarebbe ben peggio.
EVANGELII GAUDIUM: LA RIVOLUZIONE È RIPARTIRE DAL VANGELO
Non
imprigionare Gesù in «schemi noiosi» o «pessimismo sterile», ma «porte
aperte» a tutti: la missione nell'esortazione apostolica di Francesco
"La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù": inizia così l'Evangelii gaudium, con
cui papa Francesco affronta il tema dell'annuncio del Vangelo nel mondo
di oggi. É un appello a tutti i battezzati, senza distinzioni di ruolo,
perché portino agli altri l'amore di Gesù in uno "stato permanente di
missione" (25), vincendo "il grande rischio del mondo attuale": quello
di cadere in "una tristezza individualista" (2).
Il
papa invita a "recuperare la freschezza originale del Vangelo" Gesù non
va imprigionato entro "schemi noiosi" (11). Occorre "una conversione
pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno" (25)
e una riforma delle strutture ecclesiali perché "diventino tutte più
missionarie" (27). Su questo piano Francesco si mette in gioco in prima
persona. Pensa, infatti, anche a "una conversione del papato" perché
sia "più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle
necessità attuali dell'evangelizzazione"...
«Evangelii Gaudium» in poche parole di Aldo Maria Valli
Di
nuovo nel titolo di un documento pontificio ricorre la dimensione della
gioia, segno caratteristico della testimonianza cristiana. In essa è
come racchiuso il Vaticano II, dall’avvio alla conclusione...
Consegnata
a conclusione di un anno della fede voluto da Benedetto XVI per
ricordare il concilio che provvidenzialmente ha rinnovato la Chiesa,
l’esortazione apostolica è un documento eccezionale. Innanzi tutto
perché nasce dal cuore del vescovo di Roma, frutto di una esperienza in
prima linea e della sua prolungata meditazione sull’urgenza di
annunciare il Vangelo nel mondo di oggi. Il contenuto e lo stile
inconfondibili di Papa Francesco caratterizzano infatti il testo e
attirano chi lo legge...
E
colpisce la prosa coinvolgente di questa magna charta per la Chiesa di
oggi, testo che dichiara esplicitamente di avere «un significato
programmatico e dalle conseguenze importanti»; perché non è possibile
«lasciare le cose come stanno» e occorre costituirsi in uno «stato
permanente di missione». Con lo scopo, implorato nella preghiera finale
alla Vergine, di «cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono
della bellezza che non si spegne».
Dal cuore del vescovo di Roma
--------------------------------------------
ESORTAZIONE APOSTOLICA
EVANGELII GAUDIUM
Se
la Lumen fidei era stata definita un’enciclica a quattro mani (dato
l’apporto di Benedetto XVI), la Evangelii gaudium è sicuramente il
manifesto programmatico del pontificato di papa Francesco. Cinque
capitoli più l’introduzione, 220 pagine, ampi riferimenti al Sinodo
sulla nuova evangelizzazione (con le proposizioni dei padri sinodali
citate 27 volte, anche se il testo va oltre l’esperienza del Sinodo).
Ma soprattutto una parola chiave. La parola «gioia» menzionata per ben
59 volte. Questa in estrema sintesi la prima esortazione apostolica di
papa Bergoglio, che chiede di essere analizzata nei suoi particolari. A
cominciare proprio da quella gioia del Vangelo che diventa la forza
propulsiva della «Chiesa in uscita», come la vuole il Papa...
Il Papa: una Chiesa con le porte aperte
Cari
amici, ieri come sapete è stata presentata e pubblicata l’esortazione
apostolica «Evangelii gaudium», il documento programmatico del
pontificato di Papa Francesco. Vi invito a leggerla integralmente – è
lunga ma si legge facilmente ed è accessibile davvero a tutti –...
vorrei
soffermarmi su un punto particolare, che è stato discusso nei mesi
scorsi. Diciamo subito che «Evangelii gaudium» non è un’enciclica
sociale, e non tratta specificamente dei temi economici. Il suo scopo è
quello di esortare, di smuovere, di infiammare la Chiesa perché sia
sempre missionaria e sappia distaccarsi da tutto ciò che non aiuta e
spesso ostacola questo compito che è la ragione stessa per cui la
Chiesa esiste.
Papa
Francesco ha però dedicato alcuni densi passaggi al tema della povertà,
della globalizzazione, dell’economia malata che esclude invece di
includere. Ma ha anche dato ragione e fondamento all’accento più volte
da lui stesso posto sul tema dei poveri. Accento e parole che nel corso
degli ultimi otto mesi sono stati da qualcuno commentate con sarcasmo o
con preoccupazione, parlando di «pauperismo». C’è stato anche chi,
dalle colonne di un noto quotidiano, avendo poca dimestichezza con la
storia della Chiesa e con la teologia, s’è impancato persino
nell’accusa al Papa di aver fatto affermazioni «ereticali» quando ha
detto che toccare i poveri significa «toccare la carne di Cristo»...
L'Evangelii gaudium e i poveri
Con
l’uscita dell’Esortazione apostolica posso dire esattamente che cosa ho
vissuto intervistando Papa Francesco a partire dal 19 agosto scorso. Ho
incontrato il Papa a pochi giorni dal suo rientro dal Brasile e mentre
ormai ultimava l’Evangelii Gaudium. Era un periodo vulcanico, di grande
grazia ed energia. Mi rendo conto solamente adesso di questo ulteriore
aspetto dell’esperienza vissuta con lui: il pensiero del Papa ha preso
forma ed è entrato nel dialogo vivo nella nostra conversazione per poi
seguire i suoi sentieri e condensarsi un una Esortazione apostolica.
La
Evangelii Gaudium richiede una lettura attenta. Una lettura immediata e
rapida è possibile e anche opportuna. Tuttavia per entrare nei nodi del
testo occorre fare una seconda lettura perché si tratta di un testo che
contiene un disegno ed è frutto di una maturazione durata anni, se non
decenni, non solo di riflessione, ma anche 8e soprattutto) di
esperienza pastorale. Su La Civiltà Cattolica proverò a compiere una
mia prima lettura di secondo livello, diciamo così, su radici,
struttura e significato dell’Esortazione.
Qui
vorrei solamente mettere in evidenza in maniera estremamente schematica
alcune tensioni interne positive al testo che lo rendono dinamico e ne
“agitano” lo sviluppo...
Le 4 tensioni interne della “Evangelii Gaudium” di #PapaFrancesco
Vedi anche il nostro precedente post:
«Evangelii Gaudium» - Con la gioia del Vangelo una chiesa povera che si fa evangelizzare dai poveri
--------------------------------------------
ESORTAZIONE APOSTOLICA
EVANGELII GAUDIUM
Un
grammatico rigoroso potrebbe argomentare che il titolo della prima
esortazione apostolica di papa Francesco, Evangelii Gaudium, destinata
ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi, alle persone consacrate e ai
fedeli laici, contenga una ripetizione o, in termini più precisi, un
pleonasmo. Infatti, la parola di origine greca «vangelo» significa:
«bella notizia», quindi un messaggio che già in sé ha un riferimento
alla felicità, al gaudio, per quanto riferisce.
Tuttavia,
è esperienza frequente che questo termine non evochi né in chi lo
ascolta né in chi lo dice, l’esperienza della gioia. Quando poi, ad
esso si aggrega l’attività di evangelizzare, ovvero la parola
«missione», in molti si scatena un incontenibile fastidio: perché esso
evoca la sciagurata storia di violenze e abusi che, in nome del
Vangelo, sono stati per tanti secoli perpetrati.
Era
allora necessario, anzi indispensabile, che il Papa stesso intervenisse
spiegando cosa davvero è l’evento dell’incarnazione, passione, morte e
risurrezione di Gesù Cristo, ovvero, la bella notizia che il Vangelo
racconta. Indispensabile, innanzitutto, per i cristiani: perché il loro
presente e futuro dipende proprio da quanto la loro vita sarà
autenticamente portatrice di gioia nella vita di tutte le persone che
incontreranno.
Inoltre,
il Pontefice non poteva limitarsi a qualche breve nota. Non perché
Francesco non abbia capacità di sintesi comunicativa, ma perché è su
molti aspetti della loro stessa fede che i cristiani vanno catechizzati.
«Catechesi» è un’altra parola da tempo fraintesa...
L'Evangelii Gaudium e quell'indispensabile insegnamento
Accidenti! Quest'uomo mantiene quel che promette! Dice quello che pensa e pensa quel che dice.
Già la lingua è rivoluzionaria, perché è chiara, semplice e comprensibile da tutti. Non si può dire lo stesso di tutti i documenti che sono stati scritti in Vaticano negli ultimi decenni... Il primo documento ufficiale di cui il papa ora porta interamente la responsabilità, può essere considerato a buon diritto come la sua “dichiarazione di governo”. Qui è Bergoglio in persona a parlare! Questa volta non è soltanto una piccola omelia mattutina a Sant'Anna, è il papa che parla in maniera convincente alla coscienza di un miliardo di cristiani, anzi a tutti gli uomini di buona volontà. Le sue parole esprimono una pretesa esagerata per ogni singolo cristiano! Per preti e religiosi, per vescovi e anche per cardinali...
Comoda
e semplice la sequela di Cristo non lo è stata mai. Ma quell'uomo che
arriva dall'altro capo del mondo non ci mette solo in cammino, ce ne dà
anche il coraggio. Se lui, in età avanzata, in una Chiesa vecchia di più di 2000 anni, coraggiosamente si mette a percorrere nuove strade, perché noi non dovremmo almeno tentare? Pronti, in piedi, e via! Sappiamo che non c'è nulla di buono se non viene fatto. Il vecchio in Vaticano dice ciò che pensa e fa, e ciò che dice fa proprio bene alla sua Chiesa in questa stagione. Un rivoluzionario radicale al soglio petrino – che Dio sia ringraziato!
Un rivoluzionario radicale (pdf)
La
road map di Bergoglio è racchiusa in 214 pagine, un manifesto
programmatico di sette punti. E' la rivoluzione gentile della Chiesa,
anche se per certi versi più che di rivoluzione gentile si tratta di un
vero e proprio terremoto che sta per abbattersi su un certo modo di
pensare. Papa Francesco vuole scardinare quel «tanto si è sempre fatto
così», comodo criterio pastorale in bilico tra il clericalismo e
l'immobilismo, destinato a finire in soffitta. Perchè bisogna dare una
scossa esistenziale ai cattolici, a cominciare dai vertici ecclesiali.
Innanzitutto con l'esempio personale e il papato di certo non può stare
alla finestra: «Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo
agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato» scrive
Bergoglio nell'esortazione apostolica, Evangelii Gaudium, scritta
quest'estate di ritorno dal Brasile...
Il manifesto del Papa: no al dio denaro
Vedi anche il nostro precedente post:
«Evangelii Gaudium» - Con la gioia del Vangelo una chiesa povera che si fa evangelizzare dai poveri
--------------------------------------------
“Una nuova tappa
evangelizzatrice” caratterizzata dalla gioia: è quanto chiede Papa
Francesco nell’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”. Sergio
Centofanti ha raccolto il commento di Chiara Amirante
RADIO VATICANA: “Evangelii Gaudium”, urgente rivalutare carisma della donna
L'esortazione
Evangelii Gaudium è insieme più a sinistra di Obama nella critica del
liberismo e critica nei confronti del "falso progressismo" su aborto e
ordinazione femminile
Massimo Faggioli: L’“enciclica” trasversale di papa Francesco
Centralità di Cristo, riforma
della Chiesa, ripensamento del papato, denuncia dei gravi limiti del
capitalismo. I commenti: da don Vinicio Albanesi alle comunità degli
ebrei americani.
Alberto Chiara: LE REAZIONI: «UNA BOCCATA D’OSSIGENO»
La
road map di Bergoglio è racchiusa in 214 pagine, un manifesto
programmatico di sette punti. E' la rivoluzione gentile della Chiesa,
anche se per certi versi più che di rivoluzione gentile si tratta di un
vero e proprio terremoto che sta per abbattersi su un certo modo di
pensare. Papa Francesco vuole scardinare quel «tanto si è sempre fatto
così», comodo criterio pastorale in bilico tra il clericalismo e
l'immobilismo, destinato a finire in soffitta. Perchè bisogna dare una
scossa esistenziale ai cattolici, a cominciare dai vertici ecclesiali.
Innanzitutto con l'esempio personale e il papato di certo non può stare
alla finestra
Franca Giansoldati: Il manifesto del Papa: no al dio denaro
Il rabbino David Rosen esprime
il suo apprezzamento per le parti dell'Esortazione apostolica di
Francesco dedicate al dialogo interreligioso e ai rapporti con
l'ebraismo
ZENIT: Il mondo ebraico americano plaude alla "Evangelii Gaudium"
Missione senza confini.
L’esortazione apostolica Evangelii gaudium traccia il
progetto per una riforma profonda della Chiesa, chiamata a uno «stato
permanente di missione». «Il Vangelo deve essere annunciato a tutti, a
partire da quelli che si trovano nelle nostre case e nelle nostre
comunità, per arrivare, a cerchi concentrici, fino a chi è battezzato
ma non vive le esigenze del Battesimo e a coloro che non conoscono Gesù
Cristo o lo hanno sempre rifiutato», spiega don Michele Autuoro,
direttore dell’Ufficio nazionale per la cooperazione tra le Chiese e
della Fondazione Missio, sottolineando che l’impegno «ad annunciare
fino agli estremi confini della terra» deve «farci ricordare anche chi
ci è vicino».
Stefania Careddu: «Tutti in missione, ci chiama il Papa»
Il Vangelo "al lavoro", la fede
"in azione". L’Esortazione apostolica Evangelii gaudium vista
dagli Stati Uniti è una risposta alle richieste arrivate ai vescovi
durante l’Anno della fede: di uno strumento di evangelizzazione chiaro,
semplice e gioioso per proseguire un lavoro missionario che sta già
dando frutti. Per questo il cardinale Donald Wuerl, arcivescovo di
Washington e relatore generale al Sinodo sulla nuova evangelizzazione
dello scorso ottobre, ha subito iniziato a diffonderla nella sua
arcidiocesi, nel suo blog, come «fonte di nutrimento per tutti noi
mentre riflettiamo sulle sfide che la Chiesa affronta ogni giorno e sui
compiti che tutti noi siamo chiamati a ricoprire nel condividere il
messaggio del Vangelo».
Elena Molinari: Wuerl: «Con chiarezza e semplicità ci insegna a vivere il Vangelo»
Un testo personale scritto dopo
il viaggio a Rio de Janeiro. La Esortazione Apostolica Evangelii
Gaudium è un ponderoso testo di circa 250 pagine, scritte in spagnolo
da Papa Francesco. Una summa di quello che il Papa ha detto in questi
nove mesi di pontificato, a partire da molti dei pensieri che Francesco
ha ricordaro nelle omelie del mattino nella messa privata a Santa
Marta. Pastoralità latinoamericana tipica di quella “teologia pastorale
urbana” dell’ Argentina che Bergoglio ha praticato e seguito per anni
come cardinale di Buenos Aires.Non sono idee nuove o rivoluzionarie,
piuttosto si tratta di un manuale di pastorale che potrà essere utile
nelle parrocchie.
Angela Ambrogetti: Evangelii gaudium, un manuale pastorale e il ritorno di alcuni temi postconciliari
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Ha
16 anni, parla inglese e spagnolo alla perfezione ma se la cava anche
col francese e il latino. E’ un adolescente con un’incredibile capacità
di suonare bene il violino e si è già esibito in concerti con orchestre
sinfoniche. Tiene anche conferenze per gli Stati Uniti e nel resto del
mondo.
Si
chiama Emmaunel Joseph Bishop e guardando alla sua storia si può dire
senza esagerare che è alcune spanne al di sopra degli adolescenti della
sua età. Questo giovanotto talentuoso ha la sindrome di Down; in alcuni
paesi la legge permette di abortirlo prima della nascita, solo perché
Down.
La sua storia è così impressionante che sta girando il mondo attraverso i social network.
E’
difficile trovare un talento come quello di Emmanuel in giro per il
mondo magari perché non li hanno lasciati nascere per il solo fatto di
essere affetti dalla sindrome di Down; questo per il fatto di non avere
i requisiti che la società occidentale afferma che si debbano avere,
per essere degni di questa vita. E tutto questo protetti dalla legge.
Tuttavia,
la storia di Emmanuel appare come una tempesta che distrugge tutti
questi sofismi per giustificare l’aborto di decine di migliaia di
bambini che non sono considerati adatti. Questo adolescente
statunitense ha smontato tutti gli argomenti a favore dell’aborto dei
Down, mostrando al mondo di cosa sia capace...
A 16 anni, parla quattro lingue, suona il violino, tiene conferenze, va a Messa: ‘doveva’ essere abortito perché Down
--------------------------------------------
Centoventotto
donne uccise nel 2013. È lunghissimo l'elenco delle donne vittime di
violenza. Una vergognosa conta che quest'anno ha registrato una rapida
escalation: ad agosto risultavano un'ottantina di casi e le richieste
di aiuto di donne vittime di stalking al numero attivato da Telefono
Rosa sono aumentate nei primi sei mesi del 2013 di circa il 10 per
cento. Con questi numeri ben stampati in mente si celebra, il 25
novembre, la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne...
Una giornata per dire stop al femminicidio: 25 novembre ricco di iniziative in tutto il Paese
La
giornata mondiale voluta dall’Onu contro il femminicidio, oltre ad
essere un’occasione per onorare la memoria delle tante, forse troppe,
donne uccise, umiliate e maltrattate dalla violenza maschile, dovrebbe
anche essere un’opportunità per ciascun maschio del pianeta per un
lungo ed approfondito esame di autocoscienza.
Stavolta
non si discute di degrado, ignoranza, condizioni economiche e sociali
difficili; al contrario, la violenza contro le donne si annida proprio
dove meno te lo aspetteresti. Scandisce le ore e di giorni di
rispettabili famiglie, sostituisce affetto ed amore in ambienti sociali
all’apparenza immuni da questa piaga, riguarda tanto le mogli quanto le
figlie, attraversa trasversalmente le nostre comunità.
Con
un particolare spesso sottovalutato: quello di confondere l’evoluzione
della condizione della donna nella società con la violenza. Se ci
fossero statistiche attendibili ci confermerebbero che il parallelismo
tra emancipazione e riduzione della violenza non è affatto cosi
scontato. Cinquant’anni fa certamente la condizione della donna era
molto diversa, in peggio, rispetto a quella attuale; in famiglia, nella
società, sul lavoro e persino in materia di diritti civili. Era però la
concezione ed il rispetto per la donna ad essere diverso; era una
società, quella italiana, laddove a dispetto degli stereotipi, la vera
essenza della famiglia era matriarcale, con la donna al centro di un
universo domestico ed affettivo che quasi mai, salvo eccezioni deviate,
ammetteva violenza e sopraffazione, soprattutto in famiglia...
Se questi sono uomini
Noi
donne occidentali siamo le prime madri libere dal destino della
maternità: possiamo scegliere di essere donne senza figli. Nella madre
antica, il primo anno di vita e quelli seguenti creavano nel bambino
un'idea di donna che si prolungava nell'età adulta, in cui il destino
della ragazza era quello di sposa e madre e quello dell'uomo di trovare
la donna madre dei suoi figli.
Non
c'era rottura, contraddizione, tranne quella che derivava
dall'infelicità e dal sacrificio insiti nel destino femminile. A noi,
madri nuove, viene richiesto un doppio salto mortale: dobbiamo essere
pronte allo stato fisico e mentale che permette lo sviluppo del
bambino, ma restiamo donne libere, ambivalenti nel desiderio di vivere
pienamente il rapporto esclusivo a due col bambino ma di non esiliarci
dal lavoro lasciato...
Abbiamo
la fortuna di vivere uno dei cambiamenti più importanti della storia,
il mutamento profondo del rapporto tra i due generi, questo mutamento
può cambiare il mondo e in questo nuovo mondo le donne e gli uomini
possono amarsi e comprendersi molto più di prima.
Lettera agli uomini che odiano le donne
Il
dottor Vincenzo Puppo, medico-sessuologo a Firenze,
ricercatore-scrittore del Centro Italiano di Sessuologia, pochi giorni
fa ha pubblicato il suo nuovo ebook: "La prevenzione delle violenze.
Lezione per scuole, università, genitori, ragazze/i, adulti ecc.".
Poiché
questo suo nuovo lavoro offre spunti di riflessione proprio in
occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della
Violenza Contro le Donne, abbiamo cercato di saperne di più facendocelo
spiegare dall’autore.
Spunti di riflessione per il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne
Dal
racconto autobiografico delle vittime allo sciopero delle donne,
passando per mostre fotografiche, eventi teatrali, dibattiti e
riflessioni. E’ fitto di eventi il calendario per il prossimo 25
novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza
contro le donne istituita nel 1999 con una risoluzione dell'assemblea
generale delle Nazioni Unite.
Dall'autobiografia allo ''sciopero delle donne'', le iniziative per il 25 novembre
la mappa dei femminicidi in Italia
Vedi anche il nostro precedente post:
"Contro il femminicidio: una legge dello Stato, un impegno per la società" di Giacomo Costa
--------------------------------------------
Uccise. Da mariti, fidanzati,
spasimanti... Ma anche vittime di rapinatori o di uomini semplicemente
violenti, anche per motivi futili. Avremmo voluto un 2013 senza
femminicidi. Non è così. A ciascuna delle donne uccise dedichiamo un
ricordo che per quanto breve servirà a non dimenticare i loro volti, le
loro storie. In queste schede noi le raccontiamo tutte: le vittime di
qualcosa che gli assassini (e troppo spesso anche loro) si ostinano a
chiamare amore ma anche le altre, tutte le altre uccise. Ogni piccolo
racconto è una vita perduta.
CORRIERE DELLA SERA: La strage delle donne
Nella
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne parlare di come
i media affrontano il tema potrebbe sembrare un argomento secondario,
rispetto al fenomeno in sé. Si tratta invece, probabilmente, del cuore
del problema, visto che la violenza sulle donne è innanzitutto una
questione culturale.
Cinzia Sciuto: Non si uccide per amore
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il dramma di Anna Marchesini, la donna coraggiosa che commuove il web
«Io
vi garantisco che sono così interessata, morbosamente ghiotta di vita
che mi interessa pure la morte, che è il finale. E non è detto. Mi
astengo dal giudicare che sia qualcosa di bello o di brutto, perché è
qualcosa che ci accade e come ogni cosa è osservabile». Anna
Marchesini, volto femminile del celeberrimo Trio
Lopez-Solenghi-Marchesini, ha da poco compiuto sessant’anni e ieri sera (ndr.: 23/11/2013) è
stata ospite da Fabio Fazio nel salotto di Che tempo che fa e, ancora
oggi, il web italiano parla della sua commovente intervista.
L’attrice,
da anni affetta da una grave forma di artrite reumatoide, è apparsa sul
piccolo schermo per la prima volta dopo molto tempo. Visibilmente
dimagrita e sofferente, non ha nascosto la propria malattia e, anzi, ne
parla con apparente leggerezza, intervallando momenti di profonda
introspezione a siparietti comici anche legati a Moscerine, la sua
ultima raccolta di racconti appena pubblicato con Rizzoli editore.
La
malattia, però, non sembra aver intaccato nemmeno superficialmente lo
spirito battagliero di Anna Marchesini, le cui parole hanno commosso
tutti i telespettatori: in molti sono rimasti impressionati dal
coraggio e dalla tenacia dell’attrice che non smette di trasmettere
comicità nemmeno quando parla della morte: «Ma come parlo bene quando
vengo qui» – ha osservato, guardando direttamente il pubblico in studio. (fonte: Giornalettismo)
Guarda il video a "Che tempo che fa" 23/11/2013
video
--------------------------------------------
LA VITA CRISTIANA COME CAMMINO
HOREB n. 65 - 2/2013
TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
È sempre
bello partecipare della gioia di un bambino che, dopo aver gattonato
per settimane, finalmente, tenuto per mano dai genitori, riesce a stare
in piedi e a muovere i primi passi. Gli brillano gli occhi e grida di
gioia, poi, quando scopre che può camminare da solo, da quel momento si
sente libero di esplorare le cose che lo circondano.
Il camminare è davvero un’esperienza connaturale all’uomo, egli è un
essere itinerante, “homo viator”, secondo l'espressione di G. Marcel.
Sempre in cammino non solo in senso geografico spaziale, desideroso,
cioè, di lasciare un determinato luogo per raggiungere e conoscere
nuove realtà, ma in cammino verso il raggiungimento della sua pienezza.
Il bambino è chiamato gradualmente a crescere a misurarsi con i piccoli
e grandi eventi, a prendere decisioni a confrontarsi con gli altri, a
diventare adulto. Nel tessuto del mondo, la vita dell'uomo è una grande
avventura, che conosce percorsi agevoli, lieti ma anche momenti di
perplessità, arresti, crisi, desiderio di tornare indietro, ma proprio
attraverso queste fasi egli cresce negli anni, e anche matura
umanamente e spiritualmente.
Il camminare, esigenza fondamentale dell’uomo, è già evidenziata dalla
Bibbia che, prima di tutto, ci mostra lo stesso Dio in cammino e, poi,
evidenzia che il Vivente coinvolge l’uomo nel suo cammino.
Il profeta Michea, per esempio, annota che camminare umilmente con Dio
è una delle dimensioni inseparabili che configurano l’esperienza umana
e spirituale dell’uomo: «Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e
ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la
pietà, camminare umilmente con il tuo Dio» (Mi 6,8).
Il “camminare con Dio” esprime sia il dinamismo dell’esistenza umana
sia il fondamento dell’esperienza di fede, cioè la conoscenza e
l’esperienza di Dio.
E Dio, in Gesù, si è fatto umano, compagno di viaggio di ogni uomo che
lo accoglie. Lui, la “Via”, ci educa ad uscire dalla caverna egoica che
rende ciechi e immobili, ci strappa da una logica mondana e di potere,
ci apre orizzonti sempre nuovi e scopriamo che il viaggio della vita
non lo facciamo da soli, ma assieme a tante altre persone che non sono
nemici o estranei, ma fratelli. Essi sono la soglia dove ogni uomo
comincia veramente a vivere. ...
Questo l'incipit dell'Editoriale di
Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano
coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf)
E' possibile richiedere
copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it
---------------------------------------
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2013
Dal 16 Ottobre al 4 Dicembre
Sala del Convento
dalle h. 20.00 alle h. 21.00
IL SANGUE DEI MARTIRI
SEME DI NUOVI CRISTIANI
---------------------------------------------------------------
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA
NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Se vuoi vivere...
La gloria di Dio...
Quante volte i silenzi...
Oggi più che mai...
Tu che sei stato...
Cristo è al centro...
Ricordati di me...
Gesù pronuncia solo...
Prendere riempie le mani...
Quello della vedova...
La vita è come un ponte...
Se imparo a vivere...
E' necessaria l'infelicità...
Anche se travagliata...
Vedrete come fra poco...
Siamo chiamati a trasformare...
---------------------------------------------------------------
SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA (video)
---------------------------------------------------------------
LE PIETRE D'INCIAMPO DEL VANGELO
"Questa è la vita eterna: che conoscano te, unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo". (Giovanni 17,3)
Gianfranco Ravasi: La vita eterna è conoscere, cioè amare Dio
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
RUBRICA Un cuore che ascolta - lev shomea' "Concedi
al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo
popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 23, 35-43
"Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui per tornare al momento propizio" (Lc 4,13).
Le
tentazioni che che hanno segnato nel Vangelo di Luca l'inizio della
vita pubblica, tornano adesso per Gesù - quasi come una grande
inclusione - alla fine della sua esperienza tra gli uomini nel momento
di massima sofferenza, di lontananza dal Padre, di abbandono totale da
parte di tutti, compresi i suoi.
E' la croce, trono dal quale il Nazareno regna da più di 2 mila anni, il momento propizio, il"kairòs" nel quale egli mostrerà al mondo la sua fedeltà al progetto d'amore del Padre"amando fino alla fine": la sua.
Egli
ci è venuto incontro per donarci gratuitamente il suo stesso Spirito,
il vino dell'amore e della gioia che sgorga dal cuore amante del
Padre mentre noi, ciechi e incapaci di comprendere, non sappiamo
ricambiare se non con l'aceto dell'odio e della morte: è la sfida
perenne dell'uomo alla messianicità che Gesù è venuto ad
annunciarci con la sua testimonianza di vita fino all'ultimo suo
respiro.
...
---------------------------------------
Omelia di don Antonio Savone
34ª Domenica del Tempo Ordinario Anno C
Gesù Cristo Re dell'Universo
Salvami...
2Sam 5,1-3 Sal 121 Col 1,12-20 Lc 23,35-43
Ormai
è evidente. Quella fine sulla croce è lì a dire che quell’uomo di
Nazaret era soltanto un’impostore. Come può salvare altri chi non è in
grado neppure di salvare la sua vita? È lì perché vittima della sua
totale impotenza, abbandonato da tutti, persino da Dio. Che Messia è
uno che muore impotente su una croce? Come dar torto al malfattore che
gli propone un’ultima occasione: manifesti le sue prerogative salvando
se stesso e loro due. Salvezza, infatti, nel nostro immaginario comune
non è forse preservare la vita fisica?
È
proprio qui, su questo terreno, che veniamo messi a confronto con
quanto il Signore Gesù è andato dispiegando a noi di domenica in
domenica a mano a mano che ci facevamo suoi compagni di viaggio. Lo
aveva ripetuto più volte lungo il cammino: la vita è salva non quando
finalmente la si riesce a preservare ma quando la si spende per gli
altri. Gli viene gridato dai presenti: Salva te stesso! Gesù salverà se stesso non tenendosi a parte ma perdendosi per gli altri.
La
forza di questo re che regna dalla croce sta nell’amore che non cerca
il proprio interesse e per questo non si impone ma fa dono di sé. Un re
che non cerca sudditi ma amici, uomini e donne che gli siano simili
nell’impegno di comunicare la vita.
Fatica
a comprendere questo quello spaccato di umanità che si aggira attorno
alla croce e che vorrebbe un Dio da circo equestre, sempre pronto a
stupire il pubblico con effetti speciali. L’idea di re è da sempre
unita all’esercizio di un potere. Ma Gesù non cederà mai alla logica
dell’evidenza che impedisce la libertà di credere e perciò impedisce
una fede gratuita. A nulla è servito, infatti, quando Dio è intervenuto
con mano potente: non per questo, infatti, Israele si era convertito.
Quanti vitelli d’oro sono stati ancora costruiti dopo il passaggio del
Mar Rosso, dopo l’esperienza della manna, dopo i segni grandiosi che la
mano di Jahvè aveva dispiegato. Gesù chiede di essere riconosciuto come
Signore attraverso un’adesione libera, nell’amore, senza costrizione
alcuna o per imposizione.
Di
fronte allo spettacolo che si svolge sul Calvario – strana meta per un
plausibile cammino di sequela – forse ci riconosciamo nel popolo che
sta a vedere, un popolo che non parla e non decide: soltanto guarda
Gesù come un oggetto curioso. Quante volte stiamo nella vita secondo un
atteggiamento opportunista, quello di chi è pronto a montare sul carro
del vincitore di turno.
...
Salvami...
---------------------------------------
"Etty Hillesum (1914-1943)
martire del nazismo.
Diventare più umani" II parte
di Aurelio Antista - 06.11.2013 (VIDEO-incontro integrale)
I Mercoledì della Spiritualità 2013
Incontro del 6 novembre 2013
Etty e noi Etty
è una figura attualissima per il nostro tempo. La sua testimonianza è
letta e studiata da psicologi e teologi, da pedagogisti e da
antropologi. Vorrei sottolineare alcuni punti-forza della sua
personalità e del suo cammino di crescita. Etty
è una creatura debole e fragile – come tanti giovani (e meno giovani)
di oggi. La sua psiche è in disordine e ricolma di macerie, “un gomitolo aggrovigliato”. Eppure è animata da una grande determinazione nel voler risalire la china: “Devo lavorare molto per diventare una persona adulta”.
Condotta per mano da un educatore (Julius Spier) impara ad ascoltare e
a coltivare la sua interiorità, impara ad unificare e armonizzare i
moti e le esigenze del corpo e dello spirito. La prima scoperta di Etty
è l’amore per gli altri: “Le cose veramente primordiali in me sono i
sentimenti umani, una sorta di amore e di compassione elementari che
provo per le persone, per tutte le persone” Questa diventa l’opzione fondamentale della sua vita. Lei rende la sua anima un “campo di battaglia” dove ogni giorno affronta la lotta per estirpare ogni erbaccia: l’odio, la rivalsa, il risentimento. “Ognuno di noi deve raccogliersi e distruggere in se stesso ciò per cui ritiene di dover distruggere gli altri”.
Questa consapevolezza e decisione genera in lei “una grande forza
interiore” che le consente di affrontare con maturità ed equilibrio
quel grande fiume di dolore che è l’Olocausto e a vivere con serenità e forza d’animo nel campo di Westerbork. Etty
incontra Dio che le si rivela presente nel suo intimo più profondo come
sorgente da cui zampilla vita, gioia, pace. La preghiera diventa un colloquio ininterrotto con Lui e la apre sempre di più all’amore e al servizio verso i fratelli: “Mi hai resa così ricca, mio Dio, lasciami dispensare agli altri a piene mani”. Dall’insieme di queste riflessioni ed esperienze Etty conclude: “La vita è bella, degna di essere vissuta e ricca di significato”.
Questa certezza le dà la forza per reggere l’onda d’urto di ogni
privazione e sofferenza e, al tempo stesso, le consente di essere luce
e sostegno per gli altri che hanno perso ogni speranza. Confrontarsi
con la personalità e le conquiste di Etty può risultare per ognuno di
noi motivo di consolazione e di sfida per diventare migliori e gustare
sempre di più il sapore della vita.
video integrale
Guarda anche:
la prima parte: "Etty Hillesum.Diventare più umani" di Aurelio Antista -30.10.2013 (VIDEO-incontro integrale)
---------------------------------------
«Il
Concilio è un "già e non ancora". Ad esempio, la Parola di Dio si legge
di più, ma non è ancora fondamentale nella vita di tanti cristiani. La
liturgia è più partecipata ma tutt'altro che compiuta. La collegialità
è cresciuta ma non abbastanza, e i fedeli laici contano ancora
pochissimo. .." «Qualsiasi proposta contribuisse a dare più spazio e
rilievo alla collaborazione dei laici, a ogni livello, compresi i
giovani. Non basta dir loro che cosa devono fare, occorre saper
cogliere le spinte di rinnovamento che sorgono dal popolo di Dio. Noi
pastori abbiamo l'ultima parola; ma sarà l'ultima se ce ne saranno
state altre prima»...
"Il Concilio, un già e non ancora"
---------------------------------------
ENZO BIANCHI
La Bibbia è violenta?
No, siamo noi buonisti
Nelle
sante Scritture ci sono parole dure, espressioni che ai nostri orecchi
suonano sgradevoli, testimonianze su sentimenti dei credenti ma anche
di Dio che ci urtano e qualche volta forse ci scandalizzano. Le
Scritture non allettano, raramente seducono, anzi spesso contestano le
nostre certezze religiose fino a contraddirle. È vero, numerosi sono i
passi delle Scritture in cui Dio appare nella collera, irato, sdegnato
fino a punire con la rovina, la morte e l'annientamento chi contraddice
la sua volontà e la sua legge, e non pochi sono i passi in cui Dio
stesso, il nostro Dio, ordina l'uccisione, lo sterminio di uomini…
La Bibbia è violenta? No, siamo noi buonisti
Quando la violenza
viene in nome di Dio
Esiste
un rapporto cruciale tra la violenza e l'altro. Solo un radicale
rinnovamento nella comprensione della “verità” può aiutare a vedere
nell'altro – nel diverso da me per cultura, religione, etnia, cultura,
etica – non qualcuno da demonizzare, escludere o convertire, ma
qualcuno con cui entrare in relazione per conoscerlo, per dialogare e
apprendere da lui, per discernere quei semi del Logos che
un'antichissima dottrina cristiana dice diffusi in ogni essere umano e
in ogni cultura e tradizione religiosa. Il Dio rivelato da Gesù Cristo
non è forse il Dio che ha creato ogni essere umano a sua immagine e
somiglianza? L'altro, allora, è occasione di comunione, non di
esclusione. Il vangelo ci critica e ci giudica quando – come è avvenuto
a più riprese anche nella storia cristiana – ci costruiamo noi stessi
il nemico mutando l'alterità in occasione di inimicizia...
Quando la violenza viene in nome di Dio
---------------------------------------
SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA
NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Oggi compie 90 anni Monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, storico presidente di Pax Christi
AUGURI
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Oggi Luigi Bettazzi compie 90 anni
Lo
spazio di Mosaico dei giorni è troppo piccolo per poter elencare le
ragioni che ci portano a dire grazie al vescovo Luigi Bettazzi.
Correndo dalle Alpi a Lampedusa per parlare di pace e di Concilio,
anche in questi giorni continua a ripetere che quell'evento
straordinario per la Chiesa e per il mondo si muove tra il “già e il
non ancora”. Una provocazione, un rinnovamento, una sfida... che
attendono la propria pienezza e compimento. E ci sembra di rivedere in
filigrana gli stessi primi novant'anni di questo vescovo che ha vissuto
tanti “già” ma che attende e prepara tantissimi “non ancora”. Per un
mondo più giusto, per una Chiesa povera, per una pace nonviolenta, per
un laicato adulto, accolto e valorizzato, per un annuncio gioioso del
Vangelo. Per un dialogo e un incontro senza frontiere, per
un’accoglienza senza carte d'identità, per una profezia della vita.
Uomo, cristiano e vescovo senza frontiere. Come Vangelo comanda. Tonio Dell'Olio (fonte. Mosaico dei giorni)
*****
Bettazzi
partecipò, in qualità di vescovo ausiliare di Bologna, alle sezioni del
Concilio Vaticano II, al seguito dell’arcivescovo Giacomo Lercaro,
l’esponente di maggior rilievo della corrente dei progressisti. Se oggi
la Chiesa cattolica ha riabilitato il pensiero liberale e l’opera di
Antonio Rosmini, larga parte del merito va attribuito proprio a
monsignor Bettazzi...
In
tutti questi anni il vescovo liberal progressista, non si è stancato di
denunciare quello che definisce “il tradimento del Concilio Vaticano
II”, un tradimento che sarebbe stato consumato nel momento in cui,
alcuni principi cardine, sono stati totalmente disattesi.
Bettazzi
evidenzia la carenza di collegialità all’interno della Chiesa dove le
decisioni continuano ad essere adottate al vertice; il mancato
coinvolgimento dei laici; il settarismo delle comunità ecclesiali che,
anziché allargare il perimetro della Chiesa, hanno finito con il
restringerlo, diventando delle congreghe chiuse, riservate a pochi
eletti adeguatamente selezionati...
I novant’anni di Mons. Bettazzi e quel tradimento del Concilio Vaticano II…
Guarda anche il nostro precedente post:
"Il Concilio, un già e non ancora" intervista a Monsignor Luigi Bettazzi
---------------------------------------
Don Luigi Bettazzi, presidente
nazionale e internazionale di Pax Christi, uomo del Concilio, patriarca
della pace, come Abramo sempre in cammino verso i Sud della terra.
Maestro e discepolo di Tonino Bello che lo definiva “profeta scomodo e
buono”. Testimone credibile, mite e audace, guida del nostro osare la
pace per fede e amore.
Memoria e profezia del nostro operante pensiero.
PAX CHRISTI: Auguri vescovo Luigi e grazie!
---------------------------------------------------------------
CHIESA E SOCIETA'
Interventi ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
SINODO. IL DIBATTITO E’ APERTO
di Fulvio De Giorgi
L’ampio
contributo di mons. Müller (Prefetto della Congregazione per la
dottrina della fede), apparso sull’Osservatore Romano il 23 ottobre
scorso, circa le questioni che saranno al centro del prossimo Sinodo
straordinario, è stato oggetto di svariati commenti sulla stampa
quotidiana italiana. Qualcuno ha perfino presentato tale intervento
come una correzione del magistero del papa. Lasciando ad ognuno la
responsabilità delle proprie interpretazioni, vorrei proporre una
diversa lettura che parte dal presupposto che le Congregazioni di Curia
(compresa quella per la dottrina della fede) siano ciò che “negli
eserciti si chiama l’intendenza”, a servizio cioè della Santa Sede.
Un compito specifico del Sinodo
Meritoriamente,
dunque, mons. Müller ha redatto lo status quaestionis: ha riassunto con
precisione il magistero, soprattutto il magistero recente. È stato più
rapido (com’era inevitabile per un articolo di giornale) sulla parte
storico-teologica, destinata sicuramente in seguito a maggiori
approfondimenti. Non ha toccato, poi, per nulla una lettura dei segni
dei tempi, un discernimento della realtà attuale dei processi storici
in corso e dei problemi più dolorosi per i fedeli, un’analisi sulla
condizione storica di oggi: questo sarà infatti, certamente, uno dei
compiti specifici del Sinodo. I livelli di lettura delle questioni sono
infatti diversi. E la consultazione corale dell’episcopato, ma anche
delle famiglie e dei fedeli, è previamente necessaria, così da avere
molti elementi per un approfondimento pastorale di tali processi
storici.
Dio sta nei processi della storia
Il
papa ha affermato: “Dio si manifesta in una rivelazione storica, nel
tempo. Il tempo inizia i processi, lo spazio li cristallizza. Dio si
trova nel tempo, nei processi in corso. Non bisogna privilegiare gli
spazi di potere rispetto ai tempi, anche lunghi, dei processi. Noi
dobbiamo avviare processi, più che occupare spazi. Dio si manifesta nel
tempo ed è presente nei processi della storia. Questo fa privilegiare
le azioni che generano dinamiche nuove […] Se il cristiano è
restaurazionista, legalista, se vuole tutto chiaro e sicuro, allora non
trova niente. La tradizione e la memoria del passato devono aiutarci ad
avere il coraggio di aprire nuovi spazi a Dio. Chi oggi cerca sempre
soluzioni disciplinari, chi tende in maniera esagerata alla ‘sicurezza’
dottrinale, chi cerca ostinatamente di recuperare il passato perduto,
ha una visione statica e involutiva. E in questo modo la fede diventa
una ideologia tra le tante. Io ho una certezza dogmatica: Dio è nella
vita di ogni persona, Dio è nella vita di ciascuno. Anche se la vita di
una persona è stata un disastro, se è distrutta dai vizi, dalla droga o
da qualunque altra cosa, Dio è nella sua vita. Lo si può e lo si deve
cercare in ogni vita umana. Anche se la vita di una persona è un
terreno pieno di spine ed erbacce, c’è sempre uno spazio in cui il seme
buono può crescere. Bisogna fidarsi di Dio”...
SINODO. IL DIBATTITO E’ APERTO di Fulvio De Giorgi
Vedi anche il nostro precedente post:
«Le
sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione»
sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione 5-19 ottobre 2014 - Il
problema dei divorziati risposati
---------------------------------------
Non
poteva scegliere immagini più eloquenti, la sfera e il poliedro, Papa
Francesco per interpretare il tema “- disuguaglianze + differenze”,
attorno al quale si è mosso il 3° Festival della dottrina sociale che
si è concluso il 24 novembre a Verona.
“La sfera - dice il Papa - può rappresentare l’omologazione, come una
specie di globalizzazione: è liscia, senza sfaccettature, uguale a se
stessa in tutte le parti. Il poliedro ha una forma simile alla sfera,
ma è composta da molte facce. Mi piace immaginare l’umanità come un
poliedro, nel quale le forme molteplici, esprimendosi, costituiscono
gli elementi che compongono, nella pluralità, l’unica famiglia umana. E
questa sì è una vera globalizzazione. L’altra globalizzazione - quella
della sfera - è una omologazione”.
A fare la differenza tra la sfera e il poliedro è la persona, con la
sua dignità, i suoi diritti e i suoi doveri, le sue differenze, il suo
insopprimibile desiderio di giustizia, la sua lotta contro le
disuguaglianze.
Paolo Bustaffa: La sfera e il poliedro
---------------------------------------------------------------
Angelus/Regina Cæli - Angelus, 24 novembre 2013
Udienza - 27 novembre 2013
Omelia - 23 novembre 2013: Rito dell'Ammissione al Catecumenato e incontro con i catecumeni a conclusione dell'Anno della Fede
Omelia - 24 novembre 2013: Santa Messa a conclusione dell'Anno della Fede nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'Universo
Discorso - Ai Delegati dei Comitati Olimpici Europei (23 novembre 2013)
Discorso - Ai
partecipanti alla XXVIII Conferenza Internazionale promossa dal
Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della
Salute) (23 novembre 2013)
Discorso - Ai volontari che hanno prestato servizio nell'organizzazione dell'Anno della Fede (25 novembre 2013)
Discorso - Ai
Pellegrini greco-cattolici ucraini, in occasione del 50° anniversario
della deposizione dei resti di San Giosafat nella Basilica Vaticana (25
novembre 2013)
Discorso - Ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (28 novembre 2013)
Evangelii Gaudium : Esortazione Apostolica sull'annuncio del Vangelo nel mondo attuale (24 novembre 2013)
---------------------------------------------------------------
23/11/2013:
I Sacramenti sono la presenza di Gesù Cristo in noi. Per questo è importante confessarsi e fare la Comunione
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA
NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
25/11/2013:
26/11/2013:
28/11/2013:
29/11/2013:
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Piazza San Pietro
Domenica, 24 novembre 2013
NELLA SOLENNITÀ DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, RE DELL'UNIVERSO
La
solennità odierna di Cristo Re dell’universo, coronamento dell’anno
liturgico, segna anche la conclusione dell’Anno della Fede, indetto dal
Papa Benedetto XVI, al quale va ora il nostro pensiero pieno di affetto
e di riconoscenza per questo dono che ci ha dato. Con tale
provvidenziale iniziativa, egli ci ha offerto l’opportunità di
riscoprire la bellezza di quel cammino di fede che ha avuto inizio nel
giorno del nostro Battesimo, che ci ha resi figli di Dio e fratelli
nella Chiesa. Un cammino che ha come meta finale l’incontro pieno con
Dio, e durante il quale lo Spirito Santo ci purifica, ci eleva, ci
santifica, per farci entrare nella felicità a cui anela il nostro cuore.
Desidero
anche rivolgere un cordiale e fraterno saluto ai Patriarchi e agli
Arcivescovi Maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche, qui presenti.
Lo scambio della pace, che compirò con loro, vuole significare
anzitutto la riconoscenza del Vescovo di Roma per queste Comunità, che
hanno confessato il nome di Cristo con una esemplare fedeltà, spesso
pagata a caro prezzo.
Allo
stesso modo, per loro tramite, con questo gesto intendo raggiungere
tutti i cristiani che vivono nella Terra Santa, in Siria e in tutto
l’Oriente, al fine di ottenere per tutti il dono della pace e della
concordia.
Le Letture bibliche che sono state proclamate hanno come filo conduttore la centralità di Cristo...
La
promessa di Gesù al buon ladrone ci dà una grande speranza: ci dice che
la grazia di Dio è sempre più abbondante della preghiera che l’ha
domandata. Il Signore dona sempre di più, è tanto generoso, dona sempre
di più di quanto gli si domanda: gli chiedi di ricordarsi di te, e ti
porta nel suo Regno! Gesù è proprio il centro dei nostri desideri di
gioia e di salvezza. Andiamo tutti insieme su questa strada!
testo integrale dell'omelia del Santo Padre
video
testo integrale dell'Angelus
video
Riproponiamo
anche il video integrale della Santa Messa celebrata dal Santo Padre
Francesco a conclusione dell'Anno della Fede in piazza San Pietro alla
presenza del reliquiario che custodisce alcune ossa attribuite
all’Apostolo Pietro, per la prima volta esposto in pubblico.
video integrale
--------------------------------------------
Piazza San Pietro
Mercoledì, 27 novembre 2013
Cari fratelli e sorelle,
buongiorno e complimenti perché siete coraggiosi con questo freddo in piazza. Tanti complimenti.
Desidero
portare a termine le catechesi sul “Credo”, svolte durante l’Anno della
Fede, che si è concluso domenica scorsa. In questa catechesi e nella
prossima vorrei considerare il tema della risurrezione della carne,
cogliendone due aspetti così come li presenta il Catechismo della
Chiesa Cattolica, cioè il nostro morire e il nostro risorgere in Gesù
Cristo. Oggi mi soffermo sul primo aspetto, «morire in Cristo»...
testo integrale
video della catechesi
Nel
gelo di una Piazza piombata in un precoce inverno, la verità cristiana
senza eguali, riaffermata da Papa Francesco e ripetuta in coro dalla
folla, ha il potere di scaldare i cuori prima ancora che le membra
intirizzite. Chi apre la porta ai fratelli che hanno
bisogno vedrà a sua volta aperta la porta del cielo alla fine della
vita: il Papa suggella con questo pensiero una catechesi che con
chiarezza esplora il tabù per eccellenza. “Fra noi, comunemente c’è un
modo sbagliato di guardare alla morte”, osserva, affrontando subito,
con delicatezza, un punto che rende la morte “scandalosa” (fonte: Radio Vaticana)
Guarda
anche il video integrale dell’Udienza, con il giro di piazza di Papa
Francesco tra gli oltre settantamila fedeli che hanno sfidato il freddo
pungente di queste giornate finali dell’autunno romano.
video integrale
E'
durata un paio d'ore soltanto la novità di una bella sciarpa di lana
bianca al collo di Papa Francesco, che doveva proteggerlo dal freddo
pungente di piazza San Pietro.
Al
termine dell'Udienza Generale, infatti, questo indumento che per la
prima volta abbiamo visto indossare dal nuovo Pontefice e' finito al
collo di un anziano su una carrozzella. Francesco infatti ha accettato
di scambiare la sua nuova sciarpa bianca con quella grigia, piu'
stretta ma piu' lunga, dell'accompagnatore dell'invalido. E il giovane
ha tenuto al collo per qualche secondo soltanto la sciarpa bianca, per
poi passarla all'anziano che accompagnava, che ha ricevuto poi anche un
bacio e un abbraccio dallo stesso Francesco.
Allontatosi
da quel gruppetto per avvicinarsi ad altri malati che erano in attesa,
Francesco ha tolto la sciarpa grigia ed e' rimasto senza per la
mezz'ora successiva, tutta impegnata nell'incontro con i sofferenti
sulle sedie a rotelle e i loro accompagnatori. Poi, mentre il Papa
tornava sul sagrato per l'incontro con altri fedeli delle prime file e
con le coppie di sposi, l'assistente di camera Sandrone Mariotti e'
riuscito a fargli mettere nuovamente una sciarpa bianca. (fonte: AGI)
Prima
dell’udienza generale, il Papa ha incontrato in Aula Paolo VI circa 50
bambine affette dalla sindrome di Rett, con i familiari. La sindrome di
Rett è una patologia progressiva dello sviluppo neurologico che
colpisce quasi esclusivamente le bambine. E' stato un incontro semplice
e commovente, con Papa Francesco che ha salutato e accarezzato con
affetto le bimbe, una per una. L'appuntamento si è concluso con la
recita di un'Ave Maria e la benedizione finale. (fonte: Radio Vaticana)
--------------------------------------------
S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
25 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
chiediamo al Signore la grazia del coraggio
Affidarsi
al Signore, anche nelle situazioni limite. E’ l’esortazione di Papa
Francesco, nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha
sottolineato che i cristiani sono chiamati a scelte definitive, come ci
insegnano i martiri di ogni tempo. Anche oggi, ha osservato, ci sono
fratelli perseguitati che sono da esempio per noi e ci incoraggiano ad
affidarci totalmente al Signore.
Scegliere
il Signore, “in una situazione al limite”. Papa Francesco ha svolto la
sua omelia soffermandosi sulle figure che ci presentano la Prima
Lettura, tratta dal Libro di Daniele, e il Vangelo: i giovani ebrei
schiavi alla corte di Nabucodonosor e la vedova che va al Tempio ad
adorare il Signore. In entrambe i casi, ha osservato il Papa, sono al
limite: la vedova in condizione di miseria, i giovani in quella di
schiavitù. La vedova getta tutto quello che aveva sul tesoro del
Tempio, i giovani restano fedeli al Signore a rischio della vita:
"Tutti
e due – la vedova e i giovani – hanno rischiato. Nel loro rischio hanno
scelto per il Signore, con un cuore grande, senza interesse personale,
senza meschinità. Non avevano un atteggiamento meschino. Il Signore, il
Signore è tutto. Il Signore è Dio e si affidarono al Signore. E questo
non l’hanno fatto per una forza – mi permetto la parola – fanatica, no:
'Questo dobbiamo farlo Signore', no! C’è un’altra cosa: si sono
affidati, perché sapevano che il Signore è fedele. Si sono affidati a
quella fedeltà che sempre c’è, perché il Signore non può mutarsi, non
può: sempre è fedele, non può non essere fedele, non può rinnegare se
stesso”.
Questa
fiducia nel Signore, ha soggiunto, li ha portati “a fare questa scelta,
per il Signore”, perché sanno che Lui “è fedele”. Una scelta che vale
nelle piccole cose come nelle scelte grandi e difficili:
“Anche nella Chiesa, nella storia della Chiesa si trovano uomini, donne, anziani, giovani, che fanno questa scelta...
“Ci
farà bene pensare a questi fratelli e sorelle che, in tutta la nostra
storia, anche oggi, fanno scelte definitive. Ma anche pensiamo a tante
mamme, a tanti padri di famiglia che ogni giorno fanno scelte definitive per
andare avanti con la loro famiglia, con i loro figli. E questo è un
tesoro nella Chiesa. Loro ci danno testimonianza, e davanti a tanti che
ci danno testimonianza chiediamo al Signore la grazia del coraggio, del
coraggio di andare avanti nella nostra vita cristiana, nelle situazioni
abituali, comuni, di ogni giorno e anche nelle situazioni limite”
Il Papa: i cristiani facciano scelte definitive, come testimoniano i martiri di ogni tempo
video
--------------------------------------------
S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
26 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
speranza, virtù che viene da Dio
L’uomo
può credersi sovrano del momento, ma solo Cristo è padrone del tempo.
Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa di stamattina,
celebrata in Casa Santa Marta. Il Papa ha indicato nella preghiera la
virtù per discernere ogni singolo momento della vita e nella speranza
in Gesù quella per guardare alla fine del tempo.
Due
consigli, per capire lo scorrere del presente e prepararsi alla fine
dei tempi: preghiera e speranza. La preghiera, assieme al
discernimento, aiuta a decifrare i singoli momenti della vita e a
orientarli a Dio. La speranza è il faro a lunga gittata che illumina
l’ultimo approdo, quello di una singola vita e insieme – in senso
escatologico – quello della fine dei tempi. Papa Francesco riflette sul
Vangelo del giorno, nel quale Gesù spiega ai fedeli nel Tempio cosa
dovrà accadere prima della fine dell’umanità, rassicurando sul fatto
che nemmeno il peggiore dei drammi dovrà gettare nella disperazione chi
crede in Dio. Osserva il Papa: “In questa strada verso la fine del
nostro cammino, di ognuno di noi e anche di tutta l’umanità, il Signore
ci consiglia due cose, due cose che sono differenti, sono diverse
secondo come viviamo, perché è differente vivere nel momento e
differente è vivere nel tempo”:
“E
il cristiano è un uomo o una donna che sa vivere nel momento e sa
vivere nel tempo. Il momento è quello che noi abbiamo in mano adesso:
ma questo non è il tempo, questo passa! Forse noi possiamo sentirci
padroni del momento, ma l’inganno è crederci padroni del tempo: il
tempo non è nostro, il tempo è di Dio! Il momento è nelle nostre mani e
anche nella nostra libertà di come prenderlo. E di più: noi possiamo
diventare sovrani del momento, ma del tempo soltanto c’è un sovrano, un
solo Signore, Gesù Cristo”...
“Ci
dia il Signore la grazia di camminare con la saggezza, che anche è un
dono di Lui: la saggezza che nel momento ci porti a pregare e
discernere. E nel tempo, che è il messaggero di Dio, ci faccia vivere con speranza”.
Il Papa: il momento è dell'uomo, il tempo è di Dio ed è Lui che lo illumina con la speranza
video
--------------------------------------------
S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
28 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
la religione non è un fatto pivato
Ci
sono “poteri mondani” che vorrebbero che la religione fosse “una cosa
privata”. Ma Dio, che ha vinto il mondo, si adora fino alla fine “con
fiducia e fedeltà”. È il pensiero che Papa Francesco ha offerto durante
l’omelia della Messa celebrata questa mattina in Casa S. Marta. I
cristiani che oggi sono perseguitati – ha detto – sono il segno della
prova che prelude alla vittoria finale di Gesù.
Nella
lotta finale tra Dio e il Male, che la liturgia di fine anno propone in
questi giorni, c’è una grande insidia, che Papa Francesco chiama “la
tentazione universale”. La tentazione di cedere alle lusinghe di chi
vorrebbe averla vinta su Dio, avendo la meglio su chi crede in Lui. Ma
proprio chi crede ha un riferimento limpido cui guardare. È la storia
di Gesù, con le prove patite nel deserto e poi le “tante” sopportate
nella sua vita pubblica, condite da “insulti” e “calunnie”, fino
all’affronto estremo, la Croce, dove però il principe del mondo perde
la sua battaglia davanti alla Risurrezione del Principe della pace.
Papa Francesco indica questi passaggi della vita di Cristo perché –
sostiene – nello sconvolgimento finale del mondo, descritto nel
Vangelo, la posta in gioco è più alta del dramma rappresentato dalle
calamità naturali...
Eppure,
conclude Papa Francesco, nel momento in cui i “tempi dei pagani sono
stati compiuti” è quello il momento di alzare il capo, perché è
“vicina” la “vittoria di Gesù Cristo”: “Non
abbiamo paura, soltanto Lui ci chiede fedeltà e pazienza. Fedeltà come
Daniele, che è stato fedele al suo Dio e ha adorato Dio fino alla fine.
E pazienza, perché i capelli della nostra testa non cadranno. Così ha
promesso il Signore. Questa settimana ci farà bene pensare a questa
apostasia generale, che si chiama divieto di adorazione e domandarci:
‘Io adoro il Signore? Io adoro Gesù Cristo, il Signore? O un po’ metà e
metà, faccio il gioco del principe di questo mondo?’. Adorare fino alla fine, con fiducia e fedeltà: questa è la grazia che dobbiamo chiedere questa settimana”.
Il Papa: la fede non è un fatto privato, adorare Dio fino alla fine, nonostante apostasia e persecuzioni
video
--------------------------------------------
S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
29 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
Papa Francesco: con intelligenza, capire i segni dei tempi
Il
cristiano pensa secondo Dio e per questo rifiuta il pensiero debole ed
uniforme. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa di
stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha affermato che, per capire i
segni dei tempi, un cristiano non può pensare solo con la testa, ma
anche con il cuore e con lo spirito che ha dentro.
Il
Signore insegna ai suoi discepoli a comprendere i “segni dei tempi”,
segni che i farisei non riescono a cogliere. Papa Francesco ha preso
spunto dal Vangelo odierno per soffermarsi sul “pensare in cristiano”.
Chi segue Gesù, ha osservato, non pensa solo con la testa, ma anche con
il cuore e “lo spirito che ha dentro”. Altrimenti non si può
comprendere “il passo di Dio nella storia”:
“Nel
Vangelo, Gesù non si arrabbia, ma fa finta quando i discepoli non
capivano le cose. A quelli di Emmaus dice: ‘Stolti e tardi di cuore’.
‘Stolti e tardi di cuore’… Quello che non capisce le cose di Dio è una
persona così. Il Signore vuole che noi capiamo cosa succede: cosa
succede nel mio cuore, cosa succede nella mia vita, cosa succede nel
mondo, nella storia… Cosa significa questo che accade adesso? Questi
sono i segni dei tempi! Invece, lo spirito del mondo ci fa altre
proposte, perché lo spirito del mondo non ci vuole popolo: ci vuole
massa, senza pensiero, senza libertà”...
“E
Gesù – ha soggiunto – ci chiede di pensare liberamente, pensare per
capire cosa succede”. La verità, ha detto ancora il Papa, è che “da
soli non possiamo! Abbiamo bisogno dell’aiuto del Signore”. Ne abbiamo
bisogno “per capire i segni dei tempi” e, ha evidenziato, “lo Spirito
Santo ci dà questo regalo, un dono: l’intelligenza per capire e non
perché altri mi dicano cosa succede”:
“Qual
è la strada che il Signore vuole? Sempre con lo spirito di intelligenza
per capire i segni dei tempi. E’ bello chiedere al Signore Gesù questa
grazia, che ci invii il suo spirito di intelligenza, perché noi non
abbiamo un pensiero debole, non abbiamo un pensiero uniforme e non
abbiamo un pensiero secondo i propri gusti: soltanto abbiamo un pensiero secondo Dio. Con questo pensiero, che è un pensiero di mente, di cuore e di anima. Con questo pensiero, che è dono dello Spirito, cercare cosa significano le cose e capire bene i segni dei tempi”...
Il Papa: il cristiano non cede al “pensiero debole”, ma pensa secondo Dio
Guarda il video
--------------------------------------------
Più che un’udienza quella di
Papa Francesco stamane con l’Unione dei Superiori Generali, in Aula del
Sinodo, è stata una chiacchierata tra amici. Tanto più che questo
incontro con i 120 Superiori, riuniti a Roma dal 27 novembre per l’82°
Assemblea generale, non era neppure previsto dall’agenda pontificia.
Si è trattato pertanto di un “fuori programma” di Bergoglio, che un
comunicato dell’Unione ha descritto come “un lungo incontro di tre ore,
in cui il Pontefice non ha pronunciato un discorso preparato, ma ha
risposto a braccio alle domande che gli venivano poste”. E quando
improvvisa, si sa, Francesco dà il meglio di sé. Oggi, dopo lo scambio
di opinioni, domande e analisi, prima di lasciare l’aula del Sinodo, ha
infatti sorpreso tutti annunciando che il 2015 sarà un anno dedicato
alla vita consacrata.
Salvatore Cemuzio: Il 2015 sarà un anno dedicato alla vita consacrata
---------------------------------------------------------------
Sei
interessato a
ricevere la nostra newsletter
ma non
sei iscritto ?
Iscriversi
è facile e gratuito.
ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER
riceverai la newsletter di
"TEMPO PERSO", ogni settimana, direttamente nella
casella di posta elettronica.
|
AVVISI:
1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3)
Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
|
|