"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°48 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 23 al 29 novembre 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 6 dicembre 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

    di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
  di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio è temporaneamente sospesa



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 






TIFONE HAIYAN
emergenza umanitaria


“In questi giorni stiamo pregando e unendo le forze per aiutare i nostri fratelli e sorelle delle Filippine, colpiti dal tifone. Queste sono le vere battaglie da combattere. Per la vita! Mai per la morte!”
Al termine dell’Udienza generale di mercoledì 13 novembre, Papa Francesco è così tornato a ricordare il disastro che ha colpito le Filippine, dopo che già domenica scorsa aveva invitato a “pregare e far giungere anche il nostro aiuto concreto”.
Raccogliendo l’accorato invito del Santo Padre, domenica 1 dicembre 2013 in tutte le chiese d’Italia si terrà una colletta nazionale, indetta dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana a sostegno delle popolazioni provate dal disastro.

  Colletta nazionale per le Filippine

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«Evangelii Gaudium»

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  La gioia del Vangelo riempie il cuore...
  Preferisco una Chiesa accidentata...
  Trasformazione missionaria della Chiesa...

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«Evangelii Gaudium» - Con la gioia del Vangelo una chiesa povera che si fa evangelizzare dai poveri


ESORTAZIONE APOSTOLICA
EVANGELII GAUDIUM
DEL SANTO PADRE 
FRANCESCO
AI VESCOVI 
AI PRESBITERI E AI DIACONI
ALLE PERSONE CONSACRATE 
E AI FEDELI LAICI 
SULL' ANNUNCIO DEL VANGELO
NEL MONDO ATTUALE

  il testo integrale EVANGELII GAUDIUM

Un documento “programmatico e esortativo” in cui Papa Francesco indica alla Chiesa di farsi compagna di strada di quanti sono alla ricerca di Dio. Questa in estrema sintesi la definizione emersa in Sala Stampa della Evangelii Gaudium, documento nel quale la parola “gioia” compare ben 59 volte. Questa Esortazione apostolica, ha spiegato padre Federico Lombardi, è stata scritta dal Pontefice di sua mano, in spagnolo, nel mese di agosto, dopo la Gmg di Rio. Nel suo intervento, mons. Fisichella ha sottolineato che questo documento si pone in continuità con l’insegnamento di Paolo VI nell’Evangelii nuntiandi, ribadendo la centralità della persona di Gesù come “primo evangelizzatore”. Un testo, ha soggiunto, che invita a “recuperare una visione profetica e positiva della realtà, senza distogliere lo sguardo dalle difficoltà”. Quindi,mons. Fisichella ha tratteggiato la struttura fondamentale dell’Evangelii Gaudium...

    Esortazione programmatica e profetica: la presentazione di “Evangelii Gaudium” in Sala Stampa

  la trascrizione integrale della CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’ESORTAZIONE APOSTOLICA EVANGELII GAUDIUM DEL SANTO PADRE FRANCESCO SULL’ANNUNCIO DEL VANGELO NEL MONDO ATTUALE

C’è tutto il pontificato di Francesco, le sue parole dette e ripetute in questi mesi. Ma non sono le linee guida del pontificato. L’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, “La gioia del Vangelo”, è un testo che spiega come si deve fare per considerare il Vangelo il sussidiario del cristiano e come comportarsi di conseguenza. 
È un testo completo, pedagogico, dove Bergoglio prende per mano il lettore e gli indica la via giusta per far diventare il Vangelo rilevante nell’attualità del mondo e nell’attualità della Chiesa. 
Chiede a tutti conversione al Vangelo, come se fosse stato dimenticato, seppellito sotto montagne di documenti aggiunti, sotto cumuli di norme e di concetti morali e spirituali, sotto strati di strutture istituzionali ecclesiastiche. 
Ma sbaglia chi prova a definire l’Evangelii gaudium un ennesimo documento. Non lo è. Anzi, è una novità assoluta. È il vademecum della conversione al Vangelo, un navigatore per capirlo e metterlo in pratica nel mondo complicato di oggi. È la prova che papa Francesco non è un agitatore di folle, non è solo un uomo e un Papa a cui guardare emozionandosi per i suoi gesti e le sue frasi ad effetto. Dietro a quei gesti e a quel sorriso c’è la solidità di argomenti importanti a partire dalla «conversione del papato: siamo avanzati poco in questo senso»...
L’Evangelii gaudium darà fastidio, sarà una frustata sul mondo e sulla Chiesa. Il rischio è che ora qualcuno si applichi a smontarla o a contestualizzarla. Che sarebbe ben peggio.

  EVANGELII GAUDIUM: LA RIVOLUZIONE È RIPARTIRE DAL VANGELO

Non imprigionare Gesù in «schemi noiosi» o «pessimismo sterile», ma «porte aperte» a tutti: la missione nell'esortazione apostolica di Francesco
"La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù": inizia così l'Evangelii gaudium, con cui papa Francesco affronta il tema dell'annuncio del Vangelo nel mondo di oggi. É un appello a tutti i battezzati, senza distinzioni di ruolo, perché portino agli altri l'amore di Gesù in uno "stato permanente di missione" (25), vincendo "il grande rischio del mondo attuale": quello di cadere in "una tristezza individualista" (2).
Il papa invita a "recuperare la freschezza originale del Vangelo" Gesù non va imprigionato entro "schemi noiosi" (11). Occorre "una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno" (25) e una riforma delle strutture ecclesiali perché "diventino tutte più missionarie" (27). Su questo piano Francesco si mette in gioco in prima persona. Pensa, infatti, anche a "una conversione del papato" perché sia "più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell'evangelizzazione"...

  «Evangelii Gaudium» in poche parole di Aldo Maria Valli

Di nuovo nel titolo di un documento pontificio ricorre la dimensione della gioia, segno caratteristico della testimonianza cristiana. In essa è come racchiuso il Vaticano II, dall’avvio alla conclusione...
Consegnata a conclusione di un anno della fede voluto da Benedetto XVI per ricordare il concilio che provvidenzialmente ha rinnovato la Chiesa, l’esortazione apostolica è un documento eccezionale. Innanzi tutto perché nasce dal cuore del vescovo di Roma, frutto di una esperienza in prima linea e della sua prolungata meditazione sull’urgenza di annunciare il Vangelo nel mondo di oggi. Il contenuto e lo stile inconfondibili di Papa Francesco caratterizzano infatti il testo e attirano chi lo legge...
E colpisce la prosa coinvolgente di questa magna charta per la Chiesa di oggi, testo che dichiara esplicitamente di avere «un significato programmatico e dalle conseguenze importanti»; perché non è possibile «lasciare le cose come stanno» e occorre costituirsi in uno «stato permanente di missione». Con lo scopo, implorato nella preghiera finale alla Vergine, di «cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne».

  Dal cuore del vescovo di Roma


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ESORTAZIONE APOSTOLICA EVANGELII GAUDIUM - Riflessioni e commenti 1

ESORTAZIONE APOSTOLICA
EVANGELII GAUDIUM



Se la Lumen fidei era stata definita un’enciclica a quattro mani (dato l’apporto di Benedetto XVI), la Evangelii gaudium è sicuramente il manifesto programmatico del pontificato di papa Francesco. Cinque capitoli più l’introduzione, 220 pagine, ampi riferimenti al Sinodo sulla nuova evangelizzazione (con le proposizioni dei padri sinodali citate 27 volte, anche se il testo va oltre l’esperienza del Sinodo). Ma soprattutto una parola chiave. La parola «gioia» menzionata per ben 59 volte. Questa in estrema sintesi la prima esortazione apostolica di papa Bergoglio, che chiede di essere analizzata nei suoi particolari. A cominciare proprio da quella gioia del Vangelo che diventa la forza propulsiva della «Chiesa in uscita», come la vuole il Papa...

  Il Papa: una Chiesa con le porte aperte

Cari amici, ieri come sapete è stata presentata e pubblicata l’esortazione apostolica «Evangelii gaudium», il documento programmatico del pontificato di Papa Francesco. Vi invito a leggerla integralmente – è lunga ma si legge facilmente ed è accessibile davvero a tutti –...
vorrei soffermarmi su un punto particolare, che è stato discusso nei mesi scorsi. Diciamo subito che «Evangelii gaudium» non è un’enciclica sociale, e non tratta specificamente dei temi economici. Il suo scopo è quello di esortare, di smuovere, di infiammare la Chiesa perché sia sempre missionaria e sappia distaccarsi da tutto ciò che non aiuta e spesso ostacola questo compito che è la ragione stessa per cui la Chiesa esiste.
Papa Francesco ha però dedicato alcuni densi passaggi al tema della povertà, della globalizzazione, dell’economia malata che esclude invece di includere. Ma ha anche dato ragione e fondamento all’accento più volte da lui stesso posto sul tema dei poveri. Accento e parole che nel corso degli ultimi otto mesi sono stati da qualcuno commentate con sarcasmo o con preoccupazione, parlando di «pauperismo». C’è stato anche chi, dalle colonne di un noto quotidiano, avendo poca dimestichezza con la storia della Chiesa e con la teologia, s’è impancato persino nell’accusa al Papa di aver fatto affermazioni «ereticali» quando ha detto che toccare i poveri significa «toccare la carne di Cristo»...

  L'Evangelii gaudium e i poveri

Con l’uscita dell’Esortazione apostolica posso dire esattamente che cosa ho vissuto intervistando Papa Francesco a partire dal 19 agosto scorso. Ho incontrato il Papa a pochi giorni dal suo rientro dal Brasile e mentre ormai ultimava l’Evangelii Gaudium. Era un periodo vulcanico, di grande grazia ed energia. Mi rendo conto solamente adesso di questo ulteriore aspetto dell’esperienza vissuta con lui: il pensiero del Papa ha preso forma ed è entrato nel dialogo vivo nella nostra conversazione per poi seguire i suoi sentieri e condensarsi un una Esortazione apostolica.
La Evangelii Gaudium richiede una lettura attenta. Una lettura immediata e rapida è possibile e anche opportuna. Tuttavia per entrare nei nodi del testo occorre fare una seconda lettura perché si tratta di un testo che contiene un disegno ed è frutto di una maturazione durata anni, se non decenni, non solo di riflessione, ma anche 8e soprattutto) di esperienza pastorale. Su La Civiltà Cattolica proverò a compiere una mia prima lettura di secondo livello, diciamo così, su radici, struttura e significato dell’Esortazione.
Qui vorrei solamente mettere in evidenza in maniera estremamente schematica alcune tensioni interne positive al testo che lo rendono dinamico e ne “agitano” lo sviluppo...

  Le 4 tensioni interne della “Evangelii Gaudium” di #PapaFrancesco

Vedi anche il nostro precedente post:

  «Evangelii Gaudium» - Con la gioia del Vangelo una chiesa povera che si fa evangelizzare dai poveri


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ESORTAZIONE APOSTOLICA EVANGELII GAUDIUM - Riflessioni e commenti 2


ESORTAZIONE APOSTOLICA

EVANGELII GAUDIUM

Un grammatico rigoroso potrebbe argomentare che il titolo della prima esortazione apostolica di papa Francesco, Evangelii Gaudium, destinata ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, contenga una ripetizione o, in termini più precisi, un pleonasmo. Infatti, la parola di origine greca «vangelo» significa: «bella notizia», quindi un messaggio che già in sé ha un riferimento alla felicità, al gaudio, per quanto riferisce.
Tuttavia, è esperienza frequente che questo termine non evochi né in chi lo ascolta né in chi lo dice, l’esperienza della gioia. Quando poi, ad esso si aggrega l’attività di evangelizzare, ovvero la parola «missione», in molti si scatena un incontenibile fastidio: perché esso evoca la sciagurata storia di violenze e abusi che, in nome del Vangelo, sono stati per tanti secoli perpetrati.
Era allora necessario, anzi indispensabile, che il Papa stesso intervenisse spiegando cosa davvero è l’evento dell’incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, ovvero, la bella notizia che il Vangelo racconta. Indispensabile, innanzitutto, per i cristiani: perché il loro presente e futuro dipende proprio da quanto la loro vita sarà autenticamente portatrice di gioia nella vita di tutte le persone che incontreranno.
Inoltre, il Pontefice non poteva limitarsi a qualche breve nota. Non perché Francesco non abbia capacità di sintesi comunicativa, ma perché è su molti aspetti della loro stessa fede che i cristiani vanno catechizzati.
«Catechesi» è un’altra parola da tempo fraintesa...

  L'Evangelii Gaudium e quell'indispensabile insegnamento

Accidenti! Quest'uomo mantiene quel che promette! Dice quello che pensa e pensa quel che dice. 
Già la lingua è rivoluzionaria, perché è chiara, semplice e comprensibile da tutti. Non si può dire lo stesso di tutti i documenti che sono stati scritti in Vaticano negli ultimi decenni... Il primo documento ufficiale di cui il papa ora porta interamente la responsabilità, può essere considerato a buon diritto come la sua “dichiarazione di governo”. Qui è Bergoglio in persona a parlare! Questa volta non è soltanto una piccola omelia mattutina a Sant'Anna, è il papa che parla in maniera convincente alla coscienza di un miliardo di cristiani, anzi a tutti gli uomini di buona volontà. Le sue parole esprimono una pretesa esagerata per ogni singolo cristiano! Per preti e religiosi, per vescovi e anche per cardinali...
Comoda e semplice la sequela di Cristo non lo è stata mai. Ma quell'uomo che arriva dall'altro capo del mondo non ci mette solo in cammino, ce ne dà anche il coraggio. Se lui, in età avanzata, in una Chiesa vecchia di più di 2000 anni, coraggiosamente si mette a percorrere nuove strade, perché noi non dovremmo almeno tentare? Pronti, in piedi, e via! Sappiamo che non c'è nulla di buono se non viene fatto. Il vecchio in Vaticano dice ciò che pensa e fa, e ciò che dice fa proprio bene alla sua Chiesa in questa stagione. Un rivoluzionario radicale al soglio petrino – che Dio sia ringraziato!

  Un rivoluzionario radicale (pdf)

La road map di Bergoglio è racchiusa in 214 pagine, un manifesto programmatico di sette punti. E' la rivoluzione gentile della Chiesa, anche se per certi versi più che di rivoluzione gentile si tratta di un vero e proprio terremoto che sta per abbattersi su un certo modo di pensare. Papa Francesco vuole scardinare quel «tanto si è sempre fatto così», comodo criterio pastorale in bilico tra il clericalismo e l'immobilismo, destinato a finire in soffitta. Perchè bisogna dare una scossa esistenziale ai cattolici, a cominciare dai vertici ecclesiali. Innanzitutto con l'esempio personale e il papato di certo non può stare alla finestra: «Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato» scrive Bergoglio nell'esortazione apostolica, Evangelii Gaudium, scritta quest'estate di ritorno dal Brasile...

  Il manifesto del Papa: no al dio denaro

Vedi anche il nostro precedente post:

  «Evangelii Gaudium» - Con la gioia del Vangelo una chiesa povera che si fa evangelizzare dai poveri


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“Una nuova tappa evangelizzatrice” caratterizzata dalla gioia: è quanto chiede Papa Francesco nell’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”. Sergio Centofanti ha raccolto il commento di Chiara Amirante

  RADIO VATICANA:   “Evangelii Gaudium”, urgente rivalutare carisma della donna

L'esortazione Evangelii Gaudium è insieme più a sinistra di Obama nella critica del liberismo e critica nei confronti del "falso progressismo" su aborto e ordinazione femminile

   Massimo Faggioli:   L’“enciclica” trasversale di papa Francesco

Centralità di Cristo, riforma della Chiesa, ripensamento del papato, denuncia dei gravi limiti del capitalismo. I commenti: da don Vinicio Albanesi alle comunità degli ebrei americani.

  Alberto Chiara:   LE REAZIONI: «UNA BOCCATA D’OSSIGENO»

La road map di Bergoglio è racchiusa in 214 pagine, un manifesto programmatico di sette punti. E' la rivoluzione gentile della Chiesa, anche se per certi versi più che di rivoluzione gentile si tratta di un vero e proprio terremoto che sta per abbattersi su un certo modo di pensare. Papa Francesco vuole scardinare quel «tanto si è sempre fatto così», comodo criterio pastorale in bilico tra il clericalismo e l'immobilismo, destinato a finire in soffitta. Perchè bisogna dare una scossa esistenziale ai cattolici, a cominciare dai vertici ecclesiali. Innanzitutto con l'esempio personale e il papato di certo non può stare alla finestra

  Franca Giansoldati:   Il manifesto del Papa: no al dio denaro

Il rabbino David Rosen esprime il suo apprezzamento per le parti dell'Esortazione apostolica di Francesco dedicate al dialogo interreligioso e ai rapporti con l'ebraismo

  ZENIT:   Il mondo ebraico americano plaude alla "Evangelii Gaudium"

Missione senza confini. L’esortazione apostolica Evangelii gaudium traccia il progetto per una riforma profonda della Chiesa, chiamata a uno «stato permanente di missione». «Il Vangelo deve essere annunciato a tutti, a partire da quelli che si trovano nelle nostre case e nelle nostre comunità, per arrivare, a cerchi concentrici, fino a chi è battezzato ma non vive le esigenze del Battesimo e a coloro che non conoscono Gesù Cristo o lo hanno sempre rifiutato», spiega don Michele Autuoro, direttore dell’Ufficio nazionale per la cooperazione tra le Chiese e della Fondazione Missio, sottolineando che l’impegno «ad annunciare fino agli estremi confini della terra» deve «farci ricordare anche chi ci è vicino».

  Stefania Careddu:   «Tutti in missione, ci chiama il Papa»

Il Vangelo "al lavoro", la fede "in azione". L’Esortazione apostolica Evangelii gaudium vista dagli Stati Uniti è una risposta alle richieste arrivate ai vescovi durante l’Anno della fede: di uno strumento di evangelizzazione chiaro, semplice e gioioso per proseguire un lavoro missionario che sta già dando frutti. Per questo il cardinale Donald Wuerl, arcivescovo di Washington e relatore generale al Sinodo sulla nuova evangelizzazione dello scorso ottobre, ha subito iniziato a diffonderla nella sua arcidiocesi, nel suo blog, come «fonte di nutrimento per tutti noi mentre riflettiamo sulle sfide che la Chiesa affronta ogni giorno e sui compiti che tutti noi siamo chiamati a ricoprire nel condividere il messaggio del Vangelo».

  Elena Molinari:   Wuerl: «Con chiarezza e semplicità ci insegna a vivere il Vangelo»

Un testo personale scritto dopo il viaggio a Rio de Janeiro. La Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium è un ponderoso testo di circa 250 pagine, scritte in spagnolo da Papa Francesco. Una summa di quello che il Papa ha detto in questi nove mesi di pontificato, a partire da molti dei pensieri che Francesco ha ricordaro nelle omelie del mattino nella messa privata a Santa Marta. Pastoralità latinoamericana tipica di quella “teologia pastorale urbana” dell’ Argentina che Bergoglio ha praticato e seguito per anni come cardinale di Buenos Aires.Non sono idee nuove o rivoluzionarie, piuttosto si tratta di un manuale di pastorale che potrà essere utile nelle parrocchie.

  Angela Ambrogetti:   Evangelii gaudium, un manuale pastorale e il ritorno di alcuni temi postconciliari

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I NOSTRI TEMPI

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Emmaunel Joseph Bishop: storia di un ragazzo "speciale"


Ha 16 anni, parla inglese e spagnolo alla perfezione ma se la cava anche col francese e il latino. E’ un adolescente con un’incredibile capacità di suonare bene il violino e si è già esibito in concerti con orchestre sinfoniche. Tiene anche conferenze per gli Stati Uniti e nel resto del mondo.
Si chiama Emmaunel Joseph Bishop e guardando alla sua storia si può dire senza esagerare che è alcune spanne al di sopra degli adolescenti della sua età. Questo giovanotto talentuoso ha la sindrome di Down; in alcuni paesi la legge permette di abortirlo prima della nascita, solo perché Down.
La sua storia è così impressionante che sta girando il mondo attraverso i social network.
E’ difficile trovare un talento come quello di Emmanuel in giro per il mondo magari perché non li hanno lasciati nascere per il solo fatto di essere affetti dalla sindrome di Down; questo per il fatto di non avere i requisiti che la società occidentale afferma che si debbano avere, per essere degni di questa vita. E tutto questo protetti dalla legge.
Tuttavia, la storia di Emmanuel appare come una tempesta che distrugge tutti questi sofismi per giustificare l’aborto di decine di migliaia di bambini che non sono considerati adatti. Questo adolescente statunitense ha smontato tutti gli argomenti a favore dell’aborto dei Down, mostrando al mondo di cosa sia capace...

  A 16 anni, parla quattro lingue, suona il violino, tiene conferenze, va a Messa: ‘doveva’ essere abortito perché Down



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25 novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne


Centoventotto donne uccise nel 2013. È lunghissimo l'elenco delle donne vittime di violenza. Una vergognosa conta che quest'anno ha registrato una rapida escalation: ad agosto risultavano un'ottantina di casi e le richieste di aiuto di donne vittime di stalking al numero attivato da Telefono Rosa sono aumentate nei primi sei mesi del 2013 di circa il 10 per cento. Con questi numeri ben stampati in mente si celebra, il 25 novembre, la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne...

  Una giornata per dire stop al femminicidio: 25 novembre ricco di iniziative in tutto il Paese

La giornata mondiale voluta dall’Onu contro il femminicidio, oltre ad essere un’occasione per onorare la memoria delle tante, forse troppe, donne uccise, umiliate e maltrattate dalla violenza maschile, dovrebbe anche essere un’opportunità per ciascun maschio del pianeta per un lungo ed approfondito esame di autocoscienza.
Stavolta non si discute di degrado, ignoranza, condizioni economiche e sociali difficili; al contrario, la violenza contro le donne si annida proprio dove meno te lo aspetteresti. Scandisce le ore e di giorni di rispettabili famiglie, sostituisce affetto ed amore in ambienti sociali all’apparenza immuni da questa piaga, riguarda tanto le mogli quanto le figlie, attraversa trasversalmente le nostre comunità.
Con un particolare spesso sottovalutato: quello di confondere l’evoluzione della condizione della donna nella società con la violenza. Se ci fossero statistiche attendibili ci confermerebbero che il parallelismo tra emancipazione e riduzione della violenza non è affatto cosi scontato. Cinquant’anni fa certamente la condizione della donna era molto diversa, in peggio, rispetto a quella attuale; in famiglia, nella società, sul lavoro e persino in materia di diritti civili. Era però la concezione ed il rispetto per la donna ad essere diverso; era una società, quella italiana, laddove a dispetto degli stereotipi, la vera essenza della famiglia era matriarcale, con la donna al centro di un universo domestico ed affettivo che quasi mai, salvo eccezioni deviate, ammetteva violenza e sopraffazione, soprattutto in famiglia...

  Se questi sono uomini

Noi donne occidentali siamo le prime madri libere dal destino della maternità: possiamo scegliere di essere donne senza figli. Nella madre antica, il primo anno di vita e quelli seguenti creavano nel bambino un'idea di donna che si prolungava nell'età adulta, in cui il destino della ragazza era quello di sposa e madre e quello dell'uomo di trovare la donna madre dei suoi figli.
Non c'era rottura, contraddizione, tranne quella che derivava dall'infelicità e dal sacrificio insiti nel destino femminile. A noi, madri nuove, viene richiesto un doppio salto mortale: dobbiamo essere pronte allo stato fisico e mentale che permette lo sviluppo del bambino, ma restiamo donne libere, ambivalenti nel desiderio di vivere pienamente il rapporto esclusivo a due col bambino ma di non esiliarci dal lavoro lasciato...
Abbiamo la fortuna di vivere uno dei cambiamenti più importanti della storia, il mutamento profondo del rapporto tra i due generi, questo mutamento può cambiare il mondo e in questo nuovo mondo le donne e gli uomini possono amarsi e comprendersi molto più di prima.

  Lettera agli uomini che odiano le donne

Il dottor Vincenzo Puppo, medico-sessuologo a Firenze, ricercatore-scrittore del Centro Italiano di Sessuologia, pochi giorni fa ha pubblicato il suo nuovo ebook: "La prevenzione delle violenze. Lezione per scuole, università, genitori, ragazze/i, adulti ecc.".
Poiché questo suo nuovo lavoro offre spunti di riflessione proprio in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne, abbiamo cercato di saperne di più facendocelo spiegare dall’autore.

  Spunti di riflessione per il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne

Dal racconto autobiografico delle vittime allo sciopero delle donne, passando per mostre fotografiche, eventi teatrali, dibattiti e riflessioni. E’ fitto di eventi il calendario per il prossimo 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne istituita nel 1999 con una risoluzione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite.

  Dall'autobiografia allo ''sciopero delle donne'', le iniziative per il 25 novembre

  la mappa dei femminicidi in Italia

Vedi anche il nostro precedente post:

  "Contro il femminicidio: una legge dello Stato, un impegno per la società" di Giacomo Costa



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Uccise. Da mariti, fidanzati, spasimanti... Ma anche vittime di rapinatori o di uomini semplicemente violenti, anche per motivi futili. Avremmo voluto un 2013 senza femminicidi. Non è così. A ciascuna delle donne uccise dedichiamo un ricordo che per quanto breve servirà a non dimenticare i loro volti, le loro storie. In queste schede noi le raccontiamo tutte: le vittime di qualcosa che gli assassini (e troppo spesso anche loro) si ostinano a chiamare amore ma anche le altre, tutte le altre uccise. Ogni piccolo racconto è una vita perduta. 

  CORRIERE DELLA SERA:  La strage delle donne

Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne parlare di come i media affrontano il tema potrebbe sembrare un argomento secondario, rispetto al fenomeno in sé. Si tratta invece, probabilmente, del cuore del problema, visto che la violenza sulle donne è innanzitutto una questione culturale.

  Cinzia Sciuto:  Non si uccide per amore

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Il dramma di Anna Marchesini, la donna coraggiosa che commuove il web (video della partecipazione a "Che tempo che fa")


Il dramma di Anna Marchesini, la donna coraggiosa che commuove il web

«Io vi garantisco che sono così interessata, morbosamente ghiotta di vita che mi interessa pure la morte, che è il finale. E non è detto. Mi astengo dal giudicare che sia qualcosa di bello o di brutto, perché è qualcosa che ci accade e come ogni cosa è osservabile». Anna Marchesini, volto femminile del celeberrimo Trio Lopez-Solenghi-Marchesini, ha da poco compiuto sessant’anni e ieri sera (ndr.: 23/11/2013) è stata ospite da Fabio Fazio nel salotto di Che tempo che fa e, ancora oggi, il web italiano parla della sua commovente intervista.
L’attrice, da anni affetta da una grave forma di artrite reumatoide, è apparsa sul piccolo schermo per la prima volta dopo molto tempo. Visibilmente dimagrita e sofferente, non ha nascosto la propria malattia e, anzi, ne parla con apparente leggerezza, intervallando momenti di profonda introspezione a siparietti comici anche legati a Moscerine, la sua ultima raccolta di racconti appena pubblicato con Rizzoli editore.
La malattia, però, non sembra aver intaccato nemmeno superficialmente lo spirito battagliero di Anna Marchesini, le cui parole hanno commosso tutti i telespettatori: in molti sono rimasti impressionati dal coraggio e dalla tenacia dell’attrice che non smette di trasmettere comicità nemmeno quando parla della morte: «Ma come parlo bene quando vengo qui» – ha osservato, guardando direttamente il pubblico in studio. (fonte: Giornalettismo)

Guarda il video a "Che tempo che fa" 23/11/2013

  video



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FEDE E
SPIRITUALITA'

 

LA VITA CRISTIANA COME CAMMINO

HOREB n. 65 - 2/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

È sempre bello partecipare della gioia di un bambino che, dopo aver gattonato per settimane, finalmente, tenuto per mano dai genitori, riesce a stare in piedi e a muovere i primi passi. Gli brillano gli occhi e grida di gioia, poi, quando scopre che può camminare da solo, da quel momento si sente libero di esplorare le cose che lo circondano. 

Il camminare è davvero un’esperienza connaturale all’uomo, egli è un essere itinerante, “homo viator”, secondo l'espressione di G. Marcel. Sempre in cammino non solo in senso geografico spaziale, desideroso, cioè, di lasciare un determinato luogo per raggiungere e conoscere nuove realtà, ma in cammino verso il raggiungimento della sua pienezza. 

Il bambino è chiamato gradualmente a crescere a misurarsi con i piccoli e grandi eventi, a prendere decisioni a confrontarsi con gli altri, a diventare adulto. Nel tessuto del mondo, la vita dell'uomo è una grande avventura, che conosce percorsi agevoli, lieti ma anche momenti di perplessità, arresti, crisi, desiderio di tornare indietro, ma proprio attraverso queste fasi egli cresce negli anni, e anche matura umanamente e spiritualmente. 

Il camminare, esigenza fondamentale dell’uomo, è già evidenziata dalla Bibbia che, prima di tutto, ci mostra lo stesso Dio in cammino e, poi, evidenzia che il Vivente coinvolge l’uomo nel suo cammino. 

Il profeta Michea, per esempio, annota che camminare umilmente con Dio è una delle dimensioni inseparabili che configurano l’esperienza umana e spirituale dell’uomo: «Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio» (Mi 6,8). 

Il “camminare con Dio” esprime sia il dinamismo dell’esistenza umana sia il fondamento dell’esperienza di fede, cioè la conoscenza e l’esperienza di Dio. 

E Dio, in Gesù, si è fatto umano, compagno di viaggio di ogni uomo che lo accoglie. Lui, la “Via”, ci educa ad uscire dalla caverna egoica che rende ciechi e immobili, ci strappa da una logica mondana e di potere, ci apre orizzonti sempre nuovi e scopriamo che il viaggio della vita non lo facciamo da soli, ma assieme a tante altre persone che non sono nemici o estranei, ma fratelli. Essi sono la soglia dove ogni uomo comincia veramente a vivere. ...


Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.



   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto

I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2013


Dal 16 Ottobre al 4 Dicembre

Sala del Convento
dalle h. 20.00 alle h. 21.00

IL SANGUE DEI MARTIRI

SEME DI NUOVI CRISTIANI

   Programma (pdf)

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  Siamo chiamati a trasformare...



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  SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA (video)



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LE PIETRE D'INCIAMPO DEL VANGELO

"Questa è la vita eterna:
che conoscano te,
unico vero Dio,
e colui che hai mandato, Gesù Cristo".
(Giovanni 17,3)



  Gianfranco Ravasi:   La vita eterna è conoscere, cioè amare Dio





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RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)

Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo: Lc 23, 35-43

"Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui per tornare al momento propizio" (Lc 4,13).
Le tentazioni che che hanno segnato nel Vangelo di Luca l'inizio della vita pubblica, tornano adesso per Gesù - quasi come una grande inclusione - alla fine della sua esperienza tra gli uomini nel momento di massima sofferenza, di lontananza dal Padre, di abbandono totale da parte di tutti, compresi i suoi.
E' la croce, trono dal quale il Nazareno regna da più di 2 mila anni, il momento propizio, il"kairòs" nel quale egli mostrerà al mondo la sua fedeltà al progetto d'amore del Padre"amando fino alla fine": la sua.
Egli ci è venuto incontro per donarci gratuitamente il suo stesso Spirito, il vino dell'amore e della gioia  che sgorga dal cuore amante del Padre mentre noi, ciechi e incapaci di comprendere, non sappiamo ricambiare se non con l'aceto dell'odio e della morte: è la sfida perenne dell'uomo alla messianicità che  Gesù è venuto ad annunciarci con la sua testimonianza di vita fino all'ultimo suo respiro.
...


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Salvami - Omelia di don Antonio Savone nella 34ª Domenica del Tempo Ordinario


Omelia di don Antonio Savone 
34ª Domenica del Tempo Ordinario Anno C 
Gesù Cristo Re dell'Universo

Salvami...


2Sam 5,1-3
Sal 121
Col 1,12-20
Lc 23,35-43



Ormai è evidente. Quella fine sulla croce è lì a dire che quell’uomo di Nazaret era soltanto un’impostore. Come può salvare altri chi non è in grado neppure di salvare la sua vita? È lì perché vittima della sua totale impotenza, abbandonato da tutti, persino da Dio. Che Messia è uno che muore impotente su una croce? Come dar torto al malfattore che gli propone un’ultima occasione: manifesti le sue prerogative salvando se stesso e loro due. Salvezza, infatti, nel nostro immaginario comune non è forse preservare la vita fisica?
È proprio qui, su questo terreno, che veniamo messi a confronto con quanto il Signore Gesù è andato dispiegando a noi di domenica in domenica a mano a mano che ci facevamo suoi compagni di viaggio. Lo aveva ripetuto più volte lungo il cammino: la vita è salva non quando finalmente la si riesce a preservare ma quando la si spende per gli altri. Gli viene gridato dai presenti: Salva te stesso! Gesù salverà se stesso non tenendosi a parte ma perdendosi per gli altri.
La forza di questo re che regna dalla croce sta nell’amore che non cerca il proprio interesse e per questo non si impone ma fa dono di sé. Un re che non cerca sudditi ma amici, uomini e donne che gli siano simili nell’impegno di comunicare la vita.
Fatica a comprendere questo quello spaccato di umanità che si aggira attorno alla croce e che vorrebbe un Dio da circo equestre, sempre pronto a stupire il pubblico con effetti speciali. L’idea di re è da sempre unita all’esercizio di un potere. Ma Gesù non cederà mai alla logica dell’evidenza che impedisce la libertà di credere e perciò impedisce una fede gratuita. A nulla è servito, infatti, quando Dio è intervenuto con mano potente: non per questo, infatti, Israele si era convertito. Quanti vitelli d’oro sono stati ancora costruiti dopo il passaggio del Mar Rosso, dopo l’esperienza della manna, dopo i segni grandiosi che la mano di Jahvè aveva dispiegato. Gesù chiede di essere riconosciuto come Signore attraverso un’adesione libera, nell’amore, senza costrizione alcuna o per imposizione.
Di fronte allo spettacolo che si svolge sul Calvario – strana meta per un plausibile cammino di sequela – forse ci riconosciamo nel popolo che sta a vedere, un popolo che non parla e non decide: soltanto guarda Gesù come un oggetto curioso. Quante volte stiamo nella vita secondo un atteggiamento opportunista, quello di chi è pronto a montare sul carro del vincitore di turno.
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  Salvami...


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"Etty Hillesum.Diventare più umani" di Aurelio Antista - 06.11.2013 (VIDEO-incontro integrale)


"Etty Hillesum (1914-1943) 
martire del nazismo.
Diventare più umani"
II parte
 di Aurelio Antista - 06.11.2013 
(VIDEO-incontro integrale)

I Mercoledì della Spiritualità 2013

Incontro del 6 novembre 2013 

Etty e noi
Etty è una figura attualissima per il nostro tempo. La sua testimonianza è letta e studiata da psicologi e teologi, da pedagogisti e da antropologi. Vorrei sottolineare alcuni punti-forza della sua personalità e del suo cammino di crescita.
Etty è una creatura debole e fragile – come tanti giovani (e meno giovani) di oggi. La sua psiche è in disordine e ricolma di macerie, “un gomitolo aggrovigliato”. Eppure è animata da una grande determinazione nel voler risalire la china: “Devo lavorare molto per diventare una persona adulta”. Condotta per mano da un educatore (Julius Spier) impara ad ascoltare e a coltivare la sua interiorità, impara ad unificare e armonizzare i moti e le esigenze del corpo e dello spirito. La prima scoperta di Etty è l’amore per gli altri: “Le cose veramente primordiali in me sono i sentimenti umani, una sorta di amore e di compassione elementari che provo per le persone, per tutte le persone” Questa diventa l’opzione fondamentale della sua vita. Lei rende la sua anima un “campo di battaglia” dove ogni giorno affronta la lotta per estirpare ogni erbaccia: l’odio, la rivalsa, il risentimento. “Ognuno di noi deve raccogliersi e distruggere in se stesso ciò per cui ritiene di dover distruggere gli altri”. Questa consapevolezza e decisione genera in lei “una grande forza interiore” che le consente di affrontare con maturità ed equilibrio quel grande fiume di dolore che è l’Olocausto e a vivere con serenità e forza d’animo nel campo di Westerbork.
Etty incontra Dio che le si rivela presente nel suo intimo più profondo come sorgente da cui zampilla vita, gioia, pace. La preghiera diventa un colloquio ininterrotto con Lui e la apre sempre di più all’amore e al servizio verso i fratelli: “Mi hai resa così ricca, mio Dio, lasciami dispensare agli altri a piene mani”.
Dall’insieme di queste riflessioni ed esperienze Etty conclude: “La vita è bella, degna di essere vissuta e ricca di significato”. Questa certezza le dà la forza per reggere l’onda d’urto di ogni privazione e sofferenza e, al tempo stesso, le consente di essere luce e sostegno per gli altri che hanno perso ogni speranza. Confrontarsi con la personalità e le conquiste di Etty può risultare per ognuno di noi motivo di consolazione e di sfida per diventare migliori e gustare sempre di più il sapore della vita.

  video integrale

Guarda anche:
la prima parte: "Etty Hillesum.Diventare più umani" di Aurelio Antista -30.10.2013 (VIDEO-incontro integrale)


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Il Concilio, un già e non ancora" intervista a Monsignor Luigi Bettazzi



«Il Concilio è un "già e non ancora". Ad esempio, la Parola di Dio si legge di più, ma non è ancora fondamentale nella vita di tanti cristiani. La liturgia è più partecipata ma tutt'altro che compiuta. La collegialità è cresciuta ma non abbastanza, e i fedeli laici contano ancora pochissimo. .." «Qualsiasi proposta contribuisse a dare più spazio e rilievo alla collaborazione dei laici, a ogni livello, compresi i giovani. Non basta dir loro che cosa devono fare, occorre saper cogliere le spinte di rinnovamento che sorgono dal popolo di Dio. Noi pastori abbiamo l'ultima parola; ma sarà l'ultima se ce ne saranno state altre prima»...

  "Il Concilio, un già e non ancora"


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ENZO BIANCHI: "La Bibbia è violenta? No, siamo noi buonisti" - "Quando la violenza viene in nome di Dio"


ENZO BIANCHI

La Bibbia è violenta? 
No, siamo noi buonisti

Nelle sante Scritture ci sono parole dure, espressioni che ai nostri orecchi suonano sgradevoli, testimonianze su sentimenti dei credenti ma anche di Dio che ci urtano e qualche volta forse ci scandalizzano. Le Scritture non allettano, raramente seducono, anzi spesso contestano le nostre certezze religiose fino a contraddirle. È vero, numerosi sono i passi delle Scritture in cui Dio appare nella collera, irato, sdegnato fino a punire con la rovina, la morte e l'annientamento chi contraddice la sua volontà e la sua legge, e non pochi sono i passi in cui Dio stesso, il nostro Dio, ordina l'uccisione, lo sterminio di uomini… 

  La Bibbia è violenta? No, siamo noi buonisti

Quando la violenza 
viene in nome di Dio

Esiste un rapporto cruciale tra la violenza e l'altro. Solo un radicale rinnovamento nella comprensione della “verità” può aiutare a vedere nell'altro – nel diverso da me per cultura, religione, etnia, cultura, etica – non qualcuno da demonizzare, escludere o convertire, ma qualcuno con cui entrare in relazione per conoscerlo, per dialogare e apprendere da lui, per discernere quei semi del Logos che un'antichissima dottrina cristiana dice diffusi in ogni essere umano e in ogni cultura e tradizione religiosa. Il Dio rivelato da Gesù Cristo non è forse il Dio che ha creato ogni essere umano a sua immagine e somiglianza? L'altro, allora, è occasione di comunione, non di esclusione. Il vangelo ci critica e ci giudica quando – come è avvenuto a più riprese anche nella storia cristiana – ci costruiamo noi stessi il nemico mutando l'alterità in occasione di inimicizia...

  Quando la violenza viene in nome di Dio


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 SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"

Oggi compie 90 anni Monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, storico presidente di Pax Christi

 
AUGURI


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Auguri a mons. Bettazzi per i suoi 90 anni


Oggi Luigi Bettazzi compie 90 anni

Lo spazio di Mosaico dei giorni è troppo piccolo per poter elencare le ragioni che ci portano a dire grazie al vescovo Luigi Bettazzi. Correndo dalle Alpi a Lampedusa per parlare di pace e di Concilio, anche in questi giorni continua a ripetere che quell'evento straordinario per la Chiesa e per il mondo si muove tra il “già e il non ancora”. Una provocazione, un rinnovamento, una sfida... che attendono la propria pienezza e compimento. E ci sembra di rivedere in filigrana gli stessi primi novant'anni di questo vescovo che ha vissuto tanti “già” ma che attende e prepara tantissimi “non ancora”. Per un mondo più giusto, per una Chiesa povera, per una pace nonviolenta, per un laicato adulto, accolto e valorizzato, per un annuncio gioioso del Vangelo. Per un dialogo e un incontro senza frontiere, per un’accoglienza senza carte d'identità, per una profezia della vita. Uomo, cristiano e vescovo senza frontiere. Come Vangelo comanda. Tonio Dell'Olio (fonte. Mosaico dei giorni)

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Bettazzi partecipò, in qualità di vescovo ausiliare di Bologna, alle sezioni del Concilio Vaticano II, al seguito dell’arcivescovo Giacomo Lercaro, l’esponente di maggior rilievo della corrente dei progressisti. Se oggi la Chiesa cattolica ha riabilitato il pensiero liberale e l’opera di Antonio Rosmini, larga parte del merito va attribuito proprio a monsignor Bettazzi...
In tutti questi anni il vescovo liberal progressista, non si è stancato di denunciare quello che definisce “il tradimento del Concilio Vaticano II”, un tradimento che sarebbe stato consumato nel momento in cui, alcuni principi cardine, sono stati totalmente disattesi.
Bettazzi evidenzia la carenza di collegialità all’interno della Chiesa dove le decisioni continuano ad essere adottate al vertice; il mancato coinvolgimento dei laici; il settarismo delle comunità ecclesiali che, anziché allargare il perimetro della Chiesa, hanno finito con il restringerlo, diventando delle congreghe chiuse, riservate a pochi eletti adeguatamente selezionati...

  I novant’anni di Mons. Bettazzi e quel tradimento del Concilio Vaticano II…

Guarda anche il nostro precedente post:

  "Il Concilio, un già e non ancora" intervista a Monsignor Luigi Bettazzi



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Don Luigi Bettazzi, presidente nazionale e internazionale di Pax Christi, uomo del Concilio, patriarca della pace, come Abramo sempre in cammino verso i Sud della terra. Maestro e discepolo di Tonino Bello che lo definiva “profeta scomodo e buono”. Testimone credibile, mite e audace, guida del nostro osare la pace per fede e amore.
Memoria e profezia del nostro operante pensiero.

  PAX CHRISTI:   Auguri vescovo Luigi e grazie!



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CHIESA E SOCIETA'
Interventi ed opinioni

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SINODO. IL DIBATTITO E’ APERTO di Fulvio De Giorgi



SINODO. IL DIBATTITO  E’ APERTO 
di Fulvio De Giorgi

L’ampio contributo di mons. Müller (Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede), apparso sull’Osservatore Romano il 23 ottobre scorso, circa le questioni che saranno al centro del prossimo Sinodo straordinario, è stato oggetto di svariati commenti sulla stampa quotidiana italiana. Qualcuno ha perfino presentato tale intervento come una correzione del magistero del papa. Lasciando ad ognuno la responsabilità delle proprie interpretazioni, vorrei proporre una diversa lettura che parte dal presupposto che le Congregazioni di Curia (compresa quella per la dottrina della fede) siano ciò che “negli eserciti si chiama l’intendenza”, a servizio cioè della Santa Sede.

Un compito specifico del Sinodo
Meritoriamente, dunque, mons. Müller ha redatto lo status quaestionis: ha riassunto con precisione il magistero, soprattutto il magistero recente. È stato più rapido (com’era inevitabile per un articolo di giornale) sulla parte storico-teologica, destinata sicuramente in seguito a maggiori approfondimenti. Non ha toccato, poi, per nulla una lettura dei segni dei tempi, un discernimento della realtà attuale dei processi storici in corso e dei problemi più dolorosi per i fedeli, un’analisi sulla condizione storica di oggi: questo sarà infatti, certamente, uno dei compiti specifici del Sinodo. I livelli di lettura delle questioni sono infatti diversi. E la consultazione corale dell’episcopato, ma anche delle famiglie e dei fedeli, è previamente necessaria, così da avere molti elementi per un approfondimento pastorale di tali processi storici.
Dio sta nei processi della storia
Il papa ha affermato: “Dio si manifesta in una rivelazione storica, nel tempo. Il tempo inizia i processi, lo spazio li cristallizza. Dio si trova nel tempo, nei processi in corso. Non bisogna privilegiare gli spazi di potere rispetto ai tempi, anche lunghi, dei processi. Noi dobbiamo avviare processi, più che occupare spazi. Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia. Questo fa privilegiare le azioni che generano dinamiche nuove […] Se il cristiano è restaurazionista, legalista, se vuole tutto chiaro e sicuro, allora non trova niente. La tradizione e la memoria del passato devono aiutarci ad avere il coraggio di aprire nuovi spazi a Dio. Chi oggi cerca sempre soluzioni disciplinari, chi tende in maniera esagerata alla ‘sicurezza’ dottrinale, chi cerca ostinatamente di recuperare il passato perduto, ha una visione statica e involutiva. E in questo modo la fede diventa una ideologia tra le tante. Io ho una certezza dogmatica: Dio è nella vita di ogni persona, Dio è nella vita di ciascuno. Anche se la vita di una persona è stata un disastro, se è distrutta dai vizi, dalla droga o da qualunque altra cosa, Dio è nella sua vita. Lo si può e lo si deve cercare in ogni vita umana. Anche se la vita di una persona è un terreno pieno di spine ed erbacce, c’è sempre uno spazio in cui il seme buono può crescere. Bisogna fidarsi di Dio”...

  SINODO. IL DIBATTITO E’ APERTO di Fulvio De Giorgi

Vedi anche il nostro precedente post:

  «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione» sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione 5-19 ottobre 2014 - Il problema dei divorziati risposati


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Non poteva scegliere immagini più eloquenti, la sfera e il poliedro, Papa Francesco per interpretare il tema “- disuguaglianze + differenze”, attorno al quale si è mosso il 3° Festival della dottrina sociale che si è concluso il 24 novembre a Verona. 
“La sfera - dice il Papa - può rappresentare l’omologazione, come una specie di globalizzazione: è liscia, senza sfaccettature, uguale a se stessa in tutte le parti. Il poliedro ha una forma simile alla sfera, ma è composta da molte facce. Mi piace immaginare l’umanità come un poliedro, nel quale le forme molteplici, esprimendosi, costituiscono gli elementi che compongono, nella pluralità, l’unica famiglia umana. E questa sì è una vera globalizzazione. L’altra globalizzazione - quella della sfera - è una omologazione”.
A fare la differenza tra la sfera e il poliedro è la persona, con la sua dignità, i suoi diritti e i suoi doveri, le sue differenze, il suo insopprimibile desiderio di giustizia, la sua lotta contro le disuguaglianze.

  Paolo Bustaffa:   La sfera e il poliedro



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 FRANCESCO
 



     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 24 novembre 2013

    Udienza - 27 novembre 2013

   Omelia - 23 novembre 2013: Rito dell'Ammissione al Catecumenato e incontro con i catecumeni a conclusione dell'Anno della Fede

   Omelia - 24 novembre 2013: Santa Messa a conclusione dell'Anno della Fede nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'Universo

    Discorso - Ai Delegati dei Comitati Olimpici Europei (23 novembre 2013)

    Discorso - Ai partecipanti alla XXVIII Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute) (23 novembre 2013)

    Discorso - Ai volontari che hanno prestato servizio nell'organizzazione dell'Anno della Fede (25 novembre 2013)

    Discorso - Ai Pellegrini greco-cattolici ucraini, in occasione del 50° anniversario della deposizione dei resti di San Giosafat nella Basilica Vaticana (25 novembre 2013)

    Discorso - Ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (28 novembre 2013)


    Evangelii Gaudium : Esortazione Apostolica sull'annuncio del Vangelo nel mondo attuale (24 novembre 2013)



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23/11/2013:

  I Sacramenti sono la presenza di Gesù Cristo in noi. Per questo è importante confessarsi e fare la Comunione


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25/11/2013:

  Vivere la carità significa...


26/11/2013:

  La Chiesa è missionaria...


28/11/2013:

  Impariamo ad essere docili...


29/11/2013:

  Per noi è difficile...


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24 novembre 2013: conclusione dell'Anno della Fede e Angelus - Testi e video



Piazza San Pietro
Domenica, 24 novembre 2013
SANTA MESSA A CONCLUSIONE DELL'ANNO DELLA FEDE
NELLA SOLENNITÀ DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, RE DELL'UNIVERSO

La solennità odierna di Cristo Re dell’universo, coronamento dell’anno liturgico, segna anche la conclusione dell’Anno della Fede, indetto dal Papa Benedetto XVI, al quale va ora il nostro pensiero pieno di affetto e di riconoscenza per questo dono che ci ha dato. Con tale provvidenziale iniziativa, egli ci ha offerto l’opportunità di riscoprire la bellezza di quel cammino di fede che ha avuto inizio nel giorno del nostro Battesimo, che ci ha resi figli di Dio e fratelli nella Chiesa. Un cammino che ha come meta finale l’incontro pieno con Dio, e durante il quale lo Spirito Santo ci purifica, ci eleva, ci santifica, per farci entrare nella felicità a cui anela il nostro cuore.
Desidero anche rivolgere un cordiale e fraterno saluto ai Patriarchi e agli Arcivescovi Maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche, qui presenti. Lo scambio della pace, che compirò con loro, vuole significare anzitutto la riconoscenza del Vescovo di Roma per queste Comunità, che hanno confessato il nome di Cristo con una esemplare fedeltà, spesso pagata a caro prezzo.
Allo stesso modo, per loro tramite, con questo gesto intendo raggiungere tutti i cristiani che vivono nella Terra Santa, in Siria e in tutto l’Oriente, al fine di ottenere per tutti il dono della pace e della concordia.
Le Letture bibliche che sono state proclamate hanno come filo conduttore la centralità di Cristo...

La promessa di Gesù al buon ladrone ci dà una grande speranza: ci dice che la grazia di Dio è sempre più abbondante della preghiera che l’ha domandata. Il Signore dona sempre di più, è tanto generoso, dona sempre di più di quanto gli si domanda: gli chiedi di ricordarsi di te, e ti porta nel suo Regno! Gesù è proprio il centro dei nostri desideri di gioia e di salvezza. Andiamo tutti insieme su questa strada!

  testo integrale dell'omelia del Santo Padre

  video

  testo integrale dell'Angelus

  video

Riproponiamo anche il video integrale della Santa Messa celebrata dal Santo Padre Francesco a conclusione dell'Anno della Fede in piazza San Pietro alla presenza del reliquiario che custodisce alcune ossa attribuite all’Apostolo Pietro, per la prima volta esposto in pubblico.

  video integrale



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Papa Francesco UDIENZA GENERALE 27 novembre 2013 - testo e video


Piazza San Pietro
Mercoledì, 27 novembre 2013

Cari fratelli e sorelle,

buongiorno e complimenti perché siete coraggiosi con questo freddo in piazza. Tanti complimenti.
Desidero portare a termine le catechesi sul “Credo”, svolte durante l’Anno della Fede, che si è concluso domenica scorsa. In questa catechesi e nella prossima vorrei considerare il tema della risurrezione della carne, cogliendone due aspetti così come li presenta il Catechismo della Chiesa Cattolica, cioè il nostro morire e il nostro risorgere in Gesù Cristo. Oggi mi soffermo sul primo aspetto, «morire in Cristo»...

  testo integrale

  video della catechesi

Nel gelo di una Piazza piombata in un precoce inverno, la verità cristiana senza eguali, riaffermata da Papa Francesco e ripetuta in coro dalla folla, ha il potere di scaldare i cuori prima ancora che le membra intirizzite. 
Chi apre la porta ai fratelli che hanno bisogno vedrà a sua volta aperta la porta del cielo alla fine della vita: il Papa suggella con questo pensiero una catechesi che con chiarezza esplora il tabù per eccellenza. “Fra noi, comunemente c’è un modo sbagliato di guardare alla morte”, osserva, affrontando subito, con delicatezza, un punto che rende la morte “scandalosa”  (fonte: Radio Vaticana)

Guarda anche il video integrale dell’Udienza, con il giro di piazza di Papa Francesco tra gli oltre settantamila fedeli che hanno sfidato il freddo pungente di queste giornate finali dell’autunno romano.

  video integrale

E' durata un paio d'ore soltanto la novità di una bella sciarpa di lana bianca al collo di Papa Francesco, che doveva proteggerlo dal freddo pungente di piazza San Pietro. 
Al termine dell'Udienza Generale, infatti, questo indumento che per la prima volta abbiamo visto indossare dal nuovo Pontefice e' finito al collo di un anziano su una carrozzella. Francesco infatti ha accettato di scambiare la sua nuova sciarpa bianca con quella grigia, piu' stretta ma piu' lunga, dell'accompagnatore dell'invalido. E il giovane ha tenuto al collo per qualche secondo soltanto la sciarpa bianca, per poi passarla all'anziano che accompagnava, che ha ricevuto poi anche un bacio e un abbraccio dallo stesso Francesco. 
Allontatosi da quel gruppetto per avvicinarsi ad altri malati che erano in attesa, Francesco ha tolto la sciarpa grigia ed e' rimasto senza per la mezz'ora successiva, tutta impegnata nell'incontro con i sofferenti sulle sedie a rotelle e i loro accompagnatori. Poi, mentre il Papa tornava sul sagrato per l'incontro con altri fedeli delle prime file e con le coppie di sposi, l'assistente di camera Sandrone Mariotti e' riuscito a fargli mettere nuovamente una sciarpa bianca. (fonte: AGI) 

Prima dell’udienza generale, il Papa ha incontrato in Aula Paolo VI circa 50 bambine affette dalla sindrome di Rett, con i familiari. La sindrome di Rett è una patologia progressiva dello sviluppo neurologico che colpisce quasi esclusivamente le bambine. E' stato un incontro semplice e commovente, con Papa Francesco che ha salutato e accarezzato con affetto le bimbe, una per una. L'appuntamento si è concluso con la recita di un'Ave Maria e la benedizione finale. (fonte: Radio Vaticana)


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Le scelte 'definitive' di ogni giorno - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
25 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: 
chiediamo al Signore la grazia del coraggio

Affidarsi al Signore, anche nelle situazioni limite. E’ l’esortazione di Papa Francesco, nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che i cristiani sono chiamati a scelte definitive, come ci insegnano i martiri di ogni tempo. Anche oggi, ha osservato, ci sono fratelli perseguitati che sono da esempio per noi e ci incoraggiano ad affidarci totalmente al Signore.

Scegliere il Signore, “in una situazione al limite”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia soffermandosi sulle figure che ci presentano la Prima Lettura, tratta dal Libro di Daniele, e il Vangelo: i giovani ebrei schiavi alla corte di Nabucodonosor e la vedova che va al Tempio ad adorare il Signore. In entrambe i casi, ha osservato il Papa, sono al limite: la vedova in condizione di miseria, i giovani in quella di schiavitù. La vedova getta tutto quello che aveva sul tesoro del Tempio, i giovani restano fedeli al Signore a rischio della vita:
"Tutti e due – la vedova e i giovani – hanno rischiato. Nel loro rischio hanno scelto per il Signore, con un cuore grande, senza interesse personale, senza meschinità. Non avevano un atteggiamento meschino. Il Signore, il Signore è tutto. Il Signore è Dio e si affidarono al Signore. E questo non l’hanno fatto per una forza – mi permetto la parola – fanatica, no: 'Questo dobbiamo farlo Signore', no! C’è un’altra cosa: si sono affidati, perché sapevano che il Signore è fedele. Si sono affidati a quella fedeltà che sempre c’è, perché il Signore non può mutarsi, non può: sempre è fedele, non può non essere fedele, non può rinnegare se stesso”.
Questa fiducia nel Signore, ha soggiunto, li ha portati “a fare questa scelta, per il Signore”, perché sanno che Lui “è fedele”. Una scelta che vale nelle piccole cose come nelle scelte grandi e difficili:
“Anche nella Chiesa, nella storia della Chiesa si trovano uomini, donne, anziani, giovani, che fanno questa scelta...
“Ci farà bene pensare a questi fratelli e sorelle che, in tutta la nostra storia, anche oggi, fanno scelte definitive. Ma anche pensiamo a tante mamme, a tanti padri di famiglia che ogni giorno fanno scelte definitive per andare avanti con la loro famiglia, con i loro figli. E questo è un tesoro nella Chiesa. Loro ci danno testimonianza, e davanti a tanti che ci danno testimonianza chiediamo al Signore la grazia del coraggio, del coraggio di andare avanti nella nostra vita cristiana, nelle situazioni abituali, comuni, di ogni giorno e anche nelle situazioni limite”

  Il Papa: i cristiani facciano scelte definitive, come testimoniano i martiri di ogni tempo

  video


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S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
26 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: 
speranza, virtù che viene da Dio

L’uomo può credersi sovrano del momento, ma solo Cristo è padrone del tempo. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa di stamattina, celebrata in Casa Santa Marta. Il Papa ha indicato nella preghiera la virtù per discernere ogni singolo momento della vita e nella speranza in Gesù quella per guardare alla fine del tempo.

Due consigli, per capire lo scorrere del presente e prepararsi alla fine dei tempi: preghiera e speranza. La preghiera, assieme al discernimento, aiuta a decifrare i singoli momenti della vita e a orientarli a Dio. La speranza è il faro a lunga gittata che illumina l’ultimo approdo, quello di una singola vita e insieme – in senso escatologico – quello della fine dei tempi. Papa Francesco riflette sul Vangelo del giorno, nel quale Gesù spiega ai fedeli nel Tempio cosa dovrà accadere prima della fine dell’umanità, rassicurando sul fatto che nemmeno il peggiore dei drammi dovrà gettare nella disperazione chi crede in Dio. Osserva il Papa: “In questa strada verso la fine del nostro cammino, di ognuno di noi e anche di tutta l’umanità, il Signore ci consiglia due cose, due cose che sono differenti, sono diverse secondo come viviamo, perché è differente vivere nel momento e differente è vivere nel tempo”:
“E il cristiano è un uomo o una donna che sa vivere nel momento e sa vivere nel tempo. Il momento è quello che noi abbiamo in mano adesso: ma questo non è il tempo, questo passa! Forse noi possiamo sentirci padroni del momento, ma l’inganno è crederci padroni del tempo: il tempo non è nostro, il tempo è di Dio! Il momento è nelle nostre mani e anche nella nostra libertà di come prenderlo. E di più: noi possiamo diventare sovrani del momento, ma del tempo soltanto c’è un sovrano, un solo Signore, Gesù Cristo”...

“Ci dia il Signore la grazia di camminare con la saggezza, che anche è un dono di Lui: la saggezza che nel momento ci porti a pregare e discernere. E nel tempo, che è il messaggero di Dio, ci faccia vivere con speranza”.

  Il Papa: il momento è dell'uomo, il tempo è di Dio ed è Lui che lo illumina con la speranza

  video


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Adorare fino alla fine, con fiducia e fedeltà - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
28 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: 
la religione non è un fatto pivato

Ci sono “poteri mondani” che vorrebbero che la religione fosse “una cosa privata”. Ma Dio, che ha vinto il mondo, si adora fino alla fine “con fiducia e fedeltà”. È il pensiero che Papa Francesco ha offerto durante l’omelia della Messa celebrata questa mattina in Casa S. Marta. I cristiani che oggi sono perseguitati – ha detto – sono il segno della prova che prelude alla vittoria finale di Gesù. 

Nella lotta finale tra Dio e il Male, che la liturgia di fine anno propone in questi giorni, c’è una grande insidia, che Papa Francesco chiama “la tentazione universale”. La tentazione di cedere alle lusinghe di chi vorrebbe averla vinta su Dio, avendo la meglio su chi crede in Lui. Ma proprio chi crede ha un riferimento limpido cui guardare. È la storia di Gesù, con le prove patite nel deserto e poi le “tante” sopportate nella sua vita pubblica, condite da “insulti” e “calunnie”, fino all’affronto estremo, la Croce, dove però il principe del mondo perde la sua battaglia davanti alla Risurrezione del Principe della pace. Papa Francesco indica questi passaggi della vita di Cristo perché – sostiene – nello sconvolgimento finale del mondo, descritto nel Vangelo, la posta in gioco è più alta del dramma rappresentato dalle calamità naturali...

Eppure, conclude Papa Francesco, nel momento in cui i “tempi dei pagani sono stati compiuti” è quello il momento di alzare il capo, perché è “vicina” la “vittoria di Gesù Cristo”:
“Non abbiamo paura, soltanto Lui ci chiede fedeltà e pazienza. Fedeltà come Daniele, che è stato fedele al suo Dio e ha adorato Dio fino alla fine. E pazienza, perché i capelli della nostra testa non cadranno. Così ha promesso il Signore. Questa settimana ci farà bene pensare a questa apostasia generale, che si chiama divieto di adorazione e domandarci: ‘Io adoro il Signore? Io adoro Gesù Cristo, il Signore? O un po’ metà e metà, faccio il gioco del principe di questo mondo?’. Adorare fino alla fine, con fiducia e fedeltà: questa è la grazia che dobbiamo chiedere questa settimana”.

  Il Papa: la fede non è un fatto privato, adorare Dio fino alla fine, nonostante apostasia e persecuzioni

  video


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Il pensiero secondo Dio è pensiero di mente, di cuore e di anima - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
29 novembre 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: 
Papa Francesco: con intelligenza, capire i segni dei tempi

Il cristiano pensa secondo Dio e per questo rifiuta il pensiero debole ed uniforme. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha affermato che, per capire i segni dei tempi, un cristiano non può pensare solo con la testa, ma anche con il cuore e con lo spirito che ha dentro.

Il Signore insegna ai suoi discepoli a comprendere i “segni dei tempi”, segni che i farisei non riescono a cogliere. Papa Francesco ha preso spunto dal Vangelo odierno per soffermarsi sul “pensare in cristiano”. Chi segue Gesù, ha osservato, non pensa solo con la testa, ma anche con il cuore e “lo spirito che ha dentro”. Altrimenti non si può comprendere “il passo di Dio nella storia”:
“Nel Vangelo, Gesù non si arrabbia, ma fa finta quando i discepoli non capivano le cose. A quelli di Emmaus dice: ‘Stolti e tardi di cuore’. ‘Stolti e tardi di cuore’… Quello che non capisce le cose di Dio è una persona così. Il Signore vuole che noi capiamo cosa succede: cosa succede nel mio cuore, cosa succede nella mia vita, cosa succede nel mondo, nella storia… Cosa significa questo che accade adesso? Questi sono i segni dei tempi! Invece, lo spirito del mondo ci fa altre proposte, perché lo spirito del mondo non ci vuole popolo: ci vuole massa, senza pensiero, senza libertà”...
“E Gesù – ha soggiunto – ci chiede di pensare liberamente, pensare per capire cosa succede”. La verità, ha detto ancora il Papa, è che “da soli non possiamo! Abbiamo bisogno dell’aiuto del Signore”. Ne abbiamo bisogno “per capire i segni dei tempi” e, ha evidenziato, “lo Spirito Santo ci dà questo regalo, un dono: l’intelligenza per capire e non perché altri mi dicano cosa succede”:
“Qual è la strada che il Signore vuole? Sempre con lo spirito di intelligenza per capire i segni dei tempi. E’ bello chiedere al Signore Gesù questa grazia, che ci invii il suo spirito di intelligenza, perché noi non abbiamo un pensiero debole, non abbiamo un pensiero uniforme e non abbiamo un pensiero secondo i propri gusti: soltanto abbiamo un pensiero secondo Dio. Con questo pensiero, che è un pensiero di mente, di cuore e di anima. Con questo pensiero, che è dono dello Spirito, cercare cosa significano le cose e capire bene i segni dei tempi”...

  Il Papa: il cristiano non cede al “pensiero debole”, ma pensa secondo Dio

  Guarda il video



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Più che un’udienza quella di Papa Francesco stamane con l’Unione dei Superiori Generali, in Aula del Sinodo, è stata una chiacchierata tra amici. Tanto più che questo incontro con i 120 Superiori, riuniti a Roma dal 27 novembre per l’82° Assemblea generale, non era neppure previsto dall’agenda pontificia.
Si è trattato pertanto di un “fuori programma” di Bergoglio, che un comunicato dell’Unione ha descritto come “un lungo incontro di tre ore, in cui il Pontefice non ha pronunciato un discorso preparato, ma ha risposto a braccio alle domande che gli venivano poste”. E quando improvvisa, si sa, Francesco dà il meglio di sé. Oggi, dopo lo scambio di opinioni, domande e analisi, prima di lasciare l’aula del Sinodo, ha infatti sorpreso tutti annunciando che il 2015 sarà un anno dedicato alla vita consacrata.
  Salvatore Cemuzio:   Il 2015 sarà un anno dedicato alla vita consacrata



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