"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°17 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 20 al 26 aprile 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 3 maggio 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

  di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili 
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 










 
Speciale


Pagina in continuo aggiornamento





I NOSTRI TEMPI


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Giornata Mondiale della Terra 2013: Il Volto del Cambiamento Climatico


La Giornata della Terra (in inglese Earth Day), è il nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Le nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno il 22 aprile, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera...

Ogni anno il 22 aprile, più di un miliardo di persone partecipano alla Giornata della Terra. In tutto il mondo, le singole persone, le comunità, le organizzazioni e i governi riconoscono il meraviglioso pianeta che chiamiamo casa e decidono di fare delle azioni concrete per proteggerlo.
La giornata della Terra 2013: Il Volto del Cambiamento Climatico...

   Giornata Mondiale della Terra

Le web-iniziative del portale Decrescita Felice Social Network:
  • Azioni del Buon Senso
  • Sei tu il nostro super eroe 
  • Gli Artigiani della Decrescita
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   Ecco altre iniziative connesse alla celebrazione di oggi dal sito http://www.earthdayitalia.org/

«Io ci tengo, e tu?» È questo lo slogan che dà il nome alla nuova campagna di sensibilizzazione verso la tutela dell’ ambiente di Earth Day Italia 2013, che ha coinvolto con video messaggi personaggi noti della cultura e dello spettacolo e che ora è aperta anche la gente comune con i video “fai da te”.

   video  

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   Speciale GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA per i più piccoli

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Google ha deciso di ricordare questa giornata e di sensibilizzare a modo suo milioni di utenti in tutto il Mondo con un delizioso Doodle animato e interattivo che mostra un intero ecosistema nel corso di un anno solare, dalla primavera coi fiori che sbocciano e gli animali che si affacciano dalle loro tane fino all’inverno con le cime innevate e gli alberi spogli, passando per il giallo dell’autunno e le foglie cadenti fino all’estate col sole alto in cielo.

Una volta fatto partire il Doodle con un click sul sole potrete limitarvi a godervi l’animazione creata da Google o potrete intervenire direttamente sull’ecosistema costruito intorno all’ormai immancabile scritta, dove la prima G è rappresentata da una siepe fiorita e l’ultima lettera è il tratto finale di un corso d’acqua. Potrete decidere di far piovere, di far fare capolino agli animali, cogliere i fiori o far smettere di piovere e far comparire le lucciole.
Basta un semplice click per dare vita al piccolo ecosistema e scoprire tutti i suoi abitanti, assistere all’avvicendarsi del ciclo giorno-notte, far splendere un caldo sole o dare il via a fitte precipitazioni. La lente (in basso a destra) porta invece come sempre alla pagina dei risultati, dove sono raccolti link e informazioni sull’Earth Day.

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Si prevede che saranno più di un miliardo le persone che oggi, 22 aprile, proclamato dall’ONU Earth Day, (la Giornata della Terra) prenderanno parte a qualche manifestazione per sensibilizzare sulla necessità di intensificare l’attenzione all’ambiente naturale, quest’anno dedicata alla “sfida del cambiamento climatico”...
E i cattolici, in prima fila per educare alla responsabilità, guardano anch’essi con speranza in queste settimane verso papa Francesco. Dopo tutti gli interventi dei suoi predecessori - Giovanni Paolo II aveva parlato di “conversione ecologica” e innumerevoli sono stati gli interventi di Benedetto XVI, il papa più “verde” della storia – papa Bergoglio aveva fatto un chiaro rifermento al creato già in occasione della messa di inizio del suo pontificato...

   Giornata della Terra: la speranza è riposta in papa Francesco


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Si celebra oggi il 43° giorno della Terra, un'occasione per esaminare lo stato del salute del pianeta. Le inziative in Italia e nel mondo.

  FAMIGLIA CRISTIANA: Il giorno della Terra 2013

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Il fascino dell'occulto e la religiosità malata


Un giro d'affari di 6 miliardi di euro all'anno gestito da circa 120mila operatori. 12,5 milioni gli italiani che si rivolgono a guaritori e fattucchiere. Per il vescovo Nunnari si tratta di religiosità "malata" mentre il domenicano p. Dermine parla di "tecnologia spirituale". E lo studioso Introvigne richiama "l'esperienza del potere". La testimonianza di chi ne è uscito

Ogni anno oltre 12,5 milioni di italiani, 35mila persone al giorno, vengono conquistati dal fascino dell’occultismo. Si rivolgono a sensitivi, veggenti, guaritori con la speranza di poter risolvere i loro problemi, chiedere consigli o conoscere il proprio futuro. Un giro d’affari quantificati attorno ai 6 miliardi di euro gestito da circa 120mila operatori. In Calabria il volume di affari si aggira intorno ai 15milioni. Di questi dati - relativi al 2011 e diffusi dal rapporto “Magia e occultismo 2011” del Telefono Antiplagio di European Consumers - si è parlato il 24 aprile a Paola (Cs) durante il convegno “La religiosità malata: tra fede e magia, esoterismo, occultismo” promosso dalla Forania Marina della diocesi di Cosenza-Bisignano.

   Fuori dal tunnel

Un esercito di guaritori, cartomanti, spiritisti, parapsicologi, occultisti, che si avvale anche del web. Sembra che questo mondo sia temuto e intoccabile. Ma il cristiano non può tacere

“Maghi e tarocchi non vi salvano. Lo fa Gesù”. Con queste parole pochi giorni fa Papa Francesco ha ricordato ai cristiani che solo il nome di Cristo è in grado di salvare l’uomo, in una realtà piena di falsi salvatori e di persone che, per risolvere i loro problemi, ricorrono a maghi, tarocchi e ciarlatani. Il Santo Padre, fin dai primi giorni del suo pontificato, ha parlato in diverse occasioni della presenza del maligno nel mondo, indicando all’uomo la strada per fuggire dalle sue seduzioni ed inganni.

   Magia, boom di affari e truffe in agguato


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FEDE E
SPIRITUALITA'





DA UNA CHIESA TRIONFANTE

AD UNA CHIESA MENDICANTE

A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II

HOREB n. 64 - 1/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Sono passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo, perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel mondo.
Il Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici, dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona umana e della sua coscienza.
Gli orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale, purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante, accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa  popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13 novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato»...  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
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98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 18 di Santino Coppolino



RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

IV DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

Vangelo: Gv 10,27-30

"Io e il Padre siamo Uno", così proclama Gesù ai Giudei che lo interrogano se Lui è o no il Messia. Gesù non afferma soltanto che Lui e il Padre sono uniti in una unione di intenti, ma che condividono la stessa condizione divina. L'Uno infatti indica Dio stesso (cfr. Zc 14,9). E' la bestemmia  che lo metterà a rischio di linciaggio, è l'accusa che i suoi nemici porteranno contro di Lui durante il suo processo-farsa...


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Don Tonino Bello a vent'anni dalla suo "dies natalis"


​Esattamente 20 anni fa, il 20 aprile 1993, moriva Antonio Bello, quel «don Tonino» che da vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e presidente di Pax Christi compì numerosi gesti a favore dei poveri e della pace rimasti nella memoria di molti per la loro profezia. Cinque anni fa si apriva la causa di beatificazione: postulatore è Agostino Superbo, arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo.
Lei l’ha conosciuto bene, che ricordo conserva di don Tonino?
Durante l’episcopato di don Tonino Bello ero rettore del Seminario regionale di Molfetta. Sono molti i ricordi che conservo di quegli anni, ma quello più significativo è il rapporto profondo che aveva con noi educatori e con i seminaristi, ai quali ho sempre dato la piena libertà di frequentare casa sua, unico posto dove potevano andare senza chiedere il permesso ai superiori. Ero certo, infatti, che in lui avrebbero avuto un esempio forte di fedeltà a Cristo e di amore per il Vangelo. E lui li accoglieva sempre con cordialità, offrendo una testimonianza luminosa ai giovani, ai preti e ai seminaristi che si sono formati in quel tempo.
Di lui si conoscono i numerosi gesti forti, ma dove risiede il nucleo spirituale della sua eredità?
Sta nei gesti nascosti, in quelli meno conosciuti ai più, in particolare la sua vicinanza totale all’Eucaristia. Don Tonino è stato certamente un uomo di azione, ma è stato anche un contemplativo. Di tutto ciò che ha scritto ogni pagina è nata davanti a Gesù eucaristico: anche di notte aveva nella cappella privata una specie di scrittoio mobile e lì ha scritto tutto ciò che ha pronunciato o pubblicato da vescovo. Vorrei quindi che questo anniversario fosse l’occasione per ricordarlo come un uomo eucaristico, un uomo conformato all’Eucaristia, un uomo illuminato e fortificato dall’Eucaristia. Era infatti convinto che l’Eucaristia può cambiare le persone e il mondo. Questa era la vera sorgente del suo pensiero e del suo agire. Da qui nascevano le opere pastorali che si prendevano cura delle persone a tutti i livelli, anche oltre i confini della sua diocesi: seguiva da vicino, ad esempio, i sacerdoti fidei donum in terra di missione o gli emigrati di Molfetta all’estero. E anche l’impegno nella promozione della pace o a favore dei poveri erano radicati nella sua spiritualità eucaristica. Si prendeva cura di tutti perché era convinto che ognuno porta in sé il segno della gloria di Dio. Ci diceva sempre: «Non dimenticate Cristo e i poveri»...

    Tonino Bello, profeta per gli ultimi del mondo

Un film a vent’anni dalla morte del “Vescovo più straordinario e popolare che la Chiesa abbia avuto dopo il Concilio”, affermano da Pax Christi: si tratta di mons. Antonio Bello, meglio conosciuto come don Tonino Bello (Alessano, 18 marzo 1935 – Molfetta, 20 aprile 1993).
L’opera cinematografica “L’anima attesa”, diretta da Edoardo Winspeare e prodotta da Pax Christi, il movimento cattolico internazionale di cui don Tonino Bello era stato presidente nazionale e dal mensile Mosaico di Pace, rievoca “il messaggio di don Tonino attraverso i volti e le storie quotidiane della sua una amata terra di frontiera, che non lo ha mai dimenticato”...

    Un film su don Tonino Bello, “esploratore di felicità”

Don Tonino Bello. Un vescovo, un uomo. 
Anteprima del mediometraggio "L'anima attesa", di Edoardo Winspeare

  video

«Esperti in umanità! Capaci di comprensione e di perdono, di accoglienza e di sorriso, di lacrime e di ebbrezze, disponibili all’ascolto e all’attesa, al credito e al compatimento, all’indulgenza e all’incoraggiamento, pronti a scommettere e a ricominciare, a parlare linguaggi della povertà e a non scandalizzarsi per le miserie altrui, a capire le lentezze e ad accelerare i segni della speranza. Esperti in umanità! Uomini fino in fondo, anzi fino in cima! Perché essere uomini fino in cima, senza fermarsi a mezzacosta, significa non solo essere santi come Lui, ma capire che il calvario è l’ultima tappa di ogni scalata, e che la croce non è la sconfitta dell’uomo, ma la vetta gloriosa di ogni carriera!» (don Tonino Bello)


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"Il sorriso di don Tonino" di Tonio Dell'Olio


Mosaico di Pace Aprile 2013
Editoriale

Il sorriso di don Tonino di Tonio Dell'Olio

Ma non lo vedete il sorriso amorevole e rassicurante di don Tonino? Non più sulle immagini che pure a distanza di vent’anni dalla sua Pasqua continuano ad affacciarsi non solo dai muri delle sagrestie delle chiese della sua diocesi e di tante altre chiese, ma anche dalle botteghe dei molfettesi, nei libri che - numerosi - si propongono dagli scaffali delle librerie e sulle scrivanie di tanti estimatori vecchi e nuovi. Non parlo nemmeno dei sorrisi con cui il vescovo della pace e dei poveri prosegue ad accompagnare i sogni di tanti e tante – credenti e non credenti – che non hanno smesso di contribuire a costruire quel mondo migliore che egli aveva consegnato come un testimone, come impegno ed eredità della sua profezia efficace e concreta. 
Questo è proprio il suo sorriso che pervade l’universo intero. È un sorriso di primavera. Primavera della natura ma anche della comunità dei credenti e delle donne e degli uomini di buona volontà. Quando erano pochissimi a pronosticarlo, il conclave ha partorito un “vescovo di Roma” che mostra con mille gesti di amare i poveri, di pregare e operare per la pace, di vestire il grembiule dell’umiltà e della speranza di cui il mondo intero ha bisogno come il pane. Francesco incarna il Vangelo di Cristo con uno stile che avevamo assaporato in un vescovo della periferia delle chiese, nel mezzogiorno d’Italia, tra i bassi delle strade di un centro storico e tra le marinerie di Puglia. Quella visione di Chiesa e di storia che vedeva don Tonino oggetto della sufficienza di coloro che lo bollavano come ingenuo o velleitario o che addirittura lo giudicavano borderline della sana dottrina se non eretico... oggi è annunciata autorevolmente e semplicemente da un Papa che arriva da un altro Sud, anzi dalla terra della “fine del mondo”. La fantasia di Dio non avrebbe potuto trovare una via migliore per festeggiare coi fatti il ventesimo anniversario della sua scomparsa. Per riproporlo vicino e attuale. Per renderlo bene comune. Per sottrarlo persino a chi in questi anni ha tentato di ridurlo a santino, di “decaffeinare” la sua santità, di ridimensionare la portata della sua originalità cristiana e pastorale...

    Il sorriso di don Tonino di Tonio Dell'Olio


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"Don Tonino Bello, quel suo grembiule sempre qui con noi" di don Salvatore Leopizzi e La lettera di don Tonino "a coloro che non contano niente" (dalla sua viva voce)


“Ascoltino gli ultimi e si rallegrino”. Era il motto episcopale di don Tonino Bello tratto dal salmo 34.

A vent’anni dalla conclusione del suo pellegrinaggio terreno - era il 20 aprile 1993 - quelle parole mi risuonano limpide nella mente e mi riscaldano il cuore. È un tempo difficile quello che stiamo vivendo. Un momento di crisi epocale dalle dimensioni planetarie. Una crisi drammatica che si ripercuote nella vita quotidiana di tanta gente generando paura e smarrimento fino alle estreme conseguenze della disperazione. E proprio in questo orizzonte così triste possiamo scorgere ancora un varco di luce con il ricordo sempre più vivo e attuale del grande uomo di Dio e amico dei poveri, il fratello vescovo don Tonino. Dal luogo della sua sepoltura ad Alessano continuano a sprigionarsi flussi inarrestabili di energia spirituale che alimentano la “lampara” della speranza, quella che si accese “sul mare ancora senza vele e senza sogni” della sua Tricase all’inizio della sua missione episcopale. Oggi quella lampara ci appare ancora più luminosa perché i suoi raggi hanno varcato le mura vaticane e da lì i suoi bagliori stanno già raggiungendo le estreme periferie del cuore e della terra. Gli umili e gli ultimi, affascinati, se ne rallegrano. Siamo in tanti ad aver colto già dal suo primo apparire dalla loggia centrale di San Pietro la sorprendente somiglianza che lega la figura del nuovo vescovo di Roma, Francesco, a quella del vescovo di Molfetta, don Tonino.
Pastori autentici col profumo delle pecore, preti generosi e uomini schietti che, senza temere percorsi sterrati e fangosi di ogni miseria, camminano “insieme, alla sequela di Cristo, sul passo degli ultimi”.

    Don Tonino Bello, quel suo grembiule sempre qui con noi di don Salvatore Leopizzi

... Non tarderemo a vedere i segni della Resurrezione, anche nella Chiesa verranno tempi nuovi e dal domicilio dei poveri si sprigionerà un così forte potenziale evangelizzatore che la città traboccherà di speranza!
Don Tonino Bello - A coloro che non contano niente

  video


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Don Tonino Bello nel ricordo di monsignor Luigi Bettazzi


Il 20 aprile 1993 si spegneva a Molfetta monsignor Antonio Bello, conosciuto come “don Tonino”, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, presidente di Pax Christi Italia dal 1985 al 1993.

Monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, ha ricoperto per oltre un decennio il ruolo di Presidente di Pax Christi Italia per poi assumere, nel 1978, la presidenza di Pax Christi International. Con monsignor Tonino Bello, suo successore, partecipò nel 1992 alla marcia di Pax Christi che giunse fino a Sarajevo: “Ricordo molto bene il discorso che don Tonino fece in quel cinema di Sarajevo alla luce delle fiaccole. Un discorso vero, concreto, diretto, articolato in tre punti. Don Tonino prese la parola per dire che eravamo giunti fino lì per dire ai nostri fratelli che eravamo loro vicini e che il mondo non li aveva dimenticati. In secondo luogo che eravamo giunti fin lì per richiamare le nostre responsabilità nel conflitto, nostre di europei e di italiani. In terzo luogo, per ribadire che in mezzo a quella violenza e a quella ferocia l'unica risposta possibile era quella della nonviolenza. Lo disse in quel cinema disadorno, senza luce, in mezzo a gente che soffriva”.
Dal 1985, don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, fu presidente nazionale e leader carismatico, non solo di Pax Christi ma di tutto il movimento pacifista in Italia, fino al 1993, anno della sua morte...

    Don Tonino Bello nel ricordo di monsignor Luigi Bettazzi


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Dallo speciale di Nigrizia "Vent'anni senza don Tonino": SULLE STRADE DI UN PROFETA di Claudio Ragaini, SE LA CHIESA CHE NON AMA LA PACE di Sergio Paronetto


Vent'anni senza don Tonino

Ricordiamolo perché ha ancora molto da insegnarci. 
Ricordiamolo perché ci aiuti a riscoprire l'attualità della sua testimonianza di profeta di pace. 
Ricordiamolo per non essere preda della rassegnazione in un mondo violento.
SULLE STRADE DI UN PROFETA
di Claudio Ragaini
Il rischio, con don Tonino Bello, è di confinare la sua straordinaria personalità in una formula restrittiva: il vescovo pacifista, la Chiesa del grembiule, il testimone del concilio, l’autore della “Lettera al marocchino”. Ma ogni volta ci si rende conto dell’insufficienza di un’analisi che lo riporti a una sola dimensione, per quanto nobilissima. Don Tonino è questo e molto “altro”.
Con il passare del tempo (sono vent’anni dalla morte di don Tonino ed è in corso il processo di beatificazione) si avverte sempre più come la sua figura e la sua popolarità siano l’espressione di un insieme complesso di valori che non possono essere letti separatamente. Nella sua breve esistenza (è morto a 58 anni) don Tonino è passato nel cielo della Chiesa italiana come una cometa luminosa, lasciando una scia ricca e feconda fatta di segni e di insegnamenti che costituiscono la memoria viva della sua presenza e della sua attualità.
Lo testimonia la processione di pellegrini che visitano la sua tomba ad Alessano (Lecce), il paese natale, lasciano messaggi d’amore e gli affidano i loro segreti pensieri, come farebbero con un amico. Così come le vie, le piazze, le scuole che portano il suo nome; e la diffusione, attraverso un passa-parola complice e misterioso, dei suoi libri e dei suoi discorsi, che ci riportano la sua voce calda e avvolgente e il suo sorriso illuminante. Una fama di beatitudine, non ancora formalizzata ma diffusa, che affascina anche chi non l’ha conosciuto...

    SULLE STRADE DI UN PROFETA di Claudio Ragaini

SE LA CHIESA CHE NON AMA LA PACE
di Sergio Paronetto
Come uomo del concilio, don Tonino riteneva pace e povertà i primi luoghi di verifica della vita cristiana. E a suo avviso in Italia non c’era (non c’è) un’apprezzabile teologia della pace.
Nell’anno del 50° anniversario dell’inizio del concilio e della Pacem in terris, la memoria di Tonino Bello vibra di particolare intensità e interpella i credenti con le sue domande brucianti al ritorno da Sarajevo (dicembre 1992): «Attecchirà davvero la semente della nonviolenza? Sarà davvero questa la strategia di domani? Fino a quando questa cultura della nonviolenza rimarrà subalterna? (...) Sono troppo stanco per rispondere stasera. Per ora mi lascio cullare da una incontenibile speranza: le cose cambieranno, se i poveri lo vogliono». (La speranza a caro prezzo, San Paolo, 1999) I poveri lo vorranno? E con quale aiuto? La Chiesa lo vorrà?...

    SE LA CHIESA CHE NON AMA LA PACE di Sergio Paronetto


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DESTINI INCROCIATI di Alex Zanotelli


Le vicende di don Tonino e di padre Alex s’intrecciano per una lunga stagione. Ecco, nel racconto del missionario, l’incontro che ha segnato la sua vita e l’esperienza a Nigrizia.

Per conoscere e capire Tonino Bello bisogna amare e capire la terra da dove è spuntato: il Salento, una terra dolce, una distesa infinita di ulivi. Una terra che ha a che fare con la sua spiritualità biblica, letta nell’oggi partendo dai poveri. Di qui la sua capacità di legare strettamente fede e vita, prendendo decisioni forti senza perdere di vista la comunione. Di qui la sua passione per il Vaticano II, cioè di una Chiesa povera e dei poveri, e l’assimilazione di ciò che è il cuore del vangelo: pace e nonviolenza attiva.

  DESTINI INCROCIATI di Alex Zanotelli


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  C'è un tempo per tacere...

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A vent'anni dalla morte è viva la testimonianza del vescovo della pace e della misericordia
Sono vent’anni, oggi, dalla morte di don Tonino Bello. Lo ricordo, già malato e sofferente, quando venne a trovarci al campo scuola del Gruppo Abele. Ci esortò – lo sguardo di chi già vede le cose della vita nella loro profonda unità – a continuare a essere testimoni di speranza.

  Luigi Ciotti:  La lezione di don Tonino Bello

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  Mons. Paglia: "Sbloccata la beatificazione di Romero"

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Papa Francesco ha sbloccato dopo un'attesa di 15 anni, la causa del sacerdote ucciso a San Salvador mentre celebrava l'eucarestia

  Ignazio Ingrao: Mons. Oscar Romero sarà presto beato

Dopo l'incontro con Papa Francesco, mons. Vincenzo Paglia, postulatore della causa dell'arcivescovo ucciso nel 1980 a San Salvador, ha annunciato passi avanti

  FAMIGLIA CRISTIANA: Mons. Romero verso la beatificazione

Bergoglio sblocca la causa di beatificazione, ma è da riscrivere tutta la storia della Chiesa negli anni delle dittature. Le responsabilità di Wojtyla e Paolo VI

  Francesco Peloso: Romero, 33 anni dopo c'è la svolta del Papa

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IV DOMENICA DI PASQUA (C-2013) Riflessione di Gianfranco Ravasi


V DOMENICA DI PASQUA
(Anno C) - 21.04.2013

Riflessione del Card. Gianfranco Ravasi

Letture:
At 13,14.43-52;   Sal 99(100);   
Ap 7,9.14-17;   Gv 10,27-30

  video


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Il Credo nei mosaici di Monreale - puntata del 21/04/13


Il Credo nei mosaici di Monreale 
- puntata del 21/04/13 - 

Programma di TV2000 "Il Credo nei mosaici di Monreale", di Sandro Magister e padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese. In dodici puntate come i dodici apostoli, di mezz'ora ciascuna.
La trama è il "Credo", l'abc della fede cristiana, con le forme, i colori, la luce di quel capolavoro unico al mondo che sono i mosaici di Monreale.

La storica dell'arte Sara Magister ne illustrerà la "lettera" mentre padre Innocenzo ne svelerà lo "spirito", accompagnandoci all'interno stesso del duomo. Un'avventura senza eguali, dai primordi della creazione, all'avvento di Gesù, alla celeste Gerusalemme. Il programma è una produzione Run To Me Film per Tv2000.
La cura è di Francesca Romana Pozzonelli. La regia dei filmati realizzati nel Duomo di Monreale è di Davide Gambino per la Run To Me Film; la regia di studio è di Edoardo Pacchiarotti per Tv2000.

GUARDA LA PUNTATA

  video


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Liberati i due vescovi siriaci
C'è una conferma dal patriarcato di Damasco: i due vescovi sono stati liberati.

 
Liberati i due vescovi siriaci

Purtroppo smentita la notizia della loro liberazione data nel pomeriggio di ieri...

  Mistero sul presunto rilascio dei due vescovi ortodossi

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Roma, 25-28 aprile - CONGRESSO di Pax Christi: E’ L’ORA DELLA NONVIOLENZA


Da venerdì 26 aprile fino a domenica 28 Pax Christi Italia celebra il Congresso nazionale a Roma, all’Istituto Seraphicum. Tema dell’importante appuntamento è: È l’ora della nonviolenza - Spalancare la finestra del futuro, progettando insieme, osando insieme.
Il Congresso sarà aperto dal saluto del vescovo presidente, mons. Giovanni Giudici, e del vescovo segretario generale della CEI, mons. Mariano Crociata. Dopo l’introduzione al Congresso di mons. Giudici dal titolo Dalla bisaccia al sentiero: cammino e sfide di Pax Christi oggi, sarà la volta di José Henriquez, segretario generale Pax Christi International, che parlerà di Pax Christi: la forza di una comunità grande come il mondo.

Il commento del segretario nazionale José Henriquez, alla vigilia del Congresso Nazionale

“Pax Christi Internazionale è un movimento di portata mondiale- spiegaJosé Henriquezin un comunicato dell’organizzazione -.Si riconoscono come membri più di 100 organizzazioni in 50 paesi, e parecchie di queste organizzazioni sono reti anche loro; quindi questa famiglia parla un bel po’ di lingue ed include più culture di quelle che siamo abituati a guardare nei nostri dintorni quotidiani. Non è, però, soltanto l’aspetto geografico quello che definisce l’internazionalità di Pax Christi. Siamo tutti e tutte interessati alla costruzione della pace anche al di là dalle nostre comunità. La trasformazione nonviolenta dei conflitti e il rispetto dei diritti delle persone sono le nostre cause, indipendentemente di dove si svolgono i conflitti. Ci si sta al cuore il bene comune della famiglia umana”...

  Pax Christi: la forza di una comunità grande come il mondo

“Con il titolo del Congresso vogliamo richiamare lo stretto legame che c’è fra la ricerca della pace e questa società in cui ci troviamo, in cui la violenza è diventata non solo più il confronto fra campi avversi, potremmo dire, ma è diventata una questione presente quasi in maniera endemica nella vita sociale dei paesi nelle varie aree del mondo per cui c’è questa spinta a considerare l’agire violento come quasi un fatto di cui non possiamo liberarci, non possiamo tenere in aree separate della nostra vita sociale”. Con queste parole Mons. Giudici, presidente di Pax Christi Italia, annuncia il Congresso del 25-28 aprile

  VERSO IL CONGRESSO. Se la pace non fa notizia

  Intervento del presidende S.E.Mons. Giovanni Giudici (video)

Per approfondire:

  Lettera di invito al Congresso (pdf)

  Uscì un seminatore…La bisaccia I Parte (pdf)

  E’ l’ora della nonviolenza...La bisaccia II parte (pdf)


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CHIESA E SOCIETÀ
interventi ed opinioni


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"Il nostro bisogno di verità" confronto tra Enzo Bianchi e Umberto Galimberti.


Il priore di Bose ha partecipato il 20/4/2013 al teatro Petruzzelli di Bari al confronto con Umberto Galimberti su "Il nostro bisogno di verità" nell’ambito di La Repubblica delle idee. 
Pubblichiamo uno stralcio del suo intervento:

“È necessario che chiunque abiti una fede non pensi di possedere la verità, e per giunta assoluta”. Questo scriveva il 24 aprile 2010 Umberto Galimberti nella sempre illuminante rubrica di risposte ai lettori che da ben 17 anni tiene sul settimanale Donna di Repubblica. Concordo con queste parole, nella profonda convinzione che è assolutamente fuori luogo e insensato pensare di possedere la verità. Per l’autentica fede cristiana, infatti, quella consegnataci dalle Scritture e dalla grande Tradizione, la verità è una persona, Gesù Cristo (cf. Gv 14,6), colui che ha narrato Dio (exeghésato: Gv 1,18): è una verità che, come tale, sempre ci precede; una verità che, se mai, ci possiede, ci chiama fuori da noi stessi aprendoci al dialogo con tutti gli uomini e le donne in ricerca. Anche i credenti si avvicinano dunque alla verità in un modo sempre limitato, relativo, provvisorio, in attesa che la verità stessa si manifesti pienamente con la venuta gloriosa del Signore. E nel frattempo, nell’oggi, come cercare insieme la verità, credenti e non credenti?...

  Il nostro bisogno di verità

Qual è il punto di incontro tra fede e ragione? È l'amore dice il credente. È l'amore conferma il filosofo. «Dio è morto», dice il filosofo. La religione nasce dalla paura della morte. Ma la fede non rassicura, perché non è una certezza, risponde il credente. La fede si conquista giorno per giorno, come la verità... "Il nostro bisogno di verità" è il titolo del dibattito... tra il priore di Bose, Enzo Bianchi e il filosofo Umberto Galimberti

  Se è l’amore il terreno comune tra il credente e il filosofo

"L’intolleranza è tipica di tutte le religioni monoteiste: se pensi di possedere la verità assoluta non puoi dialogare con gli altri”. Il filosofo Umberto Galimberti si confronta con il priore Enzo Bianchi sul bisogno di verità dell’uomo. “Nessun cristiano ha certezze, è la verità che ci possiede” replica il priore. Modera Giovanni Valentini

  video


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Don Sciortino e Giovanni Valentini "Il Vangelo dei media"


Il Vangelo dei media
21 aprile 2013 Teatro Petruzzelli - Bari (BA)

A Cinquant'anni dall'inizio del Concilio Vaticano II la Chiesa è chiamata a nuove sfide per cogliere il "segno dei tempi". In un momento in cui sia la Chiesa che l'Italia attraversano una fase delicata e per molti aspetti critica, Don Sciortino, direttore di "Famiglia Cristiana", si confronta con Giovanni Valentini indicando la strada per un dialogo aperto tra laici e cattolici
Il direttore del settimanale Famiglia Cristiana, a confronto sul palcoscenico del Petruzzelli con l'editorialista di Repubblica, Giovanni Valentini, autore di un libro su morale, fede e ragione
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"Se San Paolo vivesse oggi sarebbe un giornalista, così come se Gesù vivesse sarebbe su Facebook". I mezzi di comunicazione, la multimedialità come veicoli di evangelizzazione. Strumenti forti, utili, secondo don Antonio Sciortino, direttore del settimanale Famiglia Cristiana, a confronto sul palcoscenico del Petruzzelli con l'editorialista di Repubblica, Giovanni Valentini, autore di un libro su morale, fede e ragione. Si è aperta con il dialogo su "Il Vangelo dei media" la seconda giornata della Repubblica delle idee, a Bari. 
A passare la palla ai due protagonisti di un'intensa ora di dibattito il giornalista vaticanista Paolo Rodari. Si cerca di trovare un punto, di tracciare una strada comune per un dialogo aperto tra laici e cattolici. E ci prova, da anni ormai, il direttore Sciortino, difendendo la possibilità di essere religiosi e giornalisti al tempo stesso, "le due cose non si contrappongono perché - ha detto a una platea anagraficamente eterogenea - se non comunichi non puoi evangelizzare".

  Sciortino: "Gesù, oggi sarebbe su Facebook"

Don Sciortino, direttore di "Famiglia Cristiana", si confronta con Giovanni Valentini nel corso dell'incontro "Il Vangelo dei Media" a "La Repubblica delle Idee" al teatro Petruzzelli di Bari
Sciortino "Se Gesu' vivesse oggi senz'altro sarebbe su Facebook "

  video

I media e il vecchio adagio per cui interessano solo le cattive notizie. 
Sciortino: ''Non è vero che il bene non fa notizia"

  video

Nel corso dell'incontro "Il Vangelo dei Media" a "La Repubblica delle Idee" di Bari, Giovanni Valentini ha ricordato l'ex cardinale di Milano, conosciuto ai tempi in cui il giornalista era caporedattore dell'edizione milanese di Repubblica. "Già negli anni '80 si aprì alla società civile milanese - ha detto Valentini -. Aveva il physique du rôle ma soprattutto la straordinaria capacita di spiegare il Vangelo in modo semplice e potente"
Valentini ricorda Martini: 
''Un attore di Hollywood col dono della parola''

  video


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“Il Cortile dei Gentili” Catanzaro 20 e 21 aprile - “Etica, religiosità, corresponsabilità”


L'annuncio non basta: la Chiesa deve essere una "spina nel fianco della mafia". Il cardinale Gianfranco Ravasi porta in Calabria il suo "cortile dei gentili" e stavolta il confronto con il mondo dei laici e dei non credenti si concentra sui temi dell'etica, della religiosità, della corresponsabilità. Ma dopo l'esperienza di Palermo, anche nella seconda tappa al Sud Italia del ciclo mondiale di incontri voluto dal Pontificio consiglio per la Cultura, ad emergere sono le discussioni sulla criminalità organizzata. Sabato mattina a Catanzaro il dialogo tra il porporato e i procuratori Giuseppe Pignatone, appena arrivato a Roma dopo l'esperienza a Reggio Calabria, e Michele Prestipino, aggiunto della Dda reggina, parte proprio dalle zone di contiguità tra sacro e criminale. "E' un fenomeno radicato e impastato: forse - ammette Ravasi - la comunità ecclesiale non lo ha combattuto abbastanza, anche in passato"...

  "La Chiesa sia spina nel fianco della mafia" L'autocritica di monsignor Ravasi

Accomuna sia credenti che non credenti nell'impegno di riscattare la propria terra dal dominio della mafia; accomuna sia coscienze religiose che coscienze civili di tanti che credono nella legalità al di là di ogni appartenenza ideologica: ecco perché l’abbiamo sentito più che mai vicino e presente, don Pino Puglisi, negli incontri de “Il Cortile dei Gentili”, che proprio nel segno del dialogo tra voci diverse e della comune responsabilità, sono stati intessuti da mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace e postulatore della causa di beatificazione del parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia “in odium fidei”, la cui beatificazione avverrà a Palermo il prossimo 25 maggio.

«Solo negli atei sopravvive oggigiorno la passione per il divino»: Gesualdo Bufalino, un altro grande siciliano, così scriveva nel suoMalpensante: lo si può intendere come un monito, per il fedele abitudinario, affidato soltanto a formule dogmatiche, senza lo scavo del comprendere intelligente e vitale. E proprio in questa direzione ermeneutica di ricerca e apertura si sono svolti a Catanzaro gli incontri “Il Cortile dei Gentili”, culminati, il 20 e il 21 aprile scorsi, nell’appuntamento conclusivo alla presenza del cardinale Gianfranco Ravasi.
L'incontro è stato vissuto intensamente in tre momenti (il primo, ospitato nell’aula magna dell’Università “Magna Graecia”; il secondo al Palasport, con i giovani e il dialogo col filosofo Salvatore Natoli; il terzo, in piazza, a Catanzaro) ed è stato moderato dal vaticanista del Tg2, Enzo Romeo: hanno partecipato anche Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica di Roma, e Michele Prestipino, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, che sono intervenuti dopo i saluti del rettore dell'università di Catanzaro, Aldo Quattrone. Le relazioni dei magistrati si sono incentrate sulla falsa religiosità dei mafiosi, marcata con altarini e processioni, manifestazione che si possono derubricare a vuota superstizione e a strumentalizzazione del sentimento religioso popolare.
Nella sua splendida Lectio Magistralis, Ravasi si è soffermato sul rapporto tra fede e religione...

  "Etica, Religiosità, Corresponsabilità" (Prima parte)

  "Etica, Religiosità, Corresponsabilità" (Seconda parte)


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Il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ha trascorso due giorni a Catanzaro, sottolineando il significato della fede e l'importanza della legalità. «Dobbiamo capire l’importanza di essere utili agli altri, noi cristiani questo lo chiamiamo servizio»

  IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA:  «La Criminalità organizzata è il lato oscuro» Dal cardinale Ravasi riflessione per i calabresi


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"Le relazioni pericolose" dal nuovo libro di Aldo Maria Valli «Il forziere dei Papi. Storia, volti e misteri dello Ior»


Le relazioni pericolose
di Aldo Maria Valli  

Arriva in libreria per l'editrice Ancora il nuovo libro di Aldo Maria Valli «Il forziere dei Papi. Storia, volti e misteri dello Ior». Si tratta di un volume in cui - al di là della leggenda nera - Valli prova a ripercorrere la storia passata e recente e alcuni grandi nodi legati a questa istituzione vaticana di cui da più parti si invoca una riforma radicale. Proponiamo in anteprima un brano dal capitolo 6 intitolato «Una banca è una banca»

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Ripercorrere la storia dello Ior vuol dire entrare nelle vicende, e soprattutto nelle contraddizioni, che hanno segnato il rapporto tra la Santa Sede e la finanza. Ma, in generale, è mai stata fatta una riflessione sulle relazioni che possono intercorrere tra la sfera economico-finanziaria e quella religiosa?...

  Le relazioni pericolose


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La spending review di papa Francesco parte dallo Ior, la banca vaticana che sarà riformata all'interno del processo di riorganizzazione e revisione della Curia romana.

  Vaticano, la spending review di Papa Francesco comincia dallo Ior


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Che fine farà lo Ior? Papa Francesco lo ha inserito oggi tra gli uffici che, ha detto, «sono necessari fino a un certo punto».

  L'UNITA':   Papa Francesco rompe un tabù La banca Ior non è indispensabile

Sull'Istituto finanziario il Papa vuole vederci chiaro, totale trasparenza e pulizia sono le parole d'ordine. Ma non è all'ordine del giorno la chiusra della banca.

  Francesco Peloso:   Ior, il Papa chiede pulizia ma non tutti sono d'accordo

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"Carità è-e Giustizia" - Intervento di mons. Francesco Montenegro


"Carità è-e Giustizia"
Intervento di mons.Francesco Montenegro
Vescovo di Agrigento

Convegno promosso della Caritas Diocesana di Agrigento. 
Favara 12 aprile 2013

Non ci può essere carità senza giustizia, ma anche la carità ha bisogno della giustizia... 
Nella Chiesa si è fatta e si fa tanta carità, ma non ci siamo spesi altrettanto nel campo della giustizia, 
tanto che la carità spesso è ridotta ad elemosina, facendo perdere così alla carità la sua forza rivoluzionaria. Quindi la carità senza giustizia, è davvero carità? ... 
Se Cristo oggi dovesse ritornare cosa troverebbe? 
 
  video


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RI-FORMARE I CRISTIANI, A PARTIRE DAI PRESBITERI


Tra le cause del distacco di moltissimi fedeli dalla vita della Chiesa l’Instrumentum laboris elaborato per il Sinodo dei Vescovi su “La Nuova Evangelizzazione” elenca: “il fatto che la Chiesa non avrebbe risposto in modo adeguato e convincente alle sfide degli scenari descritti. (…) la mancanza della partecipazione personale ed esperienziale nella trasmissione della fede, l’insufficiente accompagnamento spirituale dei fedeli (…) un’eccessiva burocratizzazione delle strutture ecclesiastiche (…) celebrazioni liturgiche formali e riti ripetuti quasi per abitudine privi della profonda esperienza spirituale, che invece di attirare allontanano le persone” (n. 69).
Ora, poiché tutti questi aspetti della vita delle comunità ecclesiali sono quasi completamente nelle mani dell’ordine sacerdotale, risulta evidente che è proprio questo ad essere maggiormente in crisi e a non saper trasmettere quella esperienza spirituale di cui tutti noi abbiamo invece uno straziante bisogno...

  RI-FORMARE I CRISTIANI, A PARTIRE DAI PRESBITERI


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Il disagio del prete è un dato di fatto che oggi, a differenza del passato, è più evidente. Quali sono le situazioni personali ed ecclesiali che non aiutano a riconoscere i limiti relazionali del prete, ma possono anzi alimentarle, incoraggiando comportamenti che sono dannosi per gli altri e per se stesso? La manifestazione più grave ed evidente è quella dei casi di abusi sessuali. Ma ci sono molte altre problematiche meno appariscenti: dipendenze, autoritarismo, carrierismo, fissazione sul ruolo, isolamento...

  Christian Albini:   Appunti sul sacerdozio oggi

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 FRANCESCO
 


     Angelus/Regina Cæli - Regina Cæli, 21 aprile 2013

     Omelia - 21 aprile 2013: Ordinazione Presbiterale nella Basilica Vaticana

     Omelia - 23 aprile 2013: Concelebrazione Eucaristica con gli Em.mi Cardinali residenti in Roma in occasione della Festa di San Giorgio

     Udienza 24 aprile 2013



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   Omelie a Santa Marta:
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Papa Francesco ai nuovi presbiteri: "per favore, non vi stancate di essere misericordiosi"; ai giovani: "La vita bisogna metterla in gioco per i grandi ideali!": a tutti: "Seguiamo la voce di Gesù che ci guida sulla via della vita"


IV Domenica di Pasqua, 21 aprile 2013

ORDINAZIONE PRESBITERALE
Basilica Vaticana

Siate misericordiosi, siate pastori e non funzionari. E’ l’esortazione che Papa Francesco ha rivolto, stamani, a 10 nuovi sacerdoti della diocesi di Roma, ordinati dal Pontefice nella Basilica di San Pietro, nella 50.ma Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. E’ la prima volta che il nuovo vescovo di Roma celebra il rito di ordinazione presbiteriale. Prima della Messa, il Santo Padre si è recato in sacrestia per pregare insieme agli ordinandi raccomandandoli alla Madonna. Così usava fare, a Buenos Aires, in occasione delle ordinazioni.
L’omelia pronunciata dal Santo Padre è nella sostanza la “Omelia rituale” prevista nell’edizione italiana del Pontificale Romano per l’ordinazione dei presbiteri, omelia che il Papa ha integrato con diverse aggiunte personali.
... Quanto a voi, fratelli e figli dilettissimi, che state per essere promossi all’ordine del presbiterato, considerate che esercitando il ministero della Sacra Dottrina sarete partecipi della missione di Cristo, unico Maestro. Dispensate a tutti quella Parola di Dio, che voi stessi avete ricevuto con gioia. Ricordate le vostre mamme, le vostre nonne, i vostri catechisti, che vi hanno dato la Parola di Dio, la fede…. il dono della fede! Vi hanno trasmesso questo dono della fede. Leggete e meditate assiduamente la Parola del Signore per credere ciò che avete letto, insegnare ciò che avete appreso nella fede, vivere ciò che avete insegnato. Ricordate anche che la Parola di Dio non è proprietà vostra: è Parola di Dio. E la Chiesa è la custode della Parola di Dio...
E oggi vi chiedo in nome di Cristo e della Chiesa: per favore, non vi stancate di essere misericordiosi. Con l’olio santo darete sollievo agli infermi e anche agli anziani: non abbiate vergogna di avere tenerezza con gli anziani...
Siete Pastori, non funzionari. Siete mediatori, non intermediari...

  il testo integrale dell'Omelia

 
video

REGINA COELI
Piazza San Pietro

Cari fratelli e sorelle,
Buongiorno!
La Quarta Domenica del Tempo di Pasqua è caratterizzata dal Vangelo del Buon Pastore che si legge ogni anno. Il brano di oggi riporta queste parole di Gesù: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola» (10,27-30). In questi quattro versetti c’è tutto il messaggio di Gesù, c’è il nucleo centrale del suo Vangelo: Lui ci chiama a partecipare alla sua relazione con il Padre, e questa è la vita eterna.
Gesù vuole stabilire con i suoi amici una relazione che sia il riflesso di quella che Lui stesso ha con il Padre: una relazione di reciproca appartenenza nella fiducia piena, nell’intima comunione. Per esprimere questa intesa profonda, questo rapporto di amicizia Gesù usa l’immagine del pastore con le sue pecore: lui le chiama ed esse riconoscono la sua voce, rispondono al suo richiamo e lo seguono. E’ bellissima questa parabola! Il mistero della voce è suggestivo: pensiamo che fin dal grembo di nostra madre impariamo a riconoscere la sua voce e quella del papà; dal tono di una voce percepiamo l’amore o il disprezzo, l’affetto o la freddezza. La voce di Gesù è unica! Se impariamo a distinguerla, Egli ci guida sulla via della vita, una via che oltrepassa anche l’abisso della morte...

  il testo integrale del REGINA COELI

  video


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L'omelia del Papa nel giorno del suo onomastico.
... E pensiamo alla consolazione che ha avuto Barnaba e che è proprio la dolce e consolante allegria di evangelizzare. E chiediamo al Signore questa parresìa, questo fervore apostolico, che ci spinga ad andare avanti, come fratelli, tutti noi: avanti! Avanti, portando il nome di Gesù nel seno della Santa Madre Chiesa e, come diceva Sant’Ignazio, gerarchica e cattolica. Così sia.

 
Papa Francesco omelia in occasione della Festa di San Giorgio
(video)

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Fin dai primi momenti del suo Pontificato, Papa Francesco ha conquistato il cuore dei fedeli con il suo linguaggio semplice e diretto. Uno stile che desta l’attenzione anche dei non credenti e che trova particolare eco nelle omelie che, quotidianamente, il Papa tiene la mattina nella Messa alla Domus “Sanctae Marthae” in Vaticano. Per una riflessione sul linguaggio “comprensivo e comprensibile” di Jorge Mario Bergoglio, Alessandro Gisotti ha intervistato la giornalista Stefania Falasca, legata a Papa Francesco da una lunga amicizia

  Stefania Falasca:   Il linguaggio di Papa Francesco è quello del Vangelo, per questo arriva a tutti (audio)

Intervista con Virginia Bonnard, la giornalista argentina che ha seguito per diversi anni Bergoglio come ufficio stampa
   Andrés Beltramo Àlvares:  «Francesco usa un linguaggio semplice, ma è un fine intellettuale»


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  1) La newsletter è settimanale;

 

  2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:

      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm