"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°25 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 15 al 21 giugno 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 28 giugno 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

  di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio viene sospesa nel periodo estivo



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








I NOSTRI TEMPI



  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Immigrazione realtà comune - CIE scandalo italiano


Riformare i Cie e rivedere tutta la normativa sull’immigrazione alla luce dell’inclusione. 
Per monsignor Giancarlo Perego, direttore della Migrantes, le analisi dei ricercatori colpiscono per vari aspetti.

«Anzitutto perché i rimpatri sono stati pochi e poi perché le sanatorie dimostrano che i numeri degli irregolari presenti sul territorio sono sempre alti e le espulsioni e i rimpatri sono stati pochi, nemmeno 80 mila a fronte di un miliardo e 600 milioni di spesa pubblica. Quindi la gestione dell’immigrazione solo attraverso politiche securitarie si è rivelata troppo costosa e in defintiva fallimentare. Occorre davvero cambiare rotta, bisogna ragionare in termini di accoglienza e inclusione degli immigrati: forse ci costerebbe meno e sarebbe più produttivo. Ritorno a quelle che furono le conclusioni della Commissione De Mistura nel 2007, cambiare la legge Bossi-Fini. Mi pare che oggi ci sia maggiore serenità e questi tempi di crisi paradossalmente possono aiutare la politica a rivedere l’intero sistema dell’immigrazione evitando questi sprechi. Serve una riforma». 

  Migrantes: urgente un cambio di rotta

«Siamo di fronte a un bivio. Possiamo andare avanti su una strada che implica un sistema migratorio che non rispetta il diritto e la causa dei diritti umani, oppure possiamo creare una strada diversa che onori entrambi questi principi».
Con queste parole l’arcivescovo di Los Angeles José Horacio Gomez, presidente della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, si rivolge ai membri del Congresso in una lettera-appello inviata alla vigilia dell’inizio del dibattito al Senato sulla riforma dell’immigrazione. Tema molto sentito dai cattolici Usa dove è numericamente sempre più significativa la presenza dei latinos nelle comunità. Lo stesso Gomez - chiamato nel 2011 da Benedetto XVI a guidare una delle maggiori arcidiocesi americane - è un presule nato a Monterrey, in Messico. Si stima siano oltre 11 milioni gli immigrati illegali negli Stati Uniti; per loro il provvedimento che arriva ora in discussione in aula ora prevede un lungo percorso verso il riconoscimento della cittadinanza...

  Usa, i vescovi: “Le leggi sull’immigrazione rispettino i diritti umani”

La Grande Recessione ha cambiato la geografia dell'immigrazione: molti Paesi hanno vissuto una costante e netta discesa dei livelli di immigrati permanenti in quattro anni, dal 2007 al 2011: in Italia siamo a -44% rispetto al 2007; in Spagna e Grecia a -50%, in Iralnda a -77 per cento. Hanno registrato per contro incrementi a doppia cifra la Germania (25%), l'Australia (14), la Francia (15), l'Olanda (31), il Belgio (52), la Norvegia (38), la Danimarca (36). 

  L'Ocse: l'impatto del welfare pagato agli immigrati è quasi irrilevante

Il quotidiano 'Herald Tribune' (versione europea del 'New York Times') dedica la sua prima pagina ai centri di detenzione per migranti nel nostro Paese. Carceri di massima sicurezza, con guardie in tenuta antisommossa e detenuti allo stremo che non hanno mai commesso alcun reato: «Strutture inumane, inefficaci e costose»

  Cie, lo scandalo italiano


--------------------------------------------

DIGNITÀ E DIRITTI UMANI Campagna per tre leggi di civiltà: Tortura, Carcere, Droghe - Appello di don Ciotti


DIGNITÀ E DIRITTI UMANI
Campagna per tre leggi di civiltà: Tortura, Carcere, Droghe
Con una sentenza all’inizio dell’anno la Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato l’Italia per trattamenti disumani e degradanti, in relazione allo stato delle carceri. L’Italia ha un anno di tempo per ripristinare le condizioni dello stato di diritto e l’osservanza della Costituzione. Il Presidente Napolitano ha definito il sovraffollamento carcerario una questione di “prepotente urgenza” e di recente ha rivolto l’ennesimo invito perché siano approvate misure strutturali per porre fine alle disumane condizioni delle carceri...

  APPELLO

Droghe, carcere, Diritti Umani. L'appello di Don Luigi Ciotti presidente del Gruppo Abele e fondatore di Libera! a sostegno delle 3 leggi di iniziativa popolare per l'introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano, per la salvaguardia dei diritti nelle carceri e per la riforma della legislazione sulle droghe.

  video

Per saperne di più:

Ecco le norme che introducono il reato di tortura nel Codice Penale italiano, così come previsto dalle convenzioni internazionali sottoscritte e ratificate dal nostro paese.

  Introduzione del reato di tortura nel codice penale

Ecco le norme che introducono nel nostro ordinamento la figura del Garante nazionale dei detenuti, la conversione della pena nel caso mancanza di posti disponibili nelle carceri, modifica alla recidiva, ai benefici e all’accesso alle pene alternative.

  Per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri

Ecco le norme che prevedono la completa depenalizzazione del consumo di sostanze, la rimodulazione delle pene, la revisione dei fati di lieve entità e l’accesso ai programmi di recupero per i detenuti tossicodipendenti.

  Modifiche alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell’impatto penale


--------------------------------------------

20 GIUGNO - GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO - Appello del Papa: i rifugiati hanno bisogno di comprensione e ospitalità


20 GIUGNO - GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO

Appello del Papa: i rifugiati hanno bisogno di comprensione e ospitalità
“... Non possiamo essere insensibili verso le famiglie e verso tutti i nostri fratelli e sorelle rifugiati: siamo chiamati ad aiutarli, aprendoci alla comprensione e all’ospitalità. Non manchino in tutto il mondo persone e istituzioni che li assistano: nel loro volto è impresso il volto di Cristo!” (Papa Francesco)

IL NUMERO DI RIFUGIATI E SFOLLATI NEL MONDO AI LIVELLI PIÙ ALTI DA 18 ANNI. 
Nel 2012 il numero di rifugiati e sfollati interni ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi 18 anni. È quanto emerge dall'ultimo rapporto annuale Global Trends - sulle tendenze a livello globale in materia di spostamenti forzati di popolazione - pubblicato oggi dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). 
Lo studio prende in esame le migrazioni forzate avvenute durante il 2012 basandosi su dati prodotti da governi, organizzazioni non governative partner e dalla stessa Agenzia ONU. Mentre alla fine del 2011 – si legge nel rapporto – le persone coinvolte in tali situazioni nel mondo erano 42,5 milioni, un anno dopo erano ben 45,1 milioni. Di queste 15,4 milioni erano i rifugiati, 937mila i richiedenti asilo e 28,8 milioni gli sfollati, persone cioè costrette ad abbandonare le proprie abitazioni ma che sono rimaste all'interno del proprio paese.
Le guerre restano la principale causa alla base della fuga. Il 55% di tutti i rifugiati presi in esame dal rapporto proviene infatti da appena 5 paesi colpiti da conflitti: Afghanistan, Somalia, Iraq, Siria e Sudan. Importanti nuovi flussi si registrano anche in uscita da Mali, Repubblica Democratica del Congo e dallo stesso Sudan verso Sud Sudan ed Etiopia. 

  IL NUMERO DI RIFUGIATI E SFOLLATI NEL MONDO AI LIVELLI PIÙ ALTI DA 18 ANNI

Giornata Mondiale del Rifugiato 2013

  video

Migranti, rifugiati, richiedenti asilo:
Il cimitero del Mediterraneo
Il Mediterraneo da culla di civiltà si è trasformato in un cimitero di migliaia di migranti: con questa immagine incisiva padre Giovanni La Manna sj, presidente del Centro Astalli, il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia, ha spiegato il senso del colloquio “Il mare unisce, la terra non divida” organizzato il 13 giugno in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana in occasione della Giornata mondiale del rifugiato 2013.
Il Mediterraneo, infatti, nel passato mare che accomunava i popoli dei Paesi che vi si affacciavano, per i migranti che cercano di arrivare in Italia rappresenta adesso una barriera d'acqua minacciosa dalla quale è difficile uscire vivi. “Tutti – ha affermato La Manna – riconoscono il diritto all'asilo politico, ma nessuno si preoccupa di assicurare le condizioni per poter arrivare in Italia ed esercitare questo diritto”.
La proposta del Centro Astalli è quella di creare canali umanitari sicuri per raggiungere il nostro Paese senza diventare schiavi dei trafficanti di esseri umani e “dare opportunità oneste e concrete alle persone che accogliamo” per impedire loro di perdere la speranza di una vita migliore che è il motivo che li ha spinti a lasciare il proprio di Paese.
Manca in Italia un sistema nazionale per l'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati unitario, integrato e commisurato ai flussi d'arrivo. Nel 2012 le domande d'asilo presentate in Italia sono state 15.700, meno della metà rispetto all'anno precedente e un numero molto basso, anche in termini assoluti, rispetto a quelli registrati nei principali paesi europei. Tuttavia il totale dei pasti distribuiti dalla mensa di via degli Astalli – oltre 115 mila, con una media giornaliera di oltre 400 unità – è rimasto quasi invariato rispetto al 2011. Un dato che segnala, per gli operatori del Servizio per i rifugiati, l'incapacità del sistema italiano di dare risposte anche ai bisogni più immediati. ....

  Il cimitero del Mediterraneo


--------------------------------------------



"Accogliere Cristo nei rifugiati e nelle persone forzatamente sradicate. Orientamenti pastorali" è il titolo del documento elaborato dal Pontificio Consiglio della pastorale per i Migranti e gli Itineranti e dal Pontificio Consiglio "Cor Unum" presentato nella Sala Stampa della Santa Sede dal Cardinale Antonio Maria Vegliò e dal Cardinale Robert Sarah, Presidenti rispettivamente dell'uno e dell'altro Dicastero.

  "Accogliere Cristo nei rifugiati e nelle persone forzatamente sradicate. Orientamenti pastorali" (video)

Un documento invita gli Stati ad aprire le frontiere a chi fugge da guerre e lavoro forzato e condanna la piaga vergognosa del traffico di esseri umani

  Chiara Santomiero: Vaticano sui migranti forzati: accoglienza e solidarietà non respingimenti

Il 20 giugno ricorre la Giornata mondiale del rifugiato. Un'occasione per riflettere sul sistema dell'accoglienza in Italia e nel mondo: come funziona e come invece dovrebbe funzionare

  Francesco Rosati: Rifugiati, sopravvissuti ai nostri tempi

Giornata mondiale per i rifugiati. Il documento presentato in Vaticano parla di 100 milioni di profughi nel mondo.

  Annachiara Valle: Esiliati e invisibili

Migliaia di detenuti in celle sporche e sovraffollate. Polmonite, dissenteria, scabbia.  Pestaggi brutali.
Nella Libia di Gheddafi la detenzione e la tortura dei “migranti clandestini e illegali” (così li chiamava, perché per lui i rifugiati non esistevano) provenienti dall’Africa subsahariana erano la prassi. L’Europa aiutava generosamente. Nella Libia post-Gheddafi, tutto questo continua.

  Riccardo Noury: Diritti umani violati in Libia con l'aiuto dell'Unione europea

Veglia di preghiera a Santa Maria in Trastevere per ricordare 19mila vittime dei "viaggi della speranza". Il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti: "Favorevole allo 'ius soli' però a certe condizioni: non basta nascere in Italia ma anche studiare e conoscere la lingua e la cultura. Quindi sarebbe meglio una sorta di 'ius culturae'"

  SIR: La speranza che non muore con la morte

Respingere, espellere e rimpatriare ha un costo. Oltre all’incalcolabile costo morale e all’arbitraria scelta di battezzare come “irregolare” il diritto di viaggio di migliaia di persone verso i confini della Fortezza Europa, secondo il dossier “Costi disumani” (.pdf) presentato il 30 maggio dall’associazione Lunariae realizzato con il sostegno di Open Society Foundations, ammontano ad almeno 1 miliardo e 668 milioni di euro le risorse nazionali e comunitarie spese tra il 2005 e il 2012 per il programmadi contrasto dell’immigrazione “irregolare” in Italia. In una fase nella quale l’ossessione per il contenimento della spesa pubblica induce a considerare con maggiore attenzione il tema della spending review, è utile approfondire l’analisi delle politiche connesse al governo di queste “politiche del rifiuto” e dei loro costi, proprio perché in Italia sono in pochi a parlarne.

  Alessandro Graziadei: Italia: i costi disumani del contrasto all'immigrazione


---------------------------------------------------------------


Duecentosessantamila persone, quanto una città italiana di media grandezza: sono le vittime dell’emergenza alimentare che ha colpito la Somalia tra il 2010 e il 2012. Ma la più grave carestia africana dell’ultimo quarto di secolo non ha bucato il video né mobilitato la società civile, come accaduto altre volte in passato.
Forse anche per questa ragione ieri, nel discorso all’assemblea della Fao, Papa Francesco ha parlato della necessità di affrontare la questione della fame nel mondo alla radice, con «un’opera di ricostruzione».

  Gerolamo Fazzini: Ricostruire le fondamenta

---------------------------------------------------------------

FEDE E
SPIRITUALITA'





DA UNA CHIESA TRIONFANTE

AD UNA CHIESA MENDICANTE

A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II

HOREB n. 64 - 1/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Sono passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo, perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel mondo.
Il Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici, dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona umana e della sua coscienza.
Gli orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale, purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante, accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa  popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13 novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato»...  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



---------------------------------------

INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO




FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO

INCONTRI PER L’ESTATE – 2013

  • LECTIO DIVINA 
17-22 LUGLIO

Lettere di Giacomo, Giuda e 1Pietro
con p. Pino Stancari sj


*****

  • SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ
5-10 AGOSTO
"DALLA PARTE DEI POVERI, I VICARI DI CRISTO"


  il programma degli INCONTRI PER L’ESTATE – 2013 della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO (pdf)



---------------------------------------


 SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


  Se dovessi scrivere...
  E' impossibile esprimere...
  Come il peccato è...
  Amavo...
  La Chiesa sia sempre...
  Potreste chiedere...
  Chi accoglie l'Amore...
  Condividere discretamente...
  Come il Padre vostro...
  Possediamo davvero...
  Il Dio di Gesù...
  Signore Gesù...
  A chi gli chiede...
  Dio che ama...
  Inquieto è...

---------------------------------------------------------------

  San Luigi Gonzaga (video)


---------------------------------------------------------------

Dialogo con il mondo, fiducia nell’umanità, sforzo di una Chiesa aperta che esce per incontrare l’altro, primato della Parola. A cinquant’anni dalla elezione al soglio pontificio, avvenuta il 21 giugno 1963, l’eredità di Paolo VI è ben viva.

  PAOLO VI, MAESTRO DI DIALOGO E DI SPERANZA


---------------------------------------------------------------

«Un uomo capace di grandi finezze verso i suoi collaboratori ma anche un raffinato intellettuale. Un uomo più gioioso e meno malinconico di come lo descrivevano i media del tempo e capace di sorridere e ridere anche negli incontri ufficiali».

  Filippo Rizzi: Da Grech: «Vi racconto il Paolo VI della gioia»


---------------------------------------------------------------



  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)





RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo: Lc 7,36-8,3

Una prostituta.
Non può esserci categoria di persone peggiore delle prostitute. I Farisei asseriscono che è per causa loro che il Regno di Dio tarda ad arrivare. Insieme ai pubblicani ed ai pastori, fanno parte di quella genia per la quale è inutile pregare perché si convertano, in quanto è impossibile a causa dei loro inenarrabili molti peccati. 
"Se trovi uno di essi in un fosso e lo aiuti ad uscire, tu salvi un idolatra".
Così recita il Talmud, libro sacro per gli Ebrei, ma con il quale Gesù in questo caso non è d'accordo. Il Padre che Lui è venuto a rivelare, è perdono e accoglienza, a partire proprio da coloro che sono i più lontani, perché il Padre, Amore senza limiti, non guarda i meriti ma i bisogni.



---------------------------------------


L’occhio vuole la sua parte (ma forse gliene diamo troppa…) di Erri De Luca




Mi è caro nelle storie sacre il dettaglio dei piedi. Il primo gesto di ospitalità era di procurare al viandante acqua per lavarli, olio per ristorarli. Nell’Antico e nel Nuovo Testamento la premura verso la parte più umile del corpo mostra l’importanza del resto, della presenza fisica. Il tatto, l’imposizione delle mani, scatenano l’energia dei miracoli. Gesù tocca e risana, tocca e moltiplica. Quando deve consegnare la sua eredità ai discepoli, lo fa a una tavola imbandita, dividendo pane e vino.
Perché la pietanza, la bevanda, sono opere da onorare attraverso il gusto che permette di apprezzarle. Nel deserto di Sinai piove manna, scaturisce acqua, arrivano pure le proteine sotto forma di enormi stormi di quaglie.
E il naso ha la sua parte: nel libro Esodo/Shmot è detto con insistenza che dai sacrifici prescritti sull’altare si leva un profumo gradito alle narici del Creatore. Ma il più prestigioso senso della Scrittura Sacra è l’udito. I profeti ricevono in ascolto i discorsi divini da riportare nel mondo e nessuno di loro prende appunti, chiede una ripetizione. Essi semplicemente ricordano tutto, non per prodigio, ma perché le parole a quel tempo avevano un peso e s’incidevano nella membrana acustica dei presenti. Gesù non lascia scritto, lascia detto e questo basta e avanza a produrre quattro Vangeli, più altri apocrifi, scritti a distanza di tempo da chi, venuto dopo, ha raccolto e custodito i racconti a voce...

  L’occhio vuole la sua parte (ma forse gliene diamo troppa…) di Erri De Luca


---------------------------------------


"Papa Francesco ci insegna quanto può valere la povertà" di mons. Bruno Forte



"Papa Francesco ci insegna quanto può valere la povertà" di mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto

«Non ti dimenticare dei poveri!»: fu questo l'invito che un amico fraterno, il cardinale francescano Claudio Hummes, fece a Jorge Mario Bergoglio al momento dell'elezione a vescovo di Roma e successore di Pietro. Papa Francesco non ha dimenticato quell'invito, ne ha fatto anzi una delle priorità del magistero della parola e della vita, che offre con fedeltà quotidiana alla Chiesa. Mi sembra che valga la pena riflettere su questo richiamo, che rivela una caratteristica tutt'altro che secondaria del pontificato di questo Papa «venuto dalla fine del mondo». In particolare mi pare importante considerare tre aspetti della povertà: il suo volto negativo, quale si esprime nella miseria che affligge una larghissima parte dell'umanità, posta sotto i riflettori dei media; la povertà come valore e come scelta di vita; e, infine, la solidarietà che l'attenzione ai poveri esige, con le forme in cui è chiamata a tradursi per essere vera ed efficace... 

  "Papa Francesco ci insegna quanto può valere la povertà" di Bruno Forte


---------------------------------------


Ricordando Chiara Corbella Petrillo ad un anno dalla sua salita in cielo...


Giovedì 13 Giugno 2013 alle ore 17.00, a un anno dalla salita in cielo di Chiara è stata celebrata la Santa Messa. a Roma al Santuario del Divino Amore

Chiara Corbella ci mostra, ancora oggi, che si può trasformare il dolore in un'opera d'arte, in un capolavoro. (Gigi De Palo)

  video

(13 Giugno 2013, da papà e mamma)
Cara Chiara,
vorrei averti ancora seduta sulle mie ginocchia come facevi spesso alla fine del pranzo, quel gesto semplice mi riempiva di gioia mi faceva sentire che mi volevi bene e che potevo essere per te un punto di appoggio...
La tua eccezionalità è stata nell’arrivare fino in fondo preoccupandoti degli altri quando chiunque si sarebbe adagiato nell’autocommiserazione cercando conforto che tu hai al contrario dato a tutti noi. Al ritorno dal tuo funerale eravamo orgogliosi di una figlia come te ma anche felici e questo non è normale, ma è stato normale per noi perché tu ci hai accompagnato e preparato...

  Lettera a Chiara..

Enrico Petrillo  racconta la vita di sua moglie Chiara Corbella, il 13 ottobre a soli 4 mesi dalla sua "salita al cielo", in una bellissima testimonianza ai giovani della Comunità Gesù Risorto durante il Corso Giovani 2012 a Fiuggi. 

  Testimonianza di Enrico e Chiara Corbella Petrillo

Ve ne proponiamo un estratto
"Vi racconto Chiara"

  video

Per saperne di più rivedi i nostri precedenti post:
  • Una storia di ordinaria santità: il coraggio di Chiara Corbella che rinvia le cure e muore per far nascere il suo bimbo!
  • Una storia di ordinaria santità - Chiara Corbella ed Enrico Petrillo ci mostrano che anche oggi il Vangelo può essere vissuto.
  • Una storia di ordinaria santità - Chiara Corbella, la regola delle 3P e le testimonianze in rete
  • "Il nostro amore speciale": il ricordo di Chiara Corbella nelle parole del marito Enrico Petrillo
  • Ricordiamo Chiara Corbella Petrillo e la sua lezione di vita raccontata dal padre.
  • Alle madri d’Europa il Premio europeo per la vita «Madre Teresa di Calcutta» Consegnato simbolicamente a mamma Irene di Nomadelfia, all’associazione La quercia millenaria, e alla memoria di Chiara Corbella.


---------------------------------------


“Chiara è tutti noi”: così don Fabio Rosini, direttore del servizio vocazioni della diocesi di Roma, ha ricordato ad un anno dalla sua scomparsa la giovane mamma romana di 28 anni, nel corso della Messa, giovedì, nel Santuario del Divino Amore. Migliaia di persone hanno preso parte alla celebrazione ed hanno ricordato Chiara Corbella nel suo sorriso gioioso. Tra i presenti anche il marito Enrico ed il figlio Francesco di due anni, nato poco dopo la scoperta della malattia di Chiara e la sua decisione di sospendere le cure. Si trattava della terza gravidanza: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni erano, infatti, morti poco dopo la nascita a causa di gravi malformazioni. Benedetta Capelli ha intervistato il marito Enrico Petrillo

  Benedetta Capelli:  Un anno fa la morte di Chiara Corbella, in migliaia al Santuario del Divino Amore

---------------------------------------------------------------



CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni


  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)



Enzo Bianchi “I vescovi stiano fuori dalla politica”



“Che siano matrimoni gay o divorzio, la religione maggioritaria non imponga la sua etica a tutti”

Non ci sarà mai uno scontro di civiltà come profetizzato alla fine degli anni ’90, tra Islam e cristianesimo, ad esempio. Piuttosto, «uno scontro di etiche interno alle stesse comunità». Ne è convinto Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose. Il monaco parla dal palco della conferenza organizzata da Reset Dialogues all’interno di un ciclo di incontri dedicato al dialogo tra culture (Parole e idee per un mondo plurale).
«Uno scontro tra etiche è già in corso da tempo in Italia e ne portiamo il peso». Il riferimento è all’ultimo dei temi su cui il Paese dibatte: le unioni tra persone dello stesso sesso. Il priore di Bose, noto per avere posizioni a volte contrastanti rispetto alla Chiesa di Roma, non usa il palco per dire quello che è giusto o meno giusto fare. Tutt’altro. Suggerisce piuttosto il modo in cui crede che questo scontro vada affrontato. E il modo è un monito alla stessa Chiesa di cui è parte.

  Enzo Bianchi, “I vescovi stiano fuori dalla politica” di Silvia Favasuli



---------------------------------------

Il popolo della rete allo specchio: "I sette vizi capitali dei social network" di Pierre Durieux

La rete è un ambiente in cui viviamo ormai parecchio tempo delle nostre giornate. E - anche senza accorgercene - dentro vi portiamo tanti nostri atteggiamenti. In maniera simpatica Pierre Durieux - direttore del Servizio della comunicazione della diocesi di Lione - aiuta in questo articolo a guardarsi un po' allo specchio, rileggendo in questa chiave il tema dei sette vizi capitali. L'articolo è stato pubblicato qualche giorno fa nel blog che Durieux tiene sul sito del settimanale cattolico francese La Vie e lo proponiamo qui in una nostra traduzione (clicca qui per leggere l'originale in francese).

Qualche tempo fa era chic parlare dei social network solamente in termini di rischi e minacce. Bastava uno scandalo mediatico a dare credito a una tesi abbastanza inconsistente che mascherava in maniera molto maldestra l'ignoranza riguardo a questi mezzi e la mancanza di voglia di "metterci la testa".
Più recentemente, quasi come un controbilanciamento - movimento per di più benedetto da papa Benedetto XVI - è diventato chiaro che Facebook e Twitter sono mezzi "in-di-spen-sa-bi-li" per la nuova evangelizzazione e cruciali per essere all'ascolto delle "gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi" del nostro paese e del mondo.
In effetti, tra queste due prospettive - una troppo fosca e l'altra troppo ottimista - e dato che queste reti ci sono diventate sempre più familiari, occorre dire grazie per tutto il bene che ci hanno fatto, a cominciare dal fatto che hanno avvicinato un po' di più le persone tra loro, senza nascondersi le tentazioni che comportano e i sette peccatori capitali che vi imperversano...

  I sette vizi capitali dei social network di Pierre Durieux



---------------------------------------

... Sembrerebbe il germogliare di una teologia della tecnologia di taglio radicalmente nuovo, tesa a leggere nella tecnica non più un farmaco per assopire - o allucinare - le tensioni trascendenti, ma un elisir per risvegliarle; una teologia desiderosa di approfondire (con uno speciale esercizio di "inculturazione") le innegabili propensioni spirituali della tecnologia e che, su questa base, si senta di consigliare - sulla falsariga del frequente invito «cristiani, entrate in politica» - un inusuale «cristiani, entrate in tecnologia!». Anche per rimarcare che la "trascendenza immanente" è unacontradictio in terminis o, più poeticamente, un evocativo ossimoro, che per sua natura è efficace solo se delocalizza la ragione e rimanda altrove.

  Andrea Vaccaro:  «Cyber» cristiani?

---------------------------------------------------------------


... Il Papa ha citato il racconto evangelico del pastore che lascia 99 pecore nell'ovile per cercare l'unica pecora che si è persa, per esortare: "Ma fratelli e sorelle, abbiamo una (pecora), ce ne mancano 99, dobbiamo uscire da loro! In questa cultura, diciamoci la verità, ne abbiamo soltano una. Siamo minoranza. Sentiamo lo zelo apostolico di trovare le altre 99?". Aprendo il convegno diocesano di Roma in Vaticano, Bergoglio ha detto: "È più facile restare a casa con quell'unica pecorella. Pettinarla, carezzarla... ma il Signore ci vuole pastori, non pettinatori di pecorelle!"...

  IL SOLE 24 ORE:  Papa Francesco: «Un cristiano se non è rivoluzionario, non è un cristiano»

---------------------------------------------------------------



 FRANCESCO
 


     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 16 giugno 2013

     Udienza - 19 giugno 2013

     Discorso - Alla Comunità degli Scrittori de "La Civiltà Cattolica" (14 giugno 2013)

     Discorso - Alla Delegazione di Parlamentari Francesi del Gruppo di Amicizia Francia-Santa Sede (15 giugno 2013)

    Discorso - Al Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma (17 giugno 2013)

    Discorso - Ai partecipanti alla 38a Sessione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura [FAO] (20 giugno 2013)

     Discorso - Ai partecipanti all'Assemblea della Riunione delle Opere per l'Aiuto alle Chiese Orientali [R.O.A.C.O.] (20 giugno 2013)

    Discorso - Ai partecipanti alle Giornate dedicate ai Rappresentanti Pontifici (21 giugno 2013)


---------------------------------------------------------------

   Omelie a Santa Marta:

---------------------------------------------------------------

  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


 
Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - La pace inquieta e lo scandalo della croce - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 15 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: "La vita cristiana è sulla strada, nella vita"

Vita cristiana non è “stare in pace fino al Cielo”, ma andare per il mondo ad annunciare Gesù che “si è fatto peccato” per riconciliare gli uomini con il Padre. Lo ha ribadito Papa Francesco all’omelia della Messa di questa mattina in casa S. Marta.

La vita cristiana non è stare in un angolo a ritagliarsi una strada che porta comodamente in cielo, ma è un dinamismo che spinge a stare “sulla strada” ad annunciare che Cristo ci ha riconciliati con Dio, facendosi peccato per noi. Con il consueto argomentare profondo e diretto, Papa Francesco si sofferma sul brano della Lettera ai Corinzi, proposto dalla liturgia di oggi, nel quale in poche righe un San Paolo insistente, quasi “di fretta”, usa per ben cinque volte il termine “riconciliazione”. E lo fa, osserva il Papa, alternando “forza” e “tenerezza”, prima esortando e poi quasi in ginocchio, “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”...
“... i filosofi dicono che la pace è una certa tranquillità nell’ordine: tutto ordinato e tranquillo… Quella non è la pace cristiana! La pace cristiana è una pace inquieta, non è una pace tranquilla: è una pace inquieta, che va avanti per portare avanti questo messaggio di riconciliazione. La pace cristiana ci spinge ad andare avanti. Questo è l’inizio, la radice dello zelo apostolico. Lo zelo apostolico non è andare avanti per fare proseliti e fare statistiche: quest’anno sono cresciuti i cristiani in tal Paese, in tal movimenti… Le statistiche sono buone, aiutano, ma non è quello che Dio vuole da noi, fare proseliti… Quello che il Signore vuole da noi è proprio l’annunzio di questa riconciliazione, che è il nucleo proprio del suo messaggio”.
Le ultime parole dell’omelia ricalcano l’ansia interiore di Paolo. Papa Francesco ripete in modo incalzante quello che definisce il “pilastro” della vita cristiana, e cioè che “Cristo si è fatto peccato per me! E i miei peccati sono là, nel suo Corpo, nella sua Anima! Questo – esclama il Papa – è da pazzi, ma è bello, è la verità! Questo è lo scandalo della Croce!...”

  Il Papa: il cristiano non pensa alla sua pace, ma va sulle strade ad annunciare quella di Cristo

  video


--------------------------------------------

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Il cuore del cristiano "largo", mite e magnanimo - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 17 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: superiamo gli egoismi - Gesù è tutto

Per il cristiano, Gesù è “il tutto” e da qui deriva la sua magnanimità. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha ribadito che la giustizia che porta Gesù è superiore a quella degli scribi, all’occhio per occhio, dente per dente.

“Il cristiano è una persona che allarga il suo cuore, con questa magnanimità, perché ha il ‘tutto’, che è Gesù Cristo. Le altre cose sono il ‘nulla’. Sono buone, servono, ma nel momento del confronto sceglie sempre il ‘tutto’, con quella mitezza, quella mitezza cristiana che è il segno dei discepoli di Gesù: mitezza e magnanimità. E vivere così non è facile, perché davvero ti danno degli schiaffi, eh?, te li danno! E su tutte e due le guance. Ma, il cristiano è mite, il cristiano è magnanimo: allarga il suo cuore. Ma quando noi troviamo questi cristiani con il cuore ridotto, con il cuore rimpicciolito, che non vanno… questo non è cristianesimo: questo è egoismo, mascherato da cristianesimo”. “Il Regno di Dio è il ‘tutto’, l’altro è secondario, non è principale. E tutti gli sbagli cristiani, tutti gli sbagli della Chiesa, tutti i nostri sbagli nascono di qua, quando noi diciamo al ‘nulla’ che è il ‘tutto’ e al ‘tutto’ che, mah, sembra che non conti... Seguire Gesù non è facile, non è facile. Ma neppure è difficile, perché nella strada dell’amore il Signore fa le cose in un modo che noi possiamo andare avanti; lo stesso Signore ci allarga il cuore”...
“Quando uno fa un’opzione per il ‘nulla’, da quella opzione nascono gli scontri in una famiglia, nelle amicizie, con gli amici, nella società, anche; gli scontri che finiscono con la guerra: per il ‘nulla’! Il ‘nulla’ è seme di guerre, sempre. Perché è seme d’egoismo. Il ‘tutto’ è quello grande, è Gesù. Chiediamo al Signore che allarghi il nostro cuore, che ci faccia umili, miti e magnanimi, perché noi abbiamo il ‘tutto’ in Lui; e che ci difenda dal fare problemi quotidiani attorno al ‘nulla’”.

  Il Papa: è Gesù il segreto della magnanimità del cristiano

  video
 

--------------------------------------------

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - la povertà che diventa ricchezza - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 18 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: "L'amore per i nemici ci fa poveri come Gesù"

Amare i nemici è difficile, ma è quello che ci chiede Gesù: è quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che per perdonare i nostri nemici, è fondamentale pregare per loro, pregare il Signore che cambi il loro cuore.

Come possiamo amare i nostri nemici? Nella sua omelia, Papa Francesco ha posto delle domande lancinanti, menzionando alcuni drammi dell’umanità. Come si possono amare, si è chiesto, quanti “prendono la decisione di fare un bombardamento e ammazzare tante persone”? E ancora, come si “possono amare quelli che per amore dei soldi non lasciano che le medicine arrivino agli anziani e li lasciano morire”? O quelli che cercano soltanto “il proprio interesse, il proprio potere e fanno tanto male”? “Sembra una cosa difficile da fare amare il nemico”, ha osservato, ma Gesù ce lo chiede. La liturgia di questi giorni, ha proseguito, ci propone proprio questo “aggiornamento della legge che fa Gesù”, dalla legge del Monte Sinai alla Legge del Monte della Beatitudini. Ed ha sottolineato che tutti noi abbiamo nemici, ma infondo noi stessi possiamo diventare nemici degli altri:
“Anche noi tante volte diventiamo nemici di altri: non vogliamo loro bene. E Gesù ci dice che noi dobbiamo amare i nemici! E questo non è facile! Non è facile… Anche pensiamo che Gesù ci chiede troppo! Lasciamo questo per le suore di clausura, che sono sante; lasciamo questo per qualche anima santa, ma per la vita comune questo non va. E questo deve andare! Gesù dice: ‘No, dobbiamo fare questo! Perché al contrario voi siete come i pubblicani, come i pagani. Non siete cristiani’”.
Come possiamo dunque amare i nostri nemici? Gesù, ha detto Papa Francesco, "ci dice due cose"...

  Il Papa: perdonare i nemici ci fa assomigliare a Gesù

  video


--------------------------------------------

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - gli ipocriti: "eticisti" senza bontà - (video e testo)



"Non dobbiamo avere paura della libertà che ci dà lo Spirito Santo"
Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta (video e testo) - 19 giugno 2013


Papa Francesco: ipocrisia, peccato contro lo Spirito

Il cristianesimo non è una “casistica” di precetti: questa concezione impedisce di comprendere e vivere che Dio è gioia e magnanimità. Papa Francesco lo ha ribadito alla Messa celebrata stamattina in Casa S. Marta.

Gli ipocriti che “portano il popolo di Dio su una strada senza uscita”: sono costoro i protagonisti del Vangelo di oggi e dell’omelia di Papa Francesco. Il Pontefice riflette sul celebre brano di Matteo che presenta il contrasto tra il comportamento di scribi e farisei – che si pavoneggiano in pubblico quando fanno l’elemosina, la preghiera e il digiuno – e quello che invece Gesù indica ai discepoli come il giusto atteggiamento da assumere nelle medesime circostanze, e cioè il “segreto”, la discrezione gradita e premiata da Dio. In particolare, oltre alla vanità di scribi e farisei, Papa Francesco stigmatizza il loro imporre ai fedeli “tanti precetti”. Li definisce “ipocriti della casistica”, “intellettuali senza talento” che “non hanno l’intelligenza di trovare Dio, di spiegare Dio con intelligenza”, e così facendo impediscono a se stessi e agli altri l’ingresso nel Regno di Dio...
“Ma tutti noi abbiamo pure la grazia, la grazia che viene da Gesù Cristo: la grazia della gioia; la grazia della magnanimità, della larghezza. L’ipocrita non sa cosa sia gioia, non sa cosa sia larghezza, non sa cosa sia magnanimità”.

  Il Papa ai cristiani: non siate ipocriti e moralisti, ma magnanimi e larghi di cuore

  video


--------------------------------------------



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
20 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: "Non si può pregare con nemici nel cuore"

Per pregare il Padre Nostro dobbiamo avere il cuore in pace con i nostri fratelli. E’ quanto affermato, stamani, da Papa Francesco nella Messa alla Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che noi crediamo in un Dio che è Padre, è “vicinissimo” a noi, non è anonimo, non è “un Dio cosmico”.

La preghiera non è magia, ma affidarsi all’abbraccio del Padre. Papa Francesco ha incentrato la sua omelia sulla preghiera del “Padre Nostro” insegnata da Gesù ai discepoli, di cui narra il Vangelo odierno. Gesù, ha detto, ci dà subito un consiglio nella preghiera: “non sprecare parole, non fare rumore”, “il rumore della mondanità, i rumori della vanità”. Ed ha avvertito che la “preghiera non è una cosa magica, non si fa magia con la preghiera”. Qualcuno, ha proseguito, mi dice che quando uno va da uno “stregone” gli dice tante parole per guarirlo. Ma quello “è pagano”. Noi, ci insegna Gesù, “non dobbiamo andare con tante parole da Lui”, perché “Lui sa tutto”. E aggiunge: la prima parola è “Padre”, questa “è la chiave della preghiera”. “Senza dire, senza sentire questa parola – ha avvertito – non si può pregare”...
“Abbiamo un Padre. Vicinissimo, eh!, che ci abbraccia … Tutti questi affanni, preoccupazioni che noi possiamo avere, lasciamoli al Padre: Lui sa di cosa abbiamo bisogno. Ma, Padre, che? Padre mio? No: Padre nostro! Perché io non sono figlio unico, nessuno di noi, e se io non posso essere fratello, difficilmente potrò diventare figlio di questo Padre, perché è un padre di tutti. Mio, sicuro, ma anche degli altri, dei miei fratelli. E se io non sono in pace con i miei fratelli, non posso dire ‘Padre’ a Lui”...

  Il Papa ai cristiani: non possiamo pregare il Padre, se abbiamo nemici nel nostro cuore

  video


--------------------------------------------

Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - il “cuore che ama” rende il corpo “luminoso” - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
21 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.


Papa Francesco: "le vere ricchezze dentro di noi"

Chiedere a Dio la grazia di un cuore che sappia amare e non si lasci sviare da tesori inutili. È la sostanza dell’omelia tenuta questa mattina da Papa Francesco a Casa S. Marta.

La caccia all’unico tesoro che si può portare con sé nella vita dopo la vita è la ragion d’essere di un cristiano. È la ragion d’essere che Gesù spiega ai discepoli, nel brano riportato oggi nel Vangelo di Matteo: “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”. Il problema, spiega Papa Francesco, sta nel non confondere le ricchezze. Ci sono “tesori rischiosi” che seducono “ma che dobbiamo lasciare”, quelli accumulati durante la vita e che la morte vanifica. Constata con lieve ironia il Papa: “Io non ho mai visto un camion da trasloco dietro un corteo funebre, mai”. Ma c’è anche un tesoro che “possiamo portare con noi”, un tesoro che nessuno può rapinare, che non è – afferma – “quello che hai risparmiato per te”, ma “quello che hai dato agli altri”...

  Il Papa: il Signore ci aiuti ad accumulare tesori che ci salvano il cuore

  video


--------------------------------------------

... "Il grandissimo interesse suscitato dalle brevi omelie del Papa nel corso delle messe celebrate al mattino nella cappella della Casa Santa Marta fa sì che si sia posta e si continui a porre spesso, da diverse parti, la domanda sulla possibilità di accedere a tale celebrazione o a tale omelia in modo completo e non solo tramite le sintesi pubblicate ogni giorno da Radio Vaticana e Osservatore Romano.
La domanda è comprensibile ed è stata più volte presa in considerazione e fatta oggetto di una riflessione approfondita, e merita una risposta chiara...

  Alberto Bobbio:  Il Papa, Santa Marta e il Web

---------------------------------------------------------------

SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


  Il vescovo di Patti: «Papa Francesco verrà in Sicilia forse già ad ottobre»


---------------------------------------------------------------


Oggi (17 giugno), nuovo tweet del Papa:

  Siamo arrabbiati con qualcuno? Preghiamo per quella persona. Questo è amore cristiano.

Nuovo tweet di Papa Francesco, lanciato oggi (19 giugno), dal suo account @Pontifex:

  Un cristiano è pronto ad annunciare il Vangelo perché non può trattenere in sé la gioia che nasce dalla conoscenza di Cristo.

Nuovo tweet di oggi (21 giugno):

  Non dimentichiamo mai che è il Signore che guida la Chiesa. E' Lui a rendere fecondo il nostro apostolato.



---------------------------------------------------------------


  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)

GIORNATA "EVANGELIUM VITAE" - "Diciamo sì all'amore e no all'egoismo,diciamo sì alla vita e no alla morte, diciamo sì alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli del nostro tempo" Papa Francesco


GIORNATA "EVANGELIUM VITAE" - Piazza San Pietro - Domenica 16 giugno 2013

"Diciamo sì all'amore e no all'egoismo, diciamo sì alla vita e no alla morte, diciamo sì alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli del nostro tempo" Papa Francesco

"Cari fratelli e sorelle,
questa celebrazione ha un nome molto bello: il Vangelo della Vita. Con questa Eucaristia, nell’Anno della fede, vogliamo ringraziare il Signore per il dono della vita, in tutte le sue manifestazioni; e nello stesso tempo vogliamo annunciare il Vangelo della Vita.
Partendo dalla Parola di Dio che abbiamo ascoltato vorrei proporvi tre semplici spunti di meditazione per la nostra fede: anzitutto, la Bibbia ci rivela il Dio Vivente, il Dio che è Vita e fonte della vita; in secondo luogo, Gesù Cristo dona la vita, e lo Spirito Santo ci mantiene nella vita; terzo, seguire la via di Dio conduce alla vita, mentre seguire gli idoli conduce alla morte.
...
Il Signore è il Vivente, è misericordioso.
Cari fratelli e sorelle, guardiamo a Dio come al Dio della vita, guardiamo alla sua legge, al messaggio del Vangelo come a una via di libertà e di vita. Il Dio Vivente ci fa liberi! Diciamo sì all’amore e no all’egoismo, diciamo sì alla vita e no alla morte, diciamo sì alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli del nostro tempo; in una paroladiciamo sì a Dio, che è amore, vita e libertà, e mai delude (cfr 1Gv 4,8; Gv 11,25; Gv 8,32), a Dio che è il Vivente e il Misericordioso. Solo la fede nel Dio Vivente ci salva; nel Dio che in Gesù Cristo ci ha donato la sua vita con il dono dello Spirito Santo e fa vivere da veri figli di Dio con la sua misericordia. Questa fede ci rende liberi e felici. Chiediamo a Maria, Madre della Vita, che ci aiuti ad accogliere e testimoniare sempre il “Vangelo della Vita”. Così sia.

  Omelia Papa Francesco - 16.06.2013

  VIDEO


--------------------------------------------

I primi 100 giorni di papa Francesco


Cento giorni che hanno entusiasmato e scaldato il mondo: la ricorrenza cade proprio domani, il 21 giugno, ed è propizia per tracciare un primo bilancio dell'attività del Pontefice "venuto dalla fine del mondo". A partire dal "dizionario della fede", abbozzata dall'agenzia di stampa Adnkroos. 
Dalla A di "Accoglienza" alla B di "Buonasera", la prima parola che Bergoglio ha pronunciato da Papa la sera del 13 marzo, affacciandosi dalla loggia del Palazzo Apostolico. Da allora, il Pontefice utilizza questaformula familiare del saluto, spesso con l'aggiunta di "buon pranzo", in un dialogo tutto suo con i fedeli...

  i primi 100 giorni di papa Francesco: da Accoglienza a Zitelle ecco le "sue" parole

... Vengono in mente una serie infinita di gesti naturali compiuti da papa Francesco in questi 100 giorni di pontificato: ritirare i bagagli in albergo, pagare il conto, scambiare zucchetto con un pellegrino, fare il gesto del pollice in su, telefonare all'edicolante in argentina, stringere la mano alle guardie svizzere e ai gendarmi, camminare tra i fedeli sotto la pioggia, lavare e baciare i piedi ai detenuti, collegarsi via webcam sulla tomba di San Francesco d'Assisi e inviare una preghiera tramite tablet...

  100 da Papa, Francesco e il pontificato dei gesti

Ancora un'azione 'fuori protocollo' di Papa Francesco: nel corso del giro sulla papamobile al termine dell'udienza generale in piazza San Pietro, il Pontefice ha invitato un ragazzo Down che indossava la maglia della nazionale di calcio dell'Argentina a salire a bordo della papamobile. Il giovane ha preso posto proprio sulla poltrona papale della jeep bianca scoperta, coronando così la sua richiesta subito esaudita dal Papa, fra gli applausi dei fedeli.

  video

Una rivoluzione nel linguaggio, oltre che nei gesti. Fin dal primo discorso - in cui si presenta come "venuto dalla fine del mondo" e chiede una preghiera ai fedeli - Bergoglio rompe con la tradizione. Puntando sempre più spesso sui temi sociali: "Le banche? Crisi è chi muore di fame"

  "Buonasera", "Chiesa povera", "Periferie": le parole chiave del pontificato di Francesco

A cento giorni dalla fumata bianca nella piovosa serata del 13 marzo, continua la «luna di miele» tra papa Francesco e i fedeli di tutto il mondo. Le parole semplici e i gesti spontanei del Papa affascinano credenti e non. Anche perchè, Francesco si comporta come un «pastore», il vescovo di Roma, e dal primo giorno ha eliminato le zavorre del protocollo pontificio. E anche per questo, come dimostra un sondaggio realizzato dall'Istituto Demopolis, Papa Francesco ha già conquistato la fiducia dell'85% degli italiani...

  Papa Bergoglio, i primi 100 giorni tra riforma della curia e bagni di folla

In appena 100 giorni dall’elezione al Soglio Pontificio, Papa Francesco ha già conquistato la fiducia dell’85% degli italiani: è uno dei dati più significativi che emerge dall’indagine condotta dall’Istituto Demopolis, diffusa in anteprima dal Tg2 e dal Corriere della Sera.

  100 giorni di Pontificato: la fiducia degli italiani in Papa Francesco


--------------------------------------------

"SANTA MARTA"


A Santa Marta Bergoglio dice cose che sembrano non provenire da un papa. Avendo affianco l’ordinario castrense afferma che la guerra è il suicidio dell’umanità, con pari schiettezza afferma che una chiesa ricca è vecchia e che San Pietro non aveva conti in banca, inoltre parla di corruzione e di lobby. Discorso analogo vale per l’udienza privata in cui ha ricevuto i vertici della Clar (Confederazione latinoamericana dei religiosi), Francesco avrebbe detto loro: «Anche se vi arriverà una lettera della Congregazione per la dottrina della fede, affermando che avete detto questo o quello, non preoccupatevi. Spiegate quello che dovete spiegare, però andate avanti. Aprite porte, facendo qualcosa là dove la vita vi chiama. Preferisco una Chiesa che si sbaglia per fare qualcosa, che una che si ammala per rimanere rinchiusa».
Con il passare delle settimane lo stile comunicativo orale e libero di papa Bergoglio non muta; tuttavia il contesto in cui cade cambia inesorabilmente... 
La gratitudine nei confronti di papa Francesco e dello stile da lui assunto trova riscontro in un’enorme popolarità nel cui seno fremono sentimenti e speranze profonde e che sarebbe errato etichettare solo come espressione di una moda. Si tratta di un patrimonio da guidare, da indirizzare e da difendere (anche da impropri usi mass-mediatici). Per farlo occorre che papa Francesco apra presto il capitolo delle decisioni impegnative.

  SANTA MARTA di Piero Stefani

Un salotto (un paio di poltrone e un divano) con una scrivania, alle spalle un austero crocifisso, una libreria a vetri, un tappeto a disegni persiani. Molto (troppo?) uso di neon. Quindi camera da letto, un frigorifero, un disimpegno e un bagno. Un parquet industriale lucidato a specchio, soprattutto quel letto di legno scuro rendono gli ambienti molto freddi. Ma l'inquilino non si lamenta. L'uomo è austero, la sveglia di solito suona alle 4.45, un quarto d'ora dopo è già in preghiera e ci resterà per un'ora, meditando sulle scritture della Messa quotidiana.
La mappa dei centri dei Grandi Poteri del mondo da qualche settimana è cambiata. Il nuovo Pontefice della chiesa cattolica guida i suoi fedeli (un miliardo e 214 milioni, secondo l'ultimo Annuario Pontificio) dall'appartamento 201 al secondo piano di Casa Santa Marta. Bergoglio usa un altro nome. La chiama «Convitto»: 106 suite, 22 stanze singole e un appartamento.
Si trova benissimo, ormai è impensabile che torni ad abitare nell'immenso Appartamento papale del Palazzo apostolico. Lo ha spiegato durante l'udienza alle scuole italiane dei gesuiti: «Io ho necessità di vivere fra la gente, e se io vivessi solo, forse un po' isolato, non mi farebbe bene»...

  Nella casa del Papa a Santa Marta sveglia all'alba e visite dei potenti di Paolo Conti


--------------------------------------------

PAPA FRANCESCO, NON STATE ESAGERANDO?


Garbata nei modi, dura nella sostanza: quand’è arrivata in redazione, la mail – datata 31 maggio - non ha stupito più di tanto. In Internet si legge di peggio: contro Francesco si sono levate le prime voci critiche. Quella scritta da un lettore di Famiglia Cristiana è un’osservazione fatta con buona creanza e partendo da un affetto dichiarato verso Jorge Mario Bergoglio.

  PAPA FRANCESCO, NON STATE ESAGERANDO?

«... Questo Papa ci dà molte più occasioni di Benedetto e per questo forse possiamo cadere nell’accusa di amplificare di più il Pontificato attuale. Ma non è una scelta della stampa, è dovuto alla quantità di notizie e di modalità di comunicazione che questo Papa ci fornisce. Se non lo raccontassimo verremmo meno al nostro dovere». 
 
  «NESSUNA SOVRAESPOSIZIONE, SOLO CRONACA»

«Ogni Pontefice va considerato in se stesso e non sempre nel paragone con altri. Si rischia di non avere le categorie corrette per la comprensione. Nello stesso tempo la differenza di stile, legata alla formazione e alla esperienza non basta per comprendere a fondo la radice comune del pontificato di Benedetto e di quello di Francesco. La verità, a mio avviso, consiste nel fatto che tra i due papi c’è stato non un salto ma un passaggio di testimone. Benedetto ha sentito la necessità di porre una sfida positiva alla Chiesa desiderando un successore capace di esprime vigore di corpo e di anima per affrontare i rapidi cambiamenti del mondo contemporaneo e le sfide di maggior peso per la fede. Francesco ha raccolto questa sfida da pastore e da uomo di governo. E ne stiamo vedendo gli effetti».

  NON CI SAREBBE FRANCESCO SENZA BENEDETTO


---------------------------------------



Ricorda, Chiesa, come si muove il Corpo del Signore. E fa’ lo stesso. La lezione di ecclesiologia dei primi cento giorni è questa.

  Pierangelo SequeriIl tocco di Dio

Le novità di Francesco, i suoi messaggi più importanti, i cambiamenti già in atto
  Andrea Tornielli: 100 giorni del Papa, la realtà e le attese


Ancora oggi “ci sono milioni di persone che muoiono di fame”: “un vero scandalo”, ha denunciato questa mattina Papa Francesco, ricevendo in Vaticano i partecipanti alla Conferenza della Fao, l’organizzazione dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione, in corso a Roma.

  Roberta Gisotti:  Papa Francesco alla Fao: la fame è uno scandalo, no alla speculazione sul prezzo degli alimenti

«... Questo Papa ci dà molte più occasioni di Benedetto e per questo forse possiamo cadere nell’accusa di amplificare di più il Pontificato attuale. Ma non è una scelta della stampa, è dovuto alla quantità di notizie e di modalità di comunicazione che questo Papa ci fornisce. Se non lo raccontassimo verremmo meno al nostro dovere». 

  Fabio Zavattaro:  «NESSUNA SOVRAESPOSIZIONE, SOLO CRONACA»


Certamente papa Francesco ha imposto uno stile, che ad alcuni, i più vecchi, ha ricordato le novità del pontificato di Giovanni XXIII, nell’affermazione di una semplicità non recitata e bensì immediata, istintiva, che è sembrata in Jorge Mario Bergoglio praticata da così tanto tempo da apparire, semplicemente, come un modo d’essere...

  Goffredo Foti:  Sa dire e sa fare

Nessun testo formale né parole di circostanza: solo dei «semplici pensieri» per dire qualcosa che «viene dal di dentro», che «mi sta a cuore». Inizia così Papa Francesco il suo discorso  ai rappresentanti pontifici  riuniti a Roma per vivere insieme due giornate di preghiera e di riflessione nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno della fede.

  L'OSSERVATORE ROMANO:  Familiari di Cristo con la valigia in mano


---------------------------------------------------------------






 Sei interessato a ricevere la nostra newsletter
 ma non sei iscritto ?
 
Iscriversi è facile e gratuito.  

               ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER

 riceverai la newsletter di "TEMPO  PERSO", ogni settimana, direttamente nella casella di posta elettronica.


L’elenco delle precedenti newsletter:


2013



     
  n. 1  del 4 gennaio 2013

n. 4  del 25 gennaio 2013

n. 7  del 15 febbraio 2013

n.10  dell'8 marzo 2013

n.13  del 29 marzo 2013

n.16  del 19 aprile 2013

n.19  del 10 maggio 2013

n.22  del 31 maggio 2013



n. 2  dell'11 gennaio 2013

n. 5  del 1° febbraio 2013

n. 8  del 22 febbraio 2013

n.11  del 15 marzo 2013

n.14  del 5 aprile 2013

n.17  del 26 aprile 2013

n.20  del 17 maggio 2013

n.23  del 7 giugno 2013
n. 3  del 18 gennaio 2013

n. 6  dell'8 febbraio 2013

n. 9  del 1° marzo 2013

n.12  del 22 marzo 2013

n.15  del 12 aprile 2013

n.18  del 3 maggio 2013

n.21  del 24 maggio 2013

n.24  del 14 giugno 2013
    Cardinale Carlo Maria Martini
"QUARESIMA/PASQUA2013"


"AVVENTO/NATALE 2012"


newsletter degli anni precedenti

L’elenco delle precedenti newsletter:


2012


"AVVENTO/NATALE 2011"
Pagina speciale di TEMPO PERSO

         
  n. 1  del 6 gennaio 2012

n. 4  del 27 gennaio 2012

n. 7  del 17 febbraio 2012

n. 10  del 9 marzo 2012

n. 13  del 31 marzo 2012

n. 16  del 27 aprile 2012

n. 19  del 18 maggio 2012

n. 22  dell'8 giugno 2012

n. 25  del 29 giugno 2012

n. 28  del 20 luglio 2012

n. 31  del 10 agosto 2012

n. 34  del 31 agosto 2012

n. 37 del 21 settembre 2012

n. 40 del 12 ottobre 2012

n. 43 del 2 novembre 2012

n. 46 del 23 novembre 2012

n. 49 del 15 dicembre 2012


n. 2  del 13 gennaio 2012

n. 5  del 3 febbraio 2012

n. 8  del 24 febbraio 2012

n. 11  del 16 marzo 2012

n. 14  del 7 aprile 2012

n. 17  del 4 maggio 2012

n. 20  del 25 maggio 2012

n. 23  del 15 giugno 2012

n. 26  del 6 luglio 2012

n. 29  del 27 luglio 2012

n. 32  del 17 agosto 2012

n. 35  del 7 settembre 2012

n. 38 del 28 settembre 2012

n. 41 del 19 ottobre 2012

n. 44 del 9 novembre 2012

n. 47 del 1° dicembre 2012

n. 50 del 21 dicembre 2012
n. 3  del 20 gennaio 2012

n. 6  del 10 febbraio 2012

n. 9  del 2 marzo 2012

n. 12  del 23 marzo 2012

n. 15  del 20 aprile 2012

n. 18  dell'11 maggio 2012

n. 21  del 1° giugno 2012

n. 24  del 22 giugno 2012

n. 27  del 13 luglio 2012

n. 30  del 2 agosto 2012

n. 33  del 24 agosto 2012

n. 36 del 14 settembre 2012

n. 39 del 5 ottobre 2012

n. 42 del 26 ottobre 2012

n. 45 del 16 novembre 2012

n. 48 dell'8 dicembre 2012

n. 51 del 28 dicembre 2012



Cardinale Carlo Maria Martini
Profeta dei nostri tempi



 
  2011

  2010

  2009

  2008

 

   AVVISI: 

  1) La newsletter è settimanale;

 

  2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:

      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm